Storia - Squarciagola
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Storia - Squarciagola
Storia Psicoattivo >> Le droghe nella storia Senza moralismi, pregiudizi e reticenze, il libro illustra la cultura e la storia delle sostanze psicoattive; tratta del funzionamento del cervello, di come si costruisce, di come determina le emozioni e delle alterazioni cui va incontro se esposto a queste stesse sostanze; spiega gli effetti e i meccanismi d’azione delle sostanze psicoattive, la maniera in cui i fattori psicologici e sociali modulano i loro effetti e le loro conseguenze sull’organismo e sulla mente. Considerata l’irriducibile diversità delle persone e quindi l’impossibilità di trovare approcci e messaggi adatti per tutti, nella prevenzione forse ciò che conta maggiormente è che i ragazzi arrivino a una comprensione più autonoma, matura e complessa dei significati che attribuiscono alle sostanze psicoattive; soprattutto che diventino capaci di immaginarne le conseguenze potenziali sulla loro vita concreta e per il loro futuro. Il libro vuole essere un contributo in questa direzione. Storia PPssi c i cooa attt ti vo vo Stefano Canali realizzato con il contributo di Fondazione Isidoro Porfiri ed Elisabetta De Franceschi Azienda Unità Sanitaria Locale Roma H progetto grafico Progetto graf. Paulina Sroczyńska Stefano Canali insegna Storia della Medicina e Bioetica all’Università degli Studi di Cassino e Storia delle Neuroscienze all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Sul tema delle droghe ha pubblicato decine di articoli scientifici e realizzato vari documentari tradotti in più lingue, tra cui La droga e i suoi effetti sul cervello, edito da Mondadori Video per Le Scienze. Autore della mostra Alter Ego. Droga e cervello, che tra il 1994 e il 1998 è stata allestita nelle principali città italiane, in alcune capitali europee e negli Stati Uniti. Una versione aggiornata e adattata per il web è consultabile su internet dal sito dell’autore: www.stefanocanali.com Nettuno Nettuno fondata nel 1899 fondata nel 1899 >> Le droghe nella storia Storia 5 1. Immagini al microscopio di cristalli di Ectsasy. >> Indice 7 Introduzione 11 Sostanze psicoattive e droghe: definizioni 13 15 17 19 21 23 25 27 29 Storia e cultura delle sostanze psicoattive Le droghe nella storia Storia e cultura dell’alcol Storia e cultura del tabacco Storia e cultura della canapa Dal Soma all’LSD: storia degli allucinogeni Storia e cultura degli oppioidi Dalla Coca alla cocaina Storia e cultura delle amfetamine Da Adam a Ecstasy: storia dell’MDMA 31 33 35 37 39 41 43 45 47 49 51 Il cervello: dalla genetica alla psicologia del consumo di sostanze Il cervello: morfologia e individualità Cervello, evoluzione e adattamento Organizzazione funzionale del cervello e brain imaging Il cervello emozionale Il neurone e la sinapsi La trasmissione del segnale nervoso Neurotrasmettitori veloci Ammine biogene e acetilcolina Endorfine Costruzione e plasticità del cervello Fattori non farmacologici negli effetti soggettivi delle droghe 53 55 57 59 61 63 65 67 Effetti e meccanismi d’azione delle sostanze Alcol Tabacco Cannabis Allucinogeni Oppioidi Cocaina Amfetamine Ecstasy 68 Per approfondimenti e ricerche >> Le droghe nella storia Storia Ps i c o a t t i v o Introduzione Stefano Canali L’ultima relazione annuale al Parlamento sullo stato delle dipendenze in Italia, quella relativa al 2005, rivela un preoccupante aumento dei consumi di droghe illegali nella popolazione generale. L’uso di sostanze stimolanti e allucinogeni è triplicato in questi ultimi quattro anni, mentre il consumo di cannabis è quasi raddoppiato. Circa il 12% della popolazione italiana compresa tra i 15 e i 64 anni consuma abitualmente cannabis, una persona su quattro, se si considera solo la fascia compresa tra i 19 e i 21 anni. Crescono anche i consumi di alcol e tabacco tra gli studenti. La ricerca ESPAD (European Survey Project on Alcohol and other Drugs) ha accertato che tra i ragazzi di 15-16 anni circa l’83% ha consumato alcol negli ultimi 12 mesi. In questo stesso periodo il 37%, oltre uno su tre dei quindici-sedicenni italiani, dichiara di essersi ubriacato. Il 66% dei ragazzi della stessa età hanno fumato sigarette almeno una volta e il 38% fuma abitualmente. Lasciamo volutamente da parte l’uso voluttuario di psicofarmaci, anch’esso in fase ascendente, sostenuto dalla crescente disponibilità di queste sostanze tra i medicinali tenuti a casa. L’aumento della diffusione del consumo di sostanze psicoattive tra i giovani non è una novità, non è un fenomeno dell’ultimo quadriennio. Esso rappresenta piuttosto un processo ormai datato, che si accentua a dispetto di ogni sforzo nella repressione e nella prevenzione. Allo stesso modo, cosa ormai vecchia, ma non per questo meno singolare, è l’incapacità di modificare, di rinnovare, l’approccio nei confronti di questa inarrestabile crescita, malgrado la palese dimostrazione della loro inefficacia. In questi ultimi due decenni l’espansione epidemica del consumo di sostanze tra i più giovani è avvenuta infatti a dispetto dell’aumento esponenziale degli investimenti e degli sforzi nella repressione e nelle campagne di prevenzione. Da lungo tempo, cioè vengono mantenute e riprodotte strategie di contrasto e prevenzione che - verrebbe da dire secondo logica - hanno concorso a dar luogo a effetti opposti a quelli attesi. L’incapacità di modulare e aggiustare gli interventi dimostra eloquentemente che le pratiche di prevenzione e più in generale le politiche sulle sostanze psicoattive sono dettate da istanze ideologiche, da posizioni dogmatiche, piuttosto che dal razionale e pragmatico principio di agire sulla base dei dati effettivi del fenomeno e in funzione dei risultati ottenuti, prendendo atto della sterilità di certi metodi e correggendoli di riflesso. E sono per primi i giovani a constatare questo vizio d’origine. L’ideologia e il dogmatismo che fanno capo a queste strategie inquinano gravemente la concettualizzazione e la comunicazione sulle sostanze psicoattive, quelle attorno cui si elaborano e sviluppano i programmi di prevenzione. La conseguenza più evidente è senz’altro la natura allarmistica della propaganda a fini preventivi. Tuttavia, gli interventi che per prevenire puntano a solo a terrorizza- 7 >> Le droghe nella storia re, esagerando, drammatizzando ed esasperando i rischi che certamente sono legati al consumo delle sostanze psicoattive non sono soltanto inefficaci ma palesemente controproducenti e per varie ragioni. I ragazzi sono consapevoli, spesso anche per esperienza diretta, che i messaggi terroristici non corrispondono alla realtà e quindi veicolano manifestamente informazioni parziali, distorte e manipolate. Questo delegittima chi li diffonde ma anche le parti obiettive dei messaggi, le componenti realistiche delle comunicazioni, e purtroppo, per un riflesso di generalizzazione, instilla nei giovani il discredito, verso tutte le campagne di prevenzione, la diffidenza per ogni tipo di azione educativa e messaggio proveniente dagli adulti. La ricerca psicologica ha dimostrato ormai senza ombra di dubbio che il messaggio allarmistico, centrato sulla paura, produce un effetto contrario a quello atteso. Da un lato esso attiva la negazione come meccanismo di difesa e dall’altro finisce per suscitare attrazione e fascino per il pericolo stesso che intende prevenire. La rappresentazione del consumo delle droghe come terribile, letale, deviante, perversa, finisce per richiamare e sedurre i ragazzi in un momento come quello dell’adolescenza che spesso è caratterizzato dalla ricerca del rischio e dalla sfida al mondo degli adulti, come effetto della spinta verso la definizione dell’identità personale, l’acquisizione dell’autonomia, dell’emancipazione. D’altro canto se l’uso di talune sostanze è legato al piacere, allora piuttosto che terrorizzare sugli effetti avversi e sui danni prodotti dal consumo, si dovrebbe al contrario insistere sui piaceri, altrettanto intensi ma più durevoli, che si possono ottenere da scelte, comportamenti ed esperienze differenti, da un più sano uso del cervello. Che il limite di un piacere sia un piacere più grande è infatti ampiamente dimostrato dalla ricerca biologica e psicologica. La capacità del piacere di motivare le azioni, di costruire e cambiare abitudini è enormemente più forte di quella propria del timore di conseguenze avverse. Purtroppo questo è un dato costantemente sottovalutato nei messaggi rivolti ai ragazzi. Altri aspetti dei discorsi, della retorica e delle pratiche di prevenzione del consumo di sostanze d’abuso impressionano per la loro paradossalità, per la loro natura incoerente e contraddittoria. Nella tremenda e nebulosa accezione della parola droga, perno di questa retorica, cui giuridicamente corrisponde il dominio dell’illegalità, si accomunano sostanze niente affatto simili, talora antitetiche, per effetti ricercati, conseguenze avverse, finalità e contesti d’uso, modalità di assunzione come ad esempio canapa e cocaina, oppure ecstasy ed eroina. Allo stesso tempo tuttavia nei discorsi e nelle pratiche finalizzate alle prevenzione vengono costantemente separati, spesso ignorandoli, l’alcol e il tabacco; sostanze al contrario temibili per la loro tossicità, la loro capacità di indurre dipendenza e di provocare disturbi e lesioni irreversibili all’organismo, per la vastità dei danni sociali correlati, per la loro eccezionale diffusione tra i giovani. Anche per questa ragione abbiamo scelto di trattare nel libro l’alcol e il tabacco al pari delle droghe illecite, nella loro storia, nella loro cultura, nei loro effetti e meccanismi d’azione. La parte di storia e cultura delle droghe del libro dimostra che il rapporto tra uomo e droghe è una costante dell’evoluzione di tutte le civiltà e suggerisce in qual- Storia . che modo che l’idea di un mondo senza droghe è utopica, rappresenta un disegno irrealizzabile. La storia però rivela che la problematicità e la pericolosità del consumo di sostanze non dipende solo dalle sostanze stesse, ma va