Tutto Sport - Sardegna Golf
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Mercoledì 21 Dicembre 2016 www.tuttosport.com SPECIALE GOLF L’ EDITORIALE Iniziato il lungoRoma cammino 2022,verso iniziato il 2022 il CON CHICCO PER UN GOLF SEMPRE PIÙ POP DI ANDREA SCHIAVON A un anno dall’assegnazione, il punto sulla Ryder Cup italiana La Ryder Cup posa davanti al Colosseo ALLE PAGINEALLE IACOBELLIS, 2 E 3PAGINE 2 E 3 Q uanti sport vorrebbero un Francesco Molinari? Apprezzato all’estero come un Vincenzo Nibali, misurato come un Niccolò Campriani, vincente o piazzato, ma sempre con il sorriso, come un Gregorio Paltrinieri. Chicco Molinari riunisce in sé le doti di molti campioni, personalizzandole con la propria cifra caratteristica: l’understatement. Anche al termine di una stagione straordinaria come il 2016, che l’ha visto rivincere l’Open a distanza di dieci anni e affermarsi sempre di più nel Pga Tour, il campione torinese non si è lasciato andare e si è rimesso a macinare risultati, con quell’impressionante regolarità che lui riesce a far apparire la cosa più naturale di questo mondo. Successi e piazzamenti hanno ridato slancio ed entusiasmo al golf italiano, proiettato verso la Ryder Cup 2022 sul piano organizzativo e desideroso di proporre al pubblico un ambasciatore vincente. Molinari incarna il meglio del nostro golf e, a 34 anni, ha l’età giusta per accompagnarlo sino all’appuntamento con la Ryder, trascinando con sé i più giovani Matteo Manassero e Renato Paratore. Un percorso di avvicinamento che nel 2017 può e deve fare un ulteriore salto di qualità, sfruttando anche il lavoro di Gian Paolo Montali: l’obiettivo è consolidare i risultati ma, soprattutto, spingere il golf un po’ più in là, rendendolo davvero popolare. SI CHIUDE UN GRANDE ANNO DI GOLF Immagini indelebili, dalla vittoria di Molinari a Monza alla partenza del progetto che porterà nel nostro Paese la competizione più importante A PAGINA 5 ©RIPRODUZIONE RISERVATA INTERVISTA A MONTALI QUEI BRAVI RAGAZZI Cianchetti e le Girls sul tetto d’Europa «Necessario fare squadra» Il DG del Progetto Ryder Cup 2022 illustra il piano per accrescere il movimento golfistico italiano: «Fondamentale la creazione di campi pubblici aperti a tutti» RIECCO LA “TIGRE” Bentornato Woods ci sei mancato DI ALESSANDRO LUPI Abbiamo iniziato il 2016, attraverso queste pagine, leggendo le prime impressioni di Gian Paolo Montali, allora neo direttore generale del progetto Ryder Cup 2022. Viene da sé che non potessimo che chiudere l’anno nello stesso modo. Le Girls festeggiano il successo negli Europei a Squadre ROMA Due titoli europei, uno a squadre con le Girls e l’altro individuale con Luca Cianchetti, hanno nobilitato una nuova stagione azzurra ad altissimo livello, ma soprattutto hanno detto come l’Italia stia divenendo una delle nazioni guida in campo internazionale. MONTANARO, A PAGINA 6 Gian Paolo Montali, Direttore Generale del Progetto Ryder Cup (GIORGIO MAIOZZI) A un anno dal suo insediamento, qual è il primo pensiero che le viene guardando indietro? «Che la Ryder Cup è un evento di portata planetaria e che al primo impatto è difficile percepire come una gara di soli tre giorni abbia dietro una macchina organizzativa che deve partire anni prima per concludersi anni dopo. Realizzeremo un prodotto che sia lo specchio del brand Italia nel mondo. Alla cerimonia di consegna dei Collari d’Oro ho ascoltato il presidente della Repubblica equiparare lo sport a tutte le eccellenze che il mondo invidia al nostro paese. Ecco, partendo dal golf, vorrei riuscire a far percepire lo sport italiano come una forma di cultura di Serie A e non di Serie B come ancora a volte accade». A PAGINA 7 Tiger Woods, 40 anni, è tornato a gareggiare ROMA L’abbiamo rivisto per la prima volta a settembre, dopo oltre un anno di assenza dalle gare e in una veste insolita, da vice capitano della squadra americana di Ryder Cup. E quando vieni nominato vice capitano non si può certo dire che la tua carriera stia decollando. A PAGINA 7 2 TUTTOSPORT MERCOLEDÌ 21 DICEMBRE 2016 GOLF IL MOVIMENTO OBIETTIVO 2022 La Ryder Cup un’opportunità che vale oro Ospitare a Roma la grande sfida tra Europa a Stati Uniti produrrà un ritorno economico di circa 488 milioni di euro Il terzo evento sportivo al mondo attirerà 60.000 persone al giorno da tutto il mondo. È già boom per il turismo golfistico GIAMPAOLO IACOBELLIS* L’aggiudicazione della Ryder Cup del 2022 ha permesso all’Italia di entrare nel gotha del golf mondiale. Poter ospi- tare a Roma la terza manifestazione al mondo, dopo le Olimpiadi e i Mondiali di calcio, aumenterà il prestigio e l’appeal del nostro Paese. Merito dell’intuizione del Presidente di Coni Servizi e Federgolf, Franco Chimenti, che ha sempre creduto nelle potenzialità dell’Italia a confronto con le candidature di Austria, Germania e Spagna. La sfida tra Europa e Stati Uniti è capace di attirare circa 60mila spettatori per ogni giornata dell’evento. L’ultima edizione, giocata in Minnesota lo scorso ottobre, ha fatto registrare un grande successo in termini di audience televisiva. Più di un milione di italiani hanno seguito