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n.117 / 15
9 SETTEMBRE 2015
MAGAZINE
SPECIALE
IFA 2015
45
PAGINE
DI NOVITÀ
DA BERLINO
n.117 / 15
9 SETTEMBRE 2015
Il “bianco” insegna
come essere vicini
agli utenti
Quella che una volta era la “fiera della
radio” (IFA, appunto FunkAustellung), oggi
non è più neppure la fiera del TV, categoria
con la quale si è identificata per molto tempo. Le gamme dei TV sono diventate globali, i lanci dei nuovi modellli sono oramai
posizionati nel primo semestre dell’anno e
una fiera a settembre è troppo a ridosso al
Natale per proporre un rinnovo radicale. A
IFA 2015, sul fronte TV, solo modifiche marginali; anche il lancio dell’OLED Panasonic
può essere considerato tale, visto che
il posizionamento di prezzo altissimo lo
renderà un prodotto per pochissimi.
L’IFA 2015 non è stata neppure la fiera
“autunno-inverno” degli smartphone,
come era stata negli ultimi anni, in controcanto con il Mobile World Congress di
Barcellona, posizionato dalla parte opposta
del calendario. E la dimostrazione arriva
da Samsung, che quest’anno, dopo alcuni
anni di grandi presentazioni a Berlino, ha
deciso di lanciare il suo nuovo S6 a metà
agosto in un evento separato, lasciando
per l’IFA il meno importante Gear 2.
L’IFA 2015 è stata senza dubbio la fiera
degli oggetti connessi (da valutare di
caso in caso se sono anche intelligenti),
un panorama sì in rapida evoluzione ma
che non vede convergenze di alcun tipo:
mille oggetti con mille app corrispondenti.
Più che Internet delle cose, Internet del
caos, per non continuare con assonanze
ancora peggiori. I piccoli produttori sono
piccoli ed è normale che non riescano ad
imporre un ecosistema condiviso; i grandi,
da parte loro, creano il proprio protocollo
e aspettano che siano gli altri ad aderirvi,
il tutto seguendo tatticismi più finalizzati a
cercare di vendere il proprio hardware che
a costruire un terreno di fertile crescita di
questo promettente settore.
E mentre all’IFA di Berlino il mondo del
“bruno”, quello della classica elettronica
di consumo, perde “grip” e sembra meno
rivoluzionario del solito, fra i padiglioni della
fiera tedesca decolla il potenziale innovativo degli elettrodomestici, piccoli e grandi.
Un mondo fino a poco fa prettamente
elettromeccanico che ora scopre le gioie
della digitalizzazione e del collegamento
in rete e cavalca la rinnovata attenzione su
temi diventati centrali, come il food, la salute e il benessere. E a Berlino proprio nei padiglioni degli elettrodomestici, che all’IFA ci
sono solo da qualche anno, si sono viste le
novità più interessanti e inattese. Si tratta in
molti casi di tecnologia molto più semplice
delle incredibili sofisticazioni introdotte su
smartphone e compagni; ma in molti casi si
tratta di innovazioni più vicine alle persone,
alle loro esigenze. E questa è una lezione
che l’elettronica di consumo non deve
trascurare: le innovazioni tecnologiche
che servono, funzionano; quelle che non
servono o servono poco finiscono solo per
far crescere i ranghi delle “diavolerie”.
Gianfranco GIARDINA
MAGAZINE
Labrousse (Sony)
“Piovono OLED?
Non fa niente” 14
Lamperti (Panasonic) Hunt (Netflix)
“L’OLED non è il nostro “Internet lento? Non
unico credo”
15 avremo problemi” 16
LG: “Pioveranno OLED”
I prezzi dei TV in arrivo
TV OLED per tutte le tasche o quasi
L’obiettivo dichiarato è conquistare
la fascia premium di mercato
03
Panasonic lancia l’OLED
In Europa a ottobre
Il primo TV OLED 4K Panasonic è un
65” certificato THX e compatibile HDR
Prezzo ancora da fissare
05
08
20
21
Samsung, arriva
l’Ultra HD Blu-ray
Sony Xperia Z5, c’è Mate S di Huawei
anche in versione 4K sfida l’iPhone
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Samsung Gear S2
Bello e “facile”
Philips Pasta Maker Haier Codo
Pasta in 10 minuti Lavatrice tascabile
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TV E VIDEO LG pronta a fare il “botto” con l’OLED nei mesi più “caldi” dell’anno, grazie una gamma sempre più completa
LG: “Pioveranno OLED sull’Italia”. Tutti i prezzi
La sfida è lanciata: LG vuole conquistare la fascia premium nel settore dei TV. “Preparatevi: pioveranno OLED sull’Italia”
I
di Roberto PEZZALI
tempi sono maturi: l’ attacco OLED al mercato TV
è imminente “Sono arrivate le quantità, ora c’è da
divertirsi“ - ci ha confessato un manager LG. Se sarà
scacco matto lo sapremo al termine dei mesi caldi dell’anno, quelli che ci porteranno fino al Natale. “Vogliamo prendere con i nuovi TV OLED la fascia premium
di mercato: preparatevi, pioveranno OLED sull’Italia”
ci confida un rappresentante di LG mentre ci racconta anche quali modelli arriveranno e soprattutto a che
prezzi. La sfida più grande sarà far capire a tutti che
l’OLED è una tecnologia nuova: non è LCD e non ha
nulla a che fare con quelli che vengono impropriamente chiamati TV LED, nonostante la somiglianza nel
nome. Contrasto infinito, spessore record, meno di 4.8
mm e una resa che nemmeno il migliore TV LCD riesce ad eguagliare sono sicuramente ottime carte da
giocare e questa volta anche il prezzo è finalmente
OK. Giocherà poi a favore la qualità di immagine: basta guardare un OLED con un buon filmato demo, per
capire che è qualcosa di diverso da un LCD.
La gamma LG che arriverà in Italia si apre con un
nuovo modello Full HD, il 55EG910V: pannello leggermente curvo, design super slim e tutte le funzioni dei
modelli top di gamma a 2299 euro di listino, un prezzo di ingresso super aggressivo per chi reputa ancora
inutile l’Ultra HD e vuole valorizzare al meglio la sua
collezione di Blu-ray.
Chi invece guarda avanti e non vuole rinunciare ad
avere tutto, Ultra HD incluso, troverà a breve nei negozi il 55 EG920V: compatibile HDR, il nuovo modello si posizionerà a 3499 euro e sarà di fatto il modello di ingresso della gamma 4K. Rispetto ai modelli
top perde qualcosa a livello costruttivo, gli manca il
sistema audio harman/kardon, ma piattaforma smart
WebOS, connettività e funzionalità sono praticamente le stesse.
Il modello dotato di sistema audio harman/kardon,
l’EG960V, si posizionerà a 4999 euro, ma è probabile che con una spesa così importante si inizi a guardare ad una dimensioni di schermo maggiore.

LG 65” EF960 con schermo piatto.
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LG Italia ha fatto una scelta decisa: il 65” sarà in vendita a 5999 euro, sia piatto che curvo: arriveranno
entrambi e il consumatore potrà scegliere quello che
più gli piace: “Questa cosa che tutti i TV dovrebbero
essere curvi è una forzatura - ci dicono da LG -: noi
vogliamo mettere in condizione di clienti di scegliere
cosa preferiscono”.
Il modello è sempre EG960, pannello Ultra HD e HDR
con il bagaglio di funzionalità complete.
Il 55” piatto non arriverà in Italia LG ha deciso
di aspettare per poterlo proporre ad un prezzo
più aggressivo.
Non arriverà, almeno per il momento, il 55” piatto: LG
avrebbe voluto tenere lo stesso prezzo del modello
curvo come per la versione da 65” ma non era possibile, così la scelta, almeno per il momento, di non
portarlo nel nostro paese. Saranno mesi caldissimi
per i TV: LG e Panasonic, anche lei salita di recente
sul carro dell’OLED, vogliono far capire a tutti che la
fascia “premium”, quella che guarda alla migliore qualità possibile, è ormai territorio dell’OLED. I TV LCD
hanno fatto storia e hanno raggiunto livelli di qualità
sorprendenti e impensabili solo qualche anno fa, ma
è ora di passare il testimone.
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TV E VIDEO LG continua lungo la strada dell’OLED, l’obiettivo è migliorare ancora la tecnologia
L’OLED LG dal 2016 sarà più piatto che curvo
Lo conferma SeonPhill Baik di LG, che non esclude la disponibilità di OLED più piccoli
L
di Roberto PEZZALI

G merita un applauso da parte di
tutti gli appassionati di TV: qualche
anno fa ha lanciato l’OLED, non
senza problemi e difetti, si è impegnata ed è andata avanti per la sua strada
continuando lo sviluppo e la ricerca di
un prodotto che solo lei spingeva, che
pochi appassionati conoscevano e con
un costo che ha frenato anche i pochi
interessati a questa tecnologia.
Ora è una storia diversa: LG è leader
incontrastato, ha davanti a sè una strada in discesa, ha finalmente stabilizzato la produzione e ha iniziato a trovare
qualcuno, Panasonic, che la affianca
commercialmente in un’avventura che
alla lunga darà i suoi frutti. La scelta di
Panasonic deve far riflettere perché
stiamo parlando dell’azienda che negli
ultimi anni più di tutte ha spinto sulla qualità, l’unica che ha tenuto in vita
il plasma fino a quando ha potuto: se
Panasonic ha scelto i pannelli OLED di
LG, i consumatori possono stare tranquilli, avrà fatto la sua scelta dopo test
attenti e valutazioni mirate.
L’OLED è una tecnologia matura, priva
dei difetti di gioventù e con una qualità che che è davvero pazzesca, ma la
strada per LG è ancora lunga. Ne abbiamo parlato con colui che traccia questa
strada, SeonPhill Baik, il TV Product
Strategy Team Director di LG e Product
Planning Director, ovvero colui che
decide che scelte fare e quando farle.
Mr Baik è ovviamente soddisfatto dei
risultati raggiunti negli ultimi anni ed è
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Philips prende
il treno dell’HDR
con la nuova
serie 9000
Arriveranno a breve
sul mercato i TV top
di gamma a marchio
Philips. La serie 9600
offre HDR, luminosità
di picco di 1000 nit
Ambilight su quattro
lati e un’estetica
molto curata
di Roberto PEZZALI
davvero convinto di aver realizzato la
miglior line-up di TV in termini di qualità.
“E non è finita - ci confida - già con gli
ultimi pannelli abbiamo fatto ulteriori
passi avanti e l’aggiunta dell’HDR, che
si pensava difficile per via della luminosità richiesta, è solo un esempio di
quanto l’OLED sia flessibile”.
Quando gli facciamo presente che
l’OLED avrebbe avuto una strada più
in discesa se fosse nato subito piatto,
Mr. Baik conterma che è stata una scelta dettata da diverse necessità e che su
alcuni modelli, come il 77”, il curvo offre un migliore coinvolgimento. L’OLED,
inoltre, non ha problemi di uniformità,
può essere piegato e curvato quanto si
vuole mantenendo immutata la qualità
dell’immagine, motivo questo che ha
spinto LG ha lanciare la nuova tecno-
logia con quella che poteva sembrare
una buona mossa di design. Mr. Baik
però conferma: “Dal prossimo anno,
2016, la line up tornerà a spostarsi verso i modelli “Flat”.
Il curvo è nella fase discendente della
sua parabola: l’effetto è durato poco,
si torna fortunatamente alla tradizione. Quando facciamo notare che 55”
è un taglio forse grande per molti, Mr.
Baik non si sbilancia ma apre a tagli più
piccoli: “Non ci stiamo lavorando ancora, ma non escludiamo del tutto la
possibilità di produrre OLED sotto i 55”
di diagonale”. Ovviamente qui LG può
fare ben poco: LG Display fa i pannelli,
LG fa i TV con i pannelli che sono disponibili: per ottimizzare i costi si è deciso
di puntare su 55” e 65”, due tagli che
garantiscono pochi scarti, ma in futuro,
a produzione rodata, arriveranno anche
tagli inferiori. Mr. Baik spende anche
qualche parola sull’OLED Panasonic:
“Fa piacere che ci sia un altro competitor che spinge la tecnologia, è un bene
per l’OLED. In ogni caso - aggiunge con
convinzione - un TV non è fatto solo di
pannello. Con la nostra tecnologia e la
nostra conoscenza dei TV siamo certi
di avere i migliori TV OLED sul mercato”. Si chiude con prezzi e durata, parametro questo che genera spesso falsi
miti (come i plasma che si esauriscono):
“I prezzi scenderanno, non velocemente ma scenderanno, - conferma Mr. Baik
- mentre per la durata mi sento sicuro
di dire che un nostro TV OLED ha una
durata media di 30.000 ore”. Che se ci
pensiamo bene sono tre anni e mezzo
di TV sempre acceso. Tantissimo.
Philips lancia la gamma di TV
divisa in due segmenti: nel primo semestre arriveranno i TV
di fascia media e medio bassa,
nel secondo semestre quelli top.
Dopo l’8600, con sistema audio
“magico” e l’8900, il primo con
Ambilight Projector, arriverà nei
negozi tra qualche mese anche
la serie top, Ambilight su quattro
lati e HDR con una luminosità del
pannello che arriva a 1000 nits. Il
Philips 9600 è il fiore all’occhiello della nuova collezione per chi
pretende il massimo in termini
di qualità: come da tradizione,
Philips usa un pannello Full LED
a retroilluminazione diretta con
un controllo molto fine delle
zone da gestire, caratteristica
indispensabile per soddisfare i
requisiti di dinamica dell’HDR.
Philips snocciola qualche dato:
256 zone regolabili fisicamente con l’immagine analizzata in
6400 riquadri, luminosità media
di 600 nits e pannello Ultra HD
a 10 bit. La sezione Smart TV è
ovviamente basata su Android
Lollipop 5.1, con il classico processore a sei core custom che
Philips ha fatto realizzare per
permettere al TV di gestire in
modo fluido e immediato i comandi impartiti.
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TV E VIDEO Panasonic lancia a Berlino il suo primo TV OLED 4K, un 65’’ pronto a raccogliere la pesante eredità del plasma
Finalmente Panasonic OLED: 4K, THX e HDR a ottobre
È destinato a prendere il posto di Kuro nel cuore degli appassionati. Specifiche allo stato dell’arte e prezzo da fissare
di Emanuele VILLA
e parliamo da gennaio e ora è realtà:
Panasonic ha annunciato il suo primo TV OLED
4K, uno schermo curvo da 65’’, che debutterà
in Europa già nel mese di ottobre - almeno così è
stato detto in conferenza stampa - e che, finalmente,
aggiungiamo noi - tappa il buco lasciato dall’interruzione della produzione del plasma Panasonic.
E non c’è dubbio che il nuovo TV OLED di Panasonic
è stato il vero protagonista della conferenza stampa all’IFA 2015 della società giapponese, insieme
ai nuovi prodotti e prototipi della gamma Technics.
Segno di una ulteriore rifocalizzazione di Panasonic
verso i prodotti di altissima qualità, una scelta quasi
N
antistorica rispetto alle tendenze “ribassiste” attuali, sia sul
fronte dei prezzi che - parallelamente - su quello della qualità
di immagine. Nessun annuncio
a sorpresa, dicevamo: si sapeva
dal CES che l’azienda avrebbe puntato sull’OLED per l’IFA
2015; sono emersi dettagli sul
pannello che la stessa ha deciso di adottare, fresco fresco di
partnership con LG.
In occasione della press conference a IFA abbiamo assistito
alla presentazione ufficiale e
dato una prima occhiata a un
modello che promette molto
bene e che sarà per molti un
vero e proprio oggetto del desiderio. Panasonic per l’occasione ha anche fatto
debuttare un nuovo logo (un po’ anonimo, in verità)
che identifica appunto la tecnologia OLED: adesso
che a fianco di LG su questo fronte c’è anche Panasonic, i giochi nella dialettica con gli LCD potrebbero
iniziare a farsi più interessanti. Ottimo sotto il profilo
estetico: il modello, che appartiene alla categoria
dei display curvi, offre la tradizionale sottigliezza
dell’OLED (ma solo nella porzione periferica dello
schermo) con una base in alluminio piuttosto fine e
leggera; meno leggero è, in verità, il corpo centrale
del posteriore: all’elettronica è destinata una parte
considerevole del pannello posteriore, anche in considerazione che si tratta di un 65”. Poco male: il TV è
comunque molto sottile, soprattutto nella sua parte
periferica.
Colpisce, poi, la scelta di rivestire il pannello posteriore in tessuto, precisamente Alcantara grigia: temiamo che tra calore e elettricità statica, la polvere
grassa delle città possa farla da padrona e sporcare
molto velocemente il delicato panno posteriore.
Ma resta il fatto che - finalmente - siamo di fronte
a un TV finito anche sul “lato B” e che quindi può
essere posizionato con buoni risultati estetici anche
nel mezzo di una grande stanza. Tutto come da previsione anche come “numero di serie” e ingombri: il
primo OLED Panasonic è un 65’’ della serie CZ950
e appartiene alla neonata gamma di TV premium 4K
Pro (tra cui il top di gamma CX800 tra i display piatti
e CR850 tra i curvi), il cui fine è quello di essere il
non plus ultra della visione domestica. Tra le specifiche tecniche che concorrono a renderlo un 4K
Pro c’è il processore 4K Studio Master, la tecnologia
Absolute Black per la gestione fine dei livelli di nero

segue a pagina 06 
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TV E VIDEO Philips Ambi Lux è il primo TV con la tecnologia Ambilight Projection. Arriverà entro la fine del prossimo anno
Ambilight Projection, quando il TV lascia a bocca aperta
Ben 9 proiettori dipingono sui muri immagini colorate che estendono lo schermo, con un effetto molto coinvolgente
scegliere di emettere il semplice
bagliore in stile “Ambilight 1.0”. Il TV
diventa quindi un artista, la parete
il suo quadro, anche se Ambilight
Projection ha bisogno di una tela
abbastanza grande e chiara, almeno
un metro dalla cornice in ogni direzione. Il Philips 8901 non si limita
allo spettacolo luminoso ma è anche un ottimo TV: pannello Ultra HD,
Android TV, Streaming Spotify e un
design curato e d’impatto sono solo
alcune delle sue caratteristiche. Qui
la scheda tecnica completa.
di Roberto PEZZALI
L
a tecnologia Ambilight è da anni
uno dei punto di forza del televisori Philips: sfruttando strisce di LED
posizionate dietro la cornice, Philips
trasforma la visione in una vera esperienza fatta non solo di immagini ma
anche di luci. Lo scorso anno all’IFA
l’azienda olandese stupì tutti con una
demo della prossima tecnologia alla
quale stavano lavorando: utilizzando
al posto dei LED una serie di proiettori
LED / laser si riesce non solo a creare
uno scenografico alone colorato, ma
è possibile disegnare letteralmente
immagini con la luce. Un effetto stupe-
facente che lasciò tutti a bocca aperta,
reazione che ha spinto Philips a mettere questa nuova
tecnologia in cima alla
lista dei prodotti da
portare effettivamente
sul mercato.Prevista
nel 2016, Ambilight
Projection arriverà già
nel 2015 sulla nuova
serie di TV 8901 Ambi
Lux promettendo una
performance artistica
TV E VIDEO
Panasonic OLED
segue Da pagina 05 

derivata dall’expertise Panasonic in ambito plasma,
il sistema 3D Lookup Table che offre una possibilità di intervento cromatico estremamente più estesa
rispetto al passato (oltre a rosso, verde e blu anche
ciano, magenta e giallo). L’apparecchio - così è stato dichiarato da Panasonic - è poi compatibile con
le codifiche HDR secondo gli ultimi standard CEA:
quello che per l’OLED era ancora un tabù è stato
così superato, sia da Panasonic che da LG, che proprio qui a IFA 2015 ha portato i propri OLED di nuova
torna al sommario
mozzafiato. Sette proiettori nella parte posteriore
estendono sulla parete
l’immagine visualizzata
a schermo, con un effetto scenico incredibile.
Come per i precedenti
modelli la tecnologia è
completamente personalizzabile: si può regolare
l’enfasi, l’ampiezza e anche la dinamicità, si può
spegnere oppure si può
generazione, anch’essi compatibili con HDR. E questo segna ancora di più una certa similitudine tra i
TV dei due produttori; TV che molto probabilmente
condividono il pannello.
Inoltre, 65CZ950 è il primo TV OLED 4K certificato
THX: a tal proposito Eric Gemmer, Direttore THX
Imaging Technologies, ha dichiarato che CZ950 è
stato sottoposto a “oltre 400 prove di laboratorio,
lavorando a stretto contatto con gli ingegneri Panasonic per verificare l’accuratezza riproduttiva di ogni
singolo pixel rispetto al contenuto di origine”. Insomma, potremmo essere di fronte al prossimo riferimento del settore: un pannello di alta qualità unito
all’esperienza Panasonic in fatto di qualità d’immagine concorrono nel renderlo un potenziale n.1 per i
mesi (e forse gli anni) a venire. In conferenza stampa
è intervenuto come ospite anche un “colorist” di Hollywood: la sua dichiarazione - ammesso che non fosse completamente pilotata dall’azienda - è che non
esiste un TV al mondo che possa garantire la stessa
qualità di immagine.
Noi - nei pochi minuti a disposizione a margine della
conferenza stampa - abbiamo avuto la sensazione
di trovarci davvero di fronte a un TV fantastico, allo
stesso livello degli OLED 4K di LG visti nelle fiere
internazionali e quindi comunque molto superiore a
quanto ottenibile con un comune LCD. Ovviamente
prima di arrivare a delle sentenze da questo punto di
vista, saranno necessarie delle prove nel nostro laboratorio e con materiale video noto. Ma l’incisione
dell’immagine, la profondità assoluta dei neri ma nello stesso tempo l’ottima leggibilità degli scurissimi, è
un vero piacere per gli occhi. Di certo - al di là della
qualità d’immagine - segnaliamo anche Panasonic
indica l’apparecchio come un classe energetica di
consumo B: non è certo il meglio, ma è lecito immaginare che pilotare 8 milioni di celle OLED non sia
una passeggiata dal punto di vista energetico. Meglio un po’ di consumo in più che l’eventualità che
l’alimentazione si “sieda” in caso di quadri tutti bianchi; ma anche questo aspetto sarà da verificare in laboratorio. Nessuna notizia, al momento, per quanto
concerne il prezzo e la disponibilità in Italia, ma ne
sapremo sicuramente di più prossimamente.
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TV E VIDEO Il nuovo TV top di gamma Panasonic, CZ950, vuole essere il riferimento definitivo per la qualità d’immagine
Panasonic ha una ricetta “segreta” per l’OLED
Panasonic ha messo a frutto tutta la sua esperienza con il plasma per spingere al massimo il pannello OLED del nuovo TV
di Paolo CENTOFANTI
on è un mistero che il primo TV OLED di
Panasonic, il nuovissimo CZ950, sia basato su
un pannello prodotto da terze parti, ma sarebbe un grosso errore pensare che il produttore giapponese si sia limitato semplicemente a rifare il trucco
a un display pre-confezionato. Durante l’IFA di Berlino abbiamo partecipato a un seminario tecnico in cui
i progettisti di Panasonic ci hanno spiegato perché il
loro OLED è molto diverso da quello della concorrenza e un punto di arrivo per quanto riguarda la qualità
di immagine. Anzi, Masaru Sanada, manager del TV
Planning Group di Panasonic, proveniente dal gruppo
di lavoro che sviluppò la mitica serie di plasma Kuro
di Pioneer, ha definito l’arrivo della tecnologia OLED
in Panasonic “un sogno divenuto realtà”.
Con l’OLED, la missione di Panasonic è stata quella di
creare il TV definitivo, con un processo che è andato appunto ben oltre l’assemblaggio di un pannello
pre-confezionato. Come ha dunque reso “diverso”
il proprio TV OLED Panasonic? Sono almeno tre le
linee d’azione su cui ha lavorato Panasonic nello
sviluppo del CZ950: progettazione di un nuovo processore 4K Studio Master customizzato per il pannello OLED per il controllo accurato della colorimetria
e della risposta del display nella criticissima zona
delle basse luci, collaborazione con i progettisti del
fornitore del pannello per ottenere le caratteristiche
volute, fine tuning dell’immagine direttamente con
esperti colourist di Hollywood, che lavorano quoti-
N

dianamente sui progetti degli studi cinematografici.
I punti di intervento hanno riguardato prima di tutto
il miglioramento della qualità immagine sui colori più
scuri, l’uniformità del pannello e l’accuratezza della
colorimetria del pannello. Panasonic ha potuto mettere a frutto la grandissima esperienza maturata con
lo sviluppo dei TV al plasma, tecnologia a emissione diretta come l’OLED. Il punto di forza dell’OLED è
sostanzialmente la capacità di riprodurre il nero perfetto, grazie al fatto che i singoli pixel sono in grado
di spegnersi completamente. Ciò comporta però la
necessità di dover pilotare il pannello con estrema
torna al sommario
precisione nelle zone più scure dell’immagine, perché riprodurre particolari appena sopra il nero assoluto nel modo giusto non è una cosa banale. La risposta di Panasonic si chiama Absolute Black Drive ed
è una delle tecnologie impiegate dal nuovo processore custom. Quello che fa è modulare la luminosità
del pannello vicino al nero in modo molto delicato,
con un maggior numero di sfumature, in modo tale
da non portare alla perdita di dettagli sulle ombre e
offrendo un’immagine più naturale. L’altra tecnologia
si chiama Accurate Colour Drive, ed essenzialmente
replica quanto di buono già fatto da Panasonic con i
plasma prima, e i top di gamma LCD degli ultimi anni
poi: l’applicazione di LUT 3D di livello professionale a
8000 punti per calibrare accuratamente la colorimetria del pannello, con controlli fine dei colori primari
e secondari. Il risultato è uno schermo che raggiunge
il 90% della copertura dello spazio colore DCI-P3 e,
stando a Panasonic, offre un’accurata riproduzione
dello standard colore BT.709 e della curva BT.1886.
Il lavoro sul pannello non è finito qui però: i tecnici
Panasonic hanno lavorato molto sia sull’uniformità
dell’immagine su tutta la superficie dello schermo,
ma anche sulla stabilizzazione della luminosità dell’immagine al variare della luminosità media di tutto
il quadro. Il seminario è culminato con un’interessante comparativa che ha messo uno di fianco all’altro
il CZ950 di Panasonic, con il monitor professionale
OLED da studio di Sony e il principale concorrente
di questo TV, l’OLED da 65 pollici di LG attualmente
sul mercato (non il nuovo modello con HDR presentato qui a Berlino, è bene sottolinearlo). Il test è stato effettuato con diverse clip di qualità e dobbiamo
dire che le differenze tra i due 65 pollici ci sono. In
generale si tratta di differenze sottili che potrebbero
sfuggire se non si sa dove guardare (la dimostrazione
è stata guidata da Koichiro Nagata, il progettista del
TV), ma sulle basse luci il TV Panasonic ha mostrato,
almeno in questa comparativa, una marcia in più, con
ombre maggiormente dettagliate e soprattutto una
migliore uniformità dello schermo: il modello concorrente presentava a tratti un’evidente vignettatura
sui bordi laterali, apparentemente del tutto assente
sul modello Panasonic. C’è da dire che uno dei punti più importanti per ottenere la certificazione THX è
proprio quello dell’uniformità dello schermo, per cui
siamo davvero curiosi di vedere come si comporterà
nei nostri test il CZ950 non appena sarà disponibile.
Presso lo stand di Panasonic, è possibile osservare in
una stanza completamente oscurata il nuovo OLED
di fianco al mitico plasma ZT60 e abbiamo potuto
apprezzare un look&feel molto simile tra le immagini
dei due televisori, ovviamente con un contrasto nettamente superiore per l’OLED, ma con la stessa accuratezza dei colori, la stessa morbidezza di immagine,
e nessuno dei difetti del plasma (totale assenza di
dithering o altro tipo di rumore). Insomma, Panasonic
sembrerebbe aver fatto davvero un gran lavoro. L’unica “preoccupazione” a questo punto rimane il prezzo,
che ufficialmente non c’è ancora: di sicuro costerà di
più della proposta di LG, quanto non si sa, ma potrebbe arrivare a toccare i 10.000 euro. Vedremo.
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TV E VIDEO Samsung ha mostrato il suo primo lettore Ultra HD Blu-ray, a meno di 500 euro
Ultra HD Blu-ray Samsung in Italia nel 2016
Il formato porterà nelle case contenuti in 4K e HDR. Lettore e film arriveranno con un lancio “soft”
S
di Paolo CENTOFANTI

