cinema ambiente natura esplorazione
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cinema ambiente natura esplorazione
di terra e di cielo ottava edizione cinema ambiente natura esplorazione 8 maggio - 18 giugno 2015 un progetto di: Filmstudio ’90, Arci, Lipu, Legambiente promosso insieme a: ACP Balerna, AFRICA&SPORT, AAIG - Associazione Italiana Insegnanti di Geografia, CAI sez. Varese e Gallarate, CAST, Coop. Soc. Mondi Possibili, Medici con L’Africa CUAMM - Varese, UAAR, Yacouba con il patrocinio di: Provincia di Varese, Comune di Varese, Comune di Brinzio, Comune di Carnago, Comune di Castronno, Comune di Daverio, Comune di Gallarate, Comune di Inarzo, Comune di Olgiate Olona, Comune di Viggiù, Università degli Studi dell’Insubria, Parco Regionale del Campo dei Fiori, Comunità Montana Valli del Verbano, Fondazione Triulza con la collaborazione di: COE, Sondrio Festival, White Fox Communications, Coop Lombardia, Slow Food Varese media partner: Cinequanon, Notiziario delle Associazioni, VareseNews ideazione e coordinamento: Giulio Rossini fotografia di copertina: Marta Longo redazione catalogo e ufficio stampa: Marta Crivelli, Andrea Ganugi grafica e impaginazione: Mauro Franzoni, esigere.it stampa: Centro Litografico Comunale, Varese proiezioni e assistenza tecnica: Altera Snc, Matteo Angaroni, Samuele Danini, Mario Ferrario, Costantino Di Gregorio, Angelo Sacco, Emilio Terreni di terra e di cielo CINEMA, AMBIENTE, NATURA, ESPLORAZIONE , dall8 maggio al 18 giugno 2015 ottava edizione Varese: Sala Filmstudio 90 – Via De Cristoforis, 5 Cinema Teatro Nuovo – Viale dei Mille, 39 Aula Magna Università – Via Dunant Sala Montanari – Via Bersaglieri, 1 Sede Arci - Via Monte Golico 14 Balerna (TI): Sala ACP – Via San Gottardo 102 Brinzio: Museo della Cultura Rurale Prealpina – Via Trieste 24 Carnago: BICA – Via Libertà 9 Castronno: Sala Polivalente – Piazza del Comune Daverio: Palazzina della Cultura – Via Verdi Gallarate: Scuderie Montanari – Via XX Settembre ang. via Venegoni Inarzo: Sala Polivalente – Via Patroti 28 Olgiate Olona: Teatrino Villa Gonzaga – Via Luigia Greppi 9/11 Viggiù: Salone SOMS – Via Borromeo, 19 Segreteria organizzativa: Filmstudio 90 - Via De Cristoforis 5, Varese Tel. 0332.830053 - www.filmstudio90.it 1 DI TERRA E DI CIELO 2015 L’ottava edizione della rassegna “Di terra e di cielo - cinema, ambiente, natura, esplorazione“, proporrà numerose presentazioni di film e documentari inediti, spesso alla presenza dei registi o di professionisti sui temi ambientali, dibattiti e momenti d’incontro. L’iniziativa, unica nel suo genere nella nostra regione, si qualifica come progetto di rete che investe tutto il territorio provinciale, e si articolerà in 28 serate (ma ogni film è disponibile per mattinate scolastiche) dislocate a Varese e altri comuni della provincia e a Balerna, nel Cantone Ticino. Il progetto come in passato intende essere divulgativo e al contempo impostato scientificamente. La partecipazione dell’Università dell’Insubria ha consentito di realizzare una sezione di incontri multimediali e di presentazione di documentari naturalistici, che si affiancheranno agli altri temi toccati dall’iniziativa, che ha sempre prestato attenzione alla divulgazione di un’agronomia rispettosa dell’ambiente, ai problemi dello sviluppo sostenibile e alle buone pratiche in campo ambientale, tutte tematiche che rientrano negli obiettivi di EXPO 2015. Nell’ultima settimana della manifestazione, sette appuntamenti particolarmente in linea con i valori veicolati da Expo dei Popoli e della Fondazione Triulza, sono riuniti nella sigla Expo for the Rights: siamo convinti infatti della necessità di intervenire con forza sui modelli agroalimentari dominanti, che strutturalmente causano disuguaglianze e negazione di diritti, in primo luogo quello dell’accesso al cibo, promuovendo un dibattito pubblico sul diritto al cibo e sulle azioni a sostegno della realizzazione globale della Sovranità Alimentare. Il coinvolgimento del Festival di Sondrio – Mostra Internazionale dei documentari sui Parchi e del COE di Milano ha consentito di arricchire la rassegna con film e documentari inediti, mentre la ricerca di opere indipendenti, magari presentate in piccoli festival, permette di rendere giustizia al lavoro di ricerca sul campo, faticoso e appassionato, di registi già conosciuti al grande pubblico (come Gianfranco Pannone, già ospitato a Varese in passato, o Paolo Pisanelli, con il suo Buongiorno Taranto) o di giovani film maker, come Paolo Casalis e Tiziano Gaia, autori di Barolo Boys (in programma a Inarzo), e Joseph Peaquin, che firma Sul filo, girato sulle alpi aostane. Alcuni incontri importanti si terranno alla Sala Montanari, a cominciare dalla serata che vede coinvolti Angelo e Alfredo Castiglioni, che parleranno della loro esperienza di viaggi di esplorazione, con particolare riferimento al tema dell’acqua in Africa, e all’incontro con l’antropologo Marco Aime, in una serata dedicata al cibo, alle risorse alimentari e agli sprechi. Il terzo appuntamento sarà dedicato al nostro territorio e in particolare ai parchi: dopo la presentazione di ricerche effettuate anche in ambito scolastico, avremo la proiezione dell’ultimo documentario realizzato da Marco Tessaro, regista varesino che firma L’equilibrio (realizzato in collaborazione con la Comunità Montana del Verbano e la Lipu) e la sigla filmata della manifestazione. Un ringraziamento a tutti gli enti e all’Università dell’Insubria che hanno collaborato con le associazioni per la realizzazione di questo progetto che ovviamente ci auguriamo contribuisca anche alla sensibilizzazione verso la costruzione di buone pratiche di salvaguardia ambientale. 2 venerdì 8 maggio ore 20.30 Varese Cinema Teatro Nuovo Ingresso euro 6 LEVIATHAN di Andrey Zvyagintsev - Russia 2015, 140’ Premio per la miglior sceneggiatura al Festival di Cannes. Quando un uomo si sente stretto in una morsa di ansia di fronte alla necessità e all’ncertezza, quando si sente sopraffatto da immagini fosche del futuro, quando è spaventato per i suoi cari e timoroso che la morte sia vicina, che cosa può fare se non rinunciare alla sua libertà e ai propri diritti naturali e consegnare questi beni preziosi, stringendo un patto con gli altri individui, ad una singola persona di fiducia in cambio di sicurezza e protezione sociale o addirittura dell’inserimento in una illusoria comunità. La visione di Thomas Hobbes dello Stato è quella di un filosofo sul patto dell’uomo con il diavolo: lo vede come un mostro creato dall’uomo per evitare la guerra di “tutti contro tutti” e per il suo comprensibile bisogno di ottenere sicurezza in cambio della propria libertà, l’unico vero proprio bene. Proprio come siamo tutti dalla nascita macchiati dal peccato originale allo stesso modo siamo nati tutti in uno Stato. Il potere spirituale dello stato sull’uomo non conosce limiti. L’alleanza tra l’uomo e lo stato è sempre stato un tema molto discusso in Russia. Se il mio film è radicato in Russia è perché io non sento nessuna parentela, nessun legame genetico con nessun altro paese. Ma sono anche profondamente convinto che in qualsiasi società ognuno di noi vive, dalla più arcaica alla più sviluppata, tutti dovremmo confrontarci un giorno con questa alternativa: vivere come uno schiavo o vivere come un uomo libero. E se ci illudiamo che possa esistere una sorta di potere dello stato che ci possa sollevare da questa scelta, stiamo sbagliando. Nella vita di ogni uomo esiste un momento in cui ci si trova ad affrontare il sistema, il Mondo e a decidere di lottare per il proprio senso di giustizia, per il proprio significato di Dio sulla terra. È ancora legittimo fare queste domande allo spettatore, cercare ancora un eroe su questa terra, un figlio di Dio, ed è questa la ragione per cui la mia terra non ha ancora perso me o quelli che hanno realizzato questo film. Andrey Zvyagintsev 3 in apertura della serata apericena in collaborazione con Mondi Possibili e inaugurazione della rassegna con i responsabili degli enti e delle associazioni promotrici domenica 10 maggio ore 14.45 e 16.45 Varese Sala Filmstudio 90 Ingresso euro 5 IL MIO AMICO NANUK di