il torneo su Sky Sport (74mila spettatori medi). Triplicati gli ascolti della precedente edizione. La sede di gara designata dalla Ryder Cup Europe è il Marco Simone Golf & Country Club, già teatro dell’Open d’Italia nel 1994 e recentemente nominato European Tour Destination. Le caratteristiche tecniche, la vicinanza alla Capitale, la club house tra le più grandi d’Europa e gli ampi spazi per accogliere un gran numero di spettatori sono i requisiti ideali per una manifestazione di questa rilevanza. Recentemente si è parlato molto di Ryder Cup, ma non sono mai stati affrontati temi Panorama dalla buca 1 del Marco Simone Golf & Country Club che ospiterà la Ryder Cup nel 2022 (STEFANO FOLGARIA) come l’impatto economico, l’indotto del turismo e la difesa dei posti di lavoro con un nuovo flusso occupazionale. L’impatto economico Sul sito della Federazione Italiana Golf (www.federgolf.it) nella sezione dedicata alla Ryder Cup si legge che KPMG Advisory ha elaborato (aprile 2016) una stima degli impatti diretti ed indiretti derivanti dall’organizzazione della Ryder Cup 2022 e degli eventi connessi nel periodo 2016-2027. Tale stima, che ammonta complessivamente a circa 487,4 milioni di euro, risulta così suddivisa: 277,4 milioni per impatti diretti legati all’incremento della domanda interna conseguente agli investimenti necessari per l’adeguamento delle infrastrutture, ai consumi dei soggetti coinvolti e alle spese di gestione dell’evento Ryder Cup e di tutte le manifestazioni collegate – Open d’Italia, Senior Open e Challenge - che si svolgeranno per 12 anni a partire dal 2016. Si stimano 210 milioni circa per impatti indiretti, di cui circa 126,1 derivanti dall’incremento della domanda interna e circa 83,9 per incremento del gettito fiscale e un incremento dell’occupazione di 4.850 unità. L’indotto del turismo Le ultime analisi di setto- Il trofeo esposto in Italia per il Ryder Cup Trophy Tour 488 MILIONI DI EURO L’impatto economico – diretto e indiretto – generato dall’organizzazione della Ryder Cup 2022 a Roma 600.000 I GIRI DI GOLF STRANIERI In Italia: una cifra che dimostra come il nostro turismo golfistico stia attraversando il suo momento migliore 4850 NUOVI POSTI DI LAVORO che si creeranno grazie al progetto che accompagnerà il golf italiano verso la Ryder Cup del 2022 re parlano chiaro: crescono del 20% circa le prenotazioni straniere in Italia. L’effetto Ryder Cup inizia così a dare i suoi frutti e lascia presagire uno sviluppo molto incoraggiante. I 600 mila giri di golf stranieri, dimostrano, infatti, che il turismo golfistico italiano sta attraversando il suo momento migliore. Vediamo nel dettaglio l’impatto economico e le proiezioni di crescita. Considerando una spesa media di 50 euro, i 550.000 green fee “italiani” rappresentano entrate per i campi da golf pari a circa 27,5 milioni di euro. Inoltre, valutando che in media un golfista in vacanza gioca una volta ogni due giorni, gli attuali giri di golf effettuati dai giocatori stranieri in Italia generano già circa 1,1 milioni di pernottamenti o presenze nelle strutture alberghiere ed extra alberghiere pari ad entrate per circa 55 milioni di euro all’anno (con un costo medio di circa 50 euro a persona a notte). Il dato ancora più in- teressante è che i 550.000 giri di golf “stranieri” in Italia contribuiscono attualmente a generare un indotto per il territorio di più di 165 milioni di euro annui. Le spese di un golfista vanno infatti a beneficio del campo da golf soltanto nella misura del 15%, mentre il 75% delle restanti spese contribuiscono ad arricchire considerevolmente l’economia locale. Il rimanente 10% è invece rappresentato dal costo medio del volo aereo che non contribuisce, se non in minima parte, alla valorizzazione dell’indotto locale. Le previsioni degli studi di settore stimano una crescita annua del 5% fra oggi e il 2019 e la contestuale creazione di 3.000 nuovi campi da golf e di 3 milioni di nuovi giocatori nel mondo (principalmente nei mercati asiatici). I 40 miliardi di dollari spesi nel 2015 per viaggi di golf sono stati così divisi: il 30% per l’alloggio, il 10% per il volo, il 25% per cibo e bevande, il 10% per gli spostamenti TABÙ DA SFATARE Uno sport per tutti e dai costi accessibili Pacchetti di lezioni noleggio dell’attrezzatura e tesseramento libero. Ecco perché il golf non va considerato elitario Negli anni si è diffuso il concetto che il golf sia uno sport d’élite. La realtà parla, invece, di uno sport accessibile e per tutte le tasche. Giocare a golf non ha costi differenti da quelli richiesti da altre discipline come il tennis o lo sci. Bastano 99 euro per usufruire di un pacchetto di lezioni collettive della durata di due mesi con insegnanti professionisti abilitati. L’offerta comprende l’uso dell’attrezzatura, le palline di pratica e la possibilità di frequentare il campo di allenamento del Circolo per un ulteriore mese dopo la fine del corso. Concluse le lezioni, per continuare a giocare a golf si potrà scegliere tra l’iscrizione a uno dei 413 Circoli riconosciuti dalla FIG oppure aderire al tesseramento libero con un costo annuale di 75 euro per