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Diapositiva 1
Copyright by: Bigol News - Testata Registr. Trib. Napoli 20/2008 del 28/02/2008
Ha preso il via la 70esima edizione degli internazionali d'Italia, domenica 12 Maggio. Tanti gli italiani a
solcare la terra rossa del foro italico. Uno dei tornei piú suggestivi dell'intero circuito, tornato a splendere
dopo anni di buio. Il sorteggio non è stato amico degli azzurri, con uno scontro all'ultimo colpo tra Seppi e
Fognini, ad avere la meglio è stato il tennista ligure, che in poco piú di un'ora ha demolito Seppi in due set.
Dopo una vittoria in rimonta contro Stepanek, il campano Potito Starace arriva al match contro Feder, il
tennista numero 293 della classifica ATP non fa miracoli ed è costretto ad arrendersi alla supremazia dello
svizzero che con puntualità batte l'italiano in due set(6-1; 6-2). L'obiettivo di Starace é quello di rientrare nei
primi 100 al mondo, dopo i problemi fisici che lo hanno bloccato in questo ultimo periodo. Nel pomeriggio,
intanto, prima che Potito facesse il suo ingresso sul centrale era già uscito di scena un altro azzurro; un
Volandri combattivo ma sprecone si era dovuto arrendere al francese Gilles Simon dopo aver dato battaglia
per tre set (6-3; 2-6; 6-4). È di nuovo il turno di Fognini che affronta lo spagnolo Nadal senza riuscire ad
andare oltre i quattro giochi. Sul fronte femminile, invece, passa il turno una fallosa ma caparbia Roberta
Vinci, dopo quasi tre ore di battaglia contro la russa Vesnina, seguita dalla socia Sara Errani, che liquida la
statunitense McHale in tre ore (7-5; 5-7; 6-2).Saluta invece il terreno di gioco Flavia Pennetta. Non sono
mancati i colpi di scena, o meglio di schiena, è stato infatti un forte dolore alla schiena a costringere il
numero due del mondo Andy Murray ad abbandonare il torneo. È forte l'attesa per la conclusione, sabato
del circuito femminile e domenica di quello maschile.
Gianluca Starace
Terminata la quarta giornata degli Internazionali BNP al Foro Italico.
Derby azzurro tra Roberta Vinci e Nastassja Burnett conclusosi con la
vittoria della tarantina per 6-1 6-4 in meno di 1 ora e mezza, dopo la
vittoria del WTA di Katowice, accedendo così agli ottavi di finale.
Altrettanta vittoria per Sarita che con fatica porta a casa il terzo set
con l’americana Christina McHale per 7-5 5-7 6-2 in circa tre ore di
inaspettati scambi approfittando così della stanchezza
dell’avversaria.
Anche la Sharapova, bi-campionessa in carica, in poco più di un’ora
batte Garbine Muguruza, giovane promessa spagnola, concedendole
solo 4 game.
Ma passiamo al tennis maschile.
Fine per gli azzurri nel tabellone maschile con l’eliminazione di
Fognini. Ma con Nadal non c’è storia e tantomeno partita,
sbarazzandosi dell’azzurro in un’ora esatta per 6-1 6-3,
nonostante Fognini nel secondo set alzi il suo livello di gioco
ma riuscendo a conquistare solo 3 game.
Oltre alle vittorie però ci sono anche i forfait, e ce ne sono ben
due. Il primo è quello dello scozzeseAndy Murray nel durante
partita con Marcel Granollers, dove dopo essersi aggiudicato il
primo set, nel secondo chiede l’intervento del fisioterapista
per massaggiare la schiena senza però alcun risultato. Il
secondo posto per abbandono se lo aggiudica invece lo
svizzero Stanislas Wawrinka che da due di picche all’ucraino
Dolgopolov, senza nemmeno presentarsi in campo per
un risentimento alla gamba destra.
Beh c’è chi vince, c’è chi perde e c’è anche chi si ritira.
Ma guardiamo al futuro. Quinta giornata.
Le due azzurre provano per la prima volta l’impresa di tagliare il
traguardo dei quarti, con lo sguardo rivolto al cielo e la speranza che
il tempo concedi questa ardua opera.
La Vinci si scontrerà con la romena Halep che arriva dalla vittoria
contro il numero 4 al mondo, mentre Sara Errani troverà nell’altra
parte del campo la russa Maria Kirilenko. Vi sono poi le sfide tra
Sharapova e Stephens, Williams e Cibulkova e infine per chiudere
con il femminile Victoria Azarenka trova la giapponese Ayumi
Morita.
Nei big del maschile questa giornata si concluderà con il numero uno
al mondo Djokovic nello scontro con Dolgopolov a cui segue la sfida
tra Janowics e Gasquet. A Nadal invece spetto l’imprevedibilità del
lettone Ernests Gulbis, per poi chiudere la giornata alla grande con
l’altrettanto grande Roger Federer che giocherà alla francese contro
Gillet Simon classe ’84.
Nunzia Casolaro
Milioni di telegiornali ascoltati distrattamente, brevi regole
fondamentali da ricordare, battiti palpitanti e l’entusiasmo
di provare per la prima volta. Prove e riprove mentali delle
domande agli intervistati, distraevano gli studenti dalla
tersa giornata che il sole offriva. I ragazzi del gruppo di
giornalismo si sono cimentati per la prima volta di fronte ad
un cameraman per documentare l’attività di un Circolo
d’eccellenza Napoletano, Canottieri, e gli errori sono
legittimi: qualche microfono lasciato, parole bisbigliate o
incastrate fra i pensieri. Da bravo Caronte Davide Tizzano,
con la sua spigliata ironia, ha messo a proprio agio ognuno
esponendo l’organigramma della società e svelando gli
aspetti salienti dello sport a lui più caro: il Canottaggio.
Esorcizzando l’immagine di uno sport povero e
faticoso, ha invece individuato la tenacia e la dedizione, di
cui tutti gli sport dovrebbero essere intrisi. Fisicamente e
tecnicamente ha svelato i segreti che si celano dietro tanto
sudore, avvicinando gli ascoltatori all’emozione della
vittoria alle olimpiadi con il suo compagno
Abbagnale e facendo vivere quei momenti attraverso le
parole della telecronaca. Questo campione in abito sembra
lontano da quella vita da atleta, eppure l’immagine del
percorso che ha compiuto, nei suoi occhi e nelle sue
parole, vive della sua personalità.
Man mano che le ore passavano gli sguardi dei debuttanti si
distendevano, i sorrisi aumentavano e le parole fluivano
veloci spinte dalla curiosità di sapere e dalla voglia di
osare. Riprese fuori onda, battute e derisioni professionali
sono la testimonianza di questa scuola di giornalismo che
giorno dopo giorno aggiunge un tassello all’esperienza di
giovani cronisti!
Chiara Carratù
Un’ accoglienza di lusso è stata riservata ai ragazzi di Fatto di Sport al
Circolo Canottieri di Napoli. Lo stesso lusso che caratterizza il Circolo
stesso e che lo posiziona tra i Circoli più prestigiosi in Italia. Tanto che
“L’Equipe” nel 1960 lo definì “il più grande ed il più forte complesso
nautico
d’Europa”.
Ad aprire le porte del Circolo ai ragazzi, è il presidente campano, vice
presidente della FIC, Davide Tizzano. Il Circolo gode di una straordinaria
posizione strategica con la visione di tutto il Golfo di Napoli, il Vesuvio, la
penisola sorrentina e l’isola di Capri. Il Circolo Canottieri Napoli offre la
possibilità di ormeggio a circa 150 imbarcazioni dispone di due campi di
tennis in terra rossa e due piscine olimpioniche. Il Circolo offre la
possibilità di praticare Canottaggio, Motonautica, Nuoto, Pallanuoto,
Tennis, Triathlon e Vela. Il pluricampione olimpico mostra ai ragazzi, il
video della finale olimpica di Atlanta 1996 con Agostino Abbagnale,
tratto dalla pubblicazione della Gazzetta dello Sport, con i commenti
di Giampiero Galeazzi. "A distanza di anni mi fa sempre effetto rivedere
queste immagini. E sembra strano ma ogni volta che le vedo trovo
qualcosa che non avevo notato prima. Sento la stanchezza che sentivo
allora" queste le parole del campione. La vita di Tizzano intorno al
Circolo, spiega, è caratterizzata dalla passione che l'ha visto entrare
all’età di undici anni e che non ne è più uscito. Infatti Tizzano si occupa
di progettazione e realizzazione di corsi per il team building aziendale,
con percorsi per l’ottimizzazione del lavoro di squadra e delle dinamiche
di gruppo. All’opinione pubblica che associa il canottaggio come sport di
sacrificio e di lavoro molto duro, Tizzano smentisce e afferma che per
qualunque cosa nella vita se si ha un obiettivo bisogna mettere in conto
un po’ di sacrifici e duro lavoro. “L’oro non è altro che il vertice di una
piramide. Più è importante il vertice più è larga la base”. Usciti fuori da
un salone che esibisce trofei, frutto di anni ed anni di prestigio del
Circolo, il presidente mostra ai ragazzi la palestra, le piscine, ma
soprattutto la Canoa con i suoi remi. La Canoa che si muove sull’acqua
attraverso leggi di fisica, che un canottiere deve conoscere, come deve
conoscere la sua barca con tutti i suoi pezzi da montare e smontare.
Infine i ragazzi s’imbattono in un allenamento in terra rossa di piccole
promesse con il maestro Cierro. Sensazioni dopo una giornata al Circolo?
Chiunque si sentirebbe a casa estasiato dal fantastico panorama, dal
clima familiare ma soprattutto dall’atmosfera sportiva che si respira tra i
grandi dello sport campano e nazionale.
Karina Ornella Palomba
Il 12 Maggio allo stadio San Paolo di Napoli si è disputata la
penultima giornata di campionato tra Napoli e Siena. Una partita
che aveva più un valore festivo che di punti, infatti da una parte
c’era il Napoli, già sicuro di aver conquistato un posto in Champions
e dall’altra un Siena già retrocesso. L’arbitro della partita è il signor
Piero Giacomelli di Trieste. Sugli spalti è festa per i sostenitori di
casa, giunti allo stadio solo per gridare la loro gioia. Le due squadre
si schierano con formazioni inedite: il Napoli mette in campo
Rosati, difesa a tre con Grava, Cannavaro e Rolando, Centrocampo
con Inler, Armero, El Kaddouri, Dzemaili e Mesto, e un attacco che
viene schierato per la prima volta con Cavani in coppia con Calaió.
