1 - il ponte

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1 - il ponte
IL PONTE
40° Anno di Fondazione
1971- 2011
Foto Alberto Cavanna
IL PONTE - Anno XL- N.1 - febbraio 2011
Supplemento al n.7 del 25 febbraio 2011 de “IL NUOVO GIORNALE” - Autorizzazione Tribunale di Piacenza con decreto n. 4 del 4 giugno 1948
Editoriale
Bimestrale d’informazione e attualità
Fondato nel 1971: da don Dante Concari
Direttore responsabile: don Davide Maloberti
Direzione editoriale
don Renzo Corbelletta
Collaboratori: Paolo Labati ([email protected]), don Cesare Lugani, don Paolo Camminati, Sabrina Mazzocchi, Loris Caragnano, Ennio Torricella, Federico Zanelli, Gianmarco Zanelli, Luigi Capra,
Chiara Ratti, Elena Fogliazza, Gianmarco Ratti, Gian Carlo Anselmi, Claudia Cigalla, Manuela Gentissi.
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Le collaborazioni sono sempre gradite. Articoli, suggerimenti, notizie, lettere.... possono essere inviate
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Testi e fotografie non si restituiscono se non dietro espressa richiesta.
40 anni fa, alla fine di gennaio del 1971, entrava nelle case pontolliesi il primo numero
de: “Il Ponte”. Nato per volontà di don Dante
Concari – da poche settimane parroco del paese – con il dichiarato intento di offrire alla
nostra comunità uno strumento, uno spazio
di dialogo, di confronto in cui scambiare idee
ed esperienze. Lo stesso spirito porterà, qualche anno dopo (1976) a coinvolgere nel progetto “Il Ponte” anche Vigolzone.
40 anni fa, un altro mondo e un’altra vita.
Eppure già allora il “filo rosso”
del progetto de “Il Ponte”, era
quello di una comunità non esclusiva che per quanto saldamente
ancorata all’identità cristiana,
era aperta e tendeva a porsi come
luogo d’incontro (a volte anche
aspramente dialettico) con tutti.
La conferma della bontà di questo approccio arrivò rapidamente: “Il Ponte”, in poco tempo entrò davvero nelle case di tutti i
pontolliesi, credenti, praticanti e
non.
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E se oggi siamo ancora qua, a bussare ogni
due mesi a tante porte che, puntualmente si
aprono, un motivo dovrà ben esserci. Non abbiamo fatto patti con il diavolo, ma i criteri
di apertura, di chiarezza, di onestà intellettuale sono qualcosa di più di un metodo di
lavoro, sono una linea editoriale condivisa e
coltivata e, crediamo, tuttora apprezzata anche da don Dante, il quale anche se da diversi anni ha lasciato Pontedell’Olio, continua
a leggerci e a restare così vicino a noi.
“Una sintesi”
E proprio perché occuparsi di
storia vuol dire voltarsi indietro per guardare meglio avanti,
ad ogni numero del “Ponte” di
quest’anno, oltre ad un sintesi
delle pagine pubblicate in questi 40 anni, chiediamo ai sacerdoti che hanno guidato o lasciato un segno importante sul
nostro giornale, di non farci
mancare, ancora una volta, il
loro contributo. A cominciare,
naturalmente, da don Dante,
che ha già positivamente risposto al nostro invito.
La Redazione
Per festeggiare questo importante anniversario abbiamo pensato di proporre una copertina speciale e per
questo abbiamo chiesto l’aiuto di alcuni amici. Grazie a Paolo Molinari che appositamente per noi ha
ridisegnato il bozzetto del nostro paese che già nel 1971 appariva nella storica copertina.
Infine grazie di cuore ad Alberto Cavanna che ha interpretato, con questa splendida foto, le nostre richieste: racchiusa nell’insolita cornice della volta del vecchio ponte ferroviario il Nure che scorre ed il sole che
illumina ciò che è caro ad ogni pontolliese.
I 40 anni del “Ponte”
Gennaio 1971 – gennaio 2011
E
’ mezzogiorno, squilla il telefono.
Una voce amica: “Il Ponte compie 40 anni , don
Dante, scrivi qualcosa!”
Non posso dire di no. Proprio oggi, 24 gennaio, celebriamo la memoria di San Francesco di Sales, Patrono dei giornalisti.
Ho sul tavolo, come ogni mattina, il quotidiano di
Piacenza “La Libertà” e la “Gazzetta di Parma”.
Viviamo sui monti, lontano dalla città, ma il giornale ci tiene uniti nei giorni di festa e nei giorni di
lutto, come oggi: “Sara, 16 anni, una delle vittime
del sabato notte”. Quando ero a Ponte ho benedetto
le nozze dei genitori, e dopo qualche anno a San
Protaso ho battezzato il fratello Fabio.
Ho passato gli 80 e non sono al passo con i mezzi
moderni della comunicazione (Internet, Facebook).
Sono però convinto che la carta stampata (il giornale) non passa di moda. Rimane, e prima o dopo, si
torna a guardare.
Il nostro Vescovo ci ha detto: “Comunicare è sempre
educare”.
Quarant’anni fa, quando arrivai a Ponte dai monti
di Bardi, avevo l’esperienza di “Voce Amica”: poche
pagine ciclostilate in povertà e spedite a Londra, Parigi, nel Galles.
Quando ai giovani di Ponte ho fatto la proposta di
un bollettino parrocchiale, l’idea è piaciuta, approvata. Dovevo però impegnarmi in prima persona ed
avere buona volontà e costanza.
“Il Ponte” fece i primi passi. La tipografia del “Nuovo
Giornale” divenne a noi familiare.
Era allora in via San Giovanni (Pc) nel Palazzo Fogliani.
Ricordo ancora quel giorno: stavo correggendo le
bozze in tipografia quando il compianto e carissimo
don Piero Zanrei si presentò a me come curato di
Pontedell’Olio.
“Il Ponte” è nato con lo scopo di unire il paese, le varie associazioni di volontariato, fare una comunità.
Un ponte tra le varie Parrocchie e i due Comuni di
Ponte e Vigolzone.
Realizzare una UNITA’ PASTORALE.
In 40 anni è passata tanta acqua sotto il ponte e non
è crollato.
Noi ci rallegriamo con tutti quelli che hanno favorito
la durata nel tempo e nelle difficoltà.
Quando tornavo dalla tipografia con le copie da distribuire, passavo dalle persone incaricate e in giornata ogni famiglia abbonata riceveva le notizie ancora profumate di inchiostro.
Spesso erano i non praticanti che aspettavano “Il
Ponte” per conoscere la vita del paese.
Mi torna alla mente un canto: “I Ponti”.
Dappertutto nel mondo
scorrono tanti fiumi
fiumi lunghi profondi
che ci dividono.
Attraverso l’acqua ci guardiamo,
ma non ci conosciamo
e il nostro sguardo
porta solo diffidenza.
Perchè non costruiamo i ponti sopra i fiumi,
perchè non costruiamo i ponti
così ci incontriamo?
Perchè non costruiamo i ponti?
Don Dante Concari
Vi ricordiamo alcune date importanti:
Adorazione della Croce, ogni secondo giovedì del mese dalle 16,45 alle 18 in San Rocco
29 maggio 2011: Prima Comunione in San Giacomo
11 giugno 2011: Santa Cresima in San Giacomo
dal 28 giugno al 8 luglio 2011: vacanze a Castagnola
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Tempo di Quaresima
La Guarigione del cieco,
El Greco, Museo di Dresda
Commento del dipinto
immagine della Quaresima 2011
E Gesù disse a quel cieco: “va' a lavarti gli occhi...”
El Greco dipinse una storia antica e bella, anch’essa
dal sapore divino poiché compiuta da Dio. Compose
la scena della guarigione del cieco nato. Ed eccoli in quell’opera di El Greco i discepoli, a destra, tutti intenti
a parlare: pare di sentirli mentre, avvolti in quelle povere, variopinte vesti da pescatori a riposo, discutono e
chiedono, domandano una risposta al loro maestro. “Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia
nato cieco?” (Gv 9,2).
“Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe”, disse Gesù a quel cieco. Uno dei discepoli nella tela di El Greco si dirige
con sicurezza verso un cane coi piedi dentro ad una vasca. Quella vasca diviene il legame col passato, un
legame fedele e benedetto, con tutta l’antica storia misteriosa che è lì davanti e chiede di essere illuminata,
proprio come lo sguardo spento del cieco. Fedeltà e luce: cose nuove e cose antiche che si confondono, si
sovrappongono.
“…Sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco…” (Gv 9,6). Un gesto
strano che evoca quel giorno in cui “Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un
alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente.” (Gn 2,7). Lì davanti, in quel quadro di El Greco, a sinistra, il
volto raggiante di luce del Maestro, il Cristo. Con sguardo clemente, porge il suo braccio all’uomo nato cieco,
e con l’altra mano cosparge di fango i suoi occhi. Ecco il duplice gesto: sanato il guardare, si attua l’evento di
una creazione nuova. Testimone curioso, si affaccia un personaggio: guarda, nel quadro del grande maestro,
quasi volesse farne la cronaca: sta accadendo qualcosa di straordinario nell’umiltà e nel silenzio di un piccolo
angolo del mondo e della storia. Eppure ha a che fare con tutto il cosmo e la sua storia. Che sia l’evangelista,
colui che ora ci racconta questa affascinante storia?.
Quando il povero cieco guarì era sabato (Gv 9,13). Ma di sabato non si poteva far nulla, in quel giorno Dio
si riposò, assaporando il proprio voler bene alla sua creazione. E in quel giorno quell’uomo fu nuovamente
creato: riebbe la vista e, con essa, la vita. Quante cose difficili accaddero in quel giorno. E così El Greco nel
suo quadro pensò di mettere anche quegli uomini così arditamente ostinati nella propria forza logica dietro a
questa scena, non davanti. Stanno dietro, proprio come alle spalle del cieco sta l’uomo ripiegato sulle proprie
piccole, sicure e rassicuranti certezze. Nemmeno lo spazio per il perdono per quella povera creatura. E Dio
invece non solo sana, ma perdona. Mentre accade tutto questo nel quadro di El Greco due persone, tanto simili agli antichi sapienti, in compagnia di un cielo irrequieto, parlano, riflettendo di quanto hanno udito essere
accaduto, proprio come noi, presi dentro quella scena, quel racconto.
Esercizi di Lectio Divina nel tempo di Quaresima:
Quest'anno gli appuntamenti con i Quaresimali in Cattedrale saranno 4, tutti dedicati alla preghiera del Padre
Nostro. Ecco il calendario degli incontri:
Giovedì 17 marzo, ore 21,00: “Padre nostro” con Madre Ignazia Angelini, badessa del monastero di Viboldone
Giovedì 24 marzo, ore 21,00: “Padre, venga il tuo Regno” con Paola Bignardi
Riflessioni Quaresima 2011: Come ti ha aperto gli occhi? (Gv 9,26)
L
a domanda che i farisei pongono continuamente
al cieco è quella: come ti ha aperto gli occhi? E
lui risponde sempre allo stesso modo: ha sputato
nel fango e gli ha detto di andarsi lavare nella pisciona di Siloe. Quello che maggiormente risalta é
il carattere di queste due figure: da una parte l’arroganza dei farisei che, in quanto uomini istruiti e
importanti visto le cariche che ricoprono sentono di
porsi un gradino sopra rispetto a quelli umili, poveri, non istruiti ma che per questo motivo devono essere considerati inferiori e ignoranti. Il cieco a
causa della malattia che lo ha colpito fin da piccolo
riusciva a vedere una profondità diversa delle cose,
dei caratteri, provava sensazioni uguali chi vedeva.
E’ difficile dire che un cieco riesce a percepire le
cose in modo diverso, anche perché lui vorrebbe
vedere come tutti gli altri. Ha posto la sua fiducia
in chi non conosceva, si è fidato per potere avere
una nuova possibilità per provare a vedere, anche se
per lui, questa esperienza era una novità, una nuova
vita da vivere. La possibilità di scoprire tutto ciò che
aveva percepito, di unire alle nuove sensazioni ed
emozioni quelle percezioni profonde. I farisei erano
presuntosi perché vedendo le cose così come erano
pensavano di conoscere tutto di essere consapevoli
di ciò che era intorno. Si sono posti come il Signore
non voleva che si comportassero, guardando dall’alto verso il basso un altro, negandogli fiducia e rispetto, ma non il rispetto di chi ha potere ma il rispetto
di chi è in difficoltà e non deve essere disprezzato.
Manuela
Gli occhi, così preziosi e delicati, dicono quello che
spesso facciamo fatica ad esprimere con le parole;
gli occhi parlano molto di più di quanto possiamo
comunicare con la nostra voce. Facciamo molta fatica a controllarli anche se ci proviamo...si illuminano
o sono cupi anche quando non vogliamo mostrare il
nostro stato d'animo. Gli occhi ci rendono indipendenti, da soli ci permettono di vedere. Solo quando non riusciamo a vedere, abbiamo bisogno di un
appoggio, abbiamo bisogno dell'altro; la mano che
sfiora gli occhi del cieco o che ci viene tesa quando
chiediamo aiuto, è un simbolo di immensa fiducia
che ci viene teneramente richiesto.
