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A partire dal 1 gennaio 2009, pertanto, la distribuzione delle linee di prodotti per misurazione di spessore Panametrics, rilevatori di difetti ad ultrasuoni e a eddy current, EPOCH, Sonic, Nortec, OmniScan, e le sonde NDT Engineering è direttamente gestita dalla filiale Italiana di Olympus su tutto il territorio nazionale. VIDEOSCOPIO IPLEX FX: SEMPLIFICA IL TUO SISTEMA RVI Olympus presenta IPLEX FX, la nuova rivoluzione nel campo dell’Ispezione Visiva Remota. L’IPLEX-FX introduce nuovi standard di durata per i videoendoscopi industriali grazie all’unità base resistente agli urti e al rivestimento della sonda resistente all’usura. IPLEX FX è uno strumento di lavoro essenziale per l’utilizzo giornaliero è inoltre un dispositivo industriale compatto e leggero (pesa meno di 6,8 kg), affidabile e duraturo. IPLEX FX può eseguire qualsiasi tipo di ispezione grazie all’ampia gamma di sofisticate sonde intercambiabili di 4 mm e 6 mm di diametro, e con lunghezze fino a 18 m. Non si tratta soltanto di un semplice strumento di ispezione: IPLEX FX è un sistema affidabile, ricco di caratteristiche tecniche, in grado di eseguire misurazioni precise, in tempo reale, e di recuperare oggetti estranei all’interno della zona ispezionata grazie al canale di lavoro integrato. L’ispezione non termina allo spegnimento dell’endoscopio, ma continua dopo. IPLEX FX è dotato di una serie di opzioni di registrazione attraverso apposita interfaccia esterna è possibile continuare l’ispezione dall’analisi post-ispettiva, alle misurazioni e all’archiviazione dei dati acquisiti. t Nitide immagini su display ad alta risoluzione di 6,3 in. t Misurazione e registrazione avanzata t Compatto e leggero (meno di 6,8 kg) t Alimentato a batteria per una massima portabilità t Sonde video et terminali ottici intercambiabili t Conforme alle normative militari MIL-STD-810F e MIL-STD-461E. Olympus Italia Srl opera già da anni nel settore della “Remote Visual Inspection” con sistemi di Videoendoscopia e Telecamere per riprese ad Alta Velocità. La società dispone di una rete completa di vendita e assistenza tecnica su tutto il territorio italiano e di un centro specialistico di supporto, in grado di garantire un eccellente livello di servizio per gli attuali e futuri utilizzatori. Uno staff Tecnico Specialistico di Vendita è a Vostra disposizione per rispondere ad ogni necessità di business o supporto applicativo per i prodotti NDT e RVI. SERIE EPOCH™ 1000: RILEVATORI DI DIFETTI ALL’AVANGUARDIA AD ULTRASUONI CONVENZIONALI E PHASED ARRAY Gli strumenti della serie EPOCH 1000 sono rilevatori di difetti digitali e portatili che combinano il più elevato livello di performance degli ultrasuoni convenzionali con l’efficacia della tecnologia Phased Array: Avanzato sistema ad ultrasuoni convenzionali t Display full VGA visibile in pieno sole t Software ClearWave™ per una migliore visualizzazione ed interpretazione dell’A-SCAN t Conforme alla normativa EN12668-1 t Frequenza di ripetizione degli impulsi di 6 kHz per scansioni ad alta velocità t Grado di protezione IP66 per ambienti difficili t Ricevitore digitale ad elevato campo dinamico Sistema di scansione e di immagini Phased Array t Maggiore efficacia di ispezione t Configurazione ed interfaccia intuitiva t Standard AVG/DGS (ultrasuoni e Phased Array t Elevata affidabilità delle ispezioni convenzionali t Passaggio rapido tra gli ultrasuoni convenzionali e Phased Array t Riconoscimento automatico della sonda Phased Array Per qualunque Vostra necessità Vi preghiamo di contattare direttamente Olympus Italia Srl ai seguenti recapiti: 7JB.PEJHMJBOJ4FHSBUF.*tUFMFGPOPtUFMFGBY XXXPMZNQVTJNTDPNtJOGPJOEVTUSJBMJUBMJB!PMZNQVTFVSPQBDPN W EY[[`af]]ml]fkada\ahj][akagf] h]jadlY_dag]dgkemkkg\almZa EY[[`af]^j]kYlmZa F= O :J:,9mlg <PRRWX]P[TVVTaPTR^\_PccP_Tab\dbbPaT cdQX_TaRP[SPXP2^]bT]cTSXaTP[XiiPaTb\dbbX _TabP[SPcdaPSXP[cP_aTRXbX^]TbdTbcaT\XcÇ SXcdQXX]PRRXPX^X]^gP[RPaQ^]X^T]^][TVPc^ _Ta\Tii^ST[bXbcT\P_[PRRWTccP_^acP _[PRRWTccT@C2?aT_PaPiX^]T_Ta[PbP[SPcdaP SXcdQX_Ta_XPbcaTcdQXTaTRP[SPXTTcdQXP[TccPcX ?^bbXQX[XcÇSXX\_XTV^SX"dcT]bX[XbX\d[cP]TP\T]cT 3Xb_^]XQX[T]T[[TeTabX^]X?]Td\PcXRP4[TccaXRPT^aP P]RWTR^]1;>220668>?=4D<0C82> ¿X]cTa]^38) ( '\\*¿TbcTa]^34)!" #"\\ B_Tbb^aT_PaTcT)! $\\X]QPbTP[[TSX\T]bX^]XST[cdQ^ EY[[`af]kemkkYlja[ah]jlmZa J=:.$J=:),$J=:*( ;Pb^[diX^]T_Xà_^cT]cT_Ta[Pb\dbbPcdaPT [{X]cTbcPcdaPSXcdQX2^]bT]cTSXaTP[XiiPaTb\dbbX _TabP[SPcdaPSXP[cP_aTRXbX^]TbdTbcaT\XcÇSX cdQXX]PRRXPX^X]^gP[RPaQ^]X^T]^][TVPc^_Ta \Tii^ST[bXbcT\P_[PRRWTccP_^acP_[PRRWTccT @C2?^bbXQX[XcÇSXX\_XTV^SX#dcT]bX[X bX\d[cP]TP\T]cT3Xb_^]XQX[TX] eTabX^]TT[TccaXRPT_]Td\PcXRP ¿X]cTa]^38)#(!'!\\ ¿TbcTa]^34)$%!(\\ B_Tbb^aT_PaTcT)""\\ X]QPbTP[[TSX\T]bX^]XST[cdQ^ Af^gjeYragfa2>aQXcP[d\C^^[b6\Q70]8CF2^\_P]h9^bTUBRWãcc[TaBcaPbbT &&'!!#BX]VT]6Ta\P]XP CT[#(&&" &(!$!"5Pg#(&&" &(!$!#fff^aQXcP[d\R^\c^^[b/^aQXcP[d\R^\ Nk&[gflYllgafAlYdaY26X^eP]]X6WXSX]XVX^eP]]XVWXSX]X/^aQXcP[d\R^\ www.expolaser.it L’appuntamento italiano con la tecnologia laser Piacenza, da giovedì 19 a sabato 21 novembre 2009 7a edizione Via Passo Pordoi, 10 20139 Milano Tel. +39 02 535781 Fax +39 02 56814579 [email protected] - www.publitec.it Publitec - Milano PIACENZA EXPO Loc.Le Mose - S.S. 10 - 29100 Piacenza Tel. +39 0523 602711 Fax +39 0523 602707 [email protected] www.piacenzaexpo.it Un‘idea in più Primo produttore mondiale di sistemi centralizzati con certificazione EN Tecnologia innovativa per aspirazione e filtrazione Sviluppiamo, progettiamo e realizziamo sistemi d´aspirazione e filtrazione di alta qualità, con tecnologia creativa e qualità certificata. 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I T A N O B B A the C’ comunicazione srl tutela la riservatezza dei dati: la sottoscrizione dell’abbonamento dà diritto a ricevere informazioni ed offerte da parte di the C’ comunicazione srl. Barrare la casella solo se non si desidera ricevere tali offerte. I Dove non arriva la conoscenza arriva la fantasia. Siamo abituati a guardare oltre, a non fermarci all’evidenza. Così mettiamo a frutto esperienza e creatività, tecnologia e intuito, per arrivare al risultato. Sempre prima di domani. PETERGRAF Il futuro è oltre e noi ci saremo. (I. Newton) ASG Superconductors spa 16152 Genova - Italy Corso F.M. Perrone, 73r Tel +39 010 6489111 - Fax +39 010 6489277 www.as-g.it - e-mail: [email protected] Editoriale Sistemi complessi e disordine naturale S i potrebbe definire complesso un sistema alla cui evoluzione concorre un numero rilevante di parametri diversi ed indipendenti (ma anche dipendenti), sequenziali e contestuali. È complesso un ecosistema, un’organizzazione pubblica, un’armata militare, una grande azienda, ecc., ecc., ecc. Fatte le debite proporzioni anche una piccola o media azienda può costituire un sistema complesso, se realizza un prodotto o un servizio appena un po’ speciale in un mercato aperto e dinamico. I sistemi complessi accettano, prima di destabilizzarsi, soltanto una piccola quantità di disordine; pertanto, la gestione di un sistema complesso prevede ordine mentale, capacità di programmazione, competenza esecutiva nel rispetto delle procedure, capacità di con- 140 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 trollo (nell’accezione anglosassone di “tenere sotto controllo”) dei processi. Le intelligenze individuali, che non si riconducano ad ordinati ed attenti comportamenti di squadra, non solo non sono utili ma, al contrario, sono controproducenti; ottenendo, tutt’al più, risultati parziali a discapito dei risultati d’insieme. Insomma, con un apparente gioco di parole, la gestione di un sistema (complesso) richiede un sistema di gestione (integrato). E tuttavia, se la pianificazione è necessaria in qualunque attività organizzata di una qualche complessità, ipotizzare che gli schemi pianificati possano applicarsi inalterati è veramente al di là dell’umano. Al contrario, quanto più gli schemi sono dettagliati e precisi tanto più è probabile che essi vengano disattesi durante la loro implementazione. Infatti, in ossequio al terzo principio della termodinamica che introduce l’entropia quale grandezza che accompagna le trasformazioni reali, si può affermare, senza tema di sbagliare, che ogni attività genera inevitabilmente elementi di disordine, che possono essere contrastati e minimizzati ma non annullati del tutto. E allora? Estremizzando, se da un lato l’affidarsi interamente a prescrizioni teoriche può rivelarsi confortante, ma certamente inadeguato, dall’altro focalizzarsi esclusivamente sull’adattamento alle situazioni come si presentano, rappresenta una rinuncia a controllare ogni processo applicativo. I concetti di teoria (nel caso specifico: il sistema) e pratica (nel caso specifico: l’applicazione), spesso percepiti come estremi opposti, sono invece da considerarsi complementari; le azioni a maggior probabilità di successo essendo il prodotto della loro sintesi. Trascurando i comportamenti impropri degli operatori, dovuti a colpa, trascuratezza o estemporaneità varie, restano disponibili, nella gestione di un sistema complesso, rilevanti fonti di disordine conseguenti alle interazioni del sistema con il contesto, interno ed esterno, poco o non controllato. Nella misura in cui un sistema di gestione, afferente a qualsivoglia aspetto delle attività d’impresa (qualità, sicurezza, ambiente, amministrazione, responsabilità gestionali variamente allocate, ecc.), è finalizzato a convogliare i comportamenti aziendali su percorsi virtuosi, la gestione del disordine diventa lo strumento per evitare che i risultati si allontanino dagli obbiettivi programmati. La gestione del disordine, intesa come analisi del rischio (che ha valenza attiva e può essere gestito, al contrario dell’incertezza che ha valenza passiva e può essere soltanto subita), si presenta, in conclusione, come un processo estensivo che trova la sua naturale collocazione all’interno di un sistema di gestione integrato di cui finisce per essere il motore operativo, volto a soddisfare l’esigenza prima di una implementazione affidabile. Dott. Ing. Mauro Scasso Segretario Generale IIS ANNO LXI Marzo-Aprile 2009 Pubblicazione bimestrale DIRETTORE RESPONSABILE: Ing. Mauro Scasso REDATTORE CAPO: Geom. Sergio Giorgi REDAZIONE: Sig.ra Deborah Testoni, P.I. Maura Rodella PUBBLICITÀ: Sig. Franco Ricciardi Organo Ufficiale dell'Istituto Italiano della Saldatura Abbonamento annuale 2009: Italia: .......................................... € 90,00 Estero: ........................................ € 155,00 Un numero separato: ................ € 20,00 La Rivista viene inviata gratuitamente ai Soci dell’Istituto Italiano della Saldatura. Direzione - Redazione - Pubblicità: Lungobisagno Istria, 15 - 16141 Genova Telefono: 010 8341333 Telefax: 010 8367780 e-mail: [email protected] web: www.iis.it Rivista associata Registrazione al ROC n° 5042 - Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB Genova” - Fine Stampa Aprile 2009 Aut. Trib. Genova 341 - 20.4.1955 Sommario Articoli 2 143 Risk Management? Sì, grazie – M. SCASSO 149 Influenza dei parametri di saldatura di un processo MAG robotizzato – E. LERTORA, C. GAMBARO, P. CYPRES 159 Equivalenza tra sorgenti radiografiche in termini di contrasto – M.F. BIANCHI 167 Wet Welding: non una novità ma una evoluzione – C. COLOMBO, G. CARMINATI, D. KEATS 173 Valutazione della vita residua teorica di componenti eserciti in regime di scorrimento viscoso ad alta temperatura secondo il “Metodo Omega” (API 579-1 / ASME FFS-1) – G.L. COSSO, C. SERVETTO 181 193 International Institute of Welding (IIW) Examination of joints of different weld metals – J. HEINEMANN, J. TUCHTFELD IIS Didattica Specifiche tecniche per elettrodi rivestiti per la saldatura degli acciai al carbonio: AWS A5.1 (ASME SFA-5.1) Rubriche 203 Scienza e Tecnica Il comportamento dei giunti saldati allo scorrimento viscoso – C. SERVETTO 207 IIW-EWF Notizie IIW Annual Assembly Singapore, 12-17 July 2009 209 Leggi e Decreti La plurivalenza del Dlgs. 231/2001 – T. LIMARDO 211 Salute, Sicurezza e Ambiente Stress lavoro-correlato – E. LIMARDO 215 Dalle Associazioni Rilevazioni ANASTA del mercato SALDATURA & TAGLIO. Nuovo piano SALDAT della Comunicazione 219 Dalle Aziende 225 Notiziario Letteratura tecnica Codici e norme Corsi Mostre e convegni 235 Ricerche bibliografiche da IIS-Data Saldabilità delle leghe di nichel 242 Elenco degli Inserzionisti Progetto grafico: Marcs & Associati srl - Rozzano (MI) Fotocomposizione e stampa:ALGRAPHY S.n.c.- Genova Tel 010 8366272, Fax 010 8358069 - www.algraphy.it L’istituto non assume responsabilità per le opinioni espresse dagli Autori. La riproduzione degli articoli pubblicati è permessa purché ne sia citata la fonte, ne sia stata concessa l’autorizzazione da parte della Direzione della Rivista, e sia trascorso un periodo non inferiore a tre mesi dalla data della pubblicazione. La collaborazione è aperta a tutti, Soci e non Soci, in Italia e all’Estero. La Direzione si riserva l’accettazione dei messaggi pubblicitari. Ai sensi del D.Lgs. 196/2003, i dati personali dei destinatari della Rivista saranno oggetto di trattamento nel rispetto della riservatezza, dei diritti della persona e per finalità strettamente connesse e strumentali all’invio della pubblicazione e ad eventuali comunicazioni ad esse correlate. In copertina Sistemi ESAB per l’automazione dei procedimenti MIG-MAG La saldatura MIG-MAG di lunghi tratti in ogni posizione può essere facilmente attuata da semplici dispositivi di automazione, che consentono di aumentare considerevolmente la produttività, sollevando nel contempo l’operatore dai compiti più gravosi e affaticanti. Tenendo conto della maggior intensità di corrente utilizzabile e del maggior tempo d’arco acceso rispetto alla saldatura manuale, a parità di giunto si possono ottenere aumenti di produttività di oltre il 200%. Il sistema ESAB Railtrac FW 1000 è composto da un carrello semovente con dispositivo di pendolamento, che si muove lungo una guida rigida o flessibile fissata con magneti alla lamiera da saldare. Si possono così eseguire tratti rettilinei in ogni posizione, anche su superfici curve o sferiche. Per le applicazioni più semplici, ovvero i tratti di saldatura in piano e d’angolo frontale, ESAB propone una serie di carrelli portatili semoventi a quattro ruote motrici per la saldatura sia MIG-MAG che in arco sommerso. I sistemi ESAB per la semplice automazione dei procedimenti di saldatura sono disponibili anche in “package”, ossia kit di pronto utilizzo completi di generatore, traina-filo, torce, cavi di collegamento, guide, ed ogni altro accessorio per l’utilizzo immediato dell’impianto in produzione. Seventh European Congress on Joining Technology Fifth edition of Italian Welding Days Venezia Lido 21– 22 Maggio 2009 www.gns5-eurojoin7.it Risk Management? Sì, grazie M. Scasso * Sommario / Summary Il Risk Management si presenta, in ultima analisi, come un processo di gestione a valenza estensiva, che trova la sua naturale collocazione all’interno di un sistema integrato di gestione, di cui finisce per essere il motore operativo. Nella misura in cui un sistema di gestione, afferente a qualsivoglia aspetto delle attività d’impresa (qualità, sicurezza, ambiente, amministrazione, responsabilità gestionali variamente allocate, ecc.), è finalizzato a convogliare i comportamenti aziendali su percorsi virtuosi, il processo di Risk Management diventa lo strumento per l’individuazione dei percorsi suddetti, avendo coscienza dei pericoli e gestendo i rischi derivanti che, sostanziandosi in non conformità, possono allontanare i risultati dagli obbiettivi programmati. Ovviamente non sempre il Risk Management è applicato e/o applicabile in tutta la sua estensione; alcune parti (ad esempio, ma non solo: il trasferimento del rischio) afferiscono a condizioni specifiche. E tuttavia il suo impianto è tale da proporsi come processo volto a soddisfare, quando correttamente applicato, l’esigenza prima di un affidabile Controllo di Gestione. Ultimately, Risk Management appears as a comprehensive management process that should be naturally positioned * within an integrated management system, which ends up being the operative driver. To the extent in which a management system, pertaining to any aspect of company activities (quality, safety, environment, administration, variously allocated managerial responsibility, etc.) is targeted toward directing business behaviour down virtuous paths, the Risk Management process becomes a tool for identifying the aforesaid paths, being aware of the dangers and managing the deriving risks that, becoming a concrete reality in non-compliances, can move results away from the planned objectives. Obviously, Risk Management is not always applied and/or applicable to its full extent. Some parts (for example, but not limited to: risk transfer) refer to specific conditions. However its framework should be proposed as a process that aims to satisfy, when correctly applied, the main requirement of reliable management control. Keywords: Management; quality control; risk evaluation; risk-based inspection. Istituto Italiano della Saldatura - Genova. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 143 M. Scasso - Risk Management? Sì, grazie Definizioni Prima di iniziare l’esposizione, al fine di consentire una uniforme interpretazione dell’argomento, appare opportuno definire il significato (nel contesto specifico) dei tre termini di riferimento, ovvero: • il pericolo, da intendersi come una generica circostanza da cui può deriva rne un danno (circostanza a rischio); • il rischio, specificato come la combinazione della probabilità e delle conseguenze del verificarsi di un evento pericoloso; • il danno, che rappresenta le conseguenze del verificarsi dell’evento pericoloso. Fondamenti A fronte del fatto che ogni azienda è inevitabilmente esposta a pericoli, che si presentano nello svolgimento della sua attività, il Risk Management si propone come “il complesso di azioni volto a valutare situazioni pericolose (a rischio) e ad elaborare i criteri e le strategie necessari per la loro gestione”. In termini generali, le tipologie di pericoli, in cui un’azienda può incorrere, sono classificabili in due grandi categorie: • pericoli inerenti il contesto esterno, caratterizzati da minori possibilità d’intervento; • pericoli inerenti la gestione, caratterizzati da maggiori possibilità di intervento. I pericoli inerenti il contesto esterno possono riguardare, ad esempio ma non solo: • l’emanazione di leggi e/o regolamenti (eventualmente sfavorevoli); • i cambiamenti (sfavorevoli) nelle condizioni di mercato; • le innovazioni tecnologiche (che possono favorire i competitori); • le condizioni logistiche ed ambientali; 144 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 • le variazioni di accesso al credito; • le variazioni dei tassi di cambio, ecc. Con la stessa finalità esemplificativa, i pericoli inerenti la gestione possono riguardare: • la sicurezza sul luogo di lavoro; • le responsabilità degli amministratori; • le quote di mercato; • le competenze aziendali; • i requisiti contrattuali; • lo svolgimento delle commesse; • il recupero dei crediti commerciali, ecc. A ciascuno di questi pericoli può essere correlato un rischio di danni diretti e/o indiretti all’azienda, con risvolti economici anche importanti nel breve, medio e lungo periodo. Ovviamente, una gestione soddisfacente dei rischi mira a proteggere non solo il valore già creato dall’azienda, ma anche le opportunità in prospettiva, consentendo in tal modo una crescita protetta. I rischi possono interessare l’organizzazione a tutti i livelli ed i danni maggiori non sono necessariamente riconducibili a comportamenti improvvidi di chi occupa posizioni gerarchicamente più elevate; posizioni operative possono dar luogo a danni altrettanto rilevanti (ad esempio, restando nell’area della fabbricazione industriale: un trattamento termico sbagliato di un reattore per l’industria chimica, un’operazione scorretta durante il varo di un ponte, ecc.). Le aziende controllano da sempre molte delle principali condizioni di rischio per quanto, spesso, in maniera poco cosciente e coordinata. Questo controllo viene esercitato, normalmente, attraverso figure professionali che appartengono all’organizzazione: • in posizione operativa (responsabile tecnico, ecc.); • in posizione di staff (responsabile della qualità, della sicurezza, ecc.); • in rapporto di consulenza (commercialista, assicuratore, avvocato, ecc.). Ciascuna di queste figure professionali si raffronta con rischi specifici in un processo non sistematico, avendo spesso a riferimento una organizzazione che agisce mediante interventi per funzioni, realizzando così una condizione costosa e poco efficace. I rischi, infatti, non possono essere efficacemente gestiti in modo frammentato da funzioni indipendenti, bensì devono essere affrontati mediante un processo dedicato, che richiede una struttura, delle procedure ed i necessari meccanismi di coordinamento e comunicazione. Il Risk Management si propone pertanto anche come un processo volto a ottimizzare risorse, competenze e comportamenti, a fronte di una specifica configurazione di rischio, di copertura e di controllo. Poiché il Risk Management è un approccio preventivo (altrimenti riguarderebbe la gestione del danno), per essere efficace è evidente che debba essere parte integrante dei processi decisionali aziendali, ovvero: • la pianificazione strategica, e quindi la definizione degli obbiettivi e delle strategie; • le scelte operative conseguenti. Come per qualunque altro processo, anche per quanto riguarda il Risk Management elementi determinanti, ai fini di una efficace gestione, risultano essere: • la conoscenza esaustiva di tutti gli aspetti della situazione aziendale (contesto esterno, procedure gestionali, processi operativi, ecc.); • la competenza specifica del personale coinvolto. Il Risk Management è da considerarsi, pertanto, esso stesso, un “obbiettivo strategico” che comporta investimenti tutto sommato modesti ed orientati alla consapevolezza piuttosto che alla acquisizione di beni e/o servizi. Con riferimento alla norma ISO/DIS 31000 (Risk Management - Principles and Guidelines on implementation) il Risk Management, per essere efficace ed efficiente, deve aderire ai seguenti principi fondanti: • produzione di valore; • sistematicità e precisione; • trasparenza; • inclusività, ma anche specificità; • dinamicità, reattività e tempestività; • interattività e integrazione nell’organizzazione e nei processi; • orientamento al miglioramento continuo; • sensibilità ai fattori umani e culturali. Fasi del processo Il processo di Risk Management si sviluppa attraverso la fasi seguenti: • identificazione dei rischi; M. Scasso - Risk Management? Sì, grazie • • • • • analisi dei rischi; valutazione dei rischi; trattamento dei rischi; sorveglianza del processo; riesame del processo. Identificazione dei rischi Identificare i rischi significa individuarli all’interno delle aree che si intende prendere in considerazione (sicurezza sui luoghi di lavoro, responsabilità amministrative, attività commerciale, fabbricazione, ecc.), sia per quanto concerne i rischi attivi (condizioni che potrebbero essere messe in atto e non dovrebbero esserlo) che quelli passivi (condizioni che dovrebbero essere messe in atto e potrebbero non esserlo). Una efficace identificazione dei rischi può richiedere il supporto di ragionevoli conferme: • oggettive, sia dirette (l’evento si è già verificato) che indirette (l’evento si è verificato in realtà analoghe) o • deduttive (i rapporti di causa-effetto fanno apparire probabile l’evento). Un commento particolare merita l’area dei così detti “rischi intangibili di gestione” relativi all’inefficienza (non all’inefficacia) di processi gestionali (quali, ad esempio, i processi amministrativi) che non si prevede possano dare luogo facilmente (dal punto di vista dell’inefficienza) a conseguenze evidenti nei tempi brevi e che, non producendo reddito diretto e non essendo correlati a nessun margine di contribuzione, richiedono, per un’indagine di rischio di questo genere, l’utilizzo di indicatori specifici o approcci analitici del tipo “Activity Based Costing”. I danni potenziali in quest’area, nei tempi medi e lunghi, possono essere determinanti ai fini della redditività dell’impresa e, quindi, della sua stessa sopravvivenza. I rischi non conducono a un danno effettivo se non sussiste, al riguardo e nel contempo, una debolezza specifica dell’organizzazione; questo concetto fondante prevede l'elaborazione di una lista di “vulnerabilità” (strutturali, gestionali, operative, ecc.) delle aree a rischio. Si traccia così un “profilo di rischio”, caratteristico di ogni organizzazione a cui riferire le azioni successive. Stabilite al meglio le probabilità e le conseguenze di ciascun rischio, viene di solito elaborata una “matrice di rischio” che completa il “profilo di rischio” elaborato precedentemente. Valutazione dei rischi Valutare i rischi significa compararli, al fine dell’opportuno trattamento degli stessi, con i criteri che l’azienda ha deciso di darsi (e che rispecchiano i valori, gli obbiettivi e le risorse dell’organizzazione) o che il contesto esterno (attraverso leggi, disposizioni e/o regolamenti, in specifiche aree dell’attività d’impresa) richiede. Talvolta la valutazione del rischio può richiedere ulteriori attività di analisi. Trattamento dei rischi Il trattamento dei rischi include, in alternativa o in combinazione, una o più delle seguenti condizioni: • il trasferimento del rischio; • la riduzione del rischio; • l’esclusione del rischio; • l’accettazione del rischio. Le scelte per un corretto trattamento dei rischi possono differire largamente da azienda ad azienda, in funzione delle situazioni specifiche (approccio situazionale). • Il trasferimento del rischio richiede la persuasione di un’altra parte ad accettare il rischio, mediante contratto; è il caso tipico che afferisce alle Compagnie di Assicurazione. Esso è applicato ogniqualvolta possibile (tuttavia, le responsabilità di tipo penale non sono trasferibili) anche se sovente in modo generalista e poco configurato rispetto alle specificità dell’organizzazione. • La riduzione del rischio comporta l’adozione di azioni che consentano l’abbassamento delle probabilità di rischio e/o della gravità delle conseguenze. Il persistere di un rischio residuo è, comunque, molto spesso probabile, sia per ragioni intrinseche alla situazione specifica che a causa delle possibili carenze dell’analisi. • L’esclusione del rischio prevede la non effettuazione dell’attività che comporta un rischio non trasferibile e ritenuto non accettabile. Poiché i rischi possono essere contrastanti, evitare un rischio può generare un rischio alternativo in un’area diversa (ad es.: non accettare un ordine a Analisi dei rischi Analizzare i rischi significa sviluppare un percorso procedurato di approfondimento del rischio medesimo, ovvero delle sue cause, della probabilità che si tramuti in danno, dell’entità e gravità delle possibili conseguenze. L’analisi del rischio può essere più o meno semplice, in funzione della situazione specifica, essendo rilevante allo scopo la disponibilità di informazioni (anche statistiche) utilizzabili. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 145 M. Scasso - Risk Management? Sì, grazie rischio può comportare il rischio della perdita di una quota di mercato). • Tutti i rischi non trasferiti e non esclusi sono, di conseguenza, accettati e, nel prosieguo, opportunamente controllati. In termini assolutamente generali, l’accettazione consapevole del rischio residuo è più facilmente adottata, quando si verifica almeno una delle seguenti condizioni: - bassa probabilità dell’evento; - conseguenze dell’evento poco rilevanti; - grandi benefici in caso di successo. In termini specifici, esistono criteri, in funzione della particolare area a rischio considerata, a cui l’accettazione dei rischi residui afferisce, per ragioni di convenienza o di cogenza. Per quanto concerne i rischi di tipo economico-finanziario, il criterio di accettazione referente è quello della convenienza, ovvero, quando non esclusi, vengono accettati, ad esempio, i rischi (residui) per cui i costi di trasferimento o di (ulteriore) riduzione sarebbero superiori al danno, nel caso di accadimento dell’evento negativo. Per quanto riguarda, invece, i rischi in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, la nozione di accettabilità, secondo i principi della vigente legislazione preventivistica, contempla soltanto la pratica eliminazione (anche attraverso l’impiego di dispositivi di protezione individuale) del rischio medesimo, in relazione alle conoscenze condivise dallo “stage” in essere del progresso scientifico-tecnologico. Analogamente non sono accettabili rischi afferenti a inadempienze in tema di rapporto con l’ambiente (ove sono presenti leggi e disposizioni cogenti, che definiscono comportamenti e limiti) o rischi riguardanti la commissione di reati dolosi e/o colposi afferenti le responsabilità amministrative delle Società (ove il D.Lgs n. 231/2001: “Responsabilità amministrativa delle società e modelli di organizzazione, gestione e controllo” definisce il contesto delle disposizioni di legge pertinenti). Sorveglianza del processo La sorveglianza nel tempo deve essere programmata quale parte essenziale dell’implementazione del processo e deve impiegare tutti gli strumenti (preventivi e ispettivi) di controllo pianificati per essere messi in atto, nei modi e nelle sequenze corretti, avendo come obbiettivo prioritario la verifica dell’adeguatezza delle misure di trattamento adottate. I risultati devono essere valutati e registrati. Riesame del processo Poiché il Risk Management è inserito in uno scenario (interno ed esterno all’azienda) oggettivamente mutevole, non può che essere, esso stesso, un processo dinamico. Sono, pertanto, previste azioni di riesame con sufficiente periodicità, sulla base degli eventuali cambiamenti verificatisi (a cui può accompagnarsi l’insorgere di nuovi rischi), nonché delle esperienze maturate all'interno e/o all'esterno dell'organizzazione. Tutta la documentazione prodotta dall’implementazione del processo di Risk Management è doverosamente raccolta in un Risk Management Report, condiviso con la Direzione aziendale e con tutto il personale coinvolto, ciascuno per la propria parte d'interesse e per il proprio livello di responsabilità. Considerazioni conclusive Il Risk Management si presenta, in ultima analisi, come un processo di gestione a valenza estensiva, che trova la sua naturale collocazione all’interno di un sistema integrato di gestione, di cui finisce per essere il motore operativo. Nella misura in cui un sistema di gestione, afferente a qualsivoglia aspetto delle attività d’impresa (qualità, sicurezza, ambiente, amministrazione, responsabilità gestionali variamente allocate, ecc.), è finalizzato a convogliare i comportamenti aziendali su percorsi virtuosi, il processo di Risk Management diventa lo strumento per l’individuazione dei percorsi suddetti, avendo coscienza dei pericoli e gestendo i rischi derivanti che, sostanziandosi in non conformità, possono allontanare i risultati dagli obbiettivi programmati. Ovviamente non sempre il Risk Management è applicato e/o applicabile in tutta la sua estensione; alcune parti (ad esempio, ma non solo: il trasferimento del rischio) afferiscono a condizioni specifiche. E tuttavia il suo impianto è tale da proporsi come processo volto a soddisfare, quando correttamente applicato, l’esigenza prima di un affidabile Controllo di Gestione. Mauro SCASSO, laureato in Ingegneria Chimica presso l’Università di Genova nel 1970, è entrato all’Istituto Italiano della Saldatura per sviluppare, dopo alcuni periodi di studio e perfezionamento in Italia e all’estero, le attività dell’IIS nel settore metallurgico e metallografico. Nel 1984 è Dirigente Responsabile delle attività di assistenza tecnica nel settore della caldareria e dell’impiantistica chimica e petrolchimica. Nel 1990 è Direttore della Divisione Certificazione, Ricerca e Laboratorio dell’IIS e quindi responsabile, in particolare, delle attività di certificazione di sistemi, procedure, personale e prodotti. Membro dei più importanti Comitati Tecnici nazionali (CTI, ISPESL e UNI), europei (CEN e EWF), internazionali (IIW e ISO), per la elaborazione di studi e normative nei settori delle attrezzature in pressione e della certificazione in saldatura, è, dal 1985 al 2006, Delegato italiano nell’Assemblea Generale dell’EWF (European Welding Federation) e dell’IIW (International Institute of Welding). Dal 1995 al 1998 è Presidente del Comitato Tecnico dell’EWF per l’applicazione della norma EN 729/ISO 3834, dal 2000 al 2006 presiede la Commissione “Ambiente” dell’IIW, dal 2001 al 2006 presiede la Commissione “Formazione e certificazione ambientale” dell’EWF e dal 2002 al 2005 è Membro del Board of Directors dell’IIW. Nel 1997 è nominato Vice Segretario Generale Vicario e nel 2001 assume la responsabilità di Segretario Generale dell’IIS. 146 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 Corso avanzato di Meccanica della Frattura Il corso è finalizzato all’approfondimento dell’applicazione dei principi della meccanica della frattura alla progettazione ed alla fabbricazione di strutture e componenti saldati. È di conseguenza destinato in modo particolare a tecnici che svolgono le proprie mansioni nell’ambito dell’analisi strutturale, della selezione dei materiali e dell’applicazione dei controlli non distruttivi. Requisiti d’accesso Per il corso in sé non sono previsti requisiti obbligatori né di scolarità né in termini di esperienza lavorativa; è consigliabile il possesso di una preparazione tecnica di base adeguata, comparabile con quella di un Diploma di scuola superiore ad indirizzo tecnico - scientifico. Programma del corso - Aspetti fondamentali della rottura fragile: esame delle cause principali che concorrono a determinare il cedimento Principi di meccanica della frattura: fattore di intensificazione delle tensioni KI, CTOD, J - Integral Prove di meccanica della frattura: modalità di esecuzione, principali riferimenti normativi, interpretazione dei risultati Utilizzo dei controlli non distruttivi (con particolare riferimento alla tecnica UT) per la caratterizzazione geometrica dei difetti Esame dei principali riferimenti normativi per l’applicazione dei principi della meccanica della frattura alla progettazione di componenti saldati ed alla valutazione di accettabilità di difetti bidimensionali Esempi di applicazione delle procedure di valutazione proposte dalla normativa BS 7910 Utilizzo dell’analisi strutturale numerica ad elementi finiti per la determinazione di KI e J - Integral. Sede del corso Il corso sarà tenuto presso la Sede di Genova dell’IIS (Divisione Formazione e Laboratorio, Lungobisagno Istria, 15), ove è disponibile un ampio parcheggio custodito per le autovetture. La Sede dell’IIS è raggiungibile: • in aereo, dall’Aeroporto “C. Colombo” di Genova (con navetta sino alla stazione ferroviaria di Genova Principe) o taxi; • in auto, uscita autostradale Genova Est (autostrada A12), quindi 1 km in direzione Genova Molassana; è disponibile ampio parcheggio di fronte agli uffici; • con mezzi pubblici, dalla stazione ferroviaria di Genova Principe (linea bus 34) oppure da quella di Genova Brignole (linee bus 12, 13, 14, 480 e 482). Calendario ed orario delle lezioni Il corso è svolto in 24 ore di lezione articolate