gli adulti e 20 euro per gli under 18. Sul campo non è necessario un “dress code” particolare. Con una polo, un pantalone e un paio di scarpe da ginnastica si è pronti per calcare il green e vivere la magia del golf. Anche i costi relativi all’attrezzatura sono contenuti. Una sacca da golf con 14 ferri può essere acquistata anche con 100 euro. Per i principianti non è necessario acquistare bastoni e palline. Ogni circolo mette a disposizione del neofita un set di prova. In media una lezione di golf privata costa circa 35 euro e può durare dai 45 ai 60 minuti. Dopo poche settimane in campo pratica si può “assaggiare” il percorso di gioco per facilitare l’apprendimento delle regole verso il raggiungimento dell’han- 413 Il numero dei Golf Club in Italia, suddivisi fra circoli affiliati, campi promozionali e campi pratica 99 euro Il costo per un pacchetto di 2 mesi di lezioni collettive con maestri qualificati nei circoli aderenti 75 euro Tariffa annuale del tesseramento libero per giocare su tutti i campi, anche senza iscrizione a un club dicap, condizione necessaria per partecipare alle gare di circolo. Analogamente a quanto avviene per lo ski pass o per il noleggio di un campo da calcetto o da tennis, per disputare una partita di golf (da 9 o da 18 buche) si deve pagare il “green fee”. L’esperienza di gioco può durare dalle 4 alle 6 ore. Una giornata di golf nel verde (in contesti mozzafiato) ha un costo in media tra i 30 e i 60 euro. Sport vero A Rio de Janeiro il golf è tornato fra le discipline olimpiche, catturando l’attenzione del pubblico sul posto e anche dei telespettatori. Si tratta di uno sport vero, fatto di destrezza, abilità tecnica e fisicità. Far volare la pallina a 100-200 metri nel colpo iniziale (tee shot) è un gesto atletico che impegna tutti i distretti muscolari. Percorrere 6 o 7 chilometri per giocare le 18 buche del percorso richiede una buona preparazione fisica. I colpi di avvicinamento al green stimolano, invece, la creatività. Si può cominciare a cimentarsi con bastoni e palline sin dai 6 anni di età e, grazie ai nuovi programmi scolastici, la prospettiva di crescita dei giovanissimi che si avvicinano a questo sport è in continua crescita. Golf è salute Giocare a golf fa bene alla salute. Una recente ricerca del Physical Activity for Health Research Centre dell’Università di Edimburgo ha dimostrato che giocare a golf fa vivere di più e in salute, aiuta a prevenire e curare molte malattie croniche, ben 40 dal diabete al cancro, e migliora la salute mentale. Stare sul green, inoltre, fa bruciare calorie (in media 500 per 18 buche), aiutando a prevenire demenza, depressione e ansia. Nel golf ci si può sfidare anche con livelli di gioco differenti (ANTINORI) TUTTOSPORT 3 MERCOLEDÌ 21 DICEMBRE 2016 GOLF IL MOVIMENTO SETTORE GIOVANILE Andare in buca è un vero gioco da ragazzi... Franco Chimenti, Presidente FIG, con Keith Pelley, CEO dell’European Tour (MAIOZZI) interni, il 5% per i divertimenti, il 5% per shopping e regali ed appunto il 15% per i green fee golfistici e per il noleggio dei golf carts. Da un’indagine di mercato promossa dalla IAGTO (International Association of Golf Tour Operators) il numero di turisti golfisti nel mondo è passato dai 7,9 milioni del 1989 ai 25 milioni del 2015. Per questo tipo di viaggi nel 2015 sono stati spesi quasi 40 miliardi di dollari. Sono diversi i fattori che stanno consentendo all’Italia di mettersi in evidenza. L’organizzazione dell’International Golf Travel Market a Como nel 2014 ha contribuito a far entrare il prodotto golf italiano nei cataloghi dei principali Tour Operator internazionali. Il decollo del progetto nazionale Italy Golf & More ha dato il via a una campagna promozionale nei principali mercati golfistici con il pieno supporto dei circoli e dei consorzi golfistici. Anche la situazione geopolitica sembra portare l’Italia in pole position per effetto della crisi di alcuni mercati quali Francia, Turchia, Egitto e Tunisia, colpiti purtroppo da gravi atti di terrorismo e non ritenute più destinazioni sicure dai turisti. L’occupazione Dal costante confronto fra la Federazione Italiana Golf e i circoli sono emerse difficoltà gestionali che spesso comportano tagli al personale (dai greenkeeper ai segretari, passando per i maestri o gli addetti alla ristorazione). L’incremento dell’attività golfistica connesso al Progetto Ryder Cup bloccherà questo trend negativo e al contrario permetterà di difendere i posti di lavoro esistenti, creando un nuovo flusso occupazionale. Tutti gli eventi e i format legati alla Ryder Cup 2022 offriranno infatti nuove opportunità di impiego per i giovani italiani. *Ufficio stampa FIG L’ALBO D’ORO DAL 1979 Dal 1979 la Ryder Cup vede affrontarsi ogni due anni Europa e Stati Uniti: finora 11 successi per gli europei e 8 per il team americano. ANNO 1979 1981 1983 1985 1987 1989 1991 1993 1995 1997 1999 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 2016 SFIDA RISULTATO STATI UNITI-EUROPA 17-11 STATI UNITI-EUROPA 18,5-9,5 STATI UNITI-EUROPA 14,5-13,5 EUROPA-STATI UNITI 16,5-11,5 EUROPA-STATI UNITI 15-13 EUROPA-STATI UNITI 14-14* STATI UNITI-EUROPA 