attività sociale
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[email protected] - www.cadiai.it Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB BO numero 42 dicembre 2013 Il Centro Diurno “Accanto” ha festeggiato 10 anni di vita III Congresso Legacoopsociali Concorso di poesie e racconti al “Corniolo” Nido “Giovannino”, un progetto per anziani e bambini numero 42 dicembre 2013 sommario sommario sommario 1Editoriale 2014: quali scelte ci aspettano 2 In copertina Periodico trimestrale di CADIAI Registrazione Tribunale di Bologna: n. 7703 del 18/10/2006 Direttore Responsabile: Gianluca Montante Comitato di redazione: Germana Grandi, Laura Zarlenga Proprietario ed Editore: CADIAI Cooperativa Sociale via Boldrini 8 - 40121 Bologna Direzione e Redazione: via Boldrini 8 - 40121 Bologna Tel 051 74 19 001 Fax 051 74 57 288 Coordinatrice di redazione: Giulia Casarini Collaboratori: Anna Chiara Achilli, Cristina Anteghini, Anna Soccorsa Antonelli, Jessica Bosi, Domenico Capizzi, Lucia Cardone, Veronica Ndy Edeh, Raffaele Montanarella, Maria Letizia Neri, Caterina Olivito, Saverio Parracino, Laura Piana, Maria Rizzo, Mihaiela Adina Romeghea, Antonia Tedone, Deborah Venturoli. Impaginazione: N.S. - Progetti di comunicazione Bologna Stampa: Casmatipolito via Provaglia 3/b, 3/c, 3/d 40138 Bologna “Accanto” compie dieci anni e ritorna a casa 4 Progetti internazionali Progetto AGID. Quinto incontro di coordinamento a Brest 5 Progetto FOR.C.A. 14Monografia Servizio Territoriale Minori CADIAI, dal 2000 ad oggi 19Servizi 1° Dicembre 2013 ricordando la legge 1044 20 Topotto e il pannolino 6Cooperarazione 21 La febbre del venerdì sera alla Gelateria Renata Global Social Economy Forum 2013 22 La scrittura ci unisce 8 Perché Futura? 26 Ballons Festival 9 E se è femmina si chiamerà Futura... 27 “Come scorre la storia” ospitata al Centro Lame 24 Anziani e bambini insieme 10 1974-2014 quarantanni di cooperativa 28 Dal produttore al consumatore 30 Tour goloso nella cucine “CAMST Imola” Soci perchè... 11 Pari opportunità Quando la diversità di genere diventa una risorsa 12 Attività sociale Verso il 40esimo UniSalute, bastano pochi click... 13 I prodotti di Libera Terra di nuovo in CADIAI Assemblea dei Soci di Impronta Etica 29 Sembra un gioco ma non è 32Testimonianze Laboratorio musicale “Scopriamo la musica” 33 I ritratti di Lele Mauro 34Lettere 35 Liber Libero Non mi arrendo Lo Psicologo: un amico a scuola 36Rubriche Questa rivista è stata stampata su carta riciclata 100% ecologica che ha ottenuto il marchio Greenlabel dell’Unione Europea riservato ai prodotti a minor impatto ambientale. La riapertura del Centro Diurno “Accanto”. II 14 Visita al Parco Regionale dell’Abbazia di Monteveglio editoriale editoriale editoriale 2014: quali scelte ci aspettano di Franca Guglielmetti, Presidente di CADIAI Mano a mano che gli effetti del cambiamento strutturale in atto si diffondo in tutti gli ambiti della vita sociale delle nostre comunità, si rappresenta in modo sempre più nitido la necessità di una riflessione e di un cambiamento anche rispetto alla funzione sociale della nostra Cooperativa. Parliamo di cambiamento strutturale e non di crisi economica perché di fatto oggi abbiamo di fronte appunto un radicale cambiamento delle dinamiche sociali, cambiamento sicuramente innescato dalla crisi economica ma che ora sta andando ben oltre il semplice dato economico. Per quel che riguarda il nostro ambito di attività, questo cambiamento interessa soprattutto il ruolo e la funzione degli enti pubblici nella definizione e nello sviluppo delle politiche di welfare e conseguentemente comporta una ridefinizione del nostro ruolo in questo contesto unitariamente alla ridefinizione del ruolo giocato dagli altri attori presenti su questa scena con sempre maggior peso. Il modo in cui gli enti pubblici stanno affrontando questi cambiamenti strutturali si dimostrano ancora segnati da grandi difficoltà e forti contraddizioni e nel panorama delle nostre diverse interlocuzioni non si individua una situazione unitaria. Ci sono incertezze e contrasti sul tema della gestione dei servizi ovvero se e quanto l’ente pubblico debba continuare a gestire i servizi direttamente; sul tema delle ASP, sulla loro unificazione ma anche sui loro ambiti di intervento e i loro vincoli di spesa; sul tema del nuovo modello di welfare e il ruolo dei soggetti privati sia non profit che profit. Da quello che possiamo osservare noi, la situazione complessiva si configura come un movimento incostante che oscilla tra: una difesa forte della situazione esistente con però la consapevolezza del fatto che non potrà più essere mantenuta; un orientamento teorico che immagina l’armonizzazione tra politiche pubbliche, risorse private e gestioni integrate; un’azione pratica quotidiana che, oltre alla costante riduzione dell’offerta di servizi conseguente alla riduzione delle risorse economiche disponibili, propone, come alternativa all’esistente, scelte che di fatto alimentano un modello di welfare privato e privatistico. La spesa privata anche in ambito socio sanitario infatti negli ultimi tempi è cresciuta in modo direttamente proporzionale al calo delle risorse pubbliche, ma anche in quest’ambito, come in quello sanitario, è cresciuto maggiormente il ricorso a soggetti privati-privati rispetto a quelli del privato-sociale. Sul versante dell’offerta pubblica di servizi, i principali progetti “innovativi” oggi messi in campo per la sperimentazione di un nuovo modello di welfare riguardano la regolamentazione delle assistenti familiari e il sostegno ai caregiver familiari. Progetti che, in entrambi i casi, riportano i servizi di cura all’interno delle mura domestiche, in forma individualistica e isolata, prevalentemente a carico delle donne che rinunciano in tal modo a qualsiasi ruolo sociale. In alternativa si opta per il coinvolgimento strutturato di risorse informali (volontariato, associazionismo, relazioni di vicinato) nell’ambito delle quali o rimane forte e centrale il ruolo di guida del pubblico o il progetto viene affidato al libero dinamismo dei soggetti coinvolti, con scarse o nulle garanzie di efficacia e continuità. In tutto questo, il ruolo della cooperazione sociale viene schiacciato da una visione che potremmo definire di “necessità”: rimaniamo il soggetto più affidabile su editoriale numero 42 dicembre 2013 cui contare per la gestione dei servizi ma l’acquisizione da parte nostra di una sempre maggior autonomia viene vista con diffidenza. Quale posizione deve assumere CADIAI in questo contesto? Nei lunghi quaranta anni della nostra attività, possiamo dire di aver sempre svolto un ruolo positivo, di collaborazione e proposta, che ha portato allo sviluppo di servizi innovativi. Pensiamo ai servizi per disabili nati per consentire la chiusura del reparto 7H dell’ospedale psichiatrico cittadino; pensiamo ai Nidi costruiti con il Progetto Karabak; pensiamo agli appartamenti a bassa soglia per giovani con lieve disabilità; pensiamo alla collaborazione con la Fondazione Hospice Seragnoli per la gestione dell’Hospice di Casalecchio di Reno; pensiamo al progetto di “Parco del Navile”. Inoltre la durata, la costanza e la coerenza con cui abbiamo portato avanti le nostre attività, la nostra visione aperta e dinamica dei servizi, che li rende capaci di fornire risposte nuove a bisogni che cambiano, ci è valsa la considerazione, da parte non solo degli enti pubblici, ma anche degli utenti e degli altri soggetti con cui costantemente collaboriamo, di soggetto affidabile, solido, su cui si può contare. Tutto questo però oggi non basta: occorre potenziare la nostra capacità di proposta coinvolgendo altri soggetti, soprattutto del movimento cooperativo, ma non solo. La nostra capacità di innovare deve essere incrementata e accanto a questa dobbiamo sviluppare di più la capacità di fare rete. Ci dobbiamo proporre soprattutto come soggetto innovatore, capace di sperimentare nuove soluzioni da integrare nella rete pubblica di servizi e quindi capace, anche con il sostegno dell’associazione di rappresentanza e di altre cooperative altrettanto affidabili, di superare la situazione di incertezza e fragilità che connota oggi le politiche di welfare locali. n 1 numero 42 dicembre 2013 in copertina in copertina in copertina “Accanto” compie dieci anni e ritorna a casa Rientra nei propri spazi il Centro Diurno gravemente colpito dal sisma del 2012. di Gloria Serra e tutto lo staff di “Accanto” Era il 17 Maggio 2012 quando, ignari di quanto sarebbe accaduto solo qualche giorno dopo, abbiamo chiuso la porta del Centro “Accanto” per l’ultima volta. Avevamo terminato il turno con la consueta équipe settimanale, durante la quale si progettava e organizzava il compleanno di “Accanto”: a Luglio infatti il Centro avrebbe festeggiato i dieci anni di apertura e l’evento sarebbe stato inserito nel calendario di iniziative della storica festa crevalcorese, la “Fiera del Carmine”. Le idee erano tante, ma sono state rallentate dalla prima scossa del 20 Maggio e definitivamente affossate il 29 quando il centro storico di Crevalcore, colpito duramente dalla “seconda scossa”, venne definitivamente dichiarato “zona rossa”. L’allora Sindaco Broglia aveva emesso, a seguito della prima scossa, un’ordi- 2 nanza che sospendeva temporaneamente tutte le attività scolastiche compresa anche l’apertura di “Accanto”. Per garantire la continuità del servizio, in collaborazione con l’Ausl del territorio, si attivano alcune soluzioni di emergenza che portano ad organizzare gite fuori porta e attività pomeridiane presso i Centri Diurni “Le Farfalle” e “Spazio Aperto”. A seguito della scossa del 29 Maggio, il Centro è definitivamente chiuso poiché all’interno della “zona rossa”. Da quel momento siamo ufficialmente senza casa! Il sisma risparmia le famiglie dei ragazzi, eccetto una di queste che è sfollata e temporaneamente ospitata nella tendopoli. Per quanto riguarda invece il gruppo di lavoro, due operatori vivono la spiacevole esperienza di sfollati a causa dell’inagibilità delle loro abitazioni. L’evento è per tutti traumatico sia sul piano professionale che personale: si tocca il fondo, si piange, ma poi si riprende a ridere, o perlomeno a sorridere, e ci si rimbocca le maniche per far ripartire il Centro “Accanto”. Inizia il viaggio alla scoperta della nostra resilienza. Ai “piani alti” iniziano a valutare nuove collocazioni per il Centro, nel territorio del Distretto della Pianura Ovest. Entro breve arriva un tetto… anzi due! Il gruppo di “Accanto” viene ospitato in in copertina in copertina in copertina due sedi diverse e in due paesi diversi. Il Centro Diurno “Le Farfalle” ospita quattro ragazzi in carrozzina mentre la restante parte del gruppo si insedia nella palestra messa gentilmente a disposizione dal Centro Diurno anziani “Cà Rossa” di Anzola Emilia. Si riparte da una nuova organizzazione del lavoro molto più articolata, dal momento che ci si trova nella condizione di gestire due centri, che procedono parallelamente. Si rende necessario creare e sperimentare nuovi turni di lavoro, nuovi trasporti e soprattutto mettere in gioco tanta elasticità e capacità di adattamento. Per riuscire a garantire lo svolgimento della quotidianità è stato necessario noleggiare un mezzo per i trasporti e nel tempo sono stati inoltre inseriti dei sostituti nell’organico per garantire la completa copertura del Servizio. A più di un anno di distanza, dopo i dovuti lavori, il 7 Ottobre 2013 “Accanto” è tornato a casa. Il servizio in tutto questo periodo non è stato mai interrotto, tantomeno durante le fasi di trasloco. Il rientro a Crevalcore ha creato l’occasione per ripensare e ricollocare gli ambienti che lo hanno reso così ancor più bello e funzionale. La riapertura di “Accanto” ha fatto sì che si ripartisse da un impegno importante, segnato in agenda più di un anno fa… il decimo compleanno! Contemporaneamente alla mole di lavoro che comporta un trasloco, si ini- zia ad organizzare la festa che unisce il compleanno alla nuova inaugurazione del Centro. L’evento è fissato per il 26 Ottobre. Per l’occasione le più alte figure istituzionali del territorio e della Cooperativa, tra cui la nostra Presidente, hanno portato testimonianza della loro vicinanza al Centro, riconosciuto l’impegno profuso dal gruppo di lavoro e… tagliato la torta del decennale come segno di buon auspicio! I toni della festa sono ben diversi da quelli ipotizzati un anno prima. Il clima è sobrio, si ascoltano le parole al microfono e aggirandosi tra i presenti si percepisce un’autentica emozione; si intravedono occhi lucidi e sorrisi che non appartengono solo agli numero 42 dicembre 2013 operatori, ma anche ai ragazzi e alle loro famiglie nonché a tutti coloro che a vario titolo hanno partecipato, vissuto e sostenuto un anno di grande impegno e crescita vissuto fuori casa. A termine della festa si ha la consapevolezza di aver chiuso un lungo capitolo della vita di “Accanto” e di avere le capacità per scriverne altri nei prossimi dieci anni. n 3 numero 42 dicembre 2013 progetti internazionali progetti internazionali progetti internazionali Progetto AGID. Quinto incontro di coordinamento a Brest Valutazione della piattaforma e-learning. di Patrice Morel, Associazione Les Genêts d’Or, traduzione di C. Melon Dopo quattro mesi di lavoro per lo sviluppo in formato e-learning dei moduli formativi costruiti lo scorso anno, il progetto AGID si concentra ormai sulla valutazione della loro usabilità per gli operatori di primo livello e/o per gli assistenti familiari che si prendono cura di persone con disabilità intellettiva che invecchiano. Perché la convivialità è importante nelle formazioni on-line? L’attrattività è essenziale nel determinare la soddisfazione del fruitore e la sua accettazione del prodotto. Gli studenti che interagiscono con delle piattaforme tecnologiche devono far fronte a due processi di apprendimento congiunti: • imparano ad assimilare le modalità di scambio con il sistema; • imparano ad acquisire nuove nozioni o competenze. Se l’interfaccia è difficile da impiegare, questo avrà delle ricadute negative sull’apprendimento. Per questa ragione l’impegno di AGID nella valutazione della sua piattaforma e-learning ha l’obiettivo di verificare se i moduli formativi, così come sono costruiti, sono accessibili ai fruitori individuati e possono aiutarli a migliorare le loro conoscenze e competenze. Per valutare la facilità d’uso saranno impiegati i due strumenti più fre- 4 quentemente usati per la valutazione della convivialità nei programmi di ricerca: la scala S.U.M.I. e la scala S.U.S. Questa valutazione prenderà in esame, in particolare, due aspetti: • la complessità e la convivialità dell’interfaccia grafica, • la facilità d’uso e l’attrattività percepita. Oltre alla curva delle età, l’elaborazione dei risultati terrà conto anche degli anni di esperienza professionale, della scolarità, della familiarità con l’uso del computer e dell’esperienza pregressa nell’uso di prodotti simili a quello presentato. Le variabili sociodemografiche selezionate potrebbero servire ad individuare specifici profili di utilizzatori per i quali potrebbero rendersi necessari alcuni