Canidapresa 3-2009
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Canidapresa 3-2009
angolo del mastino Linfatismo, lassità e ipotiroidismo Uno scritto per fare chiarezza ed eliminare la confusione… “repetita iuvant” e, con questo, speriamo basti! Q uesto scritto nasce con il preciso scopo di tentare di fare chiarezza e puntualizzare alcuni concetti che erroneamente vengono espressi per identificare determinate situazioni anatomo-cliniche riferibili al mastino napoletano. Nel corso di un recente incontro è capitato di sentire usare il termine “linfatismo” riferito ai possibili fattori eziopatogenetici di alcune patologie che possono colpire organi e apparati (es. osteoarticolare, gastroenterico, ecc.) del nostro cane; la cosa che più colpisce è che tali affermazioni provenivano non da sprovveduti ma da personaggi che hanno una certa dimestichezza con l'allevamento del mastino napoletano. Evidentemente i concetti di lassità e linfatismo vanno di nuovo puntualizzati al fine di fare chiarezza sul termine etimologico e sullo specifico riferimento a quadri patologici in cui la predisposizione è un elemento importante per favorire l'insorgenza della malattia. Riportiamo entrambi i concetti per maggior chiarezza ai fini di un corretto iter diagnostico. LASSITÀ: riduzione congenita ad acquosità della tensione delle fibre del tessuto muscolare o di quello elastico connettivale; LINFATISMO: stato organico caratterizzato da un aumento di volume degli organi linfoidi, delle tonsille e delle linfoghiandole. Nel passato il termine era molto usato per definire una particolare tendenza alle infezioni recidivanti accompagnate da iperplasia del sistema linfatico. Tutto ciò premesso, indichiamo brevemente, solo come esempio, le due patologie (displasia dell'anca, volvolo gastrico) in cui i fattori di eccessiva lassità possono essere forieri della malattia, in tutto questo il linfatismo può essere presente come altra patologia senza nessun nesso causale. Ascoltare affermazioni, come ci è capitato di sentire, che confondono le due patologie appare aberrante: i tessuti costituenti l'anca o il tratto gastroenterico possono presentare o risentire di uno stato generale di lassità dei medesimi (si potrebbe riferire tutto ciò anche alle valvole cardiache…), al contrario invece le patologie del sistema linfatico possono colpire i plessi ghiandolari e il midollo comportando complicanze a vari organi e apparati. Abbiamo avuto modo di dissertare sia nella nostra rubrica sia con altri scritti sul bollettino ufficiale della S.A.M.N. (Società Amatori del Mastino Napoletano) su alcuni concetti riguardanti la caratteristica peculiare di razza del mastino napoletano di essere dotato di abbondante pelle, connettivo sottocutaneo in specie sul collo e sulla testa a protezione dell'assalto di altri animali. A tal proposito esprimemmo dubbi e perplessità sull'ipotesi adombrata oltreoceano di un quadro clinico comprendente anche l'ipotirodismo come fattore determinante la displasia dell'anca foriero di conferire, tra l'altro, un aspetto letargico al nostro mastino napoletano. Cogliamo l'occasione per riproporre un nostro articolo di dieci anni fa; purtroppo diverse sono le malattie che possono colpire la nostra splendida razza, ma conoscerne le cause e i fattori predisponenti, almeno in parte, deve essere cura di ciascuno tentando almeno di ridurne l'incidenza e approntare, con l'ausilio del veterinario, le terapie più opportune. Gian Franco Colucci Francesco Maiella Carlo Pascali canidapresa 71 angolo del mastino Ieri linfatismo, oggi ipotiroidismo: patologia o caratteristica peculiare di razza? L eggendo attentamente la relazione presentata a Pilsen in occasione dell'Atimana 1998 della veterinaria americana Sherilyn Allen, ci ha particolarmente colpito l'interpretazione data dall'autrice secondo la quale il nostro mastino mostrerebbe delle caratteristiche di animale “ipotiroideo” cioè