cercata, forse sopratutto, nei processi economici, sociali, nelle mode, nell’evoluzione dei valori, nella trasformazione dei significati che l’uomo dà a se stesso, alla sua vita, agli altri, al mondo e alle cose con cui entra in relazione. Per ironia, così, la storia delle sostanze psicoattive indica che la strada migliore per ridurre e contrastare i problemi legati all’uso delle sostanze psicoattive è affatto diversa dall’intervento diretto sul consumo, in particolare la repressione e la punizione. Occorrerebbe agire sulle variabili socio-economiche, sui fattori culturali che sollecitano il consumo delle diverse sostanze. Impresa certamente colossale questa, potenzialmente gravida di condizioni peggiori di quelle che intende migliorare, come tutte le operazioni volte a modificare dall’esterno e dall’alto le dinamiche sociali. Si può tuttavia lavorare più in piccolo e più in concreto con gli individui, attraverso l’educazione. Si può fare prevenzione e ridurre la problematicità del consumo di sostanze d’abuso dando agli individui gli strumenti per comprendere le variabili biologiche, farmacologiche e psicosociali, le loro mutue influenze, nei complessi e rischiosi rapporti tra individui e agenti che alterano gli stati mentali. Senza moralismi, pregiudizi e reticenze, nel libro parleremo così di cultura e di storia delle sostanze psicoattive; del funzionamento del cervello, di come si costruisce, di come determina le emozioni e delle alterazioni cui va incontro se esposto a queste stesse sostanze; parleremo degli effetti e dei meccanismi d’azione delle sostanze psicoattive, della maniera in cui i fattori psicologici e sociali modulano i loro effetti e le loro conseguenze sull’organismo e sulla mente. Crediamo che questo approccio - tra storia, cultura, valori e scienza - sia uno dei pochi in grado di intervenire sulla dimensione soggettiva nel rispetto della sua irriducibile individualità. Ed è questa dimensione soggettiva lo spazio in cui si determina il significato che un ragazzo attribuisce alle sostanze psicoattive e al loro uso, e conseguentemente quella da cui dipendono i comportamenti che assumerà nei confronti di esse. Considerata l’irriducibile diversità delle persone e quindi l’impossibilità di trovare approcci e messaggi adatti per tutti, nella prevenzione forse ciò che conta maggiormente è che i ragazzi arrivino a una comprensione più autonoma, matura e complessa dei significati che attribuiscono alle sostanze psicoattive; soprattutto che diventino capaci di immaginarne le conseguenze potenziali sulla loro vita concreta e per il loro futuro. Ci auguriamo di aver dato con questo lavoro un contributo in questa direzione. droghepsicoattive nella storia e droghe >> LeSostanze Definizioni Storia 1 Con il termine droga si indica genericamente ogni sostanza capace di agire sui meccanismi e i processi del cervello e conseguentemente sugli stati psicologici. Questa particolare definizione dovrebbe così comprendere sostanze psicoattive come l’alcol, il tabacco e gli psicofarmaci che invece non sono chiamate droghe. Che venga definita o meno droga, ogni sostanza psicoattiva interferisce e modula le funzioni del cervello, agendo sui processi di trasmissione dei segnali e delle informazioni tra cellule nervose: sulle dinamiche cioè alla base di ogni fenomeno psicologico, dalle emozioni ai ricordi, dall’apprendimento alla percezione, dalle capacità motorie alle abilità intellettive. 2 3 Perturbando le funzioni delle cellule nervose, così, le sostanze psicoattive possono compromettere gli equilibri psicologici e i normali processi mentali. Dato però che i processi psicologici sono legati e riflettono le dinamiche e le variabili sociali e che a loro volta i meccanismi cerebrali sono costruiti e modulati dalle funzioni psicologiche, da ciò che uno sa, dalla aspettative, dai significati e dai valori che dà ai suoi comportamenti, allora gli effetti e le conseguenze delle sostanze psicoattive non dipendono soltanto dalle loro proprietà farmacologiche, ma sono in larga parte dettate da fattori sociali e culturali. 4 Hashish Marijuana 11 1. Immagini al microscopio di cristalli di Ecstasy. 2. Cristalli di eroina al microscopio. 3. Amanita muscaria, potente fungo allucinogeno diffuso nelle regioni settentrionali a clima temperato. Si suppone che l’Amanita muscaria fosse il principale ingrediente del Soma, sostanza allucinogena usata oltre 3500 anni fa dalla popolazione ariana che invase la valle dell’Indo. 4. Canapa, pianta da cui si ricavano marijuana e hashish. 5. Cactus peyote, pianta allucinogena del centro America da cui si ricava la mescalina. 6. Papavero sonnifero. Nella foto sono visibili anche le capsule dal cui succo si ricava l’oppio, sostanza base per la produzione di morfina ed eroina. 7. Foglie e seme di Coca, pianta da cui si estrae la cocaina. 8. Francobolli con LSD 9. Ice, metamfetamina in cristalli, preparata per essere fumata. Il significato dei comportamenti, delle abitudini, degli stili di vita che un individuo ricava dalla cultura e dall’insieme dei valori della società è infatti uno dei fattori che più condizionano l’avvio al consumo e i suoi contesti, l’atteggiamento, le finalità e le aspettative legate all’uso, gli effetti delle sostanze psicoattive. 5 7 Cocaina 9 6 8 nella storia storia >> Le droghe nella Storia 1 Le indagini storiche, etnologiche e geografiche, dimostrano che la ricerca della manipolazione della coscienza, dell’alterazione degli stati mentali e del controllo del comportamento sono tratti costanti nella storia dell’umanità. La tendenza a usare sostanze psicoattive, lo psicotropismo, si presenta, con metodologie e percorsi diversi, in tutte le epoche, a tutte le latitudini geografiche, in ogni civiltà. Nelle sostanze psicoattive l’uomo ha cercato il sostegno per affrontare la natura e le sfide con gli altri, l’evasione e il godimento estetico. Attraverso le sostanze psicoattive si è cercato di curare le malattie, di fuggire gli affanni, i disagi fisici e morali, di rompere i vincoli della quotidianità, di acquisire una percezione mistica e giungere all’esperienza del sacro. 2 3 3 4 L’uso di sostanze psicoattive, lo psicotropismo, è peraltro un comportamento comune negli animali, in particolare tra i Mammiferi. In questo senso, lo psicotropismo può essere inteso come la manifestazione più estrema della generale tendenza degli organismi superiori a controllare e modulare gli stati di coscienza e gli eventi mentali. Rispetto agli usi diffusi nell’antichità, tuttavia, il consumo di sostanze psicoattive ha perso ogni valore sacro e ogni controllo rituale. Le droghe sono diventate pura merce, assoggettate all’economia e agli interessi del mercato. Inoltre rispetto al passato è cambiata la loro potenza. Oggi le droghe sono assunte in forma pura e sono quindi dotate di attività psicotrope incomparabilmente superiori a quelle delle piante psicoattive. 5 13 1. Persefone, regina dell’Ade, in onore della quale si celebravano i misteri eleusini. Secondo taluni studiosi, le visioni mistiche degli iniziati erano indotte dalla claviceps purpurea, fungo allucinogeno che infesta le graminacee noto agli antichi Greci e a partire dal quale nel 1943 è stata sintetizzata l’LSD. 2. Cartoline satiriche francesi del primo Novecento che ritraggono gli effetti dell’assenzio, una bevanda dai potenti effetti psicoattivi molto in voga nella seconda metà del XIX secolo, bandita in Europa durante il periodo della prima guerra mondiale. 3. Iniziazione all’oppio, anonimo, XIX secolo, Cina. 4. Tappeto Huichol (popolazione messicana) che racconta la creazione del mondo. Raffigurato al centro, in alto, il peyote è la forza che unifica lo spirito di tutte le cose e dei diversi mondi. 5. Eugène Delacroix, Donne di Algeri, Olio su tela, 1834, Museo del Louvre, Parigi. 6. Gli spagnoli scoprono i nativi americani che fumano foglie di tabacco. Incisione del XV secolo. 7. Ceramica ritrovata a Colima, in Messico, risalente a circa il 200 a.C. e raffigurante una danza rituale verosimilmente intorno alla Psilocybe mexicana, fungo allucinogeno centrale nei rituali sacri delle civiltà precolombiane. 6 7 e cultura droghe nella dell’Alcol storia >> LeStoria Storia Alcol 2 Bevande alcoliche fermentate venivano già consumate nel neolitico, circa 9.000 anni fa nell’est asiatico. Il vino appare chiaramente nei pittogrammi egizi già nel 4.000 a.C., mentre l’Antico Testamento riporta che Noè aveva piantato una vigna sul monte Ararat. La birra era la principale bevanda alcolica dei Sumeri. Mentre il pulque, una bevanda ottenuta dalla fermentazione dell’agave era diffusa nelle civiltà precolombiane. 3 1 Dal 1.700 a.C. circa, la produzione e l’uso del vino dovevano diffondersi nella civiltà greca sino a diventare elementi centrali in molti rituali sacri. Ippocrate, padre della medicina, indicava il vino per il trattamento di numerose affezioni. Nel XIII secolo iniziava a diffondersi la distillazione, una tecnica probabilmente già usata dagli antichi egizi. Ottenuta con la distillazione del vino, l’acquavite fu a lungo usata soltanto come presidio medico e nella ricerca alchemica. 4 5 Con l’età moderna, nel mondo occidentale, si articolava il consumo voluttuario di sostanze alcoliche, in particolare di quelle distillate. La diffusione del consumo di liquori distillati ad elevata gradazione, come il brandy, il whisky, il gin, favoriva l’espansione dell’abuso. Dal XIX secolo, anche per effetto dei mutamenti socio-economici introdotti dall’urbanesimo e dall’industrializzazione, l’alcolismo diventava un’emergenza sociale. 6 7 15 1. Mayahuel, divinità Atzeca, mitico inventore del pulque, Codex Rios XVI secolo. Biblioteca vaticana, Roma. 2. Insegna di Ur, particolare. Il mosaico raffigura un banchetto del re sumero coi suoi amici. 2600 a.C. 3. Hathor, dea egizia della musica, della danza, della poesia e dell’amore, riceve il vino da Horemheb, ultimo faraone della XVIII dinastia. Affresco della tomba di Horemheb, 1300 a.C. circa. 4. Dioniso Bacco, ritratto come grappolo d’uva, con il Vesuvio sullo sfondo, affresco del primo secolo ritrovato a Pompei, museo archeologico nazionale di Napoli. 