L`allevamento ed il rilancio dell`ippica
Transcript
L`allevamento ed il rilancio dell`ippica
L’allevamento ed il rilancio dell’ippica Analisi e prospettive sulle aziende del trotto Pag. 1 Indice Lo studio è stato realizzato dal gruppo di ricerca di Nomisma, composto da Mario Pelucchi (coordinatore e responsabile del progetto), Diego Forlano, Francesco Matteucci, Giorgio Zagnoli (Università di Bologna) Pag. 2 Indice INDICE Sintesi e conclusioni Capitolo 1 – L’allevamento del cavallo trottatore in Italia 1.1. – La consistenza e le dimensioni fisiche 1.2. – Forma di conduzione, titolo di possesso e forma giuridica 1.3. – L’allevatore 1.4. – Il lavoro 1.5. – La Contabilità 1.6. – Gli investimenti 1.7. – I puledri nati e la loro destinazione 1.8. – I fondamenti e le prospettive dell’allevamento 1.9. – I ricavi delle aziende dalla vendita dei prodotti 1.10. – I ricavi da premi 1.11. – I costi dell’allevamento 1.12. – Suddivisione interna dei costi 1.13. – Il costo del lavoro Pag. 4 25 25 34 38 39 47 48 54 58 59 64 66 69 70 Capitolo 2 – Le scommesse in Europa 74 2.1. – Modello anglosassone 2.2. – Modello totalizzatore 2.3. – Modello italiano 75 77 78 Capitolo 3 – L’ippica in Italia 3.1. – I dati strutturali 3.2. – Il bilancio Unire 3.3. – Il Montepremi Capitolo 4 – Il trotto italiano 4.1. – I dati strutturali del trotto italiano 4.2. – I dati strutturali del trotto francese 4.3. – Comparazione trotto Italia Francia 85 85 92 95 99 99 102 104 Pag. 3 Indice 4.3.1. – Le corse 4.3.2. – I cavalli 4.3.3. – I montepremi 104 105 106 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore 112 Appendice statistica 122 Pag. 4 L’allevamento del cavallo trottatore SINTESI E CONCLUSIONI Premessa L’ippica italiana, in questi ultimi anni, sta attraversando una delle sue crisi più gravi sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista amministrativo, ma soprattutto da quello economico-finanziario e rischia di superare il punto di non ritorno. Questo è il momento in cui tutte le categorie dell’ippica devono metter insieme le proprie forze, le proprie risorse, per contribuire al salvataggio del settore e poi al suo rilancio. Un settore in cui l’Ente Tecnico preposto alla sua salvaguardia ed al suo sviluppo viene meno alle sue funzioni istituzionali, rischia di comprometterne il futuro, che, in Italia, non solo assume un valore storico culturale e ambientale, ma ricopre un importante ruolo economico ed occupazionale. L’Unire dovrà uscire dal guado e pensare seriamente al rilancio per non trovarsi tra qualche anno, ma forse anche meno, nella situazione di non riuscire a svolgere i compiti a cui è demandato. Per salvaguardare e rilanciare il mondo dell’ippica è sempre più necessaria l’adozione di urgenti ed efficaci interventi di governance e di regolarizzazione economica del comparto. Tutto questo a tutela delle risorse destinate all’Unire per il perseguimento dei propri fini istituzionali. Inoltre si devono prevedere idonei strumenti legislativi che regolamentino con certezza i relativi flussi economici provenienti dai prelievi delle scommesse. Tutti i soggetti coinvolti devono considerare come lo sviluppo del settore sia strettamente legato al mercato delle scommesse, che è in continua Pag. 5 L’allevamento del cavallo trottatore evoluzione ed in costante ascesa. Ma allo stesso tempo si trova in concorrenza con altri sport ed altri eventi. La liberalizzazione delle scommesse in Europa è in pieno svolgimento e, spinta dalle esigenze tecnico-giuridico-amministrative connesse alle procedure concorsuali imposte dalle norme europee, stimola la competizione tra i diversi operatori e di conseguenza può avere benefiche ripercussioni sul settore ippico. Monitorare l’evoluzione di questo mercato (ippica-scommesse) deve essere uno dei principali obiettivi di chi opera nel settore. Mettere sotto osservazione tutta la realtà produttiva che ruota attorno all’ippica, sempre più