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Sommario
in questo numero
Editoriale
:::::::::::
pag
3
Giornata dell’economia
4
Paestum Promotion Card
5
L’Analisi
L’Iniziativa
Il Bilancio
Rientrato l’allarme diossina
6
La Contadina
Il Progetto
Task force per la vacca podolica
7
L’Azienda
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L’Organizzazione
CIA: si sperimentano i mercati contadini
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L’Assessorato regionale al turismo
Il Presidente della Provincia di Salerno
L’Assessorato comunale al turismo
Il Presidente dell’EPT
Il bilancio di Itinerari Mediterranei
Costiera Amalfitana
Il presidente di Federalberghi
Gli eventi in Costiera Amalfitana
Costiera Cilentana
Gli operatori turistici
Il Cilento interiore
Gli eventi nel Cilento
Picentini: rinasce il castello di Terravecchia
Il sindaco di Giffoni Valle Piana
Gli eventi nei Picentini
IV Premio della Cucina Mediterranea
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Zona dell’Irno 35
La Bacheca
Speciale Turismo
Viaggio nelle Comunità Montane
Anno III- N° 3 Maggio/Giugno 2008
Reg. Tribunale di Salerno
n. 08/2007del 10.04.2007
Direttore Responsabile
Demetrio Cuzzola
Coordinamento Istituzionale
Ass.to Prov.le Agricoltura - Salerno
Redazione
Vera Arabino - Coordinamento
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Caterina La Bella
Gerardo Russo - Annavelia Salerno
Segreteria
Anna Pellegrino
Progetto Grafico/Impaginazione
Maria Rosaria Di Maio
Ernesto D’Agostino
Fotografie
Claudio Sessa by Foto Sessa - Baronissi
Antonello Naddeo by Inter Press
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Stampa
Incisivo-Salerno
Maggio/Giugno 2008
Editoriale
di Demetrio Cuzzola*
E... state a Salerno 2008
P
otrebbe sembrare banale l’invito che rivolgiamo dalla nostra Testata, ma la banalità
del segno grafico è sicuramente superata dalla certezza che chi resterà nella città capoluogo, e nell’intera provincia, sicuramente non rimpiangerà posti lontani.
Infatti gli Enti preposti alle attività turistiche ed alla promozione del territorio hanno approntato cartelli di intrattenimento di tutto rispetto.
Dalla Provincia al Comune capoluogo Comuni, dall’Ente provinciale del turismo ai Comuni ed
alle Pro Loco tutti ben hanno attivato quella necessaria azione di contrasto ai dati forniti nel
corso della giornata dell’economia che non erano proprio confortanti per il nostro territorio.
Ma quei dati erano - e sono - frutto di componenti variegate che interessano essenzialmente il territorio regionale e, quindi, di riflesso la provincia salernitana.
Dati che non tengono conto - ma forse volutamente non possono tenerne conto - della realtà
che si vive nel capoluogo di regione e quella che viviamo quotidianamente nei nostri comuni.
Basti pensare alla capacità di raccolta differenziata che i comuni salernitani hanno raggiunto - Baronissi e Mercato San Severino per primi - per distogliere il pensiero dal rischio inquinamento da rifiuti solidi urbani che ha determinato, quasi esclusivamente, il calo di presenze straniere e non sul territorio regionale.
Altro dato da tenere in considerazione è quello relativo alle presenze americane nelle perle del turismo salernitano: molti erano Paperoni pronti a spendere pur di godersi le bellezze naturali, tanti altri erano “avventori”, di tutto rispetto, che speculavano sul
favorevole cambio della loro moneta. I primi hanno riconfermato la presenza, i secondi, giocoforza, hanno disdetto o, meglio, hanno preferito altre più favorevoli mete.
Ma, ritornando alle nostre considerazioni iniziali, è con piacere che abbiamo notato - e correttamente riportato in queste pagine - l’impegno profuso dall’Amministrazione provinciale nella promozione delle risorse naturali, dai siti archeologici e culturali
a quelli paesaggistici, e dei prodotti tipici. Interessantissima la destagionalizzazione
turistica con il progetto “Itinerari Mediterranei” il cui bilancio è di sicuro rispetto.
Altrettanto impegno è stato profuso dall’Amministrazione comunale di Salerno il cui Assessorato al turismo ha concentrato la sua azione dall’inizio dell’estate sino a settembre: sia
favorendo l’arrivo di crocieristi, che settimanalmente faranno scalo nel nostro porto e potranno apprezzare le bellezze del centro storico e dei suoi monumenti, sia creando eventi spettacolari che animeranno le spiagge della città ed allieteranno le afose serate dei salernitani.
Discorso più tecnico, come è logico che sia, viene dall’Ept che cerca di inculcare negli operatori di settore la cultura del fare turismo tentando di far superare il gap esistente tra la Costa d’Amalfi e l’intero Cilento.
Forbice che sicuramente si potrebbe stringere con l’avvio di una intesa pubblica degli eventi e con l’ottimizzazione dell’offerta turistica.
Pare però che quest’anno l’avvio dell’estate è stato già determinato da larghe intese degli enti pubblici, pur non essendoci una vera e propria regia del turismo.
Le intenzioni ed i programmi ci sono tutti.
Quindi non resta che goderci quest’estate 2008 restando a Salerno.
Buone vacanze!
* direttore responsabile
Maggio/Giugno2008
La giornata dell’economia
tra luci ed ombre
di Caterina La Bella
DIl distretto della Piana del Sele
ati che si commentano da soli.
Per dirla come il presidente della
Camera di Commercio di Salerno, Augusto Strianese, non c’è bisogno
di cimentarsi in chissà quali analisi leggendo i dati forniti dall’Ente Camerale
durante la Giornata dell’Economia. I dati
si “commentano da soli” perchè i ritardi
della provincia sono evidenti.
L’Analisi
PIL
La difficoltà del sistema economico di
produrre ricchezza viene confermata dal
valore del PIL pro-capite che, con un valore medio per abitante pari a 16.351 euro,
colloca Salerno in terz’ultima posizione tra
le province campane (in situazione peggiore sono solo Caserta e Benevento).
AUMENTANO LE IMPRESE...
Un segnale di “vitalità” della provincia
di Salerno viene invece dalla dinamica
imprenditoriale; nel 2007, infatti, le
imprese registrate risultano in aumento
dello 0,7% a fronte di una situazione di
sostanziale stabilità registrata a livello
nazionale e regionale. Nel corso degli
ultimi anni risulta in crescita la propensione della popolazione all’attività di
impresa e a trainare l’espansione del
tessuto produttivo è principalmente
il settore terziario. Va detto anche che la
provincia di Salerno mostra una maggiore
vocazione all’attività d’impresa rispetto alla
media nazionale. Le imprese registrate nella
provincia di Salerno sono passate tra il 2001
e il 2007 da 106.527 a 116.945 unità.
…MA NON LA
RICCHEZZA PRODOTTA
L’aumento del numero delle imprese
non è stato in grado di compensare la
riduzione della ricchezza prodotta, con
la conseguenza che nella provincia si
registra una riduzione degli occupati
(-0,8%). Il tasso di occupazione pari al
48,1% nel 2007 risulta, altresì, inferiore
di oltre 10 punti percentuali rispetto alla
media italiana.
OCCUPAZIONE
La difficile situazione occupazionale
salernitana trova conferma anche nei
dati relativi al tasso di attività, che risulta
in diminuzione nell’ultimo quadriennio
(dal 56% nel 2004 al 54,7% nel 2007)
ed è decisamente inferiore rispetto al
dato nazionale (62,5% nel 2007). Inoltre,
la componente femminile risulta estremamente penalizzata con un tasso di
attività uguale
al 38,8%
ovvero un tasso
di Vera
Arabino
di 32 punti percentuali inferiore rispetto a
quello degli uomini (pari al 70,8%).
I SETTORI
Le costruzioni rappresentano il settore
trainante. L’industria in senso stretto
mostra a Salerno una performance
estremamente negativa (-9% tra il 2003
ed il 2006); il settore terziario, invece,
cresce (+9,6%). L’agricoltura, che in
ambito nazionale registra un netto ridimensionamento (-10,8%), mostra a
Salerno una debole contrazione (-0,8%).
Il maggior contributo alla determinazione
del valore aggiunto a Salerno deriva
dal settore terziario che contribuisce a
creare il 76,7% del valore aggiunto totale
e fa registrare una variazione positiva
del 7,2% delle imprese attive nel 2007
rispetto all’anno precedente, seguito da
quello dell’intermediazione monetaria e
creditizia (+6,3%) e da quello delle attività
immobiliari, di noleggio, informatica e
ricerca (+5,5%). In aumento anche le imprese nel settore turistico individuabili nel
comparto alberghi e ristoranti (+3,6%).
INTERNAZIONALIZZAZIONE
Rappresenta la nota positiva. Le esportazioni salernitane mostrano, tra il
2006 e il 2007, una crescita sostenuta
(+15,3%), superiore alla crescita media
registrata in ambito regionale (10,9%) e
nazionale (8%). Con un indice di apertura pari al 17,9% nel 2007, Salerno
si caratterizza però ancora come un
sistema economico con una limitata
capacità di proporsi sul mercato internazionale e, dunque, poco aperta alle
opportunità che possono derivare dai
mercati internazionali.
INFRASTRUTTURE
L’indice di dotazione infrastrutturale ha
un valore pari all’82,5, inferiore alla media regionale (105,1). Bene il porto, che
assolve un ruolo importante al servizio
del sistema industriale e commerciale
dell’area campana e ha un ruolo strategico nell’economia marittima italiana.
“Atteso” è l’aeroporto, è auspicabile una
maggiore integrazione dei trasporti autostradale, ferroviario e marittimo.
BENE IL TURISMO, MA CON UNA FLESSIONE
Secondo i dati dell’Istituto Tagliacarne, la provincia di Salerno è seconda solo
a Napoli per numero di arrivi e presenze di turisti, con 1,3 milioni di visitatori nel
2007, concentrati soprattutto nella stagione estiva e in Costiera Amalfitana. Nel
2007 si sono registrati in provincia di Salerno oltre 1 milione e 300 mila arrivi
di turisti (0,6% in meno rispetto all’anno precedente), che hanno totalizzato,
tuttavia, 7,7 milioni di giornate di presenza (1,6% in più rispetto all’anno 2006).
La flessione della domanda turistica è dovuta prevalentemente alla componente
straniera che, con 376 mila arrivi, ha accusato un calo del 2,2%. Le giornate
di presenza, invece (oltre 2 milioni e mezzo) sono rimase pressoché invariate
(+0,7%), evidenziando un allungamento della permanenza media. La domanda
turistica proveniente da clienti di nazionalità italiana ha registrato oltre 931 mila
arrivi, rimanendo sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente (+0,05%),
malgrado gli elementi congiunturali negativi. Le giornate di presenza hanno,
invece, superato i 5 milioni, con un incremento del 2% rispetto al 2006 e un
allungamento, quindi, del periodo di soggiorno.
Maggio/Giugno 2008
Azienda Autonoma
di
Soggiorno
e
Turismo
Paestum Promotion Card per i soci della
Banca di Credito Cooperativo di Treviglio
C
Maggio/Giugno 2008
Card”, una tessera recentemente regalata ai 15mila soci della BCC lombarda,
che consente loro di ottenere, tra l’altro,
uno sconto del 10% sui soggiorni individuali in strutture convenzionate con
l’AASTP, e successive agevolazioni. “Da
anni esiste uno scambio tra i due territori”
afferma Marisa Prearo, sottolineando
l’importanza dell’iniziativa in un momento
particolare per il turismo in Campania, e
ribadendo la volontà di sostenere anche
la produzione enogastronomia, che è
uno dei punti di forza di Paestum e del
Cilento. Convinzioni condivise dallo
stesso Bonacina, che in occasione della
firma dell’accordo ebbe a dire “Mi sono
innamorato di questo territorio nel 1999,
un territorio bellissimo, ricco di prodotti
enogastronomici che è importante far
conoscere anche da noi”. E così è stato
a febbraio, quando in occasione di un’iniziativa organizzata a Treviglio dalla banca, i prodotti locali, quali mozzarella, l’oro
bianco, ma anche olio, vino e sott’oli,
portati a grandi quantità su iniziativa della
Prearo, furono apprezzati da centinaia di
soci dell’istituto bancario, i quali, grazie
ad un documentario su Paestum e sul
Cilento fatto realizzare in azienda, e a
tutto il materiale illustrativo totalmente
rivisitato, ebbero modo di apprezzare
anche il fascino indiscusso dei posti.
Insomma, quella che si sta realizzando
con la BCC di Treviglio è una delle azioni
più originali e produttive, anche se non
è la sola. Tante le iniziative organizzate
negli ultimi 11 mesi dall’azienda di promozione turistica: basti citare il recente
raduno degli escursionisti, che ha portato
a Paestum e nel Cilento centinaia di presenze, l’essere diventata centro di coordinamento del “Cilento Express”, il noto
servizio turistico che porta i turisti da Capodichino al Cilento, garantendo anche
un servizio di segreteria per i turisti che
dovessero incontrare difficoltà; e
ancora il concorso “Paestum a
colori”, quello di
pittura sul manifesto di Paestum. Un bilancio
decisamente dai
toni entusiastici,
quello di Marisa
Prearo, che non
cela la sua soddisfazione per quanto
fatto: “Abbiamo realizzato molto: fondamentalmente abbiano migliorato
notevolmente il servizio di informazione
ed accoglienza dei turisti, come denota
il gran numero di elogi dal mondo degli
operatori del settore. Gli stessi operatori
locali possono tenersi informati su quanto
accade in ambito regionale, grazie anche
all’efficienza del nostro info-point, che è
aperto tutti i giorni dalle 9 alle 17.30, e,
da luglio a settembre, fino alle 22”.
Soddisfatta, dunque, anche se estremamente pratica e realista su quanto
accade intorno: “Non c’è ancora una rete
tra gli enti – afferma – nella pianificazione
degli eventi; occorre maggiore sinergia,
se vogliamo essere in tempo presenti
con la nostra offerta turistica”. “Occorre
puntare ai grandi eventi – aggiunge
poi – quelli in grado di attirare turisti e
qualificare l’offerta. Ho già in mente un
evento dal titolo “Mare Mosso Sound”,
dedicato ai giovani ed in grado davvero
di attirare migliaia di persone, grazie alla
presenza di 10, 15 gruppi musicali, ma
penso anche al Meeting Archeosound,
da realizzarsi nell’area archeologica
dedicato alla musica etnica, al Concorso
Ippico Internazionale di salto agli ostacoli
“Paestum Horse Trophy” che si terrà dal
16 al 19 ottobre, ai giochi medievali sui
cavalli”. Il mio sogno, infatti, sono gli
eventi sportivi, afferma la Prearo, citando infine poi l’imminente realizzazione
di una guida su Paestum con immagini
della città che sarà curata da Marina
Cipriani, direttore del Museo Archeologico, e soffermandosi sulla possibilità di
puntare al turismo congressuale, e sulla
destagionalizzazione degli eventi: il tutto
grazie ad una perfetta combinazione di
mare, montagna e collina che rappresenta il segreto del fascino di Paestum e del
Cilento, noto in tutto il globo. (a.s.)
L’Iniziativa
he avesse le idee chiare su cosa
potrebbe giovare al territorio
compreso tra Paestum e il Cilento
si era capito fin dal suo insediamento
alla guida dell’Azienda Autonoma di
Soggiorno e Turismo, avvenuto a luglio
dello scorso anno. Che queste idee non
sarebbero rimaste tali è stato chiaro già
nelle settimane successive alla conquista di una carica importante ma impegnativa, a servizio di un territorio vasto
e dalle grandi problematiche.
Marisa
Prearo
lavora
ormai da
circa un
anno alla
presidenza dell’azienda
di promozione
turistica,
un anno
durante il quale ha perseguito gli obiettivi immaginati ad inizio mandato: internazionalizzare l’Ufficio Informazioni,
punto di snodo del turismo italiano ed
internazionale, creazione di contatti con
Giappone e Stati Uniti, realizzazione di
una rete turistica e culturale che abbia
come capitale Paestum ma che guardi
con interesse anche al Cilento costiero e
alle aree interne, notoriamente ricche di
risorse da condividere con turisti in cerca
di paesaggi bucolici, tradizioni antiche e
sapori genuini.
Poi la grande intuizione: quella di puntare
agli italiani che non hanno la fortuna di
godere del patrimonio storico, architettonico, paesaggistico di Poseidonia
e dei comuni vicini, e creare per loro
le condizioni necessarie a conoscere
e apprezzare l’area. Così l’arrivo della
primavera ha segnato anche l’inizio per
l’Azienda di un nuovo cammino, che ha
preso avvio con la stipula di una convenzione con la Banca di Credito Cooperativo di Treviglio, in Lombardia, sottoscritta
nella piccola Galleria Aurora in Piazza
Basilica tra la Prearo ed il Presidente
dell’istituto bancario lombardo, Gianfranco Bonacina, che prevede agevolazioni
per i soci della banca che decideranno
di trascorrere una vacanza a Paestum.
Lo strumento è la “Paestum Promotion
Franco Consalvo, Presidente Consorzio
Mozzarella di Bufala Campana DOP
di
Tutela
della
Rientrato l’allarme
diossina: conformi tutti
i campioni di latte analizzati nel Salernitano
Il Bilancio
I
ritmi frenetici di lavoro sono gli stessi
di tre mesi fa, ma il clima è decisamente più sereno al Viale Carlo III°
di S. Nicola La Strada, a Caserta, dove
ha sede il Consorzio di Tutela della
Mozzarella di Bufala Campana DOP.
La crisi che si era abbattuta sul settore
lattiero caseario bufalino a causa della
psicosi da diossina non è ancora un
ricordo ma certamente non è più causa
di insonnia per le centinaia di persone
che lavorano nel comparto e che su
di esso hanno costruito la propria vita
e la propria storia. Maggiore serenità
anche per il Presidente del Consorzio,
Franco Consalvo (a sin nella foto, con
il Ministro Zaia, a centro)), al quale negli
ultimi tre mesi, praticamente dall’inizio
del suo mandato, è toccato il difficile
compito di lavorare per sradicare la
convinzione diffusa ovunque che il latte
di bufala fosse contaminato da diossine;
convinzione che ha portato nel mondo
un’immagine della Campania per nulla
dignitosa. Sono state settimane difficili,
ma si sta lavorando alacremente per
riconquistare la normalità e per puntare
a raggiungere livelli sempre più elevati di
promozione del settore lattiero-caseario
bufalino, e non più per difenderlo da
minacce infondate. Oggi come allora,
Franco Consalvo afferma: “La mozzarella prodotta in Campania e ancor di più
quella a marchio del Consorzio di Tutela
è costantemente sottoposta a controlli
rigidi che ne garantiscono la salubrità;
inoltre, ricordo che la nostra regione ha
iniziato già dal 1999 ad eseguire specifici programmi sulla filiera bufalina al
fine di prevenire la contaminazione da
diossina e, pertanto, può considerarsi
la regione che fa il maggior numero di
analisi mentre molte altre regioni non si
sono dotate di simili programmi di prevenzione”. La conferma della veridicità
delle sue affermazioni, semmai fosse
stata necessaria, è arrivata dalle analisi
compiute sul latte campano, volute dal
Ministero della Salute e dalla Commissione UE per verificare la presenza
di diossina, il cui esito ha accertato la
di Annavelia Salerno
qualità e la genuinità del latte bufalino
e dei suoi derivati: prodotti sani e sicuri,
oltre che unici per la loro tipicità.
Presidente, in sintesi qual è il risultato delle analisi?
I dati sono stati comunicati dal Ministero della Salute e dal Ministero delle
Politiche Agricole e indicano che nel
corso della prima fase del piano, che ha
coinvolto le province di Napoli, Caserta
e Avellino, sono stati prelevati in 173
caseifici 271 campioni di latte, provenienti da 646 diversi allevamenti. Alla
luce di ulteriori indagini, sono risultati
non rispondenti ai limiti cautelativi per
le diossine nel latte meno di 50 allevamenti che sono ancora sotto sequestro
sanitario (dati aggiornati a fine maggio.
N.d.r.). Nella seconda fase del piano di
campionamento, che ha interessato le
province di Salerno e Benevento, sono
stati prelevati 116 campioni di latte da 67
diversi caseifici, interessando 313 allevamenti. Tutti i campioni analizzati sono
risultati conformi. Ciò ha confermato che
tali province non sono state interessate
dal fenomeno della contaminazione da
diossina.
A quanto ammonta la perdita?
Per quanto riguarda la sola mozzarella
di bufala campana, la perdita di fatturato
nei primi quattro mesi del 2008 è stata di
circa il 35% rispetto allo stesso periodo
dell’anno precedente. In questi giorni
stiamo facendo una valutazione precisa dei danni subiti dagli operatori della
filiera analizzando i vari dati disponibili.
Ci sono ancora difficoltà nella vendita
delle mozzarelle?
Le vendite si stanno riprendendo ma i
livelli di fatturato non hanno ancora raggiunto i valori dell’anno precedente.