amsung è la prima azienda, dopo
l’anteprima di Panasonic al CES,
a presentare un lettore Ultra HD
Blu-ray, il nuovo formato che nasce per
offrire il massimo della qualità audio/video nelle nostre case, con immagini in
4K e HDR.
Il nuovo lettore si chiama UDB-K8500
e arriverà sul mercato europeo (Italia
compresa) nel primo trimestre del 2016,
insieme naturalmente ai primi titoli, di
cui si sa ancora poco, ma dovrebbero
essere comunque abbastanza per un
lancio dignitoso del nuovo formato.
Per quanto riguarda le specifiche del
lettore Samsung non si sa molto. Il design è simile a quello dei normali lettori
Blu-ray Disc del produttore coreano,
con tanto di stile “curvo” per meglio
adattarsi all’estetica dei suoi televisori.
Abbiamo avuto occasione di scambiare qualche battuta con l’ingegnere
coreano che ha in carico lo sviluppo
del prodotto, che ci ha raccontato che
il lettore supporterà naturalmente il
codec HEVC, HDR, video a 10 bit, che
sarà dotato di porta di rete, Wi-Fi integrato, che avrà due uscite HDMI di cui
una 2.0a (in arrivo un aggiornamento
apposito per tutta la gamma di TV Samsung per supportare i metadati HDR) e
torna al sommario
LG mantiene
la promessa
Tutti i TV WebOS
aggiornati
a WebOS 2
Dal 21 settembre
i possessori di un TV
LG dello scorso anno
con WebOS potranno
aggiornare al nuovo
sistema operativo
guadagnando alcune
funzionalità e maggiore
velocità
di Roberto PEZZALI
che, ci dicono, il prezzo sarà inferiore ai
500 euro. La connettività di rete verrà
sfruttata per la funzione Digital Bridge
che consente di effettuare delle copie
dei dischi per la riproduzione anche su
altri dispositivi. Ma il lettore supporterà
anche i servizi di streaming on demand
come Amazon Prime Video o Netflix
dove presenti. Se siamo ancora lontani dall’annuncio della line up di titoli
disponibili al lancio del nuovo formato, FOX ha già dichiarato che tutte le
sue prossime uscite saranno anche in
formato Ultra HD Blu-ray Mike Dunn,
presidente di 20th Century Fox Home
Entertainment, ha mostrato durante la
conferenza stampa di Samsung la cover di Kingsman - The Secret Service
e ha rivelato che tutte le uscite Ultra
HD Blu-ray, includeranno anche il disco
Blu-ray standard (ricordiamo che anche
il formato fisico del disco è differente).
Per quanto riguarda il prezzo dei singoli titoli, si parla di una cifra del tutto
ragionevole, intorno ai 29 euro per la
doppia versione BD e UHD BD.
I possessori di uno smart TV
WebOS basato sulla prima generazione del sistema operativo
riceveranno un aggiornamento
denominato “Value Pack Upgrade”
che include quattro delle principali
funzionalità di WebOS 2. LG non è
riuscita a fare un aggiornamento
totale per limiti hardware, ma assicura che l’aggiornamento porterà
un tempo di accensione minore e
soprattutto una maggiore velocità
nel passaggio da un’applicazione ad un’altra. Le funzionalità che
verranno aggiunte con l’upgrade
sono My Channels, Quick Setting,
Input Picker e Live Menu, utili per
una migliore gestione dei canali
live e degli ingressi esterni, per riconoscere automaticamente le periferiche collegate e per regolare le
impostazioni senza interrompere il
programma. LG ha anche ritoccato
in più punti l’interfaccia, migliorando l’organizzazione e la ricerca dei
contenuti. Il roll-out della nuova release partirà il 21 settembre: chi ha
attivato gli aggiornamenti lo scaricherà automaticamente, gli altri
dovranno forzare l’aggiornamento
manuale. Non si sa se la data sarà
rispettata per l’Italia: le certificazioni della TV, da TivuSat al Bollino
Gold per l’MHP, potrebbero richiedere un po’ più di tempo.
n.117 / 15
9 SETTEMBRE 2015
MAGAZINE
TV E VIDEO Presentati a IFA 2015 i TV top di gamma che dimostrano quanto TCL faccia sul serio
TCL punta in alto: HDR e spazio colore da record
Arriva l’HDR con Dolby Vision e Technicolor Tone Mapping; c’è anche un modello Quantum Dots
di Paolo CENTOFANTI
CL si appresta a diventare il terzo
produttore al mondo di televisori e
per il 2016 ha in programma di fare
un nuovo salto di qualità, espandendo
la propria offerta anche nella fascia
“premium”. A IFA 2015 il produttore cinese ha, infatti, presentato tre nuovi top
di gamma, oltre a un “mostruoso” 110
pollici Ultra HD che giganteggia al centro dello stand TCL. I nuovi TV di punta
di TCL sono essenzialmente tre, che
saranno distribuiti a seconda dei paesi
anche con il brand Thomson, e vantano
caratteristiche decisamente interessanti oltre a un design molto più ricercato
rispetto all’attuale offerta. Il TV che forse farà più parlare di sé tra gli addetti
T
TCL SERIE A9

ai lavori è la nuova serie A9, 55 pollici
Ultra HD con Quantum Dots, che guarda al futuro e allo standard Rec.2020,
visto che secondo TCL è il primo televisore al mondo ad avvicinarsi al nuovo e
larghissimo spazio colore, con una copertura di circa il 90%. Il risultato è stato
ottenuto con un nuovo elemento ottico
con Quantum Dots sviluppato appositamente da TCL insieme a QD Vision e
denominato Color IQ, che spinge i primari del rosso e del blu praticamente
ai valori richiesti dalle nuove specifiche
e porta il verde all’85%. È anche uno
dei primi TV TCL con pannello a 10 bit.
L’ampiezza dello spazio colore non è
l’unico aspetto interessante di questo
televisore. Il design è particolarmente
curato, infatti, e include una vera e propria soundbar firmata Harman/Kardon.
Saranno disponibili diverse finiture per
la griglia che copre gli altoparlanti e per
il pannello posteriore. Il retro del tele-
torna al sommario
Sony X91C
TV top di gamma
da 75 pollici
spesso
appena 15 mm
Sony ha presentato
all’IFA una nuova
versione del TV 4K
top di gamma ultra
sottile X90C, l’X91C
Segni particolari una
diagonale da ben 75”
con uno spessore
di soli 15 mm. Ed è già
pronto per l’HDR
visore è particolarmente curato e già
pensato per raccogliere e nascondere
l’eventuale
groviglio di cavi in uscita
dal pannello connessioni. Il TV sarà
compatibile HEVC,
avrà tuner DVB-T2 e
DVB-S2 e supporterà servizi VOD in Ultra HD come Netflix.
Molto interessante
anche il prezzo indicativo: 1.999 euro.
L’altro TV di punta è
il TCL S88, sempre
Ultra HD ma curvo e
disponibile nei tagli
da 55 e 65 pollici. Anche in questo caso possiamo notare un
notevole salto di qualità sul fronte del
design, con la soundbar sempre firmata
Harman/Kardon, che fa anche da base
per il televisore. Il TV è più spesso del-
TCL S88
l’A9 sulla base, perché questa integra
anche i subwoofer del sistema audio. Il
TV è stato utilizzato per due dimostrazioni tecniche di TCL legate all’HDR.
L’S88 supporterà infatti le specifiche
per l’HDR sia nel formato dell’SMPTE,
che Dolby e Technicolor. Per quanto
riguarda quest’ultima variante, il TV
supporta la tecnologia Intelligent Tone
Mapping, che essenzialmente permette di estendere la gamma dinamica
di contenuti tradizionali, sfruttando le
potenzialità dell’HDR in modo molto
più sofisticato di un normale stretching
del segnale. Il TV è dotato di local dimming ed è in grado di toccare le 1.000
cd/mq di luminosità richieste dall’HDR.
Lo schermo ha una curvatura di 4 metri,
ritenuta ideale per una visione da 2,5
metri di distanza, ma rispetto alla serie
A9 il tipo di pannello permette di arrivare fino allo spazio colore DCI-P3 ma
non oltre. Anche in questo caso interessanti i prezzi (provvisori): 1.799 euro
per il 55 pollici e
2.799 euro per il
65 pollici. La serie
A87 è, se vogliamo, quella più tradizionale, sempre
Ultra HD e anche
in questo caso
con schermo curvo. Questo modello avrà la nuova
piattaforma Smart
TV, Wide Colour
Gamut, supporto
per HEVC e sarà
disponibile in tagli da 55, 65 e 78
pollici.
di Paolo CENTOFANTI
Con il Bravia X90C, Sony aveva
lanciato uno dei TV LCD più sottili
di sempre: poco meno di 5 mm di
spessore nella parte più sottile.
A IFA 2015, Sony espande la serie X90C con un nuovo modello,
che ripropone lo stesso incredibile design, ma con una diagonale
di schermo di ben 75 pollici. Il
nuovo TV si chiama X91C (sigla
commerciale KD-75X9100C), e in
realtà non è davvero sottile quanto l’X90C: stiamo parlando di uno
spessore di 15 mm, ma comunque,
tenendo conto della dimensione
del pannello, si tratta di un risultato davvero degno di nota. Per il
resto, il nuovo X95C presenta le
stesse caratteristiche dell’X90C,
a cominciare dalla piattaforma
Android TV e il processore di immagine X1 4K. Come gli altri top
di gamma presentati quest’anno,
anche l’X95C sarà compatibile
con i contenuti in HDR,
non appena
questi
saranno
disponibili,
e monta un
pannello 4K
Triluminos.
Il TV Sony
sarà disponibile da metà
settembre,
a un prezzo
di listino di
5.999 euro.
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9 SETTEMBRE 2015
MAGAZINE
TV E VIDEO Non solo TV: all’IFA Sony presenta tre videoproiettori, due modelli 4K e uno FHD
È di Sony il primo proiettore 4K con HDR
La caratteristica vincente di VPL-VW520ES è la compatibilità con i video in 4K HDR
A
di Claudio STELLARI
ll’IFA c’è spazio anche per chi ama le
emozioni del vero cinema in casa. A
pensarci è Sony con la nuova gamma di videoproiettori composta da tre
modelli: VPL-VW520ES e VPL-VW320ES,
entrambi con risoluzione 4K nativa, cui si
affianca VPL-HW65ES che è un Full HD.
Tutti i modelli utilizzano pannelli SXRD,
hanno lampada a lunga durata (sono
annunciate fino a 6.000 ore di utilizzo)
e sono disponibili nelle versioni con colorazione nera e bianca, che permette
una migliore integrazione negli ambienti
living. In particolare, VPL-VW520ES è il
primo proiettore home cinema compatibile con contenuti HDR (High Dynamic
Range) tramite ingresso HDMI, ha un rapporto di contrasto dinamico 300.000:1,
luminosità dichiarata pari a 1800 lumen,
VPL-VW320ES
VPL-VW520ES
ed è in grado di proiettare su schermi da
60’’ a 300’’ di diagonale. Inoltre, il primo
videoproiettore HDR Sony offre la tecnologia Triluminos per una riproduzione più
vivida e brillante dei colori e Motionflow
che agisce in modo dinamico sulla fluidità
delle immagini in rapido movimento. Per
quanto riguarda le connessioni si segnala
la presenza di ingressi HDMI compatibili
HDCP 2.2. Nonostante VPL-VW520ES
sia senza dubbio il fiore all’occhiello dell’offerta Sony, merita una citazione anche
il fratello minore VPL-VW320ES che mostra caratteristiche tecniche tutto sommato analoghe ma con una luminosità leggermente inferiore, pari a 1.500 lumen,
e non viene citata la compatibilità con la
tecnologia HDR il che lo rende, di fatto,
più simile ai modelli dello scorso anno. Infine, da segnalare anche il VPL-HW65ES,
che come risoluzione si ferma ai canoni
1920x1080 pixel del Full HD, ha un rapporto di contrasto dichiarato di 120.000:1
e luminosità pari a 1.800 lumen. I nuovi
proiettori saranno disponibili a partire da
ottobre, non sono stati invece ancora comunicati i prezzi di lancio.
Quantum Dots, HDR e pannelli sottili per Hisense
Presentati anche TV ultra sottili e una serie extra large con la cornice che fa staffa da pavimento
H

isense ha presentato a IFA 2015 la
nuova line up di TV Ultra HD che
vedremo da qui all’anno prossimo.
Innanzitutto Hisense continua a spingere
il suo concetto di ULED con il successore
del modello presentato proprio a Berlino
lo scorso anno (e che arriva giusto ora sul
nostro mercato), il nuovo K7100. Il design
diventa ancora più curato - come possiamo vedere nell’immagine di apertura
- ma le novità sono soprattutto tecnologiche: pannello con Quantum Dots, wide
gamut, supporto per i contenuti HDR (Hisense dichiara una luminosità di picco di
900 cd/mq), local dimming, codec HEVC
e VP9, processore Quad Core e supporto per Netflix in 4K. Un gradino sotto,
c’è un’altra nuova serie la XT7100, che
presenta caratteristiche tecniche simili,
torna al sommario
con schermo curvo
sempre Ultra HD,
ma spesso appena
8 mm nel punto più
sottile. Dal pannello
ultra sottile si passa
poi allo schermo da
ben 78 pollici del
nuovo TV X920T,
anche questo con
schermo curvo e
pannello Ultra HD.
In questo caso non
si parla di Quantum Dots, né di HDR, e
la caratteristica principale è soprattutto
il design. Il TV è dotato infatti di staffa
da pavimento che permette di installarlo
in un soggiorno senza alcun mobile aggiuntivo. Il TV è dotato di codec HEVC,
pannello 4K a 120 Hz e retroilluminazione dinamica con local dimming.
Il nuovo diffusore JBL
è pronto a migliorare
l’audio del TV
come una soundbar
Ma è compatto
e versatile come
un diffusore Bluetooth
per la musica
e con JBL Connect
ne potete collegare
più di uno
di Roberto FAGGIANO
VPL-HW65ES
TV E VIDEO Hisense ha presentato a Berlino il TV ULED di seconda generazione, il nuovo K7100
di Paolo CENTOFANTI
JBL Boost TV
Soundbar
o diffusore
wireless
Scegli tu
Tra le tante novità presentate
a IFA dal gruppo Harman c’è
un diffusore singolare, arriva
con il marchio JBL e si chiama
Boost TV (199 euro) per indicare la sua vocazione principale al
servizio di un televisore. Però c’è
anche la connessione Bluetooth
e soprattutto ci sono le dimensioni compatte che lo rendono
collocabile ovunque.
Tra le funzioni speciali il DSP
Display Surround per aumentare
il coinvolgimento e il SoundShift
per uniformare il suono a seconda che la sorgente sia il tv oppure uno smartphone.
Gli ingressi comprendono una
presa digitale ottica e un minijack
stereo per il collegamento diretto
del televisore. Il volume si regola
direttamente dal telecomando
del televisore o dai comandi sul
diffusore.
n.117 / 15
9 SETTEMBRE 2015
MAGAZINE
TV E VIDEO La cornice è il punto di forza della serie di TV Philips, contiene 18 microspeaker
TV Philips, la cornice diventa un diffusore Wi-Fi
La serie TV 8600 ha i diffusori nella cornice che si staccano per diventare speaker esterni
di Roberto PEZZALI
a qualità di visione è importante,
ma anche l’audio vuole la sua parte. Philips ha sempre messo l’audio
nei primissimi posti quando si tratta di
progettare da zero un TV e non ha mai
rinunciato a trovare una soluzione comoda per inserire un sistema di qualità
nel piccolo spazio della cornice. Ed è
proprio la cornice il punto di forza della
nuova serie 8600, 55” e 65”, che arriverà in Europa nel quarto trimestre dell’anno: all’interno, infatti, sono stati inseriti
18 microspeaker con un amplificatore
digitale da 50 Watt capaci di restituire
una resa più che degna rispetto a quanto siamo abituati di solito. La bellezza
del sistema, o la genialità se vogliamo
vederla da questo punto di vista, sta
nel fatto che il pezzo della cornice che
integra i due diffusori si stacca e può
diventare, con una base opzionale, un
diffusore esterno wireless. Il sistema
viene controllato dalla nuova tecnologia
DTS Premium, che porta con sé anche
L
alcuni algoritmi per la ricostruzione tridimensionale della scena. L’home cinema
è ovviamente tutta un’altra cosa, ma il
sistema suona bene ed è davvero elegante, con i diffusori, 8 per canale, racchiusi in un sottile profilo cromato largo
poco meno di 2 cm. Il TV è ovviamente dotato anche di Ambilight, disposto
su ben 4 lati: non è il nuovo Ambilight
Projector ma resta comunque una qualità di sicuro effetto. Le caratteristiche
sono le altre dei TV di fascia alta Philips:
pannello Ultra HD, Android come piattaforma smart con 16 GB di memoria per
le app e processore a sei core per gestire al meglio la piattaforma di Google.
Questo TV si candida ad essere uno dei
best buy della stagione: offre praticamente tutto quello che si può desiderare da un TV a un prezzo che ci dicono
sarà davvero interessante. Clicca qui
per il video.
Videoproiettori D-ILA di JVC si aggiornano con HDR
I modelli X5000, X7000 e X9000 introducono il supporto per l’HDR e HDMI 2.0 a piena banda

A
torna al sommario
Haier ha presentato i
nuovi modelli della sua
gamma di TV con novità
sul fronte dell’Ultra HD
Protagonisti un 105”
e un TV curvo ultrasottile
di Paolo CENTOFANTI
TV E VIDEO JVC ha migliorato la tecnologia e-shift per la riproduzione di contenuti Ultra HD
di Paolo CENTOFANTI
nche JVC si prepara per l’arrivo dei
contenuti in HDR, con la nuova line
up di videoproiettori D-ILA. Non c’è
ancora la novità che molti appassionati
stavano aspettando, cioè modelli con
matrici finalmente in 4K nativo, ma i tre
nuovi proiettori, DLA-X9000, DLA-X7000
e DLA-X5000, presentano diversi miglioramenti rispetto alla gamma precedente.
Il supporto per l’HDR, ad esempio, non
arriva solo con la possibilità di accettare
e visualizzare correttamente i contenuti
nel nuovo formato, ma anche con lampade più potenti e che spingono ancora di
più flusso luminoso e rapporto di contrasto. Si parla di incrementi compresi tra il
30% e il 46% nella luminosità passando
dall’entry level fino al top di gamma: si
parte dai 1700 lumen dell’X5000, per
passare ai 1800 lumen dell’X7000, per
arrivare infine ai 1900 lumen dell’X9000.
Parallelamente, il rapporto di contrasto
nativo dei proiettori diventa rispettiva-
Anche un 105”
5K nella gamma
di TV Haier
mente di 40.000:1,
120.000:1 e 150.000:1
(aggiungete uno 0 per
il contrasto dinamico).
Le matrici D-ILA rimangono Full HD, ma JVC
ha ulteriormente messo
a punto la tecnologia eshift che consente di
visualizzare contenuti
Ultra HD tramite uno
shift ottico di 0,5 pixel delle matrici e una
riproduzione a frame rate doppio. Anche
se probabilmente bisognerà aspettare
il prossimo anno per novità più sostanziose da questo punto vista, durante la
dimostrazione a cui abbiamo assistito,
abbiamo potuto apprezzare la qualità di
riproduzione di contenuti Ultra HD, con
un netto salto qualitativo rispetto ai normali Blu-ray Disc. Il rapporto di contrasto
è come consuetudine da favola, ma la
maggiore luminosità della lampada valorizza ancora di più la piacevole resa cro-
matica dei proiettori D-ILA. Con e-shift4 il
sistema è ottimizzato per visualizzare filmati 4K a 60p e ad elevata gamma dinamica, ma al momento non ci sono ancora
contenuti dimostrativi. Gli ingressi HDMI
2.0 sono stati inoltre aggiornati per accettare segnali con una banda massima
di 18 Gbit/s e quindi fino a 4K a 24p in
risoluzione 4:4:4 a 12 bit per componente
cromatica (8 bit per i 60p). I nuovi proiettori arriveranno a novembre, con prezzi
intorno ai 4.999 euro per l’X5000, 6.999
per l’X7000 e 9.999 euro per l’X9000.
Motto mai più azzeccato di “Think
Bigger” per descrivere il gigantesco 105” Ultra HD di Haier. Si
tratta più che altro di un esercizio
di stile, ma il TV curvo con risoluzione di 5120x2160 pixel (il rapporto d’aspetto è ultra wide) sa
farsi notare con un bel design non
banale. Più concreta la serie di TV
Ultra HD Q9500, televisori curvi
e ultra sottili, con decoder DVBT2/DVB-S2, supporto per il codec HEVC, rapporto di contrasto
dinamico di 8.000.000:1 e un bel
design soprattutto nella variante
Q9700 che include una soundbar
nella base. Per quanto riguarda i
prodotti che arriveranno subito in
Italia, Haier ha annunciato i nuovi
modelli della serie B9500, composta da TV con pannello Ultra HD
nei tagli da 49” e 55”, disponibili
da settembre. Anche in questo
caso ci saranno sintonizzatore
DVB-T2 con supporto per la codifica HEVC, funzionalità DLNA,
rapporto di contrasto dinamico
di 6.000.000:1, funzione di registrazione PVR su periferiche USB
e interpolazione dei fotogrammi
a 800 Hz. Presentata anche una
serie di TV Full HD con Android,
la U5000, anche se Haier non ha
ancora sposato la nuova piattaforma di Google, Android TV. Questi modelli sono infatti basati su
Android 4.4. Saranno disponibili
sempre da settembre nei tagli da
32”, 43” e 49”.
Innovation
for a Better Life
*Rispetto a LG G3 **Modalità manuale
See the Great
Feel the Great
Perfetto mix tra stile e tecnologia LG G4 gode di tutta la cura che hai sempre
desiderato: rivestimento in vera pelle ottenuta da concia al vegetale ed esclusiva
impunturatura che lo rende ancora più elegante e pregiato. E se vuoi cambiare
look la cover posteriore Metallic Skin è già inclusa nella confezione.
INCLUSA
n.117 / 15
9 SETTEMBRE 2015
MAGAZINE
SMARTHOME/ TV / HI-FI Smarthome, OLED e Technics: ecco le “tre punte” di Panasonic presentate alla conferenza di apertura
Panasonic cala le sue carte vincenti a IFA 2015
Lo scossone al keynote arriva con l’annuncio del TV OLED CZ950, ma c’è anche una sorpresa: torna il giradischi Technics
di Michele LEPORI
aurent Abadie, Tetsuro Homma e Michiko Ogawa,
i tre top manager che hanno condotto la conferenza stampa Panasonic, sembrano avere le idee
chiare su dove voler condurre Panasonic nel prossimo
futuro. Come da tradizione negli eventi della casa di
Osaka, non manca una premessa un po’ autoreferenziale sui successi finanziari ottenuti dal colosso giapponese che però questa volta segnala il ritorno deciso
dell’azienda giapponese alla profittabilità.
Dopodiché si parte sul grande tema su cui si è incentrata la presentazione del CEO europeo Abadie: la
smarthome e la sua proiezione a medio a lungo termine, tema che riveste un ruolo più che centrale nei
piani della major e che a breve introdurrà un catalogo
davvero ampio e variegato. Panasonic annuncia di
voler portare in Europa le “batterie residenziali” che
rappresentano la miglior opzione per lo stoccaggio e il
riutilizzo di energia elettrica prodotta dai pannelli solari, oltre che un sistema di sicurezza in caso di disservizi
elettrici: non a caso la tecnologia degli accumulatori
al Litio in giro per il mondo è di Panasonic, anche nel
caso del super accumulatore domestico Tesla. Sull’onda dell’entusiasmo, Panasonic continua a spingere
sull’acceleratore e annuncia la prossima distribuzione
di diversi esponenti della categoria smarthome quali
piano di cottura a induzione intelligente e con interfaccia touchscreen che oltre alla comodità d’uso riconosce la natura del manicaretto in corso di preparazione
e modula i consumi minimizzando gli sprechi; il frigo
che fa dell’informazione sui cibi contenuti all’interno
il suo piatto forte e una distesa di piccoli elettrodomestici (dall’epilatore al phon passando per lo specchio
smart) che non rinunciano al dialogo con il proprietario, informandolo e consigliandolo. Le applicazioni che
il larga parte avevamo già visto sempre a Berlino un
anno fa ma che ora sembrano più vicine a una concreta commercializzazione.
L
ziano a offrire delle soluzioni per caricare eventuale
traffico di una SIM aggiuntiva sulla propria soglia contrattuale. Da seguire le evoluzioni della nuova partnership globale annunciata proprio in conferenza stampa
tra Panasonic e Allianz: il popolare gruppo assicurativo dovrà mettere a punto delle offerte di polizze personalizzate e ovviamente a premio ridotto per coloro
che adotteranno le tecnologie di “smarthome”, come
la videocamera Nubo per esempio. Insomma, chi si
protegge con la tecnologia si vede riconosciuto uno
sconto dalla compagnia assicurativa: staremo a vedere come si concretizzerà questa alleanza.
L’OLED e Technics Grand Class
La piccola Nubo con 3G/4G

Ad essere apparentemente pronto al mercato è invece
Nubo, una piccola videocamera IP totalmente wireless,
governabile e interrogabile da smartphone, sul modello di Netgear Arlo. Il grande passo avanti è che la piccolissima Nubo è dotata di connettività 3G/4G e quindi
può essere spostata veramente dappertutto, a patto
che ci sia copertura della rete dati cellulare. Resta il
problema delle duplicazioni delle SIM, ma i gestori ini-
torna al sommario
Il vero scossone al keynote, tuttavia, arriva dall’annuncio certamente atteso del TV OLED CZ950 ed è il
Senior Vice President Tetsuro Homma che ha il piacere
e l’onore di annunciare al mondo che adesso si può
davvero mandare in pensione lo ZT60: a voler fare i pignoli si potrebbe andare a riprendere gli annunci dello
scorso anno dove si sbandierava il LED reinterpretato
da Panasonic come degno ed insindacabile erede del
plasma, ma non importa. Il nuovo top di gamma OLED,
4K e con certificazione THX ha tutto quello che un
appassionato può sognare e forse anche qualcosa di
più. Da ultimo, ma non certo in ordine di importanza
anche perché non si è persa occasione per ribadire il
concetto, il terzo “top player” a scendere in campo è
presentato dalla pianista giapponese di fama mondiale Noriko Ogawa: svanito l’effetto sorpresa del 2014,
quando si rivelò come capo-progetto della resurrezione di Technics, la pianista prende il microfono e le luci
del palco per celebrare il 50esimo anniversario dalla
nascita del noto brand audio, che dopo i fasti lussuosi dello scorso anno si allarga con l’arrivo della famiglia Grand Class e dei suoi gioielli SU-G30, ST-G30
e SC-C500 “Ottava”. Tutti e tre condividono l’idea di
audio ad alta fedeltà su network di rete, il primo con
supporto fino 24bit/192kHz ed il secondo che addirittura si pone come NAS in grado di gestire audio FLAC
grazie a un SSD drive integrato che va a sostituire il
lettore CD. “Ottava” è invece il nuovo all-in-one di fascia premium disegnato da Panasonic con l’intento di
far letteralmente arrivare il suono all’ascoltatore grazie
a degli speaker in grado di far fluttuare il suono dall’alto
al basso (e viceversa) in un suono a 270° che Panasonic promette essere rivoluzionario. Ma quando tutto
sembrava ormai pronto per l’archiviazione c’è tempo
per un “one more thing” che coglie tutti in contropiede,
l’ennesimo pannello a scorrimento del palco si discosta per lasciar spazio ad un altro importante ritorno in
famiglia Technics: benché ancora in stato di prototipo,
almeno fino alla primavera del 2016, la Michiko Ogawa
annuncia con malcelato orgoglio il nuovo giradischi
che vorrebbe essere l’ultimo grande ritorno sotto l’egida del noto marchio audio. La corsa alla foto è serrata,
ma si tratta evidentemente ancora di un mockup che
svela semplicemente la rinata volontà di Technics di
cimentarsi con i giradischi. Non ci saranno ulteriori informazioni, probabilmente fino al CES di Las Vegas.
n.117 / 15
9 SETTEMBRE 2015
MAGAZINE
MERCATO All’IFA abbiamo scambiato qualche chiacchiera con Stephane Labrousse, amministratore delegato di Sony Italia
Stephane Labrousse (Sony): “Piovono OLED?
Non fa niente, è una pioggia che non bagna”
Sony con una quota di mercato di 15 punti è stabilmente terzo posto nel settore TV, con particolare spinta nella fascia alta
di Gianfranco GIARDINA
S

