gennaio 2015 - attenzione!!!

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gennaio 2015 - attenzione!!!
Bu
An on
no
!
per gli amici ed ex allievi dell’Istituto e dell’Oratorio Salesiano di Sondrio
Rivista periodica - Anno XXIX - n. 1 - gennaio 2015 - Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Sondrio
11-12 APRILE 2015
BICENTENARIO DELLA NASCITA DI DON BOSCO
XX ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA
DI DON EGIDIO VIGANò
con la presenza del vicario del Rettor Maggiore don Francesco Cereda
UNA PASSIONE
CHE DURA NEL TEMPO...
Laboratorio di falegnameria
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coniugare le pratiche più antiche e tradizionali
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Sommario
Festa di San Giovanni Bosco
4
La Croce del MGS a Sondrio
4
Giornata di ritiro quaresimale
4
Bicentenario nascita don Bosco
e ricordo don Egidio Viganò
5
Indulgenze plenarie
nel bicentenario di don Bosco
6
I nostri lutti
7
Festa di San Rocco
e inizio anno oratoriano
8
Natale in allegria PGS San Rocco
9
Ricordati don Carlo Braga
e don Giuseppe Quadrio Convegno annuale exallievi
11
12-13
Il Convitto di Sondrio
alla corsa dei Santi
15
Esibizione Coro Monti Verdi
15
“Il Presepe siamo noi”
della Scuola dell’infanzia
17
Tre testimoni
di fedeltà al Vangelo
in America Latina
19
Volontariato da mons. Capelli
20-21
Incredibile India
23
Amarcord 25
GENNAIO 2015
Periodico dell’Unione ex allievi
don Bosco di Sondrio
Aut. Trib. N. 307 dell’ 8/6/2000
Istituto Salesiano
Piazza S. Rocco - Sondrio
Tel. 0342 540611
Fax 0342 540600
Oratorio Tel. 0342 540616
Ex allievi: tel. 0342 540612
C/C postale: 12514238
E-mail:
[email protected]
[email protected]
Responsabile:
Bruno Locatelli
Redazione:
Delfino Gugiatti, Aldo Murgolo, Mario Songini,
Salvatore Sgrò, Renzo Tirelli, Guido Visini
Foto:
Cristina Geromel Tempra,
Roberto Bartesaghi, Giorgio De Giorgi,
Luca Gianatti, Angelo Sgualdino
Stampa:
Lito Polaris - Sondrio
La Voce di Don Bosco viene spedita
gratuitamente a tutti gli Exallievi/e,
oratoriani, cooperatori e amici
del­l’Opera Salesiana di Sondrio
Duecento anni
di don Bosco
Q
di don Enzo Dei Cas
uest’anno ricorre il bicentenario della nascita di Don Bosco:
16 Agosto 1815 - 16 Agosto 2015.
A livello di Congregazione Salesiana si è scelto di celebrarlo non
nella solennità di manifestazioni esteriori, ma nella semplicità della
vita quotidiana, anche se non mancheranno alcune iniziative per ricordarci questo evento di grazia, come la coincidenza del bicentenario con l’ostensione della
Sindone a Torino o il Padiglione Salesiano alla Expò di Milano. L’attenzione è
perciò tutta rivolta a una triplice concentrazione, disciolta nel vissuto degli eredi
spirituali di Don Bosco e delle comunità salesiane: una concentrazione carismatica
– una concentrazione fraterna – una concentrazione apostolica.
• Concentrazione carismatica significa accogliere, vivere e approfondire quel
dono di educazione che raggiunge i ragazzi e i giovani, soprattutto poveri e
svantaggiati, per portarli a vivere in pienezza la loro vita come onesti cittadini
e buoni cristiani, secondo il cuore di Don Bosco. Amare i giovani e far loro
scoprire di essere amati.
• Concentrazione fraterna è quella caratteristica peculiarità che Don Bosco ha
voluto per i suoi collaboratori: vivere e lavorare insieme, con cuore indiviso,
per i giovani e con i giovani.
• La concentrazione apostolica pone dinanzi al nostro sguardo il traguardo
dell’azione educativa secondo l’ottica di Don Bosco, Pastore con “l’odore delle
pecore” – direbbe papa Francesco – per condurre i ragazzi e i giovani all’incontro con Gesù, per aiutarli ad essere quello che Dio vuole per ciascuno di loro.
Come comunità salesiana di Sondrio, anche in loco, intendiamo onorare Don Bosco
nel bicentenario della sua nascita, assieme a tutta la grande Famiglia Salesiana che
si riconosce nel carisma. Insieme alle varie associazioni (Ex allievi ed ex-allieve,
salesiani cooperatori, oratoriani e abitanti del quartiere di San Rocco, FMA,
SDB, amici…) abbiamo pensato di unire in un unico momento celebrativo sia il
bicentenario di Don Bosco che la ricorrenza del ventesimo anniversario della
morte di Don Egidio Viganò, illustre cittadino di Sondrio e settimo successore di
Don Bosco, nonché il quinto del fratello Don Angelo, l’11 e il 12 Aprile 2015.
A dare lustro alle celebrazioni sarà presente un ospite di eccezione e importante
nella nostra Congregazione: Don Francesco Cereda, Vicario del Rettor Maggiore, già Superiore della nostra Ispettoria Lombardo-Emiliana.
Ci auguriamo che Don Bosco benedica sempre la nostra opera, la nostra città e
la nostra Valle e continui a donare alla Chiesa e al mondo tanti “salesiani doc”
come nel passato: il venerabile Don Giuseppe Quadrio, Don Carlo Braga, Don
Albino Del Curto, Don Giuseppe Parolini, i fratelli Viganò, i fratelli De Censi, Don
Nogheredo, Don Baldini, Don Renato Benedetti, don Giulio Boffi, Don Gianni
Fanti, Don Luigi Nana, Don Antonio Gandossini, Padre Luigi Sertore, Don Lindo
Rossi… solo per fare alcuni nomi, senza voler dimenticare altri.
L’augurio di Buon Anniversario si trasformi in un Buon Cammino!
don Enzo
LA VOCE N. 1 - 2015 - 3
Fatti di casa nostra
Festa di S. Giovanni Bosco
28-29-30 gennaio 2015
TRIDUO di preparazione alla festa liturgica
ore 17,30 Chiesa di San Rocco – Rosario e S. Messa con pensiero su Don Bosco
Venerdì 30 gennaio 2015
Festa di don Bosco per i convittori e loro genitori
Sabato 31 gennaio 2015
FESTA LITURGICA DI DON BOSCO
ore 7.30 – 9.00 – 18.30 Sante Messe nella Chiesa di San Rocco.
La Messa della sera (prefestiva) vedrà la partecipazione della Famiglia
Salesiana e dell’Associazione degli ex-allievi, che offrirà un buffet in Istituto
al termine della celebrazione.
Domenica 1 febbraio 2015
FESTA DI DON BOSCO in San Rocco
In oratorio: animazione di giochi per
grandi e piccini.
14 e 15 marzo 2015
La Croce del Movimento
Giovanile Salesiano
A Sondrio
sabato 14 marzo
i pellegrinaggi alla Croce
dei ragazzi e delle loro famiglie
14.30 gruppo preadolescenti
15.30 anno Accoglienza e Vangelo (1ª e 2ª elem.)
16.15 a nno Padre Nostro e Storia della Salvezza
(3ª e 4ª elem.)
17.00 anno
della Chiesa e delle Pietre Vive
(5ª elem. e 1ª media)
ritiro adolescenti e giovani
17.45 c atechiste, allenatori, operatori pastorali,
volontari ad ogni titolo
18.30 s. Messa della Famiglia Salesiana
21.00 veglia di adolescenti e giovani
22.00 notte di veglia a turni
domenica 15 marzo
processione e s. Messa
09.45 L
a Croce pellegrina nell’Opera Salesiana
(partenza dal cortile dell’Istituto).
