Scarica il file
Transcript
Scarica il file
Rassegna del 28/02/2017 INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna del 28/02/2017 Si parla di noi Il Centro 28/02/2017 p. 32 Meccanico trovato morto in auto 1 Il Centro Aquila 28/02/2017 p. 30 Meccanico trovato morto in auto 2 Trasporti e infrastrutture Il Centro 28/02/2017 p. 29 Al via il cantiere per la nuova strada che taglia il traffico Antonella Luccitti 3 Corriere Della Sera 28/02/2017 p. 25 Vito, l'italiano del supertreno capace di viaggiare a 1.200 all'ora Gian Antonio Stella 4 Giornale 28/02/2017 p. 14 Il ferroviere d'oro da 12mila euro al mese Pier Francesco Borgia 6 Il Fatto Quotidiano 28/02/2017 p. 8 Ponte di Nona, la Vela e gli altri "scempi" di "re "Calt agirone Antonio Monti 7 Italia Oggi 28/02/2017 p. 46 Trasporto pubblico locale, un futuro è possibile Manifesto 28/02/2017 p. 7 Tirrenica, l'inconcepibile autostrada nel parco 8 Riccardo Chiari 9 Trasporto pubblico locale Messaggero Abruzzo 28/02/2017 Indice Rassegna Stampa p. 47 Ferrovia, Trenitalia abbandona la Marsica Pino Veri 10 Pagina I I NTERVENTO I CARABINIERI Di POPOLI d'bc y 6lenne fa in tem po ad accostare , stava andando all'officina Tua ! VITTORITO Stava andando al lavoro come ogni mattina, quando all'improvviso si è sentito male. L riuscito ad accostare la sua auto, fra Popoli e Vittorito, e ad allertare i soccorsi. Ma quando i carabinieri sono arrivati lo hanno trovato morto. L deceduto ieri mattina Pirro Belloni , 6lenne di Vittorito, che lavorava come manutentore nell'officina degli autobus dell'azienda di Trasporto unico abruzzese (Tua, exArpa) di Sulmona. Dolore e sgomento fra i col- Si parla di noi leghi quando si è diffusa la notizia ed è rimbalzata fino al capannone alla zona industriale di Sulmona, che l'uomo stava raggiungendo come ogni mattina. Il ricordo che ne tratteggiano i suoi amici e compagni di lavoro è quello di una persona a modo e molto seria, attenta e scrupolosa sul lavoro e con gli altri. «Era un gran lavoratore», raccontano dall'officina della Tua, « si impegnava sempre al massimo, senza risparmiarsi . Oltre ad essere una bravissima persona». Lo stesso sentimento di profondo rispetto si registra anche a Vittorito, dove l'uomo viveva. I carabinieri di Popoli, che lo hanno trovato ancora a bordo della sua auto, indagano per risalire alle cause del decesso . Secondo una prima ricostruzione, comunque, l'uomo si sarebbe sentito poco bene e avrebbe fatto in tempo a fermare l'auto, accostare sul ciglio della carreggiata e chiamare i soccorsi. Purtroppo, però, una volta arrivati non hanno potuto fare nulla. (f.p.) ORI PRODUZIONE RISERVATA Pagina 1 II 61enne di Vittorito fa in tempo accostare, stava 1 VITTORITO II deposito della Tua (ex Arpa) Stava andando al lavoro come ogni mattina, quando all'improvviso si è sentito male. L riuscito ad accostare la sua auto, tra Popoli e Vittorito, e ad allertare i soccorsi. Ma quando i carabinieri sono arrivati lo hanno trovato morto. L deceduto ieri mattina Pirro Belloni, 61 enne di Vittorito, che lavorava come manutentore nell'officina degli autobus dell'azienda di Trasporto unico abruzzese (Tua, exArpa) di Sulmona. Dolore e sgomento fra i col- leghi quando si è diffusa la notizia ed è rimbalzata fino al capannone alla zona industriale di Sulmona, che l'uomo stava raggiungendo come ogni mattina. Il ricordo che ne tratteggiano i suoi amici e compagni di lavoro è quello di una persona a modo e molto seria, attenta e scrupolosa sul lavoro e con gli altri. «Era un gran lavoratore», raccontano dall'officina della Tua, «si impegnava sempre al massimo, senza risparmiarsi. Oltre ad essere una bravissima persona». nell'officina Tua Lo stesso sentimento di profondo rispetto si registra anche aVittorito, dove l'uomo viveva. I carabinieri di Popoli, che lo hanno trovato ancora a bordo della sua auto, indagano per risalire alle cause del decesso. Secondo una prima ricostruzione, comunque, l'uomo si sarebbe sentito poco bene e avrebbe fatto in tempo a fermare l'auto, accostare sul ciglio della carreggiata e chiamare i soccorsi. Purtroppo, però, una volta arrivati non hanno potuto fare nulla. (f p.) ©RIPRODUZIONE RISERVATA AU,e Ii- .ii Si parla di noi Pagina 2 Sopralluogo nella zona dei