aggiustamenti dell’interfaccia. Conferenza finale di disseminazione La conferenza di disseminazione dei risultati del progetto AGID si terrà a Vienna il 25 Febbraio 2014, sotto forma di un meeting accessibile in inglese, francese e tedesco. Nella sala della conferenza saranno disponibili dei PC, per dare agli invitati la possibilità di scoprire e provare i moduli. La conferenza finale valorizzerà l’aspetto della co-produzione, concentrandosi sul trasferimento delle conoscenze e sull’esplorazione dei fenomeni di condivisione all’interno del gruppo. La Conferenza si preoccuperà soprattutto di: 1. alimentare la consapevolezza dell’importanza del tema dell’invecchiamento delle persone con disabilità intellettiva e della necessità di formare gli operatori che se ne occupano, 2. diffondere informazioni strategiche sui contenuti della piattaforma di formazione, 3. fornire un’opportunità di avvio testando i moduli in diretta, 4. offrire una riflessione iniziale sulle linee di intervento inserite nei moduli e interrogarsi su cosa realmente significhi l’invecchiamento per le persone con disabilità intellettiva. Infine, la Conferenza finale prevederà un tempo per un World Café e tavole rotonde destinate a valorizzare i primi feedback degli utilizzatori/valutatori sulla qualità del servizio proposto. n progetti internazionali progetti internazionali progetti internazionali Progetto FOR.C.A. Al via un nuovo progetto europeo sulla cittadinanza attiva che coinvolge persone disabili. di Giovanni, Ilaria, Tiziana, operatori del gruppo appartamento “ABS” Nelle giornate 10 e 11 Dicembre 2013 i ragazzi del Gruppo Appartamento “ABS” hanno incontrato una delegazione di ragazzi disabili e i loro rispettivi educatori, provenienti da vari Paesi europei: Portogallo, Spagna, Francia, Belgio. Aderiamo tutti ad un progetto europeo che acquisisce un significato particolare in quanto il 2013 è stato dichiarato l’Anno Europeo “dei cittadini”. Questo progetto si propone di spiegare, comprendere e rielaborare il concetto di cittadinanza attiva. Che cosa significa cittadinanza attiva per i ragazzi con disabilità? • manifestare i propri diritti di cittadinanza come persone disabili; • diventare attori protagonisti del proprio contesto di vita e di lavoro. A tal fine, il progetto FOR.C.A. valuta come l’inclusione delle persone disabili abbia un impatto positivo sulla loro qualità di vita e di conseguenza possa migliorare la qualità di vita di tutta la società, rendendola più inclusiva e solidale. L’identificazione di buone pratiche permette alle persone disabili di prendere coscienza del proprio ruolo e di definire i loro bisogni. I risultati raccolti porteranno alla formulazione di raccomandazioni rispetto a buone prassi sul tema della cittadinanza attiva delle persone disabili da disseminare a livello europeo. Salvatore, Axel, Marco e Riccardo hanno accolto i ragazzi stranieri nella loro casa, raccontando loro le attività quotidianamente svolte nell’ap- partamento. Hanno anche spiegato, attraverso un video, l’esperienza del “Parlamento”. Si tratta di un incontro mensile che i ragazzi svolgono in appartamento per accordarsi e mettere a punto gli aspetti problematici della loro quotidianità, come ad esempio turni di pulizie, turni per la preparazione dei pasti, spesa in autonomia e con gli educatori, organizzazione di inviti a cena di fidanzate o amici. In questo contesto i ragazzi propongono e si scambiano idee su come vivere meglio insieme nella loro casa. Poi i ragazzi hanno accompagnato gli amici europei a visitare Bologna, dopo aver preparato una piccola guida in francese dei monumenti più importanti della nostra città. A queste giornate, oltre ai ragazzi dell’appartamento “ABS”, sono stati coinvolti alcuni ragazzi di Casa Rodari, altri che partecipano alle attività del SET del Poliambulatorio Chersich, ed altri della Cooperativa Coopas, che abbiamo invitato a collaborare con noi in questo percorso. Ciascuno di loro ha avuto modo di spiegare come si svolgono le giornate all’interno delle strutture nelle quali vivono oppure nell’ambiente familiare. Ci siamo resi conto che tutti i ragazzi sono molto attivi; sono infatti molto impegnati in contesti di sport, ballo, musica, arte. Questo però non basta per diventare cittadini attivi: nel futuro i ragazzi dovranno trovare spazi per poter dialogare anche con la Pubblica Amministrazione, magari attraverso le nuove tecnologie (blog, Facebook, Twitter) per poter esprimere i propri bisogni e favorire contesti di intervento nei confronti delle persone con disabilità, come ad esempio lo snellimento delle procedure per determinate pratiche burocratiche. Il diritto alla partecipazione politica, locale o nazionale, è un diritto fondamentale dei Diritti dell’Uomo e numero 42 dicembre 2013 quindi anche delle persone disabili; si tratta di studiare le modalità migliori per poterlo attuare. La cittadinanza, oggi, non è ancora pienamente garantita per le persone disabili. L’articolo 29 della Convenzione ONU relativa ai diritti delle persone disabili elaborata nel 2006 insiste su questo punto. Il progetto FOR.C.A. ha l’obiettivo di far capire ai ragazzi l’importanza di autorappresentarsi per poter meglio evidenziare e condividere i propri diritti. A conclusione delle due giornate di scambio e conoscenza, riportiamo alcune impressioni dei ragazzi. “Sono contento di aver potuto far visitare il nostro appartamento e la città di Bologna agli amici stranieri”. “Ho potuto scambiare qualche parola in spagnolo con la signora Carmen, coordinatrice portoghese… e lei capiva!”. “Ho notato che i ragazzi e anche gli educatori nostri ospiti erano molto attenti alle nostre spiegazioni e ponevano molte domande; ciò dimostra il loro interesse alla nostra esperienza innovativa”. “Sono contento di aver visto l’entusiasmo dei nostri amici sulla nostra esperienza di autonomia quotidiana. L’amico Pierre, in Belgio, vive in una struttura con molti altri ragazzi, il suo unico spazio personale è la sua camera”. In attesa di poterli reincontrare nel loro Paese, noi continueremo a pensare e a proporre buone pratiche di cittadinanza attiva. n 5 numero 42 dicembre 2013 cooperazione cooperazione cooperazione Global Social Economy Forum 2013 CADIAI, come membro di Legacoop, ha partecipato ad un importante incontro internazionale in Corea. a cura della Redazione Tra il 5 e il 7 Novembre 2013 nella città di Seoul, capitale della Corea del Sud, si è svolto il Forum Internazionale sull’Economia Sociale. È un evento internazionale, aperto ai contributi di esperti provenienti da vari Paesi, che lavorano nel settore pubblico e privato, che mira a rafforzare e inventare nuove forme di economia sociale nelle rispettive comunità nazionali. Si è concluso con la sottoscrizione della Dichiarazione di Seoul per il sostegno e lo sviluppo dell’economia sociale da parte delle città invitate. Seoul è una megalopoli di circa 12 milioni di abitanti (25 milioni se consideriamo anche tutta l’area metropolitana circostante). L’economia del Paese è dominata dalla presenza di grandi gruppi industriali (Samsung, LG, Hyundai) che hanno scarso rapporto con il territorio e accentrano su se stessi tutti i processi produttivi, creando quindi situazioni di impoverimento sociale nelle aree escluse dalla loro influenza. In questo contesto, il Sindaco di Seoul, Park Wonsoon ha inaugurato un piano di potenziamento dell’economia sociale ovvero la spinta a creare nuove imprese di piccole e medie dimensioni di ambito territoriale, individuando la forma cooperativa come strumento più adatto, che possano essere capaci di creare nuova occupazione; riqualificare il territorio urbano; affrontare il problema abitativo; creare un sistema di welfare che possa farsi carico delle 6 fasce deboli, soprattutto anziani e disabili. La delegazione italiana era composta da: Teresa Marzocchi, Assessore alle Politiche Sociali della Regione EmiliaRomagna; Virginio Merola, Sindaco di Bologna; Matteo Lepore, Assessore del Comune di Bologna; Francesca Martinese, Ufficio Relazioni Internazionali del Comune di Bologna; Tito Menzani, docente di “Storia delle imprese” presso la Facoltà di Economia dell’Università di Bologna; Franca Guglielmetti, membro del comitato di Presidenza Legacoop Bologna e Pre- sidente di CADIAI. L’obiettivo richiesto alla delegazione era quello di illustrare e condividere le preziose esperienze e idee ad oggi realizzate e, allo stesso tempo, quello di approfondire la radice della comprensione reciproca, attivare eventuali scambi attivi e contribuire ad alimentare forme di solidarietà globale. In qualità di rappresentante Legacoop, Franca Guglielmetti ha partecipato ai vari appuntamenti previsti dalla missione: un’intervista con Jonathan Feel, giornalista interessato al ruolo di Legacoop nello sviluppo cooperazione cooperazione cooperazione della cooperazione; un colloquio con Imsook Jo, ricercatrice dell’Università di Seoul, interessata al progetto KARABAK e al rapporto tra cooperazione, enti locali e volontariato; relatrice alla sessione del Forum organizzata dalla nostra delegazione e a quella organizzata da icoop Korea, associazione di cooperative di medie dimensioni, operante su tutto il territorio nazionale, che aggrega consumatori, dettaglianti, produttori e sviluppa anche servizi sociali; partecipazione al Networking party presso il Seoul Social Economy Center, realtà che opera come una sorta di agenzia di promozione sociale fornendo assistenza tecnica e supporto logistico e formativo ai giovani che vogliono avviare attività sociali, anche in forma cooperativa; incontro con esponenti del Ministero dell’Istruzione sul progetto Karabak e su attività di pre e post scuola che il Ministero sta promuovendo; ricevimento presso la residenza dell’Ambasciatore Italiano con esponenti del mondo imprenditoriale bolognese (Fabbri, MARPOSS, Segafredo, Lamborghini, SACMI, COESIA) di stanza a Seoul. Ha inoltre partecipato all’incontro con il sindaco di Seoul presso il palazzo del Comune e la conseguente firma del protocollo di collaborazione tra i sue Sindaci che prevede: condivisione di esperienze e best practices nel campo dell’econo- mia sociale e nel campo delle industrie creative; collaborazione per lo sviluppo di un ambiente innovativo e sostenibile nei rispettivi territori; promozione di reciproche visite di delegazioni e scambi di personale, nel campo della produzione artigianale e della gastronomia. Complessivamente la missione è stata molto positiva per comprendere meglio le aspettative che i coreani hanno verso la forma cooperativa e il mondo della cooperazione in generale: ne valorizzano soprattutto la dimensione auto-imprenditoriale e il numero 42 dicembre 2013 fatto che sia ad alta intensità lavorativa. Uno scambio proficuo, che possa portare allo sviluppo di progetti congiunti, richiede però maggiori approfondimenti sulla realtà coreana. Con il Comune di Bologna, che approfondirà le relazioni con Seoul anche in base all’accordo sottoscritto, siamo disponibili a collaborare in questa direzione. Dopo il Forum si costituirà un gruppo di lavoro internazionale a cui parteciperanno esponenti delle diverse città coinvolte, che continuerà a lavorare sui temi dell’economia sociale. n 7 numero 42 dicembre 2013 Perché Futura? Presentato in occasione del III Congresso nazionale di Legacoopsociali un documentario sulla cooperazione sociale italiana. di Giuseppe Manzo, Ufficio Stampa Legacoopsociali Perché Futura? Perché il futuro si deve declinare al femminile. “Questo sarà il nostro secolo”, mi disse qualche tempo Eleonora Vanni, vicepresidente di Legacoopsociali commentando i tumulti di Insanbul con le donne in prima fila. In Italia non lavora nemmeno una donna su due, nemmeno il 9 per cento è top manager, ci sono discriminazioni salariali e la maternità è ostacolo al posto di lavoro. C’è un settore, invece, che ribalta il tavolo ed quello della cooperazione sociale. Il 50% è nei Cda delle imprese sociali, il 70 è occupato stabilmente e il 40 è nella direzione nazionale di Legacoopsociali in cui sono donne presidente e vicepresidente nazionale. Dunque, è arrivato il momento che questa realtà si racconti e noi abbiamo provato a farlo. Questa è una sintesi di “Futura - Femminile plurale per la nuova economia”, presentato in anteprima nazionale il 7 Novembre scorso a Roma in apertura del III Congresso di Legacoopsociali davanti a circa trecento persone. Tre donne oltrepassano una porta, tre territori da Nord a Sud del nostro Paese, lo stesso sguardo sulla realtà. Questo è l’incipit di “Futura – Femminile plurale per la nuova economia”, docufilm prodotto da Legacoopsociali e realizzato con Mario Leombruno e Luca Romano. Cooperazione sociale e presenza femminile, un connubio che spesso si dà 8 cooperazione cooperazione cooperazione per scontato e si lascia in pasto ai luoghi comuni. Invece i numeri spiegano una realtà più complessa, da Nord a Sud: cosa accomuna una cooperativa sociale bolognese o perugina e centro antiviolenza di Casal di Principe? Da questa domanda parte il viaggio dalla più antica cooperativa sociale, Cadiai, nata nel capoluogo emiliano nel 1974. Servizi alla persona, all’infanzia e gli anziani e soprattutto la leadership femminile costante in questi 40 anni. Franca Gugliemetti è l’ultima Presidente in ordine di tempo e con lei sono raccontati anche i momenti drammatici del terremoto 2012. Scendendo più giù c’è Alessandra Garavani, presidente della cooperativa sociale Il Poliedro di Città di Castello. Madre, moglie e massimo dirigente di una impresa sociale che si occupa dell’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati. A Sud, invece, la realtà casertana e la sfida dei centri antiviolenza della cooperativa sociale Eva guidata da Lella Palladino: aprire una comunità per donne maltrattate in un bene confiscato alla camorra, la casa del boss dei casalesi Walter Schiavone. Franca, Alessandra, Lella raccontano un’Italia diversa. Entrare, ad esempio, nella sede di Cadiai lascia alle spal- le i dati e la realtà di un Paese lontano dalla parità di genere. Una macchina con oltre 1.300 dipendenti guidata da donne e che gira il mondo per esportare un modello: quello dei servizi all’infanzia e quello imprenditoriale. Girando tra le strutture si tocca con mano l’applicazione dei valori, come nel caso dell’emergenza terremoto. Al “Parco del Navile” Roberto Malaguti ha spiegato bene cosa significa ospitare quasi 100 anziani allettati in meno di 12 ore, provenienti da Concordia e dalle altre zone colpite dal sisma del 2012: “Lo abbiamo fatto perché si doveva fare”. La cooperazione, a partire da queste esperienze, è un concreto modello economico completamente opposto a ciò che ha generato la crisi: i tempi di lavoro e i bisogni delle persone, i diritti delle persone più fragili e l’innovazione nei servizi di cura alla persona. Futura è questo, partendo da Bologna fino al Sud: è il linguaggio comune di un pezzo del nostro Paese che difende il lavoro e la dignità delle persone. n cooperazione cooperazione cooperazione numero 42 dicembre 2013 E se è femmina si chiamerà Futura… CADIAI ha partecipato al III Congresso di Legacoopsociali. di Germana Grandi, vicepresidente CADIAI Il