cinema ambiente natura esplorazione

Transcript

cinema ambiente natura esplorazione
di terra e di cielo
ottava edizione
cinema
ambiente
natura
esplorazione
8 maggio - 18 giugno 2015
un progetto di: Filmstudio ’90, Arci, Lipu, Legambiente
promosso insieme a: ACP Balerna, AFRICA&SPORT, AAIG - Associazione Italiana
Insegnanti di Geografia, CAI sez. Varese e Gallarate, CAST, Coop. Soc. Mondi
Possibili, Medici con L’Africa CUAMM - Varese, UAAR, Yacouba
con il patrocinio di: Provincia di Varese, Comune di Varese, Comune di Brinzio,
Comune di Carnago, Comune di Castronno, Comune di Daverio, Comune di
Gallarate, Comune di Inarzo, Comune di Olgiate Olona, Comune di Viggiù,
Università degli Studi dell’Insubria, Parco Regionale del Campo dei Fiori, Comunità
Montana Valli del Verbano, Fondazione Triulza
con la collaborazione di: COE, Sondrio Festival, White Fox Communications, Coop
Lombardia, Slow Food Varese
media partner: Cinequanon, Notiziario delle Associazioni, VareseNews
ideazione e coordinamento: Giulio Rossini
fotografia di copertina: Marta Longo
redazione catalogo e ufficio stampa: Marta Crivelli, Andrea Ganugi
grafica e impaginazione: Mauro Franzoni, esigere.it
stampa: Centro Litografico Comunale, Varese
proiezioni e assistenza tecnica: Altera Snc, Matteo Angaroni, Samuele Danini,
Mario Ferrario, Costantino Di Gregorio, Angelo Sacco, Emilio Terreni
di terra e di cielo
CINEMA, AMBIENTE, NATURA, ESPLORAZIONE
,
dall8 maggio al 18 giugno 2015
ottava edizione
Varese: Sala Filmstudio 90 – Via De Cristoforis, 5
Cinema Teatro Nuovo – Viale dei Mille, 39
Aula Magna Università – Via Dunant
Sala Montanari – Via Bersaglieri, 1
Sede Arci - Via Monte Golico 14
Balerna (TI): Sala ACP – Via San Gottardo 102
Brinzio: Museo della Cultura Rurale Prealpina – Via Trieste 24
Carnago: BICA – Via Libertà 9
Castronno: Sala Polivalente – Piazza del Comune
Daverio: Palazzina della Cultura – Via Verdi
Gallarate: Scuderie Montanari – Via XX Settembre ang. via Venegoni
Inarzo: Sala Polivalente – Via Patroti 28
Olgiate Olona: Teatrino Villa Gonzaga – Via Luigia Greppi 9/11
Viggiù: Salone SOMS – Via Borromeo, 19
Segreteria organizzativa: Filmstudio 90 - Via De Cristoforis 5, Varese
Tel. 0332.830053 - www.filmstudio90.it
1
DI TERRA E DI CIELO 2015
L’ottava edizione della rassegna “Di terra e di cielo - cinema, ambiente, natura, esplorazione“,
proporrà numerose presentazioni di film e documentari inediti, spesso alla presenza dei registi o di professionisti sui temi ambientali, dibattiti e momenti d’incontro. L’iniziativa, unica
nel suo genere nella nostra regione, si qualifica come progetto di rete che investe tutto il territorio provinciale, e si articolerà in 28 serate (ma ogni film è disponibile per mattinate scolastiche) dislocate a Varese e altri comuni della provincia e a Balerna, nel Cantone Ticino.
Il progetto come in passato intende essere divulgativo e al contempo impostato scientificamente. La partecipazione dell’Università dell’Insubria ha consentito di realizzare una sezione
di incontri multimediali e di presentazione di documentari naturalistici, che si affiancheranno agli altri temi toccati dall’iniziativa, che ha sempre prestato attenzione alla divulgazione
di un’agronomia rispettosa dell’ambiente, ai problemi dello sviluppo sostenibile e alle buone pratiche in campo ambientale, tutte tematiche che rientrano negli obiettivi di EXPO 2015.
Nell’ultima settimana della manifestazione, sette appuntamenti particolarmente in linea con
i valori veicolati da Expo dei Popoli e della Fondazione Triulza, sono riuniti nella sigla Expo
for the Rights: siamo convinti infatti della necessità di intervenire con forza sui modelli
agroalimentari dominanti, che strutturalmente causano disuguaglianze e negazione di diritti, in primo luogo quello dell’accesso al cibo, promuovendo un dibattito pubblico sul diritto
al cibo e sulle azioni a sostegno della realizzazione globale della Sovranità Alimentare.
Il coinvolgimento del Festival di Sondrio – Mostra Internazionale dei documentari sui Parchi
e del COE di Milano ha consentito di arricchire la rassegna con film e documentari inediti,
mentre la ricerca di opere indipendenti, magari presentate in piccoli festival, permette di
rendere giustizia al lavoro di ricerca sul campo, faticoso e appassionato, di registi già conosciuti al grande pubblico (come Gianfranco Pannone, già ospitato a Varese in passato, o
Paolo Pisanelli, con il suo Buongiorno Taranto) o di giovani film maker, come Paolo Casalis
e Tiziano Gaia, autori di Barolo Boys (in programma a Inarzo), e Joseph Peaquin, che firma
Sul filo, girato sulle alpi aostane.
Alcuni incontri importanti si terranno alla Sala Montanari, a cominciare dalla serata che vede coinvolti Angelo e Alfredo Castiglioni, che parleranno della loro esperienza di viaggi di
esplorazione, con particolare riferimento al tema dell’acqua in Africa, e all’incontro con
l’antropologo Marco Aime, in una serata dedicata al cibo, alle risorse alimentari e agli sprechi. Il terzo appuntamento sarà dedicato al nostro territorio e in particolare ai parchi: dopo
la presentazione di ricerche effettuate anche in ambito scolastico, avremo la proiezione dell’ultimo documentario realizzato da Marco Tessaro, regista varesino che firma L’equilibrio
(realizzato in collaborazione con la Comunità Montana del Verbano e la Lipu) e la sigla filmata della manifestazione.
Un ringraziamento a tutti gli enti e all’Università dell’Insubria che hanno collaborato con le
associazioni per la realizzazione di questo progetto che ovviamente ci auguriamo contribuisca anche alla sensibilizzazione verso la costruzione di buone pratiche di salvaguardia
ambientale.
2
venerdì 8 maggio
ore 20.30
Varese
Cinema Teatro Nuovo
Ingresso euro 6
LEVIATHAN
di Andrey Zvyagintsev - Russia 2015, 140’
Premio per la miglior sceneggiatura al Festival di Cannes.
Quando un uomo si sente stretto in una morsa di ansia di fronte alla necessità e all’ncertezza, quando si sente sopraffatto da immagini fosche del futuro, quando è spaventato per i suoi cari e timoroso
che la morte sia vicina, che cosa può fare se non rinunciare alla sua
libertà e ai propri diritti naturali e consegnare questi beni preziosi,
stringendo un patto con gli altri individui, ad una singola persona di
fiducia in cambio di sicurezza e protezione sociale o addirittura dell’inserimento in una illusoria comunità.
La visione di Thomas Hobbes dello Stato è quella di un filosofo sul
patto dell’uomo con il diavolo: lo vede come un mostro creato dall’uomo per evitare la guerra di “tutti contro tutti” e per il suo comprensibile bisogno di ottenere sicurezza in cambio della propria libertà, l’unico vero proprio bene. Proprio come siamo tutti dalla nascita macchiati dal peccato originale allo stesso modo siamo nati
tutti in uno Stato. Il potere spirituale dello stato sull’uomo non conosce limiti. L’alleanza tra l’uomo e lo stato è sempre stato un tema
molto discusso in Russia.
Se il mio film è radicato in Russia è perché io non sento nessuna parentela, nessun legame genetico con nessun altro paese. Ma sono
anche profondamente convinto che in qualsiasi società ognuno di
noi vive, dalla più arcaica alla più sviluppata, tutti dovremmo confrontarci un giorno con questa alternativa: vivere come uno schiavo
o vivere come un uomo libero. E se ci illudiamo che possa esistere
una sorta di potere dello stato che ci possa sollevare da questa scelta, stiamo sbagliando.
Nella vita di ogni uomo esiste un momento in cui ci si trova ad affrontare il sistema, il Mondo e a decidere di lottare per il proprio
senso di giustizia, per il proprio significato di Dio sulla terra. È ancora legittimo fare queste domande allo spettatore, cercare ancora un
eroe su questa terra, un figlio di Dio, ed è questa la ragione per cui
la mia terra non ha ancora perso me o quelli che hanno realizzato
questo film.