A fine maggio il Consorzio ha organizzato un incontro con il Ministro
delle Politiche Agricole Alimentari e
Forestali, Luca Zaia, in due aziende
bufaline del casertano. Quali sono i
risultati?
Abbiamo apprezzato moltissimo la disponibilità del Ministro ad incontrare sul
campo gli operatori della filiera bufalina
e gli abbiamo richiesto di definire in
tempi brevi le linee di intervento per la
risoluzione delle attuali problematiche
del settore. Il Ministro si è impegnato ad
attuare nei prossimi giorni una specifica
campagna di promozione in Italia ed
all’estero per il rilancio dei consumi di
Mozzarella di Bufala Campana.
Presidente, dopo questo difficile periodo quali sono i prossimi obiettivi?
Certamente l’obiettivo principale è quello
di ristabilire le condizioni normali del
mercato del latte cercando di equilibrare
il rapporto tra la domanda e l’offerta,
ma sono necessari numerosi interventi
sull’intera filiera e, quindi, i tempi sono
necessariamente lunghi. Mentre gli
interventi che il Consorzio può fare e
certamente farà nei prossimi mesi prevedono il rilancio con forza del marchio e
dell’immagine della Mozzarella di Bufala
Campana DOP, la tutela della qualità del
prodotto, la difesa della denominazione.
Tra queste priorità c’è sicuramente un
incremento della vigilanza sulla produzione e sul commercio e sull’uso corretto
della sua denominazione sia con la modifica del Disciplinare di Produzione sia
con la modifica del Piano dei Controlli.
Inoltre, il Consorzio continuerà il lavoro
già tracciato negli ultimi mesi in merito
all’ingresso degli allevatori prima nella
base associativa e, quindi, negli organi
amministrativi del Consorzio. Da allevatore, ancora prima che da trasformatore, penso che non sia più rinviabile la
partecipazione del mondo allevatoriale
al Consorzio di Tutela. Devo, però,
segnalare con rammarico che fino ad
oggi le richieste di ammissione a socio
del Consorzio sono state pochissime.
Infatti, solo 43 allevatori della provincia
di Caserta hanno presentato l’istanza
e sono stati ammessi mentre non sono
pervenute richieste di allevatori delle
altre province dell’area DOP. Mi aspettavo una maggiore partecipazione sia
degli allevatori dell’area casertana sia
di quelli dell’area salernitana.
Maggio/Giugno 2008
Speciale
Alessandro Di Masi, La
contadina
Dalle stalle
alle stelle!
I
bontà e tipicità che ne fanno un prodotto
unico. Un prodotto noto ed apprezzato in
tutta Italia ed esportato anche all’estero,
grazie a un efficientissimo sistema di
distribuzione che permette di vendere
il prodotto fresco tutti i giorni in tutti i
punti vendita. Punti vendita nei quali
dominano, quale condizione imprescindibile, gentilezza, cordialità, il massimo
dell’igiene e il calore tipico della gente
del Sud: caratteristiche che denotano
un ambiente sereno, dove “si sta bene
per produrre bene”, come sostiene Alessandro Di Masi, direttore della struttura,
nonché ideatore, insieme a suo padre
Alfonso, dell’azienda.
La storia della Contadina ha origine nel
1983 dalla famiglia Di Masi, dapprima
allevatori, poi trasformatori, infine leader di un’azienda che fa della qualità
e della bontà il suo punto di forza: la
gentilezza del personale, l’accoglienza
calorosa riservata ai clienti, il rispetto
delle norme igienico-sanitarie sono solo
alcune delle caratteristiche distintive
della Contadina, oggi presente in alcune
delle principali fiere del comparto. Oltre a
mozzarelle e a bocconcini, i prodotti più
richiesti ed apprezzati, sono numerose
le prelibatezza prodotte, come le ricotte,
caciocavalli disponibili freschi, quindi più
dolci, o stagionati, quindi più piccanti, e
poi trecce di mozzarella, provole affumicate o bianche, burro e burrini. Prodotti
di pregio la cui qualità non è mai venuta
meno neanche durante il periodo forse
peggiore della storia del comparto negli
ultimi anni, quello legato alla psicosi da
diossina . La stessa azienda “La contadina” ha reagito di fronte a tale problema investendo in una forte campagna
di marketing per ribadire la bontà e la
genuinità dei prodotti. Ed oggi, in tutti i
punti vendita sventolano con maggiore
orgoglio i due colori de “La Contadina”,
il bianco candido del latte, ed il verde
florido della natura!
Azienda
La Contadina di Di Masi & C. S.r.l.
Indirizzo
La Contadina S.r.l. – Via Falagato, 2 –
84023 Carillia di Altavilla Silentina (SA)
Come raggiungere l’azienda
Aut. A3 SA/RC – Uscita Battipaglia
– Bivio S. Cecilia, direz. Eboli – proseguire per Altavilla Silentina fino alla
contrada Falagato.
Manager: Sig. Alessandro Di Masi
Phone: +39 0828 987178
Fax: +39 0828 987398
Maggio/Giugno 2008
L’Azienda
l verde che circonda lo stabilimento,
emblema di un paesaggio rurale,
bucolico, per certi versi ancora inalterato, rimane il colore dominante anche
una volta varcata la porta d’ingresso
dell’imponente struttura, simbolo di una
storia lunga e proficua. Ed il caseificio
“La contadina” ha una storia lunga e ricca
di successi che negli anni l’hanno fatto
diventare una delle aziende del settore
più affermate nel salernitano e in Italia.
I numeri e le caratteristiche dell’azienda
raccontano in maniera veritiera e trasparente i risultati di oltre venti anni di
impegno: 40 punti vendita sparsi in tutta
Italia, una lavorazione che oscilla tra i
200 quintali di latte nel periodo invernale
e 300 nel periodo estivo e poi personale
altamente qualificato, una lavorazione
quasi esclusivamente artigianale, un
ciclo di lavoro che fa confluire all’azienda
di Altavilla Silentina gli sforzi e gli impegni
di numerosi allevatori, regalando loro
altrettanti successi e soddisfazioni. Ma il
reale punto di forza della Contadina è la
qualità del principale prodotto che viene
realizzato ogni giorno, la mozzarella,
che può fregiarsi del marchio DOP: una
vera delizia per il palato, uno scrigno
prezioso dalla superficie vellutata che al
suo interno custodisce una gradevolissima mescolanza di genuinità, salubrità,
Una task force
interregionale
per salvare la
vacca podolica
di Gerardo Russo
Il Progetto
E
’ singolare rendersi conto di come
nei tanto ideologizzati States
l’allevamento dei bovini abbia
creato una cultura propria come quella
del West, con tanto di cinematografia di
riferimento, mentre in Italia, segnatamente nel Mezzogiorno, questa stessa attività abbia creato quasi esclusivamente
emarginazione. Vero è che quando si è
imposta la cultura dell’industria, quella
contadina non solo ha dovuto cedere il
passo ma è stata rinnegata, quasi come
se non fosse mai appartenuta alla gente
del Sud.
A riappropriarsi di questo patrimonio
sociale e culturale l’azione del Gal Casacastra sull’allevamento della mucca
podolica, azione che ha creato una rete
sinergica in quattro regioni: Campania,
Basilicata, Calabria e Puglia. La podolica
è l’ antico animale da latte e da lavoro
dell’Appennino meridionale, una razza
che deriva dagli antichi ungulati della
catena montuosa del Mezzogiorno della
quale ancora oggi conserva le caratteristiche selvatiche di un tempo. La vita
di una podolica si svolge all’aria aperta,
vani i tentativi di rinchiuderla in una stalla,
le mandrie vivono sulle montagne nei
mesi estivi e sulle colline durante il periodo invernale, al pascolo nella natura.
Unico segno di addomesticamento il
campanaccio che serve al pastore per
sentirne la presenza nei boschi. Per
questa sua natura vive in una sorta di
paradosso sul piano dell’allevamento: è
sovvenzionata dalla regione come specie protetta, ma non viene considerata
animale da latte. Sarebbe un animale da
carne, ma le difficoltà di macellazione ne
stanno impedendo anche questo fattore
economico. Ora che la macellazione è
accentrata in due, tre impianti per tutto il
Cilento e il Vallo di Diano quale potrebbe
esserne la convenienza sul piano economico se poi un vitello non supera la
somma di trecento euro e questa somma
deve comprendere le spese del viaggio
e quelle della macellazione? Nessuna
convenienza. Se manca il riconoscimen-
to delle quote latte,
la podolica non può
essere impiegata, a
stretto rigore, nemmeno per la produzione di derivati caseari.
Per superare questo
gap gli allevatori della
quattro regioni con
maggiore numero di
capi di bestiame si
sono messi insieme
per fare una battaglia
comune e per salvare un patrimonio tipico, quello della cultura contadina e quello
della produzione tipica di mozzarella
nella mortella e caciocavallo podolico.
Una battaglia condotta anche contro
una sorta di pensionamento anticipato.
Colpisce parlare con gli allevatori, colpisce come una mandria riesca a fare
la transumanza per svariati chilometri
attraverso mulattiere sulla tratta San
Severino di Centola, luogo di pascolo
invernale alle alture di Montano Antilia.
Colpisce la descrizione della mungitura.
La podolica non si riesce a mungere
col solito metodo tradizionale, e per
tradizione si intende il metodo classico
di accovacciarsi alle mammelle della
mucca, il che suona già strano per gli
allevamenti ultratecnologici di mungitura
computerizzata, gli allevatori sono soliti
dire che rubano il latte al vitello. Bisogna
infatti aspettare che il vitello si avvini alla
madre per poppare il latte e mungere dai
capezzoli liberi. Non vi è altro metodo,
avvicinarsi alla podolica come alle altre
mucche diventa pericoloso. Già questo
avrebbe potuto ispirare un corto di Ford
o di Leone se si fosse stati in America,
nel Sud questo fa parte del termine spregiativo del mondo del vaccaro.
zie di sviluppo locali, in prima istanza
dal Gal Casacastra. Le associazioni in
realtà sono due: accanto a quella degli
allevatori si sta sviluppando la rete dei
comuni della podolica sempre nello stesso comprensorio interregionale, gli enti
locali che hanno già dato disponibilità
attraverso un protocollo d’intesa sono
più di cento. La rete degli allevatori si è
già costituita e si è data una struttura;
alla presidenza l’oncologo potentino
Luigi De Trama, alla vicepresidenza
l’avvocato di Vallo della Lucania Pantaleo Retta: entrambi i professionisti
sono anche allevatori. Il presidente De
Trama ha fatto uno studio sui valori
organolettici della carne podolica e sui
derivati lattiero-caseari. La percentuale
areale del Cilento e Vallo di Diano è di
circa il quaranta per cento: su sessanta
allevatori della rete più di venti sono del
meridione della provincia di Salerno.
Quanto alla quantità di capi al primo poDa sinistra: Pantaleo Retta, Roberto Rubino e
Luigi De Trama
La rete degli allevatori
Più di sessanta gli allevatori di razza podolica in quattro regioni del Mezzogiorno
riuniti nella Rete degli Allevatori Podolici,
un’associazione pianificata dalle agen-
Maggio/Giugno 2008
Il Direttore
del
Gal Casacastra: “Abbiamo
diritto alle quote latte”
Associarsi per sopravvivere al sistema del mercato e sfidare la normativa sulle
quote latte, questo l’aspetto diretto dell’associazione degli allevatori di podolica
e dei comuni della podolica. La gestione degli allevamenti podolici in quattro
regioni del Sud è al momento in standby: l’associarsi ha il senso di rivendicare i
diritti della categoria. Primo fra tutti il diritto alle quote latte. “In questo momento
la situazione delle quote latte per quanto riguarda gli allevamenti podolici è di
grande disagio” dice Carmine Farnetano, direttore del Gruppo d’Azione Locale Casacastra, “sostanzialmente parliamo di una produzione che può essere
considerata fuorilegge visto che non esistono le quote latte per gli animali che
pascolano in montagna”.
Quindi la mancata assegnazione è a causa della posizione geografica in
cui vivono gli animali?
L’inesistenza delle quote latte non è per la podolica in senso stretto ma per
gli animali che pascolano in montagna, il che vuol dire che gli allevamenti che
beneficiarono dell’assegnazione delle quote latte, quando furono istituite, sono
quelli di bassa collina e di pianura, gli animali che rientrano in una certa altimetria
stanno fuori dalle quote latte.
Attualmente quindi le podoliche sono solo animali da carne…
Quindi non possono produrre latte perché non hanno le quote e sono considerate
animali da carne, fermo restando che il valore della carne podolica è ormai riconosciuto ed è di grande valore organolettico in quanto ha una forte componete
di elementi naturali, senza ormoni, un prodotto sostanzialmente biologico.
L’associazione dunque serve a spingere sull’attribuzione delle quote
latte?
Quanto alle quote latte uno degli scopi del progetto è proprio questo, fare in
modo che l’Unione Europea e la Regione Campania attribuiscano le quote latte
anche alla podolica. In questo senso gli allevamenti possono diventare effettivamente produttivi e passare da una situazione aberrante in cui gli allevatori
non raccolgono il latte semplicemente perché non possono collocarlo e quindi
non evolvono verso una impresa agroalimentare vera e propria. Il perno della
pianificazione è dunque fare in modo che gli allevatori, categoria che oggi sta
ai margini delle società, possano diventare una categoria riconosciuta a tutto
tondo come parte produttiva del territorio, come parte essenziale del tessuto
produttivo del territorio.
Ma conviene produrre carne con un allevamento di podolica?
Il problema in questo caso è legato proprio ai macelli, non esistono sul nostro
territorio macelli adeguati a trattare questi animali. Il macello più vicino è a Sala
Consilina, se un allevatore vuole macellare un capo deve prima sopportare le
spese del trasporto, poi quelle del macello, poi rientrare e con i prezzi che ora
sono riconosciuti alla carne podolica gli utili sono irrisori. La cosa non conviene
a nessuno.
L’associazione in questo contesto come potrebbe operare?
Riuscire a realizzare un macello, grazie all’associazione dei comuni della podolica che può farsene carico direttamente per ottenere un finanziamento e
poi affidarlo all’associazione degli allevatori per la gestione. Abbattere quindi
i costi del macello perché in quel caso non sarebbe più una struttura che deve
produrre reddito per se stessa, ma una struttura di servizio all’associazione
degli allevatori. Ciò significherebbe incentivare gli allevatori a produrre di più,
produrre carne e poi agire sul mercato potendo immettere carne podolica che
è stata trasformata interamente in loco andando anche in direzione di quello
che è il consumo a chilometri zero.
Il Progetto
Maggio/Giugno 2008
Speciale
sto si colloca la provincia di Foggia, con
una consistenza pari a quasi il quaranta
per cento, subito dopo la provincia di
Salerno, con le aree meridionali, con più
del trenta per cento di capi.
Sul piano territoriale salernitano la
maggior parte degli allevamenti sono a
Piaggine, Montano Antilia, Futani, Novi
Velia, Vallo della Lucania e Ceraso.
Scopo della rete è soprattutto quello di
aggregare un patrimonio sparso in allevamenti piccoli e medi con capi allo stato
brado sulle montagne, l’aggregazione
serve a rivendicare un sistema di produzione che oggi è antieconomico: per la
podolica infatti sono prescritte le quote
latte, gli animali sarebbero da carne, ma
una serie di cause rendono difficoltosa
anche questa attività.
La prima battaglia della rete sarà dunque
quella di far pressioni per la concessione
delle quote latte; in questo caso sarebbe
possibile produrre una serie di prodotti
che oggi sono fuorilegge: oltre al latte,
la produzione di caciocavallo podolico,
la mateca, la mozzarella nella mortella.
Per la produzione di carne si potrebbe
agire su due fronti, migliorare i servizi,
soprattutto quello dei macelli, e spuntare
un prezzo di vendita maggiore sui mercati regionali e nazionali.
Obiettivo finale della rete è, sul medio
periodo, la creazione di un consorzio di
produzione, cosa che renderebbe molto
più agevole i riconoscimenti di qualità
per carne e derivati del latte. Il riconoscimento del marchio di Denominazione di
Origine Protetta per carni e formaggi, per
questi ultimi prodotti si potrebbe configurare l’ipotesi di identificazione controllata
come per i formaggi degli alpeggi.
L’associazione intanto si è già dati dei
parametri di qualità organizzati in disciplinari sotto la supervisione dell’Istituto
Sperimentale di Zootecnia del professor
Roberto Rubino.
Il sistema dei controlli sanitari sui capi è
già operante, per la verità lo era anche prima della costituzione della rete in quanto
investe rapporti tra i singoli allevatori e le
aziende sanitarie di riferimento.
La rete con le due associazioni, quella
per gli allevatori e quella per gli enti
soggiace ad un duplice ordine di pianificazione; in primo luogo si riuscirebbe
a strutturare, finalmente, un dialogo tra
pubblico e privato, entità che oggi su
alcune problematiche sono l’uno contro
l’altro armati, si pensi ad esempio alle
regolamentazioni per il pascolo del
bestiame.
Inoltre si avrebbe la possibilità, anche in
questo caso finalmente, di organizzare
un sistema comune di programmazione per le azioni di crescita economica
relative al settore degli allevamenti al
pascolo.
Speciale
Confederazione Italiana Agricoltori
Si sperimentano i mercati contadini
I Comuni di Battipaglia e Nocera Inferiore fra i primi aderenti all’iniziativa del presidente Oliva,
che è in sintonia con il decreto legge dell’ex ministro De Castro.
L’Organizzazione
P
residente, quali sono
i servizi e le attività
dell’organizzazione?
La Cia di Salerno è formata
da uno staff di 30 persone
tra dipendenti e collaboratori,
ha uffici dislocati su tutto il
territorio ed offre numerosi
servizi che vanno dall’assistenza su tutti i fronti alle
imprese agricole della nostra provincia sia in materia
fiscale che legale. Il nostro
ufficio legale è impegnato
anche nella consulenza per
i contratti d’affitto degli agricoltori. Oltre alla normale
attività di Patronato, all’Associazione dei Pensionati Cia,
al Turismo Verde, il Centro
autorizzato di Assistenza
Agricola (CAA) assiste le
aziende in tutti i procedimenti
amministrativi, per garantire
servizi efficienti, snellire le procedure, controllare e presentare
le richieste di ammissione ai benefici comunitari.
Quali sono le priorità di lavoro su cui siete, in questo
periodo, impegnati come Cia?
Tra i nostri obiettivi rientrano la promozione e lo sviluppo dei
nostri prodotti agricoli di qualità e il sostegno professionale
alle aziende, la formazione e l’informazione, la necessità e
l’importanza della tracciabilità per garantire qualità e sicurezza
alimentare e la fiducia dei consumatori. Su questo fronte abbiamo aderito e stiamo portando avanti il progetto di favorire
la vendita diretta dei prodotti agricoli all’interno delle stesse
aziende attraverso i gruppi di acquisto nati con finalità di solidarietà sociale e formati da consumatori uniti per acquistare
direttamente dall’ingrosso i prodotti e risparmiare sui prezzi
delle merci. Stiamo sperimentando un’altra esperienza che
va incontro alle esigenze dei consumatori: i mercati contadini.
E’ un’iniziativa legata ad un decreto legge del 20 novembre
2007 dell’ex Ministro delle politiche agricole Paolo De Castro
che si regge sul principio del “farmer market” che intendiamo
sviluppare su tutto il territorio provinciale. L’istituzione dei
mercati contadini, che sotto il controllo dei singoli comuni di
appartenenza, dovranno diventare, secondo il decreto, almeno
100 entro il 2010, vuole realizzare l’acquisto dei prodotti direttamente dal produttore e senza bisogno dell’intermediazione,
accorciando cioè la filiera produttiva e garantendo la provenienza e un prezzo più conveniente. Al progetto hanno finora
aderito i comuni di Nocera Inferiore e Battipaglia.
Qual è il problema più urgente da affrontare e risolvere
per la Cia di Salerno?
Credo che oggi per l’agricoltura salernitana, con le sue peculiarità e differenze tra le diverse zone di produzione, sia quello di
ricostruzione un rapporto di fiducia tra gli operatori del settore
lattiero-caseario, che vive un momento difficile, e i consuma-
tori. Il nodo fondamentale in questa fase riguarda l’impegno
per risolvere la crisi del settore bufalino dopo le note e tristi
vicende legate alla mozzarella di bufala campana e alla psicosi
diossina. I nostri allevatori vogliono distribuire un latte eccellente, a garanzia della sicurezza e della qualità e gli agricoltori
sono impegnati a difendere la genuinità dei prodotti. Stiamo
cercando di realizzare il Progetto Se.T.A.( Servizi Telematici
per l’Agricoltura) che permette alle imprese di accrescere la
propria competitività dando l’opportunità ai caseifici di fare la
tracciabilità del prodotto. Il prossimo 3 luglio è in programma un
primo importante incontro con i responsabili nazionali insieme
ad un gruppo di allevatori della Piana del Sele dove saranno
illustrati tutti i benefici del progetto. (w.b.)
10
Il
nuovo presidente della
CIA
Domenico Oliva, 38 anni, è da
pochi mesi al timone della C.I.A.
