Presentazione della ricerca condotta dal modulo 1.1.a

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Presentazione della ricerca condotta dal modulo 1.1.a
Presentazione della ricerca condotta dal modulo 1.1.a
Il progetto, per la parte che coinvolge direttamente l’Istituto Beni Culturali della Regione EmiliaRomagna, si pone come obiettivo lo studio comparativo delle metodologie di catalogazione dirette
alla descrizione del patrimonio e del paesaggio culturale e in particolare degli standard impiegati dai
diversi paesi europei.
1. Avvio e conduzione dei lavori
Il progetto di ricerca è stato avviato individuando dapprima gli enti governativi e non governativi
con competenze nell’ambito della tutela e della documentazione del patrimonio culturale o naturale;
successivamente, tramite la consultazione on line di siti web, costituendo un indirizzario
informatizzato composto dai riferimenti telefonici, postali e e-mail necessari a prendere contatto
con gli enti individuati.
Parallelamente è stata predisposta una richiesta, descrittiva delle peculiarità del progetto, diretta alla
raccolta di tutte le informazioni utili a definire lo “stato dell’arte” in Europa e nei singoli paesi della
catalogazione del patrimonio culturale e in particolare riguardo al “paesaggio culturale”.
I paesi interessati dalla ricerca sono stati complessivamente 26:
Albania, Austria,
Belgio, Bulgaria,
Croazia,
Danimarca,
Estonia,
Finlandia, Francia,
Germania, Grecia,
Irlanda,
Norvegia,
Olanda,
Polonia, Portogallo,
Regno Unito, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Romania,
Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera,
Turchia,
Ungheria
Complessivamente sono stati contattati 260 enti. I relativi recapiti costituiscono una banca datiindirizzario, utile strumento di lavoro che costituisce una “mappa europea” delle istituzioni e dei
soggetti operativamente coinvolti nella documentazione del patrimonio e del paesaggio culturale.
Agli enti individuati è stata trasmessa la descrizione degli obiettivi del progetto e la richiesta di
informazioni e di materiali documentari descrittivi delle procedure di documentazione dei beni in
uso nei singoli paesi.
E’ stato approntato anche un sintetico questionario inviato per e-mail agli enti interessati e
distribuito ai partecipanti di iniziative cui l’Istituto Beni Culturali ha preso parte (IV EMAC,
Rimini, maggio 1999; workshop European Museum Forum, Bertinoro, ottobre 2000). Per
intensificare i contatti utili, l’Istituto ha preso parte alla Conferenza sul Paesaggio Culturale,
Oxford, maggio 1999.
2. Risultati della ricerca, risposte e materiale raccolto
In seguito alle richieste di documentazione e ai contatti attivati, sono via via arrivate risposte e
materiale documentario, in forma varia (brochures illustranti le attività e le caratteristiche degli enti
interpellati, segnalazioni di indirizzi web dove reperire informazioni pubblicate, descrizioni
sintetiche della struttura organizzativa, esempi di schede). E’ iniziata così una valutazione del
materiale reperito con l’intento di delineare per ogni paese che inviava documentazione, un quadro
generale che inquadrasse il contesto normativo e organizzativo in materia di tutela e gestione dei
beni culturali, con particolare attenzione alla catalogazione e inventariazione del paesaggio, dei siti
e dei beni immobili, e della gestione dei dati, informatizzati o no, e della loro accessibilità.
Dall’esame comparativo di questa documentazione, è emerso il quadro di una situazione non
strutturata per la descrizione del paesaggio culturale.
La linea sembra essere quella di inventari o liste di aree sottoposte a tutela nell'ambito di leggi di
pianificazione del territorio attuate con piani specifici con l’evidente risultato della difficile
confrontabilità di situazioni e di sistemi che operano nel campo della tutela del paesaggio con
strumenti operativi diversi anche se omologhi. Di seguito riportiamo una sintesi, organizzata
monograficamente per paese, della situazione della catalogazione del patrimonio e della tutela del
paesaggio culturale e dei siti, così come è emersa dai materiali e dalla documentazione pervenuta
dai singoli paesi interessati dalla ricerca.
3. Comparazione e ipotesi di proposta metodologica per la descrizione del paesaggio
Dal confronto con le metodologie di rappresentazione del territorio e del sistema catalografico in
Italia e con i suggerimenti venuti da questa esperienza è emersa la possibilità di elaborare uno
schema di catalogazione ad hoc, che si ispirasse alle linee guida proposte dalla "Carta Europea del
Paesaggio" e si prospettasse come strumento di rilevamento del paesaggio culturale il più possibile
completo e flessibile, atto alla descrizione degli aspetti geomorfologici, fisici, visivi, culturali e
storici di unità di paesaggio coerenti e omogenee ma applicabile a tutte le tipologie di unità
paesaggistiche, per essere applicabile nelle più diverse situazioni di territorio-paesaggio. Per
verificare la funzionalità di questa metodologia propositiva, l'intenzione è quella di testarlo "sul
campo" sperimentandolo in un’ area campione.
Riguardo alle molteplici strategie operative indicate dal Consiglio d’Europa, la proposta metodologica per l’analisi e la catalogazione del paesaggio, sarà indirizzata alla definizione delle
procedure di rilevamento e degli standard descrittivi degli aspetti paesaggistici.
Per quello che riguarda l’ipotesi di sperimentazione della proposta di metodologia descrittiva del
territorio-paesaggio, giunta alla stesura definitiva, sono stati avviati i contatti con l'Ufficio
Territorio dell'Assessorato competente della Provincia di Rimini per la raccolta di dati analitici e
della documentazione cartografica. La sperimentazione della metodologia proseguirà con lo studio
del paesaggio alla scala territoriale comunale, cioè il terzo livello "Unità di paesaggio base" con
l'intento di completare il piano provinciale fino a questo dettaglio
4. Sintesi organizzata monograficamente per paese del quadro normativo/catalografico
Austria
Enti e legislazione a tutela del patrimonio
Il Bundesdenkmalamt (Ufficio Federale per la Tutela dei Monumenti), che fa parte del
Bundesministerium für Unterricht und Kulturelle Angelegenheiten (Ministero Federale per
l’Istruzione e gli Affari Culturali) è l’organismo centrale per la tutela del patrimonio artistico,
storico e culturale.
L’ufficio centrale del Bundesdenkmalamt si trova a Vienna ed è diviso in varie sezioni:
• Abteilung Inventarisation und Denkmalforschung (Ufficio per il Catalogo e la
Ricerca sui Beni Culturali):
questo ufficio effettua ricerche, cataloga e conserva la documentazione sul
patrimonio. La documentazione e le informazioni raccolte costituiscono una base di
studio per la pianificazione urbanistica e del territorio.
•
Abteilung für Architektur und Bautechnik (Ufficio per l’Architettura e le Tecniche di
Costruzione)
questo ufficio è l'ufficio tecnico responsabile per l’architettura e le tecniche edilizie, gestisce
l’archivio centrale cartografico e la documentazione sul patrimonio edilizio.
• Abteilung für Bodendenkmale – Archäologie (Ufficio per L’Archeologia):
questo ufficio è il responsabile per le attività archeologiche sull’intero territorio nazionale.
• Abteilung für Gartenarchitektur (Ufficio per l’Architettura dei Giardini),
questo ufficio svolge compiti di collegamento fra l’amministrazione centrale e le Province per
quanto concerne i giardini storici e il patrimonio architettonico connesso che secondo la normativa
non sono sottoposti a tutela legale.
A livello locale nelle otto regioni del paese, è istituito un Ufficio per la Tutela
(Landeskonservatorat), organo periferico del Bundesdenkmalamt responsabile sulle questioni
urbanistiche in generale e della conservazione dei beni culturali sul territorio di sua competenza
amministrativa.
In Austria il "Bundesdenkmalamt" è l'autorità subordinata al Ministero Federale della Scienza e
della Ricerca responsabile per tutte le questioni concernenti la conservazione e protezione dei
monumenti storici. Questo campo di attività comprende sia lo studio e il monitoraggio che la
registrazione del patrimonio artistico nell'intero territorio nazionale; mentre la conservazione copre
sia gli aspetti legali che quelli pratici.
Gli inventari
In Austria esistono due tipi di inventario: il primo è il "Österreichische Kunsttopographie", iniziato
nel 1907. Ha pubblicato più di cinquanta volumi che coprono approssimativamente il 15% del
territorio; questo "Arttopography" è un rilievo dettagliato basato su una ricerca sulle fonti e studi
sulla letteratura di riferimento. I testi sono illustrati da fotografie e planimetrie, per gli edifici più
importanti ci sono cataloghi di planimetrie storiche e disegni (prospetti, assonometrie, ecc.); ogni
volume ha ricchi indici di persone, artisti, iconografia, ecc. Una ventina di anni fa fu deciso di dare
il via a un nuovo tipo di inventario che provvedesse a dare una visione generale del patrimonio in
modo snello e facilmente consultabile. Questo nuovo inventario è basato sul "Dehio, Handbuch der
Kunstdenkmäler". Questo Dehio, che esiste in tutti i paesi di lingua germanica, fu iniziato da Georg
Dehio in Germania nel 1901 come una specie di guida specializzata per il pubblico interessato e
come strumento pratico per i conservatori.
Con la trasformazione del "Dehio Handbuk" questo strumento è divenuto un primo inventario
preliminare, che può non solo coprire il patrimonio emergente (chiese, palazzi, castelli) ma il
patrimonio come un insieme comprensivo del numero rilevante di costruzioni secolari: architettura
residenziale, rurale, industriale.
L'amministrazione del materiale documentario raccolto in queste varie attività è condotto
dal"Bundesdenkmalamt" con l'ausilio di un sistema di elaborazione dati informatizzato.
Il primo passo in questa direzione fu fatto nel 1987 con lo studio commissionato a una agenzia
specializzata, e in seguito fu delineato un programma di lavoro per l'automazione dell'intero
processo di immissione dati e della loro gestione. Dal 1923 in Austria, i singoli monumenti di ogni
tipologia e genere, i siti archeologici sia di proprietà pubblica che privata, sono stati posti sotto
tutela. La registrazione EDP dei dati riguardanti questi beni (approssimativamente 20.000),
archiviati fino ad oggi in diversi e sparsi inventari, ha costituito la base per ulteriori registrazioni e
raccolte di dati.
Belgio
Enti e legislazione a tutela del patrimonio
In Belgio la Legge di riferimento, a livello nazionale, per quanto riguarda la tutela del patrimonio
storico, artistico e culturale è la Legge 7 agosto 1931 "Sulla conservazione dei Monumenti e dei
Siti", integrata e modificata nel tempo da altre norme.
Il Registro del patrimonio culturale deve comprendere i beni aventi "valore storico artistico,
archeologico, archeologico-industriale, scientifico, sociologico o folkloristico", individuati su
decisione del Ministero, dopo aver consultato il Servizio di Stato per la tutela dei monumenti e del
paesaggio e la Commissione Reale per i Monumenti e i siti. La materia è regolamentata per i beni
immobili e i siti da un Decreto del 1976. La Regione Fiamminga, competente in materia di
monumenti e siti, ne ha inscritti al registro circa 8.000.