Claudia
Appuntamenti per la Quaresima:
Lodi tutte le mattine in San Rocco
Via Crucis tutti i venerdì alle 18 in San Rocco
9 marzo, Mercoledì delle Ceneri, ritrovo per la celebrazione alle 20,30 in San Rocco
17 aprile, Domenica delle Palme, ritrovo alle 9,30 al cimitero di Pontedell'Olio
17 aprile, Domenica delle Palme, ritrovo alle 10,30 alla Madonna della Neve a Riva
Appuntamenti diocesani per i giovani
Venerdì 18 marzo: Preghiera di Quaresima nei vicariati
Sabato 16 aprile: XXVI Giornata Mondiale della Gioventù (Consegna delle palme)
Per informazioni: www.pagiop.net
Domenica 3 aprile: Missione Ragazzi nelle unità pastorali
Domenica 15 maggio: Missione Ragazzi nei vicariati
Per informazioni: www.missionepiacenzabobbio.org
Giovedì 31 marzo, ore 21,00: “Padre, non ci abbandonare alla tentazione” con Pierangelo Squeri, teologo
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Giovedì 7 aprile, ore 21,00: “Padre, liberaci dal male” con Enzo Bianchi, priore della comunità monastica di
Bose
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“Coraggio, sono io, non abbiate paura!” (Mt 14,27)
Vita della comunità
Iniziato il Secondo Ano della Missione Popolare Diocesana
In occasione delle solennità del Battesimo del Signore, domenica 9 gennaio in Cattedrale a Piacenza il Vescovo Mons. Gianni Ambrosio ha dato avvio al secondo anno della Missione Popolare Diocesana. Qui di seguito
alcuni brani tratti dall’omelia.
L’icona Evangelica del Secondo Anno della Missione
“Carissimi fratelli e
sorelle, lo scorso
anno in questa festa
del battesimo di Gesù
abbiamo iniziato l’avventura della Missione Popolare fidandoci
di Gesù e del suo invito: “Prendi il largo”.
Vogliamo oggi ringraziare il Signore perché, pur nella fatica,
ci siamo resi conto di
essere un popolo in
cammino, una Chiesa
in pellegrinaggio verso Gerusalemme. Ci
sono stati fratelli ed
amici che hanno condiviso la speranza del
nostro viaggio missionario. Contemplando
l’icona della visita di
Maria ad Elisabetta, ci siamo presi cura della fede gli
uni degli altri, abbiamo gioito condividendo il Vangelo e ravvivato il desiderio di renderlo vivo, attuale,
parlante per noi e per i fratelli.
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Anche la nostra ripartenza in questo secondo anno
può apparire faticosa: i timori non mancano. Ma ascoltiamo con fiducia il nuovo invito di Gesù: “Coraggio,
sono io, non abbiate paura!” (Mt 14, 27). Ascoltiamolo come rivolto a ciascuno di noi e all’intera nostra
comunità ecclesiale, invitata a ricuperare la sua dignità battesimale, a valorizzare la corresponsabilità,
a promuovere vocazioni e ministeri nella comunità.
Ed ascoltando l’invito, accogliamo l’esempio di Gesù:
seguiamo lui che non ha paura di immergersi nelle
acque del Giordano insieme agli uomini bisognosi
di senso, di perdono e di amore. Così possiamo scoprire che Lui è la “parola” che dà senso alle nostre
parole e alle nostre esperienze umane fondamentali.
Così possiamo ascoltare la parola di Dio e la parola
dell’uomo, e possiamo invocare insieme, nell’ospitalità e nell’amicizia, la benedizione di Dio che illumina, conforta, rianima, ben sapendo per esperien-
za che il Vangelo di
Gesù abbraccia tutto
l’umano e porta a verità i desideri più veri
del cuore dell’uomo.
Lasciamoci condurre
dallo Spirito. Il suo
soffio è libero, i suoi
doni sono molteplici e arrivano a noi
in forme inaspettate. Ma riconosciamo
che lo Spirito Santo
ci precede con la sua
azione nel cuore degli uomini, in quanto è già presente e
operante nelle più
diverse esperienze e
realtà. Vale la pena
di ricordare la felice
espressione adottata
da alcuni padri della Chiesa per parlare della verità
che si manifesta in forme diverse: “semina Verbi”,
i semi o i germi di verità del Verbo, riflessi della
luce di Cristo “che illumina ogni uomo” (Gv 1, 9).
Cerchiamo insieme queste tracce del Verbo che lo
Spirito ha già impresso nelle storie e nel cuore degli
uomini. Così, seguendo il Signore Gesù, benedetti
dal Padre, animati e illuminati dallo Spirito, troviamo
nelle esperienze della vita umana l’alfabeto per comporre le parole con le quali dire a noi e al mondo
l’amore di Dio e la bellezza di essere suoi figli, battezzati in Cristo Gesù.
“Coraggio, sono io. Non abbiate paura”. Iniziamo il
secondo anno della Missione Popolare con questo
invito di Gesù e con la consegna della sua e nostra
preghiera, il Padre Nostro. Così possiamo sentirci figli amati e possiamo aiutarci a vivere come figli di
Dio. Lo Spirito Santo ci assicuri la luce per vedere
sempre quel cielo aperto su di noi e su tutti gli uomini e ci doni il coraggio per rispondere alla nostra
vocazione di discepoli di Gesù e di missionari del
suo Vangelo”.
I giovani: deboli o indeboliti?
“Non si trasformano (i giovani, ndr), li trasformano;
cadono feriti e anemici di fronte al reticolo brutale e
ferreo del nostro autoritarismo e della nostra stupida
gravità; nessuno dà loro in tempo uno sguardo benevolo e d’intelligenza. Li si vuole diversi da come
sono; il nostro spirito di intolleranza irrancidito non
riesce a pensare di lasciare che ciascuno si sviluppi
secondo le sue inclinazioni e la sua natura. […] Si
soffoca la gioventù senza comprenderla, volendola
di certo seria e formale; prima la si assorda, poi la si
chiama e, vedendo che non risponde, la si denigra”
(Miguel de Unamuno, Cultura e nazione, Medusa
2011).
Queste parole del grande filosofo spagnole – tra l’altro scritte nel 1985 - possono aiutare per raccontare
la forza e la provocazione espressa da don Armando
Matteo nell’incontro organizzato dal Settore Giovani
dell’Azione Cattolica diocesana, svolto il 20 gennaio
scorso. L’incontro era il secondo di tre appuntamenti
dedicati ai tre ambiti che la Missione Popolare diocesana prende in considerazione quest’anno (relazioni, fragilità e cittadinanza) e che i giovani di AC hanno voluto leggere in riferimento al mondo giovanile.
Parole dure quelle citate, forse un po’ meno di quelle di don Armando, ma che si muovono nello stesso
orizzonte: senza voler giustificare in nulla i giovani per le loro mancanza, sembra che la fatica più
grossa dei giovani oggi siano proprio gli adulti. Un
mondo adulto che fatica a rapportarsi con la novità
che la gioventù sempre incarna; adulti che amano
la giovinezza più che i giovani e cercano di imitarla
maldestramente sperando di godere ancora un po’
del successo guadagnato; un’apologetica dell’adolescenza che vede molti adulti, che per l’età che
hanno dovrebbero apparire come condottieri o per
lo meno guide, come ridicoli palestrati e finti ab-
bronzati che scimmiottano i giovani in campi che li
vedono clamorosamente fuori posto. Ma soprattutto
adulti che non volendo invecchiare – cosa tra l’altro
legittima – rimangono fintamente giovani togliendo
così ai giovani la voglia di diventare adulti: se diventare adulti significa questo, meglio rimanere così!
Personalmente credo che la realtà sia più complessa
e che la fatica e le fatiche dei giovani abbiano le
loro origini anche in altre problematiche, certamente
però la questione della relazione e della comunicazione tra generazioni sembra segnare il tempo che
viviamo. Sono rimasti la musica, il cinema e il calcio,
i luoghi dove i giovani rimangono protagonisti e i
motivi sono facilmente comprensibili: la musica richiede creatività, il cinema bellezza e il calcio fiato
per correre. E poi ci sono altri due luoghi abitati
nascostamente dai giovani: il web e la notte. Ovvio,
sostiene don Armando, sono luoghi dove gli adulti
non ci sono.
La conoscenza del mondo giovanile (don Armando è
Assistente nazionale della FUCI); il possesso di tantissimi dati statistici; la freschezza degli studi e una
grande capacità comunicativa, hanno reso l’incontro
con don Armando Matteo un momento molto interessante. Se si vuole trovare una critica possiamo
dire che la parte propositiva è ancora debole; ma
chissà, forse è talmente complessa la realtà che la
proposta deve ancora essere intravista.
Sicuramente la lettura del suo libro (Armando Matteo,
La prima generazione incredula, Rubbettino 2010) è
consigliata a tutti, soprattutto alle nostre comunità
parrocchiali che hanno un gran bisogno di recuperare una comunicazione con le giovani generazioni. E
non solo per questioni statistiche. Ne va anche della
trasmissione della fede.
don Paolo
Banco di beneficenza
A
nche quest’anno il Banco di beneficenza ha dato il suo piccolo contributo per concorrere alla spesa di
riscaldamento della Chiesa di San Giacomo.
Le volontarie, a rotazione, si sono prestate per un periodo dal 19 dicembre all’11 gennaio 2011, grazie alla
generosità della signora Piera Poggioli di Vigolzone, che ci ha messo a disposizione gratuitamente, un suo
locale in Via Vittorio Veneto.
E’ stata un’esperienza positiva e amichevole il contatto con tante persone adulte e bambini; questi ultimi più
interessati alla curiosità dell’estrazione. In alcune circostanze, il numero dell’oggetto corrispondente non era
di gradimento all’interessato e a quel punto si cercava qualcosa in sostituzione perché spiaceva non accontentare!
Grazie tanto ai cittadini, ai commercianti, ai privati, che a suo tempo hanno donato materiale e a tutti i volontari. Un sereno 2011 a tutti!!
Anna Valenti
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Dalle Parrocchie
Pontedell’Olio: presentazione bambini della Prima Comunione
Domenica 6 febbraio, in San Giacomo, sono stati presentati alla Comunità parrocchiale i bambini che riceveranno la prima Comunione il prossimo mese di maggio.
A
ll’inizio di questo cammino ci siamo prima guardati intorno e seduti in un prato abbiamo iniziato a scrutarci l’un l’altro e da subito abbiamo capito
che questo viaggio non lo facevamo da soli e che
forse avremmo trovato, in caso di bisogno, qualcuno
cui appoggiarci lungo la strada. Dal 6 febbraio il nostro cammino è affidato anche alla Comunità.
Che sia un bel cammino…
dove ognuno si senta importante e provi gioia, custodisca le tante qualità che ha ricevuto e senta su di
sé lo sguardo di benevolenza di quel nuovo amico
che sta iniziando a conoscere, ma soprattutto ad intuire come amore davvero grande.
Le Sue parole hanno viaggiato lungo il tempo, di
bocca in bocca, di vita in vita e oggi è noi che incontrano e dall’alto della montagna ancora si odono:
“Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno
dei cieli,
beati i misericordiosi perché troveranno misericordia,
beati i puri di cuore perché vedranno Dio”.
Ognuno dei 39 bambini è stato chiamato per nome e
rispondendo il suo “Eccomi” ha detto alla Comunità
che ha iniziato il suo cammino. Ha poi consegnato
un foglietto alle catechiste ove ha scritto un dono
che ha ricevuto, una sua qualità, una cosa bella che
da quel momento si è impegnato a condividere con
gli altri. I foglietti posti su cartelloni colorati resteranno nella chiesa di San Giacomo fino alla prima
comunione il 29 maggio prossimo.
Che sia un bel cammino…
Le catechiste
Concerto di Natale in San Giacomo
L
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e parole parlate sono il filo che ci tiene uniti,
sono il modo attraverso il quale ci facciamo compagnia nella vita, sono gli strumenti che usiamo per
dirci “ti voglio bene”…
Le parole cantate, toccano una corda in più: come
code di una stessa arpa, vibriamo per “simpatia” ed
in “sintonia”, quando una sola corda viene pizzicata.
Questa è la sensazione che prova chi canta; … e chi
canta in compagnia ancora di più.
Altrimenti non si spiegherebbe la passione che induce a provare e a riprovare lo stesso pezzo centinaia
di volte, per mettere a punto sillabe e note. Spesso
anche i respiri.
E se il gruppo vibra all’unisono, la parola cantata diventa forte, penetra in profondità, accarezza il cuore.
Con questo spirito tre cori hanno dato vita al concerto “Note di natale” proposto alla comunità di Ponte
dell’olio l’antivigilia dello scorso natale.
Si tratta del coro Montenero, formazione storica del
paese (ha già compiuto 42 anni!) diretto dal maestro
Mario Azzali, e dei cori “S. Giacomo” e “Tre Note
Sopra il Cielo” diretti dal maestro Augusto Martini.
Ma il cantar Natale ha coinvolto anche la soprano
pontolliese Giorgia Gazzola che ha accolto gli spettatori con le note di di “Adeste Fideles”, eseguita dalla s, accompagnata all’organo da Francesco Arbasi.
La serata, presentata da Mario Azzali, è iniziata con
i brani del coro Montenero, che ha eseguito brani
natalizi come “Nenia di Gesù Bambino”, canto tradizionale piemontese, “Alla Grotta”, armonizzato dal
friulano Marco Maiero, “L’ultima notte” del maestro
veneto Bepi De Marzi, seguiti da altri canti del proprio repertorio come “Sotto Sieris”, sempre di Maiero, “Attesa” del toscano Alessandro Buggiani” e “Amici Miei”, versione italiana di “Amazing Grace”.
