quali conseguenze ha, per il bambino, la carenza di cure materne?
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quali conseguenze ha, per il bambino, la carenza di cure materne?
Notiziario Trimestrale dell’Associazione Italiana Mogli di Pastori Avventisti QUALI CONSEGUENZE HA, PER IL BAMBINO, LA CARENZA DI CURE MATERNE? QUALI, SECONDO I CONTRIBUTI DI RENE SPITZ? Lavoro di ricerca di Tina Giallanza Barbuscia svolto per un concorso sull’handicap nella scuola dell’infanzia (maestra di sostegno) Numero 38 Aprile-Giugno 2002 Carissime, Eccoci a voi dopo qualche tempo di silenzio, con questo speciale curato dalla sorella Tina Giallanza Barbuscia; si tratta di un lavoro di ricerca svolto per un concorso sull’handicap nella scuola dell’infanzia. Tina Giallanza Barbuscia è maestra di scuola dell’infanzia; nata a Ragusa il 16 luglio del 1951, è moglie del pastore Ignazio Barbuscia e mamma di Gabriella, Daniela e Samuele. Il materiale che leggerete forse potrà esserci utile nel nostro compito di mamme e anche come mogli di pastore, spesso a contatto diretto con i bambini. Tra gli scopi dell’AIMPA, come sapete, c’è anche quello di assistere le mogli di pastore nella loro crescita spirituale e personale e anche nella loro preparazione paraprofessionale al ministero. Si tratta quindi di un prezioso materiale di formazione per il quale ringraziamo Tina. Augurando a tutte voi buona lettura, ci diamo appuntamento al prossimo numero “di recupero”, che cercheremo di farvi avere tra ottobre e novembre, sul quale troverete articoli e fotografie dell’ultima Assemblea e ritiro spirituale AIMPA (svoltasi a Chianciano dal 25 al 28 aprile 2002). Che il Signore vi benedica insieme alle vostre famiglie, La Redazione Care Sorelle, Vorrei scusarmi con ognuna di voi per il ritardo con cui avete ricevuto questo numero del bollettino; in questi ultimi mesi non ho potuto dedicarmi al nostro giornalino, nonostante parecchie di voi mi avessero fatto pervenire per tempo tanto materiale da pubblicare; mi scuso anche con queste sorelle, ma la mia famiglia ha vissuto gravi problemi di salute e familiari, che sono culminati con il decesso del mio caro papà il 21 settembre u.s.. Approfitto di queste righe per ringraziare tutte voi per essermi state vicino con le vostre preghiere e col vostro pensiero, con i versetti che mi avete dedicato, la cui lettura mi ha dato molto conforto. Augurandovi le benedizioni del Signore, vi saluto con tanto affetto, Mariarosa Cavalieri L’Associazione Italiana Mogli di Pastori Avventisti (AIMPA), con sede a Roma, Lungotevere Michelangelo, 7 non ha scopi di lucro. E’ patrocinata dall’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del 7° Giorno e in modo specifico dall’Associazione Pastorale, allo scopo di assistere la moglie del Pastore Avventista. 2 Comitato AIMPA Corrispondenza a: Coordinatrice nazionale: Lina Pesce Mariarosa Cavalieri Via S. Quasimodo, 68 70126 — BARI Tel. 080/5491353 Segretaria: Ferretti Francesca Membri: Luna Alma Patricia Soutreva Fanny Redattrice: Mariarosa Cavalieri E-mail: [email protected] bollettino aimpa QUALI CONSEGUENZE HA, PER IL BAMBINO, LA CARENZA DI CURE MATERNE? QUALI, SECONDO I CONTRIBUTI DI RENE SPITZ? Lavoro di ricerca svolto per un concorso sull’handicap nella scuola dell’infanzia (maestra di sostegno) di Tina Giallanza Barbuscia Roma, marzo 2002 bollettino aimpa 3 Premessa Tutti gli psicologi e i pedagogisti sono concordi nel ritenere che la componente affettiva sostanzia tutta la personalità infantile in quanto il bambino ha bisogno di sentirsi amato. Egli necessita di fiducia per alimentare tutti i suoi tentativi, per fare ogni giorno le sue esperienze, esperienze di vita. La fiducia in sé è il sentimento di base per la crescita di tutti gli aspetti dell’unità psicofisica, è la condizione di ogni attività, di ogni apprendimento. Nella totalità dinamica della vita del bambino interagiscono i processi conoscitivi, affettivi, etico-sociali in relazione al clima familiare e alla stimolazione ambientale. Notevoli contributi della ricerca scientifica hanno dimostrato come molte anomalie del comportamento abbiano la loro origine in difficoltà di ordine affettivo ed emotivo. L’affettività ha due valenze: una positiva, che si manifesta nell’amore, nell’amicizia, nella disponibilità verso gli altri, nell’apertura alla socialità; l’altra di segno negativo, che si rivela nel senso di repulsione, di gelosia, di egoismo, di ansia. Nei Nuovi Orientamenti (documento programmatico per le attività delle scuole materne, del luglio del 1991), si sottolinea che «l’interazione affettiva rimane il principale contesto entro il quale il bambino costituisce e sviluppa le sue relazioni sociali e i suoi schemi conoscitivi, servendosi della mediazione interpersonale per strutturare i significati e per interpretare la realtà». L’intervento educativo della famiglia e della scuola deve continuamente tendere a far emergere nella vita del bambino sentimenti affettivi ed emotivi positivi, anche in vista di un apprendimento cognitivo armonico e sereno. 