terzo congresso nazionale di Legacoopsociali, tenutosi a Roma nei giorni 7-8 novembre, ha confermato all’unanimità Paola Menetti come Presidente nazionale e Eleonora Vanni Vicepresidente vicaria. L’assemblea congressuale, dopo aver approvato il documento politico preparatorio sul quale si è svolto il dibattito nelle Assemblee regionali e la relazione introduttiva della Presidente, ha votato la nuova Direzione che ha provveduto alla rielezione di Presidente e Vicepresidente uscenti. I 239 delegati provenienti da tutta Italia erano composti dal 50% di donne e dal 22% di under 35. Filo conduttore del dibattito è stata la fiducia nel futuro, primo ingrediente necessario alla ripresa. “Serve la visione di un nuovo modello di sviluppo, diverso da quello che è andato in crisi, serve individuarne oggi profilo e priorità, serve perseguirne da oggi l’impostazione e la coerente realizzazione, pur con le obiettive gradualità che la situazione impone…” ci dice Paola Menetti nella relazione introduttiva, “… a questo vogliamo dare il nostro contributo, mettendo al centro non solo il racconto Revisione cooperativa annuale Il 15 Ottobre la Cooperativa è stata sottoposta alla revisione relativa all’anno 2013 svolta dal revisore contabile incaricato da Legacoop, dottor Stefano Veratti, nell’ambito di chi siamo, di ciò che abbiamo fatto, mia”, prodotto da Legacoopsociali e ma soprattutto per cosa e per chi lavo- realizzato da Mario Leombruno, Luca riamo, per quale progetto di società e Romano e Giuseppe Manzo, il racconto di futuro, nella consapevolezza che va- di tre donne che oltrepassano una porlorizzare le nostre radici, identità, valori, ta, di tre territori così differenti del nocapacità ed esperienza, è possibile sol- stro Paese, ma tutti accomunati dallo tanto mettendole in gioco, essendo at- stesso sguardo sulla realtà: Franca Gutori del cambiamento sociale piuttosto glielmetti, Presidente della nostra Coche soltanto di difesa e conservazione operativa; Alessandra Garavani, Presidi sé”. A concludere i lavori è stato il dente de Il Poliedro (Città di Castello), presidente di Legacoop e Alleanza cooperativa sociale che si occupa delle Cooperative Italiane Giuliano dell’inserimento lavorativo di soggetti Poletti che ha sottolineato: “Per citare svantaggiati; Lella Palladino, PresidenRoma, 7 - 8 novembre 2013 la celebre frase del pittore, le coopera- te di Eva (Caserta), comunità per dontive sociali sono come un’opera d’ar- ne maltrattate in un bene confiscato alte: irripetibile e indescrivibile. Noi non la camorra, la casa del boss dei casalesi siamo la Confindustria delle coopera- Walter Schiavone. Franca, Alessandra e raccontano di un’Italia diversa. tive perché siamo un’altra cosa ma sia- Lella DOCUMENTO POLITICO mo pronti a dialogare con tutti, a parti- Il docu-film ha proposto la realtà Approvato dalladi Direzione del 4 settembre 2013che reagisce di un Paese re dal Terzo settore”. Prima Poletti Nazionale è quotidiana stato trasmesso l’intervento del vice- alla crisi, crea lavoro e lo difende, inministro alle Finanze Pier Paolo Ba- clude e reinserisce nel tessuto sociaretta che ha dichiarato: “Il patto di sta- le persone svantaggiate, affronta le bilità va allentato, è una trappola per i emergenze in rete e promuove un’ecomuni. Non si può sacrificare il welfare conomia al servizio delle comunità. É solo un caso che le principali protagoper motivi di bilancio”. Ad aprire il congresso è stata la pro- niste siano le donne? n iezione del docufilm “Futura – Femminile plurale per la nuova econodell’esercizio della vigilanza sugli Enti Cooperativi prevista dal D.Lgs. 2 Agosto 2002 N. 220, delegato dal Ministero delle Attività Produttive. La revisione ha dato esito positivo, come attestato nel certificato di revisione, comprovando la coerenza della gestione con gli scopi statutari, il carattere mutualistico della società e l’adeguatezza del- la gestione de dell’amministrazione della Cooperativa. Il verbale di revisione è esposto nelle bacheche della Sede Sociale di Via Boldrini 8 a Bologna; copia del verbale potrà essere fornito ai soci che ne facciano richiesta. n 9 1974 2014 numero 42 dicembre 2013 1974>quarant’anni 2014 di cooperativa Proseguiamo la rubrica, che ci accompagnerà fino al 40esimo anniversario della CADIAI, in cui raccoglieremo testimonianze di soci della Cooperativa, del loro percorso e del senso che ognuno dà all’essere soci. A cura di Alba Piolanti, insegnante in pensione, con una profonda passione e curiosità per la storia bolognese intrecciata a quella delle donne. Soci perché… Intervista a Laura Gatti, educatrice di Nido d’Infanzia di Alba Piolanti Quale funzione ricopre all’interno della Cooperativa e come è giunta in CADIAI? Mi chiamo Laura Gatti e lavoro come educatrice nel Nido “Giovannino” che si trova nel Quartiere Savena. Ritengo che il primo compito di una educatrice sia quello di operare per il benessere dei bimbi e delle loro famiglie. Noi dobbiamo prenderci cura dei bimbi che ci vengono affidati, nel miglior modo possibile, per quanto mi riguarda. Ciò significa mettere in atto delle pratiche educative condivise col gruppo di lavoro formato dalla pedagogista, le colleghe, la coordinatrice gestionale e le collaboratrici. Come si sviluppa il rapporto con le famiglie durante l’anno? Il primo rapporto avviene con l’inserimento del bimbo. Questi incontri avvengono a gruppetti: il primo è stato a Settembre e l’ultimo di quest’anno, il mese scorso. In questo caso il genitore viene contattato telefonicamente, proponendogli alcune date in cui svolgere il colloquio: si tratta di un colloquio conoscitivo, in cui i genitori o il genitore ci forniscono informazioni sull’esperienza del loro bambino dalla nascita fino a quel momento, e noi diamo notizie su come verrà svolto l’inserimento e sulle caratteristiche del servizio. Voi lavorate con bimbi nativi ma 10 anche di famiglie migranti. Ci sono problemi nei rapporti con le famiglie in questo senso, oppure con i bimbi fra loro? L’approccio è lo stesso per noi perché i bimbi sono tutti diversi fra loro. Naturalmente dipende se ci sono problemi con la lingua italiana, per cui allora la situazione si fa più complessa. Le nostre famiglie, anche di migranti, sono in Italia da diverso tempo e quindi il problema non esiste. Passiamo ora al tuo rapporto con la cooperativa. Da quanto tempo sei in CADIAI? Lavoro qui da quattro anni e sono socia dal 2012, da quando cioè ho un contratto a tempo indeterminato. Che cosa ti ha spinto a diventare socia della cooperativa? Intanto dopo due anni, essendo stato riconosciuto positivamente il mio lavoro e avendo riscontrato interesse per la struttura, mi è sembrato un passo da fare. Essere socia significa avere un’opportunità in più nel senso che CADIAI offre un’organizzazione che dà sicurezza sia in termini di trattamento economico sia per la qualità del lavoro che mi piace perché è serio; io personalmente non conosco altre cooperative che lavorano in questo modo. Inoltre essere socia è un vantaggio per le eventuali proposte di tipo lavorativo nel senso che, se si deve proporre un incarico di un certo tipo, si tende a privilegiare, a mio avviso giustamente, chi è socio in quanto facente parte della cooperativa stessa. Dunque, in quanto socia, tu hai partecipato a momenti collettivi, come ad assemblee per esempio? Prima di diventare socia, no, anche se avrei potuto farlo. Come socia quest’anno sono stata presente ad una assemblea. Nonostante sia un momento molto formale, viene offerta a tutti la possibilità di intervenire, e per questo io mi sono sentita molto a mio agio. Ne sono uscita soddisfatta. Come hai conosciuto CADIAI? Delle famiglie che conoscevo avevano i bimbi nei nidi di CADIAI. Poi nel corso della mia laurea in Pedagogia, durante il tirocinio, ho avuto come tutor un Pedagogista di CADIAI, e così, l’anno dopo, ho inviato il mio curriculum, mi hanno chiamato per un colloquio e ho cominciato a lavorare. In questo tuo lavoro che svolgi con tanta partecipazione e passione, da quanto ho capito, e di ciò mi complimento, ci saranno comunque dei momenti di ansia, di smarrimento, oltre che di soddisfazione. Ci vuoi raccontare brevemente questo aspetto tanto umano del tuo lavoro? Ci sono sicuramente momenti di sconforto che possono essere dovuti a questioni di lavoro oppure di tipo personale. Sono momenti impegnativi da sostenere anche per gli anni di lavoro che mi ritrovo. Comunque ho capito che, oltre alle proprie risorse, conta il gruppo di lavoro che funziona e che aiuta ad attutire eventuali momenti negativi. Se poi il problema è il gruppo stesso allora si fa riferimento alla Pedagogista. Invece le soddisfazioni ci vengono quando gli obiettivi sono stati raggiunti, i bimbi sono sereni e la famiglie sono contente di portarceli. n pari opportunità pari opportunità pari opportunità Quando la diversità di genere diventa una risorsa Sviluppare la cultura del merito attraverso la valorizzazione delle pari opportunità. di Lara Furieri, Resposabile delle politiche per le Pari Opportunità Conciliazione rispetto a tempi di vita/tempi di lavoro e valorizzazione del genere sono sempre stati per CADIAI due temi particolarmente importanti per i quali, con diverse modalità, si è profuso un forte impegno per permettere a tutte le lavoratrici di poter esercitare il proprio ruolo nelle migliori condizioni possibili. È proprio in questa direzione che si articola la programmazione del nuovo anno. Infatti, la cultura e lo stile aziendale che contraddistingue CADIAI valorizza la presenza femminile come elemento importante nell’erogazione dei propri servizi; si tratta pertanto di analizzare come la specificità che caratterizza il ruolo femminile possa essere un valore aziendale importante, non solo per la peculiarità dei servizi offerti dalla Cooperativa, che vede nel lavoro di cura la prevalente presenza del ruolo femminile, ma anche come punti importanti di arricchimento per l’elaborazione di linee di sviluppo strategico. Valorizzare il merito è sicuramente un obiettivo difficile che richiede un’estrema attenzione al fine di riconoscere competenze specifiche e di saperne favorire lo sviluppo all’interno di un adeguato spazio di crescita professionale. In questo anno sarà importante lavorare su alcuni concetti chiave quali: • Empowerment, • Stili di leadership, • Valorizzazione delle proprie competenze, • Promozione cultura della conciliazione, • Utilizzo della conciliazione come garanzia del rispetto del merito, • Misure di conciliazione possibili nel proprio contesto lavorativo, • Vantaggi competitivi per l’impresa dall’applicazione di politiche di conciliazione. Tra le iniziative previste a supporto di questo percorso CADIAI, in collaborazione con Cesvip e con un con- numero 42 dicembre 2013 tributo della Provincia di Bologna, realizzerà un corso di formazione dal titolo “Valorizzazione del Genere e Conciliazione: strumenti per la praticabilità in azienda”, che avrà inizio a Gennaio del 2014 e dove le protagoniste saranno alcune delle lavoratrici di CADIAI. Ad Annarita Bergianti, esperta nei processi formativi rivolti agli adulti, è stato affidato il compito di condurre le partecipanti al corso verso due principali obiettivi: maggiore consapevolezza delle proprie ed altrui potenzialità ed individuazione dei punti di forza su cui costruire la propria leadership. Il percorso avrà due principali assi di sviluppo: la prima di empowerment e valorizzazione del merito attraverso 24 ore di lezioni d’aula e 6 ore di project work; la seconda parte invece consisterà in un percorso di coaching individuale, della durata di 4 ore per ciascuna partecipante, volto alla concreta innovazione organizzativa. Siamo fiduciosi che la prospettiva di riconoscimento del valore particolare di ciascun genere possa rivelarsi un’opportunità concreta per individuare ambiti di sviluppo dove la presenza femminile, insieme a quella maschile, rappresenti davvero un valore aggiunto. n CADIAI premiata per il miglior Bilancio Sociale CADIAI, in occasione delle Giornate dell’Economia Cooperativa che si sono tenute a Milano l’11 e il 12 Novembre, ha ricevuto il Premio Quadrofedele 2013 per il miglior Bilancio Sociale che “è stato costruito una metodologia che consente alla Cooperativa di comunicare in modo chiaro ed efficace gli obiettivi fissati in relazione agli aspetti che rappresentano la mission aziendale, le attività svolte per il conseguimento degli obiettivi ed il livello di raggiungimento dei medesimi. Il tutto all’interno di un processo informativo che prevede un elevato ed importante coinvolgimento degli stakeholders”. La Cooperativa ha ricevuto inoltre il Premio “Donne al lavoro in cooperativa” poiché “Nell’ambito dell’informativa resa all’interno del proprio bilancio sociale, CADIAI si è distinta per l’attenzione dedicata alla politica di genere, cui viene dedicato un apposito e specifico capitolo denominato ‘Pari Opportunità e conciliazione’ “. 11 numero 42 dicembre 2013 attività sociale attività sociale attività sociale Verso il 40esimo Inizia a Gennaio un percorso di attività che accompagnerà la Cooperativa durante il 2014. di Franca Guglielmetti, Presidente CADIAI La abbiamo accennato in qualche altro numero di Scoop, nel 2014 CADIAI compie 40 anni e non è un compleanno di poco conto. Segna infatti una vita piuttosto lunga, per una cooperativa sociale, ed è quindi un’occasione per festeggiare. Festeggiare la tenuta che abbiamo avuto fino ad ora e allo stesso tempo porre uno sguardo verso il futuro, cominciare a pensare a co- UniSalute, bastano pochi click… Alcune indicazioni da colleghi che, con soddisfazione, hanno già sperimentato FAREMUTUA. di Deborah Venturoli, educatrice Cari colleghi, è giunta voce che qualcuno di noi ancora non sa come e a che cosa servono i servizi che UNISALUTE ci offre e come poterci accedere. È un sevizio utile che CADIAI ha voluto “garantirci”. Voglio assicurarvi che i servizi sono molteplici ed è anche molto semplice da utilizzare, bastano veramente pochi click. Partiamo dalla registrazione, basta collegarsi al sito internet: www.unisalate.it e cliccare nella sezione NON SEI REGISTRATO? REGISTRATI, inserire tut- 12 me ci vediamo nei prossimi anni, noi e il nostro lavoro. Per questa occasione verranno organizzate varie attività, sia rivolte esclusivamente ai soci della Cooperativa che a tutta la cittadinanza, per sensibilizzare e ragionare assieme sul tema del welfare e del suo futuro. Nel frattempo, però, cogliamo l’occasione per comunicarvi che, da Gennaio 2014, il sito della nostra Cooperativa verrà completamente rinnovato e vi invitiamo, appena sarà online, a visi- ti i dati richiesti e seguire passo passo ciò che vi viene indicato. Dal momento in cui è avvenuta la registrazione nella vostra e-mail (quella indicata nel momento della registrazione) troverete un link che dovrete cliccare e che vi indicherà una password temporanea per accedere al sito. Fatto ciò sarete riusciti ad entrare e potrete cambiare la password, che a questo punto diventa privata. Che cosa si può fare accedendo al sito di Unisalute? Innanzitutto, attraverso la prescrizione medica (ricetta rossa o bianca) si possono prenotare visite specialistiche ed esami con le strutture e i medici convenzionati Unisalute più vicini (che non guasta mai). Inoltre si possono richiedere rimborsi. Sì, rimborsi di visite ed esami fatti col Sistema Sanitario Nazionale, anche retrocedendo fino a maggio 2013. Tutto questo è possibile accedendo all’area clienti e cliccando alla voce “Richiesta rimborsi e ticket”. Vi verrà richiesto di inviare la documen- tarlo. Un altro cambiamento che sempre da Gennaio potrete notare riguarda il nostro logo che, dopo tutti questi anni, è stato rinnovato e modificato: addolcito nelle forme e leggermente modificato nei colori, pur mantenendo una coerenza identitaria col passato. Come ha detto una collega durante la presentazione di queste modifiche “Ma siamo sempre noi!”