S. Messa in San Rocco
12.00 In piazza San Rocco: benedizione con la Croce
e affidamento del M.G.S. Sondrio
LA VOCE N. 1 - 2015 - 4
DOMENICA 15 MARZO 2015
IN ISTITUTO
GIORNATA DI RITIRO
QUARESIMALE
della Famiglia Salesiana
Interverrà il Vicario Episcopale
don Corrado Necchi,
S. Messa animata dal Coro CLARA WIECK
La tradizionale giornata di ritiro in preparazione
alla Pasqua e rivolta a tutte le componenti
della famiglia salesiana si terrà
DOMENICA 15 MARZO, con inizio alle ore 10
presso il Polifunzionale don Chiari in San Rocco
e sarà guidata dal Vicario Episcopale
don Corrado Necchi.
A seguire per chi lo desidera le confessioni,
e la Santa Messa alle 12.15 con l’intervento
del coro femminile CLARA WIECK.
Pranzo alle 13 in Istituto.
Prenotarsi da Sgro al 0342 540612
11-12 APRILE 2015
BICENTENARIO
DELLA NASCITA
DI DON BOSCO
XX ANNIVERSARIO
DELLA SCOMPARSA
DI DON EGIDIO VIGANò
settimo successore di Don Bosco
con la presenza del
VICARIO DEL RETTOR MAGGIORE
DON FRANCESCO CEREDA
SABATO 11 APRILE
ore 16.00Piazza Don Egidio Viganò: saluto e canto “Giù dai colli”
con accompagnamento della Banda Musicale e ricordo di don Egidio
ore 17.00 Sala Consiliare del Comune: incontro con il Sindaco e le autorità cittadine
ore 18.30:Don Francesco Cereda incontra i Giovani in Oratorio:
le nuove sfide educative
ore 21.00in sala Don Chiari: Commemorazione ufficiale
del BICENTENARIO della nascita di Don Bosco
e del XX anniversario della scomparsa di Don Egidio Viganò
INTERMEZZI MUSICALI della Scuola di Musica
del Comune di Sondrio
DOMENICA 12 APRILE
Ore 10.00 S. MESSA nella CHIESA COLLEGIATA presieduta
dal Vicario del Rettor Maggiore Don Francesco Cereda
e animata dai giovani dell’Oratorio San Rocco
ore 12.30 PRANZO in Oratorio con autorità, collaboratori,
amici dell’Opera, Famiglia Salesiana.
LA VOCE N. 1 - 2015 - 5
Fatti di casa nostra
Dalla Penitenzieria Apostolica
Indulgenze plenarie
nel bicentenario di don Bosco
il 31 gennaio e il 16 agosto 2015
Ex allievi all’altare
Andrea Locatelli ha voluto subito seguire l’esempio del fratello Alessandro, e ha
condotto all’altare in San Rocco Giulia
Servoli, per la gioia di mamma Luisa e
papà Giuseppe.
S
u mandato di papa Francesco, la Penitenzieria Apostolica Vaticana
ha concesso alla Famiglia Salesiana l’ ANNO GIUBILARE CON
ANNESSA INDULGENZA PLENARIA, che, alle solite condizioni
(confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo
le intenzioni del Sommo Pontefice) può essere ricevuta dai membri della
Famiglia Salesiana e da tutti i fedeli cristiani.
Indulgenza che può essere estesa alle anime dei defunti che si trovano in
Purgatorio, partecipando a qualche funzione sacra celebrata in onore di
San Giovanni Bosco.
Queste le date per ricevere l’indulgenza plenaria :
• 3 1 gennaio 2015
solennità di San Giovanni Bosco
• 1 6 agosto 2015
giorno del bicentenario della nascita
di san Giovanni Bosco
• In occasione di pellegrinaggi al Colle don Bosco
o alla basilica di Maria Ausiliatrice a Torino.
Le persone anziane o gravemente ammalate potranno ugualmente acquisire l’INDULGENZA PLENARIA recitando le preghiere sopra segnalate
davanti a un’immagine di san Giovanni Bosco.
“Don Bosco card”
Dieci parole
sul nostro
Santo
È questo un anno speciale dedicato a D. Bosco, nel cuore del decennio ecclesiale sull’educazione. Una sintesi, sul ricco patrimonio pedagogico, spirituale e culturale che ci ha
lasciato D. Bosco, cercano di essere le dieci schede che qui propongo, con un tentativo di
attualizzazione della sua preziosa eredità.
Sono uno strumento semplice di lettura che ha il modesto intento di evidenziare la novità
perenne del Santo dei ragazzi. Eccone i titoli:
D. Bosco oggi 1
D. Bosco oggi 2
D. Bosco oggi 3
D. Bosco oggi 4
D. Bosco oggi 5
D. Bosco oggi 6
D. Bosco oggi 7
D. Bosco oggi 8
D. Bosco oggi 9
D. Bosco oggi 10
novità perenne dell’educare
“L’educazione è cosa di cuore, ma Dio solo ne possiede le chiavi”
evangelizzazione ed educazione
fede e cultura
educazione e complessità sociale
catechesi e catechismo
crescita umana
per un nuovo umanesimo cristiano
comunione e missione nella Chiesa
Maria Ausiliatrice maestra di spiritualità
Le schede si possono leggere sul sito del delegato degli exallievi e rettore della chiesa
di S. Rocco in Sondrio
www.sanroccoso.altervista.org alla voce “spiritualità salesiana”
(prezioso curatore è il salesiano cooperatore prof. Ivano Moschetti).
Anche questo è un omaggio a D. Bosco nel bicentenario della sua nascita.
D. Franco
LA VOCE N. 1 - 2015 - 6
I nostri lutti
Mamma Lucia Negrini
MARCELLO VIGANò,
ha aspettata, mamma Lucia, la sua Rosanna, prima
di volare tra le braccia del
Signore e andare a ritrovare
il suo Attilio.
È arrivata in tempo dal Perù a
darle l’ultimo saluto, Rosanna, che con la sorella Agnese
e i fratelli Anselmo, Armando e Alessandro hanno circondato di ogni attenzione la
mamma fino all’ultimo.
La conoscevano tutti, mamma Lucia, nel quartiere San Rocco, dove è nata, cresciuta
e dove ha sempre abitato.
Figura discreta, gentile, disponibile, sempre presente alla
S. Messa in San Rocco, accompagnata il più delle volte
dalla figlia Agnese. Ha sempre seguito con l’affetto e la
preghiera la non facile vita di Rosanna in Perù, in mezzo
a tutti quei bambini con mille problemi. Ora l’aiuterà dal
Paradiso.
bella persona
sempre presente con gli ex allievi
grande uomo di teatro
L’
Mamma Linda Capelli
A
nche mamma Linda ha
aspettato il ritorno del figlio
Luciano dalle Isole Salomone
prima di volare in cielo.
Bel tipo, mamma Linda, sempre
sorridente, serena e battagliera,
attaccatissima a quel figlio missionario, che ha seguito fin dove
e fin quando ha potuto dalle Filippine alla Papua e alle Salomone, raggiante come lo può
essere una mamma alla notizia del suo incarico vescovile.
Dalla sua casa di Gilera, sopra Tirano, ha sempre tenuto
i contatti con mons. Luciano, pronta ad accoglierlo ogni
volta che riusciva a passare qualche giorno con lei, dato
che gli anni e gli inevitabili acciacchi non le consentivano
più di muoversi come una volta.
Tutti le volevano bene. Ora guarderà il suo Luciano volare
dall’alto…
Ma v e v a
arcello Viganò
passato da un po’ i
novant’anni, quando il Signore lo ha
chiamato.