La Comunità Francese sta elaborando una nuova normativa, e per ora fa riferimento in materia di
monumenti urbani e rurali e siti al Decreto del 1976 che modificava parzialmente la Legge
nazionale del '31. Un Decreto regionale relativo a monumenti, siti e scavi archeologici, a
integrazione del Codice Vallone di Pianificazione Territoriale, prevede la regolamentazione delle
prospezioni archeologiche e degli scavi in aree archeologiche individuate dal Ministero e comprese
nella "Carta dei Siti Archeologici della Regione Vallone", prevede inoltre la competenza in materia
di classificazione delle aree stesse e di esproprio.
L' "Architectural Inventory Programme"
La pubblicazione dell'inventario che copre l'intero territorio è portata avanti dai seguenti enti:
- Divisione per i Monumenti, Siti e Scavi del Direttorato Generale per lo Sviluppo Territoriale
(Ministero della Regione Vallone)
- Ufficio per i Monumenti e i Siti (Bestuur Monumenten en Landschappen-BML)
dell'Amministrazione per lo Sviluppo Territoriale (Ministero delle Comunità Fiamminga), con
uffici in ogni provincia
- Regione Bruxelles-Capitale
Metodo di indagine
L'inventario studia sistematicamente i vari distretti e le sotto-divisioni amministrative delle nove
province del paese. Le unità topografiche hanno varie configurazioni storiche e geografiche e di
tipologie architettoniche e insediative; le città e gli insediamenti storici sono spesso esaminate come
unità e nelle Fiandre, divise in settori storici e urbanistici.
Un registro degli architetti e dei restauratori e un registro delle fonti bibliografiche e archivistiche
accompagnano l'inventario generale.
I volumi, articolati provincia per provincia sono a disposizione del pubblico specialistico o meno,
mentre non è completa la informatizzazione dei dati. In Fiandra sono stati computerizzati e
confrontati i dati scientifici e amministrativi di circa 5.000 monumenti "listed" con il sistema
sviluppato per la documentazione fotografica dall'Istituto Reale per il Patrimonio Artistico, la
Regione Vallone ha computerizzato i dati amministrativi del suo patrimonio classificato.
La pubblicazione del "patrimonio Monumentale del Belgio-Regione Vallone, consiste in 16 volumi,
lavoro svolto da 15 persone, la Comunità Fiamminga ha pubblicato 15 tomi in 32 volumi; la
Regione Bruxelles-Capitale ha pubblicato l'inventario del Centro Storico, di cui la Comunità di
lingua tedesca ha curato la traduzione dal francese.
Croazia
L'organismo principale competente per la documentazione e la protezione del patrimonio culturale
in Croazia è la Direzione per la Protezione del Patrimonio Culturale (dipendente dal Ministero della
Cultura) che compila e mantiene aggiornato l'Inventario Centrale Nazionale del Patrimonio
Architettonico.
Questo Inventario nel senso di un data base computerizzato è stato concepito nei tardi anni '80 e,
riferendosi al 1999, ha raggiunto il numero di circa 9.2000 voci. In primo luogo, come riferimento
per la compilazione dei dati viene consultato il Registro Nazionale dei Monumenti (List), ma anche
altre fonti archivistiche bibliografiche e rilievi sul campo.
Il data base informatizzato è stato creato in formato dBASE IV, tuttavia, dati i problemi tecnici e in
generale lo sviluppo tecnologico in questo campo, è stato deciso recentemente di convertire
l'Inventario in un più moderno e avanzato programma, Microsoft Access.
Si è deciso ugualmente di migliorare l'inventario dal punto di vista delle strutture dei dati, così è
stata creata una nuova struttura basata sul Core Data Index (Raccomandazione R (95) 3 del
Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa agli Stati membri sul coordinamento dei metodi di
documentazione relativi agli edifici storici e al patrimonio architettonico in genere), per il momento
è l'unico standard internazionale in uso per la gestione del data base dell'inventario.
Gli standard strumentali propri della Croazia sono in uso simultaneamente a lavori e studi per
definire nuovi standard che siano allineati a quelli generalmente in uso negli altri paesi europei in
modo da facilitare lo scambio di dati e la compatibilità delle banche dati informatizzate,
specialmente sono in corso di revisione o creazione ex-novo strumenti di indicizzazione, lessici
controllati, terminologia, gerarchizzazione dei vocaboli.
Danimarca
Enti e normativa a tutela del patrimonio
In Danimarca la tutela del patrimonio storico artistico e culturale in generale è affidata al Ministero
degli Affari Culturali (Kulturministeriet) per quanto riguarda i beni mobili e al Ministero
dell’Ambiente e dell’Energia (Milj & Energiministeriet) per i beni immobili.
Il documento ufficiale di riferimento per la salvaguardia del patrimonio culturale della Danimarca è
la Legge sui Musei n° 584 (del 31 Agosto 1989), che disciplina il funzionamento dei musei, ne
promuove la collaborazione, e definisce strutture e ruoli delle competenze centrali e decentrate
(Consiglio Danese dei Musei, Consigli Locali dei Musei, Museo Reale di Belle Arti).
La “Legge per la Protezione della Natura” intende proteggere il paesaggio naturale con
connotazioni anche culturali che abbia importanza nazionale e internazionale (laghi, prati, corsi
d’acqua e habitat particolari), ed è amministrata in collaborazione con le contee della Danimarca e
con altre autorità locali, anche per quello che riguarda la pianificazione territoriale e gli interventi di
sviluppo urbano.
L’Agenzia è responsabile dei circa 30.000 monumenti e siti antichi della Danimarca (rovine,
dolmen, insediamenti preistorici), per i quali garantisce le azioni di conservazione e di restauro
agendo direttamente o delegando alleautorità locali.
L’ “Atto per la Salvaguardia degli Edifici” regolamenta le azioni e le modalità di tutela degli edifici
storici: in Danimarca sono circa 9000 gli edifici sottoposti a tutela (castelli e case medioevali,
edifici storici o anche recenti ma di particolare pregio ed altri meno importanti, ma che significativi
delle condizioni di vita e delle tecniche e modi insediativi o produttivi in determinate fasi storiche).
L’Agenzia e le amministrazioni municipali collaborano insieme anche alla catalogazione del
patrimonio architettonico, di ambienti urbani (centri storici, insediamenti). Questo lavoro di
inventariazione e classificazione viene pubblicato negli “atlanti municipali”, che costituiscono la
base conoscitiva per gli strumenti di pianificazione urbana.
Rilevamento sistematico degli edifici ai fini di tutela
Il rilievo del patrimonio edificato nazionale con finalità di protezione è portato avanti dalle autorità
competenti con rilievi sistematici e possono essere di due tipi:
• Rilievi geografici che possono essere iniziati per un’area coperta da documentazione del
tipo di atlanti municipali, elenchi inventariali ecc.. Specifici esempi di questo tipo di
rilievo sono i preservation proposal completati e aggiornati nel 1989 nella città di
Haderslev.
• rilievi tematici che possono essere basati su una particolare tipologia di edifici, l’opera di
un particolare architetto o simili temi. Specifici esempi di questo tipo di rilievo sono i
preservation proposal completati fra il 1989 e il 1990 per le stazioni ferroviarie.
Survey of Architectural Values in the Environment (SAVE)
Nel 1975 la Carta Europea per il Patrimonio Architettonico ha introdotto il termine “conservazione
integrata” e la Convenzione di Granada per la Protezione del Patrimonio Architettonico in Europa
(1985) ha ribadito l’importanza di questo aspetto aggiungendo la definizione delle diverse forme di
patrimonio architettonico. In questa ottica va menzionata la Convenzione di Malta per la Protezione
del Patrimonio Archeologico (1992) che ha introdotto il concetto di “anticipatory approach”che è
anch’esso in connessione con la protezione del patrimonio architettonico. Le linee guida sono
dunque:
1. il passaggio da una protezione esclusiva a una concezione più vasta del termine che
includa e richieda la partecipazione della popolazione residente o coinvolta
2. la intersettorialità fra cultura e ambiente
3. attenzione alle istanze dello sviluppo sostenibile da cui la considerazione delle risorse
usate nel restauro proporzionate a quelle impiegate per il nuovo edificato,
principi che hanno informato il programma danese ReSAVE.
Il paesaggio culturale
La Protection of Nature Act fornisce l’opportunità di proteggere un largo numero di aree come zone
rurali e riserve naturali. Il 4,2% del territorio danese, corrispondente a 179.115 ettari è protetto dalla
legislazione sulla conservazione del territorio rurale. Le aree sono “listed” e la loro supervisione è
di competenza delle autorità regionali. La P.of N. Act consente anche la tutela di certe componenti
come argini e valli di confine, lande, pantani. Quando nell’area sussistono edifici o complessi
edificati “listed” come nel caso di castelli, i parchi e giardini e l’area agricola circostante sono
protette ove costituiscano un insieme coerente. Questi insiemi sono di solito protetti sia dalla
Protecion of Nature Act che dalla Preservation of Buildings Act.
Finlandia
In Finlandia il Ministero dell’Istruzione è l'ente competente per la promozione e lo sviluppo delle
attività culturali, il Dipartimento per la Politica Culturale segue specificatamente la materia
riguardante il patrimonio culturale in genere.
L’autorità centrale responsabile della tutela del patrimonio storico artistico è il Museovirasto
Museiverket (Ente Nazionale per le Antichità) fondato nel 1972, e anch’esso organo del Ministero
dell’Istruzione; questo ente garantisce la salvaguardia del patrimonio culturale finlandese,
approfondendone e diffondendone la conoscenza. All’interno dell’Ente Nazionale per le Antichità
sono attivati i seguenti uffici o dipartimenti:
- Dipartimento per l’Archeologia ha competenza sui siti preistorici,
- Dipartimento per i Monumenti e i Siti è responsabile dei luoghi storici,
- Museo Marittimo della Finlandia che si occupa dei reperti marittimi e delle imbarcazioni
storiche.
Il Dipartimento per i Monumenti e i Siti ha il compito di catalogare, studiare e preservare i siti
storici, di provvedere alla spese di manutenzione di castelli e fortificazioni di proprietà statale o
pubblica, di sviluppare le metodologie di conservazione e restauro. Ai livelli provinciale e
municipale è stata affidata parte della responsabilità in materia di tutela del patrimonio storico: a
partire dal 1996, le mansioni connesse all’amministrazione delle antichità e alla salvaguardia degli
edifici storici sono state infatti trasferite progressivamente alle provincie con il concorso dei musei
provinciali.
L'inventario del patrimonio architettonico
La inventariazione del patrimonio architettonico nazionale in Finlandia è iniziata in modo
sistematico negli anni '60. Il problema posto da questi primi inventari era la disomogeneità
metodologica, la diversità dei criteri selettivi, in una parola la mancanza di uniformità. Nel 1980 il
National Board of Antiquities and Historical Monuments ha adottato le raccomandazioni
dell'UNESCO per compilare una nuova registrazione del patrimonio edilizio del paese. Il metodo si
basa su due schede di registrazione, una per i monumenti singoli e una per gli insiemi o aree di
interesse storico-culturale, questa schedatura, ora informatizzata costituisce il data base nazionale
centrale.
