Scarica CULT Febbraio 2016
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Un canto da tasca Tenera è la notte. Un’ode all’ascolto notturno Intervista a Diego Fasolis cult Il mensile culturale RSI Febbraio 2016 Un canto da tasca Sandra Sain Produttrice Rete Due SGUARDI 4 Tenera è la notte. Un’ode all’ascolto notturno 16 Voci dipinte: quando l’arte si fa parola 18 ONAIR L’usignolo è animale singolare. Il suo canto melodioso è composto di strofe di toni singoli e doppi, unico per la complessità e le molteplici variabili che, dagli etologi, sono state addirittura codificate in dialetti regionali. Comune in Asia, Europa e Nord Africa ha sempre suscitato interesse e persino ammirazione: non si contano le pagine e i versi che gli sono stati dedicati (da Shakespeare a Hans Christian Andersen) né tantomeno le note che sono state scritte in successione in sinfonie, cori e concerti cercando di riprodurre la levità del suo canto notturno (da François Couperin a Vivaldi a Mendelssohn). Nella Ode to a nightingale si rivolge direttamente a un usignolo John Keats, poeta romantico apparso come una cometa folgorante, scomparso a 25 anni a Roma e, da quel lontano febbraio 1821, rimpianto e lodato e amato. Tra i tanti scrittori, registi, artisti delle più diverse discipline che ne hanno tessuto le lodi mi piace ricordare Julio Cortazar: “Keats è da tasca, dove si mettono le cose che contano, le mani, i soldi, il fazzoletto… Una tasca è la casa essenziale che l’uomo porta sempre con sé; occorre scegliere ciò che è imprescindibile, e solo un poeta vi può entrare”. Con Tenera è la notte, titolo della nostra proposta musicale notturna in questo 2016 e che cita un celeberrimo verso dell’ode di John Keats, abbiamo voluto omaggiare il canto, malinconico e balsamico insieme, dell’usignolo. Scriveva Vasco Pratolini in Cronache di poveri amanti, romanzo che nel gennaio 1947 si aggiudicava il Premio Lugano e pochi anni dopo veniva trasposto cinematograficamente da Carlo Lizzani, “La vita è una cella un po’ fuori dell’ordinario, più uno è povero più si restringono i metri quadrati a sua disposizione. L’importante consiste nel sapere stabilire dentro di noi quell’equilibrio che fa il mondo visto come dal cielo”. Un modo per ricordarci di cercare nuove prospettive, alzarci in volo, e cantare quando meno ce lo si aspetta. ACCENTO 8 Markus Raetz: l’arte svizzera in gioco 10 Novità e improvvisazioni in Blu 12 Rete Due si tinge di Nerd: arriva Rete 2.0! Una prosa fatta di suoni. E di persone DUETTO 20 Intervista a Diego Fasolis RENDEZ-VOUS 24 L’agenda di febbraio NOTA BENE 26 Recensioni 27 Proposte Club Tenera è la notte. Un’ode all’ascolto notturno Corrado Antonini Di notte la radio è ascoltata da un pubblico numericamente inferiore, ma più attento. La cosa, per chi fa radio, assume una rilevanza che va ben oltre il mero dato statistico. Invita cioè a riflettere non solo sulla qualità e la funzione aggregante di un programma, ma anche sulla sua capacità di instaurare un dialogo privilegiato con il singolo ascoltatore. Che cosa cerca chi accende la radio di notte? Se il suo grado di attenzione è maggiore, come fare a tenere desta questa attenzione? SGUARDI Rete Due / Tenera è la notte da lunedì a venerdì alle ore 00.10 In Svizzera, fino alla disattivazione dei trasmettitori a onde medie (Beromünster e Monte Ceneri nel 2008, Sottens nel 2010), le ore notturne erano considerate le più propizie all’ascolto radiofonico. Altrove, dove il segnale rimane attivo, è ancora così, posto che la ricezione preveda un vecchio apparecchio a onde corte o onde medie, anziché i moderni dispositivi che sfruttano la tecnologia digitale, le reti satellitari o la messe di canali cui è possibile accedere grazie a internet. La ragione è semplice. Nottetempo il raggio di diffusione delle onde corte e medie si propaga al meglio grazie alla riflessione elettromagnetica della ionosfera, sorta di satellite naturale che consente loro di viaggiare ben oltre l’orizzonte ottico imposto dalla curvatura terrestre. Guglielmo Marconi, il padre della radiofonia, si avvalse proprio di questa peculiarità riflessiva per i primi esperimenti di radiopropagazione transoceanica fra Europa e Stati Uniti. I meno giovani se lo ricordano bene. Lo stesso apparecchio radiofonico che durante il giorno modulava suoni e voci circoscritte a un orizzonte acustico ben defi- nito, di notte, come per magia, ampliava i confini del mondo conosciuto, rilevando emittenti radiofoniche che durante il giorno ci erano precluse. Potere della ionosfera, conduttore naturale. Quei segnali lontani, esotici quando ancora l’esotismo non stava dietro l’angolo, erano immersi in un ‹ È vero che siamo meglio predisposti all’ascolto radiofonico nelle ore notturne? › fruscio che sposava insieme il progresso scientifico e la potenza dell’immaginazione. Se è vero che l’ascolto radiofonico notturno evoca in noi un che di ancestrale, di innaturale persino (la notte i suoni e le voci si chetano; laddove si levano incombe un pericolo), è altrettanto vero che possiamo riconoscervi una dimensione rituale collettiva riconducibile ad esperienze comunitarie ben più antiche (dalle sedute d’ascolto del grammofono nei salotti borghesi del bel tempo che fu, su su fino ai cerimoniali sciamanici in chiave magicoreligiosa). 