L’adorata moglie
Rina, i figli Gian
Carlo, Massimo e
Alberto erano preparati: da qualche
tempo era sempre
più debole.
Noi però vogliamo
ricordare il Marcello come lo abbiamo conosciuto: sempre allegro,
sorridente, disponibile. Tutti lo stimavano.
Prima la famiglia, poi il lavoro al Fossati, e poi c’era
il mondo salesiano. L’ha confessato anche lui, in una
bella intervista che Mario Songini gli fece al compimento dei 90 anni, dove ricordava con gratitudine
gli anni passati in Oratorio e la guida dei sacerdoti
salesiani.
Sempre presente, in oratorio, in teatro, con gli ex
allievi, sempre pronto a dare una mano.
Io ricordo da ragazzo le sue strepitose interpretazioni
a teatro, la sua “vis comica” era ineguagliabile. Poi
l’ho incrociato con gli ex allievi: non ha mai mancato
un raduno, un incontro. E fin che ha potuto ha dato
una mano nel confezionare la rivista che ora state
leggendo per le spedizioni nei vari paesi.
Ciao Marcello. È stato bello conoscerti.
E chi è quel tizio che ora sta ridendo nell’ascoltare
le tue impareggiabili barzellette? Ah, è san Pietro…
b. l.
CONDOGLIANZE
Alle sorelle MARIELLA, LILIANA
e PAOLA PELOSI
per la scomparsa, a breve distanza,
di mamma PIERA e papà MARIO.
Ai figli GIANFRANCO, MARINA,
FRANCESCA e PAOLO CUCCHI
per la scomparsa di papà DARIO.
Marcello Viganò è il terzo da sinistra sul palco del vecchio
teatro salesiano.
LA VOCE N. 1 - 2015 - 7
Vita oratoriana
Festa di S. Rocco
e inizio anno oratoriano 2014/2015
L
a felice combinazione di festeggiare il nostro Santo
patrono e l’inizio del
nuovo anno oratoriano
ha consentito di vivere
il 27 e 28 settembre un
week-end in allegria e
amicizia, abbinando
tradizione e novità.
Come ormai consuetudine da alcuni anni,
il primo appuntamento
di sabato pomeriggio
ci vede coinvolti nel
pellegrinaggio al Santuario della Sassella
per affidare alla Madonna il
nostro oratorio e tutti coloro
che lo frequentano: bimbi, ragazzi, famiglie, giovani e non
più giovani, ciascuno con la
sua missione e la sua mansione
nell’attività del centro giovanile salesiano.
Più breve ma ancor più significativo – domenica mattina - il
breve pellegrinaggio in processione dietro la statua di San
Rocco dal cortile dell’ospedale al cortile dell’oratorio. Una
sentita preghiera nel luogo
simbolo della sofferenza si
abbina alla recita del rosario
e ai canti che attraversano il
quartiere per arrivare fin sulle
gradinate del cortile dell’oratorio – dove da qualche tempo
è stata posta la statua della Ma-
LA VOCE N. 1 - 2015 - 8
divertenti giochi nel perfetto clima
festaiolo di una bella domenica di
fine estate: un ottimo inizio per
l’anno oratoriano che culminerà
con i festeggiamenti del bicentenario della nascita di Don Bosco
con lo slogan “insieme protagonisti del suo sogno”.
Cristina
donna - per la celebrazione
della Santa Messa.
La festa poi prosegue con
una bellissima esibizione di
karate da parte di atleti molto abili, giovani promesse e
soprattutto con la partecipazione di alcuni atleti disabili
che – seppure in carrozzella
– hanno saputo dimostrare che
la passione per lo sport può
aiutare ad aprire menti e cuori
per superare difficoltà e barriere per raggiungere obiettivi
sempre più sfidanti. Un sentito applauso a tutti i karatechi
che sono entrati in pedana e
soprattutto a Cristina, Francesco e tutti gli organizzatori
dell’iniziativa.
Dopo il pranzo insieme, il pomeriggio prosegue animato da
Natale in allegria per piccoli
e grandi della PGS San Rocco
C
om’è ormai tradizione, anche il S. Natale
2014 è stato salutato in
allegria dalla PGS San Rocco. I piccoli atleti, intervenuti
davvero in gran numero, hanno animato la novena pomeridiana dell’ultima domenica
di avvento, offrendo i propri
pensieri e il proprio ringraziamento a Gesù Bambino.
Molto suggestivo il gesto con
cui si sono disposti simbolicamente ad accogliere la sua
nascita sistemando con cura
della paglia nella culla ancora vuota ai piedi dell’altare.
A seguire ha avuto luogo il
più classico dei
momenti conviviali con lo
scambio degli auguri in oratorio, impreziosito da tre momenti quasi indimenticabili.
Ad aprire le danze un canto
natalizio intonato dai bimbi
delle raffinate k-way che aiuteranno grandi e piccini ad affrontare gli allenamenti invernali (la nuova k-way loggata
PGS pare sia già oggetto di
culto fra i giovani sondriesi).
prima e da alcuni temerari
allenatori poi, apprezzabili
più per il coraggio che per le
doti canore. Successivamente
la scoperta di come il Natale
PGS sia stato quest’anno molto generoso, portando in dono
E per finire l’immancabile fettona di pandoro e/o panettone
per tutti! Un modo semplice e
profondamente oratoriano per
scambiarsi gli auguri più belli
e più sinceri.
Marco
LA VOCE N. 1 - 2015 - 9
I N C E N T I V I
F I S C A L I
2 0 1 5
Un sogno DI CAsA
Costruire la casa dei propri sogni, ammodernare vecchi appartamenti, ridare vita a
spazi ormai anonimi: sono desideri che tutti accarezziamo perché la casa è sempre al
primo posto per noi. Per lo stretto legame con le radici familiari, per un innato buon
gusto, per un’attenzione ai dettagli che si esaltano nella realizzazione della casa per sé
e per la propria famiglia. Idee e ambizioni che ciascuno di noi riassume nell’immagine
disegnata nella sua mente: la disposizione degli ambienti, la suddivisione degli spazi,
gli arredi e i colori. Ma non è così semplice tradurre sogni e desideri in un progetto,
per questo motivo è opportuno mettersi in mani sicure, quelle di Edil Bi, che da
oltre quarant’anni si occupa di piccole e grandi ristrutturazioni, soprattutto ora,
approfittando degli incentivi fiscali prorogati fino alla fine del 2015.
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Vita salesiana
A Tirano e Vervio in ottobre
Ricordati don Carlo Braga
e don Giuseppe Quadrio
presenza salesiana in quella
nazione, ricalcando il pionierismo di Don Carlo Braga
nella Cina e nelle Filippine.
Ha potuto essere a Tirano con
Don Remo Bracchi perché sta
frequentando un corso di aggiornamento nella Università
Pontificia Salesiana a Roma.
E’ stata una bella maniera di
introdurci alla Giornata Missionaria Mondiale del giorno
seguente.
S
abato 18 Ottobre 2014
a Tirano e Domenica 19
Ottobre a Vervio sono
state ricordate due eccezionali
figure di salesiani valtellinesi:
Don Carlo Braga, di cui è iniziato l’iter di beatificazione e
canonizzazione nelle Filippine, e Don Giuseppe Quadrio,
Venerabile e Servo di Dio.
Missionario l’uno, docente di
Teologia l’altro.
Don Carlo Braga ha realizzato un famoso sogno missionario di Don Bosco approdando
a Pechino, capitale della Cina,
nel dicembre del 1946. Successivamente fu il fondatore
di tante opere salesiane nelle
Filippine.