Dopo gli “esperti” coristi del Montenero, i bambini
del Coro Tre Note Sopra il Cielo, diretti da Augusto Martini hanno vivacizzato la platea con la loro
allegra spontaneità eseguendo “Sarà Natale Se”, “E'
Natale ancora”, “Questa Notte a Betlemme”.
Il maestro Martini ha diretto anche il Coro S. Giacomo, formazione tutta femminile che ha eseguito:
“Astro del Ciel”, “White Christmas”, “Alleluia lode cosmica”.
Infine il Coro Montenero e il Coro S. Giacomo hanno proposto insieme l’intimo “Mentre il silenzio” del
maestro Beppe Cantarelli e il maestoso canto in lingua slavena “Mno Gaja Ljeta” (“In eterno”), accompagnata all’organo da Francesco Arbasi.
Dopo il saluto di Don Renzo la serata si è conclusa
con il gioioso augurio di Buon Natale da parte dei
bimbi di Tre Note Sopra il Cielo e con un rinfresco
nei locali dell’Anspi.
Francesco Boselli
Una dedica speciale in una terra lontana
U
na mensa scolastica per 900 bambini, un pozzo d’acqua e un progetto
nel futuro che da speranza a tutti i malati poichè si tratta di un’infermeria. E’ un
bilancio positivo che un’associazione di
Podenzano ha trovato nel suo viaggio in
Mali , in una zona dove intensi sono stati
i contatti di questi anni tra il territorio africano e quello piacentino.
Proprio lo scopo del viaggio è stato vedere con i propri occhi i lavori terminati di
alcune opere finanziate direttamente dai
piacentini. E noi ve lo raccontiamo poichè
la mensa che da poco accoglie 900 alunni che frequentano le scuole elementari e medie è stata intitolata a Marcello Chiesa; lo si è voluto ricordare anche
con una targa affissa all’ingresso, dato anche il suo
impegno costante nel mondo dei ragazzi e del volontariato. Sono ormai due anni che ci ha lasciato e
l’associazione a conoscenza di questo tragico evento
e d’accordo con la famiglia ha pensato a questo piccolo gesto ricco di significato.
E’ un’opera importante questa, in un territorio dove
anche un piccolo aiuto se fatto nel modo corretto
può valere tanto:serve tutto e il lavoro è ancora tanto. Però ci sentiamo di augurare tutto il bene possibile a tutti i volontari che dedicano parte del loro
tempo a queste attività e pensano a chi lontanissimo
da noi vive in condizioni non immaginabili.
Nel frattempo l’associazione Amici di
Marcello vuole ringraziare tutti coloro
che aiutano nelle varie attività:nuove
donazioni sono state fatte alla parrocchia grazie alle feste e alle attività
organizzate ,in particolar modo nella
manutenzione e nella riparazione di
alcuni attrezzi (tagliaerba) che nell’avvicinarsi delle belle stagioni diventano
indispensabili. L’associazione inoltre è
già al lavoro per le manifestazioni di
quest’anno e invita chiunque volesse
donare parte del suo tempo a contattare i partecipanti.
Samuele
Delicata
per Marcello
Delicata...
È la vita che appare fragile in un ricordo
È un’emozione vissuta come meteora
Che illumina il cielo
E scompare con un boato nel mare
Delicato..
È il mare che ti accoglie con la sua purezza,
il suo blu dei riflessi più chiari
e i suoi segreti che scopriremo un giorno con te
Delicato..
È il tuo segreto,
che ti porti via e tieni custodito
come volerlo nascondere dal nostro amarti
e dal voler dare spiegazioni ai perchè
Delicato..
È il nostro amarti
Come foglie custodite in un libro che seccano
E lasciano il loro profumo su foglie ingiallite
E divorate da uno sfogliare curioso
Delicato..
è il libro dei tuoi pensieri
che ogni tanto ci tornano alla mente;
un ricordo di una notte lontana
che fredda e intorpidita ti ha portato via da qua...
delicato il tuo essere..
delicato il tuo passo..
delicato il tuo ricordo...
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Il pozzo di Arianna
Q
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u a l c h e
giorno fa
ho visto un bel
film: “Vai e vivrai”. Racconta
la storia di un
bimbo
etiope
che per salvarsi dalle terribili condizioni di
vita di un campo
profughi viene
affidato dalla sua
mamma ad un’altra di religione
ebraica, che sta
per lasciare il
campo per rifugiarsi in Israele.
La mamma ebrea
ha perduto il suo
Salomon quella
mattina stessa,
così decide di offrire una possibilità di vita per quel
bimbo che durante il viaggio viene istruito sulla
sua nuova identità. Giunti a Gerusalemme gli esuli
vengono accolti, accuditi, sfamati: c’è una scena divertente ma estremamente significativa: “Salomon”
viene invitato a lavarsi, il suo viso si volge curioso
verso l’alto dove sgorga acqua da un tubo che finisce con uno stano aggeggio che la fa scendere
dolcemente su di lui come una pioggia lieve, ma
poi lo stupore cede il passo allo sgomento. Salomon
ritrova la parola, si stende sul fondo perché l’acqua
che sgorga si perde sul pavimento ed è necessario fermarla, urla per richiamare l’attenzione degli
adulti, l’accompagnatore che comprede la sua lingua lo abbraccia , lo tranquillizza, lo rassicura sulla
certezza dell’abbondanza dell’acqua. Molto tempo
dopo Salomon riuscirà a condividere una delle molte pene che affiggono il suo giovane cuore. Durante
la permanenza nel campo profughi, la mamma gli
aveva consegnato gli ultimi tre soldi per recarsi dai
miliziani del campo che distribuivano l’acqua , i soldati però intascato il denaro lo avevano allontanato
in malo modo e di fronte alle sue rimostranze stavano per picchiarlo a quel punto era nata una zuffa
e alla fine suo fratello era morto, ucciso dai soldati
che avevano il vizio di imporre l’ordine con l’utilizzo scellerato delle armi. L’acqua quindi come bene
essenziale alla vita della tormentata Africa.
Mi è venuta in mente questa storia struggente quando ho visto i tanti disperati giunti a Lampedusa e le
immagini trasmesse
dai media sulla rivolta che infiamma
molti popoli africani
assetati di giustizia
Ritengo sia pensiero di tanti uomini di
buona volontà che
sia giunto il tempo
nel quale i “Paesi
sviluppati” provassero davvero a dare
corso ai molti progetti che per troppi
anni sono rimasti nei
cassetti delle organizzazioni affinché
il continente africano riesca a sfruttare
le sue molte risorse
a favore del proprio
popolo e non del
dittatore di turno. In
quest’ottica ho accolto con immensa gioia una bella
notizia: il 19 gennaio, nella sede piacentina di Africa
Mission – Cooperazione e Sviluppo, una ong fondata da Don Vittorio Pastori (l’indimenticabile Vittorione) e dall’allora vescovo di Piacenza S.E. Enrico
Manfredini, Don Maurizio Noberini, il direttore dott.
Carlo Ruspantini e l’ing. Marchetti, responsabile del
progetto , hanno comunicato alla stampa che grazie alla donazione di Tiziana e Nando Fogliazza dal
2010 il villaggio di Remenze,che si trova nelle regione del Western Equatorian in Sud Sudan a 40 km dalle foreste del Congo, ha ricevuto il dono dell’acqua
potabile. A quindici anni dalla scomparsa della loro
piccola Arianna i genitori, presenti alla conferenza
stampa, hanno voluto ricordarla con un gesto di feconda gratuità a favore di chi non ha nulla.Il pozzo
che ha una profondità di circa 90,5 m e una portata
di 1037 litri/ora risponde alle esigenze del villaggio
composto da circa 9OO abitanti .E’ bello pensare
che grazie ad Arianna i circa 200 bimbi che frequentano la scuola del villaggio non dovranno pià percorrere lunghi tragitti esposti al pericolo dei ribelli
che insanguinano la zona ma potranno abbeverarsi
al “suo” pozzo dove sgorga acqua pura al riparo dal
rischio delle molte infezioni che spesso affligono i
bimbi dell’assetata terra africana
Don Noberini ha posto l’attenzione sul dolore immenso di Tiziana e Nando, un dolore non arido ma
fecondo: un seme di vita.
Premiazione dei presepi a Vigolzone
S
erata in famiglia
quella del 22 gennaio per i parrocchiani di
Vigolzone che si sono
dati appuntamento nel
salone parrocchiale per
assistere alla premiazione dei vincitori della rassegna dei presepi
2010/2011.
Alla presenza del parroco, don Cesare Lugani,
presidente della commissione
giudicante,
del vicesindaco Carlo
Bernazzani e dei componenti la giuria Anna
Rebecchi, docente di storia dell’arte nella scuola del
paese, di Oreste Grana, fotografo e di Luigi Paganini,
rappresentante delle associazioni, sono stati resi noti
i nomi degli occupanti del podio che alla fine sono
risultati essere ben sei, in quanto la giuria ha assegnato ben tre premi ad ex aequo.
Al terzo posto si sono classificati il piccolo Lorenzo
Labati che ha dato un’interpretazione sua del presepe inserendovi anche un grande castello, a pari
merito con tre fratelli: Alessandro, Mauro e Fabio
Burgazzi che hanno realizzato il loro presepe nella
legnaia utilizzando quindi come materiale prevalente
il legno e tanta edera a decorare ed a creare un bel
gioco di luci e ombre.
Secondo posto per una piccolissima Camilla Rossi
che ha realizzato la Natività con il pongo colorato:
figure semplici, ma di
grande impatto visivo; Camilla ha condiviso il posto d’onore
con Alessandro Groppi di otto anni, che
ha sviluppato il proprio bellissimo presepe sfruttando l’altezza
dell’ambiente, fino ad
arrivare ad un metro:
originale, plastico e di
grandissimo effetto.
Sul gradino più alto
son saliti Stefania Piva,
Lucia Burgazzi e Fabio
Speroni che hanno realizzato con tecnica mista, scultura e pittura, un bel
presepe negli ambienti della scuola Media. Accanto
a loro i fratelli Martina e Davide Croci che hanno
presentato un presepe tradizionale, particolarmente
curato nei particolari. Un premio speciale è poi andato alla scuola materna Orfani di Guerra dove le
maestre ed i piccoli allievi hanno realizzato un “presepe stellare” caratterizzato da un cielo illuminato da
tantissime stelline!
Non è ovviamente mancato un premio di consolazione per tutti gli altri partecipanti alla rassegna consistente in un ricchissimo sacchetto di dolciumi.
Tanti applausi per tutti e un momento di condivisione per la comunità che si è rinnovata gli auguri per
un sereno 2011.
Sabrina mazzocchi
Vigolzone:
la Caritas per le adozioni a distanza
I
n occasione della festa della vita, la Caritas parrocchiale di Vigolzone, capitanata dall’infaticabile Giovanna,
ha organizzato la
consueta vendita delle torte volta a finalizzare l’opera delle
adozioni a distanza
che la parrocchia sostiene da diversi anni.
Con il ricavato è possibile aiutare due ragazzi eritrei a vivere
meglio e ad istruirsi
in modo da aiutare le generazioni future. L’esperienza delle adozioni a
distanza che la parrocchia gestisce con l’assistenza delle suore della
congregazione di Gesù
Buon Pastore di Piacenza
ha portato anche diversi
privati ad intraprendere
questa strada e, ad oggi,
sono almeno una decina
i ragazzi eritrei che hanno trovato una seconda
famiglia nella nostra comunità.
11
Natale a Villò
C
ome ormai da anni, nel periodo natalizio, la
parrocchia di Villò mette in scena la consueta “Recita di Natale”; con l’aggiunta di nuovi aspiranti attori e con la stessa,se non più alta, dose
di buona volontà da parte di tutti questo annuale
appuntamento è un ottimo momento per divertirsi, per cimentarsi in esperienze nuove, riscoprire il vero significato del Natale e,perché no,
approfondire argomenti che possono riguardare
la vita di tutti i giorni.
La recita di Natale non è solo una bella tradizione, ma è la giusta occasione per cogliere messaggi di vita fondamentali. Quest’anno il tema
dello spettacolo era il “DONARE”; scopo della
recita,oltre al dilettare, era quello di far capire ai più
piccoli e ricordare ai più grandi l’importanza del donare. Gesto (il donare) che ormai è cambiato,perché
al giorno d’oggi doniamo quasi solo esclusivamente
per ricevere a nostra volta.
Fondamentale risulta quindi affrontare un tema simile anche nel contesto “recita natalizia”; tema non
estraneo alla parrocchia, grazie ai nostri amici del
Kamenge, che abbiamo imparato ad aiutare e grazie
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ad Alexandra, che non ha rifiutato l’aiuto di amici
nel momento del bisogno. Per questi motivi è stato
scelto un tema natalizio “diverso”(ma non per questo meno importante)per la recita di Natale 2010. In
modo che bambini e non solo abbiano la possibilità
di capire quanto il donare(soprattutto il donare gratuito e sincero) sia un pezzo importante della vita di
una persona; auguro a me stessa e agli altri di avere
sempre la voglia di cogliere l’occasione per meditare sul “gesto del dono”(dono
piccolo o grande,concreto o
immateriale non è importante) affinchè questo gesto non
si riduca ad essere un optional
delle Domeniche parrocchiali
e delle recite natalizie, ma diventi un vero e proprio appuntamento quotidiano e uno stile
di vita.