5 4 La radio insomma, di notte, pretende altre orecchie. Quelle stesse orecchie, di rimando, pretendono un’altra radio. Ne era ben consapevole il musicista Donald Fagen, ex leader del gruppo degli Steely Dan, quando nel 1982 pubblicò il primo disco solista, intitolandolo The Nightfly (la mosca notturna). Vi immaginava, sulla scorta del proprio vissuto di adolescente, un DJ notturno che, dai microfoni di una ‹ Da Marconi al digitale: una memoria di contenuti prima ancora che una sfida tecnologica. › fantomatica radio FM americana, intratteneva confidenzialmente il pubblico dei nottambuli con narrazioni a timbro basso e musica raffinata. Un volo notturno accompagnati da un conduttore appassionato e competente. L’orologio che segna le quattro del mattino, la cravatta allentata, la sigaretta accesa, un pacchetto di Chesterfield a portata di mano, bustina di fiammiferi pronta all’uso, microfono e giradischi rigorosamente vintage, la coperSGUARDI tina di un disco di Sonny Rollins adagiata con cura sul tavolo, il posacenere colmo. Un quadro perfetto. Sulla copertina di The Nightfly non è tanto rappresentato un ambiente di lavoro o una figura professionale, quanto una dimensione comune dell’ascolto, un modo di essere e di sentire, un rimando al potere magico e alla capacità immaginifica e accomunante della radio a diffusione notturna di cui si diceva sopra. Ora, dal 7 gennaio scorso su Rete Due, fra la mezzanotte e l’una e trenta del mattino, dal lunedì al venerdì, va in onda un nuovo programma che abbiamo intitolato Tenera è la notte. Più che dal celebre romanzo di Francis Scott Fitzgerald, il titolo prende spunto dai versi che ispirarono lo stesso Fitzgerald: “Tenera è la notte / e chissà, forse la Regina Luna è sul suo trono / circondata da una miriade di Fate stellate”. I versi sono a loro volta tratti dalla poesia Ode all’usignolo di John Keats. Un accostamento forse ambizioso e certo romantico, proprio perché abbiamo voluto immaginare la notte come un alveo di reciproca premura, con la luna (la “Regina Luna”) come unica sentinella in un firmamento di stelle (le “Fate Stellate”). La radio è una voce amica, a maggior ragione se rimane accesa ad ore tarde. La distanza fra i suoni emessi dagli altoparlanti e le orecchie di chi ascolta si assottiglia, l’attenzione si fa più vigile, e come d’incanto ci si ritrova immersi in una bolla d’intimità che, come si accennava sopra, ha probabilmente molto a che fare con una mutata propensione all’ascolto. Di che cosa è fatta la musica di Tenera è la notte? Beh, in buona parte di suoni e di voci che si sforzeranno di articolare una drammaturgia sospesa fra lo stato di veglia e l’incombenza del sonno. Jazz, canzone d’autore, musica da camera, spruzzi di elettronica e tentazioni oniriche di varia natura. Ma non sarà tanto una questione di “generi musicali”, quanto una cifra di fondo inclinata alla morbidezza, un suono della notte che si vuole alieno dalla narcosi dell’ascolto ma pur sempre attento a non urtare i sensi nell’ora i cui essi (i sensi) vanno accuditi e vezzeggiati con maggior cura. L’ambizione è insomma quella di restituire all’ascolto radiofonico notturno una dimensione di magia o, se preferite, di stupore. Quello stesso stupore che il mezzo aveva agli albori, quando, di notte, consentiva di scoprire mondi e voci lontane. Intorno a noi la tecnologia avrà anche fatto passi da gigante, modificando le nostre ‹ Grazie alla radio la notte si trasforma in un alveo di reciproca premura. › abitudini e forse anche la nostra innata propensione al meraviglioso, ma la radio può e deve mantenere intatto il suo potere di seduzione cercando altre strade che non siano quelle del fruscio di un apparecchio a onde medie. Noi siamo fiduciosi. La musica e le narrazioni che troverete in Tenera è la notte hanno l’ambizione di tener incollate agli altoparlanti le orecchie più sensibili. Per amore della radio, e in ossequio ai misteri della notte. 