ta per arrivare un autunno caldo della TV. Non
solo sul fronte dei broadcaster, che già hanno
iniziato con qualcosa di più che qualche scaramuccia, ma anche su quello dei produttori di TV.
Scatta l’attacco alla fascia alta del mercato: LG lancia
l’offensiva con gli OLED e Samsung difende le proprie
posizioni con i SHUD. Il terzo player del mercato è
Sony e non sta certo a guardare: abbiamo approfittato dei giorni dell’IFA 2015 a Berlino per incontrare
Stephane Labrousse, amministratore delegato e numero uno di Sony Italia. Il nome tradisce le origini
d’Oltralpe; ma Laborusse è un francese che non ti
aspetti, che parla un italiano decisamente fluente e
rigorosamente corretto e conosce l’Italia, i suoi limiti
e i suoi pregi, meglio di molti nostri connazionali. Non
abbiamo mancato di “provocarlo”, partendo da un
commento sugli ultimissimi annunci:
DDAY.it: LG ha dichiarato a DDAY.it che sta arrivando sul mercato italiano una “pioggia di OLED”.
Come si prepara Sony all’arrivo in quantità di questa
tecnologia che non la vede protagonista, almeno al
momento?
Stephane Labrousse: “Mah, mi verrebbe da dire ‘lasciamo che piova’, tanto – credetemi – è una pioggia che non bagna. Supponiamo anche che arrivino
tantissimi OLED e che lo facciano a prezzi molto
aggressivi, rispetto ai quasi 3000 euro di oggi, diciamo dimezzati: il mercato sopra i 1400 euro vale oggi
qualcosa di vicino all’8% a valore. Certo, quella è una
fascia di mercato dove tutti vorrebbero essere, ma
tutti gli spostamenti di quota che l’OLED può portare sono in quella fetta. In ogni caso Sony impiega
già da tempo l’OLED in altre applicazioni nel mondo
professionale (i monitor professionali per il video e la
calibrazione cromatica, ndr). Due o tre anni fa si parlava molto di OLED, poi l’avvento del 4K ha ritardato
la produzione di massa, perché la nuova risoluzione
ha sicuramente comportato difficoltà produttive. Oggi
ci stiamo arrivando: il gap di prezzo con l’LCD si è
molto ridotto ma resta ancora qualche dubbio sulla
durabilità…”
DDAY.it: Cioè, lei ha dati secondo i quali l’OLED non
durerebbe nel tempo?
Labrousse: “L’OLED per essere stabile nel tempo, essendo composto di materiale organico, ha bisogno di
compensare per via elettronica il decadimento della
cella, un processo necessario per mantenere colorimetria, contrasti e così via. È una cosa che già facciamo nel professionale ma che è difficile fare in ambito
consumer a un prezzo adeguato a questo mercato.
Ci vuole ancora un po’ di tempo: se nel futuro saremo capaci di realizzare un OLED con le prestazioni
e la durabilità che ci aspettiamo con un gap di prez-
torna al sommario
zo accettabile con l’LCD
anche Sony entrerà a
far parte della partita
OLED.”
DDAY.it: Quali sono le
tre migliori qualità dei
TV Sony di quest’anno?
Labrousse: “Senza dubbio design, 4K e Android,
sono i tre messaggi forti
di quest’anno. Nel design integro anche la
qualità di immagine, che
rimane comunque parte
del nostro DNA. 4K assolutamente, perché oggi
oltre i 50” ogni due televisori uno è 4K. Dall’inizio dell’anno il 18% del mercato
a valore è fatto dai 4K e nell’ultima settimana (la 34,
ndr) siamo addirittura arrivati al 23%: un quarto del
mercato a valore è ormai 4K. Non dico che il consumatore oggi a casa possa usufruire della tecnologia
4K a tutto tondo, ma l’hardware è disponibile e, oltre
una certa dimensione schermo, il consumatore compra un 4K”.
DDAY.it: Ma se sopra una certa dimensione il consiglio è quello di comperare un 4K, perché il mercato si allarghi ancora devono un po’ scendere i
prezzi…
Labrousse: “Ci stiamo lavorando: la vera novità commerciale è la serie X80, una rideclinazione della serie X85 in chiave più economica. La differenza è un
pannello 200 Hz invece che 800 Hz e un materiale
un po’ meno pregiato per lo chassis. In questo modo
arriveremo con un 49” 4K a 1.099 euro e 55” a 1.399.
È così che vogliamo affrontare la fine dell’anno, per
mantenere il nostro prezzo medio, che è il doppio di
quello del mercato, e non perché i nostri TV costino di
più, ma perché abbiamo quote contenute sugli schermi piccoli ma molto più alte sui grandi schermi, come
deve essere per Sony.”
DDAY.it: Qual è a questo punto la posizione sul
mercato TV di Sony?
Labrousse: “Abbiamo chiuso l’anno fiscale 2014 (finito
a marzo 2015, ndr) con una quota di mercato 15 punti,
in terza posizione.”
DDAY.it: Sta per arrivare Netflix. Può essere un aiuto a promuovere anche il 4K?
Labrousse: “Certamente. Io penso che questo arrivo
possa aiutare tutto il mercato, anche i broadcaster
che saranno stimolati nell’essere più competitivi. La
gamma 2015 è interamente compatibile con Netflix
e in particolare tutti i modelli 4K sono anche HDR e
quindi potranno fruire della gamma dinamica estesa
con la quale Neftlix farà streaming in 4K.”
DDAY.it: Qui a Berlino Sony ha presentato il nuovo
smartphone Z5. Con la bacchetta magica, cosa aggiungerebbe a un telefono come questo?
Labrousse: “Tra sei mesi ci sarà qualcosa di nuovo,
ma al momento mi pare che non manchi nulla. L’ultimo pezzo che mancava, ed è Sony che lo doveva
commercializzare, è lo schermo 4K che c’è sullo
Z5 Premium. Anche se non si capisce bene quale tipo
di esperienza si possa trarne, dato che si tratta di un
5,5”, non c’è dubbio che Sony, che crede al 4K in tutte le sue declinazione, doveva aprire questa strada
prima di tutti gli altri.”
DDAY.it: Uno schermo 4K da 5,5” potrebbe essere
utile solo in un visore di realtà virtuale: possiamo
pensare a qualche legame con Project Morpheus,
magari con un visore ad hoc per questo smartphone?
Labrousse: “È una bella idea, è vero che andrebbe
bene. Ma confesso di non sapere se in Giappone ci
sono progetti in merito”.
DDAY.it: Il mondo audio Hi-Fi come sta andando?
Labrousse: “Non sta andando male, anzi va abbastanza bene. Ci sono segmenti che stanno soffrendo
tanto, come gli home theater. Ma le cuffie, le soundbar e i wireless speaker hanno preso il posto di altre
soluzioni e permettono comunque a questo mercato
di mantenersi. Noi siamo molto contenti per esempio
proprio degli speaker wireless, la nostra linea SRS:
abbiamo una gamma di 7 prodotti, dalla X11, un cubetto appaiabile in coppia per avere lo stereo, fino
alla X99, che è a tutti gli effetti un componente hi-res
audio di altissima qualità sonora. Sono prodotti che si
vendono veramente bene, che creano valore, e sono
ben poche la categorie che creano valore nel consumer electronics. Il consumatore comincia a capire
questi prodotti e il fatto che tutti i produttori abbiano
la propria soluzione in quell’ambito aiuta a sviluppare
questo mercato”.
n.117 / 15
9 SETTEMBRE 2015
MAGAZINE
MERCATO Direttamente dall’IFA di Berlino parla Claudio Lamperti, amministratore delegato di Panasonic Italia
Claudio Lamperti (AD Panasonic Italia):
“L’OLED non è la nostra unica religione”
“L’OLED per ora è ancora un esercizio altissimo, il TV è meno centrale ed è il momento del piccolo elettrodomestico”
di Gianfranco GIARDINA
ul mercato del TV, dicono alcuni, sta cambiando il
tempo. LG prevede una pioggia di OLED sull’Italia,
Sony pensa che si tratti a malapena di un temporalino estivo. Panasonic è a metà strada: si appresta a
lanciare il proprio TV OLED (basato proprio su pannelli
LG), anche se probabilmente a prezzi molto alti, ma non
ne fa – almeno per ora – un credo assoluto. Abbiamo
incontrato all’IFA Claudio Lamperti, amministratore delegato di Panasonic, per avere una testimonianza diretta
dell’atteggiamento della società nei confronti dell’OLED.
DDAY.it: Parliamo del TV OLED: qual è il prezzo?
Claudio Lamperti: “Non lo so. Se lo sapessi, lo direi.
Ma non ho proprio idea. Il lancio è a ottobre, ma non
ce l’hanno detto, probabilmente proprio per evitare che
qualcuno si metta a commentarlo”.
DDAY.it: Prestazioni elevatissime, schienale in Alcantara
grigio: difficile ipotizzare prezzi “accessibili”…
Lamperti: “Beh, in realtà il colore dell’Alcantara si può
scegliere…”
DDAY.it: Anche le finiture “custom”. Abbiamo paura di
quando il prezzo verrà comunicato…
Lamperti: “Questo OLED l’abbiamo studiato tanto. Non è
che abbiamo preso il pannello, che non è nostro, e abbiamo fatto un TV al volo. Tutta la logica Studio Master
Color per la gestione dei neri, per esempio, ce l’abbiamo
solo noi.”
DDAY.it: LG ha parlato di una prossima “pioggia di
OLED” sull’Italia. Come si posiziona l’unico modello
OLED Panasonic in questa “perturbazione” in arrivo?
Lamperti: “Mah, è tre anni che lo dicono, sin dalla famosa
presentazione di Monte Carlo. Noi abbiamo voluto fare
un prodotto con prestazioni ai massimi livelli possibili.
Non abbiamo obiettivi di invadere il mercato. Quindi per
noi il focus principale rimane sugli LCD di alta gamma,
non abbiamo intenzione di ‘gridare’ che Panasonic è
uguale a OLED. Abbiamo voluto fare il TV OLED in un
percorso di miglioramento della qualità di immagine utilizzando le tecnologie e il know-how sviluppato per il plasma. L’OLED non è l’unica futura religione di Panasonic,
come non so se lo sia per LG. Da quello che dite sembra
che vogliano spingere fortemente su OLED; noi abbiamo tutto, tutto purtroppo senza più plasma. I volumi li
facciamo con l’LCD; l’OLED per noi è solo un esercizio
altissimo, secondo noi perfetto, ma non correremo dietro
a chi vuole correre sull’OLED.”
DDAY.it: Possiamo pensare più avanti, magari a
Las Vegas, a un’espansione della gamma OLED?
Lamperti: “Per noi il 65” è il taglio perfetto. Se questo
modello troverà l’apprezzamento di critica e pubblico, sicuramente arriveranno altri tagli. Ma non so se sarà già
a gennaio a Las Vegas, anche perché il CES per noi è
diventato un evento dedicato alla gamma business, noi
non abbiamo più molto focus su Las Vegas, tanto che i
prodotti consumer verranno esposti fuori dalla fiera…”

S
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DDAY.it: Il TV sembra aver perso, sia nel cuore degli
acquirenti che in quello dei rivenditori, la centralità di
una volta. Registra anche lei questa situazione?
Lamperti: “Certamente sì, ma aggiungo che questo disamoramento ha colpito anche i produttori. Per certi versi è
una grande trend che tocca tutti. Il TV adesso pesa circa
il 12% delle vendite di un retailer; alla fine dell’anno scorso pesava il 15%, anni fa pesava il 28%. Il TV ha perso tre
punti in pochi mesi a vantaggio di smartphone, grandi
elettrodomestici e soprattutto per un’esplosione a due
cifre del piccolo elettrodomestico. Quindi è normale che
i retailer si ‘raffreddino’ nei confronti dei TV.”
DDAY.it: Sono fasi, si paga la “sbornia” dello switch
off. La TV, però, non ci sembra stia scomparendo dalle
case degli italiani…
Lamperti: “No, assolutamente no. Ma è sceso molto il
prezzo medio e le quantità non crescono. Quest’anno
è presumibile che il mercato italiano si fermi a 4 milioni
e 400mila pezzi; l’anno scorso sono stati 4 milioni e
800mila. Il prezzo medio negli ultimi mesi è salito un po’,
ma meno di quello che avrebbe dovuto fare considerando che c’è stata una contrazione dei piccoli schermi a
favore di quelli più grandi e che è arrivato in quantità
il 4K. Ho smesso di credere alle favole: non credo che
andremo oltre un prezzo medio per i TV di 370 euro, che
comunque è già meglio del 350 euro che abbiamo toccato di recente. Questa è la consistenza del mercato TV;
quanto poi questo peserà sul totale della torta dipenderà anche dagli altri settori. Io, per esempio, prevedo una
contrazione per il mercato degli smartphone: non sono
convinto che sarà possibile mantenere un giro d’affari
del 30% del negozio, com’è oggi, malgrado sia un prodotto a più rapida sostituzione. Se lo smartphone cede e
non arriva qualcosa d’altro saranno dolori, sarà difficile
per molti tenere in piedi i negozi, con il costo degli spazi
e del personale…”
DDAY.it: Un TV rimesso al centro delle attenzioni del
negozio non potrebbe essere un buon antidoto?
Lamperti: “Sì, purché il tutto non si trasformi in un aumento della pressione promozionale che ha portato i 32”
a 199 euro. Basta considerare che in questo momento
Panasonic vende lo slow jucer a 229 euro - e si vende
molto bene - per capire che 199 euro per un 32” è un
prezzo che non ha alcun legame con la realtà e con il
valore del TV. Poi finisce che alcuni produttori addirittura abbandonano il mercato europeo: basti pensare a
Sharp, a Toshiba; ma anche a Hitachi, che in Giappone
è ancora co-leader e qui oramai in molti non sanno più
neppure che esiste. Insomma, per farci del male in questi anni ci siamo dati ben bene da fare…. Ma adesso i
produttori stanno diversificando per evitare di rimanere
bloccati in un solo settore. Basta vedere gli stand qui all’IFA: prima le grandi aziende avevano gli stand del bruno e del bianco separati, ora è tutto assieme. Noi stiamo
diversificando per questo motivo”.
DDAY.it: OK, non si vive di soli TV. La scommessa degli
slow jucer, l’estrattore di succo (qui la prova di dday.it,
ndr), ci sembra di capire che stia funzionando…
Lamperti: “Non potete avere idea, una cosa incredibile.
L’Italia oggi pesa il 35% delle vendite mondiali dello slow
juicer, una cosa mai successa. Ma ci sono delle spiegazioni: noi abbiamo un Paese molto ricettivo, con un’attenzione alla naturalità che in altre nazioni non c’è. Uniamo questa predisposizione al fatto che abbiamo della
frutta e della verdura decisamente migliori di molti altri
Paesi anche vicini a noi e che generalmente questa costa meno. In Inghilterra, tanto per fare un esempio, frutta
e verdura non sono certo spettacolari e i prezzi sono
ben più alti dai nostri. Il mercato è esploso e noi siamo
arrivati nel momento giusto con un prodotto centrato
per le sue caratteristiche: rotore in acciaio, facilissimo e
veloce da pulire, accessorio ‘frozen’, tutte qualità che ci
permettono di avere un sell-out (vendite all’utilizzatore
finale, ndr) stabile di 1400 pezzi al mese. Ed è questo
quello che vuole fare Panasonic: dato che abbiamo una
produzione davvero sterminata, bisogna andare a catturare e importare in Italia nel momento giusto i prodotti
interessanti per il nostro consumatore.”
DDAY.it: Non per sminuirlo, ma stiamo parlando di uno
slow juicer che costa più di un TV 32”…
Lamperti: “È vero, credo che nella situazione attuale un
TV da 32” possa incontrare minore interesse da parte
del consumatore rispetto a uno slow juicer. Non è una
dichiarazione di resa, ma solo una presa di consapevolezza di quanto vale oggi il TV e di quello che Panasonic
può fare oltre il TV, che è tantissimo, e che altri marchi
non possono fare”.
DDAY.it: Facciamo un altro esempio…
Lamperti: “Beh, quest’anno abbiamo rivitalizzato la macchina del pane: la nostra è costosa ma anche molto
stimata e giudicata la migliore da molte fonti. Il modello
è praticamente lo stesso negli ultimi anni e il prezzo è
costante, ma quest’anno stiamo triplicando i volumi”.
n.117 / 15
9 SETTEMBRE 2015
MAGAZINE
MERCATO Vuoi conoscere tutti i segreti di Netflix? Abbiamo intervistato Neil Hunt, Chief Product Officer di Netflix
Hunt (Netflix): “Portiamo contenuti e qualità
Internet lento in Italia? Non avremo problemi”
Hunt è a capo del team di 1200 persone che gestisce tutta la struttura tecnologica del colosso statunitense streaming
di Roberto PEZZALI
etflix sta per arrivare in Italia: una offerta all-inclusive di film e serie TV, con tante produzioni originali e un occhio alla qualità, addirittura
Ultra HD per alcuni contenuti recenti (Cos’è Netflix in
10 punti). La data precisa di lancio è ancora top secret
(sarà attorno al 15 di ottobre), ma finalmente anche
in Italia avremo una offerta televisiva in streaming
completa, con il colosso americano che si unisce a
Sky Online, a Premium Online a Infinity e a TimVision
per dare ai divoratori di film e contenuti italiani una
scelta in più. A Berlino abbiamo intervistato Neil Hunt,
Chief Product Officer di Netflix, probabilmente uno
dei manager più importanti dell’impero Netflix insieme al CEO Reed Hastings e al Chief Content Officer
Ted Sarandos. Hunt è a capo del team di 1200 persone che sovrintende al funzionamento dell’intera macchina: controlla lo streaming, la qualità dei contenuti,
prende le decisioni strategiche riguardo alle tecnologie da utilizzare e alle scelte da fare a seconda dei
dispositivi e delle tendenze di mercato. Tutto quello
che i competitor invidiano a Netflix, dalla qualità dello streaming all’impeccabile servizio di suggerimento dei contenuti consigliati, è opera del team di Neil
Hunt, sempre a caccia di nuove soluzioni e opportunità per rendere Netflix un servizio migliore, più facile
e più accessibile. Neil Hunt gestisce anche l’espansione di Netflix, ed è proprio dall’Italia che vogliamo
partire con la nostra lunga chiaccherata.
DDAY.it: L’Italia non è certo un Paese che brilla per
velocità di rete e infrastruttura, problemi questi che
hanno sempre allontanato servizi come il vostro.
Avete messo in conto di aver qualche problema?
Neil Hunt: “Non mi aspetto di aver troppi problemi.
Netflix in Italia funzionerà bene come funziona bene
negli altri paesi europei, non ci aspettiamo nulla di
diverso. Il problema della rete lenta è qualcosa che
abbiamo affrontato più volte e sconfitto anni fa utilizzando un particolare sistema di Adaptive Streaming.
I contenuti vengono preparati a diverse risoluzioni e
con diversi livelli di compressione, per ogni connessione abbiamo così la soluzione giusta. Sapete che
riusciamo a offrire uno streaming video anche con
256 Kbps di banda? Se lo vedete vi stupite, su un piccolo schermo la qualità è davvero buona.”
DDAY.it: Utilizzate quindi uno streaming “Mpeg
Dash? (Dynamic Adaptive Streaming over HTTP, un
sistema per trasmettere video sulla rete che adatta
la risoluzione a seconda della risoluzione”)
Hunt: “Più che utilizzarlo direi che lo abbiamo creato
noi, lo abbiamo preso quando ancora non era uno
standard, abbiamo collaborato con MPEG, abbiamo
aggiunto migliorie e ora lo usano tutti. Ci siamo però
tenuti in casa qualche ingrediente “segreto”, come ad
esempio l’ algoritmo in grado di capire quale risoluzio-
N
ne utilizzare a seconda della linea.Spesso si parla di
velocità massima della connessione, ma è molto più
importante capire quanto è stabile una connessione:
una rete che viaggia a picchi altissimi ma ha anche
dei rallentamenti improvvisi non è necessariamente
migliore di una che va più lenta ma è costante. Siamo
stati in grado di scrivere un algoritmo che è capace
di prevedere con una buona precisione l’andamento
della connessione, così possiamo dire al tablet o alla
TV come adeguarsi di conseguenza. Abbiamo fatto
anche un grande lavoro con il Parallel Streaming:
quando si guarda un film su Netflix i contenuti arrivano da più nodi, anche tre in parallelo, e se c’è un
intasamento su un nodo gli altri possono intervenire
senza che il film subisca la più piccola interruzione o
il minimo calo di qualità.”
DDAY.it: Da dove arrivano i film? Usate delle CDN o
dei modi particolari per distribuirli?
Hunt: “Il nostro datacenter principale è in Irlanda, sui
server di Amazon (che ha uno dei più grandi sistemi
mondiali per la distribuzione dei contenuti). Tuttavia
per evitare le congestioni in determinate zone abbiamo creato un sistema chiamato Open Connect
(approfondimento nel box), che permette di portare
i contenuti davvero vicino a coloro che non riescono
ad avere una buona connessione verso i nodi principali.”
DDay: L’Italia sarà sicuramente un bel test per voi.
Il servizio più utilizzato oggi per mostrare film ed
eventi sportivi “Live” soffre parecchio con tante
connessioni contemporanee.
Hunt: “Siamo fiduciosi, possiamo assicurare che tutti
potranno godere del nostro servizio anche con una
banda che magari loro stessi reputano inadeguata.”
DDAY.it: Parlando di velocità internet, cosa ci potete
dire del 4K. Quanta banda serve? Siete tra i pochi
che riescono a fornire contenuti per le TV Ultra HD
ad una risoluzione che è superiore anche a quella
del Blu-ray.
Hunt: “I contenuti 4K sono compressi a 15 e 17 Mbps,
quindi per vederli senza problemi diciamo che servo-
no almeno 20 Mbps. Al momento utilizziamo come sistema di compressione l’HEVC, ma stiamo esplorando anche altre possibilità. Abbiamo formato insieme
a Google, a Microsoft e ad altri grandi nomi la “Alliance for Open Media”, perché come sapete purtroppo
per l’HEVC è sorto un problema di licenze (si pagano).
Vogliamo un nuovo codec non solo aperto, ma anche più efficiente: l’HEVC è stato pensato per grandi
risoluzioni e grandi schermi, ma nel caso di dispositivi portatili, come tablet e smartphone, non è così
efficiente. Vogliamo anche passare ad un sistema di
compressione a più passaggi: non abbiamo fretta e
non dobbiamo trasmettere contenuti live come eventi
sportivi, quindi possiamo trattare il master nel migliore dei modi per fornire uno streaming di qualità davvero eccezionale. Il nuovo codec, in ogni caso dovrà
essere in grado di lavorare bene sia con TV enormi
sia con schermi minuscoli, e soprattutto dovrà gestire
nel migliore dei modi reti non troppo veloci. Qualità e
efficienza del servizio sono le nostre priorità.”

segue a pagina 17 
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n.117 / 15
9 SETTEMBRE 2015
ENTERTAINMENT
Intervista a Neil Hunt (Netflix)
segue Da pagina 16 
DDAY.it: Quanti sono realmente i clienti del servizio
4K? Avete qualche numero?
Hunt: “Non sono in grado di dare numeri precisi,
ma posso dire che abbiamo 1.5 milioni di dispositivi
capaci di riprodurre contenuti 4K connessi a un abbonamento 4K. Abbiamo una collezione piccola ma
interessante di contenuti 4K, e ovviamente ogni nuovo film o serie TV che acquisteremo lo renderemo
disponibile anche in Ultra HD se esiste il materiale
originale a questa risoluzione. Per chi non ha una
connessione così veloce per il 4K, ma abbondante
per il Full HD, stiamo pensando anche ad uno step
intermedio tra 4K e Full HD, una risoluzione un po’
più bassa (ipotizziamo noi 2560 x 1440) che però
permetta di godere sui grandi TV moderni con una
qualità superiore al già ottimo HD. La nostra collezione di contenuti 4K include anche i recenti Sense8
e il nostro primo film, Beasts of No Nation, che sarà
distribuito lo stesso giorno in tutto il mondo anche in
4K. Marco Polo, inoltre, è stato già ripreso in digitale
RAW 16 bit, e lo abbiamo masterizzato sia in 4K sia
nel nuovo formato 4K HDR, ovvero a dinamica estesa “. (Leggi l’approfondimento “Cos’è l’HDR”)
DDAY.it: Che standard avete usato? C’è ancora molta confusione e nonostante i produttori di TV continuino a dire “i nostri TV sono HDR” non si è affatto
capito qual è il vero HDR per il mercato consumer.
Hunt: “Noi siamo membri della Ultra HD Alliance e
possiamo dire che ancora non è stato finalizzato uno
standard. Una bozza c’è, ma restano ancora molti
punti da chiarire, come ad esempio il formato dei
metadati o la luminosità che deve raggiungere. Mi
aspetto che il gruppo chiuda lo standard nei prossimi
due mesi così iniziamo a vedere a inizio del prossimo anno i primi veri dispositivi HDR. Noi saremo
ovviamente pronti con i contenuti, l’HDR per noi ora
è importante quanto lo è stato il 4K un paio di anni fa.
Continueremo ad aggiungere contenuti ad alta dinamica al catalogo appena saranno disponibili, e non
si pensi che servirà chissà quale connessione. L’HDR
occuperà circa il 20% in più della banda richiesta dal
normale 4K, ma nel caso in cui una connessione non
sia abbastanza veloce potremmo anche abbassare
la risoluzione al Full HD dando però a chi ha un TV
compatibile ugualmente l’HDR. Vogliamo cercare di
offrire sempre la qualità migliore possibile per la linea che il nostro cliente ha a disposizione.”
DDAY.it: Un paio di settimane fa ha fatto discutere
il caso di Breaking Bad in 4K disponibile sui canali
Torrent. Arrivava da Netflix, probabilmente da un
player esterno: vi preoccupa la questione pirateria,
pensate di bloccare certe sorgenti vulnerabili?
Hunt: “Che l’HDMI non sia sicuro non è un segreto
per nessuno: quando hai migliaia di produttori di dispositivi HDMI e dai le chiavi a tutti non puoi tenere
ben protetto un sistema. La vera risposta alla pirateria è dare contenuti di qualità appena sono disponibili e contemporaneamente in tutto il mondo. Bloccare sorgenti o mettere protezioni eccessive non è la
soluzione: non riuscirai mai a impedire a qualcuno di
mettere una videocamera davanti allo schermo per
MAGAZINE
Open Connect, un piccolo Netflix dietro casa tua
Netflix ha creato non pochi problemi ai provider americani: durante
le ore di punta infatti gli utenti che guardano film su Netflix generano
oltre il 35% di traffico dell’intero Nord America. Traffico che inevitabilmente va a congestionare reti e nodi, con gli operatori che devono
sobbarcarsi i costi per dimensionare il tutto evitando così lamentele
da parte di utenti non Netflix che si ritrovano, loro malgrado, la connessione che va a singhiozzo. Ecco quindi che Netflix, per risolvere
il problema ai vari provider, ha creato Netflix Open Connect, una
sorta di piccolo Netflix da mettere in casa del provider stesso. Open
Connect è un server che mantiene replicati parte dei contenuti più visti dell’intero catalogo, e Netflix lo installa
nei posti dove le richieste sono più elevate e le connessioni più lente. Esteticamente è una scatola piena di hard
disk, anche più di 100 TB con backup e altri sistemi di ridondanza, che può servire una intera zona. In Italia, con
buona probabilità, verranno installati un paio di nodi a Milano e a Roma nei datacenter Telecom.
registrare tutto. Ecco perché la nostra ricetta contro
la pirateria è semplice: i nostri contenuti originali
distribuiti in tutte le regioni (anche in Italia quando
arriverà), contemporaneamente e soprattutto senza
attese, con tutti gli episodi della stagione online nello
stesso istante.“
DDAY.it: Amazon ha iniziato a distribuire contenuti
anche in modalità offline. In Italia altri competitor
hanno la modalità offline, Infinity ad esempio. Cosa
vi blocca?
Hunt: “Io non credo che le persone vogliano la modalità offline, semplicemente vogliono vedere quello
che desiderano quando e dove vogliono. L’offline è
solo una modalità per raggiungere questo obiettivo,
ma non ritengo sia la migliore. Se ci pensate devi
organizzarti prima il download e devi avere spazio
libero sul dispositivo: questo per uno smartphone è
comunque un limite, pensate ad un viaggio in aereo dove vuoi scaricare prima una stagione intera,
che su uno smartphone da 16 GB proprio non ci sta.
Poi va calcolato il tempo per il download: se non ha
una connessione veloce quale ora è comunque da
mettere in preventivo. Aggiungere l’offline, inoltre,
renderebbe la nostra interfaccia più complessa: devi
gestire il download, la coda, lo spazio, la cancellazione delle cose già viste e scaricate, mentre Netflix è bello perché è facile, scegli il film, premi play
e parte subito. Vogliamo risolvere comunque questo
problema, vogliamo che i nostri contenuti siano visibili da tutti ovunque: potremmo mettere per esempio
un nostro server “Open Connect” sugli aerei: è piccolo, consuma poco ed è efficiente. Le soluzioni ci
sono, basta sfruttarle. Se riuscissimo poi a rendere
la compressione più efficiente, soprattutto per i piccoli dispositivi come tablet e smartphone, potremmo
portare in poco tempo Netflix sui treni, in macchina,
ovunque, e con un consumo di banda minima. Non
voglio comunque dire che non aggiungeremo mai
un “download mode”, ma solo che non ci sembra la
migliore soluzione. Se verrà ritenuta fondamentale
dai clienti aggiungerla non sarà un problema, non è
difficile dal punto di vista tecnico.”
DDAY.it: Cosa ne pensi dell’Ultra HD Blu-ray: bluray player disponibili da gennaio con dischi a 29
euro.”
Hunt: “Penso che con quello che servirà per prendere player e film potrai farti un abbonamento a Netflix
4K per qualche anno. Mi stupirei ci fossero consumatori intenzionati ancora a spendere certe cifre per
comprare contenuti, i tempi ora sono cambiati. Tra
tre o quattro anni saremo in grado di offrire contenuti
con la stessa identica qualità del supporto fisico a
tutti: le connessioni diventano sempre più efficienti, e
la stessa cosa vale per i sistemi di compressione. Vedrete, tra poco sarà impossibile distinguere un Ultra
HD Blu-ray da un nostro film 4K HDR, con costi che
non sono neppure paragonabili.”
DDAY.it: Abbiamo capito, volete lasciarci a bocca
aperta. Ma anche l’orecchio vuole la sua parte: cosa
state facendo per migliorare l’audio?
Hunt: “Ci sarebbero tante cose da fare, ma chi ha
in casa un sistema home cinema con Dolby Atmos,
l’ultima frontiera dell’audio? Sul mercato americano
ci sono molti più TV 4K di quanti sono i sistemi audio
di ultima generazione, e questo ci ha aiutato a scegliere dove concentrare i nostri sforzi. Però vogliamo migliorare anche l’audio, e quello che faremo a
breve è trasmettere la colonna sonora esattamente
come chi ha creato il film l’ha pensata. Spesso i file
che ci danno per lo streaming hanno una dinamica
compressa, sono pensati per la trasmissione in TV e
non hanno la dinamica esplosiva che si sente invece
quando si va al cinema. Noi vogliamo dare ai nostri
utenti quella esperienza, quindi faremo in modo che
il Dolby Digital 5.1 che manderemo con i prossimi film
sia lo stesso Dolby Digital ad alta dinamica che si
può ascoltare al cinema. Certo, non è una feature
esplosiva ma siamo certi che chi ha un sistema di
qualità apprezzerà la differenza.”
DDAY.it: Qual è il dispositivo più usato su Netflix?
Hunt: “Al 60% sono TV. Poi ci sono console da gioco,
Apple TV, tablet, laptops e smartphone in ordine. Le
TV sono ovviamente il mezzo preferito.”
DDAY.it: Vedremo cosa succede in Italia: quando
sono nate le smart TV, Netflix negli States c’era già
e quindi tutte le TV hanno Netflix a bordo. Ma in
Italia sono davvero poche le TV che hanno l’app
installata, quasi esclusivamente quelle degli ultimi anni. E non è sicuro che molti modelli vecchi
verranno aggiornati, spesso anche quelli di marchi
blasonati vengono abbandonati a se stessi. Ci hai
pensato?
Hunt: “Abbiamo lavorato per gli ultimi 18 mesi con i
produttori per assicurarci che le TV siano in grado
navigare in modo fluido e veloce l’interfaccia di Netflix. Quando Netflix arriverà in Italia apparirà su molti
modelli, ma non ho ovviamente informazioni specifiche sui modelli di TV che avranno Netflix e su quelli
che invece non l’avranno. In ogni caso Chromecast

