1 - il ponte
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IL PONTE 40° Anno di Fondazione 1971- 2011 Foto Alberto Cavanna IL PONTE - Anno XL- N.1 - febbraio 2011 Supplemento al n.7 del 25 febbraio 2011 de “IL NUOVO GIORNALE” - Autorizzazione Tribunale di Piacenza con decreto n. 4 del 4 giugno 1948 Editoriale Bimestrale d’informazione e attualità Fondato nel 1971: da don Dante Concari Direttore responsabile: don Davide Maloberti Direzione editoriale don Renzo Corbelletta Collaboratori: Paolo Labati ([email protected]), don Cesare Lugani, don Paolo Camminati, Sabrina Mazzocchi, Loris Caragnano, Ennio Torricella, Federico Zanelli, Gianmarco Zanelli, Luigi Capra, Chiara Ratti, Elena Fogliazza, Gianmarco Ratti, Gian Carlo Anselmi, Claudia Cigalla, Manuela Gentissi. Per le fotografie: Foto Cavanna, Oreste Grana, Foto Gaudenzi, Foto Stefano Maggi - “Il colore del Sole”. Redazione, amministrazione e pubblicità: Pontedell’Olio - Tel. 0523 875328 Stampa: Grafiche Lama - Piacenza, Strada Dossi di Le Mose 5/7 Tel. 0523 592859 Le collaborazioni sono sempre gradite. Articoli, suggerimenti, notizie, lettere.... possono essere inviate a: - fax 0523 871610 - E-mail: [email protected] Testi e fotografie non si restituiscono se non dietro espressa richiesta. 40 anni fa, alla fine di gennaio del 1971, entrava nelle case pontolliesi il primo numero de: “Il Ponte”. Nato per volontà di don Dante Concari – da poche settimane parroco del paese – con il dichiarato intento di offrire alla nostra comunità uno strumento, uno spazio di dialogo, di confronto in cui scambiare idee ed esperienze. Lo stesso spirito porterà, qualche anno dopo (1976) a coinvolgere nel progetto “Il Ponte” anche Vigolzone. 40 anni fa, un altro mondo e un’altra vita. Eppure già allora il “filo rosso” del progetto de “Il Ponte”, era quello di una comunità non esclusiva che per quanto saldamente ancorata all’identità cristiana, era aperta e tendeva a porsi come luogo d’incontro (a volte anche aspramente dialettico) con tutti. La conferma della bontà di questo approccio arrivò rapidamente: “Il Ponte”, in poco tempo entrò davvero nelle case di tutti i pontolliesi, credenti, praticanti e non. 2 E se oggi siamo ancora qua, a bussare ogni due mesi a tante porte che, puntualmente si aprono, un motivo dovrà ben esserci. Non abbiamo fatto patti con il diavolo, ma i criteri di apertura, di chiarezza, di onestà intellettuale sono qualcosa di più di un metodo di lavoro, sono una linea editoriale condivisa e coltivata e, crediamo, tuttora apprezzata anche da don Dante, il quale anche se da diversi anni ha lasciato Pontedell’Olio, continua a leggerci e a restare così vicino a noi. “Una sintesi” E proprio perché occuparsi di storia vuol dire voltarsi indietro per guardare meglio avanti, ad ogni numero del “Ponte” di quest’anno, oltre ad un sintesi delle pagine pubblicate in questi 40 anni, chiediamo ai sacerdoti che hanno guidato o lasciato un segno importante sul nostro giornale, di non farci mancare, ancora una volta, il loro contributo. A cominciare, naturalmente, da don Dante, che ha già positivamente risposto al nostro invito. La Redazione Per festeggiare questo importante anniversario abbiamo pensato di proporre una copertina speciale e per questo abbiamo chiesto l’aiuto di alcuni amici. Grazie a Paolo Molinari che appositamente per noi ha ridisegnato il bozzetto del nostro paese che già nel 1971 appariva nella storica copertina. Infine grazie di cuore ad Alberto Cavanna che ha interpretato, con questa splendida foto, le nostre richieste: racchiusa nell’insolita cornice della volta del vecchio ponte ferroviario il Nure che scorre ed il sole che illumina ciò che è caro ad ogni pontolliese. I 40 anni del “Ponte” Gennaio 1971 – gennaio 2011 E ’ mezzogiorno, squilla il telefono. Una voce amica: “Il Ponte compie 40 anni , don Dante, scrivi qualcosa!” Non posso dire di no. Proprio oggi, 24 gennaio, celebriamo la memoria di San Francesco di Sales, Patrono dei giornalisti. Ho sul tavolo, come ogni mattina, il quotidiano di Piacenza “La Libertà” e la “Gazzetta di Parma”. Viviamo sui monti, lontano dalla città, ma il giornale ci tiene uniti nei giorni di festa e nei giorni di lutto, come oggi: “Sara, 16 anni, una delle vittime del sabato notte”. Quando ero a Ponte ho benedetto le nozze dei genitori, e dopo qualche anno a San Protaso ho battezzato il fratello Fabio. Ho passato gli 80 e non sono al passo con i mezzi moderni della comunicazione (Internet, Facebook). Sono però convinto che la carta stampata (il giornale) non passa di moda. Rimane, e prima o dopo, si torna a guardare. Il nostro Vescovo ci ha detto: “Comunicare è sempre educare”. Quarant’anni fa, quando arrivai a Ponte dai monti di Bardi, avevo l’esperienza di “Voce Amica”: poche pagine ciclostilate in povertà e spedite a Londra, Parigi, nel Galles. Quando ai giovani di Ponte ho fatto la proposta di un bollettino parrocchiale, l’idea è piaciuta, approvata. Dovevo però impegnarmi in prima persona ed avere buona volontà e costanza. “Il Ponte” fece i primi passi. La tipografia del “Nuovo Giornale” divenne a noi familiare. Era allora in via San Giovanni (Pc) nel Palazzo Fogliani. Ricordo ancora quel giorno: stavo correggendo le bozze in tipografia quando il compianto e carissimo don Piero Zanrei si presentò a me come curato di Pontedell’Olio. “Il Ponte” è nato con lo scopo di unire il paese, le varie associazioni di volontariato, fare una comunità. Un ponte tra le varie Parrocchie e i due Comuni di Ponte e Vigolzone. Realizzare una UNITA’ PASTORALE. In 40 anni è passata tanta acqua sotto il ponte e non è crollato. Noi ci rallegriamo con tutti quelli che hanno favorito la durata nel tempo e nelle difficoltà. Quando tornavo dalla tipografia con le copie da distribuire, passavo dalle persone incaricate e in giornata ogni famiglia abbonata riceveva le notizie ancora profumate di inchiostro. Spesso erano i non praticanti che aspettavano “Il Ponte” per conoscere la vita del paese. Mi torna alla mente un canto: “I Ponti”. Dappertutto nel mondo scorrono tanti fiumi fiumi lunghi profondi che ci dividono. Attraverso l’acqua ci guardiamo, ma non ci conosciamo e il nostro sguardo porta solo diffidenza. Perchè non costruiamo i ponti sopra i fiumi, perchè non costruiamo i ponti così ci incontriamo? Perchè non costruiamo i ponti? Don Dante Concari Vi ricordiamo alcune date importanti: Adorazione della Croce, ogni secondo giovedì del mese dalle 16,45 alle 18 in San Rocco 29 maggio 2011: Prima Comunione in San Giacomo 11 giugno 2011: Santa Cresima in San Giacomo dal 28 giugno al 8 luglio 2011: vacanze a Castagnola 3 Tempo di Quaresima La Guarigione del cieco, El Greco, Museo di Dresda Commento del dipinto immagine della Quaresima 2011 E Gesù disse a quel cieco: “va' a lavarti gli occhi...” El Greco dipinse una storia antica e bella, anch’essa dal sapore divino poiché compiuta da Dio. Compose la scena della guarigione del cieco nato. Ed eccoli in quell’opera di El Greco i discepoli, a destra, tutti intenti a parlare: pare di sentirli mentre, avvolti in quelle povere, variopinte vesti da pescatori a riposo, discutono e chiedono, domandano una risposta al loro maestro. “Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?” (Gv 9,2). “Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe”, disse Gesù a quel cieco. Uno dei discepoli nella tela di El Greco si dirige con sicurezza verso un cane coi piedi dentro ad una vasca. Quella vasca diviene il legame col passato, un legame fedele e benedetto, con tutta l’antica storia misteriosa che è lì davanti e chiede di essere illuminata, proprio come lo sguardo spento del cieco. Fedeltà e luce: cose nuove e cose antiche che si confondono, si sovrappongono. “…Sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco…” (Gv 9,6). Un gesto strano che evoca quel giorno in cui “Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente.” (Gn 2,7). Lì davanti, in quel quadro di El Greco, a sinistra, il volto raggiante di luce del Maestro, il Cristo. Con sguardo clemente, porge il suo braccio all’uomo nato cieco, e con l’altra mano cosparge di fango i suoi occhi. Ecco il duplice gesto: sanato il guardare, si attua l’evento di una creazione nuova. Testimone curioso, si affaccia un personaggio: guarda, nel quadro del grande maestro, quasi volesse farne la cronaca: sta accadendo qualcosa di straordinario nell’umiltà e nel silenzio di un piccolo angolo del mondo e della storia. Eppure ha a che fare con tutto il cosmo e la sua storia. Che sia l’evangelista, colui che ora ci racconta questa affascinante storia?. Quando il povero cieco guarì era sabato (Gv 9,13). Ma di sabato non si poteva far nulla, in quel giorno Dio si riposò, assaporando il proprio voler bene alla sua creazione. E in quel giorno quell’uomo fu nuovamente creato: riebbe la vista e, con essa, la vita. Quante cose difficili accaddero in quel giorno. E così El Greco nel suo quadro pensò di mettere anche quegli uomini così arditamente ostinati nella propria forza logica dietro a questa scena, non davanti. Stanno dietro, proprio come alle spalle del cieco sta l’uomo ripiegato sulle proprie piccole, sicure e rassicuranti certezze. Nemmeno lo spazio per il perdono per quella povera creatura. E Dio invece non solo sana, ma perdona. Mentre accade tutto questo nel quadro di El Greco due persone, tanto simili agli antichi sapienti, in compagnia di un cielo irrequieto, parlano, riflettendo di quanto hanno udito essere accaduto, proprio come noi, presi dentro quella scena, quel racconto. Esercizi di Lectio Divina nel tempo di Quaresima: Quest'anno gli appuntamenti con i Quaresimali in Cattedrale saranno 4, tutti dedicati alla preghiera del Padre Nostro. Ecco il calendario degli incontri: Giovedì 17 marzo, ore 21,00: “Padre nostro” con Madre Ignazia Angelini, badessa del monastero di Viboldone Giovedì 24 marzo, ore 21,00: “Padre, venga il tuo Regno” con Paola Bignardi Riflessioni Quaresima 2011: Come ti ha aperto gli occhi? (Gv 9,26) L a domanda che i farisei pongono continuamente al cieco è quella: come ti ha aperto gli occhi? E lui risponde sempre allo stesso modo: ha sputato nel fango e gli ha detto di andarsi lavare nella pisciona di Siloe. Quello che maggiormente risalta é il carattere di queste due figure: da una parte l’arroganza dei farisei che, in quanto uomini istruiti e importanti visto le cariche che ricoprono sentono di porsi un gradino sopra rispetto a quelli umili, poveri, non istruiti ma che per questo motivo devono essere considerati inferiori e ignoranti. Il cieco a causa della malattia che lo ha colpito fin da piccolo riusciva a vedere una profondità diversa delle cose, dei caratteri, provava sensazioni uguali chi vedeva. E’ difficile dire che un cieco riesce a percepire le cose in modo diverso, anche perché lui vorrebbe vedere come tutti gli altri. Ha posto la sua fiducia in chi non conosceva, si è fidato per potere avere una nuova possibilità per provare a vedere, anche se per lui, questa esperienza era una novità, una nuova vita da vivere. La possibilità di scoprire tutto ciò che aveva percepito, di unire alle nuove sensazioni ed emozioni quelle percezioni profonde. I farisei erano presuntosi perché vedendo le cose così come erano pensavano di conoscere tutto di essere consapevoli di ciò che era intorno. Si sono posti come il Signore non voleva che si comportassero, guardando dall’alto verso il basso un altro, negandogli fiducia e rispetto, ma non il rispetto di chi ha potere ma il rispetto di chi è in difficoltà e non deve essere disprezzato. Manuela Gli occhi, così preziosi e delicati, dicono quello che spesso facciamo fatica ad esprimere con le parole; gli occhi parlano molto di più di quanto possiamo comunicare con la nostra voce. Facciamo molta fatica a controllarli anche se ci proviamo...si illuminano o sono cupi anche quando non vogliamo mostrare il nostro stato d'animo. Gli occhi ci rendono indipendenti, da soli ci permettono di vedere. Solo quando non riusciamo a vedere, abbiamo bisogno di un appoggio, abbiamo bisogno dell'altro; la mano che sfiora