cimitero: l'opera convogliera le auto su via Chiarini eviterà il senso unico della galleria d i Antonella LCCitti 1 MONTESILVANO Cantiere ai nastri di partenza davanti al cimitero di Montesilvano, dove a breve sorgerà una bretella che convoglierà le auto dirette verso il centro cittadino direttamente su via Chiarini. Obiettivo dell'opera pubblica, i cui lavori partiranno nei prossimi giorni e dureranno due mesi, è provare a ridurre il traffico lungo via Togliatti in uscita dalla tangenziale, decongestionando la rotatoria, con la speranza di abbassare i livelli di polveri sottili che in più occasioni hanno sforato il limite nei quartieri Ranalli e Villa Carmine. Il correttivo rappresenta un tentativo di evitare il senso unico nord-sud all'interno della galleria I Pianacci, proposta avanzata dall' Anas ma non condivisa dal sindaco Francesco Maragno che teme un trasferimento dei problemi a Santa Filomena. Qualora la "canna" dovesse essere chiusa al transito delle auto che da Pescara procedono in direzione Vestina, infatti, il traffico si riverserebbe nel quartiere più a sud della città, già particolarmente trafficato. Si tratta di un'ipotesi, dunque, che ha già sollevato molte perplessità tra gli amministratori e i residenti. «Questa opera», spiega il primo cittadino, «rappresenta un primo intervento di un progetto ben più articolato che stiamo predisponendo per fluidificare il traffico in un punto nevralgico della viabilità non solo cittadina, ma di tutta l'area metropolitana pescarese. Tutti i giorni migliaia di veicoli percorrono in entrata e in uscita la galleria I Pianacci. Realizzando questa bretella andremo a facilitare l'uscita dei mezzi dal tunnel e l'immissione sul traffico urbano». I lavori, che verranno realizzati per un importo di circa 46 mila euro, consisteranno nella realizzazione di uno svincolo su parte del parcheggio del cimitero, mentre la restante parte verrà conservata per consentire le attività degli operatori che lavorano nel camposanto. Per predisporre il cantiere, ieri mattina è stato effettuato un sopralluogo tecnico al quale hanno partecipato l'assessore ai Lavori pubblici Valter Cozzi, il geometra Marco Iessi dell'impresa Di Prospero srl di Pescara, aggiudicataria degli interventi, e l'architetto Stefano Sonsini, progettista della nuova rotatoria che implementerà quella già esistente tra via Chiarivi e via Togliatti. «Auspichiamo che tali interventi», commenta l'assessore Cozzi, «possano rappresentare per l'Anas una soluzione a immediato impatto, affinché la galle- ria I Pianacci resti a doppio senso e non diventi percorribile in unico senso di marcia, rischiando così di congestionare un'altra area della città, in zona Santa Filomena, che già ad oggi è particolarmente trafficata». Ora i tecnici comunali interpelleranno Enel, Telecom, Aca e Italgas, cioè tutti gli enti competenti delle gestioni dei sottoservizi dell'intera area, al fine di programmare anche gli interventi successivi. RIPRODUZIONE RISERVATA AI eli ilcimierc per lai lsl Cadi elle tul;li ìl I rallico Lo s:áacolo al ci:::itero cou:: pa: che gio che sará in parte elim' Trasporti e infrastrutture a Pagina 3 di Glan Antonio Stella Vito, l'italiano del supertreno capace di viaggiare a 1.200 all'ora Pertosa e il suo gruppo di Monopoli partner della start-up canadese TransPod illeduecentoventi chilometri l'ora! «La velocità è inau. . dita. I fiori ai lati della via non son più fiori, sono macchie, anzi sono strisce rosse o bianche. Le città, i campanili e gli alberi danzano e si perdono follemente nell'orizzonte». Solo la stupefatta meraviglia di Victor Hugo, che provò il brivido delle prime locomotive a quindici chilometri l'ora («Occorre uno sforzo per non figurarsi che il cavallo di ferro sia una vera bestia. La si sente soffiare...») potrebbe offrire l'impatto del nuovo «supertreno» che fra una decina di anni collegherà in poco più di mezz'ora, salvo intoppi, Toronto e Montreal. «Treno»... Si fa per dire. In realtà, come spiega Vito Pertosa, «è una cosa tutta nuova. Dopo la nave, il treno, l'automobile, l'aereo è proprio un altro modo di viaggiare». Quella per arrivare primi alla realizzazione dell'«Hyperloop», che Wikipedia riassume come «una tecnologia hardware open-source per