Brando Quilici e Roger Spottiswood, Italia/Canada 2014, 98’ domenica 10 maggio per le mamme: laboratori creativi per i tuoi pargoli mentre tu puoi fare “shopping” gratis spulciando nella nuova collezione estiva per i figli: se ti sei dimenticato di fare un regalo alla tua mamma, venendo insieme al baratto NOI le regaleremo un Kg di vestiti e TU puoi prenderti il merito per tutti: musica, merenda, aperitivo e tanta allegria! Il giovane Luke vive nella regione artica in cui nascono gli orsi polari. Il padre è annegato fra i ghiacci e la madre, che è una ricercatrice, cerca di proteggere lui e la sorella Abby da ogni pericolo. Un giorno un’orsa bianca si avvicina all’abitato della città di Devon e le forze dell’ordine, dopo averla narcotizzata, la trasportano presso il lontano Cape Resolute. Peccato che l’orsa avesse con sé un cucciolo che viene ritrovato a Devon proprio da Luke… “Questa è la storia di una grande amicizia”, esordisce la voce fuori campo di Luke, ed è vero: Il mio amico Nanuk è innanzitutto il tenero resoconto minuto per minuto della straordinario rapporto di affetto e complicità che si crea fra il ragazzo e l’orsetto (ma anche fra l’interprete umano e quello animale). Vediamo Luke e Nanuk giocare, rotolarsi insieme, scambiarsi il cibo, e più volte è l’orsetto a venire in soccorso del ragazzo, non viceversa. Ma il film, nato da un soggetto di Brando Quilici, figlio di Folco, che è anche il regista delle meravigliose sequenze artiche del film (roba da National Geographic, per capirci) è anche altro: una parabola su come i giovani maschi, soprattutto se privi di una figura paterna, devono avventurarsi nel mondo uscendo da sotto l’ala protettiva delle madri, e di come le madri devono imparare a fidarsi dello spirito di avventura dei propri figli. Questo messaggio non va a scapito dell’mportanza dell’educazione materna: infatti Luke cerca di riportare Nanuk alla sua mamma perché sa che sarà lei, per i primi due anni e mezzo, ad insegnargli tutto quello che gli servirà per sopravvivere. Nel film c’è un altro personaggio maschile di grande interesse, la guida Muktuk, interpretata dall’attore croato Goran Visnjic. È lui, che vive in simbiosi con la natura e con gli indigeni che gli hanno regalato il suo soprannome, ad accompagnare da lontano Luke nel suo percorso di crescita, un percorso ispirato alla poesia Se di Rudyard Kipling. (…) Il mio amico Nanuk è una favola ecologista che mostra amore e rispetto per la natura e incoraggia gli uomini. Paola Casella - MyMovies.it 4 lunedì 11 maggio ore 21 Varese Sala Filmstudio 90 Ingresso euro 5 SUL VULCANO di Gianfranco Pannone, Italia 2014, 80’ Presentato nella selezione ufficiale, fuori concorso, alla 67a edizione del Festival di Locarno Maria, Matteo e Yole: tre vite ai piedi del Vesuvio, in un luogo unico al mondo, ricco di miti, storia ed evocazioni letterarie. Maria, che vive e lavora in un’azienda florovivaistica ai piedi di una villa vesuviana in abbandono, “coltiva”anche le proprie curiosità intellettuali ed è una custode discreta del vulcano. Matteo, pittore di talento, rimette in gioco le sue opere fatte con la lava, testimonianza di un legame profondo con la terra da cui non si è mai staccato. Yole, cantante “neo-melodica”, vive la propria libertà di giovane donna conciliandola con un’autentica devozione per la Madonna, espressione popolare di un sacro che ha sempre caratterizzato il Vesuvio, da Dioniso/Bacco a San Gennaro. E se il proverbiale fatalismo partenopeo, dietro cui vive ancora oggi una diffusa devozione religiosa, derivasse proprio dalla presenza del vulcano, che per ben due millenni ha dato e preso alla gente che vive sotto di lui? Ma oggi chi è più pericoloso? Il Vesuvio, che potrebbe risvegliarsi da un momento all’altro, o l’uomo, che in meno di cent’anni ha prodotto danni d’ogni genere? E sorge spontanea un’ltra domanda: com’è stato possibile, tra case abusive e discariche d’ogni genere, produrre tanta bruttezza in così tanta bellezza? (…) Il documentario e il disagio: un matrimonio naturale, per la necessità e l’urgenza di filmare ciò che non va, quel che non si vorrebbe vedere ma che si deve sapere. Gianfranco Pannone ha alle spalle una lunga carriera di autorevolezza nell’ambito, caratterizzata dal coraggio dimostrato nell’affrontare temi spesso scomodi. Sul vulcano nasce da un’idea che forse è anche una necessità, quella di raccontare un luogo geografico che è anche il simbolo di un peculiare luogo geo-politico. Napoli e il Vesuvio, il Vesuvio e Napoli: amore e odio, vittima e carnefice, in un’impressionante simmetria e intercambiabilità dei ruoli, visto ciò che (in negativo) sono stati in grado di fare i napoletani durante la quiete del temuto vulcano. Degrado del territorio, edilizia abusiva e tutti i mali tristemente noti, che appartengono alla texture di una narrazione che non si sofferma sul caso singolo da indagare, ma guarda al quadro generale, guidata dalla voce dei suoi protagonisti. Emanuele Sacchi, MyMovies 5 Gianfranco Pannone (Napoli 1963) vive e lavora a Roma. Tra il 1990 e il 1998 ha prodotto e diretto la trilogia composta da Piccola America, Lettere dall’America, L’America a Roma e nel 2001 Latina/Littoria. Tra i suoi medio e lungometraggi Pomodori (1999), Sirena operaia (2000), Pietre, miracoli e petrolio (2004), Io che amo solo te (2005), Cronisti di strada (2006), 100 anni della nostra Storia (2006), Il sol dell’avvenire (2008), Ma che Storia… (2010), Scorie in libertà (2011), Ebrei a Roma (2012), Sul vulcano (2014). I suoi film documentari, attenti in particolare all’Italia, con tutte le sue ricchezze e contraddizioni sia storiche che antropologiche, gli sono valsi partecipazioni e riconoscimenti in molti festival italiani e internazionali. Insegna Cinema documentario al Dams dell’Università Roma Tre e regia al Csc – Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e dell’Aquila. Ha scritto con Giovanni Fasanella Il sol dell’avvenire, Ed. Chiarelettere, diario tragicomico di un film politicamente scorretto, e con Mario Balsamo L’officina del realeFare un documentario dall’ideazione al film (Cdg). È responsabile della sezione Open eyes del Medfilm Festival di Roma. mercoledì 13 maggio ore 20.30 Carnago BICA Ingresso gratuito PRESI PER IL PIL di Stefano Cavallotto, Andrea Bertaglio, Lorenzo Fioramoni, Italia 2014, 65’ Prima del film piccolo rinfresco a cura di VOGAS di Carnago e LUMAGAS di Solbiate Arno Comune di Carnago Il vero dogma dei nostri tempi? Quello del PIL. Che, in effetti, è il dominatore assoluto di media, politica e purtroppo opinione pubblica. Sviluppo uguale crescita, recita il mantra. E la crescita non può che essere l’aumento del Prodotto Interno Lordo, il PIL. In molti, però, iniziano a non essere più d’accordo, se non altro per i risultati (ambientali, sociali, occupazionali ecc) che una dopata e irrealistica crescita economica ci ha ormai portati ad ottenere. Non solo economisti, studiosi e opinion-maker che nel film spiegano in modo semplice come il PIL abbia colonizzato il discorso politico ed economico, ma anche tante persone comuni che tentano nella loro vita quotidiana di liberarsi da questo assunto ideologico, adottando pratiche alternative. Persone che hanno scelto di vivere senza più inseguire il mito della crescita infinita imposto dal sistema. Che hanno scelto, ognuno nel suo ambito e a suo modo, di mettere in pratica nel quotidiano la teoria della decrescita. Questo film è un viaggio lungo l’Italia alla scoperta di alcune di queste storie. Quella degli abitanti di Pescomaggiore, un piccolo paese vicino a L’Aquila, che con l’aiuto di tanti volontari da altre parti d’Italia e dall’estero costruisco da zero un eco-villaggio seguendo i metodi della bioedilizia. Quella di Marta e Giorgio, che hanno deciso di vivere e lavorare con i loro figli in Valle Maira, alle porte di Cuneo, allevando capre e producendo formaggi. C’è la storia di Roberto, altro coraggioso “decrescista” che, dopo essersi dimesso da avvocato, ha optato per un part-time e con la sua famiglia è tornato al proprio paese d’origine, in provincia di Cagliari, dove si auto-produce la maggior parte di ciò che a lui, sua moglie e suo figlio serve