. Siamo sempre noi, guardando al futuro. n tazione e, se l’esito sarà positivo, vi verrà accreditata la cifra spesa con solo la detrazione di una franchigia di circa 15 euro, richiesta per legge. Tutto ciò sembra difficile ma vi assicuro che è molto semplice e facile ma soprattutto sicuro. Quindi, provare per credere… n attività sociale attività sociale attività sociale I prodotti di Libera Terra di nuovo in Cadiai Prosegue per il terzo anno il GAS con Libera. a cura della Redazione Si potrebbe riassumere l’esperienza del nostro GAS con alcune parole chiave: buoni prodotti, santa pazienza e tanta volontà. Per il terzo anno, infatti, abbiamo nuovamente sperimentato un Gruppo di Acquisto Solidale di prodotti di Libera Terra. Che poi forse, ormai, possiamo anche smettere di usare la parola “sperimentare” visto che si tratta di un’esperienza ormai consolidata, nei metodi e nei rapporti con chi, direttamente sui territori, il GAS lo gestisce. E così, la settimana prima di Natale, in CADIAI sono arrivati i prodotti ordinati, prodotti buoni due volte: perché fatti con cura e con materie prime di eccellenza; buoni per il significato sim- Assemblea dei Soci di Impronta Etica Si è svolta il 4 Dicembre l’Assemblea dei Soci di Impronta Etica a cui anche CADIAI ha partecipato. Nel corso dell’Assemblea sono stati eletti il nuovo Direttivo dell’Associazione e il nuovo Comitato Etico. Sono state inoltre presentate le linee programmatiche delle attività per i prossimi tre anni, individuate a fronte di interviste ai soci che Impronta Etica aveva precedentemente effettuato. bolico che hanno, per i luoghi in cui vengono realizzati. Da qui la volontà di CADIAI di sostenere questo progetto e di poter mettere a disposizione dei propri soci e dipendenti questo sistema di acquisto e, allo stesso tempo, di sostegno rispetto ad un obiettivo. Un obiettivo che, con grande volontà, chi opera in quelle terre sta portando avanti, rispondendo ad una cultura dell’illegalità e della prepotenza con fermezza, con caparbietà anche, ma soprattutto con un messaggio positivo, il messaggio che anche Candidati Comitato Direttivo 1. Camst, Ivano Minarelli, Affari istituzionali; 2. CCC Consorzio Cooperative Costruzioni, Maria Donata Ribaudo, Responsabile Servizio Qualità e Ambiente; 3. Coesia, Paola Lanzarini, CSR Manager; 4. Coop Adriatica, Adriano Turrini, Presidente; 5. Coop Ansaloni, Alessio Claroni, Consigliere; 6. Coop Consumatori Nordest, Roberto Sgavetta, Vice-Presidente; 7. CMB Cooperativa Muratori Braccianti Carpi, Paolo Zaccarelli, Direttore Risorse Umane e Organizzazione; 8. Coopfond, Gianluca Laurini, Area progetti; 9. Emil Banca, Giuliana Braido, Responsabile Area Identità aziendale; 10. Grana- numero 42 dicembre 2013 da quelle terre possano nascere buoni frutti, che ogni terreno, se seminato può germogliare. E tutti sanno che, per far crescere qualsiasi cosa, una pianta, un figlio, un sogno, ci vuole tanta ma tanta pazienza. La pazienza di mettere un piede dietro l’altro, fare le cose una alla volta senza scoraggiarsi, anche quando l’orizzonte sembra restare lontano, perché piccoli passi portano sempre dei risultati. E quei piccoli passi possono essere anche un pacco di pasta, qualche bottiglia di vino, salsa di pomodoro o paté di carciofo. Non sta scritto da nessuna parte che ci vogliano grandi gesti per migliorare il mondo, per questo CADIAI ci ha messo la sua, di pazienza, dei suoi soci e dipendenti, nell’aspettare i prodotti, nel tenere le fila di tutti gli ordini (siamo tanti, le gestione è complessa!), nel ritiro dei prodotti, nel capire che non si tratta di acquistare prodotti, non solo, ma di contribuire a quei piccoli passi di cui parlavamo. Il nostro piccolo passo quest’anno è una cifretta: 1.778,26 euro. Sono tanti, sono pochi? Non lo sappiamo. Ma ci siamo e questo è quello che conta, poco o tanto che sia. n rolo, Gianpiero Calzolari, Presidente; 11. Gruppo Hera, Filippo Bocchi, CSR Manager; 12. Gruppo Unipol, Pierluigi Stefanini, Presidente; 13. IMA, Daniele Vacchi, Direttore Corporate Communications; 14. Manutencoop, Luca Stanzani, Responsabile Servizio Comunicazione e Responsabilità Sociale. Candidati Comitato Etico Luca Lambertini, Professore Ordinario – Dipartimento di Scienze Economiche Università di Bologna; Roberta Paltrinieri, Professore Associato Confermato – Dipartimento di Sociologia Università di Bologna. n 13 numero 42 dicembre 2013 attività sociale attività sociale attività sociale Visita al Parco Regionale dell’Abbazia di Monteveglio Organizzata dal gruppo soci sulla partecipazione un’escursione tra storia e natura. di Laura Piana, educatrice La fascia collinare bolognese è particolarmente ricca d’opportunità, per la vicinanza a molti centri abitati e la varietà di luoghi che possono rappresentare mete ideali di gite giornaliere. Il gruppo soci sulla partecipazione ha pensato che la scelta di visitare l’Abbazia di Monteveglio, con relativa passeggiata in una piccola porzione del Parco, potesse soddisfare una serie d’esigenze dei soci, come quelle di non impegnare tutta la giornata e di mettere insieme curiosità culturali ad una passeggiata nel verde non troppo impegnativa. Il Parco Regionale Abbazia di Monteveglio è area protetta e tutela la porzione di valle del Samoggia, dominata dal colle, dove sorgono i resti del castello, l’antico abitato e l’Abbazia. Sulla cima della collina che domina il paese è situato il borgo di Monteve- 14 glio antica, raccolto attorno all’antica pieve di Santa Maria. Si accede al borgo attraverso una porta merlata, unico residuo delle fortificazioni esterne del castello. Il piccolo borgo si sviluppa longitudinalmente attorno all’unica strada, caratterizzata da graziose villette in mattoni con giardinetti. Ancora pochi passi e si giunge alla chiesa di Santa Maria. L’edificio è di fondazione antichissima: la chiesa è in parte d’epoca preromanica ed in parte romanica, mentre l’aspetto attuale dell’Abbazia è il risultato del restauro diretto dall’architetto Rivani avvenuto tra il 1925 e il 1934. L’intento è stato quello di riportare il complesso allo stato originale, eliminando gli ammodernamenti avvenuti nel corso dei secoli. L’interno è su tre livelli. I fedeli normalmente stanno al livello base, quello cui si accede dalla porta d’ingresso. L’altare si trova in una zona sopraelevata della chiesa ed è caratterizzato da un crocifisso di grande precisione anatomica, che alcuni attribuiscono alla scuola leonardesca. La parte più suggestiva della chiesa è la cripta, ubicata al di sotto del livello del terreno: è una selva di colonnine con capitelli di pregevole fattura e forma diversa. Al suo interno si trova un’acquasantiera longobarda, uno dei pochi reperti di quel periodo visibili nella provincia di Bologna. Anche uno dei capitelli, che riproduce le forme tipiche dell’oreficeria longobarda, viene attribuito a questo periodo. Grazie agli accordi precedentemente avvenuti tra la nostra guida e i frati francescani, che oggi gestiscono l’Abbazia, abbiamo potu- attività sociale attività sociale attività sociale to visitare il chiostro maggiore, che ha mantenuto l’aspetto originale solo un lato, individuabile perchè ancora decorato da capitelli antropomorfi risalenti al XII secolo. Percorrendo a ritroso la strada per uscire dal borgo saliamo sulla torre, unico residuo delle fortificazioni del castello, dalla quale si gode di uno splendido panorama della zona circostante. Al suo interno si trova un centro di documentazione con molti pannelli esplicativi sulla storia del territorio e sulle sue caratteristiche ambientali. Durante il Medioevo Monteveglio insieme ad altri centri faceva parte di un sistema di fortificazioni che, realizzatosi tra i corsi del Samoggia e del Panaro, avrebbe contribuito a trattenere i Longobardi al di là dei confini dell’Esarcato di Ravenna. Feudo dei Canossa, Monteveglio fu fondamentale per la disperata resistenza che la contessa Matilde oppose all’ imperatore Enrico IV. Per alcuni secoli poi il paese seguì le alterne vicende delle lotte tra Bologna, a cui si era consegnata una prima volta nel 1157 (la contessa Matilde era morta senza eredi da quasi mezzo secolo) e Modena, in un susseguirsi di conflitti tra guelfi e ghibellini. Il suo castello periodicamente conquistato, riconquistato, distrutto e ricostruito da bolognesi, modenesi, signorotti locali, compagnie di ventura, subì l’ultimo terribile assedio nella primavera del 1527. I Lanzichenecchi di Carlo V, che avrebbero poco dopo partecipato al “sacco di Roma”, non riuscirono invece a conquistare Monteveglio, complice un improvviso peggioramento delle condizioni atmosferiche. Dopo una lunga serie di tentativi senza risultato, la neve caduta in abbondanza nella notte precedente quello che ritenevano essere l’assalto risolutivo, unita alla scarsa agibilità del territorio circostante e forse alle preghiere e ai voti degli abitanti asserragliatisi quasi senza speranza nella rocca ottennero il miracolo di convincere gli invasori a partire ed abbandonare l’impresa. Ancora oggi, ogni anno, a ricordo di quel terribile momento, Monteveglio in festa offre alla Madonna un cero portato in processione all’antica pieve di Santa Maria. Alla sinistra della porta merlata di accesso al borgo inizia la passeggiata ad anello che ci riporterà al pullman. La nostra guida è molto attenta a spiegarci le particolarità di questo territorio, molto interessante dal punto di vista naturalistico, perché estremamente vario. Si trovano ambienti naturali assai diversificati, tipici della fascia collinare della nostra regione. Dal paesaggio brullo e assolato dei calanchi si passa in breve alla rigogliosa vegetazione di profonde e umide vallicole, come quella del rio Ramato, a boschi aridi e soleggiati, a zone coltivate numero 42 dicembre 2013 in cui sono ancora evidenti pratiche colturali oggi abbandonate, in pianura ma spesso anche in collina, a favore di un’agricoltura meccanizzata non altrettanto in armonia con l’ambiente. Il tipico paesaggio collinare è un mosaico di rilievi boscosi, piccole valli e grigi calanchi, tra i quali si estendono prati, seminativi e vigneti tra gli alberi di ciliegio. Nei diversi habitat si riscontrano le comunità vegetali e animali tipiche della collina e soprattutto le aree calanchive custodiscono formazioni di discreto interesse geologico, mineralogico e naturalistico. Tutto questo, e scusate s’è poco, a pochi passi da Bologna. Con impegno fisico veramente limitato. E… se la gita la organizza il gruppo “Partecipazione” di CADIAI, è assicurato anche il bel tempo. È scientificamente provato. n 15 numero 42 dicembre 2013 monografia monografia monografia Servizio Territoriale Minori CADIAI, dal 2000 ad oggi di Maria Cristina Donini, Coordinatrice Pedagogica Servizio Territoriale Minori Il Servizio Territoriale Minori CADIAI oggi racchiude al suo interno tre tipologie di servizi, con i rispettivi gruppi di lavoro: • il Centro Semiresidenziale per preadolescenti ed adolescenti con gravi disturbi psicopatologici (attivo a Bologna dal 1997) in cui operano 6 educatrici/ori; • il Day Service PPEE (Psichiatria e Psicoterapia dell’Età Evolutiva) dell’Ospedale Maggiore (costituito nel 2000), in cui operano 3 educatrici/ori; • il Servizio Interventi Educativi Territoriali NPIA (operante dal 1996) in cui operano circa 30 educatrici/ori. Questi tre servizi hanno avuto in comune l’occuparsi di minori portatori di sofferenza psichica, rispondendo a diversi modelli di cura: i primi due caratterizzati dal dare risposta in un contesto protetto o in un presidio sanitario attraverso un’équipe curante, il terzo dall’intervenire a domicilio e nella prossimità territoriale nei poliambulatori prevedendo verifiche periodiche o al bisogno con il referente clinico. Il Servizio Territoriale Minori CADIAI prende forma, dall’anno 1996 ad oggi, attraverso una ATI con CADIAI capofila. Attualmente CADIAI si occupa di progetti, individuali o di gruppo, quali: osservazione abilità/competenze sviluppo delle abilità sociali; laboratori espressivi; percorsi o avvio all’autonomia; sostegno a domiciliarità; interventi abilitativo-riabilitativi specifici; interventi in situazioni di crisi propedeutici al passaggio ad un progetto finalizzato; interventi in strutture di degenza; interventi in strutture socio- 16 educative. Le variegate attività proposte rispondono alle seguenti finalità di: creare ambiti educativi di integrazione sociale; acquisire o sviluppare competenze e abilità possibili; favorire l’acquisizione di autonomie personali e lo sviluppo di capacità relazionali; prevenire l’espulsione dal contesto familiare e l’istituzionalizzazione. Il Centro Semiresidenziale è nato per proporre un programma terapeutico riabilitativo, attraverso la forte personalizzazione dei progetti educativi svolti all’interno del centro o in contesti sociali, in un arco di tempo di 12–18 mesi, prevedendo l’apertura, in situazioni di urgenza, anche nei fine settimana e la notte. Dal 2010 ha cominciato a diminuire la connotazione semiresidenziale, essendo incrementata la richiesta di interventi a domicilio o sul territorio; di interventi in sede di ricovero; di interventi in situazione di fobia sociale/ritiro sociale per favorire la ripresa della frequenza scolastica. Inoltre, a seguito del trasferimento in via Ferrara il 4 Giugno 2012, sono venuti meno la possibilità di offrire ai ragazzi una quotidianità simile a quella domestica o situazioni gruppali o l’accoglienza contemporanea di più ragazzini in situazione di crisi, non avendo più a disposizione un numero di locali sufficiente. Si è osservato anche un abbassamento dell’età dei minori presi in carico; l’aumento, rispetto al passato, di minori rientranti in quadri diagnostici psicotici e schizofrenici che presentavano aspetti di iperattività e devianza; l’attivazione di progetti terapeutici intensivi per molti minori adottati; un aumento di ritiri sociali e fobie sociali (ossia minori che non riescono ad andare a scuola). Il Day hospital, oggi Day Service, attivo dal 2000 presso l’Ospedale Maggiore, accoglie situazioni di urgenza psichiatrica e opera in raccordo con il Pronto Soccorso, i Servizi Territoriali, il Centro semiresidenziale, e, in situazioni particolari, anche con il Servizio Sociale del Comune. All’interno di questo servizio è presente, dal Dicembre 2002, un’équipe educativa composta da un’educatrice professionale e da due educatori. L’intervento educativo, che si affianca e si integra con