(Confederazione Italiana Agricoltori) di Salerno, eletto all’unanimità dal Consiglio provinciale
della confederazione. Subentra
a Daniele Petrone. Il nuovo presidente per molti anni dirigente
di zona CIA dell’Agro – Nocerino
– Sarnese, laureando in Scienze
Politiche, è affiancato da due
vice presidenti: Angelo Carucci
e Antonio Vecchio e da una Giunta Esecutiva formata
in larga parte da imprenditori agricoli: Angela Marzucca,
Michelina Della Calce, Francesco Azzeo, Antonio Orlotti,
Michele Citro e Luigi Cafaro.
Maggio/Giugno 2008
S. Angelo a Fasanella:
la grotta di San Michele
diventa santuario diocesano
L
A breve i bandi del nuovo Programma di Sviluppo Rurale:
1,9 miliardi di euro per imprese agricole ed agroalimentari e per enti
D
a maggio a giugno l’assessore provinciale Corrado Martinangelo è stato impegnato in un serrato tour che ha
toccato tutto il comprensorio, allo scopo di illustrare il nuovo
Programma di Sviluppo Rurale (PSR) ossia il piano di fondi
strutturali 2007-2013 e spiegare agli amministratori locali le
tante nuove opportunità di sviluppo per i territori rurali.
I fondi strutturali elargiti dall’Unione Europea per il 20072013 sono infatti l’ultima, importante occasione per accelerare la corsa delle aree rurali verso lo sviluppo, la crescita
economica, il benessere del territorio e delle persone che
lo abitano.
Naturalmente le istituzioni locali sono chiamate ad assumersi la
responsabilità di attuare al meglio le politiche di sviluppo rurale,
in particolar modo finalizzate al rilancio dei settori dell’agricoltura
e della forestazione. Incontri importanti, dunque, per allinearsi
alle politiche di sviluppo rurale 2007-2013, che perseguono
come obiettivo prioritario il miglioramento della competitività
del settore agricolo e forestale, il miglioramento dell’ambiente,
ma anche della qualità della vita nelle zone rurali.
Il Programma di Sviluppo Rurale dovrà consentire di offrire riMaggio/Giugno 2008
sposte mirate alle esigenze delle filiere e dei singoli territori, in
un contesto variegato per caratteristiche e bisogni, offrendo,
pertanto, anche una diversificazione delle politiche in base
alle caratteristiche distintive dei diversi sistemi locali.
Il tour è partito il 19 maggio dalla Comunità montana Gelbison e Cervati a Vallo della Lucania, per poi proseguire
presso la Comunità Montana Lambro e Mingardo a Butani,
la Comunità Montana Monti Picentini a Giffoni Valle Piana),
la Comunità Montana Penisola Amalfitana a Tramonti, la
Comunità Montana Tanagro a Buccino, la Comunità Montana Valle dell’Irno a Galvanico, la Comunità Montana Vallo
di Diano presso la Certosa di Padula, il Comune di Serre,
la Comunità Montana Alento e Monte Stella a Cicerale,
la Comunità Montana Alto e Medio Sele a Campagna, la
Comunità Montana Bussento a Torre Orsaia, la Comunità
Montana Calore Salernitano a Roccadaspide, il Comune
di Albanella, le aree collinari di Salerno, il Comune di Nocera Inferiore, il Comune di Capaccio, il Comune di Eboli,
l’Istituto Sperimentale di Angri, la Comunità Montana a
Postiglione.
11
La Bacheca
a grotta di San Michele a Sant’Angelo a Fasanella,
antichissimo luogo di culto e insediamento rupestre
patrimonio Unesco, è stata elevata al grado di santuario
diocesano. La consacrazione è avvenuta l’8 maggio scorso, giorno della festa patronale.
L’antica grotta abbaziale è stata recentemente oggetto
di restauro curato dalla Soprintendenza ai beni culturali
e paesaggistici di Salerno e Avellino. La scoperta della
grotta dell’Arcangelo Michele viene attribuita al principe
Manfredo verso l’anno 1000. Manfredo, durante una
battuta di caccia, vide il suo falcone scomparire in una
fenditura della roccia. Tornato con un seguito di servitù e
contadini alla ricerca del falcone scoprì una caverna da
dove giungeva una dolce melodia. Qui vi trovò un altare e,
sulla parete di fondo, l’immagine dell’Arcangelo Michele.
La leggenda vuole che l’Arcangelo Michele abbia lasciato
impresse la forma delle ali rosse dietro l’altare. L’ingresso
è costituito da un semplice portale che, alla base dei due
stipiti, presenta un leone ed una leonessa di fattura arcaica. All’interno della grotta, oltre alla tomba di Francesco
Caracciolo ed al pozzo, si nota un’altissima edicola di
stile gotico. La cavità più profonda costituisce la cappella,
dedicata all’Immacolata, sul cui altare una cornice lignea
racchiude una tela databile XVII sec. Tutto intorno si possono ammirare affreschi trecenteschi e sculture. Sul fondo della
grotta si può ammirare, invece, un ricco altare seicentesco fatto costruire, come anche il pozzo ed il pulpito, dall’abate
Fabio Caracciolo. Su questo altare troneggia la statua in marmo di San Michele Arcangelo. Al di là della leggenda, però,
la grotta dovrebbe risalire a prima dell’anno 1000. Infatti,secondo Eustachio Caracciolo nella grotta sarabbe morto nel
619 San Ricario. Qui, ogni anno, si celebra la tradizionale festa di San Michele Arcangelo, patrono del paese, l’8 Maggio,
giorno dell’apparizione del Santo e il 29 settembre. Sotto il dominio normanno, accanto alla grotta di San Michele fu istituita un’abbazia benedettina. La Grotta, nei secoli, è stata un luogo di culto sempre molto amato da devoti e fedeli. Che
oggi festeggiano il “loro” santuario.
Speciale
L’Enoteca Provinciale di Salerno: sinergia per un club di qualità
La Bacheca
A
nche quest’anno l’Enoteca
Provinciale di Salerno ha
partecipato alla manifestazione
Vitigno Italia, che si è svolta presso la Mostra d’Oltremare di Napoli,
dal 26 al 28 maggio.
La manifestazione, nata nel 2005
con l’esigenza di creare per il
Centro-sud un salone di riferimento fortemente caratterizzato
e di alto profilo, ha offerto una
preziosa occasione di visibilità
al panorama enologico provinciale, che si è messo in vetrina
in uno stand istituzionale che ha
raggruppato 19 delle aziende iscritte che, con proprio desk,
hanno potuto relazionarsi con gli enoappassionati presenti
alla manifestazione.
L’Enoteca provinciale di Salerno è ormai una realtà territorialmente rappresentativa della sinergia pubblico – privato
volta alla valorizzazione della filiera vitivinicola provinciale e,
soprattutto, alla sua affermazione come “movimento del vino”.
A tal fine, oltre allo stand dedicato, durante la kermesse si è
tenuta una conferenza stampa destinata alla discussione e
presentazione delle iniziative istituzionali in corso per l’Enoteca
Provinciale.
Coordinati dal Dirigente del Settore Attività Produttive della
Provincia di Salerno, Domenico Ranesi, tanti sono stati gli
interventi tesi a sottolineare l’unicità del patrimonio vitivinicolo
e gastronomico salernitano e l’importanza della sinergia pubblico - privata.
La Provincia di Salerno ha sempre creduto nel progetto Enoteca
e nell’eccellenza vinicola locale, tanto da divenire soggetto
partecipante, promotore e sostenitore di eventi di settore,
quali, appunto, Vitigno Italia: Salone da vitigno autoctono e
tradizionale italiano. Sin dalla prima edizione di Vitigno Italia
– sostiene Chicco De Pasquale presidente dell’evento napoletano - anche quando pochi scommettevano sulle potenzialità
dell’iniziativa, la Provincia di Salerno si è mostrata interlocutore
preferenziale, Ente sostenitore delle potenzialità offerte da tale
evento – vetrina alla promozione dei vini provinciali.
Il sostegno all’enogastronomia territoriale di qualità è indispensabile alla visibilità di un territorio e un’Amministrazione
provinciale non può sottostimarla specialmente in luoghi come
la provincia di Salerno che, pur viva di eccellenze paesaggistiche, storico – culturali ed enogastronomiche, soffre, di riflesso,
delle recenti e devastanti vicissitudine della vicina Napoli. Da
qui l’esigenza - sottolineata maggiormente dal giornalista e
critico enogastronomico, Luciano
Pignataro - di qualificare l’offerta
salernitana in ogni suo aspetto e,
soprattutto, di affermare l’alta potenzialità dell’Enoteca Provinciale
quale vetrina di eccellenze capace
anno dopo anno di accrescere
la forza di attrazione dell’intero
territorio. Il giornalista ha difatti
esaltato l’unicità della produzione
vinicola salernitana definendo
il territorio provinciale “terra di
opportunità”. I dati di crescita
settoriale in provincia di Salerno
mostrano, difatti, un andamento
favorevole del comparto vitivinicolo in controtendenza rispetto a
luoghi storicamente enoici della regione, dove la stessa storicità
produttiva giustifica, a volte, rallentamenti o stagnazione.
La stessa volontà dei produttori locali di creare cooperazione
associandosi e realizzando un luogo comune ove commercializzare, promuovere e far conoscere i propri vini, può fungere
da esempio ai produttori delle altre province campane affinché
si affermi sempre più il valore differenziante dell’essere e fare
sistema. Antonio Fiore, critico “maccheronico” del Corriere
della Sera e giornalista enogastronomico, auspica per le altre
province regionali, la stessa capacità di associazionismo.
Si parte e si guarda Salerno, terra di opportunità e alla nuova
sfida della cooperazione pubblico - privata.
Nata nel 2003 quale progetto istituzionale di enoteca itinerante,
la prossima costituzione in Associazione dell’Enoteca salernitana
inaugura un nuova cooperazione che si pone quale polo di forza
per una promozione integrata del patrimonio vinicolo locale. Tale
Associazione avrà quali soci fondatori la Provincia di Salerno
e 26 aziende vitivinicole salernitane e avrà una propria sede
nel centro storico della città capoluogo. Il tutto entro la fine di
settembre prossimo, come conferma l’Assessore all’Agricoltura
e Foreste della Provincia di Salerno, Corrado Martinangelo.
La costituzione dell’Associazione Enoteca prevede la messa
in campo di altre iniziative istituzionali collaterali:
l’individuazione, nel centro della città di Salerno, di una sede
fisica ad essa destinata e la progettazione di una rete di club di
qualità enogastronomica distribuiti sul territorio provinciale.
Il progetto tende, dunque, alla realizzazione di un luogo deputato alla formazione, alla diffusione della cultura del vino
e delle tipicità locali, sostenuto da attività comunicazionali e
promozionali quali la realizzazione ed implementazione di un
portale internet dedicato www.enotecaprovincialedisalerno.it
prossimamente in rete.
Patto Formativo per la filiera agroalimentare/industriale
Nuovo tassello per il Patto Formativo per la filiera agroalimentare/agroindustriale. E’ stato firmato l’atto di concessione tra il
Parco Scientifico e la Regione Campania per la predisposizione del
Piano Attuativo che, una volta approvato e validato dalla Regione,
consentirà l’avvio degli interventi formativi previsti. Il Patto Formativo
per la filiera agroalimentare/agroindustriale coinvolge un ampio partenariato guidato dal Parco Scientifico e Tecnologico che è soggetto
capofila, è a valenza regionale ed è sostenuto dalle cinque province
campane. Alle imprese si offre un’opportunità unica per formare i
dipendenti e nuove risorse umane da inserire in organico, contribuire
ad accrescere il capitale umano e a ridurre lo svantaggio sociale,
per valorizzazione i comparti più produttivi e rilanciare quelli meno
trainanti. In particolare, il Patto intende promuovere la cultura di
filiera, favorire l’accesso ai mercati nazionali e internazionali delle
aziende, valorizzare la qualità.
12
Maggio/Giugno 2008
“Pertosa, ma non solo, tra le principali
mete turistiche della Regione”
S
Maggio/Giugno 2008
momento ad auto blu e privilegi.
Per Claudio Velardi l’intero patrimonio artistico e culturale della Campania (e anche quello
della provincia di Salerno), va preservato e
curato perchè puo’ diventare “una risorsa
straordinaria per tutta la regione”.
“Confesso che è una grave colpa - ha sottolineato l’assessore - io non ero mai stato
in alcune realtà, come le grotte di Pertosa,
pur essendo campano. Devo dire che sono
spettacolari e mi ha fatto piacere sapere che
gli amministratori locali e tutte le persone vi
che ruotano intorno, siano riusciti a mettere in
piedi un’impresa in grado di autofinanziarsi.
Adesso, grazie a questi grandi sforzi di innovazione tecnologica che si stanno facendo, sono certo che questa zona della
provincia di Salerno potrà diventare, insieme ad altre che
hanno una vocazione turistica diversa, una delle principali
mete turistiche della Campania”. A proposito delle strategie per lo sviluppo del turismo Velardi
ha spiegato che, al posto dell’osservatorio sul turismo, saranno
i docenti e gli studenti universitari a fare le indagini sullo stato
del turismo in Campania.
13
Speciale Tursimo
i è insediato solo da qualche mese, ma
ha già rivoluzionato il modo di approcciare il turismo in Campania. Acceso
polemiche, diviso.
Ma anche entusiasmato e fatto discutere per
le sue idee. Claudio Velardi, il guru della
comunicazione prestato alla politica (dopo
l’esperienza sempre con Bassolino nella
giunta comunale di Napoli), ha toccato nel
suo lungo tour in giro per la Campania anche
la provincia di Salerno.
L’assessore regionale, che ha approntato una
vera e propria road map (per conoscere in
prima persona - ha spiegato - tutte le realtà
della regione e rendermi conto in prima persona dei problemi
per poi trovare in tempi rapidi anche le soluzioni), punta deciso
sul turismo di qualità.
“Qui ci sono realta di una meraviglia assoluta, come le grotte
di Pertosa, che sono anche ben sfruttate sul piano turistico.
E altre che hanno bisogno di un rilancio e di una programmazione”.
Velardi, fedele al copione di sportivo (un maratoneta convinto),
non ha mai vestito i panni di politico, rinunciando fin dal primo
Speciale
CLAUDIO VELARDI, ASSESSORE AL TURISMO DELLA REGIONE CAMPANIA
Speciale
ANGELO VILLANI, PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI SALERNO
Natura, arte, cultura e grandi eventi per
una stagione estiva al top
di Caterina La Bella
Speciale Turismo
P
residente Villani, si avvicina la stagione estiva. Con quali prospettive
per il territorio salernitano?
La stagione estiva rappresenta il momento di
maggiore incremento turistico. Le manifestazioni promosse e organizzate dalla Provincia
di Salerno, capaci di coinvolgere l’intero territorio – da Scafati a Sapri – regalano un enorme
ventaglio di proposte. Le bellezze paesaggistiche, le risorse naturali, impareggiabili, fanno il
resto. La Costiera Amalfitana e Cilentana, per
fare un esempio, sono indiscutibilmente un
“richiamo” che, ovvio, necessitano sempre di
un nostro supporto. Un supporto necessario
soprattutto in questo momento a causa delle
emergenze e, di conseguenza, di una pubblicità non proprio positiva per il territorio.
Nel 2007, secondo i dati forniti nel corso
della Giornata dell’economia, si è registrata in provincia di Salerno una flessione
della domanda turistica, dovuta prevalentemente alla
componente straniera con un calo del 2,2%. Si spiega il
motivo?
La flessione del dato è da ricondursi ad un contesto più generale. Mi spiego: la frenata risente di una recessione che
coinvolge l’intero paese. Le emergenze, poi, note a tutti, hanno
ulteriormente contribuito ad arrestare la domanda turistica. La
verità è che quando si parla di Napoli si parla di Campania
e, ancora, di Italia. Ma non è così. La realtà che si vive nella
città partenopea è totalmente differente da quella salernitana;
tutti i nostri sforzi sono concentrati proprio a far capire questa
sostanziale differenza.
Quali previsioni, invece, per il 2008?
I cittadini nutrono fiducia verso
il futuro. Non lo dico io ma una
speciale classifica del Sole24Ore
che pone Salerno al primo posto
per “sentiment”. Questo vuol dire
che credono nelle istituzioni, negli
sforzi e negli investimenti. E gli
investimenti della Provincia sono
notevoli e importanti. Per il settore
turismo, infatti, abbiamo numerosi
manifestazioni che coprono l’intero anno. Grandi eventi, grandi
richiami che stanno già dando
soddisfazioni e ottimi risultati. Tutto, naturalmente, in modo gratuito.
C’è tanto altro ma, mi consenta, di
sottolineare una cosa importante:
quando ci siamo trovati dinanzi ad
emergenze, a fatti straordinari,
abbiamo immediatamente avviato
tavoli di confronto con le associazioni di categoria al fine di adottare
scelte condivise. Questo lo ritengo
importante, fondamentale per la
crescita del territorio.
Quali i punti di forza del territorio?
Fare un elenco sarebbe davvero difficile. Il
territorio salernitano è ricco di risorse naturali. Siti archeologici, culturali, paesaggistici,
ambientali. Prodotti tipici e marchi di origine
controllata. Ma l’elenco è davvero molto
lungo.
Quali quelli di debolezza?
Non parlerei di punta di debolezza piuttosto di
potenzialità da valorizzare maggiormente.
Quali saranno i punti forti del prossimo
programma estivo?
Il cartellone estivo della Provincia è sempre
ricco, variegato e soprattutto di qualità. Noi
ci muoviamo nell’ottica della destagionalizzazione, ovvero manifestazioni organizzate
per l’intero anno lasciando “libera” la stagione
estiva che di per sé rappresenta un forte
richiamo turistico. Questo non vuol dire che
il cartellone non proponga nulla, anzi. Con i
“Grandi Eventi”, attraverso “Progetti d’Autore”, un contenitore
culturale di musica di qualità, in estate c’è Palinuro Griffe.
Cantanti italiani di fama internazionale che si esibiscono,
gratuitamente.
La Provincia ha varato “Itinerari Mediterranei” per destagionalizzare il turismo. Un esperimento che, finora, ha
funzionato?
Sicuramente. Itinerari come Progetti d’Autore. Itinerari riesce
a far sposare i “saperi e i sapori” in luoghi di notevole richiamo archeologico-culturale. E’ la prima edizione e, visti i primi
risultati, non stento a credere che ce ne saranno delle altre.
Abbiamo aperto con Panariello divenuto testimonial della
mozzarella, dei nostri prodotti tipici.
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Maggio/Giugno 2008
Dalle spiagge al centro storico, Salerno si prepara
ad accogliere i turisti e a non “svuotarsi” ad agosto
A
finendo per l’estate un programma di eventi
che animeranno le spiagge salernitane, da
Santa Teresa fino a Mercatello: tornei di beach volley, iniziative musicali e tanto altro. Ci
auguriamo, così, di incentivare la balneazione
sul nostro litorale, interamente fruibile, anche
nel mese di agosto, cercando di invertire la
tendenza dello svuotamento della nostra città
nel mese più caldo.
Può anticiparci quali saranno i punti forti
del prossimo programma estivo?
Nel mese di giugno ospiteremo il concertoevento di Vasco Rossi nelle due serate del
27 e 28, ma anche la nuova edizione del
torneo “Salerno in Primavera” che porterà in
città numerose famiglie, anche d’Europa, al
seguito delle squadre di calcio. Poi il 16 giugno
abbiamo avuto allo stadio Arechi la partita di
beneficenza della nazionale piloti. Ad agosto,
invece, in cartellone abbiamo la XXV edizione
della storica rassegna “Teatro dei Barbuti” oltre ad una serie di altri
eventi importanti di danza, musica, che saranno il leit motiv di questa
estate. L’animazione e gli eventi sulle spiagge, cui facevo prima
riferimento, costituiscono la novità che si innesta su un calendario
fitto di appuntamenti.
L’assessorato comunale al turismo ha varato il centro storico “sempre aperto”. Come procede l’iniziativa in termini
di presenze?
Possiamo dirci veramente soddisfatti dell’iniziativa. I monumenti
aperti nel centro storico sono una novità apprezzata innanzitutto
dai nostri concittadini ma anche e soprattutto dai turisti. Le associazioni che stanno collaborando al progetto mi confermano l’altissimo gradimento dell’iniziativa: i visitatori si lasciano entusiasmare
dalle visite guidate nel centro storico, per la Salerno longobarda e
normanna. In particolare siamo riusciti a garantire anche ai croceristi, che sbarcano il lunedì nella nostra città,
la visita dei monumenti del centro storico,
mentre prima erano costretti a recarsi in
Costiera o a Paestum. Per questi primi
mesi le presenze e i fruitori del progetto
sono stati veramente significativi.
A che punto è l’attuazione del Distretto
turistico digitale?
