IUBAL KOLLETTIVO MUSICALE Parte da qui I TESTI DELLE

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IUBAL KOLLETTIVO MUSICALE Parte da qui I TESTI DELLE
IUBAL KOLLETTIVO MUSICALE
Parte da qui
I TESTI DELLE CANZONI
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Copyleft Iubal Kollettivo Musicale – 2012
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Non commerciale – Condividi allo stesso modo 3.0 Italia
Indice
Più in là . . . . . . . . . . . .
Questa notte . . . . . . . . .
Iraq . . . . . . . . . . . . . .
Più bella del tramonto . . .
La ballata di Roberto . . . .
Potenziale terrorista . . . . .
Cani di Pavlov . . . . . . . .
Frontiere . . . . . . . . . . .
Valse . . . . . . . . . . . . .
La strada per Gerusalemme
Il candidato sul dirigibile . .
Alterna Rock . . . . . . . . .
Sogno . . . . . . . . . . . . .
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Iubal Kollettivo Musicale
Più in là
Nati nell’ombra di un sole abbagliante, affascinati da vecchie utopie
Abbiamo spesso pensato di urlare, perdere tutto e poi correre via
Ma presi da sogni un po’ troppo distanti abbiamo imparato a lottare così
Con parole gridate da tanti, sparse lontano da un’aria di jig
Ci hanno chiesto di stare in silenzio, più per controllo che per paura
Ci hanno detto aspettate un momento su dei divani colore censura
Ad accoglierci troppi gioielli e poche parole tenute per noi
Esortati a non fare i ribelli, esortati a non fare gli eroi
Lapidati dai senza-peccato e usati per sfogo da cinici dei
Siamo quelli che hanno disturbato il grande leone il giorno ventisei
Siamo stati applauditi da tutti e tutti ci hanno voluto occultare
Come attori sfiniti e distrutti, come gocce perdute nel mare
Forse nati nel posto sbagliato, dove i discorsi diventano palle
Siamo quelli che hanno protestato contro la linea che taglia la valle
Quelli che un venti di luglio bastardo furon coperti da un torpido gelo
Uno sparo silente e codardo contro un pugno lanciato nel cielo
Abitati da un odio profondo per i mediatici attacchi velati
Che addormentano i mali del mondo su materassi spinosi e sformati
Bianchi sorrisi di plastica dura sono in agguato su tutte le reti
Come corvi la notte più scura messi a guardia di mille segreti
Qua non si può tornare indietro
Sguardo in avanti passo incalzante per poter spingerci più in là
Qua non si può fermare il tempo
Noi siamo quelli che nella notte restano svegli a respirare
E con gli occhi fissi al cielo a camminare
Con il mare sulla destra
Nati lontano da terre spezzate, crepe che taglian la vita a metà
Siamo lontano da vite ammazzate perché chiedevano più libertà
Apparteniamo alla parte di mondo violentatrice dell’altro emisfero
Che lo schiaccia ben bene sul fondo ma non crede di farlo davvero
Non dobbiamo restare in silenzio e finger che possa andar bene così
Perché crediamo in un mondo diverso che può partire soltanto da qui
Perciò continuiamo a cantare la rabbia
con la speranza di un mondo migliore
Forse è solo un granello di sabbia, però basta per spingere il cuore
Parte da qui
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Qua non si può tornare indietro
Sguardo in avanti passo incalzante per poter spingerci più in là
Qua non si può fermare il tempo
Noi siamo quelli che nella notte restano svegli a respirare
E con gli occhi fissi al cielo a camminare
Con il mare sulla destra
Questa notte
Questa notte in cui le stelle ritardano a brillare
Decidiamo di aspettarle a modo nostro in compagnia
Non vogliamo che la luna stia da sola a festeggiare
Forza alziamo il culo e andiamocene via
Stasera pago il primo giro per brindare
Alla musica e a questa notte magica
Dai Simo versaci da bere un bel bicchiere
Di quel vino rosso che hai tenuto apposta per noi
Questa notte in cui le stelle sono scese dentro al cuore
Riscaldiamo l’atmosfera con due note e una canzone
Forza fuori gli strumenti, fuori il ritmo ed il colore
E le pinte già si svuotano al bancone
Danno il tempo i colpi del calcetto
Chi perde paga la rivincita
Mentre Marco cerca un socio per gli scacchi
Gli altri ballano e cantano sui tavoli
E sperando che ritardi ad arrivare un altro sole