rilevante dal punto di vista economico e sociale, è necessariamente un bisogno sentito da tutti gli operatori del sistema per dare risposte e fare proposte per lo sviluppo futuro. In questo quadro assume grande importanza il ruolo dell’allevamento del cavallo trottatore, le cui aziende, per la loro attività imprenditoriale storicamente radicata su tutto il territorio nazionale, possono offrire validi contributi al settore, non solo nell’incremento e nel miglioramento delle razze equine, attraverso la selezione e la qualità, ma anche, allo sviluppo tecnico e alla promozione dello spettacolo sportivo. Il progetto di ricerca ha consentito di aprire un dibattito serio, all’interno dell’Associazione, sulle problematiche del settore dell’allevamento del cavallo trottatore e sui possibili cambiamenti e sviluppi in un’ottica di sistema. L’indagine sulle aziende allevatrici ha permesso di fornire una mappatura esaustiva delle imprese del comparto, andando a misurare la consistenza e le Pag. 6 L’allevamento del cavallo trottatore dimensioni fisiche, gli indici strutturali, la superficie utilizzata per l’allevamento, la forma di conduzione delle aziende, le professioni dell’allevatore , la forza lavoro impiegata. L’indagine, inoltre, ha analizzato i costi di gestione annuali delle aziende, gli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni dagli allevatori ed i ricavi distinti tra le diverse tipologie di aziende, giungendo a stimare il giro d’affari complessivo dell’allevamento del cavallo trottatore. Tutto questo per avere il quadro complessivo di un comparto che risponda nel miglior modo possibile al “fine” dell’attività ippica, cioè lo sviluppo della razza equina italiana. Il convincimento che l’allevamento sia uno dei comparti di un sistema complesso, ci ha portato, nella seconda parte dello studio, ad analizzare alcuni temi tra loro strettamente legati: corse, calendari, cavalli alla partenza, cavalli che hanno corso, montepremi, scommesse. Questo ci ha permesso di guardare oltre gli interessi e le problematiche della categoria, e di avere, invece, una visione sistemica del trotto e dell’ippica in generale. A questo proposito si è ritenuto utile confrontare alcuni dati strutturali del trotto italiano con quelli francesi, paese ippicamente evoluto, e con un sistema più simile al nostro, ma abbastanza diverso sia nella struttura organizzativa, che nella gestione delle scommesse. Considerazioni La crescita dell’ippica italiana, avvenuta nell’ultimo decennio in modo spontaneo ed al di fuori di ogni sistema o progetto pluriennale, ha determinato una crisi economico-gestionale, tecnica ed amministrativa che non trova precedenti nella storia dell’Ente. E’una crisi che perdura da troppi anni, con continui cambi al vertice, commissari e sub-commissari che Pag. 7 L’allevamento del cavallo trottatore durano in carica pochi mesi, presidenti nominati e nel giro di pochi mesi sfiduciati. E’ una crisi di governance, intesa come volontà e capacità di indirizzare e coordinare il settore. Questa mancanza è dovuta anche, al venir meno di quell’etica sportiva che deve tornare ad essere la base dell’ attività ippica. Questi alcuni degli aspetti su cui chi è chiamato a governare l’ippica deve riflettere: - la mancanza di una visione sistemica del settore, infatti ogni soggetto ha cercato di privilegiare e far prevalere i suoi interessi, rispetto a quelli generali; la continua conflittualità tra le categorie, creata a volte ad arte da chi doveva garantire la maggior collegialità possibile; l’accantonamento del personale tecnico competente all’interno dell’Ente, da motivare e da riutilizzare in base alle conoscenze maturate; la maggior trasparenza degli atti e degli indirizzi di politica del settore; la competenza e la rappresentatività negli organi istituzionali dove si discute di corse e scommesse. La sola riscrittura delle regole dell’ippica, comunque, non è sufficiente per