Ma è un treno ben strano quello - La Vecia Ferovia dela Val de
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Ma è un treno ben strano quello - La Vecia Ferovia dela Val de
La “Vecia ferrovia” sbuffa ancora Ed il treno vaaaaaaa……sbuffando sale e vaaaaaa…… Ma è un treno ben strano quello che risale la Val di Fiemme, da Ora a Molina, un convoglio colorato di 1200 bikers, non di carrozze. Non lo sferragliare delle ruote sulle rotaie a far scintille ma il fruscio dei copertoni sulla ghiaia; non il fischio del treno sui ponti ed alle uscite dalle gallerie ma le voci che si rincorrono e chiamano, quell’incitarsi a vicenda che aiuta. E tutti quelli come me hanno bisogno di un po’ di tifo in una gara che su 37 km ne ha 30 in salita. Ma è stata un avventura nuovamente, iniziata una domenica mattina alle 5 con le bike da caricare sul furgone di Francesco, un caffè con Dado per svegliarsi e poi via, due ore e mezza di strada fino in Val di Fiemme, in Trentino. Il rituale del ritiro dei pacchi gara e del numero di pettorale eppoi via a scaldare un poco le gambe prima di entrare in griglia ed attendere la partenza e lo scoprire con piacere che verrà data dall’ultimo conduttore di questo trenino dimesso nel 1960, un treno voluto e costruito dall’imperatore austro-ungarico e che per anni ha risalito la valle fino a Molina. La gara si snoda sul tracciato di questa vecchia ferrovia tra coltivazioni di mele a distesa, salendo e salendo, senza un attimo di riposo e, con stupore, accorgermi che alcuni pedoni sono più veloci di me!! Ed ecco la prima galleria: entro e non vedo piu nulla. I fari posizionati a far luce creano delle zone d’ombra che ti lasciano cieco ad avanzare e sentire solo il terreno sotto le ruote, terra battuta e sassi, ma andare via veloci e vedere il chiarore alla fine, l’uscita alla luce del sole. Ed una voglia improvvisa, quella di fare tuuuuuuuuu all’uscita della galleria mi prende e mi ritrovo, con altri accanto, ad imitare il fischio del treno ridendo ( e lo abbiamo fatto per tutte e 5 le gallerie). Ho pedalato quasi tutta la gara con un gruppo di vigili del Fuoco volontari di Molina, vestiti con le uniformi d’epoca; quel tocco di folklore locale che fa piacere avere attorno quando la posizione in classifica poco importa. All’arrivo un attimo di panico: vedi il cartello con scritto “ 500 mt.” e pensi “ è finita” ed all’improvviso ti trovi un muro da scalare!!! “Ma volete proprio farmi arrivare senza fiato e con la lingua sotto le ruote!!!!!” Arranco su e sento una “mano amica” sul fondo schiena e la voce di una signora che mi dice “dai che sei arrivata..” Passo sotto l’arco dell’arrivo, sento il mio nome ed il numero di pettorale, quel “…mamma sei fuori…” che è il mio regalo e l’unica cosa a cui penso e scendere dalla sella e far riposare i muscoli delle mie gambe che urlano vendetta. Siamo in una bellissima pineta ed attorno c’è il solito ambaradan delle gare in mtb: gente che fa una grigliata, qualcuno prende il sole ed altri si riposano sotto le piante, i bambini si arrampicano sulle piante come Tartan con corde tese appositamente per loro, musica e tanto colore. E’ ora di tornare a casa, altre tre ore in macchina con calma dopo una bellissima giornata con gli amici sapendo che la Vecia ferrovia sbuffa ancora e lo farà a lungo. Kathy Pitton
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