Andrey Zvyagintsev
3
in apertura della serata
apericena
in collaborazione con
Mondi Possibili
e inaugurazione
della rassegna
con i responsabili degli
enti e delle associazioni
promotrici
domenica 10 maggio
ore 14.45 e 16.45
Varese
Sala Filmstudio 90
Ingresso euro 5
IL MIO AMICO NANUK
di Brando Quilici e Roger Spottiswood, Italia/Canada 2014, 98’
domenica 10 maggio
per le mamme:
laboratori creativi per i tuoi pargoli
mentre tu puoi fare
“shopping” gratis spulciando nella
nuova collezione estiva
per i figli:
se ti sei dimenticato di fare un regalo
alla tua mamma, venendo insieme
al baratto NOI le regaleremo un Kg di
vestiti e TU puoi prenderti il merito
per tutti:
musica, merenda, aperitivo
e tanta allegria!
Il giovane Luke vive nella regione artica in cui nascono gli orsi polari. Il padre è annegato fra i ghiacci e la madre, che è una ricercatrice, cerca di proteggere lui e la sorella Abby da ogni pericolo. Un
giorno un’orsa bianca si avvicina all’abitato della città di Devon e le
forze dell’ordine, dopo averla narcotizzata, la trasportano presso il
lontano Cape Resolute. Peccato che l’orsa avesse con sé un cucciolo che viene ritrovato a Devon proprio da Luke…
“Questa è la storia di una grande amicizia”, esordisce la voce fuori
campo di Luke, ed è vero: Il mio amico Nanuk è innanzitutto il tenero resoconto minuto per minuto della straordinario rapporto di
affetto e complicità che si crea fra il ragazzo e l’orsetto (ma anche
fra l’interprete umano e quello animale). Vediamo Luke e Nanuk
giocare, rotolarsi insieme, scambiarsi il cibo, e più volte è l’orsetto a
venire in soccorso del ragazzo, non viceversa. Ma il film, nato da un
soggetto di Brando Quilici, figlio di Folco, che è anche il regista delle meravigliose sequenze artiche del film (roba da National Geographic, per capirci) è anche altro: una parabola su come i giovani maschi, soprattutto se privi di una figura paterna, devono avventurarsi nel mondo uscendo da sotto l’ala protettiva delle madri, e di come le madri devono imparare a fidarsi dello spirito di avventura dei
propri figli. Questo messaggio non va a scapito dell’mportanza dell’educazione materna: infatti Luke cerca di riportare Nanuk alla sua
mamma perché sa che sarà lei, per i primi due anni e mezzo, ad insegnargli tutto quello che gli servirà per sopravvivere.
Nel film c’è un altro personaggio maschile di grande interesse, la
guida Muktuk, interpretata dall’attore croato Goran Visnjic. È lui,
che vive in simbiosi con la natura e con gli indigeni che gli hanno
regalato il suo soprannome, ad accompagnare da lontano Luke nel
suo percorso di crescita, un percorso ispirato alla poesia Se di Rudyard Kipling. (…) Il mio amico Nanuk è una favola ecologista che
mostra amore e rispetto per la natura e incoraggia gli uomini.
Paola Casella - MyMovies.it
4
lunedì 11 maggio
ore 21
Varese
Sala Filmstudio 90
Ingresso euro 5
SUL VULCANO
di Gianfranco Pannone, Italia 2014, 80’
Presentato nella selezione ufficiale, fuori concorso, alla 67a edizione del Festival di Locarno
Maria, Matteo e Yole: tre vite ai piedi del Vesuvio, in un luogo unico
al mondo, ricco di miti, storia ed evocazioni letterarie. Maria, che vive
e lavora in un’azienda florovivaistica ai piedi di una villa vesuviana in
abbandono, “coltiva”anche le proprie curiosità intellettuali ed è una
custode discreta del vulcano. Matteo, pittore di talento, rimette in gioco le sue opere fatte con la lava, testimonianza di un legame profondo con la terra da cui non si è mai staccato. Yole, cantante “neo-melodica”, vive la propria libertà di giovane donna conciliandola con
un’autentica devozione per la Madonna, espressione popolare di un
sacro che ha sempre caratterizzato il Vesuvio, da Dioniso/Bacco a San
Gennaro. E se il proverbiale fatalismo partenopeo, dietro cui vive ancora oggi una diffusa devozione religiosa, derivasse proprio dalla presenza del vulcano, che per ben due millenni ha dato e preso alla gente che vive sotto di lui? Ma oggi chi è più pericoloso? Il Vesuvio, che
potrebbe risvegliarsi da un momento all’altro, o l’uomo, che in meno
di cent’anni ha prodotto danni d’ogni genere? E sorge spontanea un’ltra domanda: com’è stato possibile, tra case abusive e discariche d’ogni genere, produrre tanta bruttezza in così tanta bellezza?
(…) Il documentario e il disagio: un matrimonio naturale, per la necessità e l’urgenza di filmare ciò che non va, quel che non si vorrebbe vedere ma che si deve sapere. Gianfranco Pannone ha alle spalle una lunga
carriera di autorevolezza nell’ambito, caratterizzata dal coraggio dimostrato nell’affrontare temi spesso scomodi. Sul vulcano nasce da un’idea
che forse è anche una necessità, quella di raccontare un luogo geografico che è anche il simbolo di un peculiare luogo geo-politico. Napoli e
il Vesuvio, il Vesuvio e Napoli: amore e odio, vittima e carnefice, in
un’impressionante simmetria e intercambiabilità dei ruoli, visto ciò che
(in negativo) sono stati in grado di fare i napoletani durante la quiete del
temuto vulcano. Degrado del territorio, edilizia abusiva e tutti i mali tristemente noti, che appartengono alla texture di una narrazione che non
si sofferma sul caso singolo da indagare, ma guarda al quadro generale, guidata dalla voce dei suoi protagonisti. Emanuele Sacchi, MyMovies
5
Gianfranco Pannone (Napoli 1963)
vive e lavora a Roma.
Tra il 1990 e il 1998 ha prodotto e
diretto la trilogia composta da Piccola America, Lettere dall’America,
L’America a Roma e nel 2001 Latina/Littoria. Tra i suoi medio e lungometraggi Pomodori (1999), Sirena operaia (2000), Pietre, miracoli
e petrolio (2004), Io che amo solo
te (2005), Cronisti di strada (2006),
100 anni della nostra Storia (2006),
Il sol dell’avvenire (2008), Ma che
Storia… (2010), Scorie in libertà
(2011), Ebrei a Roma (2012), Sul
vulcano (2014).
I suoi film documentari, attenti in
particolare all’Italia, con tutte le sue
ricchezze e contraddizioni sia storiche che antropologiche, gli sono valsi partecipazioni e riconoscimenti in
molti festival italiani e internazionali.
Insegna Cinema documentario al
Dams dell’Università Roma Tre e regia al Csc – Centro Sperimentale di
Cinematografia di Roma e dell’Aquila. Ha scritto con Giovanni Fasanella Il sol dell’avvenire, Ed. Chiarelettere, diario tragicomico di un
film politicamente scorretto, e con
Mario Balsamo L’officina del realeFare un documentario dall’ideazione al film (Cdg). È responsabile della sezione Open eyes del Medfilm
Festival di Roma.
mercoledì 13 maggio
ore 20.30
Carnago
BICA
Ingresso gratuito
PRESI PER IL PIL
di Stefano Cavallotto, Andrea Bertaglio, Lorenzo Fioramoni, Italia 2014, 65’
Prima del film
piccolo rinfresco
a cura di VOGAS di Carnago
e LUMAGAS di Solbiate Arno
Comune di Carnago
Il vero dogma dei nostri tempi? Quello del PIL. Che, in effetti, è il
dominatore assoluto di media, politica e purtroppo opinione pubblica. Sviluppo uguale crescita, recita il mantra. E la crescita non può
che essere l’aumento del Prodotto Interno Lordo, il PIL. In molti, però, iniziano a non essere più d’accordo, se non altro per i risultati
(ambientali, sociali, occupazionali ecc) che una dopata e irrealistica
crescita economica ci ha ormai portati ad ottenere.
Non solo economisti, studiosi e opinion-maker che nel film spiegano in modo semplice come il PIL abbia colonizzato il discorso politico ed economico, ma anche tante persone comuni che tentano nella loro vita quotidiana di liberarsi da questo assunto ideologico,
adottando pratiche alternative. Persone che hanno scelto di vivere
senza più inseguire il mito della crescita infinita imposto dal sistema.
Che hanno scelto, ognuno nel suo ambito e a suo modo, di mettere in pratica nel quotidiano la teoria della decrescita. Questo film è
un viaggio lungo l’Italia alla scoperta di alcune di queste storie.
Quella degli abitanti di Pescomaggiore, un piccolo paese vicino a
L’Aquila, che con l’aiuto di tanti volontari da altre parti d’Italia e
dall’estero costruisco da zero un eco-villaggio seguendo i metodi
della bioedilizia. Quella di Marta e Giorgio, che hanno deciso di vivere e lavorare con i loro figli in Valle Maira, alle porte di Cuneo,
allevando capre e producendo formaggi. C’è la storia di Roberto,
altro coraggioso “decrescista” che, dopo essersi dimesso da avvocato, ha optato per un part-time e con la sua famiglia è tornato al
proprio paese d’origine, in provincia di Cagliari, dove si auto-produce la maggior parte di ciò che a lui, sua moglie e suo figlio serve per vivere.
