progetto per la nuova biblioteca centrale della facoltà di agraria
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progetto per la nuova biblioteca centrale della facoltà di agraria
Biblioteca Facoltà di Agraria Agg.: 11/08/15 Genesi PROGETTO PER LA NUOVA BIBLIOTECA CENTRALE DELLA FACOLTÀ DI AGRARIA ANALISI STRUTTURALE E LOGISTICA Ver. 1.0 Ver. 1.2 Vers. 2.2 Vers. 2.4 Vers. 2.6 2011 Maggio 2012 Marzo 2013 Giugno 2014 Giugno 2015 Biblioteca della Facoltà di Agraria Ver. 1.1 Ver. 2.1 Vers. 2.3 Vers. 2.5 Vers. 2.7 Marzo 2012 15/10/2012 Marzo 2014 Agosto 2014 Sett. - Agosto 2015 Pagina 1 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria Genesi Agg.: 11/08/15 INDICE Capitoli / sezioni 1 IL PROGETTO DELLA NUOVA BIBLIOTECA 1.1 1.2 1.3 1.4 1.4.1 1.4.2 1.4.3 1.4.4 LE SPECIFICHE PROGETTUALI METRATURE E NUMERO DI VOLUMI COINVOLTI UTENTI COINVOLTI SERVIZI Orario di apertura: situazione attuale e proiezioni future Consultazioni, fotocopie e altre attività di base Prestiti : situazione attuale e proiezioni future DD e ILL : situazione attuale e proiezioni future 2 ANALISI STRATEGICA E FUNZIONALE 2.1 2.2 2.3 2.4 2.5 2.5.1 2.5.2 3 3.1 3.1.1 3.1.2 3.1.3 3.1.4 3.2 3.2.1 3.2.2 LE TENDENZE STRATEGICHE DI FONDO PROBLEMI LOGISTICI E STRUTTURALI LIMITI STRUTTURALI DELL’EDIFICIO E LORO UTILIZZO RAPPORTO TRA BANCONE E REFERENCE DEFINIZIONE DEI LAYOUT (PLANIMETRIE ) Le ipotesi iniziali Il layout finale Pag. 3 4 5 6 6 7 7 8 9 11 12 13 14 14 15 ORGANIZZAZIONE MATERIALE BIBLIOGRAFICO 3.2.3 3.3 3.4 3.4.1 3.4.2 3.4.3 QUESTIONI GENERALI Suddivisione in collezioni del materiale Situazione degli spazi disponibili a scaffale Situazione degli spazi disponibili a magazzino Situazione del materiale MONOGRAFIE A SCAFFALE APERTO Dati strutturali e numerici di base Dinamiche e selezione materiale PLANIMETRIE SALE A SCAFFALE APERTO E UFFICI Suddivisione per sale COLLEZIONI SPECIALI E RIVISTE IN CORRIDOIO MATERIALE A MAGAZZINO Dati strutturali e numerici di base Ipotesi di suddivisione delle riviste Ipotesi di suddivisione delle monografie 4 GESTIONE DEL MATERIALE BIBLIOGRAFICO 4.1 4.1.1 4.1.2 4.1.3 4.2 4.3 4.3.1 4.3.2 GESTIONE A SCAFFALE DELLE MONOGRAFIE Gestione biblioteconomica del materiale Spazi di accrescimento e gestione fisica Trattamento dei volumi e ricollocazioni GESTIONE A SCAFFALE DELLE RIVISTE GESTIONE MATERIALI A MAGAZZINO Gestione monografie Gestione riviste ALLEGATO : Trattamento volumi e ricollocazione 16 16 18 19 20 22 22 23 25 27 30 31 31 34 36 37 37 38 39 42 43 43 44 45 ALLEGATO A (Analisi preliminare di fattibilità 2004) ALLEGATO B (Layout di progetto e planimetrie finali) Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 2 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria 1 1.1 Agg.: 11/08/15 Genesi IL PROGETTO DELLA NUOVA BIBLIOTECA LE SPECIFICHE PROGETTUALI La Facoltà di Agraria fino al 2011 possedeva 11 biblioteche: quella centrale e 10 fondi librari (le biblioteche dipartimentali e di Istituto). Gli accorpamenti degli Istituti nei nuovi Dipartimenti non avevano intaccato questa frammentazione del sistema bibliotecario di Facoltà, in quanto i singoli fondi erano rimasti fisicamente separati. Per ovviare a questo problema e per razionalizzare le risorse, nel 2004 è stato approvato il progetto per creare una biblioteca centralizzata di Facoltà. Il progetto prevede la confluenza di tutti i fondi librari di Facoltà all'interno della palazzina A9, precedentemente occupata dalla sezione Tecnologie alimentari del DISTAM. La nuova biblioteca occuperà 1000 mq. di spazio, distribuiti su due piani: il seminterrato, riservato al magazzino a compactus, dispone di 400 metri di scaffalature (2800 metri lineari) per ospitare circa 80.000 volumi; il piano superiore, organizzato a scaffale aperto, potrà ospitare circa 20.000 volumi su 120 metri di scaffalature, 124 posti lettura con prese elettriche e connessione wifi e 12 postazioni PC. Sfruttando la struttura architettonica preesistente, il piano superiore è diviso fra 6 sale con posti lettura e scaffalature alle pareti, una sala computer, uffici per i bibliotecari, un bancone e un atrio con postazioni di ricerca ad accesso libero. L'ingresso porta ad un ampio corridoio centrale che costituisce un punto di snodo, collegando tra loro i locali, e nello stesso tempo serve da estensione delle sale a scaffale aperto (per esporre riviste, testi e opere di consultazione). Il progetto ha avuto una storia lunga e travagliata. L'idea è nata nel 2003 e la prima analisi di fattibilità del 2004, ipotizzava che i locali destinati ad ospitare la nuova biblioteca si sarebbero liberati entro il 2006 e i lavori di ristrutturazione sarebbero iniziati nel 2007. In realtà i locali si sono liberati solo nel 2008, ed è da allora che si è iniziato a definire concretamente il progetto della nuova biblioteca, predisponendo un primo layout della struttura (all. B, fig.4). I lavori sono iniziati nel 2009, con la ristrutturazione del magazzino seminterrato. L'anno seguente si è passati a ristrutturare una parte del piano superiore (3 sale lettura e un ufficio, già liberi da interferenze), aperta al pubblico nel marzo 2012, con varie limitazioni dovute a problemi strutturali creati dall'incompletezza degli interventi e al fatto di non poterla presidiare adeguatamente. Per un lungo periodo è stato quindi necessario tenere in piedi contemporaneamente due strutture separate, con tutte le complessità del caso. Una simile situazione ha permesso però di testare in spazi ridotti le soluzioni logistiche ipotizzate per la biblioteca nel suo insieme, di cui il presente progetto si occupa. Sempre all'inizio del 2012 è stato definito un primo crono-programma per gli accorpamenti funzionali e la redislocazione dei volumi, partendo dall'ipotesi che la ristrutturazione dei locali si sarebbe completata nel 2013. [2012] [Nota agg. 1/3/13: ritardi nella realizzazione di opere preliminari all'intervento vero e proprio hanno allungato i tempi per il completamento della biblioteca, che si ipotizza ora per l’estate 2014. A oggi sono stati spostati nella nuova biblioteca i volumi di 3 dipartimenti (DISTAM, DIPSA, DISMA); i successivi (DEPAA, Patologia, forse Ingegneria) lo saranno se possibile all'inizio del 2014 ; e infine DIPROVE, Zootecnica e Idraulica tra la primavera e l’estate 2014]. [Nota 1/7/14: ritardi nell'inizio dei lavori di ristrutturazione, il loro protrarsi oltre i termini stabiliti e ritardi nella fornitura delle attrezzature hanno allungato i tempi di altri 3 o 4 mesi, per cui l'apertura della nuova biblioteca si ipotizza ora per novembre 2014. Per compensare i ritardi e mantenere gli equilibri progettuali inizialmente definiti è stato quindi anticipato a luglio lo spostamento nella nuova biblioteca di parte dei materiali bibliografici della vecchia] [Nota finale marzo 2015: la nuova biblioteca ha aperto il 15 gennaio 2015. Alcuni lavori di ristrutturazione continuano tutt'ora ...] Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 3 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria 1.2 Genesi Agg.: 11/08/15 METRATURE E NUMERO DI VOLUMI COINVOLTI L'analisi di fattibilità del 2004 aveva rivelato che le statistiche relative ai fondi librari della Facoltà erano inaffidabili a causa di errori statistici accumulati nel tempo, per i volumi ormai irreperibili e per la mancata registrazione di prese in carico o di scarichi inventariali. Nel caso delle monografie, precedenti operazioni di riordino del patrimonio hanno dimostrato che questi fattori dovrebbero diminuire il numero reale di volumi. Per queste opere il dato più attendibile è rappresentato quindi dai volumi catalogati, aumentati del 5% circa (in quanto alcune opere non sono catalogate). Molto più complessa la valutazione sul numero di annate di periodici: in effetti la prima attività nell’ambito del riordino del materiale bibliografico è consistita nella ricognizione del posseduto, per definire con precisione volumi e metrature. In ogni caso, una valutazione realistica porta a ritenere che le monografie presenti in Facoltà siano 64.000, le annate (=volumi) di riviste circa 44.000, per un totale di ca. 108.000. Le nuove acquisizioni oscillano attorno ai 600 volumi l'anno, mentre sono 150 le riviste attive (in entrambi i casi con un trend in costante diminuzione, a causa delle difficoltà finanziarie e del passaggio di molte riviste all'e-only), il che porta a stimare l’aumento medio a 750 volumi l’anno, che proiettati sull’arco di dieci anni danno circa 8.000 volumi. Totale dei volumi coinvolti nel progetto (nell'arco di 10 anni) : circa 116.000 volumi. E’ evidente che il modo più rapido ed efficiente di soddisfare le richieste dell’utenza è lo scaffale aperto: quanti più volumi verranno messi a magazzino, quanto più si alzerà la percentuale di richieste gestite dai bibliotecari, con spreco di risorse e aumento dei tempi di attesa per gli utenti. È ipotizzabile che una percentuale del 5% di richieste da evadere accedendo al magazzino sia accettabile. Tra il 5 e il 10% entriamo in un’area grigia. Oltre il 15% il progetto diventerebbe critico. Ma è altrettanto evidente che, se per soddisfare il 90% delle richieste occorresse mettere 10.000 volumi a scaffale aperto, per passare dal 90 al 95% ne servirebbero altrettanti (legge di Bourne). Il tentativo di ridurre il livello di accesso al magazzino chiuso al di sotto di una certa percentuale produrrebbe un'espansione esponenziale degli spazi occupati da scaffali aperti: è quindi importante trovare un equilibrio basato sul tipo di utilizzo che si prevede/desidera per la biblioteca. La dimensione dei locali pone in ogni caso precisi limiti strutturali: a scaffale aperto si possono sistemare non più di 22/23.000 volumi. Per questo sarà indispensabile individuare i volumi più utilizzati, che dovrebbero coincidere con i più recenti. Ovviamente la situazione potrà essere diversa da area disciplinare ad area disciplinare e richiederà una accurata analisi e una continua opera di affinamento ed aggiornamento anche dopo le scelte preliminari. Tenendo conto che le riviste attive – come detto sopra - sono 150 (in costante diminuzione)1 e che sono per lo più disponibili in formato elettronico, si può ritenere accettabile mettere a scaffale non più gli ultimi 10/15 anni di tutte le riviste attive, ma solo le poche riviste cartacee di una certa importanza, per circa 1.000 volumi. Per le monografie, mettendo a scaffale aperto quelle posteriori al 1990 si arriva a circa 18.000 monografie, il 23% delle monografie totali. Il numero complessivo di volumi a scaffale aperto arriverebbe a 19.000. Va però tenuto conto del fatto che un numero considerevole di volumi (almeno 3000) vengono dislocati per lunghi periodi di tempo negli studi dei docenti con una prestito "lungo" o vincolato. Il totale reale a scaffale arriverà quindi attorno ai 16.000 volumi. Dato che le scaffalature aperte possono contenerne 22.000, restano margini per l'accrescimento delle collezioni per i prossimi 8/9 anni senza dover spostare volumi a magazzino. Più problematica è invece la situazione del magazzino: confrontando i metri di scaffalature disponibili con quelli necessari per ospitare tutti i volumi della facoltà manca spazio per circa 10/15.000 volumi. Questa valutazione andrà però rivista dopo che saranno definiti gli esemplari di rivista multipli e i materiali obsoleti da scartare. [2011 – rivisto a marzo 2013] 1 rispetto alle 800 del 2005 e alle 400 ancora attive nel 2010 Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 4 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria 1.3 Genesi Agg.: 11/08/15 UTENTI COINVOLTI Nel definire il bacino di utenti va fatta una distinzione tra utenti reali e potenziali: quelli reali sono gli utenti che interagiscono con la biblioteca usufruendo almeno di uno dei servizi offerti 2; quelli potenziali sono tutte le persone che potrebbero prima o poi usufruirne, anche se a volte non sono neppure consapevoli del fatto che la biblioteca può offrire loro dei servizi. Alcuni di queste persone probabilmente non sono neppure interessate ad utilizzare una biblioteca e in molti casi più che di utenti potenziali potremmo parlare di utenti ipotetici. La possibilità che utenti potenziali decidano realmente di accedere ai servizi della biblioteca è influenzata da fattori complessi. In prima battuta dovrebbe dipendere – quasi in modo lineare - dalla probabilità di trovare in biblioteca ciò che serve: quindi dall’”adeguatezza” del materiale bibliografico posseduto rispetto alle esigenze di studio e di ricerca degli utenti stessi. In seconda battuta la probabilità che un utente potenziale diventi reale può essere aumentata da quel che potremmo definire "attrattività" della biblioteca, vale a dire dalla qualità dei servizi offerti: facilità delle procedure, mancanza di code, ambienti accoglienti, durata dei prestiti, disponibilità dei bibliotecari etc. Come si può intuire sono fattori in cui i dati oggettivi si mischiano con aspetti psicologici e percettivi, per loro natura elusivi e sfuggenti. La biblioteca di Agraria si inserisce all'interno di un tipico contesto universitario, che può essere visto come un insieme di cerchi concentrici, formati da bacini di utenti (sia reali che potenziali) progressivamente più ampi, con un coinvolgimento nell'erogazione dei servizi progressivamente minore3. Il primo bacino comprende gli utenti che vedono nella biblioteca il proprio riferimento diretto, vale a dire gli studenti e i docenti della Facoltà. Per gli studenti, il bacino potenziale coincide con gli iscritti alla Facoltà (4000); il numero degli utenti reali è presumibilmente di 1000/1500. I docenti sono 160, anche se pochi di loro utilizzano la biblioteca fisicamente. Il secondo, più ampio, è formato da studenti e docenti di tutto l'Ateneo, a cui è consentito l’accesso ai servizi della biblioteca alle stesse condizioni degli studenti e docenti della Facoltà. Gli utenti potenziali sono tutti gli studenti e i docenti dell'Ateneo (80.000 e 3500 rispettivamente); quelli reali erano stimabili qualche anno fa nel 5/6 % degli utenti primari, quindi all’incirca 200 utenti ogni anno. Per questi utenti il reale utilizzo dei servizi della biblioteca di Agraria dipende da quanto i materiali bibliografici da noi posseduti siano utili per le loro esigenze di studio e di ricerca: al momento la maggiore sovrapposizione c’è con le discipline biologiche e biomediche, oltre che con chimica ed economia per quanto attiene l’economia agraria. Il terzo bacino è formato da studenti e docenti di Bicocca/Insubria, parificati ai nostri utenti in base a convenzioni di reciprocità (stimabili in 100 utenti l’anno). Il quarto è formato dagli esterni (studenti e docenti di Università non convenzionate, utenti non universitari, in tutto poche diecine l'anno), utenti marginali in quanto ricorrono solo a servizi “superficiali” (consultazione e fotocopie) e non al prestito. Il terzo e il quarto bacino non sono quindi strategici rispetto alle nostre scelte. [2011] 2 si potrebbe modificare la definizione in “utenti che interagiscono in maniera significativa con la biblioteca”, nel senso che ricorrono almeno al prestito, perché altre interazioni (l’uso della sala di lettura e delle fotocopie) sono poco significative e difficili da registrare. 3 in cui quindi diminuisce progressivamente la probabilità di essere realmente coinvolti nell'erogazione dei servizi abbassando la percentuale di utenti reali sul totale degli utenti potenziali Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 5 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria 1.4 Agg.: 11/08/15 Genesi SERVIZI 1.4.1 Orario di apertura: situazione attuale e proiezioni future Nell’attuale biblioteca al bancone devono essere presenti quasi sempre due bibliotecari: una sola persona può sostenere l'apertura esclusivamente nei periodi di bassa affluenza. L'apertura al pubblico richiede quindi 1,5 FTE (2 / 2,5 FTE ma nei momenti di punta). Nella futura biblioteca i carichi di lavoro per l'apertura aumenteranno sensibilmente a causa dei seguenti fattori: - gli spazi da controllare aumenteranno e le sale lettura faranno parte integrante della biblioteca (quindi dovranno essere controllate con maggiore intensità) - per prelevare i volumi a magazzino i bibliotecari dovranno abbandonare i locali della biblioteca, mentre oggi il magazzino è parte integrante della biblioteca e il prelievo più semplice - la nuova biblioteca avrà 120.000 volumi al posto di 40.000, moltiplicando i servizi erogati Per contro esistono dei fattori in grado di limitare l'aumento dei carichi di lavoro: - il numero di utenti che graveranno sul bancone sarà simile a quelli attuali: la biblioteca esistente serve già il 90% degli studenti - lo stesso vale per il numero di prestiti gestiti dal bancone Altri fattori, come il fatto che i bibliotecari dovranno ricollocare i volumi consultati dagli utenti, avranno effetti difficili da valutare. I maggiori carichi di lavoro deriveranno quindi per lo più dalla maggiore complessità strutturale della biblioteca e dall’aumento dei servizi a causa delle maggiori risorse disponibili. L'apertura al pubblico della futura biblioteca dovrebbe richiedere come minimo 2 FTE, ma nei momenti di punta ne richiederà 3/3,5 (in base al livello dell'accoglienza garantita). A cambiare le carte in tavola sarà l'aumento dell'apertura a 50 ore la settimana (8,00-18,00 o 8,3018,30 o 8,15-18,15), se non addirittura oltre (fino alle 19,30). Si può ipotizzare che dalle 8 alle 9 e dalle 17 alle 18 l'afflusso di utenti sarà ridotto, quindi il bancone potrebbe essere gestito da una sola persona; ma proprio nelle ore iniziali e finali si concentrano le operazioni di apertura e chiusura, necessariamente complesse in una biblioteca a scaffale aperto. Inoltre la nuova biblioteca aumenterà le aspettative degli utenti: nell'attuale biblioteca (che chiude alle 17 con la sala lettura aperta fino alle 18 senza servizi) tra le 17 e le 18 i flussi di utenti sono bassi; ma se i servizi fossero garantiti fino alle 18, l'offerta ampliata probabilmente creerebbe una richiesta oggi inesistente. Sulla base degli attuali orari (8-16 con un'ora di elasticità in entrata/uscita), l’apertura 8,00-18,00 richiede necessariamente turni al mattino e al pomeriggio. Al bancone di norma devono essere presenti due bibliotecari; di fatto, visti i problemi che può creare il dover assicurare la presenza dalle 8 e fino alle 18, perché la turnazione funzioni tutti gli addetti dovranno parteciparvi: per garantire ad ognuno due/tre turni a settimana andrebbero coinvolte ca. 7/8 persone, mentre per garantire ad ognuno uno/due turni a settimana andrebbero coinvolte 10 persone. Se, al contrario occorresse tenere aperto fino alle 19,00/19,30 la turnazione sarebbe inutile perché si eccederebbero i limiti contrattuali sia per il normale orario che per gli eventuali straordinari. Il problema non potrebbe che essere gestito o con cambi d'orario (legati a scelte individuali, quindi in ogni momento reversibili) o con l'esternalizzazione dei servizi di chiusura (a questo punto per lo più di sola sala lettura) a una cooperativa. Al momento la nuova biblioteca dispone di 10 persone per ca. 9,3 FTE, ma l'allargamento degli orari di apertura è oggetto di valutazioni a livello centrale. [2011 – rivisto a marzo 2013] Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 6 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria 1.4.2 Genesi Agg.: 11/08/15 Consultazioni, fotocopie e altre attività di base Al momento le consultazioni registrate sono poche centinaia l'anno: in particolare si stima che quest'anno saranno poche