per vivere. E infine quella del circolo torinese del Movimento per la Decrescita Felice, che con le sue numerose attività non solo sensibilizza sempre più persone verso certe tematiche, ma dimostra che è possibile vivere la decrescita anche se si vive in una grande città. Andrea Bertaglio 6 venerdì 15 maggio ore 21 Daverio Palazzina della Cultura Ingresso gratuito SENTIRE L’ARIA di Manuele Cecconello, Italia 2010, 94’ Sentire l’aria è un film documentario di Manuele Cecconello prodotto da Prospettiva Nevskij e dalla Camera di Commercio di Biella. È un film strano e affascinante, anche se non esattamente “facile”. Narra la storia di Andrea, un ragazzo che a sedici anni decide di lasciare la scuola per fare il pastore tra la pianura, le valli e la montagna biellese. Per raccontare questa storia l’autore del film ha vissuto per un anno insieme ad Andrea e al suo gregge, seguendone la transumanza. “Sentire l’aria” è quasi un film muto, il primo dialogo è a metà film e in biellese stretto. Tuttavia non è la parola, ma il suono della natura, ad essere protagonista del film: la pioggia, il vento, le “bestie” riempiono tutto il film, che riesce persino a far sentire il suono di una giornata di sole. Andrea, il protagonista, non ha dubbi sulla scelta di vita che ha fatto ma, allo stesso tempo, è conscio di avere una mentalità diversa rispetto a Niculìn, il pastore che lo ha preso con sé per insegnargli il mestiere. È questo, guardando il film dal punto di vista dell’ambiente, la cosa più interessante: riuscirà Andrea, che ha un cellulare e conosce pregi e difetti della “vita moderna”, a trovare una sintesi tra la vecchia vita del pastore e la modernità? Riuscirà a reinventarsi il mestiere per farlo rendere anche economicamente, come afferma di voler fare, nonostante la sempre maggiore scarsezza di pascoli, ormai divorati da centri commerciali e autostrade? Ma, soprattutto, riuscirà a non cedere alle tentazioni della vita facile, di poca fatica, che tutti i suoi coetanei vivono? “Sentire l’aria” è un film documentario (forse più un film che un documentario) esteticamente bellissimo, con un’ottima fotografia e regia che riescono a rendere molto bene allo spettatore i cambi di stagione e il clima. È un film dai tempi lunghi, che si apprezza decisamente di più in una piccola sala proiezione rispetto a vederlo in televisione. Se riuscite a trovare una proiezione dalle vostre parti, ne vale la pena. Peppe Croce, Ecoblog.it 7 Saranno presenti Luisa Broggini e Massimo Crugnola agricoltori biologici Il film sarà replicato lunedì 18 maggio, ore 20.30 Balerna (TI), Sala ACP Comune di Daverio sabato 16 maggio ore 21 Viggiù Salone SOMS Ingresso gratuito LA GUERRA DI ANAÏS (Anaïs s’en va-t-en guerre) di Marion Gervais, Fr. 2014, 46’ - Produzione: Quark Productions traduzione e sottotitoli a cura di Guido Negretti Name Diffusion Comune di Viggiù lunedì 18 maggio ore 20.30 Balerna (TI) Sala ACP ingresso gratuito SENTIRE L’ARIA (replica, scheda a p. 7) Serata a cura di ACP all’interno del progetto “Cittadinanze in visione”. Introduzione a cura di Massimo Daviddi Anaïs ha 24 anni e la stoffa della guerriera. Se la prende con le erbacce, con i capricci del tempo bretone, con la poca disponibilità delle autorità, più propense a sostenere la creazione di stupidi villaggi per turisti che la sua coltivazione di piante aromatiche e erbe medicinali biologiche piantate, curate e trasformate in tisane con le sue mani. Ma la sua passione per timo, citronella, menta piperita, coriandolo, origano, camomilla e qualsiasi altra meraviglia di madre natura è più forte di tutto e la aiuterà a superare i numerosi ostacoli che si frappongono alla realizzazione del suo sogno. Lavora 80 ore alla settimana per racimolare 300 euro al mese. Ma non molla. Ama la sua libertà se non di più, almeno quanto le sue piante. Da una piccola roulotte in mezzo ai campi riesce ad affittare una casetta con tanto terreno intorno. Poi sul suo cammino si imbatte in Olivier Roellinger, uomo d’affari, cuoco stellato e soprattutto grande appassionato di erbe. La sua ostinazione lo seduce, la qualità delle sue miscele pure. Anaïs ha vinto la sua guerra. Rsi.ch A seguire: NITRITI DI LIBERTÀ - Un anno tra i cavalli del Bisbino di G. Volonterio, Svi./It. 2012, 30’ I Cavalli del Bisbino, 24 splendidi esemplari avelignesi dalla bionda criniera, sono diventati i protagonisti di un film girato da Gianni Volonterio che sta ricevendo numerosi riconoscimenti in Svizzera e in Italia. Nitriti di libertà, questo il titolo del film, ha ottenuto una medaglia d’argento a Swiss Movie di Friburgo e il premio speciale della giuria “Coup de coeur”. Si è inoltre classificato secondo alla Rassegna internazionale della cinematografia di montagna di Lugano. Il film, pieno di poesia e di sensibilità, è stato girato sui suggestivi pascoli del Monte Generoso e rappresenta un inno alla natura e un omaggio a questo splendido branco di cavalli che ha saputo conquistare il cuore di tante persone. Ticinonline 8 giovedì 21 maggio ore 21 Gallarate Scuderie Martignoni Ingresso gratuito SUL FILO di Joseph Peaquin, Italia 2014, 73’ Tutto ciò che si vede in questo documentario sul Soccorso Alpino in Valle d’Aosta è drammaticamente reale, sono gli interventi filmati nel corso di due stagioni, estate e inverno, di una équipe di soccorritori (due guide alpine e un medico anestesista-rianimatore). Base all’aeroporto di Aosta, elicottero sempre pronto, straordinari cani da valanga all’occorrenza, ma soprattutto le vite ordinarie degli operatori che hanno scelto di diventare dei veri e propri angeli della montagna. Le immagini ci portano a prestare soccorso per ogni tipo di urgenza: dall’incidente stradale alla partoriente in una frazione di montagna, dall’aereo ultraleggero capottato in un prato al malato grave che vive in una frazione isolata. Ma soprattutto ci sono gli incidenti di montagna dovuti a fatalità oppure a inadeguata preparazione o a sopravvalutazione delle proprie forze. C’è sempre un elicottero pronto a intervenire e coraggiosi operatori a calarsi con il verricello in zone impervie, a rassicurare, curare, prendendo decisioni dettate dall’urgenza. E in tutto il documentario non c’è ombra di retorica, neppure quando il medico Silvia Roero si lascia andare a riflessioni sul suo lavoro con la morte sempre al suo fianco, sia che l’intervento si risolva positivamente per l’infortunato, sia che si tratti di andare a constatare il decesso di un malcapitato caduto in un torrente. Péaquin accanto a immagini e situazioni che lasciano con il fiato sospeso propone anche le ore di attesa nelle giornate alla base del Soccorso Alpino Valdostano, l’addestramento dei cani e i pochi attimi di svago degli operatori. Che sono, insieme a Silvia Roero, Lucio Trucco e Rudi Janin. Prodotto da DocFilm con l’indispensabile contributo della locale film commission e della Fondazione CRT. Riccardo Caldara A cura del CAI sezione di Gallarate. Sarà presente il regista Il film sarà replicato venerdì 22 maggio, ore 21 Castronno, Sala Polivalente Sarà presente il regista Sezione di GALLARATE 9 Comune di Gallarate venerdì 22 maggio ore 21 Varese Aula Magna via Dunant Ingresso gratuito Vivere in montagna, custodire la montagna Serata a cura del CAI in collaborazione con Università dell’Insubria Incontro con Roberto Andrighetto, Presidente Commisione Regionale Tutela Ambiente Montano. A seguire: proiezione del film VOCI DALLA VAL MONTONE di Massimo Alì Mohammad, Italia 2013, 57’ Sezione di VARESE venerdì 22 maggio ore 21 Castronno Sala Polivalente ingresso gratuito SUL FILO (replica, scheda a p. 9) Serata a cura di Legambiente Castronno e CAI sezione di Gazzada Sarà presente il regista Quali sono le voci della Val Montone? Il canto degli uccelli, l’acqua che gioca tra i sassi del torrente, il frinire delle cicale. Le mani dei poco più di duecento abitanti della valle parlano della quotidianità, sono mani che accudiscono gli animali, li mungono, fanno il formaggio, tagliano gli alberi, coltivano l’orto, mietono i campi, cuociono il pane. I loro passi calcano prati scoscesi, boschi fitti e porticati antichi e i loro occhi spaziono tra i due versanti dell’Appennino. Voci dalla Val Montone racconta la realtà di questa vallata, ricca di natura, umanità e storia all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Il documentario nasce in seguito alla ricerca svolta nel 2011 nell’alta Valle del Montone e all’attività compiuta nel 2012 dalla commissione Tutela Ambiente Montano dell’Emilia Romagna del Club Alpino Italiano. È la storia di una valle al confine tra l’Emilia-Romagna e la Toscana, raccontata dagli agricoltori e allevatori che da generazioni l’hanno abitata. Il documentario ha partecipato al Trento Film Festival, Lessinia Film Festival, Appennino Film Festival (1° premio), Cervinia Film Festival (premio Bell’Italia), ViaEmiliadocfestival. Il film è prodotto dal Cai, Commissione Tutela Ambiente Montano Emilia-Romagna, e dall’Associazione Feedback di Ferrara. 