E infine quella del circolo torinese del Movimento per la Decrescita
Felice, che con le sue numerose attività non solo sensibilizza sempre
più persone verso certe tematiche, ma dimostra che è possibile vivere la decrescita anche se si vive in una grande città.
Andrea Bertaglio
6
venerdì 15 maggio
ore 21
Daverio
Palazzina della Cultura
Ingresso gratuito
SENTIRE L’ARIA
di Manuele Cecconello, Italia 2010, 94’
Sentire l’aria è un film documentario di Manuele Cecconello prodotto da Prospettiva Nevskij e dalla Camera di Commercio di Biella. È
un film strano e affascinante, anche se non esattamente “facile”.
Narra la storia di Andrea, un ragazzo che a sedici anni decide di lasciare la scuola per fare il pastore tra la pianura, le valli e la montagna biellese.
Per raccontare questa storia l’autore del film ha vissuto per un anno insieme ad Andrea e al suo gregge, seguendone la transumanza. “Sentire l’aria” è quasi un film muto, il primo dialogo è a metà
film e in biellese stretto. Tuttavia non è la parola, ma il suono della
natura, ad essere protagonista del film: la pioggia, il vento, le “bestie” riempiono tutto il film, che riesce persino a far sentire il suono
di una giornata di sole.
Andrea, il protagonista, non ha dubbi sulla scelta di vita che ha fatto ma, allo stesso tempo, è conscio di avere una mentalità diversa
rispetto a Niculìn, il pastore che lo ha preso con sé per insegnargli il
mestiere. È questo, guardando il film dal punto di vista dell’ambiente, la cosa più interessante: riuscirà Andrea, che ha un cellulare e conosce pregi e difetti della “vita moderna”, a trovare una sintesi tra
la vecchia vita del pastore e la modernità?
Riuscirà a reinventarsi il mestiere per farlo rendere anche economicamente, come afferma di voler fare, nonostante la sempre maggiore scarsezza di pascoli, ormai divorati da centri commerciali e autostrade? Ma, soprattutto, riuscirà a non cedere alle tentazioni della vita facile, di poca fatica, che tutti i suoi coetanei vivono?
“Sentire l’aria” è un film documentario (forse più un film che un documentario) esteticamente bellissimo, con un’ottima fotografia e
regia che riescono a rendere molto bene allo spettatore i cambi di
stagione e il clima. È un film dai tempi lunghi, che si apprezza decisamente di più in una piccola sala proiezione rispetto a vederlo in
televisione. Se riuscite a trovare una proiezione dalle vostre parti, ne
vale la pena.
Peppe Croce, Ecoblog.it
7
Saranno presenti
Luisa Broggini e
Massimo Crugnola
agricoltori biologici
Il film sarà replicato
lunedì 18 maggio, ore 20.30
Balerna (TI), Sala ACP
Comune di Daverio
sabato 16 maggio
ore 21
Viggiù
Salone SOMS
Ingresso gratuito
LA GUERRA DI ANAÏS (Anaïs s’en va-t-en guerre)
di Marion Gervais, Fr. 2014, 46’ - Produzione: Quark Productions
traduzione e sottotitoli a cura di Guido Negretti
Name Diffusion
Comune di Viggiù
lunedì 18 maggio
ore 20.30
Balerna (TI)
Sala ACP
ingresso gratuito
SENTIRE L’ARIA
(replica, scheda a p. 7)
Serata a cura di ACP
all’interno del progetto
“Cittadinanze in visione”.
Introduzione a cura
di Massimo Daviddi
Anaïs ha 24 anni e la stoffa della guerriera. Se la prende con le erbacce, con i capricci del tempo bretone, con la poca disponibilità
delle autorità, più propense a sostenere la creazione di stupidi villaggi per turisti che la sua coltivazione di piante aromatiche e erbe
medicinali biologiche piantate, curate e trasformate in tisane con le
sue mani. Ma la sua passione per timo, citronella, menta piperita,
coriandolo, origano, camomilla e qualsiasi altra meraviglia di madre
natura è più forte di tutto e la aiuterà a superare i numerosi ostacoli che si frappongono alla realizzazione del suo sogno. Lavora 80 ore
alla settimana per racimolare 300 euro al mese. Ma non molla. Ama
la sua libertà se non di più, almeno quanto le sue piante. Da una
piccola roulotte in mezzo ai campi riesce ad affittare una casetta
con tanto terreno intorno. Poi sul suo cammino si imbatte in Olivier
Roellinger, uomo d’affari, cuoco stellato e soprattutto grande appassionato di erbe. La sua ostinazione lo seduce, la qualità delle sue
miscele pure. Anaïs ha vinto la sua guerra.
Rsi.ch
A seguire:
NITRITI DI LIBERTÀ - Un anno tra i cavalli del Bisbino
di G. Volonterio, Svi./It. 2012, 30’
I Cavalli del Bisbino, 24 splendidi esemplari avelignesi dalla bionda
criniera, sono diventati i protagonisti di un film girato da Gianni Volonterio che sta ricevendo numerosi riconoscimenti in Svizzera e in
Italia. Nitriti di libertà, questo il titolo del film, ha ottenuto una medaglia d’argento a Swiss Movie di Friburgo e il premio speciale della giuria “Coup de coeur”. Si è inoltre classificato secondo alla Rassegna internazionale della cinematografia di montagna di Lugano.
Il film, pieno di poesia e di sensibilità, è stato girato sui suggestivi
pascoli del Monte Generoso e rappresenta un inno alla natura e un
omaggio a questo splendido branco di cavalli che ha saputo conquistare il cuore di tante persone.
Ticinonline
8
giovedì 21 maggio
ore 21
Gallarate
Scuderie Martignoni
Ingresso gratuito
SUL FILO
di Joseph Peaquin, Italia 2014, 73’
Tutto ciò che si vede in questo documentario sul Soccorso Alpino in
Valle d’Aosta è drammaticamente reale, sono gli interventi filmati
nel corso di due stagioni, estate e inverno, di una équipe di soccorritori (due guide alpine e un medico anestesista-rianimatore).
Base all’aeroporto di Aosta, elicottero sempre pronto, straordinari
cani da valanga all’occorrenza, ma soprattutto le vite ordinarie degli operatori che hanno scelto di diventare dei veri e propri angeli
della montagna. Le immagini ci portano a prestare soccorso per
ogni tipo di urgenza: dall’incidente stradale alla partoriente in una
frazione di montagna, dall’aereo ultraleggero capottato in un prato
al malato grave che vive in una frazione isolata.
Ma soprattutto ci sono gli incidenti di montagna dovuti a fatalità
oppure a inadeguata preparazione o a sopravvalutazione delle proprie forze. C’è sempre un elicottero pronto a intervenire e coraggiosi operatori a calarsi con il verricello in zone impervie, a rassicurare,
curare, prendendo decisioni dettate dall’urgenza. E in tutto il documentario non c’è ombra di retorica, neppure quando il medico Silvia Roero si lascia andare a riflessioni sul suo lavoro con la morte
sempre al suo fianco, sia che l’intervento si risolva positivamente per
l’infortunato, sia che si tratti di andare a constatare il decesso di un
malcapitato caduto in un torrente.
Péaquin accanto a immagini e situazioni che lasciano con il fiato sospeso propone anche le ore di attesa nelle giornate alla base del
Soccorso Alpino Valdostano, l’addestramento dei cani e i pochi attimi di svago degli operatori. Che sono, insieme a Silvia Roero, Lucio Trucco e Rudi Janin. Prodotto da DocFilm con l’indispensabile
contributo della locale film commission e della Fondazione CRT.
Riccardo Caldara
A cura del CAI sezione di
Gallarate.
Sarà presente il regista
Il film sarà replicato
venerdì 22 maggio, ore 21
Castronno, Sala Polivalente
Sarà presente il regista
Sezione di GALLARATE
9
Comune di Gallarate
venerdì 22 maggio
ore 21
Varese
Aula Magna via Dunant
Ingresso gratuito
Vivere in montagna, custodire la montagna
Serata a cura del CAI
in collaborazione con
Università dell’Insubria
Incontro con Roberto Andrighetto, Presidente Commisione Regionale Tutela Ambiente Montano.
A seguire: proiezione del film
VOCI DALLA VAL MONTONE
di Massimo Alì Mohammad, Italia 2013, 57’
Sezione di VARESE
venerdì 22 maggio
ore 21
Castronno
Sala Polivalente
ingresso gratuito
SUL FILO
(replica, scheda a p. 9)
Serata a cura di
Legambiente Castronno
e CAI sezione di Gazzada
Sarà presente il regista
Quali sono le voci della Val Montone? Il canto degli uccelli, l’acqua
che gioca tra i sassi del torrente, il frinire delle cicale. Le mani dei
poco più di duecento abitanti della valle parlano della quotidianità,
sono mani che accudiscono gli animali, li mungono, fanno il formaggio, tagliano gli alberi, coltivano l’orto, mietono i campi, cuociono il pane. I loro passi calcano prati scoscesi, boschi fitti e porticati antichi e i loro occhi spaziono tra i due versanti dell’Appennino.