centinaia. Coprono essenzialmente tre tipologie di materiale: - opere di consultazione (dizionari, enciclopedie, atlanti, manuali) - fascicoli o annate di riviste - le prime copie dei libri di testo (non prestabili per un mese ma solo per il fine settimana) Nel corso degli anni le consultazioni hanno subito una forte diminuzione: da 10.000 nel 1998 a 5000 nel 2005, a 900 nel 2010. Negli ultimi anni la diminuzione si è ridotta, sintomo che si sta arrivando a uno "zoccolo duro" al di sotto del quale sarà difficile scendere. Questa diminuzione nasce dal forte incremento del prestito mensile di libri di testo. La maggior parte delle richieste riguardano infatti i libri testo, che, se non prestabili, saranno presi in consultazione e fotocopiati. Le consultazioni nascono quindi dalla necessità di fotocopiare libri di testo e viceversa: aumentando i volumi prestabili si riduce la necessità di fotocopiarli e prenderli in consultazione. Una conferma è data dal fatto che ad Agraria le fotocopie dalle 120.000 del 2000 sono passate a meno di 5.000 (e di ciò va tenuto conto per strutturare il servizio nella nuova biblioteca). In una biblioteca a scaffale aperto, per definizione, le consultazioni sono gestite direttamente dagli utenti prelevando i volumi dagli scaffali. Nella futura biblioteca quindi l'utilizzo delle consultazioni registrate avrà senso solo per gestire l'uscita dalla biblioteca di un volume non prestabile (copie non prestabili dei libri di testo, riviste e opere di consultazione). Va tenuto presente che la consultazione, durando un solo giorno, esige controlli più stringenti di quelli riservati a un prestito, in cui esistono dei giorni di "elasticità" che danno un certo margine al bibliotecario per organizzare i controlli: il rapporto costo/ricavi è quindi molto meno positivo di un normale prestito. Le consultazioni “con uscita” (prestiti giornalieri) andrebbero quindi ridotte al minimo. [2011 – rivisto a marzo 2013] 1.4.3 Prestiti : situazione attuale e proiezioni future Al momento è difficile prevedere l'evoluzione che potranno avere i prestiti della futura biblioteca. Da un punto di vista quantitativo è evidente che saranno ben maggiori della somma dei prestiti delle biblioteche accorpate, se non altro perché molte non prestano (o lo fanno senza registrare i prestiti). Per quanto riguarda l'equilibrio produttivo, l'attuale biblioteca centrale è sbilanciata a favore della didattica (netta prevalenza dei prestiti dei volumi di testo), mentre nei fondi librari, centrati sulle esigenze della ricerca, il 90% dei prestiti - registrati o meno - riguardano volumi per la ricerca. Dopo l’accorpamento il profilo produttivo della nuova biblioteca dovrebbe essere più equilibrato. I prestiti della biblioteca centrale nel 2011 sono stati 4900, di cui 3500 a studenti, 700 a docenti e 700 prestiti giornalieri; nel 2012 i prestiti sono stati 5660, di cui 4000 "normali" + 380 proroghe, 460 a docenti e 830 giornalieri; nel 2013 6300, di cui 4600 "normali" + 670 proroghe, 380 ai docenti e 650 giornalieri ; nel 2014 se ne prevedono 7650, 5500 "normali" + 1100 proroghe, 450 ai docenti e 600 giornalieri. È presumibile che i prestiti di volumi di testo dell'attuale biblioteca centrale siano il 90% dell'intera movimentazione potenziale relativa ai libri testo (i fondi librari ne possiedono poche copie): con le attuali strategie per massimizzarne l'uso i prestiti di volumi di testi arriveranno a 6000/7000 l'anno. I prestiti legati ai normali volumi al momento generano 5/600 movimenti su 18.000 monografie, spesso obsolete e poco specializzate; si può ipotizzare che un patrimonio librario di 60.000 volumi potrebbe generare circa 2000 prestiti (2500 ipotizzando un aumento più che lineare, dovuto anch'esso a strategie di massimizzazione del loro uso). Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 7 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria Agg.: 11/08/15 Genesi Gli unici dubbi riguardano l'inserimento delle consultazioni con uscita dei volumi tra i prestiti (dubbio legato a come sono e saranno considerate a livello statistico centrale) e l'entità dei prestiti relativi ai volumi per la ricerca: in quest'ultimo caso infatti, quelli registrati attualmente dalla biblioteca centrale sono una parte trascurabile dei movimenti potenzialmente attivabili in facoltà. Si deve quindi partire da un'analisi basata sulle movimentazioni a livello dipartimentale. Le uniche registrate con una certa precisione sono quelle relative al DISTAM: sono ca. 800 volumi prestati ai docenti su un totale di circa 8000 volumi posseduti. In altre parole in una tipica biblioteca dipartimentale circa il 10% dei volumi sono costantemente in prestito presso i docenti. Se la stessa percentuale fosse proiettata sui volumi posseduti dai dipartimenti (64.000 - 18.000 = 46.000), si otterrebbero circa 4500 volumi costantemente in prestito presso i docenti. Se questi prestiti fossero calcolati una sola volta l'anno, alla fine potremmo avere un totale oscillante fra i 9.500 prestiti annui (4500 dalla ricerca, più 3800 dai libri di testo, più 1200 prestiti normali) e i 10.000 prestiti annui (4500 dalla ricerca, più 4000 dai testi, più 1500 normali). Comunque un ottimo risultato, paragonabile alle biblioteche umanistiche (ognuna con 10.000/12.000 prestiti) o ai prestiti previsti dalla futura biblioteca unificata dell'intera Facoltà di scienze (8500). L’unica biblioteca ad avere flussi nettamente maggiori è Scienze politiche con 25.000 prestiti annui (ma con 120.000 monografie4 contro le nostre 65.000 e 9000 utenti contro i nostri 3000). [2011 – rivisto a marzo 2013] 1.4.4 Servizi di 2. livello : DD/ILL e reference La biblioteca centrale eroga ca. 400 DD/ILL, il Distam ca. 700 DD: dato che le due biblioteche rappresentano i due poli delle offerte di servizi, la loro somma dovrebbe dare origine a un'offerta coincidente con il profilo produttivo finale della nuova biblioteca centralizzata. Le due biblioteche coprono da sole metà del bacino utenti e delle risorse totali, quindi la proiezione finale potrebbe far ipotizzare che la nuova biblioteca centralizzata dovrebbe erogare circa 2000 DD/ILL. Per il reference, al momento le transazioni sono definite in base all'accesso alle postazioni interne che richiedono una identificazione tramite registrazione: anche se una parte di tali accessi non producono vere e proprie sessioni di reference, si da' per scontato che ci siano altrettanti reference non vengono registrati. La futura evoluzione dei due servizi nella nuova biblioteca è troppo complesso per poterla affrontare qui : per maggiori informazioni vedi il correlato progetto “Babel” [2011 – rivisto a marzo 2013] 4 oltretutto meno obsoleti e usati pervasivamente da utenti che in biblioteca fanno ricerca (come in tutte le umanistiche) Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 8 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria 2 ANALISI 2.1 Agg.: 11/08/15 Genesi STRATEGICA E FUNZIONALE LE TENDENZE STRATEGICHE DI FONDO Per quanto riguarda la posizione delle biblioteche all’interno del sistema bibliotecario d’Ateneo, esiste di fatto un irrisolto contrasto fra le linee-guida perseguite da anni da parte della Divisione Biblioteche, volte a creare un sistema bibliografico integrato di cui le biblioteche sono semplici articolazioni territoriali, e la situazione reale delle singole biblioteche: di fatto c'è un sotterraneo ma evidente - contrasto fra gli interessi della Divisione stessa e quelli delle singole biblioteche). Il portale, ad esempio, parte dall'idea implicita che le biblioteche - dal punto di vista degli utenti – siano sezioni di un'unica entità. Nella stessa direzione opera il progressivo aumento delle risorse online "indifferenziate". Anche molti strumenti di ricerca sembrano dare agli utenti l'impressione ingannevole di poter prescindere dalle particolarità e dai limiti strutturali delle singole biblioteche. Nonostante tutto, però, nel bene e nel male le biblioteche mantengono differenze strutturali per quanto riguarda gli spazi, le attrezzature e il patrimonio posseduto; senza parlare delle differenze "culturali" e gestionali, dovute a prassi consolidate, alle diverse esigenze degli utenti o alla diversa organizzazione interna. Queste differenze portano a erogare servizi in maniera assai differenziata, sia da un punto di vista quantitativo che per quanto riguarda la qualità e il tipo di approccio, creando precisi limiti intrinseci alla completa integrazione in un sistema “virtuale”5. Il secondo punto critico è che fingere che le biblioteche siano solo sezioni di un sistema virtuale fa trascurare gli aspetti pratici, “fisici” dell'erogazione dei servizi: nonostante tutto le biblioteche sono – e resteranno a lungo - posti in cui studiare potendo disporre di risorse bibliografiche, ambienti accoglienti, bibliotecari professionali e amichevoli. Focalizzare oltre misura l'attenzione sulla "biblioteca digitale" rischia di distogliere l'attenzione da questi aspetti sociali e “fisici” che non possono essere facilmente trascurati, e che rimarranno cruciali ancora per molto tempo. Certo la situazione sta cambiando e occorre tenerne conto: per le biblioteche le prospettive sono infatti segnate da tendenze di fondo difficilmente eludibili: - crescente disintermediazione, con utenti sempre più autonomi (o che si credono tali) - diminuzione dei fondi, e quindi degli abbonamenti e delle monografie acquisite - centralizzazione delle politiche bibliotecarie e dell’offerta servizi (portale, Metalib, SFX etc.) Gli effetti di queste tendenze sono già evidenti: ormai l'80% delle riviste è in formato digitale, e il numero delle riviste cartacee è in continua diminuzione; non dissimile è la situazione per le nuove acquisizioni di monografie, destinate a ridursi sempre più. Nell’insieme questi trend sono destinati a produrre un costante, lento “svuotamento” delle biblioteche, modificando profondamente il profilo dell’offerta al pubblico: con meno volumi a disposizione e utenti che possono sempre più accedere direttamente, senza intermediazioni, alle risorse dal proprio PC, la biblioteca finirà per trovarsi al bivio tra un progressivo rattrappimento o il passaggio ad un approccio più complesso nei confronti degli utenti, trasformandosi in un centro servizi per "facilitare" l'accesso alle risorse non ottenibili direttamente dall'utente (con DD/ILL) o a servizi sofisticati e personalizzati (come il reference). È probabile quindi che in futuro le biblioteche dovranno cercare un difficile equilibrio tra riduzione delle risorse e necessità di mantenere un’offerta adeguata, tra convivenza con la crescente virtualizzazione e necessità di mantenere un approccio “fisico” con gli utenti, tra centralizzazione e mantenimento di un’identità legata al proprio “territorio” [universitario]. 5 rendendo oltretutto complessa l'analisi dei dati, visto che le statistiche confrontano attività fra loro oggettivamente diverse. Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 9 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria Genesi Agg.: 11/08/15 Il cambiamento in atto è evidente anche ad Agraria, e ha già inciso profondamente sui parametri di questo progetto: anche da noi l'80% delle riviste è ormai in formato digitale, e quelle cartacee sono in continua diminuzione; non dissimile è la situazione per le monografie, il cui numero e la cui importanza - specie per quanto riguarda la ricerca – sono destinate a ridursi sempre più. L'analisi di fattibilità del 2004 calcolava di dover ospitare a scaffale aperto gli ultimi anni di 1000 riviste (quelle attive all'epoca in Facoltà), per una occupazione di circa 400 metri lineari di scaffali; oggi le riviste attive sono 150 e per contenerne gli ultimi anni basterebbero 60 metri (al punto che si è deciso di esporne ben poche a scaffale aperto - per le valutazioni in merito vedi il par. 3.1.1). Anche le nuove accessioni di monografie sono passate da 1000 l'anno a 600. La minore necessità di spazi di accrescimento ha quindi permesso di diminuire il numero complessivo degli scaffali, senza incidere più di tanto sugli equilibri strutturali del progetto, e contemporaneamente aumentare i posti lettura e migliorare la vivibilità degli ambienti. Nello stesso tempo è stato possibile aumentare le monografie esposte, passate da 12.000 a 15.000, incrementando così la loro scansione temporale (dal 1995 al 1990). Gli stessi trend hanno inciso anche sulle infrastrutture. Ad esempio, come detto prima, le fotocopie sono ormai diventate marginali e di ciò va tenuto conto per strutturare il servizio fotocopie. Quanto ai computer al pubblico, l’ipotesi di avere molti posti lettura tradizionali e una sala PC separata è stata scartata a favore di postazioni "ibride", con prese elettriche e connessioni Wi-fi. Oggi come oggi potrebbe perfino essere rimessa in discussione l'idea di avere una sala PC "tradizionale" inhouse (ad esempio sostituendola con una sala di accoglienza o comunque con uno spazio ibrido). Esistono comunque una serie di problemi a cui dovrà essere trovata una soluzione per assicurare un equilibrio tra esigenze contrastanti, in particolare tra un approccio più tradizionale e “fisico” (legato all'uso degli spazi di lettura e dei volumi e al contatto diretto tra utente e bibliotecario), e un approccio più "virtuale", volto a garantire l’accesso alle risorse digitali. [marzo 2012] Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 10 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria 2.2 Agg.: 11/08/15 Genesi PROBLEMI LOGISTICI E STRUTTURALI È evidente che, dal punto di vista dell'utente, l'organizzazione logistica migliore è quella che minimizza gli spostamenti (e quindi le perdite di tempo) per poter usufruire delle varie risorse e dei servizi. Ad esempio, se i volumi attinenti alle singole discipline fossero posizionati in salette dedicate, è più probabile che gli utenti in cerca di materiali bibliografici possano espletare la loro ricerca senza doversi spostare in altre sale. Allo stesso modo, sarebbe auspicabile che postazioni di accesso al catalogo e fotocopiatrici fossero vicini ai volumi, o - in alternativa - presenti ovunque (se fossero lontani, per cercare un volume e fotocopiarlo l'utente sarebbe costretto a percorrere inutilmente diecine di metri). Spesso però i limiti creati dalle strutture architettoniche e dalle rigidità organizzative rendono inapplicabili simili soluzioni. Inoltre queste soluzioni potrebbe entrare in conflitto con la necessità di evitare sovrapposizioni tra i diversi flussi di utenti, creati da differenti esigenze: se volumi molto richiesti e fotocopiatrici fossero vicini, la coda che si potrebbe creare per le fotocopie finirebbe per interferire con gli utenti che consultano gli scaffali. Tenendo conto della necessità di trovare un equilibrio fra opposte esigenze, la biblioteca ideale probabilmente dovrebbe essere strutturata in modo che, partendo da un accesso centrale, gli utenti possano arrivare con il minimo percorso a uno qualunque dei servizi o delle risorse di cui abbiano bisogno; oppure avere sale e postazioni di accesso ai servizi che si affaccino su una zona centrale "neutra", che operi come spazio di transito e interscambio. In secondo luogo, la struttura della biblioteca e l'organizzazione dei servizi dovrebbero minimizzare la possibilità che si creino code o anomali addensamenti di utenti: le postazioni per l'erogazione dei servizi devono essere in grado di assorbire flussi di utenti in maniera flessibile. Non ci dovrebbero essere "colli di bottiglia", né a livello fisico (ad esempio spazi limitati davanti a postazioni potenzialmente molto utilizzate) né a livello organizzativo (ad esempio un solo terminale per il prestito che, una volta saturato da accessi anormalmente elevati, non potrà che produrre code). Un ragionamento simile vale dal punto di vista del bibliotecario. Anch'egli - per vari motivi - può doversi spostare da un punto di erogazione servizi all'altro: se questi fossero mal strutturati o distribuiti, la sua attività si complicherebbe. I bibliotecari devono poi "controllare il territorio": il che da una parte implica che siano il più possibile presenti in ogni punto dalla biblioteca per offrire assistenza agli utenti, dall'altra che siano in grado di controllare il comportamento degli utenti. Anche da questo punto di vista è quindi essenziale che la biblioteca sia strutturata per ottimizzare le distanze, trovando un equilibrio tra diverse esigenze: i punti di erogazione dei servizi vanno concentrati, ma non al punto da creare code; dividere l'accesso ai servizi in più punti è utile per controllare meglio il territorio, ma rischierebbe di complicare la vita a utenti e bibliotecari se la disseminazione fosse eccessiva. Punti di erogazione multipli sarebbero sostenibili solo se i servizi offerti fossero ben differenziati per tipologia, per impedire che gli utenti siano confusi da un'offerta troppo frammentata e che i flussi di accesso si sovrappongano in maniera caotica. Anche dal punto di vista dei bibliotecari, quindi, la biblioteca ideale dovrebbe avere un punto di accesso centrale, in modo da controllare gli spostamenti degli utenti tra una sala e l'altra, mentre i servizi di massa (più semplici e ad alto afflusso, come prestito e fotocopie) dovrebbero essere separati da quelli più specializzati, ma con ridotti flussi di utenti (tipo DD e ILL). [marzo 2011] Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 11 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria 2.3 Genesi Agg.: 11/08/15 I LIMITI STRUTTURALI DELL'EDIFICIO E IL LORO UTILIZZO I locali destinati alla futura biblioteca sono delimitati da murature portanti che non possono essere eliminate. L’idea di fondo è quindi stata di trasformare questi limiti in opportunità, usando le stanze per creare ambienti relativamente piccoli ma più vivibili dei soliti enormi saloni open space. Questa ipotesi presentava però alcune incognite, che è stato necessario sciogliere preventivamente: la prima era se creare ambienti “ibridi” (che comprendessero sia tavoli di lettura che scaffali), o se dividere posti lettura e scaffalature usando sale diverse. La seconda soluzione non era priva di vantaggi: il traffico di chi cerca dei volumi sarebbe stato segregato dallo spazio occupato da chi ha bisogno di tranquillità per studiare; in teoria, inoltre, avrebbe potuto ottimizzare l’utilizzo degli spazi creando economie di scala. Ma le dimensioni delle sale, indipendentemente dalla presenza o meno di scaffalature, non consentivano più di un certo numero di scaffalature o di tavoli (pena l’invivibilità); al contrario, l’uso “ibrido” calcolando bene il numero di scaffalature - avrebbe consentito un migliore uso degli spazi, consentendo di creare inoltre (suddividendo i volumi per materia ) sale “tematiche”, in cui gli studenti avrebbero potuto trovare i volumi di loro interesse e i tavoli a cui leggerli senza muoversi, annullando gli svantaggi legati alla compresenza negli stessi spazi di persone in cerca di volumi e altre intente a leggere. La prima soluzione ha quindi prevalso naturaliter la seconda era se mantenere l’ingresso posizionato nella parte laterale dell’edificio o se crearne uno ad hoc in posizione centrale. Anche qui la scelta è stata ovvia, in quanto l’ingresso laterale era troppo sacrificato e con notevoli problemi di sicurezza. L’ingresso centrale, con un ampio atrio affiancato dal bancone per accogliere gli utenti, superva tali limiti, creando nel contempo una situazione ben più attraente e gradevole per il primo approccio di un utente alla biblioteca. la terza riguardava