il trasporto ad alta velocità di merci e passeggeri all'interno di tubi», è una gara planetaria e vede al momento tre grandi concorrenti: due gruppi californiani e uno canadese. Tutti nati nella scia del visionario imprenditore Elon Musk, quello che affascina Matteo Renzi al punto di spingerlo a piantare in asso l'Italia, il Pd e le scissioni per incontrarlo in Silicon Valley. Ci siamo anche noi italiani, in gara. Con la MerMec, il piccolo colosso multinazionale di Vito Pertosa che partendo da «Bacco», un carrello per raccogliere l'uva nei vigneti, ha spazzato via tutti i vecchi sistemi di controllo sulla sicurezza ferroviaria con «locomotive che viaggiando a 382 chilometri l'ora riescono a scoprire sui binari micro-fratture di mezzo millimetro o a misurare i cavi elettrici con una approssimazione di un decimo di millimetro». Una scienza tecnologica così raffinata da consentire all'impresa di Monopoli (88 chilometri da Corato dove si scontrarono i due treni sul binario unico: i due volti del Sud) di conquistare 56 tra i maggiori mercati mondiali. Per capirci: sono affidati ai sistemi di controllo MerMec le metropolitane di Londra (la più antica), Seul (la più estesa), Parigi, Madrid, Singapore, Vienna, Roma, Milano... E le reti ferroviarie non solo italiane («Sulla diagnostica siamo i primi al mondo») ma francesi, tedesche, australiane, turche, norvegesi, finlandesi... Per non dire dei fiori all'occhiello, come la Shinkansen, l'alta velocità giapponese sulla quale sfrecciano i «treni proiettile». Quasi un monopolio. Tanto che, ammicca Angelo Petrosillo, che nel 2oog assieme a Luciano Belviso (non arrivavano a sessant'anni in due) si è inventato con Pertosa gli aerei leggeri della «Blackshape» che oggi vendono in 27 Paesi, «dall'estero ci arrivano lettere indirizzate non a Monopoli, provincia di Bari, ma a Monopoly, con la Y». Fatto sta che, in attesa di mettere insieme quanto prima i diversi settori (la diagnostica ferroviaria, gli aerei con un nuovo velivolo certificato Easa, i sistemi per pagamenti via internet e i satelliti, due dei quali saranno lanciati nello spazio a ottobre) il piccolo gigante barese ha deciso di giocarsela, come dicevamo, anche sull'«Hyperloop». Ed è entrato come primo partner, mettendo soldi, tecnologie e il peso di una struttura che conta su circa settecento ingegneri («ma ne assumeremo un altro centinaio») nel gruppo canadese TransPodlnc. dovrebbe essere l'Hyperloop da San Francisco a Los Angeles, sta lavorando pancia a terra per partire prima con il «supertreno» Toronto-Montreal. Un «supertreno» senza locomotiva. Ma certamente più simile, stando alle anticipazioni, all'idea dei convogli che ci portiamo dentro da quasi due secoli. Le navette chiamate «pod», infatti, non saranno come quei bossoli inizialmente concepiti con dentro quattro o cinque persone scomodamente sistemate, ma grandi cilindri ipertecnologici del diametro di tre metri e lunghi una ventina in grado di ospitare, su poltroncine più o meno tradizionali, 27 passeggeri. Accolti e sistemati i viaggiatori, la navetta sarà chiusa e, tolta completamente l'aria nell'intercapedine, galleggerà nel vuoto di un tubo del diametro di quattro metri. Niente più binari: un tubo che va, uno che viene. Posati su piloni sotto controllo 24 ore su 24, con le vie di fuga come nei tunnel ferroviari, questi tubi coperti all'interno di elettromagneti e all'esterno di pannelli solari, scorreranno per centinaia di chilometri seguendo il massimo rettilineo possibile. Le navette, infatti, grazie alla totale mancanza di attrito, alla levitazione magnetica (il primo esempio, che un giorno risulterà «datato» è stato quello del Il quale, guidato dai fondatori Sebastien Gendron e Ryan Janzen («Due geni», giura Pertosa) e spinto dal governo di Ottawa decisissimo a battere sul tempo i californiani che già pubblicano su youtube i video con i rendering di quello che Trasporti e infrastrutture Pagina 4 MagLev che a Shanghai collega in sette minuti città e aeroporto) e a un nuovissimo sistema elettro-dinamico, avranno una velocità di crociera di 965 chilometri orari con punte, come dicevamo, di 1.220. Meno del Concorde che passava (a costi spropositati) il muro del suono, ma molto più di un Boeing 737. Tra