Voci dalla Val Montone racconta la realtà di questa vallata, ricca di
natura, umanità e storia all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Il documentario nasce in seguito alla ricerca svolta
nel 2011 nell’alta Valle del Montone e all’attività compiuta nel 2012
dalla commissione Tutela Ambiente Montano dell’Emilia Romagna
del Club Alpino Italiano.
È la storia di una valle al confine tra l’Emilia-Romagna e la Toscana,
raccontata dagli agricoltori e allevatori che da generazioni l’hanno
abitata. Il documentario ha partecipato al Trento Film Festival, Lessinia Film Festival, Appennino Film Festival (1° premio), Cervinia Film
Festival (premio Bell’Italia), ViaEmiliadocfestival. Il film è prodotto
dal Cai, Commissione Tutela Ambiente Montano Emilia-Romagna,
e dall’Associazione Feedback di Ferrara.
10
sabato 23 maggio
ore 21
Inarzo
Sala Polivalente
Ingresso gratuito
BAROLO BOYS - Storia di una rivoluzione
di Paolo Casalis e Tiziano Gaia, Italia 2014, 64’ - produzione Stuffilm Creativeye
Premio DOC Wine Travel Food 2014
Con Elio Altare, Chiara Boschis, Marco de Grazia, Giorgio Rivetti, Roberto Voerzio. Con la partecipazione di Carlo Petrini, fondatore e presidente di Slow Food, Oscar Farinetti, presidente di
Eataly.
Il meraviglioso paesaggio delle Langhe fa da sfondo alla storia di un
gruppo di amici, i “ragazzi ribelli” che hanno reso grande il vino italiano, tra conflitti generazionali, geniali intuizioni e polemiche mai
sopite.
Langhe, Piemonte meridionale, 1983. Elio Altare, un giovane contadino stanco delle proprie misere condizioni di vita, scende nella
cantina del padre e con una motosega demolisce le vecchie botti
per l’affinamento dei vini. È la scintilla che appicca il fuoco rivoluzionario sulle colline del Barolo, dove una nuova generazione di piccoli produttori, partiti con scarsi mezzi e animati da un inedito spirito di squadra, andrà alla conquista dei mercati di tutto il mondo.
Questo gruppo passerà alla storia col nome di “Barolo Boys”: Elio
Altare, Chiara Boschis, Giorgio Rivetti, Roberto Voerzio e Marco de
Grazia sono alcuni dei protagonisti di questa storia di coraggio e determinazione.
Ma è anche una storia controversa e difficile: per anni una feroce
guerra ideologica li ha visti contrapporsi alla generazione dei patriarchi, fieri oppositori delle novità introdotte dai figli ribelli della
Langa; lo stesso Elio Altare, leader dei “modernisti”, sarà diseredato dal padre.
A distanza di quasi trent’anni, che cosa resta di quell’esperienza? E
più in generale, come domanda uno dei protagonisti del film,
“Quale rivoluzione ha mai avuto successo?”.
Barolo Boys. Storia di una rivoluzione traccia la parabola, breve ma
intensissima, di un gruppo di produttori che ha cambiato in modo
indelebile il mondo del vino.
Sarà presente il regista
Paolo Casalis
In collaborazione con
Seguirà degustazione offerta
dall’azienda vinicola
Cascina Piano d’Angera IGT
Comune di Inarzo
11
sabato 23 maggio
ore 18.30 e ore 21
domenica 24 maggio
ore 18.30 e ore 21
Varese
Sala Filmstudio 90
Ingresso euro 6
¡VIVAN LAS ANTIPODAS!
di Victor Kossakovsky, Germania/Argentina/Paesi Bassi/Cile/Russia 2011, 100’
Victor Kossakovsky
¡Vivan las antipodas!, è un magnifico documentario presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2011 e firmato da Victor Kossakovsky, uno dei più grandi documentaristi viventi. Con questo film, uno
stupefacente e particolare viaggio intorno al mondo, Kossakovsky ha realizzato un suo desiderio d’infanzia. Da bambini, non ci siamo forse domandati tutti dove sbucheremmo se scavassimo una galleria che passasse per il centro della terra? Chi non si è mai chiesto che cosa stia succedendo in questo preciso momento sotto i nostri piedi dalla parte opposta
del pianeta? In ¡Vivan las antipodas! tali fantasticherie diventano realtà.
Attraverso immagini mozzafiato e uno straordinario montaggio compiamo un viaggio verso quei rari luoghi abitati del pianeta che possiedono
degli antipodi. Scopriamo le meraviglie e le contraddizioni della natura e
degli esseri umani intorno al mondo. Eccezionali movimenti di macchina,
nuove ed esaltanti prospettive mettono alla prova la nostra convenzionale visione della realtà. Un’opera unica, che celebra il nostro pianeta e i
suoi abitanti in tutto ciò che li rende opposti e al contempo uguali.
(…) La storia è ambientata in quattro coppie di luoghi opposti sulla terra: Argentina-Cina, Cile-Russia, Hawaii-Botswana, Nuova Zelanda-Spagna. Si racconta di un pescatore solitario in un villaggio argentino e di
una donna che vende pesce in una rumorosa strada di Shanghai, di un
guardiano del faro cileno a Capo Horn e di un ufficiale di bordo sul lago
Baikal. Le loro storie sono antitetiche e simili allo stesso tempo.
“Un giorno viaggiando in Argentina – dice il regista – vidi un uomo che
pescava da un piccolo ponte in un piccolo villaggio. Nella luce del tramonto, quel posto così semplice mi è sembrato il più meraviglioso al
mondo. Ho pensato: cosa accadrebbe se tirassi ben più in fondo quel filo della canna da pesca, attraverso il centro della terra? Cosa avrei visto
esattamente dall’altra parte? Qualche volta accade che hai una buona
idea per un film ma poi, quando davvero la realizzi, capisci che l’idea era
migliore della realtà. In ¡Vivan las Antipodas! accade invece che gli opposti coesistano. L’idea era buona, ma cosa realmente ho trovato è
qualcosa di incredibile e sorprendente”.
Primissima
12
lunedì 25 maggio
ore 21
Brinzio
Museo della Cultura
Rurale Prealpina
Ingresso gratuito
L’ULTIMO OCEANO (The Last Ocean)
di Peter Young, Nuova Zelanda 2012, 53’
Sondrio Film Festival 2014, Premio Parco Nazionale dello Stelvio
Il Mare di Ross in Antartide è la parte di oceano più incontaminata In collaborazione con
del pianeta. I ricercatori lo definiscono come il nostro ultimo laboratorio vivente, un luogo dal quale possiamo imparare come si sviluppa la vita di tutti gli ecosistemi marini. Ma l’industria della pesca ha
recentemente raggiunto il Mare di Ross prendendo di mira il merluzzo antartico e se non sarà fermata, l’equilibrio naturale di questo
ecosistema unico sarà perduto per sempre.
Mostra Internazionale
Il documentario segue la corsa per proteggere il Mare di Ross dalla dei documentari sui Parchi
nostra insaziabile fame di pesce e pone una semplice questione etica: dobbiamo pescare nell’ultimo oceano incontaminato della terra
o dobbiamo proteggerlo?
Il film sarà preceduto da:
LE ACQUE DEL MARGORABBIA
di Giovanni Fortunato, Italia 2015, 15’
Il corto di Giovanni Fortunato, filmaker di Cunardo, raccoglie materiale girato sulle sponde del torrente che nasce in Valganna e si
butta nel Tresa poco prima del lago Maggiore, affiancato per un
lungo tratto da una suggestiva pista ciclopedonale tra Valtravaglia
e Valcuvia.
Parco
Regionale
Campo
dei Fiori
Comune di Brinzio
13
martedì 26 maggio
ore 21
Varese
Sala Montanari
Ingresso gratuito
Esplorando l’Africa. L’acqua, elemento della vita
Incontro con i fratelli Angelo e Alfredo Castiglioni, esploratori e archeologi
Presentazione della serata
a cura di Medici con l’Africa
CUAMM - Varese
Introduce Dino Azzalin
proiezione del film:
I POZZI CANTANTI
Italia 2010, 30’
Dario Di Blasi, direttore della Rassegna Internazionale del Cinema
Archeologico di Rovereto, presenta un documentario dei fratelli Angelo ed Alfredo Castiglioni i quali, attualmente impegnati in scavi
archeologici ad Adulis, in Eritrea, per una volta nel loro documentario hanno abbandonato l’archeologia e si sono dedicati al loro primo vero amore, l’antropologia in Africa.
Il documentario su “I pozzi cantanti d’Etiopia” offre uno spaccato
della vita di una comunità indigena che ha risolto, con estrema fatica fisica e l’impegno di tutta la popolazione, l’eterno problema
dell’acqua nel deserto africano. Commovente e affascinante. E una
riflessione: quel mondo sta scomparendo, soluzioni più moderne e
comode si vanno pian piano sostituendo a questo antico lavoro che
è anche un rituale: è un bene? È un male? Fino a che punto migliorare le condizioni di vita di una popolazione non diventa un cancellarne le tradizioni e l’identità culturale? In nome di un progresso imposto è lecito sacrificare usanze vecchie di secoli?
generazionediarcheologi.myblog.it
In chiusura, estratti da altri film dei registi.