7 6 LA 2 / Cine Tell mercoledì 3 febbraio alle ore 21.05 rsi.ch/cinetell Markus Raetz: l’arte svizzera in gioco Silvana Bezzola Markus Raetz è uno dei maggiori protagonisti dell’arte svizzera, al quale la RSI dedica un appuntamento speciale, il prossimo 3 febbraio, con il documentario Markus Raetz del regista svizzero Iwan Schumacher, programmato in Cine Tell, l’appuntamento su LA 2 dedicato alla produzione confederata. All’artista, che durante gli oltre 50 anni di intensa attività ha vissuto per qualche anno anche in Ticino, a Carona, la documentaristica RSI rende omaggio in occasione della prima mostra monografica ospitata dal MASI a Lugano (dal 30 gennaio al 1. maggio 2016), che corrisponde pure alla prima personale a lui dedicata in canton Ticino. Quindi, l’arte svizzera nella documentaristica svizzera nella sede per eccellenza della produzione svizzera RSI: un ulteriore rafforzamento della stretta sinergia esistente tra la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana e il territorio in cui opera, della valorizzazione della cultura attraverso alcuni dei suoi vettori principali: il servizio pubblico, il nuovo centro culturale della Svizzera italiana e la settima arte. ONAIR Un’attenzione doverosa per un artista della percezione, nato nel 1941 nel canton Berna, che con le sue opere, essenzialmente installazioni e sculture, non esita a utilizzare i materiali più diversi e a stupirci in continuazione con i suoi giochi di trasformazione nello spazio, che sollecitano lo spettatore nella percezione individuale, rendendolo partecipe e interrogandolo sulla visione della realtà e del mondo. Un mondo, quello di Markus Raetz, che il regista Iwan Schumacher ha saputo interpretare magistralmente nel suo ritratto cinematografico, valorizzando i magici giochi sensuali dell’artista, mettendo in discussione le abitudini visive dello spettatore e mostrando il mondo in una prospettiva completamente diversa. Un documentario che svela l’uomo, la sua arte e che ci interpella individualmente. 9 8 Rete Due / Le note blu ogni venerdì in Reteduecinque alle ore 16.00 rsi./le-note-blu Novità e improvvisazioni in Blu Joshua Redman Paolo Keller Le note blu è il titolo di un nuovo spazio del venerdì, nel pomeriggio di Reteduecinque, dedicato all’attualità e alle novità editoriali nel campo del jazz, dell’improvvisazione e delle nuove musiche. Tra le puntate di questo mese segnaliamo quella del 5 febbraio dove accosteremo due uscite recenti di altrettanti musicisti di primo piano della scena statunitense, il sassofonista Joshua Redman e il contrabbassista Christian McBride. Il primo si è segnalato per un inaspettato incontro con il trio cult dei Bad plus, mentre il secondo con un bell’album live inciso al Village Vanguard di New York. Venerdì 26 proporremo invece uno speciale dedicato al trombonista Ray Anderson. Protagonista da anni della scena internazionale, Anderson sarà l’illustre ospite della Big Band della Scuola di Musica Moderna di Lugano alla prossima edizione del Festival di cultura e musica jazz di Chiasso (Cinema Teatro, 10–12 marzo 2016) in un concerto prodotto da Rete Due. Occasione per ripercorrere l’importante carriera di questo musicista e sottolineare il repertorio specifico che verrà proposto a Chiasso, con proprie composizioni arrangiate per grande orchestra da lui stesso e pure dal compianto George Gruntz, che anni fa collaborò con il trombonista per un eccellente album di jazz orchestrale. ONAIR Christian McBride Ray Anderson. Fotografia di Erika Kapin 11 10 Rete Due / Rete 2.0 ogni sabato alle ore 17.35 rsi.ch/rete-2-0 Rete Due si tinge di Nerd: arriva Rete 2.0! Marco Pagani ONAIR Con l’arrivo del nuovo anno, tra le novità del palinsesto di Rete Due ce n’è anche una dedicata alle nuove tecnologie. Il programma, ideato e condotto da Marco Pagani, si chiama Rete 2.0 e va in onda ogni sabato alle 17.35. 10 minuti, veloci, chiari, sintetici per tenersi aggiornati sulle novità in campo elettronico e digitale. Uno spazio nel quale non solo si parla di smartphones, tablet, computer, videogames, software, sistemi operativi con recensioni e commenti, ma anche di approfondimenti sulle fiere principali della tecnologia a livello mondiale, di ultime novità nel campo della comunicazione (a tutto tondo), con tanto di calendario degli appuntamenti da non perdere. In aggiunta a tutto questo Rete 2.0 vuole essere anche luogo di riflessione sui temi più caldi del mondo della moderna comunicazione: la proprietà intellettuale e il copyright, la privacy al tempo dei social network, gli aspetti legali e tecnici del peer-topeer, il mondo hacker come fenomeno culturale, la community globale dell’open source, i sistemi operativi e gli applicativi indipendenti (linux, star office, eccetera). Il tutto con l’aiuto di ospiti di indiscussa competenza, che si confronteranno con gli interrogativi