I criteri che informano l'inventario e determinano la selezione dei monumenti, insiemi e siti sono:
- interesse architettonico
- etnologico
- storico
- ambientale (importanza nel contesto)
I criteri hanno poi un triplice livello:
-
importanza nazionale
regionale
provinciale
locale
Francia
Enti competenti in materia di tutela del patrimonio
La protezione dei monumenti storici è competenza del Ministero della Cultura ed è attuata:
•
A livello centrale dal Dipartimento dell’Architettura e del Patrimonio (DAPA)-Sotto-direzione
dei monumenti storici (MH)
• A livello regionale dalla Direzione Regionale degli Affari Culturali (DRAC) e in particolare dai
Conservatori regionali dei MH
La protezione del patrimonio archeologico è di competenza del Ministero della Cultura ed è attuata
•
A livello centrale dal Dipartimento dell’Architettura e del Patrimonio (DAPA) -Sotto-direzione
dell’archeologia, che definisce, orienta e valuta la politica in materia
• A livello regionale dalla Direzione Regionale degli Affari Culturali (DRAC) e in particolare dal
servizio regionale per l’archeologia
La protezione delle aree di rispetto (abords) dei MH è di competenza del Ministero della Cultura ed
è attuata
•
a livello centrale dal Dipartimento dell’Architettura e del Patrimonio (DAPA) -Sotto-direzione
della Qualità degli Spazi dell'Architettura
• a livello dipartimentale dagli Architetti per l'Edilizia di Francia (ABF)
La protezione delle aree naturalistiche è di competenza del Ministero dell'Ambiente svolta:
•
a livello regionale dai DIREN (Dipartimenti Regionali per l'Ambiente) e in particolare dagli
ispettori dei siti
• a livello dipartimentale dagli ABF
La politica dei secteurs sauvegardés è condotta dal Ministero della Cultura e attuata
congiuntamente al Ministre de l'Equipment ed è svolta:
•
•
a livello centrale, dal DAPA-Sottodirezione della qualità degli spazi e dell'Architettura
a livello dipartimentale, dagli ABF
La politica relativa alle zone di protezione del patrimonio architettonico, urbano e paesaggistico
(ZPPAUP) è in carico al Ministero della Cultura ed è attuata:
•
•
•
a livello centrale, dal DAPA-Sottodirezione della Qualità degli spazi e dell'Architettura
a livello regionale dalle DRAC (Direzioni regionali per gli Affari Culturali)
a livello dipartimentale dagli ABF
La politica di gestione e pianificazione del territorio e dello sviluppo rurale è di competenza del
Ministero della Pianificazione territoriale e dell'Ambiente.
Per l'esercizio delle sue competenze, dispone della Delegazione alla Pianificazione del Territorio e
dell'Azione Regionale (DATAR) e della Direzione per le Aree Rurali e le Foreste del Ministero
dell'Agricoltura; fa riferimento altresì al Commissariato Generale del Piano (CGP) e alla Direzione
generale delle Collettività Locali (DGCL).
La Sotto-direzione dell'Inventario, del centro studi e documentazione assicura la coerenza
metodologica tecnica e documentaristica all'insieme di azioni condotte sia dalla Direzione sia dagli
organismi decentrati; coordina la redazione della Carta del Patrimonio e le pubblicazioni
scientifiche della Direzione. Essa ha l'incarico di condurre l'Inventario Generale e coordina e
ripartisce a questo fine le risorse e i mezzi a disposizione fra i vari servizi decentrati, detiene inoltre
il Segretariato della Commissione Nazionale dell'Inventario Generale.
Principali strumenti legislativi
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Legge del 1913 sui monumenti storici,
1914, creazione della Cassa Nazionale dei Monumenti e dei Siti (CNMHS)
Legge del 1930 relativa alla protezione dei monumenti naturali e dei siti di carattere
artistico, storico, scientifico, leggendario o pittoresco,
1940, viene istituito l’Ordine Nazionale e l’Albo degli Architetti
Legge del 1941 sulla regolamentazione degli scavi archeologici,
Legge del 1943 che istituisce gli abords di 500 metri circostanti i monumenti classés
Legge del 1962 sui settori di salvaguardia (detta "Legge Malraux")
1964, istituzione dell’Inventaire Géneral des monuments et richesses artistiques de France
Legge del 1977 sulla pianificazione urbana,
1979, il Ministero dell’Ambiente organizza i servizi decentrati di architettura (SDA, in seguito
SDAP) e le delegazioni regionali per l’architettura e l’ambiente (DRAE che saranno integrati
nelle direzioni regionali per l’ambiente)
Legge del 1980 sulla protezione delle collezioni pubbliche,
1981, il Ministero della Cultura riceve dal Ministero dell’Ambiente la competenza sugli abords,
restano all’Ambiente le competenze sui siti naturali, i servizi decentrati pur restando
all’Ambiente sono a disposizione dei due Ministeri
1986, creazione in seno al Ministero dell’Ambiente della Direzione per l’Architettura e
l’Urbanistica (DAU) derivante dalla fusione della Direzione per l’Architettura e Direzione per
l’Urbanistica e i Paesaggi
Legge del 1983 sulla creazione delle Zone di protezione del Patrimonio architettonico e Urbano
(ZPPAU)
Legge del 1993 sulla creazione delle Zone di protezione del Patrimonio architettonico e
Urbano e di valorizzazione dei Paesaggi (ZPPAUP)
Legge del 1996 che istituisce la Fondazione per il Patrimonio
1998, fusione delle due Direzioni per l’Architettura e Direzione per il Patrimonio in una unica
(DAPA)
Le procedure concernenti i monumenti storici si richiamano alla Legge del 31 dicembre 1913 sui
monumenti storici (emendata in successive fasi): stabilisce due livelli di protezione corrispondenti a
due categorie di monumenti, classés e inscrits
La modifica del 1943 alla legge del 1913 sulla protezione dei monumenti storici, introduce il
concetto di tutela delle aree contestuali i monumenti protetti. Già la legge del 193 relativa alla
protezione dei monumenti naturali e dei siti di carattere artistico, storico, scientifico, leggendario o
pittoresco, attribuiva una misura di classificazione a certe aree comprendenti edifici protetti al fine
di evitare ogni alterazione che compromettesse l'integrità storica ed estetica del monumento. Questa
medesima legge prevedeva la possibilità di creare zone di rispetto intorno ai siti e ai monumenti;
istituite per decreto, queste zone potevano comprendere prescrizioni e vincoli sia architettonici sia
paesaggistici. Molto complessa nella procedura attuativa, raramente questa legge ha avuto pratica
attuazione, tuttavia ha introdotto un principio di costume: i monumenti sono divenuti indissociabili
dallo spazio che li circonda. Questa procedura è sospesa quando l’edificio tutelato è all’interno di
una ZPPAUP che permette di sostituire questa procedura di protezione specifica che è concertata tra
lo Stato e le autorità comunali; il parere degli ABF è sempre richiesto per legge e in caso di
costruzioni ex-novo o demolizioni il suo nulla osta è indispensabile.
Territorio e Paesaggio, il Ministero dell'Ambiente
Il Ministero per la Protezione della Natura e dell'Ambiente è istituito nel 1971, per la prima volta
nella storia della Repubblica una istituzione ha la responsabilità della tutela del patrimonio
naturalistico, diverrà poi nel 1997 Ministero per la Gestione del Territorio e dell’Ambiente. Nel
1975 la Legge del 10/7 istituisce il Conservatoire de l’Espace Littoral et des Rivages Lacustres.
Con l’istituzione di questo organismo viene resa possibile l’acquisizione da parte dello Stato di
porzioni di territorio al fine di ristabilirne l’equilibrio ecologico e restituirlo alla fruizione pubblica.
Nel 1976 la Legge sulla Protezione della Natura affronta il problema del paesaggio ma è con le
Leggi sul decentramento e le leggi “Montagne” e “Littoral” che il paesaggio diviene oggetto
primario di attenzione con pari preoccupazioni per la sua salvaguardia alle istanze più squisitamente
ecologico-naturalistiche.
La Legge dell'8 gennaio 1993 sulla protezione e valorizzazione del paesaggio (Loi paysagére o Loi
Barnier) prevede l'elaborazione di "direttive paesaggistiche" per le aree di specifico interesse e
sottolinea la considerazione delle istanze paesaggistiche nei documenti di pianificazione urbanistica
e territoriale e nei permessi di costruzione. Con l'introduzione dello strumento delle "Directives de
protection et de la mise en valeur des paysages" lo Stato o autorità locali e territoriali possono
emanare direttive di tutela di aree a grande interesse paesaggistico; in base a questa legge i Piani
urbanistici comunali (POS) prevedono la salvaguardia del paesaggio rurale e il permesso di
costruire diventa permesso paesaggistico prevedendo studi sull'impatto visivo dell'opera di nuova
costruzione nel contesto del paesaggio circostante.
Le regole generali di pianificazione urbanistica si impongono laddove i comuni non si siano dotati
di un Piano d'Occupazione dei Suoli (POS) e trattano dei rischi naturali, ambientali, archeologici,
dei siti e dei paesaggi naturali o urbani. Tutti i documenti in materia urbanistica (schemi generali,
POS, piani di gestione di zona )hanno per obbiettivo la protezione dei siti e paesaggi urbani o
naturali. Il POS può identificare le zone sottomesse a regolamentazione particolare per proteggere
monumenti, interi quartieri, strade e altri settori presentanti un interesse estetico, storico, ecologico
o paesaggistico. I POS possono stabilire in modo preciso tutte le prescrizioni urbanistiche,
architettoniche e paesaggistiche necessarie per tutelare gli insiemi costruiti così come gli elementi
identificati del paesaggio. Il POS si preoccupa anche dell'inserimento armonico di nuove
costruzioni nel paesaggio urbano e può delimitare aree a edificazione interdetta o prevedere
demolizioni.
Fra gli strumenti di natura non normativa ma propositiva elaborati dalle autorità competenti ci sono
i Plans de paysage (dal 1990 sono stati avviati i primi), piani programmatici che hanno valore
propositivo e di conoscenza. I Piani per il paesaggio prendono in esame un territorio in evoluzione e
ne descrivono le caratteristiche costituenti la sua identità e le linee evolutive che lo hanno
trasformato; questi piani sono redatti in tre fasi:
1. conoscenza (il rapporto descrittivo)
2. elaborazione (obbiettivi e direttive di sviluppo)
3. programma (azioni e programmi)
I piani possono accompagnarsi a strumenti già esistenti come gli schémas dirécteurs o i POS.
Altro strumento non obbligatorio di programma è la Charte paysagére promosso da un Ente Parco o
da una Communauté de communes. La Carta del paesaggio elabora gli orientamenti per valorizzare
o restaurare il paesaggio di una zona rilevandone i valori paesaggistici e stendendo azioni concrete
di intervento tramite i contrats pour le paysage stipulati fra Stato, comunità locali e operatori
privati. Le aree oggetto di carta del paesaggio sono i parchi e i territori compresi fra più comuni di
cui è riconosciuto il valore paesaggistico.