segue a pagina 18 
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n.117 / 15
9 SETTEMBRE 2015
MAGAZINE
TV E VIDEO Pubblico a bocca aperta allo stand Panasonic dell’IFA 2015, un’area pensata per raccontare la casa del futuro
La finestra che diventa un TV: Panasonic fa sognare a IFA
Una finestra sul giardino diventa in un istante, con un gesto, un gigantesco TV. Una bellissima demo, con qualche trucco
N
di Gianfranco GIARDINA
on c’è dubbio che tra le demo
più coinvolgenti dell’IFA 2015 ci
fosse la casa del futuro presentata da Panasonic. Un tappeto sonoro,
lo specchio che fa il trucco virtuale, un
tavolo interattivo, tra le attrazioni più
gettonate. Ma il re dello show è stata
una finestra. Sì, una finestra che affaccia su un giardino; si tratta di un giardino simulato, dato che siamo in fiera, ma
reale, non un’immagine ma uno scenario vero e proprio.
Il fatto è che, basta un gesto, come
prendere virtualmente un’immagine
proiettata sul tavolo e lanciarla verso
la finestra per far trasformare come
video
lab
Panasonic IFA 2015
La finestra gigante che si trasforma in TV
d’incanto la finestra in un gradissimo
schermo TV, come si può vedere nel
nostro video.
L’effetto è spiazzante: non siamo abituati a vedere una cosa simile e di certo
lo stacco tra lo sfondo tridimensionale
dietro la finestra e le immagini video è
notevole. Tanto da attrarre troupe televisive e un numero di persone al limite
dei problemi di ordine pubblico.
L’effetto è bello - dicevamo - ma c’è il
trucco: la finestra è fatta da un vetro
(quasi) comune e non certo da un display. In basso in centro, sotto le piante, si vede l’ottica di un proiettore a tiro
corto che si occupa di proiettare le immagini sul vetro, opportunamente trattato per funzionare bene da schermo
retroproiettato.
Il fattore chiave, senza il quale la demo
fallirebbe, è che si deve spegnere la
luce nel vano-giardino perché si possa vedere qualcosa sull’immagine: se
la luce, che in questo caso è artificiale
dato che siamo al chiuso, fosse rimasta
accesa non si sarebbe visto quasi nulla
e avremmo continuato a vedere perfettamente il giardino di sfondo, magari
con qualche bagliore sul vetro. Quindi si tratta di una soluzione che non è
applicabile a una comune finestra, perché sarebbe del tutto non funzionale
di giorno; e comunque, anche di sera,
richiederebbe un totale oscuramento
dell’esterno. E avrebbe anche la controindicazione di rendere perfettamente visibili da fuori le immagini. Insomma,
la finestra-TV resta un bel sogno che ha
bisogno di ancora qualche tempo prima di diventare realtà.
ENTERTAINMENT
Intervista a Neil Hunt (Netflix)
segue Da pagina 17 
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costa poco, va su ogni TV e con Netflix funziona alla
grande, e lo stesso vale per la Apple TV.”
DDAY.it: In Italia tutti i contenuti saranno tradotti o
ci sarà qualche serie nuova magari prima in lingua
originale?
Hunt: “La nostra filosofia è chiara: se esce una serie o
un film prodotti devono poterlo vedere tutti, lo stesso
giorno e nella loro lingua, senza eccezioni, e anche
in Italia sarà così se abbiamo ovviamente i diritti. Le
serie TV saranno disponibili per intero, tutti gli episodi della stagione in blocco, una modalità questa
particolare per chi non l’ha mai provata prima. Posso
confidarvi che il doppiaggio in contemporanea di una
intera serie per ogni Paese, con i tempi stretti che abbiamo noi, è un lavoro enorme soprattutto perché i
doppiatori per un personaggio sono sempre gli stessi
e non sempre è facile incastrare le nostre esigenze
con le loro.”
DDAY.it: Si può dire qualcosa del catalogo che sarà
disponibile da noi?
Hunt: “Mi occupo di encoding, qualità, tecnologia,
non è il mio terreno. Credo comunque che ci sarà il
catalogo di base presente in tutti i paesi oltre ai con-
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tenuti prodotti da noi, forse quelli più importanti dal
punto di vista qualitativo perché curiamo al massimo
la qualità.”
Netflix meglio degli altri? Forse si (Ecco perché Netflix, per ora, è meglio di Infinity e Sky Online), ma solo
perché è una azienda globale che ha iniziato da tanto,
ha esperienza, un background tecnologico importan-
te e può permettersi di investire in produzioni di qualità. Tuttavia “Content is the King”, e Netflix non potrà
mai avere tutti i migliori film e le migliori serie TV: c’è
spazio per tutti e si spera che l’arrivo di Netflix possa
anche spingere i competitor ad alzare il livello di qualità. Sky Online in standard definition, con Netflix in
4K, non si può proprio vedere.
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9 SETTEMBRE 2015
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MERCATO Quasi tutta la conferenza stampa di Samsung di IFA 2015 è stata incentrata sulle possibilità dell’Internet of Things
Samsung scommette su IoT per tornare a crescere
Entro il 2020 tutti i prodotti Samsung comunicheranno tra loro. Acceleratore a tutto gas sullo sviluppo di SmartThings
di Paolo CENTOFANTI
l presidente di Samsung Electronics Europe,
YH Eom, non ha problemi ad ammetterlo: il 2015
è stato un anno duro anche per Samsung, che
come tante aziende si è ritrovata a fare i conti con
la crisi economica e la concorrenza di marchi emergenti, soprattutto cinesi. “Samsung non guarda agli
ultimi 5 anni, ma ai prossimi 5 anni” ha dichiarato
in apertura di conferenza stampa all’IFA di Berlino
Eom, a sottolineare che nonostante tutto l’evoluzione tecnologica non resta ferma, e l’unico modo per
uscire da qualsiasi crisi è quello di guardare in avanti. E in modo molto più deciso rispetto all’ultimo CES
o al salone di Berlino dello scorso anno, Samsung
fa capire che la sua ricetta per tornare a crescere
passa dall’Internet of Things. Gli oggetti connessi e
smart la fanno da padrone allo stand di Samsung di
IFA 2015, occupando il centro dell’esposizione, con
tutti gli altri prodotti che ruotano intorno. Del resto
YH Eom è stato chiaro: per il 2020 tutti i prodotti di
Samsung saranno Internet of Things enabled. Ogni
dispositivo, dalla lavatrice alla serratura di casa, sarà
in grado di comunicare tramite Internet con altri prodotti, e potremo controllarli dovunque ci troviamo
e con qualunque dispositivo. Uno scenario avveniristico che, secondo Samsung, si potrà avverare
solo se si manterranno due capisaldi: apertura di
piattaforme software e hardware e interoperabilità
all’interno di tutta l’industria. Samsung ha aderito al
consorzio Open Interconnect (di cui fanno parte tra
gli altri Intel, Cisco e Mediate), ma ha anche una sua
piattaforma software, SmartThings, e ha realizzato
una piattaforma hardware, Artik, entrambe aperte a
terze parti e non c’è ombra di dubbio che Samsung
(come del resto altre aziende), preferirebbe che tutti
I

utilizzassero la sua di soluzione. Proprio i prodotti di
SmartThings, la startup acquisita da Samsung quasi
un anno esatto fa, saranno i protagonisti dell’evoluzione in senso IoT del produttore coreano. A breve
le soluzioni SmartThings arriveranno anche in Gran
Bretagna, con la promessa di una rapida espansione anche negli altri mercati internazionali. Il sistema
SmartThings include già una lunga lista di dispositivi
per costruire un vero e proprio sistema domotico,
basato su un piccolo hub centralizzato e una lunga
torna al sommario
lista di prese comandate, attuatori e sensori (movinership con BMW e Volkswagen, per visualizzare
lo stato dei dispositivi della propria rete IoT anche
mento, temperatura, umidità, ecc). In futuro il sistesul cruscotto dell’auto. Vedremo quanto di questa
ma funzionerà con tutti gli elettrodomestici Samvisione riuscirà poi effettivamente a concretizzarsi,
sung, oltre che con videocamere di sorveglianza o
ma Samsung sembra proprio avere l’intenzione di
dispositivi come l’appena annunciato Sleep Senandare fino in fondo.
se. Inoltre, SmartThings già supporta un gran numero di dispostivi smart di altri
produttori, con una lista di
aziende coinvolte piuttosto
lunga, e prodotti come lampadine, termostati, serrature
e così via. Nella visione di
Samsung tutto sarà controllabile via app per smartphone, tablet e soprattutto smartwatch, con il nuovo Gear
S2 utilizzato come esempio
di telecomando per la casa
intelligente in quasi tutti i
video promozionali mostrati
da Samsung all’evento. Ma
Samsung ha intenzione di
Samsung ha avviato una partnership con BMW e Volkswagen per poter viaprire anche all’automotive,
sualizzare sul cruscotto dell’auto lo stato dei dispositivi della nostra rete IoT.
con l’annuncio di una part-
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9 SETTEMBRE 2015
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MOBILE I prezzi dello smartphone andranno dai 799 euro del Premium ai 599 del Compact
Debutta Sony Xperia Z5 in tre varianti
Il modello Premium ha anche display 4K
Il nuovo Xperia Z5 si fa in tre: oltre alla versione standard, i modelli Compact e Premium
Tutte e tre le varianti dello smartphone di fascia alta hanno caratteristiche tecniche al top
S
di Paolo CENTOFANTI

ony ha ufficialmente presentato a
IFA 2015 il suo nuovo smartphone top di gamma, l’Xperia Z5, e la
prima notizia è che di Z5 ce ne sono
ben tre diversi. Sony non molla dunque
sul versante mobile e anzi rilancia, con
Xperia Z5, Z5 Compact e Z5 Premium.
Quest’ultimo è forse quello che farà più
parlare di sé, considerato che si tratta
effettivamente del primo smartphone al
mondo con display con risoluzione 4K,
ma in realtà, durante la presentazione,
il CEO di Sony, Kazuo Hirai, ha tenuto a precisare come tutti i tre modelli
presentino le stesse caratteristiche di
prodotti top di gamma, ma in formato di
schermo di vario formato.
Partiamo allora dal modello principale
che è lo Z5, smartphone come da indiscrezioni caratterizzato da un display
da 5,2” con risoluzione di 1920x1080
pixel. La prima novità riguarda la fotocamera, aspetto su cui Sony punta
moltissimo, che può contare su un nuovissimo sensore di immagine Exmor RS
da 1/2.3 pollici da ben 23 Megapixel,
accoppiato a un obiettivo con apertura F2.0. Sony promette prestazioni di
alto livello in condizioni di scarsa luminosità, autofocus ibrido velocissimo
(0,03 secondi), e una nuova funzione di
zoom digitale 5x definita “clear image”
che consentirebbe di ridurre al minimo
la perdita di qualità nell’ingrandimento
dell’immagine rispetto agli zoom digitali tradizionali.
Migliorato anche lo stabilizzatore di
immagine per la registrazione video,
disponibile anche sulla fotocamera anteriore da 5 Megapixel. E naturalmente
la fotocamera principale è capace di registrare video anche in risoluzione 4K.
Altra novità è l’aggiunta di un sensore
di impronte digitali. Sony ha scelto di
integrarlo sul tasto laterale di accensione/blocco schermo, e permette di
sbloccare in sicurezza lo smartphone,
ma supporta anche il sistema di pagamento con riconoscimento delle impronte digitali FIDO.
Parlando di caratteristiche di base, il
nuovo Xperia Z5 è basato su proces-
torna al sommario
sore Qualcomm Snapdragon 810, con
3 GB di RAM e 32 GB di memoria storage, supporta la riproduzione di audio
in alta risoluzione, è dotato di certificazione di impermeabilizzazione IP65 e
IP68 di resistenza alla polvere, monta
Android 5.1 e supporta la funzione di
remote play per Playstation 4.
Come dicevamo ci sono altri due Z5
che offrono sostanzialmente tutte le
caratteristiche tecniche fin qui viste.
Lo Z5 Compact, come il nome lascia
suggerire, si distingue per il display
più piccolo, un 4,6 pollici da 1280x720
pixel e a parte la RAM che scende a 2
GB, ritroviamo tutte le funzionalità del
modello più grande, quindi stessa fotocamera e sensore di impronte digitali.
Arriviamo dunque allo Z5 Premium, anche lui di pari specifiche tecniche ma
appunto contraddistinto dal display IPS
4K (3840x2160 pixel) con diagonale di
5,5 pollici, per una densità di punti di
806 ppi; per Sony, che è forse l’azienda che più si è fatta portabandiera del
4K, si tratta della possibilità di offrire
il supporto nativo per questo formato
praticamente ormai su qualsiasi tipo di
dispositivo. Sullo Z5 Premium Sony ha
portato anche tecnologie che arrivano
direttamente dalla gamma TV, come il
processore di immagine X-Reality per
l’upscaling dei contenuti video.
Per quanto riguarda la disponibilità
Xperia Z5 e Xperia Z5 Compact arriveranno nei negozi a ottobre, rispettivamente nelle finiture gold, verde, bianco, nero grafite e coral, giallo, bianco
e nero grafite. Lo Z5 Premium arriverà
un po’ più in là, a novembre, nei colori
gold, chrome e nero. A scalare, come
immaginabile i prezzi: 799 euro per lo
Z5 Premium, 699 euro per lo Z5 e infine 599 euro per lo Z5 Compact.
Da Lenovo
due smartphone
con batteria
super, che dura
giorni
Lenovo lancia Vibe P1
e P1M: hanno batterie
da 4000 mAh e 5000
mAh che possono
durare giorni. Se serve
fanno anche da battery
pack per ricaricare
gli amici
di Roberto PEZZALI
La linea di smartphone Vibe di
Lenovo al momento non viene
distribuita in Europa, un vero peccato perché tra questi ci sono due
modelli che potrebbero interessare davvero coloro che lamentano
scarsa autonomia e fanno uso
massiccio del telefono.
Vibe P1 e Vibe P1M, queste le
sigle, sono accomunati da una
batteria enorme che all’occorrenza può essere usata anche come
battery pack per ricaricare altri
smartphone: il primo ha un modulo da 5000 mAh, il secondo da
4000 mAh nonostante lo schermo più grosso, 5.5” contro i 5”
del P1. Non siamo di fronte a due
modelli hi-end, anzi, la componentistica sembra scelta apposta per
privilegiare l’autonomia, ma sul P1
lo schermo è comunque 1080p e
il processore un Mediatek a otto
core. Oltre alla batteria super dimensionata Lenovo ha inserito
anche un interruttore fisico: premendolo lo smartphone diventa
un cellulare a tutti gli effetti, privo
di funzioni extra e in grado di fare
il minimo indispensabile per ore e
ore: in questa modalità l’autonomia arriva a una settimana.
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9 SETTEMBRE 2015
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MOBILE Lo smartphone di Huawei sarà disponibile in Italia da fine settembre in due versioni
Nuovo Mate S, un gioiello con Force Touch
Così Huawei mette l’iPhone nel mirino
Huawei presenta Mate S: qualità costruttiva e cura dei dettagli sono solo l’antipasto
Integra il Force Touch e una fotocamera da primo della classe: il competitor è l’iPhone
di Roberto PEZZALI
uawei inizia a fare la voce grossa:
dopo aver sfornato una serie di
smartphone eccellenti si presenta all’IFA di Berlino con un nuovo pezzo forte da aggiungere alla collezione,
il Huawei Mate S. Il costruttore cinese
ne ha fatta di strada negli ultimi anni, e
con il Mate S raggiunge probabilmente
l’optimum in fatto di design e costruzione. Richard Yu, dal palco dello sfarzoso
evento organizzato da Huawei a Berlino,
non perde tempo in chiacchiere e mette
subito il nuovo smartphone a confronto
con l’iPhone 6 Plus: stesso schermo ma
dimensioni più contenute, dettagli più
curati e costruzione migliore.
Yu ci tiene a mostrare come ogni piccolo dettaglio sia importante, e nel caso
del Mate S le antenne, che sull’iPhone
6 sono ben evidenti, soprattutto sul modello Silver, sono nel caso dello smartphone Huawei solo una sottilissima
linea quasi invisibile. Huawei ci tiene a
precisare che non è solo una questione
estetica: il centro di ricerca ha realizzato
antenne molto più sottili ma ugualmente efficienti, e l’esempio più lampante è
la piccola antenna NFC integrata nella
piccolissima linea plastica mimetizzata
sopra la lente della fotocamera. Mate
S promette un giorno intero di utilizzo
con la batteria integrata e uno schermo
di eccellente qualità protetto da un Gorilla Glass 4, schermo che non insegue
la moda del QuadHD ma resta Full HD.
Migliorano rispetto ai modelli precedenti contrasto e risoluzione, e Huawei assicura che il pannello viene calibrato per
una perfetta resa fotografica.
La novità maggiore, design e costruzione a parte, è rappresentata però dalla
evoluzione delle tecnologie touch integrate: sul retro migliora il sensore biometrico grazie a Fingerprint 2.0, 100%
più preciso e veloce rispetto al modello
precedente, sul frontale il nuovo touch
può essere usato anche con le nocche
(come sul P8) per gestire diverse gesture e funzionalità avanzate di ritaglio e
edit foto e video. Il sensore biometrico,
inoltre, può essere usato come “controllo touch” per gesture e operazioni particolari: trascinando il dito dall’alto verso

H
torna al sommario
Phab Plus, il mix
Lenovo tra tablet
e smartphone
Phab è l’abbreviativo di
phablet, 6.8” per un mix
tra smartphone e tablet
con un look che ricorda
molto un iPhone
di Roberto PEZZALI
il basso ad esempio vengono visualizzate le notifiche.
La stoccata ad Apple arriva però con
l’integrazione nel display di Force Touch, una delle tecnologie che Apple ha
integrato su Watch e che dovrebbe
integrare anche sui prossimi iPhone.
Huawei l’ha chiamata proprio Force
Touch, e aggiunge una terza dimensione al touch nello stesso modo in cui Apple l’ha aggiunta al Watch. L’azienda ha
integrato la pressione in alcuni aspetti
dell’interfaccia, ma ha anche chiesto a
tutti di suggerire idee su cosa si possa
fare di innovativo con un display di questo tipo. Un’idea l’ha già avuta: lo smartphone, appoggiando qualcosa sullo
schermo, diventa una bilancia.
Sotto il profilo fotografico Mate S integra la stessa fotocamera del P8, un modulo che secondo Huawei ha le stesse
prestazioni di una camera “professionale”. Sensore da 13 Megapixel RGBW,
stabilizzatore ottico, lente in zaffiro e
una modalità “Professional” permettono
di raggiungere ottimi risultati anche in
condizioni difficili grazie alla regolazione
manuale di tutti i parametri. Huawei ha
inserito anche una
serie di profili fotografici per facilitare
molte situazioni di
scatto, soprattutto i
“selfie” non sempre
facili da gestire con
un forte controluce.
Utilissimo
l’Auto
Rectangular Alignment: permette di
scattare foto a manifesti, presentazio-
ni e fogli da un angolo con un ritaglio
automatico nel formato corretto.
Novità anche sul fronte delle chiamate,
perché sempre di un telefono stiamo
parlando: grazie a tre microfoni lungo la
scocca il Mate S riesce non solo a annullare perfettamente il rumore di fondo, ma anche a gestire una conferenza
appoggiato al tavolo, con una precisa
cattura dell’audio direzionale che può
essere gestita in modo automatico o
manuale.
Il grande lavoro fatto dall’azienda però
non finisce qui: Mate S utilizza infatti
una nuova generazione di rivestimento
nano coating che lo rende impermeabile a pioggia e umidità.
Huawei Mate S sarà disponibile anche
in Italia da fine settembre in due versioni con pre-order che partirà il 15 di settembre: la Standard ha 32 GB di spazio,
3 GB di RAM e costerà 649 euro, mentre la Premium ha 64 GB di storage e
costerà 699 euro. La versione con Force Touch avrà ben 128 GB di storage e il
prezzo sarà annunciato più avanti.
Che Huawei stia aspettando l’iPhone
6S?
Phab, ovvero Phablet: Lenovo
crede molto in questa categoria di
prodotto, secondo l’azienda pochi
usano lo smartphone per telefonare, mentre nel 70% dei casi si
fanno cose che richiedono uno
schermo grande. E con il nuovo
Phab lo schermo grande è servito,
perché siamo di fronte a un grosso
smartphone con schermo da 6.8”
Full HD perfetto per giocare, vedere video e lanciare applicazioni
di produttività. Venduto a 299 dollari, Phab Plus non è però così potente come si potrebbe pensare:
Snapgradon 615 e 2 GB di RAM
sono la coppia di spinta, mentre
la batteria permette di raggiungere le 18 ore di funzionamento, ma
da un prodotto simile ci si aspetta
qualcosa di più. La cosa che forse
stupisce di più è il design: ricorda
molto uno smartphone famoso,
forse troppo: Lenovo ha provato
a dissimulare le somiglianze con
qualche dettaglio diverso, come
la ghiera attorno alla lente della
fotocamera e l’assenza del tasto
frontale fisico, ma è innegabile
che il lato B è preciso a quello
dell’iPhone. Una linea questa che
era già stata adottata, con qualche polemica, anche su modelli
precedenti destinati al mercato cinese: questa volta però è diverso,
Phab Plus arriverà presto anche in
Europa.
Serie S78 / Ultra HD
50” / 58”
Immergetevi
in una nuova
esperienza !
Avvicinatevi al vostro grande schermo UHD e tuffatevi in un’immagine di una ricchezza incredibile di dettagli. Un’immagine che non è mai stata cosi profonda grazie alla precisione dei contorni, anche nei dettagli
più lontani. Un’immagine che non è mai stata cosi realistica grazie alla nitidezza dei colori. Ammirate la
perfetta fluidita del movimento, resa possibile dalla tecnologia Clear Motion Index 800 Hz.
ww.tcl.eu/it
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9 SETTEMBRE 2015
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MOBILE Oltre ai nuovi smartphone Liquid, Acer ha mostrato Jade Primo, un prototipo di pocket PC
Acer per il mobile spinge su Windows 10
Acer presenta i suoi primi smartphone basati su Windows 10, Liquid M330 e Liquid M320
di Emanuele VILLA
ra le molte novità Acer di quest’anno non potevano mancare
gli smartphone. Ma rispetto al
solito c’è una novità: ai “soliti” modelli Android si affiancano anche nuove
proposte basate sul sistema operativo Windows 10, che com’è noto verrà
proposto al pubblico entro fine anno.
Ma al di là di due modelli Windows 10
già previsti (Liquid M330 e M320), Acer
ha presentato a sorpresa in conferenza
stampa un prototipo di “Pocket PC”: si
chiama Jade Primo ed è di fatto uno
smartphone con display da 5,5” con
Windows 10 che verrà fornito con una
serie di accessori, tastiera, mouse e
docking, per trasformarsi all’occorrenza in PC, ovviamente molto orientato
al cloud. Si tratta di un device molto
potente, con uno Snapdragon 808,
fotocamera da 21 Megapixel (8 Megapixel quella frontale). Tra l’altro il Jade
Primo è già pensato per sfruttare le
potenzialità di Continuum, il sistema di
comunicazione tra PC e device mobile
annunciato da Microsoft nei mesi scorsi. Del Jade Primo, al momento in cui
scriviamo, non si sa molto altro, salvo il
fatto che probabilmente non lo vedremo prima del 2016.
T
due modelli sono attesi appunto a fine
2015, prima del Jade Primo, e saranno
probabilmente una delle scelte più interessanti e a buon mercato al momento del lancio del nuovo sistema ope-
Megapixel per entrambe le fotocamere, il tutto con personalizzazioni software ridotte all’osso, considerando i
vincoli imposti dal sistema operativo
Microsoft. Il telefono Android equiva-
rativo. Non a caso un vice president
di Microsoft è anche salito sul palco
a sottolineare l’ottima e profonda collaborazione tra la casa di Windows e
Acer. Stiamo parlando sostanzialmente
della gamma entry, a testimonianza del
fatto che Windows 10, come il suo predecessore, sarà a suo agio anche con
dotazioni hardware non di prima fascia. Liquid M330, a fronte di un prezzo
di listino di 129 euro, sarà infatti dotato
di processore Snapdragon 210, display
da 4,5’’ con risoluzione
FWVGA
(854x480),
1 GB di RAM e 8 GB
di storage, oltre a un
design leggermente
curvo. Fascia entry
level anche per la
dotazione fotografica, che si attesta
su un onesto 5
lente, Liquid Z330, può infatti vantare
caratteristiche extra come la modalità
“Gourmet”, lo scatto preferito, funzionalità ad hoc per i selfie e, in generale,
l’interfaccia personalizzata Liquid UI.
Completa l’offerta di smartphone basati su Windows 10 il modello M320,
molto simile nelle specifiche al precedente ma leggermente inferiore nel
comparto tecnico: non è annunciato
un prezzo di listino ma supponiamo
- considerando quello di Liquid M330
- che si posizionerà sui 100 euro di listino. Di fatto si tratta di un terminale da
4,5’’ da 854x480 pixel con Windows 10
come sistema operativo integrato, 1 GB
di RAM e 8 GB di storage, ma rispetto
al precedente in questo caso troviamo
un processore Qualcomm MSM 8209,
connettività 3G (Liquid M330 supporta anche LTE) e fotocamera anteriore
da 2 Megapixel.
C’è Windows 10
anche a 129 euro!