quello clinico, si caratterizza come intervento che deve coniugare e tenere insieme una dimensione di protezione e di accoglienza, da un lato, con una dimensione di apertura e di dinamicità, dall’ altro; che deve aiutare il bambino o l’adolescente a sop- monografia monografia monografia portare e a contenere lo stato di crisi e di profondo disagio psichico ed esistenziale, mantenendo però un orientamento verso nuovi possibili percorsi evolutivi. La particolarità del contesto e la giovane utenza ha consentito di mettere a punto un metodo di lavoro che gli educatori hanno progettato, sperimentato e poi applicato in tutti questi anni, i cui elementi caratterizzanti sono le attività espressive e la dimensione della gruppalità. Le attività espressive sono lo strumento d’elezione attraverso il quale viene strutturato il contesto educativo; sono intese soprattutto come ambito che consente l’attivazione e lo sviluppo del potenziale attivo e creativo dei ragazzi e delle ragazze che frequentano lo spazio educativo; rappresentano un fondamentale strumento di mediazione; sono la via che permette, inoltre, l’incontrarsi tra educatori ed adolescenti, attraverso interessi comuni nel campo espressivo e artistico, esperienza che mette in moto una dimensione creativa che coinvolge tutti i presenti producendo benessere e motivazione a fare, a riprendere contatto con interessi e competenze possedute. Le attività espressive proposte sono: la possibilità di sperimentare ed espri- mersi attraverso la pittura, il lavoro con la creta, la musica, la scrittura, la danza, il teatro. Il Servizio Minori si è costituito nel 1996 per svolgere interventi educativi, terapeutico riabilitativi in ambito extra-scolastico, a favore di minori in età 0–18 anni che presentano deficit neuromotori e/o sensoriali e/o psichici e/o disturbi psicopatologici dell’Area Territoriale di NPIA, generalmente attivo nel periodo Settembre - Giugno. Dal 2005 ha previsto anche la conduzione di ‘La- numero 42 dicembre 2013 boratori in rete’ in contesto scolastico, rivolti al gruppo classe di appartenenza di un minore con disabilità per favorirne l’integrazione, secondo diverse tecniche di gruppo. Il Servizio Minori dal 2000 ad oggi inevitabilmente si è modificato, in base alle diverse richieste del Servizio di NPIA. Inizialmente operava attraverso interventi educativi territoriali individuali, poi, anche per la sollecitazione della Cooperativa, dal 2004 ha avviato le prime esperienze di piccolo gruppo, con proposte di attività una volta a settimana per circa 3-4 ore con più minori (4-6) alla presenza di due educatori presso poliambulatori, circoli sociali, impianti sportivi, uscite sul territorio. Il Servizio Minori, poi, è cresciuto numericamente, sia come operatori che interventi svolti, con l’assorbimento in CADIAI della Cooperativa GECO nel settembre 2011. In passato, i minori, per cui veniva richiesto l’intervento educativo, presentavano principalmente ‘disturbi del comportamento’, ossia incapacità a gestire le proprie reazioni emotive, a tollerare la frustrazione, a riconoscere e rispettare le regole sociali; oggi, oltre a queste incapacità, presentano isolamento sociale e re- Segue a pag 18... 17 numero 42 dicembre 2013 ... segue da pag 17 lazionale ed una visione distorta o un’incapacità di analisi della realtà. A differenza del passato, oggi l’attivazione di intervento avviene in situazione di emergenza o per una situazione di gravità, dove il primo obiettivo è contenere la situazione. Inoltre, nel tempo, vi è stato l’aumento di richiesta di interventi a favore di minori extra-comunitari di prima e seconda generazione, di diversa nazionalità (Europa dell’Est, area maghrebina, sud est asiatico). Infine, per quanto ri- 18 monografia monografia monografia guarda la realtà familiare, si è evidenziato l’incremento nei nuclei familiari di problemi socio-economici, di genitori soli con una piccola rete sociale a cui poter far riferimento, di genitori in carico ai servizi sociale o psichiatrico. Questi tre servizi oggi sono sofferenti, confusi e smarriti, in attesa che l’Azienda Usl faccia chiarezza sul nuovo modello di ‘Progetto di cura’ che intende proporre per i rispettivi destinatari, sull’organizzazione che al suo interno pensa di darsi in coerenza con questo. Gli operatori del Servizio Territoriale Minori CADIAI, negli anni hanno sperimentato il cambiamento della matrice culturale che è passata da un’impostazione psico-dinamica (che prevedeva la presa in cura globale della persona per un lungo periodo, l’attenzione agli aspetti emotivi e ai vissuti) ad un’impostazione cognitivo-comportamentale (che lavora su obiettivi selettivi, per un tempo definito, attenta all’efficienza e all’efficacia e preoccupata per le competenze). In prossimità dei 40 anni di CADIAI, i possibili sentieri che potrebbero essere aperti e percorsi potrebbero portare alla costruzione di definizione di momenti di incontro in cui gli educatori possano dare voce alla loro esperienza, si confrontino e mettano a disposizione loro competenze; inoltre CADIAI potrebbe ulteriormente ampliare collaborazioni con le varie realtà del territorio (associazioni di volontariato, centri sociali, musei, teatri, biblioteche, polisportive, realtà artigianali, parrocchie, ecc) secondo il principio della condivisione delle risorse, della custodia e valorizzazione della ricchezza sociale e culturale maturata dalla città, della costruzione di un tessuto sociale sempre meno frammentato e sempre più intergenerazionale e interculturale. L’auspicio è che sentieri non rimangano solo contenuti di un sogno, ma che al risveglio diventino quel demone che anima ‘gesti creativi’, di cui CADIAI in questi 40 anni è stata capace. n servizi servizi servizi servizi 1° Dicembre 2013 ricordando la legge 1044 FLASH MOB nelle Piazze d’Italia perché … “se sta bene un bambino stanno bene tutti”. a cura del gruppo di lavoro del Nido ”Giovannino” La Legge 1044 del 1971 è la legge che ha istituito i nidi d’infanzia e come nei nidi si festeggiano i compleanni dei bambini, ancor di più si festeggia la legge che li ha fatti nascere! Proprio così, è ormai il terzo anno che in occasione di questo anniversario cerchiamo di sensibilizzare le famiglie sulle tematiche legate alla sostenibilità dei servizi all’infanzia, della necessità di difendere i diritti dei bambini e di avere una nuova legge 0-6. Il primo anno abbiamo festeggiato con una mostra fotografica e il secondo anno con una visita e merenda insieme ai “nonni” del centro diurno dell’ASP Giovanni XXIII che sta di fronte al nido. Quest’anno ci siamo adeguati ai tempi e… anche noi abbiamo fatto il nostro primo FLASH MOB: abbiamo usato internet per comunicare con tutte le fa- numero 42 dicembre 2013 miglie e darci appuntamento in piazza a Bologna nel cortile Guido Fanti di Palazzo d’Accursio. CADIAI ha partecipato fornendo le magliette che sono state dipinte dai bambini del nido insieme alle loro educatrici e alle 10 ci siamo trovati sfidando freddo e pioggia (il sole è stato dalla nostra parte!). Alle 10.44 (l’ora X del flash mob!) con maracas, trombette, fischietti e tamburelli, bambini, mamme, papà e operatrici, grandi e piccini, personale comunali e delle cooperative, insieme abbiamo fatto un bel girotondo in piazza Maggiore per festeggiare questo bel compleanno. n 19 numero 42 dicembre 2013 servizi servizi servizi servizi Topotto e il pannolino Una giornata di festa: i genitori recitano per i bimbi. scritto da un papà del nido “Gatto Talete” L’idea Nel Maggio del 2013 un gruppo di genitori di bambini della sezione nido “Gatto Talete” di Castel Maggiore decide di dare vita ad uno spettacolino per i bimbi del nido. L’idea nasce per caso, ma trova una sua precisa genesi nella partecipazione alla giornata dell’incontro con la pedagogista e le educatrici, sul tema della lettura dei libri dedicati ai bambini. I genitori, infatti, su invito delle educatrici che tutti i giorni leggono ai bambini libri che li aiutano ad affrontare alcuni temi per la loro crescita emotiva e cognitiva, incontrano la pedagogista che illustra e rinforza le potenzialità, che effettivamente queste letture possono avere sulla crescita dei nostri figli. In particolare si fanno leggere a chi lo desidera alcuni libri illustrati, con brevi dialoghi, che sono destinati ad educare i bimbi, per esempio sul tema della rabbia o sull’uso del succhiotto (ciuccio). Uno di questi libri, “Topotto ed il pannolino”, si occupa della delicata fase dell’abbandono del pannolino, attra- 20 verso semplici incontri del protagonista Topotto con i suoi amici animaletti che, invece, ancora usano il pannolino. La storiella nella sua semplicità manda un messaggio diretto e visivo ai bambini, superando le difficoltà educative che spesso si presentano ai genitori in queste fasi della crescita. Traendo spunto da questa lettura i genitori decidono di mettere in scena, le immagini illustrate del libro per la festicciola d fine anno. L’organizzazione L’idea di mettere in piedi una “piece teatrale” che rappresentasse una delle storielle educative lette ai bambini durante l’anno ha cominciato a prendere forma inizialmente in modo casuale durante brevi incontri all’uscita dal nido. Successivamente un primo nucleo di genitori ha deciso di darsi appuntamento in pizzeria con tutti coloro che volevano partecipare. Il primo incontro ha determinato l’abbozzo iniziale delle attività e l’assegnazione dei compiti. Improvvisare uno spettacolino teatrale per quanto breve e semplice ci ha costretti ad affrontare problemi che inizialmente erano stati trascurati. Occorreva infatti pensare ai costumi ed a come confezionarli, tale compito è stato assegnato ad un gruppo di mamme; pensare ai fondali della scena ed anche di questo si sono occupate altre mamme dotate di una efficace vena creativa; assegnare le parti, scrivere il copione e le battute. Occorreva, infine, anche trovare un ambiente dove per poter assemblare il materiale e provare la recita. Dopo una prima prova in costume ab- servizi servizi servizi servizi biamo capito che la recita a braccio non poteva essere portata avanti. Serviva un copione che, oltre ad indicare le battute di ogni personaggio, descrivesse in maniera precisa la posizione da tenere e le attività da fare in scena per meglio affrontare i tempi morti ovviamente presenti nella recita. Questo perché la recita puntava molto sull’impatto visivo più che sui dialoghi. Ma la prima prova è stata fondamentale pure per capire che occorreva anche intervenire sui costumi modificandoli in modo da renderli facilmente fruibili in scena. In tutte queste fasi è stato fondamentale l’incontro e lo scambio di idee tra i genitori che hanno fatto si che pur con il poco tempo a disposizione e gli im- La febbre del venerdì sera alla Gelateria Renata Gli anziani della Casa Residenza di Granarolo tra gelati e musica. di Barbara Cuoghi, Coordinatrice Alla Casa Residenza di Granarolo dell’Emilia, per quasi tutto il periodo pegni di ciascuno, si potessero risolvere in fretta le varie problematiche. Alcuni aspetti positivi della vicenda La recita è stata un buon successo per la festa di fine anno, alcuni problemi relativi agli spazi ed alle scenografie sono rimasti inevitabilmente insoluti, ma la simpatia e soprattutto l’interesse e l’attenzione dei bimbi, che era l’obiettivo primario, è stato centrato in pieno. Non da meno sono rilevanti alcune conseguenze di questa iniziativa. Il gruppo di genitori che ha partecipato alla realizzazione della recita ha trovato in questo evento un motivo aggregante che ha portato a bei momenti di divertimento ed anche alla nascita di nuove amicizie. numero 42 dicembre 2013 Per qualcuno, inoltre, può essere stato anche un simpatico modo di esprimere il proprio lato ludico/artistico. Hanno detto… Sarah: “…da quel giorno mia figlia ritrova sempre una simpatica somiglianza tra la sua cacca e quella del cane Teo, parte tenuta dal suo papà... dev’essere stato emozionante per i nostri piccoli vedere i propri genitori nei panni di personaggi di un loro caro libro. Mi auguro che molti altri genitori si lascino coinvolgere nelle prossime occasioni...”. Fabrizio: “… con l’occasione di questa recita ho fatto partecipare il mio bimbo alle operazioni di creazione degli accessori della recita utilizzando la carta pesta e i colori ad acquerello. Ho visto così quanto si è divertito a pasticciare e colorare in tutta libertà ed io con lui. Abbiamo dato sfogo al nostro lato creativo…”. Valeria: “… per me è stato molto bello avvicinarmi a un’esperienza del tutto nuova, come organizzare una recita e collaborare con altre mamme alla realizzazione dei costumi… ho imparato tante cose e conosciuto persone con le quali ho instaurato dei bei rapporti di conoscenza e amicizia. Bellissimo poi vedere l’entusiasmo di mio figlio nel partecipare con il papà alla realizzazione dei prodotti necessari alla recita... una vera gioia!”. n estivo Giugno-Settembre 2014, tutti i venerdì sera una decina di signore e signori fra gelati , frappé, balli e canti hanno trascorso serate in allegria ritrovando e ricordando il ritmo e l’atmosfera delle serate danzanti degli anni passati, quando andavano in balera. Questo ha suscitato un grande fervore e una grande aspettativa fra le signore e i signori che, al venerdì, chiedevano “Stasira anden fora?”