È un altro punto fondamentale della nostra azione. Il turismo può e deve essere
incentivato dalle novità informatiche. Credo
che a breve diventerà realtà il progetto
dell’Informator 3000, il pannello tecnologico che collocheremo innanzi alla stazione
ferroviaria. Completerà l’offerta informativa
no stop della nostra città, ora garantita
esclusivamente e con ottimi risultati dall’Infopoint dell’EPT, anche se con orari
limitati. Saremo in grado di offrire in tempo
reale una serie di informazioni utili ai turisti,
farmacie di turno, disponibilità alberghiere,
eventi che si susseguiranno in città. Poi,
lavoreremo insieme al Settore Sistemi
Informativi del Comune per definire il progetto delle video-audio guide per le visite
dei monumenti nel centro storico.
(c.l.b.)
Maggio/Giugno 2008
15
Speciale Turismo
ssessore Maraio, siamo all’inizio
della stagione estiva. Con quali
aspettative?
Mi fa piacere sottolineare, con soddisfazione,
la calendarizzazione di importanti eventi su
un periodo più ampio dei soli mesi estivi tradizionali. Abbiamo organizzato grandi iniziative,
ad esempio, nei mesi di aprile e maggio: la
“Antica Fiera del Crocifisso” nel centro storico
ha riscosso un notevole successo di pubblico,
ma anche il “Festival delle culture giovani”,
“Cartoons on the bay” e “Salerno porte aperte”
nei weekend di maggio, con la novità degli
spettacoli musicali per la migliore fruizione dei
monumenti, hanno attirato nella nostra città
numerosi turisti. Questa è la dimostrazione
che la scelta politica dell’amministrazione comunale di puntare sul centro storico come destinazione turistica e di investire sull’apertura
dei monumenti in tutti i giorni della settimana,
al contrario di quello che sta accadendo nel napoletano, ove si
razionalizza e si contingenta la fruizione dei beni culturali, ci sta
premiando.
Ogni anno si parla di una città “vuota” ad agosto. Cosa state
facendo per la valorizzare la città capoluogo?
L’obiettivo primario è la promozione della risorsa mare. Per una
città come Salerno, è un dovere. L’intuizione del sindaco De Luca
di programmare, ogni settimana, lo sbarco in città di una nave
da crociera della MSC, in un momento di enorme difficoltà per la
Regione Campania, costituisce una vera e propria svolta per la
nostra città. Vedere centinaia di turisti ogni settimana scendere
dalla nave e passeggiare per i vicoli del centro storico, con i
monumenti sempre aperti, è un importante passo in avanti. Ma
non è finita. Dobbiamo recuperare totalmente alla fruizione dei
salernitani e dei turisti il nostro litorale. Per questo, stiamo de-
Speciale
VINCENZO MARAIO, ASSESSORE AL TURISMO DEL COMUNE DI SALERNO
RINO AVELLA, AMMINISTRATORE DELL’ENTE PROVINCIALE PER IL TURISMO
Parola d’ordine: fare sistema nell’offerta
turistica salernitana
Speciale Turismo
A
mministratore Avella, si avvicina
la stagione estiva. Con quali prospettive turistiche per il territorio
salernitano?
Partiamo da una base non positiva: le immagini
dell’immondizia, irradiate su tutti i mercati internazionali, hanno arrecato un danno notevole e certo
a tutto il comparto turistico campano in particolare,
nazionale in generale. Poco incide, nell’economia
complessiva del fenomeno, la realtà che nel salernitano l’emergenza rifiuti è solo una ventilata minaccia. Ma questo è solo il problema principale.
Nel 2007, secondo i dati forniti nel corso
della Giornata dell’economia, si è registrata in provincia di Salerno una flessione
della domanda turistica, dovuta prevalentemente alla componente straniera con un
calo del 2,2%. Si spiega il motivo?
Uno è stato detto, l’altro riguarda il dollaro
debole rispetto all’euro che sta determinando cali di presenza,
in particolare in Costiera amalfitana, dei turisti americani che lì
storicamente rappresentano il nocciolo duro in termini di arrivi.
L’altro aspetto negativo riguarda una concorrenza estera che,
approfittando di queste debolezze dell’offerta campana, propone pacchetti a basso costo ma dalla sufficiente qualità. Incide
infine sulla flessione anche il mancato adeguamento di molte
strutture, per lo più del Cilento, ai livelli qualitativi standard altrove, nonostante i prezzi siano mantenuti generalmente alti.
Quali previsioni, invece, per il 2008?
La stagione non è iniziata nel migliore dei modi: la Pasqua
bassa non è stato un buon prologo per il lungo ponte del 25
aprile – 1 maggio. All’osservatorio dell’E.P.T. è risultato che
nelle località della Costa Cilentana alcune strutture ricettive
sono rimaste chiuse, altre sono risultate impegnate in lavori
di ristrutturazione per la manutenzione ordinaria ed apriranno
agli inizi di giugno. Il comparto ricettivo delle località della
Costa d’Amalfi è stato invece pienamente operativo. Tutte
le strutture sono state funzionanti con
un tasso di occupazione media pari al
65-70% durante il periodo 25 aprile-1°
maggio. Confermato un trend positivo
per gli alberghi a 5 e 4 stelle, anche
se il dato non può ritenersi estensibile
a tutte le strutture che rientrano nella
suddetta categoria. Infatti emerge un
quadro eterogeneo che evidenzia una
sensibilità degli operatori non sempre
attenta ad intercettare i segmenti della
domanda rispondendo con elasticità
dell’offerta. Per gli alberghi a 3 e a 2
stelle è stato rilevato un indice di occupazione inferiore, pari al 50-60%. Molti
operatori ritengono che la flessione
sia stata ascrivibile alla difficoltà dei
trasporti e al ritardo dei collegamenti
marittimi.
A rifinire le percentuali del tasso di
occupazione hanno poi contribuito le
prenotazioni last minute attivate attraverso internet. Dai numeri si evincono gli ampi margini
di crescita. Realisticamente immaginare un
prossimo tutto esaurito generalizzato è però
esercizio arduo.
Quali i punti di forza del territorio?
E’ chiaro che il sole, il mare e la pizza non
accontentino più nessuno. Serve allora un
impianto infrastrutturale di alta qualità degli
alberghi e di alta efficienza nel comparto
dei trasporti. Diventano quindi fondamentali
l’apertura ai voli di linea dell’aeroporto e l’attivazione dell’alta velocità ferroviaria.
Quali quelli di debolezza?
Un livello di accoglienza non sempre rispettoso
dei turisti molto spesso trasformati da ‘ospiti’ in
‘polli da spennare’ ed una mentalità turistica
che trova difficoltà ad essere metabolizzata
dalla società salernitana nel suo complesso.
Secondo dati recenti forniti dall’Ept le aree interne e il Cilento, rispetto alla Costa d’Amalfi, resta indietro. Salerno
appare una provincia a due velocità. Dove vanno ricercate
le cause di una simile situazione?
Pochi albergatori avevano deciso di avviare l’attività durante
la Pasqua, quest’anno anticipata. In Costiera Amalfitana,
però, la scelta è stata fatta un anno prima prevedendo per
il 25 aprile l’apertura di tutte le strutture e l’organizzazione
complessiva dell’offerta territoriale. Il Cilento ha invece deciso
di scadenzare le aperture tra Pasqua, il 25 aprile, il 1° maggio
ed infine a giugno. Ciò ha determinato una mancata offerta
complessiva del territorio.
Qualche tempo fa chiese l’istituzione del Manager Turistico
Provinciale. Crede sia ancora un intervento necessario?
Serve una regia pubblica degli eventi che, unitamente all’ammodernamento degli E.P.T. trasformati in Aziende di Promozione Turistica assicurino l’ottimizzazione dell’offerta turistica
complessiva salernitana governando i fenomeni.
(c.l.b.)
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Maggio/Giugno 2008
Maggio/Giugno 2008
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IL BILANCIO DI ITINERARI MEDITERRANEI
Gusto e cultura, tandem di successo,
ritorna a settembre
di Vera Arabino
Speciale Turismo
M
entre le mete più rinomate della provincia salernitana si attrezzano per ospitare
i vacanzieri dell’estate targata 2008
ormai alle porte e, bilancino alla mano, valutare
se e quanto si sia riusciti a far passare l’immagine
di “oasi felice” e non sfiorata dalle famigerate
emergenze partenopee, è invece tempo di tirare
le somme per la rassegna “Itinerari Mediterranei
– Arte, Saperi e Sapori di Qualità”.
Puntando infatti alla cosiddetta destagionalizzazione dei flussi turistici, la kermesse
che - promossa dal Settore Turismo della
Presidenza della Provincia e dall’Assessorato
all’Agricoltura ed inserita tra i “Grandi Eventi in Campania
2008” - ha aperto i battenti a marzo, si appresta a chiuderli
alla fine di giugno per poi riprendere con la programmazione
settembre-dicembre.
Gli ultimissimi appuntamenti in calendario, prima del break di
luglio ed agosto, spaziano come sempre da un capo all’altro
della provincia: si va dalla costa d’Amalfi (a cui sono legati
prodotti eccellenti come il limone sfusato amalfitano ed i vini)
dove resta allestita fino a domenica 29 giugno la mostra d’arte
“La ceramica, i prodotti ed il territorio” presso il Museo Manuel
Cargaleiro di Vietri sul Mare, fino alle grotte dell’Angelo di Pertosa (a cui sono legati prodotti tipici come il carciofo bianco ed
il caciocavallo podolico) dove fino al 28 giugno, ogni venerdì e
sabato, è possibile immergersi nelle suggestioni dell’Inferno di
Dante all’interno delle grotte, passando per il Parco Regionale
dei Monti Picentini dove sono in programma il concerto “Napoli
Classica d’autore” di Gloriana, a San Cipriano Picentino sabato
28 giugno ed il concerto di musica jazz del Trio Salerno nella
cattedrale del monte Tubenna a Castiglione del Genovesi,
lunedì 30 giugno.
Alla base di “Itinerari Mediterranei” c’è la volontà di coniugare
attrattori artistici, archeologici e culturali con momenti spettacolari e degustazione di prodotti tipici e di qualità garantita di
ciascun comprensorio. Un’idea di sicura efficacia: cosa c’è di
meglio, tanto per fare un esempio, di godersi
una buona mozzarella e un bello spettacolo,
all’ombra dei templi di Paestum?
E così gli itinerari proposti si sono snodati
finora tra castello di Arechi (dove ha riscosso
molto successo il concerto di musica etnica
dei Musica officinalis), centro storico e complesso monumentale di Santa Sofia a Salerno,
cornice dell’apprezzata mostra fotografica di
Adriano Eccel; area archeologica e musei di
Capaccio-Paestum, che è stata teatro del 3°
Salone della Mozzarella; grotte di Castelcivita;
museo archeologico della valle del Sele ad
Eboli, con la kermesse de “La Grande Bufala”; grotte dell’Angelo di Pertosa; parco archeologico dell’antica Picentia a Pontecagnano, “animato” dalla musica di Habib Koitè ma anche
dal teatro del grande Giorgio Albertazzi; borgo di Terravecchia
a Giffoni Valle Piana, dove ha mietuto consensi la straordinaria
Lina Sastri, ma anche perle della costiera amalfitana come
Minori, Vietri sul Mare e Positano, dove la musica di Eugenio
Bennato ha entusiasmato Marina grande.
“Si tratta di manifestazioni che hanno dimostrato di essere
capaci di andare oltre i canonici mesi di stagione balneare
– spiega l’assessore all’Agricoltura Corrado Martinangelo - I
nostri sforzi stanno raccogliendo i giusti frutti, dando vita ad
un turismo integrato, che mette insieme filiere diverse: arte,
archeologia, musica, sport, religione, cultura. Per la prima
volta i settori turismo e agricoltura hanno presentato un
programma unitario, che ha dimostrato di saper intrecciare
patrimoni diversi ma complementari in un’ottica di autentico
sistema”. E, tra l’autunno e l’inverno, gli itinerari tra saperi e
sapori proseguiranno alla volta del centro storico di Albanella,
del parco archeologico di Buccino, di Oliveto Citra, del parco
archeologico di Nuceria Alfaterna e del parco del Castello
Fienga di Nocera Inferiore, del Palazzo Marciano di Roccapiemonte, del parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano,
dei chiostri e dell’abbazia di Cava de’ Tirreni.
Nella suggestiva cornice della celebre località della fascia costiera
cilentana, ad agosto avrà luogo la
quarta edizione di una kermesse
cara al pubblico locale e ai turisti.
Uno degli eventi con cui la Provincia di Salerno intende promuovere il proprio territorio
puntando al tempo stesso sulla dimensione artistica e
spettacolare. La 4ª edizione si presenta con un cartellone
di assoluto rilievo nel panorama musicale nazionale ma
non rinuncia a momenti di intrattenimento dedicati ad un
target più vasto e variegato. Palinuro Griffe - Coast Music
Festival vuole essere una opportunità di riscoperta del
territorio provinciale e regionale, e soprattutto un progetto
comunicativo e promozionale che fa leva su uno dei punti
di forza del turismo campano e meridionale, la Costa del
Cilento.
La manifestazione costituisce un tassello molto importante
di un progetto che punta a delineare una nuova strate-
gia di arricchimento dell’offerta
turistica, privilegiando target
differenti, senza appiattimenti e
che, soprattutto, punta a creare
occasioni di richiamo al di là degli
schemi consueti.
Giovedì 28 agosto
P.F.M. IN CONCERTO
PER “MEMORIAL FABRIZIO DE ANDRE’ ”
Venerdì 29 agosto
FRANCESCO RENGA IN CONCERTO
Sabato 30 agosto
GIULIANO PALMA & BLUE BRIDES
Domenica 31 agosto
PINO DANIELE E BIG BAND
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Maggio/Giugno 2008
Di divina ce n’è una:
un grand tour senza eguali
di Anna Grazia Aliberti
Maggio/Giugno2008
spesso ricavati all’interno di monumenti o antiche ville, dagli
agriturismi agli affittacamere, bed and breakfast, residence e
case vacanze. La varietà dell’offerta ricettiva è segno che la
Costiera Amalfitana propone diverse tipologie di turismo. Non
solo mare nelle località più rinomate, ma tante opportunità di
vacanza per visitare siti di interesse storico-artistico, per vivere
la natura, per scoprire antiche tradizioni ed apprezzare i sapori
unici dell’eno-gastronomia locale.
Arte e cultura in Costa d’Amalfi
Storiche ville, antiche dimore, chiese e luoghi di culto: sono
questi i tesori, noti e meno noti, del patrimonio storico della
Costiera Amalfitana. Partendo da Salerno, il primo comune
costiero che s’incontra è Vietri sul Mare. Sulla verde collina
di Raito si erge Villa Guariglia, un tempo proprietà dell’Ambasciatore Raffaele Guariglia, Ministro degli Esteri del governo
Badoglio. Oggi, il complesso composto dal palazzo nobiliare,
dalla torretta e dal parco, è di proprietà della Provincia di
Salerno, grazie al lascito testamentario dell’Ambasciatore. Vi
si svolgono mostre, convegni, concerti e spettacoli ed è sede
del Centro Studi Raffaele Guariglia nonché del Museo della
Ceramica. L’esposizione, che occupa la torretta e il piano
terra della stessa residenza, mostra i pezzi in ceramica più
rappresentativi della produzione del territorio. Si parte dal ‘700
con oggetti di carattere religioso e devozionale, come targhe
votive ed acquasantiere domestiche, fino ad arrivare alle opere
del cosiddetto “periodo tedesco” della ceramica vietrese, che
va dagli anni Venti ai Quaranta del ‘900.
Proseguendo sulla strada costiera, tornante dopo tornante,
ci si lascia alle spalle il panorama del golfo di Salerno. Si
incontrano paesini, si attraversa lo splendido borgo marinaro
di Cetara, si scorgono insenature con spiaggette di ciottoli
e grotte, fino ad arrivare a Capo d’Orso. Qui, alle porte del
comune di Maiori, addossata alla roccia e all’ombra di una
imponente grotta naturale, si trova l’Abbazia di Santa Maria
de Olearia. Dalla strada, all’occhio del viaggiatore, l’intero
complesso appare come un agglomerato di vecchie abitazioni
private e nessuno penserebbe mai che dietro e dentro questa massa di costruzioni sono nascosti i resti di un ambiente
monastico che costituisce una preziosa testimonianza d’arte
e architettura dell’Alto Medio Evo. Il complesso religioso,
eretto nel X-IX secolo da un cenobio di monaci bizantini,
ha subito nel corso dei secoli continue alterazioni e modificazioni. L’abbazia è composta da tre cappelle sovrapposte.
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Speciale Turismo
S
tupore. Un’incredibile sensazione di meraviglia e di
nuova o rinnovata scoperta. E’ quello che si prova quando si arriva in Costiera Amalfitana. La “divina” Costa
d’Amalfi che, da secoli, incanta turisti e viaggiatori, illustri e
non, provenienti da ogni parte del mondo.
Percorrendo la stretta striscia di terra che collega Vietri sul
Mare a Positano, la Statale 163, non si può resistere al desiderio di tenere sgranati gli occhi per cogliere l’immensità del
paesaggio, i suoi colori e le sue forme. Non si può frenare la
voglia di respirare a pieni polmoni per sentire profumo di mare
e fresco odore di montagna.
In macchina, in moto o in mountain-bike, attraversare la Costiera Amalfitana, è un meraviglioso gioco di luci ed ombre, un
susseguirsi di tornanti dai quali si aprono spettacolari scorci
di costa, piccole baie incantate, insenature dalla prorompente
vegetazione mediterranea che sembrano raggiungere il mare,
là dove il sole crea mille riflessi di luce sull’acqua. A questi
panorami mozzafiato si affiancano i riti legati a secolari consuetudini, le tracce di antiche arti e mestieri, il ricco patrimonio
storico, l’eredità della tradizione economica costituita dall’agricoltura, dalla pesca, dall’artigianato, dalla gastronomia che
fanno della Costa d’Amalfi, proclamata Patrimonio Mondiale
dell’Umanità dall’UNESCO, uno dei più prestigiosi giacimenti
turistici, culturali ed ambientali. Una terra assolutamente
idonea a soddisfare le attese del turista moderno, sempre
più attento ed esigente, per il quale il viaggio non è solo divertimento, ma un’esperienza culturale da vivere, nonché un
arricchimento personale.
La vocazione turistica della Costiera Amalfitana è nota fin dai
tempi dei Greci e dei Romani che amarono quest’angolo di
Campania. Gli intellettuali viaggiatori del Grand Tour, sedotti
dalla bellezza selvaggia di questi luoghi, poi, hanno contribuito
a renderla famosa in tutto il mondo. Da allora Vietri sul Mare
e la tradizione della ceramica, Ravello e le sue famose ville,
Amalfi con il Duomo e il Chiostro del Paradiso, Positano e i
luoghi abitati dai personaggi che hanno contribuito a crearne
il mito, sono diventati i simboli di una costa che è in gado
di proporre un’offerta turistica variegata, nel segno di una
lunga tradizione di ospitalità. Ad oggi, nei tredici comuni della
Costiera Amalfitana (Vietri sul Mare, Cetara, Maiori, Minori,
Tramonti, Scala, Ravello, Amalfi, Atrani, Conca dei Marini,
Furore, Praiano, Positano) si contano circa quattrocento
strutture ricettive, alberghiere ed extra-alberghiere. Il turista,
dunque, può scegliere tra diverse soluzioni di accomodation,
di ogni categoria e prezzi: dagli alberghi esclusivi agli hotels
pregevole fattura - il cortile-chiostro di impronta arabo-sicula
e la torre del ‘300 all’ingresso - e per il celebre giardino. Villa
Cimbrone, invece, è stata costruita agli inizi del XX secolo per
volere di Lord Grimthorpe. Ciò che affascina è il suo rigoglioso
giardino pregno di statue, tempietti, grotte naturali e fontane.
Rinomato in tutto il mondo è il “belvedere dell’infinito” da cui
si gode di un panorama di rara bellezza. Anche l’architettura
religiosa offre autentici capolavori quali il Duomo di San Pantaleone dell’XI secolo, la Chiesa di San Giovanni del Toro e
quella di Santa Maria a Gradillo, entrambe del XII secolo.
Speciale Turismo
Mare e monti: le bellezze naturalistiche
La Costa d’Amalfi, in tutto il mondo, è sinonimo di mare con
spiagge dorate e baie naturali. Alcune ampie ed attrezzate,
come quella della marina di Vietri, di fronte agli scogli dei due
fratelli; oppure il litorale di Erchie, diviso in due da una torre
che sorge dal mare. Altre, invece, nascoste e raggiungibili solo
con barche o dopo una lunga passeggiata tra la vegetazione
e i profumi della macchia mediterranea che, ad esempio,
accompagnano la discesa, per antichi gradini, fino all’arenile
di Marina d’Albori.
Tra le spiagge più famose della Costiera c’è quella di Marina
Grande, ad Amalfi, circondata da casette pastello e da un
fantastico mare blu.
Ma per bellezza e fascino, sicuramente, primeggia il fiordo di
Furore. Per accedervi bisogna scendere duecento gradini che
partono dalla Statale 163 oppure arrivare in barca dal mare. Il
fiordo è costituito da un profondo taglio nella montagna, scavato nel corso dei secoli dal torrente che scende a precipizio
dall’altopiano di Agerola. Poche case ed un’antica cartieramulino, recentemente restaurati, si affacciano sulla pittoresca
spiaggetta. Un luogo che sembra un presepe, un borgo divenuto
famoso in tutto il mondo per aver accolto una famosa coppia
cinematografica: Anna Magnani e Roberto Rosselli.