Dall’altra parte il Siena manda in campo qualche giovane. La partita
inizia e nel giro di 15’ il Napoli colpisce due legni con Cavani,
tuttavia è nel miglior momento partenopeo che arriva il vantaggio
degli ospiti con Grillo (al debutto) su sviluppo di un calcio di
punizione. I partenopei tentano di reagire con il solito Cavani, ma
Pegolo chiude tutti gli spazi e evita la marcatura. Il primo tempo
finisce cosi con il risultato di Napoli 0 Siena 1, intanto sugli spalti i
napoletani cantano e si divertono. Inizia il secondo tempo con il
Siena che cerca di chiudere il match, ma per ben due volte le punte
bianconere non si fanno trovare pronte. Al 73’ arriva il pareggio,
calcio di punizione vicino la bandierina, Hamsik crossa ed El
Kaddouri in acrobazia colpisce la palla, che sbatte sulla traversa,
ma Cavani si avventa sul pallone e di testa pareggia facendo
esplodere la gioia dei tifosi azzurri. I padroni di casa allora cercano
di regalare al proprio pubblico l’ultima vittoria in casa per questa
stagione, ma devono aspettarefino al 93’, Insigne serve Pandev, che
fa velo per Hamsik che a tu per tu con Pegolo mette in scena un
delizioso pallonetto che si insacca nell’angolino. Poco dopo l’arbitro
fischia la fine delle ostilità, il risultato è Napoli 2 Siena 1. Il Napoli
dovrà, ora, disputare l’ultima di campionato a Roma contro la
squadra di Andreazzoli, in un clima di incertezza dettato dalle tante
voci di mercato inerenti le sorti di Mazzarri e il futuro del Matador,
sempre piú distante dalla panchina azzurra. Gli interrogativi si
inseguono sulle bocche di opinionisti o presunti tali: Il Napoli farà
grandi acquisti? O cercherà nuovi giovani da formare? E chi
allenerà i partenopei?
Stefano Limongelli
Nella suggestiva cornice dell'Amsterdam Arena si è disputata la finale di Europa
League tra il Chelsea di Rafa Benitez ed il Benfica di Juan Jesus. Sia i portoghesi
che gli inglesi sono arrivati in finale, passando però, dal terzo posto dei rispettivi
gironi di Champions League. Prima finale di Europa League per i Blues che
cercano lo storico bis dopo la vittoria della Champions nello scorso anno,
battendo sul loro cammino proprio il Benfica ai quarti di finale. Le due squadre
arrivano con due stati d'animo completamente diversi, gli uomini di Benitez
occupano il terzo posto in Premier, mentre i portoghesi hanno perso il match
scudetto in casa contro il Porto, condannati da un gol nel finale. Dopo la pesante
delusione, sono chiamati a riscattarsi, con il peso che condanna in Benfica a non
vincere un trofeo da 51 anni.
Il primo tempo si apre subito con ritmi alti e con un Benfica molto deciso tanto da
rendersi pericoloso sin da subito con Cardozo che di testa conclude sopra la
traversa. Il Chelsea si presenta in grande difficoltà, fatica a macinare gioco con
grandi disattenzioni difensive che fanno andare vicino al gol sia Salvio che Gaitan,
sfortunati nelle loro conclusioni. Al 27' arriva il primo tiro da parte dei Blues con
Oscar, culminato con la parata difficoltosa di Arthur. Al 33' Gaitan si rende
pericoloso, sugli sviluppi di un'ottima azione, calciando sopra la traversa, e pochi
minuti dopo Lampard mette alla prova le qualità del portiere portoghese con un
gran tiro che trova una bella respinta in corner.
Secondo tempo inizia subito con gli uomini di Jesus che nei primi 5 minuti si
rendono pericolosi con Cardozo, che prima viene anticipato sul finale da Cahill e
dopo si vede annullare un bel gol di testa, per fuorigioco millimetrico, che
avrebbe portato il Benfica in vantaggio. Ma al 60esimo su rinvio di Cech, Mata
sfiora per Torres che parte in maniera devastante verso la porta superando prima
la carica di Luisao, poi quella di Arthur con un gran dribbling per poi depositare la
palla in rete con un tiro da cecchino. 1 a 0, Chelsea in vantaggio. La partita è
completamente cambiata, ora la squadra di Benitez gioca con sicurezza. Jorge
Jesus corre ai ripari e al 65esimo cambia, fuori Rodrigo e Malgarejo per Lima e
John. Subito si vedono i primi effetti e due minuti dopo il Benfica si procura un
calcio di rigore per fallo di mano di Azpiculeta. Oscar Cardozo non fallisce dagli
undici metri e spiazza Chech. 1a1, con la partita che diventa spettacolare con le
squadre che si scoprono e lasciano spazi. I portoghesi si giocano subito la terza
sostituzione per l'infortunio di Garay ed entra Jardel. All'81esimo Cardozo si porta
due volte vicino al goal ma Cech gli dice di no e pochi minuti dopo su un
capovolgimento, Lampard con un gran destro supera Arthur ma non la traversa,
che gli nega la gioia del goal. Il Chelsea continua a pressare e nei minuti di
recupero trova una prezioso calcio d'angolo, i tifosi rivivono subito la stessa
situazione di un anno fa dove Drogba proprio dagli sviluppi di un corner nel
recupero consegnò la grande coppa ai Blues. La storia si ripete, corner ma questa
volta non c'è Dider ma Ivanovic che prende l'ascensore e con un grande stacco di
testa fa esplodere l'Amsterdam Arena tinta di blu. 2-1 finale incandescente con il
Benfica che si butta in avanti negli ultimi secondi e quasi ce la fa a segnare con
Cardozo.
Triplice fischio ed il Chelsea è campione! Settimana terribile per gli uomini di Juan
Jesus che si vedono sfumare d'avanti sia campionato che coppa.
Gli uomini di Abramovic e i sui tifosi sono pronti a gustarsi questo dolce bis
europeo.
Ferruccio Montesarchio
Nonostante manchi poco più di una settimana al calcio d’inizio della finalissima di
Champions League tra Bayern Monaco e Borussia Dortmund, lontano da Wembley la
sfida è già iniziata. Botta e risposta tra presidenti, curiosità, clausole rescissorie già
pagate e statistiche stanno accompagnando il cammino verso le 20:45 di sabato 25
Maggio, dove tutte le chiacchere finiranno per passare la parola al calcio giocato.
Per la quarta volta nella storia si affronteranno in finale due squadre della stessa
nazione, dopo Real Madrid – Valencia del 2000, Milan – Juventus del 2003 e
Manchester United – Chelsea del 2008 è il turno della Germania, che si porta cosi
nell’élite del calcio mondiale, mostrando la filosofia vincente del modello tedesco
capace di imporsi su nazioni con più storia. Vivai d’eccellenza, per far crescere in
modo costante grandi campioni, infrastrutture moderne e futuristiche, società sane
economicamente e capaci di trarre il massimo dagli sponsor, sono il segreto della loro
modernità il cui prodotto è ben rappresentato dalle due squadre approdate in finale
della “Coppa dalle grandi orecchie” ed una Nazionale sempre fin troppo competitiva.
Dice tutto il commento della cancelliera tedesca Angela Merkel: “Mi fa piacere perché
a vincere è la Germania”.
Per i Bavaresi, questa, sarà la decima finale, 5 delle quali perse, e la terza finale negli
ultimi 4 anni, ma tutti in baviera sperano non sia la terza sconfitta. Il Borussia
Dortmund, invece, vanta solo una finale, vinta a discapito della Juventus.
Il Bayern, il 25 maggio, si presenterà con tutti i favori dei pronostici e dei suoi dirigenti
che mostrano grande ottimismo, tanta sarà la curiosità nel vedere se i giallo-neri di
Dortmund si vendicheranno delle parole dette lo scorso anno dal presidente Hoeness:
“Potranno paragonarsi a noi quando si faranno vedere a livello internazionale, ora
restano un fenomeno di rilevanza regionale”. La vendetta è un piatto che va servito
freddo, e la finale di Champions è la portata giusta. Anche il d.s. Rumenigge è
ottimista ed è convinto che la vittoria sarà dei neo campioni di Germania: “Abbiamo
troppo stile per dichiarare guerra, ma sono sicuro che vinceremo noi”.
La sicurezza della loro vittoria, non è certa, ma hanno cercato di innervosire
l’avversario incominciando a versare nelle loro casse 37 mln di euro per prelevare il
loro numero 10, Mario Goetze, scippo troppo grande e senza preavviso, ed ammaliare
il bomber polacco, Robert Lewandowski, cosa molto poco gradita negli uffici gialloneri, con la speranza di distrarre i giocatori per la finalissima.
La superiorità bavarese, non sembra scalfire le certezze di Kloop, tecnico del Borussia,
convinto di potersela giocare, nonostante i 20 punti di distacco in Bundesliga: “Non
siamo sicuri della vittoria ma abbiamo una chance di vincere. Juventus e Barcellona
sono state spazzate via con una forza tale da avere difficoltà nel trovare l’uscita dello
stadio, contro di noi non è possibile perché sappiamo quanto siamo bravi. Il nostro
divario non è cosi grande, la differenza la faranno i particolari”. Queste le parole del
tecnico 45enne, amante del calcio totale, di fede “Sacchiana”, capace di infondere una
mentalità vincente ai sui ragazzi che hanno un età media di quasi 25 anni. E’ il nuovo
calcio che affronta il vecchio calcio, quello di Jupp Heynckes, 68 anni appena compiuti,
tanti trofei alle spalle sia da calciatore che da allenatore, ma prima di seguire il suo
collega Ferguson in pensione, dopo aver costruito con piccoli interventi una corazzata
imbattibile, “Osram”, cosi chiamato in patria per la tendenza ad arrossire nei momenti
di trance agonistica, vuole far valere la sua esperienza e chiudere in bellezza per
lasciare una pesante eredità a Guardiola.
Tutto lascia presagire che sul campo inglese si disputerà una grande partita, che vedrà
di fronte due squadre che propongono un grande calcio, un gioco corale e fluido che
prescinde dalla qualità dei singoli, con quel modulo tattico che da qualche anno è il
più vincente in Europa, il 4-2-3-1 che trova grande stima in Josè Mourinho. Il Bayern
Monaco vuole vincere per non dare un'altra pesante delusione ai sui tifosi. Goetze e
Lewandowki, vogliono lasciare un bel ricordo per rendere meno amara la loro
partenza e presentarsi negli spogliatoi bavaresi come vincenti.
Londra, Wembley, 25 maggio ore 20:45. Il resto sono solo chiacchiere!