gli occhi del cieco o che ci viene tesa quando chiediamo aiuto, è un simbolo di immensa fiducia che ci viene teneramente richiesto. Claudia Appuntamenti per la Quaresima: Lodi tutte le mattine in San Rocco Via Crucis tutti i venerdì alle 18 in San Rocco 9 marzo, Mercoledì delle Ceneri, ritrovo per la celebrazione alle 20,30 in San Rocco 17 aprile, Domenica delle Palme, ritrovo alle 9,30 al cimitero di Pontedell'Olio 17 aprile, Domenica delle Palme, ritrovo alle 10,30 alla Madonna della Neve a Riva Appuntamenti diocesani per i giovani Venerdì 18 marzo: Preghiera di Quaresima nei vicariati Sabato 16 aprile: XXVI Giornata Mondiale della Gioventù (Consegna delle palme) Per informazioni: www.pagiop.net Domenica 3 aprile: Missione Ragazzi nelle unità pastorali Domenica 15 maggio: Missione Ragazzi nei vicariati Per informazioni: www.missionepiacenzabobbio.org Giovedì 31 marzo, ore 21,00: “Padre, non ci abbandonare alla tentazione” con Pierangelo Squeri, teologo 4 Giovedì 7 aprile, ore 21,00: “Padre, liberaci dal male” con Enzo Bianchi, priore della comunità monastica di Bose 5 “Coraggio, sono io, non abbiate paura!” (Mt 14,27) Vita della comunità Iniziato il Secondo Ano della Missione Popolare Diocesana In occasione delle solennità del Battesimo del Signore, domenica 9 gennaio in Cattedrale a Piacenza il Vescovo Mons. Gianni Ambrosio ha dato avvio al secondo anno della Missione Popolare Diocesana. Qui di seguito alcuni brani tratti dall’omelia. L’icona Evangelica del Secondo Anno della Missione “Carissimi fratelli e sorelle, lo scorso anno in questa festa del battesimo di Gesù abbiamo iniziato l’avventura della Missione Popolare fidandoci di Gesù e del suo invito: “Prendi il largo”. Vogliamo oggi ringraziare il Signore perché, pur nella fatica, ci siamo resi conto di essere un popolo in cammino, una Chiesa in pellegrinaggio verso Gerusalemme. Ci sono stati fratelli ed amici che hanno condiviso la speranza del nostro viaggio missionario. Contemplando l’icona della visita di Maria ad Elisabetta, ci siamo presi cura della fede gli uni degli altri, abbiamo gioito condividendo il Vangelo e ravvivato il desiderio di renderlo vivo, attuale, parlante per noi e per i fratelli. 6 Anche la nostra ripartenza in questo secondo anno può apparire faticosa: i timori non mancano. Ma ascoltiamo con fiducia il nuovo invito di Gesù: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!” (Mt 14, 27). Ascoltiamolo come rivolto a ciascuno di noi e all’intera nostra comunità ecclesiale, invitata a ricuperare la sua dignità battesimale, a valorizzare la corresponsabilità, a promuovere vocazioni e ministeri nella comunità. Ed ascoltando l’invito, accogliamo l’esempio di Gesù: seguiamo lui che non ha paura di immergersi nelle acque del Giordano insieme agli uomini bisognosi di senso, di perdono e di amore. Così possiamo scoprire che Lui è la “parola” che dà senso alle nostre parole e alle nostre esperienze umane fondamentali. Così possiamo ascoltare la parola di Dio e la parola dell’uomo, e possiamo invocare insieme, nell’ospitalità e nell’amicizia, la benedizione di Dio che illumina, conforta, rianima, ben sapendo per esperien- za che il Vangelo di Gesù abbraccia tutto l’umano e porta a verità i desideri più veri del cuore dell’uomo. Lasciamoci condurre dallo Spirito. Il suo soffio è libero, i suoi doni sono molteplici e arrivano a noi in forme inaspettate. Ma riconosciamo che lo Spirito Santo ci precede con la sua azione nel cuore degli uomini, in quanto è già presente e operante nelle più diverse esperienze e realtà. Vale la pena di ricordare la felice espressione adottata da alcuni padri della Chiesa per parlare della verità che si manifesta in forme diverse: “semina Verbi”, i semi o i germi di verità del Verbo, riflessi della luce di Cristo “che illumina ogni uomo” (Gv 1, 9). Cerchiamo insieme queste tracce del Verbo che lo Spirito ha già impresso nelle storie e nel cuore degli uomini. Così, seguendo il Signore Gesù, benedetti dal Padre, animati e illuminati dallo Spirito, troviamo nelle esperienze della vita umana l’alfabeto per comporre le parole con le quali dire a noi e al mondo l’amore di Dio e la bellezza di essere suoi figli, battezzati in Cristo Gesù. “Coraggio, sono io. Non abbiate paura”. Iniziamo il secondo anno della Missione Popolare con questo invito di Gesù e con la consegna della sua e nostra preghiera, il Padre Nostro. Così possiamo sentirci figli amati e possiamo aiutarci a vivere come figli di Dio. Lo Spirito Santo ci assicuri la luce per vedere sempre quel cielo aperto su di noi e su tutti gli uomini e ci doni il coraggio per rispondere alla nostra vocazione di discepoli di Gesù e di missionari del suo Vangelo”. I giovani: deboli o indeboliti? “Non si trasformano (i giovani, ndr), li trasformano; cadono feriti e anemici di fronte al reticolo brutale e ferreo del nostro autoritarismo e della nostra stupida gravità; nessuno dà loro in tempo uno sguardo benevolo e d’intelligenza. Li si vuole diversi da come sono; il nostro spirito di intolleranza irrancidito non riesce a pensare di lasciare che ciascuno si sviluppi secondo le sue inclinazioni e la sua natura. […] Si soffoca la gioventù senza comprenderla, volendola di certo seria e formale; prima la si assorda, poi la si chiama e, vedendo che non risponde, la si denigra” (Miguel de Unamuno, Cultura e nazione, Medusa 2011). Queste parole del grande filosofo spagnole – tra l’altro scritte nel 1985 - possono aiutare per raccontare la forza e la provocazione espressa da don Armando Matteo nell’incontro organizzato dal Settore Giovani dell’Azione Cattolica diocesana, svolto il 20 gennaio scorso. L’incontro era il secondo di tre appuntamenti dedicati ai tre ambiti che la Missione Popolare diocesana prende in considerazione quest’anno (relazioni, fragilità e cittadinanza) e che i giovani di AC hanno voluto leggere in riferimento al mondo giovanile. Parole dure quelle citate, forse un po’ meno di quelle di don Armando, ma che si muovono nello stesso orizzonte: senza voler giustificare in nulla i giovani per le loro mancanza, sembra che la fatica più grossa dei giovani oggi siano proprio gli adulti. Un mondo adulto che fatica a rapportarsi con la novità che la gioventù sempre incarna; adulti che amano la giovinezza più che i giovani e cercano di imitarla maldestramente sperando di godere ancora un po’ del successo guadagnato; un’apologetica dell’adolescenza che vede molti adulti, che per l’età che hanno dovrebbero apparire come condottieri o per lo meno guide, come ridicoli palestrati e finti ab- bronzati che scimmiottano i giovani in campi che li vedono clamorosamente fuori posto. Ma soprattutto adulti che non volendo invecchiare – cosa tra l’altro legittima – rimangono fintamente giovani togliendo così ai giovani la voglia di diventare adulti: se diventare adulti significa questo, meglio rimanere così! Personalmente credo che la realtà sia più complessa e che la fatica e le fatiche dei giovani abbiano le loro origini anche in altre problematiche, certamente però la questione della relazione e della comunicazione tra generazioni sembra segnare il tempo che viviamo. Sono rimasti la musica, il cinema e il calcio, i luoghi dove i giovani rimangono protagonisti e i motivi sono facilmente comprensibili: la musica richiede creatività, il cinema bellezza e il calcio fiato per correre. E poi ci sono altri due luoghi abitati nascostamente dai giovani: il web e la notte. Ovvio, sostiene don Armando, sono luoghi dove gli adulti non ci sono. La conoscenza del mondo giovanile (don Armando è Assistente nazionale della FUCI); il possesso di tantissimi dati statistici; la freschezza degli studi e una grande capacità comunicativa, hanno reso l’incontro con don Armando Matteo un momento molto interessante. Se si vuole trovare una critica possiamo dire che la parte propositiva è ancora debole; ma chissà, forse è talmente complessa la realtà che la proposta deve ancora essere intravista. Sicuramente la lettura del suo libro (Armando Matteo, La prima generazione incredula, Rubbettino 2010) è consigliata a tutti, soprattutto alle nostre comunità parrocchiali che hanno un gran bisogno di recuperare una comunicazione con le giovani generazioni. E non solo per questioni statistiche. Ne va anche della trasmissione della fede. don Paolo Banco di beneficenza A nche quest’anno il Banco di beneficenza ha dato il suo piccolo contributo per concorrere alla spesa di riscaldamento della Chiesa di San Giacomo. Le volontarie, a rotazione, si sono prestate per un periodo dal 19 dicembre all’11 gennaio 2011, grazie alla generosità della signora Piera Poggioli di Vigolzone, che ci ha messo a disposizione gratuitamente, un suo locale in Via Vittorio Veneto. E’ stata un’esperienza positiva e amichevole il contatto con tante persone adulte e bambini; questi ultimi più interessati alla curiosità dell’estrazione. In alcune circostanze, il numero dell’oggetto corrispondente non era di gradimento all’interessato e a quel punto si cercava qualcosa in sostituzione perché spiaceva non accontentare! Grazie tanto ai cittadini, ai commercianti, ai privati, che a suo tempo hanno donato materiale e a tutti i volontari. Un sereno 2011 a tutti!! Anna Valenti 7 Dalle Parrocchie Pontedell’Olio: presentazione bambini della Prima Comunione Domenica 6 febbraio, in San Giacomo, sono stati presentati alla Comunità parrocchiale i bambini che riceveranno la prima Comunione il prossimo mese di maggio. A ll’inizio di questo cammino ci siamo prima guardati intorno e seduti in un prato abbiamo iniziato a scrutarci l’un l’altro e da subito abbiamo capito che questo viaggio non lo facevamo da soli e che forse avremmo trovato, in caso di bisogno, qualcuno cui appoggiarci lungo la strada. Dal 6 febbraio il nostro cammino è affidato anche alla Comunità. Che sia un bel cammino… dove ognuno si senta importante e provi gioia, custodisca le tante qualità che ha ricevuto e senta su di sé lo sguardo di benevolenza di quel nuovo amico che sta iniziando a conoscere, ma soprattutto ad intuire come amore davvero grande. Le Sue parole hanno viaggiato lungo il tempo, di bocca in bocca, di vita in vita e oggi è noi che incontrano e dall’alto della montagna ancora si odono: “Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli, beati i misericordiosi perché troveranno misericordia, beati i puri di cuore perché vedranno Dio”. Ognuno dei 39 bambini è stato chiamato per nome e rispondendo il suo “Eccomi” ha detto alla Comunità che ha iniziato il suo cammino. Ha poi consegnato un foglietto alle catechiste ove ha scritto un dono che ha ricevuto, una sua qualità, una cosa bella che da quel momento si è impegnato a condividere con gli altri. I foglietti posti su cartelloni colorati resteranno nella chiesa di San Giacomo fino alla prima comunione il 29 maggio prossimo. Che sia un bel cammino… Le catechiste Concerto di Natale in San Giacomo L 8 e parole parlate sono il filo che ci tiene uniti, sono il modo attraverso il quale ci facciamo compagnia nella vita, sono gli strumenti che usiamo per dirci “ti voglio bene”… Le parole cantate, toccano una corda in più: come code di una stessa arpa, vibriamo per “simpatia” ed in “sintonia”, quando una sola corda viene pizzicata. Questa è la sensazione che prova chi canta; … e chi canta in compagnia ancora di più. Altrimenti non si spiegherebbe la passione che induce a provare e a riprovare lo stesso pezzo centinaia di volte, per mettere a punto sillabe e note. Spesso anche i respiri. E se il gruppo vibra all’unisono, la parola cantata diventa forte, penetra in profondità, accarezza il cuore. Con questo spirito tre cori hanno dato vita al concerto “Note di natale” proposto alla comunità di Ponte dell’olio l’antivigilia dello scorso natale. Si tratta del coro Montenero, formazione storica del paese (ha già compiuto 42 anni!) diretto dal maestro Mario Azzali, e dei cori “S. Giacomo” e “Tre Note Sopra il Cielo” diretti dal maestro Augusto Martini. Ma il cantar Natale ha coinvolto anche la soprano pontolliese Giorgia Gazzola che ha accolto gli spettatori