contrastare comportamenti che trovano la loro origine nel senso etico di chi li mette in atto. Coerenza, trasparenza, concertazione, equità, ma soprattutto discontinuità con il passato sono gli elementi caratterizzanti da metter in campo per un rinnovamento dei metodi e delle persone. Imprescindibile per la ripresa del settore è il contributo di tutte le componenti ippiche, dalle categorie fino alle società di corse, coordinate a livello centrale dall’Unire, riunite in un tavolo unitario di concertazione improntato alla massima trasparenza, dove si tracci un disegno unitario che punti alla qualità ed alla imprenditorialità e che cerchi di dare un significativo stop allo sviluppo puramente quantitativo ed assistenziale degli ultimi anni. Pag. 8 L’allevamento del cavallo trottatore Negli altri paesi ippicamente evoluti, per rispondere agli enormi problemi, tra di loro strettamente correlati, in cui si trovava il settore agli inizi degli anni ’90, hanno saputo farsi carico del rilancio puntando e valorizzando le capacità imprenditoriali presenti in tutta la filiera e trasversali a tutte le categorie. In questi paesi per incidere veramente si è agito prima di tutto sulla struttura organizzativa, dove il potere politico si è riservato un ruolo di controllo e approvazione delle decisioni maturate tra i diversi soggetti ippici. Procedere ad una riorganizzazione della struttura ippica e ripensare ad un riordino dell’Unire è uno dei compiti primari a cui le categorie devono rispondere facendo gioco di squadra ed individuando i principali obiettivi a breve e medio periodo su cui convogliare gli sforzi per trovare le soluzioni più efficaci da proporre ai diversi soggetti coinvolti. Forse è giunto il momento di ripensare e riequilibrare il rapporto fra l’ippica e chi gestisce la raccolta scommesse. Chi segue l’ippica dovrebbe sapere, come funziona il sistema negli altri paesi, dove, chi è proprietario della rete per l’accettazione delle scommesse, è anche proprietario degli ippodromi e delle agenzie e dei punti vendita. Questo, inoltre, distribuisce il prodotto con percentuali nettamente più basse. Infine i soggetti principali dell’ippica siedono negli organismi di governo sia delle corse che delle scommesse. Le scommesse devono tornare ad essere al servizio dell’ippica, e non l’ippica al servizio delle scommesse, perché solo con questo sistema l’organizzazione provvede ai premi per i proprietari dei cavalli da corsa e di conseguenza alle percentuali per tutti gli altri operatori della filiera. Tutti i soggetti dell’ippica devono entrare nell’ordine di idee di essere parte di un sistema, strettamente legati uno all’altro, solo in questo modo si Pag. 9 L’allevamento del cavallo trottatore risponde alle sfide che vengono portate da più parti al mondo dell’ippica, dallo spettacolo sportivo alle scommesse. Tutto questo per meglio affrontare la competizione con gli altri segmenti del mercato del tempo libero. In una situazione critica e delicata, come quella che sta attraversando l’ippica in questi ultimi anni, si deve andare oltre i propri interessi di bottega e superare le logiche del giorno per giorno. E’ indispensabile, invece, avere una visione d’insieme e sistemica del settore dove è urgente recuperare credibilità e fornire certezze a tutti i soggetti nella massima trasparenza. Per uscire dallo stato di “coma” in cui si trova l’ippica italiana è necessario che tutti facciano un passo indietro, rinunciando a qualcosa, anche a risorse, per creare le condizioni da cui si possano tracciare le linee di sviluppo del sistema e del suo funzionamento, partendo dal presupposto di base che solo attraverso la crescita della qualità delle corse e con essa dello spettacolo ippico si può allargare la base dei suoi pubblici, dagli spettatori negli ippodromi a quelli della Tv e dei new media, ai nuovi proprietari, agli scommettitori. Il rilancio dell’ippica italiana è subordinato