La parte principale della commemorazione del missionario
tiranese Don Carlo Braga è
stata incentrata sulla testimonianza di Don Carlo Maria
Savio, sacerdote salesiano
originario delle Filippine, che
nella sua vicenda personale
ha incarnato una profezia di
Don Braga a suo papà, che
voleva farsi salesiano. “Non
tu, ma il piccolo”- avrebbe
detto Don Braga. E il piccolo
era il figlio Carlo Savio, che
ora si trova in Mongolia dove
i Superiori lo hanno destinato ad essere l’iniziatore della
La domenica a Vervio
Domenica mattina si è ricordato invece il Venerabile Don Giuseppe Quadrio
nella Chiesa di Vervio, dove
il piccolo “Peppino” è stato
battezzato, si è incontrato con
Gesù nel Sacramento dell’Eucaristia ed è stato cresimato.
Qui è nato e cresciuto in una
famiglia povera, ma ricca di
valori umani e cristiani, fino
a 12 anni, nel contesto di una
comunità montana laboriosa
e parsimoniosa, attaccata alla
tradizione della vita cristiana
della parrocchia.
Don Marek, superiore di una
comunità internazionale di
studenti di teologia a Roma,
ha presieduto l’Eucaristia,
concelebrata da molti sacerdoti amici di Vervio ed estimatori di Don Quadrio e affollata di compaesani e ospiti per
l’occasione. In concomitanza
con la conclusione del Sinodo sulla Famiglia, nell’omelia
ha tratteggiato il pensiero di
Don Quadrio sull’importanza
della FAMIGLIA in campo
educativo, la rilevanza sociale
per la chiesa e per il mondo.
Si è rifatto a lettere piene di
tenerezza scritte alla mamma
e ai familiari, e soprattutto ad
alcune “Risposte” pubblicate
sulla rivista Meridiano 12,
nell’ultimo periodo della sua
vita dal letto dell’ospedale.
Riflessioni e intuizioni che
sono parse a tutti anticipatrici
degli insegnamenti del Concilio Vaticano II, che denotano
la sua squisita
sensibilità su
questi temi, la
sua profondità
di pensiero e
la sua granitica
fede. Ne è risultata esaltata la
bellezza del matrimonio e della
famiglia cristiana, l’importanza di prepararsi
a vivere questa
vocazione che
è via di santità nella chiesa,
l’insostituibile
necessità della famiglia sana
e forte per l’educazione dei
figli, il valore incalcolabile
della fede nella quotidianità
della vita familiare…
Infine, Don Remo Bracchi,
principale studioso di Don
Quadrio e promotore fervente
della sua causa, ha promesso
che per il prossimo anniversario si ripropone di raccogliere
in un libro tutti gli interventi
commemorativi su Don Giuseppe Quadrio tenuti in questi cinquantuno anni dalla sua
morte da personalità eminenti
della cultura e della chiesa.
don Enzo
Ai lettori
C
ome ogni inizio anno, troverete in allegato il bollettino di c.c.p.
Come ogni anno, siamo a chiedervi un piccolo contributo
per continuare a inviarvi “ La voce di don Bosco”.
Noi cerchiamo di limitare le spese, e siamo sinceramente
grati a quelle aziende che ci affiancano con la pubblicità e
ci consentono di diminuire i costi, ma al tirar delle somme
siamo sempre “ in rosso”.
Per questo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti i lettori.
Un aiuto piccolo, ma significativo, che ci consenta di
pareggiare i costi e di proseguire ad inviarvi ogni quadrimestre questa rivista, che spero sia apprezzata.
Sappiamo che i momenti non sono i migliori, ma chi può
ci stia vicino. Grazie. Ringrazio tutti dell’attenzione e colgo l’occasione per
augurare un anno ricco di gioie e soddisfazioni.
b.l.
LA VOCE N. 1 - 2015 - 11
Ex allievi
Lucida e coinvolgente conferenza di don Stefano Vanoli al convegno annuale exallievi
Il bicentenario della nascita di don Bosco
nella luce del 27º Capitolo Generale
Introduzione
U
n sincero ringraziamento per l’invito rivoltomi
e che ho accolto molto
volentieri, allo scopo di rendervi partecipi dell’intensissima e bella esperienza di Congregazione vissuta nell’imminenza delle celebrazioni del
bicentenario della nascita di
don Bosco. Intendo, infatti,
comunicare parte di quanto
vissuto, assieme ad altri rappresentanti della Congregazione salesiana, in occasione
del Capitolo Generale 27°,
che si è svolto a Torino e a
Roma dal 24 febbraio al 12
aprile 2014 e che ho avuto la
grazia di vivere per la seconda volta (dopo il CG 25 del
2002). Penso che ogni confratello, qualora abbia l’opportunità di prendere parte ad
un’assise così rappresentativa, debba accettare perché si
tratta veramente di un dono
unico, che apre gli occhi, la
mente e il cuore per cogliere
oggi il volto di don Bosco nel
mondo.
Secondo le Costituzioni salesiane «il Capitolo Generale è
il principale segno dell’unità
della Congregazione nella sua
diversità. È l’incontro fraterno
nel quale i salesiani compiono una riflessione comunitaria
per mantenersi fedeli al Vangelo e al carisma del Fondatore e sensibili ai bisogni dei
tempi e dei luoghi. Per mezzo
del Capitolo generale l’intera
Società, lasciandosi guidare
dallo Spirito del Signore, cerca di conoscere, in un determinato momento della storia, la
volontà di Dio per un miglior
servizio alla Chiesa».
Ecco io vorrei raccontarvi
qualcosa di questa ricca esperienza e trarre da essa qualche
elemento utile, anzitutto per
LA VOCE N. 1 - 2015 - 12
Don Franco Rustighini, il presidente ex allievi e don Stefano Vanoli
me e per i confratelli, al fine
di un cammino di Famiglia
Salesiana che onori la ricchezza che don Bosco ha saputo
seminare nel cuore di tante
persone, nel passato come nel
presente; e – mi auguro – nel
prossimo futuro. Perché tanti
giovani, anche oggi, hanno bisogno di qualcuno che come
don Bosco e con lo spirito di
don Bosco, si preoccupi per
loro, li prenda a cuore e li accompagni nell’incontro con
la persona di Gesù. Se mancano i Salesiani, se è assente
la Famiglia Salesiana, questi
giovani rischieranno di non
conoscere fino in fondo la sostanziale novità del vangelo
di Gesù – come il Papa domanda con insistenza a tutta
la Chiesa, dando lui stesso un
nobilissimo esempio.
Il Capitolo generale
come esperienza di:
a) preghiera: le giornate
sono state scandite da un
orario che ha garantito la
meditazione mattutina, la
liturgia delle ore in comune (lodi per gruppi linguistici o per “regioni” e
vespri e via crucis con tutti
i capitolari) e la concelebrazione eucaristica (per
gruppi linguistici o tutti
insieme, soprattutto nelle
occasioni più importanti)
b) fraternità: qualcuno sostiene che la durata di un
CG sia eccessiva (quarantanove giorni!). In realtà, ritengo che la durata
consenta la costruzione di
quelle relazioni tra confratelli (oltre duecento!) per
realizzare una sorta di vita
comunitaria proporzionata
al numero dei partecipanti
e di diverse provenienze
ed esperienze (stili, modalità, esperienze…)
c) missione: il CG non è
una parentesi che estrania
dalla vita di ogni giorno;
pertanto abbiamo sempre
avuto presente i giovani e
i giovani più poveri (nella
riflessione, nello scambio tra i confratelli, nelle
buone notti, nella preghiera…)
La scelta delle guide
della Congregazione
a) il processo di discernimento: come nei precedenti capitoli è stata fatta
la scelta di una guida che
facilitasse il discernimento
per l’elezione dei membri
del consiglio generale. Ha
guidato il processo padre
José Cristo Rey Garcia
Paredes della Congregazione dei Clarettiani. Lui
ha introdotto e accompagnato i singoli passi del
discernimento: una breve
introduzione sulla vita
consacrata oggi con la richiesta di indicare le due
sfide più urgenti che questo stato di vita si trova ad
affrontare; la raccolta dei
suggerimenti e la presentazione degli stessi a tutta
l’assemblea con l’indicazione statistica delle preferenze. Svolta questa prima
fase, siamo entrati nella
seconda e decisiva: quella
per l’elezione del Rettor
Maggiore e dei membri
del consiglio generale. La
metodologia seguita è stata: richiesta delle caratteristiche principali che dovrebbe avere la guida della
Congregazione, preghiera
personale e confronto,
presentazione dei risultati; indicazione di alcuni
nomi, preghiera personale, confronto, restituzione
dei risultati (due votazioni
sondaggio con indicazione numerica delle preferenze). L’ultima fase, la
mattina dell’elezione, con
l’unico scrutinio che ha
eletto don Angel Fernandez Artime come decimo
successore di don Bosco.