una navetta e l'altra, stando ai progetti che per gli italiani di MerMec vedono in prima linea l'ingegnere Pasquale Antuofermo, passerà inizialmente un quarto d'ora: «Ma dopo aver verificato e messo a punto tutti i sistemi di sicurezza per essere certissimi di non correre il minimo rischio, contiamo di scendere a tre minuti. Poi due». Tempo di percorrenza dalla stazione di Montreal a quella di Toronto, 545 chilometri, circa quaranta minuti. I costi? Stando al piano industriale, spiega Vito Pertosa, convintissimo che il nuovo «supertreno» su molte tratte medio-lunghe metterà ai margini l'aereo, «una quindicina di milioni di euro al chilometro». Quanto quelli delle tratte di Alta velocità in Spagna. Ma quasi la metà dei 24 milioni a chilometro di buona parte delle tratte italiane. Per non dire di quelle ancora più care: «Insomma, secondo noi sarà conveniente. Gli stessi costi di gestione saranno più bassi. Tanto che anche i biglietti dovranno costare di meno». Resta una domanda: uomini, donne, vecchi e bambini si fideranno a viaggiare su navette che ricorderanno loro i vecchi sistemi della posta pneumatica? Quelli dove mettevi una capsula, schiacciavi B12 e puff!, schizzavano via? Non soffriranno, ad esempio, di claustrofobia? Può darsi, rispondono gli esperti. Ma anche sugli aerei non ci rendiamo più conto, dopo un po', di volare sopra un immenso precipizio di diecimila metri. E nel tunnel della Manica non ricordiamo d'essere sotto il mare. «E in ogni caso ci sarà una luce al led bellissima di una impresa veneta e sui "finestrini" scorreranno le immagini registrate del paesaggio. Come fosse un viaggio reale». E magari a qualcuno tornerà in mente Victor Hugo... II sistema TransPod, il supertreno del futuro attraverserà le città in sopraelevata: navicelle con a bordo 27-30 passeggeri sfrecceranno a oltre 1.200 chilometri orar sfruttando la lievitazione magnetica all'interno di tubi a bassissima pressione alimentati ad energia rinnovabile. La prima tratta pilota collegherà Montréal a Toronto e Vito Pertosa (foto), 57 anni, di Monopoli, è sposato e padre di tre figli. Cavaliere del Lavoro, è fondatore di Angelo Investments, fondo specializzato negli investimenti in società ad alto contenuto tecnologico, ora partner della canadese TransPod Il gruppo pugliese, grazie a uno staff internazionale con più di 700 ingegneri, si affiancherà a TransPod nello sviluppo e nella sperimentazione di nuovi prodotti e tecnologie funzionali al progetto HyperLoop È presidente e azionista di controllo del Gruppo MerMec, leader nello sviluppo di sistemi di segnalamento ferroviario. È inoltre azionista di controllo di società come Sitael (produzione e lancio di satelliti) e Blackshape (produzione aerei in fibra di carbonio) © RIPRODUZIONE RISERVATA Trasporti e infrastrutture Pagina 5 Il ferroviere d'oro da 12mila euro al mese Una carriera nell'azienda di Stato. E dopo il ritiro anticipato, le consulenze Pier Francesco Borgia Tra le tante storie raccolte in Vampiri (Mondadori) di Mario Giordano, estrapoliamo qui quella di Franco Marzioli che Giordano definisce il «ferroviere d'oro». Esemplare è la sua vicenda perché smaschera tutti i paradossi e le contraddizioni della previdenza italiana. Marzioli è nato a Roma nel 1950. Ingegnere, è entrato nelle Ferrovie dello Stato nel 1979. E ci è rimasto fino al giorno in cui è andato in pensione, vale a dire nel 2008. Un pensionato giovane dunque (appena 58 anni) che si porta a casa però un assegno mensile lordo di 12.913 euro. Cosa che lo posiziona nell'empireo dei «pensionati d'oro». In questa speciale classifica redatta con scrupolo da Giordano, Marzioli si posiziona subito dietro «fuoriclasse» del calibro di Maurizio Romiti (16.513 euro lordi al mese) e Giovanni Cobolli Gigli (17.871 euro lordi al mese). Questa cosa, del giovane pensionato con pesante assegno mensile, può essere letta come una delle tante contraddizioni di una previdenza italiana malata. Ma il fatto che Marzioli continui a lavorare come consulente per enti pubblici come la Regione Emilia Romagna ora che è andato in pensione dimostra tutti i paradossi del nostro sistema. Come sottolinea Giordano, lo «Stato manda i Papaveri in pensione anticipata e poi stipula con loro ricchi contratti