e i temi convocati dalla community sui social network, in quella che vuole essere una interazione continua, orizzontale, circolare. Una risorsa per chi vuole semplicemente tenersi aggiornato ma anche uno strumento per il geek più convinto che intende partecipare al dibattito sul presente e sul futuro della tecnologia. Rete 2.0: una trasmissione 100% nerd. 13 12 Guardate con attenzione questa foto. C’è un uomo intento a tagliare l’erba di un prato. Ma al di là di questo primo livello di lettura c’è dell’altro, che non appare immediatamente, si nasconde, e quando si rivela lo fa spiazzando e giocando con la nostra percezione. “Kopf ” è il titolo di quest’opera di Markus Raetz che dal 1984 è entrata a far parte della collezione Christoph Merian e fa bella mostra di sé nei Giardini Merian di Basilea. 135’000 metri quadrati di verde e arte nel cuore della città in cui, accanto alla testa di Raetz, si trovano opere di Cucchi, Fabro, Cragg, Balmer, Bernhardt. Rete Due / Voci dipinte ogni domenica alle ore 15.35 rsi.ch/voci-dipinte Voci dipinte: quando l’arte si fa parola Roberto Antonini LL A ONAIR GA IN Pittura, scultura, video arte, performance: in tutte le sue declinazioni l’arte visiva è una delle espressioni artistiche più amate. La sua popolarità è in netta crescita. Basti pensare a quanto regioni e città in Europa e nel mondo stiano investendo in musei, esposizioni, centri culturali. L’arte è anche un business, prova ne sono le gallerie che si sono moltiplicate ad esempio in una città tutto sommato piccola come Lugano. Rete Due ha così deciso di incrementare i suoi sforzi e il suo investimento giornalistico in questo settore: già seguiamo le manifestazioni artistiche con la copertura tempestiva e sintetica garantita dal settore dell’Attualtà Culturale o con gli approfondimenti sulle mostre che propone settimanalmente, il giovedì, il magazine Geronimo Arte. Con il 2016 abbiamo inaugurato un nuovo magazine che propone un taglio innovativo: un talk show che si vuole frizzante, aperto al dibattito, al confronto di idee tra operatori del settore, artisti, galleristi, esperti d’arte, studiosi. Voci Dipinte parla di immagini e di immaginario, con un’impostazione trasversale. Non sentirete puntate su tal artista o su tal periodo storico, ma discussioni che partono da parole chiave, come “Bregaglia” o “Donna Oggetto” per portare sul tavolo del confronto artisti, correnti, momenti storici diversi. Una visione diacronica che consente di mettere a confronto, paragonare, far dialogare aree culturali, periodi storici, artisti. Un live costellato da alcune rubriche fisse: in par- ticolare una che ci propone la visita settimanale di un atelier della Svizzera Italiana, l’altra che propone la scelta di una ascoltatrice o di un ascoltatore su un’opera considerata imprescindibile: tutti sono invitati a partecipare e a sbizzarrirsi nello spazio di 2 minuti e mezzo per raccontare la propria infatuazione artistica. A condurre la rubrica, la voce, la sensibilità e la passione di Monica Bonetti e Simona Ostinelli. 17 16 Una prosa fatta di suoni. E di persone Francesca Giorzi Questo mese il Settore Prosa vive un momento topico della sua storia: il regista suono Angelo Sanvido va in pensione. Fortunatamente lo fa dopo aver formato due validi sostituti quali Thomas Chiesa e Jury Ruspini, ma un’esperienza, un’abilità e una conoscenza del mezzo come le sue non si possono imparare e sono insostituibili. 40 anni di esperienza radiofonica iniziata l’1.10.1975 quale operatore suono in trasmissioni storiche come i Corsi per adulti, Per i lavoratori italiani in Svizzera, Costa dei barbari con qualche esperienza già nell’universo radioteatrale con il lavoro di Sergio Maspoli La strada dal bosch del 1979. Un periodo di lavoro costruito su un suono ancora realizzato e trasmesso in mono. Proprio Angelo Sanvido era nello studio di emissione di Rete Due in occasione dei primi vagiti stereofonici avvenuti nel 1980. Erano anni nei quali in regia c’erano 3 operatori tecnici: il regista suono che registrava le voci, il sonorizzatore che si occupava di inserire suoni e musica e l’operatore che faceva il montaggio finale. Diventa ufficialmente sonorizzatore nel 1998 con La verità dell’alligatore di Massimo Carlotto e la regia di Claudio Laiso. Con l’avvento del montaggio digitale (introdotto in RSI dal 1995) le cose sono cambiate velocemente, e l’importanza di avere figure come quella di Angelo Sanvido è stata determinante. Sua la capacità di traghettare le conoscenze analogico-artigianali nel nuovo spazio digitale fino all’arrivo nel 2005 della testa olofonica. La registrazione binaurale lo ha appassionato particolarmente, molte le ore passate a registrare