il corridoio centrale, largo più di 3 metri: se usato solo come passaggio si sarebbe sprecato uno spazio notevole. Si è quindi pensato di trasformarlo in una ulteriore sala per esporvi i volumi più utilizzati (riviste, volumi di testo etc.), in modo da assorbire la maggior parte del traffico degli utenti, togliendo pressione alle sale. [marzo 2011] Restano da definire comunque altre questioni, in particolare occorrerà: a) trovare il giusto equilibrio tra numero di volumi ed utenti (cioè tra lo spazio dedicato alla lettura, che dovrebbe assicurare un certo comfort e quello occupato dagli scaffali) b) assicurare flessibilità strutturale e organizzativa per poter per affrontare nuove esigenze che sorgessero in seguito al cambiamento nei bisogni degli utenti o all’evoluzione a lungo termine delle biblioteche Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 12 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria 2.4 Genesi RAPPORTO TRA BANCONE Agg.: 11/08/15 E REFERENCE Diventa quindi cruciale l'organizzazione logistica e la strutturazione fisica dei locali di accoglienza per il pubblico, tra cui il bancone e i locali adibiti al reference (ricerche assistite) . Il bancone è dedicato ai servizi di base (prestiti, consultazioni, informazione bibliografica) e alle altre attività di supporto per l’utenza (assistenza nelle ricerche internet, fotocopie etc.); i suoi addetti dovrebbero interagire sia con gli utenti appena entrati in biblioteca (non ancora passati attraverso l'antitaccheggio), sia con gli utenti all'interno. Perciò il bancone deve essere rivolto sia verso l'atrio che verso l'interno della biblioteca, come un recettore cellulare in grado di comunicare sia con l'ambiente extracellulare che con il citoplasma. Una simile struttura consente a pochi bibliotecari di controllare a vista l'entrata e l'uscita degli utenti e di occuparsi - da postazioni diverse - di diverse tipologie di richieste, ottimizzando l'utilizzo del personale. Va tuttavia tenuto presente che rendere troppo "centrale" il bancone potrebbe far gravitare eccessivamente gli utenti su quest'area, rischiando di creare code: le postazioni devono quindi essere in numero sufficiente e posizionate in modo da poter assorbire in maniera equilibrata flussi assai variabili di utenti sia esterni che interni. Un bancone rivolto sia all'interno che all'esterno sarà sottoposto a richieste diversificate, che richiederanno competenze professionali estese: l'esperienza dimostra infatti che quando l'utente chiede un'informazione non è facilmente prevedibile se sia banale o se invece si riveli complessa al punto da richiedere una sessione di reference. In alcuni casi, quando il personale al bancone non possiede le competenze necessarie, o se richieste troppo complesse rischiano di creare code, occorre re-indirizzare gli utenti verso altre postazioni. La migliore soluzione consiste nel posizionare il locale per il reference vicino al bancone, in modo che possano comunicare tra di loro. Questa scelta permetterebbe di passare facilmente l'utente da un servizio all'altro; in alternativa, di richiamare temporaneamente un bibliotecario esperto al bancone, per risolvere un problema troppo complesso per il personale di prima accoglienza. L'area dedicata al reference garantirebbe inoltre personale supplementare per sostenere eventuali afflussi anomali di utenti (o momentanee carenze di personale al bancone). Un'altra soluzione logistica è di concentrare in un punto relativamente vicino al bancone l'accesso ai volumi di testo per ottimizzare il processo di erogazione dei prestiti: infatti il punto di prestito potrebbe semplicemente essere un'area del bancone, segregata ma comunque facente parte dei locali di accoglienza, in modo da consentire ai bibliotecari di sovrapporsi sui turni e darsi supporto reciproco. L'ideale sarebbe di esporli in corridoio, attorno al punto di servizio interno del bancone. In tal modo, il corridoio finirebbe per diventare un’estensione delle sale a scaffale aperto, ma adibito ad esporre materiale differente, trasformandosi in sorta di ulteriore sala tematica. Nei locali reference potrebbero poi essere sistemati alcuni metri di scaffalatura adibiti a materiale di consultazione o fondi speciali (biblioteconomia, informatica) [marzo 2011] Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 13 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria 2.5 2.5.1 DEFINIZIONE Genesi Agg.: 11/08/15 DEI LAYOUT (PLANIMETRIE ) Le ipotesi iniziali Come detto nel primo capitolo, la storia del progetto è stata lunga e complessa; lo stesso si può dire per quanto riguarda la definizione del layout (la planimetria) dell'edificio da ristrutturare. Le prime versioni risalgono addirittura al 2003 (cfr. allegato B, immagine numero 1 e 2) ed erano state realizzate dalla biblioteca con una elaborazione in-house, utilizzando per la realizzazione delle planimetrie in AutoCAD uno studente di architettura allora in servizio come obiettore di coscienza. Sulla base di questi primi layout stata quindi elaborata l'analisi preliminare di fattibilità (cfr. allegato A), successivamente allegata alla proposta di creazione della nuova biblioteca centralizzata di Agraria, inviata agli organi centrali di Ateneo a firma dell'allora preside della Facoltà, prof. Cocucci, dell'allora responsabile scientifico della Biblioteca di Agraria, prof. Schiraldi, e del direttore della Biblioteca (ed estensore di questo progetto). L'analisi di fattibilità conteneva infatti delle rudimentali planimetrie in Word, che ricalcavano - sia pure in versione "degradata" – quelle realizzate in AutoCAD. Le ipotesi progettuali iniziali contenute nell'analisi di fattibilità (cfr allegato A – varie immagini), erano molto simili alla prima ipotesi in AutoCad e si basavano su queste premesse: - ingresso posizionato al centro della palazzina - bancone "a recettore", rivolto cioè sia verso l'atrio che verso l'interno della biblioteca - sale contenenti sia tavoli lettura che scaffalature Il primo layout fornito dalla Divisione edilizia (cfr. allegato B, immagine n. 5) le seguiva con una certa fedeltà. In ognuna delle 5 sale più grandi erano previsti 16 posti lettura tradizionali, con tavoli non cablati a 4 posti, e nelle due piccole 8 posti, per un totale di 96 posti lettura. L'entrata, protetta con tornelli, era distinta dall'uscita, protetta con antitaccheggi e il bancone a L era di dimensioni relativamente ridotte. Non era prevista una sala per PC e gli uffici erano tre, tutti relativamente piccoli e situati in tre punti diversi dell'edificio, in grado di ospitare non più di 7 persone (2 nel locale reference dietro il bancone, 5 nei due uffici a destra, separati dal corridoio). Le richieste di avere posti lettura cablati elettricamente per garantire l'accesso alla rete tramite wi-fi, di mettere a disposizione degli utenti un locale PC hard-wired, di eliminare i tornelli per creare un'unica entrata/uscita e di aumentare lo spazio per uffici hanno poi portato, attraverso ipotesi intermedie, a una seconda versione (cfr. all. B, imm. n. 6). I posti lettura, non più organizzati ad “isole” a 4 posti ma in file contrapposte da 5+5, salivano a 20 per sala. Per far spazio alla sala PC le sale scendevano a 5, ma, nonostante ciò, grazie all'ottimizzazione degli spazi, i posti lettura salivano a 110 (20 nelle 5 sale grandi e 10 nell'unica piccola rimasta), più 12 posti PC. Due degli uffici venivano affiancati, mantenendo una capienza totale negli uffici di 7 postazioni. L'entrata con tornelli spariva 6, permettendo di allungare il bancone per tutta la larghezza dell'atrio, creando un secondo bancone "interno", rivolto verso il corridoio, per gli utenti ammessi in biblioteca (tornando con ciò quasi totalmente all'idea originaria del 2004). 6 in base a una analisi logistica e funzionale: i tornelli sono infatti utili solo se servono effettivamente a filtrare gli accessi, ad esempio escludendo gli utenti esterni (ipotesi esclusa a priori da questo progetto) ; peraltro, l'effettività del filtro dipende dall'utilizzo integrato di badge e apparati di identificazione in rete, il che implica un notevole sforzo, con costi di implementazione e gestionali non indifferenti. I rapporti costi-ricavi non sostenevano quindi in nessun caso l'ipotesi dei tornelli. Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 14 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria 2.5.2 Genesi Agg.: 11/08/15 Il layout finale Tra il 2010 e il 2011, la necessità di prevedere postazioni lavoro fisse per almeno 10 persone, e un'analisi più puntuale della necessità di spazi per il back-office, ha suggerito di ampliare ulteriormente gli uffici. Per contro, l'aggiornamento dell'analisi sul numero di volumi coinvolti nel progetto e sui trend ipotizzabili, ha evidenziato una sensibile diminuzione nel numero di scaffali necessari. Infine sono state ridefinite le dimensioni dei tavoli lettura e ottimizzato il bancone, creando uno spazio interno, separato dall'atrio con una parete, adibito a postazioni di lavoro fisse. Questo ha portato alla versione definitivo (cfr. allegato B, immagine numero 7). I posti lettura in alcune sale sono saliti a 24, e quindi i posti lettura totali sono ulteriormente saliti a 124 (20 in due sale, 24 in tre e 12 nell'unica sala piccola rimasta), più i 12 posti PC. Veniva eliminata una saletta interna adibita inizialmente ad esposizione volumi, per farla diventare un terzo ufficio per 2 posti, mentre i due uffici affiancati (formalmente adibiti ad ospitare 4 postazioni, ma con spazi insufficienti per uffici back-office) sono stati unificati, creando un ampio spazio back-office con 3 postazioni; infine, lo spazio interno creato al bancone è stato organizzato per ospitare altre 2 postazioni fisse. In tal modo la capienza totale negli uffici è salita a 10 postazioni fisse (3 per il back-office, 3 al reference, 2 nel nuovo ufficio e 2 nel retro-bancone), mantenendo 4 postazioni al pubblico. Va notato, per quanto riguarda i dati macro-analitici, che i posti lettura, a causa dell'ottimizzazione degli spazi e della ridefinizione nella dimensione dei tavoli, salgono da 96 a 124, con in più i 12 posti PC; le scaffalature scendono da 120 a 90 metri (da 600 a 450 metri lineari di ripiani), ma contestualmente al netto ridimensionamento nella quantità di volumi da esporre a scaffale aperto: infatti, mentre nel 2004 si prevedevano tra le 1000 e le 1200 nuove acquisizioni l'anno, più 800 riviste attive, per un aumento medio di 2000 volumi l’anno, oggi realisticamente le nuove acquisizioni si fermano a 500 volumi l'anno e le riviste a 250, per un totale di 750 volumi l’anno. Il bancone definito nell'ultima versione del progetto dovrebbe inoltre superare molte delle criticità emerse nelle precedenti versioni. In particolare si sottolineano i seguenti punti: il passaggio previsto tra l'interno del bancone e l'atrio, per consentire gli interventi del personale verso gli utenti è stato eliminato per assicurare maggior spazio alle postazioni ed assicurare una maggiore sicurezza per gli operatori il passaggio con il retrostante ufficio reference non è più posizionato in basso (nel layout vicino alla parete esterna) e quindi lontano dalle postazioni al pubblico, ma in alto, accanto ad esse, consentendo una comunicazione più semplice e rapida tra i due locali il nuovo bancone "esterno" è semicircolare, ad angolo, e più spostato verso il centro della sala rispetto alle precedenti versioni7; garantisce i necessari spazi di movimento per le due persone che vi lavoreranno, e contemporaneamente le allontana dalla postazione di lavoro al bancone bancone "interno" (rivolto verso il corridoio), evitando possibili interferenze è stata creata una paretina che separa l'atrio dalla parte a sud del bancone, consentendo di ricavarvi uno spazio più chiuso, in cui possono essere ospitate due postazioni fisse per i bibliotecari che lavoreranno al bancone: su questi PC gli addetti potranno fare ricerche ed operazioni gestionali senza essere disturbati dal flusso degli utenti, ma restando a disposizione per offrire supporto a chiu si sta occupando delle vere e proprie postazioni al pubblico. le postazioni per ricerche ad accesso libero sono state spostate dalla parete dell'atrio a destra dell'ingresso alla parte in basso del layout, più vicine alle postazioni al pubblico, facilitando l'assistenza degli utenti da parte dei bibliotecari 7 nella precedente versione il bancone (cfr. app. B fig. 3) era diritto ed allineato con l'intervallo tra le finestre, ad angolo con il banco "interno": le postazioni verso l'atrio confliggevano con quella verso il corridoio, con operatori costretti ad operare in spazi ristretti Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 15 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria 3 ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE BIBLIOGRAFICO 3.1 3.1.1 Agg.: 11/08/15 Genesi QUESTIONI GENERALI Suddivisione in collezioni del materiale bibliografico Il progetto della nuova biblioteca prevede la confluenza di fondi librari assai diversi tra di loro per tipologia e organizzazione del materiale posseduto (per lo più collocato a magazzino, mentre la nuova biblioteca è a scaffale aperto): limitarsi ad assemblare i fondi stessi senza riorganizzarli creerebbe quindi una situazione ingovernabile. Di conseguenza si è stabilito che alle monografie posteriori al 1990, destinate a scaffale aperto, saranno attribuite nuove collocazioni basate sulla CDD; i volumi saranno distribuiti tra le sale, in modo da ottenere una distribuzione disciplinare il più possibile omogenea. I volumi anteriori al 1990 manterranno invece le vecchie collocazioni e saranno depositati a magazzino. Dato che le monografie destinate a magazzino non cambieranno collocazione, sarà proprio questo elemento invariante a poterle identificare rapidamente come tali sia dai bibliotecari che dagli utenti8. Alcuni tipi di volumi, il cui utilizzo e le condizioni di prestabilità sono diverse rispetto alle altre, come volumi di testo e opere di consultazione, saranno esposte in corridoio come collezioni, identificate da sigle nella sezione di collocazione, precedute sempre dal prefisso "AGR." (pur usando la stessa struttura di collocazione). Per le collane occorrerà individuare le poche che finiranno a scaffale aperto e che, a volte, dovranno essere riorganizzate, dato che i volumi che le compongono possono essere dispersi in mezzo alle altre monografie. L'ideale è che assumano una numerazione progressiva all'interno di un nuovo settore. Le collane che restano a magazzino manterranno le vecchie collocazioni, per ottenere la stessa, evidente, differenziazione fra materiale a scaffale aperto e a magazzino delle monografie. [marzo 2011] Per quanto riguarda le riviste, vanno fatte delle considerazioni molto più complesse. Come detto nel par. 2.1, quando questo progetto è stato inizialmente definito, si prevedeva di mettere a scaffale aperto le ultime 10 annate delle riviste attive (all'epoca ca. 1000, per un'occupazione di 400 metri lineari di scaffali), ordinate alfabeticamente; le annate precedenti sarebbero andate a magazzino, assieme alle riviste chiuse. Già allora però era evidente che il magazzino non sarebbe stato sufficiente per ospitare tutto il materiale storico: le riviste marginali od obsolete (con basso livello di consultazione) sarebbero quindi rimaste nel compactus della vecchia biblioteca o in un altro magazzino separato, mentre le riviste specializzate sarebbero rimaste nei Dipartimenti di afferenza. Sarebbe stato quindi fondamentale differenziare in maniera evidente attraverso la collocazione quelle marginali localizzate nella vecchia biblioteca da quelle posizionate nella nuova biblioteca, come in effetti è stato fatto9 per i primi due fondi bibliografici traslocati (Entomologia e DISMA): le loro riviste dislocate nel vecchio compactus mantengono le vecchie collocazioni, mentre per quelle sistemate nella nuova biblioteca sono state create nuove collocazioni. Su tutto aleggiava poi la questione – assai intricata - di come gestire la protezione con tag RFID (cfr. par. 4.1.2). 8 i volumi a scaffale aperto vengono prelevati dall'utente senza intermediazione, quelli a magazzino vanno chiesti al bancone (e non è detto che vengono forniti immediatamente) 9 attività complessa, dato che per ricollocare gli esemplari occorre prima controllare e correggere le notizie bibliografiche Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 16 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria Genesi Agg.: 11/08/15 Nel frattempo la situazione è talmente cambiata da obbligare a rivedere interamente l'analisi: - il numero di riviste attive si è ridotto enormemente: se nel 2011 erano 250 (= 100 metri di ripiani), oggi sono 150 (=60 metri), e continuano a diminuire di 10/15 l'anno, non solo a causa delle chiusure per ragioni contabili, ma anche a causa dei passaggi all'e-only e delle continue cessazioni di pubblicazioni. Non è quindi facile valutare quanto convenga esporre a scaffale riviste destinate in breve a interrompersi, per una ragione o per l'altra - il trasferimento delle riviste dei primi 3 Dipartimenti, in parte a scaffale aperto, in parte nel nuovo magazzino centralizzato e in parte depositate nel vecchio compactus (senza dimenticare che alcune sono rimaste in Dipartimento o continuano ad esservi inviate) ha reso evidente l'estrema difficoltà nell'individuare a colpo d'occhio dove recuperare un certo fascicolo: se la rivista non è ben conosciuta dal bibliotecario e non ci sono precise indicazioni su dove sono gli ultimi fascicoli (e quali siano questi ultimi) come si può capire se è in Dipartimento, a scaffale, a magazzino nella nuova biblioteca o a magazzino nella vecchia ? Senza contare poi il caso – ulteriormente deviante rispetto alla norma - dei fascicoli mancanti e di quelli a rilegare … - il fatto che la stragrande maggioranza delle riviste cartacee abbia la versione on-line rende assai dubbi i vantaggi di esporle al pubblico: se è la versione elettronica ad assicurare consultazione e DD, perché mettere a scaffale la versione cartacea, con tutte le complessità del caso ? Il fatto poi che si sia scelto di attivare per quanto possibile l'accesso elettronico per tutti gli abbonamenti ha ulteriormente ridotto l'entità del problema - negli ultimi anni anche la necessità di dislocare in Dipartimento alcune riviste o le ultime annate di alcune riviste per le esigenze della ricerca si è considerevolmente ridotta: di nuovo, se è la versione elettronica ad assicurare la consultabilità, perché inviarle in Dipartimento ? - infine, last but not least, il vecchio compactus non sarà più a disposizione per le riviste marginali, obbligando a rivedere tutta la logica del vecchio progetto Tenendo conto delle complicazioni relative alla gestione dei fascicoli (vedi par. 4.1.2), si potrebbe pensare che la soluzione migliore sia di mettere tutte le riviste a magazzino fino all'ultimo fascicolo. Ma una scelta simile appare troppo radicale: una biblioteca senza riviste esposte sembrerebbe incompleta e anomala; non sarebbe poi semplice trovare altro materiale da mettere in corridoio al loro posto, mentre – al contrario – la scelta aumenterebbe l'occupazione a magazzino (la più critica per la scarsità di spazi). Inoltre, mettere a magazzino le riviste cartacee sarebbe controproducente, dato che costringerebbe a scendere in magazzino ad ogni richiesta di consultazione o DD. La soluzione migliore è quindi quella di ridurre al minimo le riviste a scaffale aperto, limitandole a quelle cartacee. Tra tutte gli standing-order sono i