4 bollettino aimpa Par. 1 Gli organizzatori della psiche secondo lo psicoanalista René Spitz (1887-1974) Lo psicologo René Arped Spitz, nato a Vienna nel 1887, è stato uno dei maggiori rappresentanti della scuola di New York, uno dei primi psicanalisti che abbia utilizzato l’osservazione diretta del bambino per ritrovare e quindi descrivere le tappe dell’evoluzione psicogenetica del bambino. Egli descrive l’evoluzione normale del bambino scandita da quelli che chiama gli organizzatori dello psichismo e che caratterizzano alcuni livelli essenziali dell’integrazione della personalità. Spitz successivamente ha sottolineato l’importanza delle cure materne e le conseguenze della loro mancanza sulla stessa sopravvivenza, mentale e fisica, del bambino. Sul piano metodologico, egli ha introdotto il metodo sperimentale nell’osservazione infantile per la costruzione di ipotesi psicoanalitiche. Le funzioni dell'Io e gli organizzatori della psiche. Le ricerche di Spitz, portando l’indagine su neonati privati di cure precoci costanti, come quelle materne, hanno infatti provato l’importanza determinante del «ruolo materno» nello sviluppo dell’emotività, della psicomotricità e del linguaggio del bambino. Spitz, a partire dall’osservazione e da esperimenti sui bambini. Ha studiato le relazioni oggettuali precoci, il loro inizio, lo sviluppo, gli stadi e le anomalie, in particolare, le funzioni dell’Io che rendono il bambino consapevole della madre e il relativo costituirsi della consapevolezza della realtà. bollettino aimpa 5 Le funzioni dell’Io, secondo Spitz, si strutturano in ORGANIZZATORI della psiche. I periodi critici, nei quali compaiono gli organizzatori, rappresentano momenti di sviluppo in cui viene richiesto un nuovo sviluppo della struttura psichica.. Fallimenti in questo senso possono portare a un’organizzazione psichica deviante. I Stadio I Fase: Preoggettuale: dalla nascita al II mese II Stadio Primo organizzatore: il sorriso (secondo mese-oggetto precursore) Spitz parte dall’ipotesi di uno stato iniziale di INDIFFERENZIAZIONE fra Io e Es, psiche e soma, interno ed esterno, pulsione e oggetto, Io e non-Io. Il primo organizzatore si manifesta con lo stabilirsi della percezione e dell’inizio dell’Io. Di rilievo sono le sensazioni relative alla cavità orale, importanti per la sopravvivenza, in quanto consentono di assumere il cibo. La maggior parte degli scambi fra madre e bambini si verificano nella situazione di nutrimento. Ritmi di piacere e dispiacere, esperienze ripetute di accudimento associate a soddisfazione o frustrazione iniziano a rendere il bambino consapevole dell’esterno e della madre. Il primo organizzatore, intorno al secondo mese, si manifesta attraverso il SORRISO non specifico (indifferenziato). Viene detto indifferenziato perché la risposta di sorriso avviene a qualunque configurazione di volto materno. Il dialogo che inizialmente si svolgeva solo su base biologica si trasforma in un’esperienza sociale. Dai 2-3 mesi il bambino sorride allorché un viso umano gli si mostri di fronte. Questo indicatore, il sorriso, testimonia la messa in atto dei primi rudimenti dell’Io e dello stabilirsi della prima relazione preoggettuale ancora indifferenziata. La comparsa del sorriso segna il passaggio dallo stadio non oggettuale, dominato dalla sola necessità di soddisfazione dei bisogni istintuali interni, allo stadio preoggettuale, caratterizzato dalla predominanza della perce- 6 bollettino aimpa zione esterna: il principio di realtà inizia a funzionare benché non permetta ancora una fine capacità discriminata dell’ambiente. III Stadio Secondo organizzatore: l’angoscia dell’ottavo mese (oggetto libidico o propriamente detto). Fra il terzo e l’ottavo mese, il bambino inizia a diventare consapevole della madre. L’estraneo non provoca più il sorriso, provoca ritiro e spesso pianto (ANGOSCIA DELL’OTTAVO MESE). Con