Tanto vale rimanere, il domani è per dormire
Noi paghiamo un altro giro e si attacca chi non vuole
Tanto il vino prima o poi dovrà finire
Johnny è già in mutande e corre per il prato
Fino a dove si può arrivare
Intanto a oriente spunta il sole
Che ci scopre ancora svegli qui a cantare
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Iubal Kollettivo Musicale
Iraq
Ibrahim ha otto anni e otto ferite sulla schiena
E la sua pelle che è bruciata sembra pece
La sua famiglia è morta sotto un palazzo di Bassora
Mentre l’inferno precipitava giù dal cielo
È stato un mese in ospedale senza però poter guarire
Non c’era acqua, niente letti e medicine
La notte non si addormentava perché spesso ricordava
Le urla di sua madre
I suoi occhi ancora osservano
Donne che piangono, case che esplodono
I soldati ancora sparano
Ma la libertà non si ottiene con la morte
Anthony ha ventun anni e ventun proiettili nel corpo
È sdraiato sulla strada e fissa il vuoto
Il suo sangue scorre sulle mani degli amici
Impazziti che si disperano uccidendo
Tutte le sere si ubriacava e poi gridava alla luna
Per farsi forza e per scacciare la paura
La notte spesso ricordava quel che il padre gli diceva:
— Caro Anthony la guerra non è un gioco —
Nei suoi occhi ancor si vedono
Pozzi che bruciano, bimbi che gridano
I soldati ancora sparano
Ma la libertà non si ottiene con la morte
Mentre la notte scende su Baghdad la capitale
Tutti quanti hanno paura di morire
Per una bomba, un kamikaze o per un colpo di fucile
Per militari ubriachi e disperati
I signori della guerra non lo vogliono capire
Le bombe uccidono non portano consiglio
Mentre parlano in diretta, mentre si fan fotografare
L’Iraq non si lascia addormentare
Parte da qui
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Più bella del tramonto
Se passeggi tra i palazzi arrossati dal tramonto
Che si addormentano nella grande città
Se ti lasci massaggiare dal verde del Regent’s Park
O se attraversi l’intera Camden Town
Potrai vederla camminare
E di sicuro ti innamorerai di lei
Dei suoi occhi luccicanti per il chiaro dei lampioni
Che circondano Hyde Park
Due anni fa ha lasciato la Slovenia
Per lavorare in un paese dove non c’è la guerra
Ora il sole la protegge e la riscalda
Ed il vento la accarezza in Oxford Street
Ma nella notte fa freddo e piove forte
E lei apre il suo cassetto
Tira fuori i suoi ricordi e lascia scendere una lacrima
Sulla foto di suo padre
Matthea era bella più bella del tramonto
Ancor più bella della luna che compare dietro ai monti
Di mattina tra le lenzuola sorrideva
E ogni nuvola dal cielo scompariva
Quando era sera molto spesso parlavamo
E sorridendo sussurrava
È strano sai, due persone che si incontrano per caso
Sono libri appena aperti
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Iubal Kollettivo Musicale
La ballata di Roberto
Roberto stava ritornando al paese
Faticando per gli acciacchi dell’età
Incontrò madama Bianco che gli chiese
Del progetto nuovo alta velocità
Con passi lenti arrivarono alla chiesa
Tutti quanti, in centoventi erano là
Con la rabbia dentro gli occhi lì in attesa
Le ruspe avevan già lasciato la città
Arrivarono ingegneri e tecnici del ministero
Si alzò dallo sterrato un polverone verso il cielo
Si misero ad esporre a tutta la cominità
Gli innumerevoli vantaggi dell’alta velocità
— Signori avete tra le mani un’opportunità —
L’ingegner si raccomanda — non lasciatela scappare
Il ministero sarà pronto ad ascoltare con pazienza
Tutte le perplessità —
Roberto lo ascoltava con la rabbia dentro al cuore
Si era ormai stancato di ascoltar le sue parole
Alzò la mano e chiese all’uomo col caschetto in testa
Cosa significasse la sua inutile minestra
— Paesanotto un po’ ignorante, lei mi manca di rispetto
Non capisce l’importanza del mio splendido progetto
Certo è ovvio voi farete sacrifici per portare
La mia linea fin lassù
Mezza parte del paese dovrà cadere giù —
La realtà può raccontarci che in questioni d’interessi
Bisogna spesso scendere ad ingiusti compromessi
Ma Roberto e i suoi compagni fronte alla loro sentenza
Decisero all’istante di porre resistenza
La gente del paese era attaccata a questa terra