con le note di di “Adeste Fideles”, eseguita dalla s, accompagnata all’organo da Francesco Arbasi. La serata, presentata da Mario Azzali, è iniziata con i brani del coro Montenero, che ha eseguito brani natalizi come “Nenia di Gesù Bambino”, canto tradizionale piemontese, “Alla Grotta”, armonizzato dal friulano Marco Maiero, “L’ultima notte” del maestro veneto Bepi De Marzi, seguiti da altri canti del proprio repertorio come “Sotto Sieris”, sempre di Maiero, “Attesa” del toscano Alessandro Buggiani” e “Amici Miei”, versione italiana di “Amazing Grace”. Dopo gli “esperti” coristi del Montenero, i bambini del Coro Tre Note Sopra il Cielo, diretti da Augusto Martini hanno vivacizzato la platea con la loro allegra spontaneità eseguendo “Sarà Natale Se”, “E' Natale ancora”, “Questa Notte a Betlemme”. Il maestro Martini ha diretto anche il Coro S. Giacomo, formazione tutta femminile che ha eseguito: “Astro del Ciel”, “White Christmas”, “Alleluia lode cosmica”. Infine il Coro Montenero e il Coro S. Giacomo hanno proposto insieme l’intimo “Mentre il silenzio” del maestro Beppe Cantarelli e il maestoso canto in lingua slavena “Mno Gaja Ljeta” (“In eterno”), accompagnata all’organo da Francesco Arbasi. Dopo il saluto di Don Renzo la serata si è conclusa con il gioioso augurio di Buon Natale da parte dei bimbi di Tre Note Sopra il Cielo e con un rinfresco nei locali dell’Anspi. Francesco Boselli Una dedica speciale in una terra lontana U na mensa scolastica per 900 bambini, un pozzo d’acqua e un progetto nel futuro che da speranza a tutti i malati poichè si tratta di un’infermeria. E’ un bilancio positivo che un’associazione di Podenzano ha trovato nel suo viaggio in Mali , in una zona dove intensi sono stati i contatti di questi anni tra il territorio africano e quello piacentino. Proprio lo scopo del viaggio è stato vedere con i propri occhi i lavori terminati di alcune opere finanziate direttamente dai piacentini. E noi ve lo raccontiamo poichè la mensa che da poco accoglie 900 alunni che frequentano le scuole elementari e medie è stata intitolata a Marcello Chiesa; lo si è voluto ricordare anche con una targa affissa all’ingresso, dato anche il suo impegno costante nel mondo dei ragazzi e del volontariato. Sono ormai due anni che ci ha lasciato e l’associazione a conoscenza di questo tragico evento e d’accordo con la famiglia ha pensato a questo piccolo gesto ricco di significato. E’ un’opera importante questa, in un territorio dove anche un piccolo aiuto se fatto nel modo corretto può valere tanto:serve tutto e il lavoro è ancora tanto. Però ci sentiamo di augurare tutto il bene possibile a tutti i volontari che dedicano parte del loro tempo a queste attività e pensano a chi lontanissimo da noi vive in condizioni non immaginabili. Nel frattempo l’associazione Amici di Marcello vuole ringraziare tutti coloro che aiutano nelle varie attività:nuove donazioni sono state fatte alla parrocchia grazie alle feste e alle attività organizzate ,in particolar modo nella manutenzione e nella riparazione di alcuni attrezzi (tagliaerba) che nell’avvicinarsi delle belle stagioni diventano indispensabili. L’associazione inoltre è già al lavoro per le manifestazioni di quest’anno e invita chiunque volesse donare parte del suo tempo a contattare i partecipanti. Samuele Delicata per Marcello Delicata... È la vita che appare fragile in un ricordo È un’emozione vissuta come meteora Che illumina il cielo E scompare con un boato nel mare Delicato.. È il mare che ti accoglie con la sua purezza, il suo blu dei riflessi più chiari e i suoi segreti che scopriremo un giorno con te Delicato.. È il tuo segreto, che ti porti via e tieni custodito come volerlo nascondere dal nostro amarti e dal voler dare spiegazioni ai perchè Delicato.. È il nostro amarti Come foglie custodite in un libro che seccano E lasciano il loro profumo su foglie ingiallite E divorate da uno sfogliare curioso Delicato.. è il libro dei tuoi pensieri che ogni tanto ci tornano alla mente; un ricordo di una notte lontana che fredda e intorpidita ti ha portato via da qua... delicato il tuo essere.. delicato il tuo passo.. delicato il tuo ricordo... 9 Il pozzo di Arianna Q 10 u a l c h e giorno fa ho visto un bel film: “Vai e vivrai”. Racconta la storia di un bimbo etiope che per salvarsi dalle terribili condizioni di vita di un campo profughi viene affidato dalla sua mamma ad un’altra di religione ebraica, che sta per lasciare il campo per rifugiarsi in Israele. La mamma ebrea ha perduto il suo Salomon quella mattina stessa, così decide di offrire una possibilità di vita per quel bimbo che durante il viaggio viene istruito sulla sua nuova identità. Giunti a Gerusalemme gli esuli vengono accolti, accuditi, sfamati: c’è una scena divertente ma estremamente significativa: “Salomon” viene invitato a lavarsi, il suo viso si volge curioso verso l’alto dove sgorga acqua da un tubo che finisce con uno stano aggeggio che la fa scendere dolcemente su di lui come una pioggia lieve, ma poi lo stupore cede il passo allo sgomento. Salomon ritrova la parola, si stende sul fondo perché l’acqua che sgorga si perde sul pavimento ed è necessario fermarla, urla per richiamare l’attenzione degli adulti, l’accompagnatore che comprede la sua lingua lo abbraccia , lo tranquillizza, lo rassicura sulla certezza dell’abbondanza dell’acqua. Molto tempo dopo Salomon riuscirà a condividere una delle molte pene che affiggono il suo giovane cuore. Durante la permanenza nel campo profughi, la mamma gli aveva consegnato gli ultimi tre soldi per recarsi dai miliziani del campo che distribuivano l’acqua , i soldati però intascato il denaro lo avevano allontanato in malo modo e di fronte alle sue rimostranze stavano per picchiarlo a quel punto era nata una zuffa e alla fine suo fratello era morto, ucciso dai soldati che avevano il vizio di imporre l’ordine con l’utilizzo scellerato delle armi. L’acqua quindi come bene essenziale alla vita della tormentata Africa. Mi è venuta in mente questa storia struggente quando ho visto i tanti disperati giunti a Lampedusa e le immagini trasmesse dai media sulla rivolta che infiamma molti popoli africani assetati di giustizia Ritengo sia pensiero di tanti uomini di buona volontà che sia giunto il tempo nel quale i “Paesi sviluppati” provassero davvero a dare corso ai molti progetti che per troppi anni sono rimasti nei cassetti delle organizzazioni affinché il continente africano riesca a sfruttare le sue molte risorse a favore del proprio popolo e non del dittatore di turno. In quest’ottica ho accolto con immensa gioia una bella notizia: il 19 gennaio, nella sede piacentina di Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo, una ong fondata da Don Vittorio Pastori (l’indimenticabile Vittorione) e dall’allora vescovo di Piacenza S.E. Enrico Manfredini, Don Maurizio Noberini, il direttore dott. Carlo Ruspantini e l’ing. Marchetti, responsabile del progetto , hanno comunicato alla stampa che grazie alla donazione di Tiziana e Nando Fogliazza dal 2010 il villaggio di Remenze,che si trova nelle regione del Western Equatorian in Sud Sudan a 40 km dalle foreste del Congo, ha ricevuto il dono dell’acqua potabile. A quindici anni dalla scomparsa della loro piccola Arianna i genitori, presenti alla conferenza stampa, hanno voluto ricordarla con un gesto di feconda gratuità a favore di chi non ha nulla.Il pozzo che ha una profondità di circa 90,5 m e una portata di 1037 litri/ora risponde alle esigenze del villaggio composto da circa 9OO abitanti .E’ bello pensare che grazie ad Arianna i circa 200 bimbi che frequentano la scuola del villaggio non dovranno pià percorrere lunghi tragitti esposti al pericolo dei ribelli che insanguinano la zona ma potranno abbeverarsi al “suo” pozzo dove sgorga acqua pura al riparo dal rischio delle molte infezioni che spesso affligono i bimbi dell’assetata terra africana Don Noberini ha posto l’attenzione sul dolore immenso di Tiziana e Nando, un dolore non arido ma fecondo: un seme di vita. Premiazione dei presepi a Vigolzone S erata in famiglia quella del 22 gennaio per i parrocchiani di Vigolzone che si sono dati appuntamento nel salone parrocchiale per assistere alla premiazione dei vincitori della rassegna dei presepi 2010/2011. Alla presenza del parroco, don Cesare Lugani, presidente della commissione giudicante, del vicesindaco Carlo Bernazzani e dei componenti la giuria Anna Rebecchi, docente di storia dell’arte nella scuola del paese, di Oreste Grana, fotografo e di Luigi Paganini, rappresentante delle associazioni, sono stati resi noti i nomi degli occupanti del podio che alla fine sono risultati essere ben sei, in quanto la giuria ha assegnato ben tre premi ad ex aequo. Al terzo posto si sono classificati il piccolo Lorenzo Labati che ha dato un’interpretazione sua del presepe inserendovi anche un grande castello, a pari merito con tre fratelli: Alessandro, Mauro e Fabio Burgazzi che hanno realizzato il loro presepe nella legnaia utilizzando quindi come materiale prevalente il legno e tanta edera a decorare ed a creare un bel gioco di luci e ombre. Secondo posto per una piccolissima Camilla Rossi che ha realizzato la Natività con il pongo colorato: figure semplici, ma di grande impatto visivo; Camilla ha condiviso il posto d’onore con Alessandro Groppi di otto anni, che ha sviluppato il proprio bellissimo presepe sfruttando l’altezza dell’ambiente, fino ad arrivare ad un metro: originale, plastico e di grandissimo effetto. Sul gradino più alto son saliti Stefania Piva, Lucia Burgazzi e Fabio Speroni che hanno realizzato con tecnica mista, scultura e pittura, un bel presepe negli ambienti della scuola Media. Accanto a loro i fratelli Martina e Davide Croci che hanno presentato un presepe tradizionale, particolarmente curato nei particolari. Un premio speciale è poi andato alla scuola materna Orfani di Guerra dove le maestre ed i piccoli allievi hanno realizzato un “presepe stellare” caratterizzato da un cielo illuminato da tantissime stelline! Non è ovviamente mancato un premio di consolazione per tutti gli altri partecipanti alla rassegna consistente in un ricchissimo sacchetto di dolciumi. Tanti applausi per tutti e un momento di condivisione per la comunità che si è rinnovata gli auguri per un sereno 2011. Sabrina mazzocchi Vigolzone: la Caritas per le adozioni a distanza I n occasione della festa della vita, la Caritas parrocchiale di Vigolzone, capitanata dall’infaticabile Giovanna, ha organizzato la consueta vendita delle torte volta a finalizzare l’opera delle adozioni a distanza che la parrocchia sostiene da diversi anni. Con il ricavato è possibile aiutare due ragazzi eritrei a vivere meglio e ad istruirsi in modo da aiutare le generazioni future. L’esperienza delle adozioni a distanza che la parrocchia gestisce con l’assistenza delle suore della congregazione di Gesù Buon Pastore di Piacenza ha portato anche diversi privati ad intraprendere questa strada e, ad oggi, sono almeno una decina i ragazzi eritrei che hanno trovato una seconda famiglia nella nostra comunità. 