Acer a fine anno vuole essere a tutti i costi protagonista nel lancio di
Windows 10 per smartphone. Non per
niente Acer ha inserito nella comunicazione ufficiale dell’IFA due modelli
Windows 10, il Liquid M330 e il Liquid
M320, che non erano presenti allo
stand, se non nella similissima (sul fronte hardware) versione Android. Questi
torna al sommario
Alcatel punta
sul waterproof
e sul colore
Uno smartphone
e uno smartwatch
entrambi waterproof
Resistenti e colorati
puntano catturare
l’attenzione
di un pubblico giovane
di V.R. BARASSI
One Touch Go Play e One Touch Go Watch di Alcatel sono uno
smartphone e uno smartwatch che
puntano sulla solidità di costruzione con tanto di certificazione IP67
che garantisce la resistenza all’acqua e alla polvere. Alcatel One
Touch Go Play è uno smartphone
coloratissimo (8 diverse colorazioni, con tanto di cuffie waterproof
abbinate) che resiste a cadute anche da un metro e mezzo di altezza ed effettua scatti subacquei. Ha
una batteria da 2500 mAh che abbinata allo Snapdragon 410, a 1 GB
di RAM e al display 720p dovrebbe garantire un’ottima autonomia.
Il sistema operativo a bordo sarà
Android 5.0. One Touch Go Watch
è uno smartwatch entry-level che
prende molto dal fratello maggiore
One Touch Watch e che si ispira
nel design ai noti G-Shock di casa
Casio. Monta un processore Cortex
M4 con frequenza pari a 180 MHz
ed è compatibile sia con Android
(versione 4.3 o superiore) che con
iOS (dalla versione 7). Grazie alla
batteria da 225mAh, al processore parco nei consumi e a qualche
ottimizzazione software aggiuntiva
lo smartwatch è in grado di garantire dai 2 ai 5 giorni di autonomia. È
interamente personalizzabile: oltre
al cinturino si può sostituire anche
il rivestimento della cassa principale. È chiaro che siamo dinanzi
a prodotti che faranno del prezzo
una delle loro armi principali ma, al
momento, non è dato sapere nulla
né sulle cifre né sulle tempistiche
di commercializzazione.
n.117 / 15
9 SETTEMBRE 2015
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MOBILE Sarà disponibile a novembre a 349 o 379 euro a seconda della versione scelta
Samsung presenta il suo nuovo Gear S2
Ottimo smartwatch, grande user experience
Ci hanno colpiti semplicità e bellezza dell’interfaccia, a suo agio in uno schermo curvo
S
di Roberto PEZZALI

amsung mostra ufficialmente il
suo nuovo Gear S2. Non una sorpresa, era già stato annunciato
e fotografato, ma per la prima volta a
Berlino è possibile toccare con mano
Gear S2, giocarci, e rendersi così conto dello sforzo fatto da Samsung per
affermarsi in un segmento che lei stessa ha creato con il primo Gear.
Gear S2 è uno dei primi prodotti Samsung che mette davanti l’esperienza
d’uso alle pure caratteristiche tecniche: Samsung ha realizzato un prodotto immediato, veloce, con una batteria
che passa i due giorni di utilizzo e
una interfaccia che si impara ad usare
dopo pochi minuti.
È questa la cosa che più ci è piaciuta
di S2, a prescindere dal design leggero e dallo schermo perfettamente
leggibile in ogni situazione: due bottoni, una ghiera e il touch diventa quasi
un optional, da utilizzare solo quando
si ha la necessità di confermare un
qualcosa. Il sistema operativo Tizen
ha permesso a Samsung tutta la libertà
in fatto di personalizzazione, anche se
ovviamente pone pure qualche limite:
le app ottimizzate per il display tondo
non sono moltissime e la compatibilità
è limitata al solo mondo Android, com’era prevedibile.
Piacevoli i dettagli: ogni applicazione,
ad esempio, può portare con sé oltre
a un’area notifiche dedicata anche un
quadrante personalizzato: installando l’app di Bloomberg tra i quadranti
disponibili ce ne sarà uno che oltre
torna al sommario
Asus Zenwatch 2
arriva in Europa
e costa 149 euro
Lo smartwatch Asus
già presentato
al Computex, sarà
disponibile in Europa
in due versioni
che si differenziano
soprattutto
per le dimensioni
di Claudio STELLARI
all’orologio mostrerà le notizie, installando un’app sportiva ci sarà un altro
quadrante a tema, che si aggiungerà
ai tanti altri quadranti già presenti.
Tutti gli aspetti dell’interfaccia sono
davvero a portata di ghiera, con una
profondità di navigazione minima: impossibile perdersi, basta ruotare per
trovare tutto.
A questo va aggiunto poi un eccellente impatto grafico delle app caricate
di default: molto belle, colorate e immediate, con alcuni elementi disegnati
anche da importanti designer che hanno curato anche il cinturino.
Passando un po’ più sul tecnico Samsung ci ha confermato che per usare
Gear S serve uno smartwatch Android
con almeno la versione 4.4 a bordo e
1.5 GB di RAM, questo perché l’app del
telefono installa una sorta di server
virtualizzato che invia notifiche gestisce le comunicazioni tra orologio e
smartphone. Il display è da 1.2”, tondo,
AMOLED con 360 x 360 pixel di riso-
luzione (se fosse quadrato), mentre il
processore è un SoC custom da 1 Ghz
dual core che assicura più di due giorni di autonomia senza rinunciare però
alle performance.
Resistente a polvere e acqua, con certificazione IP 68, il Gear S2 ha a bordo
Wi-Fi, NFC, Bluetooth oltre a una serie
di sensori come il barometro e il monitor per il battito cardiaco.
La ricarica è Wireless, con base dedicata, e il peso limitato a 42 grammi per
la versione classic e a 47 per quella
normale. Da segnalare l’arrivo in Italia
e in Europa della sola versione Wi-Fi
/ Bluetooth: quella con e-sim integrata
infatti non sarà importata e sarà disponibile solo in Corea e America. Questo
vuol dire, e per molti non è una cosa
da poco, che non sarà possibile fare
chiamate.
Gear S2 arriverà a novembre: 349 euro
o 379 a seconda delle versioni, ma chi
vorrà personalizzarlo con un po’ di cinturini dovrà spendere qualcosa in più.
Pur non essendo una novità assoluta, parte integrante dei nuovi
prodotti Asus è lo Zenwatch 2,
lo smartwatch basato su Android
Wear che l’azienda aveva già
mostrato al pubblico in occasione del Computex. L’IFA di Berlino
dà però ad Asus l’occasione per
svelare disponibilità e soprattutto
i prezzi del nuovo modello, che si
annunciano molto interessanti.
ZenWatch 2 sarà disponibile in
Europa a partire dal mese di ottobre in due versioni: il modello più
piccolo ha una cassa da 45 mm e
sarà in vendita a 149 euro, la versione più grande con cassa da 49
mm costerà 169 euro. Entrambe
le versioni sono basate sull’ultima
versione di Android Wear, utilizzano un processore Qualcomm
Snapdragon 400, hanno a bordo
512 MB di RAM, offrono 4 GB di
storage, connettività Bluetooth 4.1
e Wi-Fi. ZenWatch 2 utilizza inoltre
una batteria che - secondo quanto dichiarato - dovrebbe garantire
fino a 2 giorni di autonomia con
una singola carica, anche se non
vengono specificate le condizioni
d’uso. Più interessanti i dati sulla
ricarica: il nuovo caricatore con
aggancio magnetico è in grado di
ricaricare la batteria con una velocità superiore del 35% rispetto al
primo ZenWatch, raggiungendo
il 50% della ricarica in soli 36 minuti.
n.117 / 15
9 SETTEMBRE 2015
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MOBILE Fino a 300 look differenti per il nuovo Moto 360 abbinando cinturini, casse e colori
Il nuovo Moto 360 piace a tutti, anche all’iPhone
Nuovi smartwatch Motorola: due da uomo, uno da donna e uno per lo sportivo con GPS
Sono compatibili sia Android sia iPhone. Per quanto riguarda il prezzo si parte da 299 euro
di Roberto PEZZALI
otorola lancia a Berlino la nuova
generazione di Moto 360. La novità più grande è la compatibilità
con iOS, che lo rende di fatto un validissimo competitor di Watch, ma Motorola
non si limita a questo. La nuova gamma
è composta da modelli destinati sia a un
pubblico femminile sia a un pubblico maschile, con un esemplare, lo Sport, dotato
di GPS e perfetto per chi fa attività fisica.
Il principio di base resta quello della personalizzazione: la seconda generazione
di Moto 360 è una vera collezione che
può generare, nelle diverse configurazioni, fino a 300 differenti “look” abbinando
cinturini, casse e colorazioni.
Motorola ha preparato due modelli per
l’uomo, da 46 mm e da 42 mm, un modello solo per le donne da 42 mm e un
modello per lo sportivo, ma ovviamente
cambiando colore e cinturino sembra di
trovarsi di fronte a molti più modelli. Lo
schermo è sempre LCD, simile a quello
dello scorso anno e con la piccola mezzaluna posizionata “a ore 6”: qui Motorola ha integrato il sensore per la luce e
anche quest’anno ha preferito non cambiare passando a un display totalmente
circolare. Cambiamenti dal punto di vista
estetico ce ne sono comunque stati: tasti
leggermente riposizionati, design rivisto
e spessore ridotto per rendere il prodotto
M
più confortevole e leggero. Novità anche
all’interno: al posto del SoC Texas che
spingeva il vecchio Moto 360 si è passati
a uno Snapdragon 400, scelta che permette un’autonomia di quasi due giorni
sul modello grande e di 36 ore su quello
piccolo. Diversa la versione Sport: Motorola per renderlo più autonomo
dallo smartphone ha inserito
un GPS e per facilitare la lettura
sotto forte luce diretta ha adottato un nuovo tipo di schermo
LCD denominato AnyLight ad
alto contrasto. Qualche novità
anche nel software: arrivano
una nuova modalità Moto Body
dedicata al fitness e alcuni
clockface con Live Dials, piccoli quadranti interattivi che
restituiscono informazioni live
come passi fatti, battito o notifiche.
Moto 360 sarà disponibile da fine settembre anche in Europa: si parte da 299
euro, ma il prezzo sale a seconda del cinturino e del modello. La versione Sport,
che non sarà disponibile subito, è ancora priva di prezzo.
MOBILE La serie Vibe al momento non è distribuita in Europa Occidentale, neppure in Italia
Lenovo Vibe S1: due fotocamere frontali per i selfie
Lenovo lancia il nuovo selfie-phone dotato di due fotocamere frontali, da 8 MP e da 2 MP
di Roberto PEZZALI
enovo Vibe S1 è il primo smartphone
dotato di una coppia di fotocamere frontali, una dedicata allo scatto
puro e una alla cattura delle informazioni di profondità. Chi ha provato un HTC
One M8 conosce bene le potenzialità
di una doppia camera, e Lenovo usa la
doppia fotocamera frontale più o meno
allo stesso modo usato da HTC sul suo
vecchio top di gamma. Scattato un selfie
si può scegliere in fase di editing se sfuocare o meno lo sfondo, quanto sfuocarlo
oppure separare, con un semplice gesto,
il soggetto dallo sfondo per inserirlo su

L
torna al sommario
altre fotografie scattate in precedenza.
La fotocamera principale è da 8 MP,
quella per il rilevamento della profondità
di soli 2 MP, più che sufficienti per quello che si deve fare.
Lenovo con il Vibe S1 darà anche un piccolo flash ad anello:
facilita l’illuminazione del volto
senza il fastidioso effetto della
luce diretta.
Con un corpo in alluminio e una
fotocamera posteriore da 13 MP
il Vibe S1 non è affatto male in
termini di specifiche: a 299$
offre 3 GB di RAM, un classico
processore Mediatek, uno schermo HD
e 32 GB di storage, il tutto condito da
connettività LTE e Android Lollipop.
LG ha
lo smartwatch
per ricchi: Watch
Urbane d’oro
LG ha preparato
una versione esclusiva
del suo Watch Urbane,
lo smartwatch Android
Wear contraddistinto
da un look Premium
e cassa metallic
Si tratta di una versione
con cassa in oro
23 carati e prezzo
di 1.200 dollari di listino
di Emanuele VILLA
Non saremo a un livello paragonabile ai 10.000 euro per l’Apple
Watch Edition, ma comunque i
1.200 dollari necessari per portarsi a casa il Watch Urbane
d’oro non sono cosa da tutti.
L’idea è quella di alzare il target
degli smartwatch entrando nel
segmento del lusso, e per raggiungerlo LG ha collaborato con
l’azienda americana Reeds Jewelers, che tra l’altro gestisce tutta
la fase di preorder e di gestione
degli ordini.
Si chiama Watch Urban Luxe ed è
una versione limitata con cassa in
oro 23 carati e cinturino in coccodrillo dello smartwatch proposto
a inizio anno dall’azienda coreana. Nessuna differenza a livello
tecnico rispetto alla versione
regolare, mentre per quanto concerne la disponibilità è previsto
un lotto iniziale di 500 unità che
per il momento saranno disponibili solo negli USA.
Non si sa se verrà mai commercializzato anche nel Vecchio
Continente.
n.117 / 15
9 SETTEMBRE 2015
MAGAZINE
MOBILE Saranno disponibili tre modelli, la versione Classic, Active e quella Elite in oro
Huawei Watch in Italia da ottobre a 399 €
Lo smartwatch sarà lanciato in Italia a ottobre in tre versioni, prezzi a partire da 399 euro
di Vittorio Romano BARASSI
Quattro modelli
al servizio della musica
in mobilità: grandi
contenuti tecnologici
e prezzi interessanti
U
no dei prodotti più attesi di questa
edizione dell’IFA 2015 (pur già annunciato precedentemente) ha ora
una data di uscita e prezzi ufficiali. Stiamo parlando di Huawei Watch, probabilmente il più bello tra gli smartwatch finora annunciati, che dopo aver fatto molto
scalpore durante lo scorso Mobile World
Congress di Barcellona e aver partecipato di sfuggita a qualche evento minore
qua e là per il mondo è finalmente pronto
ad affrontare il mercato europeo.
Huawei Watch ha tutte le carte in regola per essere assoluto protagonista del
segmento poiché oltre a un design indubbiamente molto accattivante e una
costruzione di primo livello (è realizzato
in acciaio inossidabile forgiato a freddo)
propone specifiche di tutto rispetto: SoC
Snapdragon 400 con 512MB di RAM,
display OLED circolare da 1,4 pollici,
400x400 pixel e 286ppi di densità (senza la “mezzaluna”, tanto per citarne uno,
di Moto 360), sensore di movimento a 6
di Roberto FAGGIANO
assi, oscillometro, giroscopio, rilevatore
del battito cardiaco e ricarica Wireless.
Non è poi da dimenticare la specifica
forse più interessante tra tutte: anche
il prodotto Android Wear in questione
sarà compatibile con iOS, elemento che
estende non poco il range di potenziali
acquirenti.
Per tutto ciò bisognerà attendere ancora un mese: Huawei Watch, infatti, arriverà in Italia e in altri 29 Paesi a partire
da ottobre con prezzi che andranno da
399 euro per la versione Classic con
cinturino in pelle, 449 euro per quelle
con cinturino a maglie metalliche e la variante sportiva Active e 699 euro per la
versione Elite in oro. Le cifre in questione
sono dunque “pericolosamente” vicine a
quelle di Apple Watch, attualmente leader di mercato; riuscirà Huawei a impensierire Apple? Forse sì, ma non subito e
soprattutto non a queste cifre.
MOBILE Le playlist possono anche essere scaricate da iTunes o Windows Media Player
TomTom Spark, fitness tracker con la musica dentro
Fitness Watch con 3 GB di memoria a bordo per memorizzare la propria musica preferita
Dotato di GPS, Spark offre anche 30 minuti di musica “ad alta energia” precaricata
Q
di Claudio STELLARI

uando ci si allena, la musica aiuta a mantenere un buon ritmo,
ma quando si esce a fare una
corsetta, o quando si svolge qualsiasi
altra attività, portare con sé il lettore
MP3 o lo smartwatch può essere scomodo.
Da qui l’idea di TomTom che ha presentato Spark, un Fitness Watch con 3
GB di memoria a disposizione per memorizzare la propria
musica preferita.
TomTom offre anche 30 minuti di
musica “ad alta
energia” precaricata, per
contribuire
ad innalzare
il ritmo durante l’allenamen-
torna al sommario
Torna JBL
Everest, questa
volta sono cuffie
e auricolari
to. Le playlist
possono anche
essere scaricate da iTunes o
Windows Media Player.
Per quanto riguarda le funzioni, TomTom
Spark registra i
periodi di attività, la distanza
percorsa, le calorie “bruciate”
e permette di impostare gli obiettivi da
raggiungere con cadenza giornaliera e
settimanale. Non manca ovviamente la
rilevazione dei battiti cardiaci, eseguita in modo preciso senza la necessità
di indossare alcuna fascia pettorale.
Le informazioni del GPS tracker possono essere facilmente condivise onli-
ne tramite le app TomTom MySports,
RunKeeper, Nike+ e altre ancora.
TomTom Spark sarà in vendita nei negozi in diverse versioni a partire dal
mese di ottobre, ma a questo indirizzo
è già possibile effettuare il pre-order
del modello TomTom Spark Cardio +
Music al prezzo di 249 euro.
JBL riprende lo storico nome dei
diffusori JBL Everest destinati agli
studi di registrazione per nuove
cuffie e auricolari pensati per chi
vuole il meglio della musica anche
in movimento. I nuovi modelli utilizzano tecnologie sviluppate dal
gruppo Harman per migliorare
l’ascolto in ogni situazione. Si parte con Everest Elite 700 (279 €)
con circuito TruNote che funziona
in modo simile ai sistemi di calibrazione usati nell’home theater per
migliorare la risposta in frequenza
in base alle caratteristiche fisiche
dell’orecchio. Le prestazioni sono
personalizzabili con l’applicazione
My JBL Headphones, c’è il collegamento Bluetooth e un circuito
di riduzione del rumore calibrabile. La versione Everest 700 (199
€) riprende caratteristiche tecniche del modello top, ma senza il
circuito TruNote. Un gradino più
in basso Everest 300 (149 €) con
Bluetooth, autonomia fino a 20
ore, tecnologia JBL Pro Audio
Sound e cura per il disegno dei
cuscinetti per migliorare il comfort.
Avrà la versione Elite300 (249 €)
che aggiunge il circuito TruNote
per la calibrazione individuale. Infine, l’auricolare Everest 100 (100 €)
con Bluetooth 4.1, autonomia di 8
ore della batteria e microfono per
la cancellazione dell’effetto eco.
I trasduttori sfruttano la tecnologia professionale JBL Pro Audio
Sound per la migliore resa musicale; massimo comfort con gli adattatori ergonomici in varie misure.
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9 SETTEMBRE 2015
MAGAZINE
MOBILE Un tablet e uno smartphone realizzati da Acer per coinvolgenti esperienze di gioco
Acer Predator 8 e 6, dispositivi per i gamer
Acer ha svelato a Berlino Predator 8 GT-810, un tablet Android con schermo Full HD da 8”
Sono diverse le ottimizzazioni per il gaming, dall’audio surround virtuale al feedback tattile
G
di Claudio STELLARI
Yoga Tab 3 Pro
Dolby Atmos
e proiettore
per un tablet
a tutto video
Lenovo lancia la nuova
versione del suo
famoso tablet Android
con proiettore integrato
Migliorano schermo,
processore e audio
grazie al sistema di JBL
con Dolby Atmos
iocare con un tablet ottenendo
un’esperienza di gioco coinvolgente? È lo scopo del nuovo Acer
Predator 8 GT-810, un tablet Android con
caratteristiche progettate appositamente per il gaming, che già avevamo anticipato nello scorso aprile. All’IFA 2015
non solo arriva ufficialmente e in grande
stile il Predator 8, ma viene svelato anche il fratello minore (si fa per dire): un
super-phablet da gioco, il Predator 6.
Fin dalle fasi iniziali di progettazione
dei due prodotti Acer ha, infatti, col-
di Roberto PEZZALI
te portatile e facile da maneggiare con
una o due mani. Per quanto riguarda le
caratteristiche tecniche, il nuovo tablet
Acer è basato sui più recenti processori Intel Atom™ x7-z8700 con scheda
grafica Intel HD (8a Gen), ha memoria
di storage integrata fino a 64 GB espandibile tramite microSD fino a 128 GB,
offre connettività wireless 802.11a/b/g/
n con 2x2 MIMO, il sistema operativo
è Android 5.1. La disponibilità di Acer
Predator 8 GT-810 nella regione EMEA
è annunciata a partire dal mese di ottobre, con prezzi a partire da 349 euro.
Lenovo lo chiama “The Ultimate Video Tablet” e chi ha visto un tablet
Lenovo Yoga avrà capito il motivo.
L’azienda cinese, infatti, prosegue
con la realizzazione di tablet dal
design e dalle funzioni particolari,
dove tra tutte spicca il proiettore
LED montato nel profilo che permette di proiettare un video su
una parete con 70” di diagonale e
una discreta luminosità (15 lumen).
Yoga Tab 3 Pro è l’evoluzione del
Tab 2 Pro presentato e pensato da
Ashton Kutcher, ma questa volta
l’attore americano non sembra
...o con lo smartphone!
laborato con
Gameloft, uno
tra i maggiori
sviluppatori di
giochi, con il
preciso obiettivo di garantire
un’esperienza
di gaming realistica e coinvolgente.
Videogiocare con il tablet...

Ma parliamo delle caratteristiche del
prodotto, che di fatto è un tablet Android
con ottimizzazioni varie nell’ottica del
coinvolgimento videoludico: Predator 8
si avvale di un display Crystal Clear FHD
(1920x1200) con tecnologia Zero Air
Gap e IPS, mentre all’audio pensa il
sistema Predator Quadio, che utilizza
quattro altoparlanti anteriori e un particolare algoritmo per distribuire il suono
tra gli altoparlanti e ottenere così un effetto surround virtuale. Per giocare c’è
anche la tecnologia Predator TacSen-
torna al sommario
se, che offre un
feedback tattile
durante le azioni
di gioco rendendo l’esperienza
ancor più coinvolgente.
Acer
segnala, inoltre,
che lo schermo
touch utilizza la
tecnologia Predator Precision Plus
con sensori tattili più piccoli e con una
densità maggiore
rispetto a quelli
standard. Come
caratteristiche
di base, invece,
Acer Predator 8
ha la cover posteriore in alluminio spazzolato, è
spesso 8,7 mm e
pesa 350 grammi, il che lo rende estremamen-
Il prodotto di cui proprio non si sapeva
nulla è il Predator 6: si tratta di un grosso smartphone da gioco con display
da 6”, con estetica del tutto simile al
Predator 8, seppur scalata. SOC a 10
core, 4 GB di RAM e quattro altoparlanti,
uno per ogni angolo, ne fanno una “bestia” con pochi rivali nel suo segmento.
Acer Predator 6 è ancora un prototipo
e - almeno nel momento in cui scriviamo - non è neppure stato esposto nello
stand, come non si conoscono tempi e
prezzi di introduzione sul mercato.
aver dato il suo contributo. Il risultato è comunque buono: schermo
da 10” Quad HD, processore Intel
X5 e sistema audio sviluppato da
JBL e dotato di Dolby Atmos virtualizzato. Tra le altre caratteristiche ci
sono 20 ore di autonomia, 16 GB
o 32 GB di storage, 2 GB di RAM,
supporto LTE e Android come
sistema operativo, mentre resta
ignota la risoluzione del proiettore.
n.117 / 15
9 SETTEMBRE 2015
MAGAZINE
MOBILE Abbiamo ascoltato in anteprima i nuovi modelli Sony e le impressioni sono positive
Cuffie e auricolari Sony h.ear per un audio HD
Tanto colore e perfino il circuito di cancellazione del rumore attivo per gli auricolari
di Roberto FAGGIANO
ony ha presentato una nuova linea
di cuffie e auricolari chiamata h.ear
e progettata per garantire una qualità audio in alta risoluzione. Particolari comuni ai prodotti sono il design originale,
con un’ampia gamma di colori alla moda,
e la facilità di trasporto. Il prodotto più interessante è l’auricolare h.ear in NC, con
circuito di riduzione del rumore attivo.
Sono auricolari molto leggeri ma altrettanto stabili nel posizionamento, che racchiudono in un piccolo (ma non troppo)
modulo esterno il circuito attivo NC. Il driver è un Sony di nuova concezione da 9
mm a elevata sensibilità (103 dB/mW con
auricolari accesi), l’auricolare è in grado
di riprodurre le frequenze fino a 40 kHz
(5 Hz- 40.000 Hz) e l’autonomia dichiarata è di circa 16 ore. Gli auricolari possono
essere utilizzati anche senza il modulo
di riduzione rumore, qualora sia esaurita
l’energia o si voglia preservare la carica
residua della batteria. La cuffia h.ear On
sfrutta un trasduttore da 40 mm in configurazione chiusa, l’impedenza è di 24
ohm e la sensibilità è di 103 dB. Il peso di
220 gr non è dei più ridotti nella categoria ma in compenso la cuffia è molto comoda da indossare e non dovrebbe creare problemi anche dopo lunghi periodi di
ascolto. Notevole la scelta di colori disponibili con un’elegante finitura metalizzata.
Perfetto compagno delle cuffie h.ear è il
nuovo walkman Sony NW-A25HN/NWA27HN, anche se ovviamente nulla vieta
Qualità audio di alto
profilo, connettività
Bluetooth con NFC,
ricarica wireless e un
look molto particolare
firmato Philippe Starck
S
di Claudio STELLARI
di utilizzare il lettore con altri modelli di
cuffie. L’amplificazione del lettore sfrutta
i miglioramenti apportati dalla tecnologia
digitale S-Master HX di Sony, mentre la
tecnologia di upscaling DSEE HX innalza
la qualità dei file compressi per portare la
resa a un livello vicino a quello ottenibile
da materiale in alta risoluzione. Il lettore
è in grado di riprodurre audio nei formati
FLAC, Apple Lossless (ALAC), MP3, AAC,
HE-AAC, WMA e molto altro ancora, l’autonomia dichiarata raggiunge le 50 ore di
ascolto (audio formato MP3) con una sola
ricarica. Due i tagli di memoria previsti: 16
GB (NW-A25HN) e 64 GB (NW-A27HN),
ampliabili mediante scheda microSD. Abbiamo potuto effettuare una breve prova
d’ascolto degli auricolari NC e delle cuffie, riportando impressioni tutto sommato positive. La prova degli auricolari era
abbastanza “guidata”, con un rumore di
fondo molto forte per ricreare il disturbo
tipico dei motori di un aereo durante il
volo. La riduzione del rumore c’è ed è
molto efficace, però la resa è piuttosto
brillante e leggermente forzata sui bassi, un effetto probabilmente voluto per
accontentare le orecchie più giovani. La
cuffia h.ear on è un buon prodotto che
fornisce una bella impressione di robustezza. La resa sonora con brani in alta
risoluzione è di ottimo livello, equilibrata
e senza forzature, peccato che le sorgenti di questa qualità siano troppo costose
per l’utente medio, più indirizzato ormai
verso lo streaming gratuito o quasi.
MOBILE Gli auricolari JBL funzionano senza batterie sfruttando l’energia che arriva da un iPhone
Da JBL l’auricolare per lo sport con noise cancelling
Reflect Aware è l’auricolare per le attività sportive con circuito di riduzione del rumore
G
di Roberto FAGGIANO

li auricolari dedicati allo sport devono essere soprattutto robusti
e leggeri, funzioni che male si
conciliano con circuiti elettronici, tanto meno con quelli complessi come
i sistemi di riduzione del rumore attivi. Ma JBL è riuscita nell’intento con il
nuovo Reflect Aware (179 euro) che si
adatta particolarmente all’iPhone tramite un’applicazione iOS dedicata che
permette di selezionare l’effetto e la
torna al sommario
Parrot Zik 3
è la cuffia
di lusso per chi
cerca la qualità
quantità della
riduzione del
rumore. Inoltre,
sfruttando una
connessione
Lightning, non
necessita
di
alimentazione
ed elimina una
fonte di peso e
ingombro. Lungo il cavo di collegamento troviamo il consueto telecomando
a tre bottoni e
il microfono per
il vivavoce. Nella nuova serie
Reflect
anche
altri modelli più
semplici
ma
sempre leggeri
ed ergonomici
a partire da 60
euro, c’è anche il modello senza fili con
Bluetooth Reflect Mini BT a 100 euro.
Il look delle Zik 3 è davvero particolare, le nuove cuffie Parrot si
avvalgono di finiture molto curate
e dell’inconfondibile design firmato
Philippe Starck. Le finiture previste
sono tre: Croc Texture (colori nero,
marrone, verde smeraldo e rosso), Overstitched (nero e avorio) e
Leather-grain (nero). Sotto l’abito
mozzafiato si nascondono caratteristiche interessanti, a partire dalla
connettivà: le Zik 3 offrono Bluetooth con NFC, una porta USB e il
jack audio da 3,5 mm. Per un ascolto “più pulito” è possibile utilizzare
il sistema di Noise Cancelling (riduzione fino a 30 dB); il sistema
prevede anche la modalità Street
che, grazie a un algoritmo brevettato, evita l’isolamento dal mondo
esterno. Ciò permette un ascolto
più confortevole e una percezione
naturale della propria voce durante
una conversazione telefonica. La
batteria integrata offre un’autonomia fino a 18 ore con ricarica in 2
ore, che avviene in modalità wireless attraverso il caricatore, compatibile con la tecnologia Qi. Il controllo delle cuffie si ottiene mediante
un pannello capacitivo sensibile
al tocco e alle gesture, oppure attraverso l’app dedicata Parrot Zik
per smarthone e tablet compatibile
anche con Apple Watch e dispostivi Android Wear. Tocco di classe
finale la funzione Head Detection,
che riconosce automaticamente
se rimuoviamo le cuffie dalla testa,
mettendo la musica in pausa.
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9 SETTEMBRE 2015
MAGAZINE
HI-FI E HOME CINEMA L’RX-AS710 della gamma Aventage di Yamaha è il primo sintoampli A/V sottile
Yamaha Aventage ora anche in formato slim
11 cm in altezza e nessuna rinuncia nella dotazione, c’è già anche il nuovissimo MusicCast
T
di Roberto FAGGIANO
ra le molte novità Yamaha presentate all’IFA ci pare molto interessante il nuovo sintoamplificatore
A/V RX-AS710, il primo apparecchio
“sottile” della prestigiosa gamma Aventage. Sottile forse è una parola esagerata perchè siamo di fronte a un apparecchio che è pur sempre alto più di 11
centimetri, ma rispetto agli altri componenti della serie è molto più smilzo e
molto più facilmente collocabile.
Dal punto di vista operativo non ci
sono particolari rinunce, anche la potenza su 7 canali è sempre più che
sufficiente, pari a 60 watt per canale
(8 ohm - 0,07% THD). Tra le molteplici
possibilità operative spicca il MusicCast per le funzioni interattive di multiroom, che utilizza le connessioni Wi-fi e
I nuovi diffusori
harman/kardon entrano
in rete e si connettono
con il mondo dello
streaming, con Spotify
Connect e AirPlay oltre
a DLNA e Bluetooth
Per controllarli c’è una
nuova applicazione
Bluetooth già integrate. Tra le codifiche
home theater compatibili ci sono tutte
le principali di Dolby Digital e dts, ma
si nota la mancanza di Dolby Atmos e dts:x che ormai
fanno parte della dotazione di apparecchi anche più
economici. Piena compatibilità invece
di tutti i formati audio più diffusi, via
network o da chiavette USB, dall’MP3
fino al DSD 5,6 MHz. Dal punto di vista
tecnico non ci sono ancora molti dettagli ma il nome Aventage è già garanzia
di particolare cura nei circuiti audio;
non manca nemmeno l’ingresso giradischi. Come di consueto l’apparecchio è
disponibile in versione nera o argento
e con la possibilità di montare la radio
DAB (RX-AS710D). Il prezzo di quest’ultima versione, ancora da confermare, è
di 899 euro.
HI-FI E HOME CINEMA Ottava C500 è un sistema Hi-Fi all-in-one che promette prestazioni al top
Technics Ottava C500 è l’Hi-Fi che punta in alto
Compatto ed elegante, Ottava C500 ha un occhio di riguardo per l’audio ad alta risoluzione
N
di Claudio STELLARI