Ritornando sulla statale, a poca distanza, s’incontra un altro
luogo simbolo della Costa d’Amalfi: la Grotta dello Smeraldo, a
Conca dei Marini, così denominata per la particolare gradazione di verde che acquista la luce, filtrando attraverso l’apertura
naturale della grotta dove stalattiti e stalagmiti danno vita ad
un’architettura misteriosa ed affascinante.
Le spiagge di Positano, invece, hanno da sempre attratto artisti
irrequieti e personaggi del jet-set internazionale. Ad esempio la
spiaggia di Fornillo che negli anni Quaranta era stata dedicata
alla Principessa di Piemonte, Maria Josè di Savoia che qui
veniva a fare i bagni.
La Costiera Amalfitana non offre soltanto la bellezza del mare,
ma anche la magia di un paesaggio di montagna che domina
la costa. Sono i Monti Lattari, ottima meta per chi ama le
passeggiate e le escursioni nel verde.
La fitta rete dei sentieri consente, a chi li percorre, di godere di
uno spettacolo unico ed imponente. Tra gli itinerari più famosi
vi è, a Scala, quello della Valle delle Ferriere, una riserva naturale, tutta da scoprire e pronta ad incantare con lo spettacolo
di una natura prodigiosa ricca di acque e di vegetazione, tra
cui rare specie di felci presenti per il particolare microclima.
Da essa si può procedere verso la lunga e sinuosa Valle dei
Mulini, attraversata dal fiume Canneto e ricca di ampi limoneti.
Qui, sono ancora visibili esempi di archeologia industriale
come i resti di un acquedotto e di antiche cartiere che, fin dal
XII secolo, producevano la celebre carta di Amalfi.
Da non perdere, inoltre, è, a Praiano, la passeggiata del Sentiero degli Dei che deve il suo nome alle bellezze della natura
in cui ci s’imbatte percorrendolo. Camminando sulle antiche
mulattiere, ricavate lungo i versanti montani che cadono a
picco sul mare, si prova una sensazione unica di essere sospesi tra il cielo e la terra, mentre all’orizzonte si aprono ampi
e stupendi panorami.
Tra le rocce si disegnano ambienti contrassegnati da volte e
portici: è un’immersione totale in una suggestiva atmosfera,
con la luce del sole e l’azzurro del mare che penetrano dalle
aperture ad animare i volti delle figure sacre che decorano le
volte e le pareti.
Seguendo le tracce di un’antica ed autentica spiritualità si
arriva nel borgo rurale di Tramonti, l’altra faccia della Costiera
Amalfitana, quella meno conosciuta ma comunque affascinante. Nella frazione di Gete, all’interno di una grotta, è ubicata
la Cappella Rupestre di San Michele Arcangelo, risalente al
XII-XIII secolo ed espressione del Cristianesimo del primo
periodo che si realizza nella forma eremitica, che, più di ogni
altra, favorisce, attraverso la preghiera e la riflessione, il
contatto con Dio.
Anche il borgo di Minori riserva una piacevole sorpresa: in
un’insenatura della costa, nel punto in cui il torrente Regina
Minor sfocia a mare, è stata scoperta nel 1932, una villa
marittima romana, edificata nel I secolo d.C.. Un salone con
volta a botte, l’impianto termale, stucchi, mosaici e residui di
affreschi costituiscono alcuni degli elementi caratterizzanti
quello che può essere considerato uno dei monumenti romani
più importanti del salernitano.
Un itinerario ideale tra l’arte e la cultura della Costiera, non
può che condurre ad Amalfi. Si comincia dagli Arsenali, dove
venivano costruite le famose galee con oltre cento remi destinate ai ricchi traffici con l’Oriente, durante il luminoso periodo
delle Repubbliche marinare, per poi spostarsi a palazzo Morelli
dove è conservata la “Tabula Amalphitana”, il primo codice
di diritto della navigazione. Il simbolo della cittadina, però,
è il maestoso Duomo, in stile arabo-normanno, dedicato a
Sant’Andrea, che domina la piazza dalla sommità di una irta
e ripida scalinata.
Appartata rispetto alla costa è la posizione della bella Ravello, conosciuta in tutto il mondo per le sue famose ville. Villa
Rufolo, realizzata per volontà dell’omonima famiglia nel 1200,
si caratterizza per la presenza di elementi architettonici di
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Maggio/Giugno 2008
Le tradizioni dell’artigianato
Maggio/Giugno 2008
gioiello della manifattura di Positano è il tombolo: un merletto
esteticamente meraviglioso, particolarmente pregiato e ricercatissimo che, secondo alcuni, sarebbe stato ideato dalle
suore ospitate nel convento adiacente alla Chiesa nuova. I veri
artigiani di Positano, insomma, sono sempre stati impegnati
sul fronte della moda. Ieri con le sete ed i tessuti. Oggi, invece,
con un repertorio molto più ampio che permette di scegliere
tra una gamma di capi d’abbigliamento che spazia dai costumi
ai pantaloni, dalle gonne, alle camicie e ad ogni cosa si possa
desiderare per vestirsi in perfetto stile Positano.
Il sentiero del gusto
Grazie all’integrità delle sue risorse ambientali, la Costiera
Amalfitana offre prodotti alimentari tradizionali ed unici. Numerose, infatti, sono le produzioni che hanno ottenuto il riconoscimento comunitario o in corso di certificazione di qualità. Tra i
prodotti tipici spiccano l’olio extravergine di oliva DOP Colline
Salernitane ed il limone IGP costa d’Amalfi, ingrediente base
di gran parte delle specialità culinarie della costiera, dalle cui
bucce profumate si ricava il famoso limoncello. Un altro rosolio,
tipico di Tramonti, è il concerto, ottenuto dalla macerazione
in alcool, per quaranta giorni, di circa venti spezie. Il borgo
collinare è famoso anche per la produzione lattiero-casearia.
Dal latte delle mucche e delle capre dei Monti Lattari, allevati
in pascoli ricchi di erbe dagli aromi unici, si ricava una vasta
gamma di latticini: caciocavallo, fiordilatte, provola, scamorza,
latticello nel giunco, ricottella al burro,
tutti preparati con la cura ed i metodi
di una volta. E che i latticini di Tramonti
avessero un sapore unico, era ben
noto già nel 1889, quando, secondo
una leggenda, un cittadino sostituì il
fiordilatte tramontino al formaggio duro
sulla pizza per offrirla alla regina Margherita di Savoia che apprezzò molto
la prelibatezza gastronomica.
Il patrimonio agroalimentare offre ancora la colatura d’alici, specialità del
borgo marinaro di Cetara, e un’ampia
gamma di dolci come la sfogliata Santa
Rosa a Conca de’ Marini, la melanzana
con la cioccolata o prelibatezze a base
di agrumi e castagne. Da gustare, per
cogliere i profumi degli agrumi e della
flora mediterranea, è il vino DOC Costa d’Amalfi, ottenuto dai vigneti che
ricoprono i fianchi scoscesi delle dolci
colline che degradano verso il mare.
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Speciale Turismo
Una vacanza in Costiera Amalfitana consente di conoscere
anche il mondo di un antico saper fare, quello degli artigiani
che, attraverso gesti e manufatti, si racconta, con passione,
da innumerevoli anni.
La ceramica è l’arte regina, nonché un’attività economica
importantissima. Ed è Vietri sul Mare il centro di produzione
per eccellenza. Il paese dove gli artigiani, nei loro caratteristici laboratori che si affacciano sulle strette viuzze urbane,
riproducono, su oggetti e suppellettili, scene di vita quotidiana,
credenze religiose e frammenti di paesaggio, utilizzando quella
splendida tavolozza di colori che offrono il mare, i monti, i fiori
della splendida Costa d’Amalfi. Ma la ceramica a Vietri sul
Mare è scritta anche nel paesaggio, nelle mattonelle inserite
nelle murature esterne ed interne delle case o incastonate nei
vicoli tortuosi e talvolta nascosti dei paesi della costiera. Vietri
e gli altri centri della zona diventano così un museo all’aperto,
scandito dalla presenza delle numerose botteghe che, con
i loro piatti decorati, vasi e pannelli murali testimoniano di
un’attività ancora oggi molto vitale.
Un altro prodotto dell’artigianato locale è la carta bambagina
prodotta ad Amalfi e nella Valle dei Mulini. La nobile arte
della fabbricazione della carta in Costiera Amalfitana ha una
lunga e gloriosa tradizione, a partire dal Medioevo, quando
la lavorazione si innestò nelle attività economiche locali. Per
conoscerne la storia e i metodi di lavorazione si può visitare
il Museo della Carta di Amalfi. Esso ospita i macchinari e le
attrezzature impiegati nelle antiche cartiere per la realizzazione della carta a mano, nonché un’esposizione di fotografie e
stampe documentaristiche, e una biblioteca a tema contenente
libri sulle tecniche di produzione.
Legata, invece, agli aspetti rurali del paesaggio è la tradizione
dei “cufanari” di Tramonti, i maestri cestai che, con sapiente
abilità, intrecciano i rami teneri e la scorza, tagliata a strisce,
degli alberi di castagno, per ricavarne cesti, paniere e sporte.
Se un tempo, ciò che veniva prodotto serviva agli agricoltori
per il lavoro nei campi o per la raccolta ed il trasporto dei
limoni e degli altri prodotti dell’orto e della montagna, oggi, le
creazioni degli artigiani vengono non di rado utilizzate come
complementi d’arredo.
Il borgo di Positano, invece, è sempre stato famoso per la
lavorazione della seta e della canapa. Quella di produrre
abiti è una tradizione antica che nel tempo ha dato vita alla
cosiddetta moda Positano, divenuta celebre tra la fine degli
anni Cinquanta e gli inizi degli anni Sessanta del ‘900. Un altro
IL PRESIDENTE DI FEDERALBERGHI SALERNO
“In crescita le presenze
europee, calano gli Usa”
Speciale Turismo
L
’estate è ormai alle porte e la
Costiera Amalfitana si prepara ad
accogliere i turisti della stagione
2008. Ne discutiamo con Genny Gagliano, presidente di Federalberghi Salerno,
l’associazione delle imprese del settore
turistico ricettivo che operano nel territorio provinciale, nata con lo scopo di
rappresentare le esigenze delle imprese
alberghiere nei confronti delle istituzioni,
delle organizzazioni politiche, economiche e sindacali, ed altresì di valorizzare
gli interessi economici e sociali delle imprese di settore, attraverso l’affermazione
dell’economia turistica e la promozione
dell’offerta ricettiva.
Quali sono le previsioni per la prossima estate in Costiera Amalfitana?
Secondo un’indagine condotta da Federalberghi sugli italiani che sceglieranno la
Costiera Amalfitana come meta delle loro
vacanze, dovrebbe esserci una sostanziale tenuta rispetto all’estate 2007. La
stessa analisi evidenzia, però, che mancano auspicabili segnali di ripresa e quell’incremento che, fino all’anno scorso, si
manifestava sistematicamente. Il dato
della Costiera riflette, in qualche modo,
l’andamento nazionale. Esso avvalora la
tesi che, in questo momento, si sta attraversando una fase di crisi economica. Per
questo, sarebbe più che mai opportuno
varare misure strategiche atte a risollevare i problemi delle famiglie italiane
e, al tempo stesso, sarebbe necessario
promuovere, sempre di più e meglio, il
nostro paese quale meta ideale per le
vacanze, così come fanno con maestria
gli Stati esteri nostri competitors.
Gli stranieri, europei ed americani,
hanno sempre dimostrato di apprezzare le bellezze della mitica Costa
d’Amalfi. Qual è il trend del turismo
estero per la stagione 2008?
Forti preoccupazioni si avvertono per il
problema determinato dal cambio sfavorevole dollaro-euro che provocherà una
minore affluenza di visitatori statunitensi.
Opposto, invece, è l’andamento della domanda dei turisti europei. Si prevede un
significativo incremento della presenza
della clientela tedesca che, da sempre,
è il turista straniero per eccellenza. Il calo
di arrivi registrato fino all’anno 2006, per
fortuna, si è interrotto. Anzi, si stima un
ulteriore recupero anche in termini per-
centuali. Per quanto riguarda francesi ed
inglesi, si nota una buona tenuta, addirittura una lieve crescita; mentre dai Paesi
dell’Est Europa si registrano indicatori
sempre più positivi. Tuttavia, considerando che stiamo assistendo ad un notevole
sviluppo dei paesi nostri concorrenti, non
possiamo essere del tutto tranquilli per il
futuro turistico delle nostre realtà.
Secondo lei, quali sono i più rilevanti
punti di debolezza del sistema turistico Costiera Amalfitana?
Purtroppo continuano a mancare servizi
ed infrastrutture. Ancora non è stata trovata una soluzione al problema dei troppi
autobus che, ogni giorno, arrivano in Costiera ed intasano il traffico, scoraggiando, di conseguenza, chi raggiunge questi
luoghi con mezzi propri. Le cosiddette
vie del mare, poi, a mio parere, sono un
vero disastro: insufficienti e molto poco
organizzate. Inoltre, con rammarico,
devo constatare che non sono mai stati
organizzati seri corsi di formazione per il
personale addetto al turismo. Le scuole
alberghiere funzionano poco e gli studenti
non acquisiscono un’adeguata preparazione nel settore dell’accoglienza. A
questo si aggiunge che i soldi pubblici,
gestiti dalle Amministrazioni, dalla Comunità Montana e dagli Enti, sono spesi
male. Molto spesso solo per accontentare gli amici di turno, finanziando delle
manifestazioni che non apportano alcun
reale beneficio all’economia locale. Questi problemi mettono a rischio il sistema
turistico Costa d’Amalfi, soprattutto se
si considera che i paesi concorrenti
stanno investendo nel turismo risorse e
professionalità.
Qual è, allora, la sua proposta?
Investire in una programmazione seria
e in un’attenta promozione. Anche per
quanto riguarda l’emergenza rifiuti, siamo
stati coinvolti nel problema pur non avendone responsabilità, con il risultato che è
stato trasmesso all’estero un messaggio
negativo che, con molti sforzi, stiamo
cercando di cancellare. Inoltre sarebbe
opportuno attuare concrete politiche di
cooperazione e concertazione: più volte
gli operatori della Costiera Amalfitana
hanno chiesto di partecipare agli incontri
e alle tavole rotonde istituzionali per dare
il giusto contributo di chi vive direttamente il mondo del turismo. Ma con scarso
successo. Un’altra occasione mancata è
stato l’educational tour che, nei giorni 30
e 31 maggio e 1 giugno, ha fatto arrivare
in provincia di Salerno una nutrita delegazione composta dai rappresentanti di
tour operarators e testate giornalistiche
di settore. Anche se la Federalberghi ha
salutato con favore la suddetta iniziativa
di promozione turistica, nella convinzione che tale attività possa produrre
effetti positivi, viene però da chiedersi
quali siano stati i criteri di selezione delle
strutture alberghiere e ricettive che hanno
ospitano gli operatori stranieri. A leggere il programma degli incontri, emerge
infatti un’assenza di logica, o quanto
meno l’adozione di una logica arbitraria.
Ritengo che sia stata assurda la scelta
di escludere dal tour promozionale molte
zone a Sud di Salerno ed appare addirittura incomprensibile che per la Costiera
Amalfitana sia stato previsto un solo
incontro presso Villa Divina di Vietri sul
Mare: un atto che sa di scorrettezza, non
solo verso gli operatori, ma nei confronti
di un intero territorio che amo e che rappresenta una delle più importanti risorse
strategiche della provincia di Salerno.
(a.g.a.)
L’ospitalità in cifre
STRUTTURE ALBERGHIERE
1 stella
3
2 stelle
24
3 stelle
54
4 stelle
42
5 stelle
6
5 stelle lusso 6
TOTALE
135
22
STRUTTURE EXTRA-ALBERGHIERE
Bed and Breakfast
49
Agriturismo
17
Affittacamere
64
Appartamenti
40
Case vacanze
35
Campeggi/Villaggi
2
TOTALE
207
Fonte: www.turismoinsalerno.it
Maggio/Giugno 2008
Gli Eventi in Costiera Amalfitana
Dal 27 giugno al 31 ottobre,
143 eventi a Ravello nel
segno della Diversità
I
“La più importante novità dell’edizione 2008
del Ravello Festival”, osserva il presidente
della Fondazione Ravello, Domenico De
Masi, “dedicata alla memoria del grande
scenografo italiano Enrico Job, sempre
vicino al Festival con la sua prodigiosa
creatività, consiste nel fatto di aver arricchito notevolmente l’offerta nella durata e
nel numero di eventi. Ciò rappresenta non
solo una spinta ad incrementare il livello
di attrattività verso il pubblico ed i turisti,
ma soprattutto il passo immediato verso
la realizzazione di un Festival che duri un
anno intero, in vista dell’inaugurazione dell’Auditorium progettato da Oscar Niemeyer,
prevista per l’inizio del 2009”.
Maggio/Giugno 2008
Il cartellone 2008 prevede ogni giorno
uno o più spettacoli, e si presenta come
un programma ben calibrato, all’insegna
della varietà, della polifonia, della qualità,
della coesistenza del classico e delle
forme d’arte sperimentali.
Per il concerto inaugurale (27 giugno),
il Palco del Belvedere di Villa Rufolo è
pronto ad accogliere una affascinante
protagonista della musica contemporanea: la percussionista Evelyn Glennie.
Con lei, ci sarà la Prague Philharmonia,
diretta dal maestro Eduard Zilberkant, di
scena anche il 28 giugno con il soprano
Silvia Vazquez.
Grazie alla collaborazione instaurata con il
Teatro di San Carlo di Napoli, l’Orchestra
del Massimo partenopeo si esibirà, diretta
da Jeffrey Tate e Ascher Fisch, in due concerti dedicati al repertorio di Wagner, Verdi
e Strauss (19 luglio e 25 luglio; nella prima
occasione anche con il Coro). Nella notte
di San Lorenzo (tra il 10 e l’11 agosto, ore
4.30) torna l’atteso e ormai tradizionale
appuntamento con il Concerto all’Alba:
sul palco, la Nuova Orchestra Scarlatti,
diretta da Aurelio Canonici. Il 6 settembre
segnerà il ritorno, dopo lunga assenza da
Ravello, di Uto Ughi, solista e direttore
della Wiener Kammerorchester.
Sulla scia dei successi ottenuti negli
23
scorsi anni, il Ravello Festival conferma
la sua speciale attenzione per la Danza.
Nel rispetto di una tradizione legata ai
nomi di compagnie ed artisti di assoluto
prestigio (Maurice Béjart, Bill T Jones,
Roland Petit, Roberto Bolle, Alessandra
Ferri), anche quest’anno la proposta si
preannuncia molto stimolante, con una
intera settimana dedicata allo spettacolo, agli incontri con gli artisti e alla
formazione.
In esclusiva assoluta, il 16 luglio saranno
di scena insieme le compagnie di Martha
Graham e di José Limón, con lo spettacolo “L’uomo e la donna della Modern Dance”, incentrato sulla differenza dei generi.
Il programma di sezione si arricchisce
inoltre di un “Gala” (18 luglio) con etoiles
provenienti dalle maggiori compagnie del
momento, e di un ciclo di Masterclass (da
15 al 22 luglio), a cura di alcune tra le più
illustri personalità femminili della danza
modern e contemporanea.
Tra gli eventi clou dell’edizione 2008,
una menzione particolare va riservata
alla mostra allestita dalla Perna Foundation, che a Ravello (dal 27 giugno al
24 agosto) presenta in anteprima la sua
collezione con le opere di 18 artisti del
Mediterraneo, selezionati da un Comitato
scientifico composto da Alanna Heiss
direttore del PS1 Moma di New York,
Marc Mayer direttore del Museo di Arte
Contemporanea di Montreal, Vincente
Todoli direttore della Tate Modern di Londra, Paolo Colombo consulente presso
il Museo Benaki di Atene e il Museo di
Arte Contemporanea di Istanbul. Sempre
all’interno della sezione Arti Visive, è in
programma dal 1 settembre al 31 ottobre
un’altra grande mostra: “Intolerance”, a
cura di Achille Bonito Oliva (direttore artistico della sezione Arti Visive), incentrata
sull’arte contemporanea come coesistenza di differenza e rovesciamento dei
dogmatismi e dei fondamentalismi. Nei
Speciale Turismo
l Ravello Festival 2008 comprende 143
appuntamenti suddivisi in 8 sezioni,
con eventi di musica sinfonica e cameristica, arti visive, design, formazione,
scienza, cinema, letteratura, spettacoli di
tendenza e danza. Come ogni anno, per
unire al ricca ghirlanda di eventi, è stato
scelto un unico tema conduttore, una sorta di leitmotiv wagneriano che nel 2008
sarà la Diversità, concetto che rimanda
all’affermazione dell’eccellenza sulla
norma, alla pacifica coesistenza tra le
singole entità, ma anche alla negazione
delle convenzioni e all’intolleranza.