di collaborazione». Fatto questo che porta a un «doppio risultato perverso: i Papaveri pensionati invadono il mercato del lavoro mentre le casse della previdenza si alleggeriscono». Nel capitolo dedicato ai pensionati delle Ferrovie dello Stato Giordano ricorda un dettaglio tutt'altro che trascurabile. Il Fondo speciale ferrovieri (fondato addirittura nel 1908) è in rosso dal 1973. Tanto che per restare in piedi viene assorbito, nel 2000, dall'Inps. Così è lo Stato a ripianare il buco di bilancio del Fondo. Intanto i 150mila pensionati ferrovieri continuano a incassare assegni che se fossero calcolati col criterio contributivo e con criteri uguali a quelli delle altre categorie, commenta Giordano, sarebbero ridotti. Nel 96% dei casi subirebbero un taglio. Nel 27% verrebbero tagliati di un terzo. Per la verità il presidente dell'Inps, Tito Boeri, ha provato a suggerire un ricalco di queste pensioni. Ma la sua proposta, è proprio il caso di dirlo, è finita su un binario morto. I Franco Marzioli, romano, dasse 1950, è un ingegnere che ha lavorato per 29 anni per le Ferrovie dello fiato Trasporti e infrastrutture Pagina 6 Urbanistica Le perle del costruttore, editore dei "Messaggero" che bolla l'arena come "ecomostro" Ponte di Nona, la Vela e gli altr i "scemp i" di "re" Caltagirone Ponte di Nona la stazione che collega il quartiere con i princ i■ MODELLO pali nodi ferroviari Nelle foto qui della Capitale è stata inauguaccanto le ratalo scorso maggio. Ben diepalazzine ci anni dopo l'arrivo dei 15 micostruite dalle la abitanti della zona. L'area, imprese del all'estrema periferia est di Rogruppo ma, sintetizza il format che Caltagirone a negli ultimivent'anni ha devaPonte di Nona stato le zone verdi più esterne eaTor della città: tecnicamente si Pagnotta, chiamano centralità urbaninella periferia stiche, nella sostanza sono romana. quartieri dormitorio provvisti di un mega centro commerciale ma non di servizi pubbli■ INCOMPIUTA ci. Il nome della strada centraLa Vela di Tor le di Ponte di Nona lascia poco Vergata, il spazio all'immaginazione: via Palazzo dello Francesco Gaetano C altagiroSport ne, parente e omonimo del re disegnato da del cemento di Roma. e servirebbero 250 milioni per finire. A gestire l'opera la Vianini Lavori, gruppo Caltagirone. In quell'area, dove dal 1987 la ditta ha una convenzione con l'Ateneo, dovevano sorgere buona parte delle strutture sportive e il Villaggio olimpico per la candidatura di Roma 2024. Il Cio chiedeva almeno 800 mila metri cubi edificati, 300 mila più di quelli previsti per il nuovo progetto dello stadio giallorosso. Sarà una coincidenza ma il quotidiano del costruttore era tra i maggiori sostenitori delle Olimpiadi. A Calatrava e mai finito: costerebbe 250 milioni di euro contro i60 preventivati ■ METROC Aperte 21 stazioni su 30, i costi sono saliti da 2,7 a 4 miliardi di euro È ANCHE l'editore de il Messaggero, il giornale che da due anni etichetta come "ecomostro" il progetto dell'As Roma e della società Eurnova (del costruttore Luca Parnasi) per lo stadio giallorosso a Tor di Francesco Valle. Eppure la lista delle Gaetano maggiori cementificazioni ro- Caltagirone mane degli ultimi anni si de- Ansa ruderi della torre del XII secolo che prima, solitaria, caratterizzava lo skyline. Ma è sul versante dell'edilizia sportiva che si registra il fallimento più evidente: la Vela, il futuristico Palazzo dello sport disegnato da Santiago Calatrava su terreni dell'Università di Tor Vergata per i Mondiali di nuoto del 2009. I lavori sono iniziati nel 2007 con un preventivo di 60 milioni di euro, dopo dieci anni i cantieri sono fermi E POI C'È la metro C, la più costosa delle incompiute romane, di cui la Vianini è una delle quattro ditte appaltatrici. Dopo dieci anni di cantieri, sono aperte solo 21 stazioni delle 30 previste, manca ancora la certezza sul tracciato definitivo e nel frattempo il costo è lievitato da 2,7 a quasi 4 miliardi. RIPRODUZIONE RISERVATA vono alle aziende della holding di famiglia. Sempre in periferia, sulle colline di Tor Pagnotta, Intermedia, l'agenzia immobiliare del gruppo Caltagirone, vende le palazzine di una centralità da 20 mila abitanti, ancora staccata dal resto del tessuto urbano. Con buona pace dei