14,5-13,5 STATI UNITI-EUROPA15-13 EUROPA-STATI UNITI 14,5-13,5 EUROPA-STATI UNITI 14,5-13,5 STATI UNITI-EUROPA 14,5-13,5 EUROPA-STATI UNITI15,5-12,5 EUROPA-STATI UNITI 18,5-9,5 EUROPA-STATI UNITI 18,5-9,5 STATI UNITI-EUROPA 16,5-11,5 EUROPA-STATI UNITI 14,5-13,5 EUROPA-STATI UNITI 14,5-13,5 EUROPA-STATI UNITI 16,5-11,5 STATI UNITI-EUROPA 17-11 *L’ Europa mantiene il trofeo quale defender Con 65 milioni di giocatori, il golf è lo sport individuale più praticato al mondo. Grazie a numeri di questa portata, non può stupire che anche fra i giovani l’interesse verso questa disciplina sia in costante aumento. L’Italia non sfugge a questo trend. Nel 2016 le iscrizioni alle gare organizzate da US Kids Golf Italy sono state ben 1.230, con oltre 400 bambini tra i 5 e i 10 anni all’esordio su un percorso di gioco. Un’ondata di freschezza ed entusiasmo che ha caratterizzato anche il 73° Open d’Italia, che ha fatto registrare oltre 4.500 presenze nel “Family Village” al Golf Club Milano. Anche la recente ricerca “Il valore del golf in Italia”, realizzata dalla multinazionale Protiviti, ha confermato che il golf e i giovani rappresentano un binomio sempre più solido nel nostro Paese. In una media europea che si attesta sul 9% il nostro Paese, infatti, ha una quota di golfisti under 18 del 10,3% rispetto alla totalità dei tesserati. Un risultato che dà prestigio al nostro movimento, precedendo nazioni con una tradizione golfistica ben più radicata come l’Inghilterra, staccata di 2 punti percentuali e il Galles, distanziato di mezzo punto. L’analisi sulla curva di crescita del golf in Italia negli ultimi 10 anni rivela inoltre un aumento del 58% dei giocatori junior, a fronte di un incremento del 26% dei giocatori adulti. Inclusione sociale Uno sport come il golf riesce a stimolare corpo e mente, favorendo l’aggregazione fra ragazzi. La sua naturale propensione all’inclusione sociale lo rende uno sport tra- sversale, capace di abbattere ogni barriera. In quest’ottica la conferma più evidente arriva dal Progetto “Golf senza frontiere” portato avanti con successo dalla Onlus Sport Senza Frontiere con il Patrocinio della Federazione Italiana Golf e il supporto dell’Istituto per il Credito Sportivo. Il progetto, al secondo anno di vita, ha avuto un esordio più che positivo e 15 ragazzi socialmente disagiati del quartiere di Tor Bella Monaca ogni settimana sono stati accompagnati al campo pratica del Garden Golf Universityper delle lezioni con i maestri. I corsi di golf sono stati accolti con grande entusiasmo al punto che, una volta concluso il progetto, i ragazzi hanno continuato a raggiungere il campo pratica con i propri mezzi per non interrompere il loro rapporto con il golf. I campioni del domani Per poter attirare i ragazzi e spingerli a provare il golf, servono anche testimonial vincenti. Il trionfo di Francesco Molinari nell’ultimo Open d’Italia ha dato nuova linfa all’attività azzurra. Dopo l’avvio di carriera da “bambino prodigio” di Matteo Manassero, tanti giovani azzurri hanno continuato a raggiungere risultati di rilievo. Da Renato Paratore, al 2° anno da professionista dopo l’oro alle Olimpiadi Giovanili, passando per Luca Cianchetti e Stefano Mazzoli, campioni europei rispettivamente nel 2016 e nel 2015, fino alla Squadra Femminile “Ragazze”, sul trono d’Europa nell’ultima rassegna continentale. Un susseguirsi di successi che testimonia il ricambio generazionale in atto. Sempre di più i bambini che si avvicinano al golf (ANTINORI) Lo speciale Golf è realizzato in collaborazione con Edipress TUTTOSPORT 5 MERCOLEDÌ 21 DICEMBRE 2016 GOLF I PROTAGONISTI FRANCESCO MOLINARI La vittoria all’Open sarà la vera svolta? Il successo dello scorso settembre al Golf Club Milano può accelerare il percorso di crescita del torinese ALESSANDRO LUPI* Dopo il primo anno positivo ma non esaltante sul tour americano, Francesco Molinari era chiamato ad un passo avanti nella sua seconda stagione quasi full time sul PGA Tour. L’obiettivo era scalare subito qualche posizione nel ranking mondiale per riuscire ad entrare nel field dell’Augusta Masters e poi aggredire le prime 125 posizioni della Fedex Cup ed accedere in estate ai playoff. Il tutto condito da qualche apparizione sul tour europeo dove avrebbe dovuto dimostrare di essere un giocatore di prima fascia. Questo a bocce ferme, diciamo a fine 2015, quando è scattata la Fedex Cup 2016. Anche se non tutti i piani sono andati in porto, oggi siamo certi che il nostro miglior giocatore sia molto più che soddisfatto di una stagione che l’ha innanzitutto visto tornare a vincere l’Open d’Italia a 10 anni di distanza dalla prima volta. È senza dubbio legata a Monza la cartolina del 2016 di Francesco Molinari, ma sarebbe un errore ridurre a quei quattro giorni fantastici la sua stagione. L’azzurro ha costruito gradino dopo gradino una scalata che lo ha portato dove deve stare, a ridosso dei primi 30 giocatori al mondo e con l’obiettivo di entrare nei primi 20. Forse quattro o cinque nomi, per sua stessa ammissione, sono di un’altra categoria ma il 2016 di Chicco ci ha detto che tutti gli altri può guardarli in faccia