14
mercoledì 27 maggio
ore 16 e ore 21
Varese
Sala Filmstudio 90
Ingresso euro 6
EL IMPENETRABLE
di Daniele Incalcaterra e Fausta Quattrini, Arg./Fra. 2012, 95’ - v.o. spagnola sott. it.
Miglior documentario al Festival Biarritz America Latina, 2° premio a Filmmaker Milano 2014
Una battaglia alla Davide contro Golia. Quella condotta dal regista Si ringrazia
italiano Daniele Incalcaterra in Paraguay, dove il padre lavorava come
funzionario dell’ambasciata. Il genitore gli ha lasciato un’eredità pari
a 5.000 ettari di terreno nel Chaco, la seconda foresta per estensione dopo quella dell’Amazzonia. Un’eredità su cui Incalcaterra, che vive in Argentina, non ha mai voluto lucrare. Il suo obiettivo è “restituire la terra alla terra”: spingere lo Stato paraguayano ad attribuire
all’appezzamento la tutela di riserva naturale, per poterlo rendere al
suo popolo, i Guaraní, che vivono lì da sempre.
Questo documentario è un diario di viaggio: il road movie intrapreso
dal regista nel cuore dell’Impenetrable, nome assegnato dai conquistatori spagnoli al Chaco. Una regione che, oggi, della sua antica impenetrabilità conserva solo un vago ricordo. A bordo di un’automobile scalcinata, in compagnia di un amico ornitologo, Incalcaterra esplora chilometri di foresta violentata dall’intervento brutale dell’uomo, a partire
dagli anni in cui, sotto la dittatura di Alfredo Stroessner (1954-1989),
si diffuse il malcostume di distribuire le terre vergini agli amici del regime e ad affaristi stranieri. Il risultato, oggi evidente, è una fauna a rischio di estinzione, una flora squarciata dal grigio dell’asfalto. Penetrata dalle trivelle delle compagnie petrolifere che vi concludono affari d’oro. Offesa da una deforestazione selvaggia, praticata per assecondare
gli interessi dei grandi latifondisti, produttori di alimenti transgenici. Gli
stessi che hanno recintato persino le strade pubbliche e impediscono al
regista di accedere al proprio terreno, o che non si fanno scrupoli a eliminare gli indigeni, pur di non perdere investimenti da milioni dollari.
(…) Un autentico far-west, dove si va in giro armati ed esistono organizzazioni che falsificano i titoli di vendita dei terreni. Un contesto dove l’illegalità è l’unica regola osservata, in totale spregio dei diritti degli indigeni e nell’assordante silenzio dello Stato, che, se c’è, è impotente o corrotto. Il regista, però, non si arrende. Affrontando ostilità,
resistenze, intimidazioni e lungaggini burocratiche, continua a lottare per la sua “Arcadia”.
Annalice Furfari, MyMovies
15
giovedì 28 maggio
ore 21
Varese
Cinema Teatro Nuovo
Ingresso euro 12
ridotto euro 10
AURORA
di Friedrich Wilhelm Murnau, Germania 1927, 97’
Un’evento speciale con
uno dei capolavori della
storia del cinema, sullo
sfondo delle contraddizioni
tra città e campagna.
Con accompagnamento
musicale dal vivo
a cura del
FRANCESCO DONAGGIO
QUINTET
Francesco Donaggio
armonica
Giovanni Binaghi
sassofoni
Luca Di Toma
piano
Massimo Erbetta
basso
Vittorio Vacca
batteria
Dal racconto Die Reise nach Tilsit di Hermann Sudermann (1857-1928),
sceneggiato da Carl Mayer. Sedotto da una turista cittadina, un pescatore medita di sbarazzarsi della moglie, annegandola, ma ci ripensa. Arrivati in città, i due si riconciliano, ma nel tragitto di ritorno in barca, a
causa di una burrasca, la moglie rischia di morire. Tutto si placa alle prime luci dell’alba. Uno dei quattro film americani di Murnau, e forse il
culmine del suo cinema, una delle vette più alte del cinema muto. Opera più tedesca che americana (il che, tra l’altro, è la prova della grande
autonomia che, insieme con ricchi mezzi, a Murnau fu concessa dalla
Fox), eppure diversa dai suoi film fatti in Germania. Geniale impiego
della luce, della profondità di campo, della mobilità della cinepresa
(Oscar per la fotografia a Charles Rosher e Karl Struss) e degli effetti
speciali. Ottima direzione degli attori. Il Morandini, Dizionario dei film
È il primo film americano di Murnau, è tratto da un racconto (tardo
naturalistico) di Hermann Sudermann, è stato sceneggiato da Carl Mayer, le scenografie sono di Rochus Gliese, famoso art director tedesco
dell’epoca, ha vinto tre Oscar (film d’arte, fotografia, Janet Gaynor miglior attrice): ed entra immancabilmente in tutte le classifiche dei dieci migliori film della storia del cinema. Mélo, commedia e tragedia
(sfiorata) tra campagna e città. (…) Murnau prende dei semplici elementi, prosaici e quotidiani, e li trasfigura in epifanie del sublime (proprio così, roba da non crederci). Autore di alcuni capisaldi del cinema
tedesco, Nosferatu, L’ultima risata, Faust, il Murnau americano reinventa l’espressionismo, trasferisce quelle atmosfere in un luogo senza
tempo e senza spazio, scrive con la macchina da presa sequenze indimenticabili: l’incontro notturno tra l’Uomo e la Donna di città nella palude nebbiosa, il viaggio in tram tra alberi e automobili, la scoperta
della vita turbinosa ed elegante della metropoli (con la coppia stupefatta e felice nel vedersi riflessa in una vetrina…), infine la furibonda
tempesta sul lago. Il film ha un sottotitolo: un canto di due esseri umani. Un canto che non smette mai di ammaliarci.
Bruno Fornara
16
venerdì 29 maggio
ore 21
Varese
Sala Filmstudio 90
Francesco Tomasinelli
foto: uninsubria.it
Ingresso gratuito
Vado a vivere in città
Gli animali selvatici tra le nostre case
Incontro con Francesco Tomasinelli, biologo, fotografo e ricercatore
scientifico e presentazione del libro Vado a vivere in città, ed. Il Piviere, con proiezione di diapositive e video.
Francesco Tomasinelli (Genova 1971) laureato in Scienze Ambientali Marine presso l´Università di Genova, è stato da sempre affascinato dalla natura, soprattutto dalle sue espressioni più insolite. Ha lavorato in Italia e negli Stati Uniti in grandi acquari, per poi dedicarsi
all´editoria, alla divulgazione scientifica e alle consulenze ambientali.
Come fotogiornalista collabora con molte case editrici e riviste, soprattutto nel settore scienza e turismo, e con agenzie fotografiche in
Italia e all´estero. È specializzato in fotografia scientifica, di natura, lavoro e viaggio ed è ospite regolare della trasmissione GEO di RAI 3.
Con Emanuele Biggi ha realizzato diverse mostre scientifiche, esposte
in vari musei, tra cui Arachnida, Copioni e Copiati, Predatori del Microcosmo e Zanne corazze e veleni. Sito web: www.isopoda.net
A seguire:
I SEGRETI DEI BOMBI
di K. Mündl, Austria 2014, 50’
area trattata: Parco nazionale Alti Tauri in Austria
Primo Premio “Città di Sondrio” 2014, Premio Giuria degli Studenti
Un documentario che ha trionfato al Sondrio Festival 2014, dedicato ai
bombi, curiosi animali più grossi, pelosi e rilassati delle loro sorelle api,
ma anche molto meno aggressivi e temuti delle loro cugine vespe. Con
la loro apparizione all’inizio della primavera, i bombi infondono allegria.
Il documentario, realizzato con riprese macro e ad alta velocità ci permette di osservare attentamente il loro comportamento, di comprendere la loro biologia (anche loro possono pungere; la peluria e una sostanza antigelo li mantengono attivi anche con il freddo), di ammirare
le capacità uniche di questi piccoli e buffi messaggeri della primavera.
17
sabato 30 maggio
ore 18 e ore 20
Varese
Sala Filmstudio 90
Ingresso euro 6
BUONGIORNO TARANTO
di Paolo Pisanelli, Italia 2014, 75’
Sarà presente il regista
Festival International De Cine
Ambiental Buenos Aires 2014,
secondo premio lungometraggi
Mediterraneo Video Festival
Agropoli 2014,
Premio Legambiente
Premio Gavioli a Brescia 2014,
Miglior documentario
sull’industria e sul lavoro
domenica 31 maggio
ore 20.30
Balerna (TI)
Sala ACP
ingresso gratuito
BUONGIORNO
TARANTO (replica)
Serata a cura di ACP
all’interno del progetto
“Cittadinanze in visione”.