Attaccata ad ogni sasso, ad ogni fiore e filo d’erba
Non credeva che in un giorno qualchedun
Potesse toglierle di mano la sua perla
Parte da qui
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Si sentirono le ruspe dal paese sottostante
In conseguenza lo sterrato fu occupato in un istante
L’ingegnere minacciò — Se adesso non andate via
Mi costringete a rubare del tempo alle forze di polizia —
Ingegnere non capisce lei ha già perso questa guerra
Non capisce che nessuno toccherà mai questa terra
Non capisce che il suo mostro del progresso
Velocissimo di qua non passerà
Marceremo per le strade per combattere la TAV
Potenziale terrorista
C’è stato l’undici settembre
L’undici marzo per Madrid
I kamikaze in Palestina
I kamikaze su Baghdad
Dall’alto ci hanno chiesto poi di odiare
Ci hanno costretto a non cambiar canale
In ogni caso è faticoso ragionare
Lasciamo andare il mondo nella follia totale
Pioggia di bombe su Kabul
Bombe rosse, bombe a stelle e strisce
Fiumi di morte su Baghdad
Fiumi di pace per l’Iraq
Qualcuno non si lascia ipnotizzare
Ha capito che non tutto è bene o male
Ha capito che qualcosa può cambiare
Non è costretto a non cambiar canale
Mi raccomando fai attenzione che chiunque è un potenziale terrorista
Mi raccomando fai attenzione che chiunque è un potenziale terrorista
Siamo finiti in una strada troppo stretta
È anche colpa della nostra indifferenza
Siamo finiti dentro il tunnel della guerra
È anche colpa della nostra indifferenza per la guerra
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Iubal Kollettivo Musicale
Chiunque è un potenziale terrorista
Quindi allontanati dai treni e gli aeroplani
Quando vedi un magrebino o un comunista
Sputagli addosso tanto sono tutti uguali
Sempre più spesso si apre il fuoco sulle manifestazioni
Si crede che sia giusto per combattere il terrore
Si crede che sia giusto quel che ha detto Berlusconi
Si crede che sia giusto per un mondo migliore
Mi raccomando fai attenzione che chiunque è un potenziale terrorista
Se hai una bomba sotto al culo chiunque è un potenziale terrorista
Siamo finiti in una strada troppo stretta
È anche colpa della nostra indifferenza
Siamo finiti dentro il tunnel della guerra
È anche colpa della nostra indifferenza per la guerra
Cani di Pavlov
Le nostre vite controllate a distanza
Assuefatte da sensazioni tele-sintetico-virtuali che
Anestetizzano il pensiero, domani
Qualcuno, davvero poi penserà per te
E mentre corrono le immagini in diretta
Del grande calciatore che si sposa la modella
Qualcuno vuole esercitare la sua libertà
Di essere schiavo della TV via cavo
Lo schermo invita i nuovi cani Pavloviani
A prendere posto sul divano
Mi rifiuto di pensare che la vita possa assomigliare
Ad un Grande Fratello
Mi vien da vomitare perché so che c’è chi pensa
Che sarebbe proprio bello
Soprattutto perché so che dietro ai cumuli catodici
I minuti son più ruvidi e più sporchi del previsto
Credo sia più interessante sopravvivere
Lasciando stare il resto e aggrappandosi lontano
Parte da qui
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Lo schermo invita i nuovi cani pavloviani
A prendere posto sul divano
Ma qualche cane sciolto ha solo una gran voglia di urlare
Costretti a respirare solo l’aria che hanno scelto
Costretti ad ascoltare i suoni che non hanno spento
Costretti ad innalzare gli indici di gradimento
Costretti a soffocare in un momento la libertà
Le nostre vite incatenate alla stanza
Occhi sbarrati, salivazione per immagini in movimento
Questa la diagnosi di entrata occultata
Perduta, archiviata in chissà quale città
La terapia sin troppo facile applicata
E’ resezione di quel lobo prefrontale del cervello
Ora l’esercito è composto al suo posto
Destino nefasto vietato il contromano
Lo schermo invita i nuovi cani pavloviani
A prendere posto sul divano
Ma qualche cane sciolto ha solo una gran voglia di urlare
Costretti a respirare solo l’aria che hanno scelto
Costretti ad ascoltare i suoni che non hanno spento
Costretti ad innalzare gli indici di gradimento
Costretti a soffocare in un momento la libertà
Costretti a respirare solo l’aria che hanno scelto