gli ambienti sonori tridimensionali, nuova frontiera della sua vasta professionalità. Un’abilità riconosciuta ONAIR ufficialmente nel 2007 con il Premio RSI per il documentario A livella al tempo di Gomorra di Guido Piccoli (Prix Suisse 2008). Almeno altrettanto spazio servirebbe per descrivere Angelo Sanvido da un punto di vista umano, sempre pronto a mettersi in gioco ad affrontare le sfide (dal vivo al Palazzo dei Congressi di Lugano con Leningrado di Sergio Ferrentino, o in Auditorio con Svergognando la morte dello stesso autore, o nell’ultimo musical TeenDante solo per citarne alcuni). Simpatico e brillante, attento, mai parco di battute e scherzi rivolti a registi ed attori ha saputo mettere a disposizione della RSI le sue conoscenze per 130 sceneggiati radiofonici e piu’ di 500 registrazioni di racconti e poesie; accogliendo i registi esterni e creando un ambiente propizio alla creazione artistica. In questo mese di febbraio potremo iniziare ad ascoltare in Domenica in scena la trilogia de L’alba del giorno prima di Cesare Ferrario: L’oro di Dongo (dal 7.2 al 13.3), Operazione Sunrise (dal 20.3 al 6.4) e il nuovo Processo a Norimberga (dal 1.5 al 6.6), anche in Colpo di scena (dal 25.4 al 27.5) ultimo lavoro registrato, sonorizzato e montato da Angelo Sanvido con Jury Ruspini al quale ha impartito gli ultimi insegnamenti, consigliato gli ultimi trucchi, e svelato speriamo anche qualche segreto. 19 18 Intervista a cura di Giuseppe Clericetti Diego Fasolis Un grande presente e una prestigiosa eredità In qualità di maestro ospite collabora con complessi di primo piano internazionale. La sua discografia spazia dal Rinascimento al Classicismo con più di cento titoli celebrati dalla stampa internazionale con molti Dischi d’oro, Diapason, Echo Preis e diverse “nominations” ai Grammy Awards. Nel 2011 Papa Benedetto XVI gli ha conferito un Dottorato honoris causa per la Musica Sacra. Collabora con solisti di grandissima fama e ha un rapporto preferenziale con Cecilia Bartoli con cui ha inciso per Decca il progetto Mission e il disco St. Petersburg. Dal 2013 è regolarmente presente al Festival di Salisburgo con grandi progetti operistici. DUETTO Apprezzato come uno dei più brillanti interpreti della sua generazione, unisce alla versatilità e al virtuosismo un rigore stilistico apprezzato dal pubblico e dalla critica internazionali che lo seguono nelle maggiori sale, dalla Filarmonica di Berlino al Lincoln Center di New York. Dal 1993 è Maestro stabile del Coro della Radiotelevisione svizzera a cui ha ceduto nel 2014 l’orchestra barocca “I Barocchisti” da lui fondata nel 1998. Giuseppe Clericetti incontra Diego Fasolis, reduce dai successi trionfali nel tour europeo dei Barocchisti con Cecilia Bartoli e alle soglie della produzione al Taetro alla Scala con un’opera di Georg Friedrich Händel. Parliamo con Diego Fasolis degli 80 anni di vita del Coro della Radiotelevisione svizzera e della prossima importante collaborazione scaligera. Il Coro della RSI compie nel 2016 ottant’anni di vita: quali i tuoi ricordi legati al Coro dell'era gestita da Edwin Loehrer e Francis Travis? Mio nonno Michelangelo Fasolis, contrabbassista e membro fin dalla nascita della Radio Orchestra, lavorava settimanalmente con Edwin Loehrer e ne parlava con grande rispetto. Io ho ricordi indelebili delle sue interpretazioni in Cattedrale a Lugano e dei contatti personali. Ho poi seguito e spesso collaborato come clavicembalista e organista a produzioni di Francis Travis che, ottimo direttore d’orchestra, aveva indirizzato il coro verso il grande repertorio sinfonico-vocale con risultati spesso notevoli ma snaturando forse un po’ la natura di coro da camera o di ensemble madrigalistico che aveva fatto la fortuna anche discografica di Loehrer. 21 20 Quali sono le caratteristiche e le qualità più significative dell’attuale Coro della RSI? stigiose se si pensa alle ultime produzioni a Salisburgo, Norma di Bellini (che andrà in tour con I Barocchisti nel 2016-2017) o il capolavoro di Gluck Iphigénie en Tauride appena realizzato nel 2015. Qual è il repertorio privilegiato del nostro Coro sul quale stai lavorando in questi ultimi anni di attività? Il mio predecessore André Ducret ha effettuato un importante e difficile lavoro di trasformazione della formazione e del repertorio. Assieme a te, Giuseppe Clericetti, sotto la responsabilità e il sostegno attivo e costante di Carlo Piccardi, abbiamo riportato il Coro RSI verso lo straordinario repertorio antico italiano aggiungendo un po’ della mia passione per J. S. Bach. Una costante erosione dei mezzi finanziari ci ha costretti ad aumentare le coproduzioni e questo ha portato a realizzare con le maggiori