Ferruccio Montesarchio
Si conclude il penultimo turno del campionato e con esso si chiudono
altri importanti verdetti. Ora rimane da decidere solo chi parteciperà
alla Champions League e all’Europa League. Una giornata insolita,
contraddistinta come la cosiddetta “domenica spezzatino”. Infatti,
dopo i soliti anticipi del sabato, si sono giocate tre partite a
mezzogiorno e trenta, tre alle quindici, una alle sei e una alle venti e
quarantacinque. Nelle partite del sabato c’era poco da decidere,
l’anticipo serale va al Catania che batte di misura un Pescara già
retrocesso, mentre il match del pomeriggio si conclude in parità, uno a
uno tra Juventus e Cagliari. I Sardi rovinano la festa ai bianconeri, che a
fine partita hanno alzato la coppa scudetto. Un “mezzogiorno di fuoco”
per quanto riguarda la salvezza, con tre partite con squadre in lizza per
non retrocedere. Chievo e Torino si dividono la posta, uno a uno e
entrambe salve. Genoa e Inter pareggiano zero a zero, con i rossoblù
che possono finalmente tirare un sospiro di sollievo. Destino opposto
per il Palermo che non può gioire per nulla, perde uno a zero contro la
Fiorentina con un gol dell’ex Toni e saluta la A. Le partite delle quindici,
Napoli a parte, erano in funzione dell’Europa League. I partenopei
battono nel finale il Siena due a uno, che ha giocato sapendo di essere
già retrocesso a causa del pareggio del Genoa. La Lazio vince due a zero
in casa contro la Sampdoria mentre l’Udinese batte l’Atalanta due a
uno con una doppietta di Di Natale. I friulani quindi rimangono in
quinta posizione a due lunghezza sopra la squadra di Petkovic. Alle sei
è andato in scena il derby emiliano Parma-Bologna, partita che si
conclude con il risultato di due a zero a favore dei felsinei. Il big match
di giornata invece, si è giocato domenica sera sotto i riflettori di San
Siro. Milan e Roma si sono affrontate senza esclusioni di colpi, i
rossoneri giocavano per l’accesso matematico in Champions mentre i
giallorossi per mantenere vive le speranze europee, ma nessuna delle
due squadre ha raggiunto i propri obiettivi. Finisce zero a zero, con un
espulso per parte e con l’arbitro che ha sospeso per un minuto e mezzo
la gara a causa dei “buu” razzisti indirizzati a Balotelli. Roba che non ha
nulla a che vedere con il calcio. Ora rimangono novanta minuti per
mettere la parola fine al campionato, parola che è stata già posta sullo
scudetto e sulla salvezza, ma non sul treno che porta in Europa,
direzione Champions e Europa League.
Dario Mainieri
Gare delle 12:30
Chievo-Torino Il pareggio del Torino, arriva da un calcio di
rigore. Penalty, concesso, dal direttore di gara, per un fallo, in
area di rigore, di Dainelli su Ogbonna. Giusta la decisione. Il
difensore del Chievo, ingenuamente, per impedire al difensore
torinese di recuperare palla e creare un’altra azione offensiva,
“sgambetta” il giocatore del Torino.
Gare delle 15:00
Udinese-Atalanta: Il goal di De Luca che, porta in vantaggio la
squadra di Colantuono, è viziato da una posizione di fuorigioco.
Sul tiro di Giorgi, respinto da Brkic, De Luca segna. La sua, però,
era una posizione di off-side, cioè, oltre la linea difensiva. Il goal,
del vantaggio, di Di Natale era irregolare. Fuorigioco
millimetrico, quello dell’attaccantef riuliano che, al momento di
ricevere la palla, e poi di calciarla verso la porta, si trova con la
gamba, al di là della linea dei difensori atalantini.
Napoli-Siena: Il Siena recrimina per un presunto fallo di Lorenzo
Insigne, dalla quale poi, è scaturito il goal vittoria per i
partenopei. Fallo ceh, l’attaccante napoletano, non commette.
Lazio-Sampdoria: La Lazio, sullo scadere dei novanta minuti, si
aggiudica un calcio di rigore. Gastaldello, ferma la corsa
di Onazi che, si involava verso la porta doriana. Il difensore dei
blu-cerchiati, allunga la gamba sinistra, facendo un vero e
proprio sgambetto al giocatore laziale che, inciampa sulla gamba
dell’avversario, perde l’equilibrio e cade a terra. Giusta la
decisione, ingenuità di un difensore esperto, come Gastaldello.
Posticipo delle 20:45 Milan-Roma. Una bella gara, macchiata da
episodi per ninete sportivi. La decisione di sospendere per un
minuto la gara, per i cori razzisti, rivolti a Mario Balotelli e i colpi
di testa di Sunley Muntari. Il ghanese, viene ammonito, per
qualcosa che ha rivolto nei confronti del direttore di gara. Lo
trattiene al polso. Di qui, giustissimo, poi, il cartellino rosso. Sul
finale di gara, la Roma recrimina un calcio di rigore. In area di
rigore, Costant, in scivolata, “arpiona” le gambe di Lamela che,
non riesce più a giocare il pallone.
S. G.
Il brutto...97 secondi di sospensione per razzismo in Milan – Roma. I tifosi romanisti, circa 500 hanno intonato i soliti cori razzisti
rivolti ai milanisti Boateng e Balotelli, costringendo l’arbitro Rocchi a sospendere la partita. Purtroppo episodi del genere stanno
diventando frequenti sui nostri campi, ma nonostante ciò la risposta degli organismi federali stenta ad arrivare. Questi
avvenimenti danneggiano il mondo del calcio e devono assolutamente essere condannati con forza. Anche Blatter presidente
FIFA, è intervenuto sulla vicenda, dichiarando: “Sono sconvolto. Dobbiamo agire, non solo a parole”.
Il bello...la lotta Champions per il terzo posto tra Milan e Fiorentina ed il testa a testa per il 5° posto tra Udinese e Lazio valido
per accedere ai play off di Europa League. Anche se il primo ed il secondo posto del campionato valevoli per l’accesso diretto in
Champions League sono già decisi la lotta per il terzo posto tra Milan e Fiorentina è ancora tutta da decidersi. Il Milan per ora
terzo a 69 punti affronterà il Siena retrocesso mentre la Fiorentina che ha 67 punti giocherà con il fanalino di coda del nostro
campionato, il Pescara anch’esso già in serie B. Al Milan serve vincere perché in caso si arrivo a pari punti passerebbe la viola visto
il vantaggio negli scontri diretti. Calda anche la rincorsa al 5° posto tra Udinese 63 punti e Lazio 61 entrambe impegnate fuori
casa rispettivamente con Inter e Cagliari. In caso di arrivo alla pari passa la Lazio visto il vantaggio negli scontri diretti.
Il brutto...le retrocessioni in B di Palermo, Siena e Pescara. Tre grandi piazze che hanno onorato il campionato. Il Palermo di
Zamparini, colpevole di non aver dato sufficiente sicurezza alla squadra a causa dei continui cambi di allenatore, ritorna in serie B
dopo nove anni. Al Siena quel -6 per lo scandaloclacioscommesse è costato caro, peccato perché i giocatori ci hanno provato fino
in fondo. Il Pescara chiude prematuramente la sua parentesi nella massima serie, tanti giovani e tanta voglia non hanno salvato la
squadra dall’ultimo posto.
Il bello...la festa di Genoa e Torino per la salvezza arrivata con 2 pareggi. Preziosi festeggia, soddisfatto come se avesse vinto lui
lo scudetto. Chievo – Torino finisce 1-1, ed il Torino di Ventura festeggia con una giornata di ritardo rispetto al Chievo di Corini la
sofferta e tanto cercata salvezza.
Bartolomeo Arpino
Si prospetta la classica aria da ultimo giorno di scuola per la maggior parte dei campionati calcistici europei. Pochi i verdetti
ancora da definire e proprio per questo perchè complicarsi la vita pronosticando i classici 1X2? E' risaputo che la percentuale di
gol nelle ultime giornate è di lunga superiore al resto dell'anno,quando tutto scritto vince l'allegria. In serie B però la bagarre
promozione potrebbe rivelare sorprese, un colpo del Livorno sul campo del Sassuolo sarebbe una mazzata per chi ha dominato il
campionato e che ora rischia di dover rovinare tutto passando dai play off. Due over facili dovrebbero essere invece CrotoneJ.Stabia e Grosseto-Bari. In Premier ultima chiamata Champions per il Tottenham contro il già salvo Sunderland di Di Canio.
Domenica le reti potrebbero piovere a Roma, Bologna e Palermo, tutto deciso su quei campi. Una quota interessante potrebbe
essere la vittoria dell'Inter sull'Udinese. Magari i bianconeri avranno motivazioni europee ma anche i nerazzurri hanno motivo di
onorare l'impegno. Non arrivare nelle prime otto implica iniziare la Coppa Italia i primi di Agosto e dopo l'esperienza di
quest'anno gli uomini di Stramaccioni non vorranno di certo iniziare la stagione ufficiale in anticipo.
Le nostre proposte
Crotone - Juve Stabia
Over(1,83)
Sassuolo - Livorno
2(2,80)
Grosseto - Bari
Over(1,73)
Tottenham - Sunderland 1(1,30)
Liverpool - QPR
Over3,5(2,10)
Con 5euro se ne potrebbero vincere 127,05
Inter - Udinese
1(3,15)
Roma - Napoli
Over(1,40)
Bologna - Genoa
Over(1,55)
Palermo - Parma
Over(1,60)
Atalanta - Chievo V. 1(2,00)
Con 5euro se ne potrebbero vincere 114,83
Antonio Greco
Zero: Grande festa al Tardini. Vent’anni fa, 12 maggio 1993, il Parma di
Nevio Scala batteva per 3-1 l’Anversa conquistando la Coppa delle Coppe
a Wembley. Ma alla fine la festa l’ha fatta il Bologna, battendo la
formazione di casa per due a zero.AMARCORD!
Uno: Nemmeno a Catania la squadra di Cristian Bucchi riesce a non
prendere gol. La retrocessione è già risaputa, almeno a lasciare un
ricordo diverso……….BOCCIATI!
Due: I gol tra Torino e Chievo. Nessuno deve chiedere niente più al
campionato e così ci si accontenta del punticino, a discapito dello
spettacolo. DA RIVEDERE!
Tre: A Sulley Muntari. Il Milan deve vincere per rispondere alla
Fiorentina che incombe, ma lui invece decide di rispondere all’arbitro,
poi pentito tenta di fermarlo, anche con la forza, ma Rocchi è
inamovibile e lo caccia via, lasciando il Milan in dieci. Forse tenere la
bocca chiusa alcune volte paga. ASSURDO!
Quattro: Al primo tempo del Napoli. Ancora ingolfati dalla
festachampions, gli azzurri partono col freno tirato, e tanta delusione.
Poi il solito duo Cavani - Hamsik regalano la vittoria al pubblico
partenopeo. FESTANTI!
Cinque: La Juventus non batte il Cagliari allo Juventus Stadium, no che
i bianconeri ne avessero bisogno, ma per la formazione di Conte è una
novità, negativa. INSUFFICIENTI!
Sei: Sufficiente la prova della Lazio, che stende una Sampdoria già
appagata della salvezza conquistata. La corsa europea continua.
RILASSATI!
Sette: Al Genoa, anche se in extremis la salvezza è arrivata con un turno
di anticipo, inpensabile qualche mese fa. Grande grinta e tenuta contro
l’Inter di Stramaccioni. GRINTOSI!
Otto: Allo sprint finale del Palermo, quella di Firenze era una partita già
decisa, peccato per la retrocessione. ARRIVEDERCI in A!
Nove: A 35 anni, 22 gol in serie A dietro solo a un tale Cavani, e che
consegna all’Udinese ancora speranze Europa League, Totò di Natale è
un pilastro della serie A. SEMPREVERDE!
Dieci: Minuto 57’, Napoli – Siena, entra Lorenzo Insigne, e vabbèquesta
non è una novità, esce Gianluca Grava e a quel punto il San Paolo si alza
in piedi e tributa un lungo applauso ad un calciatore che, come
ha scritto sulla maglia, ha amato e ama Napoli e il pubblico lo ha
ricambiato. Dalla C alla Champions, Grava ha accompagnato il Napoli.
SOLDATO!