la comparsa dell’angoscia dell’ottavo mese, l’ansia si focalizza intorno alla perdita dell’oggetto e il bambino tramite l’azione diretta, inizia a cercare di tenere la madre vicina. Questo secondo organizzatore testimonia l’integrazione progressiva dell’Io del bambino e la sua nuova capacità di distinguere un Io e un non-Io. L’angoscia dell’ottavo mese testimonia della divisione tra la madre e non madre: un viso estraneo risveglia il sentimento di mancanza del viso materno e suscita angoscia. Tale reazione, indicativa di evolute capacità di differenziazione percettiva ed emotiva, non si verifica nel bambino allevato in orfanotrofio, in quanto per questi nessuna delle persone che gli ruotano intorno ha un risalto particolare. Solo al sesto-settimo-ottavo mese, quindi, la reazione del sorriso mostra di essere legata a un determinato volto, cioè a un oggetto privilegiato: ciò è così vero che il bambino di questa età, anziché sorridere genericamente a tutti, ha ora reazioni negative e ostili quando vede un altro al posto della madre. IV Stadio Terzo organizzatore: il «no» (18 mesi) Il terzo organizzatore apre la strada allo sviluppo delle relazioni oggettuali. Questo rende possibile l’inizio di vere e proprie relazioni sociali e l’emergere del Sé. bollettino aimpa 7 La comunicazione acquista sempre maggiore importanza rispetto alle sensazioni e diviene impellente una modalità comunicativa più adeguata per esprimere più chiaramente i pensieri. La prima astrazione, il primo segno di un pensiero adulto di tipo concettuale è costituito dal «no», accompagnato dallo scuotere della testa, e rappresenta l’indicatore del terzo organizzatore della psiche. Il «no» testimonia l’inizio di un vero e proprio scambio sociale e l’inizio di una comunicazione semantica. Secondo Spitz l’accesso al «no» permette al bambino di giungere a una completa distinzione tra lui stesso e l’oggetto materno (stadio di riconoscimento del Sé) e di conseguenza, di entrare nel campo delle relazioni sociali. Nello stesso tempo il «no» costituisce la prima acquisizione concettuale puramente astratta del bambino: questo caratterizza l’accesso al mondo simbolico e la nuova capacità di maneggiare simboli. 8 bollettino aimpa Par. 2 La deprivazione della figura materna e i bambini “ospedalizzati” Nel dopoguerra René Spitz studiò i bambini istituzionalizzati negli orfanotrofi e osservò le conseguenze deleterie della mancanza di cure materne. Tali bambini, che trascorrevano la maggior parte del tempo da soli, finivano per soffrire di un ritardo generale in tutte le sfere dello sviluppo, definito come SINDROME DA OSPEDALIZZAZIONE, che può condurre fino al marasma e alla morte. Lo psicoanalista sottolineò l’importanza delle cure materne per la sopravvivenza del neonato, descrivendo nei bambini figli di donne prigioniere, separati dalla madre, il fenomeno della DEPRESSIONE ANACLITICA, che si manifestava, attorno ai nove mesi, con sintomi quali apprensione, tristezza, piagnucolio, ritiro e rifiuto a nutrirsi. Tale depressione si presentava anche nei casi in cui era presente una buona relazione madre-bambino nei primi si mesi di vita, seguita poi dalla separazione fisica dalla figura materna per più di tre mesi. Se il bambino veniva successivamente riunito alla madre, i sintomi dimostravano di regredire e poi scomparire. Se la separazione si prolungava, i sintomi si aggravavano e potevano portare prima a insonnia, perdita di peso, sviluppo ritardato, apatia, stupore e anche alla morte. A lungo negata nella sua stessa esistenza, la depressione del bambino è diventata, in questi tempi, oggetto di numerose ricerche, dominate, tra l’altro, dalla questione dell’esistenza o meno in uno stesso soggetto di una continuità depressiva a partire dall’infanzia fino all’età adulta. La carenza affettiva è stata oggetto di importanti ricerche negli anni 1940-1960, in un’epoca in cui la nuova efficacia terapeutica era rivolta a famiglie bollettino aimpa 9 che non sembravano poter dare al/ai loro neonati o al/ai loro bambini le diverse stimolazioni necessarie. Queste «famiglie problema» o «famiglie senza qualità» rappresentavano il nuovo campo dell’azione medico-sociale. La carenza affettiva non ha solo una causa: essa è multipla tanto nella sua natura quanto nella sua forma. E’ impossibile definirla in maniera univoca poiché bisogna tener conto nell’interazione madre-bambino di tre aspetti: - L’insufficienza dell’interazione che rimanda all’assenza della madre