su tre giornate consecutive; in particolare, sarà tenuto da Martedì 12 a Giovedì 14 Maggio con orario 9 ÷ 13 e 14 ÷ 18. Iscrizioni La quota di partecipazione individuale, nel caso di partecipazione a corsi programmati, è di 710,00 € (+ IVA). Essa è comprensiva del materiale didattico e del pranzo presso la mensa dell’IIS nelle giornate del corso. Essa deve essere versata tramite bonifico bancario (Banca Popolare di Milano, CC 4500 ABI 05584 CAB 01400 CIN I IBAN IT 31 I 0558401400000000004500) intestato all’Istituto Italiano della Saldatura. Al termine delle lezioni sarà rilasciato un Attestato di frequenza individuale, in formato digitale. Sistemazioni alberghiere L’IIS è convenzionato in Genova con le seguenti strutture alberghiere: - NOVOTEL (****) - Via Cantore, 8/C Genova - Tel. 010 6484 - Fax 010 6484844 (uscita autostradale Genova - Ovest). Non applica convenzione in periodo concomitante a Salone Nautico ed altre importanti manifestazioni in Genova. - Hotel MODERNO VERDI (****) - Piazza G.Verdi, 5 Genova - Tel. 010 5532104 - Fax 010 581562 (stazione ferroviaria Genova Brignole) - linee bus direzione Molassana 14, 480, 482. - Hotel VIALE SAULI (***) - Viale Sauli, 5 Genova - Tel. 010 561397 - Fax 010 590092 (stazione ferroviaria Genova Brignole), linee bus direzione Molassana 14, 480, 482. - Hotel ASSAROTTI (**) - Via Assarotti, 40 Genova - Tel. 010 885822 - Fax 010 8391207 (parcheggio privato - stazione ferroviaria Genova Principe) linea bus 34. Informazioni Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi alla Sig.ra Mariapia RAMAZZINA, tel. 010 8341371, fax 010 8367780, e-mail [email protected]. Influenza dei parametri di saldatura di un processo MAG robotizzato E. Lertora * C. Gambaro * P. Cypres * Sommario / Summary Nel settore della moderna industria produttiva, i nuovi materiali e le attuali tecnologie di fabbricazione obbligano a rivisitare in senso critico tutta la conoscenza tradizionale. Aumentare la produzione e diminuire gli scarti resta l’obiettivo fondamentale per ogni azienda: la tendenza si sposta verso una sempre maggiore riduzione della manodopera umana, che viene via via sostituita con quella automatizzata. D’altro canto, soprattutto in un settore fondamentale come l’automotive, esiste un’esigenza primaria: la riduzione del peso degli autoveicoli, dovuta all’insistente richiesta di risparmio energetico e finanziario, oltre al rispetto degli obblighi legati alle emissioni nocive e per la tutela dell’ambiente. Lo sviluppo metallurgico degli acciai altoresistenziali ha permesso l’utilizzo di nuovi materiali con caratteristiche meccaniche sempre più spinte, che preservino l’uomo, aumentando la sicurezza e la possibilità di assorbire quantità sempre maggiori di energia senza arrivare a rottura. Per analizzare le problematiche legate alle tipologie di saldatura sempre più presenti nel settore automobilistico, la ricerca si è concentrata su giunti realizzati tra materiali tradizionali quali l’acciaio S355 e acciai altoresistenziali Dual Phase. Lo studio si è proposto di mettere in luce l’utilizzo di un robot di saldatura in un settore di produzione in serie e la ricerca dei migliori parametri di saldatura, quando essa non riguardi componenti con le stesse caratteristiche metallurgiche. Inoltre si è valutata la possibilità di ottenere saldature di buon livello anche quando si presentano problemi di tipo geometrico, come disallineamenti tra le parti da saldare. In the sector of the modern productive industry new materials and current manufacturing technologies oblige a critical review of all traditional knowledge. Increasing production * and reducing waste remains the fundamental objective for every company: the trend is moving toward an ever greater reduction of human labour, which is slowly being replaced by automation. On the other hand, especially in a fundamental sector like the automotive one, there is a primary need to reduce the weight of vehicles, due to persistent requests for both energy and financial saving, as well as respect for the obligations linked with noxious emissions and environmental protection. The metallurgic development of high-resistance materials has allowed the use of new materials with ever more extreme mechanical characteristics, which preserve man, increasing safety and the possibility of absorbing ever greater quantities of energy without ever arriving at cracking. In order to analyse the issues linked with the welding typologies ever more present in the automotive sector, research has concentrated on joints created between traditional materials such as S355 steel and high-resistance, dual-phase steels. This study set out to throw light on the use of a welding robot in a production sector in series and the quest for the best welding parameters, when this does not concern components with the same metallurgic characteristics. Furthermore, the possibility of obtaining good level welding even when there are problems of a geometric type such as misalignment between the parts to be welded was considered. Keywords: Automobile engineering; dissimilar materials; GMA welding; hardness; hardness tests; high strength steels; influencing factors; MAG welding; mechanical properties; microalloyed steels; process parameters; robots. Università degli Studi di Genova - Dipartimento di Ingegneria della Produzione Termoenergetica e Modelli Matematici. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 149 E. Lertora et al. - Influenza dei parametri di saldatura di un processo MAG robotizzato Robotizzazione dei processi produttivi I robot presentano peculiarità tali da rendere possibile l’automazione della produzione. La ripetibilità delle operazioni effettuate è elevata e possono essere eseguiti movimenti ad alta velocità, anche seguendo traiettorie complesse. La precisione di posizionamento dipende, però, dal tempo concesso al movimento e dal numero di operazioni che devono essere eseguite. La difficoltà principale che si incontra nell’automatizzare un processo di saldatura consiste nell’individuare come il saldatore opera per realizzare un giunto di buona qualità e nel far riprodurre tale comportamento al robot. È fondamentale tenere in considerazione come il saldatore sincronizza i suoi movimenti (inclinazione della torcia, velocità di avanzamento, ecc.) e come interagisce con la saldatrice per aggiustare i parametri durante la saldatura. A seconda dell’architettura, e della relativa capacità di movimentazione, si distinguono diverse tipologie di robot, ognuna caratterizzata da un certo numero di gradi di libertà. I gradi di libertà determinano le possibili direzioni di movimento della parte terminale del robot dove viene posizionata la torcia di saldatura (Fig. 1). I robot antropomorfi sono quelli più comunemente utilizzati per i processi di saldatura ad arco, in quanto consentono di compiere movimenti molto simili a quelli eseguiti dal saldatore. Vengono anche detti robot a 6 assi in quanto i gradi di libertà sono le 6 rotazioni mostrate nella Figura 2. Per effettuare un confronto con l’essere umano (dato che il robot si chiama appunto “antropomorfo”), si possono descrivere gli assi di rotazione del robot facendo riferimento alle parti del braccio di un uomo. La prima rotazione corrisponde al movimento del robot attorno ad un asse verticale (A1). La seconda rotazione avviene attorno ad un asse oriz- 150 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 Figura 1 - Robot per saldatura. zontale (A2). La terza rotazione avviene attorno all’asse A3, che passa per il braccio e l’avambraccio del robot; tale movimento è simile a quello di un gomito. Le tre ultime rotazioni (intorno agli assi A4, A5 e A6) riproducono il movimento del polso di un essere umano. Come descritto in precedenza, la robotizzazione del processo di saldatura richiede la gestione della movimentazione della torcia (spostamenti ed inclinazione della torcia) e dei parametri di saldatura (amperaggio, tensione, velocità di avanzamento del filo, ecc.). Il controllo deve quindi gestire la movimentazione del robot e comunicare con il generatore di saldatura per ottenere giunzioni di qualità. La saldatura MAG senta la particolarità di essere molto versatile, in quanto permette di saldare in posizione numerosi materiali, in un ampio range di spessori. Tale versatilità è legata al fatto che si possono attuare diverse modalità di trasferimento del materiale d’apporto e ciò permette di gestire il tasso di deposizione, e quindi la velocità di saldatura, e l’apporto di calore al pezzo. Con il trasferimento “short-arc” le gocce di metallo entrano direttamente in contatto con il bagno di fusione ed il cortocircuito così generato crea un ponte di metallo tra l’elettrodo ed il pezzo da saldare. Se la corrente di corto-circuito è troppo elevata, le forze che agiscono sulla formazione ed il distacco delle gocce determinano la formazione di spruzzi. Con questa tecnica è difficile ottenere un arco stabile e si può giudicare ad orecchio se si sta eseguendo la saldatura in maniera corretta: bisogna ottenere una frequenza di corto circuito elevata e costante, in modo che si abbia il trasferimento di piccole goccioline verso il pezzo da saldare e gli spruzzi siano talmente piccoli da non avere abbastanza energia per aderire al pezzo. Per ottenere un trasferimento stabile del materiale d’apporto, la sorgente di saldatura viene controllata da un sistema computerizzato; quindi il lavoro del saldatore risulta semplificato e la qualità del prodotto saldato incrementata. Infatti, il sistema di controllo governa l’intensità di corrente durante la fase di corto-circuito, limitando l’apporto termico e la presenza di spruzzi. Panasonic ha sviluppato un sistema di controllo del trasferimento del materiale d’apporto per creare un processo a basso apporto termico, evitando la formazione La saldatura a filo continuo sotto protezione gassosa è una tecnica di saldatura autogena, spesso individuata A4 mediante gli acronimi MIG e MAG (il cui A5 A3 significato è, rispettivamente, “Metal Inert Gas” A1 e “Metal Active Gas”). Si parla di saldatura A6 MAG quando la protezione gassosa è costituita A2 totalmente od in parte da un gas attivo (anidride carbonica od ossigeno). Figura 2 - I sei gradi di libertà di un robot antropomorfo. La saldatura MAG pre- E. Lertora et al. - Influenza dei parametri di saldatura di un processo MAG robotizzato di spruzzi. Questo è stato possibile grazie al controllo in tempo reale dei fenomeni elettrici che stanno alla base del distacco di ogni singola goccia di materiale fuso. Nella Figura 3 sono messe a confronto le correnti di saldatura erogate durante il corto-circuito, in un processo MAG standard e nel processo SP-MAG. La forma dell’onda utilizzata da Panasonic è stata studiata in modo da suddividere il processo di distacco della goccia in tre fasi distinte: Fase 1: Controllo del corto-circuito iniziale: viene rilevato il passaggio di corrente istantaneo che si instaura a causa del contatto tra materiale d’apporto e pezzo da saldare. Il controllo elettronico interviene immediatamente, riducendo la corrente. Fase 2: Distacco della goccia di materiale: nel momento del distacco della goccia, viene imposta una diminuzione di corrente in modo da diminuire le forze magnetoelettriche agenti sulla goccia stessa. Così facendo, si impone un assorbimento molto più morbido della goccia da parte del bagno fuso, evitando gli spruzzi sul materiale base. Fase 3: Riaccensione dell’arco elettrico: sovrapposizione di un impulso di corrente che permetta la tempestiva riaccensione dell’arco. La possibilità di riaccendere l’arco in tempi particolarmente ristretti permette di aumentare la frequenza di formazione delle gocce di materiale fuso. Al fine di individuare l’effetto della variazione della durata o dell’intensità di corrente di ogni singola fase, durante la sperimentazione, è stata realizzata una serie di riporti superficiali su acciaio S355. Tutti i riporti sono stati eseguiti utilizzando lo stesso materiale d’apporto (EN 440 G3Si1 - ESAB OK Autrod 12.50 = 1 mm) e lo stesso gas di protezione (80% Ar - 20% CO 2 ). Nella Tabella I si possono confrontare gli effetti della variazione delle singole fasi sulla geometria del cordone. Ogni riporto è stato realizzato facendo variare un solo parametro alla volta. I materiali e le geometrie del settore automobilistico Il settore automotive ha fissato un obiettivo comune, per quanto concerne la riduzione del FORMA ONDA CONVENZIONALE consumo di carburante e, di conseguenza, delle emissioni di anidride carbonica. Fra il 2008 ed il 2012 un’autovettura europea di media cilindrata dovrà consumare il 25% in meno rispetto al livello FORMA ONDA SP-MAG del 1990. Per raggiungere questo obiettivo si deve ridurre il peso dei veicoli. Oggi, per la produzione delle autovetture, vengono utilizzati grandi quantitativi di acciai microlegati, con carichi di snervaFigura 3 - Confronto tra le correnti di mento intorno ai corto-circuito erogate durante un MAG 350 MPa. Utilizstandard e lo SP-MAG. zando acciai di nuova generazione, chiamati altoresistenziali (AHSS) senti nel settore automobilistico, la spein quanto caratterizzati da carichi di rimentazione è stata effettuata su giunti snervamento anche pari a 1150 MPa, si realizzati tra materiali omologhi (micropossono realizzare notevoli riduzioni di legato S355 - microlegato S355; AHSS peso. AHSS) e tra diverse tipologie di mateI carichi di rottura e di snervamento riali (microlegato S355 - AHSS). degli AHSS sono molto più elevati Nell’ambito della presente ricerca, la rispetto a quelli degli acciai tradizionali. possibilità di utilizzare un robot antropoPer questa ragione, lo spessore di alcuni morfo, che garantisce la costanza e la componenti (Fig. 4) può essere ridotto completa ripetibilità dei parametri, ha senza comprometterne la capacità di permesso di prendere in considerazione sopportare un determinato carico. Ad l’uso di pezzi di spessore relativamente esempio, se un componente è realizzato sottile: 1.2 - 1.5 - 3 mm. con un acciaio tradizionale di 2 mm di Questi spessori sono stati selezionati a spessore, utilizzando un AHSS di caratseguito della ricerca dei valori tipicateristiche meccaniche adeguate è possimente presenti nelle applicazioni struttubile dimezzare lo spessore. rali automobilistiche. Inoltre, la maggior La possibilità di realizzare alcune parti parte delle giunzioni prevede la realizzastrutturali, tradizionalmente costruite in zione di saldature a sovrapposizione; acciaio microlegato, con acciaio altorequindi la sperimentazione verrà condotta sistenziale permette di rispettare gli realizzando giunzioni di tale geometria, obiettivi di riduzione del peso ma introtra pezzi caratterizzati dagli spessori duce diverse problematiche di saldatura. selezionati al punto precedente. Infatti, la coesistenza dei due materiali Sono state saldate lamiere di dimensioni porta alla nascita di accoppiamenti etepari a 340-180 mm con una sovrapposirogenei ed alla necessità di saldare parti zione di 20 mm, in modo da poter ricadi spessori diversi. vare le provette necessarie per la carattePer studiare le problematiche legate alle rizzazione meccanica dei giunti (Fig. 5). tipologie di saldatura sempre più preUna volta individuati i limiti realizzativi Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 151 E. Lertora et al. - Influenza dei parametri di saldatura di un processo MAG robotizzato TABELLA I - Variazione della geometria del cordone in funzione della forma d’onda. Profilo del riporto superficiale Forma d’onda Frequenza di gocciolamento: 54 gocce/s 320 270 220 170 120 Penetrazione: 0.81 mm 70 20 322,75 327,75 332,75 337,75 342,75 347,75 352,75 Frequenza di gocciolamento: 55 gocce/s 320 270 220 170 120 Penetrazione: 0.69 mm 70 20 194,95 199,95 204,95 209,95 214,95 219,95 224,95 Frequenza di gocciolamento: 40 gocce/s 320 270 220 170 120 Penetrazione: 0.52 mm 70 20 310,65 315,65 320,65 325,65 330,65 335,65 340,65 320 Frequenza di gocciolamento: 40 gocce/s 270 220 170 120 Penetrazione: 0.83 mm 70 20 305,4 310,4 315,4 320,4 325,4 330,4 335,4 320 Frequenza di gocciolamento: 48 gocce/s 270 220 170 120 Penetrazione: 0.79 mm 70 20 404,60 409,60 414,60 419,60 424,60 429,60 434,60 320 Frequenza di gocciolamento: 39 gocce/s 270 220 170 120 Penetrazione: 0.68 mm 70 20 185,60 190,60 195,60 200,60 205,60 210,60 215,60 Frequenza di gocciolamento: 50 gocce/s 320 270 220 170 120 Penetrazione: 0.8 mm 70 20 324,90 329,90 334,90 339,90 344,90 349,90 354,90 Frequenza di gocciolamento: 37 gocce/s 320 270 220 170 120 Penetrazione: 0.52 mm 70 20 344,00 Note 349,00 354,00 359,00 152 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 364,00 369,00 374,00 E. Lertora et al. - Influenza dei parametri di saldatura di un processo MAG robotizzato Figura 4 - Telaio auto. Figura 5 - Saldature a sovrapposizione tra lamiere. del sistema è stato simulato un gap tra le lamiere, in modo da verificare la capacità auto adattativa del sistema nel momento in cui non si verifichi il posizionamento corretto dei pezzi da saldare. Problematica che ricorre soprattutto quando si vogliono saldare parti provenienti da lavorazioni di stampaggio o imbutitura. Tutti i giunti realizzati, a partire dalle lamiere piane in semplice acciaio S355 a quelle con gap variabile, fino ad arrivare alle saldature miste, acciaio altoresistenziale - acciaio S355, sono stati esaminati seguendo una procedura che prevede un’attenta analisi visiva, seguita dall’analisi macrografica e dalla realizzazione di prove di trazione. Sullo stesso campione utilizzato per l’analisi macrografica, sono state realizzate prove di durezza Vickers. Tali prove sono state realizzate in accordo alle prescrizioni dei capitolati automobilistici. Saldature omogenee in acciaio S355 La saldatura dei campioni omogenei in acciaio S355 è stata effettuata utilizzando lo stesso materiale d’apporto utilizzato per i test sulle forme d’onda (EN440 G3Si1 TABELLA II - Combinazioni di saldatura su acciaio S355. ESAB OK Autrod Spessore Spessore 12.50 = 1 mm). lamiera lamiera Nome Gap Anche la miscela di superiore inferiore campione [mm] gas di protezione è [mm] [mm] sempre costituita PR-1 1.2 1.2 0 da 80% di argon e PR-2 1.2 1.2 0 20% di CO2. PR-3 1.5 1.5 0 Nella Tabella II sono riportate le PR-4 1.5 1.2 0 varie combinazioni PR-5 3 1.5 0 tra gli spessori ed i PR-6 3 1.2 0 gap imposti. PR-7 3 1.2 0 Le saldature tra spessori omologhi PR-8 3 3 0 e in assenza di gap PR-10 3 3 0.5 imposto non hanno PR-11 3 3 1 presentato particoPR-12 3 1.5 0.5 lari problematiche. A titolo di esempio PR-13 3 1.5 1 nella Tabella III si PR-14 3 1.2 0.5 riporta la saldatura PR-15 3 1.2 1 del campione PR-1. PR-16 1.5 1.5 0.5 Nel caso di saldature in presenza di PR-17 1.5 1.5 0.5 gap imposti, il PR-18 1.5 1.5 1 sistema robotizzato PR-19 1.5 1.5 0.5 ha permesso di PR-20 1.2 1.2 0.5 ottenere risultati ottimali grazie al PR-21 1.2 1.2 1 costante scambio di informazioni tra In questo modo, le lamiere risultano perunità di controllo e generatore di saldafettamente accoppiate sia all’inizio sia tura che ha portato all’autoadattamento alla fine del cordone, mentre al centro si dei parametri di saldatura e della velopresenta un gap pari a 2 mm. Questa cità di spostamento della torcia. configurazione è stata realizzata per Nella Tabella IV sono riportati i risultati valutare l’effetto di un gap crescente della saldatura del campione PR-14. lungo il primo tratto del giunto e di un Ad ulteriore verifica della capacità gap decrescente nella seconda parte del autoadattativa del sistema è stata effetgiunto (Fig. 6). tuata la valutazione dell’influenza di un Nella Tabella V sono riportate le macrogap variabile saldando due lamiere di 3 grafie delle sezioni del giunto ricavate in mm di spessore, avendo interposto nel diversi punti con gap differente. centro uno spessore calibrato. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 153 E. Lertora et al. - Influenza dei parametri di saldatura di un processo MAG robotizzato TABELLA III - Campione PR-1. Lamiera superiore DATI GIUNZIONE Lamiera inferiore Materiale Acciaio S355 Materiale Acciaio S355 Spessore [mm] 1.2 Spessore [mm] 1.2 Corrente [A] 70 Stick out [mm] 9 Voltaggio [V] 17.4 Velocità [m/min] 0.5 DATI SALDATURA MACROGRAFIA PROVA DI TRAZIONE Rotture localizzate nel materiale base A 132 B 140 Durezza HV 0.2; ABC-OPQ: Materiale base; DEF-LMN: Zona termicamente alterata; GHI: Zona fusa C D E F G H I L M N O 148 152 170 180 233 203 229 153 143 143 131 P 138 Q 119 TABELLA IV - Campione PR-14. Lamiera superiore DATI GIUNZIONE DATI SALDATURA Lamiera inferiore Materiale Acciaio S355 Materiale Acciaio S355 Spessore [mm] 3 Spessore [mm] 1.2 Corrente [A] 120 Stick out [mm] 9 Voltaggio [V] 17.8 Velocità [m/min] 0.65 MACROGRAFIA PROVA DI TRAZIONE Rotture localizzate nel materiale base A 134 B 138 Durezza HV 0.2; ABC-OPQ: Materiale base; DEF-LMN: Zona termicamente alterata; GHI: Zona fusa C D E F G H I L M N O 149 169 155 160 237 302 249 163 139 149 131 154 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 P 137 Q 116 E. Lertora et al. - Influenza dei parametri di saldatura di un processo MAG robotizzato TABELLA V - Saldatura di acciaio S355 con gap variabile. Lamiera superiore DATI GIUNZIONE DATI SALDATURA Lamiera inferiore Materiale Acciaio S355 Materiale Acciaio S355 Spessore [mm] 3 Spessore [mm] 3 Corrente [A] 130 Stick out [mm] 9 Voltaggio [V] 18.6 Velocità [m/min] 0.65 MACROGRAFIE Inizio saldatura Gap = 0 mm Gap = 0.15 a salire Gap = 0.5 mm a salire Gap = 1.3 mm a salire Gap = 1 mm a scendere Gap = 0.15 a scendere Fine saldatura Gap = 0 TABELLA VI - Combinazioni di saldatura su acciaio S355 acciaio DP600. Nome campione PR - 1E PR - 2E PR - 3E Spessore lamiera superiore [mm] Spessore lamiera inferiore [mm] 2 Acciaio 600DP 2 Acciaio 600DP 2 Acciaio 600DP 1.2 Acciaio S355 1.5 Acciaio S355 2 Acciaio 600DP Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 155 E. Lertora et al. - Influenza dei parametri di saldatura di un processo MAG robotizzato TABELLA VII - Campione PR-2E. Lamiera superiore DATI GIUNZIONE DATI SALDATURA A 146 B 152 Lamiera inferiore Materiale Acciaio DP600 Materiale Acciaio S355 Spessore [mm] 2 Spessore [mm] 1.5 Corrente [A] 120 Stick out [mm] 9 Voltaggio [V] 17.8 Velocità [m/min] 0.65 MACROGRAFIA PROVA DI TRAZIONE Eccesso di penetrazione Rotture localizzate nel materiale base Durezza HV 0.2; ABC-OPQ: Materiale base; DEF-LMN: Zona termicamente alterata; GHI: Zona fusa C D E F G H I L M N O 150 147 161 170 238 246 237 263 263 261 272 Saldature eterogenee acciaio S355 - altoresistenziale DP600 La saldatura dei campioni eterogenei in acciaio S355-acciaio altoresistenziale DP600 è stata effettuata utilizzando lo stesso materiale d’apporto utilizzato per i test precedenti (EN440 G3Si1 - ESAB OK Autrod 12.50 = 1 mm). Anche la miscela di gas di protezione è sempre costituita da 80% di argon e 20% di CO2. Nella Tabella VI sono riportate le combinazioni di saldatura. I risultati della saldatura PR-2E sono riportati nella Tabella VII. Nella Figura 7 è riportato l’andamento delle durezze rilevate sul giunto. È evidente la differenza tra i due materiali impiegati. saldare e/o imprecisioni nell’accoppiamento delle lamiere grazie alla possibilità di variare i parametri della forma d’onda che governa il distacco del materiale d’apporto. Inoltre, la possibilità di ricreare la manualità e l’esperienza degli operatori di saldatura, unita alla garanzia di una piena ripetibilità dei risultati, caratteristica peculiare degli impianti Q 220 automatizzati, permetterà di ampliare il campo di utilizzo della tecnologia ad una più ampia gamma di applicazioni. Si ringrazia il Parco Scientifico e Tecnologico della Liguria per aver finanziato l’esecuzione dello studio. Un doveroso ringraziamento alla Roboteco S.p.A. ed all’Ing. Alessandro Santamaria per la concreta collaborazione. Bibliografia [1] [2] [3] Conclusioni [4] Il sistema robotizzato ha permesso di produrre giunti con caratteristiche meccanico-strutturali adeguate, anche in caso di disallineamenti dei pezzi da [5] 156 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 P 285 Palani P.K., Murugan N.: «Selection of parameters of pulsed current gas metal arc welding», Journal of Materials Processing Technology, Volume 172, Issue 1, 20 February 2006, Pages 1-10. Desineni Subbaram Naidu, Selahattin Ozcelik, Kevin L. Moore: «Gas Metal Arc Welding: Automatic Control», Modeling, Sensing and Control of Gas Metal Arc Welding, 2003, Pages 147-218. Zielinska S., Pellerin S., Valensi F., Dzierzega K., Musiol K., de Izarra Ch., Briand F.: «Gas influence on the arc shape in MIG - MAG welding», European Physical Journal: Applied Physics (2008), ISSN:1286-0042, Pages 111122. Bleck W., Larour P., Baeumer A.: «High strain rate tensile testing of modern car body steels», Materials Forum (2005), 29(Advanced Materials Processing), ISSN:1447-6738, Pages 21-28. AA.VV.: «Saldatura per fusione - Vol. I - II», Hoepli (2000), ISBN 88-2032205-0. E. Lertora et al. - Influenza dei parametri di saldatura di un processo MAG robotizzato INIZIO SALDATURA GAP 2 mm GAP 0 mm Figura 6 - Lamiere con gap variabile. Figura 7 - Profilo di durezza rilevato in un giunto eterogeneo acciaio S355-acciaio DP600. TERMINE SALDATURA Enrico LERTORA, laureato in Ingegneria Meccanica nel 2001 presso l’Università degli Studi di Genova, è Dottore di ricerca in Ingegneria Meccanica presso la stessa Università. Dal 1 Novembre 2008 presta servizio come ricercatore presso il Dipartimento di Ingegneria della Produzione Termoenergetica e Modelli Matematici dell’Università di Genova sviluppando sia attività didattica sia attività di ricerca nel campo della saldatura e degli incollaggi strutturali. Nel campo della saldatura possiede la certificazione di International Welding Engineer. Carla GAMBARO, laureata in Ingegneria Meccanica nel 1980 presso l’Università degli Studi di Genova. Nel 1981 inizia la propria attività lavorativa presso i Cantieri Navali Riuniti di Genova - sottosettore Marina Militare - curando gli aspetti metallurgici della realizzazione del sistema alare di aliscafi ad ala sommersa. Dal 1 Luglio 1983 presta servizio presso il Dipartimento di Ingegneria della Produzione Termoenergetica e Modelli Matematici dell'Università di Genova sviluppando sia attività di ricerca sia attività didattica (docente del corso di Tecnologie Generali dei Materiali). Negli ultimi anni l’attività di ricerca è stata svolta in collaborazione con Istituti di Ricerca Internazionali ed Aziende operanti nel campo delle metodologie innovative di giunzione: Friction Stir Welding ed incollaggi. Philippe CYPRES, laureato in Ingegneria Meccanica nel 2007 presso Université de Technologie de Compiègne (UTC, Francia). Nel 2007 consegue il titolo di International Welding Engineer. Collabora con il Dipartimento di Ingegneria della Produzione Termoenergetica e Modelli Matematici dell’Università di Genova su attività di ricerca inerenti lo studio di tecniche di giunzione innovative finanziate da enti nazionali ed europei. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 157 Equivalenza tra sorgenti radiografiche in termini di contrasto M.F. Bianchi * Sommario / Summary La definizione e la misura delle caratteristiche dei sistemi e delle apparecchiature NDT che producono l’output che l’ispettore deve interpretare è uno dei più importanti strumenti per l’affidabilità per gli NDT. La capacità di “auto-calibrazione” di un’unità NDT è utile anche per stabilire equivalenza tra apparecchiature diverse quando sono necessarie sostituzioni. Un tipico esempio di questa filosofia proviene dal mondo degli ultrasuoni dove viene applicata la norma ASTM E317 “Pratica normalizzata per valutare le caratteristiche di prestazione di sistemi e strumenti ultrasonori impulso-eco senza l’impiego di strumenti elettronici di misura”. Questo tipo di approccio è possibile anche per le apparecchiature raggi X ? Oggi la macchia focale viene comunemente determinata col metodo della “pinhole”, ma la caratteristica più importante di un fascio di radiazione che produce il contrasto continua ad essere trascurata se si eccettuano le misure elettroniche dei costruttori delle apparecchiature difficilmente correlabili ai risultati in termini di Qualità Immagine. Questa memoria è tratta per la maggior parte dall’articolo “Apparecchiatura radiografica equivalente” di G. Lombardi e M.F. Bianchi, pubblicato nella rubrica aeronautica sul numero 2/2008 del Giornale PnD. Il tema era quello di individuare un metodo semplice sia per ottemperare ai requisiti di un importante cliente che richiede la calibrazione dei kV, sia per sostituire un’apparecchiatura con un'altra ottenendo una qualità immagine equivalente. Ad integrazione, qui, lo stesso metodo viene applicato anche a sorgenti gamma di Se75, Ir192 e Co60 per valutarle in termini di contrasto, così come presentato alla Conferenza PnD di Milano 2007 da P. Sicurella e M.F. Bianchi. Define and measurement of characteristics of NDT systems * and equipment that produce output to be interpreted by NDT inspector is one of the most important tool for NDT reliability. “Self-calibration” capability in NDT facility is useful to compare different equipment where changes are necessary also. Typical example of this philosophy comes from ultrasonic world where ASTM E317 standard “Standard Practice for Evaluating Performance Characteristics of Ultrasonic PulseEcho Examination Instruments and Systems Without the Use of Electronic Measurement Instruments” is applied. Can this kind of approach be applied to x-ray equipment ? Today focal spot size is commonly determined by pinhole camera method, but the most important characteristic of radiation beam that produces image contrast continues to be disregarded except for equipment manufacturers that performed electronic measurements very difficult to be referred to Image Quality performance. Most of this paper come from article “Equivalent X-ray equipment” by G. Lombardi and M.F. Bianchi being issued in aeronautical column on Giornale PnD 2/2008. The subject was to find a simple method intended for both to comply with requirement on kV calibration of an important customer and to replace equipment each other to obtain equivalent image quality. In addition, here, same method is applied to gamma sources of Se75, Ir192 and Co60 to evaluate them in terms of contrast as presented by P. Sicurella and M.F. Bianchi during PnD Italian Conference in Milan in 2007. Keywords: Focal spot; gamma rays; measuring instruments; nondestructive testing; radiography; technical films; X rays. Bytest - Volpiano (TO). Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 159 M.F. Bianchi - Equivalenza tra sorgenti radiografiche in termini di contrasto N egli altri metodi NDT mi pare che notevoli siano gli sforzi per standardizzare procedure, apparecchiature, materiali e campioni di riferimento in modo, in ultima analisi, da perseguire un’affidabilità che permetta agli NDT di fornire lo stesso risultato di ispezione indipendentemente dalle inevitabili variabili al contorno (tempo, luogo, ispettore, condizioni di prova, ecc.). Nel controllo radiografico, invece, mi sembra che si continui a “vivere di penetrametri” lasciando il resto alle sensazioni dei radiologi più o meno esperti, più o meno fossilizzati e con opinioni più o meno valide con una situazione semi-statica che dura da oltre trent’anni. Qualche esempio: • I vecchi incrollabili giudizi dati sulle pellicole o sulle apparecchiature di una certa marca che, guarda caso, è quella che si è usata in preponderanza senza aver mai effettuato alcuna campagna di prove comparative. • La “fede” cieca in Ug, la penombra geometrica, nonostante le incredibili variazioni dei limiti ammessi dalle varie norme che, per lo stesso spessore, possono assumere valori anche in rapporto da 1 a 10 (da 0.05 mm a 0.5 mm sotto mezzo pollice) raffrontate ad una incertezza uno a due della dimensione della macchia focale “a depliant” (IEC 336 o EN 12543?) delle varie apparecchiature o addirittura “a norma” (ASTM E1742 che lascia libertà di scelta tra la dimensione nominale o quella efficace)…. Possibile che si continui il rito del calcolo di Ug senza che nessuno abbia mai provato a rilevare la dimensione della macchia focale nei vari punti di una pellicola 30x40 cm, ottenendo il risultato esplicitato dalla Figura 1 che, in pratica, se Ug fosse davvero così importante, dimostrerebbe che la detectabilità di un difetto dipende fortemente dalla posizione del pezzo sulla pellicola ? • Il “derby” tra i supporter degli IQI a 160 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 Figura 1 - Macchia focale con asse pinhole a 0°, a 7° ed a 14° di tubo 320/13 che a depliant risulterebbe 6.30 mm per EN 12543 e 3.5 mm per IEC 336. Nota: i quadrati grigi su cui è stata evidenziata la forma del fuoco misurano 7.5x9.5 mm. fori e quelli a fili che, con l’avvento della radiografia digitale, ha sempre meno senso, soprattutto se ci si ostina ad impiegarli con lo stesso approccio della pellicola. • Le tabelle per gli IQI lato sorgente e lato film che, molto spesso, non tengono conto della distanza tra la pellicola e la prima parete in esame lato sorgente, risolvendo il problema con semplice lettera F sul film. • La convinzione che per risolvere il problema dello “scattering” sia sufficiente l’impiego della B retro-pellicola dimenticandosi che, prima di tutto, il “Back-scattering” va eliminato e che esiste anche il “Front-scattering” ed il “Side-scattering” su cui, ovviamente, l’impiego di una lettera F ed S non ha alcun senso. • La convinzione che le apparecchiature a raggi X del costruttore A siano “migliori” di quelle del costruttore B perché l’esposizione è inferiore a parità di parametri e soprattutto di kV……. …… già “a parità di kV”, proprio tale affermazione è l’oggetto di questa memoria: in realtà, non di rado, le apparecchiature del costruttore A sono “peg- giori” perché sovra-calibrate rispetto a quelle del costruttore B infatti, ad esempio, lo stesso contrasto tra due gradini si ottiene a 150 kV per A ed a 157 kV per B. E con la Radiografia Digitale ? Molti anni fa i vecchi radiologi parlavano di contrasto del pezzo con la sua geometria e con lo spettro di radiazione impiegata e di contrasto fornito dal rivelatore (la pellicola) con la sua curva sensitometrica. A mio parere è ancora tutto da dimostrare che con la Radiografia Digitale, muovendo in qua e in là il mouse di un computer, si possa totalmente trascurare il primo con un rivelatore, per giunta, ad ampia latitudine…. Per i “patiti” della pellicola la latitudine era l’inverso del contrasto ! Per i “fedeli di Ug” ricordo, a margine, che le linee per millimetro disponibili sul rivelatore della Radiografia Digitale, rispetto ad una pellicola di classe 1 EN 584-1, sono in rapporto approssimativamente di 1 a 10 e che quindi esasperare verso il basso i limiti di Ug non ha molto senso visto che, muovendo in qua ed in là il mouse, le linee per millimetro rimangono le stesse. M.F. Bianchi - Equivalenza tra sorgenti radiografiche in termini di contrasto Apparecchiatura radiografica equivalente [1] Normalmente, una volta approvata una tecnica radiografica, l’apparecchiatura a raggi X utilizzata non può più essere cambiata senza una nuova approvazione. Questa pratica, che crea notevoli inconvenienti quando si verifica un guasto dell’apparecchiatura oppure quando un notevole picco di produzione non può essere smaltito con una sola apparecchiatura, non trova riscontro in motivazioni oggettivamente valide ma le sue radici sono da ricercare nella mancanza totale di regole di caratterizzazione delle prestazioni delle apparecchiature a raggi X che non permette di determinare equivalenze. Il metodo qui descritto permette di selezionare un’apparecchiatura equivalente in termine di contrasto nello stesso intervallo di spessore in esame laddove non vi siano forti differenze di filtrazione inerente: ad esempio su una lega leggera intorno a 50 kV un’apparecchiatura a finestra di berillio non potrà mai essere considerata equivalente ad un’altra con finestra di materiale più assorbente (es. alluminio). Il metodo si basa sui normali diagrammi di esposizione delle apparecchiature che, nel limite del possibile, è bene autoprodursi sia per evitare le inevitabili approssimazioni dei fabbricanti sia per tenere conto di peculiarità operative della propria unità radiografica tra cui il sistema pellicola, lo spessoramento degli schermi al piombo e le esposizioni standard adottate. Un diagramma di esposizione come quello riportato nella Figura 2 non è altro che un insieme di curve di equazione tipica (1): (1) Fondamentale è la corretta interpretazione sul diagramma e sull’equazione dei vari parametri in gioco che è riassumibile nelle seguenti considerazioni. Parametro AkV - È correlato all’intensità dei raggi X emessa dalla apparecchiatura (non al potere penetrante) ed identifica il punto di intersezione di una curva dei kV con l’asse dei mA·min quando T=0; in pratica su diverse apparecchiature fa spostare in su ed in giù Figura 2 - Tipico diagramma di esposizione. una curva isokV senza variarne l’inclinazione. È ricavabile dall’equazione (2) dove X1Y1 e X2Y2 sono 2 qualsiasi punti della stessa curva dei kV: (2) Da rilevare che, come mostrato anche nella Figura 3, questo parametro può avere andamento irregolare al variare dei kV dovuto ad inevitabili imprecisioni sperimentali: ciò non comporta grandi inconvenienti ma talvolta rende necessario un aggiustamento dell’esposizione dopo il primo tentativo di calcolo teorico che, però, farà solo “muovere in su ed in giù” la curva senza variare la qualità del fascio che dipende dalla sua inclinazione. Parametro BkV - Come esponente della base dei logaritmi neperiani e=2.71828… pilota insieme allo spessore T=X la pendenza della curva ad un determinato kilovoltaggio. È ricavabile dall’equazione (3) dove X 1 Y 1 e X 2 Y 2 sono 2 qualsiasi punti della stessa curva dei kV: Parametro HVL = (BkV) - In inglese Half Value Layer e spessore di dimezzamento in italiano. È lo spessore che, aggiunto ad una parete per cui sia nota l’esposizione, la raddoppia. In tutti i diagrammi di esposizione è considerato costante per un certo valore di kV anche se in realtà, essendo il fascio raggi X policromatico, tende ad aumentare all’aumentare dello spessore: di questo, comunque, nel normale range operativo (ad esempio da 2.5 a 10 HVL indicato dalla ASTM E94) non si tiene conto. È ricavabile dall’equazione (4): (4) Con identico HVL (ed identico BkV) si avrà stessa penetrazione e stesso contrasto indipendentemente dalla taratura del kVoltmetro dell’apparecchiatura impiegata. Nella Tabella I vengono forniti AkV, BkV e HVL per le linee dei kV del diagramma riportato nella Figura 2. La stessa tabella trasformata in diagramma nella Figura 3 permette il calcolo dell’esposizione tramite l’equa- (3) Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 161 M.F. Bianchi - Equivalenza tra sorgenti radiografiche in termini di contrasto TABELLA I - Parametri relativi al diagramma della Figura 1. kV 80 100 120 140 160 180 200 220 240 275 300 AkV 1.2500 0.6250 0.4723 0.3125 0.1481 0.1616 0.1551 0.1969 0.1481 0.1508 0.1105 BkV 0.6931 0.4621 0.2950 0.2310 0.2133 0.1691 0.1429 0.1155 0.1066 0.0889 0.0866 HVL (mm) 1.00 1.50 2.35 3.00 3.25 4.10 4.85 6.00 6.50 7.80 8.00 zione (1) con qualsiasi valore dei kV dopo aver scelto gli opportuni AkV e BkV, purché si imposti un valore di T realistico. Come già accennato, tanto più il diagramma di esposizione corrisponde alle effettive performance dell'apparecchiatura tanto più valido sarà l’accertamento dell'equivalenza tra due apparecchiature. Tali diagrammi sono ottenibili sperimentalmente ricavando le esposizioni per la densità scelta (ad esempio 2.5) da esposizioni fisse (ad esempio 10 mA⋅ min) su gradini di acciaio tramite la curva sensitometrica della pellicola impiegata. Si consigliano esposizioni a kV in progressione geometrica approssimativamente in ragione 1.118 (50, 56, 63, 70, 80, 90, 100, 118, 125, 140, 160, 180, 200, 225, 250, 280, 320, 360, 400, 450 kV) o 1.250 (precedente sequenza, un valore sì ed uno no 50, 63,...., 400 kV). Da segnalare che l’equivalenza si ottiene di solito sia con un aggiustamento dei kV pilotato da BkV sia con un aggiustamento dell’esposizione pilotato da AkV. La Figura 4 fornisce un esempio di diagrammi di esposizione effettivi su 4 apparecchiature derivato da prove effettuate in Precicast ed in Bytest. Le Figure 5 e 6 forniscono rispettivamente i diagrammi per determinare BkV e AkV derivati dalla Figura 4 con variazione della scala in ascissa per consentire una maggior precisione. Figura 3 - Determinazione di AkV e BkV a qualsiasi valore di kV. Figura 4 - Diagrammi sperimentali di 4 apparecchiature (D4Pb, FF 100 cm, D 2.5, Fe). Nota: le equazioni riportate nei grafici sono state ottenute con l’apposita opzione della linea di tendenza su foglio elettronico Excel senza necessità di impiego delle precedenti equazioni [1], [2] e [3]. 162 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 M.F. Bianchi - Equivalenza tra sorgenti radiografiche in termini di contrasto Figura 5 - Determinazione di BkV derivati dalla Figura 4. Figura 6 - Determinazione di AkV derivati dalla Figura 4. La Figura 7 mette in relazione gli scostamenti di kV e di mA·min necessari per ottenere una radiografia equivalente e dimostra la scarsa applicabilità delle tolleranze della ASTM E2104 che permette in alternativa: • la variazione di kV fino al 15% (molto ampia ma impossibile per le variazioni necessarie dei mA·min); • la variazione di mA·min fino al 15% (molto ristretta); • la variazione contemporanea di kV fino al 5% e di mA·min fino al 10% (più realistica ma insufficiente). In altre parole, se esaminiamo la Figura 7 - Eresco 300, Titan 320 e Balteau 320 a confronto con Titan 450 ed inapplicabilità di ASTM E2104. Nota: con diagrammi come questi è possibile verificare la calibrazione dei kV rispetto ad apparecchiatura di riferimento su cui sia applicabile il metodo del divisore di voltaggio secondo EN 12544-1 (es. Seifert Isovolt e Titan) in ottemperanza, ad esempio, alle prescrizioni Snecma della norma radiografica DMC0050 di Aprile 2007. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 163 M.F. Bianchi - Equivalenza tra sorgenti radiografiche in termini di contrasto Figura 8, non ci si rende conto di come sia possibile equiparare secondo ASTM E2104 una va riazione del 15% dei mA⋅min con un aumento del +15% dei kV che è correlabile ad un aumento di oltre il 300% dei mA⋅min ? La presente metodologia è stata proposta al Nadcap per il Supplier Workshop del meeting di Roma di fine Febbraio. È probabile che vi saranno delle diffidenze da parte dei radiologi più conservatori ad accettare la variazione di apparecchiatura senza riapprovazione ma è chiaro che: • almeno sarà più facile e veloce accontentarli producendo rapidamente set di film equivalenti per le varie apparecchiature in dotazione, conoscendone a priori le performance (AkV e BkV); • da parte di noi radiologi “progressisti” sarà bene evitare, per deontologia professionale, di dar retta ai conservatori che accetterebbero variazioni del 15% dei kV secondo ASTM E2104 poiché, senza una seria caratterizzazione, si rischiano variazioni effettive oltre il 30% (15% ammesso più anche oltre il 15% a loro sconosciuto come da Figura 7). Non trovate ? Figura 8 - Variazione del 15% dei kV correlata ai mA⋅min. Applicazione alle sorgenti gamma La Figura 9 illustra l’applicazione di BkV e AkV (anche se qui andrebbero chiamati BkeV e AkeV) alle più comuni sorgenti gamma con diagramma derivato da brochure Agfa. Notevole il fatto che una determinazione sperimentale sul Selenio 75 mostrata nella Figura 10, mirata a determinare una possibile “equivalenza” con i raggi X, ha dato come risultato praticamente lo stesso BkV della Figura 9 (0.0643 contro 0.0693). Di un certo interesse la comparazione tra Diagrammi per isotopi (FF 100 cm, D4 Pb, densità 2.0) Spessore acciaio (mm) Figura 9 - BkV di Se75, Ir192 e Co60. 164 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 Figura 10 - Approfondimento sperimentale BkV di Se75. M.F. Bianchi - Equivalenza tra sorgenti radiografiche in termini di contrasto TABELLA II Sorgente BkV HVL (mm) Spettro 450 kV 0.0737 9.4 Continuo 450 keV max nominali Se 75 0.0699 9.9 A righe da 66 a 401 keV Ir 192 0.0589 11.8 A righe da 206 a 612 keV Co 60 0.0316 21.9 A righe da 1.17 a 1.33 MeV Figura 11 - Come ricavare i BkV e gli HVL in Fe dalle curve di esposizione del fabbricante. raggi X e raggi gamma possibile ricavando BkV e HVL, ad esempio, da un diagramma di esposizione di apparecchiature a raggi X come mostrato nella Tabella II e nella Figura 11. Conclusioni e sviluppi Il metodo della determinazione dei BkV, AkV ed HVL permette di: • calcolare i tempi di esposizione; • comparare impianti raggi X diversi; • ottenere radiografie equivalenti in termini di contrasto; • trasferire una tecnica radiografica da un impianto e/o sito ad un altro. In prospettiva dovrebbe essere sviluppato un semplice “PC tools” che, a partire da dati di input come: • materiale; • distanza fuoco-film adottata per le prove; • kV testati; • coppie di punti spessore-densità ottenuti per ogni livello di kV; • densità richiesta; • pellicola e sviluppo; • distanza fuoco-film richiesta, fornisca come output: • diagramma di esposizione automatico a densità e distanza fuoco-film richieste; • tabella BkV, AkV ed HVL. Rimango del parere che anche in Radiografia Digitale si dovranno tenere nel dovuto conto le leggi dell’assorbimento dei raggi X applicate al particolare in esame, non affidandosi solo alla variazione elettronica del contrasto dell’immagine acquisita che, se non gestita con cautela, può trasformarsi da un vantaggio ad una sorta di articacts illusorio di un miglioramento della qualità immagine forse solo apparente. Bibliografia [1] Lombardi G., Bianchi M.F.: «Apparecchiatura radiografica equivalente», Giornale PnD, n. 2/2008. Mario F. BIANCHI, soprattutto quasi 33 anni di Radiografia Industriale con 1/3 di esperienza “terzista” plurisettoriale e 2/3 nel settore aeronautico: RxIndustriale, Aeritalia, Avio, Bytest. In 20 anni di Livello 3 RT MIL/NAS410/EN4179 qualificato Avio, General Electric, Pratt&Whitney, Rolls-Royce, Honeywell, ITANDTB interfacciandosi con molti dei Primes aviomotoristi a livello mondiale; qualifica a Livello 3 RT EN473 del 1997. Dal 2002 più volte coinvolto nell'accreditamento Nadcap delle Unità RT di Avio Pomigliano, Rivalta e Bytest; nel 2008 è diventato Supplier Voting Member per Bytest nell'NDT Task Group di questo Organismo di Sorveglianza mondiale, espressione di quasi tutti i Primes aeronautici. È inoltre coordinatore della Commissione RT dell'ITANDTB e consigliere dell'AIPnD del cui giornale cura la rubrica aeronautica. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 165 Wet Welding: non una novità ma una evoluzione C. Colombo * G. Carminati * D. Keats ** Sommario / Summary La saldatura subacquea in ambiente bagnato “Wet Welding” è da sempre stata considerata come una attività di nicchia. Le prime applicazioni si sono avute in ambienti particolarmente difficili come quelli dell’offshore dove la saldatura “Wet” veniva utilizzata solamente per situazioni estreme dettate dalla urgenza e precarietà. La saldatura “Wet” ha riscontrato solo nell’ultimo decennio il maggiore interesse degli addetti ai lavori, grazie anche ai minori costi di investimento e alla relativa semplicità di esecuzione rispetto al procedimento “Dry Welding” (saldatura iperbarica in ambiente asciutto). Nell’ articolo vengono fornite indicazioni sulle normative, internazionali ed europee, che trattano la “Wet Welding”, vengono illustrate inoltre le tecniche utilizzate dai saldatori subacquei e i materiali speciali utilizzati, forniti dalla Lastek Italia, studiati appositamente dalla casa madre olandese per la saldatura e il taglio subacquei. Wet welding has always been considered a niche application. At first, wet welding has been used in hard environments and for extreme and urgent situations only as in offshore field. Just in the last decade wet welding called interested persons’ attention due to the low cost of investments and to the relative easier execution in comparison with dry welding. In this article information about international and european standards on the matter are given and the different welding techniques applied by divers are illustrated as well as the used consumables for underwater welding and cutting set on purpose by Lastek in Holland and furnished by Lastek Italia. Keywords: AWS; CEN; environment; filler materials; MMA welding; process conditions; process parameters; quality control; service conditions; standards; underwater environments; underwater welding. * Lastek Italia - Gavirate (VA). ** Speciality Welds - Cleckheaton (Inghilterra). Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 167 C. Colombo et al. - Wet Welding: non una novità ma una evoluzione I l termine Wet Welding (letteralmente saldatura bagnata/umida) identifica un procedimento di saldatura subacquea con elettrodo rivestito. Il procedimento, utilizzato attualmente per interventi di manutenzione e di costruzione di strutture in materiale ferroso, è caratterizzato quindi dalle estreme condizioni operative ed ambientali in cui si trova sia l’operatore sia la struttura su cui si esegue l’intervento. Prima di eseguire un intervento Wet Welding è quindi necessario acquisire uno specifico addestramento alla tecnica di immersione e la necessaria consapevolezza: • delle tecniche operative e dei principi teorici su cui si regge il procedimento; • del livello qualitativo raggiungibile con il Wet Welding. Per mettere in risalto le straordinarie potenzialità del procedimento, è necessario fare chiarezza su alcuni aspetti normativi che in passato sono stati indirettamente causa di dubbi dando adito ad errate interpretazioni. Le specifiche americane definiscono il procedimento di saldatura subacquea come quel processo (AWS D3.6 - 1 st edition 1983) in cui sia l’operatore sia l’arco elettrico sono contemporaneamente esposti al contatto con l’acqua, senza alcuna barriera fisica che li separi. Queste specifiche furono definite per consentire l’inquadramento della attività entro un ambito normativo che consentisse di realizzare delle performance di saldatura in tutta sicurezza con qualità accettabile. I livelli qualitativi così raggiungibili vennero definiti in quattro gradi: A - B C - O. In Europa, la norma EN ISO 15618 (Qualification Testing of Welders for Underwater Welding), approvata dal CEN nel 2000, definisce i principi e le modalità di qualificazione del processo di saldatura subacquea sia in acqua (Parte 1) sia in ambiente asciutto (Parte 2) premettendo l’esistenza di un 168 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 operatore Diver già qualificato per svolgere l’attività di immersione. Il “Wet Welding Process” è sempre stato considerato un procedimento straordinario, di “nicchia”, comunque di scarso interesse, senza conquistare un riconoscimento normativo specifico di un procedimento di saldatura caratterizzato dalle specifiche particolarità prima accennate. Le cause sono da ricercare principalmente nelle scarse performance raggiunte, indotte dalla scarsa esperienza e da errate tecniche di impostazione. Le prime applicazioni di saldatura subacquea erano oltretutto eseguite in ambienti particolarmente difficili come quelli dell’offshore, in cui prevaleva la necessità di interventi “Dry” con camere iperbariche relegando inevitabilmente l’intervento “Wet” a situazioni estreme dettate dalla urgenza e dalla precarietà. Il procedimento Wet ha riscontrato solo nell’ultimo decennio il maggiore interesse degli addetti ai lavori, che misero in evidenza la valutazione dei minori costi di investimento e la relativa semplicità di esecuzione rispetto al procedimento Dry. È noto che l’esecuzione della saldatura, realizzata sott’acqua e quindi con l’inevitabile rapido raffreddamento indotto dal liquido che avvolge sia il materiale base che quello d’apporto, non potrà possedere caratteristiche meccaniche paragonabili a quelle realizzate in superficie o in camera iperbarica ma questo aspetto non deve indurci a scartare a priori le grandi opportunità che comunque il procedimento Wet è in grado di offrire, soprattutto in ambito di manutenzione. Alla luce, quindi, delle esperienze fatte e degli straordinari successi ottenuti non si deve assolutamente pregiudicare il Wet Welding Process come inadeguato, o peggio ancora come inaccettabile, ma occorre semplicemente sviluppare un nuovo concetto di “qualità” che tenga presente limiti e peculiarità. Il concetto di qualità deve necessariamente essere definito facendo riferimento a delle specifiche tecniche normalizzate dagli enti competenti. Le AWS D3.6, che risalgono al 1983, sono state le prime pubblicazioni tecniche ma hanno un approccio molto semplicistico e, come spesso accade nella definizione delle applicazioni innova- tive, non erano in grado di fare chiarezza alla estrema confusione che esisteva in materia, impedendo al procedimento di esprimere le sue effettive potenzialità. Per lungo tempo, infatti, sono comunque mancati dei chiari ed univoci riferimenti per la definizione delle procedure di saldatura, delle qualifiche dei saldatori, dei sillabi di addestramento, ecc., dando l’impressione che tutto fosse superfluo o riconducibile a specifiche già esistenti. Come per qualunque altro procedimento di saldatura, ogni parametro determinante per il buon esito della operazione deve essere ponderato e correlato in proporzione alla sua influenza. Con la norma europea EN ISO 15618 Parti 1 e 2, approvata dal CEN (Comité Européen de Normalisation) nell’Agosto del 2000, si sono definiti i requisiti per la qualificazione del procedimento e dei saldatori subacquei e quindi gli standard operativi che è necessario rispettare per soddisfare le aspettative di ripetibilità e di qualità delle esecuzioni. Vengono infatti standardizzati: • i termini e le definizioni del procedimento; • i parametri, i metodi ed i test per la certificazione della qualità del giunto e della professionalità dell’operatore; • i sillabi di addestramento ed i campi di validità delle rispettive certificazioni. Possiamo quindi affermare che l’attuale normativa ha dato la giusta impostazione alla materia in oggetto, soprattutto mettendo in evidenza la primaria importanza che riveste la specifica preparazione addestrativa che deve possedere l’operatore per procedere all’esecuzione della saldatura in ambiente “Wet”. Con l’esperienza acquisita nell’attività di addestramento che ha portato alla certificazione di oltre un centinaio di operatori Wet-Welder, possiamo affermare che è molto più veloce formare un neo saldatore subacqueo rispetto a quello di altri procedimenti. Le fondamentali tecniche operative che formano il sillabo addestrativo sono infatti relativamente semplici e di facile apprendimento. Esse sono tre: • Tecnica a tirare (Drag) • Tecnica oscillatoria • Tecnica di chiusura (Step Back). Esse sono adottate nelle rispettive fasi che caratterizzano il ciclo di saldatura, C. Colombo et al. - Wet Welding: non una novità ma una evoluzione ovvero all’innesco, nel deposito ed alla chiusura e sono tutte caratterizzate dal permanente contatto tra elettrodo e pezzo (touch), ovvero dal principio dell’autoconsumo, fondamentale nella saldatura subacquea. Lead angle 35-45° 1. Tecnica a tirare (Drag) Con la tecnica a tirare l’elettrodo viene posizionato sul particolare da saldare, strisciato con una pressione che degraderà d’intensità immediatamente dopo l’innesco dell’arco. Ad innesco avvenuto, si dovrà condurre l’elettrodo sempre con il continuo contatto con il pezzo ed un angolo verticale (“lead”) definito in proporzione agli ampere in uso. L’elettrodo dovrà consentire un deposito a velocità costante, un arco stabile e soprattutto impedire inclusioni di scoria. In questa fase, la principale difficoltà che si incontra nell’addestramento è l’acquisizione dell’abilità nel dare la giusta regolazione alla corrente di saldatura, nel percepire la non corretta stabilità dell’arco e la non concentricità della sua posizionatura. L’angolo “lead”, rappresentato nella Figura 1, ha diretta influenza sulla velocità di saldatura. Per ridurre al minimo la sua variazione, è necessario correggere opportunamente l’angolo di inclinazione dell’elettrodo che nella saldatura subacquea è compreso tra i 35° e i 45°. In generale, maggiore è l’angolo di inclinazione dell’elettrodo minore è il rateo di velocità di avanzamento, il cordone è più disteso e maggiore è la sua penetrazione. L’angolatura indicata è consigliata per consentire il distacco delle bolle gassose sprigionate dall’arco elettrico, senza che interferiscano con il bagno di fusione (Fig. 2). Un altro angolo da tenere sempre sotto controllo durante l’avanzamento dell’elettrodo è l’inclinazione laterale “slope” soprattutto nella saldatura ad angolo (Fig. 3). Deve essere chiaro infatti che, utilizzando la torcia ad elettrodo, l’angolo di inclinazione laterale è l’unico meccanismo in grado di indirizzare opportunamente il deposito. È da sottolineare inoltre che, come in ogni tipo di procedimento di saldatura, Figura 1 la percezione sensoriale determinata dalla vista e dal suono ha una rilevanza non trascurabile, soprattutto nelle fasi di riempimento. Infatti, se la regolazione è stata giustamente ponderata, dalla seconda passata in poi sarà sufficiente rispettare i paramentri di inclinazione per non avere problemi di deviazioni del flusso o spampanature dell’arco (Fig. 4). La tecnica “Drag”, quindi, è comunque consigliata indipendentemente dalle posizioni con cui eseguire la saldatura. 2. Tecnica oscillatoria Per fugare ogni facile fraintendimento, con il termine “oscillatoria” non si identifica la consueta tecnica “Va e Vieni” (Weaving) spesso utilizzata nei procedimenti di superficie ma assolutamente da evitare nella saldatura subacquea. Con tecnica oscillatoria si intende il costante movimento di variazione dell’angolo verticale - orizzontale (leadangle) ed il contemporaneo e costante contatto con il bagno di fusione e l’ango- Figura 2 Slope angle 45° Figura 3 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 169 C. Colombo et al. - Wet Welding: non una novità ma una evoluzione I passata II passata III passata Figura 4 - Esempi di sequenze “multipass”. lazione laterale (slope angle). Questa tecnica permetterà di correggere la deflessione dell’arco e soprattutto la non concentricità della fusione dell’elettrodo qualora si dovesse verificare durante l’operazione di saldatura. La fusione non simmetrica è infatti indotta inevitabilmente dalla specifica tecnica operativa adottata nel procedimento Wet-Welding: posizione dell’elettrodo non verticale, bassa angolatura “lead”, contatto con il pezzo (Fig. 5). 3. Tecnica di chiusura (Step Back) Questa tecnica consiste nel sospendere l’avanzamento del cordone e nell’arre- Figura 6 170 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 trare subito dopo di qualche mm oltre il bordo del bagno di fusione senza comunque mai spegnere l’arco. Questo movimento consente al cordone di penetrare correttamente anche nell’ultimo tratto, di distendersi senza lasciare mancanze (cratere di chiusura) e contemporaneamente di consentire un raffreddamento meno violento. Questa tecnica è consigliata anche nelle ipotesi di riempimento, da eseguire almeno nelle ultime tre passate (Fig. 6). Nel procedimento Wet Welding si eseguono solo saldature a cianfrino o ad angolo. 4. Esempi di applicazione dei consumabili La Figura 7 rappresenta una macro su una campionatura di una giunzione di due acciai a spessore diverso (min. 32 mm) realizzata dalla Irish Divers per una specifica di saldatura relativa ad un intervento realizzato a Port Oriel con elettrodo Lastek 1010: Hammerhead per la chiodatura subacquea e la saldatura spot. La sua approvazione ha consentito alla Kirk McClure Morton di abbattere i costi dell’intervento del 50%. A causa dell’impiego di elettrodi da taglio esotermici e quindi della presenza dell’ossigeno, gas comburente caratterizzato da una elevatissima potenzialità esplosiva, entrato accidentalmente in contatto con residui di pro- a) b) c) d) a) anima b) rivestimento c) pellicola di scorie nel cratere di rivestimento d) pezzo da lavorare Figura 5 dotti petrolchimici, si sono innescate delle esplosioni con il ferimento e/o addirittura il decesso di alcuni operatori (Figg. 8 e 9). Per questo motivo, dietro specifica richiesta delle compagnie petrolifere Shell e BP in seguito alle drammatiche statistiche di incidenti mortali riportati in particolare durante la campagna di manutenzione del 2002/2003 nel Golfo del Messico da alcune compagnie specializzate in manutenzione offshore, Lastek ha sviluppato, per gli interventi ritenuti pericolosi, l’elettrodo da taglio Lastek 1000 S:Swordfish non esotermico. Per l’intervento di manutenzione di sei chiuse di una diga a Cullen Bay Marina, Australia, dal peso di oltre 12 t ed un’altezza di circa 15 m, è stato necessario definire delle WPS secondo le specifiche AWS D3.6 class B nelle reali condizioni operative utilizzando l’elettrodo Figura 7 C. Colombo et al. - Wet Welding: non una novità ma una evoluzione Lastek 1008: Barracuda, caratterizzato da ottime qualità di saldabilità (permette il controllo visivo della fusione in opera) e dalle elevate caratteristiche meccaniche: > 564 N/mm2. Figura 8 Figura 9 Claudio Alfredo COLOMBO, quarantaquattro anni, esperienze professionali maturate nei settori del turismo, della moda e dell’industria; il giovane manager, che riveste il ruolo di DG Lastek, AD della nuova holding produttiva ed Amministratore Unico di Lastek Maroc Sarl. Gianmarco CARMINATI, diplomato Perito Aeronautico presso l’Istituto Tecnico Aeronautico Fauser di Novara nel 1986, ha maturato un’esperienza nel settore ricerca e sviluppo collaborando nel 1989 al progetto JPATS dell’Aermacchi/Lockheed. In forza alla LASTEK SpA dal 1998 come Welding Technologist, dal 1991 ha collaborato con la Speciality Welds allo sviluppo dell’attività manutentiva in ambiente “umido” ed attualmente è responsabile tecnico per i consumabili e la formazione didattica. David KEATS, ha iniziato negli anni ’60 un’importante esperienza in ambiente offshore con i procedimenti di saldatura Dry e Wet. Nel 1987 la Hydromech Technical Service Ltd. gli ha commissionato la prima attività di consulenza per la definizione delle specifiche di addestramento da proporre ai propri operatori con l’obiettivo di incrementare gli standard di sicurezza e la professionalità degli stessi. Attualmente con la Società Speciality Welds, di sua proprietà, è membro permanente della Association of Welding and Fabrication Training and Education (AWFTE) e della International Diving Schools Association. Da dieci anni collabora con la Lastek Production N.V. alla ricerca, test ed analisi per lo sviluppo e la produzione di specifici ed esclusivi consumabili da destinarsi alla saldatura subacquea. È autore di diverse pubblicazioni non solo in tema di sillabi addestrativi, ma anche di tecniche di saldatura e controlli non distruttivi. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 171 Seventh European Congress on Joining Technology Fifth edition of Italian Welding Days VENEZIA LIDO (Italy) 21- 22 May 2009 www.gns5-eurojoin7.it Valutazione della vita residua teorica di componenti eserciti in regime di scorrimento viscoso ad alta temperatura secondo il “Metodo Omega” (API 579-1 / ASME FFS-1) G.L. Cosso * C. Servetto * Sommario / Summary Nel caso in cui sia possibile disporre di materiale prelevato dall’esercizio (tipicamente è il caso dei forni in cui vengono realizzate sostituzioni parziali dei serpentini della sezione radiante) è possibile, attraverso l’esecuzione di prove accelerate di scorrimento viscoso, valutare la vita residua dei componenti eserciti seguendo la procedura convenzionalmente nota come “Metodo Omega”, proposta dalla API 579-1 / ASME FFS-1. Nel presente lavoro viene illustrato un esempio di applicazione della procedura per la valutazione della vita residua dei serpentini di riscaldo idrocarburi di un forno. I risultati sono inoltre confrontati con quelli ottenuti attraverso l’utilizzo delle tradizionali metodologie di valutazione della vita residua secondo la Circolare ISPESL n° 48/2003. A possible approach to estimate the remaining life of a component operating in the creep range is the adoption of the MPC Omega Method, included in the latest edition of API * 579-1 / ASME FFS-1. When service exposed material is available (a typical case is the replacement of tubes from the radiant section of a fired heater) the remaining life can be evaluated by means of short duration creep tests, even if the actual service conditions are unknown. In the present work an example of the application of the Omega Method to a petroleum refinery heater operated for more than 100000 hours is presented. For comparison the results of a traditional assessment according to Italian regulations and standards (Circolare ISPESL n° 48/2003) are also indicated. Keywords: API; chemical engineering; chemical industry; composition; creep; creep resisting materials; creep strength; creep tests; fitness for purpose; furnaces; high temperature; low alloy Cr Mo steels; mathematical models; pipework; remanent life; service conditions. Istituto Italiano della Saldatura - Genova. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 173 G.L. Cosso e C. Servetto - Valutazione della vita residua teorica di componenti eserciti in regime di scorrimento viscoso, ecc. 2. Descrizione del modello proposto dal“Metodo Omega” 1. Introduzione Nel presente lavoro viene illustrato un esempio di applicazione della procedura convenzionalmente nota come “Metodo Omega” per la valutazione della vita residua dei serpentini di riscaldo idrocarburi di un forno. Tale procedura, sviluppata dall’American Petroleum Institute (API) e dal “Material Properties Council” e prevista dalla norma API 579-1 / ASME FFS-1 (2007), permette, attraverso l’esecuzione di prove di scorrimento viscoso accelerate su campioni di tubazione prelevati dall’esercizio, di stimare la vita residua anche in assenza di informazioni sull’esercizio sostenuto dall’apparecchiatura. Inoltre, rispetto alle metodologie basate sui risultati delle prove a rottura tradizionali (tipo “isostress”) questa procedura consente una riduzione consistente dei tempi di prova, incrementando, nel contempo, l’affidabilità dell’estrapolazione. Per confronto è stato condotto anche il calcolo della vita residua in accordo alle prescrizioni della vigente Circolare ISPESL n° 48/2003. Figura 1 - Curva di deformazione (approccio tradizionale). 174 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 Il Metodo Omega è basato su presupposti in parte contrastanti con la formulazione “classica” del fenomeno dello scorrimento viscoso ad alta temperatura presentato dalla letteratura tecnica per i materiali metallici di più comune impiego. La formulazione “classica” del fenomeno individua tre fasi nell’evoluzione della deformazione viscosa nel tempo (Fig. 1): • creep “primario”: la velocità di incremento della deformazione (“creep strain rate”) è decrescente nel tempo; • creep “secondario” (prevalente, nella durata, rispetto alle altre due fasi): la velocità di incremento della deformazione è costante nel tempo; • creep “terziario”: la velocità di incremento della deformazione aumenta nel tempo fino alla rottura. La teoria adottata nel Metodo Omega, anziché una fase di creep secondario, prevede, al termine di un periodo iniziale (in cui la velocità di incremento della deformazione è decrescente), un incremento continuo della velocità di deformazione (Fig. 2) secondo la relazione seguente: (1) in cui: • “ε·0” rappresenta il valore iniziale, al termine del periodo di scorrimento viscoso primario, della velocità di incremento della deformazione ed è funzione del materiale considerato, della tensione agente e della temperatura; • “Ω” è un parametro, privo di dimensioni, che caratterizza l’evoluzione nel tempo della deformazione accumulata per effetto dello scorrimento viscoso; come “ε· 0 ”, è funzione del materiale considerato, della tensione agente e della temperatura; • “t” rappresenta il tempo trascorso tra l’istante iniziale (al termine del periodo primario) e l’istante considerato; • “ε C ” rappresenta la deformazione accumulata per scorrimento viscoso tra l’istante iniziale e l’istante considerato. La procedura “Omega” propone dunque un nuovo modello per la rappresentazione dell’evoluzione della deformazione per scorrimento viscoso nel tempo: tale modello trascura i periodi di creep primario e secondario e considera che la quasi totalità della vita dei componenti operanti in regime di scorrimento viscoso sia spesa nel periodo di creep terziario. Sulla base del modello proposto, la rottura per scorrimento viscoso si manifesta quando la velocità di incremento Figura 2 - Curva di deformazione (approccio Metodo Omega). G.L. Cosso e C. Servetto - Valutazione della vita residua teorica di componenti eserciti in regime di scorrimento viscoso, ecc. della deformazione “ε· ” è illimitata: di conseguenza, il tempo “t R” necessario per la rottura (a partire dalla fine del periodo primario) è definito dall’equazione: (2) Se il componente ha subito un periodo “t” di esercizio, la vita residua teorica “tR - t” è definita dall’equazione: (3) in cui “ε·(t)” rappresenta il valore, dopo il periodo di esercizio “t”, della velocità di incremento della deformazione. L’API 579 propone una rappresentazione parametrica polinomiale sia per Ω che per la velocità iniziale di deformazione ε·0 : residua attraverso l’applicazione dell’espressione (3). Avendo tuttavia la disponibilità di materiale, può essere opportuno in generale condurre un programma di prove “misto”, in cui alcune prove vengono portate a rottura (con tempi a rottura dell’ordine delle 1000-2000 ore) per consentire la determinazione del valore di Ω e di conseguenza il confronto con i dati di letteratura. In questo set di prove la temperatura può essere incrementata fino a 60-80 °C rispetto alla temperatura di esercizio, mentre le tensioni imposte sono dello stesso ordine di grandezza del valore indotto dalla pressione interna di esercizio. Nell’ambito della procedura di valutazione, le prove estese fino alla rottura del saggio consentono di determinare (per differenti tensioni e tempe- (4) (5) in cui: • “T” è il valore della temperatura (in K); • “σeq” rappresenta la tensione equivalente di Von Mises. L’API 579 riporta, nell’Appendix F, i valori dei coefficienti per la definizione di Ω e di ε·0 per una gamma molto ampia di materiali di comune impiego negli impianti petrolchimici e di generazione di energia. Il valore di Ω tuttavia può essere ottenuto rapidamente da una prova di scorrimento viscoso in cui sia rilevata la deformazione, attraverso l’interpolazione lineare delle coppie di valori (ln ε·,εC ), secondo la relazione seguente: C 0 (6) Attraverso l’approccio del “Metodo Omega”, per la valutazione della vita residua di un componente è in teoria sufficiente rilevare, durante una prova condotta alle condizioni di tensione e temperatura che caratterizzano l’esercizio, l’incremento della deformazione viscosa; deducendo il valore di Ω dai dati disponibili in letteratura è quindi immediata la determinazione della vita rature) il parametro Ω che caratterizza il materiale e confrontarlo con il valore medio indicato dalla API 579. In tal modo è possibile stabilire se i valori di Ω proposti dalla API 579 sono utilizzabili con affidabilità sufficiente per temperature e tensioni differenti da quelle adottate nelle prove. Il secondo set di prove consiste invece in prove “interrotte”, di durata pari a circa 100 ore, condotte a temperature e tensioni dello stesso ordine di grandezza di quelle che caratterizzano l’esercizio; esse sono finalizzate alla stima del valore “corrente” della velocità di incremento della deformazione e possono essere interrotte non appena rilevata la velocità di incremento della deformazione. È opportuno condurre le prove su spezzoni di tubazione provenienti dalle zone esposte alle temperature più elevate e, comunque, ricavando i provini dal lato fiamma. Dalle sperimentazioni condotte da Prager, ideatore del metodo, l’esito delle prove è sostanzialmente indipendente dalla direzione di prelievo del provino; i provini possono dunque essere ricavati nella direzione longitudinale. Si osserva infine che l’adozione integrale della procedura proposta dall’API 579 prevede l’utilizzo di parametri correttivi per tenere in conto di alcuni fattori che possono influenzare la vita residua (grado di triassialità dello stato di tensione, duttilità del materiale in esame). L’utilizzo di questa procedura nell’ambito legislativo italiano impone inoltre l’utilizzo dei fattori di sicurezza imposti dalla Circolare ISPESL n° 48/2003 (coefficiente C s = 0.8, coefficiente di riduzione della resistenza a creep delle saldature Cs = 0.9). 