5. Dettaglio dell’illustrazione sulla prima pagina del “Liber de Arte Distillandi de Simplicibus” di Hieronymus Brunschwig, 1560. 6. William Hogarth. La strada del gin. Incisione del 1751, British Museum Londra. 7. L’ebbrezza di Noè. Incisione medievale che illustra l’ubriacatura di Noè narrata nella Bibbia, Genesi 9, 20-27. 8. Il simbolo della birra è raffigurato come una brocca con la base appuntita ed appare tre volte in questa tavoletta sumera del periodo di Uruk (3300 - 3100 a.C.), British Museum, Londra. 9. Stampa del movimento per la temperanza. Inghilterra. XIX secolo. 8 9 >> Storia e cultura Tabacco Le droghe nella del storia Tabacco Storia 1 Il tabacco veniva fumato già dal 1.000 a.C. dai Maya per usi religiosi e curativi. Con le migrazioni di questa popolazioni, il consumo del tabacco si diffuse in buona parte dell’America centro-meriodionale. 2 Nel 1492, la popolazione Arawak dell’isola di San Salvador, offriva in dono a Cristoforo Colombo foglie secche di tabacco, che però il navigatore gettava via. Saranno poco dopo Rodrigo de Jerez e Luis Torres i primi europei a osservare indigeni che inalavano fumo attraverso una canna cava che chiamano tobago o tobaca. Era Jerez probabilmente a introdurre l’uso del fumo di tabacco in Europa, cosa per cui finiva imprigionato dall’Inquisizione spagnola. 3 Nel 1561, Jean Nicot consigliava alla sua regina, Caterina de’ Medici, di sniffare tabacco per attenuare le sue forti emicranie. In onore di Nicot, il nome botanico Nicotiana assegnato al genere della pianta di tabacco. Sul finire del XVI secolo si diffondevano in Europa indicazioni mediche sulle proprietà curative del tabacco. Allo stesso tempo cresceva il suo uso voluttuario, che portava vari stati europei a bandire il tabacco. 3 17 1. Presa e sniffo del tabacco, una moda ottocentesca anche incentivata dalle proprietà terapeutiche che venivano allora riconosciute alla pianta. 2. Pubblicità delle sigarette Cinderella, le prime fabbricate su scala industriale e a basso prezzo, 1888. 3. Pianta del tabacco e allegorie del tabagismo. Incisione del 1844. 4. Uso medico del tabacco: G. Benzoni, La Historia del Mondo Nuovo, 1572. 5. Severo Pozzati, bozzetto di manifesto per pubblicità di sigarette, 1923. 6. Gli spagnoli scoprono i nativi americani che fumano foglie di tabacco, incisione del XVI secolo. 7. Nicotiana Tabacum. Tavola da Köhler’s Medizinal - Pflanzen, 1883. Verso la fine del 1800 nascevano le prime manifatture industriali di sigari e sigarette e si radicava il consumo di massa. Soltanto verso la metà del Ventesimo secolo iniziò ad essere rilevata l’associazione tra fumo di tabacco e cancro all’apparato respiratorio. 5 6 4 5 6 7 e cultura droghe nella della storiaCanapa >> LeStoria C annabis Storia Si suppone che l’uso della canapa indiana cominci in età neolitica nei territori corrispondenti all’attuale Afghanistan. La conoscenza della canapa si sarebbe da qui diffusa verso la Cina, dove la sua utilizzazione è documentata nel Rhyya, un testo cinese di botanica del XV secolo a.C. 1 22 In India la canapa era ritenuta di origine divina, derivando dalla metamorfosi dei peli della schiena di Visnu e possedeva perciò vari epiteti tra i quali quello di Vijahia (fonte di felicità e successo) e di Ananda (che produce la vita). 2 Nel mondo islamico la canapa era tenuta in grandissima considerazione. Hashish in arabo significa erba, anzi è l’erba per eccellenza, come se l’attività psicotropa della pianta costituisse la chiave definitoria dell’intero regno vegetale. 3 Pur senza mai venir menzionata, la canapa è stata protagonista della vicenda leggendaria del “Veglio della Montagna” e della sua feroce setta, narrata da Marco Polo nel Milione. Il termine assassini, con cui si indicavano in Europa i componenti di questo corpo armato di vendicatori, derivava dall’arabo hashishen, cioè dediti all’erba. 3 4 5 5 6 7 Nell’Ottocento, il mondo occidentale riscopriva l’hashish nelle provincie dell’impero Ottomano conquistate da Napoleone. La moda della canapa iniziava a diffondersi da Parigi. Vishnu 19 1. Shen-nung, imperatore cinese a cui la leggenda attribuisce la scoperta delle proprietà terapeutiche della canapa e la compilazione di una farmacopea risalente al 2737 a.C. 2. Illustrazione da Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carrol. 3. Théophile Gautier, membro del Club des hashishin a Parigi e autore dell’omonimo saggio pubblicato nel 1846 dalla Revue des deux mondes. 4. Charles Baudelaire, autoritratto. Membro del club dei mangiatori di hashish e autore dei Paradisi artificiali, opera che forse più di tutte descrive l’atteggiamento ambivalente dell’uomo della civilta’ industrializzata di fronte alle droghe, tra misticismo ed evasione, tra sacro e voluttuario, tra fascinazione e terrore. 5. Poster per una campagna contro l’uso della marihuana. USA, 1935. 6. Frontespizio del trattato di Moreau de Tours, in cui si proponeva di usare l’hashish per studiare e curare la malattia mentale (1845). 7. Gustave Doré, Composizione sulla morte di Gérard de Nerval, inchiostro su carta, 1896. 7 6 >> Dal droghe Soma all’LSD. Storia degli Allucinogeni Le nella storia Allucinogeni Storia Il riferimento a sostanze allucinogene per finalità mistiche è già presente nei primi testi sacri scritti della storia, come il Rig-Veda. La mitologia della pianta allucinogena come donata dalle divinità agli uomini o divinità essa stessa è comune in molte civiltà: l’Amanita muscaria dal 3.000 a.C. circa nelle regioni settentrionali dell’Asia e dell’America; la mandragora e la belladonna in Europa sin dalla civiltà classica; la claviceps pupurea nei misteri eleusini dell’antica Grecia; la Datura nelle antiche India, Cina, in Africa; nelle civiltà precolombiane del centro America cui erano sacri anche il Peyote e i funghi del genere Psilocybe, la carne di dio. 1 2 Nel Novecento mutavano le dimensioni e le finalità d’uso, per effetto dei cambiamenti socio-culturali e dell’evoluzione della chimica delle sostanze psicotrope, che arrivava all’isolamento dei principi attivi delle piante allucinogene (la mescalina nel 1897) e alla sintesi di nuovi potenti agenti psichedelici, come l’LSD. Fallivano i tentativi di usare queste sostanze nella ricerca e nella pratica psichiatrica e gli allucinogeni, ormai oggetto d’abuso, diventavano l’emblema del movimento di contestazione degli anni Sessanta. 3 3 Datura Stramonio 5 Sciamano del Peyote Cheyenne. 5 21 1. Lekythos del 400 a.C. circa, vaso greco sacro riempito con essenze e olii e posto in prossimità del letto di morte o della bara. Questo Leythos raffigura Triptolemo, re di Eleusi, che reca in mano grano eleusino probabilmente infestato da ergot, mentre l’altra figura, Demetra o Persefone, versa una libagione sacra. 2. Terracotta messicana che rappresenta uno sciamano con un fungo magico. 3. Albert Hofmann, il chimico svizzero che nel 1943 sintetizza l’LSD e ne scopre le proprietà allucinogene. 4. Copertina di uno dei dischi incisi da Thimothy Leary, uno dei padri della cultura psichedelica degli anni Sessanta. Turn on, Tune in, Drop out era il suo motto più famoso e sta per “Accenditi, Sintonizzati, Parti o staccati”. 5. Claviceps purpurea, anche chiamata segale cornuta o Ergot, un fungo parassita che infesta varie specie di graminacee selvatiche o coltivate. La Clavicpes contiene numerosi alcaloidi tra cui in primo luogo l’acido lisergico, dal quale si è arrivati alla sintesi dell’LSD. 6. Adrianus Hubertus, Streghe che preparano pozioni magiche. L’uso di erbe psicoattive, come la Belladonna e la Mandragora, nella preparazione di rimedi e filtri era piuttosto diffuso nel medioevo. Anche per effetto della superstizione, questo tipo di pratiche finirono per essere associate soprattutto alla magia nera. Le donne d’erbe vennero trasformate in streghe e in molti casi mandate al rogo. 4 6 e cultura droghe nella storia >> LeStoria Oppioidi Storia 1 degli Oppioidi Indizi archeologici suggeriscono che il papavero fosse usato dagli assiro-babilonesi come pianta medicinale già nel 2.700 a.C. Nel papiro di Ebers, scritto egizio di ricette e preparati curativi, si trova invece un medicamento che mette in fuga il pianto dei bambini a base di capsule di “mehes”, con tutta probabilità capsule di papavero. Nelle civiltà greca e romana l’oppio ricorreva nei miti ed era presente in moltissimi tipi di pozione (teriaca) messi a punto dai medici. L’oppio costituiva il principio curativo fondamentale della farmacopea araba e da questa passò quindi nella medicina europea, dove rappresentò sino al XIX secolo la sostanza più usata. 2 Con l’avviarsi della Rivoluzione industriale, l’oppio, ormai prodotto in larga scala, diveniva una merce acquistabile a basso prezzo, una qualità che ne promuoveva l’abuso di massa. 3 Nella prima metà dell’Ottocento, l’isolamento della morfina dall’oppio e la successiva messa a punto della siringa ipodermica facevano aumentare enormemente le possibili applicazioni terapeutiche, ma allo stesso tempo moltiplicavano i rischi di abuso. Verso la fine del secolo la morfinomania diventava una piaga sociale. Nel 1897 la Bayer annunciava il lancio di nuovo prodotto «Contro tutti i dolori, sedativa della tosse, per la cura dei tossicomani», era l’eroina. 23 1. Il “necessaire” per l’iniezione di morfina, 1887. 2. Il papavero somniferum, la pianta dell’oppio, in una illustrazione da Dioscoride, De Materia Medica (Codex Vindobonensis) 3. Paracelso (1493-1541), principe degli alchimisti, padre della iatrochimica, mette a punto una preparazione a base d’oppio, il laudano, una delle sostanze terapeutiche più usate nella storia. 4 Friedrich Wilhelm Sertürner (1783-1841). Nel 1805 isola la morfina dall’oppio. 5. Pubblicità del 1898 della Bayer che, assieme all’aspirina, reclamizza l’eroina come rimedio per la tosse. 6. Eugène Grasset, La morfinomane, cromolitografia, 1897. 7. Preparazione della teriaca, pozione a base d’oppio: Hyeronymus Brunschwig, Liber de Arti distillandi, 1512. Fumeria d’oppio di fine Ottocento. 