10 sabato 23 maggio ore 21 Inarzo Sala Polivalente Ingresso gratuito BAROLO BOYS - Storia di una rivoluzione di Paolo Casalis e Tiziano Gaia, Italia 2014, 64’ - produzione Stuffilm Creativeye Premio DOC Wine Travel Food 2014 Con Elio Altare, Chiara Boschis, Marco de Grazia, Giorgio Rivetti, Roberto Voerzio. Con la partecipazione di Carlo Petrini, fondatore e presidente di Slow Food, Oscar Farinetti, presidente di Eataly. Il meraviglioso paesaggio delle Langhe fa da sfondo alla storia di un gruppo di amici, i “ragazzi ribelli” che hanno reso grande il vino italiano, tra conflitti generazionali, geniali intuizioni e polemiche mai sopite. Langhe, Piemonte meridionale, 1983. Elio Altare, un giovane contadino stanco delle proprie misere condizioni di vita, scende nella cantina del padre e con una motosega demolisce le vecchie botti per l’affinamento dei vini. È la scintilla che appicca il fuoco rivoluzionario sulle colline del Barolo, dove una nuova generazione di piccoli produttori, partiti con scarsi mezzi e animati da un inedito spirito di squadra, andrà alla conquista dei mercati di tutto il mondo. Questo gruppo passerà alla storia col nome di “Barolo Boys”: Elio Altare, Chiara Boschis, Giorgio Rivetti, Roberto Voerzio e Marco de Grazia sono alcuni dei protagonisti di questa storia di coraggio e determinazione. Ma è anche una storia controversa e difficile: per anni una feroce guerra ideologica li ha visti contrapporsi alla generazione dei patriarchi, fieri oppositori delle novità introdotte dai figli ribelli della Langa; lo stesso Elio Altare, leader dei “modernisti”, sarà diseredato dal padre. A distanza di quasi trent’anni, che cosa resta di quell’esperienza? E più in generale, come domanda uno dei protagonisti del film, “Quale rivoluzione ha mai avuto successo?”. Barolo Boys. Storia di una rivoluzione traccia la parabola, breve ma intensissima, di un gruppo di produttori che ha cambiato in modo indelebile il mondo del vino. Sarà presente il regista Paolo Casalis In collaborazione con Seguirà degustazione offerta dall’azienda vinicola Cascina Piano d’Angera IGT Comune di Inarzo 11 sabato 23 maggio ore 18.30 e ore 21 domenica 24 maggio ore 18.30 e ore 21 Varese Sala Filmstudio 90 Ingresso euro 6 ¡VIVAN LAS ANTIPODAS! di Victor Kossakovsky, Germania/Argentina/Paesi Bassi/Cile/Russia 2011, 100’ Victor Kossakovsky ¡Vivan las antipodas!, è un magnifico documentario presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2011 e firmato da Victor Kossakovsky, uno dei più grandi documentaristi viventi. Con questo film, uno stupefacente e particolare viaggio intorno al mondo, Kossakovsky ha realizzato un suo desiderio d’infanzia. Da bambini, non ci siamo forse domandati tutti dove sbucheremmo se scavassimo una galleria che passasse per il centro della terra? Chi non si è mai chiesto che cosa stia succedendo in questo preciso momento sotto i nostri piedi dalla parte opposta del pianeta? In ¡Vivan las antipodas! tali fantasticherie diventano realtà. Attraverso immagini mozzafiato e uno straordinario montaggio compiamo un viaggio verso quei rari luoghi abitati del pianeta che possiedono degli antipodi. Scopriamo le meraviglie e le contraddizioni della natura e degli esseri umani intorno al mondo. Eccezionali movimenti di macchina, nuove ed esaltanti prospettive mettono alla prova la nostra convenzionale visione della realtà. Un’opera unica, che celebra il nostro pianeta e i suoi abitanti in tutto ciò che li rende opposti e al contempo uguali. (…) La storia è ambientata in quattro coppie di luoghi opposti sulla terra: Argentina-Cina, Cile-Russia, Hawaii-Botswana, Nuova Zelanda-Spagna. Si racconta di un pescatore solitario in un villaggio argentino e di una donna che vende pesce in una rumorosa strada di Shanghai, di un guardiano del faro cileno a Capo Horn e di un ufficiale di bordo sul lago Baikal. Le loro storie sono antitetiche e simili allo stesso tempo. “Un giorno viaggiando in Argentina – dice il regista – vidi un uomo che pescava da un piccolo ponte in un piccolo villaggio. Nella luce del tramonto, quel posto così semplice mi è sembrato il più meraviglioso al mondo. Ho pensato: cosa accadrebbe se tirassi ben più in fondo quel filo della canna da pesca, attraverso il centro della terra? Cosa avrei visto esattamente dall’altra parte? Qualche volta accade che hai una buona idea per un film ma poi, quando davvero la realizzi, capisci che l’idea era migliore della realtà. In ¡Vivan las Antipodas! accade invece che gli opposti coesistano. L’idea era buona, ma cosa realmente ho trovato è qualcosa di incredibile e sorprendente”. Primissima 12 lunedì 25 maggio ore 21 Brinzio Museo della Cultura Rurale Prealpina Ingresso gratuito L’ULTIMO OCEANO (The Last Ocean) di Peter Young, Nuova Zelanda 2012, 53’ Sondrio Film Festival 2014, Premio Parco Nazionale dello Stelvio Il Mare di Ross in Antartide è la parte di oceano più incontaminata In collaborazione con del pianeta. I ricercatori lo definiscono come il nostro ultimo laboratorio vivente, un luogo dal quale possiamo imparare come si sviluppa la vita di tutti gli ecosistemi marini. Ma l’industria della pesca ha recentemente raggiunto il Mare di Ross prendendo di mira il merluzzo antartico e se non sarà fermata, l’equilibrio naturale di questo ecosistema unico sarà perduto per sempre. Mostra Internazionale Il documentario segue la corsa per proteggere il Mare di Ross dalla dei documentari sui Parchi nostra insaziabile fame di pesce e pone una semplice questione etica: dobbiamo pescare nell’ultimo oceano incontaminato della terra o dobbiamo proteggerlo? Il film sarà preceduto da: LE ACQUE DEL MARGORABBIA di Giovanni Fortunato, Italia 2015, 15’ Il corto di Giovanni Fortunato, filmaker di Cunardo, raccoglie materiale girato sulle sponde del torrente che nasce in Valganna e si butta nel Tresa poco prima del lago Maggiore, affiancato per un lungo tratto da una suggestiva pista ciclopedonale tra Valtravaglia e Valcuvia. Parco Regionale Campo dei Fiori Comune di Brinzio 13 martedì 26 maggio ore 21 Varese Sala Montanari Ingresso gratuito Esplorando l’Africa. L’acqua, elemento della vita Incontro con i fratelli Angelo e Alfredo Castiglioni, esploratori e archeologi Presentazione della serata a cura di Medici con l’Africa CUAMM - Varese Introduce Dino Azzalin proiezione del film: I POZZI CANTANTI Italia 2010, 30’ Dario Di Blasi, direttore della Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto, presenta un documentario dei fratelli Angelo ed Alfredo Castiglioni i quali, attualmente impegnati in scavi archeologici ad Adulis, in Eritrea, per una volta nel loro documentario hanno abbandonato l’archeologia e si sono dedicati al loro primo vero amore, l’antropologia in Africa. Il documentario su “I pozzi cantanti d’Etiopia” offre uno spaccato della vita di una comunità indigena che ha risolto, con estrema fatica fisica e l’impegno di tutta la popolazione, l’eterno problema dell’acqua nel deserto africano. Commovente e affascinante. E una riflessione: quel mondo sta scomparendo, soluzioni più moderne e comode si vanno pian piano sostituendo a questo antico lavoro che è anche un rituale: è un bene? È un male? Fino a che punto migliorare le condizioni di vita di una popolazione non diventa un cancellarne le tradizioni e l’identità culturale? In nome di un progresso imposto è lecito sacrificare usanze vecchie di secoli? generazionediarcheologi.myblog.it In chiusura, estratti da altri film dei registi. 