migliori candidati per evidenti ragioni: - sono solo cartacee e destinate a restare tali per molto, quindi tipico materiale da scaffale aperto - sono già rilegati e hanno un inventario per volume - si può mettere senza problemi a scaffale aperto l'intera consistenza A questi vanno aggiunti gli ultimi anni delle riviste di consultazione pura (National geography, Informatore agrario) e delle riviste di pregio (Nature, Science etc.), gestendo al meglio i fascicoli con tag multipli. Si possono ipotizzare 10 o 11 standing-order, una diecina di riviste di consultazione generale e 5 o 6 riviste come Nature: totale ca. 20 riviste per altrettanti metri (compresa l'esposizione dei fascicoli). Tutto il resto andrà a magazzino. Quanto alle riviste marginali già dislocate nel compactus della vecchia biblioteca o inizialmente ivi destinate, occorrerà necessariamente eliminarle, redislocarle o aggiungerle alle altre destinate al magazzino della nuova biblioteca. [marzo 2014] Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 17 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria 3.1.2 Agg.: 11/08/15 Genesi La situazione degli spazi disponibili a scaffale aperto La sistemazione definitiva del materiale bibliografico, ovviamente, non potrà che avvenire alla fine dei lavori di risistemazione dei locali adibiti all’esposizione dei volumi a scaffale aperto. Nel frattempo vari fattori potranno modificare - a volte in maniera rilevante – i parametri su cui sui basa l’organizzazione del materiale a scaffale e la sua distribuzione tra le varie sale. In particolare : - numero scaffali: nei layouts le scaffalature esistenti e quelle da acquisire/traslocare sono indicate con precisione, sia nel numero che nelle dimensioni 10. Di conseguenza, si dovrebbero poter derivare con esattezza i metri totali disponibili. Quando le scaffalature verranno posizionate, potrebbero però rivelarsi impedimenti non evidenti nelle planimetrie (prese sporgenti dalle pareti, punti critici vicino ai passaggi e all'antitaccheggio etc.) che potrebbero ridurne il numero. Allo stesso risultato potranno condurre piccoli errori di calcolo sul dimensionamento delle pareti (le planimetrie non incorporano gli effetti degli interventi edili, come l'allargamento o il restringimento dei passaggi, il riposizionamento delle porte etc.). Il dato potrà quindi variare in meno. Fatto ben più rilevante, esistono dubbi sulla distribuzione delle scaffalature tra le varie collezioni. In particolare, sarà complesso suddividere esattamente il numero di scaffalature posizionate in corridoio tra le riviste, i testi e le opere di consultazione, dato che non sappiamo con precisione quante riviste attive resteranno, quanti metri occuperanno e quante opere di consultazione saranno recuperate da altri fondi librari o destinate all'ufficio reference. Le incertezze sull'esatto numero di scaffali dedicati alle singole collezioni sugli scaffali posizionati in corridoio sono quindi notevoli. - n.. ripiani a scaffale: è stato valutato in media a 5 ma è probabile che nella realtà possa variare del 5 % in più a seconda del tipo di collezione presa in esame. Ad esempio, è probabile che per monografie in cui prevalgano paperbacks si potrebbe avere una media del 5,5 o più. Il dato potrà quindi variare leggermente in più, sovrapponendosi al punto precedente. - n. volumi per metro: è stato valutato a 35 per le monografie e 25 per le riviste, ma è probabile che possano esserci variazioni a seconda del tipo di collezione. Ad esempio, per le riviste si potrebbe scendere a 20, ma dipende da quali riviste sopravvivranno 11; lo stesso vale per le consultazioni (quelle che occupano più spazio sono le tradizionali enciclopedie, in via di sparizione). Il dato potrà quindi variare sensibilmente, sovrapponendosi alle incertezze statistiche e rendere difficile definire con esattezza per ogni collezione (testi, consultazioni etc.) il numero di volumi ospitati dalle scaffalature assegnate. - n. volumi coinvolti: qui l’incertezza dipende sia dalle statistiche (poco attendibili e che dovranno essere ricontrollate), sia dalla quantità di volumi in “prestito” presso i docenti che potrà diminuire o aumentare notevolmente la quantità di volumi realmente collocati a scaffale - trend di acquisti: generalmente in calo ma è difficile valutare di quanto, perché dipende dalle disponibilità residue che resteranno alla biblioteca per comperare monografie. Inoltre la complessa struttura della CDD rende impossibile predire eventuali concentrazioni degli acquisti in una particolare sotto-classe [marzo 2011] 10 quelle metalliche (usate nelle sale e nella parte destra del corridoio dedicato a volumi di testo e opere di consultazione) sono da 100 o da 80 cm. Quelle in legno, usate nella parte sinistra del corridoio (dedicato all'esposizione riviste) sono da 92 o da 72 cm. 11 la variabilità nelle riviste è alta: ci sono riviste in cui un anno occupa 1 metro, altre in cui occupa 10 cm. Su piccoli numeri (100 o 200 riviste), basta che poche riviste molto "estese" in termini di centimetri occupati cessino, per abbassare enormemente la media Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 18 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria 3.1.3 Genesi Agg.: 11/08/15 La situazione degli spazi disponibili a magazzino I compactus della nuova biblioteca sono due, più o meno con la stessa capienza (1100 metri lineari di scaffali), mentre i metri occupati dalle riviste (nonostante le riviste immagazzinate nel compactus della vecchia biblioteca), sono di gran lunga superiori ai metri lineari occupati dalle monografie destinate a magazzino: per le monografie si arriva a 900/1000 metri, per le riviste a oltre 1300 metri. Si è scelto di dedicare il vecchio compactus alle monografie e il nuovo alle riviste, in parte perché il nuovo compactus è più largo e permette facili spostamenti delle riviste (il vecchio più stretto va bene per le monografie che non richiedono grosse operazioni di ricollocazione), in parte perché nel vicino corridoio sarà possibile collocare altri 3/400 metri lineari di riviste. Gli spazi a compactus sono i più critici anche per ragioni storiche: rispetto ai metri lineari inizialmente definiti dal progetto del 2008, la capienza del nuovo compactus è stata sensibilmente ridotta dai limiti strutturali imposti dal seminterrato (le volte bombate, la necessità di lasciar libere zone del seminterrato dedicate a passaggi tecnici etc.) e dal dimensionamento del meccanismo di movimento dei carrelli. Inoltre, una parte dei locali del seminterrato inizialmente attribuiti alla biblioteca sono stati assegnati all'Analisi sensoriale, riducendo di qualche centinaia di metri lineari la capienza totale. Per contro, è stato possibile attrezzare il corridoio e le pareti accanto al nuovo compactus con scaffali ed armadi, aumentando di alcune centinaia di metri la capienza totale del magazzino; e lo stesso potrà essere fatto con due altri locali, di cui uno inizialmente destinato ad ospitare un ufficio, aumentando la metratura totale di altre svariate centinaia di metri. Infine, le possibilità che uno di tali locali dovesse ospitare l'impianto antincendio (diminuendo la metratura di alcune centinaia di metri) è stata recentemente esclusa. Nel seminterrato attualmente sono posizionati: - 13 armadi da 1,80 metri: 4 nella saletta A, 5 nel corridoio e altri 4 accanto al compactus. - 10 scaffalature alte da 7/8 ripiani - sarà inoltre possibile posizionare qua e là almeno altri 10/12 metri di scaffali normali a 5/6 ripiani : ma si potrebbe, usando la saletta B e ottimizzando gli spazi, arrivare a 25 Se ognuno degli armadi fosse attrezzato con 5 ripiani e la maggior parte potesse essere occupata in doppia fila, ogni armadio potrebbe ospitare fino a 18 metri di riviste; se attrezzata con 4 ripiani singoli arriverebbe al massimo a 7 metri: la variabilità è dunque altissima, in quanto nella ipotesi massima si arriverebbe a 250 metri lineari, in quella minima 100. Gli scaffali alti ottimizzati potrebbero contenere 75 metri lineari e se ne fossero piazzati altri 25 normali ottimizzati se ne aggiungerebbero altri 130 (60 per 12 scaffali non ottimizzati). Nell'insieme, la variabilità fra l'ipotesi massima (250 metri lineari + 75 + 130 = 455) e la minima (100 + 75 + 60 = 235) resta elevatissima, portando al raddoppio – o al dimezzamento, se si guarda all'inverso - dei metri lineari ottenibili. Tutto dipende dal livello di ottimizzazione degli spazi, che dipende strettamente dalla scelta dei volumi da posizionare, dall'uso definito e da piccole microdecisioni strutturali, in grado di sommare i loro effetti (per un'analisi puntuale cfr par. 3.4.2) . Infine, nella saletta antichi al momento sono presenti 10 scaffali normali, per un totale di ca. 55 metri lineari (gli spazi a scaffale sono ottimizzati perché gli antichi sono sistemati a formato) che garantiscono spazio per ca. 2800 volumi. Ma potrebbero essere sistemate almeno altre 4 scaffalature in mezzo (al limite anche 6), creando spazi per almeno altri 1500 volumi, quindi anche per alcune riviste antiche. [apr. 2014 ] Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 19 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria 3.1.4 Genesi Agg.: 11/08/15 La situazione del materiale bibliografico Anche la quantità di materiale da traslocare e da sistemare a scaffale nella nuova biblioteca, nonostante sia stata stimata al meglio, potrà subire delle variazioni, a volte anche sensibili. Per quanto riguarda le monografie, il numero dei volumi coinvolti nell'accorpamento (dato che le statistiche o peggio, le registrazioni inventariali, sono irrealistiche) deriva essenzialmente dal numero di inventari utilizzati per le catalogazioni. Occorre però ricordare che la maggior parte delle catalogazioni sono opera di una cooperativa nell'ambito di un recupero del pregresso: i catalogatori non avevano in mano i volumi, ma solo schede cartacee, spesso mal fatte e mancanti di dati essenziali tipo l'inventario; in molti casi, quindi, l'inventario assegnato in SOL è fittizio e non ha alcun rapporto con quello presente sui volumi o sui registri inventariali. Una certa quantità di errori è quindi inevitabile: peraltro i registri inventariali – come detto – sono anch'essi gravemente inconsistenti (fino agli anni 90 i doni non erano inventariati) e sui volumi gli inventari raramente venivano segnalati (o addirittura vi appaiono solo vecchi inventari ormai obsoleti). Esistono quindi dei fattori in grado di sottostimare il reale numero di volumi coinvolti (obbligando in prospettiva le quantità da ricollocare a scaffale): il fatto che alcuni volumi possono non essere stati catalogati il fatto che alcune opere in più volumi siano state catalogate in maniera semplificata, attribuendo all'opera un solo inventario, quando i volumi sono magari 8 o 9 Paradossalmente, la non catalogazione potrebbe essere il minore dei problemi, dato che spesso riguarda volumi obsoleti o non inventariati, che quindi potrebbero essere tranquillamente disinventariati o semplicemente trascurati. La non registrazione degli inventari di opere in più volumi invece ha sicuramente prodotto una sottostima nel numero dei volumi: va tuttavia tenuto conto che ad Agraria le opere in più volumi sono relativamente scarse. Appare tuttavia evidente che altri fattori possano sovrastimare il numero di volumi (riducendo le quantità). Alcune opere, infatti, sembrano apparentemente possedute in due copie, con diversi inventari, ma uguale collocazione (senza il BS, per intenderci): l'anomalia potrebbe essere dovuta a errori di collocazione – e in alcuni casi sicuramente è così 12 - ma se i volumi sono diecine e si concentrano in alcuni settori delle collezioni, a scaffale se ne trova sempre solo uno, gli inventari sono tutti fittizi, i primi inventari si concentrano attorno a una sequenza e i secondi attorno ad un'altra etc. etc., si può ragionevolmente concludere che siano stati erroneamente catalogati due volte da diversi operatori. Quindi i secondi volumi in realtà non esistono. Naturalmente, finché non sarà stato completato il controllo negli studi dei docenti, la possibilità che la seconda copia esista, sia pur dispersa, per quanto scarsa, non può essere del tutto esclusa, quindi questo fattore resterà ipotetico fino alla fine. Quali siano gli equilibri finali tra questi diversi fattori è difficile da valutare, perché è difficile valutare la loro reale incidenza se non ex-post: in una biblioteca con 2500 volumi, se i volumi non catalogati fossero 200 e quelli da eliminare in quanto semplici “artefatti” derivati da un errore di doppia catalogazione siano solo 50, il totale finale sarebbe di 2650 (con un aumento del 6%); ma se i non catalogati fossero solo 100 – e di essi 50 tali da non dover essere trattati – e gli artefatti 100, il totale reale addirittura scenderebbe a 2450 ! [sett. 2013] 12 Sappiamo infatti che in alcuni casi il secondo inventario è stato erroneamente legato alla prima collocazione (come se fosse una rivista), bloccando la collocazione dei primi tre livelli. Il bibliotecario poteva quindi immettere il BS solo in sequenza, ma spesso non ha saputo gestire la situazione e non l'ha proprio inserito, creando due collocazioni uguali Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 20 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria Genesi Agg.: 11/08/15 A parte ciò, tra i volumi catalogati, una parte considerevole è dislocata negli studi dei docenti, e solo una minima parte tornerà in biblioteca. Anche qui è difficile fare una esatta valutazione preliminare; tuttavia, partendo dalla situazione esistente al Distam (ca. 1000 volumi dislocati presso i docenti su 9000 totali) si può presumere che dal 10 al 15% dei volumi verranno tolti dagli scaffali. Esistono infine dei fattori attivi in grado di diminuire sensibilmente il numero di volumi coinvolti: se si prendono in considerazione tutti i fondi librari molti volumi sono doppi e potrebbero quindi essere disinventariati. Naturalmente disinventariare un volume ha un costo (e spesso è estremamente complesso trovare i dati), quindi l'eliminazione delle copie doppie va valutata in termini di costi/ricavi: può avere senso per le opere in più volumi o le grandi opere di consultazione semplicemente perché spesso un solo inventario consente di risparmiare molti centimetri; appare controproducente se riguarda fascicoli od opuscoli. anche molte opere obsolete potrebbero essere disinventariate, sempre valutando il rapporto costi/ricavi e privilegiando le opere in più volumi o le grandi opere di consultazione. Va notato che opere di inizio secolo potrebbero essere considerate storiche e quindi da salvare comunque, mentre appaiono più sacrificabili opere degli anni 60 e 70/80. per le vecchie edizioni dei volumi di testo (cioè un'edizione indietro di 3 o 4 rispetto a quella corrente) il vantaggio nel disinventariarle non dipende solo dal risparmio di spazio, ma anche dall'eliminare opere che potrebbero confondere l'utente che cerca a catalogo, oppure che pensa di ricorrere a vecchie edizioni solo perché disponibili per la richiesta on-line a differenza delle versioni più recenti (senza considerare la loro obsolescenza) Tra tutte le opere su cui si può fare lo scarto maggiore sono le vecchie enciclopedie doppie o obsolete, i dizionari, i vecchi volumi di testo e in generale le opere di consultazione. Infine, se si vuole valutare in anticipo la distribuzione dei volumi per settore di collocazione CDD (per stabilire dove collocarli a scaffale nelle varie sale) occorre considerare che solo il 90 % circa dei volumi è già classificato. Però si possono utilizzare le statistiche di inventari per classe e sottoclasse CDD e aumentarli di circa il 10%, ottenendo delle plausibili simulazioni di partenza [per gli spazi di accrescimento, vedi il par. 4.1.4]. Per quanto riguarda le riviste, non è stata fatta una valutazione del numero dei volumi coinvolti (in mancanza di registrazioni corrette i parametri da prendere in considerazione presentano troppo variabili), ma registrati i centimetri occupati da ogni rivista. Anche qui, benchè il lavoro sia stato accurato, esistono vari fattori in grado di modificare i dati di partenza. Qui però il problema maggiore nasce dal fatto che – a prescindere da qualunque errore sistematico – le metrature di riviste da collocare a magazzini eccedono di parecchie centinaia di metri gli spazi disponibili: quindi quelle in eccesso (tendenzialmente le più obsolete e marginali) o le si tengono nel vecchio compactus (se resterà disponibile) o si trovano altri spazi in Facoltà o si disinventariano. Per prudenza occorre anticipare la disinventariazione, privilegiando sempre un'analisi costi/ricavi: meglio eliminare poche grandi riviste e alcune recenti e marginali. [febbr. 