e abbiamo già accennato parlando della conferenza stampa Panasonic, qui torniamo sull’argomento
per approfondire le caratteristiche di Ottava C500, il sistema hi-fi “tutto in uno”.
L’apparecchio si propone come componente compatto ed elegante, pensato
per integrarsi in qualsiasi ambiente domestico e - sotto il profilo tecnico - ha
un occhio di riguardo per l’audio ad alta
risoluzione.
L’unità centrale integra il lettore CD, l’amplificazione (potenza 100 watt totali) e offre anche funzioni di network player. Dal
punto di vista tecnico Ottava C500 offre
soluzioni frutto del know how Technics;
tra di esse figurano il processore Jeno, il
circuito LAPC (Load Adaptive Phase Calibration) e il generatore di clock pilotato
a batteria. I diffusori non sono da meno,
torna al sommario
harman/kardon
Aura, il mitico
diffusore dei Mac
entra in rete
per riprodurre bassi
potenti utilizzano due
woofer disposti in configurazione simmetrica
per ridurre le vibrazioni
e una porta con un particolare design a spirale. I
medio-bassi sono invece
diffusi da un “riflettore”
pensato per assicurare
limpidezza e risonanza,
mentre il comparto delle
alte frequenze per ottenere frequenze acute
nitide e precise si avvale di tweeter in
una particolare configurazione, definita
multi-angolare. Particolare attenzione è
stata inoltre posta per fare in modo che
i suoni emessi dal tweeter non interferiscano con quelli degli altri altoparlanti,
prevenendo così perdite di qualità. Dal
punto di vista delle connessioni il siste-
ma offre un ingresso digitale ottico , l’ingresso USB-A e USB-B, la presa di rete
Ethernet, connettività Wi-Fi, Bluetooth
(AAC, SBC) e compatibilità con AirPlay.
Il sistema Technics Ottava C500 sarà in
vendita in Italia a partire dal mese di novembre, al prezzo suggerito al pubblico
di 2.000 euro.
di Roberto FAGGIANO
I diffusori trasparenti Aura di
harman/kardon sono stati tra i più
imitati nel tempo per la loro linea
molto originale. Nacquero come
complemento dei PC di Apple e
sono anche esposti al MOMA di
New York. Ora si rinnovano con
due versioni tecnologicamente
aggiornate ma che mantengono
le stesse caratteristiche sonore
di diffusione a 360°. Aura Studio
(249 euro) è il modello più semplice con connessione Bluetooth,
funzione vivavoce e circuito per
eliminare i rumori di fondo. I controlli sono di tipo touch e la finitura
è disponibile in colore nero. Aura
Plus (449 euro) è il modello più
completo, con connessione wi-fi
e Bluetooth; tra le molti funzioni
sono disponibili Airplay, Spotify
Connect e DLNA per la musica
archiviata sul server casalingo o
sul PC. Aura Plus sfrutta sei altoparlanti larga banda per diffondere la musica in modo omnidirezionale e un subwoofer da 4,5”.
Il diffusore si controlla a distanza
dalla app harman/kardon Remote
oppure dai comandi a sfioramento posti sul diffusore. La finitura è
disponibile in bianco oppure nero.
Entrambi i nuovi diffusori saranno
disponibili da ottobre.
n.117 / 15
9 SETTEMBRE 2015
MAGAZINE
HI-FI E HOME CINEMA I diffusori Bluetooth Izzy formano di fatto un sistema multiroom ma senza usare una connessione Wi-Fi
I diffusori Izzy di Philips promettono il multiroom facile
Viene sfruttato semplicemente il Bluetooth non solo per la sorgente ma anche per collegare più diffusori tra loro
di Roberto FAGGIANO
I
diffusori multiroom sono il prodotto
audio del momento anche all’IFA, ma
sappiamo che spesso la connessione wi-fi e la gestione tramite applicazione generano seri problemi nell’utilizzo.
Da qui la soluzione proposta da Philips
con la nuova serie Izzy, diffusori Bluetooth che però possono anche girarsi
il segnale audio tra loro, in modo da
formare un vero sistema multiroom in
tutta la casa. La nuova serie è formata
al momento da due modelli, Izzy BM5
(129 euro) e Izzy BM 50 (279 euro). Il
BM5 è un diffusore compatto con due
trasduttori larga banda da 5 cm in accordo reflex. La connessione Bluetooth
consente di utilizzarlo direttamente dal
proprio smartphone o tablet,
ma premendo un tasto si avvia la connessione con gli
altri diffusori Izzy presenti in
casa, fino a un massimo di
quattro, per il multiroom. La
finitura è disponibile in tre
diversi colori. Il BM50 è invece un piccolo sistema stereo
dato che comprende anche il
lettore CD, una presa usb per chiavette
di memoria e la radio FM. Con questo
Izzy quindi si può anche estendere ad
altri ambienti con diffusori Izzy la riproduzione di un CD o della radio, ferma
restando la possibilità di utilizzo tramite Bluetooth. Dal punto di vista tecnico
viene utilizzato un amplificatore da 40
watt per un sistema di altoaprlanti formati da due larga banda da circa 7 cm
in accordo reflex. Sempre in tema di
diffusori Bluetooth Philips ha presentato anche il BT3600 (79 euro), un diffusore portatile con autonomia di circa 10
ore e disponibile in diversi colori. Il corpo metallico lo rende particolarmente
robusto e pronto a sopportare urti e
scossoni. Dal punto di vista tecnico viene utilizzato un sistema di altoparlanti
stereo con bass reflex.
HI-FI E HOME CINEMA I sistemi compatti Home Theater di harman/kardon trovano nuove funzioni come il Wi-Fi e il Bluetooth
harman/kardon BDS, l’Home Theater bello anche da spento
Aggiungono anche la predisposizione per Spotify Connect, la compatibilità AirPlay, il Bluetooth con NFC e il DLNA 1.5
C
di Roberto FAGGIANO
hi desidera un sistema home theater che non faccia a pugni con
l’arredamento, ma che allo stesso
tempo fornisca buone prestazioni con il
cinema e con la musica, spesso ha puntato sui sistemi BDS di harman/kardon. La
nuova linea rinnovata presentata all’IFA
allinea le prestazioni e la dotazione alle
ultime tecnologie: prima di tutto Blu-ray
e wi-fi per tutti, uniti alla predisposizione

SISTEMA BDS 885S
torna al sommario
per Spotify Connect, compatibilità AirPlay, Bluetooth con NFC e DLNA 1.5. I
diversi sistemi prevedono sempre una
unità centrale che racchiude il lettore
blu-ray, l’amplificatore con i decoder Dolby Digital e DTS, il DSP, la radio e l’unità
di connessione Wi-Fi. Le differenze tra i
diversi modelli sono nella potenza e nel
numero di diffusori abbinati. Nuovo top
di gamma è il sistema BDS 885S (1.699
euro), in colore nero con sistema di diffusori 5.1, predisposizione 4K, tre prese
HDMI, ingresso USB e radio FM. I diffusori formano il pacchetto HKTS 65. Un gradino più sotto il sistema tutto bianco BDS
785SW (1.499 euro), sempre con diffusori
5.1 che costituiscono il pacchetto HKTS
30WQ. Per chi ha seri problemi di spazio
ma non vuole rinunciare al 5.1 c’è il sistema BDS 685S (1.399 euro) che prevede,
oltre all’unità centrale, cinque diffusori a
satellite di forma compatta e facilmente
inseribili in ambiente e fissabili a parete.
Di questo modello esiste anche la ver-
sione 2.1 BDS 485S (1.399 euro) con i soli
diffusori frontali e il subwoofer. Il sistema
è disponibile nella versione nera oppure
bianca allo stesso prezzo. Alla base della
nuova gamma ci sono i due sistemi BDS
335 (799 euro) e BDS 635 (899 euro),
rispettivamente con diffusori 2.1 e 5.1 ma
sempre con potenza di 50 watt per canale + 100 watt per il subwoofer e la connettività wi-fi e Bluetooth. La nuova gamma
di sistemi compatti sarà disponibile in
vendita tra ottobre e dicembre.
n.117 / 15
9 SETTEMBRE 2015
MAGAZINE
HI-FI E HOME CINEMA Technics ha presentato un sistema con amplificatore e server musicale
Technics Grand Class G30: la musica è “servita”
Arriverà sul mercato nel 2016 e renderà più accessibili molte delle tecnologie della serie R1
di Roberto FAGGIANO
l marchio Technics aveva una propria
sezione dedicata all’interno del grande
padiglione Panasonic all’IFA, dove erano presenti tutti i sistemi disponibili. Tra
questi anche il nuovo Grand Class G30,
ancora allo stato di prototipo perchè sarà
presentato il prossimo anno. Il nuovo sistema per ora è formato da due componenti, l’amplificatore SU-G30 e il server
musicale ST-G30. L’amplificatore incorpora anche tutta la sezione network di accesso alla rete per contenuti streaming e
DLNA ma c’è anche il collegamento Bluetooth e una manciata di ingressi analogici
e digitali per altre sorgenti. La potenza
dell’amplificatore digitale è di 2x50 watt
su 8 ohm e 2x100 watt su 4 ohm (distorsione non dichiarata) mentre la compatibilità con file musicali arriva ai rarissimi
DSD 11, 2 MHz. E’ possibile anche collegare un PC tramite usb per riprodurre i
contenuti musicali, il controllo può essere
effettuato anche tramite l’applicazione
dedicata ma il telecomando è comunque
in dotazione.
Samsung non trascura
il segmento audio
con i nuovi diffusori
wireless audio R
Tre modelli dalla forma
insolita che diffondono
il suono in tutte
le direzioni
I
Il music server può sembrare un lettore
CD ma in effetti la meccanica di lettura
viene usata esclusivamente per copiare
i dischi sull’hard disk interno, quest’ultimo è del tipo a stato solido per diminuire
la rumorosità e aumentare la velocità di
riproduzione. La capacità dell’hard disk
non è stata ancora comunicata. Sul disco rigido si possono anche caricare altri
contenuti musicali dall’MP3 fino al DSD
11,2 MHz, sempre gestibili dall’applicazione. I terminali in uscita sono solo digitali
perchè tutto il sistema Technics lavora
sempre in questa modalità e quindi non
serve un convertitore digitale/analogico, anzi serve il processo inverso se si
di Roberto FAGGIANO
vogliono utilizzare sorgenti analogiche
esterne. Per maggiori dettagli sulla tecnologia Technics applicata in questi due
nuovi componenti vi rimandiamo agli articoli già pubblicati in materia e alla prova
del sistema C700. I prezzi dei nuovi componenti sono ancora da stabilire, ma si
parla di circa 3.000 euro cadauno.
HI-FI E HOME CINEMA Tre nuove cuffie di tipo chiuso da Sennheiser: HD 451, HD 461 e HD 471
Sennheiser HD400, audio di qualità anche a spasso
Le HD 400 sono pensate per chi vuole ascoltare bene la musica, anche con lo smartphone
di Claudio STELLARI
S

ennheiser ha presentato all’IFA la
nuova gamma HD400, pensata per
chi desidera coniugare prestazioni musicali con un design robusto e un
peso ridotto, per consentire un facile utilizzo della cuffie in mobilità con lo smartphone. Tre i nuovi modelli presentati:
HD 451, HD 461 and HD 471, tutti di tipo
chiuso per isolare l’ascolto dai rumori
esterni. I tre modelli hanno molte caratteristiche in comune, tra cui l’adozione dei
magneti in neodimio con tecnologia proprietaria Sennheiser, ma si differenziano
per il “carattere musicale” oltre che per
alcuni aspetti costruttivi.
Le HD 451 e le HD 461 offrono infatti
un’impostazione con bassi potenti e
precisi, le HD 471 sono invece dedicate
a chi predilige un suono più neutrale e
bilanciato. Per quanto riguarda costruzione e finiture, i modelli HD 461 e HD
torna al sommario
Samsung punta
sull’audio con
i diffusori a 360°
471 offrono padiglioni auricolari con pad
in similpelle e dispongono di un cavo di
collegamento removibile con microfono
e telecomando integrati, compatibile
con dispostivi Android e con l’iPhone.
Il modello Top di gamma, le HD 471, offrono in dotazione anche un cavo da 3
metri con adattatore 6.3mm stereo, per
consentire l’utilizzo con i sistemi hi-fi
di casa, oltre a una custodia per il trasporto in grado di offrire una maggiore
protezione delle cuffie nell’utilizzo fuori casa. Al momento non sono ancora
state divulgate informazioni riguardo
alla disponibilità e ai prezzi dei nuovi
modelli.
Novità anche per l’audio allo
stand Samsung dell’IFA. Si tratta
dei nuovi diffusori della serie R
predisposti per il multiroom e con
la particolarità della diffusione
sonora a 360°. La serie R aveva
già debuttato al CES di quest’anno con due modelli dalla forma
ovoidale, belli a vedersi ma alquanto complicati da sistemare
in ambiente. I nuovi modelli hanno invece una forma cilindrica
molto più semplice e collocabile
su ogni ripiano, la diffusione multidirezionale del suono avviene
con il semplice accorgimento di
una apertura ad anello vicina alla
base del diffusore.
I modelli R1, R3 ed R5 hanno dimensioni crescenti e prezzi che
vanno dai 178 euro del modello R1
fino ai 356 euro dell’R5. Per l’occasione è stata rinnovata l’applicazione Samsung Multiroom, con
la quale si possono controllare i
diffusori dal proprio smartphone
o tablet. La nuova versione dell’applicazione sarà a breve compatibile anche gli smartwatch del
marchio coreano. Inoltre ci sono
dei comandi diretti a sfioramento
sul lato superiore dei diffusori,
per un utilizzo immediato in ogni
condizione. Annunciata nche la
collaborazione con Qobuz, il servizio di streaming con contenuti
in alta risoluzione.
n.117 / 15
9 SETTEMBRE 2015
MAGAZINE
HI-FI E HOME CINEMA Presentate le novità Onkyo all’IFA, frutto delle sinergie all’interno del gruppo Gibson Innovations
Onkyo X9 è il diffusore portatile con l’alta risoluzione
Oltre all’X9, anche la cuffia H500M e gli auricolari E700M pronti per l’alta risoluzione. Prodotti disponibili in autunno
di Roberto FAGGIANO
e novità presentate all’IFA di Berlino
portano il marchio Onkyo, ma sono
frutto delle sinergie di ricerca e sviluppo all’interno di Gibson Innovations.
Iniziamo dal prodotto più interessante, il
diffusore portatile HRA X9 (350 euro) che
segna anche l’esordio di Onkyo in questo
mercato. Dalla sigla possiamo subito conoscere una delle caratteristiche salienti
del diffusore, cioè la compatibilità con
musica in alta risoluzione. Naturalmente
la sorgente in questo caso non può essere il collegamento Bluetooth ma un
riproduttore portatile compatibile tramite
l’ingresso USB, dalle prime note tecniche
L
E700M
HRA X9
fornite non è specificato se l’ingresso sia
compatibile anche con i PC.
H500M
Il diffusore ha
una pianta ellittica in modo da
diffondere più ampiamente
il suono, la batteria integrata ha una durata di 10 ore e la potenza è di 4 x 10 watt
(1% THD). Gli altoparlanti utilizzati sono
dei larga banda da 5 cm e tweeter da 19
mm che lavorano con un radiatore passivo posteriore. Per il collegamenti, oltre al
Bluetooth e alla già citata presa USB, troviamo un Minijack stereo e l’uscita cuffia.
Tra le altre funzioni non manca il vivavoce con microfono e un circuito DSP
dedicato alla musica in alta risoluzione.
Anche per la nuova cuffia H500M (180
euro) si parla di musica in alta risoluzione
grazie all’impiego di trasduttori già pronti
a riprodurre frequenze elevate, perfino
il cavo di collegamento è a bassa impedenza e di tipo intrecciato. I trasduttori
da 40 mm sono in configurazione chiusa,
con impedenza di 32 ohm e sensibilità
di 108 dB. Lungo il cavo troviamo il telecomando per gestire musica e telefonate. La finitura è disponibile in colore
nero oppure bianco. Per chi preferisce la
versione auricolare ma sempre con solu-
zioni tecniche già pronte per l’alta risoluzione, c’è il nuovo modello E700M (100
euro) con driver da 13,5 mm, sensibilità
di 108 dB e impedenza di 32 ohm. Per
un perfetto accoppiamento all’orecchio
vengono forniti gommini in silicone morbido Comply Foam che assicurano pure
un buon isolamento acustico passivo
dai rumori esterni. Anche questi modelli hanno il telecomando lungo il cavo e
sono disponibili in colore nero o bianco.
Tutti i nuovi prodotti saranno disponibili
in autunno.
HI-FI E HOME CINEMA Ecco il primo prodotto B&O che nasce già predisposto per l’applicazione BeoLink per il multiroom
BeoPlay A6 è il maxi diffusore wireless con Bluetooth da 1000 euro
Il diffusore ha un frontale arcuato, è rifinito in tessuto e ha dimensioni molto generose. Funziona anche con il Bluetooth
di Roberto FAGGIANO
A

ll’IFA si è affacciata anche Bang
& Olufsen tramite il suo marchio
BeoPlay, che porta a un livello di
prezzo più accessibile il design e la tecnologia del marchio danese. Nel piccolo
stand spiccava il nuovo diffusore A6, di
torna al sommario
cui la prima cosa notevole è il design alquanto curioso, con un frontale arcuato e
rifinito in tessuto. Questo diffusore è già
pronto per funzionare con l’applicazione
BeoLink per il multiroom ma è anche dotato di Bluetooth per un impiego diretto
con qualsiasi smartphone o tablet. Il diffusore è anche dotato di AirPlay e accesso
DLNA a un server casalingo, oltre
a poter sfruttare i servizi di streaming presenti nell’applicazione. Le
dimensioni piuttosto abbondanti
(54 x 30 x 14 cm circa) e il rigonfiamento anteriore lo pongono nella
categoria di quei diffusori che
vanno sistemati con cura e possono ambire a sostituire un vero
sistema stereo, potendo contare
su soluzioni tecnologiche di tutto
rispetto. La collocazione è su
un ripiano, a pavimento oppure
a parete, con tanto di selettore
per adattare la risposta in frequenza alla specifica sistemazione in ambiente. L’A6 utilizza
un sistema di altoparlanti stereo a due vie oltre a un quinto
altoparlante che diffonde verso il retro, una soluzione simile
a quella già vista sul piccolo
A3. Ogni altoparlante è pilotato
dal suo amplificatore digitale,
la cui potenza è di 60 watt per
woofer e larga banda posteriore, 30 watt
per i tweeter. I comandi diretti sono di tipo
touch lungo il bordo superiore. La finitura
del pannello frontale in tessuto, realizzato
appositamente dalla danese Qvadrat, è
disponibile in grigio chiaro come versione
base e con altri tre varianti di colore giocati sulle sfumature di azzurro oppure su
rosa e grigio più carichi. Il prezzo è di 999
euro, la disponibilità è per ottobre.
n.117 / 15
9 SETTEMBRE 2015
MAGAZINE
PC Un piccolo desktop che si potenzia senza svitare il case o staccare cavi. Disponibile a ottobre
Acer Revo Build, il PC modulare “a blocchi”
Le caratteristiche possono essere espanse grazie a “blocchi” da mettere l’uno sopra l’altro
di V.R. BARASSI
evo Build di Acer è un piccolo PC
desktop quadrato da 12,5 centimetri di lato e dal volume esatto di un
litro che monta al suo interno processori Intel Pentium o Celeron (abbinati fino
a 8 GB di RAM) a seconda della configurazione scelta. Niente di trascendentale
dunque, se non fosse per il fatto che
Revo Build è un PC modulare che può
essere “potenziato” senza bisogno di
svitare il case e di staccare cavi, bensì
semplicemente impilando uno sopra
l’altro appositi blocchi di espansione
con una logica di funzionamento analoga a quella di Project Ara, smartphone
modulare su cui sta lavorando Google. Il
sistema di connessione prevede innesti
magnetici e perni Pogo, ma non è ben
chiaro quanti moduli possano essere
installati in totale. Il modulo principale
include tre porte USB 3.0, uscite HDMI
Asus ha presentato
una gamma di PC
all-in-one con design
elegante, display 4K
e caratteristiche al top
Il prezzo è competitivo
R
di Paolo CENTOFANTI
e DisplayPort, un lettore di schede SD
e un jack microfono/cuffie. Inizialmente
Acer lancerà sui principali mercati blocchi contenenti dischi rigidi, Powerbank
per la ricarica wireless e moduli audio,
mentre in un secondo momento arriveranno anche GPU dedicate, proiettori e
diversi altri blocchi non ancora annun-
ciati. Il prezzo di partenza di Acer Revo
Build è stato fissato in 249 euro mentre
nulla è stato accennato sul fronte dei
blocchi; il prodotto arriverà in Europa
nel corso del mese di ottobre.
PC VivoStick PC sarà disponibile da inizio 2016 a 129 dollari
MAGAZINE
Estratto dal quotidiano online
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Registrazione Tribunale di Milano
n. 416 del 28 settembre 2009
direttore responsabile
Gianfranco Giardina
editing
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Alessandra Lojacono,
Simona Zucca
Editore
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via Gallarate, 76 - 20151 Milano
P.I. 11967100154
Per informazioni
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
Per la pubblicità
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torna al sommario
Asus Zen AIO S
L’iMac Retina
del mondo
Windows 10
Asus VivoStick, PC a forma di penna
Pesa 70 gr e integra Windows 10
A
di V.R. BARASSI
sus segue la moda dei mini-PC dalle dimensioni di poco maggiori rispetto a
quelle di un normale drive USB svelando VivoStick PC, prodotto che ci ricorda molto da vicino la Compute Stick di Intel alla quale sono stati donati un
aspetto più moderno e una porta USB aggiuntiva. Il dispositivo è basato su un SoC
Intel Atom Cherry Trail e 2 GB di memoria RAM DDR3L, capaci di garantire buone
prestazioni a tutti coloro che sono alla ricerca di un PC desktop piccolo e versatile.
VivoStick PC pesa solo 70 gr ed è fatto per essere collegato all’ingresso HDMI di
un qualsiasi monitor dotato di tale porta: una volta abbinati tastiera e mouse, sarà
già pronto per funzionare. VivoStick è
equipaggiato con 32 GB di storage fisico
eMCP e il sistema operativo installato a
bordo è ovviamente Windows 10, ultima
versione del progetto di punta Microsoft
che abbiamo visto capace di muoversi
abbastanza bene anche in presenza di
un quantitativo di memoria RAM tutt’altro che esagerato. Non è ben chiaro se
il dispositivo sarà fanless oppure se questo sarà accompagnato da una piccola
ventola per dissipare meglio il calore e
Asus non ha neppure specificato quando
intende lanciare VivoStick PC sul mercato; è comunque probabile una commercializzazione nel corso dei primi mesi del
2016 al prezzo di 129 dollari.
Dopo l’anteprima del Computex,
Asus ha rivelato i dettagli della
serie di PC all-in-one Zen AIO S.
Si tratta di un computer desktop
con un design ispirato all’iMac,
seppure con i suoi elementi di
originalità, basato innanzitutto su
un monitor LCD IPS da 23,8” 4K
(3840x2160 pixel), il tutto a prezzi
interessanti: il modello entry level, con 8 GB di RAM, processore
Intel Core i5-6400T, scheda video
NVIDIA GTX950M con 1 GB di
RAM e disco da un 1 TB parte da
1.099 euro, mantenendo lo schermo 4K. Lo Zen AIO S è costruito
con struttura unibody in alluminio
anodizzato, tutti i modelli sono
dotati di nuovo connettore USB
3.1 Type C, 4 porte USB 3.0, WiFi 802.11ac, Bluetooth 4.1, uscita
HDMI (ma non in ingresso), webcam 720p e altoparlanti integrati
nella cornice del display. Interessanti le caratteristiche aggiuntive
a seconda della configurazione.
Opzionalmente, ad esempio, è
possibile avere integrata la videocamera con motion capture
3D di Intel RealSense, o ancora
lo schermo touch a 10 punti. La
configurazione massima prevede fino a 32 GB di RAM, scheda
video NVIDIA GTX960M con 4
GB di memoria grafica e CPu Intel Core i7 di sesta generazione.
La versione intermedia offre Core
i7, 16 GB di RAM, GTX960M con
2 GB di memoria e disco da 2 TB
a 1.499 euro.
n.117 / 15
9 SETTEMBRE 2015
MAGAZINE
PC Il Satellite Radius 12 integra processori Intel di sesta generazione e display IPS da 12,5”
Toshiba mette un display 4K nel modello Radius 12
Il convertibile di Toshiba offre caratteristiche tecniche importanti di supporto a Windows 10
di Luigi LO FORTI
er chi è alla ricerca di un notebook
convertibile in grado di soddisfare
le esigenze di produttività e multimediali, Toshiba ha presentato all’IFA il
suo nuovo Satellite Radius 12. Impiegabile in cinque differenti modalità d’uso
(notebook, tablet, table-top, presentazione e “audience”), questo dispositivo
offre uno chassis da 15,4 mm di spessore per 1,32 kg di peso, integra processori Intel di sesta generazione (fino a Core
i7, a seconda delle esigenze e delle
configurazioni) e un SSD che arriva fino
a 512 GB e 8 GB di RAM, un corredo
hardware che è al servizio del nuovo
Windows 10 e supporta tra l’altro il sistema di autenticazione facciale Windows
Hello. Fin qui, nulla di particolare. La notizia è il display, un IPS da 12,5’’ disponibile anche (ma non solo) in formato 4K,
un pannello IPS sovrastato da un Corning Gorilla Glass NBT e capace di una
P
Lenovo ha presentato
Miix 700, un dispositivo
convertibile con una
dotazione hardware
di primo piano e basato
su Windows 10
di Emanuele VILLA
luminosità di 350 nit; Toshiba propone
Radius 12 come il primo convertibile 4K
(3840 x 2160) da 12,5’’ al mondo, una
densità di pixel enorme la cui utilità pratica andrà valutata sul campo. Per quanto riguarda l’audio, il notebook integra
degli speaker Harman Kardon, mentre
l’autonomia dichiarata della batteria
arriva fino a 8 ore. Infine, per quanto
concerne la conettività, tra le opzioni disponibili spicca la presenza di una porta
USB 3.1 Type-C e l’integrazione dell’Intel
Dual Band Wireless-AC. L’arrivo del Satellite Radius 12 in Europa è previsto a
partire da ottobre.
PC Ideale per non avere problemi nel gaming, nello streaming 4K e nella gestione della smart home
Da Asus un router “mostruoso”, non solo nell’aspetto
Un router 802.11ac capace di raggiungere, in linea teorica, oltre i 5,3 Gbps in wireless
L
di V.R. BARASSI