Adriano Scala
Colpo a sorpresa del Monaco di Ranieri, che acquista Falcao dall'Atletico Madrid per 60
mln. Oltre al Monaco in Europa c’è un'altra squadra che non bada a spese, è il Bayer
Monaco di Pep Guardiola, che secondo fonti molto vicine al club, ha quasi chiuso per il
gioellino del Santos, Neymar, anche per lui sono stati spesi ben 60 mln. Un altro giocatore
che vale questa cifra è il Matador Cavani, pezzo pregiato dell'attacco Partenopeo, per lui il
Manchester City è pronto a fare follie vendendo ben due attaccanti come Dzeko e Tevez.
De laurentiis ha già le idee chiare su come sostituire il bomber, non sono, infatti, mancati i
contattati con Roma e Fiorentina, per parlare di Osvaldo e Jovetic, che insieme ad Hamsik
formerebbe uno dei migliori attacchi al mondo. L'Inter, invece, deve fare i conti con la
mancata partecipazione alle coppe europee, rischiando di perdere i due migliori giocatori
della stagione, Handanovic e Guarin. Il Palermo appena retrocesso in serie b mette i saldi e
vende Ilicic per 8 mln, su di lui Milan, Roma e Napoli. Sul fronte panchine in Italia è ancora
incerto il futuro di Mazzarri, Allegri, Montella e Guidolin. I due allenatori Toscani sono
diretti verso la capitale, ma solo uno dei due la spunterà, mentre Montella si può liberare
gratis per i Rossoneri avendo nel contratto una clausola che gli permette di andare ad
allenare una squadra che partecipa alla prossima Champions League, e Guidolin da tempo
pupillo di De Laurentis verrebbe a Napoli. In Europa invece dopo l’esonero di Mancini, e le
dimissioni dopo 27 anni di Ferguson restano libere le panchine delle due squadre di
Manchester. In Spagna Mourinho lascerà il Real Madrid a fine stagione, e potrebbe
approfittarne Carlo Ancelotti, fresco di scudetto in Francia con il PSG, da tempo oggetto
del desiderio di Florentino Perez. Il Portoghese ha espresso più volte il desiderio di voler
tornare ad allenare in Premier, ora ha ben tre squadre da scegliere, i due Manchester o il
vecchio amore Chelsea, ma occhio anche al Psg che potrebbe ricoprire d’oro Mourinho e
Cristriano Ronaldo!
Bruno Luigi
Il calcio rigore rappresenta, nel gioco del calcio, la maggior punizione a favore della squadra a cui è stato assegnato. Tecnicamente
viene battuto su un dischetto a un undici metri dalla linea di porta, dove un calciatore non può essere contrastato da nessun
avversario, e il suo unico ostacolo tra il pallone e la porta è il portiere. Qualcuno penserà, facile segnare no? Bè non è proprio così.
Tirare un calcio di rigore è molto più difficile di quanto si pensi. Oltre alla tecnica, bisogna possedere molte altre caratteristiche. La
concentrazione e la freddezza in primis, ma anche il carisma, il coraggio e l’essere sicuri di stessi nel momento in cui si batte il
rigore. Qualità che possiedono i grandi campioni, ma anch’essi in grado di sbagliare un calcio di rigore. Perché un tiro dagli undici
metri è ad ogni modo un qualcosa di difficoltoso e senza dubbio non è mai scontato l’esito. Questo anche per merito dei “lunghi” e
fortissimi portieri in circolazione. Su tutti il portierone dell’Inter, Samir Handanovic, specialista nel parare i rigori. Un caso
particolarissimo è quello di Mario Balotelli, un cecchino infallibile, che fino ad ora non ha mai sbagliato un rigore da quando è
diventato professionista. Certo, non è passato molto tempo da quando ha iniziato a giocare a calcio e la sua carriera è ancora breve,
ma ad oggi è stato perfetto dal tiro dal dischetto. Inoltre, oltre al singolo “calcio di rigore”, esistono i “tiri di rigore” ai quali si ricorre
nel caso in cui due squadre siano in parità anche dopo i tempi supplementari. Questi “tiri di rigore” prendono anche il nome di
“lotteria dei rigori”, a dimostrazione del fatto di quanto sia imprevedibile determinare un vincitore quando due squadre si sfidano
con questa modalità. Segnare un rigore significa fare gol e quindi è una gioia, ma sbagliarlo è una delusione atroce, e il confine tra
sbagliare e segnare è molto sottile. “Tranquillo, anche Maradona sbagliava i rigori”. Questa è la tipica frase che viene ripetuta ogni
volta che un calciatore, dopo aver sbagliato un rigore decisivo, è in preda alla disperazione e si fa di tutto per consolarlo. Maradona
in questo caso rappresenta il “Dio” del calcio, perciò, se “Dio” può sbagliare un calcio di rigore, figuriamoci un comune mortale.
Dario Mainieri
I TOP
WIGAN DI DAVID WHELAN
La retrocessione dalla prima divisione è imminente. Poche giornate, e l’incubo “Championship”
sarà reale. Ma, questa squadra sconosciuta, ha voluto regalarsi un ultimo sogno: battere, nella
finale di FA Cup, il blasonato Manchester City e i suoi campioni inglesi (1 a 0). Una rivincita
anche per il presidente del Wigan, Whelan, che, proprio nella finale di FA Cup del 1960, si
procurò la rottura della tibia che, lo ha portato a dire addio al calcio giocato. I ragazzi di
Martinez, incorniciano il loro anno, anche, grazie al pass conquistato per l’Europa League.
PIACENZA
Dopo la Coppa Italia, la Rebecchi Nordmeccanica Piacenza, conquista anche il campionato. Con
tre set a uno, contro Conegliano, le pallavoliste diventano campionesse d’Italia bis. Le ragazze
di Caprara, conquistano il terzo trofeo della storia piacentina, oltre alla Coppa Italia,
conquistata nella stagione 2005-2006. Peccato per il triplete sfiorato con la finale persa, al
golden-set, in Challenge Cup.
CHELSEA
La fortuna, è anche chiamata “Dea bendata”, ma per i “blues”, ci vede proprio bene. Ad un
minuto dalla fine, Lampard & co, si laureano, di nuovo, campioni d’Europa. Anche se, solo,
grazie all’Europa League. Se l’anno scorso si aggiudicarono la coppa dalle “grandi orecchie”, alla
lotteria dei tiri di rigori, anche quest’anno la fortuna li ha assistiti. Chelsea, prima squadra a
conquistare i due trofei, di seguito. Ora tutti a lezioni di c..alcio!
I FLOP
FESTA PSG
Il PSG, continua a far discutere e a far parlare di sé. Stavolta non per meriti calcistici! La
squadra di Ancelotti, si è aggiudicata la Ligue 1, ma la festa non è stata tanto gioiosa. Gli ultras
parigini, hanno pensato bene, di festeggiare con lacrimogeni e con lancio di sassi e bottiglie.
Necessario, per fermare i tafferugli, l’intervento delle forze dell’ordine. Annullata la festa.
Diciannove anni di attesa sono stati forse troppi e difficile è stato, ricordare il “bel” modo di
festeggiare.
RAZZISMO
Di nuovo, un episodio di razzismo. Questa volta ai danni di Mario Balotelli. Nella gara MilanRoma, i “bu”, rivolti a Super Mario, arrivano dai tifosi romanisti. Immediata l’interruzione del
match, da parte del giudice di gara. Un minuto di sospensione, utile, per far ammutolire il
settore ospiti. Milanisti già protagonisti di cori razzisti. Fu Boateng, in un amichevole contro la
Pro Vercelli, ad essere preso di mira. Alla Roma, maxi multa di 50.000 €. Ma non saranno di
certo i soldi, questa volta, a cambiare le cose.
LUIS HAMILTON
Nella terra di Alonso, dove tutti si sono inchinati al predominio “rojo”, anche Luis Hamilton, si è
accodato allo spagnolo. Nel GP di Spagna, dopo aver dominato le qualifiche (pole di Rosberg e
seconda piazza dell’inglese) la Mercedes, in gara, vede tutto nero. Hamilton, uno dei possibili
candidati al titolo finale, viene “cotto e ricotto”. Partito secondo, arriva dodicesimo e, anche,
doppiato. Mai successo al pilota “guerriero” della casa tedesca, di ritrovarsi fuori dal podio e
“umiliato”, anche, dalle sua ex monoposto.
SUPERSFIDA è una rubrica che mette a confronto i “big” che si affronteranno nella prossima giornata di
campionato.
Nell’ultimo turno del campionato andrà in scena il derby del Sud, Roma-Napoli. I giallorossi hanno perso il
treno per l’Europa, ma comunque faranno di tutto per vincere per onorare la stagione che sta per concludersi.
I partenopei, invece, forti della qualificazione per la prossima Champions, cercheranno di non perdere a
Roma, per non chiudere questo cammino con una sconfitta proprio contro i rivali capitolini. Con Totti
squalificato, a guidare l’attacco romanista ci penserà Osvaldo, dall’altro lato invece ci sarà l’immancabile
Cavani. Abbiamo messo a confronto un probabile acquisto del Napoli contro l’attuale e indiscusso re di
Napoli. Andiamo a scoprire chi avrà vinto la nostra SUPERSFIDA!
SUPERSFIDA
OSVALDO
8.5
9
9
8
8.5
8
CAVANI
TIRO
COLPO DI TESTA
SENSO DEL GOL
TECNICA
VELOCITA’
GIOCO DI SQUADRA
9
9.5
10
8.5
9.5
8.5
TOTALE
51
55
A cura di Dario Mainieri
“Raggiungere traguardi inaspettati è sempre bello, ma riconfermarsi significa che, quei traguardi non erano poi così lontani! Questa è la rinascita
della Juventus, e della sua storia, dopo qualche anno di ‘’riposo’’. Vincere significa Juventus e Juventus significa vincere. Serviva semplicemente
ricordare questo: dal presidente fino al magazziniere. Così è stato, grazie al nostro grande allenatore, Antonio Conte, che ha mostrato a tutti di avere
doti umane e tecniche fuori dal comune. E’ grazie a lui che, abbiamo raggiunto obiettivi da Juventus, ed è grazie a lui che siamo finalmente tornati a
far paura in Italia e in Europa, ad essere odiati, ad essere di nuovo al centro di ogni dibattito. Antonio Conte è l’emblema della
Juventus: ha un’ animo da lottatore, sempre affamato, e mai domo a persone sfiduciate e fragili, e quest’anno lo ha dimostrato ancora, e mi auguro
lo faccia per tantissimi anni ancora come il grande Sir Alex Ferguson.Combattere e VINCERE, contro gente dal calibro
di Ibrahimovic, Thiago Silva, Seedorf, Nesta, Robinho, Pato,Boateng, Cassano, Van Bommel (giusto per citarne qualcuno) freschi di vittoria scudetto e
Supercoppa Italiana, non è stato per niente facile, soprattutto, dopo i disastrosi anni che avevano reso la Juventus, e i suoi calciatori, privi della
consapevolezza delle proprie capacità. Conte ha dato, prima, una forza morale ai suoi uomini, e poi un gioco, che solo i più grandi e preparati
allenatori sono in grado di dare, con schemi e movimenti curati nei minimi dettagli. Ha reso protagonisti e rivalutato gli stessi calciatori fino a
qualche tempo prima ‘’bolliti’’. Basti pensare a Barzagli:SPAVENTOSO. Tutto ciò ha permesso di sconfiggere la corazzata Milan, per poi riconfermarci
quest’anno, e finalmente, risentire la musichetta della Champions League, che tanto mancava a tutti noi tifosi bianconeri. E’ stato un percorso
affascinante e di crescita quello della Champions; grazie a partite entusiasmanti: ricordo ancora i tre goal rifilati ai campioni d’Europa del
Chelsea; una partita spettacolare ed emozionante giocata bene e senza timore. Ma la Champions, ha mostrato, anche, i punti su cui questa Juventus
deve ancora crescere, per poter competere con corazzate quali il Bayern Monaco o lo stesso Borussia Dortmund. Il nuovo stadio ha dato un aiuto
economico molto forte alla società indirizzandola verso il circolo virtuoso dei grandi club Europei. Siamo stati giustamente eliminati dai campioni
della Bundesliga, perché oggettivamente ancora inferiori, ma non di molto, in termini di qualità della rosa: mi riferisco particolarmente
all’attacco, dato che difesa ed il centrocampo, credo siano reparti molto solidi e forti, che l’intera Europa ci invidia. Che goduria vedere all’opera il
trio delle meraviglie, il famoso fattore M-V-P (Marchisio , Pirlo e Vidal) per non parlare poi del più grande talento in circolazione Paul Pogba. Ricordo
ancora lo Juventus Stadium tremare dopo il goal del francese al 93’ in Juventus-Bologna a Novembre: è un’emozione che porterò sempre dentro me.