al rilancio di uno spettacolo qualificato così come avvenuto in altri Paesi che prima del nostro hanno vissuto una profonda crisi del settore, ma hanno saputo dare risposte adeguate, coinvolgendo tutti i soggetti della filiera. Ottimizzare il prodotto ippico, non significa, o almeno non significa solo, rendere ogni corsa di cavalli produttiva. Bisogna valutare l’indotto che ne consegue in termini di regolarità delle corse, di aumento degli spettatori negli ippodromi, di operatori, di posti di lavoro, di scommesse. Pag. 10 L’allevamento del cavallo trottatore L’ippica è un settore che trae al suo interno le risorse per la propria sussistenza: il movimento delle scommesse sulle corse dei cavalli. La scommessa ippica non è un mero gioco assimilabile agli altri, come da anni vanno affermando i responsabili istituzionali sia del mondo ippico che delle scommesse, che da qui sono partiti per depotenziare lo spettacolo sportivo e l’ippica in generale. Questa incompetenza tecnica, ma non solo, la si vede soprattutto nell’incomprensibile programmazione dell’attività con la stesura del calendario. Anche se quasi tutti gli indirizzi di politica del settore hanno manifestato scarsa conoscenza delle tematiche, poca trasparenza nelle scelte, è soprattutto nella predisposizione del calendario e nella sua programmazione, che si lamentano le più grosse manchevolezze dell’ Ente. Il calendario è, da sempre ed in tutti i paesi, lo strumento di connessione tra l’attività ippica, i pubblici, gli scommettitori. In Italia, in questi ultimi tempi, oltre che essere passato da annuale a trimestrale, è caratterizzato da improvvisazione e discrezionalità, con penalizzazioni insostenibili per piazze storiche che si vedono condannate a drastici ridimensionamenti, proliferazioni di giornate differenziate a scapito di quelle ordinarie, con una drastica riduzione dei convegni e corse (nel solo 2005 sono stati tagliati 167 convegni). Tutto questo a dimostrazione dell’incapacità di chi dirige l’ippica nel dare risposte certe e trasparenti alle scuderie che devono programmare la stagione agonistica dei cavalli in attività. L’aumento continuo delle giornate di corse, con una crescita decennale di oltre il 40%, rappresentato principalmente dalle giornate di minima (antimeridiane e preserali). Tutto ciò ha determinato e determina per l’intero sistema margini decrescenti di utilità economica delle scommesse, non più in Pag. 11 L’allevamento del cavallo trottatore grado di compensare i costi della loro raccolta, dell’organizzazione e del controllo delle corse, della gestione delle scuderie e delle categorie ippiche. Gli stessi indirizzi sono stati individuati per la valutazione degli ippodromi dove l’Unire ha tratto ispirazione per il rinnovo del contratto relativo alla definizione economica dei servizi resi dalle società di corse, che ha ricevuto ampie critiche sia dalle stesse che da altre categorie dell’ippica sensibili alla qualità dello spettacolo. La filosofia Unire, seguita in questi ultimi anni, semplifica eccessivamente il problema della redditività delle corse, privilegiando solo l’aspetto finanziario, sacrificando componenti altrettanto qualificanti come la qualità della corsa, fornita dai cavalli alla partenza, ed il contesto globale in cui viene effettuata. L’Unire , misurando la redditività di un corsa con il semplice rapporto matematico tra mezzi impiegati (montepremi, spese organizzative, remunerazione ippodromo) e scommesse riversate, offre un’immagine capovolta dell’ippica dove l’ippodromo di più basso livello ha maggiore redditività del principale impianto nazionale, dove la corsa estera è più produttiva di qualunque corsa italiana. Si tratta di un’impostazione che non ha alcun riferimento con l’incremento delle razze equine che è alla base della creazione e dell’esistenza dell’Unire. Si deve abbandonare la logica delle corse fatte solo per gli ippici, che ha portato ad un