o streaming in alta qualità di contenuti video 4K, il gaming online e
la gestione di realtà domestiche
“smart” piuttosto complesse sono ormai
realtà affermate; partendo da questo
punto, Asus ha pensato di realizzare un
nuovo super router che di fatto distrugge le specifiche del suo predecessore
(RT-AC3200) e si pone come il modello
consumer più veloce al mondo. Un dispositivo di questo tipo, che assomiglia
vagamente a una corona e mostra con
fierezza otto antenne disposte lungo il
perimetro esterno, è pensato per chi ha
intenzione di usare la rete in modo molto,
molto intenso. Il tutto a giustificare il prezzo - non ancora uffiale - di circa 400 dollari cui sarà venduto entro la fine dell’anno.
Asus ci ha già abituati in passato a router
dall’aspetto singolare e dalle specifiche
incredibili, ma RT-AC5300 sembra provenire da un altro pianeta. Il router ha un
design molto aggressivo, è equipaggiato
con 8 antenne ed è, come il modello precedente, un tri-band che funziona cioè
torna al sommario
Il Surface di
Lenovo si chiama
Miix 700. E non
è niente male
sia sulla banda 2,4 GHz che su quella a
5 GHz (dual). Grazie al chip Broadcom di
ultima generazione, è però in grado di
offrire una banda totale di molto superiore: sommando tutte le velocità teoriche
si arriva allo straordinario valore di 5334
Mbps (1000 Mbps su 2,4 GHz più 2.167
Mbps moltiplicato per le due bande a 5
GHz), più che sufficiente a garantire una
fluida riproduzione locale di contenuti di
qualsiasi genere e/o natura. RT-AC5300
ha tutto quello che si possa desiderare
e non manca di 4 porte Gigabit Ethernet,
porte USB per la condivisione via SAMBA
e DLNA, server FTP, server per stampanti, possibilità di condividere segnali mobile da dongle 3G/4G e tanto altro ancora.
Ovviamente per sfruttare tutto ciò ci sarà
bisogno di client 802.11ac ma non c’è da
preoccuparsi: il router funziona anche
con l’obsoleto standard 802.11b quindi
massima compatibilità anche con dispositivi più datati. Asus RT-AC5300 sarà
lanciato entro la fine del 2015.
Lenovo ha presentato a IFA un’intera nuova linea di prodotti “fissi”
(più che altro All-in-one) e portatili. Approfittando dell’avvento di
Windows 10, un modello decisamente interessante è il Miix 700,
quello che a tutti gli effetti si potrebbe considerare la risposta Lenovo
all’ultimo Surface di Microsoft. Un
tablet basato su Windows 10 con
caratteristiche importanti e a cui
si può collegare (con aggancio
magnetico) una tastiera esterna
molto sottile che lo rende di fatto un notebook. Non manca una
dotazione tecnica di primo piano:
Miix 700, che sarà disponibile a
partire da novembre, è basato su
un display da 12’’ e 300 nits di luminosità con l’ottima risoluzione
di 2160 x 1440 pixel, il tutto per
780 grammi di peso. La dotazione
hardware prevede più modelli con
processori Intel Core m7 di sesta
generazione e grafica integrata Intel, mentre come memoria si arriva
fino a 8 GB e come storage fino
a 256 GB di SSD. Interessante il
discorso dell’autonomia: la batteria prevede un’autonomia fino a
9 ore di “video playback”, mentre
come dotazione fotografica troviamo un doppio modulo da 5 Mpixel,
principale e frontale. La connettività si basa su Bluetooth, Wi-Fi ac,
USB 3.0, USB 2.0, micro HDMI ed
è anche previsto un modello con
connettività cellulare, per cui dotato di presa micro SIM. Lenovo
comunica, inoltre, la possibilità di
integrare una videocamera Intel
RealSense opzionale. Per quanto
riguarda il prezzo, infine, l’azienda
ha comunicato quello in dollari,
nonostante il prodotto sia ovviamente destinato anche al mercato
europeo: si parte da 699 dollari.
n.117 / 15
9 SETTEMBRE 2015
MAGAZINE
PC Tra le novità per il gaming, Asus presenta G752 della serie ROG e GX700 in arrivo a fine anno
Asus GX700, il “portatile” con water cooling
Asus rinnova la gamma di PC dedicati ai gamer e annuncia un modello raffreddato ad acqua
di V.R. BARASSI
uello del gaming è un settore nel
quale diversi produttori stanno investendo molto e Asus è da anni
in prima linea nell’offerta di PC dedicati
ai più esigenti videogiocatori. L’azienda
asiatica ha annunciato il nuovo G752
della serie ROG e ha svelato al pubblico
un nuovo “misterioso mostro”. Per quanto concerne il G752, erede diretto del
precedente G751, Asus ha pensato di
equipaggiarlo - a seconda delle versioni
- con processori di sesta generazione
Intel, schede grafiche NVIDIA recentissime (è possibile scegliere anche la GTX
980M con 8 GB di RAM), con un quantitativo di RAM fino a 64 GB e con display
da 17,3 pollici 4K. Si parte da 1.499 dollari. Nonostante la quantità irrisoria di
informazioni rilasciate a riguardo (anche
se pare che dentro sarà pressoché identico al G752, tranne che per la CPU K
“sbloccata”), merita comunque di essere
citato anche il nuovo GX700, PC - per
Intel ha annunciato
i nuovi processori
di sesta generazione
Skylake, tra cui anche
gli interessantissimi
Core m3, m5 e m7
che vedremo anche
su smartphone e tablet
Q
modo di dire - “portatile” che arriverà sui
principali mercati entro la fine del 2015 e
sarà contraddistinto da specifiche all’ultimo grido e da un particolarissimo quanto
ingombrante sistema di raffreddamento
a liquido messo lì per garantire freschez-
za a tutto il pacchetto. Ovviamente una
soluzione davvero da hardcore gaming.
Nessuna notizia sul prezzo - sicuramente elevato - cui verrà venduto GX700,
ma una cosa è certa: chiamarlo “portatile” è un po’ eccessivo.
PC Il convertibile di Acer è dotato di display da 11,6” touchscreen con risoluzione 1366x768
Acer R11 è il primo Chromebook che si fa in quattro
Un Chromebook convertibile che garantisce un’esperienza d’uso veloce e gratificante
A
di Claudio STELLARI

cer all’IFA 2015 è decisamente
attiva. Tra i prodotti più interessanti svelati a Berlino troviamo il
Chromebook R11, un piccolo e versatile convertibile basato su sistema operativo Chrome OS e con display touch
da 11,6’’. Le quattro principali modalità
di utilizzo (laptop, pad, display e tenda), rese possibili dalla rotazione dello
schermo, permettono di soddisfare
diverse esigenze di utilizzo ma senza
snaturare le caratteristiche tipiche dei
Chromebook, ovvero costo contenuto
e versatilità. Il movimento di rotazione
dello schermo, grazie a quattro cerniere brevettate con apertura a 360° e
doppia coppia di torsione, permette di
posizionare il display a qualunque angolazione, mantenendolo sempre stabile, anche durante l’utilizzo in modalità
touch. Con uno spessore di 19,2 mm e
con un peso inferiore a 1,25 kg, da quello che abbiamo visto il Chromebook R11
torna al sommario
Intel Skylake
presto anche
in smartphone
e tablet
ci sembra particolarmente maneggevole; il profilo sottile e la cover superiore
in alluminio con motivo metallico realizzato con nanotecnologie di stampa
Acer contribuiscono a rendere il design
decisamente gradevole. Chromebook
R11 utilizza i processori Intel Celeron e
offre un’autonomia dichiarata fino a 9,5
ore di funzionamento. Il display touchscreen 11,6” ha una risoluzione di 1.366
x 768 pixel, integra una webcam HD
compatibile HDR (High Dynamic Range)
e supporta la modalità a 10 punti di contatto; per quanto riguarda la connettività segnaliamo la presenza di una porta
USB 3.0 e la connessione wireless 2x2
MIMO 802.11ac Acer Chromebook R 11
sarà disponibile nella regione EMEA a
partire da novembre, a un prezzo interessante: 299 euro.
di V.R. BARASSI
Intel ha annunciato la nuova generazione di processori Intel Core,
la sesta, basata sull’architettura
Skylake a 14nm capace di prestazioni 2,5 volte superiori, di un
risparmio energetico 3 volte maggiore e di prestazioni grafiche 30
volte migliori se si prende come
riferimento un notebook di cinque
anni fa. Intel ha svelato tutta la lista
dei 48 nuovi processori Intel Core
che nei prossimi mesi faranno capolino sui mercati e che saranno
a disposizione dei partner (clicca
qui per i dettagli). Tutti i nuovi processori supportano le tecnologie
DirectX 12, Intel Speed Shift Technology, Thunderbolt 3 con USB-C,
Intel RealSense Camera (R200) e
WiDi in tutte le sue sfaccettature;
ovviamente c’è la compatibilità
nativa con Windows 10, sistema
operativo che sfrutterà al massimo
tutte le possibilità offerte dalla nuova ondata di processori Intel. Tra i
processori Intel Core destinati ai
laptop premium e agli ultrabook vi
sono anche i nuovi dual-core m3,
m5 e m7 con TDP a 4,5W e GPU
Intel 515. Le specifiche sono interessanti ma ancor più intrigante è
il fatto che a detta di Kirk Skagen,
General Manager di Intel, tali CPU
saranno installate anche all’interno
di phablet e tablet di nuova generazione. E visto che il confine
tra smartphone e phablet è quasi
invisibile, nulla ci nega la possibilità di immaginare un Intel Core m
all’interno di qualche smartphone
Android del 2016. Per ora Intel non
si è sbilanciata, ma l’obiettivo nemmeno troppo nascosto pare proprio quello di cercare di togliere
quote di mercato a Qualcomm.
n.117 / 15
9 SETTEMBRE 2015
MAGAZINE
GAMING Abbiamo provato il visore di realtà virtuale di Sony per PlayStation, le prime impressioni sono assolutamente positive
Vogliamo subito Project Morpheus di Sony!
Sony porta Project Morpheus a Berlino per l’IFA e non ci siamo fatti scappare l’opportunità di provarlo di persona
di Paolo CENTOFANTI
inalmente all’IFA di Berlino abbiamo avuto l’occasione di toccare con mano Project Morpheus.
Il visore di realtà virtuale per Playstation arriverà
nelle nostre case nella prima metà del 2016. Quello
che abbiamo visto - anche da dentro - è ancora un
prototipo, ma Sony ha dato la possibilità di utilizzarlo con videogiochi veri e propri, permettendo così
al pubblico di avere un assaggio di quella che sarà
l’esperienza di gioco con la nuova frontiera della realtà
virtuale. Per chi non lo conoscesse, Project Morpheus
è la risposta di Sony alla proposta di Oculus VR. Il concetto è simile: un visore stereoscopico con funzione
di tracciamento dei movimenti del capo, che permette
di immergerci completamente in un ambiente virtuale.
Project Morpheus è stato presentato durante la conferenza stampa da Kaz Hirai, numero uno di Sony, e
sarà una periferica per PlayStation 4, e potrà essere
utilizzato in combinazione con gli altri accessori della
console, come il controller PlayStation Move. La soluzione di Sony è basata su un display OLED da 5,7
pollici con risoluzione di 1920x1080 pixel. La risoluzione percepita dai nostri occhi sarà inferiore, visto
che lo schermo è diviso in due per creare l’effetto 3D,
mentre le lenti che devono circondare completamente il nostro campo visivo comunque comportano una
perdita di definizione. Il display ha un refresh di 120
Hz e il sistema nel complesso ha una latenza (il ritardo
F

tra un nostro movimento del capo e l’aggiornamento
dell’immagine sullo schermo del visore) inferiore ai
18 ms. Prima di poter giocare dobbiamo indossare il
visore naturalmente, che andrà regolato in base alla
nostra fisionomia. Il prodotto è ancora un prototipo e
lo si capisce bene: la plastica scricchiola e il sistema
per regolare il fuoco dell’immagine non è preciso. Alla
fine riusciamo a fissare il visore in modo ottimale, ma
l’immagine rimane leggermente fuori fuoco. La risoluzione percepita è più o meno in linea con quella dell’ultima versione dell’Oculus che abbiamo visto: la griglia dei pixel è ben visibile, ma come ci accingiamo a
vedere, non è poi questo grande limite. La nostra po-
torna al sommario
stazione prevede una demo con un livello di The London Heist, gioco che prevede l’utilizzo di due Move
per simulare l’utilizzo delle mani nel mondo virtuale.
Al partire della demo ci troviamo immersi nel sedile
passeggero di un SUV in marcia su un’autostrada.
Alla nostra destra il nostro partner sta guidando e ci
avvisa che potremo presto avere guai, ma intanto noi
siamo impegnati a osservare l’abitacolo e soprattutto
finalmente a poter
muovere anche le
nostre mani nell’ambiente virtuale,
il che fa fare un
salto incredibile al
realismo dell’esperienza. Possiamo
afferrare un bicchiere e il fatto di
avere fisicamente
nel mondo reale
qualcosa in mano
(il controller) fa
una bella differenza. Ben presto ci
troviamo tra i vetri
del parabrezza infranto dai proiettili sparati dai nostri
inseguitori: ecco che dobbiamo impugnare una mitraglietta con una mano e prendere i caricatori da un
vano dell’auto con l’altra. In un attimo dimentichiamo
di essere in fiera e siamo li, nell’auto, con vetri che
si frantumano, veicoli che sfrecciano tutto in torno,
mentre cerchiamo di mirare e rispondere al fuoco nemico. C’è una pistola nella nostra mano, la stringiamo,
la possiamo esaminare con attenzione avvicinandola
ai nostri occhi, ma non c’è tempo, dobbiamo scansare i colpi che ci piovono addosso. Il gesto di infilare
un caricatore nella mitraglietta (seppure dobbiamo
premere in realtà il grilletto del Move per raccoglie-
re gli oggetti) è assolutamente realistico e per certi
versi naturale. Per mirare meglio ci ritroviamo persino
a chiudere un occhio e a stendere il braccio, proprio
come faremmo nella realtà, e funziona: così facendo
riusciamo a colpire meglio i bersagli. L’audio dalle
cuffie è tridimensionale e aiuta a mantenere l’illusione. Non siamo più in fiera, siamo alle prese con un
feroce inseguimento, e non importa se le immagini
sono pixellate, se il contrasto lascia a desiderare e c’è
qualche aberrazione cromatica. La sensazione è più
che altro di indossare degli occhiali sporchi, ma siamo
davvero in un altro mondo, il tutto grazie all’assenza
di latenza non solo del visore, ma anche dei controller
nelle nostre mani. Proprio mentre l’azione raggiunge il suo apice l’immagine va in dissolvenza: tempo
scaduto, tocca a un altro provare Project Morpheus.
Abbandoniamo la postazione con una sola certezza:
vorremmo subito riprovarlo. Come per l’Oculus Rift si
tratta di una tecnologia che ha sicuramente ancora
ampio margine di miglioramento, ma Sony ha dimostrato di avere non solo una visione molto chiara della realtà virtuale in ambito videoludico, ma anche di
aver capito l’importanza di implementare un sistema
di controllo che vada oltre i movimenti della testa e
quanto visto con il Move sembra essere proprio la
direzione giusta.
n.117 / 15
9 SETTEMBRE 2015
MAGAZINE
SMARTHOME Abbiamo toccato con mano gli elettrodomestici del prossimo futuro che puntano su connettività e design
La casa di Whirlpool si comanda con un’app
Un’unica applicazione per gestire e controllare gli elettrodomestici connessi e accedere direttamente al sito Whirlpool
di Michele LEPORI
hirlpool ha deciso di spingere a fondo sull’acceleratore della smarthome. Si chiamano
Supreme Care e Supreme NoFrost, la famiglia di lavatrici, asciugatrici e frigoriferi connessi e
sono una delle grandi novità di Whirlpool. La rivoluzione non sta tanto nelle caratteristiche della famiglia
Supreme Care e neppure nella tecnologia 6° Senso
Fresh Clean, ma nella tecnologia di casa connessa
che questa volta sta davvero per mettere piede nelle
nostre case tramite i nostri dispositivi iOS e Android
con funzioni utili e interfacce semplici.
Uno dei cavalli di battaglia di Whirlpool negli ultimi
anni è il Sesto Senso, quel qualcosa in più che distingue i loro prodotti dal resto: oggi Sesto Senso
diventa un’app. 6th Sense Live, questo il nome, un
W

vero e proprio salto in avanti nella gestione della
routine quotidiana partito però da una domanda che
più lecita non si può: cosa può davvero essere utile
in un elettrodomestico connesso? La risposta l’hanno data 20 famiglie a cui è stato concesso il privilegio di vivere un anno con la lavasciuga connessa: i
risultati sono uno spettacolo, lo possiamo dire ora
che abbiamo avuto modo di scambiare più di qualche chiacchiera con gli sviluppatori.
La panoramica dell’app parte da una login creata con
un vero e proprio Whirlpool ID, il quale sarà il viatico
per gestire i due rami dell’app stessa: controllo degli
elettrodomestici e accesso diretto al sito Whirlpool.
La parte più interessante è ovviamente la prima, dove
il design pulito, essenziale e di facile lettura ci guida
alla scoperta del bucato 2.0. La prima problematica
sollevata dai beta tester è stata l’inutilità di avere un
semplice controllo remoto del pulsante Start sul proprio smartphone, bensì l’esigenza di avere una vera
e propria semplificazione della vita: da questa sacrosanta verità nasce l’evoluzione dei cicli di lavaggio
basati su informazioni fornite a priori, ovvero un’app
che prima ti chiede che cosa hai intenzione di lavare,
e sulla base della risposta elabora un ciclo che non
ha un nome proprio se non quello che decideremo
di dargli qualora ci soddisferà.
torna al sommario
Ecco quindi nascere un vero e proprio
elenco dei preferiti
del bucato, dove
utilizzo dopo utilizzo avremo il nostro
piccolo personale
vademecum di cicli creati su misura.
Ma siamo solo all’inizio. Perché non
programmare i cicli
scoperti e salvati in
modo da ottimizzarli nel workflow
di casa? Ecco quindi
che, oltre ai comandi di personalizzazione o di eventuale override dell’utente sui consigli della macchina (infatti si possono modificare in tutto e per tutto), si aggiunge un calendario simile a quello dello
smartphone normalmente dedicato a riunioni e scadenze, sul quale andare ad allocare il ciclo di lavaggio, modificarlo in caso di imprevisti, annullarlo se
necessario o combinarlo con il seguente programma
di asciugatura che entrerà in funzione proprio pochi
istanti dopo aver - ad esempio - regolato il carico del
bucato per ottimizzarne la fase di asciugatura.
Già così siamo veramente stupiti dal lavoro degli ingegneri Whirlpool, ma capiamo presto che le sorprese sono dietro l’angolo: il calendario mostra infatti
dei simboli molto simili a quelli del meteo e dei valori
che potrebbero benissimo essere delle temperature. A domanda diretta, la risposta è di quelle che
non t’aspetti: “Sono i consigli su quando terminare
il programma di lavaggio in relazione al meteo per
ottimizzare i tempi in cui il bucato è steso”. Semplice,
geniale e davvero utile così come la possibilità di far
scegliere all’app quando far partire i cicli in relazione
al costo dei kW/h o dell’impianto fotovoltaico o del
consumo di acqua che il programma impostato può
richiedere: sembra davvero uscito da un videogioco,
ma il test che stiamo completando è sulla lavatrice a
pochi passi da noi, reale.
Quello che invece non ti aspetti è l’angolo cucina
3.0, una demo dove viene spiegato subito che l’elettrodomestico in essere è un prototipo che vedrà
la luce - forse - in un futuro decisamente lontano.
L’ambiente è la classica cucina minimal che sembra
appena uscita da una rivista di design o da una fiera
di tecnologia: su di essa, qualcosa che assomiglia a
una cappa ma che in realtà è un doppio proiettore
sotto il quale si trova un tavolo che rivelerà sorprese
decisamente interessanti. La dimostrazione mostra
come, a comando, sul piano d’appoggio vengano
proiettati le sagome circolari di un fornello che si
rivelerà essere vero poiché il piano è a induzione:
otto punti di calore personalizzabili a piacimento in
base ai quali ottimizzare la gestione delle pentole.
Sul muro di fronte, una seconda proiezione mostra
una ricetta con la timeline della preparazione divisa per ingredienti, il tutto guidato passo passo dal
download da Internet, dall’ottimizzazione per le
dimensioni della parete fino all’integrazione con
un database di contatti - probabilmente in cloud dove possiamo accedere per contattare qualcuno
o per condividere sui social cosa sta accadendo.
Ovviamente non c’è traccia di smartphone, tablet o
computer: passa tutto dal tocco su piano o parete
resa “smart” dal proiettore. Sembra fantascienza, ma
dopo quello che abbiamo visto potrebbe presto diventare realtà.
n.117 / 15
9 SETTEMBRE 2015
MAGAZINE
SMARTHOME Philips porterà in Italia Pasta Maker, la macchina per la pasta totalmente automatica
Philips vs Barilla: pasta fresca in 10 minuti
Pasta maker può preparare pasta fresca per 4 persone, avrà un prezzo di circa 200 euro
di Roberto PEZZALI
I
taliani ghiotti di pasta aprite le orecchie:
la macchina per fare la pasta in casa
che Philips ha lanciato negli States lo
scorso anno arriverà anche in Italia in versione leggermente modificata. Bastano
199 euro circa per portarsi a casa Pasta
Maker, una impastatrice con trafilatura integrata completamente automatica, capace di preparare in 10 minuti 300 grammi
di pasta fresca, 15 se si vuole una quantità doppia, 600 grammi. La macchina per
fare la pasta non è ovviamente una novità
in cucina, ma Philips e la tecnologia aiutano a semplificare il processo rendendo
il tutto immediato e facile. Basta versare
gli ingredienti nel vano di miscelazione
di Emanuele VILLA
lab
PastaMaker Philips
per veder comparire, dopo circa 5 minuti,
i primi maccheroni: nessuno sforzo, nessuna fatica, solo la necessità di “tagliare”
con la spatola il prodotto trafilato per decidere la lunghezza desiderata. Quattro i
filtri presenti, adatti a creare maccheroni,
spaghetti, tagliatelle o lasagne, con la sfo-
glia che per semplicità esce arrotolata a
tubo. Philips ha pensato davvero a tutto:
la pasta non esce liscia ma grezza, per
trattenere più condimento, e con la consapevolezza che spesso il punto debole
delle impastatrici è la pulizia ha pensato
ad un sistema di impasto che può essere
smontato facilmente e lavato in lavastoviglie. Pasta Maker funziona con ogni ricetta di impasto: si può fare pasta all’uovo
o pasta a grano duro da essiccare, scegliendo sempre gli ingredienti e le dosi
preferite.
SMARTHOME Haier lancia Duo, una lavatrice con doppio cestello pensata per lavaggi frequenti
La lavatrice che vale doppio è Haier Duo
Ha consumi ridotti (classe energetica A+++ -30%) e interfaccia smart di ultima generazione
G
di Claudio STELLARI

torna al sommario
LG mostra all’IFA
SmartThinQ
Un sensore pensato
per rendere “smart”
gli elettrodomestici
tradizionali. A seconda
dell’elettrodomestico
in cui lo si installa
cambiano le funzioni
video
Pasta fresca fatta in casa in soli 10 minuti
ià vista in occasione della Global
Press Conference IFA di aprile,
torna a far parlare di sè la prima
lavatrice Haier con doppio cestello, la
Haier Duo, una soluzione che, a fronte
di un ingombro non indifferente, è pensata per ridurre i tempi di lavaggio: non
occorre infatti attendere la fine di un ciclo di lavaggio per avviarne un altro, ma
basta semplicemente caricare il secondo
cestello quando si vuole. Ovviamente
si tratta di un’esigenza sentita da parte
delle famiglie numerose o da chi effettua frequenti lavaggi, ma Haier Duo può
rendersi utile anche in altre situazioni;
l’apparecchio permette infatti di trattare
in modo differente capi con diverse esigenze di lavaggio utilizzando i 2 cestelli
(bianchi e colorati potranno finalmente
essere lavati allo stesso tempo, così
come lana e cotone). Haier Duo consen-
Il sensore LG
rende “smart” gli
elettrodomestici
te di lavare in totale ben
12 Kg di bucato, 4 Kg
nella parte superiore e
8 kg in quella inferiore,
con un’ampia scelta di
programmi per ognuno dei due cestelli (12
per la parte superiore,
18 per l’inferiore). Ogni
cestello dispone di un
proprio motore Smart
Drive Motor (SD Motor)
su cui Haier offre una
garanzia di 12 anni. Tra
le caratteristiche di rilevo segnaliamo
l’elevata classe energetica A+++ -30%,
con un risparmio energetico del 30%
rispetto al migliore standard energetico
riconosciuto in Europa; il design interno
del cestello (Haier Pillow Drum) garantisce un lavaggio che preserva l’integrità
dei materiali e l’interfaccia “smart” di con-
trollo si avvale di un display touchscreen
da 7’’ sulla parte frontale della lavatrice.
Haier Duo può essere controllata anche
da remoto tramite Internet, utilizzando lo
smartphone e il tablet. Haier Duo, per la
quale non si parla ancora di prezzi, sarà
disponibile in Europa a partire dal primo
trimestre del 2016.
LG ha approfittato della fiera berlinese per presentare le sue ultime “creazioni” in fatto di smarthome, in questo caso un piccolo
sensore - SmartThinQ - pensato
per trasformare una casa tradizionale in un appartamento
“2.0”. Il sensore è racchiuso in
un piccolo chassis circolare che
può essere installato in diversi
elettrodomestici e - in questo
modo - fornire utili informazioni
ai propri utenti. Per esempio,
SmartThinQ può essere installato all’interno di lavatrici e frigoriferi: in questo modo, il sensore
segnala all’app di controllo le
vibrazioni subite e la temperatura, avvisando l’utente sulla fine
del ciclo di lavaggio o quando è
necessario agire sui controlli del
frigo per aggiustare il livello di
freddo. Non solo: il sensore può
comunicare anche quante volte
la porta viene aperta e chiusa e
- con modalità che indagheremo
- sulla scadenza di eventuali cibi
al suo interno. Inoltre, la comunicazione ufficiale dell’azienda
stabilisce che SmartThinQ può
anche controllare e agire sulle
funzionalità (via apposita app)
di diversi elettrodomestici (si
fa l’esempio dei condizionatori
d’aria), che supponiamo essere
quelli certificati AllJoin.
n.117 / 15
9 SETTEMBRE 2015
MAGAZINE
SMARTHOME Haier Codo, la lavatrice iper-portatile. Al momento non è distruibuita in Italia
Haier inventa la lavatriche che sta in tasca
Può rimuovere vari tipi di macchie. Perfetta per i ristoranti, fa comodo anche in casa
di Gianfranco GIARDINA
un classico: la camicia bianca appena messa e lo schizzo di pomodoro
che dal maccherone parte e si va a
stampare a metà del petto. Lo scenario
più frequente prevede che a quel punto
si tentino operazioni di dubbia riuscita
con acqua minerale e vari smacchiatori o
– per i più previdenti – si passa al cambio
camicia in corsa. Haier vuole cambiare la
fine di questa storia grazie a un cilindretto colorato: si chiama Codo e viene promosso come la prima lavatrice da tasca
al mondo. Si tratta di un piccolo apparecchio, funzionante a batterie, che contiene
un serbatoio per acqua e detergente.
In caso di macchia, basta appoggiare la
testina sul punto da trattare e attivare il
Codo: l’apparecchio inizia a quel punto a
emettere la giusta (e contenuta) quantità
di liquido procedendo con un movimento
oscillatorio che deterge la zona di tessuto macchiata. Se la macchia è particolarmente forte si può anche procedere ponendo sotto il tessuto un pezzo di panno
carta che funge da assorbente, in modo
da attrarre l’acqua in eccesso e, con essa,
la sostanza alla base della macchia. In 30
secondi la macchia è cancellata e la cami-
È
cia (ma può trattarsi ovviamente di qualsiasi capo) recuperata all’uso. Codo nasce nei laboratori giapponesi di Haier (in
Giappone il nome è Coton) e, malgrado
il nome possa far pensare diversamente,
è adatto a tutti i tipi di tessuto, oltre che
a tutti i tipi di macchie. Ci sono però pro-
cedure diverse da seguire a seconda
dell’agente macchiante: in caso di tracce di rossetto o di penna a sfera (anche
questi altri due classici) il consiglio è
quello di far lavorare Codo a secco fino
a eliminazione della macchia: in questo
caso, infatti, basta l’azione meccanica
della testina per rimuovere la macchia;
un passaggio a umido successivo ha poi
un’azione sciacquante. Perfetto come dotazione per i ristoranti un po’ più “smart”,
Codo al momento non è distribuito in Italia ma potrebbe arrivare nei prossimi mesi
a un prezzo intorno ai 90 euro.
SMARTHOME Presentato da Samsung un particolare dispositivo da posizionare sotto il materasso
Dormi male? Samsung SleepSense ti aiuta a riposare
Monitora il sonno e raccoglie dati ma può anche intervenire su altri dispositivi connessi
T
di Vittorio Romano BARASSI