11 Natale a Villò C ome ormai da anni, nel periodo natalizio, la parrocchia di Villò mette in scena la consueta “Recita di Natale”; con l’aggiunta di nuovi aspiranti attori e con la stessa,se non più alta, dose di buona volontà da parte di tutti questo annuale appuntamento è un ottimo momento per divertirsi, per cimentarsi in esperienze nuove, riscoprire il vero significato del Natale e,perché no, approfondire argomenti che possono riguardare la vita di tutti i giorni. La recita di Natale non è solo una bella tradizione, ma è la giusta occasione per cogliere messaggi di vita fondamentali. Quest’anno il tema dello spettacolo era il “DONARE”; scopo della recita,oltre al dilettare, era quello di far capire ai più piccoli e ricordare ai più grandi l’importanza del donare. Gesto (il donare) che ormai è cambiato,perché al giorno d’oggi doniamo quasi solo esclusivamente per ricevere a nostra volta. Fondamentale risulta quindi affrontare un tema simile anche nel contesto “recita natalizia”; tema non estraneo alla parrocchia, grazie ai nostri amici del Kamenge, che abbiamo imparato ad aiutare e grazie 12 ad Alexandra, che non ha rifiutato l’aiuto di amici nel momento del bisogno. Per questi motivi è stato scelto un tema natalizio “diverso”(ma non per questo meno importante)per la recita di Natale 2010. In modo che bambini e non solo abbiano la possibilità di capire quanto il donare(soprattutto il donare gratuito e sincero) sia un pezzo importante della vita di una persona; auguro a me stessa e agli altri di avere sempre la voglia di cogliere l’occasione per meditare sul “gesto del dono”(dono piccolo o grande,concreto o immateriale non è importante) affinchè questo gesto non si riduca ad essere un optional delle Domeniche parrocchiali e delle recite natalizie, ma diventi un vero e proprio appuntamento quotidiano e uno stile di vita. Beatrice 13 14 15 Recita di Natale alla Materna di Pontedell’Olio "Il Colore del sole/www.stefanomaggi.com" L 16 a recita di Natale è una festa speciale, uno dei momenti scolastici fondamentali perché consente ai nostri piccoli di consolidare tutte le competenze che hanno conquistato con il loro lavoro nella prima parte dell’anno scolastico. La preparazione dello spettacolo richiede tempo e molto impegno da parte di tutti, soprattutto dei bambini che si trovano a dovere affrontare un periodo denso di impegni. Per iniziare abbiamo coinvolto i piccoli creando un gioioso clima natalizio, che si rispecchia nelle attività di tutti i giorni. Siamo partite dalla spiegazione dei simboli relativi a questo periodo; abbiamo parlato della nascita di Gesù, delle differenze tra il suo ambiente e il nostro e della “magia” dell’attesa e della nascita. L’apice del percorso natalizio è stato domenica 19 dicembre, che ha portato alla realizzazione di una giornata davvero speciale condivisa con le famiglie, ovvero la giornata della recita. Durante la mattinata ci siamo trovati nella chiesa di San Giacomo per assistere alla Santa Messa, celebrata da don Renzo, durante il momento dell’offertorio i bimbi hanno posato ai piedi dell’altare piccoli pacchi contenenti generi alimentari da donare a persone meno fortunate di noi. Nel primo pomeriggio ci siamo ritrovati alla Scuola Materna per la rappresentazione natalizia. Per questo evento i bambini hanno memorizzato canti, balletti e poesie da esibire ai famigliari presenti in sala. Il nostro prezioso speaker Antonio Pennini ha presentato le varie esibizioni; si esordisce con i canti e drammatizzazioni dedicati alla natività, in cui si è potuto riscontrare l’impegno di ogni bimbo che sia esso stato solista o meno. Durante il primo canto dal titolo “Anche quest’anno è già Natale”i nostri piccoli sono stati accompagnati dal coro diretto da Barbara Pilla. A questo punto si prosegue con i balletti: i “ Delfini” ( bambini di 4 e 5 anni) sono i primi a rompere il ghiaccio con “Aggiungi un posto a tavola”. La preparazione della scena con il tavolo apparecchiato e le 2 cuoche al lavoro, ci conduce subito al centro dell’azione. Ogni bimbo è elegantemente vestito con l’aggiunta di una bavaglia rosa o azzurra che porta scritto il nome del balletto e quello del bambino. La simpatica rappresentazione prosegue con la sezione delle “Campanelle” ( anni 4 e 5) che con entusiasmo si esibisce al suono di “ I don’t speak americano”. Subito vediamo comparire musicisti di sax sullo sfondo e coppiette danzerine in primo piano. Tutti i piccoli si divertono visibilmente, stemperando così l’emozione di trovarsi su di un palco con tante persone ad osservarli. Dopo un breve momento di attesa, in cui gli spettatori hanno potuto ascoltare l’interpretazione alla tromba di brani della Disney suonati da Mauro Pilla, la classe delle “Tartarughe” (anni 4) è pronta sul palco. Si inizia al buio, ogni bambino depone al centro della scena una piccola luce rossa che funge da brace di un falò. All’accensione delle luci si possono notare i maschietti abbigliati da diavoli e le femminucce da angeli. Parte la musica “ Notte di mezza estate” e come per magia scompare dai volti dei piccoli l’agi- tazione che persisteva fino a poco prima. La sezione dei grandi “Pinguini” (anni 5) presenta un balletto magistralmente eseguito: “Disco bambina” che inizia con l’ingresso in scena di 2 bambini che portano un disco in vinile posizionandolo su un datato giradischi e via con la musica. Ognuno alla sua postazione si dimostra entusiasta di ballare e ligio al suo compito, di muoversi correttamente sul palco. Si termina con la recitazione della poesia di Natale. Fortunatamente gli applausi non sono mancati ed i bambini orgogliosi hanno terminato con un grande sorriso. La giornata è stata molto impegnativa ma colma di emozioni, dalla mia postazione sul palco, scrutando in sala mi è parso di scorgere sui volti dei genitori sentimenti di gioia, orgoglio e…. anche qualche lacrima. Tiziana Milza 17 Vigolzone, notizie D omenica 12 Dicembre si è svolta in Chiesa una celebrazione durante la quale i nostri piccoli hanno portato all’altare il Gesù bambino dei loro presepi da far benedire. Vogliamo in questo modo dare rilevanza e significato a questo grande ed importante evento che è la nascita di Gesù, che per i bambini è il suo compleanno, e non solo, anche per iniziare a creare quell’atmosfera magica che riscalda i cuori di ognuno di noi specialmente in questo periodo dell’anno. I nostri bambini sono stati proprio bravi durante il 2010 perché Santa Lucia il giorno successivo,13 Dicembre ci ha fatto visita portando con sé un regalo 18 per ciascun e due bellissimi castelli per la scuola!! I nostri piccoli non volevano però lasciarla andare senza un giusto ringraziamento ed allora i più grandi hanno recitato per lei una bella poesia ricevendo gli applausi dalla cara Santa. Anche quest’anno ringraziamo Elisa che ha “prestato il suo passaporto” a santa Lucia, al circolo ANSPI “La Baita” ed alla ditta Morosoli che hanno fornito alla Santa un carretto ricchissimo di giochi e dolciumi!!!! Tempo una settimana e il 19 Dicembre, ecco ancora i nostri piccini impegnati nella festa degli auguri natalizi, consueto appuntamento durante il quale, dopo una lunga preparazione, i bambini porgono gli auguri ai loro cari, genitori, nonni zii, fratelli etc. Nel corso di questo spettacolo i nostri “veterani”, futuri remigini della primaria, hanno rappresentato la natività, inoltre, assieme alla classe di mezzo, hanno dato vita ai folletti che vivono nel boschetto del castello di Roccagelata in cui risiede la fata smemorata. La cerimonia è poi terminata con due bei canti e gli auguri da parte pei più piccini. Durante questa festa c’è stato un commosso dalla Scuola dell’Infanzia saluto alla maestra Ilenia che per tanto tempo ha aiutato maestre e bambini: per tutto ciò che ha fatto per tutti noi il nostro più sentito grazie, ma dopo la commozione ecco la gioia di un ritorno, infatti è venuta a trovarci la maestra Corinne, che da Gennaio è ancora con noi. Terminate le vacanze natalizie sono iniziati i preparativi per i festeggiamenti della “Festa della Vita” che si tiene la prima Domenica di Febbraio, ma che per quest’anno si è tenuta Domenica 13 Febbraio, la funzione è stata allietata da canti dei bambini, dalle preghiere dei fedeli da loro recitate e da tanti altri gesti che hanno reso ancor più speciale quest’ appuntamento. Infine, ma non per ultimo non scordiamo alcuni momenti importanti come ad esempio il 3 Febbraio il ricordo a scuola di S. Biagio con la benedizione della gola impartitaci da Don Cesare. Numerosi ed imminenti sono i prossimi appuntamenti, primo fra tutti il Carnevale e mi raccomando i nostri bambini sono pronti a sorprendervi sempre più, quindi…. vi aspettiamo a Vigolzone Domenica 6 Marzo in Piazza Serena. Aspettate e vedrete!!!! 19 Anspi Pontedell’Olio: 2011 un inizio che fa ben sperare L ’anno nuovo ha portato per il Circolo Anspi di Pontedell’Olio una lieta sorpresa: la Polisportiva pontolliese in segno di apprezzamento per l’iniziativa dell’apertura del Circolo a favore dei ragazzi ha donato alla struttura un calciobalilla nuovo di zecca. Il gioco, che probabilmente ha allietato i pomeriggi degli attuali dirigenti quando erano piccoli, è stato visto come un segno di continuità e di piacevole svago da offrire ai giovani che si spera vengano numerosi a collaudarlo nei prossimi mesi. Un doveroso grazie quindi alla Polisportiva per il gesto che ha dato subito un’iniezione di ottimismo ai volontari del Circolo che, lo ricordiamo, ha riaperto ad ottobre quale parte integrante dell’Oratorio della Parrocchia San Giacomo. L’Anspi può contare oggi su una ventina di volontari tra catechisti, genitori e persone che già facevano parte del Circolo negli scorsi anni. Oltre all’apertura il venerdì pomeriggio soprattutto legata alla possibilità di avere uno spazio di gioco e di fraternità per i bambini e ragazzi terminato il catechismo sono state avviate alcune iniziative la domenica pomeriggio: la tombola, apprezzata anche da adulti e anziani che speriamo di avere sempre più numerosi e protagonisti nei prossimi mesi, i burattini e giochi oltre alle merende per i ragazzi e giovani che usufruiscono delle attrezzature della Parrocchia. Il programma per i prossimi mesi presenta: un corso di cucina per imparare ad usare la cucina a vantaggio dei gruppi parrocchiali e più in generale per le iniziative di aggregazione rivolte a tutte le fasce di età. Si sta inoltre costituendo un gruppo per le pulizie dei locali sulla base degli standard necessari per un luogo aperto a cosi tante persone. E’ stato anche predisposto un sito internet che potete trovare all’indirizzo www.anspipontedellolio.it. La tombolata al Circolo 20 Da Giorgio Cravedi un’ambulanza in dono U Foto Renato Zanelli Ricordiamo che l’ingresso al Circolo é possibile con la tessera Anspi che si può sottoscrivere nei momenti di apertura. Nelle prossime settimane si svolgeranno le elezioni del nuovo Direttivo che più che “dirigere” dovrà mettersi “al servizio” dell’iniziativa che speriamo nei prossimi anni possa garantire momenti di accoglienza dei giovani, dei ragazzi, delle famiglie, degli adulti, degli anziani. Chi fosse interessato a collaborare alle attività può rivolgersi direttamente al Circolo durante tutti i venerdì nei quali vi è il catechismo. Elena Fogliazza na Fiat Ducato 4x4, con il migliore e più innovativo allestimento Aricar, dotata di ogni comfort e tecnologia esistenti, è la nostra nuova Valnure 20. L?ambulanza entrata a far parte del nostro parco macchine a sostituire la nostra ormai obsoleta Valnure 7 è l’importante dono di cui il Sig. Giorgio Cravedi ha voluto pregiarci entrando di diritto a far parte della storia della nostra Associazione, scrivendo una delle pagine più belle. In 28 anni di attività, infatti, mai avevamo ricevuto una donazione tanto importante e risolutiva che, inoltre, è arrivata in un momento in cui, dati gli sforzi economici profusi per l’ampliamento della sede in corso, non ci saremmo potuti permettere. Ma la cosa veramente encomiabile è che il Sig. Cravedi ha compiuto questo gesto con semplicità, discrezione e determinazione, da Marzo 2010, infatti,subito dopo aver comunicato le sue intenzioni al nostro Presidente, informandosi sulle nostre reali necessità, ha egli stesso preso contatti anche con la ditta allestitrice per assicurarsi che avessimo solo il meglio e chiedendo come unica condizione, il silenzio fino a quando l’ambulanza ci fosse stata recapitata. Il 15 gennaio scorso, giorno dell’inaugurazione ufficiale del mezzo, abbiamo avuto finalmente l’onore di averLo tra noi. In quell’occasione, dopo la benedizione del parroco don Renzo Corbelletta in presenza del sindaco Roberto Spinola e del luogotenente della stazione dei carabinieri Vito Sechi, il sig. Cravedi, ha finalmento detto le sue prime parole pubbliche spiegan- doci come il suo dono, sia stato frutto di una scelta d’amore. D’amore per il suo paese d’origine in cui riposano oggi i suoi genitori e in cui rimane l’impronta del padre che contribuì alla realizzazione del monumento ai Caduti. Ma anche amore per l’amata moglie Giulia, scomparsa nel 2009, cui l’ambulanza è stata dedicata. Dopo le sua parole, dette ancora una volta con umiltà e discrezione, ma anche con trasporto e sentimento, noi tanti Volontari che ci eravamo riuniti per dimostrare la nostra infinita riconoscenza, non abbiamo potuto fare altro che dedicargli un lungo applauso commosso e partecipe e omaggiarLo di una targa a ricordo dell’evento. Ora, a noi che siamo stati scelti, e che ancora siamo increduli ed emozionati, non resta che lavorare al meglio per dimostrare di essere meritevoli di un gesto tanto importante, sperando, come ha detto anche il Sig. Cravedi, che anche la Signora Giulia, da lassù, possa apprezzare. 