case discografiche oltre un centinaio di produzioni. Abbiamo un coro da camera poliglotta ma di chiara impronta italiana che si è guadagnato un posto tra i migliori al mondo. Sempre però un coro radiofonico, che principalmente concepisce il suo lavoro per l’antenna e a beneficio dell’ascoltatore che, pagando il canone, deve ricevere un prodotto di qualità nei campi che lo possano interessare. Dove questa attività può trovare sbocchi concertistici certamente lo fa. Da qualche anno persino con presenze in scena. E preDUETTO Abbiamo sempre seguito due strade. Repertorio noto, da frequentare con letture storicamente informate e filologicamente documentate, e opere riscoperte. Nel primo campo si sono poste alcune pietre miliari come la Messa in Si minore o l’Oratorio di Natale di Bach che, a molti anni dalla registrazione, restano indicate come riferimento dalle maggiori riviste specializzate, mentre nel secondo abbiamo permesso di portare alla luce, o meglio, all’ascolto, una serie impressionante di prime esecuzioni, da Petrucci a Balsamino, da Jommelli a Galuppi e molte opere italiane custodite nei Conventi svizzeri (Bernasconi, Cossoni, Galimberti). Abbiamo poi intrapreso un’operazione gigantesca iniziando a registrare l’Opera integrale del genio del rinascimento Giovanni Pierluigi da Palestrina. Siamo al quarto volume con 10 dischi e due DVD che speriamo presto distribuiti da una grande casa discografica. Parlaci dei prossimi traguardi che intendi raggiungere insieme al Coro della RSI. Il traguardo più importante è per me il mantenimento del principio che una produzione musicale sia essenziale per una radiotelevisione nazionale. Siamo in contatto con l’Unione Europea di Radiodiffusione da cui attingiamo concerti e produzioni e alla quale è bene si sia in grado di offrire prodotti nostri ed unici. Ora lo facciamo con la testa alta e così deve essere anche al mio prossimo pensionamento. Dopo quasi 25 anni mi impegno per una transizione e per trovare un collega che possa raccogliere un’eredità importante e valorizzarla a favore dei nostri ascoltatori e del nostro Ente. Prossimamente sarai invitato al Teatro alla Scala: in quali occasioni hai già collaborato con l'istituzione scaligera? Molti anni or sono sono stato invitato per sostituire un collega in un repertorio mozartiano. Grande emozione e buon risultato. Poi fui richiamato per interpretare Bach. Due concerti alla Scala e una lunga tournée. Questi semi hanno dato frutti e ora si desidera dotare la Scala di un’orchestra con strumenti originali per esecuzioni sto- ricamente informate. Sono onorato che offrano a me e ai nostri Barocchisti che affiancheranno i professori dell’orchestra milanese questa prima produzione su strumenti d’epoca. La produzione milanese prevede l'oratorio di Händel Il trionfo del tempo e del disinganno: qual è il messaggio di questa opera? Si tratta di un capolavoro assoluto di un Händel appena ventiduenne in Italia per affinare la sua arte e a Roma protetto dal Cardinale Benedetto Pamphilj che ha scritto il libretto. Siamo all’inizio del Settecento dove a Roma il Papa aveva vietato l’opera con tutti i suoi eccessi. Quindi grande produzione di cantate e oratori. Qui un tema morale assolutamente attuale. Bellezza e Piacere contrapposti a Tempo e Disinganno (poi divenuto “Verità” nelle versioni più tarde inglesi). Bellezza rappresenta l’uomo che si evolve verso una visione spirituale rinunciando alle illusioni della gioventù e della sua effimera bellezza che Piacere garantisce costante con giovanile e immutevole immaturità. Tempo e Disinganno indicando drammaticamente l’ineluttabilità del declino finiscono per aiutare la transizione alla consapevolezza della maturità e il passaggio da una Bellezza effimera a una Bellezza eterna. Parlaci del cast dei solisti… Un cast tutto nuovo rispetto alle precedenti edizioni e anche rispetto alle incisioni discografiche. Perfettamente amalgamato e coerente comprende: 23 22 Bellezza, Martina Janková: bravissimo soprano con voce morbida e calda, ottime colorature e gran desiderio di trasmettere sinceramente al pubblico la sua arte. Piacere, Lucia Cirillo: mezzosoprano con voce brunita estesa e potente, intelligente e attenta attrice, specializzata anche in ruoli maschili. Disinganno, Sara Mingardo: uno dei pochi veri contralti del panorama internazionale, voce di incredibile bellezza, artista somma per esperienza e musicalità. Tempo, Leonardo Cortellazzi: talento cresciuto nell’ambiente della Scala, bellissima voce e perfetta presenza scenica. 2. 