Beatrice
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15
Recita di Natale
alla Materna di Pontedell’Olio
"Il Colore del sole/www.stefanomaggi.com"
L
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a recita di Natale è una festa speciale, uno dei
momenti scolastici fondamentali perché consente
ai nostri piccoli di consolidare tutte le competenze
che hanno conquistato con il loro lavoro nella prima
parte dell’anno scolastico.
La preparazione dello spettacolo richiede tempo e
molto impegno da parte di tutti, soprattutto dei bambini che si trovano a dovere affrontare un periodo
denso di impegni.
Per iniziare abbiamo coinvolto i piccoli creando un
gioioso clima natalizio, che si rispecchia nelle attività
di tutti i giorni.
Siamo partite dalla spiegazione dei simboli relativi
a questo periodo; abbiamo parlato della nascita di
Gesù, delle differenze tra il suo ambiente e il nostro
e della “magia” dell’attesa e della nascita.
L’apice del percorso natalizio è stato domenica 19
dicembre, che ha portato alla realizzazione di una
giornata davvero speciale condivisa con le famiglie,
ovvero la giornata della recita.
Durante la mattinata ci siamo trovati nella chiesa di
San Giacomo per assistere alla Santa Messa, celebrata da don Renzo, durante il momento dell’offertorio i
bimbi hanno posato ai piedi dell’altare piccoli pacchi
contenenti generi alimentari da donare a persone
meno fortunate di noi.
Nel primo pomeriggio ci siamo ritrovati alla Scuola
Materna
per la rappresentazione natalizia.
Per questo
evento
i
bambini
hanno memorizzato
canti, balletti e poesie da esibire ai famigliari presenti
in sala.
Il nostro prezioso speaker Antonio Pennini ha presentato le varie esibizioni; si esordisce con i canti
e drammatizzazioni dedicati alla natività, in cui si è
potuto riscontrare l’impegno di ogni bimbo che sia
esso stato solista o meno. Durante il primo canto dal
titolo “Anche quest’anno è già Natale”i nostri piccoli
sono stati accompagnati dal coro diretto da Barbara
Pilla.
A questo punto si prosegue con i balletti: i “ Delfini”
( bambini di 4 e 5 anni) sono i primi a rompere il
ghiaccio con “Aggiungi un posto a tavola”. La preparazione della scena con il tavolo apparecchiato e
le 2 cuoche al lavoro, ci conduce subito al centro
dell’azione. Ogni bimbo è elegantemente vestito con
l’aggiunta di una bavaglia rosa o azzurra che porta
scritto il nome del balletto e quello del bambino.
La simpatica rappresentazione prosegue con la sezione delle “Campanelle” ( anni 4 e 5) che con entusiasmo si esibisce al suono di “ I don’t speak americano”. Subito vediamo comparire musicisti di sax
sullo sfondo e coppiette danzerine in primo piano.
Tutti i piccoli si divertono visibilmente, stemperando
così l’emozione di trovarsi su di un palco con tante
persone ad osservarli.
Dopo un breve momento di attesa, in cui gli spettatori hanno potuto ascoltare l’interpretazione alla
tromba di brani della Disney suonati da Mauro Pilla, la classe delle “Tartarughe” (anni 4) è pronta sul
palco.
Si inizia al buio, ogni bambino depone al centro della scena una piccola luce rossa che funge da brace
di un falò. All’accensione delle luci si possono notare i maschietti abbigliati da diavoli e le femminucce
da angeli. Parte la musica “ Notte di mezza estate” e
come per magia scompare dai volti dei piccoli l’agi-
tazione che persisteva fino a poco prima. La sezione
dei grandi “Pinguini” (anni 5) presenta un balletto
magistralmente eseguito: “Disco bambina” che inizia
con l’ingresso in scena di 2 bambini che portano un
disco in vinile posizionandolo su un datato giradischi e via con la musica. Ognuno alla sua postazione
si dimostra entusiasta di ballare e ligio al suo compito, di muoversi correttamente sul palco. Si termina
con la recitazione della poesia di Natale.
Fortunatamente gli applausi non sono mancati ed i
bambini orgogliosi hanno terminato con un grande
sorriso.
La giornata è stata molto impegnativa ma colma di
emozioni, dalla mia postazione sul palco, scrutando
in sala mi è parso di scorgere sui volti dei genitori
sentimenti di gioia, orgoglio e…. anche qualche lacrima.
Tiziana Milza
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Vigolzone, notizie
D
omenica 12 Dicembre si è svolta in Chiesa una
celebrazione durante la quale i nostri piccoli
hanno portato all’altare il Gesù bambino dei loro
presepi da far benedire. Vogliamo in questo modo
dare rilevanza e significato a questo grande ed importante evento che è la nascita di Gesù, che per
i bambini è il suo compleanno, e non solo, anche
per iniziare a creare quell’atmosfera magica che
riscalda i cuori di ognuno di noi specialmente in
questo periodo dell’anno.
I nostri bambini sono stati proprio bravi durante il
2010 perché Santa Lucia il giorno successivo,13 Dicembre ci ha fatto visita portando con sé un regalo
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per ciascun e due bellissimi castelli per la scuola!!
I nostri piccoli non volevano però lasciarla andare
senza un giusto ringraziamento ed allora i più grandi
hanno recitato per lei una bella poesia ricevendo gli
applausi dalla cara Santa.
Anche quest’anno ringraziamo Elisa che ha “prestato
il suo passaporto” a santa Lucia, al circolo ANSPI “La
Baita” ed alla ditta Morosoli che hanno fornito alla
Santa un carretto ricchissimo di giochi e dolciumi!!!!
Tempo una settimana e il 19 Dicembre, ecco ancora i
nostri piccini impegnati nella festa degli auguri natalizi, consueto appuntamento durante il quale, dopo
una lunga preparazione, i
bambini porgono gli auguri
ai loro cari, genitori, nonni
zii, fratelli etc.
Nel corso di questo spettacolo i nostri “veterani”,
futuri remigini della primaria, hanno rappresentato la
natività, inoltre, assieme
alla classe di mezzo, hanno dato vita ai folletti che
vivono nel boschetto del
castello di Roccagelata in
cui risiede la fata smemorata. La cerimonia è poi terminata con due bei canti e
gli auguri da parte pei più
piccini. Durante questa festa c’è stato un commosso
dalla Scuola dell’Infanzia
saluto alla maestra Ilenia che per tanto tempo ha
aiutato maestre e bambini: per tutto ciò che ha fatto
per tutti noi il nostro più sentito grazie, ma dopo la
commozione ecco la gioia di un ritorno, infatti è venuta a trovarci la maestra Corinne, che da Gennaio
è ancora con noi.
Terminate le vacanze natalizie
sono iniziati i preparativi per i
festeggiamenti della “Festa della
Vita” che si tiene la prima Domenica di Febbraio, ma che per
quest’anno si è tenuta Domenica
13 Febbraio, la funzione è stata allietata da canti dei bambini, dalle
preghiere dei fedeli da loro recitate e da tanti altri gesti che hanno
reso ancor più speciale quest’ appuntamento.
Infine, ma non per ultimo non
scordiamo alcuni momenti importanti come ad esempio il 3 Febbraio il ricordo a scuola di S. Biagio con la benedizione della gola
impartitaci da Don Cesare.
Numerosi ed imminenti sono i
prossimi appuntamenti, primo fra tutti il Carnevale
e mi raccomando i nostri bambini sono pronti a sorprendervi sempre più, quindi…. vi aspettiamo a Vigolzone Domenica 6 Marzo in Piazza Serena. Aspettate e vedrete!!!!
19
Anspi Pontedell’Olio: 2011 un inizio che fa ben sperare
L
’anno nuovo ha portato per il Circolo Anspi di Pontedell’Olio una lieta sorpresa:
la Polisportiva pontolliese in segno di apprezzamento per l’iniziativa dell’apertura del
Circolo a favore dei ragazzi ha donato alla
struttura un calciobalilla nuovo di zecca. Il
gioco, che probabilmente ha allietato i pomeriggi degli attuali dirigenti quando erano piccoli, è stato visto come un segno di
continuità e di piacevole svago da offrire
ai giovani che si spera vengano numerosi a
collaudarlo nei prossimi mesi. Un doveroso
grazie quindi alla Polisportiva per il gesto
che ha dato subito un’iniezione di ottimismo
ai volontari del Circolo che, lo ricordiamo,
ha riaperto ad ottobre quale parte integrante
dell’Oratorio della Parrocchia San Giacomo.
L’Anspi può contare oggi su una ventina di volontari
tra catechisti, genitori e persone che già facevano
parte del Circolo negli scorsi anni. Oltre all’apertura
il venerdì pomeriggio soprattutto legata alla possibilità di avere uno spazio di gioco e di fraternità per i
bambini e ragazzi terminato il catechismo sono state
avviate alcune iniziative la domenica pomeriggio: la
tombola, apprezzata anche da adulti e anziani che
speriamo di avere sempre più numerosi e protagonisti nei prossimi mesi, i burattini e giochi oltre alle
merende per i ragazzi e giovani che usufruiscono
delle attrezzature della Parrocchia. Il programma
per i prossimi mesi presenta: un corso di cucina per
imparare ad usare la cucina a vantaggio dei gruppi
parrocchiali e più in generale per le iniziative di aggregazione rivolte a tutte le fasce di età. Si sta inoltre
costituendo un gruppo per le pulizie dei locali sulla
base degli standard necessari per un luogo aperto a
cosi tante persone.
E’ stato anche predisposto un sito internet che potete
trovare all’indirizzo www.anspipontedellolio.it.
La tombolata al Circolo
20
Da Giorgio Cravedi un’ambulanza in dono
U
Foto Renato Zanelli
Ricordiamo che l’ingresso al Circolo é possibile con
la tessera Anspi che si può sottoscrivere nei momenti di apertura. Nelle prossime settimane si svolgeranno le elezioni del nuovo Direttivo che più che
“dirigere” dovrà mettersi “al servizio” dell’iniziativa
che speriamo nei prossimi anni possa garantire momenti di accoglienza dei giovani, dei ragazzi, delle
famiglie, degli adulti, degli anziani.
Chi fosse interessato a collaborare alle attività può
rivolgersi direttamente al Circolo durante tutti i venerdì nei quali vi è il catechismo.
Elena Fogliazza
na Fiat Ducato 4x4, con il migliore
e più innovativo allestimento Aricar,
dotata di ogni comfort e tecnologia esistenti, è la nostra nuova Valnure 20.
L?ambulanza entrata a far parte del nostro
parco macchine a sostituire la nostra ormai
obsoleta Valnure 7 è l’importante dono di
cui il Sig. Giorgio Cravedi ha voluto pregiarci entrando di diritto a far parte della
storia della nostra Associazione, scrivendo
una delle pagine più belle.
In 28 anni di attività, infatti, mai avevamo
ricevuto una donazione tanto importante
e risolutiva che, inoltre, è arrivata in un
momento in cui, dati gli sforzi economici profusi per l’ampliamento della sede in
corso, non ci saremmo potuti permettere.
Ma la cosa veramente encomiabile è che il
Sig. Cravedi ha compiuto questo gesto con
semplicità, discrezione e determinazione,
da Marzo 2010, infatti,subito dopo aver
comunicato le sue intenzioni al nostro
Presidente, informandosi sulle nostre reali necessità, ha egli stesso preso contatti anche con la ditta
allestitrice per assicurarsi che avessimo solo il meglio e chiedendo come unica condizione, il silenzio
fino a quando l’ambulanza ci fosse stata recapitata.
Il 15 gennaio scorso, giorno dell’inaugurazione ufficiale del mezzo, abbiamo avuto finalmente l’onore
di averLo tra noi.
In quell’occasione, dopo la benedizione del parroco don Renzo Corbelletta in presenza del sindaco
Roberto Spinola e del luogotenente della stazione
dei carabinieri Vito Sechi, il sig. Cravedi, ha finalmento detto le sue prime parole pubbliche spiegan-
doci come il suo dono, sia stato frutto di una scelta
d’amore.
D’amore per il suo paese d’origine in cui riposano
oggi i suoi genitori e in cui rimane l’impronta del padre che contribuì alla realizzazione del monumento
ai Caduti. Ma anche amore per l’amata moglie Giulia,
scomparsa nel 2009, cui l’ambulanza è stata dedicata.
Dopo le sua parole, dette ancora una volta con umiltà
e discrezione, ma anche con trasporto e sentimento,
noi tanti Volontari che ci eravamo riuniti per dimostrare la nostra infinita riconoscenza, non abbiamo
potuto fare altro che dedicargli un lungo applauso
commosso e partecipe e omaggiarLo di una targa a
ricordo dell’evento.
Ora, a noi che siamo
stati scelti, e che ancora siamo increduli
ed emozionati, non
resta che lavorare al
meglio per dimostrare di essere meritevoli
di un gesto tanto importante, sperando,
come ha detto anche
il Sig. Cravedi, che
anche la Signora Giulia, da lassù, possa
apprezzare.
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Un “Ponte”
Breve cronistoria degli avvenimenti letti su “Il Ponte”
“E se l’avvenire dell’albero
e il suo progresso verso l’alto
sono sopra la terra, le radici sono sotto la terra.
E ciò significa che l’avvenire è alimentato dal passato.
Guai a coloro che non coltivano il ricordo del passato.
È gente che semina non sulla terra ma sul cemento.”