Pre-Inventari nel campo del paesaggio
Due azioni particolari intraprese dalla Direzione di Architettura (DAPA) con i servizi regionali
concernenti le opere di intervento sul territorio e i giardini rimarchevoli sono da ricordare:
1. un pre inventario delle opere di intervento sul territorio e opere tecniche (canali e opere di
idraulica, ponti, viadotti, ferrovie e annessi) e significativi interventi di sistemazione sul
territorio effettuati nei secoli dal XVII al XIX, è stato iniziato nel 1982 in ciascuna regione.
Attualmente copre più della metà delle regioni francesi.
2. Un pre inventario dei parchi e dei giardini notevoli, progetto iniziato nel 1981, è stato sviluppato
con la collaborazione del Ministero della Cultura, con un vocabolario tecnico preciso,
(descrizione, valutazione dei giardini, loro rapporto col paesaggio). Il lavoro, cominciato a
livello regionale, è stato approfondito fino al livello dipartimentale e nel 1996 la totalità dei
dipartimenti era coperta.
L'obiettivo di questi inventari, oltre a permettere una conoscenza reale degli elementi del
patrimonio sovente misconosciuti o minacciati di sparizione, è di mettere in opera una politica di
protezione al titolo di monumento storico (MH) le opere tecniche più significative e i giardini
storici e al titolo di siti per le opere tecniche strutturanti un paesaggio e per i parchi.
Inoltre l'informatizzazione dei dati è messa in opera dal Servizio per l'Inventario Generale del
Ministero della Cultura, in particolare per ciò che concerne i parchi e i giardini.
Germania
Enti e legislazione a tutela dei beni culturali
In Germania la Costituzione Federale assegna i poteri in materia di beni culturali agli Stati federati
(Laender).
Alcuni aspetti legati alla tutela del paesaggio e alla pianificazione territoriale sono di competenza
dell'autorità centrale, ovvero alla confederazione (Bund). I Landesdenkmalamt si occupano della
tutela e dello studio dei beni culturali esistenti nel Land, della loro catalogazione e delle azioni di
intervento sui medesimi, come per esempio i restauri. Prima del 1975, la maggioranza dei Laender
non era ancora dotata di leggi specifiche sulla tutela del patrimonio, negli anni fra il 1975 e il 1980
sono stati elaborati dagli (allora) undici Laender strumenti legislativi diversi tra loro, anche se
riconducibili ad alcuni principi comuni ispirati ai documenti internazionali elaborati in occasione
dell’anno europeo per il patrimonio architettonico (1975) e su impulso del Comitato Nazionale per
la Tutela dei Beni Culturali (Deutsches Nationalkomitee fuer Denkmalschutz)
Con la riunificazione del Paese anche i Laender appartenenti alla ex Repubblica Democratica
Tedesca hanno legiferato in materia, producendo normative ex novo, o aggiornando quelle già in
vigore.
Lo strumento giuridico di protezione è quello del "listing" ovvero dell’iscrizione del bene culturale
in un elenco o inventario che comporta vincoli per i proprietari (i lavori di manutenzione e restauro
necessitano della preventiva autorizzazione e richiedono la supervisione delle commissioni tecniche
del Land).
Tutela del paesaggio e planning
Anche la responsabilità della gestione del patrimonio ambientale, similmente a quello culturale,
ricade sui Laender. Gli Stati della Repubblica Federale, secondo le direttive delle Leggi Federali
(Bundesgrundgesetzes) e gli obiettivi dei Programmi Ambientali Federali (Bundesumweltprogramme) emanano proprie normative e si dotano di propri strumenti attuativi. I Ministeri
Federali competenti in materia sono:
• Il Ministero Federale per l'Ambiente, la protezione della natura e le centrali nucleari,
• Il Ministero Federale per l'Alimentazione, l'Agricoltura e le Foreste,
• Il Ministero Federale per la Pianificazione Territoriale, Urbanistica ed Edilizia.
Essendo i Laender i responsabili della pianificazione del territorio e della protezione dell'ambiente,
ognuno di Essi sceglie a quale Ministero Federale demandare i compiti federali, emana le proprie
leggi facendo riferimento alle leggi-quadro ed elabora i propri piani attuativi.
L'attuale Legge Fondamentale (Bundesnaturschutzgesetz) del 1976, modificata nell'87 e nel '93 è
stata tradotta in leggi statali da tutti i Laender. Essa ha come obiettivo principale la protezione
dell'ambiente, ma anche del paesaggio nei suoi aspetti storici e culturali e contiene le seguenti
indicazioni:
- gli obiettivi generali per la politica di governo e tutela del paesaggio e del territorio
- definizione degli enti responsabili del raggiungimento di tali obiettivi
- strumenti attuativi per la pianificazione e la regolamentazione urbanistica
- aree o beni da sottoporre a vincolo di tutela naturalistica o paesaggistica e tipi di vincoli
applicabili
- sistemi per la difesa della flora e della fauna
- pianificazione e regolamentazione delle attività ricreative e turistiche
L'attuale Legge Fondamentale (Bundesnaturschutzgesetz) del 1976, modificata nell'87 e nel '93 è
stata tradotta in leggi statali da tutti i Laender. Essa ha come obiettivo principale la protezione
dell'ambiente, ma anche del paesaggio nei suoi aspetti storici e culturali e contiene le seguenti
indicazioni:
- gli obiettivi generali per la politica di governo e tutela del paesaggio e del territorio
- definizione degli enti responsabili del raggiungimento di tali obiettivi
- strumenti attuativi per la pianificazione e la regolamentazione urbanistica
- aree o beni da sottoporre a vincolo di tutela naturalistica o paesaggistica e tipi di vincoli
applicabili
- sistemi per la difesa della flora e della fauna
- pianificazione e regolamentazione delle attività ricreative e turistiche
La Legge fissa le caratteristiche delle aree ed elementi paesaggistici che possono essere oggetto di
tutela, i singoli Laender individuano queste arre con lo strumento del "listing", eseguendo la
catalogazione degli oggetti ritenuti passibili di vincolo di tutela. L'inserimento degli oggetti tutelati
nella pianificazione è oggetto dei Piani Paesaggistici Generali (Landschaftsrahmenplan) e dei Piani
Comunali. Questi strumenti coordinano le aree tutelate con i percorsi e le infrastrutture viarie e
turistiche, con zone cuscinetto e aree a vincolo differenziato (fasce di protezione)
La Legge fissa le caratteristiche delle aree ed elementi paesaggistici che possono essere oggetto di
tutela, i singoli Laender individuano queste arre con lo strumento del "listing", eseguendo la
catalogazione degli oggetti ritenuti passibili di vincolo di tutela. L'inserimento degli oggetti tutelati
nella pianificazione è oggetto dei Piani Paesaggistici Generali (Landschaftsrahmenplan) e dei Piani
Comunali. Questi strumenti coordinano le aree tutelate con i percorsi e le infrastrutture viarie e
turistiche, con zone cuscinetto e aree a vincolo differenziato (fasce di protezione)
I Laender attuano le attività previste dalla legge federale attraverso Piani attuativi finanziati dal
Governo: tra i vari programmi previsti in attuazione della legge sulla protezione della natura ci sono
programmi a protezione delle foreste, di tutela dei bacini fluviali e di riqualificazione naturalistica
degli argini, di salvaguardia del paesaggio.
I Piani Paesaggistici
I principali strumenti attuativi per la gestione del territorio sono i Piani Paesaggistici, essi sono
elaborati a diversi livelli gerarchici amministrativi.
I Piani Paesaggistici comunali seguono le direttive indicate dai Piani Paesaggistici Generali
(Landschaftsrahmenpläne) che dipendono dai Piani Paesaggistici statali (del Laender), questo
comporta il rispetto delle direttive generali e l'uniformità degli orientamenti fino all'attuazione a
livello locale (comunale). Questi piani possono venire integrati da piani speciali che gestiscono
ambiti particolari. A ogni piano paesaggistico corrisponde per la stessa area un piano urbanistico.
"Kulturlandschaft" , il Paesaggio Culturale
La tutela del paesaggio culturale storico è sancita dalla citata Legge Federale sulla Protezione della
Natura (Bundesnaturschutzgesetz). La legge definisce come oggetto di tutela i paesaggi culturali
storici e porzioni di questi con particolari caratteristiche di specificità, le aree di pertinenza dei
monumenti protetti dove la loro alterazione pregiudicherebbe le caratteristiche dei monumenti
stessi.
In seguito all'interesse che questo tema ha suscitato in Germania è stato avviato un "Catasto dei
paesaggi culturali storici" (Kataster Historischer Kulturlandschaftten) in Bassa-Sassonia, con la
prospettiva di estenderlo a tutto il territorio federale.
Il Kataster si propone di censire tutti gli elementi del paesaggio che abbiano un valore storico e
culturale riconosciuto e recuperabile. Il Kataster è continuamente aggiornato con il lavoro di
rilevamento coordinato dagli organismi locali per la protezione della natura (all'interno delle
Amministrazioni Distrettuali o Provinciali).
Irlanda
Enti e legislazione a tutela del patrimonio
In Irlanda il patrimonio culturale è tutelato dalla Legge sui Monumenti Nazionali, (National
Monuments Acts, 1930-1987) il cui testo comprende e emenda la normativa precedente (National
Monuments Act n. 2 del 1930, del National Monuments Act n. 37 modificato nel 1954, e del
National Monuments Act n. 17 modificato nel 1987).
L’elenco aggiornato dei monumenti nazionali oggetto di tutela viene periodicamente pubblicato e,
nel caso di proprietà privata, vincola il proprietario alla notifica alle autorità competenti (enti locali
o Sovrintendenti ai Lavori Pubblici)
La legge disciplina anche gli scavi, le esportazioni e i restauri di beni archeologici, e stabilisce che
tutti i ritrovamenti casuali o meno, debbano essere notificati al Museo Nazionale d’Irlanda.
Il Dipartimento per le Arti, per il Patrimonio culturale, per il Gaeltacht e per le Isole (Duchas-The
Heritage Service-Department of Arts, Heritage, Gaeltacht and the Islands)è l’autorità centrale
competente in materia di beni culturali, ha il compito di elaborare le linee guida per la salvaguardia
del patrimonio storico culturale, compresi i corsi d’acqua, i parchi nazionali e il patrimonio
boschivo, i monumenti nazionali e i beni e siti storici, e attuare a livello nazionale le direttive e gli
obiettivi di tutela.
Patrimonio archeologico e architettonico:Il NIAH, Inventario Nazionale del Patrimonio
Architettonico
Un rilevamento completo su scala nazionale del patrimonio archeologico irlandese è stato portato
avanti per oltre due decadi da enti e figure diverse ed è stato poi continuato dal Duchas e portato a
compimento, l’inventario dei siti archeologici è uniformato a quello del patrimonio architettonico
per quanto riguarda l’informatizzazione e segue gli standard UE (Archaeological Heritage Core
Data Index).