2016 Teatro alla Scala, Milano Orchestra del Teatro alla Scala in collaborazione con I Barocchisti della RSI “Il trionfo del tempo e del disinganno” di Georg Friedrich Händel Direttore Diego Fasolis Regia Jürgen Flimm Cast Martina Janková e Lucia Cirillo, Sara Mingardo, Leonardo Cortellazzi Quali sono le idee registiche? Si adattano bene al libretto? Lo spettacolo gira in Europa da quasi quindici anni e con grande successo. Si tratta di una cantata-oratorio e la Musica meravigliosa non avrebbe sostanzialmente bisogno di altro. Ci sono solo quattro cantanti e la versione romana non prevede coro. Qui abbiamo un grande spettacolo con mimi e ballerini, bellissimi costumi moderni e antichi, organi in scena, sfilate di moda e quant’altro. Peccato io non sia riuscito a far rimettere le arie ai personaggi indicati da Pamphilj e Händel che a Zurigo erano state cambiate e dove Piacere (Cecilia Bartoli) cantava un’aria di Bellezza. Come uomo di radio ho il desiderio e l’abitudine a rendere il “teatrale” fruibile all’ascolto. Per la vista e il giudizio finale, tutti alla Scala dal 28 gennaio al 13 febbraio 2016. Ma 2 ore 21.00 Jazz in Bess music club, Lugano Trio Special Chris Speed “Really OK” Trio Chris Speed sax tenore e clarinetti, Chris Tordini contrabbasso, Dave King batteria Una collaborazione Associazione Jazzy Jams Rete Due In diretta su Rete Due rsi.ch/retedue Ve 5 ore 20.30 Auditorio Stelio Molo RSI, Lugano British Flair Orchestra della Svizzera italiana Direttore Constantinos Carydis Solisti Thomas Cooley tenore, Zora Slokar corno Musiche di Pärt, Britten e Haydn In diretta su Rete Due e videostreaming rsi.ch/retedue Lu 22 ore 20.30 Teatro del Gatto, Ascona Trio Special Jeb Patton Trio feat. Lewis Nash Jeb Patton pianoforte John Webber contrabbasso Lewis Nash batteria Una collaborazione Jazz Cat Club, Ascona - RSI Rete Due In diretta su Rete Due rsi.ch/retedue Gio 18 Gio 25 ore 20.00 Auditorio Stelio Molo RSI, Lugano Showcase RAF In diretta su Rete Uno rsi.ch/reteuno Gio 18 ore 20.30 Teatro LAC, Lugano ore 20.30 Teatro LAC, Lugano Beethoven Orchestra della Svizzera italiana Direttore Vladimir Ashkenazy Solista Garrick Ohisson pianoforte Musiche di Beethoven Concerto per pianoforte e orchestra n. 5 (Imperatore) e Sinfonia n. 4 In diretta su Rete Due rsi.ch/retedue Rileggendo Brahms Orchestra della Svizzera italiana Direttore Markus Poschner Solista Paul Lewis, pianoforte Musiche di brahms Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 e Sinfonia n. 4 In diretta su Rete Due rsi.ch/retedue Fotografie di Dániel Vass DUETTO Dal 28.1 al 13.2 RENDEZ-VOUS 25 24 club Vita di un materasso di ottima fattura Tim Krohn Edizioni Casagrande Martina Parenti Insolito protagonista è un materasso che si imbatte nel tempo in una serie di personaggi. Sempre più malridotto, quest’oggetto attraversa diverse generazioni, viene amato, abbandonato, snobbato e invecchia, esattamente come un qualsiasi essere umano. E come un qualsiasi essere umano ha una sua peculiarità: una macchia di sangue a forma di Stati Uniti che lo rende inconfondibile. Ma le storie dei singoli personaggi sembrano solo apparentemente prendere il sopravvento sul vero soggetto della narrazione. Il materasso, quando ormai ci siamo quasi scordati di lui, appare. Tim Krohn è un maestro nel tessere con raffinatezza i fili della sua storia. Quella di fare di un oggetto inanimato l’unico collante di una serie di racconti è un’idea tanto brillante quanto rischiosa eppure il risultato è eccellente. Peccato anzi che la Vita di un materasso di ottima fattura sia così breve. Avremmo voluto sdraiarci ancora un po’ fra le pagine di questo libro tanto accogliente e piacevole. NOTA BENE Luys i Luso Tigran Hamasyan Yerevan State Chamber Choir Harutyun Topikyan 2015 (ECM) The Danish Girl di Tom Hooper, con Eddie Redmayne, Alicia Wikander (USA/GB 2015) Marco Zucchi Christian Gilardi Da sempre strettamente legato alla sua Armenia, interessato alle radici culturali più profonde del suo popolo, Tigran Hamasyan si è speso sin dagli esordi nel recupero delle scale e dei metodi compositivi del territorio, ricucendoli e riaggiustandoli successivamente su misura di un formidabile sincretismo geo-temporale, in cui sposare, senza conflitto alcuno, epoche e contesti diversissimi tra loro. In questo prezioso progetto di “attualizzazione” (applicato però secondo le modalità di un minuzioso restauro artistico) della più antica e vasta tradizione musicale di stampo cristiano ortodosso, capace di unire in un'unica vetrina inni liturgici, canti popolari e composizioni di giganti del repertorio sacro armeno, Tigran non è certo solo. Ad affiancarlo, nientemeno che lo Yerevan State Chamber Choir, a dare forma alla sua peculiare operazione con la sapienza antica di retaggi culturali che la direzione di Harutyun Topikyan sa sottolineare con la dovuta