7 7 5 6 4 Morfina Coca nella alla cocaina storia >> LeDalladroghe 2 1 25 Coca Storia 1. Scena di vendita della Coca dell’epoca dell’imperatore Atahualpa. Reperti archeologici delle Ande centrali dimostrano che l’uomo ha cominciato a masticare le foglie di Coca in epoche precedenti al 2500 a.C. La pianta della Coca ha avuto un’importanza enorme per tutte le civiltà andine. Essa ad esempio era il dono che il dio Sole aveva fatto a suo figlio, Manco CCapac, mitico fondatore dell’impero Inca, per alleviare le sofferenze umane ed infondere vigore alla nuova civiltà. Gli spagnoli portavano la Coca in Europa già nel XVI secolo, ma i primi studi tossicologici venivano condotti soltanto nella seconda metà del 1800, anche grazie all’isolamento della cocaina. La disponibilità della cocaina in forma pura facilitava anche le ricerche medico-scientifiche e l’impiego in clinica, soprattutto nel settore delle malattie nervose e mentali. Alla fine del 1800, la cocaina veniva ritenuta uno dei farmaci più efficaci mai messi a punto. Tra le applicazioni più controverse quella di farmaco per la disintossicazione dei morfinomani. 3 Ben presto, tuttavia, la diffusione dell’uso voluttuario rivelava la pericolosità della sostanza. Così, agli inizi del Novecento, l’Europa e gli Stati Uniti venivano colpiti da una delle più gravi epidemie d’abuso di droghe della storia. Nel 1912, la convenzione dell’oppio dell’Aja, metteva al bando assieme agli oppioidi anche la cocaina. 4 8 John Styh Pemberton 6 3. Pubblicità americana di sigarette alle foglie di Coca del 1885. 4. Albert Niemann: chimico tedesco di Göttingen, nel 1860 isolava la cocaina, l’alcaloide principale delle foglie di coca. 5. Paolo Mantegazza (1831-1910). Medico e antropologo, dava un contributo decisivo alla conoscenza e alla diffusione del consumo di Coca nel mondo occidentale pubblicando nel 1858 “Sulle virtù igieniche e medicinali della coca e sugli alimenti nervosi in generale”. 6. Pubblicità del Vin Mariani, una bevanda a base di vino di Bordeax e estratto di foglie di Coca messa a punto nel 1863, che ebbe uno straordinario successo sino ai primi anni del Novecento. 7. Pubblicità di fine Ottocento di un analgesico in gocce a base di cocaina. 7 5 2. Sigmund Freud iniziava a consumare cocaina nel 1864 per combattere i suoi ricorrenti stati depressivi. Si convinceva delle proprietà terapeutiche della sostanza tanto da prescriverla ai suoi pazienti e da dedicargli un intero saggio, Sulla cocaina, pubblicato nel 1884. 8. Bottiglia di Coca Cola del 1899. Commercializzata dal 1886 da John Styh Pemberton, la Coca Cola veniva pubblicizzata come bevanda stimolante e indicata per combattere la fatica e stimolare l’attenzione. La cocaina fu un ingrediente della Coca Cola sino al 1903, anno in cui il governo federale statunitense imponeva la decocainizzazione delle foglie di Coca usate per la preparazione. >> Storia e cultura Le droghe nella delle storiaAmfetamine 2 Amfetamine Storia La prima amfetamina veniva sintetizzata nel 1927. Essa doveva rappresentare il sostituto sintetico dell’efedrina, il principio farmacologico naturale della pianta Ma Huang, l’Efedra sinica. Questo arbusto era usato da millenni in Cina come stimolante e per curare varie affezioni, in particolare l’asma. 1 Nel 1932, col nome di benzedrina, la prima amfetamina iniziava ad essere venduta senza prescrizione in confezioni con inalatore. Essa conosceva un immediato successo commerciale, non solo per la sua efficacia nel trattamento delle affezioni asmatiche, ma soprattutto per le proprietà stimolanti ed euforizzanti. Per queste qualità farmacologiche, nel secondo conflitto mondiale le amfetamine venivano massicciamente distribuite ai soldati di tutti gli stati in guerra per aumentarne l’efficienza e sostenerne il morale. 3 Nel dopoguerra le amfetamine erano ormai un farmaco di successo. Esse venivano prescritte come antidepressivi, per la cura degli “esaurimenti nervosi”, per combattere la stanchezza. La potente azione anoressizzante, inoltre, veniva utilizzata per la produzione di farmaci per le cure dimagranti. Verso la seconda metà degli Cinquanta, ciò portava a una grave epidemia d’abuso ed induceva i governi dei paesi occidentali a regolamentare la produzione e il commercio di farmaci a base di amfetamine. 4 6 27 1. Ma Huang, preparazione per uso erboristico. 2. “Per gli uomini in combattimento. Quando il gioco si fa duro ... Tavolette di Benzedrina”. Foglietto della Smith, Kline & French che nel 1944, al fine di promuovere la benzedrina, ne ricorda l’uso per le truppe al fronte. 3. Pubblicità del Raphetamine, amfetamina commercializzata dalla Strasenburgh come farmaco per gli stati depressivi lievi e il trattamento dell’obesità, 1951. 4. Pubblicità del Norodin, amfetamina prodotta dalla Endo e commercializzata come antidepressivo, 1951. 5. Pubblicità della benzedrina confezionata in inalatore per combattere la congestione nasale nel raffreddore, 1949. 6. Pacchetto di due inalatori di benzedrina, 1949. 7. Gordon Alles, il chimico statunitense che nel 1927 sintetizzava l’amfetamina. 8. Pubblicità del Dexamyl, amfetamina commercializzata dalla Smith, Kline & French e indicata come antidepressivo e ansiolitico, 1956. 9. Pubblicità del Desoxyn, amfetamina prodotta dalla Abbott e indicata per problemi di peso, 1954. 7 5 8 9 Ephedra Sinica >> Da droghe Adam a nella Ecstasy. Le storia 1 Storia dell’MDMA 2 Ecstasy Storia L’Ecstasy (MDMA) veniva sintetizzata nel 1912 nei laboratori dell’industria farmaceutica Merck. Il primo studio tossicologico è del 1953, finanziato dall’esercito americano e destinato a valutare l’efficacia dell’MDMA come “siero della verità” da utilizzare in operazioni belliche e dei servizi segreti militari. 5 3 6 4 Verso la fine degli anni Sessanta, Alexander Shulgin riscopiva le proprietà psicoattive dell’MDMA. La particolarità dei suoi effetti portava verso la fine degli anni Settanta all’uso dell’MDMA nella psicoterapia. Adam (il nome con cui l’MDMA era chiamata nella comunità medica) veniva usato per facilitare la comunicazione, l’empatia tra paziente e terapista, l’introspezione e la riduzione dell’ansia. Col tempo, l’MDMA si diffondeva prima tra i circoli e i locali dove si sperimentava la nuova musica e cultura dance e in seguito veniva attratta nei meccanismi dell’economia delle sostanze ad uso voluttuario. Con ciò mutavano i sistemi e le finalità di commercializzazione, come testimonia il nuovo battesimo imposto dai distributori clandestini ad Adam: Ecstasy, un nome più adatto ad una sostanza utile al divertimento e alla soddisfazione sensuale. Nel 1985, l’uso di Adam si era trasformato in un fenomeno epidemico: l’MDMA era stata riformulata culturalmente, il vertiginoso incremento del suo consumo generava un forte allarme sociale. Lo stesso anno l’Ecstasy veniva messa al bando negli Stati Uniti e in Europa. 5 1 7 8 Ecstasy 29 1. Leo Zeff, psicologo americano. Nel 1977, per primo usa l’MDMA in psicoterapia. 2. Claudio Naranjo, psicoterapeuta. E’ il primo nel 1974 a ipotizzare in un testo scritto (“Healing Journey”) l’uso dell’MDMA in psicoterapia. 3. David Nichols. Introduce il termine entattogeno, per definire la classe di composti psicotropi, di cui l’ecstasy è prototipo, che danno la sensazione di stimolare il contatto profondo con se stessi e gli altri. 4. Alexander Shulgin e sua moglie Anne, scopritori degli effetti psicotropi dell’MDMA. 5. Particolare di un volantino che reclamizza un rave party. X sta anche per Ecstasy. 6. Volantino informativo per la riduzione del danno della Haight-Ashbury Free Clinic di San Francisco. 7. Foto ripresa durante un rave party di fine anni Ottanta. 8. Prima pagina del brevetto per l’MDMA depositato dalla Merck il 24 dicembre 1912. >> Cervello Storia Cervello, individualità Le droghemorfologia, nella storia 2 1 Il cervello è l’organo preposto al controllo e alla coordinazione di tutte le funzioni organiche. Esso elabora le informazioni provenienti dai sensi e le integra con quelle provenienti dai diversi tessuti dell’organismo, per produrre la risposta comportamentale più funzionale agli stati di necessità del corpo e alla situazione ambientale. In questo senso, il cervello è l’organo primario dell’adattamento. Il cervello umano contiene oltre 100 miliardi di cellule nervose ed ognuna di esse contatta mediamente dai 50 ai 100.000 altri neuroni. Il numero totale dei contatti nervosi che si stabiliscono in un cervello umano supera quello stimato di tutti i corpi celesti presenti nell’universo. Una quantità che dà conto della complessità delle funzioni di questo organo nella nostra specie. La struttura e le funzioni del cervello di un individuo sono il prodotto della singolare interazione tra il patrimonio genetico e l’ambiente, le esperienze individuali. In questo senso i modi con cui ogni cervello risponde agli stimoli, sostanze psicoattive comprese, dipendono dalla storia dell’individuo, dai tratti ereditari inscritti nei geni, all’insieme delle situazioni che esso ha vissuto, delle abitudini che ha finito per assumere, sino quindi al suo stesso comportamento. L’assoluta individualità delle strutture e delle funzioni del cervello spiega la diversità degli effetti e delle conseguenze del consumo delle stesse sostanze in individui diversi. 3 rete neuronale 9 anni, maschio 20 anni, femmina 41 anni, maschio 31 1. Cellule nervose staminali embrionali. 2. Cellule staminali cerebrali. 3. Comparazione della forma e delle dimensioni del cervello in tre differenti età. 4. Mappe tensoriali che illustrano la variabilità della corteccia cerebrale tra individui. Le aree gialle e rosse evidenziano le parti della corteccia generalmente soggette a maggiore variabilità e quindi più plastiche e modificabili dall’esperienza. 