sentendosi al loro stesso livello. la folla oceanica che lo stava seguendo, dal vivo e in tv, ma sapendo bene che un’occasione del genere è difficile che si presenti per la terza volta. Come è andata lo sappiamo e la seconda cartolina che ci ha regalato quel pomeriggio è senza dubbio il suo cappello scagliato sul green dopo aver imbucato l’ultimo putt, in segno di liberazione. Dieci anni dopo Tolcinasco 2006 Francesco diventa il secondo italiano a vincere per due volte il torneo di casa dopo Ugo Grappasonni. Il successo all’Open La sua stagione era già stata più che positiva, con un secondo posto all’Open di Francia e l’accesso ai playoff di Fedex Cup (anche se eliminato dopo il primo evento) ma da quel momento molinari ha definitivamente cambiato marcia andando a conquistare un sesto posto al WGCHSBC Champions, uno dei tornei più ricchi del pianeta e un quarto posto al DP World Andiamo per gradi e ripartiamo più o meno dalle 17 di domenica 18 settembre e dal nostro campione che si era messo nei guai finendo nel bosco con il tee shot alla 18 del Golf Club Milano. Da lì le strade erano due: uscirne da fenomeno e dare una svolta alla propria carriera dopo tre anni di digiuno oppure raccogliere comunque l’applauso del- Il 2016 Tour di Dubai, gran finale di stagione dell’European Tour. Addirittura, al Jumeirah Golf Estates è stato in lotta per il titolo fino all’ultimo giro, quando non è riuscito a tenere il ritmo dei primissimi. Il suo anno da incorniciare si è chiuso in australia dove, in coppia con Matteo Manassero, ha difeso i colori italiani nella World Cup piazzandosi in sesta posizione e giocando ancora una volta un grande golf. L’anno che verrà È inutile soffermarci ancora sull’anno che si sta chiudendo mentre è doveroso pensare a quello che sta arrivando, che Francesco affronta forte come non è mai stato, neanche negli anni che gli hanno portato le prime vittorie. Questi due anni in America lo hanno migliorato in ogni settore del gioco e ogni settimana è abituato a sfidare i migliori golfisti in circolazione, cosa che il tour europeo non permette, salvo qualche eccellenza al livello dei colleghi americani. Lì è la media dei giocatori a fare impressione e lui ha saputo cogliere il meglio da ogni torneo giocato, partendo con l’obiettivo di passare il taglio ed arrivando, due anni dopo, a poter puntare a un top ten ogni qualvolta scende in campo. Con un inizio di 2017 anche solo normale, lo vedremo certamente in campo nel primo major di stagione, il Masters di Augusta, e quello che ha saputo fare Willett lo scorso anno deve fargli pensare che sì, anche lui è un giocatore che può vincere lì come all’Open Championship, all’US Open o al PGA Championship. Ancor di più deve convincersi che il suo livello tecnico può portarlo fino in fondo nella Fedex Cup, al Tour Championship by Coca Cola, dove gareggiano molti fra i più importanti giocatori del mondo. Ora però è tempo di rilassarsi un po’ e guardare indietro, con un sorriso sulle labbra e la voglia di ripartire. *Commentatore di golf per Sky Sport Francesco Molinari, 34 anni, in azione al 73° Open d’Italia Bertasio, Manassero e Paratore: un 2016 ricco di soddisfazioni Si chiude un anno positivo per gli altri azzurri in gara sull’European Tour. In attesa di rivedere Edoardo... Edoardo Molinari, 35 anni, ha vinto la Ryder Cup nel 2010 Renato Paratore, 20, anni, medaglia d’oro alle Olimpiadi giovanili nel 2014 (ANTINORI) Detto di Francesco Molinari, è doveroso soffermarci anche sugli altri protagonisti del nostro golf che hanno giocato sul principale tour europeo. Non ce ne vorranno Francesco Laporta e Nicolò Ravano, bravissimi a conquistare il diritto di gioco ma ancora un po’ indietro quanto a costanza di risultati. Ripartiranno dal Challenge Tour con la speranza di riaffacciarsi presto sull’European Tour mentre merita una menzione Edoardo Molinari. La sua stagione è stata da dimenticare fino all’ultimo atto, quando ha ritrovato le qualità che gli hanno permesso di vincere due gare sul tour maggiore, una Ryder Cup e una World Cup, in coppia con il fratello. Parliamo della Qualifying School, la maratona di sei giri che il torinese ha giocato da grande, riacciuffando in extremis la carta per il 2017, la stagione che dovrà fugare i dubbi sul suo attuale livello di gioco. Si è congedato dal 2016 con un 14° posto a Hong Kong, gara valida già per il prossimo anno. Sicuramente di buon auspicio. La giovane promessa Veniamo ora ai tre giocatori che, con Francesco Molinari, ci hanno regalato le soddisfazioni migliori e partiamo dal più giovane, Renato Paratore. Il ragazzo romano, alla sua seconda stagione tra i grandi, ha scalato le gerarchie e, da apprendista, si è affermato come realtà bella e buona qualificandosi per il gran finale di Dubai a novembre. A inizio stagione ci aveva confessato che l’obiettivo era proprio quello e, dalla primavera in poi, ha cambiato marcia andando a prendersi di prepotenza un posto tra i migliori 60 d’Europa. Dopo i top ten al trofeo Hassan II, all’Alfred Dunhill Links e all’Omega European Masters e le prestazioni convincenti nelle Final Series, l’obiettivo per il prossimo