Giovannino Guareschi
Quando ci siamo incontrati a fine anno per provare a delineare alcune iniziative da sviluppare in occasione del 40°anno
di fondazione de “Il Ponte”, senza nemmeno sapere bene il perché, ho sentito da subito forte il desiderio di visionare tutti
i numeri passati, sapientemente raccolti con lungimiranza da chi, prima di noi, ha fatto parte della redazione; sono
infatti profondamente convinta che, nel dubbio, ritornare sui propri passi sia da sempre un buon modo per cominciare.
Ed è così che, insieme a Claudia, mi sono diretta nel polveroso solaio parrocchiale per recuperare temporaneamente tutti
i vecchi numeri; vederli lassù, rigorosamente impilati e ordinati per anno dal 1971 ad oggi, non lascia indifferenti: si ha
innanzi tutto una ben chiara percezione della cura e dell’amorevole attenzione di chi ci ha preceduto e poi per chi, come
me, nel 1971 ancora non c’era e dunque si ricorda solo i numeri relativamente recenti, sfogliare le pagine più datate
diventa davvero una piacevole avventura, un viaggio alla scoperta del passato.
Ho quindi cominciato con entusiasmo, insieme agli altri collaboratori, a visionare i vari numeri e una sera a casa,
durante le festività natalizie, per caso, in famiglia il discorso si sposta sul giornalino: «Davvero hai tutti i numeri? Potremmo vederli?» è stato l’inizio di un lungo cammino a ritroso nel tempo, attraverso gli occhi della nonna e degli zii
ho conosciuto vecchi compagni di scuola, i severissimi maestri delle elementari dei tempi che furono, l’autorevole Don
Tinelli, ci sono state ampie discussioni partite magari dalle poche righe riguardanti un piccolo-grande avvenimento che
aveva segnato le nostre comunità: «Me l’ero dimenticato!è vero all’epoca fu molto importante» e poi “Ma vèda, l’è uguäl
a so mär”, “Custi l’era amis ad to pär; al purtäva seimpar i braghein a la zuäva e al gniva a Fingnan in mutuciclëtta”,
“Cla dona lé l’era bräva a botta e la stäva limò, la lavuräva da Bolis” e ancora “Ma chimò gh’è tütta la familia!”, “Al sät
mia? I eran chil dal Picinass” e infine “Mama, custché al ricordat?
- Parbaccu, sì, l’è Radamès: al fäva al bianchein, ma l’era anca sunadur”.
È stato allora che ho capito, il nostro “Ponte” è come un immenso album di famiglia: la comunità; ognuno di noi sfogliandolo troverà tracce di sé, della sua famiglia o degli amici attraverso una foto, un trafiletto o un articolo che tocca
direttamente o indirettamente la propria vita, il Ponte ci unisce ed è testimone della nostra vita comunitaria.
A partire da questo numero abbiamo quindi pensato di accompagnarvi in un viaggio, riproponendo, a partire dal 1971,
alcune notizie che, sfogliando i vecchi numeri de Il Ponte hanno colpito la nostra attenzione.
A tutti buona lettura! Chiara
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1971 – Poche settimane dopo l’arrivo del nuovo parroco, don Dante Concari, il Ponte inizia le sue pubblicazioni; don Gianni Cobianchi va missionario in Brasile ma, attraverso il giornale, continua ad essere vicino
alla nostra comunità.
Il 31 marzo, durante una celebrazione liturgica, un crollo al cimitero coinvolge oltre 40 persone, soprattutto
donne anziane: una di esse morirà, alcuni mesi dopo, per i postumi delle ferite.
La SECMU di Carlo Conti festeggia la produzione della fresalasatrice n.2000 e la Pontolliese vince il campionato.
In autunno arriva in parrocchia don Angelo Sesenna, quale collaboratore di don Dante.
Nel corso dell’anno vengono eseguiti numerosi lavori di manutenzione urgente e straordinaria sugli edifici
parrocchiali.
1972: Attraverso il primo numero dell’anno la Parrocchia di Ponte lancia l’iniziativa “Quaresima con Don
Gianni” predisponendo una serie d’iniziative per raccogliere ed inviare fondi alla missione di Paragominas, ai
margini dell’Amazzonia. I molti progetti avviati con la Quaresima Missionaria, animata dallo slogan “Se vuoi
la pace lavora per la giustizia” permettono di raccogliere £ 1.500.000 di offerte, di cui £100.000 provengono
dagli sforzi dei soli giovani che, riversandosi nelle vie del paese, nei giorni del triduo Pasquale arrivano a
lungo 40 anni
raccogliere ben 91 quintali di carta e cartoni. Nel frattempo “la CASA di Dio in mezzo alle case degli uomini,
viene restaurata in modo che sia anche casa della preghiera, secondo la riforma liturgica voluta da Papa Giovanni XXIII” per cui il fonte Battesimale che si trovava alla porta della Chiesa viene portata in primo piano nella navata sinistra mentre al marmista scultore Prof. Perotti viene affidato il compito di rifare l’Altare Maggiore a
forma di mensa usando i marmi dell’altare precedente. In agosto giunge alla parrocchia la lettera del Vescovo
di Piacenza, Mons. Manfredini, “il problema dell’individuazione delle vocazioni per il sacerdozio ministeriale
presenta gravi difficoltà: rischiamo di dover chiudere il Seminario”, la crisi vocazionale, argomento quanto mai
attuale ha radici lontane nel tempo. Successivamente il nostro giornalino testimonia il primo campeggio estivo
destinato ai ragazzi che viene organizzato dalla Scuola Media Statale di Ponte del’Olio in collaborazione con
la parrocchia. 35 ragazzi trascorrono quindici giorni insieme ai loro insegnanti facendo positive esperienze di
vita comunitaria in un “ridente paesello della Val d’Aveto”: è l’inizio dell’esperienza di Castagnola. A settembre, dopo che un frammento di mattone cadeva sulla SIMCA del sig. Andrea Molinari, illeso, il parroco in un
accorato appello alla generosità dei pontolliesi annuncia l’avvio dei lavori di restauro del campanile.
1973: a seguito della richiesta fatta a nome del Consiglio Pastorale Parrocchiale, in aprile giunge a Don Dante
il permesso di Mons. Manfredini per celebrare la messa festiva al sabato sera. In armonia con analoghe esperienze nelle parrocchie limitrofe anche a Ponte, a partire da sabato 28 aprile, verrà celebrata alle ore 20.30 in
San Roco la Messa Festiva. Entro il 10 ottobre dello stesso anno viene chiesto ai parroci che hanno ricevuto
il permesso di inviare una relazione scritta alla Segreteria del Consiglio Pastorale Diocesano contenente una
esauriente valutazione dell’esito pastorale dell’esperimento. “Domenica 29 luglio, festa di San Giacomo Maggiore la nostra chiesa parrocchiale appariva nel suo aspetto esterno, tutta in ordine «come una sposa adorna
per il suo sposo»” dopo quattro mesi è finito il restauro del campanile e della facciata della Chiesa diretti dal
prof. Paolo Perotti,il quale si occupa direttamente della “statua del Santo patrono che domina la facciata per
benedire e proteggere il nostro paese”. “Certamente la nostra fede cristiana non si commisura a una bella
chisa, però anche questo serve a noi e ai fratelli: «Ho amato il decoro della tua Casa o Signore» è scritto nella
Bibbia” e viene riportato al centro della cornice che domina la navata centrale della Chiesa. Il 7 agosto arriva
dal Vescovo la nomina, in qualità di coadiutore, di Don Piero Zanrei in sostituzione di Don Angelo Sesenna.
“Noi gli vorremo bene – scrive Don Dante – saremo una sola famiglia, la famiglia di Dio in cammino verso la
Casa del Padre”. “Non prometto molto – scrive Don Piero nel suo primo articolo su Il Ponte – prometto solo la
mia incondizionata disponiilità e una gioia e una serenità non comuni per tutti coloro che arriveranno a capire
la «dolcezza dell’Amore» (Non perché lo prometto io, ma perché lo ha promesso Lui!)”.
1974: Viene avviato il processo per il crollo del cimitero di Pontedell'Olio, avvenuto nel 1971 nel tentativo
di stabilirne i responsabili. Il Vescovo Manfredini si reca in Brasile per una visita ed un saluto a Don Gianni,
missionario in Brasile da qualche anno.
Viene consegnato il “Bisturi d'Oro” al Dottor Miti come riconoscenza del suo operato.
1975: Nei primi mesi del 1975 muore il Dottor Miti, che verrà ricordato da tutti come un uomo di grande
umiltà, che esercitava con passione la sua professione. Nel corso di quest'anno sono eseguiti alcuni lavori di
restauro nella chiesa di San Giacomo Maggiore che riguardano il Crocifisso posto nell'abside, la Cappella con
il Fonte Battesimale e quella del Santissimo Sacramento.
La Banda Giubbe Rosse partecipa all'adunata nazionale che si è svolta a Firenze.
Gli anni 1976-77 sono gli anni più burrascosi e movimentati a livello nazionale, che hanno portato conseguenze anche a livello del nostro paese.
I grandi temi affrontati sono di tipo politico come le elezioni nazionali del 1976 svoltesi anche a Ponte, il tema
della libertà, e anche dell’aborto e il femminismo. Il 1976 è stato anche l’anno di una tragedia verificatasi in
Friuli e molti dei nostri compaesani hanno portato il proprio aiuto . Ma il 1976 è anche l’anno in cui ha inizio
la collaborazione tra i due paesi che in comune hanno il ponte: Vigolzone.
I primi articoli nel 1977 ci sono già nel nuovo numero e ancora ci sono temi nazionali come gli assegni familiari, la violenza giovanile ma anche a livello locale un evento quale l’occupazione della SECMU a causa della
cassa integrazione e la celebrazione di una messa in azienda.
23
Gli Alpini pontolliesi a Riva
Sabato 8 gennaio le Penne Nere pontolliesi hanno fatto visita alla Casa di Riposo Balderacchi di Riva cercando di portare qualche momento di allegria agli ospiti con le fisarmoniche di Luigi Garolfi e Giancarlo
Zanassi. Un grazie particolare va a tutto il personale che giornalmente si prodiga per gli anziani ivi ricoverato, a don Renzo Corbelletta, al presidente Gazzola e all’amministratrice Enrica Malvicini. A nome dell’Amministrazione Comunale era presente Enrico Veluti, valido intrattenitore e cantante.
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A Riva, i bambini hanno
allestito il presepio vivente la notte di Natale.
Momenti felici
ai nostri sposi
Anna Vicentini e Matteo Negri unitisi in matrimonio ad Albarola il 12 settembre 2010.
ai nostri bimbi
Anna Boselli ha affrontato sorridente il suo primo Natale!
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Associazioni vigolzonesi al Balderacchi
“Cartoline dai lettori”
C
ome ormai da tradizione, anche quest’anno le
associazioni vigolzonesi degli Alpini, dell’AVIS
e della Caritas hanno fatto visita durante le feste natalizie agli amici della Casa di riposo Balderacchi,
offrendo, in momenti diversi, pomeriggi di allegria
fatti di fisarmoniche, canti, balli e merende per gli
ospiti. Il motivo è quello di riempire i lunghi pomeriggi dei degenti, ma è anche e soprattutto l’occasione per incontrare i tanti compaesani ricoverati
a Riva, per scambiare qualche chiacchiera, per raccogliere tenere confidenze, per mantenere sempre
saldo il rapporto con gli anziani del paese.
Le varie associazioni non limitano le
loro presenze a Natale, ma anche in diversi altri periodi dell’anno dedicando
parte del loro tempo agli amici più anziani che hanno scritto diverse pagine
della storia di Vigolzone.
I
mpegno umanitario per il Gruppo
Alpini di Vigolzone che nel mese di
novembre 2010 ha aderito alla “giornata della colletta alimentare”. Il Gruppo
di Vigolzone è stato infatti impegnato
nell’allestimento, presso un grande supermercato di Piacenza, di uno dei tanti punti di raccolta, ed in collaborazione con altri cittadini e studenti
ha raccolto nove bancali di alimenti a lunga conservazione, grazie anche alla generosità dei clienti del supermercato stesso che hanno deciso di fare la spesa non solo per se ma anche per chi, trovandosi in difficoltà,
fa fatica a procurarsi il necessario per vivere. Questi nove bancali sono stati dislocati assieme a tutti gli altri in
un centro di raccolta per il successivo smistamento alle varie associazioni, quali Caritas e Mensa dei Poveri.
Saluti da Alassio! Il gruppo dei “giovanotti” vigolzonesi, con gli assessori Silvia Milza, Elisa Bolzoni e l’accompagnatrice Giovanna Merli, hanno inviato questa soleggiata cartolina dalla spiaggia ligure dove hanno
trascorso un periodo di vacanza.
IL CAPO GRUPPO Gaetano Morosoli
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Il gruppo dei partecipanti al pellegrinaggio da Vigolzone alla Chiesa di Grazzano Visconti in occasione
della festa della BV di Lourdes dove don Cesare ha celebrato il rosario e la santa messa.
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“Soccorritori Sicresce”
Q
uando si parla
di primo soccorso ci si riferisce
ad una serie di manovre, azioni e interventi che qualunque
cittadino può mettere in atto qualora
si trovi occasionalmente in presenza di
un soggetto colpito
da malore o vittima
di un incidente, per
consentire
l'azione
efficace dei soccorritori professionisti.
Per questo motivo
la conoscenza delle
procedure di primo
soccorso o dei comportamenti a rischio per la salute
sono un patrimonio indispensabile che ognuno di noi
dovrebbe far proprio.
Siamo cinque soccorritori volontari della Pubblica Assistenza Valnure, che opera da 27 anni come associazione Onlus nel campo sanitario.