Però credo che, per competere in Europa, serva un attaccante che finalizzi l’immensa mole di gioco della squadra,che non sprechi continuamente
occasioni da rete, come accade da due anni a questa parte ai nostri attaccanti. E’ un problema che fino ad oggi è stato sempre sottovalutato, ma che
io ho sempre notato. Quest’anno si è chiaramente visto che in Champions bisogna avere calciatori di spessore, in attacco, perché il gioco è si
fondamentale, ma se non c’è un terminale offensivo adatto, è tutto più complicato. Sia chiaro: non parlo di Ibrahimovic perché lui, così’ come
Balotelli,distruggerebbe l’armonia della squadra, sia in campo che fuori, ma mi riferisco a gente come Cavani, Falcao o il sogno mancato Van
Persie, Mandzukic, MarioGomez, Suarez, Higuain o Benzema. Llorente, penso, sia un buon acquisto,anche, se non credo sia ai livelli dei precedenti
nomi, ma meglio non giudicare senza, prima, vederlo all’opera. La Juventus ha l’obbligo di avere un grande attaccante, perché deve vincere anche in
Europa: è nel suo DNA. Si potrebbe arrivare ad uno di questi nomi facendo cassa, con calciatori sacrificabili quali Matri, Quagliarella, il deludente
Giovinco, Padoin, Isla o De Ceglie, ricavando un gruzzoletto per il top attaccante, ma anche per un ottima ala come Cuadrado, e un giovane
talentuoso come Jovetic. Ecco perché Conte dichiara di voler incontrare la società a fine stagione: se si vuole vincere bisogna investire bene e non
spendere soldi in maniera poco ragionevole come fatto in questi anni. Così si eviterebbero gli “scempi” stile Bendtner, Anelka, Toni o Elia, giusto per
citare alcune ‘’meteore’’ di una lunga e costosissima lista. Fossi in Agnelli darei a Conte un ruolo da manager, come ‘’sir Alex’’, per intenderci,così da
avere pieni poteri decisionali in ambito di mercato, accompagnato, magari, dal grande Pavel Nedved, amico di procuratori potenti e di calciatori di
un certo spessore, e dal buon Paratici; ottimo scopritore di talenti. Inoltre, con Conte, nel ruolo di manager, ci sarebbe un controllo e una
collaborazione ancora più attiva con i settori giovanili, e quindi la possibilità di ‘’formare’’ un top player, così, come fanno le grandi d’Europa, e
togliere l’oramai antipatica figura del direttore generale, che deve occuparsi del bilancio e del mercato: lasciamo che Marotta si occupi, solo, di far
quadrare i conti, lasciando che di faccende di calcio se ne occupino gli addetti ai lavori competenti. La priorità di tutto ciò è Conte: lui è l’artefice di
tutto. Senza Conte, di sicuro la Juventus non scomparirebbe, come non è scomparsa con l’addio del nostro grande numero 10 Alex Del Piero, ma
dovrebbe rinunciare a tutte le certezze, finalmente, acquisite dopo anni di inferno. La figura di Conte è fondamentale, perché lui è il top, e va messo,
quindi, nelle condizioni di lavorare al top, e sono certo che la Juventus non si priverà tanto facilmente del suo uomo simbolo. La speranza è quella
di, esultare e festeggiare per altre vittorie e per altri trofei, perché chi ha fame non deve mai rinunciare a mangiare!Siamo la Juventus, non una
realtà qualsiasi, ma la SIGNORA delle realtà vincenti. Fino alla fine….”
Annalisa Moccia
Povero Balotelli derubato
Lo molla la fidanzata, non conquista il terzo posto e ora gli rubano anche a casa.
Sembra che Mario non abbia solo incontrato un gatto nero, forse con la sua
bentley mimetica l’ha proprio investito. Balotelli infatti è ancora una volta al
centro di una curiosa vicenda, in questo caso però è lui la vittima. Dopo il
pareggio con la Roma, intorno alla mezzanotte, alcuni furfanti sono riusciti ad
intrufolarsi nella sua villa di Limido Comasco. Nel loro bottino però solo due
magliette e i filmati delle telecamere di sorveglianza, forse qualcosa li avrà
interrotti, impedendogli di ultimare lo sporco lavoro. La storia si è conclusa con
una denuncia contro ignoti e un brutto shock per il giovane campione che non
riesce a spiegarsi come mai i malviventi non abbiano preso alcun oggetto di
valore. Una domenica da dimenticare dunque, come sono da dimenticare gli
stupidi cori razzisti dei tifosi giallorossi che avevano già guastato la serata a
super Mario.
Roberta Cosentino
Che bici hai? Una lamborghini!
Quando si parla di automobili di classe oltre alla nostra amata Ferrari,
ci si ricorda anche della famosissima Lamborghini, un marchio Italiano
che fa invidia in tutto il mondo. Ma questa volta non parliamo di un
nuovo prototipo spettacolare di auto ma bensì di una bici
targata “Lamborghini”. La casa automobilistica quest’anno festeggia i
suoi 50 anni e hanno pensato di creare una bici da corsa
formato limited edition con solo 30 esemplari. Caratteristiche :Telaio
in carbonio, pelle per il manubrio e la sella, il nome della bici è BMC
Lamborghini 50th Anniversary Edition Impec, due i colori disponibili
rosso-nero e giallo-nero, il prezzo è di soli 25 mila euro, forza amanti
della bici tutti ad acquistarla, ma fate presto che i 30 pezzi sono
quasi terminati.
C’è sempre una prima volta!
Alla nostra Italia calcistica mancava ancora qualcosa, infatti in under 17 non
erano mai stata raggiunta la finale di un Europeo. Ma quest’anno l’Italia mini
è arrivata in finale battendo i padroni di casa della Slovacchia per 2 reti a 0. Gli
azzurrini erano nettamente sfavoriti dai pronostici ma con due grandi gol
firmati: Pugliese (Atalanta) al 3'e raddoppio di Capradossi(Roma) al 64', i
ragazzini possono festeggiare un sicuro secondo posto e vantarsi di un
primato storico mai avvenuto, adesso si aspetta l’ altra finalista la vincente
dell'altra semifinale Russia-Svezia. Auguriamo ai ragazzi che ci rappresentano
un grande in bocca al lupo e sperando che sia un preludio per una grande
carriera nel mondo del calcio, portando ancora altro talento alla nostra
nazionale maggiore che ci regala sempre delle belle e grosse soddisfazioni.
Gaetano Vitale
Brutta piaga il razzismo. Il razzismo è ignoranza, stupidità e arretratezza. Domenica si è toccato il
fondo, la vergogna di San Siro non solo ha macchiato indelebilmente il calcio italiano ma anche
macchiato un intero Paese. Il Mondo è cambiato, oggi nel 2013 si convive con la multi-etnicità che
dovrebbe essere sinonimo di integrazione e non di xenofobia. Fortunatamente c'è chi la pensa così
e le molte associazioni sociali che combattono il fenomeno attuano molte iniziative. Una delle
eccellenze italiane nasce a Napoli che con la società sportiva dilettantistica Afro-Napoli United si
pone l'obiettivo ti abbattere i tabù razziali con lo sport. Il progetto nasce nel 2009 spinti dalla
necessità di far convivere e socializzare napoletani ed immigrati attraverso il pallone, uno
strumento che non è solo ludico ma anche di unione e paritarietà. Un mix di giovani africani e
partenopei riesce a formare due squadre di calcio che ad oggi partecipano a campionati amatoriali
e provinciali. La notorietà della squadra è cresciuta esponenzialmente ed a oggi la squadra accoglie
altri cittadini europei e sud-americani radicati a Napoli e può vantare circa 40 atleti. I risultani
sportivi sono anch'essi più che positivi e la bacheca della società può vantare molti riconoscimenti.
Il club si allena e disputa i propri match sul campo Buonocore di San Giovanni a Teduccio ed
essendo simbolo di partecipazioni le attività sono aperte a tutti. Dare un calcio al razzismo si può,
l'Afro Napoli ci sta riuscendo nel migliore dei modi. In bocca al lupo!
Antonio Greco
Sampdoria: squadra attualmente in Serie A, che vanta 1 scudetto, 4 coppe Italia, 1 Supercoppa e 1 Coppa delle
Coppe. Ma per conoscere la genesi del nome Sampdoria bisogna tornare indietro sino alla fine del ‘800.
Precisamente nel 1899, a Sampierdarena (popolare quartiere genovese), nasce la Sezione Calcio dalla Società
Ginnastica Comunale Sampierdarenese. Un’iniziale divisaera bianca con una banda orizzontale nera, alla quale
(circa 20 dopo) si aggiunse una banda rossa dovuta all’aggregazione della società Pro Liguria. La squadra così
divenne A.C. Sampierdarenese. Ora lasciamo in sospeso quanto detto e consideriamo un’altra squadra:
l’Andrea Doria. Come per la precedente, la Sezione Calcio di quest’ultima nacque dalla Società Ginnastica
Andrea Doria. La divisa era a quarti bianchi e blu e la squadra fu intitolata al principe, ammiraglio e politico
italiano della Repubblica di Genova Andrea Doria. Ora l’attuale Sampdoria nacque nel 1945/46: in quell’anno la
situazione sul campo vedeva la Sampierdarenese retrocessa mentre l’Andrea Doria salva. Nel medesimo anno
fu introdotto il campionato a 20 squadre e si decise di ammettere al nuovo torneo le società “più
vecchie”, e così la situazione si invertì: l’Andrea Doria (società ricca) fu retrocessa in B mentre la
Sampierdarenese, società più anziana, rimase in A ma con una situazione economica disastrosa. Fu così che nel
1946 si ebbe l’idea della fusione: il nome scelto fu Sampdoria e la divisa blucerchiata nacque dall’unione dei
colori delle 2 precedenti società, proprio a sancire una totale fusione! E il Baciccia? Nessuno ne avrà sentito
parlare se non gli stessi genovesi. Infatti il simbolo sul logo dei blucerchiati è un marinaio con la pipa, detto
appunto Baciccia, volto a rappresentare la tradizione di pescatori della città.