anno non può che essere confermarsi fino a Dubai ma, soprattutto, provare a mettere in bacheca il primo titolo da professionista. di. Fortunatamente il golf non è uno sport che mette troppa fretta e Nino ha tutto il tempo per togliersi belle soddisfazioni sull’European Tour. Può certamente essere soddisfatto della sua prima stagione, con la riconferma della carta arrivata in grande anticipo e qualche momento altissimo che gli ha fatto sognare di poter vincere all’esordio. Resta forse un po’ di rammarico per essere partito in testa all’ultimo giro del KLM Open a settembre ed aver chiuso perdendo molte posizioni ma, come si dice, tutto fa espe- rienza in vista di altre occasioni simili. Obiettivo, anche per lui, essere presente a Dubai a fine 2017, ora che non è più un rookie. Un gradito ritorno Chiudiamo con Matteo Manassero perché merita un discorso più approfondito dopo anni difficili. Matteo è tornato, di questo ne siamo certi. Ha mancato di pochissimo la qualificazione per l’ultimo evento stagionale ma la seconda parte della sua stagione ci ha riconsegnato a tratti quel ragazzo che, a 23 Bertasio Nei panni del Paratore 2015, quelli dell’esordiente, c’era nel 2016 Nino Bertasio, giocatore a detta di tutti completo dal punto di vista tecnico ma che ha impiegato più tempo per arrivare tra i gran- Matteo Manassero, 23 anni, 4 titoli sull’European Tour (ANTINORI) anni, ha già 4 vittorie sul Tour e deve ancora essere considerato un patrimonio del nostro sport. Il suo gioco è migliorato moltissimo da tee a green e ora deve solo ritrovare la tranquillità sul putt, il bastone che ha frenato la sua rincorsa. Ma il terzo posto in Scozia, la qualificazione e il taglio passato allo US Open, l’Olimpiade e tre giri su quattro in Turchia sono segnali chiari di quello che può fare Matteo. Per questo a lui ci sentiamo di chiedere di più: entrare nei 60 sì, ma anche qualche top ten in più. Se poi tornasse il successo... 6 TUTTOSPORT MERCOLEDÌ, 21 DICEMBRE 2016 GOLF I PROTAGONISTI La stagione d’oro del club azzurro L’Italia ha conquistato l’europeo a squadre con le Girls e individuale con Luca Cianchetti e sono emersi tanti giovani Sono anni che i dilettanti si mettono in evidenza con vittorie e risultati di grande prestigio. Siamo ormai tra le nazioni guida in Europa NICOLA MONTANARO* Due titoli europei, uno a squadre con le Girls e l’altro individuale con Luca Cianchetti, hanno nobilitato una nuova stagione azzurra ad altissimo livello, ma soprattutto hanno detto come l’Italia stia divenendo una delle nazioni guida in campo internazionale. Infatti i giocatori azzurri brillano per continuità di risultati grazie alle loro qualità, all’armonia che regna nel gruppo e al brillante lavoro dei tecnici. Basta guardare agli ultimi tre anni in cui spiccano il trionfo ai Giochi Olimpici giovanili (Renato Paratore nel 2014) e quattro allori continentali: i due citati, l’oro dei Boys nel 2014 e quello di Stefano Mazzoli nell’individuale 2015. Un grande 2016 Quest’anno le vittorie in am- bito internazionale sono state dodici (due a squadre) proseguendo il trend più che positivo sottolineato dalle 15 nel 2014 e dalle 14 nel 2015. Sono stati ben 21 gli atleti di ogni fascia d’età (escludendo i team) che si sono alternati sul podio. È un numero molto significativo, miglior testimonianza di una base veramente forte. La vittoria delle Girls azzurre ai Campionati Europei è stata praticamente annunciata dai due secondi posti precedenti. Azzerata dal passaggio d’età la formazione d’argento nel 2014, nella nuova sono entrate Emilie Alba Paltrinieri, Alessia Nobilio e Angelica Moresco, giovanissime, arrivate alla soglia dell’oro e che con l’esperienza maturata nel 2015 e con la freschezza di Clara Manzalini, Caterina Don e Alessandra Fanali hanno finalmente raggiunto il massimo traguardo. La Paltrinieri ha poi vinto il Girls British Open e la Nobilio il Juniors of Belgium e gli Internationaux de France. Pronti al salto Luca Cianchetti ha firmato il secondo titolo consecutivo per gli azzurri in un tor- neo dove erano andati a segno una sola volta (Massimo Scarpa nel 1992). Potendo disputare il prossimo Open Championship, il modenese è rimasto dilettante, ma è maturo per la nuova categoria dove ha già battuto i pro (Abruzzo Open, Alps Tour, 2015). Altra grande protagonista Virginia Elena Carta, che ha stravinto il NCAA Womens Medal Championship, ossia il più importante evento statunitense a livello di College e secondo per importanza solo all’US Womens Amateur, dove poco dopo è giunta seconda. Queste due prodezze le hanno dato una grande popolarità negli Stati Uniti. Ritornando al tema della continuità, Guido Migliozzi è stato il terzo azzurro di fila a imporsi nel Portuguese International dopo Paratore (2014) e Paolo Ferraris (2015). Jacopo Vecchi Fossa ha preparato il suo salto tra i pro con i titoli nel Pals Winter Camp (anche con vittoria di squadra) e nell’Austrian Amateur e hanno dato il loro contributo Pietro Bovari ed Elisabetta Marsala nel Croatian Junior. *Ufficio stampa FIG PASSAGGI TRA I PROFESSIONISTI Paratore ha tracciato la via Lo splendido cammino degli azzurri