Costretti ad ascoltare i suoni che non hanno spento
Frontiere
Abbiamo faticato sotto il sole che scioglieva la tensione
Tra migliaia di persone
Abbiamo condiviso il nostro mondo, conosciuto altre culture
Osservato ogni colore
Abbiamo costruito una valida proposta alternativa
Che prima o poi qualcuno applicherà
Abbiamo innalzato una bandiera arcobaleno
Che nessuno in questo mondo strapperà
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Iubal Kollettivo Musicale
Una splendida ragazza messicana punta il dito verso il sole
Che accarezza il mondo intero
Così mi prende per la mano e inizia a correre veloce
Verso il monte che si erge verso il cielo
Ricordo che i suoi occhi si girarono verso me
E mi chiesero tacendo di parlare
Le nostre storie si conobbero impararono ad amarsi
E incominciarono perdendosi a ballare
Un ragazzo e una ragazza che vivevano distanti
Incominciarono col prendersi per mano
Sorridevano lontani dalla folla, lontani dalla musica
Su cui noi saltavamo
Lei prese la chitarra e incominciò a cantare una canzone
Che certo io non dimenticherò:
Imagine, imagine there’s no countries
Imagine all the people living life in peace
E mentre il sogno continuava i nostri mondi si incrociavano
Iniziarono a bussare le paure
Chissà se ci incontreremo un’altra volta a lavorare sotto il sole
Questo chi lo può sapere
Cercavamo di scacciare la malinconia gridando una canzone
O correndo verso il mare urlando — Dai! —
Cercavamo di non perdere un secondo di non perdere l’occasione
Di distruggere le frontiere
Per me è difficile cantare ciò che è stato
È difficile voltarmi a osservare luce lontana
È difficile osservare le vecchie foto immaginando
Che qualcuno, forse, mi ricorderà
È poi difficile affogare la malinconia in un letto un po’ sudato
Oppure urlando forte rabbia verso Dio
È bellissimo pensare che in un giorno non lontano
Forse tutto questo mi riprenderà
Parte da qui
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Valse
Seduti di fronte al cadere del giorno
Le nuvole rosse cullate
Da un vento che volteggia d’intorno
E che soffia in alto le vallate
Leggero, lui si tolse il cappello
Poi gli chiese guardando distante
Conosci qualcosa di ancora più bello
Del tramonto o del sol levante
In un tempo dove vincon gli inganni
In un tempo dai piedi pesanti
Tu non guardare il passare degli anni
Senza sogni non puoi andare avanti
E ricorda di spingere in alto i pensieri
Più in alto di queste tue mani
Non scordare i racconti di ieri
Per poter raccontarli un domani
E quando arriverà il tempo di urlare a gran voce
La rabbia per quello che tace
Non dimenticare di essere come un bel soffio di vento
Su un mucchio di brace
Come un bel soffio di vento su un mucchio di brace
Quante stelle nel buio lontano
Ultima corsa dell’ultimo treno
Poi quel vento lo prese per mano
Aspettando di nuovo il sereno
E se un giorno tu vorrai venire a trovarmi
Chiudi gli occhi e prova a immaginarmi
Sopra quel vento che soffia distante il sereno
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Iubal Kollettivo Musicale
La strada per Gerusalemme
Verso le cinque Rachid inizia un gioco
E la sua ombra si allunga verso oriente
Deve riuscire ad ammazzare il coprifuoco
Prima che soffochi Ramallah e la sua gente
Rachid rientra in casa ma si accorge
Si accorge di aver perso la partita
Sui tre gradini dell’entrata scorge
Il corpo di suo padre in fin di vita
Partirà domani per la capitale
Impugnerà le bombe meglio di una spada
Andrà da quelli che lo chiamano animale
A professare con la morte l’Intifada
Ma per Gerusalemme la strada è già finita
Torna a Ramallah fai solo il tuo dovere
Se vuoi farlo puoi rischiare la tua vita
Per entrare dentro al regno del potere
Rachid così decide di rischiare
Decide d’imbottirsi di tritolo
Esploderà al mercato della capitale
Ma sarà martire non morirà da solo
Saluterà morendo questa ingiusta terra
Dedicherà il suo ultimo sguardo a una bambina
Sarà altra legna sulle fiamme della guerra
Ma non sarà fatta giustizia in Palestina
Addio Rachid non puoi più ritornare
È atterrato il coprifuoco e tutto tace
È difficile tornare a respirare
Ma è possibile il sentiero per la pace