ra le novità dell’IFA trova posto anche uno sleep tracker targato Samsung, un prodotto pensato non solo
per monitorare le fasi di sonno senza
costringerci ad indossare braccialetti vari,
ma anche per migliorare la quantità e la
qualità del nostro riposo. Dichiaratamente indirizzato a “genitori e professionisti
stressati”, SleepSense è di fatto un sensore (Samsung garantisce una precisione
nella raccolta dati del 97%) che va posizionato sotto il materasso (è spesso solo
1 cm) e che da lì inizierà a raccogliere
diverse tipologie di informazioni proprio
come un braccialetto tradizionale, ma col
vantaggio di non dover essere indossato
e di essere abbastanza “smart” da comunicare con altri apparecchi Samsung
al fine di migliorare il sonno dell’utente.
Dunque, oltre a registrare le varie fasi di
torna al sommario
sonno leggero e profondo, i
movimenti durante la notte e
tutte le volte che ci si sveglia,
SleepSense è pure in grado
di spegnere una lampadina o
una TV accesa che disturba il
sonno, può alzare la temperatura di una stanza troppo
fredda comunicando col termostato oppure accendere
l’aria condizionata in condizioni di eccessivo caldo. Non
manca ovviamente la funzionalità SmartAlarm, la quale
sarà capace di svegliarci nei
momenti di sonno leggero in prossimità
dell’orario prestabilito e non nelle fasi
di sonno più profondo. Oltre a fare tutto
questo, SleepSense è pure in grado di registrare il battito cardiaco e di inviare i dati
raccolti via Bluetooth a uno smartphone
con apposita app installata e da lì si potrà
controllare ogni singolo parametro e la
connessione con gli altri device presenti
in casa. SleepSense sarà lanciato in Corea del Sud entro fine anno ad un prezzo
non ancora comunicato. Nessuna notizia
per quanto concerne la commercializzazione europea.
Piatti puliti
anche negli angoli
Samsung spara
un “muro d’acqua”
Le lavastoviglie
tradizionali hanno
un rotore che spruzza
acqua ovviamente su
una superficie circolare
Samsung inventa
il lavaggio “tangenziale”
che, quasi come un
plotter, sposta il muro
d’acqua avanti
e indietro, migliorando
la copertura
di Gianfranco GIARDINA
Secondo Samsung le lavastoviglie tradizionali - anche quelle
della stessa società coreana
- non puliscono alla perfezione
i piatti e le stoviglie sistemate
negli angoli. Il rotore che spruzza l’acqua, infatti, lo fa su un volume tendenzialmente cilindrico
e l’acqua che arriva nei quattro
angoli, ci arriva di rimbalzo e
oramai senza energia pulente.
La soluzione secondo Samsung
si chiama WaterWall, letteralmente “muro d’acqua”. Samsung
ha realizzato infatti un sistema di
spruzzo dell’acqua che invece di
ruotare scorre linearmente lungo un binario centrale: in questo
modo, come si vede dal filmato,
viene coperta tutta l’area del
vano lavastoviglie, con pieno
raggiungimento anche degli
angoli. Una soluzione davvero
semplice ma evidentemente efficace e che di fatto supera un
limite degli attuali sistemi di lavaggio stoviglie domestici.
n.117 / 15
9 SETTEMBRE 2015
MAGAZINE
SMARTHOME Siemens ha presentato una linea di lavatrici equipaggiate con la tecnologia sensoFresh che utilizza l’ozono
Odori
addio:
Siemens
“rinfresca”
i
capi
con
l’ossigeno
L’ozono ottenuto dall’ossigeno presente nell’aria rinfresca a secco i vestiti e capi anche non lavabili impregnati di odore
di Gianfranco GIARDINA
uante volte si mette nella biancheria sporca una maglia o un golf
solo perché si impregnato di odore di cibo o di sigaretta; ne segue tutto
(l’inutile) ciclo di lavaggio, asciugatura e
stiratura per un capo tutto sommato pulito, anche se maleodorante. Ma ora c’è
la soluzione giusta: debutta a IFA 2015,
infatti, una nuova tecnologia decisamente utile nel lavaggio e manutenzione dei
capi d’abbigliamento. Si chiama sensoFresh ed equipaggia alcuni nuovi modelli
(lancio previsto entro la fine dell’anno) di
Siemens, che fa parte insieme a Bosch
del gruppo B/S/H. Il sistema è semplice
e ingegnoso: nella lavatrice è stato integrato un generatore di ossigeno attivo,
ottenuto sintetizzando ozono dall’aria
ambiente. Sono stati quindi creati diversi programmi che fanno uso di questo
ossigeno attivo, primo tra tutti quello di
“refresh” dei capi. In pratica basta inse-
Q
rire i vestiti da rinfrescare nella lavatrice
e lanciare il processo: il tamburo gira lentamente mentre i vestiti vengono “sciacquati”, a secco si intende, in un flusso di
ossigeno attivo. L’effetto è quello di eliminare ogni odore e di sanificare i capi, oltre
che distenderne le fibre. La cosa interessante è che questo processo può essere
fatto su qualsiasi capo, anche quelli non
lavabili o delicatissimi, come per esempio
i foulard di seta, che generalmente vengono lavati molto raramente: non viene
usata né acqua né detergente e quindi
non c’è alcun problema. Due i programmi
previsti, da 30 e 45 minuti, da scegliere
a seconda dello stato dei capi. Il risultato
è un vestito meravigliosamente inodore,
recuperato perfettamente, come appena
uscito dal ciclo di lavaggio-stiratura. Allo
stesso modo, è possibile utilizzare il contributo disinfettante dell’ossigeno attivo
anche durante un lavaggio tradizionale,
per esempio per avere un bucato perfet-
tamente sanificato anche con programmi
a 40°: un toccasana per quei vestiti che
non possono andare a temperature più
alte ma riguardo ai quali si vuole avere
comunque la massima garanzia di igiene.
Infine - e anche questa è una buona idea
- è stato pensato anche un programma da
fare con acqua e ossigeno attivo finalizza-
to solo alla perfetta pulizia e sanificazione
della lavatrice stessa. Un’operazione indispensabile per il buon funzionamento
della lavatrice e per garantirsi che ogni
bucato sia davvero sanificato e non contaminato. In questo video un’esemplificazione delle diverse funzioni del sistema
sensoFresh introdotto da Siemens.
SMARTHOME La lavatrice Samsung WW8500 AddWash permette di aggiungere capi da lavare e i deterssivi anche a ciclo iniziato
Samsung
AddWash:
il
bucato
“aspetta”
i
panni
dimenticati
Grazie all’apposita “finestra” frontale si possono inserire al volo i capi, ma anche detersivi, in ogni momento del lavaggio
A
di Luigi LO FORTI

bbiamo finalmente caricato la lavatrice, scelto il programma adatto,
controllato che la vaschetta del
detersivo sia piena: non dobbiamo fare
altro che avviare la macchina, e poi potremo passare ad altro. Fatto. Ed è proprio nel secondo successivo, quando ci
voltiamo soddisfatti, che di solito si materializza la fastidiosa realtà: può essere
un calzino solitario occhieggia beffardo
dal cesto della biancheria, un asciugamani smarrito finito dietro il mobiletto
del bagno, la camicia lasciata appesa all’attaccapanni… insomma, un indumento
sporco è rimasto fuori dalla lavatrice.
Fino ad oggi c’era ben poco da fare: soprattutto nel caso, molto comune, di una
lavatrice a carica frontale, in presenza
della quale occorre aspettare che il livello dell’acqua cali prima di intervenire, se
non si vuole allagare la stanza.
Fino a oggi, appunto, perché la stessa
Samsung ha provveduto a trovare una
soluzione: una lavatrice dotata di uno
sportello appositamente studiato per
permette l’inserimento dei capi dimenti-
torna al sommario
cati anche nel bel mentre del ciclo di lavaggio. L’oblò della WW8500 AddWash
è infatti dotato di un ingresso supplementare, situato nella parte superiore,
dove è possibile introdurre non solo
altri capi di biancheria, ma anche detergenti e ammorbidenti supplementari,
in qualunque momento del ciclo di lavaggio. Tutto quello che occorre fare e
schiacciare il pulsante che mette in pausa la lavatrice e aprire lo sportello extra,
grande abbastanza per farci passare un
golfino o perfino un paio di pantaloni.
Naturalmente, non manca nemmeno un
sistema di sicurezza a prova di bambino, per garantire la massima sicurezza.
La WW8500 può inoltre interagire con
gli smartphone Android e iOS , grazie
ai quali potremo controllare i progressi
delle fasi di lavaggio dei vari programmi ed essere avvisati prima dell’inizio di
un nuovo ciclo, un’opzione utile se per
esempio abbiamo intenzione di aggiungere qualche capo delicato alla fine del
lavaggio. Non mancano naturalmente
soluzioni tese a massimizzare il rispar-
mio energetico e a migliorare l’efficienza di lavaggio. Così, il ciclo SuperSpeed
permette di ridurre il tempo necessario
a concludere un lavaggio normale a una
sola ora, grazie a un getto d’acqua accelera la sciacquatura del detersivo e
velocizza ulteriormente le operazioni di
pulizia. WW8500 utilizza poi la tecnologia Ecobubble per miscelare il detersivo
con arie e acqua, in questo modo riempiendo l’intero cestello con bolle che
riescono a penetrare il tessuto fino a 40
volte più velocemente rispetto alla classica acqua e sapone. Questo sistema
rende possibile anche lavare con acqua
fredda, con un conseguente risparmio
energetico. E a proposito di risparmio
energetico, vale la pena segnalare l’impiego di un motore Digital inverter, la cui
attività è gestita da un sistema in grado
di regolare in ogni momento i parametri
di funzionamento in modo tale da garantire la migliore efficienza, limitando al
massimo i consumi senza compromettere il risultato finale, oltretutto riducendo
il rumore e prolungando la vita dell’elettrodomestico.
n.117 / 15
9 SETTEMBRE 2015
MAGAZINE
SMARTHOME Tempi duri per i batteri grazie all’umidificatore con una forma simile al ventilatore
L’umidificatore Dyson che sanifica l’acqua
Contiene una lampada a ultravioletti che sanifica l’acqua prima della sua vaporizzazione
di Gianfranco GIARDINA
yson se n’è inventata un’altra: si
tratta di un umidificatore, e fino a
qui non ci sarebbe nulla di strano. Ma l’azienda a IFA 2015 ha dimostrato come l’impiego di un comune
umidificatore possa essere molto più
dannoso per la salute rispetto al suo
non utilizzo e questo per due motivi:
innanzitutto generalmente non si può
impostare il tasso di umidità corretto
e quindi si deve andare “a occhio”; ma
soprattutto l’acqua comune, soprattutto se presente da qualche giorno,
può avere una proliferazione batterica non banale e la vaporizzazione di
quest’acqua non fa che disperdere in
ambiente questi batteri, con la conseguente propagazione di influenze ed
epidemie. Per questo motivo Dyson ha
realizzato un umidificatore che, prima
di vaporizzare l’acqua, la fa passare in
un condotto e la fa stazionare per tre
minuti a stretto contatto con una lampada a ultravioletti (UV-C, i più efficaci per
l’abbattimento della carica batterica)
che la sanifica completamente, dando
Nel nuovo frigorifero
a quattro porte di
Samsung, una la puoi
usare come ti pare
Frigo a 4° se il fresco
non ci sta tutto nei vani
superiori o freezer
se gli alimenti da
congelare sono troppi
Tutto con un tasto
D
la garanzia di sicurezza sotto il profilo
sanitario. L’utente può lasciar funzionare la macchina in automatico: ci pensa
lei ad analizzare la situazione di temperatura e umidità dell’aria e procedere
all’aggiunta o meno di acqua, anche
se ovviamente non può sottrarne. In alternativa, l’utente può decidere il tasso
di umidità di comfort, forzando quindi il
comportamento della macchina. Infine
- perché no - l’umidificatore Dyson può
essere usato anche come semplice
ventilatore. Altro grosso vantaggio è
appunto la disponibilità del telecomando, non sempre presente sugli umidificatori. Il “motore” dell’umidificatore è a
ultrasuoni, quindi il getto di aria umida
è freddo. Ma contrariamente a quanto
accade con alcuni modelli a ultrasuoni,
la vaporizzazione è estremamente fine
e, grazie anche al sistema di condotti
di distribuzione dell’aria (il classico profilo circolare di Dyson), non c’è alcuna
goccia d’acqua condensata attorno alla
macchina anche dopo ore di funzionamento al massimo regime.
SMARTHOME Un dispositivo chiamato cella di Peltier manda in pensione il compressore
La cantinetta per vini di Haier raffredda con un chip
Il sistema di distribuzione del freddo, Heat Pipe, lavora con acqua e anidride carbonica
H
di Michele LEPORI

aier alla conferenza di presentazione dei suoi dispositivi ha stupito un po’ tutti presentando una
cantinetta per la conservazione dei vini
che invece del solito compressore di
ventilazione e raffreddamento ha una
specie di microchip: si tratta di una cella
di Peltier, un dispositivo allo stato solido
di poco meno di 5 cm per lato e pochi
millimetri di spessore (ma il peso si sente) che pensiona il vecchio compressore
motorizzato delle cantinette. La cosa se
vogliamo anche divertente è che il sistema di distribuzione del freddo generato
dalla cella di Peltier va... ad acqua frizzante. Il circuito si chiama Heat Pipe e lavora
(in maniera non meglio specificata) con
acqua e anidride carbonica, stabilizzando la temperatura su richiesta dell’utente
in un range che oscilla fra i 5 e i 20 gradi.
La cantinetta diventa così una “classe A”
torna al sommario
Ecco lo sportello
versatile: fa il
frigo o il freezer
lo decidi tu
contro la maggior parte di quelle tradizionali
che non vanno oltre la
B; ma soprattutto ha
annullato ogni parte in
movimento azzerando
completamente la rumorosità. Il prezzo sarà
ovviamente superiore
a quello dei modelli
in tecnologia tradizionale, si prevede di circa il 30-40%. Ovviamente ci siamo concessi una “licenza
poetica” nel parlare di “acqua frizzante”;
peraltro ottenere qualche informazione
in più dagli addetti ai lavori è stato praticamente impossibile, e l’impressione è
che il lavoro di ingegneria che c’è dietro
le quinte sia stato davvero importante,
tanto da trincerarsi dietro alle risposte
di circostanza e un ambiguo “maggiori
informazioni a inizio 2016”, data di lancio
della cantinetta. I risvolti ad ampio raggio
sono facilmente intuibili: il compressore
motorizzato che Haier ha fatto sparire
dalla cantinetta non è poi così dissimile
da quello che trova posto in frigoriferi,
congelatori e condizionatori e se Haier
è in grado di ottenere lo stesso risultato
con un sistema a base di un dispositivo
di controllo remoto e dei tubi pieni di acqua gassata, ci aspetta davvero la rivoluzione in almeno un paio di stanze.
di Gianfranco GIARDINA
Quante volte abbiamo sperimentato la frustrazione di un frigorifero troppo pieno, magari prima
di una bella cena estiva, con
l’impossibilità di tenere cibi, vino
e bibite in fresco. Spesso ci si accorge che lo spazio nel freezer
non basta, soprattutto quando
si cucina tutto insieme per poi
“stivarlo” nel congelatore. Ovviamente la soluzione più semplice
- ma irrealizzabile - sarebbe avere
spazi infiniti di vani frigo e freezer.
Samsung viene incontro a questa esigenza con un frigo/freezer
“flessibile”, con il quale, entro
certi limiti, è l’utente a decidere
di cosa ha bisogno: più spazio frigo o più spazio freezer. Si tratta
di un modello a 4 porte, di certo
già generoso di suo. Solitamente
i modelli con questo layout hanno
il vano frigorifero nelle due porte
superiori e quello congelatore in
quelle inferiori. In questo caso è
quasi così: il vano inferiore destro
è separato dal corrispondente
sinistro e può funzionare da frigo o da freezer a seconda delle
esigenze. L’utente infatti può fare
la sua scelta semplicemente operando sul pannello presente sullo
spessore della porta. Il vano inferiore destro, che è organizzato a
cassetti, passa così dal mantenere i classici 4° del frigorifero ai -18°
del congelatore. E così addio problemi, salvo ovviamente non avere la necessità contemporanea
del super-carico sia sul frigo che
sul freezer: in quel caso non resta
che un secondo apparecchio.
Concert for one
Cuffia P3. Un mix di alta qualità sonora e comfort di lusso, frutto della fusione calcolata e calibrata tra materiali pregiati e tecnologie raffinate. Nata dalla penna di Morten Warren, lo stesso creatore dello Zeppelin Air iPod Speaker, la P3, disponibile in 4 colori, nero, bianco, rosso e blu, ne conserva la personalità, il talento sonoro e la frequentazione privilegiata, ovvero l’iPod e l’iPhone dai quali estrapola il meglio dei conte-
nuti sonori, ne integra la funzionalità e la cosmetica. P3 è infatti dotata di un cavo con comando per iPod/iPhone con microfono e controllo volume/salto-traccia, utilissimo per tutti gli
amanti dei player firmati dalla mela argentata. Ma –ovviamenteP3 è "anche" una cuffia Hi Fi tradizionale di elevatissimo livello,
da poter collegare a qualsiasi sorgente standard, tramite il
cavo a corredo intercambiabile con quello per player Apple.
Zeppelin e Zeppelin Air sono marchi registrati di B&W Group Ltd. AirPlay, iPod, iPhone e iPad sono marchi di Apple Inc. registrati negli Stati Uniti e in altri paesi.
www.audiogamma.it
n.117 / 15
9 SETTEMBRE 2015
MAGAZINE
SMARTHOME Una super batteria al litio e passa la paura, anzi passa il cavo, che non c’è più
LG Cord Zero, l’aspirapolvere che ti segue fedelmente
E per fare le cose più facili, l’aspirapolvere di LG segue il suo “padrone” passo dopo passo
N
di Gianfranco GIARDINA
essuno ha mai voglia di passare
l’aspirapolvere per casa. Il motivo? Che il più delle volte si finisce
per litigare con il cavo e con il tubo dell’aspirapolvere, elementi che sembrano
quasi “vivi” e fanno di tutto per annodarsi a tutto quello a cui si avvicinano. Tutta
acqua passata, grazie a LG e al suo nuovo aspirapolvere CordZero presentato a
IFA 2015. Il nome svela che si tratta di un
aspirapolvere senza filo, equipaggiato
con una potentissima batteria agli ioni di
litio, e questo già elimina un problema,
quello del cavo elettrico. In funziona-
Nel retro della lancia di aspirazione c’è un piccolo sensore: questo
permette all’aspirapolvere di capire
dov’è il padrone e di tenersi a debita
distanza, ma senza allontanarsi.
Il Philips serie 7000
è dotato di connettività
Bluetooth e di un’app
che acquisisce i dati
della rasatura
e la “tara” sulla base
della pelle
mento alla massima potenza, l’apparecchio è in grado di aspirare per 17 minuti
consecutivi; se si inserisce la modalità
power save, si passa a 40 minuti. Dopodiché l’apparecchio va rimesso sotto
carica. La caratteristica “wireless” rende
anche CordZero particolarmente adatto per tutte quelle situazioni in cui una
presa è lontana: per fare un esempio,
basta scendere in strada per dare una
bella pulita alla macchina senza preoccuparsi di portarla in box o di allestire
complicate prolunghe. Pulitori ambulanti, come i figuranti presenti allo stand:
una dimostrazione particolarmente efficace. Ma LG CordZero risolve anche
l’altro problema - quello che costringe
a fare un passo avanti e tre indietro per
tirarsi dietro il corpo dell’aspirapolvere
-: grazie alla funzione di “inseguimento” l’aspirapolvere si comporta da cagnolino fedele e segue a un metro di
distanza il proprietario, non così lontano
da far tirare il tubo e non troppo vicino
da rischiare lo sgambetto. Nel video si
vede bene come il mansueto e fedele
aspirapolvere segue il suo padrone. Un
prodotto che colpisce e piace: non sappiamo se basterà questo per far venir
la voglia di far le pulizie di casa, ma di
sicuro le renderà meno faticose e forse
anche un po’ divertenti.
SMARTHOME LG ha presentato un frigorifero smart interessante, con una fotocamera integrata
Il frigo con videocamera e app, e sai cosa c’è dentro
Scatta una foto ogni volta che si apre un cassetto e, via app da remoto, ci dice cosa c’è o manca
T
di Gianfranco GIARDINA

utti i produttori si tuffano a pesce
sulla trasformazione degli elettrodomestici in apparecchi connessi a
Internet via Wi-Fi. Ma non sempre il fatto
di poter controllare un elettrodomestico
da remoto via app risulta sensato e i frigoriferi apparivano proprio quella categoria di apparecchi che, tutto sommato,
anche senza app possono vivere benissimo. Infatti, cambiare l’impostazione della
temperatura del frigorifero non è certo
un’operazione che si fa di frequente. Anzi,
probabilmente, nella vita di un frigorifero,
si fa pochissime volte.
LG però ha trovato un impiego della
declinazione “smart” del frigorifero decisamente interessante: nel “soffitto” del
vano frigorifero è stata inserita, infatti,
una fotocamera. Ogni qual volta si apre
un cassetto, la fotocamera scatta; analogamente si comporta ogni volta che
torna al sommario
Il rasoio
connesso Philips
è una manna
per chi ha
la pelle sensibile
si chiude lo sportello.
L’utilizzo di queste foto è
presto detto: l’utente che
si collega al frigorifero tramite la app può verificare
anche da remoto cosa c’è
all’interno del frigorifero e,
per esempio, comportarsi
di conseguenza nelle proprie scelte per la spesa.
La app separa appunto i
diversi fotogrammi (il ripiano superiore, il contenuto del cassetto di
destra e di quello di sinistra) e li unisce in
una specie di layout virtuale del frigorifero. Il contenuto si vede bene (anche a
tutto schermo) e i diversi prodotti sono
riconoscibili. Per avere le immagini anche
del contenuto dei due cassetti, questi
sono equipaggiati con un “tag”: quando
la videocamera lo inquadra (e questo vuol
dire che il cassetto è aperto) scatta la foto.
Le stesse immagini possono essere consultate anche dal display posto sul frontale
del frigorifero. Questa potrebbe sembrare
un’assurdità: basta aprire la porta e guardare. Ma il consumo elettrico di un frigo si
impenna ogni qual volta si apre la porta,
soprattutto se le temperature ambientali
sono alte: evitare un’apertura guardando
sul display frontale fa bene alla bolletta e
anche alla salute del frigorifero.
di Emanuele VILLA
Philips Smart Shaver 7000 è un rasoio che viene definito dall’azienda come “il primo Bluetooth connected shaver” in grado di fornire
un’esperienza di rasatura altamente personalizzata e, di conseguenza, di portare azzerare l’irritazione
della pelle.
Lo Smart Shaver Philips, oltre a
integrare tutte le tecnologie per
una rasatura impeccabile, è anche
Bluetooth e comunica costantemente con un’app esterna, disponibile al momento per iOS.
L’app non fornisce solo consigli di
rasatura derivanti dall’esperienza dell’azienda nel settore e da
consigli medici, ma raccoglie tutti
i dati che gli vengono forniti dal rasoio stesso: momento dell’ultima
rasatura, pressione esercitata in
funzione del tempo, funzionalità
utilizzate, per quanto tempo e via
di seguito. In questo modo, l’app
non solo si rende conto di quando abbiamo bisogno di una bella
rasatura, ma è anche in grado di
fornire preziosi suggerimenti all’utente e di impostare i parametri
del rasoio per ottimizzare la routine di rasatura. L’idea alla base di
Smart Shaver è che tutti gli uomini
sono diversi, è diversa la loro pelle
e la loro barba: solo studiando le
abitudini di rasatura è possibile impostarne una che sia efficiente e
non lasci spiacevoli irritazioni.
n.117 / 15
9 SETTEMBRE 2015
MAGAZINE
AUTOMOTIVE Facilmente installabili sul cruscotto, le Dash Cam 30 e 35 sono disponili da novembre
Più sicuri in auto con le Dash Cam Garmin
Le nuove telecamere Garmin con il loro occhio vigile registrano tutto ciò che succede in strada
di Claudio STELLARI
e Dash Cam sembrano destinate
a diffondersi sempre più anche
nel nostro Paese. Queste piccole
telecamere permettono infatti di documentare con le loro riprese quello che
succede sulla strada davanti all’autovettura, come un occhio sempre vigile:
in caso di incidente si potrà dimostrare
facilmente la dinamica del sinistro, permettendo di dirimere molto velocemente ogni dubbio. I due modelli presentati
da Garmin all’IFA, le Dash Cam 30 e 35,
hanno diverse frecce al loro arco: sono
stand alone, si possono quindi posizionare molto facilmente sul cruscotto e
all’occorrenza spostare; riprendono immagini dettagliate in Full HD e registrano in modo continuo e automatico all’avvio del motore. La funzione Incident
Detection, inoltre, grazie a un sensore
di accelerazione (G-Sensor), si accorge
quando si verifica un brusco rallentamento e salva automaticamente il file
video proteggendoli da sovrascrittura.
Le Dash Cam 30 e 35 permettono entrambe di scegliere la risoluzione delle
registrazioni video (1080p, 720p oppu-
L
GADGET
Costellazioni
a portata
di mano con
Universe2Go

Universe2Go è un visore che nella
parte posteriore ospita lo scomparto
per ospitare un iPhone (compatibilità dal 4 al 6) oppure gli smartphone
della famiglia Galaxy, da S3 in su.
Grazie ai suoi due display, mostrerà
la volta celeste semplicemente
alzando la testa. Universe2Go è
pronto a portarci nel mondo della
scienza, con tutte le info su stelle e
pianeti aggiornate alle più recenti
scoperte ma è anche un ottimo
strumento didattico per capire la
storia dietro a costellazioni e stelle e
il ruolo che hanno avuto nella storia
dell’uomo. Universe2Go in Europa è
già disponibile per l’acquisto tramite
il sito degli astronomi che l’hanno
creato a 99 euro.
torna al sommario
Polaroid Snap
ci ricorda
l’infanzia
e stampa le foto
senza inchiostro
La nuova Snap
di Polaroid è in grado
di stampare istantanee
senza bisogno
di inchiostro: sfrutta
una carta speciale
(Zink) che “attiva”
i colori sfruttando
il calore
re WGA) che vengono memorizzate su
scheda microSD (una memoria da 4GB
in dotazione, è possibile utilizzare schede fino a 64GB) e dispongono di display
integrato, da 1,4” per la Dash Cam 30,
quello da 3 pollici per la Dash Cam 35.
La Dash Cam 35 è dotata anche di funzione Forward Collision Warnings, in
grado di avvisare automaticamente il
guidatore in caso di riduzione repentina
della distanza del veicolo che precede,
contribuendo a ridurre il rischio di tamponamento. Questo modello integra
anche la funzione GPS, per registrare
nel video informazioni come l’ora, la velocità del veicolo e le coordinate GPS,
sempre molto utili nel malaugurato caso
di sinistro. Entrambe le Dash Cam possono infine essere scattare foto, rimuovendole dal loro supporto, ad esempio
per documentare eventuali danni del
veicolo. La disponibilità delle Dash Cam
30 e 35 di Garmin è annunciata a partire
dal mese di novembre, al prezzo consigliato al pubblico rispettivamente di 169
euro e di 199 euro.
di V.R. BARASSI
Dall’IFA 2015 di Berlino fa sentire
la propria voce anche Polaroid
che ha annunciato Snap, una nuova instant digital camera capace di
stampare fotografie subito dopo
che queste sono state scattate,
proprio come nel DNA del noto
brand che tanto si è fatto amare
molti anni fa. La fotocamera non
ha specifiche all’ultimo grido ma
può contare su un sistema di generazione delle foto senza inchiostro, basato essenzialmente sul
FOTOGRAFIA È l’evoluzione della Lumix top di gamma GH4
Panasonic lancia la camera GH4R
Registrazione in 4K illimitata
di Paolo CENTOFANTI
’è una nuova fotocamera mirrorless a lenti intercambiabili di Panasonic, la
GH4R. Si tratta di un’evoluzione dell’apprezzata Lumix top di gamma GH4,
che la rende una videocamera a tutti gli effetti: nessun limite di tempo in
registrazione continua anche in 4K (capienza del supporto a parte si intende), ma
anche un nuovo profilo di registrazione con curva di trasferimento opto/elettronica
logaritmica V-LOG L. La curva, simile a quella impiegata sulle videocamere professionali Panasonic e a curve come la S-LOG, permette di raggiungere in ripresa una
gamma dinamica di ben 12 stop e
offre un’immagine molto più adatta alla Color Correction in fase di
post produzione dei filmati rispetto a quelle comunemente utilizzate sulle macchine consumer. Le
stesse funzionalità sono disponibili anche per la normale GH4
tramite aggiornamento firmware,
la versione 2.3, che purtroppo non
è però gratuito, ma ha un costo di
99 euro
C
calore che attiva selettivamente i
cristalli della particolare carta Zink
che va inserita all’interno della
fotocamera. Polaroid Snap ha un
design minimal e molto giovanile
e monta al suo interno un sensore da 10 Megapixel alle spalle di
un obiettivo a focale fissa f/2.8.
Vi sono quattro modalità di scatto: classica, bianco/nero, vintage
Polaroid e fototessera (che scatta
6 foto in 10 secondi, con o senza
bordo); vi è la possibilità di salvare
le foto in digitale su schede microSD e non manca un timer da
10 secondi per selfie/autoscatti.
Polaroid Snap arriverà in quattro
diverse colorazioni a fine 2015 ad
un prezzo di 99 dollari.