prosegue, anche se al termine di ogni stagione i migliori lasciano il gruppo per vivere l’avventura pro. Tra i neo pro dell’ultimo periodo ha risposto pienamente alle attese Renato Paratore. È entrato a vele spiegate nel tour europeo dopo un 2014 strepitoso con fiori all’occhiello l’oro Olimpico individuale, insieme a bronzo a squadre (con Virginia Elena Carta), e il titolo continentale con il team Boys. A fine anno ha preso la «carta» per l’European Tour (terzo alla Qualifying School) e pochi giorni dopo ha ottenuto il primo titolo da pro nel Campionato Nazionale Open. Nei due anni in Europa è cresciuto progressivamente fino a entrare tra i primi 60 nell’ordine di merito, ossia nell’élite del circuito, giocando più gare di tutti in stagione (34). ROOKIE. Nel 2016 è approdato tra i pro Michele Ortolani. Alternandosi su Challenge Tour e Alps Tour ha evidenziando buone doti. Nella prossima annata saranno di scena Guido Migliozzi, uno dei più forti dilettanti dell’ultimo quinquennio, e Jacopo Vecchi Fossa, già da un paio di mesi nella nuova categoria dove ha chiuso al nono posto l’Abruzzo Open. Poi alla Qualifying School si è guadagnato la “carta” piena per l’Alps Tour 2017 (ottavo) insieme ad Andrea Saracino e ad Andrea Cavallaro. Tra le ragazze da qualche mese ha cambiato status Lucrezia Colombotto Rosso che, di fatto, già da amateur è stata quasi un anno sul LET Access, il secondo tour femminile, con buoni risultati e dimostrando una certa predisposizione. Luca Cianchetti, 21 anni, campione europeo 2016 TUTTOSPORT 7 MERCOLEDÌ 21 DICEMBRE 2016 GOLF VERSO IL 2017 PARLA MONTALI «Dobbiamo fare sistema per crescere» «Per troppo tempo ci si è affidati a iniziative dei singoli. La Ryder Cup cambierà il golf» ALESSANDRO LUPI* Abbiamo iniziato il 2016, attraverso queste pagine, leggendo le prime impressioni di Gian Paolo Montali, allora neo direttore generale del progetto Ryder Cup 2022. Viene da sé che non potessimo che chiudere l’anno nello stesso modo. A un anno dal suo insediamento, qual è il primo pensiero che le viene guardando indietro? «Che la Ryder Cup è un evento di portata planetaria e che al primo impatto è difficile percepire come una gara di soli tre giorni abbia dietro una macchina organizzativa che deve partire anni prima per concludersi anni dopo. Realizzeremo un prodotto che sia lo specchio del brand Italia nel mondo. Alla cerimonia di consegna dei Collari d’Oro ho ascoltato il presidente della Repubblica equiparare lo sport a tutte le eccellenze che il mondo invidia al nostro paese. Ecco, partendo dal golf, vorrei riuscire a far percepire lo sport italiano come una forma di cultura di Serie A e non di Serie B come ancora a volte accade». È la sfida più grande della sua carriera? «Sì. Credevo fosse raggiungere il massimo con la Nazionale di pallavolo, poi ricostruire il modello Juventus attorno al nuovo stadio ma una sfida manageriale come questa non l’ho mai affrontata. Bisogna mettere insieme componenti che, sulla carta, sembra impossibile far stare vicine ma lo sport mi ha sempre insegnato che la carta non va in campo, ci vanno le persone. E le persone che lavorano alla Ryder Cup 2022 stanno iniziando a capire cosa questo evento possa portare all’Italia sotto vari punti di vista, dall’indotto economico allo sviluppo del turismo golfistico». Qualcosa che va oltre lo sport. «Esattamente. E proprio per questo devo ringraziare il Governo italiano, senza l’appoggio e la garanzia del quale ci sarebbe stato impossibile affrontare questo progetto». State lavorando su più fronti. I primi risultati già si vedono? «La macchina organizzativa è partita e il primo risultato è che il board della Ryder Cup ha apprezzato molto il nostro modello organizzativo, elevandolo a riferimento per le prossime edizioni. Banalmente, potremmo dire che la Ryder Cup italiana sarà copiata da chi verrà dopo». Siete stati spettatori in prima fila della Ryder Cup ad Hazeltine. Cosa le ha lasciato quella esperienza? «La capacità organizzativa è impressionante. Il campo di gara era ovviamente centrale e curato in ogni piccolo dettaglio ma ciò che più mi ha impressionato sono le infrastrutture esterne, dal media center allo spazio dedicato al mer- chandising. Ho contato i passi e ne ho dovuti fare 200 per coprirlo tutto. 35 casse con due persone ad ogni cassa per permettere a tutti di fare i propri acquisti in pochissimi minuti. Addirittura, nella settimana della gara, le scuole erano chiuse e tutti i pullman scolastici sono stati utilizzati come navetta per portare il pubblico al campo in modo da ridurre al minimo il flusso delle automobili». A livello amatoriale e per l’incentivo alla pratica avete una o più idee in cantiere? «Ne abbiamo varie per rendere il golf più accessibile, economicamente e dal punto di vista temporale. Un aspetto fondamentale sarà quello dei campi pubblici, aperti a tutti e con un prezzo popolare. La Calabria ha stanziato 60 milioni di euro per nuovi campi da golf per attirare a sé il turismo che questo sport genera. Realizzeremo campi pitch and putt e campi pratica nei centri cittadini e faremo calpestare l’erba veramente a tutti. Solo così