premura. Il CD è stato registrato all’Argo Recording Studio di Yereva e mixato presso i nostri studi RSI a Lugano. Dopo il trionfale Il discorso del re (Oscar nel 2011) e la trasposizione del musical Les Miserables (2012), Tom Hooper sonda la tematica dell’identità di genere attraverso la vicenda - storica ma qui un po’ edulcorata - del pittore paesaggista danese di inizio ’900 Einar Wegener, divenuto poi Lili Elbe, protagonista del primo tentativo chirurgico di cambio di sesso. L’efebico Eddie Redmayne (premiato dall’Academy lo scorso anno per La teoria del tutto) si cala nella parte con doti trasformistiche molto credibili. Altrettanto efficace Alicia Wikander nel tratteggiare il dilemma costante della moglie, dapprima disorientata e poi alleata nel percorso di trasformazione. In uscita a metà febbraio. Due grandi mostre al LAC Lugano Arte e Cultura Markus Raetz e Aleksandr Rodchenko La prima mostra monografica ospitata dal MASI Lugano è dedicata a Markus Raetz, uno dei protagonisti della scena artistica svizzera contemporanea. Si tratta della prima personale a lui dedicata in Ticino: include una nuova installazione realizzata appositamente per l’occasione e oltre 150 opere che ripercorrono il percorso artistico di Raetz dagli anni Settanta ad oggi. Grazie a un approccio al tempo stesso ludico e concettuale nelle incisioni, nei disegni e nelle sculture di Raetz una parola può trasformarsi nel suo esatto contrario e il profilo di un uomo con un cappello apparire al tempo stesso come la sagoma di una lepre: nella sua opera coesistono gli opposti e niente è come appare di primo acchito. In contemporanea all’esposizione “Markus Raetz”, il Museo presenta una mostra monografica dedicata a un protagonista assoluto dell’arte del XX secolo, Aleksandr Rodchenko (1891–1956). Rodchenko è stato uno dei principali generatori di idee creative di quella stagione straordinaria e ne ha incarnato la temperie spirituale. La mostra, comprendente 316 opere, documenta la carriera di Rodchenko includendo anche le creazioni nate dalla collaborazione con altri artisti, primo fra tutti l’amico poeta Vladimir Majakovskij: si incontrano sia i celebri manifesti pubblicitari e gli straordinari fotomontaggi di propaganda politica, che le fotografie in cui, da punti di ripresa inaspettati, Rodchenko documenta la Mosca degli anni Venti, fra scene di vita quotidiana e arditi scorci architettonici, parate militari ed eventi sportivi. Domenica 28 febbraio alle ore 10.45 il Club Rete Due offre a soci e simpatizzanti una visita guidata alle due mostre. Durata 1h e 15’ ca. (ritrovo 10 minuti prima all’entrata del LAC, Piazza Luini 6, Lugano). Prezzo ridotto CHF. 10.00 Domenica 4 settembre Al KKL per il Lucerne Festival Anne-Sophie Mutter con l’Orchestra della Lucerne Festival Academy diretta da Alan Gilbert Alban Berg Concerto per violino e orchestra Dem Andenken eines Engels, In memoria di un angelo Norbert Moret En rêve Concerto per violino e orchestra da camera Arnold Schönberg Pelléas und Mélisande op. 5 Programma Alle ore 12.30 partenza dagli Studi Radio di Besso e alle ore 13.00 dalla stazione ferroviaria di Arbedo-Castione. Lungo il tragitto un redattore musicale di Rete Due farà un’introduzione allo spettacolo. Arrivo a Lucerna, tempo a disposizione e cena libera. Alle 19.30 inizio del concerto al KKL. Al termine, rientro in Ticino. Prezzo la quota di partecipazione comprendente la trasferta in pullman e il biglietto in platea e 1. balconata è di CHF 160.per i soci (190.- per i non soci), in 2. balconata di CHF 110.per i soci (140.- per i non soci) Iscrizioni Fosca Vezzoli T. +41 91 803 56 60 [email protected] Iscrizioni Fosca Vezzoli T. +41 91 803 56 60 [email protected] 27 26 DAB 16 Club Rete Due casella postale 6903 Lugano T +41 (0)91 803 56 60 F +41 (0)91 803 90 85 Fotolito Prestampa Taiana Stampa Duplicazione RSI © RSI tutti i diritti riservati K12 Redazione Cult Fosca Vezzoli Internet rsi.ch/rete-due Art Director RSI Gianni Bardelli Satellite Hotbird 3 Posizione 13° Est Frequenza 12.398 GHz E-mail [email protected] SATELLITE Produttrice Rete Due Sandra Sain Immagini: 6-7 iStockphoto 9, 16-17 PD Schumacher & Frey 11 youtube.com, politiken.dk, rayanderson.org 19 Francesca Giorzi Ccp 69-235-4 retedue.rsi.ch Progetto grafico Ackermann Dal Ben Frequenze di Rete Due Fm Bellinzonese 93.5 Biasca e Riviera 90.0 97.9 93.5 Blenio 90.0 Calanca 90.2 Leventina 90.0 93.6 96.0 Locarnese 97.8 93.5 92.9 Luganese 91.5 94.0 91.0 Bregaglia 97.9 99.6 96.1 Malcantone 97.6 91.5 Mendrisiotto 98.8 Mesolcina 90.9 91.8 92.6 Maggia-Onsernone 97.8 93.9 91.6 Val Poschiavo 94.5 100.9 Verzasca 92.3 92.7 Galleria Mappo-Morettina 93.5 Rivera-Taverne 97.3 92.8 INTERNET n.1