Diversi sono i progetti in cui la nostra associazione
è impegnata, ma indubbiamente il più costruttivo è
stato quello che stiamo per raccontarvi.
Il nostro percorso è iniziato presso le scuole secondarie di primo grado dove abbiamo organizzato lezioni
di primo soccorso.
Dal forte interesse dimostrato dai ragazzi è nato a
titolo gratuito il progetto “Soccorritori Sicresce” che,
destinato ai ragazzi che avevano manifestato particolare interesse e volontà di approfondire determinati
argomenti, si proponeva di insegnare loro le tecniche
di primo soccorso in modo più approfondito.
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Abbiamo sviluppato presso la sede della Pubblica
Assistenza Valnure il programma per un corso dedicato a un gruppo di ragazzi, strutturato in 10 incontri settimanali pomeridiani avvalendoci anche della
preziosa collaborazione del gruppo cinofilo volontario di protezione civile “I Lupi” di Piacenza e di un
truccatore volontario di Croce Rossa.
Il progetto “Soccorritori Sicresce” strutturato su un
incontro pomeridiano alla settimana tra le 14,30 e le
16,30 è iniziato il 24 Settembre ed è terminato il 19
Novembre 2010.
Consci del fatto che la capacità di attenzione nei ragazzi è minore rispetto a quella degli adulti durante
il corso abbiamo fatto ricorso a proiezione di filmati,
simulazioni e prove pratiche.
Obiettivi specifici del corso sono stati:
- Conoscere l’associazione P.A.V
- Modalità di attivazione del sistema di allarme sanitario 118 e la sicurezza sul luogo dell’evento
- Il concetto di “catena della sopravvivenza”
- La sequenza di valutazione ABCe le prime manovre
di soccorso
- La rianimazione cardiopolmonare
- Principali patologie traumatiche e non traumatiche
Una lezione si è svolta sul campo di addestramento dell’unità cinofila, dove siamo stati spettatori di
un’ esibizione di condotta, di una dimostrazione di
addestramento e di una ricerca dispersi; inutile dire
che l’esperienza ha entusiasmato i ragazzi in modo
particolare.
Abbiamo simulato casi concreti ricorrendo ad un
truccatore, ma assicurandoci preventivamente presso
i genitori che la vista del sangue (sebbene finto) non
desse fastidio ai ragazzi.
Durante gli interventi di primo soccorso alternativamente i ragazzi fungevano da soccorritori
e da “cavie” appositamente truccate per simulare
fratture, emorragie ed ustioni.
Abbiamo dato molta importanza alla rianimazione cardiopolmonare, facendo esercitare i ragazzi
con l’ausilio di manichini ed insistendo sul fatto
di non provare mai le stesse manovre fra di loro
per gioco…Meglio essere scrupolosi…!! Si tratta
di manovre altamente invasive!!
Un’altra cosa da sottolineare è che i ragazzi a livello di manualità, forse perché non hanno preconcetti hanno applicato le nozioni impartite “alla
lettera” come gli venivano insegnate, senza reinterpretarle; il risultato, credeteci, è stato sorprendente!
Quando al termine del corso abbiamo chiesto loro di
fare una valutazione, ci siamo sentiti orgogliosi della
loro soddisfazione “perché se un ragazzino non è
soddisfatto stai certo che te lo dice!”.
Kekeba ha scritto “…quello che mi è piaciuto di più
in questo corso è stato innanzitutto il nostro gruppoe
poi l’insegnamento e anche il divertimento uniti insieme per imparare le basi per soccorrere…”
Con questo articolo speriamo di aver contribuito a
sensibilizzare la popolazione sull’importanza di insegnare ai ragazzi le basi del Primo Soccorso, nozioni
indispensabili per il loro futuro.
Il progetto “Soccorritori Sicresce” ha riscosso successo e consensi positivi, per questo intendiamo proseguire su questa strada e riproporre un nuovo corso
di quest’anno.
Con le foto scattante durante le esercitazioni sarà
redatto un manuale :“Il Mio Primo Libro di Soccorso”
che sarà disponibile per l’acquisto al pubblico dal
15 Febbraio 2011 sul sito internet www.ilmiolibro.it
all’utente “pubblicavalnure”.
Ringraziamo ragazzi che hanno partecipato all’iniziativa: Moyra Paraboschi, Salvatore Passalacqua, Nicole
Paganini, Gloria Lieo, Elia Calamari, Camilla Taffurelli, Kekeba Kone, Alin Paraschn e Lucia Maggipinto.
Hanno partecipato al progetto:
Infermiere Soccorritore: Massimiliano Gervasi.
Volontari Soccorritori: Filli Cinzia, Rinaldo Casaliggi,
Paola Fava.
Volontaria del Soccorso e truccatrice: Michela Dotti.
Gruppo Cinofilo Volontari Protezione Civile “ I Lupi
di Piacenza”.
Ilaria Carini - Massimiliano Gervasi
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Vigolzone: un grande messaggio di solidarietà dagli Alpini
S
abato 5 febbraio è stata una giornata
densa di significato per gli alpini di Vigolzone. Nel giorno che ha preceduto il
raduno regionale per il ricordo della battaglia di Nikolajewka il gruppo alpini di
Vigolzone ha intitolato la propria sede al
beato don Carlo Gnocchi. Davanti ad una
folta presenza di autorità, alpini e cittadini,
gli oratori hanno ricordato i tragici episodi
del gennaio del 1943, quando i soldati italiani impegnati nella campagna di Russia
riuscirono a forzare il blocco dell'armata
rossa ed a proseguire la ritirata ed il ripiegamento ormai inevitabile.
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Il capogruppo degli alpini di Vigolzone
Gaetano Morosoli ha ricordato i 15 concittadini che perirono durante questi tragici fatti, ma anche l'impegno profuso negli
anni dal gruppo alpini del nostro comune,
collaborando alla costruzione dell'asilo di Rossoch
in Russia, per portare solidarietà e speranza dove 68
anni fa vi fu guerra e distruzione. Elio Zambianchi,
direttore del centro di riabilitazione di Salice Terme
(Pavia), ha ricordato la figura di don Carlo Gnocchi,
che prese parte alla battaglia di Nikolajewka come
cappellano e che successivamente dedicò la propria vita all'aiuto ed al sostegno dei sofferenti e dei
bisognosi. Anche il sindaco di Vigolzone Francesco
Rolleri ha ricordato don Gnocchi come simbolo di
semplicità, coraggio, forza di sacrificio, tenacia, concretezza, valori nei quali tutto il corpo degli alpini
da sempre si riconosce.
Il sabato è poi continuato con un toccante intervento da parte di quattro reduci ultra novantenni che
hanno ricordato momenti tragici e momenti straordinari del gennaio 1943 in Russia. Alle 18.00, nella
chiesa parrocchiale, il giornalista piacentino Federico Frighi ha intervistato Carlo
Valorosi di Pecorara e Pierino Zerbarini
di Lugagnano che hanno rivissuto con il
pubblico i momenti della partenza per
la guerra, le lunghe distanze percorse a
piedi, il freddo, la sofferenza fisica e la
grande voglia di tornare a casa che li ha
aiutati a sopravvivere. Purtroppo i giovani tra il pubblico erano pochi ed è stato
un vero peccato, perché Gino Tassi di 96
anni, ha ribadito più volte che ai giovani, che fortunatamente non dovranno più
rivivere momenti così tragici come quelli
della guerra, i reduci ed il corpo alpini
vogliono trasferire i grandi valori della
Raduno regionale degli Alpini a Vigolzone
U
solidarietà e della vita dedicata al bene.
Toccante è stato l'intervento di Nelson Cenci, anche
lui reduce e medaglia d’argento al valor militare e
che ha servito al fianco del suo sergente Mario Rigoni Stern. Cenci ha ribadito la necessità della memoria
dei fatti tragici per trasferire nei giovani il senso di
pace ed il sentimento di pietà, di solidarietà, affinché
l'umanità possa essere più nobile e meno infelice;
perché sorga il desiderio di pace. Straordinarie le parole finali: “...è nella sofferenza che ci si sente fratelli
mentre il benessere divide. La gioventù di oggi ha
bisogno di essere presa per mano per il suo benessere e per il nostro”.
Questa bella ed intensa giornata si è conclusa con
un concerto del coro dei congedati della Brigata alpina Julia, incominciato alle 21.00 sempre nella chiesa parrocchiale, alla quale ha partecipato un folto
pubblico.
n tappeto di cappelli verdi con la penna d’aquila:
questa l’immagine di piazza Serena vista dall’alto. In occasione
del sessantottesimo anniversario
della battaglia di Nikolaevka,
Vigolzone ha ospitato il raduno
regionale delle associazioni degli alpini nel corso di una due
giorni intensa di emozioni, a
partire dalla dedicazione della
baita, sede del gruppo alpini di
Vigolzone e del circolo Anspi “la
baita”, ad una grande figura che
ha speso la sua vita per gli altri:
il beato don Carlo Gnocchi.
Il clou delle celebrazioni si è
avuto domenica mattina con
l’adunata dei vari gruppi provenienti non solo dall’Emilia Romagna, ma anche dalla
Lombardia, dal Piemonte e dalla Liguria, presso la
piazza del Municipio: da qui è partita poi la parata,
preceduta dalla banda di Pontedellolio, per le vie del
paese fino alla chiesa parrocchiale, dove il parroco,
don Cesare Lugani con don Stefano Garilli, cappellano degli alpini e mons. Angelo Bazzari, presidente
della fondazione don Gnocchi ONLUS hanno celebrato la santa messa alla presenza delle più alte autorità civili e militari della provincia.
Durante l’omelia mons Bazzari ha ricordato la figura
di don Carlo Gnocchi che prese parte come cappellano alla campagna di Russia e che, tornato in
Italia intraprese un duro viaggio lungo la penisola
per visitare e confortare le famiglie dei commilitoni
caduti in battaglia. Successivamente si adoperò per
alleviare le sofferenze dell’infanzia e della gioventù
causate dalla guerra, in primis con la fondazione di
collegi per i figli degli alpini caduti ed in seguito
dedicandosi ai “mutilatini” di guerra e civili fino ad
arrivare ad essere il pioniere dei donatori di organi
in Italia, quando ancora la materia non era legislativamente disciplinata, con la donazione, in punto di
morte, delle proprie cornee ad un cieco.
Alla funzione hanno fatto seguito i discorsi delle autorità a partire da quella del presidente della provincia Massimo Trespidi che ha assicurato agli alpini
piacentini tutto il sostegno perché nel 2013 la “festa
granda” possa essere ospitata proprio da Piacenza.
La commemorazione degli alpini caduti a Nikolaevka è proseguita al monumento dedicato a questo
evento: qui sono stati resi gli onori militari ai caduti
e deposte le corone di alloro.
La giornata si è conclusa con il pranzo durante il
quale sono stati intonati i più bei canti alpini.
Sabrina Mazzocchi
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150 anniversario dell’unità d’Italia
Giuppe rosse: gruppo musicale d’interesse comunale e nazionale
I
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n occasione del
150° anniversario
dell’Unità d’Italia il
Ministero per i beni
e le attività culturali
ha istituito un Tavolo nazionale per la
promozione della
musica popolare e
amatoriale. Martedì
18 gennaio, in concomitanza con circa
8.100 comuni italiani, anche a Ponte
dell’Olio, si è tenuto
un Consiglio Comunale in seduta aperta con ordine del giorno: “La musica popolare dal 1861 ad oggi” nel corso del quale
è stato approvato all’unanimità il riconoscimento del
Corpo Bandistico Pontolliese Giubbe Rosse quale
“gruppo musicale di interesse comunale”; successivamente, con direttiva del Presidente del Consiglio,
alla nostra formazione verrà conferita l’importante
onorificenza di “gruppo musicale di interesse nazionale” . In Italia sono presenti circa 5.500 bande musicali, 9.700 cori e 850 gruppi folkloristici che operano senza scopo di lucro e l’obiettivo dell’iniziativa è
riconoscere questi gruppi come espressione culturale tipica dei territori italiani e bacini di aggregazione
sociale e culturale.
« Oggi – ha ricordato il Prof. Pronti durante il suo
intervento - siamo qui per ricordare che si celebrerà
il 150 dell’Unità d’Italia, un paese rimasto diviso per
secoli, dalla fine degli Imperi romano e carolingio,
siamo dunque una nazione antica, ma uno stato unitario giovane. Mentre nel 1860 l’Italia si risveglia e
si inneggia all’unità nazione i principali comuni si
dotano della guardia nazionale e di bande musicali,
la più antica banda civica che ho trovato è quella
di Cervia,fondata nel 1815, ma a Ponte dell’Olio il
gruppo musicale ha origine ben più lontane e data
1752, questo grazie a una concomitanza storica, a
Piacenza è infatti presente un’orchestra filarmonica
di 20 elementi, tra questi musicisti tre sono residenti
a Ponte dell’Olio, si tratta dei professori d’orchestra
Ferrari, Losi e Carini che hanno costituito la radice più lontana della formazione musicale di Ponte
dell’Olio. Nel 1761 la tradizione orale vuole che i
pifferai di Ponte-Albarola vennero invitati a Velleja
per allietare l’arrivo in visita del Duca Ferdinando di
Borbone in occasione dell’inaugurazione degli scavi
archeologici, poi dal 1826 negli archivi parrocchia-
“Comunicare è sempre educare”
Interessante relazione del vescovo mons. Gianni Ambrosio ai giornalisti piacentini
riuniti per la festa del loro patrono San Francesco di Sales
S
li è possibile rinvenire gli attestati di pagamento al
capo-banda per aver accompagnato le processioni,
segno di una realtà attiva e ben radicata nel territorio. Nel 1860 dunque al Comune di Ponte dell’Olio
non resta che uniformarsi alla storia italiana e, con
delibera del 25 ottobre, approvare il regolamento organico della banda musicale comunale; quindi, mentre a Piacenza occorre ancora elaborare un progetto
di fondazione, nel nostro paese bisogna semplicemente regolare cioè che esiste già da lungo tempo».