4 adattamento drogheevoluzione, nella storia >> LeCervello, Cervello Storia ed evoluzione Homo sapiens Opossum biologica Il nostro cervello è il prodotto della stratificazione dei tre tipi di cervello apparsi nel corso della trasformazione evolutiva dei Vertebrati. Il cervello più antico, specializzato nel controllo delle funzioni automatiche, come gli stati di coscienza, la respirazione, la circolazione, i processi metabolici comprende le strutture spino-midollari che si allungano nel cervello e che terminano nel tronco cerebrale. Cane Scimpanze I centri che si sono sovrapposti a queste strutture, come l’amigdala, il nucleus accumbens, il setto, il talamo, fanno parte del cervello emozionale, anche detto sistema limbico. Dalle loro funzioni dipende il comportamento emotivo e motivazionale ed i meccanismi del rinforzo psicologico (soprattutto quelli connessi al piacere e alla ricompensa) che sono alla base dei processi di apprendimento. La corteccia cerebrale rappresenta la parte evolutivamente più recente del cervello umano, il neoencefalo. Essa integra e coordina le funzioni di tutte le strutture nervose sottostanti ed è la sede delle funzioni psichiche superiori, come i processi cognitivi e il linguaggio. Neuroni della corteccia cerebrale 33 >> Le droghe nella storia Storia Organizzazione funzionale del cervello e brain imaging 1 Le strutture cerebrali possiedono un’organizzazione funzionale, le vie e i centri nervosi formano cioè sistemi diversificati e preposti a specifiche funzioni. Le tecniche di brain imaging rilevano le funzioni cerebrali in vivo, permettendoci di osservare cosa accade nel cervello quando siamo impegnati in qualche azione, o sottoposti a stimoli percettivi, o ancora quando si assumono sostanze psicoattive. La PET, la SPECT e la risonanza magnetica funzionale sono tra le tecniche più usate. Queste tecniche misurano principalmente l’afflusso di sangue nelle varie regioni cerebrali. Le aree attive del cervello usano maggiore energia e quindi richiedono un più elevato rifornimento di ossigeno e glucosio, elementi trasportati dal flusso sanguigno. 2 Contrast vs. No Contrast Left eye Right eye Overlap of R and L 3 Con l’uso di marcatori radioattivi, il brain imaging permette anche di rilevare la densità e le variazioni di concentrazione cerebrale degli agenti e delle microstrutture, come i neurotrasmettitori e i relativi recettori, attraverso cui si realizza la trasmissione dell’impulso nervoso, base di tutte le attività del cervello. 4 Brain imaging 35 1. Esempio di PET che compara i livelli di recettori per la dopamina (neurotrasmettitore centrale nei processi di gratificazione) tra soggetti di controllo, cioè sani e consumatori di sostanze d’abuso. 2. PET che indica le zone del cervello che si attivano col movimento delle mani. 3. PET che indica le zone del cervello che si attivano durante la visione. 4. A) aree cerebrali attivate durante la comprensione delle parole (ascolto o lettura). B) aree cerebrali attivate dalla produzione linguistica (parlando o nella scrittura). >> Storia Il Cervello Le droghe emozionale nella storia Cervello emotivo, sistema limbico e sistema di ricompensa cerebrale 2 1 3 L’insieme centrale del cervello emotivo è rappresentato dal sistema limbico. Questo comprende strutture profonde e superfici corticali del cervello. La porzione più antica e centrale del sistema limbico, di cui fanno parte l’ipotalamo, il setto, l’amigdala, il nucleus accumbens è estesamente collegata con la corteccia cerebrale. Le funzioni di questa parte più antica del sistema sono rappresentate su superfici corticali diverse dal punto di vista anatomico ed evolutivo, dalla circonvoluzione paraippocampica a quella cingolata; dalla corteccia prefrontale, sede delle funzioni psichiche superiori, al lobo temporale, sito anatomico dell’elaborazione finale delle percezioni uditive e della comprensione del linguaggio. Il sistema limbico è al centro dell’azione delle sostanze psicoattive, in particolare di quelle che provocano dipendenza, come la cocaina, l’eroina, l’alcol, la nicotina. 4 5 SPECT in 3D dei centri del sistema limbico. 7 6 37 1. Nelle immagini A e B la PET evidenzia come il Nucleus accumbens venga attivato da immagini che anticipano ricompense monetarie, alimentari, sessuali. Nelle immagini C e D si evidenzia invece l’attivazione della corteccia prefrontale quando una tra le marche di beni preferiti viene vista o viene ricevuta una ricompensa. 2. PET del cervello con evidenziato il Nucleus accumbens. 3. PET che indica le aree cerebrali attivate durante l’osservazione di immagini che ispirano emozioni negative. 4. Sezione trasversale del cervello che evidenzia alcuni dei principali centri del sistema limbico. 5. Rappresentazione grafica tridimensionale dei principali centri del sistema limbico. 6. PET che illustra l’attivazione dell’amigdala in risposta alla visione di facce felici (A) e di facce con espressioni di terrore (B). 7. Rappresentazioni grafiche dei principali centri del sistema limbico: A) Amigdala; C) Corteccia cingolata; H) Ipotalamo; I) Ippocampo; N) Nucleus accumbens; S) Setto. >> Il Neurone Storia Il neurone la sinapsi Le droghe enella storia Il neurone è l’unità di base del sistema nervoso, una cellula altamente differenziata e specializzata per la raccolta, l’integrazione e la conduzione di impulsi nervosi. Dal corpo cellulare del neurone si diramano due tipi differenti di fibre nervose, un assone e numerosi dendriti. L’assone conduce i messaggi che da un neurone vengono inviati ad altre cellule nervose. Al contrario, i dendriti trasmettono i segnali nervosi provenienti dalle altre cellule verso il corpo cellulare. 1 2 3 Un cervello umano contiene oltre 100 miliardi di cellule nervose ed ognuna di esse si contatta mediamente con 50 o 100.000 altri neuroni, attraverso la sinapsi, lo spazio anatomico di contiguità e non continuità della rete nervosa. Decine di migliaia di messaggi eccitatori ed inibitori giungono così ad ogni istante al neurone attraverso le sue sinapsi. Come un microcalcolatore, il neurone analizza ed integra questi segnali e, a seguito di un processo di somma algebrica, emette o meno un segnale nervoso attraverso il suo assone. A livello della sinapsi si verificano così i primi eventi molecolari di tutte le funzioni svolte dal nostro sistema nervoso e dal nostro cervello, comprese quelle che regolano e controllano le nostre emozioni e i nostri pensieri. 39 1. Micrografie di sinapsi. 2. Schema dell’anatomia del neurone e della sinapsi. 3. Micrografia di fibre neuronali dove sono visibili le spine dendritiche, microstrutture dove sono presenti le sinapsi. 4. Dendriti. 5. Neurone e fibre neuronali. 6. Micrografia di un neurone. Sono visibili in giallo fibre neuronali di un’altra cellula con i relativi contatti sinaptici. 7. Sinapsi corticale. Sono visibili le vescicole (i piccoli cerchietti) che impacchettano il neurotrasmettitore nel neurone pre-sinaptico per liberarlo in occasione della neurotrasmissione. 8. Micrografia di un neurone realizzata con la tecnica dell’immunofluorescenza. 8 6 4 5 8 7 droghe nella del storia segnale nervoso >> LeLa trasmissione Storia Neurotrasmissione I neuroni comunicano attraverso segnali elettrici mediati chimicamente da neurotrasmettitori a livello dei recettori. Il legame tra neurotrasmettitore e relativo recettore è specifico, la struttura molecolare di ogni trasmettitore cioè si adatta esclusivamente a un tipo di recettore. Nel cervello esistono alcune decine di neurotrasmettitori diversi, ognuno di essi quindi specifica un sistema neurochimico. 1 3 41 1. Micrografia di neuroni. Il blu, l’azzuro e il violetto localizzano le sinapsi. 2. Neurone al microscopio. Su i dendriti sono visibili rigonfiamenti sinaptici. 3. Micrografia della sinapsi realizzata con la tecnica della criofrattura. 4. Neurone e relative fibre dendritiche. Nella neurotrasmissione chimica, il neurotrasmettitore viene rilasciato nella giunzione sinaptica dalla terminazione assonica all’arrivo dell’impulso elettrico (figure 1 e 2). Esso si lega quindi alle molecole dei recettori presenti sulle terminazioni dendritiche dando così luogo alla serie di modificazioni chimiche sulla membrana della sinapsi che rilanciano l’impulso bioelettrico lungo le fibre nervose, verso altri neuroni (Figura 3). Allo stesso tempo il neurotrasmettitore si lega agli autorecettori (figura 3). Gli autorecettori hanno la funzione di rilevare la concentrazione di neurotrasmettitore nello spazio sinaptico e quindi di regolarne il rilascio. Avvenuto il rilancio dell’impulso elettrico il neurone pre-sinaptico ricattura il neurotrasmettitore e con enzimi specifici (M nella figura) ne degrada l’eccesso nella sinapsi (figure 4 e 5). 4 2 fig.1 fig.2 fig.3 fig.4 fig.5 droghe nella storia >> LeNeurotrasmettitori NeuroStoria trasmettitori Struttura chimica dell’ossido nitrico. Struttura chimica dell’acido glutammico. 1 3 veloci Il legame tra GABA e relativo recettore determina un cambiamento chimico nella membrana del neurone bersaglio che rende quest’ultimo refrattario a eventuali stimoli eccitatori. Il GABA, pertanto, esercita un’azione di inibizione della trasmissione nervosa. I recettori specializzati per il GABA rappresentano il substrato anatomico sul quale agiscono i farmaci tranquillanti ed ansiolitici. L’ossido nitrico è un neurotrasmettitore inibitore che sembra agire per semplice diffusione dai terminali nervosi piuttosto che attraverso il rilascio. La sua azione non altera in maniera evidente il potenziale di riposo ma causa variazioni delle funzioni metaboliche intracellulari, che a loro volta modificano l’eccitabilità del neurone. 4 Neuroni GABAergici. Struttura chimica dell’acido gamma-aminobutirrico (GABA). Neurone 3D. 2 5 3 3. Cristalli di GABA al microscopio. 4. Cellule dello striato marcate per il GABA con tecniche immunoistochimiche. L’azione dell’acido glutammico sui relativi recettori invece aumenta l’eccitabilità neuronale ed innalza conseguentemente il consumo energetico delle cellule nervose. 2 43 1. Cristalli di acido glutammico 2. al microscopio. 5. Micrografia di una sinapsi ottenuta con la tecnica della criofrattura. rete neuronale droghe nella storia >> LeNeurotrasmettitori Storia Ammine biogene e acetilocolina Cristalli di noradrenalina al microscopio. 