. Così un’attività estemporanea è diventata un’attività costante… n 21 numero 42 dicembre 2013 La scrittura ci unisce Tredicesima edizione del concorso di poesia e racconti presso “Il Corniolo” a Baricella. di Monica Bondioli, animatrice Il progetto di Poesia e Racconti brevi nasce al “Corniolo” tredici anni fa, dalla volontà di far esprimere emozioni e sentimenti a persone anziane non autosufficienti, residenti in diverse strutture sul territorio della Provincia di Bologna. Volevamo dimostrare che anche in tale fascia di età, si è ancora in grado di condividere con la comunità i moti interiori del nostro essere, divenendo una grande risorsa culturale e fonte di storia recente. Il progetto è stato sottoposto all’attenzione dell’allora Sindaco di Baricella, e dal 2000, è stata avviata una collaborazione con il Comune per questa iniziativa che è tutt’ora in atto. La tredicesima edizione si è arricchita di due nuove sezioni; oltre a quelle già intitolate alla Casa Residenza, al Centro Diurno, al Pubblico, alle Scuole, sono state inserite sezioni dedicate alle Strutture Socio Riabilitative e agli Stranieri. In modo specifico, per gli stranieri, abbiamo ritenuto importante, in questo particolare momento storico, culturale e sociale, valorizzare quanto, di fronte 22 servizi servizi servizi servizi alle emozioni ed ai sentimenti, accomuni gli uomini, a dispetto delle differenze culturali, sociali, di religione e di linguaggio. Per questo motivo abbiamo voluto dar voce alle minoranze etniche, religiose e culturali che in questo contesto hanno avuto la possibilità di esprimersi liberamente. Abbiamo voluto favorire, attraverso la scrittura, l’emersione, l’integrazione e la condivisione di pensieri ed emozioni accomunati da un tema specifico. La traccia che abbiamo dato quest’anno è “La Gioia”. Ed è stata veramente una gioia, sabato 26 Ottobre, vedere così tante persone alla Sala Consigliare del Comune di Baricella dove, alla presenza del Sindaco Andrea Bottazzi e del Responsabile del “Corniolo” Nicola Sisto, si è svolta la premiazione. La gioia è stata vedere ventitre ragazzi della Scuola Media, accompagnati dalla Preside e da alcune insegnanti, seduti a terra perché non c’era più spazio; la gioia è stata vedere i tanti anziani accompagnati con le carrozzine o a piedi, provenire da diverse strutture e realtà sparse sul territorio di Bologna e di Imola; la gioia è stata vedere e sentire esultare i ragazzi disabili di “Casa Rodari” davanti al premio vinto; la gioia è stata vista negli occhi di tutti, premio a parte; la gioia è stata vedere una staffetta fatta con le coppe dei premiati, passate di mano in mano, dai ragazzi agli anziani fino ad arrivare nelle mani del Sindaco che procedeva alla premiazio- ne, perché era veramente impossibile muoversi per lui, tra tante persone. La gioia e la riflessione; abbiamo riflettuto sul fatto che da un piccolo paese della provincia di Bologna sia partita un’idea di “Gioia”, e la stessa idea, sotto forma di racconto o di poesia, ci sia stata rimandata dall’Iran, dalla Bolivia, dall’America, dall’Algeria, dalla Serbia, dalla Danimarca, dalla Spagna, dal Messico, dalla Svezia… Grazie alla volontaria di ProgettoMondo Mlal che a Qalauma ha trascorso un paio di anni di impegno e servizio civile, è stato possibile creare un ponte tra Baricella e ProgettoMondo Mlal in Bolivia. All’interno del programma LiberArte è stato così promosso parallelamente un piccolo concorso letterario interno al Centro, al quale hanno partecipato la maggior parte dei centocinquanta giovani ospiti. Attraverso una giuria, composta da educatori e ragazzi, sono stati selezionati 8 elaborati che hanno raggiunto Baricella. Ai ragazzi boliviani è stata inviata una pergamena personalizzata per servizi servizi servizi servizi ringraziarli per la loro partecipazione. Abbiamo riflettuto con gioia sul fatto di come la scrittura possa unire tanti Paesi e tante persone. Abbiamo riflettuto sul fatto che è veramente la cultura che unisce i popoli e le generazioni. Abbiamo riflettuto, e ci siamo commossi, sulle parole lette dal Sindaco, parole dette da Malala all’ONU, a favore dell’istruzione e della cultura. Malala, una ragazza di 16 anni, afghana che i talebani hanno tentato di uccidere nella sua scuola... una ragazza, come tante, come quei ragazzi seduti a terra davanti a noi, nella Sala Consigliare. “Abbiamo capito l’importanza delle penne e dei libri quando abbiamo visto le armi. E il saggio proverbio, La penna è più potente della spada dice la verità!”. Queste sono parole di una ragazza di 16 anni ascoltate dalla voce del Sindaco in una mattina di Ottobre in una Sala Consigliare gremita di gente. E i nostri ragazzi, seduti sul pavimento, applaudono, spontanei, sono vicini ai nostri anziani che applaudono ed è veramente una “Gioia” vedere queste generazioni e comprendere appieno quanto i sentimenti e le emozioni accomunino i popoli, a dispetto delle differenze sociali, culturali, di linguaggio, anagrafiche,di razza o religione. Per finire, volevamo ringraziare la Dottoressa Loredana Naborri per aver seguito la sezione dedicata agli stranieri, e come membro della giuria che ha valutato le opere, assieme alla Dottoressa Elisabeth Barilli, alla Dottoressa Daniela Porcu e alla Dottoressa Milena Mazza. I ringraziamenti vanno inoltre alla Dottoressa Ester Bianchini per i contatti con il carcere minorile in Bolivia, e alla Dottoressa Denka Sardjova per i contatti con i Nativi Americani. Grazie a tutti i ragazzi, che ci hanno arricchito con le loro opere, alla Preside, alle insegnanti delle Scuole Elementari e Medie. Grazie al signor Salmi, per aver lasciata esposta la sua collezione privata di macinini da caffè ed altri oggetti antichi, ottimo esercizio di reminiscenza per gli anziani e di grande interesse per tutti. Grazie a Germano, figura importante per noi, volontario dell’Auser, e grazie a tutti i volontari che sabato, con i loro mezzi. hanno potuto accompagnare a Baricella gli ospiti delle strutture di Bologna, di Imola, di Medicina, di Budrio, di Granarolo, di Casalecchio. Grazie a tutti gli autori, ragazzi, anziani, stranieri, pubblico, per averci inviato oltre 160 opere, tra racconti e numero 42 dicembre 2013 poesie. Grazie al Sindaco, Andrea Bottazzi, per averci ospitati, così numerosi, e per la grande sensibilità e umanità che sempre dimostra. Un ringraziamento particolare va alle insegnanti, Maria Marozzi e Gabriella Sabatini, per aver creduto nell’iniziativa, augurandoci nuove collaborazioni con la scuola. Grazie ad Elis Canè e a Piero Ceccardi, per aver sostituito il Sindaco, come figure istituzionali, nella consegna dei premi, impegnato nella celebrazione di un matrimonio. Anche questo è stato per noi un momento di grande Gioia condivisa! Dimenticavo… avevamo tentato di contattare la Ministra Kyenge, per invitarla il giorno della premiazione, ma purtroppo aveva già un impegno. Non demordiamo… la inviteremo alla presentazione del libro, se riusciremo finalmente a stamparlo, sulla raccolta delle più significative opere pervenute in questi anni di Concorso Letterario. Grazie a tutti e alla prossima edizione. n 23 numero 42 dicembre 2013 servizi servizi servizi servizi Anziani e bambini insieme Un progetto tra il Nido d’Infanzia “Giovannino” e l’ASP Giovanni XXIII. a cura del gruppo di lavoro “A sostegno del progetto intergenerazionale vi è il pensiero che anziani e bambini stanno bene insieme e sono una ricchezza gli uni per gli altri. Il trovarsi consente ai bambini di allacciare relazioni significative con altri adulti al di fuori dalla loro famiglia. La vicinanza con i bambini fa rivivere e può restituire all’anziano un’estensione progettuale sul domani che lo rende personaggio principale della propria vita. Tuttavia il loro incontro non è scontato, in un vivere quotidiano che pare protendere a separare piuttosto che incoraggiare gli scambi e che progetta i diversi momenti della giornata come spazi e tempi monogenerazionali”. Dopo una prima esperienza di “rodaggio”, avvenuta il 3 Dicembre 2012, le educatrici del Nido “Giovannino” e le animatrici del Centro Diurno “Aquilone” dell’ASP, hanno lavorato per ela- 24 borare un vero e proprio calendario di incontri e collaborazioni nel corso di tutto il 2013. Agli appuntamenti fissi si sono affiancati momenti d’incontro e scambio non strutturati e lasciati alla libera iniziativa di educatrici e animatrici e operatori e di bambini e anziani. Queste iniziative hanno come finalità proprio quella di valorizzare il patrimonio conoscitivo ed esperienziale degli anziani e favorire la comunicazione intergenerazionale ed interculturale. Gli anziani sono portatori, infatti, di valori, tradizioni e saggezze; il loro è un patrimonio prezioso che non bisogna perdere e che è importante trasmettere alle nuove generazioni attraverso percorsi creativi che sappiano stimolare l’interesse e la creatività dei bambini. Nella letteratura come nell’arte o nella musica si richiama spesso a questa diade. Simbolicamente la potremmo rappresentare come un’alba e un tramonto, con in comune il dipanarsi di un giorno e l’aver trascorso un giorno insieme all’insegna dello star bene. Quanti di noi hanno fili di memoria di una filastrocca cantata sulla ginocchia di un nonno, dal corpo un po’ piegato e dai movimenti lenti, proprio come allora piacevano a noi… ma provate a ricordare il loro sguardo, mentre canticchiavano, tradiva la luce di gioia che quei occhi emanavano, felici di godersi il nostro sorriso… Ecco anche la no- servizi servizi servizi servizi stra esperienza è stata piena di sorrisi, forse a ricordo di tempi passati dove i bimbi del nido potevano essere forse, i loro nipoti… Le immagini, qui di seguito riportate, vogliono regalare anche a voi che leggete un sorriso, magari proprio quello che anche a voi è capitato di vedere e fare sulle “grandi ginocchia” di quel personaggio fantastico “il nonno”. Tutto il percorso è documentato da un video che testimonia meglio delle parole la grande esperienza educativa ed umana che tutti noi abbiamo vissuto. Il video è a disposizione di chiunque sia interessato presso gli uffici della Cooperativa. Siamo convinte che queste opportuni- numero 42 dicembre 2013 tà servano a respirare mutualità, senso di appartenenza sociale e per riscoprire i legami tra le generazioni, ed è per questo che pensiamo che il percorso di scambio di questi due mondi generazionali, continuerà arricchendosi di proposte nuove. n 25 numero 42 dicembre 2013 servizi servizi servizi servizi Ballons Festival Gli anziani della Casa Residenza “Virginia Grandi” in gita a Ferrara. di Lucia Cardone, animatrice “Andiamo a vedere le mongolfiere a Ferrara?.” “Che peccato, è prevista pioggia!”. Il giorno dopo, le due Responsabili sono andate ad una formazione e Maria mi ha detto: ”Ma scusa, guardiamo su internet le previsioni, magari non è proprio così brutto il tempo!”. Il meteo non dava certezze ma neanche ci ha scoraggiate e così abbiamo telefonato alla Carmen che proprio in quel momento mi cercava per dire: “Sono qui con la Grazia e stiamo guardando il meteo, proviamo ad andare!”. “Ma che telepatia! Non può portarci che fortuna!”. Organizziamo quindi la gita al Ballons Festival in un lampo, consapevoli che 26 alla prima avvisaglia di pioggia, saremmo rientrati tutti senza problemi. Il giorno dopo eravamo lì e ha avuto inizio una sfida vera e propria.... arrivati nel grande Parco Urbano Giorgio Bassani, bellissimo, avevamo tutti il naso all’in su ma di mongolfiere neanche l’ombra! Nel cielo nuvole e basta. Passeggiando nel parco ci siamo imbattuti in vari stands e così lo spettacolo l’abbiamo fatto noi! Nello stand dell’Arma dei Carabinieri Rita, Secondo, Nazareno e Gianni si so- no fatti fotografare con il cappello del Capitano e hanno simpaticamente socializzato con i Carabinieri, gentilissimi, poi nello stand interattivo dell’Areonautica Militare è stato buffissimo vedere Carmen e Maria che si sono cimentate in una simulata di volo dentro ad una cabina a forma di globo che riproduceva il movimento dell’aereo. Noi le vedevamo dentro un monitor, un pò sconcertate, e alla fine della simulata si sono meritate un applauso, chissà... forse girava un pò la testa e servizi servizi servizi servizi tutti hanno fatto il tifo per loro! Strada facendo abbiamo appreso che le mongolfiere non si sono alzate in cielo per via delle previsioni meterologiche incerte e quindi abbiamo proseguito la passeggiata cercando altre distrazioni. Nella Città Magica c’erano delle strutture in legno dal sapore medioevale e rinascimentale che sarebbero servite per uno spettacolo di sera, non c’era nessuno e ci siamo improvvisati attori e spettatori insieme. Gianni e Grazia hanno sfidato il labirinto con il suo percorso ed è stato divertente vederli uscire dopo un po’. Ci siamo poi messi a fare l’oste e l’avventore proprio come in una recita e il momento più simpatico di certo è stato quando ci siamo visti Doris e la Grazia con le teste dentro la gogna! Mettersi in gioco così è stato davvero bello e tutti hanno riso come matti! Una sosta per un buon piatto di lasagne e salsicce ai ferri in uno stand dove Sergio, Tamara, Graziella, Gabriele e Gianni hanno fatto i complimenti ai cuochi e dove, tra chiacchere e profumi invitanti, Raffaele ci ha regalato un sorriso splendido, rinforzando la nostra idea che una gita è molto meglio di una stimolazione multisensoriale svolta in una struttura... Poi via di nuovo a passeggio per il parco ad esplorare! Non dico una bugia se dico che alla prima goccia di pioggia eravamo in prossimità delle macchine e del pullmino: carichiamo tutti e via a casa! Una sosta a casa di Grazia per salutare Rocco il suo bellissimo cane, socievole e giocherellone, e nel momento preciso in cui abbiamo riportato dentro la struttura l’ultimo anziano, il cielo si è liberato in una scrosciante pioggia di fine estate! “Ma guarda...” ha detto Remo che ci ha accolto nell’ingresso “È proprio vero che la fortuna aiuta gli audaci!”. n numero 42 dicembre 2013 “Come scorre la storia” ospitata al Centro Lame Nuova tappa per la mostra curata da CADIAI sulla storia del Canale Navile. di Roberto Malaguti, responsabile di struttura L’avevamo pensata come itinerante e pare proprio che itinerante sia. Dopo essere stata inaugurata a Giugno scorso presso “Parco del Navile”, in occasione del primo anniversario della residenza per anziani, la mostra fotografica sul fluire del canale Navile e sulla storie che esso porta con sé continua a muoversi. Prima ospitata, nell’estate, all’Isola del Battiferro, grazie ad una collaborazione con l’Associazione Vitruvio e il Quartiere Navile, ora si trova invece all’ipercoop Centro Lame, proprio accanto all’entrata del supermercato e vi rimarrà fino all’inizio del nuovo anno. La storia che le sessanta immagini raccontano, storia delle acque ma anche di vita, si arricchisce così dei luoghi che le tavole della mostra toccano, portando alla mente degli osservatori vecchi ricordi e nuove curiosità. Un fluire che crea nuove collaborazioni, come quelle che l’hanno prodotta, come quest’ultima tra CADIAI e il Centro Lame. Una collaborazione che va a creare un’opportunità culturale anche dove, normalmente, non ce la si aspetta, lungo i corridoi di un supermercato che, di solito, si percorrono di corsa, col carrello, tutti presi dalle nostre vite. E un modo per portare il percorso del Navile e, in parte, anche quello della ristrutturazione e poi apertura della nostra residenza al di fuori dei contesti usali, parte integrante della città. Ma non ci accontentiamo… ci stiamo già apprestando a toccare altri lidi, perché una storia che scorre non si pone limiti e, come l’acqua, arriva un po’ ovunque. Ma nessuna anticipazione… aspettate e vedrete! n Via Boldrini, 8 | Tel 051 74 19 001 ai.it | www .cadiai.it info@cadi 27 numero 42 dicembre 2013 servizi servizi servizi servizi Dal produttore al consumatore Primi risultati del “Giardino delle farfalle” alla residenza per anziani “Virginia Grandi”. di Lucia Cardone, animatrice Il “Giardino delle farfalle” ci ha dato molte soddisfazioni! Non solo è stato un luogo per trascorrere momenti lieti e divertenti tra colori, profumi e chiacchiere all’aria aperta ma ci ha regalato spezie, pomodori e una delizia: la lavanda. Quando le piante di lavanda sono fiorite abbiamo cominciato a raccogliere le cime ricche di semini preziosi che abbiamo messo a seccare. Anziani, familiari e operatori si sono dati da fare per non disperdere questa piccola ricchezza della natura e così abbiamo atteso che tutto fosse pronto per poter utilizzare la nostra lavanda e confezionare tanti sacchettini da riempire, destinati a profumare cassetti e armadi. Se Patrizia, Giordano, Remo, Gabriele e amici del giardino hanno aiutato a tenere le piante in perfetto stato, hanno chiacchierato, consigliato, zappettato, potato, annaffiato, poi Carmen, Maria, Esmeralda, Daride, Gianni, Ada ne hanno ricavato semi secchi per poter completare il tutto. Tanti hanno portato stoffe bellissime e, con l’aiuto di Luisa, sono stati cuciti i sacchettini che hanno accolto la lavanda. Dopo pranzo le signore hanno atteso il momento migliore per organizzare il gruppetto in laboratorio, dopo gli impegni in palestra del mattino e le altre attività e ci siamo riuniti. Diceva Carmen: “Oggi si va in profumeria!”