3. Esempio applicativo del “Metodo Omega” al caso di un forno di riscaldo idrocarburi Nell’ambito di una fermata di impianto per la riomologazione di un forno, in accordo alla Circolare ISPESL n° 48/2003 sono state sostituite alcune barre del serpentino della sezione radiante, interessate da sottospessori. Accanto alla tradizionale valutazione della vita residua dei componenti, in accordo alle prescrizioni della Circolare ISPESL è stata anche condotta una valutazione della vita residua attraverso il “Metodo Omega” previsto dalla API 579 sulla base dei risultati di prove di scorrimento viscoso effettuate sugli spezzoni di tubo prelevati dall’esercizio. I provini sottoposti a prova sono stati ricavati dal lato fiamma dei tubi, zona esposta alla maggiore temperatura e quindi più critica in termini di frazione di vita consumata durante l’esercizio. Il forno in oggetto è stato esercito, alla data dell’intervento, per circa 105000 ore alle seguenti condizioni: • pressione: 27.2 kg/cm2 • temperatura: 612 °C. Il materiale costituente i serpentini è l’acciaio ASTM A335 P5. Il diametro esterno dei tubi è pari a 114.3 mm, lo spessore nominale è pari a 10.52 mm, lo spessore minimo misurato è pari a 8 mm (corrispondente anche allo spessore dei campioni di tubo eserciti). In tali condizioni la tensione cui sono sottoposti i tubi in esercizio è pari a 16.5 MPa (tensione equivalente di Von Mises). Nonostante venga utilizzata, per la valutazione della vita residua, una procedura differente da quella proposta dalla Circolare ISPESL n° 48/2003, è stato ritenuto opportuno adottare comunque il Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 175 G.L. Cosso e C. Servetto - Valutazione della vita residua teorica di componenti eserciti in regime di scorrimento viscoso, ecc. coefficiente di sicurezza indicato dalla Circolare stessa (Cs = 0.8). Non è stato applicato invece il coefficiente C r di riduzione della resistenza allo scorrimento viscoso che si manifesta in corrispondenza di giunzioni saldate, dal momento che i tubi sono senza saldatura longitudinale. La tensione maggiorata del coefficiente di sicurezza C s, utilizzata per la valutazione della vita residua, risulta pari a 20.7 MPa. Tenendo conto delle prescrizioni relative all’utilizzo della procedura Omega e delle condizioni di esercizio sopra specificate, il programma di prove è stato articolato secondo due differenti tipologie di prova: • prove estese fino alla rottura del saggio, di durata compresa tra 300 e 2000 h. Le prove sono state eseguite a carico costante (con rilevazione continua della deformazione) e sono finalizzate alla determinazione del parametro Omega (utilizzato per descrivere l’evoluzione della deformazione nel tempo). Per ottenere i tempi di rottura sopra indicati sono state adottate temperature di prova superiori di 50÷60 °C al valore di progetto (612 °C), mentre le tensioni imposte sono dello stesso ordine di grandezza del valore indotto dalla pressione interna di progetto; • prove “interrotte”, di durata pari a circa 100 h; sono state condotte con modalità analoghe alle precedenti, senza tuttavia estendere la prova fino alla rottura del saggio. Sono finalizzate alla stima del valore “corrente” della velocità di incremento della deformazione. La temperatura di Figura 3 - Determinazione di Ω per la prova n° 1. 176 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 TABELLA I Prova 1 2 3 Temperatura (°C) 660 660 665 Tensione (MPa) 51.4 49.2 41.2 Tempo a rottura (h) 330 470 1914* Omega calcolato 9.39 19.21 12.61 Omega API 579 12.53 12.73 13.20 * Prova interrotta in corrispondenza di un valore di deformazione > 14%. prova adottata è pari al valore di progetto del forno (612 °C); le tensioni imposte sono prossime al valore indotto dalla pressione interna di esercizio e tali da consentire, considerata la sensibilità degli strumenti utilizzati, la rilevazione della deformazione. 3.1 Prove estese fino alla rottura del provino Le prove sono state condotte per determinare, oltre al tempo a rottura, il valore di Omega. I dati principali che caratterizzano le prove sono sintetizzati nella Tabella I. La terza prova è stata in realtà interrotta, per mancanza di tempo, in corrispondenza di un valore di deformazione superiore al 14%. Nella Figura 3 è illustrata, per la prova n° 1, la determinazione di Ω attraverso l’interpolazione lineare delle coppie di valori (ln ε· , ε). Nella Tabella I sono confrontati i valori di Ω valutati sperimentalmente e quelli indicati dalla API 579 per acciai di composizione chimica nominale 5Cr-0.5Mo e per gli stessi valori di tensione e temperatura delle singole prove. Come si può notare vi è un buon accordo tra i valori di Ω che caratterizzano il materiale sottoposto a prova e i valori medi indicati dalla API 579. È pertanto possibile utilizzare, con una buona affidabilità, i valori di Ω proposti dalla API 579 per le condizioni di tensione e temperatura di esercizio dei componenti in esame alle quali si vuole effettuare la valutazione di vita residua. 3.2 Prove “interrotte” Le prove sono state condotte per ottenere la velocità “corrente” di incremento della deformazione. I dati principali che caratterizzano le prove sono riportati nella Tabella II. Nella Figura 4 è riportata, per la prova n° 1, l’ultima parte del diagramma orario TABELLA II Prova 1 2 3 4 5 Temperatura (°C) 612 612 612 612 612 Carico applicato (N) 1520 1925 2120 1115 2420 Tensione (MPa) 31.0 39.3 43.3 22.8 49.4 ε· (h-1) 2.713E-06 7.725E-06 1.655E-05 1.823E-06 1.819E-05 Figura 4 - Curva di deformazione per la prova n° 1. G.L. Cosso e C. Servetto - Valutazione della vita residua teorica di componenti eserciti in regime di scorrimento viscoso, ecc. TABELLA III pe = 27.2 kg/cm2 pe = 2.67 MPa Temperatura massima di esercizio: Te = 612 °C Diametro esterno tubi: De = 114.3 mm t= 8.0 mm σeq = 16.5 MPa Pressione massima di esercizio: Spessore minimo misurato (corrispondente anche allo spessore degli spezzoni di tubo sottoposti a prova): Tensione equivalente di Von Mises: Coefficiente di sicurezza Circolare ISPESL: Cs = 0.8 Coefficiente riduzione giunti saldati Circolare ISPESL: Cr = 1 Tensione di calcolo (σeq/CrCs): σc = 20.7 MPa Omega per Te e σc (API RP 579 Appendix F): Ω= 26.4 Valore corrente della “Strain Rate” per Te e σc (Fig. 6): ε· = 3.08E-07 h-1 “Strain Rate Exponent” (Fig. 6): n= 5.247 “Prager Factor” (API RP 579 Appendix F): β= 0.33 Coefficiente δ (API RP 579 Appendix F): δ= 0.10 Coefficiente α (API RP 579 Appendix F): α= 2.00 Omega modificato (per stato di tensione pluriassiale, API 579 Appendix F): Ωm = 38.8 Vita residua dei tubi campione: V.R. = 1/(Ωm ε· ) V.R. = 83746 h tU = 50000 h Tempo di ulteriore esercizio ammesso dalla Circ. ISPESL max (60%V.R., 50000 ore): della deformazione e la correlazione lineare che definisce il valore corrente della velocità di incremento della deformazione. Nella Figura 5 sono riportati i valori della velocità corrente di incremento della deformazione e i valori iniziali medi proposti dalla API 579 (Appendix F) per acciai di composizione chimica nominale 5Cr-05Mo. Nella Figura 6 è riportata la correlazione tra velocità di incremento della deformazione e tensione agente utilizzata per la Figura 5 valutazione della vita residua del forno; per evitare una stima eccessivamente cautelativa la correlazione è stata definita eliminando i due valori che presentano il maggiore e minore rapporto rispetto al corrispondente valore medio iniziale. 3.3 Valutazione della vita residua La valutazione della vita residua è stata condotta con riferimento alle condizioni di esercizio del forno che verranno mantenute anche nel futuro esercizio. Esse vengono riepilogate insieme con gli altri parametri considerati nel calcolo nella Tabella III. 4. Valutazione della vita residua secondo la Circolare ISPESL n° 48/2003 Di seguito viene riportato il calcolo della vita residua effettuato in accordo ai criteri della Circolare ISPESL n° 48/2003. In tale valutazione il tempo teorico di rottura è stato calcolato adottando il Metodo 1 previsto dalla Sezione 2 delle Linee Guida della Circolare ISPESL, costruendo per il materiale in esame (ASTM A335 P5) la “Master Curve”. I valori delle caratteristiche meccaniche tempo dipendenti sono stati ricavati dal Codice ASME II Part D Ed. 2004 Addenda 2005. Nella Figura 7 è illustrato il diagramma bilogaritmico sollecitazione-tempo alla temperatura massima di esercizio ottenuto a partire dalla Master Curve. I dati relativi alla geometria dei componenti e alle condizioni di esercizio sono quelli utilizzati per la valutazione di cui al paragrafo precedente (Tab. IV). Come si evince dai risultati del calcolo i tubi del forno sui quali sono stati misurati i valori minimi di spessore hanno in pratica raggiunto la loro vita teorica. Effettuando un calcolo di maggior dettaglio, suddividendo il periodo di esercizio in sottoperiodi e tenendo conto di una riduzione lineare dello spessore del tempo, si ottiene comunque un valore molto elevato della frazione di vita con- Figura 6 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 177 G.L. Cosso e C. Servetto - Valutazione della vita residua teorica di componenti eserciti in regime di scorrimento viscoso, ecc. TABELLA IV pe = 27.2 kg/cm2 pe = 2.67 MPa Temperatura massima di esercizio: Te = 612 °C Diametro esterno tubi: De = 114.3 mm t= 8.0 mm σeq = 16.5 MPa Pressione massima di esercizio: Spessore minimo misurato: Tensione equivalente di Von Mises: Coefficiente di sicurezza Circolare ISPESL: Cs = 0.8 Coefficiente riduzione giunti saldati Circolare ISPESL: Cr = 1 Tensione di calcolo (σeq/CrCs): σc = Tempo teorico di rottura: tR = 120040 h Tempo di esercizio: tes = 105000 h Frazione di vita consumata: Vita residua: Tempo di ulteriore esercizio ammesso dalla Circ. ISPESL max (60%V.R., 50000 ore): f= 20.7 MPa 0.87 V.R. = 15040 h tU = 9025 h sione in esercizio in regime di scorrimento viscoso ad alta temperatura. Tale metodologia, basata sull’esecuzione di prove di creep su campioni eserciti, può costituire un’opzione di indubbio interesse per apparecchiature, come i forni in esercizio in impianti petrolchimici, che consentono con relativa facilità il prelievo di campioni e sono sollecitati in condizioni approssimativamente uniformi di temperatura e tensione. Rispetto all’approccio tradizionale, inoltre, il “Metodo Omega” consente, per la sua formulazione, una stima in generale meno cautelativa della vita residua dei componenti. Le prove di creep necessarie, in particolare, richiedono tempi relativamente contenuti, senza che, tuttavia, venga compromessa l’affidabilità della valutazione. Bibliografia – API 579-1/ASME FFS-1 2007: «Fitness For Service». – «The Omega Method - An Engineering Approach to Life Assessment» (M. Prager, Journal of Pressure Vessel Technology, August 2000, Vol. 122). – Circolare ISPESL del 5 Dicembre 2003, n° 48: «Procedura tecnica per le verifiche di calcolo e controlli su componenti in pressione in regime di scorrimento viscoso del materiale». Figura 7 - Diagramma bilogaritmico tensione - tempo per l’acciaio ASTM A335 P5 alla temperatura T = 612 °C. sumata e un valore di vita residua inferiore rispetto a quello valutato attraverso il “Metodo Omega”. L’assenza di informazioni sulle effettive condizioni di esercizio dei serpentini del forno non consente un ulteriore approfondimento del calcolo. 5. Conclusioni Nel presente lavoro è stato descritto un esempio di applicazione della procedura di valutazione denominata “Metodo Omega”, per la determinazione della vita residua di apparecchiature a pres- 178 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 Gian Luigi COSSO, laureato in Ingegneria Civile presso l’Università di Genova nel 1999. Funzionario dell’Istituto Italiano della Saldatura dal 2000; attualmente in forza all’Area Ingegneria, Calcolo e Progettazione della Divisione Ingegneria. Chiara SERVETTO, laureata in Ingegneria Civile presso l’Università di Genova nel 1992. Funzionario dell’Istituto Italiano della Saldatura dal 1993, ha lavorato per oltre 10 anni nella Divisione Ingegneria maturando esperienza nella progettazione delle strutture saldate in diversi ambiti applicativi e partecipando attivamente a gruppi di lavoro in ambito italiano (CTI, AIM) e internazionale (ECCC, EPERC) nel campo dello scorrimento viscoso. Dal 2007 si occupa dello sviluppo tecnologico del Laboratorio dell’Istituto e dell’esecuzione di prove meccaniche non convenzionali (prove di fatica, di creep, di meccanica della frattura). È certificata European / International Welding Engineer. Soluzioni accurate per un mercato in continua evoluzione. Per Rivoira le richieste di ogni singolo cliente diventano una sfida: progettiamo e proponiamo la soluzione su misura, in base alle specifiche esigenze produttive e di processo. LaserStar™: la nostra linea di prodotti si conforma perfettamente ai più elevati standard di qualità richiesti dai principali costruttori di impianti laser e plasma. StarGas™: saldare è un’arte e, per questo, mettiamo a vostra disposizione le nostre migliori miscele, realizzate in collaborazione con il nostro Laboratorio di Sviluppo e Ricerca, per scegliere quella più adatta alle vostre esigenze. Impiantistica: per Rivoira “sicurezza” è la parola d’ordine; la nostra missione è assicurarla con tutta la flessibilità di cui il cliente ha bisogno, grazie a soluzioni sempre altamente personalizzate. Rivoira S.p.A. - Gruppo Praxair Tel. 199.133.133* - Fax 800.849.428 [email protected] * il costo della chiamata è determinato dall’operatore utilizzato. www.rivoiragas.it Rivoira: da quasi 100 anni a sostegno della vostra crescita. www.thetis.tv COMPO+ TEC 2009 21/22/23 OTTOBRE 2a RASSEGNA INTERNAZIONALE DELLA PRODUZIONE IN MATERIALE COMPOSITO E TECNOLOGIE CORRELATE Carrara - Complesso Fieristico e r u t u F he t g n i d l Bui Composites with www.compotec.it Aeronautic - Aerospace - Automotive - Consumer goods Construction - Civil engineering - Design - Defence - Security - Electronics - Wind energy Railway - Mass transit - Office Equipment - Medical Appliances - Marine - Boatbuilding Swimming pools - Sanitary ware - Corrosion resistant products - Sports - Leisure In partnership con: Web Media Partner: In collaborazione con: Ministero dello Sviluppo Economico PROVINCIA DI MASSA CARRARA Sponsor unico bancario: ORGANIZZATA DA: GRUPPO BANCA CARIGE REGIONE TOSCANA PR O M OZ I ON E PR O M OZ I ON E Cassa di Risparmio di Carrara S.p.A. Business on the Move CarraraFiere Srl - Viale G. Galilei, 133 - 54033 Marina di Carrara (MS) Italia - Tel.+39 0585 787963 Fax +39 0585 787602 e-mail: [email protected] International Institute of Welding Examination of joints o f d i f fe re n t w e l d m e t a l s ( °) J. Heinemann * J. Tuchtfeld * Summary 1. Chemical composition To perform a chemical analysis is an important initial task in the overall material and weld testing program. The information from this analysis will provide a basis for characterizing the properties of the test material. For the chemical analysis of the undiluted weld metal, a weld pad has to be prepared as shown in Figure 1. The surface of the base metal has to be clean and the pad shall be welded in flat position with multiple layers to obtain undiluted weld metal. After removing the top surface of the pad, the sample for analysis is taken from the upper area of the pad. This area has to be free of slag. For analysing the sample different analytical techniques are applied: • EDX (energy dispersive X-ray spectroscopy) EDX is an analytical technique used for the elemental analysis or chemical characterization of a sample. As a type of spectroscopy, it relies on the investigation of a sample through interactions (°) Doc. IIW-1929-08 (ex-doc. II-1678-08) recommended for publication by Commission II “Arc Welding and Filler Metals”. * UTP Schweißmaterial GmbH - Bad Krozingen (Germany). Nickel and nickel-base alloys are vitally important to modern industry because of their ability to withstand a wide variety of severe operating conditions involving cryostatic applications, high stresses, high temperatures, corrosive environments and combinations of these factors. The manufacturing industry of nickel alloys therefore has to deal with different standardised testing procedures, which have to be executed depending on the application.The article gives an overview of applied testing procedures in different application fields. KEYWORDS: COD; Corrosion tests; Cryogenics; High temperature; Liquefied gases; Mechanical properties; Nickel alloys;Temperature; Testing. which examines the wavelengths of between electromagnetic radiation and photons emitted by atoms or molecules matter, analyzing X-rays emitted by the during their transition from an excited matter in response to being hit with the state to a lower energy state. electromagnetic radiation. Its characterization capabilities are due in large part to the fundamental principle Analysis spec. that each element has a unique atomic struc100 mm ture allowing x-rays that are characteristic of an element’s atomic structure to be indentified uniquely 25 mm from each other. • Emission spectro analysis Emission spectro analysis is a spectroFigure 1 - “Creating” pure weld deposit. scopic technique Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 181 J. Heinemann e J.Tuchtfeld - Examination of joints of different weld metals 2. Testing of nickel alloys for LNG applications The testing programme of nickel alloys depends on the requirements of the intended application. In cryostatic temperature applications like the LNG tank construction the engineering companies ask mainly for the specification of the welding electrodes, including the chemical analysis, mechanical tests and X-ray test of the weld joint. LNG stands for Liquefied Natural Gas and is defined as liquefied Methane (CH 4). The characteristic of the LNGtank application is the low operation temperature of -168 °C. At this temperature natural gas becomes liquid and thereby reduces its volume by a factor of 600. In this way the natural gas becomes transportable and storable, but with the disadvantage of the low storage temperature. As the dimensions of the storage tanks are ve ry huge, Figure 2, the requirements for the base material and the welded joint are also very high. In order to guarantee a safe and secure storage of the liquefied gas at -168 °C, excellent mechanical properties of base material and welded joint (of the corresponding tank system) are needed. For the construction of large LNG onshore terminals (50-160 000 m 3 ) almost without exception 9% Ni-steel is used. There are different reasons for this decision: a) high strength of 9% Ni-steel and consequently saving of material and costs; b) high security against brittle fracture at low temperatures. For the weld joints nickel-base materials are used due to their high elongation of more than 35 % at tensile strength values of more than 700 MPa. In particular the high elongation is causing stress reduction within the heat-affected zone, so that crack risk is reduced as well. A UTP stick electrode with this characteristic profile is UTP Soudonel D. The chemical composition of Soudonel D is given in Table 1. Figure 2 - Cross section of a LNG tank. 2.1 Mechanical testing Mechanical welding-testing is regarded as the most reliable and least expensive to determine strength and other properties. Welding-testing specimens to destruction are one of the most important means to assess the quality of welds. The other complementary element is non-destructive welding inspection of actual welded structures. Among mechanical welding-testing, classic tensile tests are performed using instruments called Universal Mechanical Testing systems, on prepared test specimens precisely machined through weld material to the dimensions and shape required by Standards like ASME or DIN EN. The weld test assembly is shown in Figure 3. This groove weld is used for preparing tensile test specimen in pure weld metal and to prepare Charpy-V test specimen. Additionally, this assembly may be used to satisfy the requirements of the flat position radiographic test. The values at hand show that at room temperature yield strength (R p0.2 ) of pure weld deposit does not reach values of the base material 9% Ni-steel. Tensile strengths are in the scatter band of base material 9% Ni, Figure 4. While loading the tanks high shrinking forces affect the welding seams, therefore elongation, toughness and lateral expansion are of crucial importance for the security of the construction. The weld deposits show high elongation values, so that arising tensions can be taken up by the weld deposit, Figure 5. Due to the high mechanical properties of these weld deposits, stresses, caused by temperature change, can be taken up easily. Therefore only nickel base welding consumables are used for the welding of LNG tanks. The impact test is a standardized high strain-rate test which determines the amount of energy absorbed by a material during fracture. Table 1 - Chemical composition of Soudonel D. C Mn Fe Cr Si Nb/Ta Ni Mo W 12 17 0.5 2.0 55 1 5 9 1 2 13 0.39 1.23 66 7 1.2 AWS ENiCrMo-6 minimum maximum 2 4 10 0.1 UTP Soudonel D typical content 0.05 3.5 7 182 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 J. Heinemann e J.Tuchtfeld - Examination of joints of different weld metals The apparatus consists of a pendulum hammer swinging at a notched sample of material. The energy transferred to the material can be inferred by comparing the difference in the height of the hammer before and after a big fracture. Due to the low application temperatures it is very important to prove the resist- ance to brittle fracture of the welding consumables. Therefore the Charpy-V specimens are immersed in liquid nitrogen, which has a temperature of -196 °C, Figure 6. Typically achieved impact values for a weld joint on base material 9% Ni-steel and pure weld metal Soudonel D is given in Figure 7. In addition to the absorbed energy, other test indicators, such as lateral expansion of the fractured specimen and appearance of the fractured surfaces, can also be used to characterize the fracture toughness of the test material. The amount of expansion on each side of each half can be measured Position of specimen for all weld metal tests Figure 3 - Tensile and Charpy-V specimen in pure weld metal. Rp 0.2 Elongation A5 Rm 45 1200 41 Weld X8Ni9 40 1000 600 745 35 All weld metal 745 Tensile strength 571 504 497 Yield strength 400 Elongation in % 800 Butt weld X8Ni9 778 25 20 15 10 200 0 All weld metal 30 9 11 9,8 20 °C 20 °C 5 20 °C 20 °C Figure 4 - Mechanical values of weld joint and pure weld metal. 20 °C 0 20 °C 20 °C Figure 5 - Elongation of Soudonel D. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 183 J. Heinemann e J.Tuchtfeld - Examination of joints of different weld metals using a lateral expansion gauge. The two broken halves must be measured individually, and the larger value is used, Figure 8. Current values of the lateral expansion of Soudonel D are shown in Figure 9. In the specification for the welding consumables applied in the LNG/tank construction we have requirements by the engineering companies of at least 0.35 mm. 2.2 CTOD tests The CTOD (Crack-Tip Opening Displacement test) test may be used to characterize the toughness of materials that are too ductile or lack sufficient size to be tested for Charpy-V notch test. CTOD is the displacement of the crack surfaces normal to the original (unloaded) crack plane at the tip of a crack. The CTOD at the fracture incipient load (critical CTOD) indicates the fracture toughness of the test material at a given temperature. Preparation of the test specimen is shown in Figure 10. Some engineering companies require CTOD test carried out with the welding consumables. Out of the welded joints CTOD test specimens are taken, in order Liquide nitrogen -196 °C Figure 6 - Cooling down of Charpy-V specimen. to examine the crack propagation at different temperatures. With this examination the fracture resistance of the welded joint is examined, Figure 11. 2.3 Bend tests Bend tests are popular and informative tests. Usually they can be performed with simple equipment, like a jack or a press, readily available in many shops. But specification requirements must be followed accurately for the test to be valid. The result of the test should be as demanded. Sometimes a certain angle of bend should be reached without fracture. Either warping of the test piece without fracture or a break outside the weld or whatever other feature should be accord- Impact energy of butt weld X8Ni9 and all weld metal -196 °C -196 °C -196 °C -196 °C -20 °C -196 °C 100 90 88 82 84 82 78 Impact energy [J] 80 70 82 70 72 66 66 64 72 76 73 63 57 60 60 60 50 40 30 20 Position of specimen Figure 7 - Impact energy. 184 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 All weld metal s s s s s s PO PO PO PO PO PO s s s s s 0 s 10 J. Heinemann e J.Tuchtfeld - Examination of joints of different weld metals Lateral expansion = I1 - I0 Lateral expansion of UTP Soudonel D acc. to specification 1.2 Lat. expansion [mm] 1 Range of lateral expansion of UTP Soudonel D 0.8 0.6 0.4 0.2 0 Figure 8 - Charpy-V specimen. Figure 9 - Lateral expansion of Soudonel D. Load [kN] 60 CTOD-test (Crack Tip Opening Displacement-test) F Test temperature: -196 °C 50 Vd. Vpl. 40 30 Ductile fracture after stable crack growth 20 10 0 0.0 F 0.5 Figure 10 - CTOD Test. 1.0 1.5 Vges. 2.0 2.5 3.0 3.5 Clip gauge displacement [mm] Figure 11 - CTOD value of Soudonel D at -196 °C. ing to specification requirements. In any case the welding-testing result must be documented in a test report, possibly with a photo, and the test piece itself must be identified and kept for later inspection by the customer’s agent, Figure 12. Guided bend tests are a special type, being performed on specially prepared test pieces, using a jig manufactured to constrain the specimen to follow a given contour. Due to the high demands onto the welding seams, 100% X-ray test is carried out for all welding seams. If the Butt joint X8Ni9 - UTP Soudonel D Longitudinal bend test Face bend Figure 12 - Longitudinal bend test of Soudonel D. Root bend radiographic film shows any defects like e.g. lack of fusion, slag inclusions, cracks etc., these defects are grinded out and are being repaired by using stick electrode in diameter 2.5 mm and 3.2 mm. After completion of the repair, the corresponding sector is X-rayed again, Figure 13. 3. Testing of nickel alloys for high temperature applications The use of nickel alloys at high temperatures for example like in boilers, gas turbine engines, and ovens, introduces the possibility of failure in service by a mechanism known as creep. As the name suggests this is a slow failure mechanism that may occur in a material exposed for a long length of time to a load below its elastic limit, the material increasing in length in the direction of the applied stress. At ambient temperature with most materials this deformation is so slow that it is not significant. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 185 J. Heinemann e J.Tuchtfeld - Examination of joints of different weld metals Constant force applied 100% X-ray test Repair of SMAW and SAW seams with stick electrode Heating element Extension measured over gauge length Thermocouple Constant force applied Figure 13 - X-ray test of weld joint of 9% Ni-steel. For most purposes such movements are of little or no importance. Increasing the temperature, however, increases the rate of deformation at the applied load and it is vitally important to know the speed of deformation at a given load and temperature if components are to be safely designed for high temperature service. Failure to be able to do this may result in, for example, the premature failure of a pressure vessel or the fouling of gas turbine blades on the turbine casing. The drive for the more efficient use of fuels in applications such as power generation plant and gas turbines demands that components are designed for higher and higher operating temperatures, requiring new creep resistant alloys to be developed. To investigate these alloys and to produce the design data the creep test is used. In metals, creep failure occurs at the grain boundaries to give an intergranular fracture. The fracture appearance can be somewhat similar to a brittle fracture, with little deformation visible apart from a small amount of elongation in the direction of the applied stress. The creep test is conducted using a tensile specimen to which a constant stress is applied, often by the simple method of suspending weights from it. Surrounding the specimen is a thermostatically controlled furnace, the temperature being controlled by a thermocouple attached to the gauge length of the specimen, Figure 14. The extension of the specimen is measured by a very sensitive extensometer since the actual 186 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 Figure 14 - Schematic of a creep test. amount of deformation before failure may be only two or three per cent. The test specimen design is based on a standard tensile specimen. It must be proportional in order that results can be compared and ideally should be machined to tighter tolerances than a standard tensile test piece. In particular the straightness of the specimen should be controlled to within some ½% of the diameter. A slightly bent specimen will introduce bending stresses that will seriously affect the results. The surface finish is also important - the specimen should be smooth, scratch free and not cold worked by the machining operation. The extensometer should be fitted on the gauge length and not to any of the other load carrying parts as it is difficult to separate any extension of these parts from that in the specimen. Testing is generally carried out in air at atmospheric pressure. However, if it is necessary to produce creep data for materials that react with air these may be tested in a chamber containing an inert atmosphere such as argon or in vacuum. The test specimen and the test assembly are shown in Figure 15. The creep test has the objective of precisely measuring the rate at which secondary or steady state creep occurs. Increasing the stress or temperature has the effect of increasing the slope of the line the amount of deformation in a given time increases. The results are presented as the amount of strain (deformation), generally expressed as a percentage, produced by applying a specified load for a specified time and temperature e.g. 1% strain in 100 000 hrs at 35 N/mm2 and 475 °C. There are therefore two additional variations on the creep test that use the same equipment and test specimen as the standard creep test and that are used to provide data for use by the designer in the latter case. These are the creep rupture test and the stress rupture test. As the names suggest both of these tests are continued until the specimen fails. In the creep rupture test the amount of creep that has occurred at the point of failure is recorded. The test results would be expressed as %age strain, time and temperature e.g. rupture occurs at 2% strain at 450 °C in 85 000 hours. The stress rupture test gives the time to rupture at a given stress and temperature e.g. 25 N/mm2 will cause failure at 850 °C in 97 000 hours. This data, if properly interpreted, is useful in specifying the design life of components when dimensional changes due to creep are not important since they give a measure of the load carrying capacity of a material as a function of time. 4. Testing of nickel alloys for corrosive media Organic acids are important precursors for many other chemicals. Pure organic acids are weak acids and not very corrosive for high performance NiCrMoalloys. But in the chemical industry the J. Heinemann e J.Tuchtfeld - Examination of joints of different weld metals Plate after welding Specimens at test 1 2 3 4 - cut plate prepared specimen ready specimen tested specimens 1000 °C, 1071 h, 10 N/mm2 Figure 15 - Creep test assembly and specimen. corrosive action of acids can become rather aggressive because they are handled as process mixtures with other organic acids, inorganic acids, salts and solids. An example is the production of chemicals, where small amounts of sulphuric acid or hydrochloric acid are frequently used as a catalyst. In this media the chlorides have a negative effect on the passivation layer of the materials and by this on their corrosion resistance. In more severe operating conditions protection can be achieved only with high alloyed austenitic stainless steels and nickel alloys. While NiMo-alloys are recommended for reducing conditions, in the presence of oxidizing impurities the use of NiCrMo-alloys is favoured. In the following frequently used test methods for such alloys are described and some test results of the NiCrMoalloy UTP 759 Kb (alloy 59) are given. 