2014] Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 21 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria 3.2 3.2.1 Agg.: 11/08/15 Genesi MONOGRAFIE A SCAFFALE APERTO Dati strutturali e numerici di base La struttura delle collocazioni generiche a scaffale aperto è basata su: - sezione (10 cars.) : dato che lo scaffale generico sarà la collezione "di base" [nel senso che sono le altre collezioni ad essere definite per differenza] la sezione sarà solo "AGR. " e basta - collocazione (20 cars.) : conterrà le materie disciplinari definite in base alla CDD - specificazione (12 cars.) : conterrà il codice identificativo dell'opera composto dal codice autorititoli [i primi 3 car. del cognome + il primo del nome o i primi 3 car. della prima parola significativa del titolo + il primo della seconda], anno preceduto da parentesi tonda [per gestire edizioni e diverse opere stesso autore all’interno dello stesso settore Dewey] ed eventualmente BS,TR etc. per indicare copie multiple ; - sequenza (20) : conterrà il numero dei volumi di un’opera, preceduto da slash per separare i caratteri in orizzontale Qui sotto le statistiche – in vari aggiornamenti - sulla quantità di metri lineari disponibili sala per sala e la distribuzione tendenziale dei volumi in base alla CDD (a sinistra scaffali e metrature, a destra i volumi a scaffale divisi per CDD – sia quelli finora classificati che le proiezioni – e le altre collezioni. Le celle con sfondo giallo rappresentano le ipotesi più realistiche) Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 22 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria 3.2.2 Genesi Agg.: 11/08/15 Dinamiche e selezione materiale Inizialmente i volumi destinati a scaffale erano 13.200, di cui 4.200 BC, 2.000 Distam e 400 Entomologia per un totale di 6.600, la metà del totale. Ma in questi tre fondi librari ben 1100 volumi sono in prestito vincolato a docenti (il 15%) e se la stessa proporzione valesse per gli altri fondi, i volumi destinati ad essere esposti a scaffale sarebbero stati solo 11.100. Come si può vedere dalla tabella precedente, nella peggiore delle ipotesi sulle scaffalature nelle sale c'è posto per 14.000 vol., che potrebbero arrivare a 16.400 se realisticamente i volumi arrivassero a 35 al metro – dato che non sono compresi i volumi più spessi, come enciclopedie, annate di riviste e manuali, collocati in corridoio - o 17.400 per 37 vol. al metro: quindi 13.000 vol. con spazi di accrescimento per 8 anni o 12.000 con accrescimento per 10 anni. Va detto che il maggiore accrescimento avverrà tra i volumi di testo, posizionati in corridoio, dove gli spazi di accrescimento sono maggiori (per i testi sono previsti 14 metri di scaffalature contro le attuali 9)13. Si è quindi deciso di aggiungervi i volumi del 199014 (circa 1000), arrivando a 14.200 volumi a scaffale ; togliendo il 15% in prestito vincolato, si arriva a 12.000 volumi, il che significa dimensionare la collezione in modo da garantire spazi di accrescimento per 10 anni. Dei 1000 volumi riassegnati a scaffale aperto ca. 200 non erano classificati, quindi andare indietro di un anno ha creato un limitato lavoro supplementare per apporre RFID e fascette agli 800 volumi classificati, ma un sensibile aggravio di lavoro per i restanti 200 da classificare. Naturalmente, più si va indietro più aumenta il numero dei volumi da classificare, minore è l'utilità intrinseca dei volumi a scaffale e quindi il rapporto costi-ricavi degrada rapidamente. Perciò – e per garantire che gli anni a scaffale siano definiti da un decennio – ci si è fermati al 1990. Nulla toglie che si possano poi spostare a scaffale volumi degli anni 80' (per materie come entomologia, tecnologie agrarie e alimentari etc., in cui l'obsolescenza scientifica non è così rapida come per la genetica, la microbiologia o la biochimica) [marzo 2014] 13 14 Le nuove accessioni sono ca. 6/700 l'anno, ma se si escludono i volumi di testo, a scaffale saranno al più 200/300 vol. Ottenendo anche lo scopo di togliere pressione al magazzino, in cui gli spazi sono estremamente limitati (par. 3.4.3) Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 23 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria Genesi Agg.: 11/08/15 [agg. luglio 2014 - i volumi recuperati sono nominalmente 4600 per B1, 2100 per B5 , 420 per B8, 415 per C1 e 1950 per B0, per un totale di 9500 volumi teoricamente assegnati a scaffale aperto. In realtà, a causa dei volumi assenti e non ricollocati, i volumi effettivamente ricollocati sono 3990 per B1, 1180 per B5, 220 per B8, 260 per C1 e 1850 per B2, per 7500 volumi: in particolare risultano prestati 280 volumi di B1, 530 di B5, 120 di B8, 30 di C1 e 10 di B2, mentre sono “dispersi” 20 volumi B1, 330 B5, 50 B8, 50 C1 e 330 B2, per 1900/2000 volumi mancanti (il 20% dei “nominali”). Restano da recuperare nominalmente 2300 volumi per B0, 2100 per Q1 e 300 per C2, per altri 4.700 volumi teorici (su cui bisogna supporre la stessa percentuale di volumi “assenti”). Quindi i volumi finora recuperati sono il 65% dei 14.200 volumi teorici complessivi e quindi anche di quelli realmente recuperabili, presumibilmente 11.200 volumi. L'ipotesi più realistica sui quanti volumi possano essere ospitati sugli scaffali aperti è ora di 17.000 volumi (94 m. di scaffali per 5 ripiani, per 36 vol. al metro - ma con 37 vol. al metro si arriva ad una capienza massima di 18.000 volumi). Il rapporto tra capienza e volumi teorici da assegnare a scaffale è quindi di circa l'80%, di conseguenza i volumi nominalmente a scaffale dovrebbero occupare mediamente l'80% di ogni scaffale (infatti per sovrapporre le scaffalature “virtuali” a quelle reali, il numero di volumi è stato espanso del 20%), lasciando 20 cm. liberi come spazi di fuga; degli altri 80 cm. che teoricamente dovrebbero risultare occupati se venissero recuperati tutti i volumi a scaffale aperto, circa 15 cm. (il 20%) rimarranno liberi per i volumi “dispersi”, quelli effettivamente occupati saranno 45 cm., mentre 20 resteranno a disposizione per gli ultimi fondi. In base alla distribuzione delle classi CDD tra le sale (nelle sale A e B la classe 3, nella sala C la 5 e la 610, nella D le classi da 620 a 635, nella E le classi 636-7 e nella F le seguenti), i metri lineari utilizzabili per la classe 3 / sale A-B sono appena sufficienti, sono sovradimensionati per la classe 5 / sala C (ca. 2 scaffali in eccesso) e leggermente maggiori per la 6 / sala D (uno scaffale in più). La percentuale di volumi classificati rispetto al totale contiene però una dissimmetria di fondo: il 90% è la media fra il 96/97% di B1/B5/B8 etc., il 90% del Diprove e il 70% di Ingegneria: dato che questi ultimi fondi contengono soprattutto opere di biologia vegetale, scienze agrarie e ingegneria, il fatto che nel loro caso la classificazione sia stata scarsa implica che nella distribuzione statistica delle classi CDD esiste un errore sistematico che sottovaluta le classi 5 e 6 (quelle in cui però, come detto sopra, esistono maggiori margini di espansione a scaffale).] [agg. giugno 2015 – i volumi a scaffale da recuperare per B0 erano 2300, 200 per Q3 e 300 per C2 per un totale di 2.800 volumi teorici ; realisticamente potevano essere recuperati non più di 2400 volumi. In realtà, tra scarti, volumi marginali o non classificati, per B0 sono stati messi a scaffale 1400 volumi e per Q3/C2 300, per 1.700 volumi effettivi (a cui bisogna aggiungerne altri 200 non catalogati). Quindi i volumi realmente presenti a scaffale sono ca. 9.000: dato che gli ultimi fondi ne aggiungeranno 8/900, alla fine a scaffale arriveremo a ca. 10.000 volumi reali]. [agg. Luglio 2015 – al momento i volumi nominalmente ricollocati a scaffale aperto sono 10.250 , di cui 237 in prestito vincolato a docenti, e 783 fuori posto o smarriti, per un totale reale di 9230 vol. a scaffale aperto. Ci sono poi i volumi ancora da ricollocare a scaffale aperto, perchè in prestito vincolato o smarriti prima di essere ricollocati per un totale di 2115 vol. da recuperare a scaffale aperto (414 per B1, 814 per B5, 131 per B8, 112 per C1, 37 per B2, 349 per B0, 199 per Q1 e 35 per C2). Restano da recuperare nominalmente 900 volumi per Agronom., 700 per Colt. e 460 per Idr.Agr., per altri 2060 volumi teorici (su cui bisogna supporre la stessa percentuale di volumi “assenti”), più 200/300 volumi posteriori al 1990 da catalogare. Quindi a scaffale aperto alla fine andranno 14.700 volumi teorici complessivi, mentre quelli realmente recuperati a scaffale saranno presumibilmente 11.200 volumi, confermando le precedenti proiezioni]. Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 24 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria PIANO RIALZATO UFFICI SALA B (7) 1500 vols SALA C (6) 3200 vols (20 posti) (20 posti) SCALE E BAGNI (24 posti) Verde = uffici biblioteca (scaffale aperto/sale lettura + uffici ) UFF. SALA D (5) RIV. 3600 vols FR ON T OF FIC Azzurro = corridoio UFFICI USCI TA SICU REZ ZA (24 posti) . ( <testi + cons. + coll.) SALA A (1) 2000 vols Agg.: 11/08/15 Progetto per la nuova biblioteca centralizzata di Agraria CORRIDOIO PIANO RIALZATO ( riviste) BAGNI ATRIO ED SALA F (2) SALA E (3) INGRESSO 3000 vols 600 vols (12 posti) (24 posti) Giallo = locali per il pubblico Pagina 25 di 48 Grigio = atrio SALA PC Rosa = sala PC Biblioteca Facoltà di Agraria Agg.: 11/08/15 Progetto per la nuova biblioteca centralizzata di Agraria PIANO SEMINTERRATO (compactus + locali vari ) UFFICI ANALISI SENSORIALE COMPACTUS (esistente) SCALE E BAGNI CORRIDOIO PIANO SEMINTERRATO SCALE E COMPACTUS (da creare) BAGNI SCAF FALI ANALISI SENSORI ALE CAVEDI Verde = uffici della biblioteca Grigio = compactus Azzurro = corridoio Giallo = sale a scaffali Rosa = locali dell’attuale Analisi sensoriale (non utilizzate dalla biblioteca) Pagina 26 di 48 Biblioteca Facoltà di Agraria 3.2.3 Agg.: 11/08/15 genesi.doc Suddivisione per sale N.B.: sulla planimetria le sale sono individuate da numeri, in ordine antiorario da sinistra sull'asse orizzontale (vale a dire dall'ingresso laterale) e la n. 4 non esiste, in quanto successivamente dedicata ad uffici. Qui le sale sono distinte da lettere, in ordine orario, sempre partendo da sinistra sull'asse orizzontale. Per ogni scaffale si calcolano 5 ripiani da un metro, e per ogni metro mediamente 35 volumi. SALA A (1) La sala avrà da 15 a 16 metri di scaffalature, per 75/80 metri di ripiani e un numero di volumi tra i 2650 e i 2800. I posti lettura saranno 24. Nella sala vanno le prime 2 classi CDD (max 300 volumi) e una parte dei volumi della classe 3 (economia e diritto (che in totale assommerà a ca. 3400 volumi) per circa 2100 volumi SALA B (7) Alle pareti e attorno ai muri portanti saranno sistemati 10/12 metri di scaffalature, per 50/60 metri lineari di ripiani e un numero di volumi che oscilla tra i 1500 e i 1800. I posti lettura saranno 20. Nella sala andrebbe il resto della classe 3 (economia e diritto, 3400 volumi) per circa 1300 volumi SALA C (6) Nella sala saranno sistemati 22 metri di scaffalature, per 110 metri lineari di ripiani e un numero di volumi che arriverebbe a circa 3900. I posti lettura saranno 20. Nella sala vanno la classe 5 (scienze, circa 2600) e le classi 600-610 (ca. 800 volumi), per un totale di ca. 3400 SALA D (5) La sala avrà circa 22 metri di scaffalature per 110 metri di ripiani e circa 3900 volumi. I posti lettura sono 24. Nella sala andrebbero le classi 620-635 (ca. 3600 volumi in totale). SALA E (3) La sala avrà 4 metri di scaffalature per 20 metri di ripiani e 650 volumi. I posti lettura sono 24. Nella sala andrebbero le classi 636-637 (ca. 550 volumi in totale). SALA F (2) La sala avrà circa 18 metri di scaffalature, per 90 metri di ripiani e un numero di volumi attorno ai 3100. I posti lettura saranno 12. Nella sala andrebbe le classi 640-690 (alimentazione e tecnologia alimentare), per circa 2200 volumi, più i volumi delle classi 7-9 (circa 500), per un totale di ca. 2700. Dato che i volumi saranno ricollocati in vari step, le porzioni di volumi man mano riclassificati – per evitare di spostarli e ri-spostarli in continuazione - vanno posizionati nella posizione a scaffale più vicina a quella definitiva: per questo si è partiti dalla distribuzione statistica per classi dei volumi attualmente classificati, la si è moltiplicata per 1.1 (visto che i volumi classificati sono al momento il 90% del totale) per simularne la distribuzione finale; poi è stato applicato un fattore moltiplicativo (1.2) per farla corrispondere con il numero reale di metri lineari disponibili: così si visualizza approssimativamente scaffale per scaffale quali classi li occuperanno, incorporando in ogni classe il 20% di spazi di fuga. Questa strategia permetterà di definire la posizione delle classi più simile a quella definitiva, salvo la necessità di piccoli aggiustamenti on the fly. [gen. 2014] Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 27 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria Agg.: 11/08/15 genesi.doc La distribuzione delle classi a scaffale ipotizzata a gennaio 2014 si basava sulle stime allora disponibili per i volumi classificati e gli scaffali disponibili. A giugno, dopo l'arrivo degli scaffali (e la scelta di eliminarne alcuni per assicurare una migliore vivibilità agli ambienti), la quantità di metri lineari è stata rivista al ribasso; per contro si è deciso di mantenere 6 metri di scaffalature nella sala A, aumentando sensibilmente lo spazio per le prime classi. Viste le altezze medie dei volumi, si è poi confermata l'ipotesi iniziale che gli scaffali avranno al massimo 5 ripiani. Si è così arrivati alla prima, vera, simulazione sulla distribuzione dei volumi a scaffale 15, usata come griglia di collimazione per posizionare i volumi di B5, B8, C1 e quelli del Depaa (recuperati a giugno). Si è capito inoltre di poter ottenere una forte coincidenza tra sale e classi: le sale A e B avrebbe infatti potuto ospitare le classi 1-3, la C la classe 5 e la 610 (medicina), la D le classi 620-635 (ingegneria e scienze agrarie), la E le 636-7 (zootecnia) e la F le altre (nutrizione e tecnologie alimentari). A luglio, durante il posizionamento dei volumi recuperati dalla Biblioteca centrale, la distribuzione delle classi è stata confermata, salvo minime modifiche alle sotto-classi (ad es. riducendo leggermente la 333 e aumentando la 338). Le ultime statistiche sulle classificazioni (arrivate ormai al 95%) hanno confermato ulteriormente le previsioni, persino nel leggero drive supplementare a suo tempo ipotizzato per le classi più presenti nei fondi librari non ancora trasferiti (333, 620, 631 e 700). Inoltre, le classi che in ipotesi apparivano più “sacrificate” (333 e 338), stanno rivelando un'occupazione di spazi inferiore al previsto, probabilmente a causa del numero medio di volumi per metro per quelle classi (ben maggiore dei 35 vol. a metro preso come standard). Si può quindi ritenere che la distribuzione delle classi a scaffale sia ormai molto vicina all'optimum, e con un tasso di errore massimo di pochi punti percentuali, del tutto accettabile. [agosto 2014] DISTRIBUZIONE PROBABILISTICA CLASSI A SCAFFALE SU PROIEZIONI STATISTICHE (agg. 15 agosto 2014) 15 Vedi appendice – dati statistici sui volumi ancora fermi a quelli di gennaio, con il tasso di classificazione fermo al 90% Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 28 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria Biblioteca della Facoltà di Agraria Agg.: 11/08/15 genesi.doc Pagina 29 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria 3.3 Agg.: 11/08/15 genesi.doc COLLEZIONI SPECIALI E RIVISTE IN CORRIDOIO Il corridoio diverrà l’estensione delle sale a scaffali aperti, e vi saranno sistemati i volumi di testo, gli ultimi 10 anni delle riviste cartacee attive, le collane e gli standing order e una parte dei volumi di consultazione. In base al progetto iniziale doveva ospitare 32 metri di scaffali, una dozzina di metallo da 1 m. e 25 misti da 0.90. In realtà gli spazi rimasti liberi dopo la ristrutturazione, tenendo conto dei margini di rispetto per gli antitaccheggi, ne potranno ospitare 25 misti da 0,90, due misti da 0,70 per un totale di ca. 24 metri lineari, più 5 metri al massimo di scaffalature metalliche, per un totale complessivo di ca. 29 metri lineari. I volumi di testo occupano al momento 9 metri di scaffalature per 1500 volumi, ma dato che sono i materiali a maggiore incremento occorre riservare loro almeno 13 metri. I volumi di consultazione occupano 7 metri per 1000 volumi, più un metro per quelli provenienti da altri fondi librari ; ma almeno 3/4 metri, quelli relativi ad opere di biblioteconomia e reference potrebbero andare nell'ufficio reference o in Direzione, quindi in corridoio ne andranno non più di 5 metri. Le collane occuperanno 3 metri e gli standing order 5/6. Totale 26/7 metri. Le riviste cartacee (non standing order) potranno al massimo occupare i restanti 2/3 metri : in pratica, calcolando in media più di un metro per tenere a scaffale gli ultimi 10 anni di una rivista, ne potremo tenere sopra non più di 15. Dato che per riempire ognuno dei lati servono 13/14 metri di scaffali, quelli metallici non possono occupare da soli un lato: quindi vanno sistemati ad un'estremità del corridoio, riservandoli per particolari tipologie di materiali. I volumi di testo andrebbero esposti al meglio, quindi davanti all'ingresso, e accanto alla postazione prestito, non ad una estremità poco visibile; inoltre, visto il numero ridotto, non possono essere ospitati dalle poche scaffalature metalliche. I volumi di consultazione invece dovrebbero trovarsi accanto all'ufficio reference. Quindi i 5 o 6 scaffali metallici vanno all'estremità di sinistra del corridoio, accanto al reference, per ospitare le opere di consultazione e le collane. Gli scaffali di legno di fronte all'ingresso e attorno al banco prestito potrebbero contenere i testi, e quelle in fondo a destra riviste e standing order. La struttura delle collocazioni per opere di consultazione a scaffale aperto è basata su: - sezione (10 cars.) : la sezione sarà "AGR.CONS. " - collocazione (20 cars.) : conterrà le materie disciplinari definite in base alla CDD - specificazione (12 cars.) : codice autori-titoli, anno preceduto da tonda + BS,TR etc. ; - sequenza (20) : numero dei volumi all’interno di un’opera, preceduto da slash La struttura delle collocazioni per i volumi di testo è basata su: - sezione (10 cars.) : la sezione sarà "AGR.TES. " - collocazione (20 cars.) : conterrà le materie disciplinari definite in base alla CDD - specificazione (12 cars.) : codice autori-titoli, anno preceduto da tonda + BS,TR etc. ; - sequenza (20) : numero dei volumi all’interno di un’opera, preceduto da slash La struttura delle collane e degli standing order a scaffale aperto è basata su: - sezione (10 cars.) : la sezione sarà "AGR.COLL. " - collocazione (20 cars.) : conterrà il numero progressivo della collana (su un unico schedone !) - specificazione (12 cars.) : numero di sequenza dell'opera all'interno della collana - sequenza (20) : numero dei volumi all’interno di un’opera, preceduto da slash - [maggio 2014] Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 30 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria 3.4 3.4.1 Agg.: 11/08/15 genesi.doc MATERIALE A MAGAZZINO Dati strutturali e numerici di base Qui sotto le statistiche sui metri lineari disponibili a magazzino e i volumi per tipologia e collezioni. Le celle con sfondo giallo rappresentano le ipotesi più realistiche) Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 31 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria Agg.: 11/08/15 genesi.doc Si nota che nel vecchio compactus (riservato alle monografie), possono essere ospitati tra i 52.000 e i 47.000 volumi (a 40/45 vol. a metro, dato che nel magazzino monografie mancano – ovviamente – le riviste rilegate e le opere di consultazione o i manuali, vale a dire i volumi più ingombranti, mentre sono frequenti fascicoli e miscellanee). In ogni caso, ipotizzando che il compactus possa contenere ca. 50.000 volumi, si può vedere (nella parte destra) che la migliore ipotesi sui volumi coinvolti, una volta detratti i volumi antichi (“a” - ca. 3000) e quelli a scaffale post-1989 appare nella riga “Mon -s/a” alla colonna con sfondo giallo, ed è di ca. 50.000 volumi. In teoria questo significa che nel vecchio compactus dovrebbe esserci posto per tutte le monografie, compattandole senza spazi di fuga (ma per una più realistica analisi vedi sotto par. 3.4.3). In realtà piccole incertezze statistiche portano a ritenere che lo spazio necessario possa essere leggermente di più o di meno. D'altra parte le disinventariazioni stanno recuperando spazio e ancor più ne potranno recuperare in seguito; inoltre l'analisi su alcuni fondi librari porta a ritenere che per tali materiali in un metro possano starci fino a 50/55 volumi, elevando notevolmente la capienza dei compactus. Molto più problematico lo spazio per le riviste: di fronte a 1500 metri lineari disponibili, tra compactus e scaffali sparsi, i metri di riviste – tra principali (“s” a compactus) e marginali (“m” a scaffale) sono almeno 1700. Ma sono in corso operazioni di scarto, che potrebbero recuperare centinaia di metri. [maggio 2014] Vecchie statistiche riviste (2013) Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) * Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) e Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) i Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) m Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) p Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) r Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) s Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) x B1 Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) B1 Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) B1 Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) B8 Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) B8 Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) B8 Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) C1 Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) C1 Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) C1 Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Rec. Rec. Rec. Rec. Rec. Rec. Rec. Rec. * e m * e m * e m - : 1047 : 597 : 18 : 1267 : 111 : 210 : 556 : 114 