Come nasce invece la Spal? E’ una società poco nota ai più, che nei giorni scorsi è salita alla “ribalta” per essere
al centro di un offerta da parte di Vincent Candela (ex Roma). Ora si trova in acque non sportivamente felici, ed
ha appena salutato la stagione corrente con un 7° posto in Serie D. L’ennesimo campionato fallimentare degli
ultimi anni. La Spal bisogna collocarla geograficamente nelle città di Ferrara e si deve risalire al 1907 per capire
le sue origini. In quell’anno un sacerdote salesiano, Pietro Acerbis, fondò un circolo religioso al quale si
affiancarono attività sportive (ciclismo e atletica). L’associazione prese il nome di Polisportiva Ars et Labor e i
colori furono il bianco e l’azzurro (simboli dei salesiani). Nel 1912 la sezione sportiva si staccò dal circolo e
assunse il nome di Società Polisportiva Ars et Labor(S.P.A.L). La squadra di calcio inizialmente fu costretta ad
usare il nome di Associazione Calcio Ferrara, e solo dopo la Grande Guerra poté uniformare il proprio nome
alla polisportiva eutilizzare Spal. Verso la fine degli anni venti la Spal non visse momenti felici a causa di varie
retrocessioni. Per un decennio, e anche più, la società ritornò al nome di Associazione Calcio Ferrara e cambiò i
colori sociali (maglie a strisce bianche e nere per onorare i colori civici della città). Solamente alla fine della
Seconda guerra riprese le vecchie tinte bianco-azzurre e nuovamente la denominazione di Spal. Proprio dal
dopoguerra (per circa 20 anni) la società estense visse il suo miglior periodo, vantando 16 presenze in Serie A.
Vincenzo Vitale
“Salve son Alex, vuoi giocare per me?” – “Ma vaffanculo!”. Sembra uno scherzo
telefonico di una qualsiasi radio o una chiamata di un amico burlone. In realtà l’Alex
in questione è niente poco di meno che Ferguson. Chi c’era dall’altro capo della
cornetta? Il mai banale Paolo Di Canio. A raccontare questo simpatico aneddoto è
proprio l’ex laziale. Da calciatore ha sempre fatto parlare di se, ma anche nelle vesti
di allenatore ne ha combinato delle belle. Così a suo modo a voluto salutare l’addio
al calcio di Sir Alex.
“Era il giorno di Natale e mi ha cercato 2 volte” … “Pensavo fosse un amico dall’Italia.
Forse era matto o ubriaco”. Parole spontanee di Paolo che fanno sorridere ma
lasciano il rammarico.In fondo non è la telefonata per la partitella del giovedì con gli
amici, ma quella del coach dei Red Devils. Chiunque a una sua chiamata sarebbe
venuto meno, o almeno tutti ma non Di Canio. I due dopo la telefonata si sono
chiarati ma l’ex attaccante non avrebbe comunque potuto accettare l’offerta: in quel
periodo era legato al West Ham e non poteva tradirli. L’attuale tecnico del
Sunderland, un rimpianto però ce l’ha, e lo dichiara proprio nell’intervista al Sun:
“uno dei miei più grandi rimpianti della vita sarà di non incontrare da allenatore, nel
tunnel verso il campo, il Dio del calcio”
Vincenzo Vitale
Parigi, giornata di terrore, scontri tra tifosi estremisti e la polizia
Il Psg, squadra di punta dei francesi, reduce dalla vittoria nella Lega 1 con un
glorioso titolo nazionale, il 13 maggio si apprestava nel trionfale giro della capitale.
Lo sponsor della squadra, la Nike, aveva organizzato una giornata per condividere
con i tifosi i meriti conseguiti sui campi dopo mesi di duro allenamento.
La giornata è stata annullata come manovra preventiva per l’incolumità dei
giocatori e la salvaguardia del territorio. Ebbene si, numerosi i tifosi accorsi a Parigi
per celebrare i giocatori, ma tra questi, frange di estremisti hanno dato vita a veri e
propri episodi di guerriglia urbana. Volti coperti e armi improvvisate hanno creato
un bilancio di 32 feriti tra cui 3 agenti di polizia intenti a ristabilire l’ordine.
E’ stato necessario l’uso della forza non letale, idranti, fumogeni, e granate
stordenti, che hanno portato al fermo di 38 persone. Già nei giorni precedenti
con un afflusso di 10/15000 persone vi erano statidegli scontri che avevano dato
il ferimento di 18 agenti.
In un clima di così alta tensione lo stato non può certo restare indifferente e se la
tutela del cittadino e degli organi preposti alla salvaguardia dei diritti vengono al
primo posto, non resta inaspettato l’intervento del ministro degli interni
Manuel Valls: "Voglio condannare con la massima forza questi comportamenti e
queste violenze intollerabili"
Non sarà l primo episodio di violenza e di certo non sarà l’ultimo, ma ci rendiamo
conto come sia necessario l’applicazione di pene più severe per la preservazione e
la tutela dei principi che lo sport tenta di infondere in tutti gli appassionati, che a
volte vengono ostacolati da pochi, che con lo sport non hanno niente in comune.
Adriano Gianni
Vi ricordate quando nel 2001 Sabrina Ferilli scende in passerella con un
minibikini al Circo Massimo per la vittoria dello scudetto della Roma? E’ la
volta di Beatrice Rocco in arte Pam Outsider, che per festeggiare i ragazzi di
Mazzarri che si qualificano per la Champions, ha offerto uno show ‘’artistico’’.
Pam, conosciuta come la sosia di Pamela Anderson, ha detto no ai tradizionali
spogliarelli bensì ha concesso un servizio piccante in campo, con pose sexy
tutto fotografato da Matteo Corazza. Si è fatta dipingere sul corpo una mini
maglietta azzurra e slip bianchi.
Qualche tempo fa aveva dichiarato la bella Beatrice, di voler fare un regalo ai napoletani in caso di entrata in Champions
League: "Sto pensando da tempo a cosa regalare ai tifosi del Napoli - spiegò - ma credo che non sarà il classico
spogliarello. Farò un'irruzione tutta da guardare...". Dopo il servizio ha dichiarato: ‘’Sarebbe stato scontato uno
spogliarello, anche perché le mie forme lo permettono molto di più rispetto alle altre. Ho voluto invece dare un tocco di
arte al tutto...” racconta la Rocco, “in attesa poi di regalare una forte emozione nei prossimi giorni nella bellissima
Sorrento e chissà che non faccia qualcosina con l'estroverso pasticciere dei Vip, Antonio Cafiero”.
Silvana Ventriglia
Si è svolto a Giulianova, il 14° Trofeo dell’Adriatico, torneo di
futsal organizzato dall’IPA (International Police Association). L’IPA
è un organizzazione apolitica, che si propone di avvicinare fra
loro le varie forze di polizia in tutto il mondo, organizzando eventi
e manifestazioni sportive, culturali e di piacere. Quest’anno ai
nastri di partenza, presenti ben 12 formazioni, divise in 4 gironi
da 3 squadre; tra queste anche i Vigili del fuoco di Napoli, tornati
a partecipare dopo 2 anni d’assenza. Dopo aver giocato le prime 2
partite all’interno del proprio girone, le varie compagini hanno
fatto i conti con la classifica; le prime classificate sono andate a
contendersi il Trofeo dell’Adriatico, svolgendo semifinali e finali.
Le seconde classificate si son contese il Trofeo Polizie Unite e le
terze la Coppa IPA.
A contendersi la vittoria finale del trofeo maggiore, in semifinale volano : la squadra di “Police San Pietroburgo”, i “VVF
Napoli”, i “Vigilantes di Giulianova” e i rumeni di Hunedoara. Partite agguerrite dal punto di vista agonistico che ha visto
uscire vincitori i favoritissimi russi, vincenti contro i rumeni; e a sorpresa, i VVF di Napoli che dopo un girone vinto
comunque in modo comodo, sono riusciti ad avere la meglio sui più organizzati Vigilantes di casa; 3 a 2 il risultato di una
gara dal finale al cardiopalma con i pompieri che sfruttano 2 calci da fermo negli ultimi 2 minuti di gioco e ribaltano il
risultato. In finale, partita quasi senza storia. Troppo forti i russi per i vigili napoletani, che danno battaglia nel primo
tempo ( 4 a 2 il parziale), ma si arrendono definitivamente nella ripresa terminando l’incontro 9 a 4 per i nord-europei.
Clima festoso per tutta la durata della rassegna sia in campo che fuori, con le squadre che si sono scambiate regali e
gagliardetti prima dei match e con i familiari degli atleti a bordo campo a seguire le sfide tutti insieme. Alla premiazione,
momenti di euforia soprattutto per i bambini, che alla consegna dei premi si sono sostituiti ai genitori nel ricevere coppe e
medalie! “Questo è lo spirito dell’IPA” esclama il Vice Segretario Nazionale Alfredo Iasuozzi.
Fabio La Nave
Se per caso avete un cd di Robert Johnson a portata di mano
prendetelo, inseritelo nel vostro lettore e chiudete gli occhi.
Siamo in Louisiana nei primi anni ’30 e in particolare nella
cittadina di Monroe, tipica cittadina del profondo sud americano
impregnato di un endemica componente razzistica. Brutto posto
per nascere se si è poveri, e in particolare se si è neri.
William Felton Russell, secondo di due figli, è il protagonista della
nostra storia. Nero, di famiglia povera, sarebbe potuto essere solo
un altro dei tanti neri a finire con il lavorare in qualche
piantagione di cotone o in qualche fabbrica, vittima di offese e
soprusi da parte dei propri superiori. Guarda caso bianchi.
Il destino, però, sotto forma di papà e mamma Russell, decise che
quella situazione sarebbe cambiata. Si andava tutti in California,
direzione Oakland. I genitori di Bill, perché questo era il suo
soprannome, avevano trovato un lavoro più conveniente
economicamente presso un cantiere navale. Le cose sembravano
andare bene, fino a quando, improvvisamente, la signora Russell
scomparve tragicamente. Fece a tempo, però, a strappare una
promessa al marito. Bill avrebbe dovuto diplomarsi e,
possibilmente, laurearsi.
Non amava studiare, ma si iscrisse ugualmente alla McClaymondsHigh School,
scuola di neri, dove il fratello era una stella della squadra di pallacanestro. Agli
inizi la carriera di Russell stentava a decollare. Era un atleta strepitoso, ma le
mani non erano proprio delicatissime. Spesso sbagliava canestri imbarazzanti
per un giocatore alto come lui, ma ancora una volta il destino ci mise del suo.