14 mercoledì 27 maggio ore 16 e ore 21 Varese Sala Filmstudio 90 Ingresso euro 6 EL IMPENETRABLE di Daniele Incalcaterra e Fausta Quattrini, Arg./Fra. 2012, 95’ - v.o. spagnola sott. it. Miglior documentario al Festival Biarritz America Latina, 2° premio a Filmmaker Milano 2014 Una battaglia alla Davide contro Golia. Quella condotta dal regista Si ringrazia italiano Daniele Incalcaterra in Paraguay, dove il padre lavorava come funzionario dell’ambasciata. Il genitore gli ha lasciato un’eredità pari a 5.000 ettari di terreno nel Chaco, la seconda foresta per estensione dopo quella dell’Amazzonia. Un’eredità su cui Incalcaterra, che vive in Argentina, non ha mai voluto lucrare. Il suo obiettivo è “restituire la terra alla terra”: spingere lo Stato paraguayano ad attribuire all’appezzamento la tutela di riserva naturale, per poterlo rendere al suo popolo, i Guaraní, che vivono lì da sempre. Questo documentario è un diario di viaggio: il road movie intrapreso dal regista nel cuore dell’Impenetrable, nome assegnato dai conquistatori spagnoli al Chaco. Una regione che, oggi, della sua antica impenetrabilità conserva solo un vago ricordo. A bordo di un’automobile scalcinata, in compagnia di un amico ornitologo, Incalcaterra esplora chilometri di foresta violentata dall’intervento brutale dell’uomo, a partire dagli anni in cui, sotto la dittatura di Alfredo Stroessner (1954-1989), si diffuse il malcostume di distribuire le terre vergini agli amici del regime e ad affaristi stranieri. Il risultato, oggi evidente, è una fauna a rischio di estinzione, una flora squarciata dal grigio dell’asfalto. Penetrata dalle trivelle delle compagnie petrolifere che vi concludono affari d’oro. Offesa da una deforestazione selvaggia, praticata per assecondare gli interessi dei grandi latifondisti, produttori di alimenti transgenici. Gli stessi che hanno recintato persino le strade pubbliche e impediscono al regista di accedere al proprio terreno, o che non si fanno scrupoli a eliminare gli indigeni, pur di non perdere investimenti da milioni dollari. (…) Un autentico far-west, dove si va in giro armati ed esistono organizzazioni che falsificano i titoli di vendita dei terreni. Un contesto dove l’illegalità è l’unica regola osservata, in totale spregio dei diritti degli indigeni e nell’assordante silenzio dello Stato, che, se c’è, è impotente o corrotto. Il regista, però, non si arrende. Affrontando ostilità, resistenze, intimidazioni e lungaggini burocratiche, continua a lottare per la sua “Arcadia”. Annalice Furfari, MyMovies 15 giovedì 28 maggio ore 21 Varese Cinema Teatro Nuovo Ingresso euro 12 ridotto euro 10 AURORA di Friedrich Wilhelm Murnau, Germania 1927, 97’ Un’evento speciale con uno dei capolavori della storia del cinema, sullo sfondo delle contraddizioni tra città e campagna. Con accompagnamento musicale dal vivo a cura del FRANCESCO DONAGGIO QUINTET Francesco Donaggio armonica Giovanni Binaghi sassofoni Luca Di Toma piano Massimo Erbetta basso Vittorio Vacca batteria Dal racconto Die Reise nach Tilsit di Hermann Sudermann (1857-1928), sceneggiato da Carl Mayer. Sedotto da una turista cittadina, un pescatore medita di sbarazzarsi della moglie, annegandola, ma ci ripensa. Arrivati in città, i due si riconciliano, ma nel tragitto di ritorno in barca, a causa di una burrasca, la moglie rischia di morire. Tutto si placa alle prime luci dell’alba. Uno dei quattro film americani di Murnau, e forse il culmine del suo cinema, una delle vette più alte del cinema muto. Opera più tedesca che americana (il che, tra l’altro, è la prova della grande autonomia che, insieme con ricchi mezzi, a Murnau fu concessa dalla Fox), eppure diversa dai suoi film fatti in Germania. Geniale impiego della luce, della profondità di campo, della mobilità della cinepresa (Oscar per la fotografia a Charles Rosher e Karl Struss) e degli effetti speciali. Ottima direzione degli attori. Il Morandini, Dizionario dei film È il primo film americano di Murnau, è tratto da un racconto (tardo naturalistico) di Hermann Sudermann, è stato sceneggiato da Carl Mayer, le scenografie sono di Rochus Gliese, famoso art director tedesco dell’epoca, ha vinto tre Oscar (film d’arte, fotografia, Janet Gaynor miglior attrice): ed entra immancabilmente in tutte le classifiche dei dieci migliori film della storia del cinema. Mélo, commedia e tragedia (sfiorata) tra campagna e città. (…) Murnau prende dei semplici elementi, prosaici e quotidiani, e li trasfigura in epifanie del sublime (proprio così, roba da non crederci). Autore di alcuni capisaldi del cinema tedesco, Nosferatu, L’ultima risata, Faust, il Murnau americano reinventa l’espressionismo, trasferisce quelle atmosfere in un luogo senza tempo e senza spazio, scrive con la macchina da presa sequenze indimenticabili: l’incontro notturno tra l’Uomo e la Donna di città nella palude nebbiosa, il viaggio in tram tra alberi e automobili, la scoperta della vita turbinosa ed elegante della metropoli (con la coppia stupefatta e felice nel vedersi riflessa in una vetrina…), infine la furibonda tempesta sul lago. Il film ha un sottotitolo: un canto di due esseri umani. Un canto che non smette mai di ammaliarci. Bruno Fornara 16 venerdì 29 maggio ore 21 Varese Sala Filmstudio 90 Francesco Tomasinelli foto: uninsubria.it Ingresso gratuito Vado a vivere in città Gli animali selvatici tra le nostre case Incontro con Francesco Tomasinelli, biologo, fotografo e ricercatore scientifico e presentazione del libro Vado a vivere in città, ed. Il Piviere, con proiezione di diapositive e video. Francesco Tomasinelli (Genova 1971) laureato in Scienze Ambientali Marine presso l´Università di Genova, è stato da sempre affascinato dalla natura, soprattutto dalle sue espressioni più insolite. Ha lavorato in Italia e negli Stati Uniti in grandi acquari, per poi dedicarsi all´editoria, alla divulgazione scientifica e alle consulenze ambientali. Come fotogiornalista collabora con molte case editrici e riviste, soprattutto nel settore scienza e turismo, e con agenzie fotografiche in Italia e all´estero. È specializzato in fotografia scientifica, di natura, lavoro e viaggio ed è ospite regolare della trasmissione GEO di RAI 3. Con Emanuele Biggi ha realizzato diverse mostre scientifiche, esposte in vari musei, tra cui Arachnida, Copioni e Copiati, Predatori del Microcosmo e Zanne corazze e veleni. Sito web: www.isopoda.net A seguire: I SEGRETI DEI BOMBI di K. Mündl, Austria 2014, 50’ area trattata: Parco nazionale Alti Tauri in Austria Primo Premio “Città di Sondrio” 2014, Premio Giuria degli Studenti Un documentario che ha trionfato al Sondrio Festival 2014, dedicato ai bombi, curiosi animali più grossi, pelosi e rilassati delle loro sorelle api, ma anche molto meno aggressivi e temuti delle loro cugine vespe. Con la loro apparizione all’inizio della primavera, i bombi infondono allegria. Il documentario, realizzato con riprese macro e ad alta velocità ci permette di osservare attentamente il loro comportamento, di comprendere la loro biologia (anche loro possono pungere; la peluria e una sostanza antigelo li mantengono attivi anche con il freddo), di ammirare le capacità uniche di questi piccoli e buffi messaggeri della primavera. 