È percorribile il sentiero per la pace
Ma per Gerusalemme la strada è già finita
Torna a Ramallah fai solo il tuo dovere
Se vuoi farlo puoi rischiare la tua vita
Per entrare dentro al regno del potere
Parte da qui
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Il candidato sul dirigibile
In un paese molto lontano
Un bel giorno avvenne un fatto strano
Ma prima di narrarvi queste cose
Devo avvertirvi son parecchio scandalose
Un politico, un amministratore
Per le tasche e per la pancia troppo amore
Qualcuno disse che abusò della sua posizione
Lo confermò pure la cassazione
Ma il suo partito si sarà indignato
Avrà ribadito che l’onestà è un valore
Dalle sue file l’avrà cacciato — No! —
Ha candidato quel brav’uomo a senatore
Però il popolo si sarà indignato
Avrà pensato — qui ci prendon per coglioni —
Sicuramente non l’avrà votato — No! —
Il condannato ha pure vinto le elezioni
In quel paese che non è poi distante
Di cose losche ne succedon proprio tante
Però quasi nessuno dice niente
Ed è poca la gente che dissente
Tant’è che quel partito
Senza vergogna ci ha riprovato
Ad appiopparci come proprio candidato
Quell’onestissimo pregiudicato
E chi pensa che non sia lodevole
Chiamare un delinquente onorevole
Ascolti perché abbiam la presunzione
Di avere in tasca noi la soluzione
Si prende l’ineleggibile
Lo si mette su un dirigibile
O volendo invece dentro un sommergibile
Se volete noi paghiamo il combustibile
Per mandare finalmente
Il candidato pregiudicato
A nostre spese
A quel paese
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Iubal Kollettivo Musicale
Alterna Rock
Nata nell’uno-nove-sette-nove di tre chili e due
Nell’ospedale di una piccola città
Già si vedeva che sarebbe stata l’unica persona
In grado di salvar l’intera umanità
Dalle bibite in lattina, dai fast-food all’aspirina
Dall’ipocrisia della pubblicità
Nell’uno-nove-nove-sei si avvicinò all’omeopatia
Perché deviato era il suo flusso di energia
Il guru disse preoccupato — Non mangiare più la carne
Prendi ’ste pastiglie in erboristeria —
La conseguenza fu un ricovero d’urgenza in ospedale
Per diarrea, deperimento ed anemia
L’uno-nove-nove-sette, l’anno del suo primo amore
Un uomo con una ventina d’anni in più
Però è comodo essere in conflitto generazionale
Per poi prenderlo dai trentacinque in su
Si conobbero nel corso di una manifestazione
Per difendere la canna di bambù
L’uno-nove-nove-nove si va all’università
A Bologna con i soldi di papà
Lì cercava di convincersi di esser proletaria
Con in tasca il manifesto, l’unità
Presa dalla facoltà di lettere e filosofia
S’iscrisse al corso di cultura, lingue e lettere orientali
Metodi di cura alternativi basati sui fiori di Bach
Io lo so, so, so che tu hai la tua libertà
Però a me no, no, no così proprio non mi va
E allora alterna dai fammi divertire così
Dopo una lunga relazione nel due-zero-zero-sei
Lei lo saluta e prende un volo per Bombay
Certo un po’ di amaro in bocca gli rimane lui sperava
Di finire sull’altare insieme a lei
Lei che adesso è tutta presa a meditare dentro al tempio
Con la gente che la scruta con un occhio un po’ sospetto
Per la pelle troppo chiara e per il tanga che le spunta dai jeans
Parte da qui
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Io lo so, so, so che tu hai la tua libertà
Però a me no, no, no così proprio non mi va
E allora alterna dai fammi divertire così
Sogno
Dormi e vedrai, sognando nascerà un mondo
Dove tutti i bambini faranno un girotondo
Tenendosi per mano: neri, gialli e bianchi
Cantando una canzone finché saranno stanchi
Dormi e nel sogno vedrai sorgere il sole
Sui campi di frumento e sopra le persone
Con tutte quelle spighe faremo tanto pane
Non ci sarà più morte, non ci sarà più fame
La notte è ancora lunga, hai tempo per sognare
Sopra un villaggio asiatico un aereo volare
Non lancerà più bombe, ma petali di fiori
Per colorare i cieli, per riscaldare i cuori
Ricorda questi sogni domani al tuo risveglio
C’è un mondo da cambiare, da rendere più bello
I bambini giocheranno, si potranno divertire
E il mondo malato, presto potrà guarire
E’ un sogno ad occhi aperti, il mondo di domani