si può far crescere un movimento. Intanto, anche solo iniziare a parlare di Ryder Cup, ha fatto sì che i tesserati, e in particolar modo i giovani, siano tornati a crescere. Qualcosa si muove». Ce la dice una cosa per cui non è soddisfatto e per cui crede ci si debba rimboccare le maniche e cambiare rotta? «Volentieri. Io ho un’agenda che riempio in due versi. Partendo da destra, segno tutto ciò che va e partendo da sini- stra ciò che non va. Posso confessare che di cose che ancora non mi soddisfano ce ne sono ma vorrei soffermarmi principalmente sul modo di operare estremamente individuale che hanno tutti i soggetti del mondo golfistico. Circoli, Maestri, Comitati provinciali e Comitati regionali vanno avanti per la loro strada e i passi avanti e quelli indietro sono dovuti solo alla virtù o al difetto del singolo. Il golf italiano deve riuscire a fare sistema e ogni giorno tutti i soggetti in campo dovranno ragionare nella stessa direzione. Proprio per questo voglio riuscire ad esaltare il concetto di meritocrazia e istituire dei premi, anche economici per il club o il comitato che sarà in grado di promuovere la crescita del golf e aumentare il proprio bacino di praticanti. In sostanza, premiare chi si rende attivo verso il domani e non sta lì ad aspettare gli eventi». Chiudiamo con la grande novità, l’Open d’Italia si fa grande ma avremo un antipasto molto interessante in Sicilia… «Esatto. In autunno realizzeremo il primo di 11 Open da 7 milioni di euro di montepremi ma ci sarà un altro evento dell’European Tour nel nostro paese. A maggio, al Verdura Golf Club, compiremo il primo passo di un percorso che porterà l’Open in ogni angolo d’Italia da qui al 2027». *Commentatore di golf per Sky Sport Gian Paolo Montali, Direttore Generale del Progetto Ryder Cup 2022 con il trofeo dell’Open d’Italia (SCACCINI ) IL MITO È TORNATO Per Woods sarà il 2017 l’anno della verità L’abbiamo rivisto per la prima volta a settembre, dopo oltre un anno di assenza dalle gare e in una veste insolita, da vice capitano della squadra americana di Ryder Cup. E non giriamoci intorno, quando vieni nominato vice capitano non si può certo dire che la tua carriera stia decollando. Per molti quello è il primo passo verso una vita nuova, con qualche apparizione da vecchia gloria e altri pensieri nella testa. A dirla tutta, Tiger Woods è sembrato l’unico a non sentirsi particolarmente a suo agio nella trionfale spedizione di Hazeltine, spesso in disparte, inspiegabilmente sudato e provato durante la presentazione dei team. Qualcosa non quadrava ma, proprio quando gli appassionati di golf stavano per rassegnarsi a perdere il campione più dominante degli ultimi 50 anni, lui stesso ha annunciato il rientro da lì a un mese. Rientro poi slittato all’inizio di dicembre nonostante il Turkish Open avesse impostato tutta la comunicazione sulla sua presenza. Ma questi sono discorsi (e polemiche) che si sono sciolti al sole un minuto dopo il primo colpo tirato da Tiger all’Hero World Challenge, la gara ad inviti organizzata dalla sua fondazione che l’ha visto tornare in gioco. L’ultimo Woods, quello visto per sette mesi, dal dicembre 2014 all’agosto 2015, attirava l’attenzione solo per il nome e l’inconfondibile figura, non certo per i colpi che era in grado di tirare. Questo primo assaggio del Tiger che sarà lascia invece sperare che qualche pagina di storia si possa ancora scrivere. Molti errori sì, ma forse dettati più dalla ruggine che da problemi tecnici e tanti, tantissimi birdie che gli hanno permesso di chiu- dere i quattro giorni del torneo a metà di una classifica fatta solo di campioni ultra selezionati. ci tornei che hanno per lui un vero significato dopo oltre 80 successi in carriera. Nel 2017 Ne ha vinti 14, un’enormità per il golf ma il fatto che Jack Nicklaus sia a quota 18 rappresenta probabilmente la spinta necessaria ad andare avanti. Ai prossimi mesi l’ardua sentenza, ma certamente sarebbe molto avvincente poter assistere ad una lotta tra il campione per antonomasia degli ultimi 20 anni e l’attuale generazione di giocatori, ognuno dei quali sta cercando, quantomeno, di avvicinarlo. Rory McIlroy, Jason Day, Jordan Spieth, Dustin Johnson ed Henrik Stenson sono probabilmente i più forti giocatori del momento ma alle loro carriere manca proprio un confronto diretto col miglior Woods. Che il 2017 ci faccia divertire allora. Tiger Woods, 40 anni, all’Hero World Challenge, disputato lo scorso dicembre alle Bahamas Lo rivedremo in campo al Genesis Open al Riviera, in California, a febbraio. Lì avremo probabilmente le idee più chiare su cosa Tiger possa legittimamente sperare di rappresentare per il golf. Sarà comunque lui il più cercato, il più inquadrato, il più vivisezionato dai video dei tecnici televisivi e il più osannato dalla folla ma, in cuor suo, spera di ricevere in quella circostanza le garanzie di poter puntare alla vittoria del Masters di Augusta, primo major di stagione in programma ad aprile. Oggi sembra un azzardo ma uno che si chiama Tiger Woods non torna a giocare a 41 anni per accontentarsi di ben figurare. Vuole vincere e vuole vincere gli uni- I major