21 Un “Ponte” Breve cronistoria degli avvenimenti letti su “Il Ponte” “E se l’avvenire dell’albero e il suo progresso verso l’alto sono sopra la terra, le radici sono sotto la terra. E ciò significa che l’avvenire è alimentato dal passato. Guai a coloro che non coltivano il ricordo del passato. È gente che semina non sulla terra ma sul cemento.” Giovannino Guareschi Quando ci siamo incontrati a fine anno per provare a delineare alcune iniziative da sviluppare in occasione del 40°anno di fondazione de “Il Ponte”, senza nemmeno sapere bene il perché, ho sentito da subito forte il desiderio di visionare tutti i numeri passati, sapientemente raccolti con lungimiranza da chi, prima di noi, ha fatto parte della redazione; sono infatti profondamente convinta che, nel dubbio, ritornare sui propri passi sia da sempre un buon modo per cominciare. Ed è così che, insieme a Claudia, mi sono diretta nel polveroso solaio parrocchiale per recuperare temporaneamente tutti i vecchi numeri; vederli lassù, rigorosamente impilati e ordinati per anno dal 1971 ad oggi, non lascia indifferenti: si ha innanzi tutto una ben chiara percezione della cura e dell’amorevole attenzione di chi ci ha preceduto e poi per chi, come me, nel 1971 ancora non c’era e dunque si ricorda solo i numeri relativamente recenti, sfogliare le pagine più datate diventa davvero una piacevole avventura, un viaggio alla scoperta del passato. Ho quindi cominciato con entusiasmo, insieme agli altri collaboratori, a visionare i vari numeri e una sera a casa, durante le festività natalizie, per caso, in famiglia il discorso si sposta sul giornalino: «Davvero hai tutti i numeri? Potremmo vederli?» è stato l’inizio di un lungo cammino a ritroso nel tempo, attraverso gli occhi della nonna e degli zii ho conosciuto vecchi compagni di scuola, i severissimi maestri delle elementari dei tempi che furono, l’autorevole Don Tinelli, ci sono state ampie discussioni partite magari dalle poche righe riguardanti un piccolo-grande avvenimento che aveva segnato le nostre comunità: «Me l’ero dimenticato!è vero all’epoca fu molto importante» e poi “Ma vèda, l’è uguäl a so mär”, “Custi l’era amis ad to pär; al purtäva seimpar i braghein a la zuäva e al gniva a Fingnan in mutuciclëtta”, “Cla dona lé l’era bräva a botta e la stäva limò, la lavuräva da Bolis” e ancora “Ma chimò gh’è tütta la familia!”, “Al sät mia? I eran chil dal Picinass” e infine “Mama, custché al ricordat? - Parbaccu, sì, l’è Radamès: al fäva al bianchein, ma l’era anca sunadur”. È stato allora che ho capito, il nostro “Ponte” è come un immenso album di famiglia: la comunità; ognuno di noi sfogliandolo troverà tracce di sé, della sua famiglia o degli amici attraverso una foto, un trafiletto o un articolo che tocca direttamente o indirettamente la propria vita, il Ponte ci unisce ed è testimone della nostra vita comunitaria. A partire da questo numero abbiamo quindi pensato di accompagnarvi in un viaggio, riproponendo, a partire dal 1971, alcune notizie che, sfogliando i vecchi numeri de Il Ponte hanno colpito la nostra attenzione. A tutti buona lettura! Chiara 22 1971 – Poche settimane dopo l’arrivo del nuovo parroco, don Dante Concari, il Ponte inizia le sue pubblicazioni; don Gianni Cobianchi va missionario in Brasile ma, attraverso il giornale, continua ad essere vicino alla nostra comunità. Il 31 marzo, durante una celebrazione liturgica, un crollo al cimitero coinvolge oltre 40 persone, soprattutto donne anziane: una di esse morirà, alcuni mesi dopo, per i postumi delle ferite. La SECMU di Carlo Conti festeggia la produzione della fresalasatrice n.2000 e la Pontolliese vince il campionato. In autunno arriva in parrocchia don Angelo Sesenna, quale collaboratore di don Dante. Nel corso dell’anno vengono eseguiti numerosi lavori di manutenzione urgente e straordinaria sugli edifici parrocchiali. 1972: Attraverso il primo numero dell’anno la Parrocchia di Ponte lancia l’iniziativa “Quaresima con Don Gianni” predisponendo una serie d’iniziative per raccogliere ed inviare fondi alla missione di Paragominas, ai margini dell’Amazzonia. I molti progetti avviati con la Quaresima Missionaria, animata dallo slogan “Se vuoi la pace lavora per la giustizia” permettono di raccogliere £ 1.500.000 di offerte, di cui £100.000 provengono dagli sforzi dei soli giovani che, riversandosi nelle vie del paese, nei giorni del triduo Pasquale arrivano a lungo 40 anni raccogliere ben 91 quintali di carta e cartoni. Nel frattempo “la CASA di Dio in mezzo alle case degli uomini, viene restaurata in modo che sia anche casa della preghiera, secondo la riforma liturgica voluta da Papa Giovanni XXIII” per cui il fonte Battesimale che si trovava alla porta della Chiesa viene portata in primo piano nella navata sinistra mentre al marmista scultore Prof. Perotti viene affidato il compito di rifare l’Altare Maggiore a forma di mensa usando i marmi dell’altare precedente. In agosto giunge alla parrocchia la lettera del Vescovo di Piacenza, Mons. Manfredini, “il problema dell’individuazione delle vocazioni per il sacerdozio ministeriale presenta gravi difficoltà: rischiamo di dover chiudere il Seminario”, la crisi vocazionale, argomento quanto mai attuale ha radici lontane nel tempo. Successivamente il nostro giornalino testimonia il primo campeggio estivo destinato ai ragazzi che viene organizzato dalla Scuola Media Statale di Ponte del’Olio in collaborazione con la parrocchia. 35 ragazzi trascorrono quindici giorni insieme ai loro insegnanti facendo positive esperienze di vita comunitaria in un “ridente paesello della Val d’Aveto”: è l’inizio dell’esperienza di Castagnola. A settembre, dopo che un frammento di mattone cadeva sulla SIMCA del sig. Andrea Molinari, illeso, il parroco in un accorato appello alla generosità dei pontolliesi annuncia l’avvio dei lavori di restauro del campanile. 1973: a seguito della richiesta fatta a nome del Consiglio Pastorale Parrocchiale, in aprile giunge a Don Dante il permesso di Mons. Manfredini per celebrare la messa festiva al sabato sera. In armonia con analoghe esperienze nelle parrocchie limitrofe anche a Ponte, a partire da sabato 28 aprile, verrà celebrata alle ore 20.30 in San Roco la Messa Festiva. Entro il 10 ottobre dello stesso anno viene chiesto ai parroci che hanno ricevuto il permesso di inviare una relazione scritta alla Segreteria del Consiglio Pastorale Diocesano contenente una esauriente valutazione dell’esito pastorale dell’esperimento. “Domenica 29 luglio, festa di San Giacomo Maggiore la nostra chiesa parrocchiale appariva nel suo aspetto esterno, tutta in ordine «come una sposa adorna per il suo sposo»” dopo quattro mesi è finito il restauro del campanile e della facciata della Chiesa diretti dal prof. Paolo Perotti,il quale si occupa direttamente della “statua del Santo patrono che domina la facciata per benedire e proteggere il nostro paese”. “Certamente la nostra fede cristiana non si commisura a una bella chisa, però anche questo serve a noi e ai fratelli: «Ho amato il decoro della tua Casa o Signore» è scritto nella Bibbia” e viene riportato al centro della cornice che domina la navata centrale della Chiesa. Il 7 agosto arriva dal Vescovo la nomina, in qualità di coadiutore, di Don Piero Zanrei in sostituzione di Don Angelo Sesenna. “Noi gli vorremo bene – scrive Don Dante – saremo una sola famiglia, la famiglia di Dio in cammino verso la Casa del Padre”. “Non prometto molto – scrive Don Piero nel suo primo articolo su Il Ponte – prometto solo la mia incondizionata disponiilità e una gioia e una serenità non comuni per tutti coloro che arriveranno a capire la «dolcezza dell’Amore» (Non perché lo prometto io, ma perché lo ha promesso Lui!)”. 1974: Viene avviato il processo per il crollo del cimitero di Pontedell'Olio, avvenuto nel 1971 nel tentativo di stabilirne i responsabili. Il Vescovo Manfredini si reca in Brasile per una visita ed un saluto a Don Gianni, missionario in Brasile da qualche anno. Viene consegnato il “Bisturi d'Oro” al Dottor Miti come riconoscenza del suo operato. 1975: Nei primi mesi del 1975 muore il Dottor Miti, che verrà ricordato da tutti come un uomo di grande umiltà, che esercitava con passione la sua professione. Nel corso di quest'anno sono eseguiti alcuni lavori di restauro nella chiesa di San Giacomo Maggiore che riguardano il Crocifisso posto nell'abside, la Cappella con il Fonte Battesimale e quella del Santissimo Sacramento. La Banda Giubbe Rosse partecipa all'adunata nazionale che si è svolta a Firenze. Gli anni 1976-77 sono gli anni più burrascosi e movimentati a livello nazionale, che hanno portato conseguenze anche a livello del nostro paese. I grandi temi affrontati sono di tipo politico come le elezioni nazionali del 1976 svoltesi anche a Ponte, il tema della libertà, e anche dell’aborto e il femminismo. Il 1976 è stato anche l’anno di una tragedia verificatasi in Friuli e molti dei nostri compaesani hanno portato il proprio aiuto . Ma il 1976 è anche l’anno in cui ha inizio la collaborazione tra i due paesi che in comune hanno il ponte: Vigolzone. I primi articoli nel 1977 ci sono già nel nuovo numero e ancora ci sono temi nazionali come gli assegni familiari, la violenza giovanile ma anche a livello locale un evento quale l’occupazione della SECMU a causa della cassa integrazione e la celebrazione di una messa in azienda. 23 Gli Alpini pontolliesi a Riva Sabato 8 gennaio le Penne Nere pontolliesi hanno fatto visita alla Casa di Riposo Balderacchi di Riva cercando di portare qualche momento di allegria agli ospiti con le fisarmoniche di Luigi Garolfi e Giancarlo Zanassi. Un grazie particolare va a tutto il personale che giornalmente si prodiga per gli anziani ivi ricoverato, a don Renzo Corbelletta, al presidente Gazzola e all’amministratrice Enrica Malvicini. A nome dell’Amministrazione Comunale era presente Enrico Veluti, valido intrattenitore e cantante. 24 A Riva, i bambini hanno allestito il presepio vivente la notte di Natale. Momenti felici ai nostri sposi Anna Vicentini e Matteo Negri unitisi in matrimonio ad Albarola il 12 settembre 2010. ai nostri bimbi Anna Boselli ha affrontato sorridente il suo primo Natale! 25 Associazioni vigolzonesi al Balderacchi “Cartoline dai lettori” C ome ormai da tradizione, anche quest’anno le associazioni vigolzonesi degli Alpini, dell’AVIS e della Caritas hanno fatto visita durante le feste natalizie agli amici della Casa di riposo Balderacchi, offrendo, in momenti diversi, pomeriggi di allegria fatti di fisarmoniche, canti, balli e merende per gli ospiti. Il motivo è quello di riempire i lunghi pomeriggi dei degenti, ma è anche e soprattutto l’occasione per incontrare i tanti compaesani ricoverati a Riva, per scambiare qualche chiacchiera, per raccogliere tenere confidenze, per mantenere sempre saldo il rapporto con gli anziani del paese. Le varie associazioni non limitano le loro presenze a Natale, ma anche in diversi altri periodi dell’anno dedicando parte del loro tempo agli amici più anziani che hanno scritto diverse pagine della storia di Vigolzone. I mpegno umanitario per il Gruppo Alpini di Vigolzone che nel mese di novembre 2010 ha aderito alla “giornata della colletta alimentare”. Il Gruppo di Vigolzone è stato infatti impegnato nell’allestimento, presso un grande supermercato di Piacenza, di uno dei tanti punti di raccolta, ed in collaborazione con altri cittadini e studenti ha raccolto nove bancali di alimenti a lunga conservazione, grazie anche alla generosità dei clienti del supermercato stesso che hanno deciso di fare la spesa non solo per se ma anche per chi, trovandosi in difficoltà, fa fatica a procurarsi il necessario per vivere. Questi nove bancali sono stati dislocati assieme a tutti gli altri in un centro di raccolta per il successivo smistamento alle varie associazioni, quali Caritas e Mensa dei Poveri. Saluti da Alassio! Il gruppo dei “giovanotti” vigolzonesi, con gli assessori Silvia Milza, Elisa Bolzoni e l’accompagnatrice Giovanna Merli, hanno inviato questa soleggiata cartolina dalla spiaggia ligure dove hanno trascorso un periodo di vacanza. IL CAPO GRUPPO Gaetano Morosoli 26 Il gruppo dei partecipanti al pellegrinaggio da Vigolzone alla Chiesa di Grazzano Visconti in occasione della festa della BV di Lourdes dove don Cesare ha celebrato il rosario e la santa messa. 