Trasporti e infrastrutture Pagina 7 Trasporto pubblico locale, un futuro è possibile I dati più recenti sulla mobilità in Italia sono allarmanti. Se da una parte il crollo dei consumi in questo settore sembra inarrestabile, dall'altra il ricorso alle auto private per gli spostamenti in città risulta doppio rispetto allo standard europeo, mentre il trasporto pubblico tocca i livelli più bassi degli ultimi quindici anni sia in termini di volume d'affari, sia di livello del servizio erogato. Significativa in tal senso la vetusta media di dodici anni dei nostri mezzi pubblici, a fronte dei sei anni del resto d'Europa. Inoltre, sebbene gli ultimi due governi abbiano previsto un significativo piano di investimenti sul fronte del trasporto pubblico, a oggi gravano su di esso la riduzione delle risorse pubbliche, passate da 6,5 a 4,8 miliardi, e i tagli effettuati alle regioni e agli enti locali, cui i servizi stessi si riconducono, dal patto di Stabilità e dalla spending review. Se ci si dovesse limitare alla valutazione di traffico e prestazioni, sarebbe dunque difficile giustificare l'interesse manifestato da parte dei competitor internazionali in occasione delle nuove gare per l'affidamento dei servizi di trasporto. La risposta viene dalle stesse aziende pubbliche, che hanno pubblicato bilanci in utile nel 70% dei casi e che patiscono un indebitamento spesso legato ai ritardati pagamenti da parte di regioni ed enti locali. Il Tpl evidentemente, laddove gestito con oculatezza, ma soprattutto con l'idonea dotazione di risorse economiche e infrastruttura- Trasporti e infrastrutture li, rappresenta ancora «un affare» su cui scommettere. In questa direzione va letto il nuovo progetto di mobilità integrata recentemente presentato dal Gruppo Ferrovie dello Stato: nel piano industriale 2017-2026, anche allo scopo di contrastare l'avanzata dei grandi concorrenti europei come il gruppo francese Ratp e la tedesca Arriva del gruppo Deutsche Bahn, spesso in cordata con aziende italiane, Ferrovie ha dichiarato di volere incrementare la propria quota di trasporto su gomma passando dall'attuale 6 al 25% e ha preannunciato investimenti significativi per l'acquisto di nuovi bus e treni. Un piano ambizioso, che sarà oggetto di attento monitoraggio da parte del Sindacato, direttamente interessato a questa veloce quanto imprevedibile metamorfosi affinché, qualunque sia l'aggiudicatario di gara o il gestore del servizio, vengano garantiti agli operatori del settore la «degna» occupazione e la «decorosa» retribuzione, oltre che il rispetto di leggi e contratti. Sotto il profilo normativo, d'altra parte, la disciplina del Tpl è tutt'altro che lineare. L'interpretazione non sempre condivisibile delle disposizioni di legge ha penalizzato, quando non inibito, la diffusione delle procedure a evidenza pubblica previste dal legislatore fin dal 1997: il complesso quadro normativo che si è sviluppato negli anni successivi ha frenato lo sviluppo dei meccanismi di gara e, quindi, ha contribuito all'utilizzo di altre tipologie di affidamento. Non è un caso se le uniche due gare a evidenza pubblica attive oggi in Italia, indette in due regioni, Toscana e Friuli-Venezia Giulia, vedono il proprio esito legato a quelli dei ricorsi esperiti in entrambi i casi davanti al Tar. Né destano minore preoccupazione sia il decreto «Milleproroghe», in riferimento alla vicenda Flixbus, sia i decreti attuativi della cosiddetta legge Madia sulle società partecipate e sui servizi pubblici locali, anche con i correttivi predisposti dal consiglio dei ministri: in particolare, la parte relativa al blocco delle assunzioni a tempo indeterminato di figure professionali indispensabili, quali autisti e macchinisti, rischia di compromettere la competitività delle aziende, mentre l'abolizione del regio decreto n. 148/1931, che regolamenta lo stato giuridico degli Autoferrotranvieri, rischia di creare un pericoloso vuoto normativo. Nessuna preclusione per le aggregazioni aziendali, a condizione che siano frutto di un percorso regolamentato che porti a ridurre la frammentazione delle aziende di trasporto, né per la riduzione delle aziende partecipate dalle attuali ottomila a circa mille, nella misura in cui questa scelta consenta