o del sostituto materno (affidamento istituzionale precoce). - La discontinuità dei legami che mette in causa le separazioni quali che ne siano i motivi. - La distorsione che tiene conto della qualità dell’approccio materno (madre caotica, imprevedibile). La carenza affettiva produce degli effetti variabili a seconda della usa natura (insufficienza, distorsione o discontinuità) ma anche a seconda dell’età del bambino, della qualità del «maternage» che l’ha preceduta. Considerando il danno sofferto dai bambini privati della madre come proporzionale alla durata di questa privazione, Spitz distingue due categorie: quella della «deprivazione infantile parziale» e quella della «deprivazione infantile totale». 10 bollettino aimpa Par. 3 Carenze affettive nella società attuale Nella società attuale, possiamo ancora parlare di carenza di cure familiari? Oggi la famiglia sembra riversare un grande investimento affettivo e di aspettative sull’infanzia, assumendo spesso atteggiamenti di iperprotettività e facendo scattare forme di dipendenza. Ma i Nuovi Orientamenti (documento programmatico per le attività delle scuole materne, del luglio del 1991) a questo proposito sostengono che la proclamazione della centralità e del benessere dell’infanzia, è spesso contraddetta dal ricorrere di situazioni che ne rendono difficoltoso il pieno rispetto. Il bambino nella società attuale è libero forse di possedere oggetti ma non di fare, di agire, di essere ascoltato. Assistiamo alla contraddittorietà tra un’infanzia vezzeggiata e riempita di beni materiali, e un’infanzia deprivata, nei suoi bisogni essenziali e mercificata dalla pubblicità. Da una parte viene proclamata la dignità del bambino, d’altra parte egli stesso viene coinvolto in logiche di consumismo e se il benessere materiale è notevolmente aumentato, non è accompagnato allo stesso modo da una soddisfazione di esigenze interiori di sicurezza, di identità, di affermazione dell’Io, di significato e di autonomia. Emergono nuove forme di povertà dovute soprattutto alla carenza di servizi e di spazi urbani di vivibilità e alla insufficiente disponibilità di luoghi e di opportunità di crescita, di gioco e di creatività. Attorno a noi i bambini vivono isolati, frastornati e confusi in un mondo che non capiscono. I bambini ci appaiono soli, è in questa condizione di diffusa difficoltà che essi esprimono la loro sofferenza e la esprimono come possono. bollettino aimpa 11 Oggi i bambini trascorrono giornate pensate, riempite e gestite dagli adulti in luoghi artificiali (quali le palestre o le piscine) che hanno sostituito il tradizionale rapporto amicale con i coetanei, con il gruppo dei pari, con i numerosi fratelli e sorelle presenti nel recente passato dell’infanzia. Il gruppo di amici era la vera palestra di una socializzazione dove, giocando, si apprendevano regole, ruoli, forme di cooperazione, valori socialmente condivisi. Possiamo parlare di carenze, dunque, nel senso di «non rispetto» delle esigenze e dei bisogni essenziali dei bambini: i bambini hanno ancora oggi bisogno di essere ascoltati, di poter esprimere emozioni anche quando siano negative, di poter soddisfare le loro necessità di movimento, di scoperta e di esplorazione, spesso sacrificate o non riconosciute. 12 bollettino aimpa Conclusioni Poiché la componente affettiva influenza e condiziona tutte le dimensioni dello sviluppo della personalità infantile, l’azione educativa e didattica deve dispiegarsi con attenzione per evitare che eventuali carenze affettive determinino condizionamenti, ritardi, anomalie, disadattamento. E’ necessario quindi, da parte della scuola, promuovere un’educazione affettiva oltre che emotiva, sia per i bambini sereni sia, in modo particolare, per quelli che presentano disturbi emotivi. L’affettività, che è una forza dinamica dello sviluppo infantile e interagisce con l’intelligenza e la volontà, può determinare con le sue carenze stati di apatia, ritardi nello sviluppo, anomalie nel comportamento che determineranno, in seguito, uno sviluppo di apprendimento difficile e complesso. Bibliografia René Spitz, Il primo anno di vita del bambino, Giunti 1962. J. De Ajuriaguerra, D. Marcelli, Psicologia della personalità : storia, indirizzi teorici e temi di ricerca, Bologna, il Mulino 1999. A.Guareschi, Psicopatologia del bambino, IV ed. italiana a cura di CazzuloMilano, Masson, 1998. R. Canastrari, Psicologia generale e dello sviluppo, Vol. I, 1984. bollettino aimpa 13