4.1 Standard test of detecting susceptibility to intergranular attack ASTM G 28 A This method covers the procedure for the boiling ferric sulphate -50% sulphuric acid test which applies to nine alloys and measures the susceptibility of certain nickel-rich, chromium-bearing alloys to intergranular attack. This method may be used to evaluate asreceived material and to evaluate the effects of subsequent heat treatments. The method may be only applied to wrought products. The test is not applicable to cast products. The boiling ferric sulphate-sulphuric acid test may be applied to the following alloys (see Table 2) in the wrought condition. Calculation and interpretation of the results: Corrosion rate = (K x W) / (A x T x D) K = a constant T = time off exposure, h, to the nearest 0.01 h A = area in cm2, to the nearest 0.01 cm2 W = mass loss, g, to the nearest 0.01 g D = density g/cm3 Figure 16 shows the assembly and welded samples of the ASTM G 28 A test. 4.2 Standard test for pitting and crevice corrosion resistance ASTM G 48 These test methods cover procedures for the determination of the resistance of stainless steels and related alloys to pitting and crevice corrosion when exposed to oxidizing chloride environments. Method A (ASTM G 48 A) Method A is a ferric chloride pitting test. Transfer the test solution to the temperature of interest. Table 2 - Applicable alloys for ASTM G 28. Alloy N10276 N06455 N06007 N06985 N08020 Time (h) 24 24 120 120 120 Alloy N00600 N06625 N08800 N08825 Time (h) 24 120 120 120 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 187 J. Heinemann e J.Tuchtfeld - Examination of joints of different weld metals Suitable temperatures for evaluation are 22 ± 2 °C and 50 ± 2 °C. A reasonable test period is 72 h. Details of corrosion tests ASTM G 28 A Samples after test acc. ASTM G 28 A Figure 16 - Assembly and samples of ASTM G 28 A. UTP 759 Kb PA (w) Surface layer As welded pitting at 65 °C root Figure 17 - Green death test at welded joint UTP 759 Kb. Details of corrosion tests ASTM G 48 C and Green Death Figure 18 - Assembly and samples of ASTM G 48 C and green death. 188 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 Examination and evaluation Measure the deepest pits with an appropriate technique. Measure a significant number of pits to determine the deepest pit and the average of the ten deepest pits. Method C (ASTM G 48 C) Method C is a critical pitting temperature test. The starting temperature may be estimated by the following equation. CPT (°C) = (2.5 x % Cr) + (7.6 x % Mo) + (31.9 x % N) - 41 The standard test period is 72 h. Testing shall begin at the nearest increment of 5 °C estimated by the above equation. After a hold time of 72 h check on pitting. If there is no pitting, advance the temperature and hold again 72 h. The critical temperature is the temperature when you first detect a pit. 4.3 Green death test The green death test is similar to the ASTM G 48 C test but the test solution is different. It is not a standardized test to simulate strong acid condensation in smoke gas. The test solution consists of: 7 Vol. % H2SO4 3 Vol. % HCl The test will be applicable in a temperature range between +20 °C and +120 °C. Start by a temperature of +20 °C. Afterwards after a hold time of 24 h check on pitting. Advance the temperature till detecting a pit. The critical temperature is the temperature when you first detect a pit. The weld joint of UTP 759 Kb with base material of the same kind shows the start of pitting in the green death test at a temperature of 65 °C, Figure 17. The assembly together with some welded samples of ASTM G 48 C and the green death test is shown in Figure 18. A summary of applicable corrosion test is given in Table 3. The test results which are shown in Figure 19 display the comparability of the corrosion rates of the base material with the corresponding weld metal. J. Heinemann e J.Tuchtfeld - Examination of joints of different weld metals Table 3 - Applicable corrosion test. Test Solution Temperature Description Detection ASTM G 28 A H2SO4 + Fe2 (SO4)3 Boiling Light reduce Cr-carbide and nitride, no sigma Cr-Mo segregation ASTM G 28 B H2SO4 + HCl + FeCl3 + CuCl3 Boiling Reduce Cr-carbide Cr-Mo segregation ASTM A 262 B H2SO4 + Fe(SO4)3 Boiling Light reduce Cr-carbide and nitride Cr-Mo segregation ASTM A 262 C HNO3 Boiling Oxidize Cr-carbide and nitride + sigma H2SO4 + 7% Cl-, pH 1 105 °C Reduce Resistant against H2SO4 50% H2SO4 + 1.5% Cl- 105 °C Reduce Resistant against H2SO4 70000 ppm ClpH 1 105 °C Reduce Active dissolution or pitting Green death (mod.) 6.4% H2SO4 + 3.1% HCl + 1% CuCl3 + 0.6% FeCl3 + Rest Water Up to 130 °C Reduce Pitting ASTM G 48 A 6% FeCl3 Up to 50 °C Reduce Pitting 5. Testing of nickel alloys for repair purposes Repair welding is often applied when the function of a machine or component is reduced due to broken parts or cracks. The task of the repair work is to re- establish the functionality of the damaged part, i.e. to produce a crackfree weld joint with at least the properties of the applied base material. In case of high strength or difficult to weld material, nickel alloys are often used for accomplishing such a repair, namely because of the high elongation and simultaneously high strength of the material. Test methods applied on the repair sector are mainly the dye penetrant test and the tensile test. In order to prove adequate strength of the joint, tensile specimen Corrosion rate mm/a 1.4 GW 2.4605 1.2 SG UTP 759Kb 1 0.8 0.6 Failure in the base material 0.4 0.2 0 A B C Figure 19 - Comparison of corrosion rate between base metal 2.4605 (alloy 59) and weld metal UTP 759 Kb. D Figure 20 - Tensile specimen across the weld joint. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 189 J. Heinemann e J.Tuchtfeld - Examination of joints of different weld metals are machined across the joint, Figure 20. Evidence of a successful repair could be the failure of the tensile specimen in the base material. Dye penetration test The dye penetration test is an easy to apply non-destructive test to detect material defects before the repair and then afterwards to prove its accuracy. It is based upon capillary action, where low-surface-tension fluid penetrates into clean and dry surface-breaking discontinuities. Penetrant may be applied to the test component by dipping, spraying, or brushing. After adequate penetration time has been allowed, the excess penetrant is removed, and a developer is applied. The material defects are then visible by the colour of the penetrant, Figure 21. 6. Summary The examination of different weld joints in different applications and the appropriate test methods have been presented in this article. Testing of weld deposits and weld joints has been an important task, not only to guarantee the safety of structural elements but also for the development of new products. Before placing a new product on the market a multitude of tests has to be carried out. Therefore it would be a good solution if all manufacturers could have the same test standards for a better comparability. 190 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 Figure 21 - Crack in cast iron bearing block. Sommario Esame di giunti saldati di differenti metalli fusi Le leghe di nichel e le leghe a base nichel sono di vitale importanza nell’industria moderna per la loro capacità di resistere ad una grande varietà di difficili condizioni operative quali applicazioni criostatiche, forti tensioni, alte temperature, ambienti corrosivi e loro combinazioni. L’industria manifatturiera delle leghe di nichel deve quindi gestire differenti procedure di prova standardizzate, le quali devono essere eseguite a seconda dell’applicazione cui sono destinate. L’articolo fornisce una panoramica delle procedure di prova impiegate nei differenti campi applicativi. IIS Didattica Specifiche tecniche per elettrodi rivestiti per la saldatura degli acciai al carbonio: AWS A5.1 (ASME SFA-5.1) ** TABELLA I - Tipologie di rivestimento, posizioni di saldatura e tipi di corrente. Welding Type of AWS Type of covering positiona currentb Classification Nell’era della consacrazione dei processi ad energia concentrata (come il Laser) o della rapida ascesa dei processi allo stato solido come la Friction Stir Welding, il processo con elettrodo rivestito mantiene un proprio campo di applicazione di assoluto rilievo, nell’ambito del quale non sempre le tecnologie più innovative sembrano poter rappresentare una reale alternativa. Pur avendo un passato ormai centenario, l’elettrodo rivestito non sempre è conosciuto anche dagli addetti ai lavori in modo esaustivo, nelle proprie caratteristiche operative e tecnologiche, sintetizzate attraverso designazioni solo apparentemente semplici. Scopo del presente articolo è analizzare i contenuti delle specifiche tecniche più utilizzate in ambito internazionale, contenute in AWS A5.1 e riprese dal codice ASME BPV nella Sezione dedicata ai materiali d’apporto (II C, SFA-5.1), anche per consentire al lettore un più preciso confronto con i contenuti degli standard europei, nel caso specifico con la norma UNI EN 499. Requisiti di carattere generale Gli elettrodi sono classificati in relazione a quattro caratteristiche fondamentali: • il tipo di corrente; * E6010 E6011 E6012 E6013 E6019 High cellulose sodium High cellulose potassium High titania sodium High titania potassium Iron oxide titania potassium E6020 High iron oxide E6022c High iron oxide E6027 High iron oxide, iron powder E7014 E7015d E7016d E7018M E7024d Iron powder, titania Low hydrogen sodium Low hydrogen potassium Low hydrogen potassium, iron powder Low hydrogen iron powder Iron powder, titania E7027 High iron oxide, iron powder E7028d Low hydrogen potassium, iron powder Low hydrogen potassium, iron powder E7018d E7048d • il tipo di rivestimento; • la posizione di saldatura; • le proprietà del deposito di saldatura, allo stato come saldato (o invecchiato). La classificazione è sempre univoca, nel senso che un elettrodo classificato in un modo non può essere classificato con una qualsiasi altra classificazione, ad eccezione dell’E7018M che può anche essere classificato E7018, nel caso in cui soddisfi ovviamente i requisiti previsti da entrambe le classi. F,V, OH, H F,V, OH, H F,V, OH, H F,V, OH, H F,V, OH, H H-fillets F F, H H-fillets F F,V, OH, H F,V, OH, H F,V, OH, H dcep ac or dcep ac or dcen ac, dcep or dcen ac, dcep or dcen ac or dcen ac, dcep or dcen ac or dcen ac or dcen ac, dcep or dcen ac, dcep or dcen dcep ac or dcep F,V, OH, H ac or dcep F,V, OH, H H-fillets, F H-fillets F dcep ac, dcep or dcen ac or dcen ac, dcep or dcen H-fillets, F ac or dcep F,V, OH, H,V-down ac or dcep Le prime tre caratteristiche fondamentali considerate ai fini della classificazione sono sintetizzate nella Tabella I (per garantire la completa aderenza rispetto ai contenuti originali delle specifiche, si è scelto di mantenere il contenuto della tabella in lingua inglese). Per una corretta interpretazione occorre fare riferimento alle seguenti note della Tabella: a le abbreviazioni indicano le seguenti posizioni di saldatura: F - piano, H - frontale, H-fillets - piano frontale Redazione a cura della Divisione FOR - Formazione e insegnamento dell’Istituto Italiano della Saldatura - Genova. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 193 Specifiche tecniche per elettrodi rivestiti per la saldatura degli acciai al carbonio: AWS A5.1 (ASME SFA-5.1) (cordoni d’angolo), V-down - verticale discendente, V - verticale ascendente, OH - sopratesta; b la sigla dcep indica corrente continua, polarità positiva (inversa); la sigla dcen indica corrente continua, polarità negativa (diretta); la sigla ac indica corrente alternata; c la designazione E6022 indica elettrodi per giunti a passata singola; d elettrodi con requisiti addizionali di allungamento, tenacità, umidità assorbita ed idrogeno diffusibile sono classificati come indicato nelle Tabelle II, III e IV. Come si può facilmente osservare, le tre caratteristiche sono riassunte nelle due ultime cifre della parte numerica della classificazione (la lettera E indica evidentemente che si tratta di un electrode, un elettrodo appunto). La quarta caratteristica fondamentale considerata nella classificazione - le proprietà meccaniche del deposito ottenuto con quello specifico elettrodo - è invece in parte codificata nelle prime due parti della classificazione ed in parte nelle seconde due, per quanto non vi sia un criterio con cui associare alla codifica il suo significato completo. La prima essenziale proprietà è ovviamente la resistenza meccanica (Tab. II). Anche in questo caso, alcune note risultano essenziali per l’interpretazione di talune classificazioni: d sono previste una prova di trazione trasversale ed una prova di piegamento guidato longitudinale; e per gli elettrodi con classificazione E7024-1 è previsto un allungamento minimo del 22%; f per elettrodi aventi diametro 3/32” (2.4 mm) è previsto un va lore massimo per la resistenza allo snervamento di 77 ksi (531 MPa); g la resistenza a rottura nominale di questo elettrodo è 70 ksi (482 MPa). Per quanto sia un’osservazione elementare, è il caso di ricordare che le prime due cifre della classificazione rappresentano appunto la resistenza meccanica (espressa in ksi), mentre gli standard europei (come la norma UNI EN 499) utilizzano per la parte della classificazione riferita alla resistenza meccanica un codice riconducibile al carico di snervamento. Se i contenuti delle prime due tabelle possono essere ritenuti relativamente 194 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 TABELLA II - Proprietà tensili (resistenza, allungamento a rottura). AWS Classification E6010 E6011 E6012 E6013 E6019 E6020 E6022d E6027 E7014 E7015 E7016 E7018 E7024 E7027 E7028 E7048 E7018M Tensile strength ksi 60 60 60 60 60 60 60 60 70 70 70 70 70 70 70 70 g MPa 414 414 414 414 414 414 414 414 482 482 482 482 482 482 482 482 482 noti dagli utilizzatori di questi prodotti, non sempre si può affermare lo stesso per la terza, riferita alla tenacità del deposito valutata mediante prove di resilienza. Al riguardo, gli elettrodi possono essere raggruppati in quattro classi, cui sono associati diversi livelli di resilienza; in Yield strength ksi MPa 48 331 48 331 48 331 48 331 48 331 48 331 not specified 48 331 58 399 58 399 58 399 58 399 58 399 58 399 58 399 58 399 53÷72f 365÷496f Elongation % 22 22 17 17 22 22 not specified 22 17 22 22 22 17e 22 22 22 24 particolare, se si considera la Tabella III, si osserva come per le prime tre classi non siano considerati il valore massimo ed il valore minimo dei cinque misurati durante le prove (sebbene, dei tre valori considerati, almeno due debbano presentare valori maggiori o eguali a 27 J). Fa eccezione la sola classificazione TABELLA III - Tenacità. AWS Classification Electrode designation Limits for 3 out of 5 specimens Average Single value (Min.) (Min.) E6010, E6011, E6027, E7015, E7016 E7018 E7027, E7048 20 ft-lb at −20°F (27 J at −29°C) 15 ft-lb at −20°F (20 J at −29°C) E6019, E7028 20 ft-lb at 0°F (27 J at −18°C) 15 ft-lb at 0°F (20 J at −18°C) E6012, E6013, E6020, E6022, E7014, E7024 Not specified Not specified 20 ft-lb at −50°F (27 J at −46°C) 20 ft-lb at 0°F (27 J at −18°C) 15 ft-lb at −50°F (20 J at −46°C) 15 ft-lb at 0°F (20 J at −18°C) E7016, E7018 E7016-1 E7018-1 E7024 E7024-1 Limits for 5 out of 5 specimens E7018M Average (Min.) 50 ft-lb at −20°F (67 J at −29°C) Single value (Min.) 40 ft-lb at −20°F (54 J at −29°C) Specifiche tecniche per elettrodi rivestiti per la saldatura degli acciai al carbonio: AWS A5.1 (ASME SFA-5.1) E7018M, per la quale tutti e cinque i valori sono considerati (tra essi, almeno quattro devono presentare almeno 67 J). Per le classificazioni E7016 ed E7018 è inoltre prevista la particolare designazione -1 (con la quale divengono E7016-1 ed E7018-1), che rappresenta una classe di resilienza migliorativa, nella quale cioè gli stessi valori delle classificazioni originarie sono richiesti a -50°F (-46°C). Allo stesso modo, la designazione -1 associata alla classificazione E7024 è indicativa di una resilienza migliorata rispetto a quella originaria (per la quale non sono previsti valori minimi), come si legge chiaramente dalla Tabella III. Prove tecnologiche e chimico fisiche I test cui gli elettrodi devono essere sottoposti per poter associare loro una specifica classificazione sono piuttosto arti- colati ed appare piuttosto improbabile padroneggiare questa materia senza il supporto di adeguati strumenti. In termini generali, le prove previste per gli elettrodi riguardano la loro composizione chimica, le proprietà meccaniche, l’assenza di discontinuità del deposito, l’umidità contenuta nel rivestimento o il contenuto in termini di idrogeno diffusibile, le caratteristiche operative. Va osservato che è prevista la ripetizione di una prova, qualora essa non sia stata TABELLA IV - Prove previste in funzione della classificazione. a,b AWS Classification Dimensionc inch Chemical analysis mm Radiographic test All weld metal Tensile test Impact test Fillet weld test j Moisture test j E6010 3⁄32, 1⁄8 5⁄32, 3⁄16 7⁄32 1⁄4 5⁄16 2.4, 3.2 4.0, 4.8 5.6 6.4 8.0 NR NR NR NR NR NRb F NRb F F NRb F NRb F NRb NRb V & OH NRb H NRb NR NR NR NR NR E6011 3⁄32, 1⁄8 5⁄32, 3⁄16 7⁄32 1⁄4 2.4, 3.2 4.0, 4.8 5.6 6.4 NR NR NR NR NRb F NRb F NRb F NRb F NRb V & OH NRb H NR NR NR NR E6012 5⁄16 1⁄16 to 1⁄8 5⁄32, 3⁄16 7⁄32 1⁄4, 5⁄16 8.0 1.6 to 3.2 4.0, 4.8 5.6 6.4, 8.0 NR NR NR NR NR F NRb Fi NRb Fi NRb NR NR NR NR NRb NRb V & OH NRb H NR NR NR NR NR E6013 1⁄16 to 1⁄8 5⁄32, 3⁄16 7⁄32 1⁄4, 5⁄16 1.6 to 3.2 4.0, 4.8 5.6 6.4, 8.0 NR NR NR NR NRb Fl NRb Fl NR NR NR NR NRb V & OH NRb H NR NR NR NR E6019 5⁄64 to 1⁄8 5⁄32, 3⁄16 7⁄32 1⁄4, 5⁄16 2.0 to 3.2 4.0, 4.8 5.6 6.4, 8.0 NR NR NR NR NRb Fl NRb Fl NRb Fl NRb Fl NRb V & OH NRb H NR NR NR NR E6020 1⁄8 5⁄32, 3⁄16 7⁄32 1⁄4 5⁄16 3.2 4.0, 4.8 5.6 6.4 8.0 NR NR NR NR NR NRb Fl NRb Fl Fl NR NR NR NR NR NRb H NRb H NRb NR NR NR NR NR E6022 1⁄8 5⁄32 to 7⁄32 3.2 4.0 to 5.6 NR NR NR NRi, k NR NR NR NR NR NR E6027 1⁄8 5⁄32, 3⁄16 7⁄32 1⁄4 5⁄16 3.2 4.0, 4.8 5.6 6.4 8.0 NR NR NR NR NR NRb Fl, m NRb Fl, m Fl, m NRb Fl NRb Fl NRb NRb H NRb H NRb NR NR NR NR NR E7014 3⁄32, 1⁄8 5⁄32 3⁄16 7⁄32 1⁄4 5⁄16 2.4, 3.2 4.0 4.8 5.6 6.4 8.0 NRb Fl NRb NRb Fl NRb NRb Fl Fl NRb Fl Fl NR NR NR NR NR NR NRb V & OH H NRb H H NR NR NR NR NR NR (segue) Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 195 Specifiche tecniche per elettrodi rivestiti per la saldatura degli acciai al carbonio: AWS A5.1 (ASME SFA-5.1) (segue) TABELLA IV - Prove previste in funzione della classificazione. a.b Dimensionc AWS Classification inch Chemical analysis mm Radiographic test All weld metal Tensile test Impact test Fillet weld test Moisture test j E7015 3⁄32, 1⁄8 5⁄32 3⁄16 7⁄32 1⁄4 5⁄16 2.4, 3.2 4.0 4.8 5.6 6.4 8.0 NRb F NRb NRb F NRb NRb F F NRb F F NRb F F NRb F NRb NRb V & OH H NRb H NRb NRb Req’d NRb NRb Req’d NRb E7016 3⁄32, 1⁄8 5⁄32 3⁄16 7⁄32 1⁄4 5⁄16 2.4, 3.2 4.0 4.8 5.6 6.4 8.0 NRb F NRb NRb F NRb NRb F F NRb F F NRb F F NRb F NRb NRb V & OH H NRb H NRb NRb Req’d NRb NRb Req’d NRb E7018 3⁄32, 1⁄8 5⁄32 3⁄16 7⁄32 1⁄4 5⁄16 2.4, 3.2 4.0 4.8 5.6 6.4 8.0 NRb F NRb NRb F NRb NRb F F NRb F F NRb F F NRb F NRb NRb V & OH H NRb H NRb NRb Req’d NRb NRb Req NRb E7018Mn 3⁄32 to 5⁄32 3⁄16 to 5⁄16 2.4 to 4.0 4.8 to 8.0 F F V F V F NR NR Req’d Req’d E7024 3⁄32, 1⁄8 5⁄32 3⁄16 7⁄32 1⁄4 5⁄16 2.4, 3.2 4.0 4.8 5.6 6.4 8.0 NRb Fl NRb NRb Fl NRb NRb Fl, m Fl, m NRb Fl, m FCl, m NRb, o Fo Fo NRb, o Fo NRb, o NRb H H NRb H NRb NR NR NR NR NR NR E7027 1⁄8 5⁄32 3⁄16 7⁄32 1⁄4 5⁄16 3.2 4.0 4.8 5.6 6.4 8.0 NRb Fl NRb NRb Fl NRb NRb Fl, m Fl, m NRb Fl, m Fl, m NRb Fl Fl NRb Fl NRb NRb H H NRb H NRb NR NR NR NR NR NR 3.2 4.0 4.8 5.6 6.4 8.0 NRb F NRb NRb F NRb NRb Fm Fm NRb Fm Fm NRb F F NRb F NRb NRb E7028 1⁄8 5⁄32 3⁄16 7⁄32 1⁄4 5⁄16 NRb Req’d NRb NRb Req’d NRb E7048 1⁄8 5⁄32 3⁄16 3.2 4.0 4.8 NRb F NRb NRb F F NRb F F NRb NRb V-down & OH Req’d NRb V-down & H superata: in tal caso, sono però previste due riprove che devono entrambe risultare positive. Il quadro complessivo delle prove, in relazione alla classificazione dell’elettrodo e - talvolta - anche al suo diametro - è descritto nella Tabella IV. Il significato delle note della Tabella appare essenziale, vista l’ampiezza del quadro: a NR significa: non richiesto/a; b gli elettrodi di diametri standard per 196 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 cui non sia prevista questa specifica prova possono essere classificati a condizione che almeno altri due diametri con tale classificazione abbiano superato la prova; c elettrodi prodotti con diametri non riportati devono essere testati con riferimento alle prove previste per il diametro più vicino; i esame radiografico non richiesto per questa classificazione; H NRb H NRb j l’esame previsto è il “moisture test”. Gli esami relativi ad “absorbed moisture test” e all’idrogeno diffusibile sono previsti per le designazioni supplementari; k richieste le prove di resistenza a trazione trasversale e di piegamento guidato longitudinale per i diametri 5⁄32”, 3⁄16” e 7⁄32” (4.0, 4.8 e 5.6 mm) circa la classificazione E6022. Saldatura in posizione piana; Specifiche tecniche per elettrodi rivestiti per la saldatura degli acciai al carbonio: AWS A5.1 (ASME SFA-5.1) l nel caso siano previste dcep e dcen, va adottata per le prove la sola dcen; m per elettrodi di lunghezza maggiore di 18” (450 mm) è previsto un test con provette di dimensione doppia; n per la classificazione E7018M è prevista la prova “absorbed moisture test” e quella di misura dell’idrogeno diffusibile; o per la designazione E7024-1 è prevista la prova di resilienza. Per l’esecuzione delle singole prove sono previsti ovviamente riferimenti specifici. Nel caso dell’analisi chimica il saggio da eseguire deve avere la geometria descritta nella Figura 1. Per l’esecuzione di tale prova va osservato che: • la posizione deve essere piana; • va eseguito un numero di passate tale da arrivare ad ottenere uno strato con diluizione nulla; • la prova deve essere eseguita per ogni tipologia di corrente per cui è prevista la classificazione (ad eccezione degli elettrodi classificati per dcep e dcen); • numero e dimensioni delle passate dipendono dal diametro dell’elettrodo, come pure l’intensità di corrente; • il preriscaldo non deve essere inferiore a 60°F (16°C), l’interpass non deve superare 300°F (150°C); • per il completamento del saggio sono previsti almeno quattro strati in altezza (H), in modo da ricavare L W H Figura 1 - Saggio per l’analisi chimica del deposito dell’elettrodo. l’analisi ad una altezza di almeno 1/4” (6.4 mm) rispetto alla superficie della lamiera. Una volta ricavate le provette per l’analisi chimica, la stessa deve essere condotta secondo ASTM E350 “Chemical Analysis of Carbon Steel, Low Alloy Steel, Silicon Electrical Steel, Ingot Iron and Wrought Iron”. I risultati dell’analisi, in particolare, devono essere conformi alle specifiche di cui alla Tabella V. Un secondo saggio di prova è poi previsto per la verifica delle proprietà meccaniche e della presenza di eventuali discontinuità. Si tratta di un saggio testa a testa, con piatto di sostegno, nel quale sono indicate le posizioni di prelievo delle cinque provette di resilienza e della provetta per la resistenza meccanica, con asse longitudinale (una tipologia di saggio simile, ma non identica, è prevista per gli elettrodi con classificazione E7018M). Data la presenza di un sostegno e di un certo grado di diluizione nei confronti del materiale base, questo deve essere scelto secondo specifiche precise: in particolare, può essere ASTM A131 Grade B (K02102), A285 Grade A (K01700) oppure A285 Grade B (K02200) ad eccezione degli elettrodi E7018M per i quali la scelta ricade su uno dei seguenti tipi di acciaio: A285 Grade C (K02801), A283 Grade D, A36 (K02600), A29 Grade 1015 (G10150), A29 Grade 1020 (G10200). TABELLA V - Analisi chimica del deposito dell'elettrodo. AWS UNS C Mn Si P S E6010 E6011 E6012 E6013 E6019 E6020 E6022 E6027 W06010 W06011 W06012 W06013 W06019 W06020 W06022 W06027 E7016 E7018 E7027 W07016 W07018 W07027 Not Specified 1.60 0.75 Not Specified E7014 E7015 E7024 W07014 W07015 W07024 Not Specified 1.25 0.90 E7028 E7048 W07028 W07048 Not Specified 1.60 E7018M W07018 0.12 0.40 to 1.60 Ni Cr Mo V (1) 0.30 0.20 0.30 0.08 1.75 Not Specified 0.30 0.20 0.30 0.08 1.50 0.90 Not Specified 0.30 0.20 0.30 0.08 1.75 0.80 0.030 0.25 0.15 0.35 0.05 Not Specified Not Specified 0.020 (1) Mn + Ni + Cr + Mo + V Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 197 Specifiche tecniche per elettrodi rivestiti per la saldatura degli acciai al carbonio: AWS A5.1 (ASME SFA-5.1) Le provette per la prova di resilienza devono essere ricavate posizionando l’intaglio con asse perpendicolare rispetto alla superficie, al centro della zona fusa; allo stesso modo, la provetta per la prova a trazione deve essere ricavata al centro della zona fusa. Le dimensioni del saggio dipendono dal diametro dell’elettrodo e variano da uno spessore di 1/2” (13 mm) per elettrodi da 3/32 (2.4 mm), per i quali è prevista una luce di 10 mm sino ad uno spessore di 1 1/4” (32 mm) per elettrodi da 5/16 (8 mm), per i quali è prevista una luce di 28 mm; in ogni caso devono essere eseguite due passate per strato. Per evitare deformazioni angolari superiori a 5° possono essere adottati opportuni vincoli, dato che non è ammessa la raddrizzatura del saggio dopo saldatura; per la saldatura sono specificati opportuni range per l’intensità di corrente ed un preriscaldo di 225°F (105°C) ed un interpass di 350°F (175°C). Le prove su questa tipologia di saggio vanno eseguite allo stato come saldato (as welded). Nel caso invece di elettrodi con classificazione E2066, per i quali sono previste specifiche differenti, il saggio deve essere quello rappresentato nella Figura 3, in cui sono anche definite le posizioni di prelievo delle provette di trazione trasversale e di piegamento guidato longitudinale. Per questo saggio è previsto un condizionamento dopo saldatura prima dell’esecuzione di dette prove, chiamato “aging” (letteralmente, invecchiamento), che consiste in una stasi a temperature comprese tra 200 e 220°F (da 95 a 105°C) per 48 ±2 ore, quindi in un raffreddamento in aria sino a temperatura ambiente. Una terza tipologia di saggio prevista in funzione della classificazione dell’elettrodo (Tab. IV) è il “fillet weld test”, che prevede l’esecuzione di un saggio a cordoni d’angolo con le caratteristiche rappresentate nella Figura 4. Per questo saggio, una volta eseguito l’esame visivo delle superfici, deve essere ricavata una provetta trasversale per l’esecuzione di un esame macrografico, volto a verificare in particolare la convessità del cordone e le sue dimensioni principali. Per ogni classificazione e diametro sono previsti valori di riferimento per le dimensioni principali del 198 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 Figura 2 - Saggio per la verifica delle proprietà meccaniche e della presenza di discontinuità (non per classificazioni E6022 ed E7018M). Figura 3 - Saggio per la verifica della resistenza meccanica trasversale e per piegamento guidato longitudinale (solo per classificazioni E6022). cordone (Fig. 5). Sulle due parti restanti, dopo l’esame macrografico, devono essere eseguite prove di frattura che non devono evidenziare mancanze di fusione del vertice superiori al 20% della lunghezza del giunto o di 1” (25 mm), ad eccezione delle classificazioni E6012, E6013 ed E7014 (che possono presentare mancanza di fusione, ma non superiore al 25% del piede del cordone). La verifica dell’eventuale presenza di discontinuità deve essere eseguita (quando prevista, ovviamente) sui saggi testa a testa mediante esame radiografico, con particolare riferimento allo standard metodologico ASTM Method E142 “Controlling Quality of Radiographic Testing” (le pellicole devono pre- sentare sensibilità minima 2-2T). Per validare i risultati della prova devono essere verificati i seguenti criteri di accettabilità: • assenza di cricche, mancanze di fusione o di penetrazione; • assenza di inclusioni di scoria superiori a 1/4” (6.4 mm) oppure 1/3 dello spessore; • assenza di inclusioni di scoria allineate con lunghezza complessiva superiore a quella del saggio, su una lunghezza totale pari a 12 volte il saggio stesso; • assenza di indicazioni corte (aventi cioè lunghezza inferiore a 3 volte la larghezza) superiori ai limiti previsti dalle specifiche applicabili, di cui alla Tabella VI. Specifiche tecniche per elettrodi rivestiti per la saldatura degli acciai al carbonio: AWS A5.1 (ASME SFA-5.1) TABELLA VI - Criteri di accettabilità per l'esame radiografico. E6019 E6020 E7015 E7016 E7018 E7018M E7048 Grade 1 E6010 E6011 E6013 E7014 E7024 E6027 E7027 E7028 Grade 2 E6012 E6022 Not specified Figura 4 - Saggio per fillet weld test. Figura 5 - Esame dimensionale su sezioni macro (per fillet weld test). TABELLA VII - Contenuto massimo di umidità degli elettrodi (valori espressi in massa %). AWS Classification Electrode designation As-received or conditioned As-exposed E7015 E7016 E7018 E7028 E7048 E7015 E7016 E7016-1 E7018 E7018-1 E7028 E7048 0.6 Not specified E7015 E7016 E7018 E7028 E7048 E7015R E7016R E7016-1R E7018R E7018-1R E7028R E7048R 0.3 0.4 E7018M E7018M 0.1 0.4 Per i gradi 1 e 2 le specifiche forniscono riferimenti comparativi per l’interpretazione radiografica (si osservi che il grado 1 è più severo del grado 2). Per la verifica del contenuto di umidità degli elettrodi (moisture content) le specifiche statunitensi accettano, di principio, ogni metodo tecnicamente significativo proponendo una propria procedura, in caso di contenzioso. I valori di umidità massimi accettabili, secondo due modalità diverse di trattamento degli elettrodi (definite as - received ed as - exposed) sono riportati nella Tabella VII. È appena il caso di ricordare che queste specifiche sono caratteristiche di alcune tipologie di elettrodo; inoltre, dalla Tabella VII si osserva che esistono designazioni (indicate con la lettera R reduced) associate ad elettrodi con ridotti valori di umidità rispetto alle classificazioni standard. L’ultima prova prevista è quella relativa alla verifica dell’idrogeno diffusibile, riferita (quindi, significativa) solo ad alcune tipologie di rivestimento. Al riguardo, data anche la complessità della prova, AWS A5.1 fa riferimento alle modalità previste dalla norma ANSI/AWS A4.3 “Standard Methods for Determination of the Diffusible Hydrogen Content of Martensitic, Bainitic, and Ferritic Steel Weld Metal Produced by Arc Welding”. I valori massimi di riferimento per l’idrogeno diffusibile sono riportati nella Tabella VIII. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 199 Specifiche tecniche per elettrodi rivestiti per la saldatura degli acciai al carbonio: AWS A5.1 (ASME SFA-5.1) TABELLA VIII - Contenuto massimo di idrogeno diffusibile degli elettrodi (valori espressi in ml/100g). AWS Classification Diffusible Hydrogen designator Diffusible Hydrogen content, average ml/100g deposited metal E7018M None 4.0 E7015 H16 16.0 E7016 E7018 E7028 H8 8.0 E7048 H4 4.0 Condizioni di conservazione ed essiccamento Intensità di corrente Come noto a molti, le condizioni di stoccaggio e le procedure di essiccamento devono essere specificate dal produttore degli elettrodi; tuttavia, le specifiche statunitensi forniscono alcune indicazioni di massima, riportate a titolo di esempio nella Tabella IX. nella posizione verticale ascendente è opportuno regolare la corrente in prossimità del limite inferiore degli intervalli). I valori sono riportati nella Tabella X. Le specifiche AWS A5.1 forniscono nelle proprie appendici anche alcune indicazioni circa l’intensità di corrente tipica in relazione al tipo di rivestimento ed al diametro dell’elettrodo. Anche in questo caso vi possono essere differenze in funzione del produttore e della posizione di saldatura (ad esempio, TABELLA IX - Condizioni tipiche di conservazione ed essiccamento. Storage Conditions Holding Ovens AWS Classifications Ambient Air E6010, E6011 Ambient temperature Not recommended Not recommended E6012, E6013, E6019, E6020, E6022, E6027, E7014, E7024, E7027 80 ± 20°F (30 ± 10°C) 50 percent max relative humidity 20°F (12°C) to 40°F (24°C) above ambient temperature 1 hour at temperature 275 ± 25°F (135 ± 15°C) E7015, E7016, E7018, E7028, E7018M, E7048 Not recommended 50°F (30°C) to 250°F (140°C) above ambient temperature 500 to 800°F (260 to 427°C) 1 to 2 hours at temperature Drying Conditions TABELLA X - Intervalli di corrente di funzionamento tipici. Diameter AWS Classification inch mm E6010 E6011 E6012 E6013 E6019 E6020 E6022 E6027 E7027 E7014 E7015 E7016 E7018 E7018M E7024 E7028 E7048 1⁄16 1.6 — 20÷40 20÷40 — — — — — — — — — 5⁄64 2.0 — 25÷60 25÷60 35÷55 — — — — — — — — 3⁄32 2.4 40÷80 35÷85 45÷90 50÷90 — — — 80÷125 65÷110 70÷100 100÷145 — 1⁄8 3.2 75÷125 80÷140 80÷130 80÷140 5⁄32 4.0 110÷170 110÷190 105÷180 130÷190 130÷190 140÷190 160÷240 150÷210 140÷220 150÷220 180÷250 150÷220 3⁄16 4.8 140÷215 140÷240 150÷230 190÷250 175÷250 170÷400 210÷300 200÷275 180÷255 200÷275 230÷305 210÷270 7⁄32 5.6 170÷250 200÷320 210÷300 240÷310 225÷310 370÷520 250÷350 260÷340 240÷320 260÷340 275÷365 — 1⁄4 6.4 210÷320 250÷400 250÷350 310÷360 275÷375 — 300÷420 330÷415 300÷390 315÷400 335÷430 — 5⁄16 8.0 275÷425 300÷500 320÷430 350÷410 340÷450 — 375÷475 390÷500 375÷475 375÷470 400÷525 — 200 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 100÷150 110÷160 125÷185 110÷160 100÷150 115÷165 140÷190 80÷140 ASPIRMIG Welding&Safety Web: www.aspirmig.com E-mail: [email protected] ......la saldatura senza fumo ASPIRMIG srl www.mecforpack.it materiali innovativi BOLOGNA 12-13 novembre 2009 Quartiere Fieristico elettro nica • me cc a a istic ent pon com tro n i ca e logi o n tec eng in e e ring di meccanica precisione Meccanica di Precisione, Materiali Innovativi, Engineering & Tecnologie, Elettronica, Componentistica per Macchine Automatiche e Sistemi di Confezionamento The best ideas on “pack” engineering. Segreteria organizzativa Piazza Costituzione 6 • 40128 Bologna, Italia tel. +39 051 282 111 • fax +39 051 6374014 • [email protected] Scienza e Tecnica Il comportamento dei giunti saldati allo scorrimento viscoso Una delle problematiche inerenti i componenti eserciti ad alta temperatura riguarda il comportamento delle saldature in regime di scorrimento viscoso (creep). È appurato che i giunti saldati manifestano una resistenza a creep inferiore a quella del materiale base, in quanto costituiscono zone di discontinuità dal punto di vista metallurgico, tensionale, morfologico e difettologico. È dunque fondamentale, in fase di progetto, tenere in debito conto la resistenza a creep dei giunti saldati, al fine di evitare rotture premature, con possibili gravi conseguenze. La criticità delle saldature in regime di scorrimento viscoso Le saldature sono zone critiche innanzitutto per fattori geometrici. I giunti saldati sono accompagnati normalmente da variazioni di forma dovute sia alla realizzazione dei giunti stessi, che alla loro localizzazione nel componente (inserimento di bocchelli, collegamento tra membrature di forme differenti). Queste variazioni di forma danno luogo, in funzione dell’effetto di intaglio, a incrementi locali delle sollecitazioni e a condizioni di triassialità dello stato di tensione. Anche modeste concentrazioni di tensione possono indurre un danneggiamento da creep localizzato che può progredire rapidamente fino alla rottura senza la presenza di danno evidente nelle restanti parti del componente. Una seconda causa di criticità delle saldature è legata alla loro difettosità. L’esecuzione della saldatura può origi- nare difetti di tipo operativo, dovuti ad una inadeguata tecnica di realizzazione, o metallurgico, correlati alle caratteristiche metallurgiche del materiale base e del materiale d’apporto ed ai parametri del procedimento utilizzato. Eventuali difetti possono aumentare le proprie dimensioni attraverso meccanismi tipici del creep (creep crack growth). Un’ultima e non secondaria causa di criticità dei giunti saldati operanti in regime di creep è legata a fattori metallurgici. A causa del ciclo termico indotto dal procedimento di saldatura si creano zone con diverse proprietà microstrutturali: la zona fusa a struttura colonnare grossolana e la zona termicamente alterata caratterizzata da differenti microstrutture a seconda della temperatura raggiunta durante la saldatura. Le diverse proprietà microstrutturali delle varie zone che costituiscono il Cricca a caldo longitudinale nella zona fusa del giunto saldato. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 203 Scienza e Tecnica Dimensioni del provino per prove di creep raccomandate dall’ECCC. giunto saldato (in inglese mismatching) determinano una complessa distribuzione della tensione e della deformazione, influendo sulla resistenza a creep del giunto saldato e sulla posizione della rottura. Le zone a minore resistenza e maggiore duttilità trasferiscono parte del loro carico sulle zone a maggiore resistenza e vengono inoltre da queste “trattenute”. In funzione dell’effettiva possibilità di deformazione del giunto saldato (legato alla geometria e alla localizzazione nel componente) e delle relative resistenze a creep delle varie zone, la rottura per scorrimento viscoso può manifestarsi nella zona termicamente alterata a grano ingrossato molto vicina alla zona fusa o nella zona intercritica un poco più scostata dalla linea di fusione. La caratterizzazione della resistenza a creep dei giunti saldati La prova più indicata per valutare la resistenza a scorrimento viscoso dei giunti saldati, e quindi la loro suscettibi- Sezione metallografica di un provino di creep dopo rottura. 204 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 lità a rotture premature in esercizio, è la prova di scorrimento viscoso effettuata su provini prelevati trasversalmente al giunto (cross-weld creep test). I parametri di prova (tensione, temperatura) devono essere scelti opportunamente, al fine di riprodurre il meccanismo di danneggiamento che si verifica in esercizio. A tale proposito è stato riscontrato che in prove di breve durata, condotte a temperature relativamente basse ed alte tensioni, le rotture sono transgranulari, in materiale base e con alta duttilità. Al contrario le prove di creep di lunga durata, condotte a temperature più elevate e tensioni modeste, compatibili con quelle che si verificano in esercizio, mostrano rotture intergranulari. La valutazione sperimentale della resistenza a scorrimento viscoso (creep) di giunzioni saldate può essere effettuata presso il laboratorio IIS fino a 1100 °C, attraverso prove di creep di media Rottura nella zona termicamente alterata di un giunto saldato: effetto del severo intaglio strutturale dovuto alla variazione di forma. durata, adottando opportune tecniche di estrapolazione dei risultati per la predizione di vita in servizio a lungo termine (oltre le 100000 ore). Le macchine per le prove di scorrimento viscoso sono attrezzate con estensimetri e consentono di ottenere la curva di deformazione del materiale e di valutare . la velocità di deformazione ε; è pertanto possibile adottare le moderne metodologie (es. metodo Omega) che consentono una stima affidabile della vita teorica a creep di componenti eserciti ad alta temperatura. Dott. Ing. Chiara Servetto IIS Macchine di prova strumentate disponibili presso il Laboratorio IIS di Genova. Pubblicazioni IIS Elementi di fabbricazione mediante saldatura Indice GENERALITÀ SUL CONTROLLO DELLA QUALITÀ IN SALDATURA: Controllo qualità e garanzia della qualità. Quadro normativo: applicazione delle normative tecniche, sistemi di accreditamento. Il controllo della fabbricazione di prodotti saldati. GESTIONE DELLLA FABBRICAZIONE MEDIANTE SALDATURA: Controllo del processo di fabbricazione: riesame tecnico e dei requisiti, attività in subfornitura, personale di saldatura, attività di saldatura, trattamento termico dopo la saldatura, ispezioni e controlli, gestione delle non conformità di produzione, uso, calibrazione e taratura delle apparecchiature di saldatura, ispezione e prova, documentazione di produzione. Gestione del processo secondo UNI EN ISO 3834: requisiti della norma, schema IIW/EWF per la certificazione delle aziende. Gestione del processo secondo UNI EN ISO 9001. CONTROLLO INDIRETTO: Principi generali del controllo indiretto in saldatura. La procedura di saldatura. Qualificazione e certificazione delle procedure di saldatura: modalità di qualificazione delle procedure, riferimenti normativi. Qualificazione e certificazione dei saldatori e degli operatori di saldatura, riferimenti normativi. CONTROLLI DIRETTI: Esame visivo (VT). Esame con particelle magnetiche (MT): principio, modalità di controllo, caratteristiche del controllo e certificazione del personale. Esame con liquidi penetranti (PT): principio, modalità di controllo, caratteristiche del controllo e certificazione del personale. Esame radiografico: generalità, produzione dei raggi X, produzione dei raggi gamma, proprietà delle radiazioni X e gamma ai fini del controllo, caratteristiche d'impiego dell'esame radiografico, radioprotezione, certificazione del personale. Esame ultrasonoro: principio, apparecchiature, caratteristiche del controllo, certificazione del personale e automazione. Esame con correnti indotte (ET). Esame mediante rivelazione di fughe (LT): principio metodi di controllo, caratteristiche del controllo e certificazione del personale. Esame mediante emissione acustica (AT). LA RIPARAZIONE MEDIANTE SALDATURA: Scelta della tipologia di intervento. Riparazione mediante asportazione del difetto e successivo riempimento mediante saldatura. Eliminazione del difetto e preparazione dei lembi. Saldatura. Lavorazioni successive alla saldatura. Riparazione mediante saldatura di un inserto. Eliminazione della parte del componente contenente il difetto. Preparazione dei lembi e dell’inserto. Assiematura. Saldatura.Trattamenti post-saldatura. PRINCIPI PER LO STUDIO DEI COSTI DI SALDATURA: Criteri generali. Saldatura manuale ad arco con elettrodi rivestiti: tempo di esecuzione della saldatura, calcolo analitico del costo di saldatura con elettrodi. Saldatura con arco sommerso: tempo di saldatura ad arco acceso (A) e numero delle passate (P), tempo di posizionamento del pezzo (B), tempo di posizionamento della saldatrice, tempo di rifornimento di filo e di flusso (D), tempi morti e rendimento operativo. Validità dei metodi di calcolo dei costi. ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA Divisione PRN Maura Rodella Lungobisagno Istria, 15 16141 GENOVA Tel. 010 8341385 Fax 010 8367780 Email: [email protected] www.weldinglibrary.com www.iis.it SALUTE E SICUREZZA IN SALDATURA: Gestione del rischio in saldatura: agenti di rischio, identificazione del livello di rischio, azioni correttive. Aspetti specifici del rischio in saldatura: fumi di saldatura, rischio elettrico, campi elettromagnetici, radiazioni elettromagnetiche emesse dal processo di saldatura, aspetti fisiologici ed ergonomici. Riferimenti tecnici e normativi. Criteri addizionali per la gestione dei rischi in saldatura. Appendice A: QUALIFICAZIONE DELLA PROCEDURA DI SALDATURA IN ACCORDO A UNI EN ISO 15614-1. Appendice B: QUALIFICAZIONE DEI SALDATORI IN ACCORDO A EN ISO 287-1. Appendice C: LE NORME UNI PER LA QUALIFICAZIONE DEI SALDATORI. 2008, 134 pagine, Codice: 101118, Prezzo: € 50,00 Soci IIS - Membri IIS Club, Prezzo: € 40,00 International Institute of European Welding Federation Notizie IIW Annual Assembly Singapore, 12-17 July 2009 Welcome message On behalf of the International Institute of Welding (IIW) and Singapore Welding Society (SWS), we would like to extend our warmest welcome to invite you to Singapore for the 62nd Annual Assembly and International Conference of IIW during 12 - 17 July 2009.This is the first time that such an annual assembly will be held in this region. Singapore is a dynamic city rich in contrast and colour where you’ll find a harmonious blend of culture, cuisine, arts and architecture. A bridge between the East and the West for centuries, Singapore, located in the heart of fascinating Southeast Asia, continues to embrace tradition and modernity today. Brimming with unbridled energy and bursting with exciting events, the city offers countless unique, memorable experiences waiting to be discovered. Welding and joining play an important role and are widely used in various industries. Although Singapore is a small island, manufacturing has been a vital pillar of its economy. Currently, manufacturing produces one quarter of its GDP. Some of the impressive achievements include: • 70% global market share of the conversion of Floating Production Storage Offloading (FPSO) • 70% world market share in jack-up rigs • 20% world market share for ship repair • Asia’s #1 aerospace maintenance, repair and overhaul (MRO) hub • Among the top 3 global centres for oil & gas (O&G) equipment manufacturing and servicing • One of the top oil refining centres in the world • Among the top 10 petrochemical hubs in the world. Singapore is truly a city like no other, a world of possibilities. With its friendly and welcoming people, state-of-theart infrastructure and something new happening everyday, your stay will be a memorable mix-and-match of all the things you have always wanted to do. Come and enjoy countless fascinating experiences, and take away memories that are uniquely Singapore. We look forward to seeing you in Singapore in July 2009. Mr. Chee-Pheng ANG Chairman of Organising Committee Dr. Zheng SUN Chairman of Technical Committee Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 207 IIW-EWF Notizie SCIENTIFIC AND TECHNICAL PROGRAM MEETINGS OF THE TECHNICAL COMMISSIONS - (13 July 2009, Monday – 15 July 2009, Wednesday) IAB and other Board Meetings IAB Group A Meeting IAB Group B Meeting IAB Board Meetings Working Units Chairmen & TMB Meeting TMB Meeting Working Group Regional Activities Working Group Com & Mark Working Group Standardization - 13 July 2009, Monday - 14 July 2009,Tuesday - 14 July 2009,Tuesday - 15 July 2009,Wednesday - 16 July 2009,Thursday - 17 July 2009, Friday - 13 July 2009,Wednesday - 15 July 2009,Wednesday - 16 July 2009,Thursday [08:30 – 18:00 hrs] [08:30 – 18:00 hrs] [17:30 – 20:00 hrs] [08:30 – 12:30 hrs] [16:00 – 18:00 hrs] [09:00 – 11:00 hrs] [12:30 – 14:00 hrs] [12:30 – 14:00 hrs] [09:30 – 12:30 hrs] Meetings of other Committees and Delegations The details of time and location of other meetings will be announced in the Final Programme, which will be included in the Registration Package on-site. Other information will be made available on the Announcement Board. International Conference - Advances in Welding and Allied Technologies, on 16-17 July 2009 In conjunction with the 62nd Annual Assembly of International Institute of Welding (IIW), the Singapore Welding Society (SWS) is proud to organize the international conference. This conference is a major forum for the exchange of knowledge and provides opportunities to network and meet leading experts in the field.The development and the latest technologies will be presented at the Conference, which includes the following topics: Brazing and Soldering materials Computer aided welding engineering Thermal cutting processes Education & training Health, safety and environment Design, analysis and fabrication of welded structures 208 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 Joining of polymer and ceramic Surface engineering Welding materials and their weldability Welding processes Welding robots and automation Inspections & testing LeggiDecreti e La plurivalenza del Dlgs. 231/2001 L’attenzione dei tenuti all’osservanza aziendale delle prescrizioni di natura sanzionatoria riferite alla lettura dell’art. 30 del Dlgs. 81/2008, in relazione ai reati ivi nominati, è frequentemente polarizzata dalla compitazione delle caratteristiche “colpose” dei comportamenti, collegati a violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell’igiene e della salute sul lavoro. Comprensibili lo stupore ed il disorientamento allorquando nella lettura d’insieme appare la destinazione genetica (sia pur via via incrementata) del decreto, mirato alla sanzione di responsabilità degli enti per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato doloso (enti forniti di personalità giuridica, società e associazioni anche prive di personalità giuridica, con esclusione dello Stato, degli enti pubblici territoriali, degli altri enti pubblici economici nonché degli enti che svolgono funzioni di rilievo costituzionale). Talché si evidenzia l’utilizzazione in via parallela della metodica dei c.d. “modelli organizzativi gestionali e di controllo dell’azienda” per indurre attraverso la premialità dell’esimente delle sanzioni un sistema virtuoso di gestione complessiva e verificata, tanto per il contrasto di reati dolosi, quanto per reati colposi (quali quelli introdotti dalla novellazione della L. 123/2007, di delega, e della legge delegata conseguente 81/2008). Si tratta di comparare allora i modelli organizzativi descritti dall’art. 6 del Dlgs. 231/2001 con quelli codificati dall’art. 30 del Dlgs. 81/2008. Il primo modello è mirato alla prevenzione di reati, il secondo è inteso a garantire l’adempimento degli obblighi riguardanti la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Ovviamente l’ente ha possibilità di avvalersi dei modelli per pervenire all’effetto esimente posto ad incentivo dei comportamenti virtuosi in entrambi i versanti. Per i delitti diversi da quelli sanzionati dall’art. 25-septies, il sistema di controllo preserverà dal rischio che i processi aziendali siano utilizzati per commettere reati, mediante controlli che non possano essere aggirati se non ricorrendo ad azioni fraudolente; per i delitti di cui al ridetto art. 25-septies, il sistema organizzativo garantirà l’adempimento degli obblighi sanciti dalla normativa, il rispetto delle prescrizioni di legge e delle norme tecniche riguardanti attrezzature, impianti, luoghi di lavoro, agenti fisici, chimici, biologici, radiazioni ionizzanti, compatibilità elettromagnetica, la valutazione dei rischi come nello stesso decreto prescritta e l’adozione delle corrispondenti misure di sicurezza. Ma pur essendo istituiti per finalità pra- tiche diverse, i modelli in esame si possono ontologicamente riportare ad unicità, in quanto costruiti su principi comuni e tassativamente scanditi. Se differenze si vogliono sottolineare, pur nell’unicità di impianto, queste non potranno che rilevarsi nello specifico approccio costruttivo: nell’un caso attraverso le procedure operative per la sicurezza, ampiamente descritte e imposte alla formulazione e all’adozione da parte della direzione e delle riunioni periodiche, nell’altro attraverso le ipotesi di commissione di reati, l’esistenza di deficit di controllo, le soluzioni possibili in anticipazione dei comportamenti prodromici dell’illecito. La dottrina ha aggiunto ancora una diversità, riportabile alla fonte ispiratrice: i comportamenti a prevenzione dei reati dolosi possono essere adottati sulla base di codici di comportamenti redatti dalle associazioni di categoria degli enti e comunicati al Ministero della Giustizia; per i delitti colposi commessi con inosservanza delle prescrizioni di sicurezza, i modelli possono essere indicati dalla Commissione consultiva permanente per la salute e la sicurezza sul lavoro istituita presso il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale. Puntualizzazione doverosa e conforme al dettato della norma ma che nella sostanza ribadisce l’unicità di matrice. Avv. Tommaso Limardo Giurista tecnico per la sicurezza Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 209 Salute, Sicurezza e Ambiente Stress lavoro-correlato Definizione Il termine stress esprime una discrepanza fra le richieste ambientali e le risorse dell’individuo, nel senso di una difficoltà nell’adattamento con la percezione di inadeguatezza e pressione. Gli stressors possono essere di natura fisica, psicologica e sociale e la loro compresenza per un periodo prolungato produce sofferenza e patologia. Non tutti gli individui sono vulnerabili, ovvero esistono caratteristiche che possono essere determinanti nello sviluppo del disturbo: se al disagio emozionale fanno sfondo filtri cognitivi disfunzionali, scarse abilità di fronteggiamento e problem solving, problemi interpersonali, sarà probabile che il fenomeno si manifesti, in maniera più o meno evidente. Tale background di malessere socio-ambientale viene spesso sottovalutato, finché la situazione non assume forme gravi per l’individuo o per l’organizzazione lavorativa. Tutto ciò che caratterizza il vissuto di una persona può essere considerato dal sistema psicofisico e somatopsichico un allarme: la risposta ad uno stimolo stressogeno è soggettiva. Ogni individuo interpreta gli eventi attraverso i propri parametri di riferimento, in base alla propria esperienza pregressa e al proprio corredo di credenze. A fronte di situazioni stressanti si innescano strategie cognitive e comportamentali nell’intento di modificare l’ambiente ostile. Se queste mancano o si rivelano insufficienti, compare uno stato di “dissonanza” che non si risolve auto- nomamente. L’intervento dello psicologo in ambiente lavorativo vanta un duplice vantaggio: quello di proteggere la salute individuale e quello di migliorare l’humus lavorativo, offrendo supporto qualificato e obiettivo a tutti i soggetti coinvolti. Il processo di valutazione Dall’analisi del Testo Unico per la Sicurezza emerge la necessità di progettare interventi mirati per fare screening in azienda sui rischi psicosociali, in varie modalità: • Screening degli stressors nello specifico contesto aziendale: compilazione descrittiva, settori di attività, anamnesi dati sensibili • Elaborazione di schemi d’intervento adeguati • Uso competente di strumenti diagnostici validati in campo normativo • Compilazione referto di competenza da inserire nel Documento di Valutazione dei Rischi • Programmi di Formazione per i responsabili e i referenti che dovranno gestire le condizioni di stress dei dipendenti • Piani di supporto per soggetti lavorativi che necessitino di consulenze psicologiche e azioni per situazioni critiche ed emergenze. • Assistenza psicologica su richiesta • Training per la gestione delle emozioni • Stress management • Monitoraggio della valorizzazione delle risorse umane • Supervisione nella gestione della diversità o integrazione • Promozione e tutela della salute femminile • Strategie di “coping”(fronteggiamento di problemi). Dott.ssa Elena Limardo Psicologa clinica e del lavoro R.S.P.P. Docente in psicologia della sicurezza Interventi di prevenzione secondaria • Analisi e intervento situazioni critiche di disagio • Modelli terapeutici di facile applicazione sul campo Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 211 Conferenza Con nferen nferenza nza N Nazionale a azionale sull le prove no on d istruttiive sulle non distruttive mon nitoraggio d iagnostic ca monitoraggio diagnostica 13° Cong C Congresso gresso r o N a azi zionale dell ll’AIPnD Nazionale dell’AIPnD Biennale Bien nnale PnDPnD-MD -MD Espo Esposizione osizione sulle e Pr Prove ove non Distruttive D Monitoraggio Diagnostica Mon nitoraggio gg Di agnostica g Strum Strumenti, menti, Appar Apparecchiature, recc e chiaturre e, Prodo Prodotti tti Attività servizi, formazione Attivit tà di ser vizi, ricerca, rice erca, didattica e for rm mazione patrocini Provincia di Ro Roma oma Rom ma Comune di Roma Assessore alle Attività Produttive, P al Lavoro e al Litorale major sponsor GE SSensing ensing & IInspection nspection TTechnologies echnolog e ies sponsor CControlli ontrolli non non Distruttivi Dis truttivi Trattamenti Trattamenti Termici Termici Ispezioni Is pezioni CNIM Comitato Nazionale Nazionaale Italiano per la Manutenzione Manutenzion ne 1 200 979- 9 PnD ROMA 2009: innovazione e professionalità ELENCO ESPOSITORI al 13 marzo 2009 Uʰ°°ÊÃÃV>âiÊ>LÀ>ÌÀÊ}i}iÀ>ÊÊ Roma UÊÊ-ÀÊÊ,> UÊ--"ÊÃÃV>âiÊ>LÀ>ÌÀÊ Ê `Ê}i}iÀ>ÊiÊ`ÊiÌiVV>ÊÊ,> UÊ"6,Ê-ÀÊÊ>>ÌiÊ® ANTEPRIMA PROGRAMMA TECNICO UÊ -" Ê-ÀÊÊÊ>}>Ê ® Il programma Tecnico della Conferenza Roma 2009 è volto a rispondere alle esigenze attuali e di un futuro prossimo del settore, tenuto conto delle mutate condizioni “di mercato” e dell’evoluzione in atto nel mondo industriale, che richiederà nuove sfide anche al settore PND. Innovazione e professionalità, un binomio sinergico sinonimo di sicurezza, sono i temi portanti che saranno sviluppati nel corso della conferenza attraverso relazioni plenarie, sessioni ad hoc, workshop, tavole rotonde, con la partecipazione di costruttori e esercenti di impianti, Organismi di controllo, Protezione Civile, Società di Servizi PND, e verranno supportate da dimostrazioni pratiche di apparecchiature e prodotti esposti nella Biennale. In particolare, il programma è improntato su tematiche inerenti tre grandi settori di ricorrente e attuale interesse quali: UÑiiÅiÓV \ÑÞVi>Åi]Ñ wwÈ Åi]ѰiÓÅ VV µ UÑÓÅ>Ȱ ÅÓ\Ñ>iÅ >ÞÓV>]Ñ>ÞÓ Óäi]ÑwiÅÅ ä>Å Ñ>Ó>Ñäi VÓD]Ñ marittimo. UÑVäiÑiÑÓiÅÅÓ Å \ÑiiÅ>ÑiÑ Ó Å> Ñ`ÑÈÓÅÞÓÓÞÅi]Ñ ponti, dighe. Altri eventi in corso di definizione riguardano: Apparecchi di sollevamento, Meccanica della frattura, Conservazione opere d’arte e beni culturali, Ricerca e tecnologie innovative, PND iÑÈiÓÓ ÅiÑ>Å >iÓ>Åi]Ñ- ViÓDÑ`Ñ-iÅäëÑ* ]ÑÓÑ`Ñ Certificazione, Tecnici di II livello. UÊ Ê Ê-ÀÊÊ"«iÀ>Ê® Sede della manifestazione e dell’esposizione Sheraton Roma Hotel & Conference Center 6>iÊ`iÊ*>ÌÌ>}}]Ê£ääÊÊää£{{Ê,> /i°Ê³Î®ÊäÈÊx{xΣÊÊ>ÝʳήÊäÈÊx{än£Î Ã>ià iÀ>ÌÀiJà iÀ>̰V ÜÜܰà iÀ>̰VÉÀ> UÊ ",Ê-ÀÊÊ6iÀV>ÌiÊ® UÊ,"Ê "6"Ê/",Ê-ÀÊÊ*>iÀ UÊ/Ê18Ê* /Ê-ÀÊÊÀÛÊ ® UÊ,/Ê-ÀÊÊ-i`À>Ê® UÊ "Ê-ÀÊÊ-iÃÌÊ-°ÊÛ>ÊÊ® UÊ1," " /,"Ê-ÀÊÊ*ÀÌÊ->ÛÊ66® UÊÊ-iÃ}ÊEÊëiVÌÊ/iV }iÃÊ-ÀÊÊ }À>ÌiÊÀ>â>Ê® UÊ," Ê-«ÊÊ>`iÊ`iÊ>ÀÊ ® UÊE/Ê ," Ê -//1/Ê-ÀÊÊâ>Ê-® Uʰ° °ÊÃÌÌÕÌÊÌ>>Ê iÀÌwV>âiÊ-ÀÊÊ >ÀÊ/,® UÊ *,"/ ÊÊ-«>ÊÊ ÃiÊ>Ã>Ê® UÊ °°°Ê " /,"Ê-ÀÊÊ Û>ÃÃÊ/"® UÊ °°/°Ê/ Ê-ÀÊÊ VÀiââÊ® UÊ /iV Ê-ÀÊÊÕÃ}>Ê,® UÊ"9*1-Ê/Ê-ÀÊÊ-i}À>ÌiÊ® UÊ, Ê-«ÊÊiÛ> UÊ-°° °°°°Ê-ÀÊÊ,VV>Ê*ÀÀ>Ê,® UÊ-/ʵիiÌÊ-ÀÊÊ,>Ê UÊ--Ê-ÀÊÊ,i`iÊ -® UÊ-/1"Ê-1Ê->ÃÊÊ>Ê*1® UÊ/ °-,Ê-ÀÊÊ/>ÀµÕ>Ê6/® UÊ/Ê18Ê-ÀÊÊÕÃÃ>}Ê-® UÊ1 6,-/ÊÊ*-ÊÊ«°Ê-ÃÌiÊiÌÌÀVÊiÊ ÕÌ>âiÊÊ*Ã> Segreteria Organizzativa AIPnD Associazione Italiana Prove non Distruttive Monitoraggio Diagnostica 6>ÊÀiÃÌ]ÊxÊÊÓx£ÓÇÊÀiÃV> /i°Ê³Î®ÊäÎäÊÎÇΣÇÎÊÊ>ÝʳήÊäÎäÊÎÇΣÇÈ À>ÓääJ>«`°ÌÊÊÜÜܰ>«`°Ì Direttore dell’Esposizione:Ê>Ê>À>Ê>ÌÌ Segreteria: Ã>LiÌÌ>ÊÀà Informazioni, Iscrizioni, Planimetrie, Istruzioni per gli Autori, Prenotazioni alberghiere su www.aipnd.it Per ogni chiarimento [email protected] Dalle Associazioni Rilevazioni ANASTA del mercato SALDATURA & TAGLIO. Nuovo piano SALDAT della Comunicazione aziende associate di rilevare per l’anno 2009 i risultati delle vendite anche con flash trimestrali. Le componenti che influiscono sui risultati sono molte, dal costo delle materie prime, al diverso andamento dei settori industriali, alla diversa domanda del mercato nazionale e mondiale. Le oltre 100 aziende che operano sul mercato nazionale producono ed esportano per oltre il 50%. Il fatturato globale del settore Saldatura e Taglio è di oltre 1600 milioni di euro. Le vendite 2008 sul mercato nazionale di tutti i settori si sono chiuse con un valore di 820 milioni di euro, alla pari dell’anno 2007. L’analisi per ogni parte di catalogo, per ANASTA denominato gruppo professionale, è molto diversa per i diversi fattori di influenza e variazioni nei periodi. Pochi sono i segni positivi. Dobbiamo anche dire che dal 2003 al 2008 le vendite nazionali sono salite in valore del 28%. Abbiamo anche confrontato i semestri con lo stesso periodo dell’anno precedente. Il confronto tra gli stessi periodi dell’anno precedente evidenzia Tab. I L’anno 2008 si è chiuso con un intenso lavoro sia per il mercato Saldatura e Taglio che per l’Associazione ANASTA. Non possiamo nasconderci e ritirarci nel nostro “nido” ma viviamo nella recessione rapida che coinvolge tutti i mercati e le nazioni. Il mese di Gennaio 2009 è stato ricco di incontri e attività a tutti i livelli della associazione. Sono state prese importanti decisioni e preparati molti progetti. Il mercato Le rilevazioni statistiche che ANASTA prepara semestralmente con i delegati delle aziende associate, per l’anno 2008, sono state particolarmente affinate rivalutando anche quelle degli anni precedenti fino al 2003. La rapidità degli eventi ha portato il Consiglio Direttivo a chiedere alle Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 215 Dalle Associazioni Tab. II ancora maggiormente la differenza tra i diversi gruppi professionali, soprattutto tra investimento e consumo. L’anno 2009 continua con la tendenza negativa dell’ultimo trimestre 2008. Il nostro settore è complementare a tutti i settori industriali e professionali. La saldatura ed il taglio hanno molta Tab. III importanza nei processi di lavorazione dei metalli, non altrettanto in quantità. Un esempio è il confronto dell’acciaio depositato per saldare che è circa il 2% delle lamiere di riferimento. Le rilevazioni flash del primo trimestre 2009 non ci daranno ancora segnali di tendenza diversa. Fonte dati ANASTA 216 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 La comunicazione Le aziende che operano sul mercato nazionale, ci permettiamo di dire soprattutto quelle associate ad ANASTA, hanno raggiunto un elevato livello qualitativo supportato dalla ricerca e sviluppo delle macchine, prodotti e tecnologie. Ci confrontiamo da sempre con un mercato globale. Tutto questo rischia di rimanere sconosciuto se non ci presentiamo con la maggior efficacia possibile. Già nel corso del 2008 avevamo analizzato i segnali che ci pervenivano ed abbiamo studiato un piano comunicazione adeguato. Sicuramente non prevedevamo quello che è avvenuto alla fine del 2008, ma ora ci presentiamo con degli strumenti adeguati. Abbiamo iniziato a comunicare negli anni ’70 con la fiera della saldatura a Genova ed abbiamo proseguito negli anni ’90 in abbinamento con la manifestazione BIMU. Negli anni 2000 abbiamo organizzato una nostra manifestazione specializzata “SALDAT Mostra Convegno”. Le tre edizioni ci hanno dato buone soddisfazioni. Il nuovo programma si adegua sostituendo la “Mostra Convegno” e l’abbinamento alle eventuali manifestazioni fieristiche specializzate con: • Newsletter via mail • Comunicati e redazionali stampa • Sito completo e di informazione • Convegni a tema • FORUM • Patrocini e presenza alle manifestazioni interessate (BIMU-EMO, FIERA ESSEN, GNS, Congresso CTA..). Il Consiglio Direttivo ANASTA ha approvato il piano SALDAT COMUNICAZIONE che è operativo da Marzo 2009. [email protected] www.anasta.it www.saldat.it We are the World of Welding Solutions. Il segreto del nostro successo è la profonda conoscenza dei materiali. Abbiamo svolto un ruolo essenziale nel costruire “il mondo della saldatura” con nuovi prodotti, processi e materiali. Fidatevi di un partner che non è solo produttore ma anche consulente serio e affidabile al servizio delle vostre necessità. Per noi essere vicini ai clienti significa accompagnarli con le nostre competenze, in ogni parte del mondo. Böhler Welding Group Italia S.p.A. via Palizzi, 90 - 20157 Milano tel. 02 390171 - fax 02 39017246 www.btw.it Charta sas - Milano Gestione e commercializzazione per l’Italia www.sea-tec.it Seatec_Lat. 44°3'2'' N / Long. 10°2'15'' E a 8 Rassegna Internazionale Tecnologie, Subfornitura e Design per Imbarcazioni, Yacht e Navi MILLENNIUM YACHT DESIGN award QUALITEC DESIGN AWARD components production & furniture QUALITEC TECHNOLOGY AWARD YACHT ENGINEERING FORUM ABITARE LA BARCA S E A T seatec E C H N O L O G Y & D E S I G N 10/12 Febbraio 2010 Carrara Targa Rodolfo Bonetto ORGANIZZATO DA: Business on the Move SPONSOR UNICO BANCARIO: CON IL PATROCINIO DI: CERTIFICATO DA: GRUPPO BANCA CARIGE REGIONE TOSCANA Ministero dello Sviluppo Economico ISTITUTO NAZIONALE PER IL COMMERCIO ESTERO PR O M OZ I ON E PROVINCIA DI MASSA CARRARA UK TRADE & INVESTMENT ASSOCIAZIONE PROGETTISTI NAUTICA DIPORTO Confartigianato ASSONAUTICA ITALIANA PRODUZIONE NAUTICA TOSCANA CONFAPI TOSCANA nautica toscana UNIMOT Cassa di Risparmio di Carrara S.p.A. ISTITUTO DI CERTIFICAZIONE DATI STATISTICI FIERISTICI Dalle Aziende Nuove macchine multi-ruolo per saldatura ESAB La nuova serie di macchine ESAB Origo™/Aristo™ CC/CV (corrente costante/tensione costante) è stata progettata per offrire la massima versatilità di utilizzo in tutti i settori applicativi. La prima macchina di questa nuova generazione, la Origo™Tig 3000i, è stata introdotta con successo due anni fa e ha dato vita a una nuova serie di saldatrici basate su di una comune struttura con generatore a inverter IGBT. Una gamma di pannelli elettronici di controllo specializzati ha consentito lo sviluppo di macchine per i vari procedimenti di saldatura. Il sistema di comunicazione e controllo CAN-bus semplifica i cablaggi ed i collegamenti con altre apparecchiature (alimentatori traina-filo, comandi a distanza, ecc.), con grandi vantaggi di flessibilità, velocità e affidabilità operative. Saldatura TIG La Origo™Tig 3001i eroga 300 A, per la saldatura TIG di tutti i tipi di acciai al carbonio, bassolegati e inossidabili a partire da spessori di 0.5 mm, con arco stabile e inneschi sicuri. Può essere dotata dei pannelli di controllo TA24 oppure TA23. Il pannello di controllo TA24 consente un facile controllo del bagno di fusione e dell’apporto di calore mediante TIG pulsato. È inoltre possibile utilizzare anche il procedimento MMA e saldare con elettrodi fino al diametro di 5 mm. Con il pannello TA23 l’operatore può impostare solo il valore dello spessore della lamiera da saldare ed i parametri vengono regolati in modo automatico. Anche con questo pannello si può saldare con il procedimento MMA. Per la saldatura MMA queste macchine dispongono della funzione ArcPlus™II che stabilizza l’arco, riduce gli spruzzi e migliora la qualità, riducendo la necessità di interventi di finitura dopo la saldatura. Saldatura MIG-MAG Origo™Mig 3001i e 4001i sono macchine di grande efficienza, ideali quando sono necessarie prestazioni di altissimo livello, ad esempio per la saldatura degli acciai inossidabili e alto-legati. I generatori sono predisposti per l’abbinamento con gli alimentatori traina-filo delle serie Origo™Feed 3004/4804, Aristo™Feed 3004/4804, YardFeed 2000, MobileFeed 200 e 300. Cavi di connessione e prolunga consentono all’operatore un raggio d’azione fino ad oltre 50 metri senza variazione dei parametri impostati a causa delle cadute di tensione, grazie al sistema TrueArcVoltage System™ che rileva direttamente sulla torcia l’esatto valore della tensione d’arco e agisce in conseguenza sui circuiti di controllo. Con il modulo Aristo™ U8 è possibile l’accesso alle linee sinergiche e si possono memorizzare fino a 255 parametri di saldatura. È inoltre disponibile la funzione SuperPulse™ che consente di controllare nel modo più accurato l’apporto di calore. Origo™Mig 3001i e 4001i offrono la possibilità di operare con i proced i m e n t i d i s a l d a t u ra M I G / M AG , MIG pulsato, MMA, scriccatura ArcAir e TIG con innesco LiveTig™, in funzione della scelta dei vari tipi di pannello di controllo, sul generatore e sul traina-filo. Il software Dual MMC permette infatti di operare simultaneamente con due pannelli di controllo sul sistema CAN bus. Saldatura MMA Origo™Arc 4001i è la macchina ideale per saldatura MMA di produzione in officina e all’aperto, per lavori di costruzione e montaggio in cantiere e per tutte le applicazioni di riparazione e manutenzione. È possibile scegliere fra due tipi di moduli MMC (Man-MachineCommunicator) in funzione delle esigenze applicative. Origo™A22 è un pannello dotato di manopola per la regolazione della corrente di saldatura nei procedimenti MMA e TIG con innesco LiveTig™. Origo™A24 è un pannello più sofisticato, dotato di manopola per la regolazione della corrente di saldatura MMA, TIG, MIG-MAG (in modalità CV), comandi per la scelta del tipo di elettrodo e per la regolazione delle funzioni HotStart e ArcForce. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 219 Dalle Aziende La dotazione comprende un display digitale per la misura di tensione e corrente d’arco. ESAB Saldatura SpA Via Mattei, 24 - 20010 Mesero (MI) Tel. 02 979681 - Fax 02 97289300 e-mail: [email protected] www.esab.it Thermadyne lancia sul mercato una nuova gamma di piccoli impianti per saldatura inverter Arcmaster: Thermal Arc Arcmaster 175SE e 175TE Robusti, compatti e portatili, per saldatura di “medium-duty”, si caratterizzano per la possibilità di regolazione della corrente di saldatura da 5 a 175 A. L’impianto Arcmaster 175SE è un generatore ad inverter monofase 230 V per saldatura MMA e Lift TIG: questo generatore viene proposto corredato di valigia e tracolla per il trasporto, cavi con pinza portaelettrodo e pinza massa. L’impianto Arcmaster 175TE è un generatore ad inverter monofase 230 V per saldatura MMA, Lift TIG e TIG HF: questo generatore viene proposto corredato di valigia e tracolla per il trasporto, torcia TIG, cavi con pinza portaelettrodo e pinza massa. Oltre a quanto sopra specificato, questo generatore si caratterizza per: • Comando per la regolazione dell’arco • Comando per la regolazione della corrente di saldatura in discesa • Selettore per operare nelle modalità 2T/4T. 220 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 Tutti e due gli impianti sono proposti con le seguenti caratteristiche: • Protezione da sovraccarico termico • Prese a parete di erogazione corrente Dinse da 50 mm • Praticità nella fase di trasporto • 2 anni di garanzia. THERMADYNE ITALIA S.r.l. Via Bolsena, 7 20098 San Giuliano Milanese (MI) Tel. 02 36546801 - Fax 02 36546840 e-mail: [email protected] www.thermadyne.com Fili animati tubolari per acciai resistenti allo scorrimento viscoso a caldo Trafilerie di Cittadella - FILEUR, azienda italiana leader a livello mondiale nello sviluppo tecnologico del filo animato tubolare, presenta la propria gamma di fili dedicata alla saldatura degli acciai resistenti allo scorrimento viscoso a caldo (creep). Si tratta di un’ampia varietà di prodotti in grado di soddisfare tutte le esigenze progettuali e produttive, sia in fase di manutenzione che di fabbricazione. Questi comprendono fili dedicati alla saldatura in tutte le posizioni, fili in grado di sopportare lunghi e gravosi trattamenti termici post saldatura (PWHT) e fili ad elevato rendimento con ottime caratteristiche meccaniche. La gamma di prodotti copre tutta la serie di acciai medio legati, dallo 0.50% Mo al 9%Cr (P91), passando attraverso le serie 1.25%Cr-0.5%Mo (P11) e 2.25%Cr-1.0%Mo (P22). Queste tipologie di acciai sono soggette a cicli termici ad elevate temperature e per lunghi periodi di tempo; si tratta di condizioni gravose che mettono a dura prova la loro resistenza. In tali condizioni, i normali acciai al carbonio da costruzione manifestano deformazioni permanenti e crescenti nel tempo, anche se soggetti a tensioni inferiori al limite elastico a quella temperatura. Grazie alla presenza principalmente di cromo e molibdeno, gli acciai resistenti al fenomeno del creep manifestano una vita di esercizio sempre ben definita e determinata, notevolmente superiore ai normali acciai, oltre la quale il materiale non è più idoneo e deve essere sostituito o in alcuni casi riparato e riutilizzato per un altro breve lasso di tempo. Questi acciai trovano utilizzo soprattutto in centrali termiche, impianti petrolchimici e impianti per la produzione di energia. Un importante fattore di rischio, per questa tipologia di acciai, è la presenza di un’elevata concentrazione di idrogeno diffusibile in zona fusa e termicamente alterata, in quanto potrebbe dare origine a pericolosi fenomeni di criccabilità. I fili animati tubolari, grazie all’unicità della loro tecnologia, sono gli unici in grado di garantire un tenore di idrogeno diffusibile inferiore a 4 ml/100 g di deposito. Inoltre, l’uso di fili animati tubolari a bassissimo contenuto di idrogeno diffusibile permette di poter ridurre in modo sensibile le temperature di preriscaldo e postriscaldo, per esempio, rispetto all’utilizzo dei fili animati aperti (a piattina). Questo è tanto più sensibile quanto più è spesso il materiale da saldare con una riduzione della temperatura di circa il 10%. Finora tutta la fase di fabbricazione e manutenzione di manufatti costruiti con acciai resistenti al creep è stata realizzata attraverso l’utilizzo principalmente di elettrodi e fili pieni, questo è dovuto essenzialmente alla scarsa conoscenza dei fili animati e del noto problema dell’idrogeno diffusibile. In q u e s t i u l t i m i a n n i , g ra z i e a n u ov i impulsi di innovazione tecnologica e aumento della produttività, si sta affermando, anche presso le varie società di ingegneria, l’utilizzo dei fili animati, in particolare quelli tubolari, gli unici in grado di poter garantire performance certe in termini di caratteristiche meccaniche e resistenza alla criccabilità da idrogeno. I fili animati tubolari rispetto agli elettrodi e ai fili pieni sono in grado di garantire: maggiore produttività, minore emissione di spruzzi, di fumi, di rumore, facilità di utilizzo e possibilità di saldare anche in tutte le posizioni attraverso l’utilizzo dei fili animati tubolari rutilici. La linea dei fili animati tubolari FILEUR per la saldatura degli acciai resistenti allo scorrimento viscoso a caldo è suddivisa in: Dalle Aziende • LINEA 91. Novità assoluta. Di questo segmento fanno parte tutti i fili animati tubolari legati al 9% cromo 1.0% molibdeno - vanadio - niobio, per la saldatura di acciai tipo P91 e E 911. Al suo interno troviamo: FILEUR ARS 91, filo animato rutilico per la saldatura in tutte le posizioni; FILEUR AMC 91, filo animato metalcored senza scoria e ad elevato rendimento. Questi consumabili rappresentano i primi fili animati tubolari al mondo per la saldatura e riparazione di acciai appartenenti alla categoria P 91, caratterizzati da basso tenore di idrogeno diffusibile (<4 ml/100 g) e da buone caratteristiche meccaniche dopo trattamento termico. • LINEA 35. Di questo segmento fanno parte tutti i fili animati tubolari legati allo 0.5% molibdeno. Al suo interno trov iamo: FILEUR ARS 35, filo animato rutilico per la saldatura in tutte le posizioni; FILEUR AMC 35, filo animato metalcored senza scoria e ad elevato rendimento; FILEUR AB 35, filo animato basico ad elevatissime caratteristiche meccaniche. Tutti i fili di questa linea sono stati appositamente studiati per la saldatura di acciai resistenti al creep fino a 450 °C. • LINEA 40. Di questo segmento fanno parte tutti i fili animati tubolari legati all’1.25% cromo - 0.5% molibdeno. Al suo interno troviamo: FILEUR ARS 40, filo animato rutilico per la saldatura in tutte le posizioni; FILEUR AMC 40, filo animato metalcored senza scoria e ad elevato rendimento; FILEUR AB 40, filo animato basico ad elevatissime caratteristiche meccaniche. Tutti i fili di questa linea sono stati appositamente studiati per la saldatura di acciai resistenti al creep fino a 500 °C. • LINEA 45. Di questo segmento fanno parte tutti i fili animati tubolari legati al 2.25% cromo - 0.5% molibdeno. Al suo interno troviamo: FILEUR ARS 45, filo animato rutilico per la saldatura in tutte le posizioni; FILEUR AMC 45, filo animato metalcored senza scoria e ad elevato rendimento; FILEUR AB 45, filo animato basico ad elevatissime caratteristiche meccaniche. Tutti i fili di questa linea sono stati appositamente studiati per la saldatura di acciai resistenti al creep fino a 600 °C. Tutte le caratteristiche meccaniche e chimiche dei fili sopra esposti rientrano nei requisiti previsti dalle normative internazionali, anche dopo i diversi e severi trattamenti termici a cui sono sottoposti. La scelta oculata delle materie prime, siano esse acciaio o polveri, garantiscono bassi valori del fattore di fragilizzazione, X factor < 10 ppm, grazie alla drastica riduzione di fosforo, arsenico, stagno ed antimonio nelle materie prime utilizzate. Questo garantisce, inoltre, anche buoni risultati dopo cicli di “step cooling”, in particolar modo per i fili animati basici. Grazie alla flessibilità dei suoi impianti, Trafilerie di Cittadella - FILEUR è in grado di fornire tutti i fili ad alto limite di snervamento nei vari tipi di diametro e confezionamento: in particolare bobine da 15 o 16 kg, bobine da 5 kg e fusti. Il nostro ufficio tecnico è a vostra completa disposizione per ogni ulteriore delucidazione ed informazione. Trafilerie di Cittadella S.p.A. - FILEUR Via Mazzini, 69 - 35013 Cittadella (PD) Tel. 049 9401593 - Fax 049 9401594 e-mail: [email protected] www.fileur.com Hypertherm annuncia il raggiungimento di un accordo nella causa per violazione di brevetti Hypertherm, leader mondiale nella tecnologia di taglio dei metalli ad arco plasma, ha annunciato oggi la conclusione favorevole di una causa legale per violazione di brevetti intentata contro American Torch Tip Corporation (ATTC). I termini esatti non sono stati resi noti, tuttavia l’accordo prevede un risarcimento da parte di ATTC ad Hypertherm ed uno specifico concordato che sancisce l’obbligo da parte di ATTC ad interrompere la produzione delle parti oggetto dell’azione legale. Inoltre, ATTC ha accettato di distruggere le parti attualmente presenti nel suo magazzino, destinate ai sistemi Hypertherm HyPerformance HPR. “Hypertherm dedica ingenti risorse allo sviluppo di sistemi di taglio plasma e consumabili tecnologicamente avanzati,” ha dichiarato Evan Smith, Vice Presidente e Direttore Generale di Hypertherm. “Riteniamo che le nostre innovazioni portino vantaggi unici e produttività e redditività superiori ai clienti Hypertherm. Per questo, tuteliamo fermamente le nostre invenzioni e siamo disposti ad usare qualsiasi mezzo legale necessario per assicurare che i nostri brevetti non siano violati”. Hypertherm ha intentato causa contro ATTC nel 2005 per la violazione di quattro tecnologie brevettate. Questi brevetti sono relativi a tecnologie Hypertherm concepite per fornire, ai clienti che utilizzano consumabili originali Hypertherm, maggiori velocità di taglio, una maggiore durata dei consumabili, una migliore qualità di taglio, un migliore raffreddamento della torcia, oltre a tagli senza bava. I brevetti Hypertherm coprono più di 30 parti consumabili per circa 20 sistemi della linea Hypertherm. A seguito dell’accordo è stato impedito ad ATTC di continuare a produrre tali parti. Hypertherm progetta e produce i sistemi di taglio plasma più avanzati al mondo per l’impiego in diversi settori industriali come la cantieristica navale, l’industria manifatturiera e le riparazioni nel campo automobilistico. La sua linea di prodotti comprende sistemi manuali e Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 221 Dalle Aziende meccanizzati, i relativi consumabili e diversi dispositivi di controllo del movimento e dell’altezza torcia per sistemi CNC. I sistemi Hypertherm sono noti per le loro prestazioni e la loro affidabilità: questo significa maggiore produttività e redditività per decine di migliaia di aziende. Hypertherm è considerata da 40 anni un’azienda innovatrice nel settore del plasma, anche grazie all’invenzione, risalente al 1968, del taglio plasma ad iniezione d’acqua. L’azienda ha più di 1000 collaboratori, oltre a filiali e partnership commerciali in tutto il mondo. HYPERTHERM Europe B.V. Vaartveld, 9 4704 SE ROOSENDAAL (Olanda) Tel. +31 (0)165 596932 Fax +31 (0)165 596901 e-mail: [email protected] www.hypertherm.com/eu Resistenza agli agenti atmosferici... e alla crisi - Fornitore di sistemi per l’industria meccanica conserva posizione di nicchia sul mercato grazie al know-how nelle tecniche di saldatura Un’analisi di mercato critica che porti a concentrare le proprie attività sulla fornitura di prodotti speciali e tecnologicamente avanzati è il segreto di un successo duraturo. Il caso della società J&K, fornitrice di prodotti per l’industria meccanica e navale con sede in Bassa Sassonia, dimostra come questa strategia sia in grado di contrastare la crisi e i conseguenti crolli nelle vendite: i componenti speciali saldati nello stabilimento di Lehe sono richiesti in tutto il mondo dalle principali aziende operanti nel settore della costruzione di macchine energetiche, offshore e navale. I numerosi certificati di idoneità per le applicazioni di saldatura, conformi alle norme più severe, e la competenza nella produzione testimoniano l’eccezionale knowhow di J&K. Per l’amministratore Gerhard Kremer, tra i fattori di successo vi è la qualità superiore della dotazione di saldatura digitale. In virtù della sua esperienza, Kremer punta esclusivamente sui sistemi di Fronius. Una produzione caratterizzata da componenti saldati in acciaio e alluminio, 222 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 spesso estremamente lunghi e pesanti e a tenuta d’acqua, vento e agenti atmosferici. La gamma di prodotti di J&K Industriemechanik include pezzi fino a 20 metri di lunghezza e 5.000 tonnellate di peso, con lamiere spesse fino a 250 millimetri. Le condizioni ambientali marittime impongono requisiti elevati in fatto di resistenza, ad esempio chimica, climatica e dinamica, delle strutture saldate. I giunti di saldatura estremamente lunghi, ottenuti mediante processi termici, devono necessariamente mostrare solidità, minima deformazione del materiale e superfici "pulite". Grazie a una gestione della qualità che non ammette compromessi, l’azienda di Gerhard Kremer riceve grosse ordinazioni, attirando per di più i clienti della concorrenza "a basso costo". Spiega Kremer: "Da noi si lavora su tre turni. Prestazioni, affidabilità e assistenza di qualità sono indispensabili: per questo abbiamo scelto Fronius come fornitore esclusivo dei sistemi di saldatura". Per meglio comprendere il concetto di prestazione, basta osservare i dati quantitativi caratteristici: J&K lavora annualmente ca. 2.000 tonnellate di acciaio, 100 tonnellate di alluminio ed oltre 50 tonnellate di filo animato e per saldatura. Il parco macchine di J&K include undici generatori TransSynergic 4000, due TransSynergic 5000 e sette TransPuls Synergic 5000, con una corrente di saldatura massima di 500 A. Dotazione ideale per eseguire processi di saldatura MIG/MAG (metallo-gas inerte) su lamiere spesse fino a 250 mm. Gli stessi sistemi, nel campo di potenza inferiore, vengono impiegati nelle fasi preliminari e di puntatura. Quando la potenza si fa elevata, è importante ridurre il consumo energetico: l’inverter di TransPuls Synergic 5000 assorbe ad esempio una potenza a vuoto di soli 100 W circa, rispetto ai 2.000 W dei tradizionali inverter in cascata. Altro vantaggio di questi generatori digitali: sono in grado di funzionare con diverse opzioni e componenti di sistema compatibili. Ciò consente di ottimizzare numerosi processi in cantiere, a garanzia di una flessibilità elevata. FRONIUS Via Monte Pasubio, 137 - 36010 Zanè (VI) Tel. 0445 804444 / 0362 545564 Fax 0445 804400 e-mail: [email protected] www.fronius.com ESI Group annuncia l’uscita di Weld Planner, nuova soluzione per la simulazione delle deformazioni prodotte dalla saldatura di componenti ESI Group (ESIN FR0004110310), leader e pioniere nel campo della prototipazione e della produzione virtuale, annuncia l’uscita di WELD PLANNER, un software innovativo che permette di valutare e controllare le deformazioni prodotte dalla saldatura di componenti fin dalla progettazione e dalla pianificazione preliminare. WELD PLANNER di ESI Group consente di ridurre considerevolmente i tempi di produzione ed, in tal modo, ottenere risparmi di scala sui costi di produzione. La nuova soluzione WELD PLANNER è un’importante innovazione in termini di semplicità: l’applicazione permette alle persone che conoscono poco o niente della simulazione ad elementi finiti di sfruttare la simulazione delle deformazioni prodotte dalla saldatura dopo una sola giornata di formazione. WELD PLANNER è una soluzione razionale, che include la generazione rapida delle saldature tra i pezzi e la loro ricerca automatica, oltre alla corretta definizione delle sequenze di saldatura sotto Dalle Aziende forma di progetto per robot, delle tipiche condizioni di assemblaggio industriale e delle varie possibilità di visualizzazione delle deformazioni calcolate. “WELD PLANNER è dedicato alla progettazione di prodotti ed alla pianificazione della produzione. Permette di controllare la deformazione di saldature complesse in meno di una giornata e, di conseguenza, di ottenere importanti risparmi per quanto riguarda i cicli di prove sperimentali ed i costi di riparazione delle deformazioni”, ha dichiarato Harald Porzner, responsabile dei prodotti per la saldatura di ESI Group. “WELD PLANNER è ben integrato nella soluzione completa di simulazione di saldatura di ESI Group. Potete gestire la vostra attività a piacere, dalla fattibilità iniziale fino alla progettazione dettagliata della saldatura ed alla valutazione della qualità delle saldature”, ha proseguito. Questa applicazione rivoluzionaria è il risultato di numerosi anni di collaborazione con INPRO GmbH e con leader del settore quali Volkswagen AG, DAIMLER AG e ThyssenKrupp Technologies AG. WELD PLANNER risponde alle esigenze del mercato in termini di rapidità di simulazione e di disponibilità di un database, entrambi criteri fondamentali per la riuscita di una simulazione, particolarmente nella fase preliminare del progetto. “WELD PLANNER è uno strumento predittivo rapido e di facile utilizzo. In futuro sarà integrato nello sviluppo dei prodotti di VW a Braunschweig. WELD PLANNER può potenzialmente permetterci di risparmiare uno o due cicli di prove sperimentali, cioè da 10.000 a 20.000 euro per pezzo”, ha dichiarato Hans-Werner Scholz del Dipartimento Sviluppo di Volkswagen Braunschweig. WELD PLANNER è già disponibile e ESI Group organizza stage di formazione e di certificazione della durata di una giornata dedicati alla simulazione delle deformazioni prodotte dalla saldatura. In seguito a questa formazione, viene rilasciata una licenza di prova di un mese utilizzabile in produzione fin dal primo giorno. Per maggiori informazioni visitate il sito: www.esi-group.com/products/welding ESI Italia Via S. Donato, 191 - 40127 Bologna Tel. 051 6335577/8 - Fax 051 6335601 e-mail: [email protected] www.esi-group.com Trasferimento di dati sicuro per robot & Co. Novità: cavo in fibra ottica capace di torsione per movimenti 3D in catena portacavi In caso di applicazioni in torsione con cavi per trasferimento dati schermati all’interno di catene portacavi, si hanno spesso problemi con i protocolli bus, dovuti a interferenze elettromagnetiche o a schermature danneggiate. Questo invece non succede con i cavi in fibra ottica di vetro. Essi infatti non dispongono di alcuna schermatura meccanicamente danneggiabile, sono elettromagneticamente insensibili e in grado di trasmettere segnali bus ad alta velocità fino ad una lunghezza di 400 m. Supportata da molti e approfonditi test, la Igus GmbH di Colonia ha ora sviluppato un nuovo cavo in fibra ottica per ogni tipo di movimento 3D all’interno della catena portacavi che consentirà all’utente di avere sempre sotto con- trollo i protocolli bus. Il cavo in fibra ottica con rivestimento in TPE capace di torsione “Chainflex CF Robot-LWL” consente il trasferimento di grandi volumi di dati ad alte velocità nonché una posa diretta accanto a cavi di potenza anche elevata. Grazie alla sua particolare struttura ottimizzata alla torsione, questo cavo in fibra ottica meccanicamente sicuro risulta assolutamente a prova di disturbi anche con angoli di rotazione di ±180°, ad esempio sul braccio di un robot. Un milione di cicli, angolo di torsione di 360° Su una struttura di prova di 1 m allestita nel laboratorio Igus, il nuovo cavo in fibra ottica ha già superato 1 milione di cicli. Anche con una torsione di 360° la buona qualità del trasferimento resta invariata. Il cavo è costituito da due elementi in fibra ottica con indice a gradiente, è resistente all’olio, all’olio biologico e ai raggi ultravioletti ed è anche idoneo alle basse temperature. Le anime del conduttore in fibra ottica con fibre Aramid altamente resistenti alla trazione ed elementi ammortizzanti sono cordati intorno a un elemento di tenuta in vetroresina. Il rivestimento esterno estruso a pressione è realizzato in TPE privo di alogeni. Sempre in posa mobile anche con dinamiche elevate, il cavo può essere impiegato sia all’esterno che all’interno a temperature operative tra -20 e +60 °C. La fibra del “Chainflex CF Robot-LWL” è disponibile con diametro di 50/125 μm e 62.5/125 μm e, impiegando un idoneo convertitore, è adatta per quasi tutti i bus ad alta velocità. Nel vasto campo di impiego delle applicazioni torsionali in catena portacavi - robotica, handling la tecnologia Vision, per esempio, gioca un ruolo molto interessante. La qualità delle immagini richiede caratteristiche sempre più esigenti. Con il nuovo cavo in fibra ottica abbiamo adesso a disposizione una soluzione adatta all’industria per il trasferimento di immagini via GigE, FireWire IEEE1394a/b e USB. Igus® S.r.l. Via delle Rovedine, 4 23899 Robbiate (LC) Tel. 039 59061 - Fax 039 5906222 e-mail: [email protected] www.igus.it Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 223 Notiziario Letteratura Tecnica The Fundamentals of Corrosion and Scaling for Petroleum & Environmental Engineers Chilingar G.V., Mourhatch R. e Al-Qahtani G. D., Houston (Texas - USA) 2008, 223 x 155 mm, 450 pagine, ISBN 978-1-933762-30-2, $ 195,00 Il volume “The Fundamentals of Corrosion and Scaling For Petroleum & Environmental Engineers” nasce con lo scopo di offrire un organico supporto e contributo all’ingegneria degli impianti nell’ambito dell’estrazione delle risorse non rinnovabili, sotto forma di un testo di base utile sia in ambito accademico che come guida per le applicazioni industriali. Il libro dedica un parte iniziale alla descrizione degli aspetti fondamentali della scienza della corrosione e, pertanto, sia alle equazioni generali di base che alle reazioni chimiche/elettrochimiche che direttamente interagiscono sulla valutazione di affidabilità delle strutture impiantistiche dei sistemi “Upstream”. Successivamente vengono affrontate tematiche riguardanti gli strumenti di mitigazione della corrosione, coinvolgendo aspetti prettamente chimici piut- tosto che meccanici e biologici correlati al controllo della corrosione da parte dei noti gas corrosivi coinvolti e trattati in tali impianti: O2, CO2 e H2S. Un esteso approfondimento è dedicato alla mitigazione mediante pitture nonché al mondo della protezione catodica; tale descrizione è accompagnata da esempi pratici applicativi tratti sia da recenti applicazioni rappresentanti lo stato dell’arte dello sviluppo tecnico che da casi inerenti passate esperienze. Particolare attenzione è, altresì, dedicata alla gestione della formazione di incrostazioni nei sistemi acqua di iniezione nonché alla mitigazione della corrosione nelle attrezzature che gestiscono e regolano il trattamento e l’iniezione della stessa acqua con portate che sovente superano i 100000 m3/giorno. Il libro, infine, propone alcune sezioni dedicate rispettivamente alla valutazione dell’impatto economico della corrosione e della sua mitigazione, ad un utile e completo glossario e ad una raccolta di problemi pratici con soluzioni proposte. Tutto quanto sopra esposto si fonda sulla decennale esperienza nel campo del controllo e della prevenzione della corrosione negli impianti “Upstream” del coautore Dr. George V. Chilingar che ha lavorato come Professore di Ingegneria del Petrolio all’University of Southern California dal 1954; il testo qui presentato rappresenta, tra l’altro, un compendio delle lezioni tenute in aula dallo stesso Autore. Gulf Publishing Company, 2 Greenway Plaza, Suite 1020, Houston, Texas 77046 (USA). Tel. +1 713-529-4301 Telefax +1 713-520-4433 http://www.gulfpub.com Lifetime Estimation of Welded Joints Tadeusz L., Heidelberg (Germania) 2008, 160 x 240 mm, 118 pagine, ISBN 978-3-540-77061-9, € 83,15 In questo volume l’Autore presenta due modelli per la valutazione della vita residua, dal punto di vista della resistenza a fatica dei giunti saldati, basati su due parametri riguardanti le sollecitazioni e la densità dell’energia di deformazione locale “Strain Energy Density” (SED). Nel caso di carichi monoassiali, il testo descrive la costruzione di un modello utilizzando sollecitazioni locali; tale modello include il valore del coefficiente dell’intaglio teorico e mette in evidenza che la vita a fatica di un giunto in acciaio non dipende dal tipo di materiale. Dopo una breve introduzione sull’argomento trattato, il capitolo successivo illustra il giunto saldato come concentra- Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 225 Notiziario tore di sollecitazioni, mentre quello seguente approfondisce un modello per la valutazione della vita in condizioni di carico monoassiale con metodologie di elaborazione statistiche dei dati presentati. Di seguito è presentata l’analisi di alcune prove eseguite su quattro materiali diversi sottoposti a differenti condizioni di carico: ciclico, ampiezza variabile con distribuzione Gaussiana, ampiezza variabile con distribuzione Gaussiana e sovraccarico in condizioni simmetriche e pulsanti. Quest’analisi è stata effettuata su determinate caratteristiche di fatica uguali per tutti i tipi di materiali. Infine, l’ultimo capitolo sviluppa un ulteriore modello per la valutazione della durata della vita a fatica in condizioni di carichi complessi, includendo sia le sollecitazioni che le deformazioni che avvengono nel materiale. Springer-Verlag GmbH, Tiergartenstrasse 17, D-69121 Heidelberg (Germania). Tel. +49 (0) 6221 487 0 http://www.springer.com Codici e Norme UNI EN ISO 15548-1 - Prove non distruttive - Apparecchiatura per controllo mediante correnti indotte - Parte 1: Caratteristiche della strumentazione e modalità di verifica (2009). UNI EN ISO 13680 - Industrie del petrolio e del gas naturale - Tubi senza saldatura resistenti alla corrosione utilizzati come tubi di rivestimento, tubi di produzione e sbozzati per la produzione di manicotti - Condizioni tecniche di fornitura (2009). UNI EN ISO 15548-2 - Prove non distruttive - Apparecchiatura per controllo mediante correnti indotte - Parte 2: Caratteristiche della sonda e modalità di verifica (2009). UNI EN ISO 15548-3 - Prove non distruttive - Apparecchiatura per controllo mediante correnti indotte - Parte 3: Caratteristiche del sistema e modalità di verifica (2009). UNI EN ISO 12718 - Prove non distruttive - Controllo mediante correnti indotte - Vocabolario (2009). UNI ISO/TR 12735-2 - Prove meccaniche dei metalli - Simboli utilizzati e loro definizioni - Parte 2: Raccomandazioni per lo sviluppo dei simboli e delle definizioni (2009). Norme nazionali ASTM A 957/A 957M - Standard specification for investment castings, steel and alloy, common requirements, for general industrial use (2009). ASTM E 6 - Standard terminology relating to methods of mechanical testing (2009). ASTM E 1085 - Standard test method for x-ray emission spectrometric analysis of low-alloy steels (2009). ASTM E 2104 - Standard practice for radiographic examination of advanced aero and turbine materials and components (2009). AWS D16.3M/D16.3 - Risk assessment guide for robotic arc welding (2009). Norme europee EN EN 1594 - Gas supply systems Pipelines for maximum operating pressure over 16 bar - Functional requirements (2009). EN 13942 - Petroleum and natural gas industries - Pipeline transportation systems - Pipeline (2009). EN 15648 - Thermal spraying - Component related procedure qualification (2009). Inghilterra Italia UNI EN 485-2 - Alluminio e leghe di alluminio - Lamiere, nastri e piastre - Parte 2: Caratteristiche meccaniche (2009). UNI EN 1124-3 - Tubi e raccordi di acciaio inossidabile con saldatura longitudinale con giunto a bicchiere per sistemi di acque reflue - Parte 3: Sistemi X - Dimensioni (2008). BSI PD 5500 - Specification for unfired fusion welded pressure vessels (2009). USA API STD 2551 - Standard method for measurement and calibration of horizontal tanks (2009). UNI/TS 11317 - Prove non distruttive Controllo di tubazioni in acciaio fuori terra mediante onde guidate a propagazione assiale (2009). ASME B29.200 - Welded-steel-type mill chains, welded-steel-type drag chains, attachments, and sprocket teeth (Incorporating ASME B29.16M and ASME B29.18M) (2009). UNI EN ISO 11961 - Industrie del petrolio e del gas naturale - Aste di perforazione di acciaio (2009). ASTM A 370 - Standard test methods and definitions for mechanical testing of steel products (2009). UNI EN 12385-1 - Funi di acciaio Sicurezza - Parte 1: Requisiti generali (2009). ASTM A 641/A 641M - Standard specification for zinc-coated (galvanized) carbon steel wire (2009). 226 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 Norme internazionali ISO ISO 9445-1 - Continuously cold-rolled stainless steel - Tolerances on dimensions and form - Part 1: Narrow strip and cut lengths (2009). ISO 9445-2 - Continuously cold-rolled stainless steel - Tolerances on dimensions and form - Part 2: Wide strip and plate/sheet (2009). ISO 11484 - Steel products - Employer's qualification system for non-destructive testing (NDT) personnel (2009). ISO 14050 - Environmental management - Vocabulary (2009). ISO 25902-1 - Titanium pipes and tubes - Non-destructive testing - Part 1: Eddycurrent examination (2009). Notiziario Corsi IIS Luogo Genova Data 18-20/5/2009 Titolo Ore Corso di qualificazione e certificazione nella saldatura in elettronica approvato dall’ESA per Ispettore (CAT. 2) per tecnologia a “foro passante” in accordo alla Specifica ECSS-Q-70-08 24 Legnano (MI) 18-21/5/2009 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Genova 18-22/5/2009 Corso di qualificazione e certificazione nella saldatura in elettronica approvato dall’ESA per Operatore (CAT. 3) per tecnologia a “foro passante” in accordo alla Specifica ECSS-Q-70-08 40 Genova 18-22/05/2009 Corso per International Welding Technologist - Parte III - Tecnologia della saldatura -- Genova 18-22/05/2009 6-8/7/2009 Corso per International Welding Engineer - Parte III - Tecnologia della saldatura -- Genova 19-20/5/2009 Corso di ricertificazione approvato dall’ESA per Operatore/Ispettore per tecnologia a “foro passante” in accordo alla Specifica ECSS-Q-70-08 16 Corso di qualificazione e certificazione nella saldatura in elettronica approvato dall’ESA per Operatore (CAT. 3) per tecnologia SMT in accordo alla Specifica ECSS-Q-70-38 36 (*) Corso di qualificazione e certificazione nella saldatura in elettronica approvato dall’ESA per Ispettore (CAT. 2) per tecnologia SMT in accordo alla Specifica ECSS-Q-70-38 36 (*) Genova Genova 25-29/5/2009 25-29/5/2009 Mogliano Veneto (TV) 25-29/5/2009 Corso celere in saldatura Genova 26-27/5/2009 Corso di ricertificazione approvato dall’ESA per Operatore/Ispettore per tecnologia SMT in accordo alla Specifica ECSS-Q-70-38 16 26-29/5/2009 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Genova 8-9/6/2009 Corso teorico-pratico di incollaggio di tubi e/o raccordi di PVCC, PVC-U o di ABS per la qualificazione secondo UNI 11242 16 Mogliano Veneto (TV) 8-10/6/2009 Corso sull’applicazione dei sistemi di gestione per la qualità in saldatura ISO 9001 24 Messina 9-11/6/2009 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Mogliano Veneto (TV) 11-12/6/2009 Corso sull’applicazione dei sistemi di gestione del processo speciale saldatura EN ISO 3834 16 Genova 15-18/6/2009 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Genova 15-19/6/2009 Corso per International Welding Technologist - Parte III - Metallurgia e saldabilità -- Roma Organizzatore Istituto Italiano della Saldatura - Divisione FOR Lungobisagno Istria, 15 - 16141 Genova Tel. 010 8341371 - Fax 010 8367780 - [email protected] 32 (*) Si tratta del totale delle ore per coloro che non abbiano già frequentato il corso da Operatore e/o Ispettore per tecnologia a foro passante. Per coloro in possesso di tale certificato il corso può essere ridotto fino alla durata di 24 ore. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 227 Notiziario Corsi IIS (segue) Luogo Data Titolo Ore Genova 15-19/6/2009 8-10/7/2009 Corso per International Welding Engineer - Parte III - Metallurgia e saldabilità -- Mogliano Veneto (TV) 18-19/6/2009 Corso sull’applicazione dei sistemi di gestione ambientale ISO 14001 16 Legnano (MI) 22-26/6/2009 Corso teorico di specializzazione sull’incollaggio (adhesive bonding) 40 Genova 6-10/7/2009 Corso modulare per la qualificazione ad International Welding Inspector - Basic - Ispezione di giunti saldati 42 Genova 6-17/7/2009 Corso di qualificazione e certificazione nella saldatura in elettronica per Istruttore / Esaminatore (CAT. 1) in accordo alla Specifica ESA PSS-01-748 64 Genova 13-16/7/2009 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Messina 13-16/7/2009 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Genova 14-15/7/2009 Sicurezza e prevenzione degli infortuni in saldatura - Corso avanzato per responsabili della sicurezza 16 Mogliano Veneto (TV) 20-23/7/2009 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Taranto 20-24/7/2009 Corso celere in saldatura 32 Legnano (MI) 27-30/7/2009 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Corsi di qualificazione per personale addetto alle PND di livello 1, 2 e 3 Esame visivo (VT) Mogliano Veneto (TV) 19-20/5/2009 Mogliano Veneto (TV) Mogliano Veneto (TV) Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 28/5/2009 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 8 4-5/6/2009 Modulo Specifico saldatura per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 12 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Genova 16-17/6/2009 Genova 18/6/2009 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 8 Genova 1-2/7/2009 Modulo Specifico saldatura per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 12 Priolo (SR) 7-8/7/2009 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Priolo (SR) 9-10/7/2009 Modulo Specifico corrosione e verniciatura per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 12 Esame radiografico (RT) Mogliano Veneto (TV) 19-20/5/2009 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Genova 9-11/6/2009 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 24 Genova 16-17/6/2009 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Mogliano Veneto (TV) 16-19/6/2009 Modulo Specifico Operatore Tecniche Convenzionali per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 32 Priolo (SR) 7-8/7/2009 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 228 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 Organizzatore Notiziario Corsi di qualificazione, ecc (segue) Esame ultrasonoro (UT) Mogliano Veneto (TV) 19-20/5/2009 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Mogliano Veneto (TV) 26-29/5/2009 Modulo Specifico Operatore Tecniche Convenzionali per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 32 Genova 16-17/6/2009 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Priolo (SR) 7-8/7/2009 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Genova 7-9/7/2009 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 24 Esame con particelle magnetiche (MT) Mogliano Veneto (TV) 19-20/5/2009 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Genova 16-17/6/2009 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Priolo (SR) 7-8/7/2009 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Mogliano Veneto (TV) 14-15/7/2009 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Esame con liquidi penetranti (PT) Mogliano Veneto (TV) 19-20/5/2009 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Mogliano Veneto (TV) 26-27/5/2009 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Genova 16-17/6/2009 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 7-8/7/2009 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Priolo (SR) Corsi di altre Società Luogo Data Titolo Organizzatore Milano 18/5/2009 8/7/2009 Valutazione globale di conformità alla Direttiva PED 97/23/CE - Il punto di vista del fabbricante, dell’ente terzo, dell’utilizzatore Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464; fax 02 70024411 [email protected] Milano 19/5/2009 9/7/2009 Applicazione del Decreto Ministeriale 1° Dicembre 2004, N. 329 - Criteri generali per la gestione degli impianti industriali Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464 ; fax 02 70024411 [email protected] 19-20/5/2009 Valutatore interno di sistemi di gestione nei laboratori accreditati UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 AICQ-Triveneta (Mestre - VE) Tel. 041 951795; fax 041 940648 [email protected] Milano 20/5/2009 24/6/2009 Valutazione del rischio vibrazioni negli ambienti di lavoro - Corso avanzato Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464 ; fax 02 70024411 [email protected] Torino 20-21/5/2009 I contenuti della nuova ISO 9001:2008 in una prospettiva applicativa AICQ Piemonte (Torino) Tel. 011 5183220; fax 011 537964 [email protected] Roma Milano Roma 20-22/5/2009 24-26/6/2009 15-17/7/2009 Auditor / Responsabili Gruppo di Audit interni di sistemi di gestione per la Qualità nei laboratori di prova ANGQ (Roma) Tel. 06 5915028; fax 06 5914834 [email protected] Mestre (VE) Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 229 Notiziario Corsi di altre Società (segue) Luogo Data Titolo Organizzatore Milano 21/5/2009 Esposizione al rumore sul lavoro - Le novità della norma UNI 9432:2008 Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464 ; fax 02 70024411 [email protected] Roma 22-26/5/2009 Corso Valutatori Sistema di Gestione della Sicurezza AICQ-CI (Roma) Tel. 06 4464132; fax 06 4464145 [email protected] Roma 27/5/2009 26/6/2009 3/6/2009 30/6/2009 Norma UNI EN ISO 9001:2008 Centro Formazione UNI (Roma) Tel. 06 69923074; fax 06 6991604 [email protected] Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464 ; fax 02 70024411 [email protected] Milano Milano 8-12/6/2009 Programma di addestramento raccomandato per l’esame con particelle magnetiche di 2° livello secondo EN 473 CND Studio Sas di Gino FABBRI & C. (Milano) Tel. 02 341649; fax 02 341205 [email protected] Napoli 9-11/6/2009 Corso base per la conduzione delle Verifiche Ispettive Interne per la Qualità secondo le norme ISO 9001:2008 ed ISO 19011:2002 AICQ-M (Napoli) Tel. 081 2396503; fax 081 6174615 [email protected] Roma 10/6/2009 Corso base - Sistema di gestione per la qualità Centro Formazione UNI (Roma) Tel. 06 69923074; fax 06 6991604 [email protected] Milano 10-11/6/2009 Sistemi di gestione ambientale e Regolamento EMAS Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464 ; fax 02 70024411 [email protected] Bologna 15-16/6/2009 Implementazione di un sistema di gestione per la sicurezza secondo lo standard BS-OHSAS 18001:2007 CERMET - Servizio Formazione (Bologna) Tel. 051 764811; fax 051 764902 [email protected] Milano 15-17/6/2009 Le ISO 9000:2000. Principi, contenuti ed esercitazioni. AICQ Centro Nord c/o TQM s.r.l. (Milano) Tel. 02 67382158; fax 02 67382177 [email protected] Milano 