17 sabato 30 maggio ore 18 e ore 20 Varese Sala Filmstudio 90 Ingresso euro 6 BUONGIORNO TARANTO di Paolo Pisanelli, Italia 2014, 75’ Sarà presente il regista Festival International De Cine Ambiental Buenos Aires 2014, secondo premio lungometraggi Mediterraneo Video Festival Agropoli 2014, Premio Legambiente Premio Gavioli a Brescia 2014, Miglior documentario sull’industria e sul lavoro domenica 31 maggio ore 20.30 Balerna (TI) Sala ACP ingresso gratuito BUONGIORNO TARANTO (replica) Serata a cura di ACP all’interno del progetto “Cittadinanze in visione”. Introduzione a cura di Massimo Daviddi Sarà presente il regista Buongiorno Taranto racconta tensioni e passioni di una città immersa in una nuvola di smog, una città intossicata ad un livello insostenibile. Aria, terra e acqua sono avvelenati dal fuoco che brucia il carbone per produrre acciaio negli altoforni dell’ILVA, il più grande stabilimento siderurgico d’Europa, costruito in mezzo alle case e inaugurato quasi cinquant’anni fa. Le rabbie e i sogni degli abitanti sono raccontati dalla cronaca di una radio web nomade e coinvolgente, un cine-occhio digitale che scandisce il ritmo del film e insegue gli eventi che accadono ai confini della realtà, tra rumori alienanti, odori irrespirabili e improvvise rivelazioni delle bellezze del territorio. Il film è un viaggio sur-reale ritmato da esplosioni di bellezza sommersa e ipnotici tramonti sul lungomare. Cosa pensano e cosa fanno le persone che vivono tra polveri rosse e nere in questa città pregiata e sfregiata della Magna Grecia, dimenticata per anni dalla politica e depredata da speculazioni criminali, costretta ora a rompere il silenzio tragico sulle proprie malattie per scegliere tra salute e lavoro? Taranto è lo specchio di un’Italia in crisi esistenziale, che dopo aver puntato sul processo di industrializzazione deve scegliere una linea politica per progettare il futuro. È una scelta cruciale, che potrebbe anche resuscitare la politica, intesa come res publica: cosa di tutti. Quella di Taranto è una storia che riguarda tutti: è lo specchio del degrado di un’Italia in crisi esistenziale che dopo aver puntato sul processo di industrializzazione di un Mezzogiorno prevalentemente rurale, ora si trova incagliata nei conflitti aperti tra industria e ambiente, tra identità e alienazione, tra salute e lavoro. Taranto oggi è chiamata a scegliere quale strada seguire, superando quel “Ce m n futt a me?” (che me ne importa a me?) che ha accompagnato il processo di degrado della città e dell’Italia tutta. Buongiorno Taranto è un saluto a una città che si risveglia dal torpore di un’allucinazione collettiva in cui è caduta nella ricerca di un benessere illusorio. È un sole che si fa spazio tra le nuvole di fumo per esorcizzare la paura e sfidare l’immobilismo, l’indifferenza e la rassegnazione. Paolo Pisanelli 18 martedì 2 giugno ore 18 Varese Sede ARCI Ingresso gratuito NON È MAI TROPPO DARWIN di Angelo Loy, Italia 2010, 30’ - Da un’idea di Piero Benedetti e Anna Loy con Roberto Nobile e Giuseppe Cederna. Musiche di Luca Velotti Un viaggio inusuale e scanzonato alla scoperta dell’evoluzione. Come novelli Darwin e Fitroy a bordo di un moderno Beagle, un professore di zoologia e il custode dell’università partono alla ricerca delle tracce degli animali del passato in Italia. Prima tappa: la grotta di Spingallo, vicino Siracusa, per osservare i ritrovamenti degli elefanti nani, una testimonianza fossile da cui partire per parlare di selezione naturale e di grandi eventi paleogeografici. Lo spettacolo, accompagnato dalle musiche di Luca Velotti, presenta la prima puntata di Non è mai troppo Darwin, un progetto di divulgazione della scienza che si propone di tracciare un ipotetico viaggio di Darwin in Italia. L’Italia vista con gli occhi dello scienziato offre numerosi spunti per parlare non solo di evoluzionismo, ma anche per elaborare teorie rivoluzionarie. L’idea è che non sono i luoghi, nemmeno quelli esotici, che sollecitano gli scienziati, ma l’approccio nuovo e creativo con cui essi li guardano, siano essi remoti o molto familiari. Da un nuovo punto di vista, anche il nostro Paese è ricco di veri e proprio laboratori all’aperto dell’evoluzione. Un pulmino trasformato in un vascello terrestre, un Beagle italiano, si sposta lungo la penisola nei luoghi rappresentativi delle ricerche che hanno contribuito alla diffusione e alla crescita del pensiero evoluzionistico in Italia. Nel pulmino viaggiano due attori diretti da Angelo Loy, che impersonano un uomo “della strada” (Roberto Nobile) e uno scienziato (Giuseppe Cederna). È quest’ultimo che ha il compito di illustrare e spiegare i fondamenti delle teorie di Darwin al suo compagno, a partire proprio dagli spunti che questo viaggio offre loro. FondazioneAdrianoBuzzatiTraverso.it 19 A cura di UAAR e ARCI Varese presentazione a cura di Francesco Bisi dell’Università dell’Insubria A seguire: aperitivo evolutivo mercoledì 3 giugno ore 21 Varese Sala Filmstudio 90 EXPO FOR THE RIGHTS Ingresso gratuito Fulvio Fagiani Il clima della terra Convegno a cura di Mario Agostinelli (Forum Mondiale delle Alternative) e Fulvio Fagiani (Agenda21 Laghi) Durante la serata presentazione del libro Alluvione, esigere edizioni, di Alessandro Fogarollo e Giuliano Leone con proiezione di immagini. Saranno presenti Giuliano Leone autore delle fotografie e Raffaele Pugliese, insegnante e scrittore. Dalle immagini e dal toccante racconto dell’Alluvione dell’ottobre 2011, alle Cinque Terre, la riflessione ci conduce alla realtà dei cambiamenti climatici. Come scrive Raffaele Pugliese nella post-fazione del libro “Il servizio strenuo e disinteressato dei soccorritori immortalati in queste intense fotografie è emblema e paradigma delle cure e attenzioni che tutta la comunità deve portare all’ambiente” in cui vive e tutta l’umanità al pianeta terra”. Queste cure e attenzioni reclamate sono al centro del convegno: perché oggi la società, l’economia e la politica hanno relegato questi temi in fondo alle loro agende? Quali sono le forme che il diniego o l’inazione hanno assunto, quali vie di fuga adottiamo in tanti per nascondere la testa sotto la sabbia? Le narrazioni moderne, costruite attorno all’idea del progresso inarrestabile ed ineluttabile sono l’ostacolo principale a prendere piena consapevolezza della sfida globale che abbiamo davanti, a dare ascolto alla comunità scientifica che ci avverte dei rischi che corriamo e ad intraprendere le azioni che ci possono portare in uno spazio operativo sicuro. Mario Agostinelli ha lavorato come ricercatore chimico-fisico per l’ENEA presso il CCR di Ispra. Dal 1995 al 2002 è stato Segretario generale della Cgil Lombardia e nel 2004 ha dato vita al movimento UNALTRALOMBARDIA, con l’obiettivo prioritario di rinnovare dal basso le forme della rappresentanza. Sul piano internazionale si è contraddistinto per un intenso impegno nel Forum Mondiale delle Alternative e nel Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre. Nel 2011 per Ediesse, con Roberto Meregalli e Pierattilio Tronconi ha pubblicato Cercare il sole - Dopo Fukushima. Fulvio Fagiani, laureato in fisica. Ha lavorato nel settore informatico. Da anni si occupa di questioni ambientali. Ha fondato Agenda21 Laghi, di cui è tuttora coordinatore, è stato Sindaco di Malgesso, membro del Dipartimento ambiente di ANCI Lombardia, presidente di Auser Besozzo. Si è occupato di processi partecipativi, pianificazione energetica, educazione ambientale e valorizzazione del territorio. 20 giovedì 4 giugno ore 21 Varese Sala Filmstudio 90 EXPO FOR THE RIGHTS Ingresso gratuito Seminiamo il futuro: la sovranità alimentare tra Nord e Sud del Mondo Presentazione del progetto Mihogo Cassava Value Chain di CAST Ong, a cura di Sara Manserra. Il progetto ha l’obiettivo di migliorare lo stato nutrizionale e sanitario e le condizioni generali di vita delle persone che vivono in 22 villaggi del Distretto di Ganze, nella regione costiera del Kenya, tra Malindi e Mombasa, promuovendo la diversificazione delle produzioni agricole e la promozione della filiera locale della manioca, per affrontare così i periodi di siccità. L’evento è realizzato nell'ambito del progetto “Seminiamo il futuro, nuovi apprendimenti e nuovi saperi per la sovranità alimentare”, realizzato con il contributo del Comune di Milano. Sara Manserra collabora con il CAST, ong di Laveno Mombello impegnata in progetti di formazione e di solidarietà internazionale. Da Alle ore 19, oltre 30 anni il CAST (Centro per un Appropriato Sviluppo Tecnolo- “aperitivo con gli scarti” gico) lavora perché acqua, energia e cibo siano disponibili, accessi- presso Twiggy Varese. bili e sicuri sia nel Sud che nel Nord del mondo. Obiettivo individuare e promuovere conoscenze e tecnologie appropriate per uno sviluppo indipendente e compatibile con le risorse limitate del pianeta. A seguire: WIND OF CHANGE (Vento di cambiamento) di Julia Dahr, Kenia, Norvegia 2012, 40’ v.o. inglese con sott. italiani Black International Film Festival 2012, miglior documentario Environmental Film Festival, Washinghton 2014, miglior documentario Ritratto di famiglia contadina, con papà, mamma e sette bambini, in Kenya nel mese di marzo, quando in passato cadevano piogge abbondanti. Il capofamiglia Kisilu confida le sue ansie alla videocamera come in un diario quotidiano. Viviamo giorno per giorno l’attesa della pioggia, la faticosa crescita dei germogli nel suo campo di miglio. Uno sguardo intimo e toccante sulla lotta quotidiana contro i cambiamenti climatici. Molto attivo e consapevole del suo ruolo in famiglia e nel villaggio, Kisilu non si arrende e promuove la costruzione di una serra per la comunità. 