Una compilazione corrispondente per quanto riguarda il patrimonio post-medievale è stato iniziato
nel 1990 con la costituzione del NIAH il cui scopo è documentare il patrimonio architettonico in
Irlanda in modo sistematico e uniformato dopo che varie campagne di rilevamento del patrimonio
architettonico erano state fatte per diversi scopi in varie zone del paese durante gli ultimi trenta
anni.
Il NIAH (National Inventory of Architectural Heritage), organismo del Duchas-The Heritage
Service, ha lo scopo di compilare un registro numerico completo del patrimonio architettonico postmedievale in Irlanda in forma di data base integrata e computerizzata. Il lavoro del NIAH si basa
sull’Articolo 2 della Convenzione di Granada che raccomanda l’istituzione di inventari centrali
nazionali che documentino e valutino il patrimonio architettonico nazionale.
Le componenti dell’Inventario
Sono quattro le componenti che strutturano l’inventario:
• documentazione del rilievo (testo)
• cartografia
• fotografie
• ricerca storica
• valutazione
Le informazioni testuali possono comprendere descrizioni scritte, rimandi a fonti di riferimento,
date dell’ispezione, dati sulla proprietà, o riferimenti incrociati con altri documenti di schedatura; le
informazioni cartografiche possono includere le coordinate sulla Griglia Nazionale, mappe a
stampa o digitali che identificano la localizzazione fisica della struttura; la documentazione
fotografica può comprendere fotografie relative al rilevamento o prese per documentare le
condizioni correnti della struttura; la documentazione storica può includere documenti, precedenti
registrazioni, mappe storiche e fotografie storiche; la valutazione fornisce una indicazione sul
valore storico culturale della struttura e sulle sue condizioni.
L’Articolo 1 della Convenzione, che è seguito dal NIAH nella sua attività, stabilisce i parametri di
questo lavoro con la definizione dell’espressione “patrimonio architettonico” sotto tre ampie
categorie: Monumenti, Gruppi di edifici, Siti. La definizione di queste categorie è:
• Monumenti: tutti gli edifici e le strutture di rilevante interesse archeologico, artistico, scientifico,
sociale o tecnico incusi i loro impianti e annessi
• Gruppi di edifici: gruppi omogenei di edifici urbani o rurali rilevanti per interesse archeologico,
artistico, scientifico, sociale o tecnico che siano sufficentemente coerenti da formare unità
topograficamente delimitabili
• Siti: aree il cui assetto è il risultato dell’azione congiunta dell’attività umana e della natura, che
comprendano insediamenti e siano sufficentemente caratterizzate e omogenee da essere
topograficamente delimitabili e che abbiano rilevante interesse archeologico, artistico,
scientifico, sociale o tecnico
Norvegia
Legislazione ed enti competenti per la tutela del patrimonio culturale
In Norvegia la politica e le azioni di protezione ambientale includono il patrimonio culturale: siti e
monumenti, ambiente e paesaggi culturali.
Insieme alle risorse naturali, sono l’elemento di principale interesse nella politica di coordinamento
ambientale e gestione delle risorse. L’autorità centrale norvegese responsabile della tutela del
patrimonio culturale è il Ministero per l’Ambiente: esiste infatti un forte legame tra tutela del
patrimonio culturale e del patrimonio naturale, essendo prioritario l'obiettivo di equilibrare le
esigenze di tutela della natura e le attività e le opere realizzate dall’uomo.
I più importanti strumenti legislativi finalizzati a questi scopi sono l’ “Atto sul Patrimonio
Culturale” del 9 Giugno 1978, modificato dagli emendamenti del 3 luglio 1992 e del 24 novembre
1995 e l’ “Atto sulla Pianificazione Urbanistica e sull’Edilizia” del 1920.
Il “Cultural Heritage Act”
definisce siti culturali e monumenti “tutte le tracce dell'attività dell’uomo nel suo ambiente fisico”.
Questa è una definizione a vasto raggio che comprende tutte le opere umane nell’habitat umano, dai
primi graffiti e insediamenti alle più moderne strutture dei giorni nostri.
I beni oggetto della tutela stabilita da questa norma vengono quindi classificati in quattro categorie:
- patrimonio archeologico, nel quale si comprendono aree e monumenti al di sopra o al di
sotto della superficie terrestre o marina e i manufatti ante 1537 AC
- edifici e monumenti appartenenti al periodo medievale (1030-1537),
- monumenti e beni culturali appartenenti al periodo post-medievale;
- beni culturali indipendentemente dal periodo cui risalgono.
I recenti emendamenti apportati al “Cultural Heritage Act” (1995) consentono di tutelare non solo i
monumenti e le aree archeologiche, ma intere aree, ambienti e paesaggi. Questi ultimi sono
identificati come gruppi di edifici, monumenti, siti o altri resti, comprese aree e edifici industriali,
siti appartenenti alla cultura Sami e paesaggi culturali, vale a dire paesaggi su cui l’intervento
umano è evidente (ad esempio complessi rurali, pascoli e coltivazioni, zone urbanizzate,
industrializzate, opere di ingegneria, ecc.).
Il "Plannig and Building Act" e altri strumenti normativi
Il “Cultural Heritage Act” del 1978 subentrata alla precedente legislazione del 1905 e 1951 è
affiancata e integrata con altre leggi che si occupano del patrimonio architettonico, come ad
esempio il "Planning and Building Act" del 1985, o il "Highwais Act" del 1963 e il Regulation of
Watercourses Act" del 1985, che contemplano regolamentazioni specifiche che concernono
l'ambiente in relazione con il patrimonio culturale.
L’Atto sulla Pianificazione Urbanistica e sull’Edilizia costituisce il principale strumento per
regolamentare la pianificazione a livello locale e specifica le responsabilità e le modalità cui ogni
ente locale deve attenersi nel processo di pianificazione edilizia.
In base alla legge, ogni ente locale può istituire zone speciali di tutela (specie se in presenza di
edifici, monumenti o luoghi di interesse archeologico o architettonico) e promuovere le azioni più
opportune per la protezione di aree paesaggistiche di particolare interesse o pregio.
Il "Nature Conservation Act"
La Legge relativa alla conservazione della natura (19 giugno 1970), ha come quella relativa al
patrimonio culturale, un oggetto specifico: conservare la qualità dei paesaggi naturali.
Le disposizioni del paragrafo 5 permettono altresì di designare dei paesaggi culturali importanti
come paesaggi protetti e di impedire che ne siano alterate la natura e le caratteristiche.
Le disposizioni del paragrafo 3 possono essere invocate per impedire tutte le azioni suscettibili di
portare danno a un monumento o sito che si trovi in un parco nazionale.
Gli inventari
• Inventario delle chiese norvegesi
L’inventario copre tutte le chiese del periodo medievale, ma per il periodo post Riforma include
solo le costruzioni appartenenti alla Chiesa di Norvegia.
• Inventario dei Siti e dei Monumenti Archeologici
Questo inventario è tenuto dai cinque musei regionali; la data che ne è il limite discriminante è
l’introduzione della cristianità (AD 1030) che tradizionalmente segna la fine dell’era vichinga e
l’inizio del Medio Evo in Norvegia. I siti conosciuti sono riportati su serie di mappe in scala 1:
5.000. La registrazione sistematica iniziò nel 1963.
• SEFRAK: Inventario del patrimonio architettonico norvegese
Il terzo progetto di documentazione del patrimonio (presentato a Strasburgo alla Tavola Rotonda di
Esperti di Inventario nel 1987) è conosciuto come SEFRAK, impostato e avviato nel 1973 dal
Council for Culture, è passato successivamente alla competenza del Dipartimento per l’Ambiente.
A seguito della riorganizzazione del settore il progetto fa ora parte del Central Office of Historic
Monuments and Sites (dal 1990 Direttorato). A differenza dell’Inventario delle chiese di Norvegia
dove l’accento è posto sulla pubblicazione nei modi tradizionali, il SEFRAK ha per scopo la
creazione di un data base contenente informazioni selezionate.
Il campo di studio e lavoro connesso al SEFRAK è organizzato dall’ufficio locale (regionale) per il
patrimonio culturale ed è portato avanti distretto per distretto da personale appositamente formato e
usando schede standardizzate. Tutto il patrimonio costruito post-medievale è oggetto di questo
sistematico inventario Il lavoro di informatizzazione dei dati raccolti è iniziato nel 1985, per le aree
rurali è stato completato nel 1992, contemporaneamente all'informatizzazione dei dati testuali si sta
portando avanti la digitalizzazione delle planimetrie e disegni, delle mappe e del materiale
fotografico, l'obiettivo è di rendere consultabile on line l'intero corpus dei dati raccolti (testi e link
con immagini e mappe) organizzato in un data base centrale.
Olanda
Enti e legislazione a tutela del patrimonio
Il Ministero per l'Istruzione, la Cultura e la Scienza (Ministerie van Onderwijs Cultuur en
Wetenschappen) è l'organismo centrale che nei Paesi Bassi ha la responsabilità per le politiche
culturali e di tutela del patrimonio artistico e storico-culturale.
La conservazione degli edifici e dei siti storici è nei propositi del governo sin dal 1874, l'interesse e
la concretizzazione per gli obiettivi di conservazione e ripristino del patrimonio sono stati centrali
dopo il secondo conflitto mondiale, quando si è reso necessario riparare i danni della guerra.
La “Legge sui Monumenti e gli Edifici di Interesse Storico” del 1961 ha sottoposto a tutela non solo
singoli edifici, ma anche insiemi e complessi architettonici urbani, come i centri storici. La
normativa prescrive la redazione di un registro degli edifici di interesse storico che ogni
municipalità deve compilare, obiettivo completato nel 1970, e proibisce l'alterazione o la
demolizione di edifici iscritti in questa lista senza l'autorizzazione del Ministero.
L'attuazione di queste competenze è svolta dal Dipartimento per la Conservazione degli Edifici e
dei Siti Storici dei Paesi Bassi (Rijskdienst voor de Monumentenzorg, RDMZ), che è anche organo
consultivo per i Comuni in materia di concessioni edilizie e progettazione e realizzazione di opere
di restauro. I beni vengono inseriti catalogo sulla base delle indicazioni fornite dai comuni nel cui
territorio sono situati. Una volta inserito nel catalogo, il bene gode di tutela legale e può beneficiare
di finanziamenti. Il Fondo Nazionale del Restauro costituito nel 1985 disciplina la materia delle
sovvenzioni e dei finanziamenti. La Legge del 1988 sui Monumenti e gli Edifici di Interesse Storico
non riguarda solamente il patrimonio architettonico, ma anche vestigia e siti archeologici. I compiti
del Ministero per l'Educazione, la Cultura e la Scienza comprendono: la catalogazione di strutture e
siti archeologici, la concessione delle autorizzazioni per gli scavi e le prospezioni, la tutela dei
monumenti archeologici protetti.