Procedimento analogo per
l’elezione del Vicario. Per
la scelta dei consiglieri di
settore ogni Regione ha
indicato due candidati:
uno dalla propria regione
e uno esterno alla regione.
Si è arrivati così alla scelta degli altri membri del
consiglio generale. Due
“sorprese”: il consigliere
per la formazione e quello
per l’Europa Centro-Nord
non erano in capitolo.
b) la convergenza: il fatto di
aver vissuto insieme un
tempo molto abbondante
di conoscenza e di vita, ha
permesso di raggiungere
subito, senza secondi o
terzi scrutini, la decisione
sulle persone candidate
per i ruoli indicati.
c) le persone elette: la grande
sorpresa, anche per i capitolari, è stata ovviamente
la scelta del Rettor Maggiore ma anche quella di
altri consiglieri: un africano (don Américo) come
consigliere per l’Africa,
uno statunitense (don Tim
Ploch) come consigliere
per la regione Interamericana e due membri scelti
al di fuori dell’assemblea
capitolare. Un consiglio
davvero internazionale e
interculturale (solo due
italiani).
Conclusione:
bicentenario della
nascita di don Bosco
A conclusione di questa narrazione, riprendo qualche
spunto autorevole dal Rettor
Maggiore, che nella lettera inviata ai Salesiani, dopo aver
ripreso con decisione le linee
del Capitolo generale, indica
la strada per vivere al meglio
l’anno di grazia del bicentena-
rio della nascita di don Bosco.
Questo anno è stato inaugurato, un po’ in sordina, lo scorso
16 agosto al Colle don Bosco
ed è stato preparato, sotto la
sapiente guida di don Pascual
Chávez, mediante un intenso triennio di preparazione in
tutta la Congregazione, approfondendo la realtà storica,
la pedagogia e la spiritualità
del nostro Fondatore. L’anno
di celebrazione che abbiamo
iniziato ha un duplice volto:
uno esterno, più pubblico e
ufficiale, e uno interiore, più
intimo. Duecento anni dalla
nascita di Don Bosco, suscitato dallo Spirito Santo con
l’intervento di Maria è un
tempo sufficiente per vedere
e comprendere quel che abbiamo ereditato come Salesiani
e come Famiglia Salesiana.
In primo luogo, la vita di un
uomo di Dio, un Santo che
con cuore di padre visse quel
che aveva promesso: «Ho promesso a Dio che fin l’ultimo
mio respiro sarebbe stato per
i miei poveri giovani».
E abbiamo ereditato la responsabilità di vivere e di far
diventare realtà, l’autenticità di un carisma che è nato
non da un progetto umano,
ma dall’iniziativa di Dio per
contribuire alla salvezza della
gioventù.
Celebrare nella società, nelle
città, con il popolo di Dio, il
Bicentenario della nascita di
Don Bosco ci permette di riconoscere che cosa significa
per noi avere come Padre Don
Bosco:
• è una opportunità per sentirci
grati al Signore perché, duecento anni dopo la nascita
di Don Bosco, ci troviamo
qui, come dono di Dio per
i giovani. Opportunità per
riconoscere Dio presente
nella nostra storia, poiché
constatiamo che Lui (il Dio
della Vita), ci ha sempre preceduti.
• è un impegnarci di più con
forza del Vangelo che deve
giungere in modo speciale ai
giovani, e tra loro agli umili,
a quelli che, senza aver fatto nulla perché ciò avvenga,
sono stati esclusi dalla festa
della vita.
• è un momento opportuno
per raccontare nuovamente l’attualità di un carisma
che si colloca al centro dei
problemi del mondo d’oggi,
in modo speciale del mondo dei giovani. Perché Don
Bosco continua ad avere
oggi parole e proposte per i
giovani del mondo, giacché,
anche se sono cambiate le
situazioni ed i contesti, tuttavia il cuore dei giovani, di
ciascun giovane, continua
ad avere gli stessi palpiti
di entusiasmo e di apertura
alla Vita.
Don Bosco:
un bene della Chiesa
e di tutta l’umanità
Il carisma salesiano è stato ed
è il regalo che il nostro Dio fa
al mondo, avendo scelto Don
Bosco per esso. Perciò insistiamo tanto, con convinzione,
sul fatto che Don Bosco è un
bene della Chiesa e di tutta
l’Umanità18. Egli si è formato
nel tempo, dai primi momenti dell’esistenza sulle braccia
di Mamma Margherita, fino
all’amicizia con buoni maestri
di vita e, soprattutto, nella vita
quotidiana con i giovani che,
plasmando nel quotidiano il
suo cuore, lo hanno aiutato ad
essere più di Dio, più degli uomini e più per i giovani stessi.
Celebrare il Bicentenario
nell’interiorità della nostra
Congregazione e della nostra
Famiglia Salesiana, significa vivere quel che San Paolo
raccomanda a Timoteo chiedendogli che “ravvivi il Dono
che ha ricevuto”. Per questo,
ogni volta che un salesiano,
un membro della nostra Famiglia Salesiana, vive in pienezza la propria vocazione, è
a sua volta un dono di Dio al
mondo. Celebrare il Bicentenario nell’intimità del focolare (come devono essere tutte
e ognuna delle nostre realtà)
vuol dire lasciarci interpellare
nel nostro essere e nel nostro
vivere, fino a poterci dire, con
sguardo limpido e trasparente, che «la santità dei figli sia
prova della santità del Padre».
Questa celebrazione significa
anche rievocare duecento anni
di storia di uomini e donne che
hanno dato la vita per questo
ideale, tante volte in modo
eroico, in condizioni difficili,
a volte anche estreme. Questo è un tesoro inestimabile
che solo Dio può apprezzare
nella giusta misura e a Lui
lo affidiamo. Noi siamo tra
quelli che credono che quel
1815, con la chiamata alla
vita di Giovannino Bosco e
la sua elezione da parte del
Signore, è stato solo l’inizio di
una lunga catena di testimoni
e che anche noi, come Don
Bosco, vogliamo impegnarci
ad aiutare a scrivere il futuro
della vita, e vita di credenti,
dei giovani e tra di loro i più
bisognosi, con i colori della
speranza.