. Il gruppo che ha partecipato all’attività, tiene molto a questo appuntamento perchè è una cosa tutta “nostra”, ri- 28 corda le sane tradizioni di campagna di ottenere qualcosa, come dire, dal produttore al consumatore, come si faceva una volta. C’è di più, gli anziani vogliono vendere i sacchettini a Natale così da ricavare una piccola somma che può essere impiegata come desiderano, per esempio qualche sosta al bar del paese in primavera o qualche mangiata al ristorante. La signora Carmen lo dice a tutti ed ha proprio l’anima della commerciante, consiglia sull’uso del pro- dotto, sulle proprietà benefiche, si rivolge alle persone personalizzando il consiglio (“Questo lo puoi appendere in macchina”; “Mi raccomando respiralo che ti sento sempre con la tosse”; “Sai che fa bene anche ai tuoi bambini questo profumo?”), condendo così la proposta di vendita con una dose di amorevole saggezza. Il “Giardino delle farfalle” ha dato inizio a un turbinio di voci, curiosità, filosofie, emozioni, speranze. Niente di meglio per apprezzare in pieno la vita. n servizi servizi servizi servizi numero 42 dicembre 2013 Sembra un gioco ma non è La Terapia della Bambola nel trattamento dei disturbi comportamentali associati alla demenza di Manuela Maini, psicologa “Che bella bimba!”, “Ma come si chiama?”, “Ha proprio un bel vestitino”, “La metto a letto adesso, così si riposa anche lei”. Da qualche settimana spesso si sentono queste frasi nei corridoi della Casa Residenza “Virginia Grandi”… naturalmente non stiamo ospitando una bambina, abbiamo “adottato” una bambola! Adottato nel senso di “accolto con amore”, perché ormai tutti si rivolgono alla bambola di Stella, l’ospite che se ne prende cura, proprio come se fosse una nipotina; e adottato con il significato di “attuare una misura di trattamento specifica”, perché questa novità è parte di una vera e propria terapia non farmacologica volta a contenere i disturbi comportamentali nelle persone affette da demenza. La “Terapia della bambola” ha origine in Svezia e consiste nell’utilizzo di una bambola come strumento per migliorare il benessere delle persone affette da demenza e disturbi del comportamento, dirigendo l’attenzione verso un compito funzionalmente semplice, seppure impegnativo, come quello di accudimento. Le bambole terapeutiche originali, denominate Joyk, possiedono caratteristiche particolari che potrebbero non farle apparire come le bambole più belle in vendita, ma che le rendono maggiormente in grado di suscitare emozioni e che per questo vengono definite anche “bambole empatiche”. In particolare, una bambola adottata in un programma terapeutico deve possedere alcune caratteristiche importanti, quali: occhi grandi e profondi, sguardo lateralizzato, tratti somatici e dimensioni che ricordano quelle di un bambino, labbra appena accennate, un peso né troppo leggero né eccessivo, braccia morbide e postura delle gambe lievemente rannicchiata tale da rendere facile l’abbraccio. Gli obiettivi che si possono raggiungere con questo approccio sono molti: • ridurre i disturbi comportamentali attivi, come stati d’ansia e di agitazione, aggressività, insonnia o wandering; • favorire il rilassamento; • stimolare i processi attentivi; • stimolare la memoria procedurale; • stimolare il dialogo e le capacità relazionali. Le grandi potenzialità di questo metodo ci hanno incuriosito da subito e proprio per questo motivo CADIAI ha pensato di proporre e di testare questo approccio innovativo, attraverso un progetto di ricerca che coinvolgerà da gennaio 2014 tutte le Case Residenza anziani della cooperativa. In ciascuna struttura verranno individuati uno o due ospiti che possono beneficiare della “Terapia della bambola” e, in accordo con i familiari, si procederà alla somministrazione della bambola e all’osservazione strutturata del comportamento durante i momenti di terapia. Somministrazione? Terapia? Qualcuno potrebbe obiettare che una bambola non è come una pillola! È proprio vero, ma questo approccio non farmacologico ha tutte le caratteristiche formali di una vera terapia farmacologica: somministrazione ad orari prestabiliti, possibilità di “assumere” la bambola al bisogno (es. quando l’ospite è inquieto o agitato), precise modalità di porgere la bambola e regole da rispettare per evitare che la terapia perda di efficacia. Per verificare l’efficacia del trattamento verrà condotta una valutazione iniziale mediante scale standardizzate che quantificano il livello di funzionamento cognitivo globale (Mini Mental State Examination) e la presenza e gravità dei disturbi comportamentali (NeuroPsychiatric Inventory). Durante tutto l’anno di sperimentazione, gli ospiti coinvolti nel progetto di ricerca saranno monitorati con una scala di osservazione strutturata che registra le modalità di relazione con la Segue a pag 30... 29 numero 42 dicembre 2013 servizi servizi servizi servizi Tour goloso nella cucine “CAMST Imola” Conosciamo chi ci prepara quotidianamente i nostri pasti. a cura di Irene De Baptistis e dei ragazzi del Centro Diurno “Arboreto” gruppo “Talpe” Martedì 22 Ottobre 2013 il gruppo del Centro Diurno “Arboreto”, gruppo ”Talpe”, si è recato presso la CAMST di Imola, la sede da cui partono i pasti che si consumano nella struttura “Arboreto”. Ad accoglierci c’era Lucia Carrà, assistente ai clienti che cura i rapporti fra la CAMST e le aziende, e il Direttore Vanes Zucchelli. Dopo esserci messi cuffia e grembiule (ci siamo trovati molto buffi) è partito il nostro tour all’interno delle cucine assieme a Lucia che ci spiegava pazientemente tutto ciò che avveniva. Per prima cosa abbiamo visto diverse postazioni di lavoro dove venivano preparati strudel, tagliati i pomodori e la carne. Ovviamente erano tutte separate rispettando così la normativa Haccp. Si è proseguito andando a vedere le celle frigorifere, delle intere stanze adibite a tale scopo. Ce ne erano diverse proprio per separare i diversi alimenti: carni rosse, carni bianche, verdure ed infine le uova. Poi c’era un corridoio che dava sull’esterno, vicini alle celle frigorifere, dove i camion con i rifornimenti potevano scaricare la merce. Questa vicinanza ovviamente è dettata dal far passare meno tempo possibile fra lo scarico della merce e la sua sistemazione. Vicino a questo corridoio c’era una intera ala adibita al magazzino delle merci non deperibili quali pasta, legumi secchi, latte a lunga conservazione, crackers, wafer, ecc.. (tutti i ragazzi sono rimasti impressionati dalle enormi confezioni di tutti i prodotti!). Il tour è proseguito osservando abbattitori di temperatura, i forni dove stavano cuocendo gli strudel pre- universali che non hanno di limiti di età, come quello di sentirsi utili e capaci di svolgere ancora delle attività quotidiane, di dare affetto e di prendersi cura di qualcuno, ma anche di esprimere le proprie emozioni senza sentirsi giudicati. La persona a cui la bambola è affidata può accoglierla sia come bambola che come un vero bambino. In entrambe le condizioni, tuttavia, la relazione può essere importante e terapeutica. La possibilità di proporre questo metodo è stata a lungo dibattuta all’interno del gruppo psicologi del Settore, soprattutto per i dubbi legati al rischio di infantilizzare l’anziano con demenza. In realtà, ogni perplessità si è sciolta dopo aver visto alcuni video presentati durante la formazione, in cui anziani con demenza interagivano con le bambole in maniera spontaneamente seria, competente e visibilmente gratificante per loro. Ci siamo risposti che a volte siamo noi a preoccuparci troppo di ciò che appare, mentre i nostri anziani, con la loro spontaneità e schiettezza, ci restituiranno certamente un feedback positivo sull’efficacia e sul gradimento di questa nuova terapia. n ... segue da pag 29 bambola (dialoga, la accudisce, la abbandona, …) In sede di valutazione finale verranno somministrate nuovamente le scale di valutazione iniziali ed analizzati i dati. Il ricorso alla bambola con persone le cui capacità di memoria, logiche e verbali si sono significativamente ridotte consente di attivare delle modalità di relazione pre-verbali e non verbali, a volte poco stimolate, e di sollecitare anche la memoria procedurale, attraverso l’esecuzione di veri e propri gesti di cura (es. vestire, cullare, addormentare, ecc.). Questo approccio di cura, inoltre, consente di creare un contesto che risponde ad alcuni bisogni 30 servizi servizi servizi servizi cedentemente visti (buonissimi! Che profumi... che fame!!!). La particolarità di questi forni è che sono autopulenti (il nostro sogno e di tutte le donne del mondo!!!), infatti al termine delle cotture si puliscono da soli attraverso un getto d’acqua come quelli che vengono usati nelle lavastoviglie. Da qui potevamo vedere tutte le enormi pentole che utilizzavano per cucinare i nostri pasti. La nostra attenzione è stata catturata da un paio di pentoloni talmente grandi che ci poteva stare una persona intera. Abbiamo visto che per essere puliti utilizzano dei potentissimi getti d’acqua. Per non parlare della lavastoviglie, alcune pentole vengono posizionate su di un rullo che passa attraverso potentissimi getti d’acqua, finché non fuoriescono dall’altra parte già puliti ed asciugati. In seguito siamo passati a vedere la catena di montaggio dove vengono preparati i contenitori dei nostri pasti che sono posizionati vicino alle pentole per permettere una rifornimento celere. Ci sono dei rulli che trasportano i contenitori riempiti in precedenza, passano poi attraverso una macchina che li sigilla e vi imprime l’etichetta con la descrizione di ciò che vi è all’interno. Accanto a questa parte di cucina vi è uno spazio chiuso dove vengono preparati i pasti per i celiaci. Il tour si è concluso con la conoscenza del personale del centralino con cui comunichiamo per prenotare i nostri pasti o per effettuare delle modifiche. Le ragazze che ci hanno accolto con entusiasmo si chiamano Simona, Antonella, Elisabetta e Rossana. Ci siamo diretti poi, assieme a Lucia, al self service della CAMST dove abbiamo mangiato, finalmente, una buonissima pizza e un delizioso strudel. Questa gita ci ha entusiasmati. Già nel numero 42 dicembre 2013 viaggio di ritorno, e in tutti i giorni seguenti, ci chiedevamo quando ci saremmo potuti tornare. Abbiamo raccontato a tutte le persone che incontravamo e alle nostre famiglie la splendida gita vissuta. Ognuno era colpito da diverse cose, anche se i pentoloni hanno raccolto l’attenzione di tutti. Per non parlare degli enormi forni, la particolarità che sono autopulenti, le enormi celle frigorifere, ecc… Ora ogni volta che apriamo il contenitore dei nostri pasti ricordiamo tutte le cose che abbiamo visto e imparato! n 31 numero 42 dicembre 2013 testimonianze testimonianze testimonianze Laboratorio musicale “Scopriamo la musica” Pubblichiamo volentieri l’articolo di un nostro operatore socio sanitario, Raffaele Montanarella, che ci racconta di una bella esperienza musicale avvenuta in una scuola della provincia di Bologna. di Raffaele Montanarella L’alfabetizzazione musicale è sempre un’esperienza formativa essenziale per la conoscenza del proprio istinto, delle proprie inclinazioni e del proprio sentire. Quando ognuno di noi si confronta con la musica, a qualsiasi livello, dal semplice ascolto, al ballo, al suonare uno strumento, si confronta con se stesso e con gli altri. La scorsa primavera con il gruppo musicale in cui suono, grazie all’organizzazione di Massimiliano Baccolini di Giardini Sonori (settore musicale del Centro Culturale Montesole) e la maestra Elena Borri, abbiamo partecipato al laboratorio musicale “Scopriamo la Musica” presso la Scuola Primaria “Loris Casarini” di Monte San Gio- 32 vanni dell’Istituto Comprensivo di Monte San Pietro. Una premessa importante è quella della definizione del gruppo. I Cardiac Montone nascono nell’estate 2008 condividendo l’idea del suonare improvvisando senza alcun vincolo di forma o espressione, dove l’improvvisazione perde ogni virtuosismo per lasciare spazio alla spontaneità, senza trucchi, errori compresi. L’attività laboratoriale di gruppo è stata suddivisa in tre incontri tematici, come progetto di esplorazione musicale, visiva e creativa. Come metafora dell’esplorazione stessa è stato scelto “Il treno”. I bambini durante l’ascolto della musica del gruppo hanno disegnato, con l’aiuto dell’illustratore Michelangelo Setola, un treno composto dai loro stessi disegni. Hanno sviluppato i paesaggi, le situazioni, i colori e gli oggetti che la musica gli suggeriva, inserendoli nei vagoni e decorandoli con accessori rendendoli personali. Durante un altro incontro, hanno approfondito il concetto di ritmo, costruendo delle nacchere auto-prodotte con semplice uso di cartoncino e monetine, atte a riprodurre la pioggia fuori dal treno e delle maracas, che riproducevano il suono delle ruote sulle rotaie. In un altro incontro i bambini hanno sviluppato la scrittura come flusso di coscienza, immaginando cosa personalmente comunicava loro, con poesie, racconti o con una semplice e singola parola. Nell’incontro finale, l’esperienza si è conclusa con un grande concerto in cui la band ha improvvisato assieme agli 80 bambini che hanno partecipato ai laboratori, in un evento di pura festa sonora. Nel concerto “il treno” musicato e completato dalle parole dei bambini, ha viaggiato nell’atrio della scuola, assie- i ritratti di Lele i ritratti di Lele Mauro numero 42 dicembre 2013 Non ci sono percorsi prestabiliti nei rapporti sociali. Non esistono itinerari sicuri. Non c’è il gps ad orientarti nei sentieri della comunicazione, soprattutto quando parliamo di malattia. Soprattutto di certe malattie. Io con Mauro avevo sbagliato tutto. Avevo sbagliato a sentirmi minuscolo davanti la sua malattia. Sclerosi laterale amiotrofica è il termine preciso. Netto e indelebile come una sentenza, enorme come una cima inarrivabile. Il grande pericolo nel porre assistenza in questi casi è la visione. La malattia di Mauro, per me, era talmente grande da oscurare tutto. Ogni mio gesto mi sembrava inadeguato, inefficace al punto di sentirmi io stesso inadeguato. Il suo modo di comunicare, o a gesti o con l’aiuto di un tablet, mi faceva ravvisare questa mia incertezza. Quando il mio braccio inforcava il suo per alzarlo, cercavo in ogni suo percettibile movimento, la sua tristezza, la sua rassegnazione. E io ero lo specchio della debolezza. Ero così perché i miei occhi vedevano unicamente la sua malattia e non lui. La mia spasmodica ansia di aiutarlo, di non fargli male, di non sbagliare e infine la mia insicurezza mi avevano allontanato da lui, dalla sua anima e dal suo sentire. Mai come con Mauro ho capito quale fosse lo step successivo da oltrepassare nel livello di apprendimento dell’assistenza e delle sue funzioni. Non è la malattia la protagonista. Non le procedure, non la loro attuazione, non il protocollo né tanto meno la sua giusta attuazione. Questi elementi