Introduzione a cura
di Massimo Daviddi
Sarà presente il regista
Buongiorno Taranto racconta tensioni e passioni di una città immersa
in una nuvola di smog, una città intossicata ad un livello insostenibile.
Aria, terra e acqua sono avvelenati dal fuoco che brucia il carbone per
produrre acciaio negli altoforni dell’ILVA, il più grande stabilimento siderurgico d’Europa, costruito in mezzo alle case e inaugurato quasi cinquant’anni fa. Le rabbie e i sogni degli abitanti sono raccontati dalla
cronaca di una radio web nomade e coinvolgente, un cine-occhio digitale che scandisce il ritmo del film e insegue gli eventi che accadono ai
confini della realtà, tra rumori alienanti, odori irrespirabili e improvvise
rivelazioni delle bellezze del territorio.
Il film è un viaggio sur-reale ritmato da esplosioni di bellezza sommersa
e ipnotici tramonti sul lungomare. Cosa pensano e cosa fanno le persone che vivono tra polveri rosse e nere in questa città pregiata e sfregiata della Magna Grecia, dimenticata per anni dalla politica e depredata
da speculazioni criminali, costretta ora a rompere il silenzio tragico sulle proprie malattie per scegliere tra salute e lavoro? Taranto è lo specchio di un’Italia in crisi esistenziale, che dopo aver puntato sul processo
di industrializzazione deve scegliere una linea politica per progettare il
futuro. È una scelta cruciale, che potrebbe anche resuscitare la politica,
intesa come res publica: cosa di tutti. Quella di Taranto è una storia che
riguarda tutti: è lo specchio del degrado di un’Italia in crisi esistenziale
che dopo aver puntato sul processo di industrializzazione di un Mezzogiorno prevalentemente rurale, ora si trova incagliata nei conflitti aperti tra industria e ambiente, tra identità e alienazione, tra salute e lavoro. Taranto oggi è chiamata a scegliere quale strada seguire, superando
quel “Ce m n futt a me?” (che me ne importa a me?) che ha accompagnato il processo di degrado della città e dell’Italia tutta.
Buongiorno Taranto è un saluto a una città che si risveglia dal torpore
di un’allucinazione collettiva in cui è caduta nella ricerca di un benessere illusorio. È un sole che si fa spazio tra le nuvole di fumo per esorcizzare la paura e sfidare l’immobilismo, l’indifferenza e la rassegnazione.
Paolo Pisanelli
18
martedì 2 giugno
ore 18
Varese
Sede ARCI
Ingresso gratuito
NON È MAI TROPPO DARWIN
di Angelo Loy, Italia 2010, 30’ - Da un’idea di Piero Benedetti e Anna Loy
con Roberto Nobile e Giuseppe Cederna. Musiche di Luca Velotti
Un viaggio inusuale e scanzonato alla scoperta dell’evoluzione. Come novelli Darwin e Fitroy a bordo di un moderno Beagle, un professore di zoologia e il custode dell’università partono alla ricerca
delle tracce degli animali del passato in Italia. Prima tappa: la grotta di Spingallo, vicino Siracusa, per osservare i ritrovamenti degli elefanti nani, una testimonianza fossile da cui partire per parlare di selezione naturale e di grandi eventi paleogeografici.
Lo spettacolo, accompagnato dalle musiche di Luca Velotti, presenta la prima puntata di Non è mai troppo Darwin, un progetto di divulgazione della scienza che si propone di tracciare un ipotetico
viaggio di Darwin in Italia.
L’Italia vista con gli occhi dello scienziato offre numerosi spunti per
parlare non solo di evoluzionismo, ma anche per elaborare teorie rivoluzionarie. L’idea è che non sono i luoghi, nemmeno quelli esotici, che sollecitano gli scienziati, ma l’approccio nuovo e creativo con
cui essi li guardano, siano essi remoti o molto familiari. Da un nuovo punto di vista, anche il nostro Paese è ricco di veri e proprio laboratori all’aperto dell’evoluzione.
Un pulmino trasformato in un vascello terrestre, un Beagle italiano,
si sposta lungo la penisola nei luoghi rappresentativi delle ricerche
che hanno contribuito alla diffusione e alla crescita del pensiero
evoluzionistico in Italia. Nel pulmino viaggiano due attori diretti da
Angelo Loy, che impersonano un uomo “della strada” (Roberto Nobile) e uno scienziato (Giuseppe Cederna). È quest’ultimo che ha il
compito di illustrare e spiegare i fondamenti delle teorie di Darwin
al suo compagno, a partire proprio dagli spunti che questo viaggio
offre loro.
FondazioneAdrianoBuzzatiTraverso.it
19
A cura di UAAR
e ARCI Varese
presentazione a cura di
Francesco Bisi
dell’Università dell’Insubria
A seguire:
aperitivo evolutivo
mercoledì 3 giugno
ore 21
Varese
Sala Filmstudio 90
EXPO FOR THE RIGHTS
Ingresso gratuito
Fulvio Fagiani
Il clima della terra
Convegno a cura di Mario Agostinelli (Forum Mondiale delle Alternative)
e Fulvio Fagiani (Agenda21 Laghi)
Durante la serata
presentazione del libro
Alluvione, esigere edizioni,
di Alessandro Fogarollo
e Giuliano Leone
con proiezione di immagini.
Saranno presenti
Giuliano Leone
autore delle fotografie
e Raffaele Pugliese,
insegnante e scrittore.
Dalle immagini e dal toccante racconto dell’Alluvione dell’ottobre
2011, alle Cinque Terre, la riflessione ci conduce alla realtà dei cambiamenti climatici. Come scrive Raffaele Pugliese nella post-fazione
del libro “Il servizio strenuo e disinteressato dei soccorritori immortalati in queste intense fotografie è emblema e paradigma delle cure e attenzioni che tutta la comunità deve portare all’ambiente” in
cui vive e tutta l’umanità al pianeta terra”.
Queste cure e attenzioni reclamate sono al centro del convegno:
perché oggi la società, l’economia e la politica hanno relegato questi temi in fondo alle loro agende? Quali sono le forme che il diniego o l’inazione hanno assunto, quali vie di fuga adottiamo in tanti
per nascondere la testa sotto la sabbia?
Le narrazioni moderne, costruite attorno all’idea del progresso inarrestabile ed ineluttabile sono l’ostacolo principale a prendere piena
consapevolezza della sfida globale che abbiamo davanti, a dare ascolto alla comunità scientifica che ci avverte dei rischi che corriamo e ad
intraprendere le azioni che ci possono portare in uno spazio operativo sicuro.
Mario Agostinelli ha lavorato come ricercatore chimico-fisico per l’ENEA
presso il CCR di Ispra. Dal 1995 al 2002 è stato Segretario generale della Cgil
Lombardia e nel 2004 ha dato vita al movimento UNALTRALOMBARDIA, con l’obiettivo prioritario di rinnovare dal basso le forme della rappresentanza. Sul
piano internazionale si è contraddistinto per un intenso impegno nel Forum
Mondiale delle Alternative e nel Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre. Nel
2011 per Ediesse, con Roberto Meregalli e Pierattilio Tronconi ha pubblicato
Cercare il sole - Dopo Fukushima.
Fulvio Fagiani, laureato in fisica. Ha lavorato nel settore informatico. Da anni si occupa di questioni ambientali. Ha fondato Agenda21 Laghi, di cui è
tuttora coordinatore, è stato Sindaco di Malgesso, membro del Dipartimento ambiente di ANCI Lombardia, presidente di Auser Besozzo. Si è occupato di processi partecipativi, pianificazione energetica, educazione ambientale e valorizzazione del territorio.
20
giovedì 4 giugno
ore 21
Varese
Sala Filmstudio 90
EXPO FOR THE RIGHTS
Ingresso gratuito
Seminiamo il futuro:
la sovranità alimentare tra Nord e Sud del Mondo
Presentazione del progetto Mihogo Cassava Value Chain di CAST
Ong, a cura di Sara Manserra. Il progetto ha l’obiettivo di migliorare
lo stato nutrizionale e sanitario e le condizioni generali di vita delle
persone che vivono in 22 villaggi del Distretto di Ganze, nella regione
costiera del Kenya, tra Malindi e Mombasa, promuovendo la diversificazione delle produzioni agricole e la promozione della filiera locale della manioca, per affrontare così i periodi di siccità.
L’evento è realizzato
nell'ambito del progetto
“Seminiamo il futuro, nuovi
apprendimenti e nuovi saperi
per la sovranità alimentare”,
realizzato con il contributo
del Comune di Milano.
Sara Manserra collabora con il CAST, ong di Laveno Mombello impegnata in progetti di formazione e di solidarietà internazionale. Da Alle ore 19,
oltre 30 anni il CAST (Centro per un Appropriato Sviluppo Tecnolo- “aperitivo con gli scarti”
gico) lavora perché acqua, energia e cibo siano disponibili, accessi- presso Twiggy Varese.
bili e sicuri sia nel Sud che nel Nord del mondo. Obiettivo individuare e promuovere conoscenze e tecnologie appropriate per uno sviluppo indipendente e compatibile con le risorse limitate del pianeta.