1 La dopamina (DA) è il neurotrasmettitore fondamentale del cervello emozionale. Essa svolge un ruolo fondamentale nella regolazione dei comportamenti adattativi, come il mangiare, il bere, il comportamento riproduttivo. Gli stati psicologici gratificanti, il piacere, che caratterizzano il realizzarsi delle funzioni adattative sono mediati dall’attivazione del sistema dopaminergico. Una scarsa attività della DA sembra essere un correlato fisiologico della depressione, mentre, al contrario, una iperattività pare connessa alle sindromi maniacali e schizofreniche. 2 Cristalli di dopamina al microscopio. 45 1. Struttura chimica della noradrenalina. 2. Struttura chimica della dopamina. 3. Struttura chimica dell’acetilcolina. 4. Struttura chimica della serotonina. 5. Neuroni nel nucleo del raphe, uno dei principali nuclei del sistema della serotonina. 6. Pacchetto di neurotrasmettitore fotografato col microscopio a scansione elettronica. 7. Neurone con recettori dopaminergici evidenziati. La noradrenalina (NE) è coinvolta nella regolazione dei comportamenti d’emergenza e nella risposta allo stress. Produce attivazione cerebrale, aumentando l’attenzione e la vigilanza, mentre a livello periferico media gli aggiustamenti funzionali ai comportamenti di lotta e fuga. La serotonina (5-HT) sembra implicata nella regolazione del sonno e del sogno, nel controllo della temperatura corporea e nella coordinazione delle attività intestinali. Essa svolge inoltre un importante ruolo nella regolazione dell’umore, come sembrano aver dimostrato i nuovi antidepressivi, come il Prozac, che potenziano l’azione della serotonina. Neurone dopaminergico Cristalli di acetilcolina al microscopio. 3 L’acetilcolina (ACh) è il mediatore dei segnali motori verso i muscoli scheletrici. Nel cervello, l’ACh sembra svolgere un’importante funzione nei processi cognitivi, in particolare nella memoria. 5 Cristalli di serotonina al microscopio. 4 6 6 7 storia Oppioidinella endogeni >> LeGli droghe Endorfine Storia 1 2 Gli oppioidi endogeni, più genericamente detti endorfine, possiedono generalmente un’azione inibitoria sui neuroni con cui si legano. Sapendo quindi che rallentano o bloccano le l’attività dei centri nervosi con cui interagiscono, si possono caratterizzare le loro funzioni attraverso la loro localizzazione nel cervello. La maggior concentrazione di recettori per le endorfine si riscontra: . nella sostanza gelatinosa del midollo spinale, re- gione in cui le fibre nervose sensitive che conducono gli stimoli dolorifici dalle varie parti del corpo stabiliscono i loro primi contatti a livello encefalico; . nella sostanza grigia periacquedottale, una strutA nell’elaborazione e nella trasmissione verso le altre parti del cervello degli stimoli sensoriali associati a dolori intensi e profondi; 5. Cristalli di beta-endorfina al microscopio. 6. Cristalli di gamma-endorfina 7. al microscopio. cerebrale che presiede al controllo della respirazione e del riflesso della tosse; B C . nel locus coeruleus, stazione di origine delle fibre nervose contenenti noradrenalina; . in tutte le strutture del sistema limbico e del cervello emozionale, l’organizzazione funzionale responsabile della risposta fisiologica, comportamentale e del vissuto psichico delle emozioni. 9 5 6 7 8 3. PET che illustra l’attivazione dei sistemi cerebrali degli oppioidi endogeni alla somministrazione di antidolorifici (A) e alla somministrazione di una sostanza inerte, un placebo, descritto come antidolorifico al soggetto dell’esame PET (B). 4. PET che evidenzia i siti di attività delle endorfine nel cervello. . nel nucleo del tratto solitario, struttura del tronco 4 2. L’immagine dimostra l’attivazione di particolari recettori per gli oppioidi endogeni durante uno stimolo dolorifico (Pain Effect) e in risposta alla somministrazione di un placebo, cioe di una sostanza inerte descritta come antidolorifica (Placebo Effect). tura che integra gli stimoli dolorifici in arrivo al cervello; . nella regione mediana del talamo, specializzata 3 47 1. Struttura chimica dell’encefalina. 8. Cristalli di alfa-endorfina al microscopio. 9. Sostanza grigia periacquedottale, area a forte densità di recettori per gli oppioidi. droghe nella storia del cervello e plasticità >> LeCostruzione Storia Genetica ed epigenetica del cervello Crescita neuronale Entro la nascita si forma la maggior parte dei neuroni e si completa la migrazione neuronale, con la costruzione delle principali connessioni cerebrali. La ramificazione e quindi la moltiplicazione delle sinapsi, i contatti tra neuroni, continua per tutta l’adolescenza, mentre la produzione di nuove sinapsi si mantiene per tutta la vita. Il neurone e la sinapsi dunque sono strutture plastiche, modificabili dalle esperienze, come, ad esempio, l’incontro del cervello con le sostanze psicoattive. 3. Cellule staminali neurali. 4. Cellula neuronale staminale. 5 4 2 2. Cellule staminali fetali del cervello umano. 5. Micrografia che evidenzia la formazione di sinapsi sulle fibre del neurone. Le esperienze e gli stimoli a cui ci si espone però non cambiano soltanto la struttura fine del cervello, ma modificano anche la funzione dei geni delle cellule nervose. Questa modulazione epigenetica, indotta anche dall’uso di sostanze psicoattive, può mutare ad esempio la quantità di neurotrasmettitore, dei relativi enzimi di riduzione, dei recettori, alterando così, anche a lungo termine, le normali funzioni di neurotrasmissione e gli stati psicologici, come le emozioni o i processi cognitivi, che da esse dipendono. 1 49 1. Crescita delle fibre neuritiche in neuroni. 3 >> Fattori Le droghe nella storia non farmacologici negli effetti soggettivi delle droghe Storia Dimensioni psicosociali degli effetti delle sostanze Pur intervenendo e modificando le funzioni del cervello, gli effetti e l’uso delle sostanze psicoattive sono modulati da una serie di fattori diversi da quelli meramente farmacologici e biochimici. Neuroni corticali Le funzioni del cervello codificano e riflettono gli stati psicologici e le variabili sociali ed etiche su cui questi stati vengono costruiti e vissuti. In altre parole i processi neurochimici del cervello sono alla base di tutti i nostri stati mentali ma allo stesso tempo essi si strutturano e rispondono modificandosi in funzione delle nostre esperienze, della nostra educazione, dei nostri stati emotivi, di ciò che sappiamo e di cosa vogliamo. Allora è chiaro che anche una prospettiva scientifica nella comprensione dell’azione delle sostanze psicoattive deve comunque contemplare la dimensione psicosociale entro cui si dà il consumo di sostanze psicoattive perché essa in ogni caso influenzerà la loro azione neurofarmacologica, gli effetti e le eventuali complicazioni legate al loro uso e abuso. Per queste ragioni, gli effetti a breve e a lungo termine delle droghe variano tra individui diversi e si modificano nel tempo in uno stesso individuo. Fondamentali a questo proposito sono il set, cioè i fattori psicologici del consumatore (il tipo di personalità, lo stato psichico in cui ci si trova, le conoscenze sulla sostanza) e il setting, vale a dire il contesto, l’ambiente sociale e la situazione in cui avviene il consumo. 1 2 3 51 1. Francis Bacon, Lying Figure with Hypodermic Syringe, 1963. 2. Yogi Hindu mentre fuma Marijuana per scopi rituali. 3. Un poster di “Trainspotting”, (1996). Film che tratta di un gruppo di amici che entra ed esce dalla droga. Scenografia ispirata alla pittura di Francis Bacon. 3 >> Alcol Storia Alcol Le droghe nella storia più propriamente alcol etilico o etanolo E f f e t t i r i c e r c a t i : euforia, riduzione dell’ansia, disinibizione e aumento della socievolezza. Questi effetti si ottengono solo con basse dosi di alcol. M e c c a n i s m i d ’ a z i o n e : potenziamento della neurotrasmissione inibitoria mediata dal GABA; riduzione della neurotrasmissione eccitatoria mediata dall’acido glutammico. Questi meccanismi sono i principali responsabili della crisi d’astinenza nell’alcolismo. Stimolazione dell’attività mediata dalla dopamina, dalla serotonina e dagli oppioidi endogeni, da questi ultimi effetti deriva la gratificazione dell’alcol e la dipendenza che tende a instaurarsi col consumo continuativo. Cristalli di alcol al microscopio. 1 2 53 1. SPECT che illustra gli effetti inibitori dell’alcol sull’attività cerebrale. Si noti l’assenza di attività rappresentata dai “buchi” sull’immagine SPECT del cervello. 2. SPECT che illustra la grave attenuazione dell’attività cerebrale nel cervello di un alcolista (evidenti assenze di segnale SPECT con aspetto di “buchi”) comparandola con le immagini SPECT del cervello di un soggetto sano. 3. PET che evidenzia gli effetti dell’alcol sulla densità dei recettori per la dopamina nel cervello. E f f e t t i a v v e r s i a b r e v e t e r m i n e : in caso di dosi più elevate si ha attenzione, percezione, pensiero, capacità di giudizio e tempi di reazione deteriorati. Instabilità emotiva con umore che può oscillare dall’euforia alla tristezza. Grave attenuazione del controllo degli impulsi con aggressività. Perdita del tono muscolare e della coordinazione motoria. Vomito. In caso di tassi alcolici più elevati si possono avere stati stuporosi, coma e morte da paralisi cardio-circolatoria. E f f e t t i a v v e r s i a l u n g o t e r m i n e : Tolleranza (necessità di aumentare le dosi per ottenere gli stessi effetti). Dipendenza e alcolismo, con gravi sindromi d’astinenza caratterizzate da depressione, ansia, mania, delirio, convulsioni, tachicardia, tremori. Atrofia del cervello e conseguente demenza. Una elevata percentuale di forti consumatori di alcol va incontro a pancreatite, epatite, cirrosi epatica, quest’ultima è causa di morte in circa il 20% dei soggetti colpiti. 3 Jörg Immendorff, Solo, 1998. Philippe Jacques de Loutherbourg, Ubriaco, Acquaforte, XVIII secolo. Le droghenicotina nella storia >> Tabacco, Tabacco Storia 2 E f f e t t i r i c e r c a t i : a piccole dosi dà attenuazione dell’ansia, specie nello stress; innalza il tono dell’umore; aumenta l’attività psicomotoria e sembra elevare l’attenzione e i processi cognitivi. 