Presente anche Maurizio Parma, assessore alla cultura e identità popolare della Provincia di Piacenza, il
quale ha voluto rimarcare che la banda rappresenta «un’eccellenza culturale promuovente l’identità di
un territorio che, visti i livelli raggiunti, non è solo
quello del comune di Ponte dell’Olio ma di tutta la
Provincia di Piacenza. Complimenti per quello che
siete e avete costruito in questi anni».
Ha preso poi la parola un emozionato Armando Marlieri, presidente della banda che, oltre a ringraziare
per l’importante riconoscimento ricevuto, ha voluto
ricordare l’insostituibile cotributo dei suoi predecessori e dei maestri che si sono succeduti alla guida
della formazione, in seguito il maestro Edo Mazzoni
ha ben sintetizzato lo spirito che da sempre anima le
giubbe:« Sono arrivato a Ponte dell’Olio 18 anni fa e
sono stato accolto fin da subito come uno che faceva
parte della famiglia della banda, questo succede a
tutti i componenti della nostra formazione, ho incontrato tanta gente in questi anni e tutti mi hanno detto
di aver un fratello, uno zio o un parente che suonava nella banda, quindi tutti sono membri di questa
grande famiglia. Grazie a tutti e viva la Banda!»
Al termine della serata le giubbe rosse hanno offerto
anche un breve saggio di bravura esibendosi in alcuni brani tratti dal ricco repertoio e concludendo poi
con l’Inno di Mameli.
abato 22 gennaio i giornalisti piacentini si sono ritrovati per celebrare il patrono San Francesco di Sales. L’incontro si è svolto nella Sala
degli Affreschi del Palazzo vescovile.
Dopo il saluto di Carla Chiappini, vicepresidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna, e dopo la
relazione del prof. Fausto Fiorentini,
direttore dell’Ufficio stampa della
diocesi sul tema “Bastano le carte a
regolare una professione? Riflessioni
a partire dalla Missione popolare”, è
intervenuto il vescovo mons. Gianni
Ambrosio su “Comunicare è sempre
educare”.
Ne riportiamo di seguito uno stralcio
dell’intervento:
Vi ringrazio per la vostra presenza e vi ringrazio per
l’importante lavoro che svolgete. Un lavoro che il titolo del mio intervento – il titolo mi è stato assegnato – presenta come facente parte di quella missione
grande e bella che è l’educare. Comunicare è sempre
educare, recita il titolo. Troppo generoso? Può darsi,
ma nella sua generosità, il titolo coglie un aspetto
significativo della comunicazione.
Si comunicano le notizie, le informazioni, le nozioni, i fatti della vita, ma alla fin fine la comunicazione è sempre da una persona ad un’altra persona
o a molte persone. In qualche modo, pur attraverso
molte mediazioni e mezzi assai diversi, si comunica
sempre qualcosa di sé a un’altra persona, si racconta sempre qualcosa di sé, e si coinvolge l’altro nel
proprio racconto. E l’altro accoglie sempre qualcosa
che proviene da un’altra persona.
Se si riconosce che la comunicazione avviene tra
persone, allora la comunicazione dovrebbe sempre
‘educare’, nel senso di aiutarci a crescere come persone, altrimenti non vi è comunicazione. Nel senso
ancora di aiutarci a creare un contesto in cui si apprezzano le persone, in cui si ha il gusto della vita,
in cui si insegna a ‘vedere’ e dunque ad aprire gli
occhi, in cui si stimola la fame di ‘conoscere’, perché
il dinamismo dell’intelligenza si liberi dal torpore
che deriva dalla superficialità e dalla noia. Potremmo continuare, e la conclusione sarebbe sempre la
stessa: altrimenti non si ha una comunicazione tra
persone. Questo può apparire molto distante dalla
comunicazione odierna.
Vorrei suggerire qualche spunto di riflessione per ri-
cuperare l’impegno educativo nel
mondo della comunicazione. Lo
faccio in riferimento al documento
della Chiesa italiana Educare alla
vita buona del Vangelo e in riferimento a una alleanza educativa
tra le scienze dell’educazione e le
scienze della comunicazione.
L’educazione tende a promuovere le
potenzialità umane dell’individuo,
ad insegnargli il significato delle
cose, aiutandolo a capire, a giudicare, a scegliere, ad acquistare autonomia di fronte alle cose e ai fatti.
Ma la comunicazione nelle sue varie forme va in questa direzione?
Prendiamo ad esempio una particolare forma di comunicazione, la
pubblicità, che, come ben sappiamo, è una forma diffusa e pervasiva di comunicazione. La pubblicità assolutizza un qualche aspetto positivo di un prodotto,
esalta le conseguenze derivanti dal possesso di quel
prodotto. Il rischio di comunicare valori fittizi è incombente.
Una Nuova alleanza educativa: Si può agire su due
versanti. Il primo è un intervento educativo da parte dei genitori e della scuola in grado di situare la
pubblicità nei suoi limiti, fornendo soprattutto agli
studenti – dal bambino al ragazzo e al giovane - gli
opportuni strumenti critici di difesa. Ma questo non
vale solo per la pubblicità, ma per ogni forma di comunicazione.
Il compito educativo consiste nell’adottare una strategia educativa in grado di aiutare gli studenti ad
orientarsi, a conoscere le funzioni positive e le tecniche della comunicazione, a comprenderne il linguaggio, ma anche a difendersi dai suoi eccessi aggressivi, a smascherare i suoi inganni, a sottrarsi al
condizionamento ideologico che essa esercita con
l’insieme dei suoi messaggi. Si tratta dunque di un
compito difficile, che ha come obiettivo ideale l’autonomia intellettuale – di pensiero, di riflessione, di
capacità critica - degli studenti. Si tratta di educare
all’uso dei media, sapendo che i media informano,
ma possono imporre precisi messaggi valoriali, possono rispondere solo al business commerciale.
Allora vorrei suggerire questo: se tutti devono avere
una passione per l’uomo, per la sua vita, per la sua
dignità, per la polis, per la vita sociale, allora tutti
devono avere una certa “cura educativa”. Anche chi
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Contrappunti
comunica, chi è nel mondo della comunicazione e
anche della pubblicità. La cura della relazione in cui
si manifesta la preoccupazione per l’altro non può
essere assente nel momento in cui si entra nel mondo
dei media. L’attenzione verso l’altro nell’esercizio del
comunicare è basata sul fatto di riconoscere l’altro
come soggetto: ma se non lo riconosco come soggetto,
non riconosco me stesso come soggetto. Se l’altro è
una cosa, anch’io sono una cosa. E non è bello né
per me né per l’altro. Concludo. Siamo tutti invitati
a considerarci e a stimarci come soggetti e a riconoscere che vi è un legame sociale in cui tutti siamo
coinvolti. Se con responsabilità diamo il nostro contributo per questa considerazione reciproca – siamo
soggetti – e per questo riconoscimento – siamo dentro
a vincoli di solidarietà che sono il nostro legame sociale – , allora comunicare è sempre educare.
† Gianni Ambrosio - Vescovo di Piacenza-Bobbio
Il gusto degli altri di scena all’auditorio parrocchiale
I
l gusto degli altri non è solo ciò
che più ci colpisce degli altri e
ciò che alla fine ci resta di loro.
L’altro da sé, infatti, inteso nel
senso più ampio del termine, ossia come cultura, tradizione, colore della pelle, odore, professione
religiosa, .., è ciò che, nel mondo
di relazioni di cui è fatto l’habitat contemporaneo, definisce più
di ogni altra cosa anche il nostro
essere pienamente noi stessi. L’altro, quindi, non come, o non solo
come continente da esplorare ma
orizzonte entro cui anche noi diciamo a noi stessi chi siamo veramente.
A questo complesso di tematiche
è dedicata la rassegna cinematografica, breve ma incisiva, che
per il quarto anno consecutivo
viene promossa dalla Parrocchia
di San Giacomo Maggiore nei locali di Teleponte. Le proiezioni,
che si terranno il giovedì sera
con inizio alle 20.45 e ad ingresso libero, sono tutte incentrate su
film pluripremiati e di grande in-
-
Situazione politica italiana, nell’anno di
grazia 2011: e poi dicono di Caligola che nominava senatore il suo cavallo …
-
Il rugby, in Italia, sta vivendo davvero una
stagione felice: i praticanti aumentano, gli stadi si
riempiono di spettatori, valori positivi come agonismo, lealtà, solidarietà sportiva fanno del rugby
un mondo esemplare.
Alla vigilia di partite importanti allenatore e giocatori della nazionale rilasciano interviste in cui
parlano di strategie, tattiche, forza del gruppo e
probabile vittoria.
Poi si inizia a giocare e alla fine la squadra ne
esce regolarmente sconfitta.
Il rugby potrebbe essere davvero adottato come lo
sport di riferimento della sinistra italiana.
-
“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento, perché rubacchiavano.
-
Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto,
perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gi omosessuali e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi
niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare” (B. Brecht, 1938). Dedicato (senza ironia) alle persone che, incapaci di
nominare ed accogliere le proprie inadeguatezze
e le proprie paure, ne scaricano le conseguenze,
con un esercizio di difesa inconsapevole, su chi è
diverso, altro da loro stessi.
-
“Vista la perdurante presenza di veicoli in sosta lungo le vie del paese; viste le difficoltà incontrate dagli spartineve nel lavoro di sgombero, nel
corso delle precipitazioni occorse nella stagione
invernale; visto che tali difficoltà ed i disagi conseguenti sono derivate dalla sosta dei suddetti veicoli; visto che il descritto costante parcheggio avviene sul suolo pubblico e gli oneri e gli impedimenti
che provocano ricadono sull’intera comunità; si
delibera di assoggettare a tassa per l’occupazione
di suolo pubblico i proprietari/possessori dei citati
veicoli”. Non andrebbe bene un simile provvedimento? porterebbe un po’ di ordine nella viabilità
del paese e qualche soldino nelle casse comunali.
Giuro che non chiederò royalties su questa idea.
-
Il bel tempo si vede dal mattino? Per quanto
riguarda l’avvio del federalismo speriamo di no,
dal momento che il primo provvedimento in corso
di approvazione prevede la possibilità, per i Comuni, di introdurre importanti tasse locali, per
consentire loro di recuperare risorse, attualmente molto ridotte. Bello, vero? Certo, ma manca un
piccolo dettaglio: tutto questo avviene senza che
venga introdotta una contemporanea riduzione
della tasse statali. Per farla breve, il rischio è quello
di pagare sempre le stesse tasse allo Stato, più quelle dei comuni. Sarebbe davvero un modo singolare
per “mettere a posto” i conti pubblici.
gianmarco ratti
Questo il programma:
-
Giovedì 10 Marzo – London River di Rachid Bouchared (Francia, 2009), Orso d’Oro migliore attore
Festival di Berlino 2010;
-
Giovedì 17 Marzo – Séraphine di Martin Provost (Francia, 2008), Premio César 2010 miglior film,
migliore sceneggiatura e migliore attrice.
-
Giovedì 24 Marzo – Departures di Yojiro Takita (Giappone, 2008), Premio Oscar 2009 miglior film
straniero.
-
Giovedì 31 Marzo – Uomini di Dio di Xavier Beauvois (Francia, 2010), Gran Premio della Giuria
Festival di Cannes 2010 e Premio César 2011 miglior film e migliore attore non protagonista.
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Rubrica di cucina
Gemellaggio d’acqua per il Mali
L
o scorso 18 gennaio una sala
comunale gremita ha ascoltato
con grande attenzione il racconto
del viaggio che il sindaco Francesco Rolleri ed Andrea Poggioli
della Pro loco di Vigolzone hanno fatto in Mali dal 26 novembre
all'8 dicembre. Lo scopo era quello
di visitare il comune di Sokoura
gemellato con Vigolzone, oltre a
visionare i pozzi d'acqua in via di
costruzione e per decidere dove
avviare i nuovi progetti. Mentre
scorrevano le immagini dei posti e
delle genti incontrate, il racconto
si è fatto sempre più appassionato,
lasciando trasparire tutta l'emozione nel rivivere con
il pubblico le sensazioni provate in questi posti aridi
ed assetati, ma abitati da genti orgogliose e rispettose
delle tradizioni.
Il gemellaggio sostenuto da tutto il consiglio comunale, maggioranza e minoranza, ha come scopo quello
di promuovere l'organizzazione di eventi e raccolte
fondi insieme alle associazioni ed ai cittadini del comune, per poter costruire pozzi d'acqua nel vasto territorio di Sokoura. Sarebbero oltre 40 i pozzi necessari per queste popolazioni, molte delle quali vivono a
7 o 10 chilometri dalla fonte d'acqua più vicina.