A seguire:
WIND OF CHANGE (Vento di cambiamento)
di Julia Dahr, Kenia, Norvegia 2012, 40’
v.o. inglese con sott. italiani
Black International Film Festival 2012, miglior documentario
Environmental Film Festival, Washinghton 2014, miglior documentario
Ritratto di famiglia contadina, con papà, mamma e sette bambini,
in Kenya nel mese di marzo, quando in passato cadevano piogge
abbondanti. Il capofamiglia Kisilu confida le sue ansie alla videocamera come in un diario quotidiano. Viviamo giorno per giorno l’attesa della pioggia, la faticosa crescita dei germogli nel suo campo di
miglio. Uno sguardo intimo e toccante sulla lotta quotidiana contro
i cambiamenti climatici. Molto attivo e consapevole del suo ruolo in
famiglia e nel villaggio, Kisilu non si arrende e promuove la costruzione di una serra per la comunità.
21
venerdì 5 giugno
ore 17
Varese
Aula Magna via Dunant
Ingresso gratuito
Un passo dal cielo: la natura nelle fiction all’italiana
incontro con Luisa Cotta Ramosino (produttore creativo Lux Vide)
modera Andrea Bellavita, partecipano Antonio Orecchia e Adriano Martinoli
Un passo dal cielo (originariamente
pensato come “l’uomo dei boschi”),
la serie televisiva italiana, giunta alla
terza stagione, trasmessa dalla Rai,
è incentrata sulla vita di Pietro, ispettore del Corpo Forestale dello Stato
di San Candido, in Trentino-Alto
Adige. Il ruolo del protagonista, e
l’ambientazione fan sì che molte
delle tematiche trattate siano incentrate su aspetti legati all’ambiente e
alla natura. Questo porre al centro
della scena la natura promuove un
approccio alle tematiche ambientali
che vanno oltre al semplice porre
sullo “sfondo” un paesaggio entusiasmante o una specie carismatica
e rappresenta un’interessante, seppur indiretta, modalità di sensibilizzazione del grande pubblico alle tematiche di conservazione della natura e della biodiversità. Il pubblico
sarà guidato dalla sceneggiatrice di
Un passo dal cielo, Luisa Cotta Ramosino, alla scoperta anche di un
“dietro le quinte” di una delle fiction italiane di più grande successo
degli ultimi anni.
In collaborazione
con Università
dell’Insubria
con proiezioni di di sequenze tratte da Un passo dal cielo.
Luisa Cotta Ramosino, laureata in Filosofia, diploma di Specializzazione in
Scienze dello spettacolo, corso di specializzazione in Management dello
spettacolo all'Institute for the Media and the Entertainment di New York e
dottorato di ricerca in Linguistica applicata e linguaggi della comunicazione.
Sceneggiatrice e story editor per Lux Vide e docente presso l´Università Cattolica di Milano, ha collaborato a fiction per RaiUno come Sotto il cielo di
Roma, Preferisco il paradiso, Don Matteo, La musica nel cuore, Che Dio ci
aiuti, Un passo dal cielo.
Andrea Bellavita, Laureato in Lettere Moderne, docente di Linguaggi televisivi e crossmediali dell´Università dell´Insubria, collabora continuativamente
come analista di prodotti mediali con l´Osservatorio sulla Comunicazione dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dal 2005 al 2008 è stato docente di Teoria e tecnica del sistema radiotelevisivo presso l´Università di Trento e dal 2007 al 2008 docente di Linguaggi e strumenti della comunicazione
presso l´Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Antonio Orecchia, laureato in Scienze Politiche, dottorato di ricerca in Società europea e vita internazionale nell'età moderna e contemporanea. Editorialista del quotidiano «La Prealpina» e Membro del Centro Internazionale
Insubrico “Carlo Cattaneo” e “Giulio Preti” per la filosofia, l'epistemologia,
le scienze cognitive e la storia della scienza e delle tecniche. Socio della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea e della Associazione
Universitaria Studi Europei.
Adriano Martinoli, laureato in Scienze Biologiche, dottorato di ricerca in
Scienze Naturalistiche ed Ambientali, docente di zoologia e biologia della
conservazione presso l'Università degli Studi dell'Insubria. Conduce ricerche
nel campo dell'ecologia comportamentale, interazione uomo-fauna e conservazione di specie rare o minacciate o di interesse gestionale. Ha fatto parte
del Gruppo di Lavoro “Gestione della Fauna nei Parchi” della Regione Lombardia ed è stato componente della Commissione Scientifica CITES (Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora).
22
venerdì 5 giugno
ore 21
Varese
Sala Montanari
EXPO FOR THE RIGHTS
Ingresso gratuito
Cibo, ambiente, sostenibilità
conferenza di Marco Aime, antropologo
A seguire:
FOOD di Marco Rusca, Italia 2012, 46’
Il progetto nasce da un’idea originale di Marco Rusca ed è stato realizzato con la collaborazione di Veronica Carbone e Lester Pathmaperuma. La colonna sonora è firmata da Mario Rusca, apprezzato
compositore e pianista jazz. Food, questo il titolo del docu-film che
coinvolge 23 registi di 23 nazioni diverse. Il tema? Lo spreco del cibo nel mondo.
Uno struggente percorso attraverso un bene comune, violato sul
nostro pianeta, quotidianamente ogni 30 secondi. La presa di coscienza su una realtà che si autocelebra, oltre i confini dell’immaginazione. “La FAO prevede che la fame nel mondo raggiungerà un
livello storico con 1,02 miliardi di persone in stato di sottonutrizione”. Questo recente aumento della fame a livello mondiale non è la
conseguenza di raccolti non soddisfacenti, ma della crisi economica
mondiale che ha ridotto i redditi e aumentato la disoccupazione, il
che ha ulteriormente ridotto le possibilità di accesso al cibo per i poveri. “La pericolosa combinazione della recessione economica mondiale e dei persistenti alti prezzi dei beni alimentari, in molti paesi,
ha portato circa 100 milioni di persone oltre la soglia della denutrizione e della povertà croniche”, ha detto il direttore generale della
FAO Jacques Diouf.
“Questa silenziosa crisi alimentare – che colpisce un sesto dell’intera popolazione mondiale – costituisce un serio rischio per la pace e
la sicurezza nel mondo. Abbiamo urgentemente bisogno di creare
un largo consenso riguardo al totale e rapido sradicamento della fame nel mondo, ed intraprendere le azioni necessarie ad ottenerlo”.
Ha aggiunto: “l’attuale situazione dell’insicurezza alimentare nel
mondo non ci può lasciare indifferenti”.
MyMovies
23
Marco Aime insegna antropologia
culturale presso l’Università di Genova. Ha frequentato l'ITIS Amedeo Avogadro, dove si è diplomato
nel 1975. La passione per l'antropologia nasce dai primi viaggi extraeuropei: il primo, un trekking tra
le montagne dell'Hindukush e del
Karakorum (Pakistan) nel 1983 e
successivamente, nel 1984 in Mali,
viaggio a cui deve la passione per
l'Africa e in particolare per il Sahel.
Nel 1988 si laurea presso l'Università di Torino con una tesi di antropologia alpina sulle credenze di stregoneria (le “masche”) dei montanari
della valle Grana. Si dedica alla professione di giornalista e fotografo,
collaborando con testate come La
Stampa, Airone, Atlante, Gulliver.
Nel 1992 vince un dottorato di ricerca in Antropologia Culturale ed
Etnologia presso l'Università di Torino. Nel 1999 entra come ricercatore presso l’Università di Genova. Ha
condotto ricerche in Africa occidentale (Benin, Mali) e sulle Alpi e ha
compiuto numerosi viaggi in paesi
extraeuropei. Ha vinto il Premio
Chatwin e il Premio Albatros con il
libro di racconti “Taxi Brousse”.
Serata a cura di AIIG
Associazione Italiana
Insegnanti di Geografia
lunedì 8 giugno
ore 20.30
Balerna (TI)
Sala ACP
EXPO FOR THE RIGHTS
Ingresso gratuito
LAND RUSH (L’assalto alla terra)
di Osvalde Lewat e Hugo Barkeley, Camerun/Mali/UK/USA 2012, 58’
v.o. ingl./fr./bambara con sott. italiani
L’investitore americano della Sosumar, Mima, arriva in Mali per convincere i ministri a vendere la terra e i contadini ad affidarsi alla sua
expertise agricola. Vuole creare grandi piantagioni di zucchero e dare lavoro e benessere a tutti. Il suo antagonista è un attivista maliano che si batte per la sovranità alimentare contro il governo del suo
paese che sta svendendo la terra illegalmente alla Sosumar. Nel
Massimo Daviddi, nato a Firenze mezzo: i contadini della fertile piana del Niger, divisi, di fronte ad
nel 1954, vive a Mendrisio. Scrittore una decisione che cambierà radicalmente la loro vita.
Serata a cura di ACP
all’interno del progetto
“Cittadinanze in visione”
Introduzione a cura di
Massimo Daviddi
e poeta, scrive sulle pagine della
cultura del quotidiano La regione.