15-26/6/2009 Programma di addestramento raccomandato per l’esame di radiografia di 2° livello secondo EN 473 CND Studio Sas di Gino FABBRI & C. (Milano) Tel. 02 341649; fax 02 341205 [email protected] Milano 16/6/2009 Applicazione della Direttiva PED 97/23/CE in materia di attrezzature a pressione - Corso base Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464 ; fax 02 70024411 [email protected] Torino 17/6/2009 La sicurezza degli impianti tecnologici (D.M. 37/2008) CERMET - Servizio Formazione (Torino) Tel. 011 2258681; fax 051 763382 [email protected] Mestre (VE) 17/6/2009 Conferma metrologica, taratura, verifica e controlli intermedi AICQ-Triveneta (Mestre - VE) Tel. 041 951795; fax 041 940648 [email protected] Roma Milano 17/6/2009 8/7/2009 Validazione dei metodi per le prove chimiche ANGQ (Roma) Tel. 06 5915028; fax 06 5914834 [email protected] Milano 19/6/2009 Qualità nella manutenzione Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464 ; fax 02 70024411 [email protected] Roma 24-26/6/2009 Sistemi di gestione per la Qualità per i Laboratori di Prova secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 ed accreditamento SINAL ANGQ (Roma) Tel. 06 5915028; fax 06 5914834 [email protected] 230 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 Notiziario Corsi di altre Società (segue) Luogo Data Milano 29/6-3/7/2009 Torino 2-3/7/2009 Napoli Titolo Organizzatore Programma di addestramento raccomandato per l’esame con correnti indotte di 2° livello secondo EN 473 CND Studio Sas di Gino FABBRI & C. (Milano) Tel. 02 341649; fax 02 341205 [email protected] Laboratori di prova e di taratura secondo ISO 17025:2005 AICQ Piemonte (Torino) Tel. 011 5183220; fax 011 537964 [email protected] 7/7/2009 La valutazione del rischio rumore: aggiornamenti normativi e legislativi secondo il D.Lgs. 81/08 e la norma UNI 9432:2001 AICQ-M (Napoli) Tel. 081 2396503; fax 081 6174615 [email protected] Napoli 8-10/7/2009 Corso base per la conduzione delle Verifiche Ispettive Interne Ambientali secondo le norme ISO 19011 e ISO 14001 AICQ-M (Napoli) Tel. 081 2396503; fax 081 6174615 [email protected] Milano Roma 9/7/2009 18/7/2009 Calcolo dell’incertezza di misura nelle prove chimiche ANGQ (Roma) Tel. 06 5915028; fax 06 5914834 [email protected] Napoli 21-22/7/2009 Corso per datori di lavoro che possono svolgere direttamente i compiti propri del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione AICQ-M (Napoli) Tel. 081 2396503; fax 081 6174615 [email protected] Mostre e Convegni Luogo Data Titolo Organizzatore Bergamo 20-23/5/2009 Finitura & Oltre - Mostra italiana del trattamento e finitura delle superfici Promexpo (Milano) Tel. 02 45416300; fax 02 45416340 [email protected] Venezia 21-22/5/2009 GNS 5 - Giornate Nazionali di Saldatura Eurojoin 7 - European Congress of Joining Technology Istituto Italiano della Saldatura (Genova) Tel. 010 8341373; fax 010 8367780 [email protected] Nrnberg (Germania) 26-28/5/2009 Sensor + Test 2009 - The Measurement Fair AMA Service GmbH (Wunstorf - D) Tel. +49 (0) 50339639-0; fax +49 (0) 50331056 [email protected] Lanciano (CH) 29-31/5/2009 Tekno-Mec - Macchine e soluzioni per l’industria meccanica e lavorazione lamiera C. & C. snc (Vasto - CH) Tel. 0873 365055; fax 0873 375068 [email protected] Genova 4/6/2009 Seminario didattico - La saldatura delle leghe non ferrose a base Al, Ni, Cu Istituto Italiano della Saldatura (Genova) Tel. 010 8341373; fax 010 8367780 [email protected] Mumbai (India) 11-13/6/2009 Asian Metallurgy 2009 Chandekar Business Media Pvt. Ltd. (Mumbai - IND) Tel. +91 22 26192376; fax +91 22 26162817 [email protected] Ankara (Turchia) 11-13/6/2009 International Conference on Welding and Joining Technologies ´09 Gazi University (Ankara - TR) Tel. +90 312 2028750; fax +90 312 2120059 [email protected] Poznan (Polonia) 16-19/6/2009 ITM Poland - Fair of modern technologies for industry in the New Europe Poznan International Fair Ltd. (Poznan - PL) Tel. +48 61 8692691; fax +48 61 8692966 [email protected] Genova 18/6/2009 Seminario didattico - La qualificazione e la certificazione dei saldatori Istituto Italiano della Saldatura (Genova) Tel. 010 8341373; fax 010 8367780 [email protected] Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 231 Notiziario Mostre e Convegni (segue) Luogo Data Titolo Organizzatore Osaka (Giappone) 21-26/6/2009 ISOPE 2009 - International Offshore (Ocean) and Polar Engineering Conference ISOPE (Cupertino - California - USA) Tel. +1 650 2541871; fax +1 650 2542038 [email protected] Birmingham (Inghilterra) 23-24/6/2009 European Titanium Conference 2009 National Metals Technology Centre (Rotherham - UK) Tel. +44(0) 1709 722477; fax +44(0) 1709 724999 [email protected] Berlino (Germania) 24-26/6/2009 4th European-American Workshop on Reliability of NDE German Society for Non-Destructive Testing (Berlin - D) Tel. +49 30 67807-120; fax +49 30 67807-129 [email protected] Shanghai (Cina) 30/6-2/7/2009 Aluminium China 2009 Reed Exhibitions China (Beijing - CHINA) Tel. +86 10 85189070; fax +86 10 85189060 [email protected] Nantes (Francia) 30/6-3/7/2009 7th International Symposium on Non-Destructive Testing in Civil Engineering - NDTCE ‘09 LCPC Nantes / Div. RMS (Bouguenais - F) Tel. +33 02 40845800; fax +33 02 40845999 [email protected] Industrial Laser Applications 2009 AILU (Abingdon - UK) Tel. +44(0) 1235 539595; fax +44(0) 1235 550499 [email protected] Seminario didattico - La qualificazione delle specifiche di procedura di saldatura Istituto Italiano della Saldatura (Genova) Tel. 010 8341373; fax 010 8367780 [email protected] Cambridge (Inghilterra) Genova 7-8/7/2009 9/7/2009 Singapore 12-15/7/2009 62nd Annual Assembly IIW IIW 2009 Conference Manager c/o Pacific World Singapore (Singapore) Tel. +65 6330 6730; fax +65 6336 2123 [email protected] Singapore 16-17/7/2009 IIW International Conference “Advances in Welding and Allied Technologies” IIW 2009 Conference Manager c/o Pacific World Singapore (Singapore) Tel. +65 6330 6730; fax +65 6336 2123 [email protected] Kingston (Rhode Island -USA) 26-31/7/2009 QNDE Conference - 36th Annual Review of Progress in Quantitative Nondestructive Evaluation CNDE (Ames - Iowa - USA) Tel. +1 515 2949749; fax +1 515 2947771 [email protected] 232 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 I SERVIZI A RETE dedicato alle utilities ai comuni ed ai tecnici delle imprese per la gestione del sottosuolo I PLASTIC PIPES & FITTINGS la distribuzione dei servizi con la materia plastica: dalla casa alle grandi opere I COMPOSITI MAGAZINE un mondo in forte crescita per materiali altamente tecnologici. Organo ufficiale di Assocompositi 20144 Milano - Via delle Foppette, 6 Tel. 02 365171.15 - Fax 02 365171.16 e-mail: [email protected] www.tecneditedizioni.it EDITORIA PER LA MECCANICA Per pubblicare un redazionale gratuito o una pubblicità, dedicata alla tua azienda o ai tuoi prodotti, inviaci un fax allo 051 606 11 11 con la tua richiesta e i tuoi dati. Un nostro consulente ti contatterà. Ricerche Bibliografiche Dati IIS-Data Saldabilità delle leghe di nichel (2006-2008) Ranking the resistance of wrought superalloys to strain-age cracking di ROWE M.D. «Wdg. J.», Febbraio 2006, pp. 27s-34s. Alto; ciclo termico; composizione chimica; confronti; criccabilità a caldo; cricche di liquazione; leghe di nichel; materiali resistenti alle alte temperature; operazione dopo saldatura; operazioni metallurgiche di invecchiamento; proprietà meccaniche; prove di saldabilità; prove di trazione; resistenza meccanica; saldabilità; trattamento termico dopo saldatura; ZTA. Formation of hot cracks in the weld zone in welding creepresisting nickel alloys di SOROKIN L.I. «Weld. Int.», Gennaio 2006, pp. 72-76. Alta temperatura; composizione chimica; criccabilità a caldo; inclusioni; leghe di nichel; materiali resistenti allo scorrimento a caldo; parametri di processo; procedura di processo; prove di saldabilità; saldabilità; saldatura a fascio elettronico; zona di saldatura; zona fusa. Aspects of pad welding of waste-incinerator boiler-elements with Inconel 625 and 686 alloys di ADAMIEC P. e ADAMIEC J. «Weld. Int.», Marzo 2007, pp. 190-194. Caldaie; condizioni di servizio; controllo visivo; corrente elettrica; corrosione; corrosione interstiziale; corrosione per vaiolatura; fattori di influenza; impianti; inconel; ingegneria chimica; leghe di nichel; metallografia; parametri di processo; preparazione superficiale; rivestimenti; rivestimenti non metallici; saldabilità; saldatura ad arco ad impulsi; saldatura in gas protettivo; saldatura MAG; saldatura TIG; scambiatori di calore; tubi. Analysis of the solidification process in Fe-36%Ni weld metal with NbC crystallization di OSUKI T. et al. «Weld. Int.», Febbraio 2006, pp. 116-126. Acciai inossidabili austenitici; criccabilità di ritiro; distribuzione della temperatura; leghe di nichel; metallurgia; modelli di calcolo; prove di saldabilità; saldabilità; saldatura TIG; solidificazione; struttura cristallina; tempo (durata); zona fusa. Liquation phenomenon in artificial stimulated heat affected zone for a tertiary superalloyed solid solution with Ni-Cr-Co base di RUSAN T. e SAFTA V. «Sudura», Luglio-Settembre 2006, pp. 5-9. Apporto termico specifico; ciclo termico; cricche di liquazione; leghe di nichel; microstruttura; saldabilità; simulazione; ZTA. Effects of electron beam oscillation techniques on solidification behaviour and stress rupture properties of Inconel 718 welds di MADHUSUDHANA REDDY G. et al. «Weld. Join.», Marzo-Aprile 2007, pp. 106-114. Criccabilità di ritiro; durezza; fascio elettronico; fattori di influenza; fenomeno di invecchiamento; inconel; indurimento strutturale dovuto ad invecchiamento; leghe di nichel; microstruttura; operazione dopo saldatura; proprietà meccaniche; resistenza alla rottura per scorrimento; saldabilità; saldatura a fascio elettronico; solidificazione; trattamento termico dopo saldatura; vibrazione; zona di fusione; zona fusa. Martensite formation in austenitic/ferritic dissimilar alloy welds di DUPONT J.N. e KUSKO C.S. «Wdg. J.», Febbraio 2007, pp. 51s-54s. Acciai al C; acciai inossidabili austenitici; elettrodi a nastro; inconel; leghe di nichel; martensite; materiali d’apporto; materiali dissimili; metallografia; microscopio elettronico; saldabilità; saldatura ad elettroscoria. Microcracking in multipass weld metal of alloy 690 Part 1 Microcracking susceptibility in reheated weld metal di NISHIMOTO K. et al. «Weld. Join.», Luglio-Agosto 2006, pp. 455-461. Bordi dei grani; criccabilità a caldo; criccabilità da riscaldamento; criccabilità di ritiro; cricche di liquazione; duttilità; fosforo; impurezze; inconel; leghe di nichel; materiali d’apporto; microcricche; microstruttura; prove di saldabilità; saldabilità; saldatura a più passate; saldatura TIG; solidificazione; zolfo; zona fusa. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 235 Ricerche Bibliografiche Laser brazing of alloy 600 with precious filler metals di SAIDA K. et al. «Weld. Join.», Novembre-Dicembre 2006, pp. 694-700. Brasatura forte; distanza tra i componenti da brasare; durezza; inconel; laser a diodo; leghe di nichel; materiali d’apporto; microstruttura; procedimenti combinati; proprietà meccaniche; saldabilità; saldatura in tandem; saldatura laser. Post welding thermal treatment effect over HAZ properties on tertiary super alloy solid solutions with Ni-Cr-Co base di RUSAN T. e SAFTA V. «Sudura», Ottobre-Dicembre 2006, pp. 30-37. Fattori di influenza; leghe di nichel; leghe nimonic; metallografia; microstruttura; parametri di processo; proprietà meccaniche; prove meccaniche; saldabilità; saldatura TIG; trattamento termico dopo saldatura; ZTA. Dissolution and kinetic reactions of particles that occur in the heat affected zone of a Ni-Cr-Co base tertiary welding super alloy, following post-welding thermal treatment di RUSAN T. e SAFTA V. «Sudura», 5/2006, pp. 5-12. Cinetica delle reazioni; leghe di nichel; leghe nimonic; saldabilità; saldatura TIG; temperatura; trattamento termico dopo saldatura; ZTA. Microcracking in multipass weld metal of alloy 690 Part 2 Microcracking mechanism in reheated weld metal di NISHIMOTO K. et al. «Weld. Join.», Luglio-Agosto 2006, pp. 462-470. Alta temperatura; bordi dei grani; caldo; ciclo termico; confronti; criccabilità a caldo; criccabilità da riscaldamento; deformazione; duttilità; effetti locali; impurezze; inconel; infragilimento; leghe a dilatazione controllata; leghe di nichel; materiali d’apporto; microcricche; modelli di calcolo; saldabilità; saldatura a più passate; saldatura TIG; segregazione; simulazione; zona fusa. Optimality analysis of multiplex A-TIG welding flux for nickel-base superalloy di FAN C. et al. «China Weld.», LuglioDicembre 2007, pp. 46-50. Confronti; corrente elettrica; flussi attivi; leghe di nichel; parametri di processo; penetrazione; proprietà meccaniche; prove di trazione; saldabilità; saldatura TIG; saldatura TIG con flussi attivi. Temper-bead repair welding of neutron-irradiated reactor (pressure) vessels by low-heat-input TIG and YAG laser welding di NAKATA K. et al. «Weld. Int.», Luglio 2007, pp. 482-495. Acciai basso-legati; acciai inossidabili; acciai inossidabili austenitici; apporto termico specifico; basso; condizioni di processo; fascio di neutroni; industria nucleare; leghe di nichel; placcatura; recipienti in pressione; rinvenimento; riparazione; rischi dovuti all’irraggiamento; saldabilità; saldatura laser; saldatura TIG; scelta; tenacità. The effect of fitness of Cu-Ni-Fe alloys on the quality of TIG-made welds di PAKOS R. «Weld. Int.», Agosto 2007, pp. 593-595. Composizione chimica; fattori di influenza; inclusioni; leghe di nichel; preriscaldo; saldabilità; saldatura TIG. Investigation of structure and crack formation in welded joints of single crystal Ni-base alloys (IIW-1817-07, ex-doc. SC-AIR-018r1-06) di SAVCHENKO V.S. et al. «Weld. World», Novembre-Dicembre 2007, pp. 76-81. Criccabilità; criccabilità a caldo; difetti; giunti saldati; leghe di nichel; materiali resistenti alle alte temperature; saldabilità; saldatura a fascio elettronico; saldatura ad energia concentrata; struttura cristallina. 236 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 Fusion-boundary macrosegregation in dissimilar-filler w e l d s d i KO U S . e YA N G Y. K . « W d g . J . » , O t t o b r e 2 0 0 7 , pp. 303s-312s. Bagno di fusione; composizione chimica; fattori di influenza; infragilimento da idrogeno; leghe d’alluminio; leghe di nichel; leghe di rame; materiali d’apporto; materiali dissimili; saldabilità; saldatura con filo fusibile in gas protettivo; segregazione; solidificazione; temperatura; tensocorrosione; zona fusa. The mechanism of ductility dip cracking in nickel-chromium alloys di YOUNG G.A. et al. «Wdg. J.», Febbraio 2008, pp. 31s-43s. Acciai al C; acciai inossidabili austenitici; analisi con elementi finiti; carburi; corrosione intergranulare; criccabilità a caldo; criccabilità di ritiro; cricche intergranulari; cromo; effetti locali; inconel; industria nucleare; leghe di nichel; materiali d’apporto; materiali dissimili; saldabilità; saldatura TIG; simulazione; tensocorrosione. Improving the resistance to hot cracking during the welding of nickel-based alloys using cold wire submerged arc welding processes di REISGEN U. et al. «Welding and Cutting», MarzoAprile 2008, pp. 90-98. Apporto termico specifico; bacchette; bagno di fusione; compos i z i o n e ch i m i c a ; c r i c c a b i l i t à a c a l d o ; d u re z z a ; f a t t o r i d i influenza; forma della saldatura; freddo; inconel; leghe di nichel; microstruttura; prove di saldabilità; saldabilità; saldatura ad arco sommerso. Investigation on precipitation phenomena of Ni-22Cr-12Co9Mo alloy aged and crept at high temperature di GARIBOLDI E. et al. «Journal PVP», V. 85, N. 1 - 2/2008, pp. 63-71. Alta temperatura; centrali elettriche; durata della vita; durezza; inconel; leghe di nichel; materiali resistenti alle alte temperature; materiali resistenti allo scorrimento a caldo; microstruttura; proprietà meccaniche; saldabilità; scorrimento a caldo; trattamento termico di solubilizzazione. The welding characteristics of a new Ni-Cr-Mo alloy designed to resist wet process phosphoric acid di CHIRIELEISON G.M. et al. «Wdg. J.», Maggio 2008, pp. 119s-123s. Acidi; agricoltura; corrosione; criccabilità a caldo; criccabilità di ritiro; fosforo; hastelloy; leghe di nichel; parametri di processo; proprietà meccaniche; prove di saldabilità; saldabilità; saldatura con filo fusibile in gas protettivo; saldatura TIG. Evaluation of hot cracking susceptibility of some austenitic stainless steels and a nickel-base alloy di SRINIVASAN G. et al. «Weld. World», Luglio-Agosto 2008, pp. 4-17. Acciai inossidabili; acciai inossidabili austenitici; azoto; criccabilità; criccabilità a caldo; criccabilità di ritiro; difetti; duttilità; gas di protezione; inconel; leghe di nichel; microstruttura; proprietà meccaniche; prove di saldabilità; saldabilità; titanio; zona di saldatura; zona fusa; ZTA. Improving weldability of aged 25Cr-35Ni heat resistant steel/alloy 800 dissimilar welds di DEHMOLAEI R. et al. «Weld. Join.», 7/2007, pp. 586-592. Acciai inossidabili; acciai inossidabili austenitici; acciai inossidabili indurenti per precipitazione; alta temperatura; apporto termico specifico; criccabilità a caldo; cricche di liquazione; fattori di influenza; incoloy; leghe di nichel; materiali d’apporto; materiali dissimili; materiali resistenti allo scorrimento a caldo; microstruttura; pezzi fusi; proprietà meccaniche; prove di saldabilità; saldabilità; saldatura a più passate; saldatura TIG; sviluppo; temperatura; trattamento termico; ZTA. Ricerche Bibliografiche M o d i fi c a t i o n o f w e l d m e t a l i n e l e c t r o s l a g w e l d i n g o f KhN77TYuR refractory alloy di ERYOMIN E.N. «Paton Weld. J.», Settembre 2007, pp. 38-41. Billette; composizione chimica; leghe di nichel; metalli refrattari; microstruttura; nitruri; proprietà meccaniche; saldabilità; saldatura ad elettroscoria; titanio; zona fusa. A Gleeble®-based method for ranking the strain-age cracking susceptibility of Ni-based superalloys di METZLER D.A. «Wdg. J.», Ottobre 2008, pp. 249s-256s. Analisi con elementi finiti; analisi delle tensioni; criccabilità; hastelloy; inconel; leghe di nichel; materiali resistenti alle alte temperature; microstruttura; operazioni metallurgiche di invecchiamento; proprietà meccaniche; proprietà termiche; saldabilità; simulazione; termodinamica; trattamento termico dopo saldatura; trattamento termo-meccanico. Ductility-dip cracking susceptibility of nickel-based weld metals Part 1: strain-to-fracture testing di NISSLEY N.E. e LIPPOLD J.C. «Wdg. J.», Ottobre 2008, pp. 257s-264s. Bordi dei grani; criccabilità di ritiro; cricche di liquazione; duttilità; inconel; industria nucleare; lamiere; leghe di nichel; materiali d’apporto; microstruttura; prove di saldabilità; saldabilità; saldatura ad arco a punti; saldatura TIG. Aceros inoxidables y aleaciones de níquel. Saliendo del camino habitual di VAN DER MEE V. et al. «Sold. Tec.», 109/2008, pp. 38-42. Acciai inossidabili austenitici; alta temperatura; corrosione; giunti saldati; leghe di nichel; materiali d’apporto; materiali di consumo; ossidazione; proprietà meccaniche; reazioni chimiche; saldabilità; saldatura TIG; scelta; shock termico. Microcracking susceptibility in dissimilar multipass welds of alloy 690 to type 316L stainless steel using La added filler metals di SAIDA KAZUYOSHI et al. «Weld. Join.», 7/2007, pp. 593-603. Acciai inossidabili; acciai inossidabili austenitici; aggiunte di elementi di lega; composizione chimica; criccabilità a caldo; criccabilità di ritiro; cricche di liquazione; fosforo; inconel; leghe di nichel; materiale d’apporto aggiuntivo; microcricche; prove di saldabilità; saldabilità; saldatura a più passate; saldatura TIG; segregazione; simulazione; terre rare; zolfo; zona fusa. Fracture analysis of laser beam welded superalloys Inconel 7 1 8 a n d 6 2 5 u s i n g t h e F I T N E T p ro c e d u re d i Y E N I C . e KOÇAK M. «Journal PVP», V. 85, N. 8/2008, pp. 532-539. Analisi delle tensioni; effetti del mis-match; elemento portante; Europa; giunti testa a testa; idoneità all’impiego; inconel; laser CO 2 ; leghe di nichel; meccanica della frattura; modelli di calcolo; proprietà meccaniche; saldabilità; saldatura laser; tenacità alla rottura; ZTA. Mechanical property variation within Inconel 82/182 dissimilar metal weld between low alloy steel and 316 stainless steel di CHANGHEUI JANG et al. «Journal PVP», V. 85, N. 9/2008, pp. 635-646. Acciai basso-legati; acciai inossidabili; acciai inossidabili austenitici; durezza; giunti saldati; inconel; industria nucleare; leghe di nichel; materiali d’apporto; materiali dissimili; meccanica della frattura; microscopio; proprietà meccaniche; prove di durezza; recipienti in pressione; saldabilità; saldatura manuale con elettrodi rivestiti; saldatura TIG; tenacità alla rottura. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 237 Fonti dei riferimenti bibliografici Riviste italiane e straniere analizzate per la Banca Dati IIS-Data Titolo Acciaio Advanced Materials Processes Alluminio e Leghe Alluminio Magazine Ambiente e Sicurezza sul Lavoro Analysis Europa Anticorrosione ASTM Standardization News ATA Ingegneria Automobilistica Australasian Welding Journal Australian Welding Research Automatic Welding Automazione Energia Informazione Avtomaticheskaya Svarka Befa - Mitteilungen BID-ISIM Biuletyn ISG Boletin Tecnico Conarco Bollettino Tecnico Finsider Bollettino Tecnico RTM Brazing and Soldering Bridge Design & Engineering British Corrosion Journal China Welding Chromium Review Constructia De Masini Costruzioni Metalliche Czechoslovak Heavy Industry De Qualitate Deformazione Der Praktiker Elettronica Oggi Elin Zeitschrift Energia Ambiente Innovazione Energia e Calore Energia e Materie Prime EPE International Esa Bulletin Eurotest Technical Bulletin Fogli d’Informazione Ispesl Fonderia FWP Journal GEP Giornale del Genio Civile Heron Hightech Hitsaustekniikka Hybrid Circuits Iabse Periodica Il Filo Metallico Il Giornale delle Prove non Distruttive Il Giornale delle Scienze Applicate Il Perito Industriale Il Saldatore Castolin Ilva Quaderni Industrial Laser Rewiew Ingegneria Ambientale Ingegneria Ferroviaria Inossidabile Insight International Construction Interplastics IPE International ISO Bulletin J. of Offshore and Polar Engineering Joining & Materials Joining of Materials Joining Sciences Journal of Bridge Engineering Journal of the Japan Welding Society Kunststoffe L’Acciaio Inossidabile Abbreviaz. Acciaio Mat. Processes AL Alluminio Sicurezza Lav. Analysis Anticorrosione ASTM Std. ATA Austr. Wdg. J. Austr. Wdg. Res. Aut. Weld. AEI Aut. Svarka Befa Mitt. BID-ISIM Biuletyn Conarco Finsider RTM Braz. Sold. Bridge Br. Corr. J. China Weld. Chomium Constr. Masini Costr. Met. Czech. Heavy Qualitate Deformazione Praktiker Elettronica Elin Enea E.A.I. Energia Energia EPE Esa Bulletin Eurotest ISPESL Fonderia FWP J. GEP Giornale G.C. Heron Hightech Hitsaust. Hybrid IABSE Filo Metallico Giornale PND Scienze Applic. Perito Ind. Castolin Ilva Ind. Laser I.A. Ing. Ferr. Inossidabile Insight Int. Const. Interplastics IPE ISO Offshore Joining JOM Join. Sciences Jour. Bridge Journal JWS Kunststoffe Acc. Inoss. 238 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2009 Titolo Abbreviaz. L’Allestimento Allestimento L’Elettrotecnica Elettr. L’Industria Meccanica Ind. Mecc. L’Installatore Tecnico Installatore La Meccanica Italiana Mecc. Ital. La Metallurgia Italiana Met. Ital. La Termotecnica Termotecnica Lamiera Lamiera Laser Laser Lastechniek Lastech. Lavoro Sicuro Lav. Sic. Lo Stagno ed i suoi Impieghi Stagno Macchine & Giornale dell’Officina Officina Macplas Macplas Manutenzione: Tecnica e Management Manutenzione Materialprüfung Materialprüf. Material and Corrosion Mat. Cor. Materials Evaluation Mat. Eval. Materials Performance MP Meccanica & Automazione Mec. & Aut. Meccanica & Macchine di Qualità Mecc. & Macchine Meccanica Moderna Mecc. Moderna Meccanica Oggi Meccanica Mechanical Engineering Mech. Eng. Metal Construction Met. Con. Metalli Metalli Metallurgical and Materials Transactions Met. Trans. Metallurgical B Metallurgical B Metallurgical Reports CRM Met. Rep. Metallurgical Transactions Metallurgical T Metalurgia & Materiais Met. Materiais Metalurgia International Metalurgia Modern Plastics International Plastics Int. Modern Steel Construction Steel Constr. NDT & E International NDT & E Int. NDT & E International UK NDT & E Int. NDT International NDT Int. Notagil S.I. Notagil Notiziario dell’ENEA Energia e Innovazione ENEA E.I. Notiziario dell’ENEA Sic. e Prot. ENEA-DISP. Notiziario Tecnico AMMA AMMA NRIM Research Activities NRIM Research NT Tecnica e Tecnologia AMMA NT AMMA Oerlikon Schweissmitteilungen Oerlikon PCB Magazine PCB Perito Industriale Perito Ind. Petrolieri d’Italia Petrolieri I. Pianeta Inossidabili Inox Plastic Pipes Fittings Plastics Prevenzione Oggi Prevenzione Produttronica Produttronica Protective Coatings Europe PCE Przeglad Spawalnictwa Pr. Spawal. Quaderni Pignone Pignone Qualificazione Industriale Qualificazione Qualità Qualità Rame e Leghe CU Rame Notizie Rame Research in Nondestructive Evaluation Research NDE Revista de Los Trat. Ter. y de Superficie Tratersup Revista de Metalurgia Rev. Met. Revista de Soldadura Rev. Soldadura Revue de la Soudure Rev. Soud. Revue de Metallurgie CIT Revue Met. CIT Revue de Metallurgie MES Revue Met. MES Ricerca e Innovazione Ric. Inn. Riv. Infortuni e Malattie Professionali Riv. Inf. Rivista di Meccanica Riv. Mecc. Rivista di Meccanica Oggi Riv. Mecc. Oggi Rivista di Meccanica International Riv. Mecc. Inter. Rivista Finsider Riv. Finsider Rivista Italiana della Saldatura Riv. Sald. Titolo Schweissen & Pruftechnik Schweissen und Schneiden Schweisstechnik Schweisstechnik Science and Technology of W and J Seleplast Sicurezza e Prevenzione Skoda Review Soldadura e Construcao Metalica Soldadura y Tecnologias de Union Soldagem & Inspecao Soldagem & Materiais Soldering & Surface Mount Technology Soudage et Techniques Connexes Souder Stahlbau Stainless Steel Europe Stainless Steel World Stainless Today Steel Research Structural Engineering International Sudura Surface Engineering Svarochnoe Proizvodstvo Sveiseteknikk Svetsaren Svetsen Technica/Soudure Technical Diagnostics and NDT Testing Technical Review Technische Uberwachung Tecnologia Qualidade Tecnologie e Trasporti per il Mare Tecnologie per il Mare Teknos The Brithis Journal of NDT The European Journal of NDT The International Journal of PVP The Journal of S. and E. Corrosion The Paton Welding Journal The TWI Journal The Welding Innovation Quarterly Tin and Its Uses Transactions of JWRI Transactions of JWS Transactions of NRIM Ultrasonics Unificazione e Certificazione Università Ricerca Unsider Notizie di Normazione Varilna Tehnika Westnik Maschinostroeniya Welding & Joining Welding & Joining Europe Welding and Metal Fabrication Welding Design and Fabrication Welding in the World Welding International Welding Journal Welding Production Welding Review International WRC Bulletin WRI Journal Zavarivac Zavarivanje Zavarivanje I Zincatura a caldo Zis Mitteilungen Zis Report Zvaracske Spravy Zváranie Abbreviaz. Sch. Pruf. Schw. Schn. Schweisst. Sch. Tec. Weld. Join. Seleplast Sicurezza Skoda Soldadura Sold. Tec. Inspecao Soldagem Soldering Soud. Tecn. Con. Souder Stahlhau Stainless Eu. Stainless World Stainless Steel Engineering Sudura Surface Svar. Proiz. Sveiseteknikk Svetsaren Svetsen Tech. Soud. NDT Testing Tech. Rev. Techn. Uberw. Qualidade Tec. Tra. Mare Tec. Mare Teknos Br. Nondestr. European NDT Journal PVP Corrosion Paton Weld. J. TWI Journal Weld. Innovation TIN Trans. JWRI Trans. JWS Trans. NRIM Ultrasonics Unificazione Università Unsider Var. Teh. – Weld. Joining Weld. J. Europe Welding Weld. Des. Weld. World Weld. Int. Wdg. J. Weld. Prod. Weld. Rev. WRC Bulletin WRI J. Zavarivac Zavarivanje Zavariv. Zincatura ZIS Zis Zvaracske Zváranie Pubblicazioni IIS Metallografia e corrosione dei giunti saldati Indice Capitolo 1. METALLOGRAFIA DEI GIUNTI SALDATI: Metallografia della saldatura con sistemi ottici (preparazione dei provini, esame macrografico, esame micrografico); Microscopia elettronica (microscopio elettronico a trasmissione, microscopio elettronico a scansione); Altri esami strutturali (impronta Baumann, diffrazione a raggi X, frattografia). Capitolo 2. CORROSIONE: Generalità (processo di corrosione ad umido, processo di corrosione a secco). 2008, 20 pagine, Codice: 101115, Prezzo: € 40,00 Soci IIS - Membri IIS Club, Prezzo: € 32,00 ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA Divisione PRN Maura Rodella Lungobisagno Istria, 15 16141 GENOVA Tel. 010 8341385 Fax 010 8367780 Email: [email protected] www.weldinglibrary.com www.iis.it Per ulteriori informazioni, rivolgersi a: Istituto Italiano della Saldatura - Divisione PRN / Uff. Abbonamenti Lungobisagno Istria, 15 - 16141 Genova GE Tel. (+39) 010 8341.392; Fax (+39) 010 8367780 e-mail: [email protected] Web: www.iis.it Elenco degli Inserzionisti 239 137-138 212-213 -192 133 139 201 134 217 124 -----214 121 -130 234 -4a cop ----------180 132 158 126 --210 202 ----218 -----135 --191 -----131+205 --2a cop --224 128 -122-123 125 ----136 179 -166 ------3a cop ---233 129 127 --147 3 M ITALIA AEC TECHNOLOGY AIPND ANASTA ANCCP ANDIT AUTOMAZIONE ASG Superconductors ASPIRMIG ASSOMOTORACING BÖHLER WELDING GROUP ITALIA CAPILLA CARPANETO – SATI CEA CEBORA CGM TECHNOLOGY COFILI COM-MEDIA COMMERSALD DRAHTZUG STEIN DVC – DELVIGO COMMERCIALE EDIBIT EDIMET ESAB SALDATURA ESARC ETC OERLIKON EUROCONTROL FEI Forum Energetico Internazionale FIERA ACCADUEO FIERA ALUMOTIVE FIERA BIAS FIERA BIMEC FIERA BI-MU FIERA BIMU-MED FIERA COMPOTEC FIERA DI ESSEN FIERA EMO MILANO FIERA EXPOLASER FIERA LAMIERA FIERA MAQUITEC FIERA MCM FIERA MECFORPACK FIERA METALRICICLO FIERA METEF FIERA MOTORSPORT EXPOTECH FIERA SAMUMETAL FIERA SEATEC FIERA SICURTECH FIERA SUBFORNITURA FIERA TECHFLUID FIERA VENMEC FRONIUS G.B.C. INDUSTRIAL TOOLS G.E.INSPECTION TECHNOLOGIES G. FISCHER GILARDONI HYPERTHERM Europe B.V. IGUS INE IPM ITALARGON ITW LANSEC ITALIA LASTEK LENZI EGISTO LINCOLN ELECTRIC ITALIA MCM DAYS MEDIAPOINT & COMMUNICATIONS NDT ITALIANA OGET OLYMPUS ITALIA ORBITALUM TOOLS OXYTURBO PARODI SALDATURA RIVISTA BELTEL RIVISTA MECCANICA & AUTOMAZIONE RIVISTA U & C RIVOIRA RTM SACIT SAF – FRO SALTECO SANDVIK ITALIA SELCO SEMAT CARPENTERIA SE.MAT SIAD SOL WELDING STUDIOBOOK TEC Eurolab TECNEDIT TECNOELETTRA TEKA TELWIN THERMIT ITALIANA TRAFILERIE DI CITTADELLA Via San Bovio, 3 – Località San Felice – 20090 SEGRATE (MI) Via Leonardo Da Vinci, 17 – 26013 CAMPAGNOLA CREMASCA (CR) Via A. Foresti, 5 – 25127 BRESCIA Via G. Tarra, 5 – 20125 MILANO Via Rombon, 11 – 20134 MILANO Via Privata Casiraghi, 526 – 20099 SESTO SAN GIOVANNI (MI) Corso F.M. Perrone, 73r – 16152 GENOVA Via Podi, 10 – 10060 VIRLE PIEMONTE (TO) Via del Battirame, 6/3 – 40138 BOLOGNA Via Palizzi, 90 – 20157 MILANO Via per Telgate – Loc. Campagna – 24064 GRUMELLO DEL MONTE (BG) Via Ferrero, 10 – 10090 RIVOLI/CASCINE VICA (TO) Corso E. Filiberto, 27 – 23900 LECCO Via A. Costa, 24 – 40057 CADRIANO DI GRANAROLO (BO) Via Adda, 21 – 20090 OPERA (MI) Via Friuli, 5 – 20046 BIASSONO (MI) Via Serio, 16 – 20139 MILANO Via Bottego, 245 – 41100 COGNENTO (MO) Talstraße 2 – 67317 ALTLEININGEN (Germania) Località Cerri – 19020 CEPARANA DI FOLLO (SP) Via Cà dell’Orbo, 60 – 40055 CASTENASO (BO) Via Brescia, 117 – 25018 MONTICHIARI (BS) Via Mattei, 24 – 20010 MESERO (MI) Via Cadibona, 15 – 20137 MILANO Via Vo’ di Placca, 56 – 35020 DUE CARRARE (PD) Zona Industriale – 89811 PORTO SALVO (VV) c/o CENACOLO – Via C. Colombo, 101/h – 29100 PIACENZA c/o BOLOGNAFIERE – Piazza Costituzione, 6 – 40128 BOLOGNA c/o ADExpo – Viale della Mercanzia, 142 Centergross – 40050 FUNO DI ARGELATO (BO) c/o F & M – Fiere e Mostre – Via Caldera, 21/C – 20153 MILANO c/o UCIMU – Viale Fulvio Testi, 128 – 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) c/o UCIMU – Viale Fulvio Testi, 128 – 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) c/o UCIMU – Viale Fulvio Testi, 128 – 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) c/o CARRARAFIERE – Viale Galileo Galilei, 133 – 54033 MARINA DI CARRARA (MS) Via Vincenzo Monti, 8 – 20123 MILANO c/o UCIMU – Viale Fulvio Testi, 128 – 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) c/o PIACENZA EXPO – S.S. 10 Loc. Le Mose – 29100 PIACENZA c/o UCIMU – Viale Fulvio Testi, 128 – 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) c/o EXPO CONSULTING – Via Brugnoli, 8 – 40122 BOLOGNA c/o EIOM – Viale Premuda, 2 – 20129 MILANO c/o BOLOGNAFIERE – Piazza Costituzione, 6 – 40128 BOLOGNA c/o EDIMET – Via Brescia, 117 – 25018 MONTICHIARI (BS) c/o EDIMET – Via Brescia, 117 – 25018 MONTICHIARI (BS) c/o MODENA ESPOSIZIONI – Viale Virgilio, 58/B – 41100 MODENA c/o PORDENONE FIERE – Viale Treviso, 1 – 33170 PORDENONE c/o CARRARAFIERE – Viale Galileo Galilei, 133 – 54033 MARINA DI CARRARA (MS) c/o FIERA MILANO TECH – Via Gattamelata, 34 – 20149 MILANO c/o SENAF – Via Eritrea, 21/A – 20157 MILANO c/o EDIMET – Via Brescia, 117 – 25018 MONTICHIARI (BS) c/o PADOVAFIERE – Via N. Tommaseo, 59 – 35131 PADOVA Via Monte Pasubio, 137 – 36010 ZANE’ (VI) Via Artigiani, 17 – 25030 TORBIATO DI ADRO (BS) Via Grosio, 10/4 – 20151 MILANO Via Sondrio, 1 – 20063 CERNUSCO SUL NAVIGLIO (MI) Via A. Gilardoni, 1 – 23826 MANDELLO DEL LARIO (LC) Vaartveld, 9 – 4704 SE ROOSENDAAL (Olanda) Via delle Rovedine, 4 – 23899 ROBBIATE (LC) Via Facca, 10 – 35013 CITTADELLA (PD) Via A. Tadino, 19/A – 20124 MILANO Via S. Bernardino, 92 – 24126 BERGAMO Via Privata Iseo, 6/E – 20098 S. GIULIANO MILANESE (MI) Via Bizet, 36/N – 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) Viale dello Sport, 22 – 21026 GAVIRATE (VA) Via G. Di Vittorio, 39 – 59021 VAIANO (PO) Via Fratelli Canepa, 8 – 16010 SERRA RICCO’ (GE) c/o EIOM – Viale Premuda, 2 – 20129 MILANO Corso Buenos Aires, 8 – Corte Lambruschini – 16129 GENOVA Via del Lavoro, 28 – 20049 CONCOREZZO (MI) Via Torino, 216 – 10040 LEINI’ (TO) Via Modigliani, 45 – 20090 SEGRATE (MI) Josef-Schüttler-Strasse, 17 – 78224 SINGEN (D) Via Serio, 4/6 – 25015 DESENZANO DEL GARDA (BS) Via Piave, 33 – Z.I. – 17047 VADO LIGURE (SV) c/o the C’ Comunicazione – Via Orti, 14 – 20122 MILANO Via Rosellini, 12 – 20124 MILANO c/o the C’ Comunicazione – Via Orti, 14 – 20122 MILANO Via C. Massaia, 75/L – 10147 TORINO Via Circonvallazione, 7 – 10080 VICO CANAVESE (TO) Via del Lavoro, 8 – 36020 CASTEGNERO (VI) Via Torricelli, 15/A – 37135 VERONA S.P. Rivoltana, 35/b – 20090 LIMITO DI PIOLTELLO (MI) Via Varesina, 184 – 20156 MILANO Via Palladio, 19 – 35010 ONARA DI TOMBOLO (PD) Via Fornaci, 45/47 – 25040 ARTOGNE (BS) Via Monterosa, 81/A – 20043 ARCORE (MB) Via S. Bernardino, 92 – 24126 BERGAMO Via Meucci, 26 – 36030 COSTABISSARA (VI) c/o the C’ Comunicazione – Via Orti, 14 – 20122 MILANO Viale Europa, 40 – 41011 CAMPOGALLIANO (MO) Via delle Foppette, 6 – 20144 MILANO Via Nazionale, 50a – 70 – 23885 CALCO (LC) Industriestraße, 13 – 46342 VELEN (D) Via della Tecnica, 3 – 36030 VILLAVERLA (VI) Piazzale Santorre di Santarosa, 9 – 20156 MILANO Via Mazzini, 69 – 35013 CITTADELLA (PD) a Saldatura - N. 2 * 2009 obisagno Istria, 15 - 16141 Genova (Italia) - Tariffa R.O.C.: "Poste Italiane SpA- Sped. A.P.-D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art.1 comma 1, DCB Genova" Tassa Pagata - Taxe Perçue ordinario - Contiene IP Bimestra