espressione tragica, letargia, problemi di pelle, rughe pesanti, ecc. Tale concetto era stato espresso dalla medesima in occasione di una precedente relazione, presentata a Contarina di Porto Viro (Rovigo) per l'ATIMANA '95 con il seguente titolo: “Significato e rilevanza della displasia dell'anca nel mastino napoletano”. La dottoressa Sherilyn Allen affermò in quella occasione questo concetto: “Per ridurre la percentuale di mastini con la displasia dell'anca bisognerebbe creare cani con articolazioni meno lasse. Per ottenere articolazioni meno lasse occorrono tessuti meno slegati e più connessi e una tiroide che funzioni normalmente. Quando si tenta di produrre mastini con tiroide normale, tessuti connettivi meno slegati si finisce con il perdere l'abbondanza di pelle e di rughe producendo un cane alto, snello con ossa più leggere, l'aspetto caratteristico del mastino napoletano sparisce”. Tralasciando il discorso etiopatogenetico e clinico sulla displasia dell'anca che non riguarda direttamente questa nostra riflessione, riteniamo di non condividere la teoria della veterinaria americana che vuol far discendere l'abbondanza di pelle e rughe del nostro cane da una carenza ormonale confondendo uno stato patologico (disendocrinopatia) con una caratteristica peculiare di razza (la pelle, la giogaia, le pliche e le rughe d'espressione) del mastino napoletano consolidatosi nel tempo. Potrebbe inutile citare in proposito, in quanto accettati universalmente, i concetti formulati dai padri storici del mastino napoletano: Piero Scanziani, nel suo progetto di descrizione del masti- 72 canidapresa Il mastino napoletano ideale (disegno di Gaetano Carlevaro Persico) Un mastino napoletano che presentauna abbondanza eccessiva di pelle in tutte le parti del corpo (disegno di Gaetano Carlevaro Persico) no napoletano nel 1949 in cui oltre a confermarlo, scrive tra l'altro “… pelle consistente, abbondante e lassa in tutte le parti del corpo e particolarmente sulla testa, il collo e in gola…” “…la pelle v'è abbondante formando rughe di cui la principale, a testa abbassata, cade nuovamente dietro l'angolo esterno dell'occhio, lungo la guancia fino alla gola ove non si congiunge nella giogaia”. Ruggero Soldati così lo descrive: “Caratteristica essenziale è l'abbondanza di pelle in tutte le parti del corpo, tronco, testa e in particolare il margine inferiore del collo ove forma una vera e propria giogaia…e ancora “la pelle della testa è abbondante e forma numerose pliche. Il collo presenta abbondante ripiegatura della cute che forma la giogaia la quale si origina dalle branche della mandibola e si confonde alla base del collo…” . Tali concetti vengono successivamente ribaditi e confermati dallo standard del dottor Caielli ed estrinsecati e ancora confermati da quello attuale contrassegnato dal n. 197 della FCI, che il nostro presidente della SAMN ha ribadito ed evidenziato nell'ultimo numero della rivista. Rappresentato questo concetto si possono naturalmente presentare quadri clinici di distiroidismo (alterato funzionalmente dalla tiroide) a valenza iper o ipotiroidea a etiopatogenesi congenita o acquisita anche multifattoriale non escludendo anche fattori ambientali che possono aggravare i su descritti quadri clinici. Semplici esami di laboratorio e reperti ecografici, a diagnostica non invasiva, che evidenzino tale patologia, possono essere corretti con presidi farmacologici, senza per questo affermare che tale patologia caratterizzi l'habitus della razza, che come già affermato in precedenza è tipica del mastino napoletano. Il carattere calmo ed equilibrato e la sua tipica espressione che ne caratterizza l'aspetto non ritenia- canidapresa 73 mo siano l'espressione di patologia, a meno che questa non sia accertata clinicamente per ogni singolo caso. Teniamo altresì a precisare che una diagnosi di disendocrinopatia non si può manifestare solo con aspetto