Ha vinto nel 2012 il Premio federale
di letteratura per Il silenzio degli
operai, Milano, Ed. La vita felice.
Si occupa di formazione degli
adulti in ambito organizzativo,
accompagnando persone e gruppi
nelle loro riflessioni umane e professionali. Attualmente collabora
con l’Associazione cultura popolare
di Balerna coordinando il progetto
cittadinanze:
www.acpnet.org/cittadinanze
Land Rush solleva la questione di come sfamare il mondo. Nel 2008,
il sistema alimentare mondiale ha cominciato a crollare. I paesi ricchi, minacciati dalla fame, hanno iniziato ad acquistare e affittare le
terre fertili nel Sud del mondo trasformandone il sistema agricolo.
Dato che il 60% di queste terre è concentrato in Africa, è qui che le
multinazionali agroalimentari sono arrivate in misura maggiore,
spesso estromettendo le attività agricole tradizionali e di sussistenza.
In Mali, il 75% della popolazione è costituito da agricoltori; ciononostante, ricche nazioni affamate di terra ne stanno affittando le
campagne per far posto alle imprese agroindustriali.
Questo film esplora le visioni contrastanti dei contadini malinesi in
merito a questi progetti. Infatti, sono in molti a non approvarli e, anzi, a vederli come un’ulteriore manifestazione d’imperialismo. Dall’altro lato, alcuni ritengono che il cambiamento sia necessario per
la sopravvivenza. Attraverso lo schema Sosumar (un progetto agricolo tra Stati Uniti e Sud Africa), il film considera anche modelli alternativi di investimento nella terra dei paesi in via di sviluppo che
insistono sul coinvolgimento delle comunità locali.
Associazione cultura popolare
24
martedì 9 giugno
ore 21
Varese
Sala Filmstudio 90
EXPO FOR THE RIGHTS
Ingresso gratuito
Storie d’Italia:
dal passato, alla ricerca del futuro
Friuli venezia Giulia, una regione con due cuori
Macugnaga e le montagne dei Walser
Storie antiche di Lucania
Altamura e la Murgia barese
Dal alcuni set di Annalisa Losacco ed Eugenio Manghi – realizzati
per la trasmissione GEO&GEO, in onda su RAI 3 – un’anteprima di
quattro servizi italiani di 15’ di notevole valenza culturale e ambientale. Un viaggio attraverso i protagonisti di un’Italia diversa, più vera, che ha recuperato un patrimonio fortunatamente non andato disperso nel corso del XX secolo. Un’Italia che, guardando al passato,
si è regalata un futuro. Un’Italia che “ce la fa”.
Eugenio Manghi nel 1979, dopo tre anni di stage come ricercatore presso
il C.C.R. Euratom di Ispra, si laurea in fisica alla Facoltà di Scienze di Milano.
Nel 1985 incomincia a dedicarsi al giornalismo e alla fotografia naturalistica
e antropologica lavorando con le più prestigiose testate del settore (Airone,
Geodes, Vie del Mondo, Qui Touring, Sette, Focus…). E nel 1986 diventa
collaboratore fisso della rivista OASIS. È autore di immagini e mostre fotografiche sui Parchi Nazionali dell'Europa, del Canada e dell'Africa, la caccia
ai cetacei e la distruzione delle foreste nel mondo. Ha tradotto dall'inglese e
dal francese opere di divulgazione scientifica e pubblicato diversi volumi: per
le Edizioni Lativa Click in, fotografiamo insieme; per l'editrice Pubblinova Edizioni Negri i volumi Oltre il 2000: il problema energetico, Laghi prealpini e
Guida alla Via Verde Varesina.
Annalisa Losacco, fotografa professionista, collabora con numerose riviste
naturalistiche nazionali e internazionali e realizza reportages e documentari
di grande coinvolgimento in giro per il mondo, soprattutto in Africa. Insieme a Eugenio Manghi ha firmato per Geo & Geo e per Kilimangiaro diversi
servizi raccontando anche storie di piccoli realtà italiane poco conosciute e
da far conoscere al grande pubblico.
25
Saranno presenti i registi
giovedì 11 giugno
ore 21
Varese
Sala Montanari
EXPO FOR THE RIGHTS
Ingresso gratuito
Provincia di Varese, equilibri ricercati
Presentazione di alcuni progetti sul Plis Bevera e altri parchi
Il progetto didattico del Liceo Artistico “Frattini” di Varese ha due principali finalità:
1) conoscenza degli elementi fondamentali della pianificazione
urbanistica, delle variabili territoriali ambientali e del contesto
ambientale specifico;
2) capacità di intervento mediante
un’attività di progettazione della
tutela e dell’utilizzo sostenibile
dell’ambiente.
I ragazzi, in seguito ad una serie di
sollecitazioni rispetto ai temi ambientali (con contributi di consulenti esterni, visite guidate, esperienze
simili) hanno proposto un’ipotesi di
utilizzo dell’ambiente naturale anche attraverso la progettazione di
una serie di attrezzature e attività
compatibili con il contesto.
L’obiettivo è realizzare un parco al
limite dell’area urbana al servizio
della stessa e rispettoso delle attività agricole e del patrimonio naturalistico presente.
LEGAMBIENTE
La Provincia di Varese, grazie alle sue innumerevoli aree verdi ancora ben conservate, rappresenta un vero e proprio corridoio verde
che congiunge le Alpi alla pianura.
Dell’importanza di questi serbatoi di biodiversità ed in particolare delle aree verdi intorno alla città di Varese e dei due costituendi PLIS (Parco Locale d’Interesse Sovracomunale) Valle della Bevera e Cintura Sud
parleranno Federica Luoni di Lipu e Valentina Minazzi di Legambiente. Verranno, inoltre, presentati al pubblico i progetti di fruibilità della porzione varesina del PLIS della Bevera realizzati dagli studenti del
Liceo Artistico Frattini di Varese, guidati da Enzo Tamburini.
Introduzione a cura di Massimo Soldarini (responsabile ufficio progetti e volontariato della Lipu BirdLife Italia onlus).
A seguire:
presentazione in prima visione del documentario
L’EQUILIBRIO
di Marco Tessaro, Italia 2014, 30’
Verbano: Valcuvia, Valveddasca, Valtravaglia. Lia torna nei luoghi
che l'hanno vista crescere dopo anni passati altrove. Suo padre l’accoglie entusiasta: innamorato della sua terra, si impegna ogni giorno per salvaguardarne la biodiversità. La scoperta di un mondo che
esiste ancora e del modo più semplice per perderlo. Il documentario “L'Equilibrio” è parte del piano di comunicazione del progetto:
“Corridoi ecologici Comunità Montana Valli del Verbano”, che si è
occupato di migliorare la funzionalità della connessione ambientale
tra Pianura e Alpi a nord del rilievo del Campo dei Fiori.
Marco Tessaro, laureato in Scienze Politiche e appassionato di fotografia e
di cinema documentario, comincia a realizzare ricerche e documentazioni in
campo agronomico e naturalistico. Dal 2000 collabora con enti, associazioni, e musei su progetti di analisi e comunicazione ambientale. Negli ultimi
anni si occupa della realizzazione di video documentari privilegiando i temi
dell’ecologia del territorio, della tutela della biodiversità, della decrescita e
della memoria locale.
26
giovedì 18 giugno
ore 21
Olgiate Olona
Teatrino
di Villa Gonzaga
EXPO FOR THE RIGHTS
Ingresso gratuito
WELCOME TO LOLIONDO
di Morten West, Danimarca/Tanzania 2013, 58’
v.o. con sott. italiani
Loliondo, Nord Tanzania, è una tra le mete più ambite per i safari.
Sotto la superficie di un contesto apparentemente armonico si
nasconde un contrasto estremamente crudele per il possesso della
terra, contesa tra i Maasai, le compagnie turistiche e gli investitori
arabi. Un giovane guerriero Maasai usa l’hip-hop come arma per
portare all’attenzione mondiale questa lotta.
A cura di AFRICA &SPORT nell’ambito del progetto 141Expo di Varesenews con la collaborazione di Ecomuseo della Valle Olona e il
patrocinio del Comune di Olgiate Olona
Tutti i film e i documentari
sono disponibili
per proiezioni in orario scolastico
e al pomeriggio
per gruppi e associazioni
Per qualsiasi informazione
contattare la segreteria organizzativa
al numero 0332.830053,
e-email [email protected]
27
di terra e di cielo
CINEMA, AMBIENTE, NATURA, ESPLORAZIONE
un progetto di
Filmstudio
LEGAMBIENTE
’90
promosso insieme a
Associazione cultura popolare
Sez. di VARESE
Sez. di GALLARATE
con il patrocinio di
Parco
Regionale
Campo
dei Fiori
Comune di
Brinzio
Comune di
Carnago
Comune di
Castronno
Comune di
Daverio
Comune di
Gallarate
Comune di
Inarzo
con la collaborazione di
White Fox
communications
Notiziario
delle
Associazioni
con il sostegno di
Comune di
Olgiate
Olona
Comune di
Viggiù