27 “Soccorritori Sicresce” Q uando si parla di primo soccorso ci si riferisce ad una serie di manovre, azioni e interventi che qualunque cittadino può mettere in atto qualora si trovi occasionalmente in presenza di un soggetto colpito da malore o vittima di un incidente, per consentire l'azione efficace dei soccorritori professionisti. Per questo motivo la conoscenza delle procedure di primo soccorso o dei comportamenti a rischio per la salute sono un patrimonio indispensabile che ognuno di noi dovrebbe far proprio. Siamo cinque soccorritori volontari della Pubblica Assistenza Valnure, che opera da 27 anni come associazione Onlus nel campo sanitario. Diversi sono i progetti in cui la nostra associazione è impegnata, ma indubbiamente il più costruttivo è stato quello che stiamo per raccontarvi. Il nostro percorso è iniziato presso le scuole secondarie di primo grado dove abbiamo organizzato lezioni di primo soccorso. Dal forte interesse dimostrato dai ragazzi è nato a titolo gratuito il progetto “Soccorritori Sicresce” che, destinato ai ragazzi che avevano manifestato particolare interesse e volontà di approfondire determinati argomenti, si proponeva di insegnare loro le tecniche di primo soccorso in modo più approfondito. 28 Abbiamo sviluppato presso la sede della Pubblica Assistenza Valnure il programma per un corso dedicato a un gruppo di ragazzi, strutturato in 10 incontri settimanali pomeridiani avvalendoci anche della preziosa collaborazione del gruppo cinofilo volontario di protezione civile “I Lupi” di Piacenza e di un truccatore volontario di Croce Rossa. Il progetto “Soccorritori Sicresce” strutturato su un incontro pomeridiano alla settimana tra le 14,30 e le 16,30 è iniziato il 24 Settembre ed è terminato il 19 Novembre 2010. Consci del fatto che la capacità di attenzione nei ragazzi è minore rispetto a quella degli adulti durante il corso abbiamo fatto ricorso a proiezione di filmati, simulazioni e prove pratiche. Obiettivi specifici del corso sono stati: - Conoscere l’associazione P.A.V - Modalità di attivazione del sistema di allarme sanitario 118 e la sicurezza sul luogo dell’evento - Il concetto di “catena della sopravvivenza” - La sequenza di valutazione ABCe le prime manovre di soccorso - La rianimazione cardiopolmonare - Principali patologie traumatiche e non traumatiche Una lezione si è svolta sul campo di addestramento dell’unità cinofila, dove siamo stati spettatori di un’ esibizione di condotta, di una dimostrazione di addestramento e di una ricerca dispersi; inutile dire che l’esperienza ha entusiasmato i ragazzi in modo particolare. Abbiamo simulato casi concreti ricorrendo ad un truccatore, ma assicurandoci preventivamente presso i genitori che la vista del sangue (sebbene finto) non desse fastidio ai ragazzi. Durante gli interventi di primo soccorso alternativamente i ragazzi fungevano da soccorritori e da “cavie” appositamente truccate per simulare fratture, emorragie ed ustioni. Abbiamo dato molta importanza alla rianimazione cardiopolmonare, facendo esercitare i ragazzi con l’ausilio di manichini ed insistendo sul fatto di non provare mai le stesse manovre fra di loro per gioco…Meglio essere scrupolosi…!! Si tratta di manovre altamente invasive!! Un’altra cosa da sottolineare è che i ragazzi a livello di manualità, forse perché non hanno preconcetti hanno applicato le nozioni impartite “alla lettera” come gli venivano insegnate, senza reinterpretarle; il risultato, credeteci, è stato sorprendente! Quando al termine del corso abbiamo chiesto loro di fare una valutazione, ci siamo sentiti orgogliosi della loro soddisfazione “perché se un ragazzino non è soddisfatto stai certo che te lo dice!”. Kekeba ha scritto “…quello che mi è piaciuto di più in questo corso è stato innanzitutto il nostro gruppoe poi l’insegnamento e anche il divertimento uniti insieme per imparare le basi per soccorrere…” Con questo articolo speriamo di aver contribuito a sensibilizzare la popolazione sull’importanza di insegnare ai ragazzi le basi del Primo Soccorso, nozioni indispensabili per il loro futuro. Il progetto “Soccorritori Sicresce” ha riscosso successo e consensi positivi, per questo intendiamo proseguire su questa strada e riproporre un nuovo corso di quest’anno. Con le foto scattante durante le esercitazioni sarà redatto un manuale :“Il Mio Primo Libro di Soccorso” che sarà disponibile per l’acquisto al pubblico dal 15 Febbraio 2011 sul sito internet www.ilmiolibro.it all’utente “pubblicavalnure”. Ringraziamo ragazzi che hanno partecipato all’iniziativa: Moyra Paraboschi, Salvatore Passalacqua, Nicole Paganini, Gloria Lieo, Elia Calamari, Camilla Taffurelli, Kekeba Kone, Alin Paraschn e Lucia Maggipinto. Hanno partecipato al progetto: Infermiere Soccorritore: Massimiliano Gervasi. Volontari Soccorritori: Filli Cinzia, Rinaldo Casaliggi, Paola Fava. Volontaria del Soccorso e truccatrice: Michela Dotti. Gruppo Cinofilo Volontari Protezione Civile “ I Lupi di Piacenza”. Ilaria Carini - Massimiliano Gervasi 29 Vigolzone: un grande messaggio di solidarietà dagli Alpini S abato 5 febbraio è stata una giornata densa di significato per gli alpini di Vigolzone. Nel giorno che ha preceduto il raduno regionale per il ricordo della battaglia di Nikolajewka il gruppo alpini di Vigolzone ha intitolato la propria sede al beato don Carlo Gnocchi. Davanti ad una folta presenza di autorità, alpini e cittadini, gli oratori hanno ricordato i tragici episodi del gennaio del 1943, quando i soldati italiani impegnati nella campagna di Russia riuscirono a forzare il blocco dell'armata rossa ed a proseguire la ritirata ed il ripiegamento ormai inevitabile. 30 Il capogruppo degli alpini di Vigolzone Gaetano Morosoli ha ricordato i 15 concittadini che perirono durante questi tragici fatti, ma anche l'impegno profuso negli anni dal gruppo alpini del nostro comune, collaborando alla costruzione dell'asilo di Rossoch in Russia, per portare solidarietà e speranza dove 68 anni fa vi fu guerra e distruzione. Elio Zambianchi, direttore del centro di riabilitazione di Salice Terme (Pavia), ha ricordato la figura di don Carlo Gnocchi, che prese parte alla battaglia di Nikolajewka come cappellano e che successivamente dedicò la propria vita all'aiuto ed al sostegno dei sofferenti e dei bisognosi. Anche il sindaco di Vigolzone Francesco Rolleri ha ricordato don Gnocchi come simbolo di semplicità, coraggio, forza di sacrificio, tenacia, concretezza, valori nei quali tutto il corpo degli alpini da sempre si riconosce. Il sabato è poi continuato con un toccante intervento da parte di quattro reduci ultra novantenni che hanno ricordato momenti tragici e momenti straordinari del gennaio 1943 in Russia. Alle 18.00, nella chiesa parrocchiale, il giornalista piacentino Federico Frighi ha intervistato Carlo Valorosi di Pecorara e Pierino Zerbarini di Lugagnano che hanno rivissuto con il pubblico i momenti della partenza per la guerra, le lunghe distanze percorse a piedi, il freddo, la sofferenza fisica e la grande voglia di tornare a casa che li ha aiutati a sopravvivere. Purtroppo i giovani tra il pubblico erano pochi ed è stato un vero peccato, perché Gino Tassi di 96 anni, ha ribadito più volte che ai giovani, che fortunatamente non dovranno più rivivere momenti così tragici come quelli della guerra, i reduci ed il corpo alpini vogliono trasferire i grandi valori della Raduno regionale degli Alpini a Vigolzone U solidarietà e della vita dedicata al bene. Toccante è stato l'intervento di Nelson Cenci, anche lui reduce e medaglia d’argento al valor militare e che ha servito al fianco del suo sergente Mario Rigoni Stern. Cenci ha ribadito la necessità della memoria dei fatti tragici per trasferire nei giovani il senso di pace ed il sentimento di pietà, di solidarietà, affinché l'umanità possa essere più nobile e meno infelice; perché sorga il desiderio di pace. Straordinarie le parole finali: “...è nella sofferenza che ci si sente fratelli mentre il benessere divide. La gioventù di oggi ha bisogno di essere presa per mano per il suo benessere e per il nostro”. Questa bella ed intensa giornata si è conclusa con un concerto del coro dei congedati della Brigata alpina Julia, incominciato alle 21.00 sempre nella chiesa parrocchiale, alla quale ha partecipato un folto pubblico. n tappeto di cappelli verdi con la penna d’aquila: questa l’immagine di piazza Serena vista dall’alto. In occasione del sessantottesimo anniversario della battaglia di Nikolaevka, Vigolzone ha ospitato il raduno regionale delle associazioni degli alpini nel corso di una due giorni intensa di emozioni, a partire dalla dedicazione della baita, sede del gruppo alpini di Vigolzone e del circolo Anspi “la baita”, ad una grande figura che ha speso la sua vita per gli altri: il beato don Carlo Gnocchi. Il clou delle celebrazioni si è avuto domenica mattina con l’adunata dei vari gruppi provenienti non solo dall’Emilia Romagna, ma anche dalla Lombardia, dal Piemonte e dalla Liguria, presso la piazza del Municipio: da qui è partita poi la parata, preceduta dalla banda di Pontedellolio, per le vie del paese fino alla chiesa parrocchiale, dove il parroco, don Cesare Lugani con don Stefano Garilli, cappellano degli alpini e mons. Angelo Bazzari, presidente della fondazione don Gnocchi ONLUS hanno celebrato la santa messa alla presenza delle più alte autorità civili e militari della provincia. Durante l’omelia mons Bazzari ha ricordato la figura di don Carlo Gnocchi che prese parte come cappellano alla campagna di Russia e che, tornato in Italia intraprese un duro viaggio lungo la penisola per visitare e confortare le famiglie dei commilitoni caduti in battaglia. Successivamente si adoperò per alleviare le sofferenze dell’infanzia e della gioventù causate dalla guerra, in primis con la fondazione di collegi per i figli degli alpini caduti ed in seguito dedicandosi ai “mutilatini” di guerra e civili fino ad arrivare ad essere il pioniere dei donatori di organi in Italia, quando ancora la materia non era legislativamente disciplinata, con la donazione, in punto di morte, delle proprie cornee ad un cieco. Alla funzione hanno fatto seguito i discorsi delle autorità a partire da quella del presidente della provincia Massimo Trespidi che ha assicurato agli alpini piacentini tutto il sostegno perché nel 2013 la “festa granda” possa essere ospitata proprio da Piacenza. La commemorazione degli alpini caduti a Nikolaevka è proseguita al monumento dedicato a questo evento: qui sono stati resi gli onori militari ai caduti e deposte le corone di alloro. La giornata si è conclusa con il pranzo durante il quale sono stati intonati i più bei canti alpini. Sabrina Mazzocchi 31 150 anniversario dell’unità d’Italia Giuppe rosse: gruppo musicale d’interesse comunale e nazionale I 32 n occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia il Ministero per i beni e le attività culturali ha istituito un Tavolo nazionale per la promozione della musica popolare e amatoriale. Martedì 18 gennaio, in concomitanza con circa 8.100 comuni italiani, anche a Ponte dell’Olio, si è tenuto