di sottrarre alla cattiva politica aziende vitali per il paese. Innegabile, tuttavia, il rischio che una gestione meno che prudente di siffatti processi possa creare drammatici esuberi di personale e bloccare l'ingresso di nuovi addetti anche ove necessario. Sul fronte della contrattazione nazionale, il prossimo 31 dicembre scade il contratto di settore ed entro settembre le organizzazioni sindacali dovranno presentare la nuova piattaforma rivendicativa. hztanto, è stato finora disatteso lo stesso Ccnl del 28 novembre 2015, là dove prevedeva la costituzione di tre commissioni paritetiche tra associazioni datoriali e sindacati per elaborare il Testo unico degli accordi nazionali (l'ultimo è del 23 luglio 1976), la contrattualizzazione entro fine 2017 delle norme del regio decreto n. 14811931 e la costituzione del Fondo sanitario nazionale, da rendere operativo entro il prossimo luglio. Nonostante i ripetuti «solleciti», in due anni è stata convocata soltanto una riunione dedicata al Fondo sanitario. Ultima incognita, l'evoluzione del ruolo della rappresentanza datoriale nel momento in cui alla storica presenza di Asstra e Anav, cui aderiscono rispettivamente le aziende pubbliche e quelle private, si aggiunge Agens che, nata in ambito Confindustria, rappresenta principalmente Ferrovie dello stato e alcune aziende di trasporto su gomma. L'unico a poter sciogliere i pesanti dubbi che rendono incerto il futuro del trasporto pubblico locale è il governo nazionale, nella misura in cui riconosca il valore strategico del settore e lo doti di regole e risorse certe e adeguate ai parametri europei. la Segreteria nazionale Faisa Cisal Pagina 8 / ///// oo . T l rìren í ca l 'i nconcep i b i le autostrada nel parco ///////////w/ , «Non possono andare avanti così su un progetto che il territorio non accetta. Piuttosto si metta in sicurezza l'Aurelia» Anl Lo Orbetello , la protesta di domenica scorsa RICCARDO CHIARI Firenze «È inconcepibile pensare a un'autostrada dentro a un parco». Lucia Venturi, che dirige il Parco della Maremma, ancora non vuol crederci. Né vogliono crederci le migliaia di persone che domenica hanno affollato l'auditorium di Orbetello e le vie circostanti, perché lo spazio era troppo piccolo per ospitare tutti i contestatori dell'autostrada tirrenica. Eppure oggi a Roma la Conferenza dei servizi farà scattare il conto alla rovescia per il via libera definitivo all'ennesima grande opera inutile, con due mesi di tempo per la decisione finale. Da una parte il governo e l'ente locale toscano più importante, che è la Regione. Dall'altra le associazioni di protezione ambientale (Italia Nostra, Fai, Legambiente, Wwf); numerosi comitati (Comitato per la Bellezza, Rete per la difesa del territorio, Terra di Maremma, No Sat, Colli e laguna di Orbetello, Maremma viva, Forum ambientalista e altri ancora); anche forze politiche come Sinistra italiana, Rifondazione, Possibile e MSS. Con questi ultimi che peraltro cercano, al solito, di intestarsi in solitaria un'opposizione popolare nata ben prima della discesa in campo di Beppe Grillo. Trasporti e infrastrutture La novità è che anche alcune amministrazioni interessate all'Autotirrenica hanno preso posizione chiara: no all'autostrada, sì all'adeguamento dell'Aurelia a quattro corsie e alla sua messa in sicurezza. I sindaci di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna; di Orbetello, Andrea Casamenti; di Capalbio, Luigi Bellumori; e di Magliano, Diego Cinelli, hanno manifestato con i loro concittadini. Eletti, del resto, da coalizioni in cui il fattore «civico» è stato preponderante. E nell'auditorium di Orbetello è stata scandita una linea comune: «Alla Conferenza dei servizi ribadiremo la nostra netta contrarietà a un progetto il cui tracciato 1 e tisi, r "_,i te rano e il Parco della Maremma. Ancora la sottovalutazione dei delicati equilibri idrogeologici dei fiumi Albegna e Ombrone; e i dati del traffico, attuali e fiituri, che non giustificano una autostrada. Infine la mancanza del piano economico-finanziario della grande opera, che doveva essere presentato contestualmente ai progetti. «Forse non c'è perché anche i conti non tornano». Per giunta resta aperta all'Ue la procedura di infrazione sulla concessione