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n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE SPECIALE IFA 2015 45 PAGINE DI NOVITÀ DA BERLINO n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 Il “bianco” insegna come essere vicini agli utenti Quella che una volta era la “fiera della radio” (IFA, appunto FunkAustellung), oggi non è più neppure la fiera del TV, categoria con la quale si è identificata per molto tempo. Le gamme dei TV sono diventate globali, i lanci dei nuovi modellli sono oramai posizionati nel primo semestre dell’anno e una fiera a settembre è troppo a ridosso al Natale per proporre un rinnovo radicale. A IFA 2015, sul fronte TV, solo modifiche marginali; anche il lancio dell’OLED Panasonic può essere considerato tale, visto che il posizionamento di prezzo altissimo lo renderà un prodotto per pochissimi. L’IFA 2015 non è stata neppure la fiera “autunno-inverno” degli smartphone, come era stata negli ultimi anni, in controcanto con il Mobile World Congress di Barcellona, posizionato dalla parte opposta del calendario. E la dimostrazione arriva da Samsung, che quest’anno, dopo alcuni anni di grandi presentazioni a Berlino, ha deciso di lanciare il suo nuovo S6 a metà agosto in un evento separato, lasciando per l’IFA il meno importante Gear 2. L’IFA 2015 è stata senza dubbio la fiera degli oggetti connessi (da valutare di caso in caso se sono anche intelligenti), un panorama sì in rapida evoluzione ma che non vede convergenze di alcun tipo: mille oggetti con mille app corrispondenti. Più che Internet delle cose, Internet del caos, per non continuare con assonanze ancora peggiori. I piccoli produttori sono piccoli ed è normale che non riescano ad imporre un ecosistema condiviso; i grandi, da parte loro, creano il proprio protocollo e aspettano che siano gli altri ad aderirvi, il tutto seguendo tatticismi più finalizzati a cercare di vendere il proprio hardware che a costruire un terreno di fertile crescita di questo promettente settore. E mentre all’IFA di Berlino il mondo del “bruno”, quello della classica elettronica di consumo, perde “grip” e sembra meno rivoluzionario del solito, fra i padiglioni della fiera tedesca decolla il potenziale innovativo degli elettrodomestici, piccoli e grandi. Un mondo fino a poco fa prettamente elettromeccanico che ora scopre le gioie della digitalizzazione e del collegamento in rete e cavalca la rinnovata attenzione su temi diventati centrali, come il food, la salute e il benessere. E a Berlino proprio nei padiglioni degli elettrodomestici, che all’IFA ci sono solo da qualche anno, si sono viste le novità più interessanti e inattese. Si tratta in molti casi di tecnologia molto più semplice delle incredibili sofisticazioni introdotte su smartphone e compagni; ma in molti casi si tratta di innovazioni più vicine alle persone, alle loro esigenze. E questa è una lezione che l’elettronica di consumo non deve trascurare: le innovazioni tecnologiche che servono, funzionano; quelle che non servono o servono poco finiscono solo per far crescere i ranghi delle “diavolerie”. Gianfranco GIARDINA MAGAZINE Labrousse (Sony) “Piovono OLED? Non fa niente” 14 Lamperti (Panasonic) Hunt (Netflix) “L’OLED non è il nostro “Internet lento? Non unico credo” 15 avremo problemi” 16 LG: “Pioveranno OLED” I prezzi dei TV in arrivo TV OLED per tutte le tasche o quasi L’obiettivo dichiarato è conquistare la fascia premium di mercato 03 Panasonic lancia l’OLED In Europa a ottobre Il primo TV OLED 4K Panasonic è un 65” certificato THX e compatibile HDR Prezzo ancora da fissare 05 08 20 21 Samsung, arriva l’Ultra HD Blu-ray Sony Xperia Z5, c’è Mate S di Huawei anche in versione 4K sfida l’iPhone 24 39 Samsung Gear S2 Bello e “facile” Philips Pasta Maker Haier Codo Pasta in 10 minuti Lavatrice tascabile 40 n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE TV E VIDEO LG pronta a fare il “botto” con l’OLED nei mesi più “caldi” dell’anno, grazie una gamma sempre più completa LG: “Pioveranno OLED sull’Italia”. Tutti i prezzi La sfida è lanciata: LG vuole conquistare la fascia premium nel settore dei TV. “Preparatevi: pioveranno OLED sull’Italia” I di Roberto PEZZALI tempi sono maturi: l’ attacco OLED al mercato TV è imminente “Sono arrivate le quantità, ora c’è da divertirsi“ - ci ha confessato un manager LG. Se sarà scacco matto lo sapremo al termine dei mesi caldi dell’anno, quelli che ci porteranno fino al Natale. “Vogliamo prendere con i nuovi TV OLED la fascia premium di mercato: preparatevi, pioveranno OLED sull’Italia” ci confida un rappresentante di LG mentre ci racconta anche quali modelli arriveranno e soprattutto a che prezzi. La sfida più grande sarà far capire a tutti che l’OLED è una tecnologia nuova: non è LCD e non ha nulla a che fare con quelli che vengono impropriamente chiamati TV LED, nonostante la somiglianza nel nome. Contrasto infinito, spessore record, meno di 4.8 mm e una resa che nemmeno il migliore TV LCD riesce ad eguagliare sono sicuramente ottime carte da giocare e questa volta anche il prezzo è finalmente OK. Giocherà poi a favore la qualità di immagine: basta guardare un OLED con un buon filmato demo, per capire che è qualcosa di diverso da un LCD. La gamma LG che arriverà in Italia si apre con un nuovo modello Full HD, il 55EG910V: pannello leggermente curvo, design super slim e tutte le funzioni dei modelli top di gamma a 2299 euro di listino, un prezzo di ingresso super aggressivo per chi reputa ancora inutile l’Ultra HD e vuole valorizzare al meglio la sua collezione di Blu-ray. Chi invece guarda avanti e non vuole rinunciare ad avere tutto, Ultra HD incluso, troverà a breve nei negozi il 55 EG920V: compatibile HDR, il nuovo modello si posizionerà a 3499 euro e sarà di fatto il modello di ingresso della gamma 4K. Rispetto ai modelli top perde qualcosa a livello costruttivo, gli manca il sistema audio harman/kardon, ma piattaforma smart WebOS, connettività e funzionalità sono praticamente le stesse. Il modello dotato di sistema audio harman/kardon, l’EG960V, si posizionerà a 4999 euro, ma è probabile che con una spesa così importante si inizi a guardare ad una dimensioni di schermo maggiore. LG 65” EF960 con schermo piatto. torna al sommario LG Italia ha fatto una scelta decisa: il 65” sarà in vendita a 5999 euro, sia piatto che curvo: arriveranno entrambi e il consumatore potrà scegliere quello che più gli piace: “Questa cosa che tutti i TV dovrebbero essere curvi è una forzatura - ci dicono da LG -: noi vogliamo mettere in condizione di clienti di scegliere cosa preferiscono”. Il modello è sempre EG960, pannello Ultra HD e HDR con il bagaglio di funzionalità complete. Il 55” piatto non arriverà in Italia LG ha deciso di aspettare per poterlo proporre ad un prezzo più aggressivo. Non arriverà, almeno per il momento, il 55” piatto: LG avrebbe voluto tenere lo stesso prezzo del modello curvo come per la versione da 65” ma non era possibile, così la scelta, almeno per il momento, di non portarlo nel nostro paese. Saranno mesi caldissimi per i TV: LG e Panasonic, anche lei salita di recente sul carro dell’OLED, vogliono far capire a tutti che la fascia “premium”, quella che guarda alla migliore qualità possibile, è ormai territorio dell’OLED. I TV LCD hanno fatto storia e hanno raggiunto livelli di qualità sorprendenti e impensabili solo qualche anno fa, ma è ora di passare il testimone. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE TV E VIDEO LG continua lungo la strada dell’OLED, l’obiettivo è migliorare ancora la tecnologia L’OLED LG dal 2016 sarà più piatto che curvo Lo conferma SeonPhill Baik di LG, che non esclude la disponibilità di OLED più piccoli L di Roberto PEZZALI G merita un applauso da parte di tutti gli appassionati di TV: qualche anno fa ha lanciato l’OLED, non senza problemi e difetti, si è impegnata ed è andata avanti per la sua strada continuando lo sviluppo e la ricerca di un prodotto che solo lei spingeva, che pochi appassionati conoscevano e con un costo che ha frenato anche i pochi interessati a questa tecnologia. Ora è una storia diversa: LG è leader incontrastato, ha davanti a sè una strada in discesa, ha finalmente stabilizzato la produzione e ha iniziato a trovare qualcuno, Panasonic, che la affianca commercialmente in un’avventura che alla lunga darà i suoi frutti. La scelta di Panasonic deve far riflettere perché stiamo parlando dell’azienda che negli ultimi anni più di tutte ha spinto sulla qualità, l’unica che ha tenuto in vita il plasma fino a quando ha potuto: se Panasonic ha scelto i pannelli OLED di LG, i consumatori possono stare tranquilli, avrà fatto la sua scelta dopo test attenti e valutazioni mirate. L’OLED è una tecnologia matura, priva dei difetti di gioventù e con una qualità che che è davvero pazzesca, ma la strada per LG è ancora lunga. Ne abbiamo parlato con colui che traccia questa strada, SeonPhill Baik, il TV Product Strategy Team Director di LG e Product Planning Director, ovvero colui che decide che scelte fare e quando farle. Mr Baik è ovviamente soddisfatto dei risultati raggiunti negli ultimi anni ed è torna al sommario Philips prende il treno dell’HDR con la nuova serie 9000 Arriveranno a breve sul mercato i TV top di gamma a marchio Philips. La serie 9600 offre HDR, luminosità di picco di 1000 nit Ambilight su quattro lati e un’estetica molto curata di Roberto PEZZALI davvero convinto di aver realizzato la miglior line-up di TV in termini di qualità. “E non è finita - ci confida - già con gli ultimi pannelli abbiamo fatto ulteriori passi avanti e l’aggiunta dell’HDR, che si pensava difficile per via della luminosità richiesta, è solo un esempio di quanto l’OLED sia flessibile”. Quando gli facciamo presente che l’OLED avrebbe avuto una strada più in discesa se fosse nato subito piatto, Mr. Baik conterma che è stata una scelta dettata da diverse necessità e che su alcuni modelli, come il 77”, il curvo offre un migliore coinvolgimento. L’OLED, inoltre, non ha problemi di uniformità, può essere piegato e curvato quanto si vuole mantenendo immutata la qualità dell’immagine, motivo questo che ha spinto LG ha lanciare la nuova tecno- logia con quella che poteva sembrare una buona mossa di design. Mr. Baik però conferma: “Dal prossimo anno, 2016, la line up tornerà a spostarsi verso i modelli “Flat”. Il curvo è nella fase discendente della sua parabola: l’effetto è durato poco, si torna fortunatamente alla tradizione. Quando facciamo notare che 55” è un taglio forse grande per molti, Mr. Baik non si sbilancia ma apre a tagli più piccoli: “Non ci stiamo lavorando ancora, ma non escludiamo del tutto la possibilità di produrre OLED sotto i 55” di diagonale”. Ovviamente qui LG può fare ben poco: LG Display fa i pannelli, LG fa i TV con i pannelli che sono disponibili: per ottimizzare i costi si è deciso di puntare su 55” e 65”, due tagli che garantiscono pochi scarti, ma in futuro, a produzione rodata, arriveranno anche tagli inferiori. Mr. Baik spende anche qualche parola sull’OLED Panasonic: “Fa piacere che ci sia un altro competitor che spinge la tecnologia, è un bene per l’OLED. In ogni caso - aggiunge con convinzione - un TV non è fatto solo di pannello. Con la nostra tecnologia e la nostra conoscenza dei TV siamo certi di avere i migliori TV OLED sul mercato”. Si chiude con prezzi e durata, parametro questo che genera spesso falsi miti (come i plasma che si esauriscono): “I prezzi scenderanno, non velocemente ma scenderanno, - conferma Mr. Baik - mentre per la durata mi sento sicuro di dire che un nostro TV OLED ha una durata media di 30.000 ore”. Che se ci pensiamo bene sono tre anni e mezzo di TV sempre acceso. Tantissimo. Philips lancia la gamma di TV divisa in due segmenti: nel primo semestre arriveranno i TV di fascia media e medio bassa, nel secondo semestre quelli top. Dopo l’8600, con sistema audio “magico” e l’8900, il primo con Ambilight Projector, arriverà nei negozi tra qualche mese anche la serie top, Ambilight su quattro lati e HDR con una luminosità del pannello che arriva a 1000 nits. Il Philips 9600 è il fiore all’occhiello della nuova collezione per chi pretende il massimo in termini di qualità: come da tradizione, Philips usa un pannello Full LED a retroilluminazione diretta con un controllo molto fine delle zone da gestire, caratteristica indispensabile per soddisfare i requisiti di dinamica dell’HDR. Philips snocciola qualche dato: 256 zone regolabili fisicamente con l’immagine analizzata in 6400 riquadri, luminosità media di 600 nits e pannello Ultra HD a 10 bit. La sezione Smart TV è ovviamente basata su Android Lollipop 5.1, con il classico processore a sei core custom che Philips ha fatto realizzare per permettere al TV di gestire in modo fluido e immediato i comandi impartiti. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE TV E VIDEO Panasonic lancia a Berlino il suo primo TV OLED 4K, un 65’’ pronto a raccogliere la pesante eredità del plasma Finalmente Panasonic OLED: 4K, THX e HDR a ottobre È destinato a prendere il posto di Kuro nel cuore degli appassionati. Specifiche allo stato dell’arte e prezzo da fissare di Emanuele VILLA e parliamo da gennaio e ora è realtà: Panasonic ha annunciato il suo primo TV OLED 4K, uno schermo curvo da 65’’, che debutterà in Europa già nel mese di ottobre - almeno così è stato detto in conferenza stampa - e che, finalmente, aggiungiamo noi - tappa il buco lasciato dall’interruzione della produzione del plasma Panasonic. E non c’è dubbio che il nuovo TV OLED di Panasonic è stato il vero protagonista della conferenza stampa all’IFA 2015 della società giapponese, insieme ai nuovi prodotti e prototipi della gamma Technics. Segno di una ulteriore rifocalizzazione di Panasonic verso i prodotti di altissima qualità, una scelta quasi N antistorica rispetto alle tendenze “ribassiste” attuali, sia sul fronte dei prezzi che - parallelamente - su quello della qualità di immagine. Nessun annuncio a sorpresa, dicevamo: si sapeva dal CES che l’azienda avrebbe puntato sull’OLED per l’IFA 2015; sono emersi dettagli sul pannello che la stessa ha deciso di adottare, fresco fresco di partnership con LG. In occasione della press conference a IFA abbiamo assistito alla presentazione ufficiale e dato una prima occhiata a un modello che promette molto bene e che sarà per molti un vero e proprio oggetto del desiderio. Panasonic per l’occasione ha anche fatto debuttare un nuovo logo (un po’ anonimo, in verità) che identifica appunto la tecnologia OLED: adesso che a fianco di LG su questo fronte c’è anche Panasonic, i giochi nella dialettica con gli LCD potrebbero iniziare a farsi più interessanti. Ottimo sotto il profilo estetico: il modello, che appartiene alla categoria dei display curvi, offre la tradizionale sottigliezza dell’OLED (ma solo nella porzione periferica dello schermo) con una base in alluminio piuttosto fine e leggera; meno leggero è, in verità, il corpo centrale del posteriore: all’elettronica è destinata una parte considerevole del pannello posteriore, anche in considerazione che si tratta di un 65”. Poco male: il TV è comunque molto sottile, soprattutto nella sua parte periferica. Colpisce, poi, la scelta di rivestire il pannello posteriore in tessuto, precisamente Alcantara grigia: temiamo che tra calore e elettricità statica, la polvere grassa delle città possa farla da padrona e sporcare molto velocemente il delicato panno posteriore. Ma resta il fatto che - finalmente - siamo di fronte a un TV finito anche sul “lato B” e che quindi può essere posizionato con buoni risultati estetici anche nel mezzo di una grande stanza. Tutto come da previsione anche come “numero di serie” e ingombri: il primo OLED Panasonic è un 65’’ della serie CZ950 e appartiene alla neonata gamma di TV premium 4K Pro (tra cui il top di gamma CX800 tra i display piatti e CR850 tra i curvi), il cui fine è quello di essere il non plus ultra della visione domestica. Tra le specifiche tecniche che concorrono a renderlo un 4K Pro c’è il processore 4K Studio Master, la tecnologia Absolute Black per la gestione fine dei livelli di nero segue a pagina 06 torna al sommario n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE TV E VIDEO Philips Ambi Lux è il primo TV con la tecnologia Ambilight Projection. Arriverà entro la fine del prossimo anno Ambilight Projection, quando il TV lascia a bocca aperta Ben 9 proiettori dipingono sui muri immagini colorate che estendono lo schermo, con un effetto molto coinvolgente scegliere di emettere il semplice bagliore in stile “Ambilight 1.0”. Il TV diventa quindi un artista, la parete il suo quadro, anche se Ambilight Projection ha bisogno di una tela abbastanza grande e chiara, almeno un metro dalla cornice in ogni direzione. Il Philips 8901 non si limita allo spettacolo luminoso ma è anche un ottimo TV: pannello Ultra HD, Android TV, Streaming Spotify e un design curato e d’impatto sono solo alcune delle sue caratteristiche. Qui la scheda tecnica completa. di Roberto PEZZALI L a tecnologia Ambilight è da anni uno dei punto di forza del televisori Philips: sfruttando strisce di LED posizionate dietro la cornice, Philips trasforma la visione in una vera esperienza fatta non solo di immagini ma anche di luci. Lo scorso anno all’IFA l’azienda olandese stupì tutti con una demo della prossima tecnologia alla quale stavano lavorando: utilizzando al posto dei LED una serie di proiettori LED / laser si riesce non solo a creare uno scenografico alone colorato, ma è possibile disegnare letteralmente immagini con la luce. Un effetto stupe- facente che lasciò tutti a bocca aperta, reazione che ha spinto Philips a mettere questa nuova tecnologia in cima alla lista dei prodotti da portare effettivamente sul mercato.Prevista nel 2016, Ambilight Projection arriverà già nel 2015 sulla nuova serie di TV 8901 Ambi Lux promettendo una performance artistica TV E VIDEO Panasonic OLED segue Da pagina 05 derivata dall’expertise Panasonic in ambito plasma, il sistema 3D Lookup Table che offre una possibilità di intervento cromatico estremamente più estesa rispetto al passato (oltre a rosso, verde e blu anche ciano, magenta e giallo). L’apparecchio - così è stato dichiarato da Panasonic - è poi compatibile con le codifiche HDR secondo gli ultimi standard CEA: quello che per l’OLED era ancora un tabù è stato così superato, sia da Panasonic che da LG, che proprio qui a IFA 2015 ha portato i propri OLED di nuova torna al sommario mozzafiato. Sette proiettori nella parte posteriore estendono sulla parete l’immagine visualizzata a schermo, con un effetto scenico incredibile. Come per i precedenti modelli la tecnologia è completamente personalizzabile: si può regolare l’enfasi, l’ampiezza e anche la dinamicità, si può spegnere oppure si può generazione, anch’essi compatibili con HDR. E questo segna ancora di più una certa similitudine tra i TV dei due produttori; TV che molto probabilmente condividono il pannello. Inoltre, 65CZ950 è il primo TV OLED 4K certificato THX: a tal proposito Eric Gemmer, Direttore THX Imaging Technologies, ha dichiarato che CZ950 è stato sottoposto a “oltre 400 prove di laboratorio, lavorando a stretto contatto con gli ingegneri Panasonic per verificare l’accuratezza riproduttiva di ogni singolo pixel rispetto al contenuto di origine”. Insomma, potremmo essere di fronte al prossimo riferimento del settore: un pannello di alta qualità unito all’esperienza Panasonic in fatto di qualità d’immagine concorrono nel renderlo un potenziale n.1 per i mesi (e forse gli anni) a venire. In conferenza stampa è intervenuto come ospite anche un “colorist” di Hollywood: la sua dichiarazione - ammesso che non fosse completamente pilotata dall’azienda - è che non esiste un TV al mondo che possa garantire la stessa qualità di immagine. Noi - nei pochi minuti a disposizione a margine della conferenza stampa - abbiamo avuto la sensazione di trovarci davvero di fronte a un TV fantastico, allo stesso livello degli OLED 4K di LG visti nelle fiere internazionali e quindi comunque molto superiore a quanto ottenibile con un comune LCD. Ovviamente prima di arrivare a delle sentenze da questo punto di vista, saranno necessarie delle prove nel nostro laboratorio e con materiale video noto. Ma l’incisione dell’immagine, la profondità assoluta dei neri ma nello stesso tempo l’ottima leggibilità degli scurissimi, è un vero piacere per gli occhi. Di certo - al di là della qualità d’immagine - segnaliamo anche Panasonic indica l’apparecchio come un classe energetica di consumo B: non è certo il meglio, ma è lecito immaginare che pilotare 8 milioni di celle OLED non sia una passeggiata dal punto di vista energetico. Meglio un po’ di consumo in più che l’eventualità che l’alimentazione si “sieda” in caso di quadri tutti bianchi; ma anche questo aspetto sarà da verificare in laboratorio. Nessuna notizia, al momento, per quanto concerne il prezzo e la disponibilità in Italia, ma ne sapremo sicuramente di più prossimamente. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE TV E VIDEO Il nuovo TV top di gamma Panasonic, CZ950, vuole essere il riferimento definitivo per la qualità d’immagine Panasonic ha una ricetta “segreta” per l’OLED Panasonic ha messo a frutto tutta la sua esperienza con il plasma per spingere al massimo il pannello OLED del nuovo TV di Paolo CENTOFANTI on è un mistero che il primo TV OLED di Panasonic, il nuovissimo CZ950, sia basato su un pannello prodotto da terze parti, ma sarebbe un grosso errore pensare che il produttore giapponese si sia limitato semplicemente a rifare il trucco a un display pre-confezionato. Durante l’IFA di Berlino abbiamo partecipato a un seminario tecnico in cui i progettisti di Panasonic ci hanno spiegato perché il loro OLED è molto diverso da quello della concorrenza e un punto di arrivo per quanto riguarda la qualità di immagine. Anzi, Masaru Sanada, manager del TV Planning Group di Panasonic, proveniente dal gruppo di lavoro che sviluppò la mitica serie di plasma Kuro di Pioneer, ha definito l’arrivo della tecnologia OLED in Panasonic “un sogno divenuto realtà”. Con l’OLED, la missione di Panasonic è stata quella di creare il TV definitivo, con un processo che è andato appunto ben oltre l’assemblaggio di un pannello pre-confezionato. Come ha dunque reso “diverso” il proprio TV OLED Panasonic? Sono almeno tre le linee d’azione su cui ha lavorato Panasonic nello sviluppo del CZ950: progettazione di un nuovo processore 4K Studio Master customizzato per il pannello OLED per il controllo accurato della colorimetria e della risposta del display nella criticissima zona delle basse luci, collaborazione con i progettisti del fornitore del pannello per ottenere le caratteristiche volute, fine tuning dell’immagine direttamente con esperti colourist di Hollywood, che lavorano quoti- N dianamente sui progetti degli studi cinematografici. I punti di intervento hanno riguardato prima di tutto il miglioramento della qualità immagine sui colori più scuri, l’uniformità del pannello e l’accuratezza della colorimetria del pannello. Panasonic ha potuto mettere a frutto la grandissima esperienza maturata con lo sviluppo dei TV al plasma, tecnologia a emissione diretta come l’OLED. Il punto di forza dell’OLED è sostanzialmente la capacità di riprodurre il nero perfetto, grazie al fatto che i singoli pixel sono in grado di spegnersi completamente. Ciò comporta però la necessità di dover pilotare il pannello con estrema torna al sommario precisione nelle zone più scure dell’immagine, perché riprodurre particolari appena sopra il nero assoluto nel modo giusto non è una cosa banale. La risposta di Panasonic si chiama Absolute Black Drive ed è una delle tecnologie impiegate dal nuovo processore custom. Quello che fa è modulare la luminosità del pannello vicino al nero in modo molto delicato, con un maggior numero di sfumature, in modo tale da non portare alla perdita di dettagli sulle ombre e offrendo un’immagine più naturale. L’altra tecnologia si chiama Accurate Colour Drive, ed essenzialmente replica quanto di buono già fatto da Panasonic con i plasma prima, e i top di gamma LCD degli ultimi anni poi: l’applicazione di LUT 3D di livello professionale a 8000 punti per calibrare accuratamente la colorimetria del pannello, con controlli fine dei colori primari e secondari. Il risultato è uno schermo che raggiunge il 90% della copertura dello spazio colore DCI-P3 e, stando a Panasonic, offre un’accurata riproduzione dello standard colore BT.709 e della curva BT.1886. Il lavoro sul pannello non è finito qui però: i tecnici Panasonic hanno lavorato molto sia sull’uniformità dell’immagine su tutta la superficie dello schermo, ma anche sulla stabilizzazione della luminosità dell’immagine al variare della luminosità media di tutto il quadro. Il seminario è culminato con un’interessante comparativa che ha messo uno di fianco all’altro il CZ950 di Panasonic, con il monitor professionale OLED da studio di Sony e il principale concorrente di questo TV, l’OLED da 65 pollici di LG attualmente sul mercato (non il nuovo modello con HDR presentato qui a Berlino, è bene sottolinearlo). Il test è stato effettuato con diverse clip di qualità e dobbiamo dire che le differenze tra i due 65 pollici ci sono. In generale si tratta di differenze sottili che potrebbero sfuggire se non si sa dove guardare (la dimostrazione è stata guidata da Koichiro Nagata, il progettista del TV), ma sulle basse luci il TV Panasonic ha mostrato, almeno in questa comparativa, una marcia in più, con ombre maggiormente dettagliate e soprattutto una migliore uniformità dello schermo: il modello concorrente presentava a tratti un’evidente vignettatura sui bordi laterali, apparentemente del tutto assente sul modello Panasonic. C’è da dire che uno dei punti più importanti per ottenere la certificazione THX è proprio quello dell’uniformità dello schermo, per cui siamo davvero curiosi di vedere come si comporterà nei nostri test il CZ950 non appena sarà disponibile. Presso lo stand di Panasonic, è possibile osservare in una stanza completamente oscurata il nuovo OLED di fianco al mitico plasma ZT60 e abbiamo potuto apprezzare un look&feel molto simile tra le immagini dei due televisori, ovviamente con un contrasto nettamente superiore per l’OLED, ma con la stessa accuratezza dei colori, la stessa morbidezza di immagine, e nessuno dei difetti del plasma (totale assenza di dithering o altro tipo di rumore). Insomma, Panasonic sembrerebbe aver fatto davvero un gran lavoro. L’unica “preoccupazione” a questo punto rimane il prezzo, che ufficialmente non c’è ancora: di sicuro costerà di più della proposta di LG, quanto non si sa, ma potrebbe arrivare a toccare i 10.000 euro. Vedremo. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE TV E VIDEO Samsung ha mostrato il suo primo lettore Ultra HD Blu-ray, a meno di 500 euro Ultra HD Blu-ray Samsung in Italia nel 2016 Il formato porterà nelle case contenuti in 4K e HDR. Lettore e film arriveranno con un lancio “soft” S di Paolo CENTOFANTI amsung è la prima azienda, dopo l’anteprima di Panasonic al CES, a presentare un lettore Ultra HD Blu-ray, il nuovo formato che nasce per offrire il massimo della qualità audio/video nelle nostre case, con immagini in 4K e HDR. Il nuovo lettore si chiama UDB-K8500 e arriverà sul mercato europeo (Italia compresa) nel primo trimestre del 2016, insieme naturalmente ai primi titoli, di cui si sa ancora poco, ma dovrebbero essere comunque abbastanza per un lancio dignitoso del nuovo formato. Per quanto riguarda le specifiche del lettore Samsung non si sa molto. Il design è simile a quello dei normali lettori Blu-ray Disc del produttore coreano, con tanto di stile “curvo” per meglio adattarsi all’estetica dei suoi televisori. Abbiamo avuto occasione di scambiare qualche battuta con l’ingegnere coreano che ha in carico lo sviluppo del prodotto, che ci ha raccontato che il lettore supporterà naturalmente il codec HEVC, HDR, video a 10 bit, che sarà dotato di porta di rete, Wi-Fi integrato, che avrà due uscite HDMI di cui una 2.0a (in arrivo un aggiornamento apposito per tutta la gamma di TV Samsung per supportare i metadati HDR) e torna al sommario LG mantiene la promessa Tutti i TV WebOS aggiornati a WebOS 2 Dal 21 settembre i possessori di un TV LG dello scorso anno con WebOS potranno aggiornare al nuovo sistema operativo guadagnando alcune funzionalità e maggiore velocità di Roberto PEZZALI che, ci dicono, il prezzo sarà inferiore ai 500 euro. La connettività di rete verrà sfruttata per la funzione Digital Bridge che consente di effettuare delle copie dei dischi per la riproduzione anche su altri dispositivi. Ma il lettore supporterà anche i servizi di streaming on demand come Amazon Prime Video o Netflix dove presenti. Se siamo ancora lontani dall’annuncio della line up di titoli disponibili al lancio del nuovo formato, FOX ha già dichiarato che tutte le sue prossime uscite saranno anche in formato Ultra HD Blu-ray Mike Dunn, presidente di 20th Century Fox Home Entertainment, ha mostrato durante la conferenza stampa di Samsung la cover di Kingsman - The Secret Service e ha rivelato che tutte le uscite Ultra HD Blu-ray, includeranno anche il disco Blu-ray standard (ricordiamo che anche il formato fisico del disco è differente). Per quanto riguarda il prezzo dei singoli titoli, si parla di una cifra del tutto ragionevole, intorno ai 29 euro per la doppia versione BD e UHD BD. I possessori di uno smart TV WebOS basato sulla prima generazione del sistema operativo riceveranno un aggiornamento denominato “Value Pack Upgrade” che include quattro delle principali funzionalità di WebOS 2. LG non è riuscita a fare un aggiornamento totale per limiti hardware, ma assicura che l’aggiornamento porterà un tempo di accensione minore e soprattutto una maggiore velocità nel passaggio da un’applicazione ad un’altra. Le funzionalità che verranno aggiunte con l’upgrade sono My Channels, Quick Setting, Input Picker e Live Menu, utili per una migliore gestione dei canali live e degli ingressi esterni, per riconoscere automaticamente le periferiche collegate e per regolare le impostazioni senza interrompere il programma. LG ha anche ritoccato in più punti l’interfaccia, migliorando l’organizzazione e la ricerca dei contenuti. Il roll-out della nuova release partirà il 21 settembre: chi ha attivato gli aggiornamenti lo scaricherà automaticamente, gli altri dovranno forzare l’aggiornamento manuale. Non si sa se la data sarà rispettata per l’Italia: le certificazioni della TV, da TivuSat al Bollino Gold per l’MHP, potrebbero richiedere un po’ più di tempo. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE TV E VIDEO Presentati a IFA 2015 i TV top di gamma che dimostrano quanto TCL faccia sul serio TCL punta in alto: HDR e spazio colore da record Arriva l’HDR con Dolby Vision e Technicolor Tone Mapping; c’è anche un modello Quantum Dots di Paolo CENTOFANTI CL si appresta a diventare il terzo produttore al mondo di televisori e per il 2016 ha in programma di fare un nuovo salto di qualità, espandendo la propria offerta anche nella fascia “premium”. A IFA 2015 il produttore cinese ha, infatti, presentato tre nuovi top di gamma, oltre a un “mostruoso” 110 pollici Ultra HD che giganteggia al centro dello stand TCL. I nuovi TV di punta di TCL sono essenzialmente tre, che saranno distribuiti a seconda dei paesi anche con il brand Thomson, e vantano caratteristiche decisamente interessanti oltre a un design molto più ricercato rispetto all’attuale offerta. Il TV che forse farà più parlare di sé tra gli addetti T TCL SERIE A9 ai lavori è la nuova serie A9, 55 pollici Ultra HD con Quantum Dots, che guarda al futuro e allo standard Rec.2020, visto che secondo TCL è il primo televisore al mondo ad avvicinarsi al nuovo e larghissimo spazio colore, con una copertura di circa il 90%. Il risultato è stato ottenuto con un nuovo elemento ottico con Quantum Dots sviluppato appositamente da TCL insieme a QD Vision e denominato Color IQ, che spinge i primari del rosso e del blu praticamente ai valori richiesti dalle nuove specifiche e porta il verde all’85%. È anche uno dei primi TV TCL con pannello a 10 bit. L’ampiezza dello spazio colore non è l’unico aspetto interessante di questo televisore. Il design è particolarmente curato, infatti, e include una vera e propria soundbar firmata Harman/Kardon. Saranno disponibili diverse finiture per la griglia che copre gli altoparlanti e per il pannello posteriore. Il retro del tele- torna al sommario Sony X91C TV top di gamma da 75 pollici spesso appena 15 mm Sony ha presentato all’IFA una nuova versione del TV 4K top di gamma ultra sottile X90C, l’X91C Segni particolari una diagonale da ben 75” con uno spessore di soli 15 mm. Ed è già pronto per l’HDR visore è particolarmente curato e già pensato per raccogliere e nascondere l’eventuale groviglio di cavi in uscita dal pannello connessioni. Il TV sarà compatibile HEVC, avrà tuner DVB-T2 e DVB-S2 e supporterà servizi VOD in Ultra HD come Netflix. Molto interessante anche il prezzo indicativo: 1.999 euro. L’altro TV di punta è il TCL S88, sempre Ultra HD ma curvo e disponibile nei tagli da 55 e 65 pollici. Anche in questo caso possiamo notare un notevole salto di qualità sul fronte del design, con la soundbar sempre firmata Harman/Kardon, che fa anche da base per il televisore. Il TV è più spesso del- TCL S88 l’A9 sulla base, perché questa integra anche i subwoofer del sistema audio. Il TV è stato utilizzato per due dimostrazioni tecniche di TCL legate all’HDR. L’S88 supporterà infatti le specifiche per l’HDR sia nel formato dell’SMPTE, che Dolby e Technicolor. Per quanto riguarda quest’ultima variante, il TV supporta la tecnologia Intelligent Tone Mapping, che essenzialmente permette di estendere la gamma dinamica di contenuti tradizionali, sfruttando le potenzialità dell’HDR in modo molto più sofisticato di un normale stretching del segnale. Il TV è dotato di local dimming ed è in grado di toccare le 1.000 cd/mq di luminosità richieste dall’HDR. Lo schermo ha una curvatura di 4 metri, ritenuta ideale per una visione da 2,5 metri di distanza, ma rispetto alla serie A9 il tipo di pannello permette di arrivare fino allo spazio colore DCI-P3 ma non oltre. Anche in questo caso interessanti i prezzi (provvisori): 1.799 euro per il 55 pollici e 2.799 euro per il 65 pollici. La serie A87 è, se vogliamo, quella più tradizionale, sempre Ultra HD e anche in questo caso con schermo curvo. Questo modello avrà la nuova piattaforma Smart TV, Wide Colour Gamut, supporto per HEVC e sarà disponibile in tagli da 55, 65 e 78 pollici. di Paolo CENTOFANTI Con il Bravia X90C, Sony aveva lanciato uno dei TV LCD più sottili di sempre: poco meno di 5 mm di spessore nella parte più sottile. A IFA 2015, Sony espande la serie X90C con un nuovo modello, che ripropone lo stesso incredibile design, ma con una diagonale di schermo di ben 75 pollici. Il nuovo TV si chiama X91C (sigla commerciale KD-75X9100C), e in realtà non è davvero sottile quanto l’X90C: stiamo parlando di uno spessore di 15 mm, ma comunque, tenendo conto della dimensione del pannello, si tratta di un risultato davvero degno di nota. Per il resto, il nuovo X95C presenta le stesse caratteristiche dell’X90C, a cominciare dalla piattaforma Android TV e il processore di immagine X1 4K. Come gli altri top di gamma presentati quest’anno, anche l’X95C sarà compatibile con i contenuti in HDR, non appena questi saranno disponibili, e monta un pannello 4K Triluminos. Il TV Sony sarà disponibile da metà settembre, a un prezzo di listino di 5.999 euro. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE TV E VIDEO Non solo TV: all’IFA Sony presenta tre videoproiettori, due modelli 4K e uno FHD È di Sony il primo proiettore 4K con HDR La caratteristica vincente di VPL-VW520ES è la compatibilità con i video in 4K HDR A di Claudio STELLARI ll’IFA c’è spazio anche per chi ama le emozioni del vero cinema in casa. A pensarci è Sony con la nuova gamma di videoproiettori composta da tre modelli: VPL-VW520ES e VPL-VW320ES, entrambi con risoluzione 4K nativa, cui si affianca VPL-HW65ES che è un Full HD. Tutti i modelli utilizzano pannelli SXRD, hanno lampada a lunga durata (sono annunciate fino a 6.000 ore di utilizzo) e sono disponibili nelle versioni con colorazione nera e bianca, che permette una migliore integrazione negli ambienti living. In particolare, VPL-VW520ES è il primo proiettore home cinema compatibile con contenuti HDR (High Dynamic Range) tramite ingresso HDMI, ha un rapporto di contrasto dinamico 300.000:1, luminosità dichiarata pari a 1800 lumen, VPL-VW320ES VPL-VW520ES ed è in grado di proiettare su schermi da 60’’ a 300’’ di diagonale. Inoltre, il primo videoproiettore HDR Sony offre la tecnologia Triluminos per una riproduzione più vivida e brillante dei colori e Motionflow che agisce in modo dinamico sulla fluidità delle immagini in rapido movimento. Per quanto riguarda le connessioni si segnala la presenza di ingressi HDMI compatibili HDCP 2.2. Nonostante VPL-VW520ES sia senza dubbio il fiore all’occhiello dell’offerta Sony, merita una citazione anche il fratello minore VPL-VW320ES che mostra caratteristiche tecniche tutto sommato analoghe ma con una luminosità leggermente inferiore, pari a 1.500 lumen, e non viene citata la compatibilità con la tecnologia HDR il che lo rende, di fatto, più simile ai modelli dello scorso anno. Infine, da segnalare anche il VPL-HW65ES, che come risoluzione si ferma ai canoni 1920x1080 pixel del Full HD, ha un rapporto di contrasto dichiarato di 120.000:1 e luminosità pari a 1.800 lumen. I nuovi proiettori saranno disponibili a partire da ottobre, non sono stati invece ancora comunicati i prezzi di lancio. Quantum Dots, HDR e pannelli sottili per Hisense Presentati anche TV ultra sottili e una serie extra large con la cornice che fa staffa da pavimento H isense ha presentato a IFA 2015 la nuova line up di TV Ultra HD che vedremo da qui all’anno prossimo. Innanzitutto Hisense continua a spingere il suo concetto di ULED con il successore del modello presentato proprio a Berlino lo scorso anno (e che arriva giusto ora sul nostro mercato), il nuovo K7100. Il design diventa ancora più curato - come possiamo vedere nell’immagine di apertura - ma le novità sono soprattutto tecnologiche: pannello con Quantum Dots, wide gamut, supporto per i contenuti HDR (Hisense dichiara una luminosità di picco di 900 cd/mq), local dimming, codec HEVC e VP9, processore Quad Core e supporto per Netflix in 4K. Un gradino sotto, c’è un’altra nuova serie la XT7100, che presenta caratteristiche tecniche simili, torna al sommario con schermo curvo sempre Ultra HD, ma spesso appena 8 mm nel punto più sottile. Dal pannello ultra sottile si passa poi allo schermo da ben 78 pollici del nuovo TV X920T, anche questo con schermo curvo e pannello Ultra HD. In questo caso non si parla di Quantum Dots, né di HDR, e la caratteristica principale è soprattutto il design. Il TV è dotato infatti di staffa da pavimento che permette di installarlo in un soggiorno senza alcun mobile aggiuntivo. Il TV è dotato di codec HEVC, pannello 4K a 120 Hz e retroilluminazione dinamica con local dimming. Il nuovo diffusore JBL è pronto a migliorare l’audio del TV come una soundbar Ma è compatto e versatile come un diffusore Bluetooth per la musica e con JBL Connect ne potete collegare più di uno di Roberto FAGGIANO VPL-HW65ES TV E VIDEO Hisense ha presentato a Berlino il TV ULED di seconda generazione, il nuovo K7100 di Paolo CENTOFANTI JBL Boost TV Soundbar o diffusore wireless Scegli tu Tra le tante novità presentate a IFA dal gruppo Harman c’è un diffusore singolare, arriva con il marchio JBL e si chiama Boost TV (199 euro) per indicare la sua vocazione principale al servizio di un televisore. Però c’è anche la connessione Bluetooth e soprattutto ci sono le dimensioni compatte che lo rendono collocabile ovunque. Tra le funzioni speciali il DSP Display Surround per aumentare il coinvolgimento e il SoundShift per uniformare il suono a seconda che la sorgente sia il tv oppure uno smartphone. Gli ingressi comprendono una presa digitale ottica e un minijack stereo per il collegamento diretto del televisore. Il volume si regola direttamente dal telecomando del televisore o dai comandi sul diffusore. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE TV E VIDEO La cornice è il punto di forza della serie di TV Philips, contiene 18 microspeaker TV Philips, la cornice diventa un diffusore Wi-Fi La serie TV 8600 ha i diffusori nella cornice che si staccano per diventare speaker esterni di Roberto PEZZALI a qualità di visione è importante, ma anche l’audio vuole la sua parte. Philips ha sempre messo l’audio nei primissimi posti quando si tratta di progettare da zero un TV e non ha mai rinunciato a trovare una soluzione comoda per inserire un sistema di qualità nel piccolo spazio della cornice. Ed è proprio la cornice il punto di forza della nuova serie 8600, 55” e 65”, che arriverà in Europa nel quarto trimestre dell’anno: all’interno, infatti, sono stati inseriti 18 microspeaker con un amplificatore digitale da 50 Watt capaci di restituire una resa più che degna rispetto a quanto siamo abituati di solito. La bellezza del sistema, o la genialità se vogliamo vederla da questo punto di vista, sta nel fatto che il pezzo della cornice che integra i due diffusori si stacca e può diventare, con una base opzionale, un diffusore esterno wireless. Il sistema viene controllato dalla nuova tecnologia DTS Premium, che porta con sé anche L alcuni algoritmi per la ricostruzione tridimensionale della scena. L’home cinema è ovviamente tutta un’altra cosa, ma il sistema suona bene ed è davvero elegante, con i diffusori, 8 per canale, racchiusi in un sottile profilo cromato largo poco meno di 2 cm. Il TV è ovviamente dotato anche di Ambilight, disposto su ben 4 lati: non è il nuovo Ambilight Projector ma resta comunque una qualità di sicuro effetto. Le caratteristiche sono le altre dei TV di fascia alta Philips: pannello Ultra HD, Android come piattaforma smart con 16 GB di memoria per le app e processore a sei core per gestire al meglio la piattaforma di Google. Questo TV si candida ad essere uno dei best buy della stagione: offre praticamente tutto quello che si può desiderare da un TV a un prezzo che ci dicono sarà davvero interessante. Clicca qui per il video. Videoproiettori D-ILA di JVC si aggiornano con HDR I modelli X5000, X7000 e X9000 introducono il supporto per l’HDR e HDMI 2.0 a piena banda A torna al sommario Haier ha presentato i nuovi modelli della sua gamma di TV con novità sul fronte dell’Ultra HD Protagonisti un 105” e un TV curvo ultrasottile di Paolo CENTOFANTI TV E VIDEO JVC ha migliorato la tecnologia e-shift per la riproduzione di contenuti Ultra HD di Paolo CENTOFANTI nche JVC si prepara per l’arrivo dei contenuti in HDR, con la nuova line up di videoproiettori D-ILA. Non c’è ancora la novità che molti appassionati stavano aspettando, cioè modelli con matrici finalmente in 4K nativo, ma i tre nuovi proiettori, DLA-X9000, DLA-X7000 e DLA-X5000, presentano diversi miglioramenti rispetto alla gamma precedente. Il supporto per l’HDR, ad esempio, non arriva solo con la possibilità di accettare e visualizzare correttamente i contenuti nel nuovo formato, ma anche con lampade più potenti e che spingono ancora di più flusso luminoso e rapporto di contrasto. Si parla di incrementi compresi tra il 30% e il 46% nella luminosità passando dall’entry level fino al top di gamma: si parte dai 1700 lumen dell’X5000, per passare ai 1800 lumen dell’X7000, per arrivare infine ai 1900 lumen dell’X9000. Parallelamente, il rapporto di contrasto nativo dei proiettori diventa rispettiva- Anche un 105” 5K nella gamma di TV Haier mente di 40.000:1, 120.000:1 e 150.000:1 (aggiungete uno 0 per il contrasto dinamico). Le matrici D-ILA rimangono Full HD, ma JVC ha ulteriormente messo a punto la tecnologia eshift che consente di visualizzare contenuti Ultra HD tramite uno shift ottico di 0,5 pixel delle matrici e una riproduzione a frame rate doppio. Anche se probabilmente bisognerà aspettare il prossimo anno per novità più sostanziose da questo punto vista, durante la dimostrazione a cui abbiamo assistito, abbiamo potuto apprezzare la qualità di riproduzione di contenuti Ultra HD, con un netto salto qualitativo rispetto ai normali Blu-ray Disc. Il rapporto di contrasto è come consuetudine da favola, ma la maggiore luminosità della lampada valorizza ancora di più la piacevole resa cro- matica dei proiettori D-ILA. Con e-shift4 il sistema è ottimizzato per visualizzare filmati 4K a 60p e ad elevata gamma dinamica, ma al momento non ci sono ancora contenuti dimostrativi. Gli ingressi HDMI 2.0 sono stati inoltre aggiornati per accettare segnali con una banda massima di 18 Gbit/s e quindi fino a 4K a 24p in risoluzione 4:4:4 a 12 bit per componente cromatica (8 bit per i 60p). I nuovi proiettori arriveranno a novembre, con prezzi intorno ai 4.999 euro per l’X5000, 6.999 per l’X7000 e 9.999 euro per l’X9000. Motto mai più azzeccato di “Think Bigger” per descrivere il gigantesco 105” Ultra HD di Haier. Si tratta più che altro di un esercizio di stile, ma il TV curvo con risoluzione di 5120x2160 pixel (il rapporto d’aspetto è ultra wide) sa farsi notare con un bel design non banale. Più concreta la serie di TV Ultra HD Q9500, televisori curvi e ultra sottili, con decoder DVBT2/DVB-S2, supporto per il codec HEVC, rapporto di contrasto dinamico di 8.000.000:1 e un bel design soprattutto nella variante Q9700 che include una soundbar nella base. Per quanto riguarda i prodotti che arriveranno subito in Italia, Haier ha annunciato i nuovi modelli della serie B9500, composta da TV con pannello Ultra HD nei tagli da 49” e 55”, disponibili da settembre. Anche in questo caso ci saranno sintonizzatore DVB-T2 con supporto per la codifica HEVC, funzionalità DLNA, rapporto di contrasto dinamico di 6.000.000:1, funzione di registrazione PVR su periferiche USB e interpolazione dei fotogrammi a 800 Hz. Presentata anche una serie di TV Full HD con Android, la U5000, anche se Haier non ha ancora sposato la nuova piattaforma di Google, Android TV. Questi modelli sono infatti basati su Android 4.4. Saranno disponibili sempre da settembre nei tagli da 32”, 43” e 49”. Innovation for a Better Life *Rispetto a LG G3 **Modalità manuale See the Great Feel the Great Perfetto mix tra stile e tecnologia LG G4 gode di tutta la cura che hai sempre desiderato: rivestimento in vera pelle ottenuta da concia al vegetale ed esclusiva impunturatura che lo rende ancora più elegante e pregiato. E se vuoi cambiare look la cover posteriore Metallic Skin è già inclusa nella confezione. INCLUSA n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE SMARTHOME/ TV / HI-FI Smarthome, OLED e Technics: ecco le “tre punte” di Panasonic presentate alla conferenza di apertura Panasonic cala le sue carte vincenti a IFA 2015 Lo scossone al keynote arriva con l’annuncio del TV OLED CZ950, ma c’è anche una sorpresa: torna il giradischi Technics di Michele LEPORI aurent Abadie, Tetsuro Homma e Michiko Ogawa, i tre top manager che hanno condotto la conferenza stampa Panasonic, sembrano avere le idee chiare su dove voler condurre Panasonic nel prossimo futuro. Come da tradizione negli eventi della casa di Osaka, non manca una premessa un po’ autoreferenziale sui successi finanziari ottenuti dal colosso giapponese che però questa volta segnala il ritorno deciso dell’azienda giapponese alla profittabilità. Dopodiché si parte sul grande tema su cui si è incentrata la presentazione del CEO europeo Abadie: la smarthome e la sua proiezione a medio a lungo termine, tema che riveste un ruolo più che centrale nei piani della major e che a breve introdurrà un catalogo davvero ampio e variegato. Panasonic annuncia di voler portare in Europa le “batterie residenziali” che rappresentano la miglior opzione per lo stoccaggio e il riutilizzo di energia elettrica prodotta dai pannelli solari, oltre che un sistema di sicurezza in caso di disservizi elettrici: non a caso la tecnologia degli accumulatori al Litio in giro per il mondo è di Panasonic, anche nel caso del super accumulatore domestico Tesla. Sull’onda dell’entusiasmo, Panasonic continua a spingere sull’acceleratore e annuncia la prossima distribuzione di diversi esponenti della categoria smarthome quali piano di cottura a induzione intelligente e con interfaccia touchscreen che oltre alla comodità d’uso riconosce la natura del manicaretto in corso di preparazione e modula i consumi minimizzando gli sprechi; il frigo che fa dell’informazione sui cibi contenuti all’interno il suo piatto forte e una distesa di piccoli elettrodomestici (dall’epilatore al phon passando per lo specchio smart) che non rinunciano al dialogo con il proprietario, informandolo e consigliandolo. Le applicazioni che il larga parte avevamo già visto sempre a Berlino un anno fa ma che ora sembrano più vicine a una concreta commercializzazione. L ziano a offrire delle soluzioni per caricare eventuale traffico di una SIM aggiuntiva sulla propria soglia contrattuale. Da seguire le evoluzioni della nuova partnership globale annunciata proprio in conferenza stampa tra Panasonic e Allianz: il popolare gruppo assicurativo dovrà mettere a punto delle offerte di polizze personalizzate e ovviamente a premio ridotto per coloro che adotteranno le tecnologie di “smarthome”, come la videocamera Nubo per esempio. Insomma, chi si protegge con la tecnologia si vede riconosciuto uno sconto dalla compagnia assicurativa: staremo a vedere come si concretizzerà questa alleanza. L’OLED e Technics Grand Class La piccola Nubo con 3G/4G Ad essere apparentemente pronto al mercato è invece Nubo, una piccola videocamera IP totalmente wireless, governabile e interrogabile da smartphone, sul modello di Netgear Arlo. Il grande passo avanti è che la piccolissima Nubo è dotata di connettività 3G/4G e quindi può essere spostata veramente dappertutto, a patto che ci sia copertura della rete dati cellulare. Resta il problema delle duplicazioni delle SIM, ma i gestori ini- torna al sommario Il vero scossone al keynote, tuttavia, arriva dall’annuncio certamente atteso del TV OLED CZ950 ed è il Senior Vice President Tetsuro Homma che ha il piacere e l’onore di annunciare al mondo che adesso si può davvero mandare in pensione lo ZT60: a voler fare i pignoli si potrebbe andare a riprendere gli annunci dello scorso anno dove si sbandierava il LED reinterpretato da Panasonic come degno ed insindacabile erede del plasma, ma non importa. Il nuovo top di gamma OLED, 4K e con certificazione THX ha tutto quello che un appassionato può sognare e forse anche qualcosa di più. Da ultimo, ma non certo in ordine di importanza anche perché non si è persa occasione per ribadire il concetto, il terzo “top player” a scendere in campo è presentato dalla pianista giapponese di fama mondiale Noriko Ogawa: svanito l’effetto sorpresa del 2014, quando si rivelò come capo-progetto della resurrezione di Technics, la pianista prende il microfono e le luci del palco per celebrare il 50esimo anniversario dalla nascita del noto brand audio, che dopo i fasti lussuosi dello scorso anno si allarga con l’arrivo della famiglia Grand Class e dei suoi gioielli SU-G30, ST-G30 e SC-C500 “Ottava”. Tutti e tre condividono l’idea di audio ad alta fedeltà su network di rete, il primo con supporto fino 24bit/192kHz ed il secondo che addirittura si pone come NAS in grado di gestire audio FLAC grazie a un SSD drive integrato che va a sostituire il lettore CD. “Ottava” è invece il nuovo all-in-one di fascia premium disegnato da Panasonic con l’intento di far letteralmente arrivare il suono all’ascoltatore grazie a degli speaker in grado di far fluttuare il suono dall’alto al basso (e viceversa) in un suono a 270° che Panasonic promette essere rivoluzionario. Ma quando tutto sembrava ormai pronto per l’archiviazione c’è tempo per un “one more thing” che coglie tutti in contropiede, l’ennesimo pannello a scorrimento del palco si discosta per lasciar spazio ad un altro importante ritorno in famiglia Technics: benché ancora in stato di prototipo, almeno fino alla primavera del 2016, la Michiko Ogawa annuncia con malcelato orgoglio il nuovo giradischi che vorrebbe essere l’ultimo grande ritorno sotto l’egida del noto marchio audio. La corsa alla foto è serrata, ma si tratta evidentemente ancora di un mockup che svela semplicemente la rinata volontà di Technics di cimentarsi con i giradischi. Non ci saranno ulteriori informazioni, probabilmente fino al CES di Las Vegas. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE MERCATO All’IFA abbiamo scambiato qualche chiacchiera con Stephane Labrousse, amministratore delegato di Sony Italia Stephane Labrousse (Sony): “Piovono OLED? Non fa niente, è una pioggia che non bagna” Sony con una quota di mercato di 15 punti è stabilmente terzo posto nel settore TV, con particolare spinta nella fascia alta di Gianfranco GIARDINA S ta per arrivare un autunno caldo della TV. Non solo sul fronte dei broadcaster, che già hanno iniziato con qualcosa di più che qualche scaramuccia, ma anche su quello dei produttori di TV. Scatta l’attacco alla fascia alta del mercato: LG lancia l’offensiva con gli OLED e Samsung difende le proprie posizioni con i SHUD. Il terzo player del mercato è Sony e non sta certo a guardare: abbiamo approfittato dei giorni dell’IFA 2015 a Berlino per incontrare Stephane Labrousse, amministratore delegato e numero uno di Sony Italia. Il nome tradisce le origini d’Oltralpe; ma Laborusse è un francese che non ti aspetti, che parla un italiano decisamente fluente e rigorosamente corretto e conosce l’Italia, i suoi limiti e i suoi pregi, meglio di molti nostri connazionali. Non abbiamo mancato di “provocarlo”, partendo da un commento sugli ultimissimi annunci: DDAY.it: LG ha dichiarato a DDAY.it che sta arrivando sul mercato italiano una “pioggia di OLED”. Come si prepara Sony all’arrivo in quantità di questa tecnologia che non la vede protagonista, almeno al momento? Stephane Labrousse: “Mah, mi verrebbe da dire ‘lasciamo che piova’, tanto – credetemi – è una pioggia che non bagna. Supponiamo anche che arrivino tantissimi OLED e che lo facciano a prezzi molto aggressivi, rispetto ai quasi 3000 euro di oggi, diciamo dimezzati: il mercato sopra i 1400 euro vale oggi qualcosa di vicino all’8% a valore. Certo, quella è una fascia di mercato dove tutti vorrebbero essere, ma tutti gli spostamenti di quota che l’OLED può portare sono in quella fetta. In ogni caso Sony impiega già da tempo l’OLED in altre applicazioni nel mondo professionale (i monitor professionali per il video e la calibrazione cromatica, ndr). Due o tre anni fa si parlava molto di OLED, poi l’avvento del 4K ha ritardato la produzione di massa, perché la nuova risoluzione ha sicuramente comportato difficoltà produttive. Oggi ci stiamo arrivando: il gap di prezzo con l’LCD si è molto ridotto ma resta ancora qualche dubbio sulla durabilità…” DDAY.it: Cioè, lei ha dati secondo i quali l’OLED non durerebbe nel tempo? Labrousse: “L’OLED per essere stabile nel tempo, essendo composto di materiale organico, ha bisogno di compensare per via elettronica il decadimento della cella, un processo necessario per mantenere colorimetria, contrasti e così via. È una cosa che già facciamo nel professionale ma che è difficile fare in ambito consumer a un prezzo adeguato a questo mercato. Ci vuole ancora un po’ di tempo: se nel futuro saremo capaci di realizzare un OLED con le prestazioni e la durabilità che ci aspettiamo con un gap di prez- torna al sommario zo accettabile con l’LCD anche Sony entrerà a far parte della partita OLED.” DDAY.it: Quali sono le tre migliori qualità dei TV Sony di quest’anno? Labrousse: “Senza dubbio design, 4K e Android, sono i tre messaggi forti di quest’anno. Nel design integro anche la qualità di immagine, che rimane comunque parte del nostro DNA. 4K assolutamente, perché oggi oltre i 50” ogni due televisori uno è 4K. Dall’inizio dell’anno il 18% del mercato a valore è fatto dai 4K e nell’ultima settimana (la 34, ndr) siamo addirittura arrivati al 23%: un quarto del mercato a valore è ormai 4K. Non dico che il consumatore oggi a casa possa usufruire della tecnologia 4K a tutto tondo, ma l’hardware è disponibile e, oltre una certa dimensione schermo, il consumatore compra un 4K”. DDAY.it: Ma se sopra una certa dimensione il consiglio è quello di comperare un 4K, perché il mercato si allarghi ancora devono un po’ scendere i prezzi… Labrousse: “Ci stiamo lavorando: la vera novità commerciale è la serie X80, una rideclinazione della serie X85 in chiave più economica. La differenza è un pannello 200 Hz invece che 800 Hz e un materiale un po’ meno pregiato per lo chassis. In questo modo arriveremo con un 49” 4K a 1.099 euro e 55” a 1.399. È così che vogliamo affrontare la fine dell’anno, per mantenere il nostro prezzo medio, che è il doppio di quello del mercato, e non perché i nostri TV costino di più, ma perché abbiamo quote contenute sugli schermi piccoli ma molto più alte sui grandi schermi, come deve essere per Sony.” DDAY.it: Qual è a questo punto la posizione sul mercato TV di Sony? Labrousse: “Abbiamo chiuso l’anno fiscale 2014 (finito a marzo 2015, ndr) con una quota di mercato 15 punti, in terza posizione.” DDAY.it: Sta per arrivare Netflix. Può essere un aiuto a promuovere anche il 4K? Labrousse: “Certamente. Io penso che questo arrivo possa aiutare tutto il mercato, anche i broadcaster che saranno stimolati nell’essere più competitivi. La gamma 2015 è interamente compatibile con Netflix e in particolare tutti i modelli 4K sono anche HDR e quindi potranno fruire della gamma dinamica estesa con la quale Neftlix farà streaming in 4K.” DDAY.it: Qui a Berlino Sony ha presentato il nuovo smartphone Z5. Con la bacchetta magica, cosa aggiungerebbe a un telefono come questo? Labrousse: “Tra sei mesi ci sarà qualcosa di nuovo, ma al momento mi pare che non manchi nulla. L’ultimo pezzo che mancava, ed è Sony che lo doveva commercializzare, è lo schermo 4K che c’è sullo Z5 Premium. Anche se non si capisce bene quale tipo di esperienza si possa trarne, dato che si tratta di un 5,5”, non c’è dubbio che Sony, che crede al 4K in tutte le sue declinazione, doveva aprire questa strada prima di tutti gli altri.” DDAY.it: Uno schermo 4K da 5,5” potrebbe essere utile solo in un visore di realtà virtuale: possiamo pensare a qualche legame con Project Morpheus, magari con un visore ad hoc per questo smartphone? Labrousse: “È una bella idea, è vero che andrebbe bene. Ma confesso di non sapere se in Giappone ci sono progetti in merito”. DDAY.it: Il mondo audio Hi-Fi come sta andando? Labrousse: “Non sta andando male, anzi va abbastanza bene. Ci sono segmenti che stanno soffrendo tanto, come gli home theater. Ma le cuffie, le soundbar e i wireless speaker hanno preso il posto di altre soluzioni e permettono comunque a questo mercato di mantenersi. Noi siamo molto contenti per esempio proprio degli speaker wireless, la nostra linea SRS: abbiamo una gamma di 7 prodotti, dalla X11, un cubetto appaiabile in coppia per avere lo stereo, fino alla X99, che è a tutti gli effetti un componente hi-res audio di altissima qualità sonora. Sono prodotti che si vendono veramente bene, che creano valore, e sono ben poche la categorie che creano valore nel consumer electronics. Il consumatore comincia a capire questi prodotti e il fatto che tutti i produttori abbiano la propria soluzione in quell’ambito aiuta a sviluppare questo mercato”. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE MERCATO Direttamente dall’IFA di Berlino parla Claudio Lamperti, amministratore delegato di Panasonic Italia Claudio Lamperti (AD Panasonic Italia): “L’OLED non è la nostra unica religione” “L’OLED per ora è ancora un esercizio altissimo, il TV è meno centrale ed è il momento del piccolo elettrodomestico” di Gianfranco GIARDINA ul mercato del TV, dicono alcuni, sta cambiando il tempo. LG prevede una pioggia di OLED sull’Italia, Sony pensa che si tratti a malapena di un temporalino estivo. Panasonic è a metà strada: si appresta a lanciare il proprio TV OLED (basato proprio su pannelli LG), anche se probabilmente a prezzi molto alti, ma non ne fa – almeno per ora – un credo assoluto. Abbiamo incontrato all’IFA Claudio Lamperti, amministratore delegato di Panasonic, per avere una testimonianza diretta dell’atteggiamento della società nei confronti dell’OLED. DDAY.it: Parliamo del TV OLED: qual è il prezzo? Claudio Lamperti: “Non lo so. Se lo sapessi, lo direi. Ma non ho proprio idea. Il lancio è a ottobre, ma non ce l’hanno detto, probabilmente proprio per evitare che qualcuno si metta a commentarlo”. DDAY.it: Prestazioni elevatissime, schienale in Alcantara grigio: difficile ipotizzare prezzi “accessibili”… Lamperti: “Beh, in realtà il colore dell’Alcantara si può scegliere…” DDAY.it: Anche le finiture “custom”. Abbiamo paura di quando il prezzo verrà comunicato… Lamperti: “Questo OLED l’abbiamo studiato tanto. Non è che abbiamo preso il pannello, che non è nostro, e abbiamo fatto un TV al volo. Tutta la logica Studio Master Color per la gestione dei neri, per esempio, ce l’abbiamo solo noi.” DDAY.it: LG ha parlato di una prossima “pioggia di OLED” sull’Italia. Come si posiziona l’unico modello OLED Panasonic in questa “perturbazione” in arrivo? Lamperti: “Mah, è tre anni che lo dicono, sin dalla famosa presentazione di Monte Carlo. Noi abbiamo voluto fare un prodotto con prestazioni ai massimi livelli possibili. Non abbiamo obiettivi di invadere il mercato. Quindi per noi il focus principale rimane sugli LCD di alta gamma, non abbiamo intenzione di ‘gridare’ che Panasonic è uguale a OLED. Abbiamo voluto fare il TV OLED in un percorso di miglioramento della qualità di immagine utilizzando le tecnologie e il know-how sviluppato per il plasma. L’OLED non è l’unica futura religione di Panasonic, come non so se lo sia per LG. Da quello che dite sembra che vogliano spingere fortemente su OLED; noi abbiamo tutto, tutto purtroppo senza più plasma. I volumi li facciamo con l’LCD; l’OLED per noi è solo un esercizio altissimo, secondo noi perfetto, ma non correremo dietro a chi vuole correre sull’OLED.” DDAY.it: Possiamo pensare più avanti, magari a Las Vegas, a un’espansione della gamma OLED? Lamperti: “Per noi il 65” è il taglio perfetto. Se questo modello troverà l’apprezzamento di critica e pubblico, sicuramente arriveranno altri tagli. Ma non so se sarà già a gennaio a Las Vegas, anche perché il CES per noi è diventato un evento dedicato alla gamma business, noi non abbiamo più molto focus su Las Vegas, tanto che i prodotti consumer verranno esposti fuori dalla fiera…” S torna al sommario DDAY.it: Il TV sembra aver perso, sia nel cuore degli acquirenti che in quello dei rivenditori, la centralità di una volta. Registra anche lei questa situazione? Lamperti: “Certamente sì, ma aggiungo che questo disamoramento ha colpito anche i produttori. Per certi versi è una grande trend che tocca tutti. Il TV adesso pesa circa il 12% delle vendite di un retailer; alla fine dell’anno scorso pesava il 15%, anni fa pesava il 28%. Il TV ha perso tre punti in pochi mesi a vantaggio di smartphone, grandi elettrodomestici e soprattutto per un’esplosione a due cifre del piccolo elettrodomestico. Quindi è normale che i retailer si ‘raffreddino’ nei confronti dei TV.” DDAY.it: Sono fasi, si paga la “sbornia” dello switch off. La TV, però, non ci sembra stia scomparendo dalle case degli italiani… Lamperti: “No, assolutamente no. Ma è sceso molto il prezzo medio e le quantità non crescono. Quest’anno è presumibile che il mercato italiano si fermi a 4 milioni e 400mila pezzi; l’anno scorso sono stati 4 milioni e 800mila. Il prezzo medio negli ultimi mesi è salito un po’, ma meno di quello che avrebbe dovuto fare considerando che c’è stata una contrazione dei piccoli schermi a favore di quelli più grandi e che è arrivato in quantità il 4K. Ho smesso di credere alle favole: non credo che andremo oltre un prezzo medio per i TV di 370 euro, che comunque è già meglio del 350 euro che abbiamo toccato di recente. Questa è la consistenza del mercato TV; quanto poi questo peserà sul totale della torta dipenderà anche dagli altri settori. Io, per esempio, prevedo una contrazione per il mercato degli smartphone: non sono convinto che sarà possibile mantenere un giro d’affari del 30% del negozio, com’è oggi, malgrado sia un prodotto a più rapida sostituzione. Se lo smartphone cede e non arriva qualcosa d’altro saranno dolori, sarà difficile per molti tenere in piedi i negozi, con il costo degli spazi e del personale…” DDAY.it: Un TV rimesso al centro delle attenzioni del negozio non potrebbe essere un buon antidoto? Lamperti: “Sì, purché il tutto non si trasformi in un aumento della pressione promozionale che ha portato i 32” a 199 euro. Basta considerare che in questo momento Panasonic vende lo slow jucer a 229 euro - e si vende molto bene - per capire che 199 euro per un 32” è un prezzo che non ha alcun legame con la realtà e con il valore del TV. Poi finisce che alcuni produttori addirittura abbandonano il mercato europeo: basti pensare a Sharp, a Toshiba; ma anche a Hitachi, che in Giappone è ancora co-leader e qui oramai in molti non sanno più neppure che esiste. Insomma, per farci del male in questi anni ci siamo dati ben bene da fare…. Ma adesso i produttori stanno diversificando per evitare di rimanere bloccati in un solo settore. Basta vedere gli stand qui all’IFA: prima le grandi aziende avevano gli stand del bruno e del bianco separati, ora è tutto assieme. Noi stiamo diversificando per questo motivo”. DDAY.it: OK, non si vive di soli TV. La scommessa degli slow jucer, l’estrattore di succo (qui la prova di dday.it, ndr), ci sembra di capire che stia funzionando… Lamperti: “Non potete avere idea, una cosa incredibile. L’Italia oggi pesa il 35% delle vendite mondiali dello slow juicer, una cosa mai successa. Ma ci sono delle spiegazioni: noi abbiamo un Paese molto ricettivo, con un’attenzione alla naturalità che in altre nazioni non c’è. Uniamo questa predisposizione al fatto che abbiamo della frutta e della verdura decisamente migliori di molti altri Paesi anche vicini a noi e che generalmente questa costa meno. In Inghilterra, tanto per fare un esempio, frutta e verdura non sono certo spettacolari e i prezzi sono ben più alti dai nostri. Il mercato è esploso e noi siamo arrivati nel momento giusto con un prodotto centrato per le sue caratteristiche: rotore in acciaio, facilissimo e veloce da pulire, accessorio ‘frozen’, tutte qualità che ci permettono di avere un sell-out (vendite all’utilizzatore finale, ndr) stabile di 1400 pezzi al mese. Ed è questo quello che vuole fare Panasonic: dato che abbiamo una produzione davvero sterminata, bisogna andare a catturare e importare in Italia nel momento giusto i prodotti interessanti per il nostro consumatore.” DDAY.it: Non per sminuirlo, ma stiamo parlando di uno slow juicer che costa più di un TV 32”… Lamperti: “È vero, credo che nella situazione attuale un TV da 32” possa incontrare minore interesse da parte del consumatore rispetto a uno slow juicer. Non è una dichiarazione di resa, ma solo una presa di consapevolezza di quanto vale oggi il TV e di quello che Panasonic può fare oltre il TV, che è tantissimo, e che altri marchi non possono fare”. DDAY.it: Facciamo un altro esempio… Lamperti: “Beh, quest’anno abbiamo rivitalizzato la macchina del pane: la nostra è costosa ma anche molto stimata e giudicata la migliore da molte fonti. Il modello è praticamente lo stesso negli ultimi anni e il prezzo è costante, ma quest’anno stiamo triplicando i volumi”. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE MERCATO Vuoi conoscere tutti i segreti di Netflix? Abbiamo intervistato Neil Hunt, Chief Product Officer di Netflix Hunt (Netflix): “Portiamo contenuti e qualità Internet lento in Italia? Non avremo problemi” Hunt è a capo del team di 1200 persone che gestisce tutta la struttura tecnologica del colosso statunitense streaming di Roberto PEZZALI etflix sta per arrivare in Italia: una offerta all-inclusive di film e serie TV, con tante produzioni originali e un occhio alla qualità, addirittura Ultra HD per alcuni contenuti recenti (Cos’è Netflix in 10 punti). La data precisa di lancio è ancora top secret (sarà attorno al 15 di ottobre), ma finalmente anche in Italia avremo una offerta televisiva in streaming completa, con il colosso americano che si unisce a Sky Online, a Premium Online a Infinity e a TimVision per dare ai divoratori di film e contenuti italiani una scelta in più. A Berlino abbiamo intervistato Neil Hunt, Chief Product Officer di Netflix, probabilmente uno dei manager più importanti dell’impero Netflix insieme al CEO Reed Hastings e al Chief Content Officer Ted Sarandos. Hunt è a capo del team di 1200 persone che sovrintende al funzionamento dell’intera macchina: controlla lo streaming, la qualità dei contenuti, prende le decisioni strategiche riguardo alle tecnologie da utilizzare e alle scelte da fare a seconda dei dispositivi e delle tendenze di mercato. Tutto quello che i competitor invidiano a Netflix, dalla qualità dello streaming all’impeccabile servizio di suggerimento dei contenuti consigliati, è opera del team di Neil Hunt, sempre a caccia di nuove soluzioni e opportunità per rendere Netflix un servizio migliore, più facile e più accessibile. Neil Hunt gestisce anche l’espansione di Netflix, ed è proprio dall’Italia che vogliamo partire con la nostra lunga chiaccherata. DDAY.it: L’Italia non è certo un Paese che brilla per velocità di rete e infrastruttura, problemi questi che hanno sempre allontanato servizi come il vostro. Avete messo in conto di aver qualche problema? Neil Hunt: “Non mi aspetto di aver troppi problemi. Netflix in Italia funzionerà bene come funziona bene negli altri paesi europei, non ci aspettiamo nulla di diverso. Il problema della rete lenta è qualcosa che abbiamo affrontato più volte e sconfitto anni fa utilizzando un particolare sistema di Adaptive Streaming. I contenuti vengono preparati a diverse risoluzioni e con diversi livelli di compressione, per ogni connessione abbiamo così la soluzione giusta. Sapete che riusciamo a offrire uno streaming video anche con 256 Kbps di banda? Se lo vedete vi stupite, su un piccolo schermo la qualità è davvero buona.” DDAY.it: Utilizzate quindi uno streaming “Mpeg Dash? (Dynamic Adaptive Streaming over HTTP, un sistema per trasmettere video sulla rete che adatta la risoluzione a seconda della risoluzione”) Hunt: “Più che utilizzarlo direi che lo abbiamo creato noi, lo abbiamo preso quando ancora non era uno standard, abbiamo collaborato con MPEG, abbiamo aggiunto migliorie e ora lo usano tutti. Ci siamo però tenuti in casa qualche ingrediente “segreto”, come ad esempio l’ algoritmo in grado di capire quale risoluzio- N ne utilizzare a seconda della linea.Spesso si parla di velocità massima della connessione, ma è molto più importante capire quanto è stabile una connessione: una rete che viaggia a picchi altissimi ma ha anche dei rallentamenti improvvisi non è necessariamente migliore di una che va più lenta ma è costante. Siamo stati in grado di scrivere un algoritmo che è capace di prevedere con una buona precisione l’andamento della connessione, così possiamo dire al tablet o alla TV come adeguarsi di conseguenza. Abbiamo fatto anche un grande lavoro con il Parallel Streaming: quando si guarda un film su Netflix i contenuti arrivano da più nodi, anche tre in parallelo, e se c’è un intasamento su un nodo gli altri possono intervenire senza che il film subisca la più piccola interruzione o il minimo calo di qualità.” DDAY.it: Da dove arrivano i film? Usate delle CDN o dei modi particolari per distribuirli? Hunt: “Il nostro datacenter principale è in Irlanda, sui server di Amazon (che ha uno dei più grandi sistemi mondiali per la distribuzione dei contenuti). Tuttavia per evitare le congestioni in determinate zone abbiamo creato un sistema chiamato Open Connect (approfondimento nel box), che permette di portare i contenuti davvero vicino a coloro che non riescono ad avere una buona connessione verso i nodi principali.” DDay: L’Italia sarà sicuramente un bel test per voi. Il servizio più utilizzato oggi per mostrare film ed eventi sportivi “Live” soffre parecchio con tante connessioni contemporanee. Hunt: “Siamo fiduciosi, possiamo assicurare che tutti potranno godere del nostro servizio anche con una banda che magari loro stessi reputano inadeguata.” DDAY.it: Parlando di velocità internet, cosa ci potete dire del 4K. Quanta banda serve? Siete tra i pochi che riescono a fornire contenuti per le TV Ultra HD ad una risoluzione che è superiore anche a quella del Blu-ray. Hunt: “I contenuti 4K sono compressi a 15 e 17 Mbps, quindi per vederli senza problemi diciamo che servo- no almeno 20 Mbps. Al momento utilizziamo come sistema di compressione l’HEVC, ma stiamo esplorando anche altre possibilità. Abbiamo formato insieme a Google, a Microsoft e ad altri grandi nomi la “Alliance for Open Media”, perché come sapete purtroppo per l’HEVC è sorto un problema di licenze (si pagano). Vogliamo un nuovo codec non solo aperto, ma anche più efficiente: l’HEVC è stato pensato per grandi risoluzioni e grandi schermi, ma nel caso di dispositivi portatili, come tablet e smartphone, non è così efficiente. Vogliamo anche passare ad un sistema di compressione a più passaggi: non abbiamo fretta e non dobbiamo trasmettere contenuti live come eventi sportivi, quindi possiamo trattare il master nel migliore dei modi per fornire uno streaming di qualità davvero eccezionale. Il nuovo codec, in ogni caso dovrà essere in grado di lavorare bene sia con TV enormi sia con schermi minuscoli, e soprattutto dovrà gestire nel migliore dei modi reti non troppo veloci. Qualità e efficienza del servizio sono le nostre priorità.” segue a pagina 17 torna al sommario n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 ENTERTAINMENT Intervista a Neil Hunt (Netflix) segue Da pagina 16 DDAY.it: Quanti sono realmente i clienti del servizio 4K? Avete qualche numero? Hunt: “Non sono in grado di dare numeri precisi, ma posso dire che abbiamo 1.5 milioni di dispositivi capaci di riprodurre contenuti 4K connessi a un abbonamento 4K. Abbiamo una collezione piccola ma interessante di contenuti 4K, e ovviamente ogni nuovo film o serie TV che acquisteremo lo renderemo disponibile anche in Ultra HD se esiste il materiale originale a questa risoluzione. Per chi non ha una connessione così veloce per il 4K, ma abbondante per il Full HD, stiamo pensando anche ad uno step intermedio tra 4K e Full HD, una risoluzione un po’ più bassa (ipotizziamo noi 2560 x 1440) che però permetta di godere sui grandi TV moderni con una qualità superiore al già ottimo HD. La nostra collezione di contenuti 4K include anche i recenti Sense8 e il nostro primo film, Beasts of No Nation, che sarà distribuito lo stesso giorno in tutto il mondo anche in 4K. Marco Polo, inoltre, è stato già ripreso in digitale RAW 16 bit, e lo abbiamo masterizzato sia in 4K sia nel nuovo formato 4K HDR, ovvero a dinamica estesa “. (Leggi l’approfondimento “Cos’è l’HDR”) DDAY.it: Che standard avete usato? C’è ancora molta confusione e nonostante i produttori di TV continuino a dire “i nostri TV sono HDR” non si è affatto capito qual è il vero HDR per il mercato consumer. Hunt: “Noi siamo membri della Ultra HD Alliance e possiamo dire che ancora non è stato finalizzato uno standard. Una bozza c’è, ma restano ancora molti punti da chiarire, come ad esempio il formato dei metadati o la luminosità che deve raggiungere. Mi aspetto che il gruppo chiuda lo standard nei prossimi due mesi così iniziamo a vedere a inizio del prossimo anno i primi veri dispositivi HDR. Noi saremo ovviamente pronti con i contenuti, l’HDR per noi ora è importante quanto lo è stato il 4K un paio di anni fa. Continueremo ad aggiungere contenuti ad alta dinamica al catalogo appena saranno disponibili, e non si pensi che servirà chissà quale connessione. L’HDR occuperà circa il 20% in più della banda richiesta dal normale 4K, ma nel caso in cui una connessione non sia abbastanza veloce potremmo anche abbassare la risoluzione al Full HD dando però a chi ha un TV compatibile ugualmente l’HDR. Vogliamo cercare di offrire sempre la qualità migliore possibile per la linea che il nostro cliente ha a disposizione.” DDAY.it: Un paio di settimane fa ha fatto discutere il caso di Breaking Bad in 4K disponibile sui canali Torrent. Arrivava da Netflix, probabilmente da un player esterno: vi preoccupa la questione pirateria, pensate di bloccare certe sorgenti vulnerabili? Hunt: “Che l’HDMI non sia sicuro non è un segreto per nessuno: quando hai migliaia di produttori di dispositivi HDMI e dai le chiavi a tutti non puoi tenere ben protetto un sistema. La vera risposta alla pirateria è dare contenuti di qualità appena sono disponibili e contemporaneamente in tutto il mondo. Bloccare sorgenti o mettere protezioni eccessive non è la soluzione: non riuscirai mai a impedire a qualcuno di mettere una videocamera davanti allo schermo per MAGAZINE Open Connect, un piccolo Netflix dietro casa tua Netflix ha creato non pochi problemi ai provider americani: durante le ore di punta infatti gli utenti che guardano film su Netflix generano oltre il 35% di traffico dell’intero Nord America. Traffico che inevitabilmente va a congestionare reti e nodi, con gli operatori che devono sobbarcarsi i costi per dimensionare il tutto evitando così lamentele da parte di utenti non Netflix che si ritrovano, loro malgrado, la connessione che va a singhiozzo. Ecco quindi che Netflix, per risolvere il problema ai vari provider, ha creato Netflix Open Connect, una sorta di piccolo Netflix da mettere in casa del provider stesso. Open Connect è un server che mantiene replicati parte dei contenuti più visti dell’intero catalogo, e Netflix lo installa nei posti dove le richieste sono più elevate e le connessioni più lente. Esteticamente è una scatola piena di hard disk, anche più di 100 TB con backup e altri sistemi di ridondanza, che può servire una intera zona. In Italia, con buona probabilità, verranno installati un paio di nodi a Milano e a Roma nei datacenter Telecom. registrare tutto. Ecco perché la nostra ricetta contro la pirateria è semplice: i nostri contenuti originali distribuiti in tutte le regioni (anche in Italia quando arriverà), contemporaneamente e soprattutto senza attese, con tutti gli episodi della stagione online nello stesso istante.