un Consiglio Comunale in seduta aperta con ordine del giorno: “La musica popolare dal 1861 ad oggi” nel corso del quale è stato approvato all’unanimità il riconoscimento del Corpo Bandistico Pontolliese Giubbe Rosse quale “gruppo musicale di interesse comunale”; successivamente, con direttiva del Presidente del Consiglio, alla nostra formazione verrà conferita l’importante onorificenza di “gruppo musicale di interesse nazionale” . In Italia sono presenti circa 5.500 bande musicali, 9.700 cori e 850 gruppi folkloristici che operano senza scopo di lucro e l’obiettivo dell’iniziativa è riconoscere questi gruppi come espressione culturale tipica dei territori italiani e bacini di aggregazione sociale e culturale. « Oggi – ha ricordato il Prof. Pronti durante il suo intervento - siamo qui per ricordare che si celebrerà il 150 dell’Unità d’Italia, un paese rimasto diviso per secoli, dalla fine degli Imperi romano e carolingio, siamo dunque una nazione antica, ma uno stato unitario giovane. Mentre nel 1860 l’Italia si risveglia e si inneggia all’unità nazione i principali comuni si dotano della guardia nazionale e di bande musicali, la più antica banda civica che ho trovato è quella di Cervia,fondata nel 1815, ma a Ponte dell’Olio il gruppo musicale ha origine ben più lontane e data 1752, questo grazie a una concomitanza storica, a Piacenza è infatti presente un’orchestra filarmonica di 20 elementi, tra questi musicisti tre sono residenti a Ponte dell’Olio, si tratta dei professori d’orchestra Ferrari, Losi e Carini che hanno costituito la radice più lontana della formazione musicale di Ponte dell’Olio. Nel 1761 la tradizione orale vuole che i pifferai di Ponte-Albarola vennero invitati a Velleja per allietare l’arrivo in visita del Duca Ferdinando di Borbone in occasione dell’inaugurazione degli scavi archeologici, poi dal 1826 negli archivi parrocchia- “Comunicare è sempre educare” Interessante relazione del vescovo mons. Gianni Ambrosio ai giornalisti piacentini riuniti per la festa del loro patrono San Francesco di Sales S li è possibile rinvenire gli attestati di pagamento al capo-banda per aver accompagnato le processioni, segno di una realtà attiva e ben radicata nel territorio. Nel 1860 dunque al Comune di Ponte dell’Olio non resta che uniformarsi alla storia italiana e, con delibera del 25 ottobre, approvare il regolamento organico della banda musicale comunale; quindi, mentre a Piacenza occorre ancora elaborare un progetto di fondazione, nel nostro paese bisogna semplicemente regolare cioè che esiste già da lungo tempo». Presente anche Maurizio Parma, assessore alla cultura e identità popolare della Provincia di Piacenza, il quale ha voluto rimarcare che la banda rappresenta «un’eccellenza culturale promuovente l’identità di un territorio che, visti i livelli raggiunti, non è solo quello del comune di Ponte dell’Olio ma di tutta la Provincia di Piacenza. Complimenti per quello che siete e avete costruito in questi anni». Ha preso poi la parola un emozionato Armando Marlieri, presidente della banda che, oltre a ringraziare per l’importante riconoscimento ricevuto, ha voluto ricordare l’insostituibile cotributo dei suoi predecessori e dei maestri che si sono succeduti alla guida della formazione, in seguito il maestro Edo Mazzoni ha ben sintetizzato lo spirito che da sempre anima le giubbe:« Sono arrivato a Ponte dell’Olio 18 anni fa e sono stato accolto fin da subito come uno che faceva parte della famiglia della banda, questo succede a tutti i componenti della nostra formazione, ho incontrato tanta gente in questi anni e tutti mi hanno detto di aver un fratello, uno zio o un parente che suonava nella banda, quindi tutti sono membri di questa grande famiglia. Grazie a tutti e viva la Banda!» Al termine della serata le giubbe rosse hanno offerto anche un breve saggio di bravura esibendosi in alcuni brani tratti dal ricco repertoio e concludendo poi con l’Inno di Mameli. abato 22 gennaio i giornalisti piacentini si sono ritrovati per celebrare il patrono San Francesco di Sales. L’incontro si è svolto nella Sala degli Affreschi del Palazzo vescovile. Dopo il saluto di Carla Chiappini, vicepresidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna, e dopo la relazione del prof. Fausto Fiorentini, direttore dell’Ufficio stampa della diocesi sul tema “Bastano le carte a regolare una professione? Riflessioni a partire dalla Missione popolare”, è intervenuto il vescovo mons. Gianni Ambrosio su “Comunicare è sempre educare”. Ne riportiamo di seguito uno stralcio dell’intervento: Vi ringrazio per la vostra presenza e vi ringrazio per l’importante lavoro che svolgete. Un lavoro che il titolo del mio intervento – il titolo mi è stato assegnato – presenta come facente parte di quella missione grande e bella che è l’educare. Comunicare è sempre educare, recita il titolo. Troppo generoso? Può darsi, ma nella sua generosità, il titolo coglie un aspetto significativo della comunicazione. Si comunicano le notizie, le informazioni, le nozioni, i fatti della vita, ma alla fin fine la comunicazione è sempre da una persona ad un’altra persona o a molte persone. In qualche modo, pur attraverso molte mediazioni e mezzi assai diversi, si comunica sempre qualcosa di sé a un’altra persona, si racconta sempre qualcosa di sé, e si coinvolge l’altro nel proprio racconto. E l’altro accoglie sempre qualcosa che proviene da un’altra persona. Se si riconosce che la comunicazione avviene tra persone, allora la comunicazione dovrebbe sempre ‘educare’, nel senso di aiutarci a crescere come persone, altrimenti non vi è comunicazione. Nel senso ancora di aiutarci a creare un contesto in cui si apprezzano le persone, in cui si ha il gusto della vita, in cui si insegna a ‘vedere’ e dunque ad aprire gli occhi, in cui si stimola la fame di ‘conoscere’, perché il dinamismo dell’intelligenza si liberi dal torpore che deriva dalla superficialità e dalla noia. Potremmo continuare, e la conclusione sarebbe sempre la stessa: altrimenti non si ha una comunicazione tra persone. Questo può apparire molto distante dalla comunicazione odierna. Vorrei suggerire qualche spunto di riflessione per ri- cuperare l’impegno educativo nel mondo della comunicazione. Lo faccio in riferimento al documento della Chiesa italiana Educare alla vita buona del Vangelo e in riferimento a una alleanza educativa tra le scienze dell’educazione e le scienze della comunicazione. L’educazione tende a promuovere le potenzialità umane dell’individuo, ad insegnargli il significato delle cose, aiutandolo a capire, a giudicare, a scegliere, ad acquistare autonomia di fronte alle cose e ai fatti. Ma la comunicazione nelle sue varie forme va in questa direzione? Prendiamo ad esempio una particolare forma di comunicazione, la pubblicità, che, come ben sappiamo, è una forma diffusa e pervasiva di comunicazione. La pubblicità assolutizza un qualche aspetto positivo di un prodotto, esalta le conseguenze derivanti dal possesso di quel prodotto. Il rischio di comunicare valori fittizi è incombente. Una Nuova alleanza educativa: Si può agire su due versanti. Il primo è un intervento educativo da parte dei genitori e della scuola in grado di situare la pubblicità nei suoi limiti, fornendo soprattutto agli studenti – dal bambino al ragazzo e al giovane - gli opportuni strumenti critici di difesa. Ma questo non vale solo per la pubblicità, ma per ogni forma di comunicazione. Il compito educativo consiste nell’adottare una strategia educativa in grado di aiutare gli studenti ad orientarsi, a conoscere le funzioni positive e le tecniche della comunicazione, a comprenderne il linguaggio, ma anche a difendersi dai suoi eccessi aggressivi, a smascherare i suoi inganni, a sottrarsi al condizionamento ideologico che essa esercita con l’insieme dei suoi messaggi. Si tratta dunque di un compito difficile, che ha come obiettivo ideale l’autonomia intellettuale – di pensiero, di riflessione, di capacità critica - degli studenti. Si tratta di educare all’uso dei media, sapendo che i media informano, ma possono imporre precisi messaggi valoriali, possono rispondere solo al business commerciale. Allora vorrei suggerire questo: se tutti devono avere una passione per l’uomo, per la sua vita, per la sua dignità, per la polis, per la vita sociale, allora tutti devono avere una certa “cura educativa”. Anche chi 33 Contrappunti comunica, chi è nel mondo della comunicazione e anche della pubblicità. La cura della relazione in cui si manifesta la preoccupazione per l’altro non può essere assente nel momento in cui si entra nel mondo dei media. L’attenzione verso l’altro nell’esercizio del comunicare è basata sul fatto di riconoscere l’altro come soggetto: ma se non lo riconosco come soggetto, non riconosco me stesso come soggetto. Se l’altro è una cosa, anch’io sono una cosa. E non è bello né per me né per l’altro. Concludo. Siamo tutti invitati a considerarci e a stimarci come soggetti e a riconoscere che vi è un legame sociale in cui tutti siamo coinvolti. Se con responsabilità diamo il nostro contributo per questa considerazione reciproca – siamo soggetti – e per questo riconoscimento – siamo dentro a vincoli di solidarietà che sono il nostro legame sociale – , allora comunicare è sempre educare. † Gianni Ambrosio - Vescovo di Piacenza-Bobbio Il gusto degli altri di scena all’auditorio parrocchiale I l gusto degli altri non è solo ciò che più ci colpisce degli altri e ciò che alla fine ci resta di loro. L’altro da sé, infatti, inteso nel senso più ampio del termine, ossia come cultura, tradizione, colore della pelle, odore, professione religiosa, .., è ciò che, nel mondo di relazioni di cui è fatto l’habitat contemporaneo, definisce più di ogni altra cosa anche il nostro essere pienamente noi stessi. L’altro, quindi, non come, o non solo come continente da esplorare ma orizzonte entro cui anche noi diciamo a noi stessi chi siamo veramente. A questo complesso di tematiche è dedicata la rassegna cinematografica, breve ma incisiva, che per il quarto anno consecutivo viene promossa dalla Parrocchia di San Giacomo Maggiore nei locali di Teleponte. Le proiezioni, che si terranno il giovedì sera con inizio alle 20.45 e ad ingresso libero, sono tutte incentrate su film pluripremiati e di grande in- - Situazione politica italiana, nell’anno di grazia 2011: e poi dicono di Caligola che nominava senatore il suo cavallo … - Il rugby, in Italia, sta vivendo davvero una stagione felice: i praticanti aumentano, gli stadi si riempiono di spettatori, valori positivi come agonismo, lealtà, solidarietà sportiva fanno del rugby un mondo esemplare. Alla vigilia di partite importanti allenatore e giocatori della nazionale rilasciano interviste in cui parlano di strategie, tattiche, forza del gruppo e probabile vittoria. Poi si inizia a giocare e alla fine la squadra ne esce regolarmente sconfitta. Il rugby potrebbe essere davvero adottato come lo sport di riferimento della sinistra italiana. - “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento, perché rubacchiavano. - Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gi omosessuali e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare” (B. Brecht, 1938). Dedicato (senza ironia) alle persone che, incapaci di nominare ed accogliere le proprie inadeguatezze e le proprie paure, ne scaricano le conseguenze, con un esercizio di difesa inconsapevole, su chi è diverso, altro da loro stessi. - “Vista la perdurante presenza di veicoli in sosta lungo le vie del paese; viste le difficoltà incontrate dagli spartineve nel lavoro di sgombero, nel corso delle precipitazioni occorse nella stagione invernale; visto che tali difficoltà ed i disagi conseguenti sono derivate dalla sosta dei suddetti veicoli; visto che il descritto costante parcheggio avviene sul suolo pubblico e gli oneri e gli impedimenti che provocano ricadono sull’intera comunità; si delibera di assoggettare a tassa per l’occupazione di suolo pubblico i proprietari/possessori dei citati veicoli”. Non andrebbe bene un simile provvedimento? porterebbe un po’ di ordine nella viabilità del paese e qualche soldino nelle casse comunali. Giuro che non chiederò royalties su questa idea. - Il bel tempo si vede dal mattino? Per quanto riguarda l’avvio del federalismo speriamo di no, dal momento che il primo provvedimento in corso di approvazione prevede la possibilità, per i Comuni, di introdurre importanti tasse locali, per consentire loro di recuperare risorse, attualmente molto ridotte. Bello, vero? Certo, ma manca un piccolo dettaglio: tutto questo avviene senza che venga introdotta una contemporanea riduzione della tasse statali. Per farla breve, il rischio è quello di pagare sempre le stesse tasse allo Stato, più quelle dei comuni. Sarebbe davvero un modo singolare per “mettere a posto” i conti pubblici. gianmarco ratti Questo il programma: - Giovedì 10 Marzo – London River di Rachid Bouchared (Francia, 2009), Orso d’Oro migliore attore Festival di Berlino 2010; - Giovedì 17 Marzo – Séraphine di Martin Provost (Francia, 2008), Premio César 2010 miglior film, migliore sceneggiatura e migliore attrice. - Giovedì 24 Marzo – Departures di Yojiro Takita (Giappone, 2008), Premio Oscar 2009 miglior film straniero. - Giovedì 31 Marzo – Uomini di Dio di Xavier Beauvois (Francia, 2010), Gran Premio della Giuria Festival di Cannes 2010 e Premio César 2011 miglior film e migliore attore non protagonista. 