Speciale Turismo
due mesi di mostra sarà esposta, tra le altre, l’opera “Tavolo Love
Difference” di Michelangelo Pistoletto.
La sezione Eventi Speciali porta sul palcoscenico di Villa Rufolo
alcuni protagonisti prestigiosi del panorama internazionale: in
cartellone c’è l’ensemble di Uri Caine, impegnato in una rilettura
jazzistica ed originale del repertorio wagneriano (12 luglio); quindi
due “piano solo” di assoluto fascino, affidati a Ludovico Einaudi
(2 agosto) ed al compositore belga Wim Mertens (16 agosto); la
Vienna Vegetable Orchestra (5 luglio), poi, debutterà in Campania
con i suoi strumenti ricavati da peperoni, zucchine e cocomeri, nel
concerto “Il gusto della musica...”. Ottimo jazz ancora con la Parco
della Musica Jazz Orchestra ed il solista Javier Girotto.
Si rifà, invece, alla migliore tradizione napoletana, il concerto che
Massimo Ranieri (10 luglio) presenterà in esclusiva assoluta. Novità per il Ravello Festival, è lo spettacolo Bukkerittet (Cavalcando
la renna), in collaborazione con il Peer Gynt Festival e con la Reale
Ambasciata di Norvegia in Italia: ballerini, cantanti, acrobati ed artisti di strada celebrano il Peer Gynt di Henryk Ibsen su coreografie
di Hallgrim Hansegård (29 giugno).
Mettono insieme proposte assai diverse per gusto e genere le
Passeggiate Musicali. Toni Servillo, l’uomo di punta del cinema
italiano, e Catherine Spaak, affascinante icona del cinema, saranno
voci recitanti in due spettacoli musicali ispirati a Hofmannsthal e
a Pierre Louys. Spazio, poi, ad alcune novità di grande interesse
della scena musicale italiana e non: l’arpa di Cecilia Chailly, la
splendida voce del controtenore spagnolo Martin Oro, lo swing
delle Blue Dolls, il jazz scandinavo dello Slow Motion Quintet con
Solveig Slettahjell, di scena rispettivamente il 3 luglio, il 17 luglio,
il 12 agosto ed il 28 agosto. La sezione Musica da Camera punta
invece sul fascino raccolto dei luoghi e dei programmi musicali,
con solisti ed ensemble di assodato prestigio come i Salzburg
Chamber Soloists (6 luglio) ed il London Turner Trio (3 agosto). Si
esibiscono inoltre a Ravello, Angelo e Alfredo Persichilli (13 luglio),
padre e figlio legati a due importanti orchestre italiane (Accademia
di Santa Cecilia e Teatro alla Scala), ed i Virtuosi Italiani con Sandro
De Palma (8 agosto) impegnati in un’esecuzione cameristica del
secondo Concerto di Chopin, e l’enfant prodige napoletano, Aniello
Desiderio (31 agosto). Da sottolineare come il Festival abbia scelto
di dare vita ad un ensemble cameristico stabile nel nome di Oscar
Niemeyer, formato da musicisti che hanno aderito con grande
entusiasmo all’invito della Fondazione Ravello. Prosegue inoltre
la collaborazione con l’Accademia Musicale Chigiana di Siena, in
cui i musicisti saranno protagonisti, nel corso di sei affascinanti
concerti di mezzanotte dell’esecuzione integrale delle Suites per
violoncello di Bach. Altra novità della sezione cameristica sono i
Concerti del Plenilunio, che si svolgeranno rispettivamente nel
magnifico scenario della Basilica di Sant’Eustachio a Scala, con
l’Ensemble del Teatro di San Carlo (20 luglio), e a Ravello, nella
Chiesa dell’Annunziata e sul sagrato di San Giovanni del Toro, con
Francesco Manara (17 agosto). La sezione CineMusic, diretta da
Lina Wertmuller e da Peppe D’Antonio, comprende tre concerti
con sonorizzazione di immagini dal vivo, le rassegne Dive, Divine
e Diverse e Film & Musica, la presenza di Isa Danieli alla proiezione del docufilm Isa 9000, l’assegnazione del Premio ClipMusic
ai migliori video emergenti italiani, e l’attuazione di un progetto
di formazione, in collaborazione con il Comune di Ravello, che
coinvolge i giovani delle scuole in Laboratori di cinema e musica
e nella realizzazione di un evento musicale (in programma il 26
agosto). Il Premio “Nino Rota 2008” verrà assegnato, quest’anno,
a Franco Piersanti, musicista prediletto da Nanni Moretti. Dopo
il primo appuntamento del 2007 dedicato a Virginia Wolf,
per la rassegna dedicata ai grandi visitatori di Ravello, è in
programma dal 4 agosto un ciclo di eventi su David Herbert
Lawrence, che nel suo soggiorno all’Hotel Rufolo ultimò il suo
capolavoro L’amante di Lady Chatterley. La rassegna “D H
Lawrence: a trespasser in Ravello”, a cura di Tiziana Masucci,
comprende una mostra inedita, incontri di parola, un reading
di Lina Wertmuller e varie proiezioni.
Per gli incontri letterari, si segnalano il tradizionale appuntamento con i Finalisti del Premio Campiello 2008 (24 luglio)
oltre alla presenza di ospiti di grande valore quali ad esempio
Gillo Dorfles (10 luglio), Corrado Calabrò (20 luglio), Boris
Pahor (7 agosto) e Andrea De Carlo (30 agosto), quest’ultimo
anche in veste di chitarrista. Per gli scrittori in erba, invece,
Porsche Italia, in collaborazione con Psychologies e Lierac
Homme, porta a Ravello il 27 agosto la finale del concorso
“Volo Rapido”, una competizione che premia il connubio “velocità/creatività”, secondo il parere di giurati d’eccezione, tra
cui Oliviero Toscani e Antonio Scurati.
La sezione Formazione si arricchisce inoltre di quattro incontri in
collaborazione con la Fondazione IDIS - Città della Scienza.
Il Seminario d’estate, organizzato da S3. Studium e giunto alla
XXIII edizione (27-29 giugno), vuole approfondire la conoscenza e l’analisi della “Diversità nelle organizzazioni”.
Info e contatti: Tel. +39 089 858360 - Fax +39 089 8586278
Email: [email protected] www.ravellofestival.com
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Festa della Madonna della Neve Maiori Vicoli e cultura
Festa di Santa Maria a Mare
Festa di Santa Trofimena
XIII edizione Jazz on the coast
Sbarco dei Saraceni
XVI edizione Mare, Sole e Cultura Luminaria di San Domenico
Festival della Tradizione Notte Bianca in Costiera “Il Sogno”
Festa di San Pantaleone
Sagra della pizza
Festa del vino e delle tradizioni
XI ed. Concerti d’Estate a Villa Guariglia 24
31 agosto
22 luglio
Ultima settimana di agosto
agosto
agosto
23 luglio
5 agosto
Durante i week-end di luglio
15 agosto
13 luglio
21-25-27-29 luglio/3 agosto
notte del 15 agosto
luglio
30 luglio-5agosto
25 luglio/8-22-29 agosto
10 agosto
27 luglio
agosto
18-20 agosto
luglio
Maggio/Giugno 2008
Il Cilento è sempre più blu:
Legambiente incorona Pollica
seconda località balneare del Belpaese
di Gerardo Russo
Maggio/Giugno 2008
località balneari: Scario, nel comune di San Giovanni a Piro,
Punta Licosa nel comune di Castellabate, poi Camerota, poi
le località maggiori: Agropoli e Sapri. Sono i riconoscimenti a
queste città della costiera a determinare un punto si svolta: la
depurazione delle acque di una città balneare segna un punto
massimo di programmazione verso una nuova coscienza per
l’ambiente marino. Una seconda svolta verso la fine degli anni
Novanta, quando si diffonde l’altro riconoscimento: le Vele
di Legambiente. Le vele, in un numero massimo di cinque,
premiano la qualità dei servizi per il turismo. Il sistema è cambiato: non basta più acque pulite per attrarre i turisti, bisogna
puntare sulla qualità dei servizi che vengono offerti. Anche sul
piano dei servizi la costiera cilentana brilla sul panorama della
Campania. Il punto massimo si tocca a Pollica con l’ennesimo
riconoscimento delle cinque vele, per questa estate Pollica è la
seconda località balneare in Italia ad avere il punteggio pieno
di Legambiente, la seconda dopo l’Isola del Giglio, la più bella
località naturalistica d’Europa, in provincia di Grosseto.
L’attribuzione delle vele
La concessione delle vele della Guida Blu è fatta da Legambiente e dal Touring; la differenza tra i due riconoscimenti è
rilevante, la guida viene infatti definita su parametri essenzialmente legati ai servizi al turismo, dalla segnaletica alla
vivibilità delle strutture turistiche per gli accessi ai luoghi di
balneazione. Mentre la bandiera blu afferisce quasi essenzialmente ai parametri di pulizia delle acque di balneazione
con una griglia abbastanza ostruttiva nei parametri rilevati.
Sulla base di questo non è infrequente dunque trovare località
balneari con vele anche se sono sprovviste di bandiera blu.
Per le vele si conferma al secondo posto nazionale il comune
di Pollica con le località di Acciaroli e Pioppi. Le altre bandiere
blu della provincia di Salerno quasi in maniera uniforme con
il grosso del gruppo posizionato su tre bandiere, è il caso di
Positano, Ascea, Palinuro-Centola, Castellabate, Pisciotta e
Sapri. Con tre vele altre due località della costiera cilentana
prive di bandiera: Camerota, che per la verità ha la bandiera
blu per gli approdi, e San Giovanni a Piro con Scario, e Cetara. Tre vele inoltre a Cetara. A due vele si posiziona l’altra
bandiera blu del Cilento: Agropoli. Con due vele inoltre : Analfi,
Vietri sul Mare, Capaccio-Paestum e Praiano. Non compare
sulla guida di Legambiente e del Touring la new entry di questa
estate nel novero della bandiere blu: il comune di Vibonati con
la frazione balneare di Villammare.
25
Speciale Turismo
U
na nuova bandiera blu sventola lungo la costiera cilentana, ai sette riconoscimenti della scorsa estate si
aggiunge se ne aggiunge l’ottavo, conferito alle spiagge del comune di Vibonati, un segno evidente della rinnovata
attenzione degli enti locali alla pulizia del mare. La tendenza a
mantenere pulite le acque del mare nasce verso la fine degli
anni Ottanta, quando il ciclone delle speculazioni edilizie lungo
la costa si attenua, i pirati del cemento selvaggio cominciano
a cambiare rotta, verso le coste della Calabria dove si stanno
consolidando i primi villaggi turistici. Le mire sulla costiera
meridionale della Campania continuano ad essere alte, ma
cerca di consolidarsi in quegli anni una nuova classe di amministratori che cominciano a mettere i temi ambientali tra i primi
posti di una scala di programmazione. Sono gli anni in cui si
consolida l’idea di area protetta, gli anni delle prime pianificazioni europee per le aree svantaggiate, sono soprattutto gli
anni in cui il boom edilizio comincia ad avere i primi problemi
di carattere finanziario, gli anni in cui vengono assestati i primi
colpi alle ramificazioni delle organizzazioni malavitose del
napoletano. Sono i primi anni Novanta a segnare una svolta
nel sistema di gestione della risorsa naturale: è di questi
anni la legge istitutiva del Parco del Cilento e Vallo di Diano.
Certo, ancora la programmazione è confusa in alcune realtà
locali, ancora si pensa alla costruzione di opere pubbliche
secondarie, vie e piazze, senza una pianificazione radicale
del sistema della acque. Ma il trend di una nuova coscienza
ambientalista nasce in quegli anni. I flussi turistici cominciano
a cambiare, la crisi finanziaria rende difficoltosa la permanenza
sul territorio per più di un mese, contro le vacanze lunghissime
dei pochi anni prima. Se durante questo periodo si fosse agito
sul sistema dei prezzi, si sarebbe forse tornati ad un turismo
quasi di elite di due decenni prima: il progressivo aumento dei
prezzi avrebbe comportato una maggiore qualità dell’offerta
alla quale avrebbe corrisposto una domanda più qualificata.
Ma avere acquisito una prima coscienza ambientale è stata
già una conquista per una costiera che si era affacciata quasi
per caso sul panorama dei flussi turistici nazionali. I primi anni
Novanta sono così divenuti un primo passo nel tentativo di
imporre un modello turistico sul mercato, un primo tentativo
a non dover subire, per forza di cose e per difetto di offerta, i
flussi turistici e quelli speculativi degli anni 70 e 80. Le prime
bandiere blu del Cilento sono state quelle del comune di
Pollica, che si era dotata per tempo di condotte sottomarine
e poi di depuratori. E’ poi la volta di Palinuro, nel comune di
Centola. Poi cominciano ad essere premiate altre splendide
GLI OPERATORI TURISTICI
“Le bandiere sventolano, ma il sistema
di offerta ancora non decolla”
Dagli imprenditori del settore l’appello ad una pianificazione unitaria tra enti ed aziende
Speciale Turismo
P
oteva essere un’occasione per il
turismo della costiera cilentana,
quella di proiettare una immagine
positiva di offerta turistica matura sul
mercato nazionale ed internazionale,
l’appuntamento è rimandato ai prossimi
anni, almeno questo si coglie nel sentire la voce degli operatori del Cilento.
L’ultimo ponte, quello più prettamente
estivo del 2 giugno, ha fatto registrare
il pieno nel settore della ricezione, si è
trattato però di un turismo essenzialmente regionale, lontano dai flussi del nord,
per i quali si regista un calo abbastanza
rilevante non solo nelle disdette ma nelle
mancate prenotazioni. Nel complesso
l’estate balneare va bene, ad essere
penalizzanti saranno i periodi di bassa
stagione quando la domanda prevalente avviene sul piano internazionale, in
particolare sui mercati tedeschi e inglesi.
“Il calo si è avvertito da febbraio in poi,
quando c’è stato una caduta netta delle
prenotazioni sui mercati tedeschi” a
descrivere una situazione di luci ed ombre, Marco Sansiviero, operatore della
stici ma per riuscire a creare un sistema
di offerta”. Le bandiere blu sventolano
sulle spiagge del Cilento, unitamente alle
quasi unitarie tre vele della Guida Blu di
Legambiente, ma l’effetto sul mercato è
limitato se non si riesce ad uscire fuori da
uno stato di emergenza che nel Cilento
non c’è, ma che fa parte dell’immagine
mediatica della regione. “Le bandiere
blu e i riconoscimenti di Legambiente
sono importanti, sono rilevanti” continua
Sansiviero “ma da soli non bastano a colmare il gap che si è venuto a creare. Ho
contatti frequenti con il commerciale del
prodotto turistico Italia per la Germania,
la DerTour, gli operatori sono concordi
nell’assistere ad un calo di prenotazioni
di questo mercato”. Sul piano dei servizi
si è assistito nel corso degli ultimi anni ad
una crescita della qualità delle imprese
di ricezione e di ristorazione, questo
anche grazie ad una nuova classe di
imprenditori piccoli e medi che hanno
posto attenzione all’offerta, in alcuni casi
si sono battuti per avere nuovi servizi
legati alla viabilità e al trasporto. Se si
pensa al CilentoExpress, una linea su
gomma per l’aeroporto di Capodichino, si
ha l’esempio di un tentativo di avvicinare
i grossi snodi nazionali alle offerte del Cilento. “Il servizio sta crescendo” continua
Sansiviero “e risulta un servizio rapido
per collegare con pullman il Cilento allo
scalo aeroportuale di Napoli”. Necessità
sarebbe quella di attivare una concertazione tra pubblico e privato, tra enti ed
imprese, questa la fase conclusiva di un
discorso legato al turismo. Negli scorsi
anni si è avuto modo di notare anche una
diversa velocità di crescita delle località
balneari della costiera; vi sono delle
località nelle quali il turismo dà minimi
segnali di crisi rispetto ad altre in cui la
crisi si avverte ad occhio nudo. Il comune
di Pollica ad esempio non sembra avere
avuto molti disagi negli ultimi anni, anche
quando località vicine segnavano grossi
rallentamenti. Un sistema del genere,
sul lungo periodo, agisce come fattore
di disturbo sul piano dell’offerta, manca
di una pianificazione unitaria di una
costiera che rimane tra le più premiate
della penisola. (g.r.)
ricezione, presidente dell’associazione
Costa del Cilento, che raggruppa gran
parte degli imprenditori della costiera,
vicepresidente di Federalberghi, “il tutto
in concomitanza con l’acutizzarsi della
crisi dei rifiuti in Campania”.
Non tutto è perduto, ma la domanda
espressa in prenotazioni è calata. A
confermare questo dato il presidente
dell’associazione CilentoTurismo, Pasquale D’Angiolillo.
“Sono necessarie nuove programmazioni” dice D’Angiolillo “pianificazioni
unitarie tra gli enti e le imprese, questo
per non continuare a subire i flussi turi-
26
Maggio/Giugno 2008
Alla scoperta del Cilento “interiore”
Maggio/Giugno 2008
mare. Non ci saranno certo i coccodrilli,
le tigri e gli elefanti, ma chi vuole cercare
di capire una cultura deve liberarsi dalle
mete solite della massa e peregrinare
nel verde del comprensorio interno. Ci
si accorge così che il mezzogiorno della
provincia ha un paesaggio urbanistico
e storico stratificato, un singolare sincretismo architettonico e culturale che
si ritrova nella tradizione e nella lingua,
il dialetto dove i termini greci si fondono
con i lemmi lucani per poi unirsi in un
una dizione latina, un dialetto dove si
sente la flessione araba e francesismi
di importazione napoletana.
Il peregrinare all’interno potrebbe partire
proprio dai Focei, profughi della madrepatria,
con l’area archeologica
di Paestum, l’antica Poseidonia, il luogo sacro
nelle paludi. Eppure a
poca distanza, arroccato
sulle colline di Capaccio,
il tempio della Madonna
del Granato, una figura di
donna con un melograno,
simbolo antico di fertilità,
secolarizzato poi dal cattolicesimo. La piana di
Paestum diviene punto
di contatto della culture
del nord, gli Estruschi,
sulle rive del Sele, le
culture del mare, i Focei,
sbarcati sulla costa, le
culture delle montagne, i
Lucani sulle roccaforti ad
est. Le pianure del Cilento hanno rappresentato
l’interscambio culturale
tra questi popoli, divinità dell’Olimpo hanno
quasi convissuto con
altre divinità autoctone.
Proseguendo lungo la
27
statale verso Roccadaspide si vede
quasi per caso un cartello con la scritta
“Via Istmica”: forse la prima arteria viaria
della storia del Sud, la via collegava la
colonia di Poseidonia con Sibari, lambiva
la vallata del Calore per inerpicarsi sulle
montagne degli Alburni fino al Vallo di
Diano, per poi proseguire attraverso la
Lucania fino alla colonia sibarita. Per
questa via, in alcuni tratti riscoperta oggi
dal Parco del Cilento e Vallo di Diano,
sono passati i prodotti dell’interno per
arrivare sulla costa ed essere imbarcati,
era la via dello stagno, il metallo isolante
dell’antichit: è stata poi la via delle legioni
romane, degli eserciti medievali, la via
della transumanza.
Verso l’interno, dal Santuario della Madonna del Granato ci si allunga alle gole
del Calore, dopo aver superato gli scenari naturalistici di Monteforte e dopo essersi immersi nell’altopiano tra Magliano
e Stio Cilento. E’ impressionante rendersi
conto di come gli elementi essenziali per
la vita siano sempre gli stessi, che si
cambi latitudine e longitudine sulla crosta
terreste si troveranno sempre l’acqua, la
pianura e la vegetazione. Lungo le rive
del Calore gli insediamenti dei primi contadini e dei primi pastori, le prime opere
architettoniche dei ponti tardo rimani e
medievali. Seguendo la strada che si
inerpica verso Stio per poi ridiscendere
ancora nella vallata del Calore con le
oasi di Remolino a Felitto e i paesaggi
ormai montani di Laurino. Un antico
centro interno, Laurino, un tempo punto
intermedio tra la costa, ormai lontano
riferimento e il Vallo di Diano. La statale
tocca l’abitato laurinense dove si notano
le strutture architettoniche del convento
di Sant’Antonio con le sue struttura quasi
rurali e la robustezza delle colonne del
porticato. Non erano eremiti i francescani, non costruivano conventi arroccati
sulle rocce, i conventi dei frati minori che
Speciale Turismo
C
ilento interiore, così si potrebbe
chiamare un viaggio nei tesori
della tradizione e della cultura del
meridione della provincia di Salerno, se
non fosse per la desuetudine del termine
che dovrebbe descrivere un itinerario
più lontano dagli ombrelloni della costa.
Eppure le bellezze paesaggistiche lungo
la costa sono una minima parte di un
grande patrimonio, la parte più accessibile e quella più utilizzata. Un viaggio che
sconfina nell’avventura, questa la sua
funzione, a stretto contatto con la natura.