Don Stefano Vanoli
LA VOCE N. 1 - 2015 - 13
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Convitto
Il Convitto di Sondrio
alla “Corsa dei Santi” a Roma
A
vventura nuova per un
gruppetto di convittori di Sondrio. Guidati
dal Catechista (Gigi SdB) e
dall’educatore (Daniele) abbiamo attraversato mezza Italia col mitico pulmino e siamo
giunti a Roma per partecipare
alla VII Edizione della “Corsa
dei Santi”. «Non c’era alcuna
velleità sportiva - racconta
Samuele, il più “anziano” tra
i ragazzi - ma solo la voglia
di fare una bella esperienza
stando insieme fra amici e
conoscere realtà nuove»; «è
più bello andare in giro con
i compagni di collegio che
con i propri genitori» incalza
Gabriele, un primino al suo
battesimo di esperienze “salesiane”. Al di là degli immedia-
ti entusiasmi, anche chi viene
dalle fredde valli del Nord,
subisce inevitabilmente il fascino della Città Eterna, e così
è stato anche per noi. Mentre
la visita ad alcuni locali caratteristici ci ha ristorato dalle nostre fatiche podistiche
(come dimenticare il chiosco
sull’Appia antica e quel posticino in via del Convento
Vecchio?!), le Chiese e i monumenti principali sono stati il
nostro pane nel tempo libero
dalla corsa. Particolarmente
gradita è stata anche la visita
al Museo di don Bosco, presso la casa salesiana del Sacro
Cuore, che custodisce cimeli
e reliquie particolari ricchi di
storia e di devozione. Ma ahimè, tre giorni, viaggio com-
preso, sono pochi e passano
presto, e così senza neanche
accorgerci, ci troviamo mesti in compagnia del pulmino
sulla via del ritorno, arricchiti
però da una esperienza unica
e indimenticabile.
Luigi Milani
Bella esibizione
del coro monti verdi
in San Rocco a metà dicembre
Verso Natale con nel cuore don Bosco, Così il Coro Monti Verdi ha intitolato la sua apprezzatissima esibizione nella chiesa di San Rocco a metà dicembre, con una quindicina di canti in parte rivolti al Natale,
altri alla pace, altri alla preghiera, Applausi nutriti e sinceri al termine di ogni canto: la maturità del Coro
– col suo direttore Tamara Della Vedova - che il prossimo anno celebrerà i 50 anni di fondazione, è ormai
conclamata su scala nazionale e anche nel repertorio religioso il Coro sa trovare spunti di notevole rilievo.
LA VOCE N. 1 - 2015 - 15
Scuola dell’infanzia
Scuola dell’infanzia “M. E Viganò”:
“Il presepe siamo noi”
Vorremmo augurare a tutti
Voi un felice e sereno anno
nuovo e vorremmo farlo
in un modo un po’ diverso
dal solito. Abbiamo deciso
di pubblicare il racconto
di una mamma che ha
descritto le sue sensazioni
sulla nostra recita natalizia,
che si è tenuta sabato 13
dicembre nel nostro teatro
salesiano.
D
alla porta laterale del teatro si avverte il chiacchierio indistinto di parenti e amici, che lentamente
occupano un posto all’interno
della sala. Si abbassano le luci
e come per incanto il vocìo
sommesso cessa di colpo.
L’attenzione è rivolta tutta
verso il palco. Lo splendido
drappo rosso si muove lentamente rivelando la magia della
scena. Su fondo scuro, in netto
contrasto, si staglia la scritta
che sarà il tema della recita: IL
PRESEPE SIAMO NOI. Poche parole che racchiudono sin
dall’inizio il significato profondo della rappresentazione.
E’ il loro momento! Quattro
bambini escono dalle tende
laterali. Sono quattro piccoli
presentatori, elegantissimi e
sicuri. Cominciano a raccontare una splendida storia di Natale e in un fiume di parole, a
turno, cominciano a chiamare
uno ad uno, i protagonisti del
“loro” simpatico presepe. Le
prime in ordine di apparizione sono delle maestose stelle
comete.
Tra il luccichio di oro, bianco
e argento, con una danza leggera e delicata, queste imponenti stelle sembrano fluttuare
nell’aria. Il loro movimento è
sottolineato dal fruscio impalpabile di un leggero e sfavillante chiffon. E’ poi la volta di
alcune simpatiche e candide
pecorelle che entrano in scena con un inedito trenino. Le
accompagnano due zelanti pa-
stori che offrono i loro doni:
burro, latte e buon formaggio
a Maria e Giuseppe. E al ritmo di un allegro “pecorelle
cha cha cha”, improvvisano
un balletto davvero divertente.
E in una piccola Hollywood
di altri tempi, con un Tip Tap
davvero originale, fanno la
loro comparsa, il bue e l’asinello. Straordinari i costumi!
Quello del bue dalle lunghe
corna, nei toni del marrone
e quello grigio degli asinelli
interpretati da bimbe impegnatissime a muovere il bacino e
i piedini per far svolazzare la
gonnellina a ruota.
Ora il presepe è quasi al completo. Mancano loro: Giuseppe, Maria e il Bambinello.
Entrano accompagnati dalla
“famiglia di Gesù”, una ventina di piccolissimi bimbi che
armonizzano un dolcissimo
canto. Sono incantevoli nei
loro “piccoli sai” tutti colorati. Cantando tutti insieme
accompagnano Giuseppe e
Maria intenti a interpretare
delle piccole scene di vita quo-
tidiana. Arriva il momento del
gran finale, tutti insieme sul
palco delineano finalmente il
più bello e simpatico presepe
vivente. Sotto la direzione attenta di suor Maria, dedicano
a tutti i presenti, un buon Natale intonando a squarciagola
un’allegra canzone.
Potevano mancare i genitori?
Si sono presentati per ultimi,
per dare, a loro modo, un contributo allo spettacolo, cantando “E’ NATALE ANCORA”.
Finalissima appropriata alla
recita, con uno sfavillante
scintillio di cappelli colorati
dai toni natalizi, rosso, blu e
oro, hanno sottolineato l’importanza della Pace, tema che
il Natale porta sempre con sé.
Questo simpatico spettacolo
natalizio, fatto di allegri personaggi e canzoni ritmate, ha
reso questa giornata speciale. E’ stato un emozionante e
sentito anticipo di Natale. Un
grazie di cuore a chi in questo progetto ha messo anima
e corpo.
Una mamma
LA VOCE N. 1 - 2015 - 17
Tre testimoni di fedeltà al Vangelo
in America Latina
Le testimonianze di monsignor Oscar Romero, Marianella Garcìa Villas
e don Pierluigi Murgioni presentate da Anselmo Palini e don Saverio Mori
Perdono e sacrificio,
vite interamente
dedicate ai poveri,
sopportando torture
e carcerazioni per
vivere la vocazione
missionaria.
«D
alla mia cella posso vedere il cielo».
Così diceva don
Pierluigi Murgioni, prete della
diocesi di Brescia, missionario
fidei donum in Uruguay, vittima di un regime dittatoriale,
incarcerato per cinque anni e
torturato con la sola accusa di
aver annunciato il Vangelo ed
essersi speso per la gente di
quel Paese sudamericano ha
cercato di resistere. Venerdì 21
novembre nella sala Vitali del
Credito Valtellinese si è tenuto
a Sondrio un incontro dedicato alle testimonianze dei
missionari perseguitati dalle
dittature sudamericane nel
corso del secondo dopoguerra. “Un percorso alla scoperta
dei testimoni di pace di libertà
e di non violenza”, guidato da
Anselmo Palini.
L’incontro è stato promosso
dalla Comunità Salesiana di
Sondrio con ex allievi e cooperatori, dalle Acli di Sondrio,
dal Gruppo famiglie dell’Oratorio San Rocco, dalla Pastorale Giovanile Salesiana e dalle suore di Santa Croce.
Palini ha ripercorso le testimonianze di tre personaggi protagonisti nella storia dell’America Latina. A raccontarle,
insieme a lui, don Saverio
Mori, missionario fidei donum in Uruguay dal 1968 al
1988, sacerdote che ora presta
il proprio servizio nell’Unità
pastorale di Santa Maria del
Giogo, in provincia di Brescia.