34 35 Rubrica di cucina Gemellaggio d’acqua per il Mali L o scorso 18 gennaio una sala comunale gremita ha ascoltato con grande attenzione il racconto del viaggio che il sindaco Francesco Rolleri ed Andrea Poggioli della Pro loco di Vigolzone hanno fatto in Mali dal 26 novembre all'8 dicembre. Lo scopo era quello di visitare il comune di Sokoura gemellato con Vigolzone, oltre a visionare i pozzi d'acqua in via di costruzione e per decidere dove avviare i nuovi progetti. Mentre scorrevano le immagini dei posti e delle genti incontrate, il racconto si è fatto sempre più appassionato, lasciando trasparire tutta l'emozione nel rivivere con il pubblico le sensazioni provate in questi posti aridi ed assetati, ma abitati da genti orgogliose e rispettose delle tradizioni. Il gemellaggio sostenuto da tutto il consiglio comunale, maggioranza e minoranza, ha come scopo quello di promuovere l'organizzazione di eventi e raccolte fondi insieme alle associazioni ed ai cittadini del comune, per poter costruire pozzi d'acqua nel vasto territorio di Sokoura. Sarebbero oltre 40 i pozzi necessari per queste popolazioni, molte delle quali vivono a 7 o 10 chilometri dalla fonte d'acqua più vicina. La Pro loco di Vigolzone è già attiva sul territorio, grazie anche al lavoro dell'associazione Ali2000 che, con l'instancabile lavoro di Fulvio Biondi, ha supportato l'associazione del nostro comune nell'identificazione dei punti dove costruire i pozzi. Un singolo pozzo può costare dai 7.000 ai 15.000 euro, a seconda del tipo di scavi che sono necessari. È quindi auspicabile la collaborazione di tutti per poter intervenire con il maggior numero di progetti. Numerose sono state le iniziative organizzate nel corso del 2010 per la raccolta fondi: il torneo Giovan36 ni Poggioli pensato ed organizzato dalla Valnure Calcio, dalla Pro loco di Vigolzone e da Futuro Valnure; in concomitanza con la prima Fiera d'Autunno del 10 ottobre la Pro loco di Vigolzone ha organizzato la tradizionale castagnata, con la collaborazione delle associazioni del paese ed il contributo determinante della Caritas di Vigolzone che ha venduto le torte destinando il ricavato al Mali. Anche l'amministrazione comunale ha partecipando direttamente a quest'ultima iniziativa coprendo parte delle spese d'organizzazione. Si sta già lavorando al programma per il 2011, perché il gemellaggio possa continuare ad offrire pozzi per dissetare il Mali. Come sempre le associazioni del nostro territorio hanno risposto all'appello per la solidarietà ed hanno fornito le loro energia per la buona riuscita delle iniziative, oltre ai contributi economici per i pozzi. In aggiunta alle associazioni già citate in precedenza, un ringraziamento particolare va anche al coro Eco della Valle, alla società sportiva Vigo Volley, alla sezione di Vigolzone dell'Avis, all'associazione sportiva Vigo Bike, al Gruppo Escursionisti Valnure (G.E.V.), al circolo Rifugio Alpino ed a tutti i cittadini che hanno versato un prezioso contributo sul conto corrente bancario messo a disposizione dall'amministrazione comunale per i pozzi di Sokoura: Banca di Piacenza, a cura di Antonietta Spelta Torta di mandorle ricetta di Maria Groppi INGREDIENTI: PREPARAZIONE: hg. 4 di zucchero semolato hg, 4 di mandorle con la buccia nr. 8 uova intere gr. 150 farina 00 nr.1 bustina di vanillina nr. 1 bustina di lievito in polvere per dolci. Si tritano finemente le mandorle; Si montano le uova intere con lo zucchero (molto bene), si aggiunge la farina e il vanigliato, infine si mettono le mandorle tritate. Si versa il composto in una teglia imburrata del diametro di circa 28/30 cm e si cuoce a forno moderato per circa 45 minuti. Una volta raffreddata, questa torta si presta ad essere farcita con una crema pasticcera o una crema al cacao o semplicemente si serve così cosparsa di zucchero a velo. Al posto delle mandorle si possono usare le nocciole. IBAN IT20E0515665500CC0180008420 Loris Caragnano 37 Ricordiamoli Lusardi Giovanni n.29.06.1926-m.16.02.2011 38 Caragnano Armando n.13.04.1944-m.25.02.2011 Ferrari Maria in Lorieri n.12.04.1938-m.18.12.2010 Barba Francesco n.15.07.921-m.25.12.2010 Callegari Lina ved. Alberici n.03.02.1925-m.30.12.2010 Trabucchi Gemma in Bernazzani n.07.04.1935-m.07.01.2011 Confalonieri Albertina ved. Gioia n.14.10.1920-m.14.01.2011 Bassi Cleonice ved.Malchiodi n.13.04.1924-m.30.01.2011 Marzaroli Maria n.27.01.1925-m.31.01.2011 Rivolta Alma ved.Calzoletti n.30.11.1915-m.26.12.2010 Ciriegio Emilio n.15.08.1931-m.16.02.2011 Tutta la redazione è vicina a Loris e famiglia in questo momento di dolore per la scomparsa del papà Armando Anselmi Liliana ved.Bonato n.28.02.1931-m.28.01.2011 39 Orario feriale invernale autobus linea Piacenza - Selva 7,50 9,20 10,20 7,55 sub sub 8,03 10,40 10,43 10,50 11,20 11,25 11,33 PIACENZA Autostazione 6,40 PIACENZA P.le Marconi 6,43 PIACENZA Barriera Genova 6,50 S.BONICO Centro GARIGA 7,02 8,16 11,05 11,46 PODENZANO Agenzia 7,05 11,09 11,50 ALTOÈ Bivio 8,25 GRAZZANO VISCONTI 7,07 8,27 11,11 11,52 VIGOLZONE Centro 7,11 8,30 11,15 11,56 ALBAROLA 7,15 8,35 11,20 12,00 PONTEDELL'OLIO Stazione 7,20 8,39 10,15 11,15 11,25 12,05 CARMIANO Paese MOLINO CROCE (**Spettine) 7,25 8,45 10,20 11,20 11,30 12,10 RECESIO 7,31 10,24 11,24 11,34 12,14 BETTOLA Piazza Colombo 8,55 10,30 11,30 11,40 BETTOLA Bar Centrale 7,40 12,22 OLMO 7,47 12,28 FARINI Centro 7,55 12,40 CANTONIERA 12,50 PONTE NANO 8,12 12,55 FERRIERE Centro 8,20 13,05 GAMBARO 13,15 SELVA 13,25 --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- PIACENZA Autostazione 13,40 15,00 16,40 17,35 18,05 18,35 PIACENZA P.le Marconi 13,43 15,03 16,45 17,40 18,10 18,40 PIACENZA Barriera Genova 13,50 15,10 16,53 17,48 18,18 18,48 S.BONICO Centro 14,00 17,59 GARIGA 14,04 15,23 17,05 18,04 18,31 19,01 PODENZANO Agenzia 14,09 15,27 17,09 18,08 18,35 ALTOÈ Bivio 14,10 18,09 19,10 GRAZZANO VISCONTI 14,11 15,29 17,11 18,10 18,37 19,11 VIGOLZONE Centro 14,15 15,33 17,14 18,14 18,41 19,15 ALBAROLA 14,20 15,37 17,20 18,20 18,46 19,20 PONTEDELL'OLIO Stazione 14,25 15,45 17,25 18,25 18,50 19,24 CARMIANO Paese 14,28 18,28 18,55 MOLINO CROCE (**Spettine) 14,30 15,50 17,30 18,30 19,00 19,30 RECESIO 14,34 15,54 17,34 18,34 19,04 19,34 BETTOLA Piazza Colombo 16,00 18,40 19,40 BETTOLA Bar Centrale 14,40 17,40 19,10 OLMO 14,50 17,51 19,21 FARINI Centro 14,58 18,00 19,30 CANTONIERA 15,03 18,10 19,40 PONTE NANO 15,08 18,17 19,47 FERRIERE Centro 15,15 18,30 20,00 GAMBARO 15,25 18,41 SELVA 15,40 18,55 12,35 12,40 12,48 13,01 13,05 13,07 13,11 13,16 13,20 13,25 13,29 13,35 12,50 12,55 13,03 13,13 13,17 13,20 13,21 13,22 13,26 13,31 13,35 13,40 13,44 13,52 13,58 14,10 19,05 19,10 19,18 19,40 19,43 19,50 19,30 19,34 20,03 20,07 19,36 19,40 19,45 19,50 20,09 20,12 20,16 20,20 19,55 19,59 20,05 20,25 20,30 20,35 40 Orario feriale invernale autobus linea Selva - Piacenza Selva 6,00 Gambaro 6,10 FERRIERE Centro 6,20 PONTE NANO 6,25 CANTONIERA 6,30 FARINI Centro 6,40 OLMO 6,52 BETTOLA Bar Centrale 6,55 BETTOLA Piazza Colombo 5,20 5,45 6,30 6,50 7,15 7,45 RECESIO 5,26 5,51 6,36 6,56 7,21 7,51 MOLINO CROCE 5,30 5,55 6,40 7,00 7,23 7,55 CARMIANO Paese 6,15 PONTEDELL'OLIO Stazione 5,35 6,00 6,18 6,45 7,05 7,30 8,00 ALBAROLA 5,39 6,04 6,21 6,49 7,09 7,34 8,04 VIGOLZONE Centro 5,45 6,10 6,27 6,55 7,15 7,40 8,10 GRAZZANO VISCONTI 5,47 6,12 6,29 6,57 7,15 7,42 8,12 ALTOÈ Bivio 7,15 8,14 PODENZANO Agenzia 5,50 6,15 6,33 7,00 7,20 7,45 GARIGA 5,54 6,19 6,38 7,04 7,24 7,49 8,24 S.BONICO Centro 7,30 PIACENZA Barriera Genova 6,04 6,30 6,50 7,15 7,37 8,02 8,36 PIACENZA P.le Marconi 6,12 6,37 6,55 7,25 7,45 8,12 8,45 PIACENZA Autostazione 6,15 6,40 7,00 7,30 7,50 8,15 8,50 -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------R P-F5 F5 Selva 13,30 Gambaro 13,40 FERRIERE Centro 13,50 PONTE NANO 14,00 CANTONIERA 14,05 FARINI Centro 14,15 OLMO 14,27 BETTOLA Bar Centrale 14,33 BETTOLA Piazza Colombo 11,00 12,20 13,30 13,50 14,35 16,50 17,50 RECESIO 11,06 12,26 13,36 13,56 14,41 16,56 17,56 MOLINO CROCE 11,10 12,30 13,40 14,00 14,45 17,00 18,00 CARMIANO Paese PONTEDELL'OLIO Stazione 11,15 12,35 13,45 14,05 14,50 17,05 18,05 ALBAROLA SUB 12,39 13,49 14,09 14,54 17,09 18,09 VIGOLZONE Centro 12,45 13,54 14,14 14,59 17,14 18,14 GRAZZANO VISCONTI 12,47 13,56 14,16 15,01 17,16 18,16 ALTOÈ Bivio 13,58 PODENZANO Agenzia 12,50 14,20 15,05 17,20 18,20 GARIGA 12,54 14,08 14,24 15,09 17,24 18,24 S.BONICO Centro 14,10 PIACENZA Barriera Genova 13,07 14,20 14,36 15,21 17,36 18,36 PIACENZA P.le Marconi 13,15 14,25 14,45 15,30 17,45 18,45 PIACENZA Autostazione 12,10 13,20 14,30 14,50 15,35 17,50 18,50 8,00 8,05 8,20 8,22 8,26 8,30 8,35 8,39 8,45 8,47 8,50 8,54 8,56 9,08 9,17 9,20 8,25 8,33 8,37 8,46 8,57 9,05 9,07 9,10 9,15 9,20 SUB 10,10 17,10 17,22 17,35 17,45 17,52 18,00 18,05 18,18 18,20 18,26 18,30 18,35 18,39 18,44 18,46 18,50 18,54 19,07 19,15 19,20 41 Orario delle S. Messe feriali, domenicali e prefestive Messe feriali Ore Ore Ore Ore Ore 8,30 Ricovero Balderacchi Riva 18,00 Chiesa San Rocco Pontedell’Olio 9,30 solo martedì Chiesa San Rocco Pontedell’Olio 20,30 San Giovanni Evangelista Carmiano (Ore 16,30 invernale) 17,00 SS. Mario e Giovanni Vigolzone Messe prefestive del sabato Ore 10,30 Clinica San Giacomo Pontedell’Olio Ore 16,30 San Giovanni Evangelista Carmiano Ore 17,00 SS. Mario e Giovanni Vigolzone Ore 18,00 Chiesa San Rocco Pontedell’Olio Ore 18,00 SS. Cosma e Damiano Grazzano Visconti Messe domenicali Ore Ore Ore Ore Ore Ore Ore Ore Ore Ore Ore Ore Ore Ore Ore Ore Ore Ore Ore Ore Ore Ore 7,30 SS. Cosma e Damiano Grazzano Visconti 7,30 Madonna della Neve Riva 8,00 Chiesa di San Giacomo Pontedell’Olio 8,30 SS. Mario e Giovanni Vigolzone 8,30 S. Lorenzo Martire Veano / Albarola (**) 8,30 S. Maria Immacolata Bicchignano / Castione (***) 9,00 S. Pietro in Vincoli Folignano 9,30 S. Martino Vescovo Torrano 9,30 S. Antonino Martire Albarola / Veano (**) 9,30 S. Giovanni Battista Castione / Bicchignano (***) 9,30 Oratorio Biana 10,00 Chiesa di San Giacomo Pontedell’Olio 10,00 S. Maria Assunta Recesio 10,30 S. Maria Assunta Villò 10,30 San Giovanni Evangelista Carmiano 10,30 SS. Cosma e Damiano Grazzano Visconti 11,00 SS. Mario e Giovanni Vigolzone 11,00 San Martino Riva 11,30 San Lorenzo Cassano 15,30 Oratorio Montesanto 17,00 SS. Mario e Giovanni Vigolzone 18,00 Chiesa San Rocco Pontedell’Olio ** prima e seconda domenica del mese a Veano e Albarola *** terza e quarta domenica del mese a Bicchignano e Castione Abbiamo cercato di tenere vive tutte le preziose realtà parrocchiali della nostra zona e di ripartire in modo adeguato le messe sul territorio. Questo comporta spostamenti e cambiamenti di orari e non piccoli sacrifici. I Vostri sacerdoti 42 43 Banca di Piacenza 44