una crescita delle corse di minima a scapito di quelle qualitativamente valide. Tutto il settore deve capire che le corse si debbano fare per il pubblico, obiettivo primario per il rilancio dell’ippica. Pag. 12 L’allevamento del cavallo trottatore In sostanza più lo spettacolo ippico è interessante, più sono gli appassionati, più sono i proprietari, più sono gli scommettitori, in poche parole, si deve invertire la rotta seguita dall’ippica italiana in questi ultimi anni. La forte competizione con gli altri spettacoli sportivi spinge l’ippica verso la ricerca di una maggiore specializzazione delle corse, da raggiungere con una forte iniziativa atta a migliorare l’aspetto qualitativo della razza equina italiana, imperniata sia sull’allevamento sia sull’allenamento. Questo deve essere il filo conduttore della crescita del settore per sgomberare il campo dalle nubi che si sono addensate sulle corse, in questi ultimi tempi, fornendo tutela e trasparenza al prodotto-corsa. Compito primario dell’Unire è quello di tutelare la regolarità delle corse e la scrupolosa osservanza delle normative, che va dai controlli dei veterinari, alla competenza dei giudici, fino all’impegno dei guidatori, a tutti questi si chiede una maggiore professionalità, sia tecnica ma anche etica. La chiarezza dei comportamenti è uno degli elementi più significativi per riportare dentro all’ambiente ippico, la garanzia della regolarità delle corse. I maggiori controlli sulle corse si effettuano non aumentando il numero di funzionari (13 funzionari Unire per ogni riunione sembrano eccessivi), ma accrescendo la loro competenza con appositi corsi di aggiornamento. Lo spettacolo ippico si svolge negli ippodromi e sulla riqualificazione e sviluppo di questo segmento tutti i soggetti dell’ippica devono farsene carico. Nelle linee guida di sviluppo strategico dell’Unire ci sono alcuni indirizzi importanti relativi alla riqualificazione dell’immagine del ruolo degli ippodromi come luogo di spettacolo e selezione sportiva e non soltanto come occasione di scommesse. A questa visione strategica si sono affiancate le Pag. 13 L’allevamento del cavallo trottatore prescrizioni minime per l’attività agonistica. A queste linee guida e prescrizioni non sembrano siano corrisposte adeguate azioni. Un ippodromo deve essere valutato in base a diversi parametri: piste all’avanguardia, boxes, pulizia, punti di ristoro,, organizzazione, rispetto delle norme, dispositivi di sicurezza, ospitalità nei servizi, capacità di gestire una programmazione qualitativa, promozione, pubblicità, capacità di creare un valido indotto – proprietari, allevatori, allenatori-guidatori – ricambio generazionale. E’ necessario definire ed individuare all’interno dell’attuale rete di ippodromi i diversi ruoli, nazionale e regionale. Gli ippodromi regionali dovrebbero garantire e promuovere l’ippica a livello territoriale più periferico, valorizzare le molteplici iniziative di allevamento e di proprietari, creando nuovi appassionati e potenziali operatori. A loro dovrebbe essere affidato lo svolgimento delle corse antimeridiane, la loro programmazione dovrà essere abbandonata dagli impianti nazionali secondo criteri di compensazione. Applicando percentuali di remunerazione diverse per gli ippodromi anche, in conseguenza dello spettacolo e servizi offerti, si potranno innescare quegli automatismi che consentono di ridurre il numero delle corse, qualificare il parco cavalli in funzione di un aumento e di una effettiva ottimizzazione del montepremi. Razionalizzazione della distribuzione dei campi e degli orari delle corse: La necessità di dare qualità e produttività all’azione di tutte le componenti ippiche deve essere il filo conduttore del rilancio del settore: supporto tecnico-scientifico agli allevatori, grandi centri di allenamento come Pag. 14 L’allevamento del cavallo trottatore elemento di stimolo professionale degli allenatori e