Don Pierluigi Murgioni
Tre figure di missionari, tre diversi modi di vivere il Vangelo
con la propria vita, attraverso
la teologia della liberazione
che si basa sul principio di
«guardare al mondo dei poveri e alla realtà dei poveri
prima di tutto», ha spiegato
don Saverio portando alla luce
le testimonianze del compagno di seminario e amico Pier
Luigi Murgioni, oltre a quelle
di Oscar Romero e Marianella Garcìa Villas, martiri della
Chiesa, morti per denunciare i
regimi totalitari sudamericani
e le loro violazioni dei diritti
umani. In quel periodo storico
vi furono molti gruppi rivoluzionari che scelsero la lotta
armata per opporsi alle dittature e alle brutalità che i milita-
Anselmo Palini
durante la sua esposizione
ri compirono in quel periodo.
Anche tra i credenti qualcuno
fece questa scelta. Altri invece decisero di percorrere fino
in fondo la strada del Vangelo e della nonviolenza, sulla
base degli insegnamenti del
Concilio Vaticano II e della
Conferenza dell’episcopato latinoamericano a Medellin. Fra
questi, appunto, i tre testimoni
citati, le cui storie diverse, che
a tratti si incrociano, hanno
come fil rouge il Vangelo a
tenerle unite e a riempirle di
senso.
«Uruguay e Salvador – ha
raccontato Anselmo Palini
– erano due paesi, in quegli
anni, molto problematici e
Pier Luigi Murgioni, insieme
a don Saverio Mori, hanno
portato avanti la loro vocazione missionaria proprio in
queste terre, subendo torture
terribili e carcerazioni perché
denunciavano le ingiustizie, le
sparizioni, la violenza utilizzata dal regime.
Le altre due testimonianze invece
parlano del Salvador. La prima
racconta Oscar
Romero, vescovo considerato
conservatore,
la cui vocazione per i poveri
matura tardi negli anni, solo
dopo l’assassinio dell’amico
Padre Rutilio Grande. In quel
momento nella sua vita cambia qualcosa: “Da un martire
nasce un altro martire”. Fu
così che Romero cominciò
a parlare sempre più spesso
delle divisioni e delle ingiustizie sociali del Salvador, al
punto che i suoi sermoni, in
cui elencava le sparizioni, gli
assassini e le torture, venivano
diffusi per radio, fino a che il
24 marzo 1980 fu assassinato
sull’altare mentre celebrava la
Santa Messa.
L’ultima testimonianza è quella di Marianella Garcia Villas,
“avvocata dei poveri e sorella
degli oppressi”, uccisa a 34
anni mentre stava raccogliendo le prove sull’uso di armi
chimiche contro la popolazione civile».
Il perdono, il sacrificio, la
vita interamente dedicata ai
poveri, sopportando le torture,
le carcerazioni, i
soprusi per vivere pienamente la
vocazione missionaria: ecco alcuni
tratti delle vite di
Marianella, Pier
Luigi e Oscar che,
testimoni ancora
attuali, ci esortano
Mons. Oscar Romero
a «riflettere sulla
via della pace e
della nonviolenza – hanno
concluso gli organizzatori –,
in un tempo in cui i venti di
guerra continuano a soffiare
prepotentemente e la corsa agli
armamenti, anche in tempo di
pesante crisi economica, non
subisce rallentamenti».
Ilaria Urbani
(dal Settimanale della Diocesi)
LA VOCE N. 1 - 2015 - 19
Volontariato
Visita a Mons. Luciano Capelli a Gizo
Alla scoperta delle Solomon’s
Ospitiamo volentieri
le testimonianze
dei coniugi Benedetto
e Nica Abbiati,
in “missione” alle Isole
Solomone, da mons.
Luciano Capelli
H
o accettato l’invito per
un periodo di volontariato alle Isole Solomon
per sperimentare un’esperienza diversa da quella, che ripeto ormai da molti anni, in
un’altra realtà molto difficile
e un po’ disperante del Sud del
Mondo. Dato che il viaggio
si è svolto nel periodo estivo, quando non sono presenti
i volontari dell’Associazione
“AMIS” che si impegnano
nella realizzazione di strutture
a servizio della comunità locale, mi sono in realtà dedicato a
supportare il Bishop Luciano
in alcune delle sue molteplici
e sempre diverse attività, cercando di rispondere al meglio
alle esigenze che di volta in
volta mi indicava.
Ho così avuto occasione di
accompagnarlo in alcuni voli
con il suo idrovolante per esigenze pastorali nelle isole vicine e di affiancarlo in alcuni
sopralluoghi finalizzati a porre
le basi per iniziative future. In
queste attività ho fatto del mio
meglio per offrirgli un supporto professionale, maturato
purtroppo in situazioni molto
Mons. Capelli “imbarca” Benedetto Abbiati sul suo prestigioso idrovolante
differenti; in queste occasioni
penso che la capacità di eseguire qualche rilievo senza
l’ausilio di strumenti tecnici e
di schizzare alcune soluzioni
progettuali, che poi ho provato
a sviluppare dopo il mio ritorno in Italia, possa essere stata
d’aiuto al Bishop per orientarlo nelle sue decisioni.
Quando il Bishop Luciano non
aveva bisogno del mio supporto, e quando non mi chiedeva
di trafficare con le antenne dei
suoi complicati collegamenti
telematici da edificio a edificio
e da isola a isola, ho cercato di
rendermi utile dedicandomi a
piccole riparazioni idrauliche
e a lavori vari per la ristrutturazione e la manutenzione
degli edifici che ospitano i
volontari durante la loro permanenza a Gizo, collaborando
con alcuni operai locali.
Questo modo di operare mi
ha lasciato il tempo e lo spazio mentale per osservare da
vicino la mentalità dei salomonesi, la loro cultura, il loro
modo di rapportarsi con la vita
e anche con la vita di fede.
Confesso che la recita dei salmi, la messa quotidiana ed i
canti, sempre armoniosamente
e spontaneamente a più voci,
sono diventati in queste settimane degli appuntamenti a
cui mi veniva naturale riferirmi; allo stesso modo il girare
per il mercato e per le poche
vie di Gizo per osservarne la
vita quotidiana, scandita da
ritmi molto rilassati e appa-
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LA VOCE N. 1 - 2015 - 20
rentemente più sereni a quelli
a cui siamo abituati. Ciò non
mi ha impedito di scorgere
anche alcuni limiti di questa
serenità, come l’apparente disinteresse per il superamento
di alcuni macroscopici limiti
della loro organizzazione sociale, il degrado ai limiti della
impercorribilità delle poche
strade presenti o dei sentieri
e l’abbandono di rifiuti ovunque; forse questo potrebbe diventare un interessante campo
di azione per la presenza dei
cattolici in queste terre e per
i volontari che la sostengono.
E chissà che in futuro possa
anch’io dare una mano un po’
più valida al Bishop Luciano…
Benedetto
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panini
piadine
primi piatti
happy hour
Paola, Manuela e Nica
sull’Isola di Moli
I
mmaginate una piccolissima isola persa nell’Oceano
Pacifico, dove il centro più
vicino con qualche migliaio di
abitanti è a 40 minuti di barca
a motore e poi un’ora di aereo,
un piccolo aereo in cui la decina di passeggeri viaggia quasi
nella cabina di pilotaggio.
Questa piccola isola si chiama Moli, saranno 2 chilometri
quadrati di foresta, un gruppo
di case in riva al mare, dove
approda la barca, e un edificio
in cima alla collina raggiungibile in 10 minuti a piedi su di
un sentiero che diventa fangoso quando piove (cioè quasi
ogni giorno).