Un viaggio non per quanti desiderano
le comodità dei servizi della costa: parcheggiare all’ombra e sdraiarsi in rive del
Speciale Turismo
sconfissero il monachesimo medievale
dei monasteri e delle certose erano quasi
integrati col tessuto urbano, quasi a rivendicarne lo spirito di povertà e di carità.
Proseguendo verso Piaggine ci si trova
di fronte, quasi di colpo, la Montagna, la
più alta della Campania, il Cervati. Sfiora
i duemila metri la Montagna in una serie
di cerchi concentrici di vegetazione che
sono un libro aperto sulla biodiversità: a
bassa quota il castagno, ad una quota
più alta le faggete, per poi trovare, in
cima, la vegetazione delle conifere d’alta
quota. Sfiorando l’abitato di Piaggine ci si
trova ad un bivio: si può proseguire verso
nord-est, verso Sacco, dove, tra i monti è
nascosto una antico centro longobardo,
poi verso Roscigno, la Pompei del XX
secolo, l’antico centro abitato venne
abbandonato agli inizi del Novecento a
causa di continui smottamenti.
Di Roscigno Vecchia rimangono le case
cristallizzate in una struttura urbanistica
Fin de Siecle, una piazzetta centrale con
una fontana, la chiesa e l’abitato. Quasi
si riesce a sentire il respiro della comunità che si trasferì più in alto, si vede quasi
ancora l’ultima dolce vecchietta che non
aveva voluto lasciare la propria casa,
anche se rischiava si scivolare verso la
vallata: Suor Dorina. Lasciando Roscigno
ci si può inerpicare sulla montagna verso
il Passo della Sentinella per poi sbucare
quasi ad un tratto nel Vallo di Diano.
Se non avessimo lasciato Stio per la valle
del Calore, ci saremmo diretto verso Vallo
della Lucania, attraversando i castagneti
secolari.
Stio è un altro antico punto di passaggio
verso l’interno, la sua posizione geografica, non vicino e non lontano dalla costa,
ha reso celebre il borgo per l’incontro dei
mercati alla Fiera della Croce, una delle
fiere più importanti del Sud, che ancora
oggi si svolge ai principi di settembre.
Si lascia Stio per poi trovare Piano Vetrale, il paese dei murales, Gioi, l’antico
presidio armato nel castello, punto di
avvistamento e di primo contrasto degli
eserciti medievali.
Percorrendo questo tratto della provinciale, la costa sbuca ad un tratto da una
curva: superata l’ultima curva sul crinale
della collina di Piano Vetrale, si vede la
costiera di Casal Velino, uno scorcio
suggestivo delimitato dalla torre di Velia
a Sud e dal promontorio di Pioppi a
Nord. Seguendo la provinciale si attraversa l’abitato
di Cardile e poi
di Moio della
Civiltella, luogo
dove la cultura
lucana si fonde
con quella greca del mare: sul
promontorio alle
spalle dell’abitato le antiche
mura della Civitella, un estremo
presidio lucano
divenuto poi
greco quando
gli abitanti della
costa fuggirono
per le invasioni
romane.
Il toponimo è
romano, una
identificazione
geografica dei
fuggiaschi della costa nella
denominazione
Civitas Elea.
A mozzare il fiato è però la montagna sacra.
Dovette infatti
apparire proprio
sacra a quegli
arabi che la
guardavano dal
mare: il Gelbison. Il toponimo
28
è infatti arabo, il significato: la montagna
dell’idolo. Forse un antico centro sacro,
il monte diviene poi meta basiliana, i
monaci italo-greci che reinventarono la
ruralità nel Mezzogiorno d’Italia.
Pellegrini d’oriente, i basiliani fondarono
centri monacali nel Cilento meridionale,
a Pattano la basilica di San Filadelfio, a
Ceraso i resti di altri insediamenti.
A San Mauro La Bruca le tracce di San
Nilo, a San Giovanni a Piro uno dei
mèrcurion più floridi. A Rofrano la bella
e potente Abbazia di Grottaferrata.
Il Gelbison diviene poi centro mariano, la
meta di pellegrinaggio per tre regioni del
Sud, ad essere venerata nel rettorato la
Madonna del Monte Sacro, una immagine che ricorda molto le icone basiliane.
Il santuario rimane aperto per tutta l’estate: dall’ultima domenica di maggio alla
seconda domenica di ottobre.
Sulle pendici del Monte Sacro, Novi
Velia, antico centro monastico celestino,
quasi ai piedi della montagna Vallo della
Lucania.
Proseguendo lungo la statale 18, l’arteria che dalla fine dell’Ottocento taglia
in longitudine il Cilento, si incontrano le
località di San Biase, altro insediamento
basiliano; poi una lunga immersione tra
querceti e castagneti che incastonano
appezzamenti di oliveti fino a Sanza,
nell’altopiano alle pendici del Cervati.
Antico centro di comunicazione tra
costa e interno, tra la vallata del fiume
Bussento, l’altro grande corso d’acqua
del meridione, e il Vallo di Diano.
Anche Sanza era un antico centro basiliano, ve ne rimane un antico convento e
la particolare metodologia di coltivazione
dei campi.
Da Sanza l’accesso al Vallo di Diano
è più agevole, si supera l’altopiano e il
centro di Buonabitacolo e ci si trova allo
svincolo di Padula della Salerno-Reggio
Calabria.
Il Vallo, il cui toponimo non deriva dal
lemma valle, nel senso di vallata, ma dal
significato originario di punto di passaggio, verso il sud in questo caso.
E’ una immensa pianura delimitata dalle
montagne dell’Appennino Meridionale.
Centri urbani di derivazione lucana e
romana, come Sala Consilina, l’antico
centro di Cosilinum, Atena Lucana, punto
di accesso verso la Val d’Agri, la stessa
Padula.
Da Padula emerge, quasi dalla pianura,
la Certosa di San Lorenzo, l’antico centro
monastico certosino dei principi del XIV
secolo.
Un’opera monumentale, una delle più
grandi d’Europa, simbolo di potere e di
ricchezza per i monaci, per lo più i discendenti collaterali di famiglie nobili che
venivano destinati alla vita di preghiera
e dorata clausura. (g.r.)
Maggio/Giugno 2008
n
i
o
nt
a
t
s
Fe
Orria
luglio
Riapertura del Museo della Civiltà contadina
16 agosto
Primo Meeting della Montagna
metà Agosto
Arte&Sapori
Mostra Pennello d’Oro
(Murales di Piano Vetrale)
e
l
i
C
Cannalonga
18-19-20 luglio
Transiti Cilentani.
dal 10 al 14 settembre
Fiera della Frecagnola
Perito
inizi luglio
“Ritorno al borgo” a Castelnuovo Cilento
Tre serate di musica e piatti tipici
dal 21 al 23 luglio
Festa di S. Maria Maddalena a Castelnuovo Cilento
(capoluogo)
10-11-12 agosto
Festa di Santa Chiara a Pantana
(fraz. di Castelnuovo Cilento)
14-19 agosto
Sagra della Parmigiana a Velina
(fraz. di Castelnuovo Cilento)
settembre
Grande Evento in stile medievale a Castelnuovo
Cilento (capoluogo)
Ceraso
tutti i sabato dell’estate
Mercatini rionali: Ceraso C’è
Prima settimana di agosto
Festa dei rioni
Apertura Centro storico
Moio della Civitella
dal 1 Settembre
Sagra del vino con settimana culturale
Novi Velia
inizi settembre
Festival degli antichi suoni.
Maggio/Giugno 2008
Maggio/Giugno2008
Salento
fine luglio
Sagra della carne di capra
24 luglio (solo mattina)
Fiera di Santa Barbara
dal 28 al 30 luglio
Festività di Santa Barbara (protettrice di Salento)
dal 30 agosto
Festività della Madonna di Loreto
1 settembre
Conclusione festeggiamenti Madonna di Loreto
Vallo della Lucania
1-2 luglio
Festività della Madonna delle Grazie.
metà luglio
Sfilata storica “Surgite a Stu paese ‘bona gente.
20-21 luglio
In terra di Briganti
dal 26 al 29 luglio
Festeggiamenti di San Pantaleone 1-2-3 agosto
Plug and Play: Sport, Musica e movimento
Stio Cilento
dal 17 al 23 agosto
Sagra dei Piatti Poveri
1 settembre
Fiera della Croce e manifestazioni di folklore locale
29
Speciale Turismo
Castelnuovo Cilento
dal 6 al 13 agosto
Festa del Bosco (Perito)
dal 10 al 15 agosto
Vasci, Purtune e pur tosa (Ostigliano)
Castel San Lorenzo
Laurino
Festa dei 7 fantastici vini DOC
Dal 6 all’11 agosto JazzinLaurino
Dal 12 al 19 agosto prossimo, come ogni anno,
a Castel San Lorenzo si
tiene la Festa dei 7 fantastici vini DOC, organizzata dalla Pro-loco “Castel
San Lorenzo”, presieduta
da Guido Mucciolo, con il
patrocinio del Comune.
I più buoni prodotti gastronomici locali, preparati con
semplicità e bagnati dall’ottimo vino delle vigne
fertili del paese, saranno i protagonisti di questa
festa, ormai diventata appuntamento consueto.
Nei giorni tra il 12 ed il 19 agosto, centinaia di
visitatori potranno conoscere ed ammirare gli angoli
più suggestivi del paese, ed ammirare lo splendido
panorama della natura circostante, partecipando ad
una festa che, considerando l’attenzione e l’impegno degli organizzatori, si preannuncia un grande
successo anche quest’anno, capace di attirare
visitatori bongustai da ogni parte dellla provincia
Dopo lo straordinario successo dell’anno precedente, che
ha visto la presenza del duo
Tuck&Patti, l’edizione 2008
di JazzinLaurino ha voluto un
ospite dello stesso calibro,
ma di maggiore fama in Italia,
Gino Paoli. Un’edizione che
si preannuncia ricca di novità,
ma anche all’insegna di alcuni
elementi ormai consueti, su cui
il festival fonda la propria fama. Intanto sono
aperte le iscrizioni ai seminari che anche quest’anno avranno docenti di eccezione: Roberto
Gatto drum, Danilo Rea piano, Maria Pia De
Vito vocal, Marco Tindiglia guitar, George Garzone sax, Paolino Della Porta bass, Flavia Correia dance. Come di consueto, anche quest’anno saranno attivati due Special Workshop. Il 7
e il 9 agosto di esibiranno Gino Paoli, insieme a
Richard Galliano, Paolo Fresu e Jan Lundgren.
Il calendario è già noto su www.jazzinlaurino.it.
Speciale Turismo
Felitto
Paestum
Sagra del fusillo di Felitto
Dal 19 al 26 luglio XX edizione Premio Charlot
Non poteva mancare all’appuntamento con il suo 33esimo
compleanno, la sagra del fusillo di Felitto, che si terrà nel
paese delle
gole dal 13
al 24 agosto
prossimo. La
Proloco Felitto,
presieduta da
Giuseppina
Di Stasi, è
già al lavoro
da settimane
per ripetere per l’ennesima volta il successo di questo
appuntamento con il gusto che a distanza di anni richiama
a Felitto, cuore verde del Cilento, migliaia di affezionati,
collezionando ad ogni edizione anche un notevole numero
di nuovi amici. Dal 13 al 24 agosto Felitto ospiterà migliaia
di persone che verranno per assaporare il rinomato fusillo,
ma anche per apprezzare le splendide Gole del fiume
Calore, visitare il centro storico, addentrarsi in un viaggio a ritroso nelle tradizioni e negli usi locali visitando il
museo della civiltà contadina, che custodisce un pezzo di
storia passata. Naturalmente nel corso di questa 33esima
edizione si potranno apprezzare anche altri prodotti tipici
locali, uniti all’ottimo vino; sono in programma momenti
musicali e culturali, con dibattiti su tematiche strettamente
legate al territorio, mostre, appuntamenti da non perdere. Anche per quest’anno sarà riproposto il pacchetto
turistico “Un giorno a Felitto” che permetterà ai visitatori,
nei giorni della sagra, e per tutto il prosieguo dell’anno,
di godere il meglio di Felitto: visita al centro storico e al
Museo, escursione alle Gole del Calore, pranzo a base
di fusilli e altre specialità locali e infine il meritato relax
presso la piscina comunale. Il tutto ad un costo di 20 euro.
Compie venti anni il “Premio Charlot”, la manifestazione dedicata al grande Charlie Chaplin. Ideata e diretta
da Claudio Tortora, si svolge
come ogni anno nella superba
cornice dell’area archeologica
dei Templi di Paestum (Sa) e,
oltre a premiare i miglior film, i migliori spettacoli teatrali, i migliori programmi televisivi e spot pubblicitari
comici, continua ad essere una grade vetrina per i giovani emergenti.
Compie venti anni il “Premio Charlot” e per festeggiare
nel migliore dei modi si veste a nuovo. Niente gara, per
quest’anno, ma tanti vecchi amici della kermesse che si
alterneranno sul palcoscenico e ben due debutti nazionali.
Il primo previsto per il 19 luglio 2008, quando si alzerà il
sipario, con la messa in scena del musical “Odissea” scritto
e diretto da Marco e Massimo Grieco (costo del biglietto 8 euro, posto unico) per la regia di Gaetano Stella.
Il secondo previsto per il 26 luglio 2008, quando sul
palco salirà uno dei giovani comici più richiesti del momento, Alessandro Siani che presenterà il suo nuovissimo lavoro teatrale. Cambia la veste della serata
di galà, venerdì 25 luglio, che tributerà un omaggio
agli indimenticabili Nino Taranto e Vittorio De Sica.
A condurre il grande show del 25 luglio ci sarà Giancarlo Magalli. Resta confermata la formula del paghi uno
e vedi due, ovvero compri il biglietto per la serata di
galà e il giorno dopo vedi lo spettacolo di Siani gratis.
Il costo del biglietto è di euro 35,00 per i posti numerati e di euro 25,00 per i posti unici.
I tagliandi sono in vendita presso il Teatro delle Arti di
Salerno, presso la Basilica Cafè a Paestum e presso il
negozio Disclan sul corso Vittorio Emanuele di Salerno.
3030
Maggio/Giugno 2008
Rinasce
l’antico castello
di Terravecchia
Sulla cima di una collina si erge il Castello di Terravecchia,
è circondato da una cinta muraria che racchiude l’antico
borgo medioevale fatto di viuzze acciottolate, stradine che
si rincorrono, portali e fioriti giardini”.
Il borgo medievale di Terravecchia ci racconta una storia ancora in divenire, sospesa tra il rispetto del passato, la realtà
dinamica del presente e le tante opportunità per il futuro. Il
nome richiama vicende millenarie, l’intero borgo è cinto da
antiche mura longobarde e dominato da un castello federiciano. Un‘oasi di tranquillità, magnificamente spopolata, (51
abitanti!) circondata da piantagioni di ulivi secolari, antichi
luoghi di culto restaurati, viuzze strettissime, scalinate con
muri a secco, sentieri che si incrociano e si inerpicano verso il
Castello o scendono giù lungo un fianco del colle fino a Giffoni.
Per moltissimi anni questo luogo si è preservato ed è stato
risparmiato dal cemento e dalla speculazione edilizia grazie al
suo isolamento e alla lungimiranza amministrativa, con il suo
manipolo di modeste casette attaccate l’una all’altra e i ruderi
di vecchi edifici che a stento si reggevano in piedi. Un borgo
incastonato in uno degli ambienti più suggestivi della regione
Campania, ma un borgo in decadenza, meta di visitatori occasionali. I Longobardi soprattutto segnarono il destino di questa
“terra vecchia”, edificando il castello e il borgo sottostante. Nel
1240 lo Stupor Mundi ordinò la restaurazione di vari castelli e
incluse quello di Terravecchia, che per circa un anno divenne
la sua residenza, il borgo sottostante incominciò ad avere la
forma attuale allargandosi ad est con la chiesa di S.Egidio,
oggi completamente ristrutturata, fino alla zona più nuova, si
fa per dire, con la chiesa di San Leone. Le mura molto spesse
insieme alle torri fanno da cinta alla collina di Terravecchia; si
conservano bene circa 200 metri di mura merlate e 14 torri ma
la porta d’ingresso al borgo, del 1500, detta “la fulminante” è
perduta per sempre. “La porta è l’occhiello mancante alla catena fortificata delle mura di Terravecchia. Di notte guardando
da giù le mura fortificate si nota il buco nero: la porta incombe
ancora su questa sequenza di luce quasi a volersi vendicare
dello scempio compiuto facendola saltare in aria con l’esplosivo” racconta la “guida ufficiale” del borgo Gregorio Soldivieri.
I pochissimi abitanti per raggiungere Giffoni si servivano fino
agli anni ’60 di una vecchia e mitica strada, detta “la stampella” e si avventuravano nella discesa che dal borgo arrivava a
Maggio/Giugno 2008
Mercato. La necessità di tutelare e rilanciare il borgo con un
adeguato piano di valorizzazione nasce da una tesi di laurea
in Architettura di un giovane del posto, Giovanni Guerriero,
che dopo un attenta analisi dei luoghi, ne ha evidenziato le
potenzialità che hanno trovato una sponda amministrativa
nell’ex sindaco di Giffoni Ugo Carpinelli. Dalle parole ai fatti.
Utilizzando i fondi comunitari si è dapprima recuperato il patrimonio edilizio esistente, si sono restaurate chiese e edifici,
riqualificate le stradine del borgo, ripristinati gli antichi sentieri,
anche la sistemazione viaria ha subito interventi radicali. La
piazza S.Leone sarà chiusa al traffico definitivamente mentre
resta per ora un’ipotesi il progetto di una funicolare che porti
i visitatori direttamente in cima al Castello.
L’associazione culturale Borgo di Terravecchia presieduta da
Luciano Pignataro e diretta da Helen Cataldo è lo strumento
operativo che dal palazzo federiciano promuove il borgo e
gestisce tutte le molteplici iniziative culturali. L’Associazione
è centro di formazione, laboratorio di idee, scuola per futuri
operatori turistici.
Il Borgo dispone di cinque edifici, all’interno dei quali sono
stati ricavati 20 appartamenti, per un totale di 70 posti letto.
Ciascun appartamento è stato concepito ed arredato nel rispetto della tradizione rurale e locale, capace di unire ricercate
pavimentazioni in cotto con il calore del legno e i colori della
ceramica vietrese.
Le attività di ristoro non mancano. Al ristorante “Al castello”
solo piatti genuini, pasta fatta in casa e prodotti tipici. Il Castello
che domina la valle del picentino sarà rimesso in sesto con
una somma pari a circa cinque milioni di euro.
Se sarà spesa bene, sarà l’ennesima e ottima cura di bellezza
per un piccolo borgo decisamente competitivo come ha dimostrato il boom di presenze al recente concerto di Lina Sastri.
Anche le aree interne della provincia, scarsamente pubblicizzate dagli enti turistici provinciali e dalle agenzie di viaggio che
vendono quasi sempre solo il mare e il sole delle due Costiere,
possono attivare meccanismi culturali ed economici virtuosi.
Interagire con il territorio e rivalutare la cultura locale può
costituire una grande opportunità per un borgo che ha fatto
della sua posizione la sua forza di attrazione per un turismo
rurale, tra Pompei e Paestum, che qui non potrà mai essere
di massa.
31
Speciale Turismo
“
di Walter Brancaccio
L’Inaugurazione
IL SINDACO DI GIFFONI VALLE PIANA
“Dalla Regione 4,5 milioni di euro per il
restauro e la valorizzazione del Borgo”
Speciale Turismo
P
a o l o
Russ o mando, 31
anni, è il giovanissimo sindaco che da
circa due anni
guida il comune di Giffoni
Valle Piana.
In questo breve colloquio parla del
disegno complessivo di trasformazione
del Borgo, come uno degli strumenti
fondamentali di rilancio turistico di tutta
la zona del picentino.
Sindaco, il piano di valorizzazione del
Borgo è a buon punto, molto è stato
fatto sul terreno delle realizzazioni
concrete investendo ingenti risorse
economiche. Ci può riassumere la
condizione attuale di questo piccolo
gioiello?
La rinascita e la valorizzazione del Borgo è da molti anni al centro del nostro
impegno amministrativo che non si è
ancora esaurito. Il suo recupero, senza
stravolgerne le tradizionali caratteristiche, rappresenta per me e per chi mi
ha preceduto, il consigliere regionale
Ugo Carpinelli, una difficile sfida che
abbiamo avuto il coraggio di affrontare e
vincere, rivitalizzando un bene culturale
di eccezionale valore. L’attuale amministrazione sta proseguendo in un progetto di rilancio di notevoli proporzioni, per
esaltare le grandi potenzialità del borgo
che ha conservato le sue caratteristiche
e la struttura originaria grazie ad un
scrupoloso e profondo “maquillage” che
ha riguardato anche la sistemazione
viaria. Fino a pochi anni fa il borgo era
un realtà avulsa, estranea allo sviluppo
complessivo del territorio, mentre oggi
accanto al relax assoluto che è un valore
in sé, il borgo offre una varietà di opzioni
culturali e naturalistiche per attrarre
turismo di qualità. Abbiamo investito nel
suo rilancio circa 16 milioni di euro, soldi
ben spesi: Terravecchia è considerata
attualmente uno dei borghi medioevali
più autentici e suggestivi della regione
Campania.