La legislazione a tutela dell'ambiente e del paesaggio
Il Ministero dell'Agricoltura, Gestione Ambientale e della Pesca ha pubblicato nel 1992 il
documento programmatico che stabilisce gli indirizzi e obiettivi della pianificazione del Paesaggio
Olandese per i prossimi trenta anni.
Le raccomandazioni di questo documento intendono promuovere "la conservazione, il restauro e lo
sviluppo di un paesaggio di alta qualità", intendendo la qualità sia da un punto di vista estetico, che
ecologico, che funzionale.
La prima legge che fa riferimento ai temi di miglioramento e tutela del paesaggio è la Legge sul
Miglioramento Fondiario del Territorio Agricolo del 1954, che definisce per la prima volta dei
"Piani Paesistici preliminari" per le aree rurali soggette a riordino fondiario e "Piani Strutturali per
il Paesaggio" per la tutela ambientale e paesaggistica del territorio. In seguito la Relatienota del
1975 definisce tre tipi di regolamento per la gestione del paesaggio:
- Regolamento per la identificazione di elementi paesistici
- Regolamento per il mantenimento di elementi paesistici
- Regolamento per i criteri di gestione del paesaggio
Questa Relatienota ha ispirato la successiva Legge sullo Sviluppo del Territorio Agricolo (1985)
che definisce il Piano Nazionale Strutturale per lo sviluppo delle aree agricole e lo Schema di Piano
di Struttura sulla natura e sulla conservazione del paesaggio (1981-86). Nel 1994 viene definito il
programma "Paesaggi Culturali in Olanda" che identifica undici aree selezionate fra i paesaggi
olandesi che hanno accesso a finanziamenti rivolti alla tutela e riqualificazione paesistica, con
intenti non solo conservativi ma anche di sviluppo e utilizzo. In particolare i Piani di Conservazione
(secondo il Monument Act-1961) comprendono:
- Registro degli edifici vincolati, redatto dall'Agenzia Nazionale per i Monumenti e
gli Edifici Storici
- Registro delle aree di conservazione urbane e dei villaggi storici
- Ordini di Conservazione, riguarda i vincoli posti su singoli edifici o aree di
conservazione
- Aree di rinnovo urbano, definisce aree da tutelare o recuperare e prescrizioni in
materia ambientale-paesistica
Nell'intero paese sono stati inventariati circa 165.000 edifici e complessi, circa 650 aree di speciale
valore, le quattro città principali (Amsterdam, Rotterdam, L'Aia, Utrecht) comprendono il 5% e il
10%, rispettivamente, di queste voci (in totale contano circa 9.000 edifici o complessi e 66 aree
speciali).
Le aree di speciale valore possono essere non esclusivamente residenziali: villaggi giardino, parchi,
canali e opere connesse, villaggi industriali o complessi residenziali di edilizia sociale.
Portogallo
Il quadro normativo della classificazione del patrimonio
La classificazione dei beni immobili di interesse culturale fa riferimento al Decreto-legge del 7
marzo 1932, alla Legge del 11 giugno 1949 e alla Legge 13/85. Considerando il loro valore relativo
i beni immobili di interesse artistico, storico o culturale in genere, possono essere classificati come:
• Monumento Nazionale
• Immobile di interesse pubblico (IIP)
• Valore riconosciuto (VC)
La Legge 13/85 ha proceduto a una distinzione ulteriore istituendo le categorie:
• Monumento
• Insieme (Complesso)
• Sito
Secondo le convenzioni internazionali e stabilendo una graduatoria di importanza relativa crescente:
• Interesse locale
• Interesse regionale
• Interesse nazionale
• Interesse internazionale
Secondo la Legge 13/85, non potendo essere estese le categorie in vigore (Leggi 1932 e 1949), può
essere ampliato l'ambito di protezione e classificazione attraverso la costituzione di :
• Zone speciali di protezione (Zep's)
• Zone non aedificandi
Queste ultime con la creazione di aree cuscinetto che hanno lo scopo di minimizzare l'impatto
costruttivo o per la salvaguardia delle aree archeologiche; tuttavia è automaticamente aggregata a
ogni istruzione di procedimento di classificazione la costituzione di una zona di rispetto di 50 metri.
I criteri che conducono alla classificazione di un determinato bene si basano sulle seguenti
valutazioni:
• Interesse artistico e storico
• Interesse socio-culturale
• Interesse tecnico-scientifico
• Integrità del bene
• Autenticità e coerenza stilistica
• Esemplarità
L'IPPAR
Dipendente dal Ministero della Cultura, l'IPPAR (Istituto Portoghese per il Patrimonio
Architettonico) promuove la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio comprendendo gli
edifici e le altre costruzioni di speciale interesse storico, architettonico, artistico, scientifico, sociale
o tecnico. L'IPPAR è anche responsabile della conservazione, riqualificazione e restauro per gli
edifici classificati e i siti che appartengono allo Stato, per le rovine e le vestigia archeologiche
classificate e i siti gestiti dallo Stato. Il sistema di classificazione del patrimonio che è sotto la
giurisdizione dell'IPPAR è in via di informatizzazione, i dati costituiranno un data base con un
sistema di riferimento cartografico georeferenziato e sarà accessibile tramite Internet
(www.ippar.pt). Le attività dell'IPPAR comprendono progetti di restauro e interventi di
valorizzazione, mostre, conferenze, seminari e attività di ricerca e pubblicazioni.
Il Patrimonio archeologico, l'IPA
Dipendente dal Ministero della Cultura, l'Istituto Portoghese di Archeologia (IPA) gestisce i beni
archeologici mobili e immobili di proprietà dello Stato e assicurare lo svolgimento del compito di
inventario, studio, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio archeologico. In collaborazione con
questo ente e l'IPPAR del Ministero della Cultura e il Ministero per il Turismo dal 1994 sono stati
studiati circuiti archeologici che valorizzino e facciano conoscere siti selezionati per la loro
particolare importanza e ricchezza. La selezione dei siti tiene conto sia delle caratteristiche
monumentali e storiche sia della ricchezza paesaggistica.
Protezione del patrimonio ambientale e paesaggistico, l'Istituto per la conservazione della
Natura (ICN)
L'Istituto per la conservazione della Natura (ICN), organismo statale dipendente dal Ministero
dell'Ambiente e dell'Ordinamento Territoriale ha per compito di portare avanti le politiche nazionali
di salvaguardia dell'ambiente e del paesaggio e di assicurare la gestione della Rete Nazionale delle
Aree Protette (parchi nazionali, riserve naturali, parchi naturali e monumenti naturali)
Le aree protette (classificate)
La proposta di classificazione di una di queste aree protette può essere avanzata da enti pubblici o
da privati, questa proposta deve essere accompagnata dai seguenti elementi:
• Caratteristiche dell'area sotto l'aspetto geografico, biofisico, paesaggistico e socioeconomico
• Giustificazione della necessità di classificazione dell'area protetta, che obbligatoriamente
deve includere una valutazione qualitativa e quantitativa del patrimonio naturale
esistente e le ragioni che impongono la sua conservazione e protezione
• Tipo di area protetta considerato il più adatto agli obiettivi di conservazione rilevati.
La proposta di classificazione viene valutata da una commissione tecnica dell'ICN e se valutata
positivamente viene sottoposta al Ministero dell'Ambiente e dell'Ordinamento Territoriale per la
ratifica. Il Decreto Regulamentar che classifica un'area protetta definisce:
• Il tipo e la delimitazione geografica dell'area e gli obiettivi specifici di salvaguardia
• Le attività o gli interventi proibiti o sottoposti a condizionamento
• Gli organi (Commissione Direttiva e Consiglio Esecutivo) la loro composizione, la
forma di designazione dei rispettivi titolari e le norme di base di gestione
• Il Piano di Ordinamento e rispettivo Regolamento.
Regno Unito
In tema di tutela e conservazione del patrimonio culturale, così come in generale, il Regno Unito si
contraddistingue nello scenario europeo per non avere una struttura legislativa e organizzativa
onnicomprensiva e omogenea, ma piuttosto per la caratteristica presenza di una varietà di enti e
organizzazioni la maggior parte dei quali sono quangos (organizzazioni non governative quasi
autonome) e molti altri appartengono al settore privato.
I beni immobili comprendono monumenti antichi, edifici storici e aree archeologiche.
In Inghilterra e in Galles le leggi sulla conservazione dei monumenti antichi e delle aree protette
datano dal 1882, anno dell' Atto sulla Tutela dei Monumenti Antichi (Ancient Monuments
Protection Act), che poneva sotto tutela 29 monumenti, scavi, antiche strutture in pietra e simili, di
cui Stonehenge era considerato il più importante. Questi monumenti erano indicati nella lista
(schedule) allegata all’Atto, da cui il termine “scheduled”, usato per indicare i monumenti nazionali
oggetto di tutela.
Già nel 1939, 4000 tra edifici ed aree erano state catalogate e godevano della tutela legale come
monumenti antichi.
La guerra portò a cambiamenti notevoli riguardo alla conservazione degli edifici: i bombardamenti
aerei furono responsabili di grandi distruzioni sia di edifici "scheduled" sia di edifici non classificati
ma considerati di interesse indubbio. Di conseguenza, i provvedimenti di tutela vennero estesi a tutti
gli edifici urbani o rurali di un certo valore, compresi i più recenti. Ora la tutela si applica sia ai
monumenti costruiti prima del 1700 e in disuso (scheduled monuments), sia a tutti gli edifici di
interesse storico e artistico, incluse le chiese e gli edifici antecedenti al 1939 (listed buildings).
Nel corso degli anni le politiche sulla tutela del patrimonio edilizio si sono confrontate con la
pianificazione urbanistica, e la tutela del patrimonio architettonico è compresa in un contesto più
ampio di sviluppo urbanistico e di utilizzo del territorio. Gli Atti sulla Pianificazione e lo Sviluppo
Urbanistico (Town and Country Planning Acts) del 1971 e del 1972 rimandano agli enti locali
azioni e competenze importanti, in modo particolare ai consigli distrettuali e ai relativi uffici per la
pianificazione urbanistica: l’elevato numero di edifici presenti nell’elenco di beni da tutelare
testimonia la positività di questo coordinamento, un ruolo molto attivo è esercitato anche dalle
associazioni private.