Rec. : Rec. : Rec. : Rec. : Rec. : Rec. : Rec. : Rec. : Rec. : 233 32 529 140 55 218 111 208 277 Metri tot.: 1502.62 Metri tot.: 225.47 Metri tot.: 95.60 Metri tot.: 792.57 Metri tot.: 23.04 Metri tot.: 19.78 Metri tot.: 0.00 Metri tot.: 65.14 Metri tot.: 413.28 Metri tot.: 4.44 Metri tot.: 421.04 Metri tot.: 178.17 Metri tot.: 9.37 Metri tot.: 113.32 Metri tot.: 97.45 Metri tot.: 8.58 Metri tot.: 33.49 - Accr.: 16.41 Accr.: 0.29 Accr.: 0.00 Accr.: 0.51 Accr.: 0.00 Accr.: 0.07 Accr.: 0.00 Accr.: 0.33 Accr.: 4.91 Accr.: 0.05 Accr.: 0.02 Accr.: 2.83 Accr.: 0.10 Accr.: 0.39 Accr.: 0.42 Accr.: 0.00 Accr.: 0.00 Nuove statistiche (2014) Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) B0 B0 B1 B1 B1 B1 B1 B2 B2 B2 B2 B4 B4 - - * d e i m p r s w x y z - Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Biblioteca della Facoltà di Agraria Rec. : 718 Metri tot.: 1239.90 Rec. : 177 Metri tot.: 126.13 Rec. : 986 Metri tot.: 259.46 Rec. : 108 Metri tot.: 167.80 Rec. : 908 Metri tot.: 507.96 Rec. : 154 Metri tot.: 237.82 Rec. : 200 Metri tot.: 34.54 Rec. : 392 Metri tot.: 2.39 Rec. : 56 Metri tot.: 18.24 Rec. : 176 Metri tot.: 94.98 Rec. : 18 Metri tot.: 11.71 Rec. : 79 Metri tot.: 46.39 * Rec. e Rec. * Rec. d Rec. e Rec. m Rec. p Rec. d Rec. e Rec. i Rec. m Rec. * Rec. e - Rec. : : 3 25 : 83 : 55 : 64 : 564 : 96 : 51 : 19 : 90 : 19 : 26 : 19 - Pagina 32 di 48 - Metri tot.: 0.00 Metri tot.: 0.00 Metri tot.: 236.91 Metri tot.: 70.29 Metri tot.: 20.35 Metri tot.: 267.19 Metri tot.: 171.16 Metri tot.: 0.75 Metri tot.: 3.96 Metri tot.: 70.20 Metri tot.: 7.03 Metri tot.: 141.45 Metri tot.: 94.85 - - Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: - Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 12.01 0.05 0.38 2.19 0.29 0.19 0.08 0.02 0.12 0.71 0.04 0.20 0.00 0.00 3.02 0.00 0.24 0.06 0.00 0.00 0.06 2.07 0.00 0.00 0.00 Biblioteca Facoltà di Agraria - Agg.: 11/08/15 genesi.doc Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: B4 B4 B5 B5 B5 B5 B5 B8 B8 B8 B8 B8 B8 B8 B8 B9 B9 C1 C1 C1 C1 C2 C2 C2 Q1 Q1 Q1 Q2 Q2 Q2 Q3 Q3 Q3 Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Bibl.: Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Bibl.: Bibl.: Bibl.: B1 B1 B1 i Rec. : 18 Metri tot.: 94.60 m Rec. : 22 Metri tot.: 59.10 * Rec. : 250 Metri tot.: 331.72 d Rec. : 20 Metri tot.: 41.96 e Rec. : 36 Metri tot.: 7.34 m Rec. : 51 Metri tot.: 40.00 p Rec. : 8 Metri tot.: 29.23 * Rec. : 135 Metri tot.: 181.87 d Rec. : 51 Metri tot.: 13.13 e Rec. : 24 Metri tot.: 2.23 m Rec. : 67 Metri tot.: 29.17 p Rec. : 20 Metri tot.: 13.91 w Rec. : 56 Metri tot.: 18.24 y Rec. : 18 Metri tot.: 11.71 z Rec. : 79 Metri tot.: 46.39 e Rec. : 16 Metri tot.: 0.32 m Rec. : 11 Metri tot.: 2.06 * Rec. : 43 Metri tot.: 77.14 e Rec. : 578 Metri tot.: 66.25 m Rec. : 19 Metri tot.: 10.69 p Rec. : 6 Metri tot.: 0.67 * Rec. : 35 Metri tot.: 56.36 e Rec. : 26 Metri tot.: 6.06 m Rec. : 42 Metri tot.: 23.92 * Rec. : 23 Metri tot.: 31.36 e Rec. : 62 Metri tot.: 0.40 m Rec. : 11 Metri tot.: 8.38 * Rec. : 49 Metri tot.: 56.18 e Rec. : 79 Metri tot.: 13.05 m Rec. : 88 Metri tot.: 28.57 * Rec. : 43 Metri tot.: 92.70 e Rec. : 37 Metri tot.: 44.45 m Rec. : 13 Metri tot.: 31.85 - Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: 0.00 0.00 1.77 0.00 0.02 0.00 0.00 2.41 0.05 0.05 0.23 0.14 0.12 0.04 0.20 0.00 0.00 0.47 0.00 0.00 0.00 0.63 0.00 0.00 0.78 0.00 0.00 1.24 0.00 0.00 1.46 0.00 0.00 Nuove statistiche (2015) - * d e i m p r s w x y z - Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) Rec. Rec. Rec. Rec. Rec. Rec. Rec. Rec. Rec. Rec. Rec. Rec. : w x y Rec. Rec. Rec. - : : : : : : : : : : : 924 Metri tot.: 1404.00 268 Metri tot.: 151.06 1513 Metri tot.: 438.17 108 Metri tot.: 167.20 172 Metri tot.: 166.31 31 Metri tot.: 32.48 170 Metri tot.: 19.61 498 Metri tot.: 2.18 236 Metri tot.: 299.25 131 Metri tot.: 61.84 55 Metri tot.: 47.32 93 Metri tot.: 37.77 : : : 45 18 31 - Metri tot.: 194.50 Metri tot.: 4.85 Metri tot.: 23.14 - Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: Accr.: - Accr.: Accr.: Accr.: statistiche monografie (2014) Tipo: Tipo: Tipo: Tipo Tipo: Tipo: Tipo Tipo: Tipo: Tipo: Tipo: Tipo: Tipo: Tipo: Tipo: Tipo: Tipo: Tipo: m s d b t c m a s m a s s m a a s m - Biblioteca della Facoltà di Agraria Istituto: Istituto: Istituto: Istituto: Istituto: Istituto: Istituto: Istituto: Istituto: Istituto: Istituto: Istituto: Istituto: Istituto: Istituto: Istituto: Istituto: Istituto: B0 B0 B0 B1 B1 B1 B1 B1 B1 B2 B2 B2 C2 C2 C2 Q1 Q1 Q1 Pagina 33 di 48 Rec.: Rec.: Rec.: Rec.: Rec.: Rec.: Rec.: Rec.: Rec.: Rec.: Rec.: Rec.: Rec.: Rec.: Rec.: Rec.: Rec.: Rec.: 5992 2093 23 91 1360 936 26227 1565 7157 7245 353 1767 266 2192 189 600 1963 6076 - Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 11.53 0.27 0.49 1.84 0.22 0.00 0.03 0.02 0.19 0.68 0.44 0.07 0.02 0.00 0.00 Biblioteca Facoltà di Agraria 3.4.2 Agg.: 11/08/15 genesi.doc Ipotesi di suddivisione del materiale riviste A magazzino le riviste attive non sono distinte da quelle chiuse, quindi occorre definire gli spazi di fuga. In molti fondi librari le riviste non sono collocate in base alle collocazioni SOL, quindi occorrerà riorganizzarle al momento del trasloco. Ogni filotto ospita ca. 24 metri lineari (25 a 3,60 metri per 7 ripiani, 22 m. per 6 ripiani). Come detto, la situazione delle riviste a magazzino fin dall'inizio è apparsa problematica: per ospitare tutte le riviste della facoltà mancava spazio per circa 10/15.000 volumi (ca. 300/400 metri lineari). Per diminuire il numero dei metri lineari da ospitare a magazzino ed aumentare le scaffalature le ipotesi possibili erano : - aumentare gli scarti, riducendo le marginali al minimo, in modo da unirle alle riviste principali. - spostare le riviste più antiche nella saletta antichi - spostare a scaffale aperto le consistenze degli standing orders e di alcune riviste cartacee - disinventariare o rendere marginali gli abstracts B8 e C1 - rivedere le riviste più vecchie di DIFCA, DISMA e DISTAM (ospitate negli armadioni nelle salette), eliminando le non catalogate obsolete, spostando altre tra gli antichi - aggiungere quante più scaffalature è possibile (ad es. una o due nella saletta A e B, negli interstizi, una o due negli interstizi del nuovo compactus, altre in corridoio) - razionalizzare l'uso degli armadi, posizionandovi riviste marginali od obsolete in doppia fila Nessuna soluzione da sola poteva essere risolutiva, ma tutte insieme potrevano ridurre il problema a livelli trattabili. L'ottimizzazione degli spazi, il recupero a scaffale di riviste e lo spostamento delle antiche nella sala antichi potrebbe garantire quelle diecine di metri di scaffali in più che servono. Ma il maggiore guadagno – ovviamente - resta possibile solo negli scarti. L'esperienza di Patologia (C1) mostra che una più rigorosa definizione delle riviste (trasformando alcune principali in marginali e le marginali in scarto), permette di guadagnare ca. il 20% : si è passati da ca. 105 metri lineari di riviste principali (97 + 8 di accrescimento) e 34 di marginali a 82 metri di principali (77 + 8 di accrescimento) e 15 di marginali (cfr pag. 29). Si ipotizza che scarti anche maggiori possano essere fatti in B8 (da 110 a meno di 40). Se la stessa logica fosse esportabile su tutti i restanti fondi librari si potrebbe arrivare a recuperare 150/200 metri lineari. Lo scarto deve quindi essere massimizzato nei fondi ancora da recuperare. Ma – con alcuni accorgimenti e una accurata pianificazione - può essere esteso retroattivamente anche ai fondi già trasferiti e sistemati a compactus. Resterebbero poi pochi metri qua e là (10 in fondo al compactus riviste e alcuni metri negli scaffali occupati da B8 eliminando gli abstracts) per recuperare qualche altra rivista inizialmente definita marginale. Lo stesso può valere per altri fondi. Naturalmente non essendo pensabile far slittare centinaia di metri lineari di riviste, questi buchi creati andrebbero riempiti ad hoc con riviste che abbiano le stesse metrature complessive delle riviste eliminate e dovrebbero prendere la loro collocazione, essendo i numeri di catena progressivi. [maggio 2014] [agg. sett. 2014 - B8, B4 e C1 hanno finito per occupare 17 su 19 filotti del primo blocco di compactus per 440 metri lineari, da cui poi sono stati tolti gli abstracts, sostituiti da altre riviste inizialmente dichiarate marginali. Le ipotesi su B8, B4 e C1 (vedi sotto) erano di 400 metri + 30 di accrescimento per 430 metri totali. La difformità era minima e può essere spiegata dall'inserimento a scaffale di riviste non censite o mal censite, o da inserimento di riviste marginali o da scartare. Bibl.: B8 - - Rec. : 131 - Metri tot.: 179.57 - Accr.: 2.67 Bibl.: B4 - - Rec. : 26 - Metri tot.: 141.45 - Accr.: 0.00 Bibl.: C1 - - Rec. : 43 - Metri tot.: 77.14 - Accr.: 0.47 Bibl.: B5 - - Rec. : 198 - Metri tot.: 312.79 - Accr.: 1.77 Bibl.: B1 - Rec.: 91 - Metri tot.: 240.68 - Accr.: 3.10 - Rec.: 184 - Metri tot.: 324.40 - Accr.: 3.10 Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 34 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria Agg.: 11/08/15 genesi.doc B5 (Distam) ha occupato due filotti nel primo blocco e 13 nel secondo, per ca. 15 filotti per 380 metri lineari, senza spazi inutilizzati. Le previsioni (vedi sopra) erano di circa 310 metri + 20 di accrescimento, quindi minori di ben 2 filotti, perché molte riviste marginali sono state alla fine mantenute per mantenere una migliore coerenza interna (evitando di ricollocare i titoli): in ogni caso togliere le marginali non avrebbe fatto recuperare molti metri. A giugno 2014, per trasferire le riviste di B1 (inizialmente stimato a 240 metri di riviste “scelte” e 270 di “marginali”, per un totale di 510) si è arrivati alla stessa soluzione, con una scelta netta tra riviste da scartare e da salvare, riducendo il più possibile il totale: si è così scesi a 340 metri lineari circa, occupando tutti i filotti restanti, e lasciando ben poche riviste “marginali” da piazzare (50 metri)]. [aprile - sett. 2014] Bibl.: Q3 - - Rec. : 43 - Metri tot.: 77.70 - Accr.: 1.46 - marginali: 25 Bibl.: C2 - - Rec. : 35 - Metri tot.: 50.00 - Accr.: 0.66 – marginali: 7 Bibl.: Q1 - Rec. : 21 - Metri tot.: 31.63 - Accr.: 0.78 – m.: 1,4 tot.: 34.68 – m.: 1.05 Bibl.: Q2 - Rec. : 46 - Metri tot.: 60.42 - Accr.: 1.24 – m.: 7,3 tot.: 71.95 - m. : 0.70 Bibl.: B9 - - Rec. : 26 - Metri tot.: 25.86 - Accr.: 0.23 – m: 4 tot.: 29.57 – m. : 0,06 Bibl.: B0 - - Rec. : 20? - Metri tot.: 40 - Accr.: 0.30 – marginali: 10 Bibl.: C1 - Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) m - Rec. : 8 - Metri tot.: 6.87 - Accr.: 0.00 Bibl.: B8 - Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) m - Rec. : 57 - Metri tot.: 23.45 - Accr.: 0.22 Bibl.: B2 - Tipo(*=scelto/x=parz/e=escl) i - Rec. : 87 - Metri tot.: 68.50 - Accr.: 1.74 Bibl.: B1 – w: rec. 45 Metri: 194.50 – z: Rec. 77 Metri: 27.59 – y: Rec. 31 - Metri: 23.14 [agg. giugno 2015 - accanto al compactus sono stati piazzati 16 metri di scaffali per 95 metri lineari, per ospitare B0 e C2 comprendendovi molte marginali (ormai pochissime), usando anche la parte superiore degli scaffali. Le riviste del DIPROVE (Q3), in parte già presenti in situ e in parte recuperati dal Dipartimento occupano le 14 scaffalature alte, 98 m. a 7 ripiani, 112 a 8 ripiani. In corridoio è stato poi fatto spazio per ospitare almeno 8/9 metri di scaffalature, che a 5 ripiani arriverebbero a 45 metri lineari, o 10 metri di scaffalature che a 6 ripiani arriverebbero a 60 metri. Da sistemare restano gli 84 metri lineari di Q2, i 40 metri di Q1 e i 35 di B9, per cui servirebbero 160 metri lineari con gli spazi di fuga e i recuperi di riviste compattate. Risistemando le CONS e COLL di B1, si sono poi resi disponibili due altri filotti e mezzo, per ospitare le monografie di COLT. Quindi alla fine del compactus rimarrebbero liberi 9 filotti (da un minimo di 216 metri lineari liberi ad un massimo di 250 metri lineari liberi), che dovrebbero ospitare le monografie AGRON e IDR (da un minimo di 2,0 + 1,0 filotti, ad un massimo di 2,3 + 1,2 filotti). Quindi nel compactus monografie, a seconda delle proiezioni (par. 4.3.3) resteranno liberi da un minimo di 5,5 filotti (che a 6 scaffali e 25 metri lineari farebbero ca. 135 metri lineari liberi, che potrebbero ospitare Q2 e in più anche Q1 con le marginali, mentre B9 dovrebbero necessariamente andare in corridoio assieme alle le marginali B8) ad un massimo di 6 filotti (che a 7 scaffali e 28 metri lineari arriverebbero a ca. 175 metri liberi, (che potrebbero ospitare Q2, Q1 con le marginali e tutto B9, e allora gli scaffali a corridoio potrebbero ospitare B2 e le marginali B8). La situazione delle riviste marginali è anch'essa in via di ottimizzazione. Quelle di Q3 sono nella saletta A, in armadi da 5 ripiani e volumi in doppia file. Gli stessi armadi ospitano le marginali di B5, e sopra quelle di C1 e le non catalogate di B4. Nella saletta server i 4 armadi da 1,80 in doppia fila ospitano le marginali di B8 e di B4. Vanno quindi trovati spazi per le altre marginali di B1, B4, etc. o per tutte le riviste di B9 (se non trovassero spazio dopo le monografie). Due armadi sono stati spostati nell'ante-corridoio e un terzo tra i compactus. In uno di quelli nell'ante-corridoio sono collocati gli abstracts B8 e C1 ; in quello tra i compactus le marginali B5 (liberando uno dei 4 armadioni nella saletta A, in cui potrebbero essere collocate la restante marginale di B4 nel vecchio compactus). Nel secondo piazzato nell'ante-corridoio sono state collocate le marginali di CONS, razionalizzando gli spazi. Qua e là nei filotti del compactus nuovo esistono poi spazi non usati di pochi metri, per aggiungervi altre riviste marginali recuperate da B1] Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 35 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria 3.4.3 Agg.: 11/08/15 genesi.doc Ipotesi di suddivisione del materiale monografie Monografie: mantengono le vecchie collocazioni. Le collezioni si considerano chiuse, e varieranno poco (in diminuzione per i volumi disinventariati e in aumento per rientri di volumi in prestito o declassificati da scaffale aperto). Per volumi a scaffale aperto e testi da ricollocare a magazzino si aprirà la sezione “AGR.MAG.” + le stesse collocazioni assegnate a scaffale aperto. La struttura delle collocazioni di pregio è basata su: - sezione (10 cars.) : la sezione sarà "AGR.ANT. " - collocazione (20 cars.) : conterrà il settore e il formato [1 + formato per libri dal 500 al 700, 2 + formato per volumi dell’Ottocento, 3 + sotto-settore per formati speciali o 900 ?] - specificazione (12 cars.) : numero di sequenza dell'opera all'interno del settore - sequenza (20) : conterrà il numero dei volumi dell’opera, preceduto da slash Inizialmente nel primo blocco di compactus sono state sistemate le monografie di B8, B4 e C1, fino ad occupare 6 filotti (da 4 metri per 6/7 scaffalature a metro) su 17, per circa 170 metri lineari. Il resto del primo blocco ospitavano le riviste ex-DIFCA e le monografie del DISTAM, mentre il secondo blocco, da 25 filotti, ospitava le riviste DISTAM. Le monografie DIFCA e DISTAM sono state compattate, disinventariando i materiali doppi od obsoleti, ed ottimizzando l'occupazione degli spazi, lasciando liberi circa 5 filotti nel primo blocco. A giugno 2014 sono stati trasferiti i volumi a magazzino del DEPAA (circa 7300). L'ipotesi iniziale era che a 35 vol. al metro dovessero occupare 190/200 metri lineari, per ca. 27/28 metri di scaffali, pari a 7 filotti; di fatto dopo il trasloco sono risultati occupati i 5 filotti residuali del primo blocco e tre quarti del secondo (22 metri di scaffali, 155 metri lineari). È presumibile che la minore occupazione di spazio sia dipesa dal numero medio di volumi a scaffale, di gran lunga superiore ai 35 vol. per metro, presumibilmente vicino ai 45 al metro (l'ipotesi più ottimistica arrivava al massimo a 40). B1, con ca. 13.000 monografie nominali a magazzino, avrebbe dovuto occupare 15 filotti (370 metri a 35 vol. al metro, 6 ripiani per scaffale) o 11,5 filotti (280 metri a 40 vol. metro e 7 ripiani); in realtà dopo una prima ripulitura delle collezioni, i volumi di B1 trasferiti hanno finito per occupare solo 240 metri (130 per i volumi tematici, 45 di CONS, 40 di COLL e 25 varie), per circa 9,5 filotti sui 24,5 liberi nel secondo settore. Per Ingegneria (6000 volumi da magazzino, per 130/150 metri lineari) si ipotizzavano da un massimo di 4 filotti ad un minimo di 3, per Zootecnia da 1,5 a un minimo di uno. In realtà Ingegneria ha occupato 4 filotti (a causa dell'altezza media dei volumi si sono potuti piazzare solo 6 ripiani) e Zootecnia uno. Agronomia, Coltivazione e Idraulica nell'insieme hanno 9.000 volumi da magazzino (da 7 a 7,5 filotti), quindi lo spazio ci sarebbe, anzi resterebbero disponibili da un minimo di 3 ad un massimo di 4 filotti. [marzo 2015] Ulteriori compattamenti tra i volumi DEPAA hanno portato a recuperare altri metri, così che la parte terminale del DEPAA occupa un solo settore (un quarto) del primo filotto del secondo blocco di compactus. Per B1 gli scarti tra le vecchie consultazioni, l'ottimizzazione degli spazi, la risistemazione di spezzoni di collezioni e lo spostamento delle CONS marginali negli armadi in corridoio, hanno liberato più di due filotti tra B1 e Ingegneria, in grado di ospitare le monografie di Colt. (da 2 a 2,4 filotti). Alla fine degli spazi attualmente occupati sono disponibili 9 filotti liberi, in grado di ospitare oltre alle monografie di Agronomia (da 2 a 2,5 filotti) e Idraulica (da 1 a 1,3 filotti), le riviste di Colt. (da 3 a 3,5 filotti), quelle di Agronom. (da 1,4 a 1,7 filotti) e perfino Idr. (da 1,1 a 1,4 filotti): per un totale da un minimo di 9 filotti ad un massimo di 10,5 filotti. Possiamo realisticamente pensare a una occupazione di circa 9,5 filotti. Sistemando meglio Zootec e il finale di Ingegneria si potrebbero recuperare ca. 10 metri lineari alla fine degli spazi attualmente occupati, aumentando leggermente gli spazi disponibili alla fine arrivando a un totale di 9,2 filotti liberi, quindi mancherebbero poche diecine di metri per far stare a compactus tutti i volumi da trasferire [luglio 2015] Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 36 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria 4 4.1 4.1.1 Agg.: 11/08/15 genesi.doc GESTIONE MATERIALE BIBLIOGRAFICO GESTIONE A SCAFFALE DELLE MONOGRAFIE Gestione monografie a scaffale aperto Il progetto, come detto in precedenza, prevede che le monografie posteriori al 1990 vadano a scaffale aperto: saranno suddivise in collezioni (scaffale generico, volumi di testo, opere di consultazione), con collocazione basata sulla CDD e protette da tag RFID; quelle anteriori al 1990 manterranno le vecchie collocazioni e saranno depositate nel compactus senza tag (in quanto il magazzino non sarà accessibile agli utenti e quindi i volumi saranno di per sé protetti). Con questa impostazione strutturale il passaggio di un volume da una sezione all’altra implica la sua ricollocazione e - se servisse - il passaggio a un diverso tipo di circolazione. Ad esempio un volume di testo sostituito da edizioni più recenti potrà passare prima dal settore "TESTI" allo scaffale generico, e poi - una volta diventato obsoleto - a magazzino: la prestabilità non cambierà nel passaggio da un settore all'altro 16. Al contrario, un volume di consultazione sostituito da edizioni più recenti, "declassificato" a scaffale generico, da non prestabile diverrà prestabile. Il fatto che i volumi saranno organizzati in base alla CDD da una parte faciliterà lo "scorrimento" delle scaffalature da parte degli utenti, in quanto saranno distribuiti in base a logiche disciplinari scientifiche, dalla materia più generica alle più specifiche; dall'altra, il fatto che le collocazioni basate sulla CDD possono essere molto lunghe e complesse (basate su numeri privi di un'immediata evidenza semantica) aumenterà significativamente la complessità nella ricollocazione dei volumi e la possibilità di errori. Sarà quindi inevitabile impedire agli utenti di ricollocare a scaffale i volumi presi in consultazione, riservando il compito ai bibliotecari. Nella gestione del materiale bibliografico della futura biblioteca sarà cruciale l'incidenza del prelievo di volumi dal magazzino sul totale delle transazioni: più si dovrà abbandonare il bancone per effettuarlo, più aumenteranno i carichi di lavoro. Sarà quindi necessario prevedere ogni tanto un’analisi delle richieste, per individuare volumi a magazzino particolarmente consultati, da riposizionare a scaffale aperto. Non ha invece senso l'apposizione di "fantasmi" al posto dei volumi prestati, in quanto aumenta i carichi di lavoro senza vantaggi: se l'utente non trova un volume a scaffale non se ne accorge neppure, se lo cerca in Opac, vedrà subito se è prestato o è disponibile. Si ipotizza che il 15% dei volumi (circa 2000) saranno costantemente in prestito presso i docenti, come prestiti "notturni" (per differenziarne il trattamento e - soprattutto - permettere di distinguerli dai normali prestiti) e saranno segnalati in "precisazione di inventario" come "DISLOCATI PRESSO DIPARTIMENTO xxxx": un messaggio in grado di dare all'utente e al bibliotecario l'immediata consapevolezza che il volume non si trova fisicamente in biblioteca e che quindi la sua disponibilità va gestita in maniera particolare. Neanche per i volumi prestati ai docenti ha senso l'apposizione di "fantasmi", dato che questi prestiti non hanno scadenze: i volumi sono esclusi dalla normale disponibilità mentre mettere "fantasmi" fa presupporre invece che vi rientrino. 