La Pro loco di Vigolzone è già attiva sul territorio,
grazie anche al lavoro dell'associazione Ali2000 che,
con l'instancabile lavoro di Fulvio Biondi, ha supportato l'associazione del nostro comune nell'identificazione dei punti dove costruire i pozzi. Un singolo
pozzo può costare dai 7.000 ai 15.000 euro, a seconda
del tipo di scavi
che sono necessari. È quindi
auspicabile la
collaborazione
di tutti per poter intervenire
con il maggior
numero di progetti.
Numerose sono
state le iniziative organizzate
nel corso del
2010 per la raccolta fondi: il
torneo Giovan36
ni Poggioli pensato ed organizzato
dalla Valnure Calcio, dalla Pro loco
di Vigolzone e da Futuro Valnure;
in concomitanza con la prima Fiera
d'Autunno del 10 ottobre la Pro loco
di Vigolzone ha organizzato la tradizionale castagnata, con la collaborazione delle associazioni del paese
ed il contributo determinante della
Caritas di Vigolzone che ha venduto le torte destinando il ricavato al
Mali. Anche l'amministrazione comunale ha partecipando direttamente a quest'ultima iniziativa coprendo
parte delle spese d'organizzazione.
Si sta già lavorando al programma
per il 2011, perché il gemellaggio possa continuare
ad offrire pozzi per dissetare il Mali.
Come sempre le associazioni del nostro territorio
hanno risposto all'appello per la solidarietà ed hanno fornito le loro energia per la buona riuscita delle
iniziative, oltre ai contributi economici per i pozzi.
In aggiunta alle associazioni già citate in precedenza,
un ringraziamento particolare va anche al coro Eco
della Valle, alla società sportiva Vigo Volley, alla sezione di Vigolzone dell'Avis, all'associazione sportiva
Vigo Bike, al Gruppo Escursionisti Valnure (G.E.V.),
al circolo Rifugio Alpino ed a tutti i cittadini che hanno versato un prezioso contributo sul conto corrente
bancario messo a disposizione dall'amministrazione
comunale per i pozzi di Sokoura:
Banca di Piacenza,
a cura di Antonietta Spelta
Torta di mandorle
ricetta di Maria Groppi
INGREDIENTI:
PREPARAZIONE:
hg. 4 di zucchero semolato
hg, 4 di mandorle con la buccia
nr. 8 uova intere
gr. 150 farina 00
nr.1 bustina di vanillina
nr. 1 bustina di lievito in polvere per dolci.
Si tritano finemente le mandorle;
Si montano le uova intere con lo zucchero (molto
bene), si aggiunge la farina e il vanigliato, infine si
mettono le mandorle tritate.
Si versa il composto in una teglia imburrata del diametro di circa 28/30 cm e si cuoce a forno moderato
per circa 45 minuti.
Una volta raffreddata, questa torta si presta ad essere farcita con una crema pasticcera o una crema
al cacao o semplicemente si serve così cosparsa di
zucchero a velo.
Al posto delle mandorle si possono usare le nocciole.
IBAN IT20E0515665500CC0180008420
Loris Caragnano
37
Ricordiamoli
Lusardi Giovanni
n.29.06.1926-m.16.02.2011
38
Caragnano Armando
n.13.04.1944-m.25.02.2011
Ferrari Maria in Lorieri
n.12.04.1938-m.18.12.2010
Barba Francesco
n.15.07.921-m.25.12.2010
Callegari Lina ved. Alberici
n.03.02.1925-m.30.12.2010
Trabucchi Gemma in Bernazzani
n.07.04.1935-m.07.01.2011
Confalonieri Albertina ved. Gioia
n.14.10.1920-m.14.01.2011
Bassi Cleonice ved.Malchiodi
n.13.04.1924-m.30.01.2011
Marzaroli Maria
n.27.01.1925-m.31.01.2011
Rivolta Alma ved.Calzoletti
n.30.11.1915-m.26.12.2010
Ciriegio Emilio
n.15.08.1931-m.16.02.2011
Tutta la redazione è vicina a Loris e famiglia in questo momento di dolore
per la scomparsa del papà Armando
Anselmi Liliana ved.Bonato
n.28.02.1931-m.28.01.2011
39
Orario feriale invernale autobus linea Piacenza - Selva


7,50
9,20
10,20
7,55 sub
sub
8,03

10,40
10,43
10,50

11,20
11,25
11,33
PIACENZA Autostazione
6,40
PIACENZA P.le Marconi
6,43
PIACENZA Barriera Genova
6,50
S.BONICO Centro
GARIGA
7,02
8,16
11,05
11,46
PODENZANO Agenzia
7,05
11,09
11,50
ALTOÈ Bivio
8,25
GRAZZANO VISCONTI
7,07
8,27
11,11
11,52
VIGOLZONE Centro
7,11
8,30
11,15
11,56
ALBAROLA
7,15
8,35
11,20
12,00
PONTEDELL'OLIO Stazione
7,20
8,39
10,15
11,15
11,25
12,05
CARMIANO Paese
MOLINO CROCE (**Spettine)
7,25
8,45
10,20
11,20
11,30
12,10
RECESIO
7,31
10,24
11,24
11,34
12,14
BETTOLA Piazza Colombo
8,55
10,30
11,30
11,40
BETTOLA Bar Centrale
7,40
12,22
OLMO
7,47
12,28
FARINI Centro
7,55
12,40
CANTONIERA
12,50
PONTE NANO
8,12
12,55
FERRIERE Centro
8,20
13,05
GAMBARO
13,15
SELVA
13,25
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------




PIACENZA Autostazione
13,40
15,00
16,40
17,35
18,05
18,35
PIACENZA P.le Marconi
13,43
15,03
16,45
17,40
18,10
18,40
PIACENZA Barriera Genova
13,50
15,10
16,53
17,48
18,18
18,48
S.BONICO Centro
14,00
17,59
GARIGA
14,04
15,23
17,05
18,04
18,31
19,01
PODENZANO Agenzia
14,09
15,27
17,09
18,08
18,35
ALTOÈ Bivio
14,10
18,09
19,10
GRAZZANO VISCONTI
14,11
15,29
17,11
18,10
18,37
19,11
VIGOLZONE Centro
14,15
15,33
17,14
18,14
18,41
19,15
ALBAROLA
14,20
15,37
17,20
18,20
18,46
19,20
PONTEDELL'OLIO Stazione
14,25
15,45
17,25
18,25
18,50
19,24
CARMIANO Paese
14,28
18,28
18,55
MOLINO CROCE (**Spettine)
14,30
15,50
17,30
18,30
19,00
19,30
RECESIO
14,34
15,54
17,34
18,34
19,04
19,34
BETTOLA Piazza Colombo
16,00
18,40
19,40
BETTOLA Bar Centrale
14,40
17,40
19,10
OLMO
14,50
17,51
19,21
FARINI Centro
14,58
18,00
19,30
CANTONIERA
15,03
18,10
19,40
PONTE NANO
15,08
18,17
19,47
FERRIERE Centro
15,15
18,30
20,00
GAMBARO
15,25
18,41
SELVA
15,40
18,55

12,35
12,40
12,48
13,01
13,05
13,07
13,11
13,16
13,20
13,25
13,29
13,35

12,50
12,55
13,03
13,13
13,17
13,20
13,21
13,22
13,26
13,31
13,35
13,40
13,44
13,52
13,58
14,10
19,05
19,10
19,18
19,40
19,43
19,50
19,30
19,34
20,03
20,07
19,36
19,40
19,45
19,50
20,09
20,12
20,16
20,20
19,55
19,59
20,05
20,25
20,30
20,35
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40
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Orario feriale invernale autobus linea Selva - Piacenza



Selva
6,00
Gambaro
6,10
FERRIERE Centro
6,20
PONTE NANO
6,25
CANTONIERA
6,30
FARINI Centro
6,40
OLMO
6,52
BETTOLA Bar Centrale
6,55
BETTOLA Piazza Colombo
5,20
5,45
6,30
6,50
7,15
7,45
RECESIO
5,26
5,51
6,36
6,56
7,21
7,51
MOLINO CROCE
5,30
5,55
6,40
7,00
7,23
7,55
CARMIANO Paese
6,15
PONTEDELL'OLIO Stazione
5,35
6,00
6,18
6,45
7,05
7,30
8,00
ALBAROLA
5,39
6,04
6,21
6,49
7,09
7,34
8,04
VIGOLZONE Centro
5,45
6,10
6,27
6,55
7,15
7,40
8,10
GRAZZANO VISCONTI
5,47
6,12
6,29
6,57
7,15
7,42
8,12
ALTOÈ Bivio
7,15
8,14
PODENZANO Agenzia
5,50
6,15
6,33
7,00
7,20
7,45
GARIGA
5,54
6,19
6,38
7,04
7,24
7,49
8,24
S.BONICO Centro
7,30
PIACENZA Barriera Genova
6,04
6,30
6,50
7,15
7,37
8,02
8,36
PIACENZA P.le Marconi
6,12
6,37
6,55
7,25
7,45
8,12
8,45
PIACENZA Autostazione
6,15
6,40
7,00
7,30
7,50
8,15
8,50
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------R
P-F5
F5
Selva
13,30
Gambaro
13,40
FERRIERE Centro
13,50
PONTE NANO
14,00
CANTONIERA
14,05
FARINI Centro
14,15
OLMO
14,27
BETTOLA Bar Centrale
14,33
BETTOLA Piazza Colombo
11,00
12,20
13,30
13,50
14,35
16,50
17,50
RECESIO
11,06
12,26
13,36
13,56
14,41
16,56
17,56
MOLINO CROCE
11,10
12,30
13,40
14,00
14,45
17,00
18,00
CARMIANO Paese
PONTEDELL'OLIO Stazione
11,15
12,35
13,45
14,05
14,50
17,05
18,05
ALBAROLA
SUB
12,39
13,49
14,09
14,54
17,09
18,09
VIGOLZONE Centro
12,45
13,54
14,14
14,59
17,14
18,14
GRAZZANO VISCONTI
12,47
13,56
14,16
15,01
17,16
18,16
ALTOÈ Bivio
13,58
PODENZANO Agenzia
12,50
14,20
15,05
17,20
18,20
GARIGA
12,54
14,08
14,24
15,09
17,24
18,24
S.BONICO Centro
14,10
PIACENZA Barriera Genova
13,07
14,20
14,36
15,21
17,36
18,36
PIACENZA P.le Marconi
13,15
14,25
14,45
15,30
17,45
18,45
PIACENZA Autostazione
12,10
13,20
14,30
14,50
15,35
17,50
18,50

8,00
8,05
8,20
8,22
8,26
8,30
8,35
8,39
8,45
8,47
8,50
8,54
8,56
9,08
9,17
9,20
8,25
8,33
8,37
8,46
8,57
9,05
9,07
9,10
9,15
9,20
SUB
10,10
17,10
17,22
17,35
17,45
17,52
18,00
18,05
18,18
18,20
18,26
18,30
18,35
18,39
18,44
18,46
18,50
18,54
19,07
19,15
19,20
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41
Orario delle S. Messe feriali, domenicali e prefestive
Messe feriali
Ore
Ore
Ore
Ore
Ore
8,30 Ricovero Balderacchi Riva
18,00 Chiesa San Rocco Pontedell’Olio
9,30 solo martedì Chiesa San Rocco Pontedell’Olio
20,30 San Giovanni Evangelista Carmiano (Ore 16,30 invernale)
17,00 SS. Mario e Giovanni Vigolzone
Messe prefestive del sabato
Ore 10,30 Clinica San Giacomo Pontedell’Olio
Ore 16,30 San Giovanni Evangelista Carmiano
Ore 17,00 SS. Mario e Giovanni Vigolzone
Ore 18,00 Chiesa San Rocco Pontedell’Olio
Ore 18,00 SS. Cosma e Damiano Grazzano Visconti
Messe domenicali
Ore
Ore
Ore
Ore
Ore
Ore
Ore
Ore
Ore
Ore
Ore
Ore
Ore
Ore
Ore
Ore
Ore
Ore
Ore
Ore
Ore
Ore
7,30 SS. Cosma e Damiano Grazzano Visconti
7,30 Madonna della Neve Riva
8,00 Chiesa di San Giacomo Pontedell’Olio
8,30 SS. Mario e Giovanni Vigolzone
8,30 S. Lorenzo Martire Veano / Albarola (**)
8,30 S. Maria Immacolata Bicchignano / Castione (***)
9,00 S. Pietro in Vincoli Folignano
9,30 S. Martino Vescovo Torrano
9,30 S. Antonino Martire Albarola / Veano (**)
9,30 S. Giovanni Battista Castione / Bicchignano (***)
9,30 Oratorio Biana
10,00 Chiesa di San Giacomo Pontedell’Olio
10,00 S. Maria Assunta Recesio
10,30 S. Maria Assunta Villò
10,30 San Giovanni Evangelista Carmiano
10,30 SS. Cosma e Damiano Grazzano Visconti
11,00 SS. Mario e Giovanni Vigolzone
11,00 San Martino Riva
11,30 San Lorenzo Cassano
15,30 Oratorio Montesanto
17,00 SS. Mario e Giovanni Vigolzone
18,00 Chiesa San Rocco Pontedell’Olio
** prima e seconda domenica del mese a Veano e Albarola
*** terza e quarta domenica del mese a Bicchignano e Castione
Abbiamo cercato di tenere vive tutte le preziose realtà parrocchiali della nostra zona e di ripartire in modo
adeguato le messe sul territorio. Questo comporta spostamenti e cambiamenti di orari e non piccoli sacrifici.
I Vostri sacerdoti
42
43
Banca di Piacenza
44