a Sat (Società autostrade toscane). In proposito è appena partito un esposto alla magistratura contabile e all'Anac da parte dei senatori di Sinistra italiana Loredana De Petris, Alessia Petraglia e Massimo Cervellini: «È incomprensibile - denunciano - come alla soglia del 2020 si debba assistere a proroghe ultradecennali di concessioni autostradali senza evidenza pubblica, e al regalo a un privato di un'infrastruttura pubblica come la Statale Aurelia, realizzata e mantenuta dai cittadini. Le incredibili difformità procedurali che caratterizzano l'iter dell'AutoTirrenica ci impongono di rivolgerci a Corte dei Conti e Anac, per chiarire se, come noi crediamo, ci siano violazioni su un progetto tra l'altro inutile, dannoso, e fuori dal tempo». Angelo Gentili di Legambiente tira le somme: «Non possono andare avanti a spada tratta su un progetto che non è accettato dal territorio». Ma il governo non sembra voler rinunciare alla grande opera, visto che il piano di interventi di messa in sicurezza dell'Aurelia è una chimera. «Noi - insiste Gentili non vogliamo continuare a circolare su una strada con un asfalto in pessime condizioni, buche, incroci a raso e altro. Per questo chiediamo al ministro Delrio e al governatore toscano Enrico Rossi di aprire un tavolo di confronto, perché al più presto si aprano i cantieri per la messa in sicurezza dell'Aurelia». presenta grosse criticità». Spiegate nelle 68 pagine di osservazioni redatte dalle associazioni ambientaliste, nell'ambito della procedura di Valutazione di impatto ambientale sui progetti definitivi dei Lotti 4 e 5B (57 km circa) dell'Autotirrenica. Ad essere denunciate in particolare sono la Via «a rate», in otto lotti diversi, che non consente di valutare l'impatto complessivo. Poi l'elusione dellaValutazione di Incidenza, pur in presenza di aree di pregio come i Monti dell'Uccellina, la Laguna di Orbetello, il lago di Bu- Pagina 9 Ferrovia, Trenitalia abbandona la Marsica «Che Trenitalia stia per abbandonare la Marsica lo si deduce dall'eccezionale potenziamento della stazione di Mandela»: è Giovanni Carafa segretario regionale Fit-Cgil che parla e che dunque conferma quanto già annunciato dal Comitato pendolari rappresentato da Attilio Luciani, pendolare storico della linea e dal Messaggero nei precedenti articoli. Attenzione: Carafa misura le parole. «Tutti vedono che la stazione di Mandela viene in questi ultimi tempi potenziata. E' dunque ipotizzabile che la Regione Lazio non abbia più tanto interesse a mandare i suoi treni in Abruzzo. Dunque sostituisce Avezzano con Mandela. La certezza matematica l'avremo dopo aver consultato l'orario estivo che parte da Giugno. Ma, insomma, conclude Carafa, a mio giudizio non ci dovrebbero essere dubbi». Dunque stop dei treni a Mandela e forse qualche convoglio arriverà in Marsica ma a spese dell'Abruzzo e dopo l'intervento concreto dei regionali abruzzesi che però hanno evidentemente dimostrato che collegare la Marsica con Roma non è affatto nei loro sogni. Come dunque aveva già auspicato Attilio Luciani sarebbe bene che i sindaci marsicani di Tagliacozzo, Avezzano e Celano si facciano sentire e comincino un'aspra battaglia per far recedere Trenitalia. La stessa battaglia che aveva messo in campo il sindaco di Celano ingegnere Settimio Santilli il quale aveva sospettato che i treni provenienti da Pescara verso Roma potes- sero bypassare Celano per guadagnare minuti. Ma qui ora la situazione diventa più disastrosa e si rischia che la Marsica non venga più attraversata da treni a vantaggio del Lazio e della Valle Peligna che verrebbe comunque collegata con Pescara dopo l'intervento diretto nel merito del Presidente della Provincia. Intendiamoci, i pendolari laziali che viaggiano verso Roma utilizzano la ferrovia a mo' di metropolitana di superficie con treni effettivamente diversi dal ferrovecchio che l'altro giorno si è bloccato, provenendo da Avezzano e diretto a Roma, in territorio laziale ed è stato rimorchiato dopo due ore di lavori intralciando la strada ferrata e i transiti per almeno sette ore. Per sette ore, insomma, il traffico non è stato regolare. Pino Veri @ RIPRODUZIONE RISERVATA Su¡nr.i, eAa I,I...i..u. .nim...d J i IaJri Trasporto pubblico locale Pagina 10