21 venerdì 5 giugno ore 17 Varese Aula Magna via Dunant Ingresso gratuito Un passo dal cielo: la natura nelle fiction all’italiana incontro con Luisa Cotta Ramosino (produttore creativo Lux Vide) modera Andrea Bellavita, partecipano Antonio Orecchia e Adriano Martinoli Un passo dal cielo (originariamente pensato come “l’uomo dei boschi”), la serie televisiva italiana, giunta alla terza stagione, trasmessa dalla Rai, è incentrata sulla vita di Pietro, ispettore del Corpo Forestale dello Stato di San Candido, in Trentino-Alto Adige. Il ruolo del protagonista, e l’ambientazione fan sì che molte delle tematiche trattate siano incentrate su aspetti legati all’ambiente e alla natura. Questo porre al centro della scena la natura promuove un approccio alle tematiche ambientali che vanno oltre al semplice porre sullo “sfondo” un paesaggio entusiasmante o una specie carismatica e rappresenta un’interessante, seppur indiretta, modalità di sensibilizzazione del grande pubblico alle tematiche di conservazione della natura e della biodiversità. Il pubblico sarà guidato dalla sceneggiatrice di Un passo dal cielo, Luisa Cotta Ramosino, alla scoperta anche di un “dietro le quinte” di una delle fiction italiane di più grande successo degli ultimi anni. In collaborazione con Università dell’Insubria con proiezioni di di sequenze tratte da Un passo dal cielo. Luisa Cotta Ramosino, laureata in Filosofia, diploma di Specializzazione in Scienze dello spettacolo, corso di specializzazione in Management dello spettacolo all'Institute for the Media and the Entertainment di New York e dottorato di ricerca in Linguistica applicata e linguaggi della comunicazione. Sceneggiatrice e story editor per Lux Vide e docente presso l´Università Cattolica di Milano, ha collaborato a fiction per RaiUno come Sotto il cielo di Roma, Preferisco il paradiso, Don Matteo, La musica nel cuore, Che Dio ci aiuti, Un passo dal cielo. Andrea Bellavita, Laureato in Lettere Moderne, docente di Linguaggi televisivi e crossmediali dell´Università dell´Insubria, collabora continuativamente come analista di prodotti mediali con l´Osservatorio sulla Comunicazione dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dal 2005 al 2008 è stato docente di Teoria e tecnica del sistema radiotelevisivo presso l´Università di Trento e dal 2007 al 2008 docente di Linguaggi e strumenti della comunicazione presso l´Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Antonio Orecchia, laureato in Scienze Politiche, dottorato di ricerca in Società europea e vita internazionale nell'età moderna e contemporanea. Editorialista del quotidiano «La Prealpina» e Membro del Centro Internazionale Insubrico “Carlo Cattaneo” e “Giulio Preti” per la filosofia, l'epistemologia, le scienze cognitive e la storia della scienza e delle tecniche. Socio della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea e della Associazione Universitaria Studi Europei. Adriano Martinoli, laureato in Scienze Biologiche, dottorato di ricerca in Scienze Naturalistiche ed Ambientali, docente di zoologia e biologia della conservazione presso l'Università degli Studi dell'Insubria. Conduce ricerche nel campo dell'ecologia comportamentale, interazione uomo-fauna e conservazione di specie rare o minacciate o di interesse gestionale. Ha fatto parte del Gruppo di Lavoro “Gestione della Fauna nei Parchi” della Regione Lombardia ed è stato componente della Commissione Scientifica CITES (Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora). 22 venerdì 5 giugno ore 21 Varese Sala Montanari EXPO FOR THE RIGHTS Ingresso gratuito Cibo, ambiente, sostenibilità conferenza di Marco Aime, antropologo A seguire: FOOD di Marco Rusca, Italia 2012, 46’ Il progetto nasce da un’idea originale di Marco Rusca ed è stato realizzato con la collaborazione di Veronica Carbone e Lester Pathmaperuma. La colonna sonora è firmata da Mario Rusca, apprezzato compositore e pianista jazz. Food, questo il titolo del docu-film che coinvolge 23 registi di 23 nazioni diverse. Il tema? Lo spreco del cibo nel mondo. Uno struggente percorso attraverso un bene comune, violato sul nostro pianeta, quotidianamente ogni 30 secondi. La presa di coscienza su una realtà che si autocelebra, oltre i confini dell’immaginazione. “La FAO prevede che la fame nel mondo raggiungerà un livello storico con 1,02 miliardi di persone in stato di sottonutrizione”. Questo recente aumento della fame a livello mondiale non è la conseguenza di raccolti non soddisfacenti, ma della crisi economica mondiale che ha ridotto i redditi e aumentato la disoccupazione, il che ha ulteriormente ridotto le possibilità di accesso al cibo per i poveri. “La pericolosa combinazione della recessione economica mondiale e dei persistenti alti prezzi dei beni alimentari, in molti paesi, ha portato circa 100 milioni di persone oltre la soglia della denutrizione e della povertà croniche”, ha detto il direttore generale della FAO Jacques Diouf. “Questa silenziosa crisi alimentare – che colpisce un sesto dell’intera popolazione mondiale – costituisce un serio rischio per la pace e la sicurezza nel mondo. Abbiamo urgentemente bisogno di creare un largo consenso riguardo al totale e rapido sradicamento della fame nel mondo, ed intraprendere le azioni necessarie ad ottenerlo”. Ha aggiunto: “l’attuale situazione dell’insicurezza alimentare nel mondo non ci può lasciare indifferenti”. MyMovies 23 Marco Aime insegna antropologia culturale presso l’Università di Genova. Ha frequentato l'ITIS Amedeo Avogadro, dove si è diplomato nel 1975. La passione per l'antropologia nasce dai primi viaggi extraeuropei: il primo, un trekking tra le montagne dell'Hindukush e del Karakorum (Pakistan) nel 1983 e successivamente, nel 1984 in Mali, viaggio a cui deve la passione per l'Africa e in particolare per il Sahel. Nel 1988 si laurea presso l'Università di Torino con una tesi di antropologia alpina sulle credenze di stregoneria (le “masche”) dei montanari della valle Grana. Si dedica alla professione di giornalista e fotografo, collaborando con testate come La Stampa, Airone, Atlante, Gulliver. Nel 1992 vince un dottorato di ricerca in Antropologia Culturale ed Etnologia presso l'Università di Torino. Nel 1999 entra come ricercatore presso l’Università di Genova. Ha condotto ricerche in Africa occidentale (Benin, Mali) e sulle Alpi e ha compiuto numerosi viaggi in paesi extraeuropei. Ha vinto il Premio Chatwin e il Premio Albatros con il libro di racconti “Taxi Brousse”. Serata a cura di AIIG Associazione Italiana Insegnanti di Geografia lunedì 8 giugno ore 20.30 Balerna (TI) Sala ACP EXPO FOR THE RIGHTS Ingresso gratuito LAND RUSH (L’assalto alla terra) di Osvalde Lewat e Hugo Barkeley, Camerun/Mali/UK/USA 2012, 58’ v.o. ingl./fr./bambara con sott. italiani L’investitore americano della Sosumar, Mima, arriva in Mali per convincere i ministri a vendere la terra e i contadini ad affidarsi alla sua expertise agricola. Vuole creare grandi piantagioni di zucchero e dare lavoro e benessere a tutti. Il suo antagonista è un attivista maliano che si batte per la sovranità alimentare contro il governo del suo paese che sta svendendo la terra illegalmente alla Sosumar. Nel Massimo Daviddi, nato a Firenze mezzo: i contadini della fertile piana del Niger, divisi, di fronte ad nel 1954, vive a Mendrisio. Scrittore una decisione che cambierà radicalmente la loro vita. Serata a cura di ACP all’interno del progetto “Cittadinanze in visione” Introduzione a cura di Massimo Daviddi e poeta, scrive sulle pagine della cultura del