Quella sera, ad Oakland, era presente sugli spalti tale Hal De Julio, scout della
University of San Francisco. Hal si trovava lì per osservare il centro della
squadra avversaria, Truman Bruce. Qualcosa, però, per Truman andò storto.
Bill era in serata di grazia, ed oltre alle abbacinati doti atletiche che gli
permisero di dominare come al solito a rimbalzo ed in difesa, mostrò che era
capace anche di fare canestro.
Qualche mese più tardi, il signor De Julio tornò ad Oakland e offrì a Russell
una borsa di studio per lo sport all’università di San Francisco. Il sogno di
mamma Russell si era avverato.
All’università, Bill cominciò a crearsi quell’aura di invincibilità che lo
accompagnerà poi per tutta la carriera.
Dopo un primo anno passato solo ad allenarsi, come da regolamento Ncaa, e
un secondo anno passato ai box a causa di un appendicite, il nostro era
finalmente pronto.
Nei due anni successivi San Francisco vinse due titoli Ncaa e
rimase imbattuta per 60 incontri consecutivi, record universitario
dell’epoca. Adesso sarebbe dovuto sbarcare in Nba e tutti
volevano Bill Russell. Prima, però, in quell’autunno avrebbe preso
parte alle Olimpiadi di Melbourne del 1956, ovviamente vincendo
l’oro. Tutti volevano Bill, ma Red Auerbach, storico coach dei
BostonCeltics, lo voleva più di tutti. C’era un problema. Boston
avrebbe scelto ai draft con il numero 8. Il mitico Red allora rischiò
tutto. Mandò ai St.Louis Hawks, principali avversari nella corsa a
Bill, il centro titolare dei suoi Celtics, Ed Macauley e l’ala Cliff
Hagan. Se si fosse sbagliato, Red probabilmente avrebbe perso il
proprio posto di lavoro. A quel tempo i Celtics non avevano mai
vinto niente e in realtà non sembravano neanche vicini a poter
vincere qualcosa. Con l’arrivo di Bill qualcosa cambiò a Boston e
nella pallacanestro. Già dal primo anno, Bill portò i Celtics alla
finale dove ad aspettarli ci sarebbero stati proprio i St. Louis
Hawks. La serie andò a gara 7. Una sfida emozionante che terminò,
solo dopo due supplementari, 125-123 per i Celtics. Russell aveva
ricominciato, in Nba, da dove aveva lasciato, in Ncaa. La seconda
stagione, Bill fu fermato da un infortunio alla caviglia, e I Celtics
non riuscirono a bissare il successo dell’anno precedente. Da lì in
poi, nonostante l’avvento nella lega del suo più grande rivale, Wilt
chamberlain, Bill Russell inanellò una serie di 8 titoliNba
consecutivi. Nell’estate successiva l’ottavo titolo consecutivo, Red
Auerbachdecise di smettere di allenare per diventare vice
presidente e G.mdei Celtics. La sua prima mossa come G.m fu
quella di conferire a Bill il ruolo di allenatore-giocatore della
squadra. Bill Russell divenne il primo uomo di colore ad allenare
una franchigia professionistica nella storia dello sport americano.
Il suo primo anno in panchina non fu straordinario, tant’è che coincise con la
fine della striscia di titoli consecutivi dei Celtics. Bill, però, è il più grande
vincente della storia della Nba e l’anno dopo seppe farsi trovare pronto. Si
prese la sua rivincita e riportò al Garden il titolo Nba. Nella sua ultima
stagione, la tredicesima, “the revolution”, questo il suo soprannome, seppe
scrivere ancora una volta una pagina di storia. La sceneggiatura era perfetta.
Gara 7. Si giocava al FaboulousForum di Los Angeles adornato da migliaia di
palloncini colorati gialli e viola pronti a spiccare il volo verso il cielo dopo la
vittoria contro gli odiati Celtics. Ancora una volta Bill e Wilt faccia a faccia. La
partita rimase in equilibrio per tutta la durata dell’incontro, fino a quando
proprio Russell stoppò il tiro della possibile vittoria di Mel Counts, che era
subentrato negli ultimi minuti all’infortunato Wilt. La carriera di Bill Russell si
chiuse qui con l’undicesimo titoloNba in tredici anni. Una carriera adornata da
5 titoli di Mvp della stagione regolare e uno dell’All Star Game. Una medaglia
d’oro olimpica e due titoli Ncaa. È l’unico giocatore ad aver fatto parte della
squadra ideale dei primi 25 anni della Nba, in quella dei 35 e in quella dei 50.
David Stern, attuale commissioner della Nba, per rendergli onore gli ha
intitolato il trofeo di Mvp delle finali.
Fabio Falvo
Non la prima, non la seconda ma siamo arrivati ben alla 5°
edizione S.E.B.S. “Napoli Fiera dello Sport”, l’unico e grande
evento del mezzogiorno dedicato allo sport e agli sportivi, ma
anche a chi di sport ci vive o ne è semplicemente un appassionato.
E allora il 25 e il 26 maggio Napoli si veste in tuta. Il teatro di
questo splendido scenario è l’Ente Fieristico Mostra d’Oltremare
che si estende per ben 10.000 mq tra aree interne ed esterne
allestite per le diverse sfaccettature dello sport e soprattutto
quelle più condivise quali calcio, pallavolo, basket, tennis, fitness,
danza, golf e tante altre nuove discipline che si stanno evolvendo.
E già perché lo sport e anche e soprattutto evoluzione e ne sono una dimostrazione quelli che sono i neonati come zumba
fitness, pole dance, lambaerobica; ma l’evoluzione più importante è quella rivolta allo sport per i disabili, dedicandone
una parte della mostra come il tennis per disabili, dove così proprio tutti possono provare e provarsi in svariate
discipline.Lo sport contro qualsiasi disuguaglianza e per pari opportunità per tutti!
Questi i valori che l’organizzazione della Planet Stand Creation vuole diffondere attraverso lo sport insieme a quelli di
benessere e rispetto auspicandosi che, oltre che per lo sport, questi diventinovalori per la vita.
Nunzia Casolaro
Giunto alla sua sesta edizione, anche quest’anno il Memorial Raffaele Russo ha saputo
regalare due giorni di sano e divertente sport. Una festa in acqua per ricordare un
ragazzo scomparso troppo prematuramente che amava lo sport, amava il nuoto, tanto
da farne diventare il suo stile di vita, che nella piscina del Circolo Canottieri Napoli a
Ponticelli aveva trovato la sua seconda casa.
Passione e ricordi, è quello che si legge negli occhi dell’ organizzatore della
manifestazione Vincenzo Palmentieri, grande amico di Raffaele, una passione che
coinvolge anche il suo staff, una passione che rende felici tutti gli appassionati di
questo sport.
Più di 600 nuotatori, giovani e meno giovani si sono dati
appuntamento come ogni anno in piscina, per divertirsi e per
sfidare come sempre un cronometro.
Le gare si sono disputate in un clima di festa magica, che ha visto
trionfare la società del Cral ANM, che con i suoi 58 partecipanti
riesce a mettere alle spalle società di rilievo come Il Gabbiano e il
Quadrifoglio.
Marcella Iaccarino
La Ferrari fa festa anche per il terzo posto dell’ottimo Felipe Massa, al
primo podio dell’anno, autore di una gara tutta in rimonta infatti il
pilota partiva dalla nona posizione. Tra le due rosse si piazza Raikkonen
che conquisa un ottimo secondo posto. Sebastian Vettel conquista solo
il quarto posto riuscendo, peró, a prendere i punti che gli consentono
di restare in testa alla classifica mondiale. Quinto posto per Webber, mentre è grande crisi per la Mercedes, infatti Rosberg
è solo sesto e Hamilton addirittura dodicesimo. La classifica cambia volto: Sebastian Vettel, comanda con 89 punti,
Raikkonen lo insegue a quota 85, Alonso sale a 72. Tra 2 settimane, nel Gp di Monaco, la sesta puntata del Mondiale.
Francesco Contardo
Ancora una pausa per la F1 dopo l'ultima gara in Spagna che ha visto il trionfo del colore
Rosso Ferrari, malgrado una qualificazione non proprio eccellente. Ma i problemi relativi
all'accentuato consumo delle gomme Pirelli e la conseguente difficoltà di spingere in
gara, hanno penalizzato notevolmente le due Mercedes, che ancora una volta avevano
guadagnato la prima fila, negando ai piloti della casa tedesca il diritto di bere dal calice
della vittoria. Storia diversa nella prossima gara, in programma il 26 maggio sul
bellissimo circuito di Montecarlo, dove la competitività in qualifica si è sempre rivelata
un tassello fondamentale per raggiungere il podio, data la particolare configurazione del
tracciato che ridisegna momentaneamente la città monegasca. Qui risulta difficile
qualunque sorpasso e potrebbe bastare mantenere la posizione iniziale per vincere e far
punti in classifica.
Intanto trapela la notizia che Bernie Ecclestone sia stato incriminato per corruzione dalla
procura di Monaco di Baviera. Stando all’accusa l’82enne numero uno della Formula 1
avrebbe corrotto l'allora responsabile rischi della banca Bayern LB, Gerhard Gribkowsky,
per far cedere i diritti della F1 ad una società, la CVC, della quale Ecclestone è direttore
esecutivo. Una eventuale condanna potrebbe significare per la F1 la fine di un ciclo,
quello del magnate inglese, durato quasi 40 anni.
Anna Maria Stizzo
La favola di Suor Giovanna Saporiti, la presidente dell’Igor Gorgonzola Volley
Novara, neopromossa in serie A1 di pallavolo femminile. ”Sono ormai
trent’anni, dal 1983, che abbiamo iniziato con la pallavolo, in una palestrina,
dove è nata l’AGIL, acronimo di Amicizia, Gioia, Impegno e lealtà”. Sul volto e
nelle parole della “suora del volley” ci si accorge di quanto sia importante
l’impegno nel sociale e di come lo sport sia forma di aggregazione. Dalla
"palestrina", nel giro di poco tempo si è passati alla costruzione di un centro
sportivo dove si praticano volley, basket, beach volley, calcetto e vari corsi di
avviamento allo sport. Negli anno 90 ha inizio la scalata. In pochi anni Novara
arriva in B1 e nella stagione 2000/2001 l’Agil riesce nell’impresa storica: vince
la Coppa Italia e accede in serie A1. Dopo la separazione dagli sponsor, dal
2004 l’Agil retrocede in B2, ma Suor Gio’, appartenente all’ordine delle Sorelle
Ministre della Carità San Vincenzo De Paoli di Novara, non vuole proprio
smettere di sognare e grazie all’impegno del nuovo sponsor, l’Igor Gorgonzola,
riesce nel nuovo miracolo. In quest’ultima stagione, il campionato delle
pallavoliste è strepitoso e l’Igor Volley passa in A1 già al termine della regular
season. La festa può iniziare ma Suor Giovanna ci tiene a precisare che occorre
sempre dare il buon esempio. La cinquantacinquenne novarese, nel suo ruolo
di presidentessa, vuol far capire l’importanza della pratica sportiva e ribadisce:
"Fare gruppo per un obiettivo è lezione di vita, crea coesione, insegna a
collaborare. E saper faticare è fondamentale per raggiungere qualsiasi
risultato”. E mentre nel calcio dilagano i casi di violenza e di insulti razzisti la
patron novarese non accetta scuse: ”Vado in panchina e se sento una
bestemmia sono guai”.