diventano nulli se prima non c’è la visione. Quello stato empatico di comprensione dei bisogni della persona. Essere un operatore socio sanitario vuol dire essere l’interpretazione stessa dei bisogni. Io l’ho capito grazie alla squadra in cui lavoro che l’unica arma è l’esperienza. L’esperienza che si accumula guardando, ascoltando, sorreggendo, spingendo, alzando e soprattutto comunicando con le persone. Una mattina ho posto le mie ginocchia in basso la poltrona di Mauro per aiu- tarlo nella postura, il mio rosario tibetano è uscito dal collo della maglietta. Mauro ha sorriso. Era la prima volta per me. Comunicando col tablet ha chiesto a sua figlia di accompagnarmi nella “stanza dei 130”. E sua figlia mi ha accompagnato in una stanza, dove c’erano 130 statue di buddha, le foto di Mauro sulle creste delle cime dell’Himalaya e un’energia quasi materiale. In quella stanza c’era Mauro non la sua malattia e sulla poltrona un altro sorriso ad aspettarmi. Il sorriso di Mauro. me ai palloni, i coriandoli e le bolle di sapone. Personalmente l’energia pura, prodotta da quella esperienza, è stata unica. I bambini hanno risposto con un’incredibile eccitazione, cantando, urlando, suonando la batteria o i tasti del pianoforte, in una totale libertà espressiva. La musica come forma di linguaggio è stata completamente assorbita e riprodotta dai bambini. Vederli felici di confrontarsi, di capire il senso dello stare in gruppo, del concetto di partecipazione e della realizzazione della propria visione espressiva, è stata la mia migliore esperienza musicale. La musica, aldilà del concetto artistico, rappresenta una fonte libera di espressione e con l’apporto dei bambini ha acquistato il valore aggiunto di naturalezza e gioia. La stessa gioia che io e i miei compagni di band abbiamo provato, mesi dopo l’esperienza, la sera di un nostro concerto. Mentre le note delle chitarre elettriche riempivano il Parco dei Pini a Borgo Panigale per il festival Paniculture, alcuni dei bambini della scuola di Monte San Giovanni, accompagnati dai loro genitori, hanno assistito al nostro concerto, partecipandovi anche suo- nando la batteria. Sapere che alcuni di loro abbiano preferito il regalo di uno strumento musicale, piuttosto che di un videogioco, è stata la più bella scoperta. n Raffaele Montanarella Operatore del SAD Anziani di San Lazzaro di Savena Music doesn’t lie. If there is something to be changed in this world, then it can only happen through music. Jimi Hendrix Video visibile su Youtube col titolo: “Laboratorio didattico Scopriamo la musica - The Primary School sessions”. 33 numero 42 dicembre 2013 lettere lettere lettere lettere Settembre 2013 Desideriamo ringraziare tutto il presonale e gli operatori socio sanitari della Casa Protetta di Granarolo Emilia per l’assistenza e le premurose cure prestate alla nostra congiunta Fini Loriana in tutto il lungo periodo in cui è stata ospite della struttura. Un particolare e sentito ringraziamento va alla gent.ma dott.ssa Lancellotti ed ai suoi collaboratori Grazia Chiarelli e Marco Addari, che si sono prodigati con grande capacità e dolcezza per la nostra cara Loriana. Infine, ma non per ultimo, un grazie di cuore alla coordinatrice responsabile Barbara Cuoghi, sempre molto attenta ale necessità dei suoi ospiti, che le vicissitudini della vita portano a trascorrere una parte della esistenza in una struttura e nello specifico quella di Granarolo dell’Emilia. la sorella Mara Fini il marito Remo Pelotti i famigliari tutti Novella Neri in Biagi (Lugio-Agosto 2013) Alla direzione, ai responsabili, ai medici e opratori della RSA Virginia Grandi. Siamo arrivati in RSA angosciati, sperando in un aiuto professionale e pratico. Lo abbiamo trovato, il migliore che si potesse desiderare per i propri cari e per se stessi. Nel ripsetto più vero e assoluto della Dignità umana, quando si è più fragili e bisognosi di cure e attenzioni. Vi siamo riconoscenti... infinitamente!!! La mia mamma Novella diceva sempre “Chi fa del bene agli altri merita la ricompensa di una buona vita, piena di salute, di felicità e armonia”. È l’augurio che rivolgiamo di cuore a Voi tutti. Ora, sempre, per sempre, GRAZIE. Non vi dimenticheremo, la figlia Milena e il genero Gabriele il marito Azzo Biagi il figlio Mauro e la nuora Vilma 34 liber libero liber libero liber libero La rubrica dedicata ai suggerimenti di lettura è uno spazio a disposizione di tutti. Chiunque volesse scrivere un commento o un’impressione su un libro che si è apprezzato e che si vuol condividere con gli altri, può contattare la redazione allo 051 7419001 o scrivendo a [email protected] Non mi arrendo Livia Scagliarini è un susseguirsi narrativo di emozioni che passano dalla leggerezza dell’adolescenza alla determinazione della giovinezza. E ancora l’incontro con Paolo, l’arrivo di due figli “speciali” mentre il mondo lavorativo attorno a Livia muta velocemente vedendola domatrice e conciliatrice di due vite parallele. Una scrittura istintiva, tagliente, che arriva al nocciolo delle questioni senza fronzoli o giri di parole, ma allo stesso tempo premurosa e pudica nel tacerci aspetti quotidiani logoranti. Non mi arrendo è un libro disarmante. Disarmante come solo la verità sa essere. n Lo Psicologo: un amico a scuola di Adele Medaglia NON MI ARRENDO, perché so di non essere sola, NON MI ARRENDO, perché tutti hanno diritto a una vita equa, giusta e civile: disabili, anziani, bambini, donne e uomini, NON MI ARRENDO, e per questo continuerò a combattere. Nicoletta Maggitti di Silvia Ferri Non si è arresa Livia Scagliarini. Mai. Neanche quando gli eventi della sua vita da complicati sono diventati dolorosi. Così la scrittura diventa catarsi, necessità di catalogare, mettere ordine ai ricordi. Partendo dall’infanzia a Molinella con ancora gli strascichi della guerra ad arrivare alla pensione, L’intento del libro è quello di raccontare una storia. Non una storia fantastica, ma una piccola grande impresa di vita vera. “Lo Psicologo un amico a scuola” ripercorre la nascita e l’evoluzione di un Servizio che ha come elemento distintivo e vincente la presenza costante Gentile Presidente Guglielmetti, le scrivo per esprimerle il più sentito ringraziamento da parte della Casa delle donne per il rinnovato sostegno concesso all’ottava edizione del Festival La Violenza Illustrata – Giustizia violata. Siamo molto felici di poter condividere con lei gli splendidi esiti che anche quest’edizione del Festival, in maniera sempre crescente, ha generato. Infatti, sono stati oltre 100 i soggetti, tra associazioni, istituzioni e realtà azien- dali, che hanno collaborato alla realizzazione del ricco calendario di appuntamenti: più di 70 le iniziative culturali che hanno avuto luogo sul territorio di Bologna e provincia, migliaia le persone che vi hanno preso parte. Le invio in allegato una piccola selezione della rassegna stampa inerente il Festival La Violenza Illustrata – Giustizia violata. Con l’auspicio di poter ancora annoverare il suo ente fra i sostenitori di una così importante iniziativa di sensibilizzazione numero 42 dicembre 2013 dello Psicologo all’interno della scuola, in modo da renderlo una figura di riferimento nella quotidianità educativa e non una professionalità alla quale ricorrere solo quando le cose vanno male. Il libro racconta con semplicità la nascita del Servizio e di come questo si è modificato nel tempo, distinguendosi dalle esperienze già esistenti sul territorio per diventare un’eccellenza della realtà cui appartiene, allontanandosi progressivamente dalla convinzione tanto diffusa “psicologia=malattia” per approdare faticosamente, ma definitivamente all’idea che lo Psicologo all’interno della scuola può e deve essere visto come un amico che collabora ogni giorno con insegnanti, educatori, alunni e genitori. Ogni capitolo è affidato ad un saggista che evidenzia sfaccettature differenti del Servizio stesso: l’efficacia del lavoro di rete, il ruolo fondamentale giocato da una comunicazione efficace, la percezione di benessere che deriva dall’incontro unico ed irripetibile di persone che vivono la scuola non solo come un luogo in cui trasmettere o apprendere conoscenze e competenze, ma come un’opportunità per crescere e affermarsi pienamente. Leggere questo libro è un po’ come sbirciare dal buco della serratura una realtà vincente e felice per poter (magari!) pensare che, anche nella scuola che viviamo ogni giorno, un nuovo scenario sia possibile. n contro la violenza su donne e minori, le invio i nostri migliori auguri per un sereno 2014. Un cordiale saluto, La Presidente Susanna Bianconi Casa delle donne per non subire violenza Onlus www.casadonne.it 35 numero 42 dicembre 2013 Convenzioni in favore dei soci Assicoop Sicura - Agente UNIPOL UGF assicurazioni - UGF Banca Convenzione assicurativa e bancaria per i soci CADIAI e familiari conviventi. Condizioni di miglior favore e di sconti sulle principali polizze (es: R.C. Auto, polizze per la persona, la famiglia e la casa, polizze vita e gestione del risparmio, Unisalute - piani di assistenza sanitaria) e sui prodotti e servizi bancari UGF Banca (conti correnti, mutui, prestiti personali). Per ulteriori informazioni contattare: il Centro Servizi Telefonici UNIPOL allo 051 2818888 o la consulente Assicoop Sig.ra Rossana Peritore al cell. 320 7858357 Centro “Interno Yoga Bologna” Via Vizzani, 74 - Bologna Tel. 051 307875/338 3532928 www.internoyoga.com - 20% su tutti gli abbonamenti e corsi. - 50% sulla tessera associativa. Valido per soci e dipendenti. “Le Coccinelle” Calzature per Bimbi Via Toscana, 8/b - Bologna (zona Mulino Parisio) Tel. 051 442336 Chiuso il lunedì mattina. rubriche rubriche rubriche “Le Coccinelle Calzature e Abbigliamento Bimbi” c/o Centro Commerciale “Shopping Stellina” P.zza Marie Curie, 1 - Castenaso -20% su tutte le calzature, non cumulabile con altre offerte o promozioni. Corniciart Via Pirandello, 14/B - Bologna Tel. 051 514230 - 15% sulla produzione di cornici su misura e su quadri, stampe d’arte e poster. 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Nuovo Ambulatorio Felsineo Via F.lli Cairoli, 2 - Bologna Tel. 051 4210644 Ai soci che si rivolgeranno all’ambulatorio per attività diagnostiche e di terapia fisico-riabilitativa, verrà applicato un prezzo vantaggioso rispetto a quello di listino. Farmacia S. Anna Via Don Minzoni,1 - Bologna Tel. 051 252452/252273 -15% su parafarmaco -10% e -20% su prodotti da banco. Ferred - Prodotti sostenibilità per l’infanzia e la collettività In tutti i servizi è consultabile un listino con tutti i prodotti e i prezzi vantaggiosi espressamente rivolti ai soci di CADIAI. Ottica Garagnani In tutti i negozi a Bologna: Via Montegrappa, 3/2b - Tel. 051 222622 Via Mazzini,146p - Tel. 051 397302 Via S. Stefano, 38 - Tel. 051 222487 - 20% su qualsiasi acquisto di occhiali, lenti a contatto e accessori. Valido anche per i familiari dei soci. Teatro “Arena del Sole” di Bologna - 20% sui biglietti di ingresso così come previsto per tutti gli associati delle cooperative aderenti a Legacoop. Pillole verdi Piccoli consigli di sostenibilità ambientale Come pulire il forno naturalmente. Sarà facile e piacevole pulire il forno con ingredienti come il bicarbonato di sodio, succo di limone e aceto. Queste prodotti naturali per la pulizia del forno sono modesti, 36 efficaci e totalmente privi di sostanze chimiche dannose e ingredienti corrosivi. Per il grasso, uniamo una parte di aceto bianco, una parte di acqua calda e un cucchiaio di bicarbonato; portiamo la temperatura del forno a 60/70° e cominciamo a sfregare sulle superfici. (Fonte: eco-risparmio.it) rubriche rubriche rubriche Dono-Presto-Cerco La rete di CADIAI per mettere in contatto le persone e incrociare i loro bisogni. Il DONO-PRESTO-CERCO è una modalità di donazione e/o prestito, fra i soci e i dipendenti della cooperativa, di quegli oggetti che hanno per i singoli terminato la propria utilità. È prevista anche la possibilità di CHIEDERE (“cerco la tal cosa…, c’è qualcuno che ce l’ha?”), perché il bisogno di qualcuno può far ricordare ad altri di avere degli oggetti inutilizzati e magari sollecitare la disponibilità a prestarli o donarli. Diamo i numeri Le cooperative associate a Legacoopsociali sono oggi circa 3.000, di cui il 35% ha sede ed opera nelle regioni meridionali. Le cooperative sono per il 33% finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, per il 61% ala produzione di servizi socio sanitari ed educativi, per il 6% consorzi aventi base sociale composta per almeno il 70% da cooperative sociali. Vi lavorano, stabilmente occupate (85% con rapporto di lavoro a tempo Come funziona? Chi vuole donare, prestare o cercare, fa la propria segnalazione ad uno dei seguenti referenti, contattandoli direttamente presso i servizi in cui lavorano: • C ristina Anteghini, Monica Bernabiti, (Residenza per disabili “La Corte del Sole” di San Giovanni in Persiceto); • Lara Girotti e Laura Piana (Nido ”Gatto Talete” di Castel Maggiore); • Giulia Casarini (uffici della sede); • Roberta Meotti (Casa protetta “Torre di Galliera”); • Nada Milenkovic (Nido “Abba” di Bologna); • Giuseppina Reto (“Balenido” di Casalecchio). indeterminato), circa 115.000 persone, e tra queste circa 13.000 sono le persone svantaggiate. 74 occupati su cento sono donne. Circa l’82% degli occupati è socio della cooperativa in cui lavora. Vi lavorano, stabilmente occupate (85% con rapporto di lavoro a tempo indeterminato), circa 115.000 persone, e tra queste circa 13.000 sono le persone svantaggiate. 74 occupati su cento sono donne. Circa l’82% degli occupati è socio della cooperativa in cui lavora. numero 42 dicembre 2013 Questa lista di persone è naturalmente aperta ad altre che vi si volessero aggregare. Le segnalazioni vengono esposte nelle bacheche dei servizi e riportate in una apposita pagina del sito: www.cadiai.it Il DONO-PRESTO-CERCO è una rete informativa che mette in contatto le persone e le loro disponibilità ed esigenze. Non è prevista alcuna modalità di stoccaggio o deposito degli oggetti: le persone si accordano autonomamente per le consegne. Nati in CADIAI Congratulazioni alle neo mamme Sara Arrigo Francesca Carcangiu Rosina Conte Sara Lauro Lisa Monari Consuelo Pavani Simona Varlaro Guarda chi va in pensione… Le colleghe educatrici, collaboratrici e coordinatrici, nonché la cuoca e il personale comunale, i bimbi e le famiglie Nido “Gianni Rodari” di Anzola, vogliono salutare con grande affetto (e un pizzico di invidia…!) la collega e socia Gianna Giberti che dal 1° Dicembre 2013 è andata in pensione. Grazie Gianna per la professionalità che con i tuoi modi pacati hai dedicato con efficienza e meticolosità a questo Nido. Ti auguriamo di trascorrere il tuo prossimo tempo libero serenamente e di realizzare tutti i tuoi progetti per il futuro. III Auguri di Buone Feste Newsletter Per ricevere ogni mese la nostra newsletter nella tua casella di posta elettronica, iscriviti inserendo il tuo indirizzo nell’apposito spazio della pagina principale del sito www.cadiai.it Chi volesse scrivere una lettera può farlo via mail all’indirizzo [email protected] o per posta a Scoop c/o CADIAI - Via Boldrini, 8 - 40121 Bologna