Legislazione principale
1882
1900
1909
1913
1931
1932
1937
1947
1953
1953
1962
1971
1972
1979
Ancient Monuments Protection Act (Atto sulla tutela dei Monumenti Antichi)
Ancient Monuments Protection Act (Atto sulla tutela dei Monumenti Antichi)
Housing, Town and Planning Act (Atto sull’Edilizia Abitativa,
sull’Urbanistica e sulla Pianificazione)
Ancient Monuments Consolidation and Ame ndment Act (Atto di
Unificazione sui Monumenti Antichi e Emendamento)
Ancient Monuments Act (Atto sui Monumenti Antichi)
Historic Buildings and Ancient Monuments Act (Atto sugli Edifici Storici ed i
Monumenti Antichi)
National Trust Act (Atto sull’Istituto Nazionale)
Town and Country Planning Act (Atto sulla Pianificazione e lo Sviluppo
Urbanistico)
Historic Buildings and Ancient Monuments Act (Atto sugli Edidici Storici ed
i Monumenti Antichi)
National Trust Act (Atto sull’Istituto Nazionale)
Local Authorities (Historic Buildings) Act (Atto sugli Enti Locali (Edifici
Storici)
Town and Country Planning Act (Atto sulla Pianificazione e lo Sviluppo
Urbanistico)
Town and Country Planning Act (Atto sulla Pianificazione e lo Sviluppo
Urbanistico)
Ancient Monuments and Archaeological Areas Act (Atto sui Monumenti
1980
1983
1984
Antichi e le Aree archeologiche)
National Heritage Act (Atto sul Patrimonio Nazionale)
National Heritage Act (Atto sul Patrimonio Nazionale)
National Heritage (Scotland) Act ( Atto sul Patrimonio Nazionale di Scozia)
Esempi di classificazione e inventariazione del paesaggio nel Regno Unito: Il Registro dei
Paesaggi, Parchi e Giardini di Speciale Interesse Storico in Galles
Il Register rappresenta il primo passo per l'identificazione e la conservazione dei paesaggi storici in
Galles, beni considerati la maggiore ricchezza culturale del paese e parti fra le più rappresentative,
minacciate e insostituibili del patrimonio del Galles.
Basato sulla ricerca di specialisti del territorio e del patrimonio storico, il Register presenta una
selezione di paesaggi di rilevante o speciale interesse storico, fra quelli che si sono conservati nel
modo più integro e che rappresentano la varietà, il tipo, la qualità e l'ampiezza del patrimonio
paesaggistico del Galles. Nel 1989 è stato iniziato in Galles questo lavoro di compilazione del
Register da parte dei partners e sostenitori del progetto. Il Register è stato iniziato con la selezione
dei Parchi e Giardini Storici di Inghilterra e Galles, l'opera è stata poi continuata con
l'individuazione per il Galles dei paesaggi di interesse storico e culturale; questa fase di
individuazione dei paesaggi storici è stata svolta sotto la direzione del Countryside Council for
Wales dal Gwynedd Archaeological Trust. La fase iniziale di studi esplorativi ha portato all'inizio
del 1993 alla compilazione vera e propria del Register.
I criteri applicati a varia scala a una diversità tipologica di siti storici e insediamenti data la varietà
di tipologie paesaggistiche e di territorio in Galles sono stati stabiliti all'inizio dell'opera di
compilazione del Register per identificare i paesaggi di eccezionale o speciale interesse e raffinati
ed elaborati in corso d'opera; i criteri ora definiti cui un paesaggio deve rispondere per essere
incluso nel Register (a uno o più di uno in combinazione) sono:
1. A sviluppo intensivo o largamente rimodellato
Paesaggi nei quali lo sviluppo o il cambiamento come risultato delle attività antropiche (land
use) sono stati cosi significativi da risultare una sostanziale alterazione degli elementi naturali
(landform) o semi-naturali (landcover): aree urbane, aree industriali, opere di ingegneria civile
su vasta scala, aree fortemente caratterizzate dal'uomo (coltivazioni, forestazione,
disboscamenti, ecc)
2. Periodo (definizione dello sviluppo storico)
Paesaggi nei quali il cambiamento o lo sviluppo come risultato delle attività antropiche si sono
arrestati ad uno o più stadi e le susseguenti alterazioni materiali ridotte: paesaggi fossili o relitti
che testimoniano l'attività dell'uomo all'interno di uno o più periodi, abbandonati o
essenzialmente immutati dopo la cessazione delle attività principali
3. Diversità storica (molteplicità nello sviluppo storico)
Paesaggi nei quali il cambiamento o lo sviluppo come risultato delle attività antropiche continua
e nei quali le testimonianze del passato di uno o più periodi si sono assimilate con gli elementi
naturali o semi-naturali, in particolare quelle aree nelle quali l'evoluzione storica è testimoniata
da varietà di caratteri archeologici o storici con una o più delle caratteristiche seguenti:
• Diverse forme dello stesso tipo o classe di caratteri
•
•
•
•
•
Differenti caratteristiche
Densità di caratteristiche relative
Valore relativo al contesto
Continuità attraverso diversi periodi storici
Caratteristiche relative allo sviluppo di determinati temi o processi
4. Scomparsa (paesaggi distrutti o alterati)
Paesaggi il cui uso e le cui caratteristiche passate possono essere dedotte da metodi di indagine
storici (documentarii) o archeologici.
5. Valore culturale
Paesaggi con associati con caratteri storici (eventi, tradizioni, leggende, folklore), artistici, letterari,
architettonici, tecnologici, religiosi, o culturali (singolarmente o combinati).
I criteri dell'integrità storica e della coerenza storico-culturale sono stati determinanti per la
selezione in quanto evidenziatori del senso di unità e omogeneità storica e culturale fra l'area e gli
insediamenti e l'uso del suolo. Le aree sono state delimitate geograficamente tenendo conto delle
relazioni visive e funzionali fra i siti, le caratteristiche naturali e no, i punti di interesse.
Slovenia
Cultural Heritage Office
Il Cultural Heritage Office (Dipartimento del Ministero della Cultura) ha iniziato nel 1991-92 lo
sviluppo del programma di documentazione del patrimonio Cultural Heritage Information System
che prevede l'inventariazione e la catalogazione del patrimonio culturale nel suo insieme.
La progettazione e l’implementazione di questo nuovo sistema sono frutto di una ricerca e di un
progetto di sviluppo specificamente sloveni. Per rendere più agevole l’implementazione il sistema è
articolato in moduli separati che fanno tutti riferimento ai medesimi Heritage Unit Reference
Numbers. Il sistema è conforme al CDI (Core Data Index recommendation by the Council of
Europe, 1995). La scheda base per la descrizione di ciascuna unità (edificio storico o monumento)
che costituisce il nucleo di ciascun sistema di inventario/documentazione del patrimonio; i dati più
particolareggiati o precisi di ciascuna unità è gestito attraverso i sotto-sistemi che sono connessi al
nucleo centrale.
Dal 1998 sono stati definiti i moduli del sistema:
•
•
•
•
•
CRH Central Register of Cultural Heritage
HDIS Heritage Documentation Information System
HGIS Heritage Geographic Information System
ISFH Information System for the Financing of Cultural Heritage
HEIS Heritage Export Information System
Il sotto-sistema di registrazione (CRH) copre tutte le tipologie di beni e costituisce un sistema
unificato di identificazione del patrimonio culturale facendo riferimento a una numerazione
progressiva unica per ogni bene (HRN-Heritage Reference Number). Il modulo di inventario è stato
sperimentato all'inizio del programma di sviluppo Documentation subsystem ma non è stato
implementato completamente e al momento è prevista la sua revisione e la riprogettazione, e, con
l'eccezione della scheda di registrazione minima (registration form) che è uniforme per tutti i tipi di
oggetti, all'interno dell'inventario si sta pianificando lo sviluppo di quattro diversi sotto-moduli per i
seguenti settori o campi del patrimonio:
§ Patrimonio architettonico
§ Patrimonio archeologico
§ "insiemi" insediamenti/aree edificate
§ "insiemi" paesaggi culturali
Il progetto è ancora in fase preliminare per quanto riguarda lo sviluppo in corso del sistema
informatizzato del Registration subsystem che è richiesto dalla nuova legislazione per la protezione
del patrimonio culturale adottata nel 1999. Il supporto informatico si avvale di un sistema di
informazione geografico (GIS) la cui fonte di dati è costituita dai sotto-sistemi di informazione
(Registrazione e Documentazione).
CRH, il Registro Centrale del Patrimonio Culturale
Costituisce il nucleo del sistema, conserva i dati basilari per ogni unità e le assegna il numero unico
di riferimento (HRN). Nel CRH vengono registrate tutte le unità del patrimonio culturale
indipendentemente dalla tipologia, dimensione, proprietà o tipo di tutela.
Le tipologie delle unità registrate (al dicembre 1998):
• Patrimonio archeologico
• Patrimonio architettonico
• Architettura religiosa
• Architettura memorialistica
• Patrimonio architettonico di parchi e giardini
• Insediamenti
La gestione del CRH è formalmente definita dalle “Regulations for the Managing of Central
Register of Cultural and Natural Heritage” (Official Gazette of the RS 26/95)
Spagna
Enti e legislazione a tutela del patrimonio
La legge "storica" sui beni culturali del 1913 è stata riformulata nell'agosto 1985 comprendendo
norme sul patrimonio storico spagnolo inteso come testimonianza della cultura e delle tradizioni
storiche della nazione.
La tutela giuridica si articola su due livelli di intensità, il primo, che prevede un grado di protezione
massimo, è previsto per i beni inclusi nel "Registro dei Beni di Interesse Culturale" (BIC). Un
secondo livello di tutela si applica ai beni mobili compresi nell'Inventario Generale dei Beni Mobili
di Interesse Culturale. Le leggi di tutela e regolamentazione in materia di beni culturali sono
attualmente applicate secondo un ampio programma di decentramento politico e amministrativo alle
regioni e alle aree nazionalmente omogenee (Catalogna, Province Basche, ecc). Le competenze
delle comunità autonome sono definite da Statuti approvati con leggi dello Stato. Le "Generalidad",
o Giunte, hanno competenza in materia di beni e attività culturali, archivi e biblioteche,
conservatori, pianificazione territoriale e urbanistica. Su tutte queste materie le "Generalidad"
legiferano, regolamentano e applicano la normativa, esercitando anche funzioni di controllo
sull'esecuzione e applicazione della legislazione. Le Giunte regionali si avvalgono dei "Consejos
del Patrimonio Historico", organi consultivi, e delle Commissioni provinciali.
In Spagna i primi inventari con carattere di regolarità e sistematicità per la classificazione del
patrimonio culturale sono stati avviati nei tardi ani ’70. Prima dell’abolizione della Legge sul
Patrimonio Culturale nel 1933, il Ministero della Cultura, attraverso il Dipartimento delle Arti, fu
incaricato di iniziare un inventario dei beni, di reperire la documentazione e di coordinare il lavoro.
L’Inventario Generale è incluso nella Legge sulle Proprietà Storiche di Spagna del 1985. Della
conduzione dell’Inventario sono incaricate le Comunità Autonome, mentre il Ministero della
Cultura è incaricato del coordinamento.
Svezia
Enti e legislazione a tutela del patrimonio
In Svezia il governo centrale detiene le competenze relative ai beni culturali tramite il
Kulturdepartementet (Ministero della Cultura); negli ultimi anni si è riscontrata la tendenza al
decentramento delle responsabilità a livello regionale e locale. Le ventiquattro contee ed i trentadue
musei regionali sono il livello amministrativo intermedio tra il governo centrale e le
amministrazioni comunali. Le Autorità Amministrative della Contea applicano la normativa sul
patrimonio storico, ad esclusione degli edifici sottoposti a tutela di proprietà dello stato.