In questo edificio azzurro,
abbastanza accogliente, tutto
in legno come spesso le case
nelle Isole Solomon, arrivano
30 maestrine delle Kindy (le
scuole materne) provenienti
dalle isole vicine, dopo viaggi
più o meno lunghi in barca
e a piedi. Ad accoglierle ci
sono Paola, Manuela e Nica,
insegnanti italiane, e Wraina,
responsabile educazione di
Gizo; si sono preparate intensamente e insieme a loro
passeranno 3 giornate di formazione, con lezioni teoriche
e pratiche, che vanno a toccare 3 punti fondamentali dello
sviluppo infantile: il corpo, la
mente, la comunicazione.
L’attenzione delle partecipanti, alcune delle quali hanno
con loro il bimbo piccolo accudito da qualche parente, è
sempre al massimo; prendono
appunti anche quando nella
stanza è quasi notte, perché
piove e la corrente arriva solo
verso le 7 di sera quando si
accende il generatore.
Sono attente anche quando
l’inglese, lingua della comunicazione, è poco chiaro e richiede la traduzione in “Pigj”
(il dialetto locale), da parte
della responsabile Wraina.
La parte pratica consiste
nell’utilizzare il materiale didattico che dall’Italia è stato
preparato e spedito: giocare
con loro perché giochino con
Paola, Manuela e Nica in partenza per l’Isola di Moli
i bambini nelle loro scuolette
sperdute nella foresta, dove
al massimo c’è una lavagna.
Insieme si sperimentano le
molteplici potenzialità di un
domino, le sequenze logiche
del memory, l’uso delle drammatizzazioni per apprendere
forme, colori, classificazioni.
Al termine delle tre giornate
le maestre si porteranno via in
un sacco di plastica una parte
di tutti i materiali con cui si
è lavorato: sarà la dotazione
didattica per la loro scuola.
Sono state tre giornate intense, nella casa azzurra sulla
collina, dove incuriositi sono
venuti in visita anche gli uomini del villaggio, elogiando
l’iniziativa e preparando per
tutte noi un pranzo a base di
pesce, naturalmente appena
pescato nel magnifico mare
che circonda l’isola.
Tra una lezione e l’altra (e tra
un acquazzone e l’altro), alcune di noi trovano il tempo per
scendere a riva ed ammirare,
con poche bracciate sott’acqua, il paradiso della barriera
corallina dove pesci e pescetti
di ogni colore nuotano lentamente.
Questa piccola iniziativa avrà
un seguito, ne sono sicura; per
me resterà un ricordo significativo delle mie tre settimane
alle Isole Solomon.
Nica
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Significativa esperienza di un gruppo di exallievi
Incredibile India!
S
iamo partiti da Sondrio
la mattina del 4 ottobre,
in un bel gruppo di dinamici “collocati in quiescenza”
coordinati dall’holiday organizer Delfino e dallo specialista
in pratiche visti Dario.
Ci siamo affiatati rapidamente
e per tutta la durata del tour
l’atmosfera è stata giocosa e
divertente, senza alcun intoppo.
Ottimi gli alberghi, cauta la
scelta del menù, bravissimo il
giovane che ci ha fatto da guida e che, con grande cultura e
un buon italiano, ha catturato
la nostra attenzione.
L’impressione che si è colta
dell’India, pur nei pochi giorni e nel piccolo campionario
delle tre città visitate, è straordinaria, stupefacente: è un
paese dai mille volti e dalle
mille meraviglie.
Le moschee, i templi, i palazzi, i mausolei, un caleidoscopio di suoni e colori (dal
bianco del marmo al rosso
dell’arenaria, dall’arancione
del curry all’arcobaleno dei
tessuti), una persistente calda
nebbia di odori speziati, i bellissimi volti di giovani e vecchi, ricchi e poveri: un quadro
indimenticabile.
Abbiamo provato una allegra
emozione in groppa all’elefan-
te che ci ha portati all’Ambert
Fort in perfetto stile Maharajas, ma la vera ebbrezza è stata
la corsa con il tuc-tuc nel terrificante slalom tra biciclette, motorini, auto e pullman,
carretti trainati da asini, cani
randagi, capre e scimmie, sacre mucche (anche loro quiescenti): immagini che ci hanno
accompagnato durante tutto il
nostro tour.
Siamo rientrati a Sondrio (che
nitore!) con il piacere di poter
ricordare questa esperienza rivedendoci nelle foto davanti al
maestoso Taj Mahal, simbolo
di una ricchezza in stridente
contrasto con la grande povertà che moltissimi indiani riescono però a mitigare con un
misto di fatalismo e dignità.
Indimenticabile India!
Daniela Marchetti
PROPOSTA DEGLI AMICI DEL SIDAMO
Relay Milano Marathon
12 Aprile 2015
Maratona a staffetta di 4 elementi
Partecipa alla
Maratona a Staffetta
con i tuoi amici e aiuta
i poveri dell’Etiopia.
Come?
Basta iscriversi
attraverso gli “Amici
del Sidamo” pagando
la normale quota
d’iscrizione.
Per ogni staffetta
iscritta 40 € andranno
direttamente
all’associazione.
Come iscriversi:
Il processo di iscrizione è automatizzato.
Per iscriversi basta andare sul sito www.
milanomarathon.it andare sulla tendina
delle “charity” e selezionare “Iscriviti con
una charity”.
Selezionare “Amici del Sidamo” e cliccare
sulla freccia “play” per accedere al sito per
iscriversi. Una volta compilati i dati, uscire
dal sito ed effettuare il pagamento direttamente
agli Amici del Sidamo – In Missione Onlus.
Modalità di pagamento: bonifico sul conto corrente Banca Prossima – IBAN
IT09K0335901600100000068818 intestato
ad Associazione In Missione – Amici del Sidamo – causale “Iscrizione staffetta Milano
Marathon 2015”.
In alternativa è possibile consegnare la quota
direttamente a un membro dell’associazione
che provvederà a farla arrivare a destinazione.
Attenzione: dopo il pagamento è necessario
avvisare chi convaliderà l’iscrizione: contattare
direttamente Vincenzo Patruno alla e-mail:
[email protected] Alla stessa e-mail è
possibile richiedere informazioni.
La quota d’iscrizione per singola staffetta è
di 145€ fino all’800° staffetta iscritta e 160€
fino alla 1600°. Dalla 1601° diventa 175€ fino
al 05/04/2015 termine ultimo delle iscrizioni.
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dall’archivio di Oreste Molinari
(anni ’65-’70)
Val Formazza. In piedi da
sinistra: G. Maria Bordoni,
Giulio Boffi, don Ugo De
Censi, Ettore Boffi, Claudio
Longato.
Accosciati: Paolo Conforto,
P. Giuseppe Molteni, Oreste
Molinari, Antonio Boscacci.
L’immagine è un po’ sbiadita.
Si riconoscono in piedi l’Ermete che
fa capolino tra i giocatori;
accosciati tra gli altri Luigi Giana,
G. Maria Bordoni, Oreste Molinari,
Giulio Boffi e Firmino Briotti.
Ragazzi e ragazze
dell’oratorio in gita
con don Rosa.
Si riconoscono Valeria
Martinelli, Dino Rossi, Adele
Giumelli, Elisabetta Novellino,
Mottalini, Oreste Molinari, G.
Carlo Bordoni.
Accosciati: Franca
Scaramellini, Antonio Viganò,
Lorenzo Berini.
Da sinistra: Giulio e Guido
Boffi, Giovanni Del Curto,
Rosanna Boffi, Oreste
Molinari, G. Franco De Pedro,
Giuseppina Boffi, Fausto De
Pedro, Ettore Boffi, Enrico
Pelucchi.
Le due signore alla sinistra
di don Rosa sono mamma
Esterina Boffi e mamma
Parolo.
Sui monti di Valtellina.
In piedi da sinistra Guido Boffi, Gianfranco
De Pedro, Roberto Bernardi, don Vittorio
Rosa, Balgera. Accosciati: Alessio Abram,
Valerio Negrini e Oreste Molinari.
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