cutaneo e sottocutaneo ma coinvolge altri organi e apparati nonché l'aspetto psichico che in alcun caso può riguardare il nostro magnifico cane. A tal proposito ci viene in mente un altro concetto che era in voga negli anni cinquanta e sessanta di definire il nostro cane “linfatico”. Scrive Pietro Scanziani nell'appendice del suo testo “Il Cane Utile”, Viaggio intorno al molosso, nel descrivere quel 12 ottobre del 1946, quando all'Esposizione canina di Napoli “vennero presentati i primi otto cani da presa tra cui il capostipite GUAGLIONE i giudici e i competenti venuti dal nord beffeggiavano gli otto cani da presa, li consideravano senza razza, uno alto e l'altro basso (dicevano) questo di tipo alano, e quello bordolese, non uniformi neppure nel colore, disparati, simili nel linftismo… Invano mostravo loro Guaglione parlavo loro del molosso antico. Ridacchiavano di me e della mia enfasi… tuttavia avevo imparato che la vita è imprevedibile e fervida fuori dalle nostre logiche… Guaglione divenne patriarca”. Non sfuggiva invece al giudice di quel giorno il veterinario milanese Pierangelo Pesce, l'importanza di quei cani da cui discendono i nostri attuali. Anche lui descrisse e studiò a lungo, divenendone giudice specialista, il mastino napoletano smentendo l'errato concetto che in un tipica caratteristica di razza si potesse adombrare la patologia: la pelle abbondante e lassa senza comunque portare tali caratteri all'esasperazione che a quel punto potrebbero sconfinare nel patologico. A proposito di connettivo lasso sottocutaneo, vogliamo riportare un appunto trasmesso da Renato 74 canidapresa Ch. int. Ovidio di Grattaferrata pr. Renato Soardo Soardo, allevatore di mastini napoletani con l'affisso di Grottaferrata, a Gaetano Carlevaro Persico e da questi pubblicato sul suo libro “Uomini e cani” nel 1970 (Ed. Beniamino Carucci). “Ho richiesto un parere sulle differenze morfologiche tra la testa del mastiff e quella del nostro cane. Renato Soardo, medico, tra l'altro così rispose “…Rispetto alla maggiore asciuttezza del mastiff in confronto al mastino napoletano, segnalata da Carlevaro Persico, dobbiamo pensare che il mastino napoletano ha come principale carattere razziale una particolare e apparentemente eccessiva abbondanza del cellulare lasso sottocutaneo che fa risultare tutta la pelle ricoprente il corpo dislocabile a guisa di giacca troppo grande. Questa caratteristica si accentua intorno al collo sulla “faccia” dell'animale, costituendo così quelle peculiari rugosità e della “faccia” e del collo, dove vanno a costituire pliche e giogaie presenti come caratteristica ereditaria e razziale solo nel mastino napoletano. Insisto sulla caratteristica ereditaria e razziale per contribuire a far perdere il malcostume di definire “linfatismo” tale abbondanza, dimenticando che la diagnosi di linfatismo non può essere posta se non dopo accurati esami ematologici e dei plessi ghiandolari che possono essere eseguiti solo in laboratori particolarmente attrezzati. Si direbbe quasi, con un po' di romantica immaginazione, che la natura abbia provveduto a creare questo fenomeno allo scopo di rendere ardua all'eventuale avversario, per quanto fiero e battagliero, di piazzare l'offesa mordace sugli organi vitali e più esposti, quali le arterie e le vene giugulari e carotidee, difficilmente afferrabili dal morso proprio a causa dell'estrema dislocabilità delle giogaie e delle pliche. Si potrà, eventualmente, e forse con maggiore esattezza, parlare di elevato indice elastopatico. Ma tali fenomeni quando non sono più eccezionali per ciascun individuo, ma sono tipici e propri di tutta una razza, o se si vuole, specie vivente, cessano di costituire anomalia o morbosità, così, come la steatopigia di alcune razze africane è caratteristica ereditaria e non morbosa…”. Carlo Pascali Gianfranco Colucci canidapresa 75
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