In Svezia la legislazione sulla tutela del patrimonio culturale è fra le più antiche d'Europa: già nel
1666 fu approvata una legge che tutelava tutti i monumenti antichi in modo assai rigido, senza
ammettere possibilità di alterarne la struttura o demolirli.
Le principali leggi in materia di tutela del patrimonio artistico, storico e culturale sono:
- il Cultural Heritage Act (KLM) (Atto sul Patrimonio Culturale), in vigore dal 1 Gennaio
1989, la cui applicazione è affidata agli organi centrali dello Stato;
- il National Resources Act (NRL) (Atto sulle Risorse Nazionali), entrato in vigore il 1 Luglio
1987 applicata dagli organi centrali;
- il Planning and Building Act (PBL) (Atto sulla Pianificazione Urbanistica e sull’Edilizia), in
vigore dal 1987 e la cui applicazione è di competenza degli enti locali.
Monumenti e siti antichi
sono considerati le vestigia degli interventi realizzati dall’uomo nel passato, anche rappresentative
di antichi usi e modi di vita ora scomparsi o modificati.
Sono inoltre considerati monumenti anche le formazioni naturali associate ad usanze antiche, ad
eventi storici o a leggende del patrimonio del folklore nazionale.
I monumenti e i siti antichi sono sottoposti a tutela normativa automaticamente, senza il bisogno di
alcun atto amministrativo ulteriore.
Beni culturali e pianificazione del territorio
La Legge sulle Risorse Naturali stabilisce le competenze e definisce le priorità che le autorità
devono considerare nelle azioni di tutela del patrimonio culturale in rapporto alla pianificazione
urbanistica e territoriale di livello sia comunale che di contea. Nell'ambito della pianificazione sia
essa territoriale o urbanistica la tutela e la valorizzazione dei beni culturali è comunque considerata
prioritaria.
Svizzera
Enti e legislazione in materia di tutela del patrimonio
L’Ufficio Federale della Cultura (UFC) che dipende dal Dipartimento Federale dell’Interno si
occupa dello studio, protezione e valorizzazione del patrimonio culturale; dallo stesso Dipartimento
dipende la Commissione Federale per i Monumenti Storici (CFMS), organo consultivo che
collabora all’applicazione della normativa, alla redazione degli inventari e che fornisce pareri e
perizie alle autorità federali o cantonali in materia di salvaguardia del patrimonio.
In materia di tutela del patrimonio la legge di riferimento è il decreto federale del marzo 1958 per la
conservazione dei monumenti storici (DFMS).
Protezione del patrimonio
La tutela e la conservazione dei monumenti storici sono affidate alla Sezione patrimonio culturale e
monumenti storici del Ministero Federale della Cultura.
La Sezione patrimonio culturale e monumenti storici ha poi anche il compito di garantire gli
interessi della tutela degli insediamenti e dei monumenti storici nell’attuazione delle politiche
territoriali e urbanistiche, per esempio nella costruzione di strade nazionali, ma anche di progetti di
dimensioni minori, a livello cantonale o locale.
Da quando la Confederazione promuove la conservazione dei monumenti storici - oltre un secolo l'Archivio federale dei monumenti storici (AFMS) conserva le documentazioni sui lavori di
restauro. La raccolta, completata da donazioni e acquisizioni, comprende oltre due milioni di
documenti tra fotografie, negativi, planimetrie e rapporti che ripercorrono la storia dell'architettura,
dei monumenti storici, della protezione degli insediamenti e del paesaggio.
Protezione della natura e del paesaggio, legislazione, enti competenti
La tutela della natura e del paesaggio è basata su un articolo della Costituzione Federale approvato
nel 1962 che istituisce il concetto di tutela del paesaggio svizzero comprendendo le sue bellezze
naturali e le sue caratteristiche storiche e culturali, menzionando i luoghi storici, le tipicità degli
insediamenti così come le bellezze e i monumenti naturali.
- La legge Federale sulla protezione della natura e del paesaggio (LPN) del 1966 (con successivi
aggiornamenti) prevede che la Confederazione emani provvedimenti per la salvaguardia della
flora e della fauna indigene, finanzi progetti di tutela, assegni sussidi e finanziamenti e possa
espropriare o acquisire aree di rilevante interesse paesaggistico o naturale. Per quello che
concerne la gestione ordinaria i Cantoni sono gli organismi competenti, possono emanare norme
e predispongono gli strumenti amministrativi per gestire il patrimonio ambientale. Questa legge
prevede la compilazione di inventari del patrimonio paesaggistico, storico e naturale
L'Ufficio Federale della Cultura (UFC) si occupa del paesaggio storico e l'Ufficio Federale
dell'Ambiente, delle Foreste e del Paesaggio (UFAFP) si occupa prevalentemente del paesaggio
naturale, collaborano con questi due Uffici Federali la Commissione Federale per la Protezione
della Natura e del Paesaggio (CFPN) e la Commissione Federale dei Monumenti Storici (CFMS)
A livello cantonale il compito di tutelare il patrimonio naturale e paesistico è svolto dall’Ufficio per
la protezione della natura (UPN) che dipende dal Dipartimento per il Territorio e da parte della
Sezione dei Beni Monumentali e Ambientali della Divisione per la Pianificazione Territoriale.
Gli Inventari del patrimonio paesaggistico e insediativo
I tre principali Inventari che documentano il patrimonio naturale e paesaggistico svizzero sono:
L'Inventario federale degli abitati meritevoli di protezione (ISOS)
L'Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali di importanza nazionale (IFP)
L'Inventario delle vie di comunicazione storiche esistenti (IVS)
La Confederazione è competente per il censimento e la gestione dei beni e dei siti di interesse
nazionale, emana la normativa di riferimento per la tutela e finanzia la manutenzione, la gestione,
gli studi relativi ai beni protetti e interviene nelle procedure di esproprio.
Ai Cantoni spetta la gestione operativa delle aree tutelate e sono coinvolti nelle operazioni di
definizione e perimetrazione delle aree e dei siti, redigono una cartografia in scala minore (da
1:25.000 delle Carte d'inventario a carte in scala 1:5.000). Le autorità cantonali devono anche
provvedere all'inserimento nel Piano direttore cantonale e nei piani regolatori comunali dei beni a
inventario e applicare le direttive generali di protezione.
Inventario degli insediamenti svizzeri da proteggere (ISOS)
L'Inventario degli insediamenti svizzeri da proteggere, riferito anche agli ambienti rurali, (ISOS)
viene compilato da oltre vent'anni su incarico dell'UFC.
Presentando una panoramica degli insediamenti d'importanza storica e tipologica del Paese, fornisce
un essenziale strumento di lavoro per l'attività nell'ambito dei monumenti storici e della
pianificazione del territorio.
Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali d'importanza nazionale (IFP)
L’articolo 5 della Legge federale del 1° luglio 1966 sulla protezione della natura e del paesaggio
(LPN) prevede che il Consiglio Federale, con l’ausilio delle autorità cantonali, allestisca inventari
degli oggetti di importanza nazionale e si avvalga di inventari stilati in precedenza da enti pubblici o
associazioni private.
L’IFP sostituirà gradatamente il precedente inventario (CPM) che fu redatto dalla Lega svizzera per
la protezione della natura, della Lega svizzera del patrimonio nazionale e del Club Alpino svizzero,
storiche associazioni a carattere non governativo negli anni 1959-67. L’inventario CPM fu adottato
provvisoriamente dalla Confederazione e svolse per anni la funzione di documento fondamentale di
supporto alla tutela del paesaggio.
La scheda di iscrizione, redatta nelle tre lingue ufficiali della Confederazione, è costituita da un
foglio d’Inventario a tergo del quale sarà data la raffigurazione cartografica.
La descrizione comprende la denominazione corrente dell’area, indicazioni sull’appartenenza
giurisdizionale dell’oggetto (Cantone, Comune), le coordinate geografiche, come pure da una
sintetico testo sulle caratteristiche che gli conferiscono il merito e il titolo di iscrizione.
Gli elementi variabili, come per esempio le possibili minacce all’integrità dell’oggetto, i
provvedimenti di protezione esistenti, i provvedimenti di tutela auspicabili e gli interventi di
miglioramento suggeriti, non compaiono nel foglio d’Inventario ma indicati nel commento
all’Inventario e in una documentazione aggiuntiva relativa ad ogni oggetto allegata e tenuta
costantemente aggiornata dall’Ispettorato Federale delle foreste.
Le raffigurazioni cartografiche vengono eseguite sulla base della carta nazionale svizzera, nelle
scale:
1.25.000; 1.50.000; 1.100.000 a seconda dell’estensione dell’area
La cartografia è curata dal Servizio Topografico federale, nei fogli di inventario sono
monocromatiche con i limiti della zona iscritta tracciati in colore rosso.
Per le delimitazioni sono stati scelti tracciati che siano facilmente riconoscibili sul terreno, se il
tracciato è quello di strade, linee ferroviarie, corsi d’acqua, il limite segue l’asse degli elementi
topografici. Nel caso di margini di boschi o foreste, il limite è costituito dalla tangente gli alberi più
esterni.
Gli inventari sono segnati da un numero di riferimento di quattro cifre, raggruppati secondo dieci
regioni diverse, e portano la denominazione del luogo e l’estensione in ha; il numero di riferimento
rimanda al foglio di inventario individuale e alla eventuale documentazione complementare.
Un elenco degli oggetti è dato anche per ordinamento cantonale e riporta la sigla del Cantone, il
numero di riferimento dell’oggetto, la sua denominazione e (ove necessario) la sigla dei Cantoni
che contengono estensione minore della superficie dell’oggetto.
Inventario delle vie di comunicazione storiche della Svizzera (IVS)
Nel 1984 questo organismo ha ricevuto l'incarico federale (dall'Ufficio Federale per l'Ambiente, le
Foreste e il Paesaggio; UFAFP) di censire i percorsi storici al fine di
tutelarli e agire in favore del loro recupero completando i primi studi già avviati.
La redazione dell'Inventario ha come scopo fornire un quadro di riferimento per chi opera in
materia di pianificazione del territorio, elaborare proposte per la gestione del territorio, essere uno
strumento di conoscenza e informazione a disposizione degli studiosi e del pubblico.
Le vie di comunicazione di interesse storico sono inventariate rilevandone i tracciati e i beni di varia
natura (locande, cappelle, ponti e altre opere di ingegneria, aree naturali e paesistiche notevoli, punti
panoramici) che si relazionano al tracciato e ne costituiscono la peculiarità.
I rilievi vengono elaborati in due opere distinte: il Libro del terreno e la Carta del terreno e quindi
viene compilata la Carta d'inventario: i fogli di inventario sono costituiti da cartografia di
riferimento e tematica in scala 1.25.000;
le vie storiche sono quindi classificate a seconda della valutazione di importanza:
tracciato con grande sostanza storica
tracciato con minore sostanza storica
tracciato senza sostanza storica
La classificazione sull'Inventario comporta l'attivazione di vincoli per le autorità federali e l'obbligo
per le autorità cantonali e comunali di prescindere dalle indicazioni dell'Inventario e vi si dovrà fare
riferimento nella pianificazione territoriale a livello cantonale e comunale.