Premesso che per Terravecchia non
si poteva immaginare un uso diverso
da quello culturale, per quale progetto di marketing territoriale avete
speso energie e risorse?
Per noi il recupero del patrimonio edilizio esistente e il restauro di questo
splendido borgo ha significato, senza
stravolgere l’aspetto originario, giocare
la carta del reinserimento in un uso produttivo e culturale, stabilire un rapporto
tra il complesso del borgo e i bisogni del
turismo culturale e della comunità locale,
ha significato fare di Terravecchia nonsolo un oggetto statico di conservazione
culturale, ma anche è soprattutto un
luogo dove si “produce” cultura ed eventi
in un quadro caratterizzato dall’offerta
integrata di beni culturali ed ambientali,
compresi i prodotti tipici dell’agricoltura.
La risoluzione del problema della ricettività, in un contesto di qualità, è stata
una tappa fondamentale per lo sviluppo
del borgo, ma oggi per essere competitivi dobbiamo diversificare l’offerta per
un turista che chiede non un semplice
soggiorno ma sempre di più esperienze
di alto interesse culturale, coniugando il
comfort dei servizi con la realizzazioni
di eventi e circuiti che promuovono le
caratteristiche dei piccoli borghi. La
nostra idea di fondo, è la moltiplicazione
dei motivi di richiamo e le attività culturali
che rendono appetibili le occasioni di
soggiorno per i visitatori e i turisti. Master universitari in sociologia, convegni,
eventi e spettacoli, enogastronomia, i
32
salotti del vino lanciati dall’assessore
provinciale Corrado Martinangelo, di
tutto e di più, ma sempre all’insegna
della qualità delle proposte.
Dunque, un’offerta varia e diversificata. Tra le ultime misure studiate per
la rinascita dell’intero borgo, assume
un grande significato il ripristino dei
vecchi sentieri e il progetto di restauro del castello federiciano, simbolo
consolidato nell’immaginario collettivo della città.
Anche gli itinerari naturalistici ed ambientali sono parte integrante di un
unico progetto di rilancio in grande stile.
Il vecchio percorso pedonale di origine
medioevale che fino agli anni Sessanta
era l’unico collegamento tra il borgo
e la città e l’intervento di recupero del
castello finanziato dall’esecutivo regionale per 4,5 milioni di euro, sono il frutto
del lavoro e della sinergia tra Regione
e Comune. Stiamo studiando la possibilità di progettare una funicolare che
porti direttamente i visitatori in cima al
Castello. Colgo l’opportunità per ringraziare il Presidente della Regione Antonio
Bassolino e il Consigliere regionale Ugo
Carpinelli, che è stato il promotore di
questo brillante risultato.
Il Castello di Terravecchia ritornerà, da
rudere archeologico, agli antichi splendori. (w.b.)
Maggio/Giugno 2008
i
t
n
ce
n
i
i
n
Pi
a
t
s
Fe
23-24-25 agosto
Sagra della braciola
30 agosto
Nona edizione Nocciole a Occiano
Olevano sul Tusciano
20 luglio -24 agosto
Ebbri di Briganti “La Saga di Nardantuono” Loc. Cannabosto 9-10 agosto
Storia e gastronomia: “La Bagliva” - Ariano
8-22 luglio
Premio Teatrale ITINERANDA - Villa Comunale di Ariano
27 luglio
Musica popolare “Folklore in Festa” - Salitto
11-12-13 agosto
Festa della Birra - Ariano
Acerno
agosto
Estate acernese
7 agosto
Festa patronale di San Donato
San Cipriano Picentino
Giffoni Valle Piana
dal 30 giugno al 6 luglio
Rassegna delle Bande Musicali del Picentino
dal 10 al 12 luglio
Giffoni Festival Canoro
dal 31 luglio al 3 agosto
Vassinsieme
8-18 agosto
Curti Estate
agosto
XI Edizione di Giffoni Teatro Giardino degli Aranci
15 agosto- 8 settembre
Fiera di S.Maria a Vico
Castiglione del Genovesi
30 giugno
Monte Tubenna - Musica jazz Trio di Salerno
8-15 agosto
XXXI edizione del Ferragosto Castiglionese
Montecorvino Pugliano
11-13 luglio
Talenti nascosti a cura del Comitato Pari Opportunità
San Mango Piemonte
luglio
Sagra del fusillo al tegamino XVIII edizione
19 agosto
Festa Santo Patrono San Magno
Montecorvino Rovella
28-29-30 giugno
Festeggiamenti Patronali S.S.Pietro e Paolo
6-13 luglio
8° Festival de I Mozartini
11-12-13 agosto
Gauro Sagra del Prosciutto
25-26-27 luglio
XXVI Universus Osservatorio Astronomico Montecorvino
dal 27 luglio al 3 agosto
Opera Festival (Villa Budetta)
Giffoni Sei Casali
da giugno a settembre
I Tipicentini…non solo per bambini!
12 luglio
La cantina del borgo all’ombra del secolare tiglio II edizione
12-13-14 agosto
Sieti Music
La 38esima edizione del Giffoni
Film Festival, che alzerà il sipario il 18 luglio, si presenta anche
quest’anno all’insegna del grande
cinema e di personaggi, tra i più
rappresentativi del mondo del
cinema e della cultura internazionale.
Tra i primi ospiti annunciati, l’eterna ragazzina Meg Ryan, che
sarà al Festival per partecipare
all’incontro con i giovani giurati che ogni anno popolano e
animano la manifestazione campana. Altro atteso ospite è
lo scrittore israeliano David Grossman che a Giffoni sarà
uno dei “maestri” del Laboratorio della sezione Y Gen.
Come da tradizione, anche in questa 38esima edizione
non mancheranno importanti anteprime. In attesa di vederlo
nelle sale italiane il 20 agosto, sarà presentato in anteprima
italiana a Giffoni il 24 luglio il secondo capitolo della saga “Le
Cronache di Narnia Il Principe Caspian” diretto dal regista
Maggio/Giugno 2008
neozelandese Andrew Adamson.
Il film, distribuito in Italia dalla
Walt Disney Motion Pictures, ha
nel cast anche i due attori italiani
Sergio Castellitto e Pierfrancesco Favino. Favino sarà ospite
del Festival. Un’altra grande
anteprima nazionale sarà “Meet
Dave” di Brian Robins, la nuova
commedia con Eddie Murphy,
nelle sale italiane il 14 agosto. Il
film, sarà mostrato al Festival sabato 19 luglio.
Per quanto riguarda i grandi appuntamenti musicali del
Giffoni Music Concept, ad aprire il festival, venerdì 18 luglio, saranno gli ZeroAssoluto che si esibiranno sul palco
dell’Arena Alberto Sordi di Giffoni Valle Piana dopo i vincitori
del Giffoni Music Concept, il concorso per band e musicisti
emergenti giunto alla sua settima edizione. Il 21 luglio sarà
la volta di Caparezza, mentre il 25 sono attesi gli Afterhours
e, in chiusura, sabato 26, Max Gazzè e Tricarico.
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Speciale Turismo
27-28-29 giugno
VIII edizione Festa della Montagna Piazza Umberto I
16 luglio
Antica Fiera del Carmine
25-26-27 luglio
Sagra dell’ortolano - Campigliano
31 luglio -6 agosto
Decennale Antichi Forni, Pizza in Piazza - Filetta
dal 13 al 17 agosto
Sapori picentini Estate
5-6-7-8 settembre
Festa dell’Agricoltura Filetta
L’Anniversario
Tutto è pronto
per il 4° Premio
della Cucina
Mediterranea
“Premio Antonio Amato”
Speciale Turismo
E
’ nelle mani dei giovani chef il futuro
della gastronomia mediterranea:
nella sapienza tradizionale che si
tramanda in quella che è la culla della dieta più celebrata al mondo e, nel contempo,
nella loro capacità di reinterpretarla e rinnovarla continuamente, senza snaturarne
pregio e qualità.
Ecco perché ai giovani, che saranno interpreti, innovatori e magari ambasciatori
nel mondo di questo nostro straordinario
patrimonio culturale, che si rivolge il Premio della Cucina Mediterranea – Premio
“Antonio Amato”.
Tutto è pronto per la 4ª edizione della kermesse che, ideata ed organizzata dalla
PromoSalerno e dall’Academia Barilla,
Centro internazionale per la diffusione
della cultura gastronomica italiana, avrà
luogo venerdì 27 giugno 2008 nella cornice dello splendido Lloyd’s Baia Hotel di
Vietri sul Mare (SA). L’obiettivo principale
è infatti scoprire e formare i giovani talenti
della gastronomia mediterranea, offrendo
agli aspiranti chef, ancora impegnati a
compiere i propri studi presso gli Istituti
Alberghieri, l’opportunità di aggiudicarsi
uno stage del valore di 15mila euro presso
l’Academia Barilla di Parma.
Merito di una formula collaudata e corroborata dal successo delle precedenti
edizioni, arricchita di significative novità.
La più rilevante è la partnership con “Antonio Amato & C.” che, partendo da Salerno,
è divenuta uno dei più importanti pastifici
nazionali, un’industria evoluta che brilla
per la qualità pregiata e la completezza
della sua linea produttiva. Una realtà che
da sempre si contraddistingue per la sensibilità e l’impegno a favore della tutela e
valorizzazione della cultura gastronomica
italiana e mediterranea.
Di qui il trait d’union con il Premio ed il
suo impegno per i giovani chef: i finalisti,
vincitori delle preselezioni, hanno già
ricevuto un cesto di pasta e, durante la
finale, adopereranno “Chef Selection”,
la linea Antonio Amato speciale per la
ristorazione.
A contendersi la vittoria della quarta
edizione del Premio saranno Giuseppe
Micca dell’Ipsar di Potenza per la Basilicata, che proporrà “Candele con crema
di peperone e cacioricotta”; Gianluca
Brognei dell’Ipsar di Rossano Calabro per
la Calabria, che proporrà “Maltagliate al
finocchietto e alici, con involtini di spatola
e zucchine”; Carmine Sgambati dell’Ipsar
di Avellino per la Campania, che proporrà
“Fusilloni con ventresca di tonno, gamberi
e tartufo di Bagnoli Irpino”; Antonio Todisco dell’Ipsar di Molfetta per la Puglia, che
proporrà “Paccheri al pesto pugliese e fagiolini con ciambotto di rana pescatrice” e
Rosario Messina dell’Ipsar di Catania per
la Sicilia, che proporrà “Spatola ai profumi
mediterranei in marmellata di arancia”.
A valutare le proposte culinarie dei cinque
finalisti – che sarà decretata sulla base
di 4 parametri (Mise en place e pulizia;
Corretta preparazione professionale;
Gusto e sapore; Creatività, fantasia e originalità) – sarà come sempre una Giuria
molto qualificata, di grandi nomi e grandi
esperti: Gianluigi Zenti (Amministratore
delegato Academia Barilla); Paolo Caldana (Presidente della Federazione Italiana
Cuochi); Lamberto Sposini (Giornalista);
Maristella Di Martino (Giornalista) e Yari
Gugliucci (Attore). A loro il compito di
scoprire i talenti del domani ed i nuovi
ambasciatori del gusto italiano e mediterraneo nel mondo.
Inoltre, tra gli obiettivi del Premio della
Cucina Mediterranea – Premio “Antonio
Amato” figura la promozione dello sviluppo dell’ecoturismo mediterraneo, in
cui si intrecciano percorsi del gusto, della
cultura del cibo e della tutela della natura,
delle identità, delle tradizioni dei paesi del
mare nostrum.
La presenza di una Nazione mediterranea
è dunque in sintonia con l’obiettivo di
un coinvolgimento dei paesi del bacino
mediterraneo nella mission di valorizzare
il patrimonio comune della cucina mediterranea.
Dopo il Portogallo, quest’anno sarà la
Francia a presentare una propria ricetta
tipica. Sarà presente infatti al Premio il
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di Vera Arabino
rinomato chef Christophe Girerd che
proporrà alla degustazione dei giurati
una specialità transalpina “Cappuccino
d’astice in verrina”. Girerd sarà premiato
dall’Assessorato al Turismo del Comune
di Salerno come “Ambasciatore delle tradizioni mediterranee”. Sarà inoltre ospite
d’onore della serata finale Monsieur
Francois Cousin, Console Generale di
Francia a Napoli.
Né mancherà un momento di approfondimento. Il Mediterraneo è infatti un mare
che avvicina, un luogo storico di incontro
e di confronto. E se il cibo è da sempre
un ponte tra i popoli e uno strumento di
scambio tra culture, oggi l’agricoltura mediterranea, con le sue specificità e le sue
potenzialità, è quella che meglio interpreta
il modello europeo della multifunzionalità,
della qualità delle produzioni, della difesa
del suolo e della valorizzazione del territorio. Ecco perché la quarta edizione
del Premio della Cucina Mediterranea
- Premio “Antonio Amato” punterà i riflettori sul tema “Le nuove frontiere del
Mediterraneo per la sicurezza alimentare
e lo sviluppo”.
Al convegno che si terrà il 27 giugno
2008 alle ore 18.30 presso il Lloyd’s Baia
Hotel di Vietri sul Mare (SA) prenderanno
parte: Antonio Valiante (Vicepresidente
della Giunta Regionale Campania ed
Assessore ai Rapporti con i paesi del
Mediterraneo); Giovanni Iuliano (Vice
Presidente Provincia di Salerno); Corrado
Martinangelo (Assessore all’Agricoltura
della Provincia di Salerno); Nino D’Asero
(Deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana); Gianfranco D’Angelo (Assessore
al Turismo della Provincia di Potenza);
Vincenzo Maraio (Assessore al Turismo
del Comune di Salerno); Giuseppe
Amato jr. (Presidente Gruppo Alimentare
Confindustria Salerno); Gianluigi Zenti
(Amministratore delegato Academia Barilla); Paolo Caldana (Presidente della
Federazione Italiana Cuochi).
Concluderà i lavori l’On. Antonio Buonfiglio, Sottosegretario al Ministero delle
Politiche Agricole.
Maggio/Giugno 2008
Il presidente Antonio Rescigno:
“Già realizzato il Centro antincendi, pronti a
creare il polo catastale”
È
Maggio/Giugno 2008
di Annavelia Salerno
Tante, dunque, le attività, che spaziano in diversi
settori: politiche sociali, salvaguardia ambientale,
servizi ai cittadini e alle pubbliche amministrazioni, valorizzazione delle tipicità locali. In primis
Rescigno non nasconde l’orgoglio per l’istituzione
del SUAP, di cui l’ente montano dell’Irno ne rappresenta la regia. Così come l’ente di Baronissi
è regista e punto di riferimento per diversi servizi
associati, in primo luogo il CST, ossia il Centro
Servizi territoriali, che offre servizi innovativi alle
Pubbliche Amministrazioni, tra cui informatizzazione dei servizi, protocollo informatico, ed altri. Al
servizio fanno capo 36 comuni, cinque Comunità
Montane della Provincia di Salerno: Amalfitana, Bussento, Vallo
di Diano, Alto e Medio Sele e la stessa Irno.
Inoltre l’ente ha partecipato ad un bando regionale, ottenendo
un finanziamento per la creazione del polo catastale, mentre
hanno partecipato anche a quello nazionale ed attualmente
sono tra i primi 50 enti italiani ammessi a finanziamento: il polo
catastale sarà da riferimento a sette comuni della zona. E’
recente la realizzazione a Bracigliano di un Centro Operativo
Antincendio Boschivo, dotato di sala radio e di tutto quanto
necessario a divenire punto di riferimento per le attività di
protezione civile, soprattutto in caso di calamità naturali, quali
l’alluvione del 1998. Accanto a questa, ci sono anche altre
attività legate alla tutela della risorsa ambientale: “Abbiamo
ottenuto dei fondi per il rimboschimento a Siano e Bracigliano”,
informa infatti Rescigno “non mancano naturalmente le consuete opere di ripristino per le strade interpoderali, di bonifica
montana, ed il sostegno all’agricoltura, che noi concretizziamo
attraverso contributi destinati agli agricoltura”.
Una delle iniziative di sicuro successo, è l’imminente realizzazione di un canile comunale, inteso non nel senso tradizionale
del termine ma come vero e proprio ricovero per i cani in
difficoltà con le sembianze di un parco dove anche le famiglie
potranno trascorrere qualche ora piacevole. Attenzione puntata
anche sul sociale e le strutture sportive: è stato recentemente
finanziato il progetto per la realizzazione di un campetto polivalente a Bracigliano, di una pista di pattinaggio a Calvanico
e di un campo di bocce a Baronissi. “Credo siamo una delle
poche comunità montane a progettare questo tipo di interventi”,
conclude Rescigno, riferendosi anche ad attività di carattere
sociale, come le borse lavoro per i disabili ed il progetto per
il recupero dalle dipendenze. Grande impegno anche per la
valorizzazione delle tipicità locali, quali la ciliegia Igp, la mela
annurca, l’olio, la castagna.
Infine grande successo per Il SUAP (Sportello Unico per le
Attività Produttive) che è uno dei servizi più ambiziosi della
Comunità Montana Zona dell’Irno: si tratta di una rete che
interessa i Comuni della Valle dell’Irno attraverso la quale
essi possono interagire sia tra di loro che con altri enti, con
estrema facilità.
Il tutto mediante procedure snelle e tecnologie nate per favorire
lo scambio di informazioni in maniera sicura e certificata tra
diversi soggetti della Pubblica Amministrazione. Il SUAP è in
grado di erogare alle imprese servizi fortemente specializzati
e personalizzati
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Viaggio nelle Cominità Montane
una storia antica quella della terra attraversata dal Fiume Irno, dal quale prende il nome: la Zona dell’Irno è un’area
incastonata tra montagne e colline, di fertile
vegetazione, retaggio di un’economia passata
ancorata alla ruralità dei luoghi. Una storia antica,
dunque, dove l’Irno ne ha curato la regia, assistendo al passaggio di diverse civiltà che si sono
avvicendate in questa terra ai confini con quella
avellinese, lasciando ciascuna un segno tangibile della propria presenza. Ne sono testimonianza
i numerosi reperti archeologici osco-sanniti,
lucani, greci ed etruschi ritrovati in special modo
nei pressi dell’importante corso d’acqua che sfocia nel mare
di Salerno. Difatti la storia suggerisce che prima gli Etruschi,
poi i Romani e di seguito ancora i Normanni, colonizzarono
questa valle, attratti dalla fertilità originata dall’Irno, lasciando
un arricchimento culturale e artistico oggi salvaguardato con
attenzione: acquedotti, ville romane, il cimitero Etrusco di
Fratte e i suoi reperti archeologici, castelli, chiese ed edifici,
testimonianza di una storia importante.
Sono sette i comuni che fanno capo alla Comunità Montana
“Zona dell’Irno”: Baronissi, Bracigliano, Calvanico, Fisciano, Mercato San Severino, Pellezzano e Siano. Comuni di
grande estensione, investiti da notevoli flussi di economia - in
buona parte determinati dalla presenza dell’università che
richiama in zona migliaia di persone - ma non per questo privi
di un loro patrimonio di risorse, tradizioni e prodotti.
Servizi ai cittadini, tutela ambientale, attività sociali e promozione del territorio: sono i quattro campi d’azione a cui si rivolge
l’attività della Comunità Montana Zona dell’Irno, che ha al
suo attivo diverse iniziative ed altrettante in serbo, e che non
accenna ad arrestare la frenetica corsa quotidiana determinata da un lavoro serrato ed intenso, nonostante il subbuglio
che ha investito gli enti montani nelle ultime settimane e che
facilmente porterebbe a scoraggiarsi e a porre un freno alla
propria opera. Ma non è così a Baronissi, dove ha sede l’ente
montano presieduto da Antonio Rescigno, in carica dal 2000;
al contrario, l’attività diventa maggiormente alacre quanto più
aumentano le preoccupazioni di un’eventuale soppressione
di questo come di altri enti montani della Campania e della
Provincia di Salerno.
“Noi continuiamo ad operare con lo spirito di sempre – afferma
infatti con convinzione il Presidente Rescigno – nella consapevolezza che può succedere di tutto (l’ipotesi attuale è che
Pellezzano e Mercato San Sevwerino saramnno tagliati fuori
e gli altri comuni inglobati in due diversi enti montani n.d.r.),
ossia che possiamo andare incontro ad una soppressione o
ad un riordino che comunque farebbe saltare gli equilibri, ma
anche che si possa trovare il modo per continuare a lavorare
per il bene del territorio”.
E in effetti le attività portate a termine negli ultimi anni autorizzano a sperare che possano essere garanzia di una diversa
presa di posizione da parte degli organi competenti: “Ci auguriamo – dice ancora Rescigno – che chi di dovere prenda in
considerazione la bontà dei progetti realizzati e di quelli che
si andranno a porre in essere”.
L’Anniversario
COMUNITA’ MONTANA ZONA DELL’IRNO
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Maggio/Giugno 2008