“ DDAY.it: Amazon ha iniziato a distribuire contenuti anche in modalità offline. In Italia altri competitor hanno la modalità offline, Infinity ad esempio. Cosa vi blocca? Hunt: “Io non credo che le persone vogliano la modalità offline, semplicemente vogliono vedere quello che desiderano quando e dove vogliono. L’offline è solo una modalità per raggiungere questo obiettivo, ma non ritengo sia la migliore. Se ci pensate devi organizzarti prima il download e devi avere spazio libero sul dispositivo: questo per uno smartphone è comunque un limite, pensate ad un viaggio in aereo dove vuoi scaricare prima una stagione intera, che su uno smartphone da 16 GB proprio non ci sta. Poi va calcolato il tempo per il download: se non ha una connessione veloce quale ora è comunque da mettere in preventivo. Aggiungere l’offline, inoltre, renderebbe la nostra interfaccia più complessa: devi gestire il download, la coda, lo spazio, la cancellazione delle cose già viste e scaricate, mentre Netflix è bello perché è facile, scegli il film, premi play e parte subito. Vogliamo risolvere comunque questo problema, vogliamo che i nostri contenuti siano visibili da tutti ovunque: potremmo mettere per esempio un nostro server “Open Connect” sugli aerei: è piccolo, consuma poco ed è efficiente. Le soluzioni ci sono, basta sfruttarle. Se riuscissimo poi a rendere la compressione più efficiente, soprattutto per i piccoli dispositivi come tablet e smartphone, potremmo portare in poco tempo Netflix sui treni, in macchina, ovunque, e con un consumo di banda minima. Non voglio comunque dire che non aggiungeremo mai un “download mode”, ma solo che non ci sembra la migliore soluzione. Se verrà ritenuta fondamentale dai clienti aggiungerla non sarà un problema, non è difficile dal punto di vista tecnico.” DDAY.it: Cosa ne pensi dell’Ultra HD Blu-ray: bluray player disponibili da gennaio con dischi a 29 euro.” Hunt: “Penso che con quello che servirà per prendere player e film potrai farti un abbonamento a Netflix 4K per qualche anno. Mi stupirei ci fossero consumatori intenzionati ancora a spendere certe cifre per comprare contenuti, i tempi ora sono cambiati. Tra tre o quattro anni saremo in grado di offrire contenuti con la stessa identica qualità del supporto fisico a tutti: le connessioni diventano sempre più efficienti, e la stessa cosa vale per i sistemi di compressione. Vedrete, tra poco sarà impossibile distinguere un Ultra HD Blu-ray da un nostro film 4K HDR, con costi che non sono neppure paragonabili.” DDAY.it: Abbiamo capito, volete lasciarci a bocca aperta. Ma anche l’orecchio vuole la sua parte: cosa state facendo per migliorare l’audio? Hunt: “Ci sarebbero tante cose da fare, ma chi ha in casa un sistema home cinema con Dolby Atmos, l’ultima frontiera dell’audio? Sul mercato americano ci sono molti più TV 4K di quanti sono i sistemi audio di ultima generazione, e questo ci ha aiutato a scegliere dove concentrare i nostri sforzi. Però vogliamo migliorare anche l’audio, e quello che faremo a breve è trasmettere la colonna sonora esattamente come chi ha creato il film l’ha pensata. Spesso i file che ci danno per lo streaming hanno una dinamica compressa, sono pensati per la trasmissione in TV e non hanno la dinamica esplosiva che si sente invece quando si va al cinema. Noi vogliamo dare ai nostri utenti quella esperienza, quindi faremo in modo che il Dolby Digital 5.1 che manderemo con i prossimi film sia lo stesso Dolby Digital ad alta dinamica che si può ascoltare al cinema. Certo, non è una feature esplosiva ma siamo certi che chi ha un sistema di qualità apprezzerà la differenza.” DDAY.it: Qual è il dispositivo più usato su Netflix? Hunt: “Al 60% sono TV. Poi ci sono console da gioco, Apple TV, tablet, laptops e smartphone in ordine. Le TV sono ovviamente il mezzo preferito.” DDAY.it: Vedremo cosa succede in Italia: quando sono nate le smart TV, Netflix negli States c’era già e quindi tutte le TV hanno Netflix a bordo. Ma in Italia sono davvero poche le TV che hanno l’app installata, quasi esclusivamente quelle degli ultimi anni. E non è sicuro che molti modelli vecchi verranno aggiornati, spesso anche quelli di marchi blasonati vengono abbandonati a se stessi. Ci hai pensato? Hunt: “Abbiamo lavorato per gli ultimi 18 mesi con i produttori per assicurarci che le TV siano in grado navigare in modo fluido e veloce l’interfaccia di Netflix. Quando Netflix arriverà in Italia apparirà su molti modelli, ma non ho ovviamente informazioni specifiche sui modelli di TV che avranno Netflix e su quelli che invece non l’avranno. In ogni caso Chromecast segue a pagina 18 torna al sommario n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE TV E VIDEO Pubblico a bocca aperta allo stand Panasonic dell’IFA 2015, un’area pensata per raccontare la casa del futuro La finestra che diventa un TV: Panasonic fa sognare a IFA Una finestra sul giardino diventa in un istante, con un gesto, un gigantesco TV. Una bellissima demo, con qualche trucco N di Gianfranco GIARDINA on c’è dubbio che tra le demo più coinvolgenti dell’IFA 2015 ci fosse la casa del futuro presentata da Panasonic. Un tappeto sonoro, lo specchio che fa il trucco virtuale, un tavolo interattivo, tra le attrazioni più gettonate. Ma il re dello show è stata una finestra. Sì, una finestra che affaccia su un giardino; si tratta di un giardino simulato, dato che siamo in fiera, ma reale, non un’immagine ma uno scenario vero e proprio. Il fatto è che, basta un gesto, come prendere virtualmente un’immagine proiettata sul tavolo e lanciarla verso la finestra per far trasformare come video lab Panasonic IFA 2015 La finestra gigante che si trasforma in TV d’incanto la finestra in un gradissimo schermo TV, come si può vedere nel nostro video. L’effetto è spiazzante: non siamo abituati a vedere una cosa simile e di certo lo stacco tra lo sfondo tridimensionale dietro la finestra e le immagini video è notevole. Tanto da attrarre troupe televisive e un numero di persone al limite dei problemi di ordine pubblico. L’effetto è bello - dicevamo - ma c’è il trucco: la finestra è fatta da un vetro (quasi) comune e non certo da un display. In basso in centro, sotto le piante, si vede l’ottica di un proiettore a tiro corto che si occupa di proiettare le immagini sul vetro, opportunamente trattato per funzionare bene da schermo retroproiettato. Il fattore chiave, senza il quale la demo fallirebbe, è che si deve spegnere la luce nel vano-giardino perché si possa vedere qualcosa sull’immagine: se la luce, che in questo caso è artificiale dato che siamo al chiuso, fosse rimasta accesa non si sarebbe visto quasi nulla e avremmo continuato a vedere perfettamente il giardino di sfondo, magari con qualche bagliore sul vetro. Quindi si tratta di una soluzione che non è applicabile a una comune finestra, perché sarebbe del tutto non funzionale di giorno; e comunque, anche di sera, richiederebbe un totale oscuramento dell’esterno. E avrebbe anche la controindicazione di rendere perfettamente visibili da fuori le immagini. Insomma, la finestra-TV resta un bel sogno che ha bisogno di ancora qualche tempo prima di diventare realtà. ENTERTAINMENT Intervista a Neil Hunt (Netflix) segue Da pagina 17 costa poco, va su ogni TV e con Netflix funziona alla grande, e lo stesso vale per la Apple TV.” DDAY.it: In Italia tutti i contenuti saranno tradotti o ci sarà qualche serie nuova magari prima in lingua originale? Hunt: “La nostra filosofia è chiara: se esce una serie o un film prodotti devono poterlo vedere tutti, lo stesso giorno e nella loro lingua, senza eccezioni, e anche in Italia sarà così se abbiamo ovviamente i diritti. Le serie TV saranno disponibili per intero, tutti gli episodi della stagione in blocco, una modalità questa particolare per chi non l’ha mai provata prima. Posso confidarvi che il doppiaggio in contemporanea di una intera serie per ogni Paese, con i tempi stretti che abbiamo noi, è un lavoro enorme soprattutto perché i doppiatori per un personaggio sono sempre gli stessi e non sempre è facile incastrare le nostre esigenze con le loro.” DDAY.it: Si può dire qualcosa del catalogo che sarà disponibile da noi? Hunt: “Mi occupo di encoding, qualità, tecnologia, non è il mio terreno. Credo comunque che ci sarà il catalogo di base presente in tutti i paesi oltre ai con- torna al sommario tenuti prodotti da noi, forse quelli più importanti dal punto di vista qualitativo perché curiamo al massimo la qualità.” Netflix meglio degli altri? Forse si (Ecco perché Netflix, per ora, è meglio di Infinity e Sky Online), ma solo perché è una azienda globale che ha iniziato da tanto, ha esperienza, un background tecnologico importan- te e può permettersi di investire in produzioni di qualità. Tuttavia “Content is the King”, e Netflix non potrà mai avere tutti i migliori film e le migliori serie TV: c’è spazio per tutti e si spera che l’arrivo di Netflix possa anche spingere i competitor ad alzare il livello di qualità. Sky Online in standard definition, con Netflix in 4K, non si può proprio vedere. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE MERCATO Quasi tutta la conferenza stampa di Samsung di IFA 2015 è stata incentrata sulle possibilità dell’Internet of Things Samsung scommette su IoT per tornare a crescere Entro il 2020 tutti i prodotti Samsung comunicheranno tra loro. Acceleratore a tutto gas sullo sviluppo di SmartThings di Paolo CENTOFANTI l presidente di Samsung Electronics Europe, YH Eom, non ha problemi ad ammetterlo: il 2015 è stato un anno duro anche per Samsung, che come tante aziende si è ritrovata a fare i conti con la crisi economica e la concorrenza di marchi emergenti, soprattutto cinesi. “Samsung non guarda agli ultimi 5 anni, ma ai prossimi 5 anni” ha dichiarato in apertura di conferenza stampa all’IFA di Berlino Eom, a sottolineare che nonostante tutto l’evoluzione tecnologica non resta ferma, e l’unico modo per uscire da qualsiasi crisi è quello di guardare in avanti. E in modo molto più deciso rispetto all’ultimo CES o al salone di Berlino dello scorso anno, Samsung fa capire che la sua ricetta per tornare a crescere passa dall’Internet of Things. Gli oggetti connessi e smart la fanno da padrone allo stand di Samsung di IFA 2015, occupando il centro dell’esposizione, con tutti gli altri prodotti che ruotano intorno. Del resto YH Eom è stato chiaro: per il 2020 tutti i prodotti di Samsung saranno Internet of Things enabled. Ogni dispositivo, dalla lavatrice alla serratura di casa, sarà in grado di comunicare tramite Internet con altri prodotti, e potremo controllarli dovunque ci troviamo e con qualunque dispositivo. Uno scenario avveniristico che, secondo Samsung, si potrà avverare solo se si manterranno due capisaldi: apertura di piattaforme software e hardware e interoperabilità all’interno di tutta l’industria. Samsung ha aderito al consorzio Open Interconnect (di cui fanno parte tra gli altri Intel, Cisco e Mediate), ma ha anche una sua piattaforma software, SmartThings, e ha realizzato una piattaforma hardware, Artik, entrambe aperte a terze parti e non c’è ombra di dubbio che Samsung (come del resto altre aziende), preferirebbe che tutti I utilizzassero la sua di soluzione. Proprio i prodotti di SmartThings, la startup acquisita da Samsung quasi un anno esatto fa, saranno i protagonisti dell’evoluzione in senso IoT del produttore coreano. A breve le soluzioni SmartThings arriveranno anche in Gran Bretagna, con la promessa di una rapida espansione anche negli altri mercati internazionali. Il sistema SmartThings include già una lunga lista di dispositivi per costruire un vero e proprio sistema domotico, basato su un piccolo hub centralizzato e una lunga torna al sommario lista di prese comandate, attuatori e sensori (movinership con BMW e Volkswagen, per visualizzare lo stato dei dispositivi della propria rete IoT anche mento, temperatura, umidità, ecc). In futuro il sistesul cruscotto dell’auto. Vedremo quanto di questa ma funzionerà con tutti gli elettrodomestici Samvisione riuscirà poi effettivamente a concretizzarsi, sung, oltre che con videocamere di sorveglianza o ma Samsung sembra proprio avere l’intenzione di dispositivi come l’appena annunciato Sleep Senandare fino in fondo. se. Inoltre, SmartThings già supporta un gran numero di dispostivi smart di altri produttori, con una lista di aziende coinvolte piuttosto lunga, e prodotti come lampadine, termostati, serrature e così via. Nella visione di Samsung tutto sarà controllabile via app per smartphone, tablet e soprattutto smartwatch, con il nuovo Gear S2 utilizzato come esempio di telecomando per la casa intelligente in quasi tutti i video promozionali mostrati da Samsung all’evento. Ma Samsung ha intenzione di Samsung ha avviato una partnership con BMW e Volkswagen per poter viaprire anche all’automotive, sualizzare sul cruscotto dell’auto lo stato dei dispositivi della nostra rete IoT. con l’annuncio di una part- n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE MOBILE I prezzi dello smartphone andranno dai 799 euro del Premium ai 599 del Compact Debutta Sony Xperia Z5 in tre varianti Il modello Premium ha anche display 4K Il nuovo Xperia Z5 si fa in tre: oltre alla versione standard, i modelli Compact e Premium Tutte e tre le varianti dello smartphone di fascia alta hanno caratteristiche tecniche al top S di Paolo CENTOFANTI ony ha ufficialmente presentato a IFA 2015 il suo nuovo smartphone top di gamma, l’Xperia Z5, e la prima notizia è che di Z5 ce ne sono ben tre diversi. Sony non molla dunque sul versante mobile e anzi rilancia, con Xperia Z5, Z5 Compact e Z5 Premium. Quest’ultimo è forse quello che farà più parlare di sé, considerato che si tratta effettivamente del primo smartphone al mondo con display con risoluzione 4K, ma in realtà, durante la presentazione, il CEO di Sony, Kazuo Hirai, ha tenuto a precisare come tutti i tre modelli presentino le stesse caratteristiche di prodotti top di gamma, ma in formato di schermo di vario formato. Partiamo allora dal modello principale che è lo Z5, smartphone come da indiscrezioni caratterizzato da un display da 5,2” con risoluzione di 1920x1080 pixel. La prima novità riguarda la fotocamera, aspetto su cui Sony punta moltissimo, che può contare su un nuovissimo sensore di immagine Exmor RS da 1/2.3 pollici da ben 23 Megapixel, accoppiato a un obiettivo con apertura F2.0. Sony promette prestazioni di alto livello in condizioni di scarsa luminosità, autofocus ibrido velocissimo (0,03 secondi), e una nuova funzione di zoom digitale 5x definita “clear image” che consentirebbe di ridurre al minimo la perdita di qualità nell’ingrandimento dell’immagine rispetto agli zoom digitali tradizionali. Migliorato anche lo stabilizzatore di immagine per la registrazione video, disponibile anche sulla fotocamera anteriore da 5 Megapixel. E naturalmente la fotocamera principale è capace di registrare video anche in risoluzione 4K. Altra novità è l’aggiunta di un sensore di impronte digitali. Sony ha scelto di integrarlo sul tasto laterale di accensione/blocco schermo, e permette di sbloccare in sicurezza lo smartphone, ma supporta anche il sistema di pagamento con riconoscimento delle impronte digitali FIDO. Parlando di caratteristiche di base, il nuovo Xperia Z5 è basato su proces- torna al sommario sore Qualcomm Snapdragon 810, con 3 GB di RAM e 32 GB di memoria storage, supporta la riproduzione di audio in alta risoluzione, è dotato di certificazione di impermeabilizzazione IP65 e IP68 di resistenza alla polvere, monta Android 5.1 e supporta la funzione di remote play per Playstation 4. Come dicevamo ci sono altri due Z5 che offrono sostanzialmente tutte le caratteristiche tecniche fin qui viste. Lo Z5 Compact, come il nome lascia suggerire, si distingue per il display più piccolo, un 4,6 pollici da 1280x720 pixel e a parte la RAM che scende a 2 GB, ritroviamo tutte le funzionalità del modello più grande, quindi stessa fotocamera e sensore di impronte digitali. Arriviamo dunque allo Z5 Premium, anche lui di pari specifiche tecniche ma appunto contraddistinto dal display IPS 4K (3840x2160 pixel) con diagonale di 5,5 pollici, per una densità di punti di 806 ppi; per Sony, che è forse l’azienda che più si è fatta portabandiera del 4K, si tratta della possibilità di offrire il supporto nativo per questo formato praticamente ormai su qualsiasi tipo di dispositivo. Sullo Z5 Premium Sony ha portato anche tecnologie che arrivano direttamente dalla gamma TV, come il processore di immagine X-Reality per l’upscaling dei contenuti video. Per quanto riguarda la disponibilità Xperia Z5 e Xperia Z5 Compact arriveranno nei negozi a ottobre, rispettivamente nelle finiture gold, verde, bianco, nero grafite e coral, giallo, bianco e nero grafite. Lo Z5 Premium arriverà un po’ più in là, a novembre, nei colori gold, chrome e nero. A scalare, come immaginabile i prezzi: 799 euro per lo Z5 Premium, 699 euro per lo Z5 e infine 599 euro per lo Z5 Compact. Da Lenovo due smartphone con batteria super, che dura giorni Lenovo lancia Vibe P1 e P1M: hanno batterie da 4000 mAh e 5000 mAh che possono durare giorni. Se serve fanno anche da battery pack per ricaricare gli amici di Roberto PEZZALI La linea di smartphone Vibe di Lenovo al momento non viene distribuita in Europa, un vero peccato perché tra questi ci sono due modelli che potrebbero interessare davvero coloro che lamentano scarsa autonomia e fanno uso massiccio del telefono. Vibe P1 e Vibe P1M, queste le sigle, sono accomunati da una batteria enorme che all’occorrenza può essere usata anche come battery pack per ricaricare altri smartphone: il primo ha un modulo da 5000 mAh, il secondo da 4000 mAh nonostante lo schermo più grosso, 5.5” contro i 5” del P1. Non siamo di fronte a due modelli hi-end, anzi, la componentistica sembra scelta apposta per privilegiare l’autonomia, ma sul P1 lo schermo è comunque 1080p e il processore un Mediatek a otto core. Oltre alla batteria super dimensionata Lenovo ha inserito anche un interruttore fisico: premendolo lo smartphone diventa un cellulare a tutti gli effetti, privo di funzioni extra e in grado di fare il minimo indispensabile per ore e ore: in questa modalità l’autonomia arriva a una settimana. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE MOBILE Lo smartphone di Huawei sarà disponibile in Italia da fine settembre in due versioni Nuovo Mate S, un gioiello con Force Touch Così Huawei mette l’iPhone nel mirino Huawei presenta Mate S: qualità costruttiva e cura dei dettagli sono solo l’antipasto Integra il Force Touch e una fotocamera da primo della classe: il competitor è l’iPhone di Roberto PEZZALI uawei inizia a fare la voce grossa: dopo aver sfornato una serie di smartphone eccellenti si presenta all’IFA di Berlino con un nuovo pezzo forte da aggiungere alla collezione, il Huawei Mate S. Il costruttore cinese ne ha fatta di strada negli ultimi anni, e con il Mate S raggiunge probabilmente l’optimum in fatto di design e costruzione. Richard Yu, dal palco dello sfarzoso evento organizzato da Huawei a Berlino, non perde tempo in chiacchiere e mette subito il nuovo smartphone a confronto con l’iPhone 6 Plus: stesso schermo ma dimensioni più contenute, dettagli più curati e costruzione migliore. Yu ci tiene a mostrare come ogni piccolo dettaglio sia importante, e nel caso del Mate S le antenne, che sull’iPhone 6 sono ben evidenti, soprattutto sul modello Silver, sono nel caso dello smartphone Huawei solo una sottilissima linea quasi invisibile. Huawei ci tiene a precisare che non è solo una questione estetica: il centro di ricerca ha realizzato antenne molto più sottili ma ugualmente efficienti, e l’esempio più lampante è la piccola antenna NFC integrata nella piccolissima linea plastica mimetizzata sopra la lente della fotocamera. Mate S promette un giorno intero di utilizzo con la batteria integrata e uno schermo di eccellente qualità protetto da un Gorilla Glass 4, schermo che non insegue la moda del QuadHD ma resta Full HD. Migliorano rispetto ai modelli precedenti contrasto e risoluzione, e Huawei assicura che il pannello viene calibrato per una perfetta resa fotografica. La novità maggiore, design e costruzione a parte, è rappresentata però dalla evoluzione delle tecnologie touch integrate: sul retro migliora il sensore biometrico grazie a Fingerprint 2.0, 100% più preciso e veloce rispetto al modello precedente, sul frontale il nuovo touch può essere usato anche con le nocche (come sul P8) per gestire diverse gesture e funzionalità avanzate di ritaglio e edit foto e video. Il sensore biometrico, inoltre, può essere usato come “controllo touch” per gesture e operazioni particolari: trascinando il dito dall’alto verso H torna al sommario Phab Plus, il mix Lenovo tra tablet e smartphone Phab è l’abbreviativo di phablet, 6.8” per un mix tra smartphone e tablet con un look che ricorda molto un iPhone di Roberto PEZZALI il basso ad esempio vengono visualizzate le notifiche. La stoccata ad Apple arriva però con l’integrazione nel display di Force Touch, una delle tecnologie che Apple ha integrato su Watch e che dovrebbe integrare anche sui prossimi iPhone. Huawei l’ha chiamata proprio Force Touch, e aggiunge una terza dimensione al touch nello stesso modo in cui Apple l’ha aggiunta al Watch. L’azienda ha integrato la pressione in alcuni aspetti dell’interfaccia, ma ha anche chiesto a tutti di suggerire idee su cosa si possa fare di innovativo con un display di questo tipo. Un’idea l’ha già avuta: lo smartphone, appoggiando qualcosa sullo schermo, diventa una bilancia. Sotto il profilo fotografico Mate S integra la stessa fotocamera del P8, un modulo che secondo Huawei ha le stesse prestazioni di una camera “professionale”. Sensore da 13 Megapixel RGBW, stabilizzatore ottico, lente in zaffiro e una modalità “Professional” permettono di raggiungere ottimi risultati anche in condizioni difficili grazie alla regolazione manuale di tutti i parametri. Huawei ha inserito anche una serie di profili fotografici per facilitare molte situazioni di scatto, soprattutto i “selfie” non sempre facili da gestire con un forte controluce. Utilissimo l’Auto Rectangular Alignment: permette di scattare foto a manifesti, presentazio- ni e fogli da un angolo con un ritaglio automatico nel formato corretto. Novità anche sul fronte delle chiamate, perché sempre di un telefono stiamo parlando: grazie a tre microfoni lungo la scocca il Mate S riesce non solo a annullare perfettamente il rumore di fondo, ma anche a gestire una conferenza appoggiato al tavolo, con una precisa cattura dell’audio direzionale che può essere gestita in modo automatico o manuale. Il grande lavoro fatto dall’azienda però non finisce qui: Mate S utilizza infatti una nuova generazione di rivestimento nano coating che lo rende impermeabile a pioggia e umidità. Huawei Mate S sarà disponibile anche in Italia da fine settembre in due versioni con pre-order che partirà il 15 di settembre: la Standard ha 32 GB di spazio, 3 GB di RAM e costerà 649 euro, mentre la Premium ha 64 GB di storage e costerà 699 euro. La versione con Force Touch avrà ben 128 GB di storage e il prezzo sarà annunciato più avanti. Che Huawei stia aspettando l’iPhone 6S? Phab, ovvero Phablet: Lenovo crede molto in questa categoria di prodotto, secondo l’azienda pochi usano lo smartphone per telefonare, mentre nel 70% dei casi si fanno cose che richiedono uno schermo grande. E con il nuovo Phab lo schermo grande è servito, perché siamo di fronte a un grosso smartphone con schermo da 6.8” Full HD perfetto per giocare, vedere video e lanciare applicazioni di produttività. Venduto a 299 dollari, Phab Plus non è però così potente come si potrebbe pensare: Snapgradon 615 e 2 GB di RAM sono la coppia di spinta, mentre la batteria permette di raggiungere le 18 ore di funzionamento, ma da un prodotto simile ci si aspetta qualcosa di più. La cosa che forse stupisce di più è il design: ricorda molto uno smartphone famoso, forse troppo: Lenovo ha provato a dissimulare le somiglianze con qualche dettaglio diverso, come la ghiera attorno alla lente della fotocamera e l’assenza del tasto frontale fisico, ma è innegabile che il lato B è preciso a quello dell’iPhone. Una linea questa che era già stata adottata, con qualche polemica, anche su modelli precedenti destinati al mercato cinese: questa volta però è diverso, Phab Plus arriverà presto anche in Europa. Serie S78 / Ultra HD 50” / 58” Immergetevi in una nuova esperienza ! Avvicinatevi al vostro grande schermo UHD e tuffatevi in un’immagine di una ricchezza incredibile di dettagli. Un’immagine che non è mai stata cosi profonda grazie alla precisione dei contorni, anche nei dettagli più lontani. Un’immagine che non è mai stata cosi realistica grazie alla nitidezza dei colori. Ammirate la perfetta fluidita del movimento, resa possibile dalla tecnologia Clear Motion Index 800 Hz. ww.tcl.eu/it n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE MOBILE Oltre ai nuovi smartphone Liquid, Acer ha mostrato Jade Primo, un prototipo di pocket PC Acer per il mobile spinge su Windows 10 Acer presenta i suoi primi smartphone basati su Windows 10, Liquid M330 e Liquid M320 di Emanuele VILLA ra le molte novità Acer di quest’anno non potevano mancare gli smartphone. Ma rispetto al solito c’è una novità: ai “soliti” modelli Android si affiancano anche nuove proposte basate sul sistema operativo Windows 10, che com’è noto verrà proposto al pubblico entro fine anno. Ma al di là di due modelli Windows 10 già previsti (Liquid M330 e M320), Acer ha presentato a sorpresa in conferenza stampa un prototipo di “Pocket PC”: si chiama Jade Primo ed è di fatto uno smartphone con display da 5,5” con Windows 10 che verrà fornito con una serie di accessori, tastiera, mouse e docking, per trasformarsi all’occorrenza in PC, ovviamente molto orientato al cloud. Si tratta di un device molto potente, con uno Snapdragon 808, fotocamera da 21 Megapixel (8 Megapixel quella frontale). Tra l’altro il Jade Primo è già pensato per sfruttare le potenzialità di Continuum, il sistema di comunicazione tra PC e device mobile annunciato da Microsoft nei mesi scorsi. Del Jade Primo, al momento in cui scriviamo, non si sa molto altro, salvo il fatto che probabilmente non lo vedremo prima del 2016. T due modelli sono attesi appunto a fine 2015, prima del Jade Primo, e saranno probabilmente una delle scelte più interessanti e a buon mercato al momento del lancio del nuovo sistema ope- Megapixel per entrambe le fotocamere, il tutto con personalizzazioni software ridotte all’osso, considerando i vincoli imposti dal sistema operativo Microsoft. Il telefono Android equiva- rativo. Non a caso un vice president di Microsoft è anche salito sul palco a sottolineare l’ottima e profonda collaborazione tra la casa di Windows e Acer. Stiamo parlando sostanzialmente della gamma entry, a testimonianza del fatto che Windows 10, come il suo predecessore, sarà a suo agio anche con dotazioni hardware non di prima fascia. Liquid M330, a fronte di un prezzo di listino di 129 euro, sarà infatti dotato di processore Snapdragon 210, display da 4,5’’ con risoluzione FWVGA (854x480), 1 GB di RAM e 8 GB di storage, oltre a un design leggermente curvo. Fascia entry level anche per la dotazione fotografica, che si attesta su un onesto 5 lente, Liquid Z330, può infatti vantare caratteristiche extra come la modalità “Gourmet”, lo scatto preferito, funzionalità ad hoc per i selfie e, in generale, l’interfaccia personalizzata Liquid UI. Completa l’offerta di smartphone basati su Windows 10 il modello M320, molto simile nelle specifiche al precedente ma leggermente inferiore nel comparto tecnico: non è annunciato un prezzo di listino ma supponiamo - considerando quello di Liquid M330 - che si posizionerà sui 100 euro di listino. Di fatto si tratta di un terminale da 4,5’’ da 854x480 pixel con Windows 10 come sistema operativo integrato, 1 GB di RAM e 8 GB di storage, ma rispetto al precedente in questo caso troviamo un processore Qualcomm MSM 8209, connettività 3G (Liquid M330 supporta anche LTE) e fotocamera anteriore da 2 Megapixel. C’è Windows 10 anche a 129 euro! Acer a fine anno vuole essere a tutti i costi protagonista nel lancio di Windows 10 per smartphone. Non per niente Acer ha inserito nella comunicazione ufficiale dell’IFA due modelli Windows 10, il Liquid M330 e il Liquid M320, che non erano presenti allo stand, se non nella similissima (sul fronte hardware) versione Android. Questi torna al sommario Alcatel punta sul waterproof e sul colore Uno smartphone e uno smartwatch entrambi waterproof Resistenti e colorati puntano catturare l’attenzione di un pubblico giovane di V.R. BARASSI One Touch Go Play e One Touch Go Watch di Alcatel sono uno smartphone e uno smartwatch che puntano sulla solidità di costruzione con tanto di certificazione IP67 che garantisce la resistenza all’acqua e alla polvere. Alcatel One Touch Go Play è uno smartphone coloratissimo (8 diverse colorazioni, con tanto di cuffie waterproof abbinate) che resiste a cadute anche da un metro e mezzo di altezza ed effettua scatti subacquei. Ha una batteria da 2500 mAh che abbinata allo Snapdragon 410, a 1 GB di RAM e al display 720p dovrebbe garantire un’ottima autonomia. Il sistema operativo a bordo sarà Android 5.0. One Touch Go Watch è uno smartwatch entry-level che prende molto dal fratello maggiore One Touch Watch e che si ispira nel design ai noti G-Shock di casa Casio. Monta un processore Cortex M4 con frequenza pari a 180 MHz ed è compatibile sia con Android (versione 4.3 o superiore) che con iOS (dalla versione 7). Grazie alla batteria da 225mAh, al processore parco nei consumi e a qualche ottimizzazione software aggiuntiva lo smartwatch è in grado di garantire dai 2 ai 5 giorni di autonomia. È interamente personalizzabile: oltre al cinturino si può sostituire anche il rivestimento della cassa principale. È chiaro che siamo dinanzi a prodotti che faranno del prezzo una delle loro armi principali ma, al momento, non è dato sapere nulla né sulle cifre né sulle tempistiche di commercializzazione. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE MOBILE Sarà disponibile a novembre a 349 o 379 euro a seconda della versione scelta Samsung presenta il suo nuovo Gear S2 Ottimo smartwatch, grande user experience Ci hanno colpiti semplicità e bellezza dell’interfaccia, a suo agio in uno schermo curvo S di Roberto PEZZALI amsung mostra ufficialmente il suo nuovo Gear S2. Non una sorpresa, era già stato annunciato e fotografato, ma per la prima volta a Berlino è possibile toccare con mano Gear S2, giocarci, e rendersi così conto dello sforzo fatto da Samsung per affermarsi in un segmento che lei stessa ha creato con il primo Gear. Gear S2 è uno dei primi prodotti Samsung che mette davanti l’esperienza d’uso alle pure caratteristiche tecniche: Samsung ha realizzato un prodotto immediato, veloce, con una batteria che passa i due giorni di utilizzo e una interfaccia che si impara ad usare dopo pochi minuti. È questa la cosa che più ci è piaciuta di S2, a prescindere dal design leggero e dallo schermo perfettamente leggibile in ogni situazione: due bottoni, una ghiera e il touch diventa quasi un optional, da utilizzare solo quando si ha la necessità di confermare un qualcosa. Il sistema operativo Tizen ha permesso a Samsung tutta la libertà in fatto di personalizzazione, anche se ovviamente pone pure qualche limite: le app ottimizzate per il display tondo non sono moltissime e la compatibilità è limitata al solo mondo Android, com’era prevedibile. Piacevoli i dettagli: ogni applicazione, ad esempio, può portare con sé oltre a un’area notifiche dedicata anche un quadrante personalizzato: installando l’app di Bloomberg tra i quadranti disponibili ce ne sarà uno che oltre torna al sommario Asus Zenwatch 2 arriva in Europa e costa 149 euro Lo smartwatch Asus già presentato al Computex, sarà disponibile in Europa in due versioni che si differenziano soprattutto per le dimensioni di Claudio STELLARI all’orologio mostrerà le notizie, installando un’app sportiva ci sarà un altro quadrante a tema, che si aggiungerà ai tanti altri quadranti già presenti. Tutti gli aspetti dell’interfaccia sono davvero a portata di ghiera, con una profondità di navigazione minima: impossibile perdersi, basta ruotare per trovare tutto. A questo va aggiunto poi un eccellente impatto grafico delle app caricate di default: molto belle, colorate e immediate, con alcuni elementi disegnati anche da importanti designer che hanno curato anche il cinturino. Passando un po’ più sul tecnico Samsung ci ha confermato che per usare Gear S serve uno smartwatch Android con almeno la versione 4.4 a bordo e 1.5 GB di RAM, questo perché l’app del telefono installa una sorta di server virtualizzato che invia notifiche gestisce le comunicazioni tra orologio e smartphone. Il display è da 1.2”, tondo, AMOLED con 360 x 360 pixel di riso- luzione (se fosse quadrato), mentre il processore è un SoC custom da 1 Ghz dual core che assicura più di due giorni di autonomia senza rinunciare però alle performance. Resistente a polvere e acqua, con certificazione IP 68, il Gear S2 ha a bordo Wi-Fi, NFC, Bluetooth oltre a una serie di sensori come il barometro e il monitor per il battito cardiaco. La ricarica è Wireless, con base dedicata, e il peso limitato a 42 grammi per la versione classic e a 47 per quella normale. Da segnalare l’arrivo in Italia e in Europa della sola versione Wi-Fi / Bluetooth: quella con e-sim integrata infatti non sarà importata e sarà disponibile solo in Corea e America. Questo vuol dire, e per molti non è una cosa da poco, che non sarà possibile fare chiamate. Gear S2 arriverà a novembre: 349 euro o 379 a seconda delle versioni, ma chi vorrà personalizzarlo con un po’ di cinturini dovrà spendere qualcosa in più. Pur non essendo una novità assoluta, parte integrante dei nuovi prodotti Asus è lo Zenwatch 2, lo smartwatch basato su Android Wear che l’azienda aveva già mostrato al pubblico in occasione del Computex. L’IFA di Berlino dà però ad Asus l’occasione per svelare disponibilità e soprattutto i prezzi del nuovo modello, che si annunciano molto interessanti. ZenWatch 2 sarà disponibile in Europa a partire dal mese di ottobre in due versioni: il modello più piccolo ha una cassa da 45 mm e sarà in vendita a 149 euro, la versione più grande con cassa da 49 mm costerà 169 euro. Entrambe le versioni sono basate sull’ultima versione di Android Wear, utilizzano un processore Qualcomm Snapdragon 400, hanno a bordo 512 MB di RAM, offrono 4 GB di storage, connettività Bluetooth 4.1 e Wi-Fi. ZenWatch 2 utilizza inoltre una batteria che - secondo quanto dichiarato - dovrebbe garantire fino a 2 giorni di autonomia con una singola carica, anche se non vengono specificate le condizioni d’uso. Più interessanti i dati sulla ricarica: il nuovo caricatore con aggancio magnetico è in grado di ricaricare la batteria con una velocità superiore del 35% rispetto al primo ZenWatch, raggiungendo il 50% della ricarica in soli 36 minuti. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE MOBILE Fino a 300 look differenti per il nuovo Moto 360 abbinando cinturini, casse e colori Il nuovo Moto 360 piace a tutti, anche all’iPhone Nuovi smartwatch Motorola: due da uomo, uno da donna e uno per lo sportivo con GPS Sono compatibili sia Android sia iPhone. Per quanto riguarda il prezzo si parte da 299 euro di Roberto PEZZALI otorola lancia a Berlino la nuova generazione di Moto 360. La novità più grande è la compatibilità con iOS, che lo rende di fatto un validissimo competitor di Watch, ma Motorola non si limita a questo. La nuova gamma è composta da modelli destinati sia a un pubblico femminile sia a un pubblico maschile, con un esemplare, lo Sport, dotato di GPS e perfetto per chi fa attività fisica. Il principio di base resta quello della personalizzazione: la seconda generazione di Moto 360 è una vera collezione che può generare, nelle diverse configurazioni, fino a 300 differenti “look” abbinando cinturini, casse e colorazioni. Motorola ha preparato due modelli per l’uomo, da 46 mm e da 42 mm, un modello solo per le donne da 42 mm e un modello per lo sportivo, ma ovviamente cambiando colore e cinturino sembra di trovarsi di fronte a molti più modelli. Lo schermo è sempre LCD, simile a quello dello scorso anno e con la piccola mezzaluna posizionata “a ore 6”: qui Motorola ha integrato il sensore per la luce e anche quest’anno ha preferito non cambiare passando a un display totalmente circolare. Cambiamenti dal punto di vista estetico ce ne sono comunque stati: tasti leggermente riposizionati, design rivisto e spessore ridotto per rendere il prodotto M più confortevole e leggero. Novità anche all’interno: al posto del SoC Texas che spingeva il vecchio Moto 360 si è passati a uno Snapdragon 400, scelta che permette un’autonomia di quasi due giorni sul modello grande e di 36 ore su quello piccolo. Diversa la versione Sport: Motorola per renderlo più autonomo dallo smartphone ha inserito un GPS e per facilitare la lettura sotto forte luce diretta ha adottato un nuovo tipo di schermo LCD denominato AnyLight ad alto contrasto. Qualche novità anche nel software: arrivano una nuova modalità Moto Body dedicata al fitness e alcuni clockface con Live Dials, piccoli quadranti interattivi che restituiscono informazioni live come passi fatti, battito o notifiche. Moto 360 sarà disponibile da fine settembre anche in Europa: si parte da 299 euro, ma il prezzo sale a seconda del cinturino e del modello. La versione Sport, che non sarà disponibile subito, è ancora priva di prezzo. MOBILE La serie Vibe al momento non è distribuita in Europa Occidentale, neppure in Italia Lenovo Vibe S1: due fotocamere frontali per i selfie Lenovo lancia il nuovo selfie-phone dotato di due fotocamere frontali, da 8 MP e da 2 MP di Roberto PEZZALI enovo Vibe S1 è il primo smartphone dotato di una coppia di fotocamere frontali, una dedicata allo scatto puro e una alla cattura delle informazioni di profondità. Chi ha provato un HTC One M8 conosce bene le potenzialità di una doppia camera, e Lenovo usa la doppia fotocamera frontale più o meno allo stesso modo usato da HTC sul suo vecchio top di gamma. Scattato un selfie si può scegliere in fase di editing se sfuocare o meno lo sfondo, quanto sfuocarlo oppure separare, con un semplice gesto, il soggetto dallo sfondo per inserirlo su L torna al sommario altre fotografie scattate in precedenza. La fotocamera principale è da 8 MP, quella per il rilevamento della profondità di soli 2 MP, più che sufficienti per quello che si deve fare. Lenovo con il Vibe S1 darà anche un piccolo flash ad anello: facilita l’illuminazione del volto senza il fastidioso effetto della luce diretta. Con un corpo in alluminio e una fotocamera posteriore da 13 MP il Vibe S1 non è affatto male in termini di specifiche: a 299$ offre 3 GB di RAM, un classico processore Mediatek, uno schermo HD e 32 GB di storage, il tutto condito da connettività LTE e Android Lollipop. LG ha lo smartwatch per ricchi: Watch Urbane d’oro LG ha preparato una versione esclusiva del suo Watch Urbane, lo smartwatch Android Wear contraddistinto da un look Premium e cassa metallic Si tratta di una versione con cassa in oro 23 carati e prezzo di 1.200 dollari di listino di Emanuele VILLA Non saremo a un livello paragonabile ai 10.000 euro per l’Apple Watch Edition, ma comunque i 1.200 dollari necessari per portarsi a casa il Watch Urbane d’oro non sono cosa da tutti. L’idea è quella di alzare il target degli smartwatch entrando nel segmento del lusso, e per raggiungerlo LG ha collaborato con l’azienda americana Reeds Jewelers, che tra l’altro gestisce tutta la fase di preorder e di gestione degli ordini. Si chiama Watch Urban Luxe ed è una versione limitata con cassa in oro 23 carati e cinturino in coccodrillo dello smartwatch proposto a inizio anno dall’azienda coreana. Nessuna differenza a livello tecnico rispetto alla versione regolare, mentre per quanto concerne la disponibilità è previsto un lotto iniziale di 500 unità che per il momento saranno disponibili solo negli USA. Non si sa se verrà mai commercializzato anche nel Vecchio Continente. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE MOBILE Saranno disponibili tre modelli, la versione Classic, Active e quella Elite in oro Huawei Watch in Italia da ottobre a 399 € Lo smartwatch sarà lanciato in Italia a ottobre in tre versioni, prezzi a partire da 399 euro di Vittorio Romano BARASSI Quattro modelli al servizio della musica in mobilità: grandi contenuti tecnologici e prezzi interessanti U no dei prodotti più attesi di questa edizione dell’IFA 2015 (pur già annunciato precedentemente) ha ora una data di uscita e prezzi ufficiali. Stiamo parlando di Huawei Watch, probabilmente il più bello tra gli smartwatch finora annunciati, che dopo aver fatto molto scalpore durante lo scorso Mobile World Congress di Barcellona e aver partecipato di sfuggita a qualche evento minore qua e là per il mondo è finalmente pronto ad affrontare il mercato europeo. Huawei Watch ha tutte le carte in regola per essere assoluto protagonista del segmento poiché oltre a un design indubbiamente molto accattivante e una costruzione di primo livello (è realizzato in acciaio inossidabile forgiato a freddo) propone specifiche di tutto rispetto: SoC Snapdragon 400 con 512MB di RAM, display OLED circolare da 1,4 pollici, 400x400 pixel e 286ppi di densità (senza la “mezzaluna”, tanto per citarne uno, di Moto 360), sensore di movimento a 6 di Roberto FAGGIANO assi, oscillometro, giroscopio, rilevatore del battito cardiaco e ricarica Wireless. Non è poi da dimenticare la specifica forse più interessante tra tutte: anche il prodotto Android Wear in questione sarà compatibile con iOS, elemento che estende non poco il range di potenziali acquirenti. Per tutto ciò bisognerà attendere ancora un mese: Huawei Watch, infatti, arriverà in Italia e in altri 29 Paesi a partire da ottobre con prezzi che andranno da 399 euro per la versione Classic con cinturino in pelle, 449 euro per quelle con cinturino a maglie metalliche e la variante sportiva Active e 699 euro per la versione Elite in oro. Le cifre in questione sono dunque “pericolosamente” vicine a quelle di Apple Watch, attualmente leader di mercato; riuscirà Huawei a impensierire Apple? Forse sì, ma non subito e soprattutto non a queste cifre. MOBILE Le playlist possono anche essere scaricate da iTunes o Windows Media Player TomTom Spark, fitness tracker con la musica dentro Fitness Watch con 3 GB di memoria a bordo per memorizzare la propria musica preferita Dotato di GPS, Spark offre anche 30 minuti di musica “ad alta energia” precaricata Q di Claudio STELLARI uando ci si allena, la musica aiuta a mantenere un buon ritmo, ma quando si esce a fare una corsetta, o quando si svolge qualsiasi altra attività, portare con sé il lettore MP3 o lo smartwatch può essere scomodo. Da qui l’idea di TomTom che ha presentato Spark, un Fitness Watch con 3 GB di memoria a disposizione per memorizzare la propria musica preferita. TomTom offre anche 30 minuti di musica “ad alta energia” precaricata, per contribuire ad innalzare il ritmo durante l’allenamen- torna al sommario Torna JBL Everest, questa volta sono cuffie e auricolari to. Le playlist possono anche essere scaricate da iTunes o Windows Media Player. Per quanto riguarda le funzioni, TomTom Spark registra i periodi di attività, la distanza percorsa, le calorie “bruciate” e permette di impostare gli obiettivi da raggiungere con cadenza giornaliera e settimanale. Non manca ovviamente la rilevazione dei battiti cardiaci, eseguita in modo preciso senza la necessità di indossare alcuna fascia pettorale. Le informazioni del GPS tracker possono essere facilmente condivise onli- ne tramite le app TomTom MySports, RunKeeper, Nike+ e altre ancora. TomTom Spark sarà in vendita nei negozi in diverse versioni a partire dal mese di ottobre, ma a questo indirizzo è già possibile effettuare il pre-order del modello TomTom Spark Cardio + Music al prezzo di 249 euro. JBL riprende lo storico nome dei diffusori JBL Everest destinati agli studi di registrazione per nuove cuffie e auricolari pensati per chi vuole il meglio della musica anche in movimento. I nuovi modelli utilizzano tecnologie sviluppate dal gruppo Harman per migliorare l’ascolto in ogni situazione. Si parte con Everest Elite 700 (279 €) con circuito TruNote che funziona in modo simile ai sistemi di calibrazione usati nell’home theater per migliorare la risposta in frequenza in base alle caratteristiche fisiche dell’orecchio. Le prestazioni sono personalizzabili con l’applicazione My JBL Headphones, c’è il collegamento Bluetooth e un circuito di riduzione del rumore calibrabile. La versione Everest 700 (199 €) riprende caratteristiche tecniche del modello top, ma senza il circuito TruNote. Un gradino più in basso Everest 300 (149 €) con Bluetooth, autonomia fino a 20 ore, tecnologia JBL Pro Audio Sound e cura per il disegno dei cuscinetti per migliorare il comfort. Avrà la versione Elite300 (249 €) che aggiunge il circuito TruNote per la calibrazione individuale. Infine, l’auricolare Everest 100 (100 €) con Bluetooth 4.1, autonomia di 8 ore della batteria e microfono per la cancellazione dell’effetto eco. I trasduttori sfruttano la tecnologia professionale JBL Pro Audio Sound per la migliore resa musicale; massimo comfort con gli adattatori ergonomici in varie misure. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE MOBILE Un tablet e uno smartphone realizzati da Acer per coinvolgenti esperienze di gioco Acer Predator 8 e 6, dispositivi per i gamer Acer ha svelato a Berlino Predator 8 GT-810, un tablet Android con schermo Full HD da 8” Sono diverse le ottimizzazioni per il gaming, dall’audio surround virtuale al feedback tattile G di Claudio STELLARI Yoga Tab 3 Pro Dolby Atmos e proiettore per un tablet a tutto video Lenovo lancia la nuova versione del suo famoso tablet Android con proiettore integrato Migliorano schermo, processore e audio grazie al sistema di JBL con Dolby Atmos iocare con un tablet ottenendo un’esperienza di gioco coinvolgente? È lo scopo del nuovo Acer Predator 8 GT-810, un tablet Android con caratteristiche progettate appositamente per il gaming, che già avevamo anticipato nello scorso aprile. All’IFA 2015 non solo arriva ufficialmente e in grande stile il Predator 8, ma viene svelato anche il fratello minore (si fa per dire): un super-phablet da gioco, il Predator 6. Fin dalle fasi iniziali di progettazione dei due prodotti Acer ha, infatti, col- di Roberto PEZZALI te portatile e facile da maneggiare con una o due mani. Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, il nuovo tablet Acer è basato sui più recenti processori Intel Atom™ x7-z8700 con scheda grafica Intel HD (8a Gen), ha memoria di storage integrata fino a 64 GB espandibile tramite microSD fino a 128 GB, offre connettività wireless 802.11a/b/g/ n con 2x2 MIMO, il sistema operativo è Android 5.1. La disponibilità di Acer Predator 8 GT-810 nella regione EMEA è annunciata a partire dal mese di ottobre, con prezzi a partire da 349 euro. Lenovo lo chiama “The Ultimate Video Tablet” e chi ha visto un tablet Lenovo Yoga avrà capito il motivo. L’azienda cinese, infatti, prosegue con la realizzazione di tablet dal design e dalle funzioni particolari, dove tra tutte spicca il proiettore LED montato nel profilo che permette di proiettare un video su una parete con 70” di diagonale e una discreta luminosità (15 lumen). Yoga Tab 3 Pro è l’evoluzione del Tab 2 Pro presentato e pensato da Ashton Kutcher, ma questa volta l’attore americano non sembra ...o con lo smartphone! laborato con Gameloft, uno tra i maggiori sviluppatori di giochi, con il preciso obiettivo di garantire un’esperienza di gaming realistica e coinvolgente. Videogiocare con il tablet... Ma parliamo delle caratteristiche del prodotto, che di fatto è un tablet Android con ottimizzazioni varie nell’ottica del coinvolgimento videoludico: Predator 8 si avvale di un display Crystal Clear FHD (1920x1200) con tecnologia Zero Air Gap e IPS, mentre all’audio pensa il sistema Predator Quadio, che utilizza quattro altoparlanti anteriori e un particolare algoritmo per distribuire il suono tra gli altoparlanti e ottenere così un effetto surround virtuale. Per giocare c’è anche la tecnologia Predator TacSen- torna al sommario se, che offre un feedback tattile durante le azioni di gioco rendendo l’esperienza ancor più coinvolgente. Acer segnala, inoltre, che lo schermo touch utilizza la tecnologia Predator Precision Plus con sensori tattili più piccoli e con una densità maggiore rispetto a quelli standard. Come caratteristiche di base, invece, Acer Predator 8 ha la cover posteriore in alluminio spazzolato, è spesso 8,7 mm e pesa 350 grammi, il che lo rende estremamen- Il prodotto di cui proprio non si sapeva nulla è il Predator 6: si tratta di un grosso smartphone da gioco con display da 6”, con estetica del tutto simile al Predator 8, seppur scalata. SOC a 10 core, 4 GB di RAM e quattro altoparlanti, uno per ogni angolo, ne fanno una “bestia” con pochi rivali nel suo segmento. Acer Predator 6 è ancora un prototipo e - almeno nel momento in cui scriviamo - non è neppure stato esposto nello stand, come non si conoscono tempi e prezzi di introduzione sul mercato. aver dato il suo contributo. Il risultato è comunque buono: schermo da 10” Quad HD, processore Intel X5 e sistema audio sviluppato da JBL e dotato di Dolby Atmos virtualizzato. Tra le altre caratteristiche ci sono 20 ore di autonomia, 16 GB o 32 GB di storage, 2 GB di RAM, supporto LTE e Android come sistema operativo, mentre resta ignota la risoluzione del proiettore. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE MOBILE Abbiamo ascoltato in anteprima i nuovi modelli Sony e le impressioni sono positive Cuffie e auricolari Sony h.ear per un audio HD Tanto colore e perfino il circuito di cancellazione del rumore attivo per gli auricolari di Roberto FAGGIANO ony ha presentato una nuova linea di cuffie e auricolari chiamata h.ear e progettata per garantire una qualità audio in alta risoluzione. Particolari comuni ai prodotti sono il design originale, con un’ampia gamma di colori alla moda, e la facilità di trasporto. Il prodotto più interessante è l’auricolare h.ear in NC, con circuito di riduzione del rumore attivo. Sono auricolari molto leggeri ma altrettanto stabili nel posizionamento, che racchiudono in un piccolo (ma non troppo) modulo esterno il circuito attivo NC. Il driver è un Sony di nuova concezione da 9 mm a elevata sensibilità (103 dB/mW con auricolari accesi), l’auricolare è in grado di riprodurre le frequenze fino a 40 kHz (5 Hz- 40.000 Hz) e l’autonomia dichiarata è di circa 16 ore. Gli auricolari possono essere utilizzati anche senza il modulo di riduzione rumore, qualora sia esaurita l’energia o si voglia preservare la carica residua della batteria. La cuffia h.ear On sfrutta un trasduttore da 40 mm in configurazione chiusa, l’impedenza è di 24 ohm e la sensibilità è di 103 dB. Il peso di 220 gr non è dei più ridotti nella categoria ma in compenso la cuffia è molto comoda da indossare e non dovrebbe creare problemi anche dopo lunghi periodi di ascolto. Notevole la scelta di colori disponibili con un’elegante finitura metalizzata. Perfetto compagno delle cuffie h.ear è il nuovo walkman Sony NW-A25HN/NWA27HN, anche se ovviamente nulla vieta Qualità audio di alto profilo, connettività Bluetooth con NFC, ricarica wireless e un look molto particolare firmato Philippe Starck S di Claudio STELLARI di utilizzare il lettore con altri modelli di cuffie. L’amplificazione del lettore sfrutta i miglioramenti apportati dalla tecnologia digitale S-Master HX di Sony, mentre la tecnologia di upscaling DSEE HX innalza la qualità dei file compressi per portare la resa a un livello vicino a quello ottenibile da materiale in alta risoluzione. Il lettore è in grado di riprodurre audio nei formati FLAC, Apple Lossless (ALAC), MP3, AAC, HE-AAC, WMA e molto altro ancora, l’autonomia dichiarata raggiunge le 50 ore di ascolto (audio formato MP3) con una sola ricarica. Due i tagli di memoria previsti: 16 GB (NW-A25HN) e 64 GB (NW-A27HN), ampliabili mediante scheda microSD. Abbiamo potuto effettuare una breve prova d’ascolto degli auricolari NC e delle cuffie, riportando impressioni tutto sommato positive. La prova degli auricolari era abbastanza “guidata”, con un rumore di fondo molto forte per ricreare il disturbo tipico dei motori di un aereo durante il volo. La riduzione del rumore c’è ed è molto efficace, però la resa è piuttosto brillante e leggermente forzata sui bassi, un effetto probabilmente voluto per accontentare le orecchie più giovani. La cuffia h.ear on è un buon prodotto che fornisce una bella impressione di robustezza. La resa sonora con brani in alta risoluzione è di ottimo livello, equilibrata e senza forzature, peccato che le sorgenti di questa qualità siano troppo costose per l’utente medio, più indirizzato ormai verso lo streaming gratuito o quasi. MOBILE Gli auricolari JBL funzionano senza batterie sfruttando l’energia che arriva da un iPhone Da JBL l’auricolare per lo sport con noise cancelling Reflect Aware è l’auricolare per le attività sportive con circuito di riduzione del rumore G di Roberto FAGGIANO li auricolari dedicati allo sport devono essere soprattutto robusti e leggeri, funzioni che male si conciliano con circuiti elettronici, tanto meno con quelli complessi come i sistemi di riduzione del rumore attivi. Ma JBL è riuscita nell’intento con il nuovo Reflect Aware (179 euro) che si adatta particolarmente all’iPhone tramite un’applicazione iOS dedicata che permette di selezionare l’effetto e la torna al sommario Parrot Zik 3 è la cuffia di lusso per chi cerca la qualità quantità della riduzione del rumore. Inoltre, sfruttando una connessione Lightning, non necessita di alimentazione ed elimina una fonte di peso e ingombro. Lungo il cavo di collegamento troviamo il consueto telecomando a tre bottoni e il microfono per il vivavoce. Nella nuova serie Reflect anche altri modelli più semplici ma sempre leggeri ed ergonomici a partire da 60 euro, c’è anche il modello senza fili con Bluetooth Reflect Mini BT a 100 euro. Il look delle Zik 3 è davvero particolare, le nuove cuffie Parrot si avvalgono di finiture molto curate e dell’inconfondibile design firmato Philippe Starck. Le finiture previste sono tre: Croc Texture (colori nero, marrone, verde smeraldo e rosso), Overstitched (nero e avorio) e Leather-grain (nero). Sotto l’abito mozzafiato si nascondono caratteristiche interessanti, a partire dalla connettivà: le Zik 3 offrono Bluetooth con NFC, una porta USB e il jack audio da 3,5 mm. Per un ascolto “più pulito” è possibile utilizzare il sistema di Noise Cancelling (riduzione fino a 30 dB); il sistema prevede anche la modalità Street che, grazie a un algoritmo brevettato, evita l’isolamento dal mondo esterno. Ciò permette un ascolto più confortevole e una percezione naturale della propria voce durante una conversazione telefonica. La batteria integrata offre un’autonomia fino a 18 ore con ricarica in 2 ore, che avviene in modalità wireless attraverso il caricatore, compatibile con la tecnologia Qi. Il controllo delle cuffie si ottiene mediante un pannello capacitivo sensibile al tocco e alle gesture, oppure attraverso l’app dedicata Parrot Zik per smarthone e tablet compatibile anche con Apple Watch e dispostivi Android Wear. Tocco di classe finale la funzione Head Detection, che riconosce automaticamente se rimuoviamo le cuffie dalla testa, mettendo la musica in pausa. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE HI-FI E HOME CINEMA L’RX-AS710 della gamma Aventage di Yamaha è il primo sintoampli A/V sottile Yamaha Aventage ora anche in formato slim 11 cm in altezza e nessuna rinuncia nella dotazione, c’è già anche il nuovissimo MusicCast T di Roberto FAGGIANO ra le molte novità Yamaha presentate all’IFA ci pare molto interessante il nuovo sintoamplificatore A/V RX-AS710, il primo apparecchio “sottile” della prestigiosa gamma Aventage. Sottile forse è una parola esagerata perchè siamo di fronte a un apparecchio che è pur sempre alto più di 11 centimetri, ma rispetto agli altri componenti della serie è molto più smilzo e molto più facilmente collocabile. Dal punto di vista operativo non ci sono particolari rinunce, anche la potenza su 7 canali è sempre più che sufficiente, pari a 60 watt per canale (8 ohm - 0,07% THD). Tra le molteplici possibilità operative spicca il MusicCast per le funzioni interattive di multiroom, che utilizza le connessioni Wi-fi e I nuovi diffusori harman/kardon entrano in rete e si connettono con il mondo dello streaming, con Spotify Connect e AirPlay oltre a DLNA e Bluetooth Per controllarli c’è una nuova applicazione Bluetooth già integrate. Tra le codifiche home theater compatibili ci sono tutte le principali di Dolby Digital e dts, ma si nota la mancanza di Dolby Atmos e dts:x che ormai fanno parte della dotazione di apparecchi anche più economici. Piena compatibilità invece di tutti i formati audio più diffusi, via network o da chiavette USB, dall’MP3 fino al DSD 5,6 MHz. Dal punto di vista tecnico non ci sono ancora molti dettagli ma il nome Aventage è già garanzia di particolare cura nei circuiti audio; non manca nemmeno l’ingresso giradischi. Come di consueto l’apparecchio è disponibile in versione nera o argento e con la possibilità di montare la radio DAB (RX-AS710D). Il prezzo di quest’ultima versione, ancora da confermare, è di 899 euro. HI-FI E HOME CINEMA Ottava C500 è un sistema Hi-Fi all-in-one che promette prestazioni al top Technics Ottava C500 è l’Hi-Fi che punta in alto Compatto ed elegante, Ottava C500 ha un occhio di riguardo per l’audio ad alta risoluzione N di Claudio STELLARI e abbiamo già accennato parlando della conferenza stampa Panasonic, qui torniamo sull’argomento per approfondire le caratteristiche di Ottava C500, il sistema hi-fi “tutto in uno”. L’apparecchio si propone come componente compatto ed elegante, pensato per integrarsi in qualsiasi ambiente domestico e - sotto il profilo tecnico - ha un occhio di riguardo per l’audio ad alta risoluzione. L’unità centrale integra il lettore CD, l’amplificazione (potenza 100 watt totali) e offre anche funzioni di network player. Dal punto di vista tecnico Ottava C500 offre soluzioni frutto del know how Technics; tra di esse figurano il processore Jeno, il circuito LAPC (Load Adaptive Phase Calibration) e il generatore di clock pilotato a batteria. I diffusori non sono da meno, torna al sommario harman/kardon Aura, il mitico diffusore dei Mac entra in rete per riprodurre bassi potenti utilizzano due woofer disposti in configurazione simmetrica per ridurre le vibrazioni e una porta con un particolare design a spirale. I medio-bassi sono invece diffusi da un “riflettore” pensato per assicurare limpidezza e risonanza, mentre il comparto delle alte frequenze per ottenere frequenze acute nitide e precise si avvale di tweeter in una particolare configurazione, definita multi-angolare. Particolare attenzione è stata inoltre posta per fare in modo che i suoni emessi dal tweeter non interferiscano con quelli degli altri altoparlanti, prevenendo così perdite di qualità. Dal punto di vista delle connessioni il siste- ma offre un ingresso digitale ottico , l’ingresso USB-A e USB-B, la presa di rete Ethernet, connettività Wi-Fi, Bluetooth (AAC, SBC) e compatibilità con AirPlay. Il sistema Technics Ottava C500 sarà in vendita in Italia a partire dal mese di novembre, al prezzo suggerito al pubblico di 2.000 euro. di Roberto FAGGIANO I diffusori trasparenti Aura di harman/kardon sono stati tra i più imitati nel tempo per la loro linea molto originale. Nacquero come complemento dei PC di Apple e sono anche esposti al MOMA di New York. Ora si rinnovano con due versioni tecnologicamente aggiornate ma che mantengono le stesse caratteristiche sonore di diffusione a 360°. Aura Studio (249 euro) è il modello più semplice con connessione Bluetooth, funzione vivavoce e circuito per eliminare i rumori di fondo. I controlli sono di tipo touch e la finitura è disponibile in colore nero. Aura Plus (449 euro) è il modello più completo, con connessione wi-fi e Bluetooth; tra le molti funzioni sono disponibili Airplay, Spotify Connect e DLNA per la musica archiviata sul server casalingo o sul PC. Aura Plus sfrutta sei altoparlanti larga banda per diffondere la musica in modo omnidirezionale e un subwoofer da 4,5”. Il diffusore si controlla a distanza dalla app harman/kardon Remote oppure dai comandi a sfioramento posti sul diffusore. La finitura è disponibile in bianco oppure nero. Entrambi i nuovi diffusori saranno disponibili da ottobre. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE HI-FI E HOME CINEMA I diffusori Bluetooth Izzy formano di fatto un sistema multiroom ma senza usare una connessione Wi-Fi I diffusori Izzy di Philips promettono il multiroom facile Viene sfruttato semplicemente il Bluetooth non solo per la sorgente ma anche per collegare più diffusori tra loro di Roberto FAGGIANO I diffusori multiroom sono il prodotto audio del momento anche all’IFA, ma sappiamo che spesso la connessione wi-fi e la gestione tramite applicazione generano seri problemi nell’utilizzo. Da qui la soluzione proposta da Philips con la nuova serie Izzy, diffusori Bluetooth che però possono anche girarsi il segnale audio tra loro, in modo da formare un vero sistema multiroom in tutta la casa. La nuova serie è formata al momento da due modelli, Izzy BM5 (129 euro) e Izzy BM 50 (279 euro). Il BM5 è un diffusore compatto con due trasduttori larga banda da 5 cm in accordo reflex. La connessione Bluetooth consente di utilizzarlo direttamente dal proprio smartphone o tablet, ma premendo un tasto si avvia la connessione con gli altri diffusori Izzy presenti in casa, fino a un massimo di quattro, per il multiroom. La finitura è disponibile in tre diversi colori. Il BM50 è invece un piccolo sistema stereo dato che comprende anche il lettore CD, una presa usb per chiavette di memoria e la radio FM. Con questo Izzy quindi si può anche estendere ad altri ambienti con diffusori Izzy la riproduzione di un CD o della radio, ferma restando la possibilità di utilizzo tramite Bluetooth. Dal punto di vista tecnico viene utilizzato un amplificatore da 40 watt per un sistema di altoaprlanti formati da due larga banda da circa 7 cm in accordo reflex. Sempre in tema di diffusori Bluetooth Philips ha presentato anche il BT3600 (79 euro), un diffusore portatile con autonomia di circa 10 ore e disponibile in diversi colori. Il corpo metallico lo rende particolarmente robusto e pronto a sopportare urti e scossoni. Dal punto di vista tecnico viene utilizzato un sistema di altoparlanti stereo con bass reflex. HI-FI E HOME CINEMA I sistemi compatti Home Theater di harman/kardon trovano nuove funzioni come il Wi-Fi e il Bluetooth harman/kardon BDS, l’Home Theater bello anche da spento Aggiungono anche la predisposizione per Spotify Connect, la compatibilità AirPlay, il Bluetooth con NFC e il DLNA 1.5 C di Roberto FAGGIANO hi desidera un sistema home theater che non faccia a pugni con l’arredamento, ma che allo stesso tempo fornisca buone prestazioni con il cinema e con la musica, spesso ha puntato sui sistemi BDS di harman/kardon. La nuova linea rinnovata presentata all’IFA allinea le prestazioni e la dotazione alle ultime tecnologie: prima di tutto Blu-ray e wi-fi per tutti, uniti alla predisposizione SISTEMA BDS 885S torna al sommario per Spotify Connect, compatibilità AirPlay, Bluetooth con NFC e DLNA 1.5. I diversi sistemi prevedono sempre una unità centrale che racchiude il lettore blu-ray, l’amplificatore con i decoder Dolby Digital e DTS, il DSP, la radio e l’unità di connessione Wi-Fi. Le differenze tra i diversi modelli sono nella potenza e nel numero di diffusori abbinati. Nuovo top di gamma è il sistema BDS 885S (1.699 euro), in colore nero con sistema di diffusori 5.1, predisposizione 4K, tre prese HDMI, ingresso USB e radio FM. I diffusori formano il pacchetto HKTS 65. Un gradino più sotto il sistema tutto bianco BDS 785SW (1.499 euro), sempre con diffusori 5.1 che costituiscono il pacchetto HKTS 30WQ. Per chi ha seri problemi di spazio ma non vuole rinunciare al 5.1 c’è il sistema BDS 685S (1.399 euro) che prevede, oltre all’unità centrale, cinque diffusori a satellite di forma compatta e facilmente inseribili in ambiente e fissabili a parete. Di questo modello esiste anche la ver- sione 2.1 BDS 485S (1.399 euro) con i soli diffusori frontali e il subwoofer. Il sistema è disponibile nella versione nera oppure bianca allo stesso prezzo. Alla base della nuova gamma ci sono i due sistemi BDS 335 (799 euro) e BDS 635 (899 euro), rispettivamente con diffusori 2.1 e 5.1 ma sempre con potenza di 50 watt per canale + 100 watt per il subwoofer e la connettività wi-fi e Bluetooth. La nuova gamma di sistemi compatti sarà disponibile in vendita tra ottobre e dicembre. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE HI-FI E HOME CINEMA Technics ha presentato un sistema con amplificatore e server musicale Technics Grand Class G30: la musica è “servita” Arriverà sul mercato nel 2016 e renderà più accessibili molte delle tecnologie della serie R1 di Roberto FAGGIANO l marchio Technics aveva una propria sezione dedicata all’interno del grande padiglione Panasonic all’IFA, dove erano presenti tutti i sistemi disponibili. Tra questi anche il nuovo Grand Class G30, ancora allo stato di prototipo perchè sarà presentato il prossimo anno. Il nuovo sistema per ora è formato da due componenti, l’amplificatore SU-G30 e il server musicale ST-G30. L’amplificatore incorpora anche tutta la sezione network di accesso alla rete per contenuti streaming e DLNA ma c’è anche il collegamento Bluetooth e una manciata di ingressi analogici e digitali per altre sorgenti. La potenza dell’amplificatore digitale è di 2x50 watt su 8 ohm e 2x100 watt su 4 ohm (distorsione non dichiarata) mentre la compatibilità con file musicali arriva ai rarissimi DSD 11, 2 MHz. E’ possibile anche collegare un PC tramite usb per riprodurre i contenuti musicali, il controllo può essere effettuato anche tramite l’applicazione dedicata ma il telecomando è comunque in dotazione. Samsung non trascura il segmento audio con i nuovi diffusori wireless audio R Tre modelli dalla forma insolita che diffondono il suono in tutte le direzioni I Il music server può sembrare un lettore CD ma in effetti la meccanica di lettura viene usata esclusivamente per copiare i dischi sull’hard disk interno, quest’ultimo è del tipo a stato solido per diminuire la rumorosità e aumentare la velocità di riproduzione. La capacità dell’hard disk non è stata ancora comunicata. Sul disco rigido si possono anche caricare altri contenuti musicali dall’MP3 fino al DSD 11,2 MHz, sempre gestibili dall’applicazione. I terminali in uscita sono solo digitali perchè tutto il sistema Technics lavora sempre in questa modalità e quindi non serve un convertitore digitale/analogico, anzi serve il processo inverso se si di Roberto FAGGIANO vogliono utilizzare sorgenti analogiche esterne. Per maggiori dettagli sulla tecnologia Technics applicata in questi due nuovi componenti vi rimandiamo agli articoli già pubblicati in materia e alla prova del sistema C700. I prezzi dei nuovi componenti sono ancora da stabilire, ma si parla di circa 3.000 euro cadauno. HI-FI E HOME CINEMA Tre nuove cuffie di tipo chiuso da Sennheiser: HD 451, HD 461 e HD 471 Sennheiser HD400, audio di qualità anche a spasso Le HD 400 sono pensate per chi vuole ascoltare bene la musica, anche con lo smartphone di Claudio STELLARI S ennheiser ha presentato all’IFA la nuova gamma HD400, pensata per chi desidera coniugare prestazioni musicali con un design robusto e un peso ridotto, per consentire un facile utilizzo della cuffie in mobilità con lo smartphone. Tre i nuovi modelli presentati: HD 451, HD 461 and HD 471, tutti di tipo chiuso per isolare l’ascolto dai rumori esterni. I tre modelli hanno molte caratteristiche in comune, tra cui l’adozione dei magneti in neodimio con tecnologia proprietaria Sennheiser, ma si differenziano per il “carattere musicale” oltre che per alcuni aspetti costruttivi. Le HD 451 e le HD 461 offrono infatti un’impostazione con bassi potenti e precisi, le HD 471 sono invece dedicate a chi predilige un suono più neutrale e bilanciato. Per quanto riguarda costruzione e finiture, i modelli HD 461 e HD torna al sommario Samsung punta sull’audio con i diffusori a 360° 471 offrono padiglioni auricolari con pad in similpelle e dispongono di un cavo di collegamento removibile con microfono e telecomando integrati, compatibile con dispostivi Android e con l’iPhone. Il modello Top di gamma, le HD 471, offrono in dotazione anche un cavo da 3 metri con adattatore 6.3mm stereo, per consentire l’utilizzo con i sistemi hi-fi di casa, oltre a una custodia per il trasporto in grado di offrire una maggiore protezione delle cuffie nell’utilizzo fuori casa. Al momento non sono ancora state divulgate informazioni riguardo alla disponibilità e ai prezzi dei nuovi modelli. Novità anche per l’audio allo stand Samsung dell’IFA. Si tratta dei nuovi diffusori della serie R predisposti per il multiroom e con la particolarità della diffusione sonora a 360°. La serie R aveva già debuttato al CES di quest’anno con due modelli dalla forma ovoidale, belli a vedersi ma alquanto complicati da sistemare in ambiente. I nuovi modelli hanno invece una forma cilindrica molto più semplice e collocabile su ogni ripiano, la diffusione multidirezionale del suono avviene con il semplice accorgimento di una apertura ad anello vicina alla base del diffusore. I modelli R1, R3 ed R5 hanno dimensioni crescenti e prezzi che vanno dai 178 euro del modello R1 fino ai 356 euro dell’R5. Per l’occasione è stata rinnovata l’applicazione Samsung Multiroom, con la quale si possono controllare i diffusori dal proprio smartphone o tablet. La nuova versione dell’applicazione sarà a breve compatibile anche gli smartwatch del marchio coreano. Inoltre ci sono dei comandi diretti a sfioramento sul lato superiore dei diffusori, per un utilizzo immediato in ogni condizione. Annunciata nche la collaborazione con Qobuz, il servizio di streaming con contenuti in alta risoluzione. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE HI-FI E HOME CINEMA Presentate le novità Onkyo all’IFA, frutto delle sinergie all’interno del gruppo Gibson Innovations Onkyo X9 è il diffusore portatile con l’alta risoluzione Oltre all’X9, anche la cuffia H500M e gli auricolari E700M pronti per l’alta risoluzione. Prodotti disponibili in autunno di Roberto FAGGIANO e novità presentate all’IFA di Berlino portano il marchio Onkyo, ma sono frutto delle sinergie di ricerca e sviluppo all’interno di Gibson Innovations. Iniziamo dal prodotto più interessante, il diffusore portatile HRA X9 (350 euro) che segna anche l’esordio di Onkyo in questo mercato. Dalla sigla possiamo subito conoscere una delle caratteristiche salienti del diffusore, cioè la compatibilità con musica in alta risoluzione. Naturalmente la sorgente in questo caso non può essere il collegamento Bluetooth ma un riproduttore portatile compatibile tramite l’ingresso USB, dalle prime note tecniche L E700M HRA X9 fornite non è specificato se l’ingresso sia compatibile anche con i PC. H500M Il diffusore ha una pianta ellittica in modo da diffondere più ampiamente il suono, la batteria integrata ha una durata di 10 ore e la potenza è di 4 x 10 watt (1% THD). Gli altoparlanti utilizzati sono dei larga banda da 5 cm e tweeter da 19 mm che lavorano con un radiatore passivo posteriore. Per il collegamenti, oltre al Bluetooth e alla già citata presa USB, troviamo un Minijack stereo e l’uscita cuffia. Tra le altre funzioni non manca il vivavoce con microfono e un circuito DSP dedicato alla musica in alta risoluzione. Anche per la nuova cuffia H500M (180 euro) si parla di musica in alta risoluzione grazie all’impiego di trasduttori già pronti a riprodurre frequenze elevate, perfino il cavo di collegamento è a bassa impedenza e di tipo intrecciato. I trasduttori da 40 mm sono in configurazione chiusa, con impedenza di 32 ohm e sensibilità di 108 dB. Lungo il cavo troviamo il telecomando per gestire musica e telefonate. La finitura è disponibile in colore nero oppure bianco. Per chi preferisce la versione auricolare ma sempre con solu- zioni tecniche già pronte per l’alta risoluzione, c’è il nuovo modello E700M (100 euro) con driver da 13,5 mm, sensibilità di 108 dB e impedenza di 32 ohm. Per un perfetto accoppiamento all’orecchio vengono forniti gommini in silicone morbido Comply Foam che assicurano pure un buon isolamento acustico passivo dai rumori esterni. Anche questi modelli hanno il telecomando lungo il cavo e sono disponibili in colore nero o bianco. Tutti i nuovi prodotti saranno disponibili in autunno. HI-FI E HOME CINEMA Ecco il primo prodotto B&O che nasce già predisposto per l’applicazione BeoLink per il multiroom BeoPlay A6 è il maxi diffusore wireless con Bluetooth da 1000 euro Il diffusore ha un frontale arcuato, è rifinito in tessuto e ha dimensioni molto generose. Funziona anche con il Bluetooth di Roberto FAGGIANO A ll’IFA si è affacciata anche Bang & Olufsen tramite il suo marchio BeoPlay, che porta a un livello di prezzo più accessibile il design e la tecnologia del marchio danese. Nel piccolo stand spiccava il nuovo diffusore A6, di torna al sommario cui la prima cosa notevole è il design alquanto curioso, con un frontale arcuato e rifinito in tessuto. Questo diffusore è già pronto per funzionare con l’applicazione BeoLink per il multiroom ma è anche dotato di Bluetooth per un impiego diretto con qualsiasi smartphone o tablet. Il diffusore è anche dotato di AirPlay e accesso DLNA a un server casalingo, oltre a poter sfruttare i servizi di streaming presenti nell’applicazione. Le dimensioni piuttosto abbondanti (54 x 30 x 14 cm circa) e il rigonfiamento anteriore lo pongono nella categoria di quei diffusori che vanno sistemati con cura e possono ambire a sostituire un vero sistema stereo, potendo contare su soluzioni tecnologiche di tutto rispetto. La collocazione è su un ripiano, a pavimento oppure a parete, con tanto di selettore per adattare la risposta in frequenza alla specifica sistemazione in ambiente. L’A6 utilizza un sistema di altoparlanti stereo a due vie oltre a un quinto altoparlante che diffonde verso il retro, una soluzione simile a quella già vista sul piccolo A3. Ogni altoparlante è pilotato dal suo amplificatore digitale, la cui potenza è di 60 watt per woofer e larga banda posteriore, 30 watt per i tweeter. I comandi diretti sono di tipo touch lungo il bordo superiore. La finitura del pannello frontale in tessuto, realizzato appositamente dalla danese Qvadrat, è disponibile in grigio chiaro come versione base e con altri tre varianti di colore giocati sulle sfumature di azzurro oppure su rosa e grigio più carichi. Il prezzo è di 999 euro, la disponibilità è per ottobre. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE PC Un piccolo desktop che si potenzia senza svitare il case o staccare cavi. Disponibile a ottobre Acer Revo Build, il PC modulare “a blocchi” Le caratteristiche possono essere espanse grazie a “blocchi” da mettere l’uno sopra l’altro di V.R. BARASSI evo Build di Acer è un piccolo PC desktop quadrato da 12,5 centimetri di lato e dal volume esatto di un litro che monta al suo interno processori Intel Pentium o Celeron (abbinati fino a 8 GB di RAM) a seconda della configurazione scelta. Niente di trascendentale dunque, se non fosse per il fatto che Revo Build è un PC modulare che può essere “potenziato” senza bisogno di svitare il case e di staccare cavi, bensì semplicemente impilando uno sopra l’altro appositi blocchi di espansione con una logica di funzionamento analoga a quella di Project Ara, smartphone modulare su cui sta lavorando Google. Il sistema di connessione prevede innesti magnetici e perni Pogo, ma non è ben chiaro quanti moduli possano essere installati in totale. Il modulo principale include tre porte USB 3.0, uscite HDMI Asus ha presentato una gamma di PC all-in-one con design elegante, display 4K e caratteristiche al top Il prezzo è competitivo R di Paolo CENTOFANTI e DisplayPort, un lettore di schede SD e un jack microfono/cuffie. Inizialmente Acer lancerà sui principali mercati blocchi contenenti dischi rigidi, Powerbank per la ricarica wireless e moduli audio, mentre in un secondo momento arriveranno anche GPU dedicate, proiettori e diversi altri blocchi non ancora annun- ciati. Il prezzo di partenza di Acer Revo Build è stato fissato in 249 euro mentre nulla è stato accennato sul fronte dei blocchi; il prodotto arriverà in Europa nel corso del mese di ottobre. PC VivoStick PC sarà disponibile da inizio 2016 a 129 dollari MAGAZINE Estratto dal quotidiano online www.DDAY.it Registrazione Tribunale di Milano n. 416 del 28 settembre 2009 direttore responsabile Gianfranco Giardina editing Claudio Stellari, Maria Chiara Candiago, Alessandra Lojacono, Simona Zucca Editore Scripta Manent Servizi Editoriali srl via Gallarate, 76 - 20151 Milano P.I. 11967100154 Per informazioni [email protected] Per la pubblicità [email protected] torna al sommario Asus Zen AIO S L’iMac Retina del mondo Windows 10 Asus VivoStick, PC a forma di penna Pesa 70 gr e integra Windows 10 A di V.R. BARASSI sus segue la moda dei mini-PC dalle dimensioni di poco maggiori rispetto a quelle di un normale drive USB svelando VivoStick PC, prodotto che ci ricorda molto da vicino la Compute Stick di Intel alla quale sono stati donati un aspetto più moderno e una porta USB aggiuntiva. Il dispositivo è basato su un SoC Intel Atom Cherry Trail e 2 GB di memoria RAM DDR3L, capaci di garantire buone prestazioni a tutti coloro che sono alla ricerca di un PC desktop piccolo e versatile. VivoStick PC pesa solo 70 gr ed è fatto per essere collegato all’ingresso HDMI di un qualsiasi monitor dotato di tale porta: una volta abbinati tastiera e mouse, sarà già pronto per funzionare. VivoStick è equipaggiato con 32 GB di storage fisico eMCP e il sistema operativo installato a bordo è ovviamente Windows 10, ultima versione del progetto di punta Microsoft che abbiamo visto capace di muoversi abbastanza bene anche in presenza di un quantitativo di memoria RAM tutt’altro che esagerato. Non è ben chiaro se il dispositivo sarà fanless oppure se questo sarà accompagnato da una piccola ventola per dissipare meglio il calore e Asus non ha neppure specificato quando intende lanciare VivoStick PC sul mercato; è comunque probabile una commercializzazione nel corso dei primi mesi del 2016 al prezzo di 129 dollari. Dopo l’anteprima del Computex, Asus ha rivelato i dettagli della serie di PC all-in-one Zen AIO S. Si tratta di un computer desktop con un design ispirato all’iMac, seppure con i suoi elementi di originalità, basato innanzitutto su un monitor LCD IPS da 23,8” 4K (3840x2160 pixel), il tutto a prezzi interessanti: il modello entry level, con 8 GB di RAM, processore Intel Core i5-6400T, scheda video NVIDIA GTX950M con 1 GB di RAM e disco da un 1 TB parte da 1.099 euro, mantenendo lo schermo 4K. Lo Zen AIO S è costruito con struttura unibody in alluminio anodizzato, tutti i modelli sono dotati di nuovo connettore USB 3.1 Type C, 4 porte USB 3.0, WiFi 802.11ac, Bluetooth 4.1, uscita HDMI (ma non in ingresso), webcam 720p e altoparlanti integrati nella cornice del display. Interessanti le caratteristiche aggiuntive a seconda della configurazione. Opzionalmente, ad esempio, è possibile avere integrata la videocamera con motion capture 3D di Intel RealSense, o ancora lo schermo touch a 10 punti. La configurazione massima prevede fino a 32 GB di RAM, scheda video NVIDIA GTX960M con 4 GB di memoria grafica e CPu Intel Core i7 di sesta generazione. La versione intermedia offre Core i7, 16 GB di RAM, GTX960M con 2 GB di memoria e disco da 2 TB a 1.499 euro. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE PC Il Satellite Radius 12 integra processori Intel di sesta generazione e display IPS da 12,5” Toshiba mette un display 4K nel modello Radius 12 Il convertibile di Toshiba offre caratteristiche tecniche importanti di supporto a Windows 10 di Luigi LO FORTI er chi è alla ricerca di un notebook convertibile in grado di soddisfare le esigenze di produttività e multimediali, Toshiba ha presentato all’IFA il suo nuovo Satellite Radius 12. Impiegabile in cinque differenti modalità d’uso (notebook, tablet, table-top, presentazione e “audience”), questo dispositivo offre uno chassis da 15,4 mm di spessore per 1,32 kg di peso, integra processori Intel di sesta generazione (fino a Core i7, a seconda delle esigenze e delle configurazioni) e un SSD che arriva fino a 512 GB e 8 GB di RAM, un corredo hardware che è al servizio del nuovo Windows 10 e supporta tra l’altro il sistema di autenticazione facciale Windows Hello. Fin qui, nulla di particolare. La notizia è il display, un IPS da 12,5’’ disponibile anche (ma non solo) in formato 4K, un pannello IPS sovrastato da un Corning Gorilla Glass NBT e capace di una P Lenovo ha presentato Miix 700, un dispositivo convertibile con una dotazione hardware di primo piano e basato su Windows 10 di Emanuele VILLA luminosità di 350 nit; Toshiba propone Radius 12 come il primo convertibile 4K (3840 x 2160) da 12,5’’ al mondo, una densità di pixel enorme la cui utilità pratica andrà valutata sul campo. Per quanto riguarda l’audio, il notebook integra degli speaker Harman Kardon, mentre l’autonomia dichiarata della batteria arriva fino a 8 ore. Infine, per quanto concerne la conettività, tra le opzioni disponibili spicca la presenza di una porta USB 3.1 Type-C e l’integrazione dell’Intel Dual Band Wireless-AC. L’arrivo del Satellite Radius 12 in Europa è previsto a partire da ottobre. PC Ideale per non avere problemi nel gaming, nello streaming 4K e nella gestione della smart home Da Asus un router “mostruoso”, non solo nell’aspetto Un router 802.11ac capace di raggiungere, in linea teorica, oltre i 5,3 Gbps in wireless L di V.R. BARASSI o streaming in alta qualità di contenuti video 4K, il gaming online e la gestione di realtà domestiche “smart” piuttosto complesse sono ormai realtà affermate; partendo da questo punto, Asus ha pensato di realizzare un nuovo super router che di fatto distrugge le specifiche del suo predecessore (RT-AC3200) e si pone come il modello consumer più veloce al mondo. Un dispositivo di questo tipo, che assomiglia vagamente a una corona e mostra con fierezza otto antenne disposte lungo il perimetro esterno, è pensato per chi ha intenzione di usare la rete in modo molto, molto intenso. Il tutto a giustificare il prezzo - non ancora uffiale - di circa 400 dollari cui sarà venduto entro la fine dell’anno. Asus ci ha già abituati in passato a router dall’aspetto singolare e dalle specifiche incredibili, ma RT-AC5300 sembra provenire da un altro pianeta. Il router ha un design molto aggressivo, è equipaggiato con 8 antenne ed è, come il modello precedente, un tri-band che funziona cioè torna al sommario Il Surface di Lenovo si chiama Miix 700. E non è niente male sia sulla banda 2,4 GHz che su quella a 5 GHz (dual). Grazie al chip Broadcom di ultima generazione, è però in grado di offrire una banda totale di molto superiore: sommando tutte le velocità teoriche si arriva allo straordinario valore di 5334 Mbps (1000 Mbps su 2,4 GHz più 2.167 Mbps moltiplicato per le due bande a 5 GHz), più che sufficiente a garantire una fluida riproduzione locale di contenuti di qualsiasi genere e/o natura. RT-AC5300 ha tutto quello che si possa desiderare e non manca di 4 porte Gigabit Ethernet, porte USB per la condivisione via SAMBA e DLNA, server FTP, server per stampanti, possibilità di condividere segnali mobile da dongle 3G/4G e tanto altro ancora. Ovviamente per sfruttare tutto ciò ci sarà bisogno di client 802.11ac ma non c’è da preoccuparsi: il router funziona anche con l’obsoleto standard 802.11b quindi massima compatibilità anche con dispositivi più datati. Asus RT-AC5300 sarà lanciato entro la fine del 2015. Lenovo ha presentato a IFA un’intera nuova linea di prodotti “fissi” (più che altro All-in-one) e portatili. Approfittando dell’avvento di Windows 10, un modello decisamente interessante è il Miix 700, quello che a tutti gli effetti si potrebbe considerare la risposta Lenovo all’ultimo Surface di Microsoft. Un tablet basato su Windows 10 con caratteristiche importanti e a cui si può collegare (con aggancio magnetico) una tastiera esterna molto sottile che lo rende di fatto un notebook. Non manca una dotazione tecnica di primo piano: Miix 700, che sarà disponibile a partire da novembre, è basato su un display da 12’’ e 300 nits di luminosità con l’ottima risoluzione di 2160 x 1440 pixel, il tutto per 780 grammi di peso. La dotazione hardware prevede più modelli con processori Intel Core m7 di sesta generazione e grafica integrata Intel, mentre come memoria si arriva fino a 8 GB e come storage fino a 256 GB di SSD. Interessante il discorso dell’autonomia: la batteria prevede un’autonomia fino a 9 ore di “video playback”, mentre come dotazione fotografica troviamo un doppio modulo da 5 Mpixel, principale e frontale. La connettività si basa su Bluetooth, Wi-Fi ac, USB 3.0, USB 2.0, micro HDMI ed è anche previsto un modello con connettività cellulare, per cui dotato di presa micro SIM. Lenovo comunica, inoltre, la possibilità di integrare una videocamera Intel RealSense opzionale. Per quanto riguarda il prezzo, infine, l’azienda ha comunicato quello in dollari, nonostante il prodotto sia ovviamente destinato anche al mercato europeo: si parte da 699 dollari. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE PC Tra le novità per il gaming, Asus presenta G752 della serie ROG e GX700 in arrivo a fine anno Asus GX700, il “portatile” con water cooling Asus rinnova la gamma di PC dedicati ai gamer e annuncia un modello raffreddato ad acqua di V.R. BARASSI uello del gaming è un settore nel quale diversi produttori stanno investendo molto e Asus è da anni in prima linea nell’offerta di PC dedicati ai più esigenti videogiocatori. L’azienda asiatica ha annunciato il nuovo G752 della serie ROG e ha svelato al pubblico un nuovo “misterioso mostro”. Per quanto concerne il G752, erede diretto del precedente G751, Asus ha pensato di equipaggiarlo - a seconda delle versioni - con processori di sesta generazione Intel, schede grafiche NVIDIA recentissime (è possibile scegliere anche la GTX 980M con 8 GB di RAM), con un quantitativo di RAM fino a 64 GB e con display da 17,3 pollici 4K. Si parte da 1.499 dollari. Nonostante la quantità irrisoria di informazioni rilasciate a riguardo (anche se pare che dentro sarà pressoché identico al G752, tranne che per la CPU K “sbloccata”), merita comunque di essere citato anche il nuovo GX700, PC - per Intel ha annunciato i nuovi processori di sesta generazione Skylake, tra cui anche gli interessantissimi Core m3, m5 e m7 che vedremo anche su smartphone e tablet Q modo di dire - “portatile” che arriverà sui principali mercati entro la fine del 2015 e sarà contraddistinto da specifiche all’ultimo grido e da un particolarissimo quanto ingombrante sistema di raffreddamento a liquido messo lì per garantire freschez- za a tutto il pacchetto. Ovviamente una soluzione davvero da hardcore gaming. Nessuna notizia sul prezzo - sicuramente elevato - cui verrà venduto GX700, ma una cosa è certa: chiamarlo “portatile” è un po’ eccessivo. PC Il convertibile di Acer è dotato di display da 11,6” touchscreen con risoluzione 1366x768 Acer R11 è il primo Chromebook che si fa in quattro Un Chromebook convertibile che garantisce un’esperienza d’uso veloce e gratificante A di Claudio STELLARI cer all’IFA 2015 è decisamente attiva. Tra i prodotti più interessanti svelati a Berlino troviamo il Chromebook R11, un piccolo e versatile convertibile basato su sistema operativo Chrome OS e con display touch da 11,6’’. Le quattro principali modalità di utilizzo (laptop, pad, display e tenda), rese possibili dalla rotazione dello schermo, permettono di soddisfare diverse esigenze di utilizzo ma senza snaturare le caratteristiche tipiche dei Chromebook, ovvero costo contenuto e versatilità. Il movimento di rotazione dello schermo, grazie a quattro cerniere brevettate con apertura a 360° e doppia coppia di torsione, permette di posizionare il display a qualunque angolazione, mantenendolo sempre stabile, anche durante l’utilizzo in modalità touch. Con uno spessore di 19,2 mm e con un peso inferiore a 1,25 kg, da quello che abbiamo visto il Chromebook R11 torna al sommario Intel Skylake presto anche in smartphone e tablet ci sembra particolarmente maneggevole; il profilo sottile e la cover superiore in alluminio con motivo metallico realizzato con nanotecnologie di stampa Acer contribuiscono a rendere il design decisamente gradevole. Chromebook R11 utilizza i processori Intel Celeron e offre un’autonomia dichiarata fino a 9,5 ore di funzionamento. Il display touchscreen 11,6” ha una risoluzione di 1.366 x 768 pixel, integra una webcam HD compatibile HDR (High Dynamic Range) e supporta la modalità a 10 punti di contatto; per quanto riguarda la connettività segnaliamo la presenza di una porta USB 3.0 e la connessione wireless 2x2 MIMO 802.11ac Acer Chromebook R 11 sarà disponibile nella regione EMEA a partire da novembre, a un prezzo interessante: 299 euro. di V.R. BARASSI Intel ha annunciato la nuova generazione di processori Intel Core, la sesta, basata sull’architettura Skylake a 14nm capace di prestazioni 2,5 volte superiori, di un risparmio energetico 3 volte maggiore e di prestazioni grafiche 30 volte migliori se si prende come riferimento un notebook di cinque anni fa. Intel ha svelato tutta la lista dei 48 nuovi processori Intel Core che nei prossimi mesi faranno capolino sui mercati e che saranno a disposizione dei partner (clicca qui per i dettagli). Tutti i nuovi processori supportano le tecnologie DirectX 12, Intel Speed Shift Technology, Thunderbolt 3 con USB-C, Intel RealSense Camera (R200) e WiDi in tutte le sue sfaccettature; ovviamente c’è la compatibilità nativa con Windows 10, sistema operativo che sfrutterà al massimo tutte le possibilità offerte dalla nuova ondata di processori Intel. Tra i processori Intel Core destinati ai laptop premium e agli ultrabook vi sono anche i nuovi dual-core m3, m5 e m7 con TDP a 4,5W e GPU Intel 515. Le specifiche sono interessanti ma ancor più intrigante è il fatto che a detta di Kirk Skagen, General Manager di Intel, tali CPU saranno installate anche all’interno di phablet e tablet di nuova generazione. E visto che il confine tra smartphone e phablet è quasi invisibile, nulla ci nega la possibilità di immaginare un Intel Core m all’interno di qualche smartphone Android del 2016. Per ora Intel non si è sbilanciata, ma l’obiettivo nemmeno troppo nascosto pare proprio quello di cercare di togliere quote di mercato a Qualcomm. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE GAMING Abbiamo provato il visore di realtà virtuale di Sony per PlayStation, le prime impressioni sono assolutamente positive Vogliamo subito Project Morpheus di Sony! Sony porta Project Morpheus a Berlino per l’IFA e non ci siamo fatti scappare l’opportunità di provarlo di persona di Paolo CENTOFANTI inalmente all’IFA di Berlino abbiamo avuto l’occasione di toccare con mano Project Morpheus. Il visore di realtà virtuale per Playstation arriverà nelle nostre case nella prima metà del 2016. Quello che abbiamo visto - anche da dentro - è ancora un prototipo, ma Sony ha dato la possibilità di utilizzarlo con videogiochi veri e propri, permettendo così al pubblico di avere un assaggio di quella che sarà l’esperienza di gioco con la nuova frontiera della realtà virtuale. Per chi non lo conoscesse, Project Morpheus è la risposta di Sony alla proposta di Oculus VR. Il concetto è simile: un visore stereoscopico con funzione di tracciamento dei movimenti del capo, che permette di immergerci completamente in un ambiente virtuale. Project Morpheus è stato presentato durante la conferenza stampa da Kaz Hirai, numero uno di Sony, e sarà una periferica per PlayStation 4, e potrà essere utilizzato in combinazione con gli altri accessori della console, come il controller PlayStation Move. La soluzione di Sony è basata su un display OLED da 5,7 pollici con risoluzione di 1920x1080 pixel. La risoluzione percepita dai nostri occhi sarà inferiore, visto che lo schermo è diviso in due per creare l’effetto 3D, mentre le lenti che devono circondare completamente il nostro campo visivo comunque comportano una perdita di definizione. Il display ha un refresh di 120 Hz e il sistema nel complesso ha una latenza (il ritardo F tra un nostro movimento del capo e l’aggiornamento dell’immagine sullo schermo del visore) inferiore ai 18 ms. Prima di poter giocare dobbiamo indossare il visore naturalmente, che andrà regolato in base alla nostra fisionomia. Il prodotto è ancora un prototipo e lo si capisce bene: la plastica scricchiola e il sistema per regolare il fuoco dell’immagine non è preciso. Alla fine riusciamo a fissare il visore in modo ottimale, ma l’immagine rimane leggermente fuori fuoco. La risoluzione percepita è più o meno in linea con quella dell’ultima versione dell’Oculus che abbiamo visto: la griglia dei pixel è ben visibile, ma come ci accingiamo a vedere, non è poi questo grande limite. La nostra po- torna al sommario stazione prevede una demo con un livello di The London Heist, gioco che prevede l’utilizzo di due Move per simulare l’utilizzo delle mani nel mondo virtuale. Al partire della demo ci troviamo immersi nel sedile passeggero di un SUV in marcia su un’autostrada. Alla nostra destra il nostro partner sta guidando e ci avvisa che potremo presto avere guai, ma intanto noi siamo impegnati a osservare l’abitacolo e soprattutto finalmente a poter muovere anche le nostre mani nell’ambiente virtuale, il che fa fare un salto incredibile al realismo dell’esperienza. Possiamo afferrare un bicchiere e il fatto di avere fisicamente nel mondo reale qualcosa in mano (il controller) fa una bella differenza. Ben presto ci troviamo tra i vetri del parabrezza infranto dai proiettili sparati dai nostri inseguitori: ecco che dobbiamo impugnare una mitraglietta con una mano e prendere i caricatori da un vano dell’auto con l’altra. In un attimo dimentichiamo di essere in fiera e siamo li, nell’auto, con vetri che si frantumano, veicoli che sfrecciano tutto in torno, mentre cerchiamo di mirare e rispondere al fuoco nemico. C’è una pistola nella nostra mano, la stringiamo, la possiamo esaminare con attenzione avvicinandola ai nostri occhi, ma non c’è tempo, dobbiamo scansare i colpi che ci piovono addosso. Il gesto di infilare un caricatore nella mitraglietta (seppure dobbiamo premere in realtà il grilletto del Move per raccoglie- re gli oggetti) è assolutamente realistico e per certi versi naturale. Per mirare meglio ci ritroviamo persino a chiudere un occhio e a stendere il braccio, proprio come faremmo nella realtà, e funziona: così facendo riusciamo a colpire meglio i bersagli. L’audio dalle cuffie è tridimensionale e aiuta a mantenere l’illusione. Non siamo più in fiera, siamo alle prese con un feroce inseguimento, e non importa se le immagini sono pixellate, se il contrasto lascia a desiderare e c’è qualche aberrazione cromatica. La sensazione è più che altro di indossare degli occhiali sporchi, ma siamo davvero in un altro mondo, il tutto grazie all’assenza di latenza non solo del visore, ma anche dei controller nelle nostre mani. Proprio mentre l’azione raggiunge il suo apice l’immagine va in dissolvenza: tempo scaduto, tocca a un altro provare Project Morpheus. Abbandoniamo la postazione con una sola certezza: vorremmo subito riprovarlo. Come per l’Oculus Rift si tratta di una tecnologia che ha sicuramente ancora ampio margine di miglioramento, ma Sony ha dimostrato di avere non solo una visione molto chiara della realtà virtuale in ambito videoludico, ma anche di aver capito l’importanza di implementare un sistema di controllo che vada oltre i movimenti della testa e quanto visto con il Move sembra essere proprio la direzione giusta. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE SMARTHOME Abbiamo toccato con mano gli elettrodomestici del prossimo futuro che puntano su connettività e design La casa di Whirlpool si comanda con un’app Un’unica applicazione per gestire e controllare gli elettrodomestici connessi e accedere direttamente al sito Whirlpool di Michele LEPORI hirlpool ha deciso di spingere a fondo sull’acceleratore della smarthome. Si chiamano Supreme Care e Supreme NoFrost, la famiglia di lavatrici, asciugatrici e frigoriferi connessi e sono una delle grandi novità di Whirlpool. La rivoluzione non sta tanto nelle caratteristiche della famiglia Supreme Care e neppure nella tecnologia 6° Senso Fresh Clean, ma nella tecnologia di casa connessa che questa volta sta davvero per mettere piede nelle nostre case tramite i nostri dispositivi iOS e Android con funzioni utili e interfacce semplici. Uno dei cavalli di battaglia di Whirlpool negli ultimi anni è il Sesto Senso, quel qualcosa in più che distingue i loro prodotti dal resto: oggi Sesto Senso diventa un’app. 6th Sense Live, questo il nome, un W vero e proprio salto in avanti nella gestione della routine quotidiana partito però da una domanda che più lecita non si può: cosa può davvero essere utile in un elettrodomestico connesso? La risposta l’hanno data 20 famiglie a cui è stato concesso il privilegio di vivere un anno con la lavasciuga connessa: i risultati sono uno spettacolo, lo possiamo dire ora che abbiamo avuto modo di scambiare più di qualche chiacchiera con gli sviluppatori. La panoramica dell’app parte da una login creata con un vero e proprio Whirlpool ID, il quale sarà il viatico per gestire i due rami dell’app stessa: controllo degli elettrodomestici e accesso diretto al sito Whirlpool. La parte più interessante è ovviamente la prima, dove il design pulito, essenziale e di facile lettura ci guida alla scoperta del bucato 2.0. La prima problematica sollevata dai beta tester è stata l’inutilità di avere un semplice controllo remoto del pulsante Start sul proprio smartphone, bensì l’esigenza di avere una vera e propria semplificazione della vita: da questa sacrosanta verità nasce l’evoluzione dei cicli di lavaggio basati su informazioni fornite a priori, ovvero un’app che prima ti chiede che cosa hai intenzione di lavare, e sulla base della risposta elabora un ciclo che non ha un nome proprio se non quello che decideremo di dargli qualora ci soddisferà. torna al sommario Ecco quindi nascere un vero e proprio elenco dei preferiti del bucato, dove utilizzo dopo utilizzo avremo il nostro piccolo personale vademecum di cicli creati su misura. Ma siamo solo all’inizio. Perché non programmare i cicli scoperti e salvati in modo da ottimizzarli nel workflow di casa? Ecco quindi che, oltre ai comandi di personalizzazione o di eventuale override dell’utente sui consigli della macchina (infatti si possono modificare in tutto e per tutto), si aggiunge un calendario simile a quello dello smartphone normalmente dedicato a riunioni e scadenze, sul quale andare ad allocare il ciclo di lavaggio, modificarlo in caso di imprevisti, annullarlo se necessario o combinarlo con il seguente programma di asciugatura che entrerà in funzione proprio pochi istanti dopo aver - ad esempio - regolato il carico del bucato per ottimizzarne la fase di asciugatura. Già così siamo veramente stupiti dal lavoro degli ingegneri Whirlpool, ma capiamo presto che le sorprese sono dietro l’angolo: il calendario mostra infatti dei simboli molto simili a quelli del meteo e dei valori che potrebbero benissimo essere delle temperature. A domanda diretta, la risposta è di quelle che non t’aspetti: “Sono i consigli su quando terminare il programma di lavaggio in relazione al meteo per ottimizzare i tempi in cui il bucato è steso”. Semplice, geniale e davvero utile così come la possibilità di far scegliere all’app quando far partire i cicli in relazione al costo dei kW/h o dell’impianto fotovoltaico o del consumo di acqua che il programma impostato può richiedere: sembra davvero uscito da un videogioco, ma il test che stiamo completando è sulla lavatrice a pochi passi da noi, reale. Quello che invece non ti aspetti è l’angolo cucina 3.0, una demo dove viene spiegato subito che l’elettrodomestico in essere è un prototipo che vedrà la luce - forse - in un futuro decisamente lontano. L’ambiente è la classica cucina minimal che sembra appena uscita da una rivista di design o da una fiera di tecnologia: su di essa, qualcosa che assomiglia a una cappa ma che in realtà è un doppio proiettore sotto il quale si trova un tavolo che rivelerà sorprese decisamente interessanti. La dimostrazione mostra come, a comando, sul piano d’appoggio vengano proiettati le sagome circolari di un fornello che si rivelerà essere vero poiché il piano è a induzione: otto punti di calore personalizzabili a piacimento in base ai quali ottimizzare la gestione delle pentole. Sul muro di fronte, una seconda proiezione mostra una ricetta con la timeline della preparazione divisa per ingredienti, il tutto guidato passo passo dal download da Internet, dall’ottimizzazione per le dimensioni della parete fino all’integrazione con un database di contatti - probabilmente in cloud dove possiamo accedere per contattare qualcuno o per condividere sui social cosa sta accadendo. Ovviamente non c’è traccia di smartphone, tablet o computer: passa tutto dal tocco su piano o parete resa “smart” dal proiettore. Sembra fantascienza, ma dopo quello che abbiamo visto potrebbe presto diventare realtà. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE SMARTHOME Philips porterà in Italia Pasta Maker, la macchina per la pasta totalmente automatica Philips vs Barilla: pasta fresca in 10 minuti Pasta maker può preparare pasta fresca per 4 persone, avrà un prezzo di circa 200 euro di Roberto PEZZALI I taliani ghiotti di pasta aprite le orecchie: la macchina per fare la pasta in casa che Philips ha lanciato negli States lo scorso anno arriverà anche in Italia in versione leggermente modificata. Bastano 199 euro circa per portarsi a casa Pasta Maker, una impastatrice con trafilatura integrata completamente automatica, capace di preparare in 10 minuti 300 grammi di pasta fresca, 15 se si vuole una quantità doppia, 600 grammi. La macchina per fare la pasta non è ovviamente una novità in cucina, ma Philips e la tecnologia aiutano a semplificare il processo rendendo il tutto immediato e facile. Basta versare gli ingredienti nel vano di miscelazione di Emanuele VILLA lab PastaMaker Philips per veder comparire, dopo circa 5 minuti, i primi maccheroni: nessuno sforzo, nessuna fatica, solo la necessità di “tagliare” con la spatola il prodotto trafilato per decidere la lunghezza desiderata. Quattro i filtri presenti, adatti a creare maccheroni, spaghetti, tagliatelle o lasagne, con la sfo- glia che per semplicità esce arrotolata a tubo. Philips ha pensato davvero a tutto: la pasta non esce liscia ma grezza, per trattenere più condimento, e con la consapevolezza che spesso il punto debole delle impastatrici è la pulizia ha pensato ad un sistema di impasto che può essere smontato facilmente e lavato in lavastoviglie. Pasta Maker funziona con ogni ricetta di impasto: si può fare pasta all’uovo o pasta a grano duro da essiccare, scegliendo sempre gli ingredienti e le dosi preferite. SMARTHOME Haier lancia Duo, una lavatrice con doppio cestello pensata per lavaggi frequenti La lavatrice che vale doppio è Haier Duo Ha consumi ridotti (classe energetica A+++ -30%) e interfaccia smart di ultima generazione G di Claudio STELLARI torna al sommario LG mostra all’IFA SmartThinQ Un sensore pensato per rendere “smart” gli elettrodomestici tradizionali. A seconda dell’elettrodomestico in cui lo si installa cambiano le funzioni video Pasta fresca fatta in casa in soli 10 minuti ià vista in occasione della Global Press Conference IFA di aprile, torna a far parlare di sè la prima lavatrice Haier con doppio cestello, la Haier Duo, una soluzione che, a fronte di un ingombro non indifferente, è pensata per ridurre i tempi di lavaggio: non occorre infatti attendere la fine di un ciclo di lavaggio per avviarne un altro, ma basta semplicemente caricare il secondo cestello quando si vuole. Ovviamente si tratta di un’esigenza sentita da parte delle famiglie numerose o da chi effettua frequenti lavaggi, ma Haier Duo può rendersi utile anche in altre situazioni; l’apparecchio permette infatti di trattare in modo differente capi con diverse esigenze di lavaggio utilizzando i 2 cestelli (bianchi e colorati potranno finalmente essere lavati allo stesso tempo, così come lana e cotone). Haier Duo consen- Il sensore LG rende “smart” gli elettrodomestici te di lavare in totale ben 12 Kg di bucato, 4 Kg nella parte superiore e 8 kg in quella inferiore, con un’ampia scelta di programmi per ognuno dei due cestelli (12 per la parte superiore, 18 per l’inferiore). Ogni cestello dispone di un proprio motore Smart Drive Motor (SD Motor) su cui Haier offre una garanzia di 12 anni. Tra le caratteristiche di rilevo segnaliamo l’elevata classe energetica A+++ -30%, con un risparmio energetico del 30% rispetto al migliore standard energetico riconosciuto in Europa; il design interno del cestello (Haier Pillow Drum) garantisce un lavaggio che preserva l’integrità dei materiali e l’interfaccia “smart” di con- trollo si avvale di un display touchscreen da 7’’ sulla parte frontale della lavatrice. Haier Duo può essere controllata anche da remoto tramite Internet, utilizzando lo smartphone e il tablet. Haier Duo, per la quale non si parla ancora di prezzi, sarà disponibile in Europa a partire dal primo trimestre del 2016. LG ha approfittato della fiera berlinese per presentare le sue ultime “creazioni” in fatto di smarthome, in questo caso un piccolo sensore - SmartThinQ - pensato per trasformare una casa tradizionale in un appartamento “2.0”. Il sensore è racchiuso in un piccolo chassis circolare che può essere installato in diversi elettrodomestici e - in questo modo - fornire utili informazioni ai propri utenti. Per esempio, SmartThinQ può essere installato all’interno di lavatrici e frigoriferi: in questo modo, il sensore segnala all’app di controllo le vibrazioni subite e la temperatura, avvisando l’utente sulla fine del ciclo di lavaggio o quando è necessario agire sui controlli del frigo per aggiustare il livello di freddo. Non solo: il sensore può comunicare anche quante volte la porta viene aperta e chiusa e - con modalità che indagheremo - sulla scadenza di eventuali cibi al suo interno. Inoltre, la comunicazione ufficiale dell’azienda stabilisce che SmartThinQ può anche controllare e agire sulle funzionalità (via apposita app) di diversi elettrodomestici (si fa l’esempio dei condizionatori d’aria), che supponiamo essere quelli certificati AllJoin. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE SMARTHOME Haier Codo, la lavatrice iper-portatile. Al momento non è distruibuita in Italia Haier inventa la lavatriche che sta in tasca Può rimuovere vari tipi di macchie. Perfetta per i ristoranti, fa comodo anche in casa di Gianfranco GIARDINA un classico: la camicia bianca appena messa e lo schizzo di pomodoro che dal maccherone parte e si va a stampare a metà del petto. Lo scenario più frequente prevede che a quel punto si tentino operazioni di dubbia riuscita con acqua minerale e vari smacchiatori o – per i più previdenti – si passa al cambio camicia in corsa. Haier vuole cambiare la fine di questa storia grazie a un cilindretto colorato: si chiama Codo e viene promosso come la prima lavatrice da tasca al mondo. Si tratta di un piccolo apparecchio, funzionante a batterie, che contiene un serbatoio per acqua e detergente. In caso di macchia, basta appoggiare la testina sul punto da trattare e attivare il Codo: l’apparecchio inizia a quel punto a emettere la giusta (e contenuta) quantità di liquido procedendo con un movimento oscillatorio che deterge la zona di tessuto macchiata. Se la macchia è particolarmente forte si può anche procedere ponendo sotto il tessuto un pezzo di panno carta che funge da assorbente, in modo da attrarre l’acqua in eccesso e, con essa, la sostanza alla base della macchia. In 30 secondi la macchia è cancellata e la cami- È cia (ma può trattarsi ovviamente di qualsiasi capo) recuperata all’uso. Codo nasce nei laboratori giapponesi di Haier (in Giappone il nome è Coton) e, malgrado il nome possa far pensare diversamente, è adatto a tutti i tipi di tessuto, oltre che a tutti i tipi di macchie. Ci sono però pro- cedure diverse da seguire a seconda dell’agente macchiante: in caso di tracce di rossetto o di penna a sfera (anche questi altri due classici) il consiglio è quello di far lavorare Codo a secco fino a eliminazione della macchia: in questo caso, infatti, basta l’azione meccanica della testina per rimuovere la macchia; un passaggio a umido successivo ha poi un’azione sciacquante. Perfetto come dotazione per i ristoranti un po’ più “smart”, Codo al momento non è distribuito in Italia ma potrebbe arrivare nei prossimi mesi a un prezzo intorno ai 90 euro. SMARTHOME Presentato da Samsung un particolare dispositivo da posizionare sotto il materasso Dormi male? Samsung SleepSense ti aiuta a riposare Monitora il sonno e raccoglie dati ma può anche intervenire su altri dispositivi connessi T di Vittorio Romano BARASSI ra le novità dell’IFA trova posto anche uno sleep tracker targato Samsung, un prodotto pensato non solo per monitorare le fasi di sonno senza costringerci ad indossare braccialetti vari, ma anche per migliorare la quantità e la qualità del nostro riposo. Dichiaratamente indirizzato a “genitori e professionisti stressati”, SleepSense è di fatto un sensore (Samsung garantisce una precisione nella raccolta dati del 97%) che va posizionato sotto il materasso (è spesso solo 1 cm) e che da lì inizierà a raccogliere diverse tipologie di informazioni proprio come un braccialetto tradizionale, ma col vantaggio di non dover essere indossato e di essere abbastanza “smart” da comunicare con altri apparecchi Samsung al fine di migliorare il sonno dell’utente. Dunque, oltre a registrare le varie fasi di torna al sommario sonno leggero e profondo, i movimenti durante la notte e tutte le volte che ci si sveglia, SleepSense è pure in grado di spegnere una lampadina o una TV accesa che disturba il sonno, può alzare la temperatura di una stanza troppo fredda comunicando col termostato oppure accendere l’aria condizionata in condizioni di eccessivo caldo. Non manca ovviamente la funzionalità SmartAlarm, la quale sarà capace di svegliarci nei momenti di sonno leggero in prossimità dell’orario prestabilito e non nelle fasi di sonno più profondo. Oltre a fare tutto questo, SleepSense è pure in grado di registrare il battito cardiaco e di inviare i dati raccolti via Bluetooth a uno smartphone con apposita app installata e da lì si potrà controllare ogni singolo parametro e la connessione con gli altri device presenti in casa. SleepSense sarà lanciato in Corea del Sud entro fine anno ad un prezzo non ancora comunicato. Nessuna notizia per quanto concerne la commercializzazione europea. Piatti puliti anche negli angoli Samsung spara un “muro d’acqua” Le lavastoviglie tradizionali hanno un rotore che spruzza acqua ovviamente su una superficie circolare Samsung inventa il lavaggio “tangenziale” che, quasi come un plotter, sposta il muro d’acqua avanti e indietro, migliorando la copertura di Gianfranco GIARDINA Secondo Samsung le lavastoviglie tradizionali - anche quelle della stessa società coreana - non puliscono alla perfezione i piatti e le stoviglie sistemate negli angoli. Il rotore che spruzza l’acqua, infatti, lo fa su un volume tendenzialmente cilindrico e l’acqua che arriva nei quattro angoli, ci arriva di rimbalzo e oramai senza energia pulente. La soluzione secondo Samsung si chiama WaterWall, letteralmente “muro d’acqua”. Samsung ha realizzato infatti un sistema di spruzzo dell’acqua che invece di ruotare scorre linearmente lungo un binario centrale: in questo modo, come si vede dal filmato, viene coperta tutta l’area del vano lavastoviglie, con pieno raggiungimento anche degli angoli. Una soluzione davvero semplice ma evidentemente efficace e che di fatto supera un limite degli attuali sistemi di lavaggio stoviglie domestici. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE SMARTHOME Siemens ha presentato una linea di lavatrici equipaggiate con la tecnologia sensoFresh che utilizza l’ozono Odori addio: Siemens “rinfresca” i capi con l’ossigeno L’ozono ottenuto dall’ossigeno presente nell’aria rinfresca a secco i vestiti e capi anche non lavabili impregnati di odore di Gianfranco GIARDINA uante volte si mette nella biancheria sporca una maglia o un golf solo perché si impregnato di odore di cibo o di sigaretta; ne segue tutto (l’inutile) ciclo di lavaggio, asciugatura e stiratura per un capo tutto sommato pulito, anche se maleodorante. Ma ora c’è la soluzione giusta: debutta a IFA 2015, infatti, una nuova tecnologia decisamente utile nel lavaggio e manutenzione dei capi d’abbigliamento. Si chiama sensoFresh ed equipaggia alcuni nuovi modelli (lancio previsto entro la fine dell’anno) di Siemens, che fa parte insieme a Bosch del gruppo B/S/H. Il sistema è semplice e ingegnoso: nella lavatrice è stato integrato un generatore di ossigeno attivo, ottenuto sintetizzando ozono dall’aria ambiente. Sono stati quindi creati diversi programmi che fanno uso di questo ossigeno attivo, primo tra tutti quello di “refresh” dei capi. In pratica basta inse- Q rire i vestiti da rinfrescare nella lavatrice e lanciare il processo: il tamburo gira lentamente mentre i vestiti vengono “sciacquati”, a secco si intende, in un flusso di ossigeno attivo. L’effetto è quello di eliminare ogni odore e di sanificare i capi, oltre che distenderne le fibre. La cosa interessante è che questo processo può essere fatto su qualsiasi capo, anche quelli non lavabili o delicatissimi, come per esempio i foulard di seta, che generalmente vengono lavati molto raramente: non viene usata né acqua né detergente e quindi non c’è alcun problema. Due i programmi previsti, da 30 e 45 minuti, da scegliere a seconda dello stato dei capi. Il risultato è un vestito meravigliosamente inodore, recuperato perfettamente, come appena uscito dal ciclo di lavaggio-stiratura. Allo stesso modo, è possibile utilizzare il contributo disinfettante dell’ossigeno attivo anche durante un lavaggio tradizionale, per esempio per avere un bucato perfet- tamente sanificato anche con programmi a 40°: un toccasana per quei vestiti che non possono andare a temperature più alte ma riguardo ai quali si vuole avere comunque la massima garanzia di igiene. Infine - e anche questa è una buona idea - è stato pensato anche un programma da fare con acqua e ossigeno attivo finalizza- to solo alla perfetta pulizia e sanificazione della lavatrice stessa. Un’operazione indispensabile per il buon funzionamento della lavatrice e per garantirsi che ogni bucato sia davvero sanificato e non contaminato. In questo video un’esemplificazione delle diverse funzioni del sistema sensoFresh introdotto da Siemens. SMARTHOME La lavatrice Samsung WW8500 AddWash permette di aggiungere capi da lavare e i deterssivi anche a ciclo iniziato Samsung AddWash: il bucato “aspetta” i panni dimenticati Grazie all’apposita “finestra” frontale si possono inserire al volo i capi, ma anche detersivi, in ogni momento del lavaggio A di Luigi LO FORTI bbiamo finalmente caricato la lavatrice, scelto il programma adatto, controllato che la vaschetta del detersivo sia piena: non dobbiamo fare altro che avviare la macchina, e poi potremo passare ad altro. Fatto. Ed è proprio nel secondo successivo, quando ci voltiamo soddisfatti, che di solito si materializza la fastidiosa realtà: può essere un calzino solitario occhieggia beffardo dal cesto della biancheria, un asciugamani smarrito finito dietro il mobiletto del bagno, la camicia lasciata appesa all’attaccapanni… insomma, un indumento sporco è rimasto fuori dalla lavatrice. Fino ad oggi c’era ben poco da fare: soprattutto nel caso, molto comune, di una lavatrice a carica frontale, in presenza della quale occorre aspettare che il livello dell’acqua cali prima di intervenire, se non si vuole allagare la stanza. Fino a oggi, appunto, perché la stessa Samsung ha provveduto a trovare una soluzione: una lavatrice dotata di uno sportello appositamente studiato per permette l’inserimento dei capi dimenti- torna al sommario cati anche nel bel mentre del ciclo di lavaggio. L’oblò della WW8500 AddWash è infatti dotato di un ingresso supplementare, situato nella parte superiore, dove è possibile introdurre non solo altri capi di biancheria, ma anche detergenti e ammorbidenti supplementari, in qualunque momento del ciclo di lavaggio. Tutto quello che occorre fare e schiacciare il pulsante che mette in pausa la lavatrice e aprire lo sportello extra, grande abbastanza per farci passare un golfino o perfino un paio di pantaloni. Naturalmente, non manca nemmeno un sistema di sicurezza a prova di bambino, per garantire la massima sicurezza. La WW8500 può inoltre interagire con gli smartphone Android e iOS , grazie ai quali potremo controllare i progressi delle fasi di lavaggio dei vari programmi ed essere avvisati prima dell’inizio di un nuovo ciclo, un’opzione utile se per esempio abbiamo intenzione di aggiungere qualche capo delicato alla fine del lavaggio. Non mancano naturalmente soluzioni tese a massimizzare il rispar- mio energetico e a migliorare l’efficienza di lavaggio. Così, il ciclo SuperSpeed permette di ridurre il tempo necessario a concludere un lavaggio normale a una sola ora, grazie a un getto d’acqua accelera la sciacquatura del detersivo e velocizza ulteriormente le operazioni di pulizia. WW8500 utilizza poi la tecnologia Ecobubble per miscelare il detersivo con arie e acqua, in questo modo riempiendo l’intero cestello con bolle che riescono a penetrare il tessuto fino a 40 volte più velocemente rispetto alla classica acqua e sapone. Questo sistema rende possibile anche lavare con acqua fredda, con un conseguente risparmio energetico. E a proposito di risparmio energetico, vale la pena segnalare l’impiego di un motore Digital inverter, la cui attività è gestita da un sistema in grado di regolare in ogni momento i parametri di funzionamento in modo tale da garantire la migliore efficienza, limitando al massimo i consumi senza compromettere il risultato finale, oltretutto riducendo il rumore e prolungando la vita dell’elettrodomestico. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE SMARTHOME Tempi duri per i batteri grazie all’umidificatore con una forma simile al ventilatore L’umidificatore Dyson che sanifica l’acqua Contiene una lampada a ultravioletti che sanifica l’acqua prima della sua vaporizzazione di Gianfranco GIARDINA yson se n’è inventata un’altra: si tratta di un umidificatore, e fino a qui non ci sarebbe nulla di strano. Ma l’azienda a IFA 2015 ha dimostrato come l’impiego di un comune umidificatore possa essere molto più dannoso per la salute rispetto al suo non utilizzo e questo per due motivi: innanzitutto generalmente non si può impostare il tasso di umidità corretto e quindi si deve andare “a occhio”; ma soprattutto l’acqua comune, soprattutto se presente da qualche giorno, può avere una proliferazione batterica non banale e la vaporizzazione di quest’acqua non fa che disperdere in ambiente questi batteri, con la conseguente propagazione di influenze ed epidemie. Per questo motivo Dyson ha realizzato un umidificatore che, prima di vaporizzare l’acqua, la fa passare in un condotto e la fa stazionare per tre minuti a stretto contatto con una lampada a ultravioletti (UV-C, i più efficaci per l’abbattimento della carica batterica) che la sanifica completamente, dando Nel nuovo frigorifero a quattro porte di Samsung, una la puoi usare come ti pare Frigo a 4° se il fresco non ci sta tutto nei vani superiori o freezer se gli alimenti da congelare sono troppi Tutto con un tasto D la garanzia di sicurezza sotto il profilo sanitario. L’utente può lasciar funzionare la macchina in automatico: ci pensa lei ad analizzare la situazione di temperatura e umidità dell’aria e procedere all’aggiunta o meno di acqua, anche se ovviamente non può sottrarne. In alternativa, l’utente può decidere il tasso di umidità di comfort, forzando quindi il comportamento della macchina. Infine - perché no - l’umidificatore Dyson può essere usato anche come semplice ventilatore. Altro grosso vantaggio è appunto la disponibilità del telecomando, non sempre presente sugli umidificatori. Il “motore” dell’umidificatore è a ultrasuoni, quindi il getto di aria umida è freddo. Ma contrariamente a quanto accade con alcuni modelli a ultrasuoni, la vaporizzazione è estremamente fine e, grazie anche al sistema di condotti di distribuzione dell’aria (il classico profilo circolare di Dyson), non c’è alcuna goccia d’acqua condensata attorno alla macchina anche dopo ore di funzionamento al massimo regime. SMARTHOME Un dispositivo chiamato cella di Peltier manda in pensione il compressore La cantinetta per vini di Haier raffredda con un chip Il sistema di distribuzione del freddo, Heat Pipe, lavora con acqua e anidride carbonica H di Michele LEPORI aier alla conferenza di presentazione dei suoi dispositivi ha stupito un po’ tutti presentando una cantinetta per la conservazione dei vini che invece del solito compressore di ventilazione e raffreddamento ha una specie di microchip: si tratta di una cella di Peltier, un dispositivo allo stato solido di poco meno di 5 cm per lato e pochi millimetri di spessore (ma il peso si sente) che pensiona il vecchio compressore motorizzato delle cantinette. La cosa se vogliamo anche divertente è che il sistema di distribuzione del freddo generato dalla cella di Peltier va... ad acqua frizzante. Il circuito si chiama Heat Pipe e lavora (in maniera non meglio specificata) con acqua e anidride carbonica, stabilizzando la temperatura su richiesta dell’utente in un range che oscilla fra i 5 e i 20 gradi. La cantinetta diventa così una “classe A” torna al sommario Ecco lo sportello versatile: fa il frigo o il freezer lo decidi tu contro la maggior parte di quelle tradizionali che non vanno oltre la B; ma soprattutto ha annullato ogni parte in movimento azzerando completamente la rumorosità. Il prezzo sarà ovviamente superiore a quello dei modelli in tecnologia tradizionale, si prevede di circa il 30-40%. Ovviamente ci siamo concessi una “licenza poetica” nel parlare di “acqua frizzante”; peraltro ottenere qualche informazione in più dagli addetti ai lavori è stato praticamente impossibile, e l’impressione è che il lavoro di ingegneria che c’è dietro le quinte sia stato davvero importante, tanto da trincerarsi dietro alle risposte di circostanza e un ambiguo “maggiori informazioni a inizio 2016”, data di lancio della cantinetta. I risvolti ad ampio raggio sono facilmente intuibili: il compressore motorizzato che Haier ha fatto sparire dalla cantinetta non è poi così dissimile da quello che trova posto in frigoriferi, congelatori e condizionatori e se Haier è in grado di ottenere lo stesso risultato con un sistema a base di un dispositivo di controllo remoto e dei tubi pieni di acqua gassata, ci aspetta davvero la rivoluzione in almeno un paio di stanze. di Gianfranco GIARDINA Quante volte abbiamo sperimentato la frustrazione di un frigorifero troppo pieno, magari prima di una bella cena estiva, con l’impossibilità di tenere cibi, vino e bibite in fresco. Spesso ci si accorge che lo spazio nel freezer non basta, soprattutto quando si cucina tutto insieme per poi “stivarlo” nel congelatore. Ovviamente la soluzione più semplice - ma irrealizzabile - sarebbe avere spazi infiniti di vani frigo e freezer. Samsung viene incontro a questa esigenza con un frigo/freezer “flessibile”, con il quale, entro certi limiti, è l’utente a decidere di cosa ha bisogno: più spazio frigo o più spazio freezer. Si tratta di un modello a 4 porte, di certo già generoso di suo. Solitamente i modelli con questo layout hanno il vano frigorifero nelle due porte superiori e quello congelatore in quelle inferiori. In questo caso è quasi così: il vano inferiore destro è separato dal corrispondente sinistro e può funzionare da frigo o da freezer a seconda delle esigenze. L’utente infatti può fare la sua scelta semplicemente operando sul pannello presente sullo spessore della porta. Il vano inferiore destro, che è organizzato a cassetti, passa così dal mantenere i classici 4° del frigorifero ai -18° del congelatore. E così addio problemi, salvo ovviamente non avere la necessità contemporanea del super-carico sia sul frigo che sul freezer: in quel caso non resta che un secondo apparecchio. Concert for one Cuffia P3. Un mix di alta qualità sonora e comfort di lusso, frutto della fusione calcolata e calibrata tra materiali pregiati e tecnologie raffinate. Nata dalla penna di Morten Warren, lo stesso creatore dello Zeppelin Air iPod Speaker, la P3, disponibile in 4 colori, nero, bianco, rosso e blu, ne conserva la personalità, il talento sonoro e la frequentazione privilegiata, ovvero l’iPod e l’iPhone dai quali estrapola il meglio dei conte- nuti sonori, ne integra la funzionalità e la cosmetica. P3 è infatti dotata di un cavo con comando per iPod/iPhone con microfono e controllo volume/salto-traccia, utilissimo per tutti gli amanti dei player firmati dalla mela argentata. Ma –ovviamenteP3 è "anche" una cuffia Hi Fi tradizionale di elevatissimo livello, da poter collegare a qualsiasi sorgente standard, tramite il cavo a corredo intercambiabile con quello per player Apple. Zeppelin e Zeppelin Air sono marchi registrati di B&W Group Ltd. AirPlay, iPod, iPhone e iPad sono marchi di Apple Inc. registrati negli Stati Uniti e in altri paesi. www.audiogamma.it n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE SMARTHOME Una super batteria al litio e passa la paura, anzi passa il cavo, che non c’è più LG Cord Zero, l’aspirapolvere che ti segue fedelmente E per fare le cose più facili, l’aspirapolvere di LG segue il suo “padrone” passo dopo passo N di Gianfranco GIARDINA essuno ha mai voglia di passare l’aspirapolvere per casa. Il motivo? Che il più delle volte si finisce per litigare con il cavo e con il tubo dell’aspirapolvere, elementi che sembrano quasi “vivi” e fanno di tutto per annodarsi a tutto quello a cui si avvicinano. Tutta acqua passata, grazie a LG e al suo nuovo aspirapolvere CordZero presentato a IFA 2015. Il nome svela che si tratta di un aspirapolvere senza filo, equipaggiato con una potentissima batteria agli ioni di litio, e questo già elimina un problema, quello del cavo elettrico. In funziona- Nel retro della lancia di aspirazione c’è un piccolo sensore: questo permette all’aspirapolvere di capire dov’è il padrone e di tenersi a debita distanza, ma senza allontanarsi. Il Philips serie 7000 è dotato di connettività Bluetooth e di un’app che acquisisce i dati della rasatura e la “tara” sulla base della pelle mento alla massima potenza, l’apparecchio è in grado di aspirare per 17 minuti consecutivi; se si inserisce la modalità power save, si passa a 40 minuti. Dopodiché l’apparecchio va rimesso sotto carica. La caratteristica “wireless” rende anche CordZero particolarmente adatto per tutte quelle situazioni in cui una presa è lontana: per fare un esempio, basta scendere in strada per dare una bella pulita alla macchina senza preoccuparsi di portarla in box o di allestire complicate prolunghe. Pulitori ambulanti, come i figuranti presenti allo stand: una dimostrazione particolarmente efficace. Ma LG CordZero risolve anche l’altro problema - quello che costringe a fare un passo avanti e tre indietro per tirarsi dietro il corpo dell’aspirapolvere -: grazie alla funzione di “inseguimento” l’aspirapolvere si comporta da cagnolino fedele e segue a un metro di distanza il proprietario, non così lontano da far tirare il tubo e non troppo vicino da rischiare lo sgambetto. Nel video si vede bene come il mansueto e fedele aspirapolvere segue il suo padrone. Un prodotto che colpisce e piace: non sappiamo se basterà questo per far venir la voglia di far le pulizie di casa, ma di sicuro le renderà meno faticose e forse anche un po’ divertenti. SMARTHOME LG ha presentato un frigorifero smart interessante, con una fotocamera integrata Il frigo con videocamera e app, e sai cosa c’è dentro Scatta una foto ogni volta che si apre un cassetto e, via app da remoto, ci dice cosa c’è o manca T di Gianfranco GIARDINA utti i produttori si tuffano a pesce sulla trasformazione degli elettrodomestici in apparecchi connessi a Internet via Wi-Fi. Ma non sempre il fatto di poter controllare un elettrodomestico da remoto via app risulta sensato e i frigoriferi apparivano proprio quella categoria di apparecchi che, tutto sommato, anche senza app possono vivere benissimo. Infatti, cambiare l’impostazione della temperatura del frigorifero non è certo un’operazione che si fa di frequente. Anzi, probabilmente, nella vita di un frigorifero, si fa pochissime volte. LG però ha trovato un impiego della declinazione “smart” del frigorifero decisamente interessante: nel “soffitto” del vano frigorifero è stata inserita, infatti, una fotocamera. Ogni qual volta si apre un cassetto, la fotocamera scatta; analogamente si comporta ogni volta che torna al sommario Il rasoio connesso Philips è una manna per chi ha la pelle sensibile si chiude lo sportello. L’utilizzo di queste foto è presto detto: l’utente che si collega al frigorifero tramite la app può verificare anche da remoto cosa c’è all’interno del frigorifero e, per esempio, comportarsi di conseguenza nelle proprie scelte per la spesa. La app separa appunto i diversi fotogrammi (il ripiano superiore, il contenuto del cassetto di destra e di quello di sinistra) e li unisce in una specie di layout virtuale del frigorifero. Il contenuto si vede bene (anche a tutto schermo) e i diversi prodotti sono riconoscibili. Per avere le immagini anche del contenuto dei due cassetti, questi sono equipaggiati con un “tag”: quando la videocamera lo inquadra (e questo vuol dire che il cassetto è aperto) scatta la foto. Le stesse immagini possono essere consultate anche dal display posto sul frontale del frigorifero. Questa potrebbe sembrare un’assurdità: basta aprire la porta e guardare. Ma il consumo elettrico di un frigo si impenna ogni qual volta si apre la porta, soprattutto se le temperature ambientali sono alte: evitare un’apertura guardando sul display frontale fa bene alla bolletta e anche alla salute del frigorifero. di Emanuele VILLA Philips Smart Shaver 7000 è un rasoio che viene definito dall’azienda come “il primo Bluetooth connected shaver” in grado di fornire un’esperienza di rasatura altamente personalizzata e, di conseguenza, di portare azzerare l’irritazione della pelle. Lo Smart Shaver Philips, oltre a integrare tutte le tecnologie per una rasatura impeccabile, è anche Bluetooth e comunica costantemente con un’app esterna, disponibile al momento per iOS. L’app non fornisce solo consigli di rasatura derivanti dall’esperienza dell’azienda nel settore e da consigli medici, ma raccoglie tutti i dati che gli vengono forniti dal rasoio stesso: momento dell’ultima rasatura, pressione esercitata in funzione del tempo, funzionalità utilizzate, per quanto tempo e via di seguito. In questo modo, l’app non solo si rende conto di quando abbiamo bisogno di una bella rasatura, ma è anche in grado di fornire preziosi suggerimenti all’utente e di impostare i parametri del rasoio per ottimizzare la routine di rasatura. L’idea alla base di Smart Shaver è che tutti gli uomini sono diversi, è diversa la loro pelle e la loro barba: solo studiando le abitudini di rasatura è possibile impostarne una che sia efficiente e non lasci spiacevoli irritazioni. n.117 / 15 9 SETTEMBRE 2015 MAGAZINE AUTOMOTIVE Facilmente installabili sul cruscotto, le Dash Cam 30 e 35 sono disponili da novembre Più sicuri in auto con le Dash Cam Garmin Le nuove telecamere Garmin con il loro occhio vigile registrano tutto ciò che succede in strada di Claudio STELLARI e Dash Cam sembrano destinate a diffondersi sempre più anche nel nostro Paese. Queste piccole telecamere permettono infatti di documentare con le loro riprese quello che succede sulla strada davanti all’autovettura, come un occhio sempre vigile: in caso di incidente si potrà dimostrare facilmente la dinamica del sinistro, permettendo di dirimere molto velocemente ogni dubbio. I due modelli presentati da Garmin all’IFA, le Dash Cam 30 e 35, hanno diverse frecce al loro arco: sono stand alone, si possono quindi posizionare molto facilmente sul cruscotto e all’occorrenza spostare; riprendono immagini dettagliate in Full HD e registrano in modo continuo e automatico all’avvio del motore. La funzione Incident Detection, inoltre, grazie a un sensore di accelerazione (G-Sensor), si accorge quando si verifica un brusco rallentamento e salva automaticamente il file video proteggendoli da sovrascrittura. Le Dash Cam 30 e 35 permettono entrambe di scegliere la risoluzione delle registrazioni video (1080p, 720p oppu- L GADGET Costellazioni a portata di mano con Universe2Go Universe2Go è un visore che nella parte posteriore ospita lo scomparto per ospitare un iPhone (compatibilità dal 4 al 6) oppure gli smartphone della famiglia Galaxy, da S3 in su. Grazie ai suoi due display, mostrerà la volta celeste semplicemente alzando la testa. Universe2Go è pronto a portarci nel mondo della scienza, con tutte le info su stelle e pianeti aggiornate alle più recenti scoperte ma è anche un ottimo strumento didattico per capire la storia dietro a costellazioni e stelle e il ruolo che hanno avuto nella storia dell’uomo. Universe2Go in Europa è già disponibile per l’acquisto tramite il sito degli astronomi che l’hanno creato a 99 euro. torna al sommario Polaroid Snap ci ricorda l’infanzia e stampa le foto senza inchiostro La nuova Snap di Polaroid è in grado di stampare istantanee senza bisogno di inchiostro: sfrutta una carta speciale (Zink) che “attiva” i colori sfruttando il calore re WGA) che vengono memorizzate su scheda microSD (una memoria da 4GB in dotazione, è possibile utilizzare schede fino a 64GB) e dispongono di display integrato, da 1,4” per la Dash Cam 30, quello da 3 pollici per la Dash Cam 35. La Dash Cam 35 è dotata anche di funzione Forward Collision Warnings, in grado di avvisare automaticamente il guidatore in caso di riduzione repentina della distanza del veicolo che precede, contribuendo a ridurre il rischio di tamponamento. Questo modello integra anche la funzione GPS, per registrare nel video informazioni come l’ora, la velocità del veicolo e le coordinate GPS, sempre molto utili nel malaugurato caso di sinistro. Entrambe le Dash Cam possono infine essere scattare foto, rimuovendole dal loro supporto, ad esempio per documentare eventuali danni del veicolo. La disponibilità delle Dash Cam 30 e 35 di Garmin è annunciata a partire dal mese di novembre, al prezzo consigliato al pubblico rispettivamente di 169 euro e di 199 euro. di V.R. BARASSI Dall’IFA 2015 di Berlino fa sentire la propria voce anche Polaroid che ha annunciato Snap, una nuova instant digital camera capace di stampare fotografie subito dopo che queste sono state scattate, proprio come nel DNA del noto brand che tanto si è fatto amare molti anni fa. La fotocamera non ha specifiche all’ultimo grido ma può contare su un sistema di generazione delle foto senza inchiostro, basato essenzialmente sul FOTOGRAFIA È l’evoluzione della Lumix top di gamma GH4 Panasonic lancia la camera GH4R Registrazione in 4K illimitata di Paolo CENTOFANTI ’è una nuova fotocamera mirrorless a lenti intercambiabili di Panasonic, la GH4R. Si tratta di un’evoluzione dell’apprezzata Lumix top di gamma GH4, che la rende una videocamera a tutti gli effetti: nessun limite di tempo in registrazione continua anche in 4K (capienza del supporto a parte si intende), ma anche un nuovo profilo di registrazione con curva di trasferimento opto/elettronica logaritmica V-LOG L. La curva, simile a quella impiegata sulle videocamere professionali Panasonic e a curve come la S-LOG, permette di raggiungere in ripresa una gamma dinamica di ben 12 stop e offre un’immagine molto più adatta alla Color Correction in fase di post produzione dei filmati rispetto a quelle comunemente utilizzate sulle macchine consumer. Le stesse funzionalità sono disponibili anche per la normale GH4 tramite aggiornamento firmware, la versione 2.3, che purtroppo non è però gratuito, ma ha un costo di 99 euro C calore che attiva selettivamente i cristalli della particolare carta Zink che va inserita all’interno della fotocamera. Polaroid Snap ha un design minimal e molto giovanile e monta al suo interno un sensore da 10 Megapixel alle spalle di un obiettivo a focale fissa f/2.8. Vi sono quattro modalità di scatto: classica, bianco/nero, vintage Polaroid e fototessera (che scatta 6 foto in 10 secondi, con o senza bordo); vi è la possibilità di salvare le foto in digitale su schede microSD e non manca un timer da 10 secondi per selfie/autoscatti. Polaroid Snap arriverà in quattro diverse colorazioni a fine 2015 ad un prezzo di 99 dollari.