quotidiano La regione. Ha vinto nel 2012 il Premio federale di letteratura per Il silenzio degli operai, Milano, Ed. La vita felice. Si occupa di formazione degli adulti in ambito organizzativo, accompagnando persone e gruppi nelle loro riflessioni umane e professionali. Attualmente collabora con l’Associazione cultura popolare di Balerna coordinando il progetto cittadinanze: www.acpnet.org/cittadinanze Land Rush solleva la questione di come sfamare il mondo. Nel 2008, il sistema alimentare mondiale ha cominciato a crollare. I paesi ricchi, minacciati dalla fame, hanno iniziato ad acquistare e affittare le terre fertili nel Sud del mondo trasformandone il sistema agricolo. Dato che il 60% di queste terre è concentrato in Africa, è qui che le multinazionali agroalimentari sono arrivate in misura maggiore, spesso estromettendo le attività agricole tradizionali e di sussistenza. In Mali, il 75% della popolazione è costituito da agricoltori; ciononostante, ricche nazioni affamate di terra ne stanno affittando le campagne per far posto alle imprese agroindustriali. Questo film esplora le visioni contrastanti dei contadini malinesi in merito a questi progetti. Infatti, sono in molti a non approvarli e, anzi, a vederli come un’ulteriore manifestazione d’imperialismo. Dall’altro lato, alcuni ritengono che il cambiamento sia necessario per la sopravvivenza. Attraverso lo schema Sosumar (un progetto agricolo tra Stati Uniti e Sud Africa), il film considera anche modelli alternativi di investimento nella terra dei paesi in via di sviluppo che insistono sul coinvolgimento delle comunità locali. Associazione cultura popolare 24 martedì 9 giugno ore 21 Varese Sala Filmstudio 90 EXPO FOR THE RIGHTS Ingresso gratuito Storie d’Italia: dal passato, alla ricerca del futuro Friuli venezia Giulia, una regione con due cuori Macugnaga e le montagne dei Walser Storie antiche di Lucania Altamura e la Murgia barese Dal alcuni set di Annalisa Losacco ed Eugenio Manghi – realizzati per la trasmissione GEO&GEO, in onda su RAI 3 – un’anteprima di quattro servizi italiani di 15’ di notevole valenza culturale e ambientale. Un viaggio attraverso i protagonisti di un’Italia diversa, più vera, che ha recuperato un patrimonio fortunatamente non andato disperso nel corso del XX secolo. Un’Italia che, guardando al passato, si è regalata un futuro. Un’Italia che “ce la fa”. Eugenio Manghi nel 1979, dopo tre anni di stage come ricercatore presso il C.C.R. Euratom di Ispra, si laurea in fisica alla Facoltà di Scienze di Milano. Nel 1985 incomincia a dedicarsi al giornalismo e alla fotografia naturalistica e antropologica lavorando con le più prestigiose testate del settore (Airone, Geodes, Vie del Mondo, Qui Touring, Sette, Focus…). E nel 1986 diventa collaboratore fisso della rivista OASIS. È autore di immagini e mostre fotografiche sui Parchi Nazionali dell'Europa, del Canada e dell'Africa, la caccia ai cetacei e la distruzione delle foreste nel mondo. Ha tradotto dall'inglese e dal francese opere di divulgazione scientifica e pubblicato diversi volumi: per le Edizioni Lativa Click in, fotografiamo insieme; per l'editrice Pubblinova Edizioni Negri i volumi Oltre il 2000: il problema energetico, Laghi prealpini e Guida alla Via Verde Varesina. Annalisa Losacco, fotografa professionista, collabora con numerose riviste naturalistiche nazionali e internazionali e realizza reportages e documentari di grande coinvolgimento in giro per il mondo, soprattutto in Africa. Insieme a Eugenio Manghi ha firmato per Geo & Geo e per Kilimangiaro diversi servizi raccontando anche storie di piccoli realtà italiane poco conosciute e da far conoscere al grande pubblico. 25 Saranno presenti i registi giovedì 11 giugno ore 21 Varese Sala Montanari EXPO FOR THE RIGHTS Ingresso gratuito Provincia di Varese, equilibri ricercati Presentazione di alcuni progetti sul Plis Bevera e altri parchi Il progetto didattico del Liceo Artistico “Frattini” di Varese ha due principali finalità: 1) conoscenza degli elementi fondamentali della pianificazione urbanistica, delle variabili territoriali ambientali e del contesto ambientale specifico; 2) capacità di intervento mediante un’attività di progettazione della tutela e dell’utilizzo sostenibile dell’ambiente. I ragazzi, in seguito ad una serie di sollecitazioni rispetto ai temi ambientali (con contributi di consulenti esterni, visite guidate, esperienze simili) hanno proposto un’ipotesi di utilizzo dell’ambiente naturale anche attraverso la progettazione di una serie di attrezzature e attività compatibili con il contesto. L’obiettivo è realizzare un parco al limite dell’area urbana al servizio della stessa e rispettoso delle attività agricole e del patrimonio naturalistico presente. LEGAMBIENTE La Provincia di Varese, grazie alle sue innumerevoli aree verdi ancora ben conservate, rappresenta un vero e proprio corridoio verde che congiunge le Alpi alla pianura. Dell’importanza di questi serbatoi di biodiversità ed in particolare delle aree verdi intorno alla città di Varese e dei due costituendi PLIS (Parco Locale d’Interesse Sovracomunale) Valle della Bevera e Cintura Sud parleranno Federica Luoni di Lipu e Valentina Minazzi di Legambiente. Verranno, inoltre, presentati al pubblico i progetti di fruibilità della porzione varesina del PLIS della Bevera realizzati dagli studenti del Liceo Artistico Frattini di Varese, guidati da Enzo Tamburini. Introduzione a cura di Massimo Soldarini (responsabile ufficio progetti e volontariato della Lipu BirdLife Italia onlus). A seguire: presentazione in prima visione del documentario L’EQUILIBRIO di Marco Tessaro, Italia 2014, 30’ Verbano: Valcuvia, Valveddasca, Valtravaglia. Lia torna nei luoghi che l'hanno vista crescere dopo anni passati altrove. Suo padre l’accoglie entusiasta: innamorato della sua terra, si impegna ogni giorno per salvaguardarne la biodiversità. La scoperta di un mondo che esiste ancora e del modo più semplice per perderlo. Il documentario “L'Equilibrio” è parte del piano di comunicazione del progetto: “Corridoi ecologici Comunità Montana Valli del Verbano”, che si è occupato di migliorare la funzionalità della connessione ambientale tra Pianura e Alpi a nord del rilievo del Campo dei Fiori. Marco Tessaro, laureato in Scienze Politiche e appassionato di fotografia e di cinema documentario, comincia a realizzare ricerche e documentazioni in campo agronomico e naturalistico. Dal 2000 collabora con enti, associazioni, e musei su progetti di analisi e comunicazione ambientale. Negli ultimi anni si occupa della realizzazione di video documentari privilegiando i temi dell’ecologia del territorio, della tutela della biodiversità, della decrescita e della memoria locale. 26 giovedì 18 giugno ore 21 Olgiate Olona Teatrino di Villa Gonzaga EXPO FOR THE RIGHTS Ingresso gratuito WELCOME TO LOLIONDO di Morten West, Danimarca/Tanzania 2013, 58’ v.o. con sott. italiani Loliondo, Nord Tanzania, è una tra le mete più ambite per i safari. Sotto la superficie di un contesto apparentemente armonico si nasconde un contrasto estremamente crudele per il possesso della terra, contesa tra i Maasai, le compagnie turistiche e gli investitori arabi. Un giovane guerriero Maasai usa l’hip-hop come arma per portare all’attenzione mondiale questa lotta. A cura di AFRICA &SPORT nell’ambito del progetto 141Expo di Varesenews con la collaborazione di Ecomuseo della Valle Olona e il patrocinio del Comune di Olgiate Olona Tutti i film e i documentari sono disponibili per proiezioni in orario scolastico e al pomeriggio per gruppi e associazioni Per qualsiasi informazione contattare la segreteria organizzativa al numero 0332.830053, e-email [email protected] 27 di terra e di cielo CINEMA, AMBIENTE, NATURA, ESPLORAZIONE un progetto di Filmstudio LEGAMBIENTE ’90 promosso insieme a Associazione cultura popolare Sez. di VARESE Sez. di GALLARATE con il patrocinio di Parco Regionale Campo dei Fiori Comune di Brinzio Comune di Carnago Comune di Castronno Comune di Daverio Comune di Gallarate Comune di Inarzo con la collaborazione di White Fox communications Notiziario delle Associazioni con il sostegno di Comune di Olgiate Olona Comune di Viggiù