1 M e c c a n i s m i d ’ a z i o n e : la nicotina si lega a particolari recettori per l’acetilcolina, detti per questo nicotinici, stimolando così la trasmissione colinergica. Ciò può spiegare parte dei suoi effetti cognitivi. Aumenta il rilascio di noradrenalina e di dopamina, potenziando l’attività nervosa mediata da questi neurotrasmettitori, da qui il suo effetto psicostimolante. L’aumento dell’attività dopaminergica nel nucleus accumbens (un centro del sistema limbico) determina la gratificazione e il rinforzo che sono alla base della dipendenza dalla nicotina. 3 E f f e t t i a v v e r s i a b r e v e t e r m i n e : vasocostrizione con aumento della pressione arteriosa e del battito cardiaco, stimolazione della secrezione acida nello stomaco. 4 high low 5 E f f e t t i a v v e r s i a l u n g o t e r m i n e : dipendenza e sintomi d’astinenza, con stanchezza, difficoltà di concentrazione, mal di testa, calo delle capacità cognitive, riduzione della gettata cardiaca, fame, turbe del sonno, ansia, depressione e forte irritabilità. Alterazione delle funzioni del sistema ormonale, aumento dell’acidità dello stomaco con rischio di contrarre ulcere gastriche. Malattie del sistema respiratorio: dalle bronchiti croniche alle polmoniti, dall’enfisema polmonare sino al cancro per le proprietà cancerogene del fumo e dei suoi composti. Malattie del sistema circolatorio: aterosclerosi, spasmi delle arterie coronarie, aumento del rischio di infarto cardiaco. 55 1. Cristalli di nicotina al microscopio. 2. A basse dosi, la nicotina stimola l’attività dei centri cerebrali implicati nell’attenzione e nei processi cognitivi. Si noti la più intensa colorazione rispetto al cervello del soggetto cui è stato somministrato un farmaco inerte, il placebo. 3. MAO B nel cervello e fumo. Si noti la drastica riduzione di questo importante enzima nella fumatrice. 4. I fumatori hanno una maggiore presenza di recettori nicotinici nella corteccia prefrontale. 5. Recettori per la nicotina nel cervello. Livelli elevati di legame sono evidenti nel talamo e nel cervelletto. 6. Distribuzione dei recettori per l’acetilcolina nel cervello umano (zone gialle e rosse). 7. La nicotina stimola l’attività del sistema degli oppioidi endogeni, un meccanismo che può spiegare l’effetto rilassante della sigaretta ma anche la sua tendenza a indurre dipendenza. 7 6 Pianta di tabacco. (marijuana, hashish) Le droghe nella storia >> Canapa C annabis Storia 2 1 Hashish E f f e t t i r i c e r c a t i : Euforia, allegria, rilassamento, disinibizione, modificazione delle sensibilità sensoriali, della percezione del tempo e dello spazio. Gli effetti variano molto in funzione dell’esperienza, delle aspettative, del contesto di assunzione, delle condizioni emotive. Tra gli altri effetti si ha aumento del desiderio di cibo. Durata degli effetti: 2-5 ore. M e c c a n i s m i d ’ a z i o n e : il Tetraidrocannabinolo o THC, principio attivo della canapa si lega ai recettori per l’anandamide (il cannabinoide prodotto dal cervello), presenti in particolar modo sulla corteccia frontale (funzioni cognitive), l’ippocampo (memoria, rappresentazione dello spazio), nei gangli della base e nel cervelletto, questi ultimi due centri cerebrali preposti alla coordinazione delle funzioni motorie. 3 4 E f f e t t i a v v e r s i a b r e v e t e r m i n e : vasodilatazione, tachicardia; a dosi più alte riduzione dei tempi di reazione e del coordinamento motorio, alterazioni della percezione, dell’attenzione e delle funzioni cognitive, con compromissione - ad esempio - delle capacità di guidare. Talora esperienze ansiose e reazioni di panico. 57 1. Cristalli di THC al microscopio. 2. Struttura chimica del Tetraidrocannabinolo - THC, principio attivo della canapa. 3. SPECT che evidenzia l’attenuazione della funzionalità di alcune zone del cervello in un caso di abuso cronico di cannabis. 4. Autoradiografia che evidenzia in rosso i recettori per il THC sull’ippocampo. 5. In rosso sono evidenziati i recettori per i cannabinoidi su neuroni e fibre neuronali. 6. Micrografie di neuroni dell’ip7. pocampo, una delle strutture cerebrali maggiormente interessate all’azione della canapa. 8. In rosso sono evidenziati i recettori per i cannabinoidi su neuroni e fibre neuronali. 8 E f f e t t i a v v e r s i a l u n g o t e r m i n e : con l’abuso protratto si possono avere instabilità dell’umore, apatia e passività, deficit cognitivi. Possibili alterazione delle funzioni sessuali e depressione del sistema immunitario. 5 6 7 Joint o acidonella lisergico, Le droghe storiafunghi magici, il peyote >> LSD e la mescalina, suo principio attivo 1 Struttura chimica dell’LSD. Allucinogeni Storia Effetti ricercati (durata circa 8-10 ore): alterazioni sensoriali, della percezione del tempo e dello spazio, sinestesie (sovrapposizioni di modalità percettive), allucinazioni, modificazioni profonde dell’organizzazione del pensiero e degli stati emozionali. Gli effetti degli allucinogeni variano molto in funzione del set, vale a dire il tipo di personalità, lo stato psichico in cui ci si trova, le conoscenze sulla sostanza e in relazione al setting, cioè il contesto, l’ambiente sociale e la situazione in cui avviene il consumo e delle condizioni emotive di chi li assume. M e c c a n i s m i d ’ a z i o n e : Si suppone che gli allucinogeni agiscano legandosi a un particolare tipo di recettori per la serotonina. 2 3 E f f e t t i a v v e r s i a b r e v e t e r m i n e : tachicardia, ipertensione, sudorazione, tremori, vertigini. Possibilità del cosiddetto “bad trip” (viaggio cattivo), caratterizzato da una forte componente ansiosa, attacchi di panico, ideazione paranoide. E f f e t t i a v v e r s i a l u n g o t e r m i n e : “flashback”, nel quale, senza che siano assunti allucinogeni, si ripresentano stati emotivi e allucinazioni provate durante l’intossicazione. Gli allucinogeni inoltre possono concorrere a scatenare patologie psicotiche latenti. 59 1. Neuroni del talamo, uno dei centri cerebrali che si pensa coinvolto nell’azione degli allucinogeni. 2. PET che evidenzia le aree attivate durante un’allucinazione auditiva. 3. Uno dei ritratti realizzati sotto l’effetto di allucinogeni dal pittore e filosofo polacco Stanislaw Ignacy Witkiewicz (1885-1939), noto anche col nome di Witkacy. Nell’angolo destro in basso l’annotazione della data e della sostanza assunta. 4. Psilocybe azurescens, fungo allucinogeno diffuso particolarmente in Messico, dove il genere Psilocybe è anche detto Teonanacatl, carne di Dio. Sacro ai Maya e agli Aztechi, questo fungo è ancora oggi usato dai curanderos messicani. 5. Rituale dei Kunama africani per la preparazione e l’assunzione della Datura, pianta dotata di azione allucinogena. 6. Francobollo imbevuto di LSD con la data del 1943 a celebrare l’anno della sintesi di questo allucinogeno. 5 4 Francobolli con LSD, fronte e retro. 6 (Eroina, Morfina) Le droghe nella storia >> Oppioidi Storia Oppioidi Disegno di Jean Cocteau, da “Opium”, 1930. E f f e t t i r i c e r c a t i : euforia, attenuazione dell’ansia, calma, benessere. M e c c a n i s m i d ’ a z i o n e : Gli oppioidi si legano ai recettori per le endorfine, gli oppioidi endogeni prodotti dal cervello, e ne attivano le funzioni inibitorie, deprimendo quindi le attività dei neuroni interessati. Gli oppioidi stimolano le funzioni della dopamina nel sistema limbico, in particolare del nucleus accumbens, producendo così la gratificazione, il piacere legato alla loro assunzione. 1 2 E f f e t t i a v v e r s i a b r e v e t e r m i n e : sedazione, forte sonnolenza, rallentamento psicomotorio con perdita di concentrazione, deficit cognitivi, letargia, apatia, difficoltà nell’eloquio, difficoltà nella respirazione, abbassamento della pressione e del battito cardiaco, stitichezza, nausea e vomito. In caso di overdose si ha contrazione della pupilla, grave depressione respiratoria, edema polmonare,coma. Un intervento tardivo può causare la morte. 3 5 61 1. Cristalli di alfa-endorfina. 2. Cristalli di eroina al microscopio. 3. Struttura chimica della morfina. 4. Localizzazioni dei recettori per gli oppioidi sul midollo spinale. 5. SPECT che dimostra la considerevole riduzione del flusso sanguigno, quindi del metabolismo, dell’attività del cervello in caso di dipendenza dall’eroina. 6. Recettori per gli oppioidi in una sezione coronale del cervello di ratto. 7. Fumeria d’oppio americana del primi del Novecento. E f f e t t i a v v e r s i a l u n g o t e r m i n e : tolleranza (necessità di aumentare le dosi per ottenere gli stessi effetti); dipendenza con sindrome d’astinenza caratterizzata da forte ansia, depressione, tremori, crampi, vomito, diarrea, ipertensione e ipertermia, tachicardia, sudorazione intensa. Disfunzioni sessuali con impotenza nei maschi e turbe della funzione riproduttiva nelle donne. Nei soggetti che si iniettano la sostanza endovena danni alle vene e ai circoli venosi. Nel caso di scambio di siringhe invece è elevato il rischio di contrarre gravi infezioni come l’epatite virale e l’AIDS. 7 4 6 Eroina Le droghe nella storia crack >> Cocaina, Cocaina Storia Struttura molecolare della cocaina. Cristalli di cocaina al microscopio. E f f e t t i r i c e r c a t i : euforia; piacere; sensazione di benessere, di aumento della sicurezza personale, dell’energia, della resistenza alla fatica, della lucidità mentale. Gli effetti ricercati durano da alcuni minuti a poche ore. L’esaurirsi degli effetti ricercati provoca depressione, ansia, spossatezza. Da qui la compulsione a riassumerla subito dopo. M e c c a n i s m i d ’ a z i o n e : blocco della ricattura della dopamina, quindi aumento della concentrazione nella sinapsi e potenziamento della neurotrasmissione dopaminergica. 