16 tranne che per le prime copie dei volumi di testo (di solito non prestabili se fanno parte integrante della sezione "TESTI", ma che diverrebbero prestabili passando agli scaffali generici) Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 37 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria Agg.: 11/08/15 genesi.doc Al momento è prematuro affrontare la questione dei controlli a scaffale basati sui tag RFID e pistole. Già adesso possiamo però evidenziare alcune questioni: - l'elevata percentuale di volumi in prestito e presso i docenti fa sì che controlli a scaffale basati su pistole e RFID abbiano senso solo se il software è in grado di individuare i volumi prestati, differenziandoli da quelli mancanti o fuori posto. In altre parole, il software deve poter integrare il dato dei prestiti nel database bibliografico: il che è tutto da verificare. - il controllo basato su pistole e RFID non funziona in assenza di tag RFID, il che – dato che questo progetto prevede la non apposizione di tag per i volumi a magazzino - taglia fuori tutto il magazzino (con un numero di volumi che arriva a ben l'80% del totale) - il controllo a scaffale basato su pistole e RFID si limita a segnalare acusticamente il fatto che un volume sia fuori sequenza (si trova dove non dovrebbe o non si trova dove deve essere). L'analisi del perché e la risoluzione del problema spetta comunque all'intervento manuale dell'operatore (con tutte le complessità del caso). Quindi il controllo basato su pistole e RFID riduce, non annulla i carichi di lavoro degli operatori - i costi dell'apparato non sono trascurabili (7/8.000 euro) e quindi vanno accuratamente valutati in base ai vantaggi che potrebbe realisticamente garantire, con tutta evidenza alquanto limitati dalle questioni poste dai punti precedenti [marzo 2011] 4.1.2 Spazi di accrescimento e gestione fisica La dinamica di accrescimento dei vari settori e di gestione degli spazi di accrescimento non è facilmente prevedibile, in quanto dipende da fattori casuali (il ritmo con cui escono le nuove edizioni, l'interesse per una certa materia etc.). Altri fattori sono meno casuali, in quanto la biblioteca può intervenire sulle politiche di acquisto e indirizzare l'accrescimento/aggiornamento delle collezioni per migliorare la qualità dei servizi o per massimizzare la quantità dei servizi erogati. A causa della limitatezza delle risorse, queste esigenze sono spesso in contrapposizione: i libri di alto profilo scientifico sono costosi e non sempre "generano" molti prestiti, finendo per avere un basso indice di efficacia della spesa; d'altra parte, volumi di interesse generico (come manuali od opere di divulgazione), ben più economici, possono sì produrre più prestiti, ma centrare gli acquisti su opere simili finirebbe per ridurre il profilo qualitativo dell'offerta. Va quindi trovato un equilibrio complessivo tra queste esigenze contrastanti. Occorre poi considerare che la CDD non coincide esattamente con le suddivisioni disciplinari della Facoltà, su cui si basano le politiche di acquisto: opere di "zootecnia" potrebbero andare nella classe 3 (economia e diritto [applicato all'allevamento]), nella 636 (zootecnia vera e propria) o nella 660 (tecnologie alimentari). Quindi l’accrescimento dei singoli settori di collocazione avverrà in modo intrinsecamente casuale: l’unico vantaggio è che – essendo la CDD molto analitica – le suddivisioni a scaffale saranno molte e quindi la distribuzione dell’accrescimento finemente ridistribuito. Inoltre, gli scaffali sono settati sul totale delle monografie post-1990, ma il 10/15% dei volumi saranno costantemente in prestito ai docenti, il che aumenta del 10% gli spazi di accrescimento. Questi andranno comunque distribuiti in maniera diffusa tra gli scaffali, in modo da poter aggiustare la distribuzione dei volumi e rendere stabile la situazione a medio-lungo termine. Le monografie a magazzino verranno invece sistemate nel vecchio ordine topografico, senza spazi di fuga, dato che le collezioni sono chiuse. Per le riviste, a magazzino, andranno sia quelle chiuse, che non richiedono spazi di accrescimento, che quelle aperte, che invece li richiedono; e di questo occorrerà tenere conto. [marzo 2012] Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 38 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria 4.1.3 Agg.: 11/08/15 genesi.doc Trattamento volumi e ricollocazione La ricollocazione dei volumi di testo ha reso evidenti una serie di problemi (VEDI Appendice in fondo). La procedura di ricollocazione automatica è infatti particolarmente complessa, in quanto implica il costante mantenimento dell'allineamento tra SOL e il dbase interno (MATRIX) tramite ripetuti passaggi di dati, nonché una serie di elaborazioni algoritmiche assai complesse (parsering, creazioni di indici multipli, estrazioni di codici multi-parametrici, modifiche selettive etc.). Ognuno di queste elaborazioni contiene un minimo ma ineliminabile grado di criticità; il fatto poi che il flusso delle transazioni debba essere rigorosamente sequenziale e avvenga in un ambiente in continua modificazione, con la possibilità che uno qualunque dei parametri di elaborazione cambi tra un passaggio e l'altro, non può che aumentare la complessità del processo nel suo insieme. Il trattamento dei volumi destinati a scaffale aperto richiede l'apposizione degli RFID (gestito da type6), il controllo preliminare dei volumi presenti o mancanti (gestito da type1), la generazione delle nuove collocazioni a partire dai dati bibliografici (gestito da type8), il cambiamento delle collocazioni in SOL (type9) e la rifascettatura. Le prime due operazioni possono precedere le altre, sia pure di poco, e l'ideale è che siano contestuali: una volta trovato, il volume è RFIDato (usando i tag già programmati o programmandone uno al momento) e segnalato in MATRIX con “b” in type1. Se il volume è presso un docente type1 resta blank, se non è presso un docente ma non è presente a scaffale viene segnalato con “x” (=mancante) o “r” (=rivedere) a seconda che si sia certi o meno della sua assenza. Eventuali anomalie sono segnalate su type1 con “*” (=possibili artefatti, cioè volumi probabilmente inesistenti) o “p” (=problematici) o “c” (=presenti dopo recupero da Dipartimenti). La logica è ovviamente che solo volumi presenti (“b” o “c”) possono essere RFIDati e poi trattati in SOL, dato che sarebbe assurdo cambiare la collocazione in SOL di volumi che resterebbero per mesi dispersi con le vecchie, in attesa di essere recuperati dai docenti; sarebbe inutile cambiarle per i mancanti, che – se riapparissero – sarebbero segnalati proprio dal fatto di avere ancora le vecchie collocazioni. I codici di controllo della situazione dei singoli volumi gestiscono il colore dello sfondo del BOX inventariale + scritta esplicita : a = box oro [DA INV + COLLOC. - no contr. scaff.]: record recuperato da inv. + coll. (solo per DIPROVE) b = verdino [TROVATO A SCAFF.]: vol. controllo su scaffale o da DOCENTI e SIA l'inventario CHE la collocazione sono ok (per problemi mettere codice 'p') c = box salmone [RECUPERATO DA DIP. - DA RIASS. ?]: volume recuperato da Dipartimento, eventualmente da riassegnare a un docente come prestito lungo (notturno) d = box blu [REC. DA TOPOGR. senza INV. - no contr. scaff.]: dati recuperati da topografico senza inv. p = box giallo limone [PROBLEMATICO - SENZA COLL. o altro]: recupero da inv. SENZA collocazione (per DIPROVE) oppure altro problema x = box rosso [MANCANTE]:non trovato a scaffale ne' con richiedente DOPO controllo e = box grigio [DA DISINVENTARIARE] ma non ancora disinventariato z = box grigio-blu [DISINVENTARIATO]: disinventariazione ACCETTATA e vol. tolto da SOL * = box fuchsia [UNDER INQUIRY]: per casi non ben d3efiniti da individuare DOPO controllo r = box viola chiaro [FUORI POSTO / rivedere]: non ancora trovati, smarriti generici, casi dubbi DA RIVEDERE blank (' ') = trasparente [NON ANCORA CONTROLLATO] type6 ha valore residuale e segnala solo se gli RFID sono stati preprogrammati in fabbrica (“1”, per testi e consultazioni ante 2010, appare un box a sinistra verdino con scritta “EXP.RFID”), programmati da noi (“2”, volumi a scaffale di tutti i fondi pre 2012, box verde scritta “2. EXP.RFID”) o blank (= posteriori al 2012 o esclusi dai primi trattamenti, RFID da programmare a mano, no box): può servire solo per controlli sugli RFID. Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 39 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria Agg.: 11/08/15 genesi.doc La generazione delle collocazioni in MATRIX è gestita da type8: i volumi con le nuove collocazioni generate sono indicati con “1” (appare un 2. box a sinistra giallino con scritta “1. EXP.COLL”) o con “x” (appare un 2. box a sinistra verdino con scritta “EXP.COLL 1 OK”), i volumi da trattare con “2” (che attiva le routine per gli aggiornamenti incrementali delle nuove collocazioni, e che poi sarà trasformato in “1” dopo la generazione per disattivare i record - 2. box a sinistra verde con scritta “TRATT. EXP.COLL”) e i volumi appena caricati o da non trattare con blank. “9” o “*” indica le collane da trattare (2. box a sinistra grigio con scritta “PRE-TR. COLL”), “x” casi particolari. Se un volume non è classificato sarebbe inutile generare collocazioni incomplete: quindi vanno esclusi dalla procedura, lasciandoli blank. Quindi i volumi nuovi o non trattati (type8 blank), dopo un controllo per escludere i casi particolari o da non trattare, sono trasformati in “2” e trattati. Le ricollocazioni basate su type8= “2” sono additive, non sostitutive, quindi non rigenerano codici su record già trattati per evitare di cancellare correzioni manuali. Solo le classi potrebbero essere ricaricate per i volumi già trattati (type8=“1”) evitando di modificare quelli già esportati (type9 = “x”). In particolare non possono essere caricati gli anni per le opere in più volumi, né le indicazioni di copie di copie aggiunte ad opere le cui prime copie erano già state elaborate. I vecchi record vanno controllati e se cambiano le classi corretti a mano. Per i record trattati exnovo – prima di “disattivarli” trasformando type8 da “2” a “1” - vanno fatti i seguenti controlli : - controllare se mon. uniche (tipo4 = “U”) hanno collocazione e specificazione e controllare le prime e le ultime - controllare se le opere in più volumi (tipo4 = “F” ) hanno la sequenza. Se non ce l'hanno va messa a mano o valutato caso per caso. Se ce l'hanno controllare le prime (“/ ”) e le ultime (“A”) e modificarle a mano se è il caso. Contestualmente vanno aggiunti gli anni, dato che non sono caricati per le opere in più volumi Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 40 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria Agg.: 11/08/15 genesi.doc - controllare i codici errati (non plain vanilla), i primi e ultimi caratteri in ordine ASCII per individuare le anomalie - altre anomalie : record elaborati con type 1 diverso da “b” e da ”c” o senza classi; al contrario, non elaborati con classi e type 1 “b” o ”c” La generazione delle collocazioni in SOL è gestita da type9: i volumi per cui sono già state caricate le nuove collocazioni sono indicati con “x”, i volumi da trattare con “*” (che attiva le routine di scaricamento del file da passare a SOL, poi trasformata in “x” dopo la ricollocazione per disattivare i record). “9” indica collane o altri volumi con collocazione cambiata a mano, “8” casi particolari. Le nuove accessioni o i volumi non ancora pronti per il change over restano blank. Quindi i volumi nuovi o non trattati (con type9 = blank), dopo un controllo per escludere casi particolari o record da non trattare, sono trasformati in “*” e trattati, e poi trasformati in “x”. i record delle nuove accessioni hanno type8 e type9 valorizzati con blank, sbn_sezione, sbn_collocazione etc. valorizzati con NULL (che può interferire con le query) e i titoli superiori sono caricati in automatico dalle routine di inserimento, mentre non sono aggiornati per i vecchi record. Peraltro, il fatto che i dati bibliografici dei titoli e degli autori – usati per i codici alfabetici in sbn_specificazione - non possano cambiare sostanzialmente, rende preferibile non aggiornarli per mantenere le correzioni fatte a mano. Diverso, ovviamente, è il caso dei nuovi record di opere in più volumi, da controllare a mano uno per uno. i nuovi testi sono caricati per default come type2 = “x” (settimanali): se sono copie multiple la “m” di mensile va modificata a mano o con query ad hoc. Conclusioni: a causa delle possibili riclassificazioni le collocazioni devono essere rigenerate per tutti i record appena prima del change-over (tranne quelli già elaborati con il type9= “x”) per evitare disallineamenti. Per una ragione simile (passaggi di testi o consultazioni a scaffale e viceversa) le sezioni devono essere rigenerate per tutti i record appena prima del change-over (tranne quelli già elaborati con il type9= “x”) i codici autore/titolo presentano problemi per le opere in più volumi, i caratteri non plain vanilla ASCII e le incoerenze tra catalogazione e collocazione (opere in più volumi collocate [maggio 2014] A partire da luglio 2014 i volumi trattati hanno raggiunto una percentuale talmente elevata (il 65%) e coprono un tale numero di fondi da rendere marginale – e quindi estremamente critico - il trattamento algoritmico delle nuove accessioni: ogni mese, al momento dell'aggiornamento di MATRIX, per caricarvi le nuove collocazioni occorrerebbe trattare poche decine di nuovi acquisti o di volumi da ricollocare ad hoc (recuperati o classificati dopo il ricollocamento “principale” del fondo di appartenenza, quindi da trattare a parte): i rischi insiti in tale procedure, giustificabili per migliaia di volumi, sono eccessivi per pochi record. Quindi si è deciso che i nuovi volumi catalogati dopo giugno 2014 verranno collocati già con le nuove collocazioni a CDD e sistemati direttamente a scaffale assieme agli altri. 17 Quanto ai volumi da ricollocare ad hoc perché “rimasti indietro” rispetto al resto del loro fondo di appartenenza, quelli classificati dopo potranno essere aggiunti alle successive ricollocazioni degli ultimi fondi librari (tenendoli da parte) oppure trattati manualmente; quelli recuperati a blocchi dai docenti possono essere fascettati, rfidati e restituiti aggiungendoli alle successive ricollocazioni automatiche, quelli recuperati singolarmente verrebbero trattati a mano. [agosto 2014] 17 Prendendo per default il valore di type9 =”9” (=rec. Manuale), type8 = “1” (=coll. Nuova) e type1 = “b” (trovato a scaff. Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 41 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria 4.2 Agg.: 11/08/15 genesi.doc GESTIONE A SCAFFALE DELLE RIVISTE Le ultime annate delle riviste aperte destinate a scaffale aperto saranno esposte protette da tag. Il fatto che siano (in parte) a scaffale aperto potrebbe essere segnalato in OPAC (“A scaffale dal … ”). I volumi delle collane a scaffale aperto e degli standing order saranno anch'esse taggate, eventualmente riorganizzate con una numerazione progressiva all'interno di un nuovo settore. Una questione critica per le riviste a scaffale aperto sarà la gestione delle rilegature. Ovviamente tutti i materiali esposti al pubblico (siano essi riviste rilegate o fascicoli sciolti) vanno protetti da tag RFID. Rilegare un'annata costa ca. 13 euro, mentre un tag costa ca. 0,30 euro; per contro, la gestione di un'annata rilegata è di gran lunga più semplice rispetto ai fascicoli sciolti: occupa meno spazio ed è univocamente individuata da un inventario (mentre 12 fascicoli sciolti andrebbero sistemati in appositi espositori e dovrebbero avere 12 tag con lo stesso inventario). Nel valutare il rapporto costi/benefici tra rilegatura e tag, occorre considerare la grandezza dei fascicoli: più sono spessi, più riescono a reggersi da soli senza danneggiarsi, ed è probabile che l'annata richieda una rilegatura a volumi multipli (rendendo necessario apporre più tag RFID con lo stesso inventario); inoltre, più sono spessi - e quindi con più articoli - più è probabile che all'utente serva un solo fascicolo per volta, quindi tenerli sciolti può dare un vantaggio in fase di gestione. Se una rivista fosse composta da 12 grossi fascicoli, il costo per rilegarli (30/40 euro) non sarebbe giustificabile di fronte agli scarsi vantaggi, mentre il costo per gestirli “sciolti" con tag sarebbe minimo (3/4 euro). In una rivista con 52 fascicoli, in cui due o tre annate potrebbero essere rilegate in un solo volume, il rapporto costi/ricavi è invertito: a fronte di un costo per rilegare l'annata di 4/5 euro (con grandi vantaggi per la salvaguardia dei fascicoli), c'è un costo di 15 euro per taggare i fascicoli (col rischio di danneggiarli e non gestirne correttamente la movimentazione 18). Certo, i 52 fascicoli vanno gestiti in un modo o nell'altro fino alla rilegatura, che può tardare due o tre anni. Vanno poi considerate le lacune, che rendono complessa la gestione delle rilegature. Per le riviste, nella futura biblioteca la registrazione delle transazioni in SOL - siano consultazioni o prestiti giornalieri - avrà senso solo per gestire l'uscita dalla biblioteca dell'annata, anche se il problema è reso marginale dall'aumento delle riviste elettroniche. Parlare astrattamente di riviste è infatti fuorviante, perché sotto tale definizione si accorpano tre categorie di oggetti: - la gestione delle riviste con equivalente elettronico non è problematica: la biblioteca diventerà il deposito storico della copia cartacea e una vetrina in cui gli utenti potranno ancora sfogliare fisicamente i fascicoli. Queste riviste potranno essere posizionate in magazzino senza creare problemi agli utenti e – ovviamente – non sarà necessario dislocarle presso un Dipartimento - le riviste prive di equivalente elettronico ma di prestigio dovrebbero andare a scaffale aperto. Si tratta per lo più di standing orders. Se i docenti fossero disincentivati alla loro consultazione in biblioteca, senza arrivare all'ipotesi di lasciare le riviste presso i dipartimenti (soluzione limite), si potrebbero trovare soluzioni non penalizzanti per la biblioteca: a) consentire la prestabilità delle singole annate, specie per gli standing order b) per gli ultimi fascicoli: creare un periodo di "interregno" tra il ricevimento/registrazione e la rilegatura, in cui il fascicolo venga messo a disposizione del docenti (ipotesi pericolosa perché i fascicoli potrebbero perdersi e rendedere difficoltosa la rilegatura) c) per tutti i fascicoli: effettuare un DD interno, sotto forma di fotocopia tramite posta interna - per le riviste di pura consultazione a scaffale aperto, non esistono problemi con i docenti e l'unico problema gestionale riguarda l'apposizione dei tag RFID [marzo 2012] 18 la consultazione di 2 fascicoli della stessa rivista (su 52 non è da escludere) non è gestibile in SOL. Dato che l'inventario è legato all'anno, se si presta un solo fascicolo, in SOL appare prestata l'intera annata (il fatto che riguardi un solo "pezzo" va messo in nota). Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 42 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria 4.3 4.3.1 Agg.: 11/08/15 genesi.doc GESTIONE MATERIALI A MAGAZZINO Gestione riviste a magazzino Per le riviste a magazzino la riorganizzazione strutturale verrà fatta in fase di trasloco. Il vero problema è dove posizionare le riviste marginali se non è più disponibile il compactus della vecchia biblioteca: un'ipotesi è usare le scaffalature nel corridoio del seminterrato e accanto al compactus. Un secondo problema è se cambiare le collocazioni alle riviste non marginali destinate al nuovo compactus. Se il fondo fosse organizzato a caso, le riviste saranno posizionate a magazzino in base alla sequenza creata durante il trasloco, dando priorità alle riviste più grandi o più usate. Se si mantiene l'originale sequenza topografica, mancheranno molti numeri di catena, a causa delle riviste eliminate o scartate come marginali: dato che prevalgono le riviste scartate, i buchi finirebbero per essere eccessivi, e l'idea di ricollocarle non sarebbe peregrina, anche perché si distinguerebbero immediatamente da quelle marginali (ovunque fossero posizionate). In ogni caso l'ipotesi di cambiare le collocazioni delle riviste (in “AGR.”+settore+”PER.” + numero di catena) va valutato – come qualsiasi altra scelta strutturale od organizzativa - valutando il rapporto costi/ricavi. In se e per sé cambiare la collocazione in SOL è il minore dei problemi, dato che in ogni caso si dovrà intervenire sui record per aggiornare consistenze e descrizioni catalografiche. Un elemento da valutare è se le riviste hanno fascette e se la vecchia collocazione è segnalata dentro i fascicoli: cambiando le collocazioni occorrerebbe cambiare anche le fascette e – forse – le collocazioni scritte sui fascicoli. In casi estremi, come il DISTAM, in cui al contrario le riviste da scartare sono poche, si potrebbe mantenere la struttura topografica compreso il numero di catena, cambiando solo sezione in SOL. Nel caso si vogliano inserire delle riviste inizialmente considerate marginali a compactus si potrebbero individuare gli spazi disponibili a compactus e selezionare le poche riviste da inserire in mezzo a quelle già piazzate a compactus in base alla compatibilità tra metri liberi e metri occupati dalle singole riviste da aggiungere. Alcune annotazioni : 1) se si cambiano le collocazioni di tutte le riviste a compactus, le riviste marginali messe negli armadi in corridoio e a fianco del compactus sarebbero facilmente distinguibili perché manterrebbero la vecchia collocazione (senza neppure segnalarlo in “precis di inv”). Se a compactus si tengono le vecchie collocazioni va trovata un'altra soluzione. 2) nel caso di Entomologia e del DISMA, occorre ricordare che le riviste messe a compactus nuovo hanno già cambiato la collocazione e hanno preso una numerazione continua: per inserirvi all'interno delle riviste ex-”marginali” occorre non solo eliminare delle riviste ma riutilizzare i loro numeri di catena sostituendovi riviste che abbiano pari capienza; in alternativa si possono inserire riviste in fondo, aggiungendo numeri di catena. Le possibili riviste da eliminare sono gli standing orders (da spostare nel corridoio al piano terra) e gli abstracts (da disinventariare). 3) Per Patologia la scelta / risistemazione va fatta adesso, eventualmente eliminando standing orders e abstracts: le marginali o si re-inseriscono tra le riviste principali a compactus o si eliminano o si lasciano negli armadi. 4) Per il DISTAM, oltre ad eliminare standing orders e abstracts, si possono selezionare alcune riviste marginali da mettere negli armadi. Idem per gli altri fondi [marzo 2014] Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 43 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria 4.3.2 Agg.: 11/08/15 genesi.doc Gestione monografie e altri materiali a magazzino Come detto sopra, le monografie destinate a magazzino non saranno ricollocate, in modo da poterle identificarle rapidamente come tali sia dai bibliotecari che dagli utenti dalla collocazione. Questo consentirà di definire un diverso trattamento delle richieste (ad esempio, stabilendo che le richieste per volumi a magazzino vanno fatte su appositi moduli, in modo da poterne differire l'evasione al momento in cui sarà disponibile un bibliotecario ed arrivare ad accumulare più richieste, ottimizzando i carichi di lavoro). Per facilitare la gestione delle richieste da parte dei bibliotecari, dato che spesso i volumi provenienti dai vecchi fondi librari non hanno l'inventario registrato sul volume (o se c'è non è distinto dalla serie giusta, o non corrisponde con quello inserito in SOL, che ovviamente detta legge in fase di prestito), tenteremo di apporre all'interno una fascetta con serie e inventario dentro il volume. Questo consentirà di identificare subito e in maniera univoca il numero di inventario nel caso il volume debba essere prestato. Se questo non fosse possibile, a causa della onerosità del processo, o per altre ragioni, l'unica soluzione - una volta che si rendesse necessario prestare un volume a magazzino - sarebbe di cercare in Opac il volume per titolo/autore, identificare in maniera univoca la copia che sia ha in mano tramite la collocazione19 e infine inserire a mano la serie e l'inventario corrispondente nel modulo gestione prestiti di SOL. È evidente la complessità e la lentezza di una simile procedura, che oltretutto finirebbe nella maggior parte dei casi per svolgersi davanti all'utente. Le monografie destinate a magazzino manterranno le vecchie collocazioni, al limite apponendo una fascetta con serie e inventario dentro il volume, dato che raramente è rintracciabile nel volume stesso l'inventario presente in SOL. Le collane troppo vecchie o inadatte per essere esposte al pubblico manterranno le vecchie collocazioni, per differenziarle da quelle a scaffale aperto. Per i volumi a magazzino non sono possibili controlli a scaffale automatizzati, non avendo tag Scarti ? 19 [marzo 2012] sperando naturalmente che non vi siano ambiguità o errori di scrittura riguardanti la collocazione Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 44 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria APP Agg.: 11/08/15 genesi.doc Trattamento volumi e ricollocazione La ricollocazione dei volumi di testo ha reso evidenti una serie di problemi, e il fatto che si tratti del primo change-over di rilevante entità rende possibile un'analisi statistica per valutare il tasso di errore sia a livello algoritmico (cioè sulla precisione digit by digit delle procedure off-line), sia per quanto riguarda i problemi concettuali (i possibili casi di ambiguità/precisione nella generazione dei codici creati da problemi catalografici), sia per quanto attiene alle questioni gestionali (la gestione delle ri-collocazioni e della risistemazione fisica dei volumi). Occorre tener conto di alcuni fattori che hanno reso il change-over dei volumi di testo particolarmente critico: nei testi ogni opera è posseduta in molte copie, quindi ogni errore è moltiplicato per 5 o 6 la procedura ha operato su volumi movimentati e quindi richiede che alcuni volumi vengano processati separatamente con tempi molto lunghi In ogni caso, i problemi incontrati sono stati i seguenti : - in circa 50 record la procedura di cambiamento di collocazione non è avvenuto a causa di un disallineamento tra SOL e MATRIX, che riguarda sempre record in cui in SOL c'è uno spazio tra i vecchi numeri catena e la parentesi dell'edizione, mentre in MATRIX lo spazio non esiste. Il fatto che non tutti i record che si trovano in tale situazione siano andati in errore iindica che il problema possa essere sottile e insidioso. Dato che le collocazioni SOL presenti in “coll” non sono state sottoposte a parsering o a trasformazioni parametriche, non sembra plausibile che si tratti di errori algoritmici, a meno che una qualche procedura abbia trimmato uno spazio (ma solo in alcuni casi, il che sembra abbastanza improbabile). Ma l'idea di un disallineamento tra record, modificati da una parte ma non dall'altra, è altrettante inspiegabile - in almeno 4 casi la classificazione è cambiata nel tempo intercorso fra l'acquisto dei primi volumi e l'arrivo degli ultimi: la collocazione dei primi non è stata ricaricata perché la procedura era solo additiva, creando una ventina di errori a causa dei record multipli - in altri due o tre casi è cambiata la natura dell'opera (da testo a scaffale o viceversa) sempre tra l'acquisto dei primi volumi e gli ultimi: di nuovo, la sezione dei primi non è stata rigenerata, finendo così per escluderli dalla successiva elaborazione delle collocazioni, in quanto non appartenevano alla categoria selezionata - in due casi le procedure è andata in errore perché non sono stati elaborati i codici che identificano le copie multiple. Sfortunatamente ognuna delle due opere era posseduta in 5/6 copie, quindi i record errati complessivamente sono stati una dozzina. Sembra che gli errori risalgano al primo caricamento del 2012, quindi è difficile capire da cosa dipendono - in tre casi le collocazioni sono risultate uguali perché i dati bibliografici di partenza erano uguali: stessa classificazione, stesso codice autore/titolo, stesso anno ed essendo in copia multipla hanno prodotto una dozzina di errori complessivi - in almeno otto casi la procedura di generazione dei codici è andata in errore per incoerenze elle descrizioni catalografiche rispetto alla collocazione: si tratta di volumi estratti da opere più vaste, catalogati e a volte che collocati come monografie a sé stanti. In questo caso la soluzione è stata di cambiare i codici autore/titolo o attribuire un numero di volume fittizio a in sequenza. In due casi il problema riguardava volumi di un'opera, mentre gli altri volumi erano stati normalmente catalogati come monografie inferiori su monografie superiore! Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 45 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria Agg.: 11/08/15 genesi.doc Possibili problemi che potrebbero emergere ricollocando altri fondi: 1) ad un certo numero di volumi (specie Ingegneria ma anche DEPAA E DIPROVE) mancano tuttora le classificazioni. Quante possono essere attribuite prima dell'apertura della nuova biblioteca ? È possibile farlo per il DEPAA e Ingegneria e Diprove, ma solo a condizione che si possa usare Classify per classificare un certo numero di volumi senza prelevarli. 2) molte classificazioni sono obsolete (21 ed. o peggio), redislocate o inutilizzate dalla 22. ed. Possono essere identificate tramite Hyper-Matrix ma con prudenza. Quante possono essere riviste prima dell'apertura della nuova biblioteca ? È possibile farlo per B1 e forse DISTAM ed Entomologia, da valutare DEPAA, ma solo a condizione che si possa usare Classify 3) alcuni volumi hanno due o più classi: fin qui prevale la prima, ma ... Quante possono essere riviste prima dell'apertura della nuova biblioteca ? 4) alcuni volumi di diverse edizioni, sono classificati diversamente anche usando la 22. ed. Per tutte queste questioni si può usare Hyper-Matrix per valutare velocemente i volumi legati a una classe e le classi obsolete. Vanno poi messe da parte opere anomale come congressi e statistiche Conclusioni: 1) a causa delle riclassificazioni le collocazioni vanno rigenerate per tutti i record appena prima del change-over (tranne quelli già elaborati con il type9= “x”) per evitare disallineamenti. 2) Per una ragione simile (passaggio di testi o consultazioni a scaffale e viceversa) le sezioni vanno rigenerate per tutti i record prima del change-over (tranne quelli elaborati type9= “x”) 3) i problemi di codice autore/titolo per le opere in più volumi, i caratteri non plain vanilla ASCII e le incoerenze tra catalogazione e collocazione (opere in più vol. collocate singolarmente o viceversa), sono tutti controllabili durante la generazione additiva delle specificazioni. Quanto alle duplicazioni, possono essere controllate per via algoritmica o al momento della generazione delle fascette aggiungendo un numero dopo il codice. 4) le copie multiple comportano problemi algoritmici difficili da gestire, dato che le usuali indicazioni di copia (BS,TR etc.) non sono indicizzabili correttamente in base al valore ASCII: usando l'ordine per fondo librario (=roll_csegn1) attribuendo 1 a B1, 2 a B5 etc. più l'inventario al loro interno, si dovrebbero risolvere il 95% dei problemi. Ma : - la serie inventariale (ininfluente per B1) potrà complicare l'indicizzazione delle copie multiple di B5, B8 e Q1, visto che gli inventari potranno compiere salti di numerazione anomali tra le varie serie, ma si tratterà di pochi casi e marginali - le indicazioni di copia si aggiungono ai codici alfabetici autore/titolo, che è impraticabile rigenerare per non perdere gli aggiustamenti a mano sui caratteri non plain vanilla ASCII. Peraltro, è improbabile che cambino (a meno di radicali ri-catalogazioni). Quindi non possono essere modificate ma solo aggiunte con opzioni additive 5) le date comportano problemi solo per le opere in più volumi, che è semplice controllare, oppure in caso di errori di catalogazione. È meglio caricarle solo in modalità additiva Il trattamento dei volumi di DISTAM, Patologia ed Entomologia ha poi evidenziato altri problemi: a scaffale sono stati trovati alcuni volumi (ca. una diecina) destinati a magazzino: evidentemente al rientro da un prestito sono stati ricollocati erroneamente, senza controllare la loro data di pubblicazione o dove andavano collocati in base a Whirlwind (occorre notare che prima del change over i volumi a scaffale hanno collocazioni indistinguibili da quelle dei volumi a magazzino). [n.b.: un problema simile, ma più ridotto ha riguardato l'apposizione dei tag RFID sui volumi a scaffale della biblioteca centrale, in cui alcuni volumi che erano in prestito sono stati rintracciati a magazzino senza tag, perché al rientro era difficile individuarli rispetto a quelli destinati a magazzino – da non trattare]. Il problema sparirà con il change-over, ma è significativo. Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 46 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria Agg.: 11/08/15 genesi.doc Ovviamente ci saranno altrettanti volumi a scaffale erroneamente finiti a magazzino: qui il rischio è che volumi con RFID possano interferire con l'antitaccheggio (non ci si aspetta che un volume a magazzino abbia un tag !), oltre che rende complesso ritrovarli, perché per volumi post-1990 ci si aspetta di trovarli a scaffale aperto. Il problema sparirà con il change-over, ma è significativo. sono stati trovati a scaffale una ventina di volumi che in Whirlwind risultavano ancora prestati ai docenti (quindi non erano stati elaborati in SOL !) : per metà si tratta di prestiti rientrati, scaricati da SOL, a cui erano anche stati apposti RFID ma senza registrarli in Whirlwind, disallineando gli archivi; per metà non era neppure stato scaricato il prestito in SOL. In entrambi i casi i volumi vanno messi a posto in SOL cambiandogli la collocazione a mano e in Whirlwind, attribuendogli i codici appositi (type1 0 “b” e type9 = “1”). sono stati trovati a scaffale una diecina di volumi che in Whirlwind risultavano smarriti senza alcun prestito registrato (quindi non erano stati elaborati in SOL !). È stato quindi necessario metterli a posto in SOL e in Whirlwind, cambiandogli la collocazione a mano. Non è chiaro se l'errore si sia creato in passato, quando erroneamente un volume è stato dichiarato scomparso mentre in realtà era presente, o se semplicemente sono rientrati da prestiti non registrati ma senza registrarli in Whirlwind, inserendo un ulteriore disallineando nelle procedure di ricollocazione. Va tuttavia notato che in due casi sono riapparsi volumi di cui nel 2009 era stato dichiarato il furto con tanto di denuncia (!). Quindi è probabile che si tratti di per lo più di errori di confusione e di approssimazione nella ricollocazione, anche se qualche errore nei controlli a scaffale del 2013 ci sono senz'altro stati. una cinquantina di volumi (su 1500) non sono stati elaborati in Sol perché non gli era stato attribuito il codice type9 = “*”. In rari casi i volumi erano – erroneamente – classificati come opere a magazzino, in collana o in cons. (tipo3 = “m” o “d” o “c”) e quindi non sono stati elaborati perché ad essere trattati erano solo i volumi a scaffale (tipo3 = “s”). In altri rari casi i volumi – per lo più del 1990 - sono stati trattati a mano per classificarli o passarli da magazzino a scaffale dopo che erano state eseguite le procedure di generazione delle collocazioni (che – va notato - non opera su volumi privi di classe), ma senza cambiare a mano il type9 in “*”, impedendo che tali volumi fossero esportati sul file txt. Ma per lo più i volumi sembravano normali volumi a scaffale: è probabile quindi che ci siano stati errori nelle query per definire i volumi da ricollocare in SOL pre-definendo il type9 con “*”. infine, per i problemi più concettuali - le collocazioni uguali perché i dati bibliografici di partenza sono uguali o per altri errori sono state identificate prima dell'elaborazione - per un'opera le collocazioni sono state cambiate a mano per mettere insieme volumi con diversi codici bibliografici (una dozzina di errori complessivi) Il trattamento dei volumi del DEPAA ha dato poi altri elementi di valutazione: solo 3 volumi (su 1500) non sono stati elaborati in SOL (quindi è stato necessario metterli a posto cambiandogli la collocazione a mano) a causa di un disallineamento tra SOL e MATRIX, che riguarda sempre record in cui in SOL c'è uno spazio tra i vecchi numeri catena e la parentesi dell'edizione, mentre in MATRIX lo spazio non esiste. Al momento non risultano errori algoritmici significativi Biblioteca della Facoltà di Agraria Pagina 47 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015 Biblioteca Facoltà di Agraria Biblioteca della Facoltà di Agraria Agg.: 11/08/15 genesi.doc Pagina 48 di 48 Vers. 2.6 - agg. 1/06/2015