Valerio Castorelli
Termina la finale scudetto al tie break di gara cinque, 3 – 2 (25-23, 21-25, 2522, 19-25, 15-12). Piacenza si arrende, ma esce dal Pala Trento festante a
testa alta. Ha dato filo da torcere alla Itas Trento, costringendoli ad arrivare
agli ultimi punti del tie break.
Terzo scudetto della storia per Trento, ma quanta fatica, per questo ancora
più meritato. Avanti uno a zero la formazione casalinga si è vista rimontare
dagli ospiti. Nuovamente in vantaggio per 2 – 1, la Copra Elior non ha
mollato, raggiungendo il quinto set. Il contraccolpo avrebbe distrutto
chiunque, ma non i Campioni del Mondo, che con una prova di forza sono
riusciti a battere Piacenza.
Mvp della gara Jack Sintini ha giocato una partita sopra le righe riuscendo a
non far sentire l’assenza di Raphael. La sua nomina a migliore in campo è
stata la chiusura perfetta, con tanto di ovazione di tutto il Pala Trento, per
una storia a lieto fine e forse impensabile sino a qualche mese fa,
quando appena un anno fa riusciva a vince la partita più difficile della sua
vita: quella contro il cancro. A Trento il terzo Tricolore, a Piacenza non resta
che l’onore delle armi. Ha lottato sino all’ultimo non arrendendosi mai,
nemmeno ad un verdetto che dopo gara tre sembrava ormai già indirizzato a
Trento.
Adriano Scala
Gareggiare con l'arco non è semplicemente dimostrare agli altri di essere più
bravo, di riuscire a fare più punti degli altri ma è un momento per fare
amicizie, perché no, divertirsi un po'. Per capire quest'affermazione è
necessario introdurre i meccanismi di una gara di tiro con l'arco. Ci sono
molti paglioni e quattro arcieri tirano su ognuno di essi, due alla volta.
All'arciere viene assegnata una lettera (A,B,C,D). Scoccano le frecce prima
tutti gli arcieri che hanno una A e una B, poi i C e D infine tutti insieme si
recupera. Il turno successivo iniziano C e D a cui seguono A e B e si torna a
recuperare. Si ripete per 20 turni (detti volè in gergo), divisi in due sessioni.
Fin qui tutto normale, se non fosse per le pause che si creano mentre si
attende il proprio momento. L'attesa è di due minuti, nella quale si può
liberamente fare ciò che si desidera, quindi si può parlare con gli altri arcieri,
rilassarsi e cosi via. Se ciò non bastasse, i tiratori come detto recuperano
insieme il che implica camminare accanto ad altri tiratori per 18 m (al
chiuso), 20,30,50,70,90 m (all'aperto). In questa lunga passeggiata ci si
scambia sempre una chiacchiera per allentare la tensione. Infine gli arcieri
dichiarano il proprio punteggio sotto supervisione degli arcieri dello stesso
paglione (quindi c'è fiducia tra gli atleti) e tornano ai propri posti con un'altra
lunga camminata. Il momento clou però è la pausa tra le due sessioni nella
quale gli atleti solitamente recuperano le forze mangiando, bevendo e
chiacchierando. Se tutto ciò non bastasse per capire che sport meraviglioso
sia il tiro con l'arco, intrinseco di fair play, basta osservare i tiratori "esperti"
che danno consigli e incoraggiano gli avversari più giovani (si gareggia fin da
bambini). Il tiro con l'arco è davvero uno sport non comune.
Emanuela Palo
Dopo l'esclusione di questa stagione dal campionato di LegaDue, il basket torna, per
l'ennesima volta, a Napoli; tutto ciò è avvenuto a seguito del fallimento della basket
Bologna che, dopo due anni passati in categoria, anche con buoni risultati, non possiede il
budget necessario per la permanenza in LegaDue e per giocare un basket di buon livello. I
diritti passeranno a Napoli dopo l'accordo trovato, in occasione della partita di calcio tra
Bologna e Napoli al Dall'Ara di Bologna, tra Maurizio Baldi e Bruno Tosarelli. Dopo le
precedenti deludenti esperienze delle varie società napoletane, l'ultima recentissima
avvenuta questa stagione, quando, dopo l'accordo con la Pallacanestro Sant'Antimo, la
squadra campana era stata esclusa dopo appena tre giornate con la successiva cancellazione
delle partite disputate e lo svincolo di tutti i giocatori a causa del mancato pagamento della
prima rata dei contributi obbligatori previsti, la speranza di tutti è che questa sia la volta
giusta e che alle spalle ci sia un progetto con delle basi solide per la costruzione di un futuro
luminoso.
Francesco Perfetto
Da anni le competizioni sportive non riguardano soltanto l'uomo ma interessano anche i
nostri amici animali. Sempre più interesse suscita l‘ ornicoltura, non riguarda animali di
grossa taglia, ma bensì, dei simpatici uccellini. Le mostre negli anni si sono trasformate
in concorsi di bellezza. I soggetti delle mostre variano a seconda delle categorie in cui vengono
assegnati: esotici, pappagalli, canarini di colore, canarini di forma e posizione. Le mostre
abbracciano numerose razze di volatili domestici, ma maggiore interesse e spazio viene occupato
dal canarino, da tutti conosciuto come un uccellino unicolore dal canto melodioso. L'allevamento
di questo animale ha portato al crearsi di numerose razze differenti tra loro, alcune volte solo per
colore, ad esempio come: i mosaico, gli agata e gli isabella; oppure differenti tra loro per aspetto
fisico e dimensione, ad esempio come: i gloster, gli arricciati, gli scotch ecc. Dopo aver elencato
poche specie in confronto alle numerose esistenti, possiamo dire che i giudici diventano sempre
più rigidi nell'assegnare anche un singolo punto in più a soggetti di ottima fattura, visto che
sempre più allevatori si avventurano in questa nuova gara migliorando di volta in volta la qualità
dei soggetti in mostra, creando così dei veri e proprio piccoli modelli.
Eleonora Brangi
Voglia di superare i limiti, volontà e una buona dose di coraggio sono la ricetta per praticare gli sport estremi, per avere quella
scarica di adrenalina che mista alla paura del momento e senso di libertà lasciano in chi li pratica quella soddisfazione unica di
aver superato se stessi. Gli sport estremi nascono come attività ludiche sulle coste occidentali della California attorno agli anni
60, ma infiniti tentativi dell'uomo di superare i propri limiti si hanno già nell’antichità: basti pensare ad Icaro che secondo il
mito greco, cercò di costruirsi delle ali di cera, ma sfidò eccessivamente gli dei volando in alto fino al sole, una volta sciolte
cadde in acqua. Leonardo da Vinci che, invece, si cimentò nella costruzione di una macchina che permettesse agli uomini di
librarsi nell‘aria, ed anche se non riuscì a far funzionare questa sua invenzione, comunque ideò quello che sarebbe diventato il
futuro paracadute. Sfidare se stessi, sfidare la natura e le sue leggi armati di audacia, il desiderio di provare emozioni forti, non
percependo con concentrazione e volontà la fatica, il pericolo sono solo alcune delle motivazioni per praticare queste discipline,
perché gli sport estremi sono tutto ciò e molto altro. Stilare un elenco degli sport estremi non è semplice, dal momento che la
smisurata creatività degli esseri umani li conduce a ideare continuamente nuove sfide in cui cimentarsi. Vi sono discipline
praticate oramai da anni da migliaia di persone, come il paracadutismo, altre più recenti che stanno conoscendo un incredibile
successo, pensiamo al kitesurf, ed altre quasi sconosciute al grande pubblico.
Free Running, parkour, base jumping, bungee jumping, parapendio, freestyle
motocross, rafting, hidrospeed, arrampicata, tuffi da montagne altissime, surf da
onda, windsurf, immersioni in grotta,ironman e rugby subaqueo, sono solo alcuni
degli sport estremi che con fantasia e voglia di sentirsi sempre sul filo del rasoio
spingono chi li pratica anche a sfidare la morte se necessario. La pratica degli sport
estremi deve essere sempre accompagnata da un'adeguata preparazione fisica e
mentale e un'adeguata apparecchiatura tra cui: caschi protettivi, corde,
imbracature e agganci. Trattandosi di sfide che se affrontate con un opportuno
allenamento possono essere entusiasmanti, sia per i praticanti che per gli
spettatori, bisogna sempre ponderarne l'insite pericolosità che possono avere esiti
tragici, in quanto sono “estremi” a divertimento e non a rischiosità.
Elvira Avola
Evidenze dimostrano che un canottiere
agonista riesca a consumare fino a 4000 kcal
durante una gara in duetto, la benzina deve
essere perfetta…ma soprattutto attenti ai
cornflakes assassini appena prima dello start!
(se non ci credete chiedete all’olimpionico
Tizzano!).
Comunque gli allenamenti più massacranti
restano le due ore mattutine ( le 6) con solo
qualche litro si succo gastrico nello stomaco!
Non
mancheranno
sciape
paste
con
pomodorino leggerissimo ed appena rosato.
I problemi maggiori nascono dai pesi leggeri
che devono continuamente lottare con i loro
etti per non gareggiare contro i giganti! Mi
raccomando alle scorte di carboidrati per non
lasciare a secco i muscoli del Glicogeno, sono
Chiara Carratù
consigliati 10mg/kg..
A.Di.S.U. Parthenope
Azienda per il Diritto allo Studio
Universitario
Martedì 21 maggio, ore 14.00, alla sede di palazzo Pacanowski dell’UniversitàParthenope, avrà luogo il secondo dei
tre incontri previsti dal corso di studi “Il maltrattamento nei confronti delle donne”, un’iniziativa dell’A.Di.S.U.
Parthenope in collaborazione con la Facoltà di Giurisprudenza dell’Ateneo. Si parla di Stalking, ovvero di una
nomenclatura di atteggiamenti persecutori che un individuo può avere nei confronti di un altro individuo generando
stati di ansia e paura. Dopo aver affrontato il fenomeno negliaspetti psicologici che possono generarlo, con una della
voci più autorevoli della psichiatria nazionale, il prof. Alessandro Meluzzi, il prossimo incontro verterà sull’analisi
degli strumenti giuridici per la tutela della persona. La partecipazione al convegno sarà per gli studenti di
giurisprudenza motivo per l’ottenimento dei CFU previsti. Sarà inoltre rilasciato un attestato di partecipazione.
Interventi:
ore 14.30
"Stalking: aspetti giuridici”
prof. Alberto De Vita (Ord. Diritto Penale)
Info e contatti: www.adisupartenope.net
ufficio Stampa: [email protected]
Direttore: Cristiana Barone
Editore: Antonella Castaldo
Capo Redattore: Luigi Liguori
Editing Grafica: Giuseppe Vecchione
Redazione: Corso di Giornalismo Sportivo 2013 - Università Parthenope di Napoli - Facoltà di Scienze Motorie
Bigol News - Testata Registr. Trib. Napoli 20/2008 del 28/02/2008
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