1 3 4 2 5 E f f e t t i a v v e r s i a b r e v e t e r m i n e : aumento della pressione arteriosa e del battito cardiaco, insonnia, ipertermia, abolizione della fame, tremori, alterazione dell’attivita elettroencefalografica. Sopravvalutazione delle proprie capacita psicomotorie e dei tempi di reazione con gravi pericoli in caso di guida di un veicolo. Con dosi elevate si può arrivare alla disorganizzazione del pensiero; a un sentimento di onnipotenza, con esplosioni di rabbia e aggressività incontrollata; al delirio; a crisi convulsive; a depressione respiratoria e morte. E f f e t t i a v v e r s i a l u n g o t e r m i n e : crisi convulsive; infarto cardiaco, aritmie e ischemie anche cerebrali; riniti (infiammazioni della mucosa nasale) e altre affezioni del sistema respiratorio; riduzione della libido sessuale e anedonia, ossia incapacità di provare piacere. L’uso cronico conduce all’apatia, all’insonnia, al deperimento organico e al ritiro sociale. Quindi possono subentrare paranoia, forte suscettibilita, sospettosità con comportamenti violenti e distruttivi. La cocaina induce dipendenza con crisi d’astinenza caratterizzate da ansia, depressione e forte irritabilità, rallentamento psicomotorio e affaticamento 63 1. Risonanza magnetico-fuzionale che evidenzia l’attivazione dei centri cerebrali all’assunzione di cocaina. 2. La cocaina riduce l’attività del cervello (immagine SPECT). 3. Riduzione generale dell’attività del cervello in un consumatore abituale di cocaina. 4. PET che dimostra come l’abuso cronico causi una riduzione dei recettori per la dopamina. Da qui l’anedonia, l’incapacità di provare piacere. 5. PET che evidenzia la riduzione dell’attività cerebrale in caso di abuso cronico di cocaina. Le droghe nella (nomi storia di strada: Speed, Ice, Crystal) >> Amfetamine 1 3 2 Amfetamine Storia E f f e t t i r i c e r c a t i : sensazione di aumento dell’ energia, della resistenza alla fatica, delle capacità sensoriali, euforia. Durata degli effetti: 4-6 ore. Con la cessazione degli effetti, soprattutto se si è usata la sostanza nella notte in discoteca, subentra una notevole stanchezza, il crash, che può portare ad addormentarsi all’improvviso mentre si guida. 3. PET che illustra la riduzione della funzionalità in alcuni centri del sistema limbico e motorio indotta dall’abuso di amfetamine. M e c c a n i s m i d ’ a z i o n e : stimolazione del rilascio di noradrenalina e di dopamina dalle terminazioni nervose, quindi aumento dell’attività nervosa mediata da questi neurotrasmettitori, da qui il suo effetto psicostimolante. E f f e t t i a v v e r s i a b r e v e t e r m i n e : vasocostrizione con aumento della pressione arteriosa e del battito cardiaco, alterazione della vigilanza e del ritmo sonno/veglia con insonnia, disidratazione, ipertermia (febbre maligna), contrazioni muscolari e movimenti involontari, abolizione della fame. Con dosi elevate si può arrivare ad allucinazioni, stati confusionali e paranoici, al colpo di calore con febbre oltre i 42 gradi, evento potenzialmente mortale e all’anedonia, ossia all’incapacità di provare piacere. 4 5 E f f e t t i a v v e r s i a l u n g o t e r m i n e : danni ai tessuti cerebrali, dipendenza e dipendenza crociata con la cocaina, con ansia, depressione e forte irritabilità, indebolimento organico, stereotipie e tic, gastriti e ulcere gastrointestinali, crisi psicotiche simili a quelle della schizofrenia paranoide. 7 6 65 1. Cristalli di metamfetamina al microscopio. 2. Struttura chimica dell’efedrina, prototipo di tutte le amfetamine. 4. Immagine che evidenzia le zone del cervello maggiormente colpite (in rosso e in giallo) dall’erosione di materia grigia nei forti consumatori di amfetamine. 5. Immagine che evidenzia i danni cerebrali, con perdita di materia grigia, presenti in chi abusa di amfetamine (immagini colonna MA) rispetto a individui di controllo (immagini colonna CTL). Si noti la riduzione delle zone gialle e rosse, indicanti maggiore densità di materia grigia, nei consumatori di amfetamine. 6. Pasticche di amfetamina in una delle varie forme con cui vengono spacciate. 7. Azione dell’amfetamina neuroni dopaminergici. sui (MDMA, Le droghe nella Adam, storia X, XTC) >> Ecstasy Ecstasy Storia 1 E f f e t t i r i c e r c a t i : sensazioni di aumento dell’energia, della resistenza alla fatica, delle capacità sensoriali, euforia; riduzione dei timori, delle difese e dell’ansia sociale, aumento della fiducia in sé e negli altri, empatia.Durata degli effetti: 4-6 ore, se la sostanza è stata consumata nella notte in discoteca, con la cessazione degli effetti subentra una notevole stanchezza, il crash, che può portare ad addormentarsi all’improvviso mentre si guida. Cristalli di ecstasy al microscopio. M e c c a n i s m i d ’ a z i o n e : aumenta la concentrazione della serotonina a li vello sinaptico, quindi aumenta l’attività nervosa mediata da questo neurotrasmettitore, da qui l’effetto empatogeno. Potenzia la trasmissione mediata dalla noradrenalina da qui il suo effetto psicostimolante. 3 2 E f f e t t i a v v e r s i a b r e v e t e r m i n e : vasocostrizione con aumento della pressione arteriosa e del battito cardiaco, alterazione della vigilanza e del ritmo sonno/veglia con insonnia, disidratazione, aumento della temperatura corporea, contrazioni muscolari involontarie e riduzione della coordinazione motoria, abolizione della fame. Con dosi elevate, soprattutto in ambienti caldi e affollati come le discoteche, si può arrivare all’ipertermia maligna con febbre oltre i 42 gradi, che può determinare il decesso. E f f e t t i a v v e r s i a l u n g o t e r m i n e : possibile degenerazione dei centri e delle vie nervose serotoninergiche, depressione e forte irritabilità, indebolimento organico, stereotipie e tic, attacchi di panico, deficit cognitivi e psicosi paranoidee. 4 67 1. SPECT che evidenzia i danni funzionali al cervello prodotti dall’abuso di ecstasy. 2. Localizzazione dei recettori per la serotonina su cui agisce l’ecstasy. 3. SPECT che evidenzia il calo di attività nel cervello causato dall’abuso di ecstasy. (Scomparsa delle zone rosse indicanti maggiore funzionalità.) 4. Meccanismo d’azione dell’ecstasy sulla sinapsi serotoninergica. L’ecstasy aumenta il rilascio di serotonina. Pasticche di ecstasy. >> Per Leapprofondimenti droghe nella storia e ricerche www.droga.net Sito indipendente sulle tossicodipendenze, sulle droghe e sul sistema di intervento preventivo, terapeutico e riabilitativo di Riccardo C. Gatti Medico, Psicoterapeuta e Specialista in Psichiatria, Direttore del Dipartimento delle Dipendenze della A.S.L. Città di Milano. Professore a contratto, all’Università Statale di Milano Bicocca). www.dronet.org portale istituzionale sulle droghe accreditato e finanziato dal Ministero della Salute. www.gruppoabele.org Sito del gruppo Abele. http://www.comunitanuova.it/ drugs/default.html Sito di informazione sulle droghe dell’Associazione Comunità Nuova che opera nel campo del disagio e della promozione delle risorse giovanili ed è presieduta da don Gino Rigoldi, cappellano dell’Istituto penale per minorenni “C.Beccaria” di Milano. http://www.iss.it/ofad/ Sito dell’Osservatorio Fumo Alcol e Droga dell’Istituto Superiore di Sanità. http://droghe.aduc.it/php/ Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realtà, ai traffici, all’andamento della “war on drugs”, ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti. Edito dall’Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori. http://www.drogaonline.it/ primapagina.php Sito di informazione su droghe e dipendenze curato dagli operatori del Centro di Solidarietà di Reggio Emilia. http://www.guardiadifinanza.it/ rivista/rivista2k/Rivista_5-2000/ Dizionario/Dizionario.htm Dizionario delle sostanze psicotrope con circa 600 voci selezionate. Libri >>AA.VV., Droghe. Tossicofilie e tossicodipendenza. UTET Università, Torino, 2002 Günter Amendt, No drugs, no future. Le droghe nell’età dell’ansia sociale. Feltrinelli, Milano, 2004. Günter Amendt, Patrick Walder, Le Nuove Droghe. Feltrinelli, Milano, 1998. Fabrizia Bagozzi, Generazione in Ecstasy. Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996. Stefano Canali, Alter Ego. Droga e cervello. Edizioni del Centro per la Diffusione della Cultura Scientifica - Università degli Studi di Cassino, 1995. Tradotto in inglese, francese e danese. Online Internet dal 2005 in versione aggiornata e multimediale all’indirizzo: http://www.stefanocanali.com/ PUBalter.htm Claudio Cappuccino, Felicità chimica. Storia delle droghe. Nuovi Equilibri, Viterbo, 2004. Luigi Caramiello, La droga della modernità. Sociologia e storia di un fenomeno fra devianza e cultura. UTET Università, Torino, 2004. Marie Di Blasi, Sud-ecstasy. Un contributo alla comprensione dei nuovi stili di consumo giovanili. Franco Angeli, Milano, 2003. Lester Grinspoon e James B Bakalar, Marijuana, la medicina proibita. Editori Riuniti, Roma, 2002. Susanna Lavazza, Cara droga. Cannabis, ecstasy, cocaina, eroina e «nuove droghe». Guida pratica per familiari, volontari, insegnanti, operatori e consumatori. Franco Angeli, Milano, 2005. Enrico Malizia; Stefania Borgo, Le droghe. Newton & Compton, Roma, 2006. Henri Margaron, Le stagioni degli dei. Storia medica e sociale delle droghe. Cortina Raffaello, Milano, 2001. Paolo Rigliano, Piaceri drogati. Psicologia del consumo di droghe. Feltrinelli, Milano, 2004. Lynn Zimmer e John Morgan, Marijuana. I miti e i fatti. P. Vallecchi, 2005. Riviste >>Droghe e dipendenze. numero speciale della rivista Mente & Cervello, maggio - giugno 2004: Sommario online Internet: http://www.lescienze.it/specialarretrati.php3?id=9460 Droghe: un moderno tabù. Dossier della rivista Sapere, 2002, n. 68. Online Internet: http://www.galileonet.it/Dossier/ doss32/cop32.html Medicina delle Tossicodipendenze. Organo Ufficiale della Società Italiana Tossicodipendenze. Quadrimestrale di informazione scientifica su droghe e dipendenze, aggiornato e autorevole ma accessibile anche al largo pubblico. sito Internet: http://www.medicinatossicodipendenze.it/ Bollettino per le farmacodipendenze e l’alcolismo. Rivista dell’United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute e del Ministero della Salute. Online Internet: http:// www.unicri.it/wwk/publications/dacp/index.php
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