guidatori, standard adeguati e controllati per gli ippodromi. In questa ottica si deve rimarcare l’importanza e la valorizzazione dei “distretti “ del trotto . Oltre a mantenere una loro identità, qui si creano le condizioni migliori per far crescere tutte le componenti del cavallo trottatore, dove accanto ad allevamenti che puntano davvero alla qualità, si affiancano centri di allenamento di prim’ordine con ottimi allenatori e guidatori giovani ed appassionati. Dove possono coesistere gli allevamenti che producono per correre o quelli commerciali, ma comunque di alta qualità. Per allenare i cavalli ad ottenere ottime prestazioni è necessario disporre sul territorio di strutture adeguate, che rispondano ai requisiti di qualità richiesti per svolgere al meglio tutta la fase d’allenamento in preparazione delle corse. Quindi compito primario di chi programma è l’individuazione dei luoghi e la creazione di strutture che rispondano nel miglior modo possibile ai requisiti richiesti per un ottimo centro di allenamento, elemento insostituibile della filiera ippica. Considerazioni sul sistema ippica Quello che manca davvero nel mondo dell’ippica oggi è un governo dell’ippica, inteso come volontà e capacità di indirizzare e coordinare il settore. Questo compito deve essere svolto dall’ente deputato a questa funzione, l’Unire, che in questi ultimi anni è parso assente e senza una visione d’insieme , e quindi, non sufficientemente in grado di elaborare un progetto complessivo. Si è perso qualsiasi motivo di confronto sui temi, sulle idee, sui progetti. Ogni confronto è diventato uno scontro, quello che poteva essere risolto con il dialogo si è trasformato quasi sempre nel muro contro muro. Spesso si è discusso seguendo logiche di schieramento, oppure Pag. 15 L’allevamento del cavallo trottatore facendo scelte in base a simpatie o antipatie. Alcune di queste posizioni si sono manifestate anche nelle elezioni di alcune associazioni di categoria, come quella degli allevatori, o nelle scissioni in altre categorie, o per quanto riguarda le società di corse, nel far prevalere il proprio interesse locale. In questa situazione di tutti contro tutti si perde di vista il contesto complessivo, non si ragiona più in termini di piani d’insieme, visto che gli interessi dei singoli e/o delle categorie sono sempre preponderanti. Si è creata una concorrenza che non considera l’ippica come sistema globale, ma solo l’esigenza di categoria o di quella locale, non in grado quindi di respingere le forti pressioni provenienti da soggetti esterni al mondo produttivo ippico. Le linee programmatiche degli allevatori Di fronte alla forte contrazione della domanda di cavalli trottatori si deve proseguire sulla strada del controllo della produzione allevatoria iniziata alla fine degli anni ’90, che ha fornito ottimi risultati, (diminuzione delle fattrici di quasi il 20% tra il 1995-2000), per evitare di alimentare una pericolosa rincorsa tra offerta di cavalli e domanda di corse. La diminuzione delle corse ordinarie a vantaggio di quelle differenziate, può essere strettamente legata a questo, quindi è necessaria un’azione forte dell’Associazione su questo fronte, per non dare alibi ed essere individuati come uno dei comparti che traggono i maggiori benefici dalla situazione attuale. Si deve rimarcare che, fino alla fine del 2004, l’allevamento del cavallo trottatore è uno dei settori che meno sentito la crisi dell’ippica. Le provvidenze all’allevamento, infatti sono cresciute fino al 2004, anche se la quota spettante agli allevatori del montepremi al traguardo nel 2005 si è ridotta. Il prezzo di mercato dei puledri sembra abbastanza stabile, ma la Pag. 16 L’allevamento del cavallo trottatore domanda è in forte calo, dovuta principalmente al venir meno di alcune certezze sul montepremi. Nel 2005 si nota una forte contrazione dei premi al traguardo per i proprietari. La difesa e il rilancio dell’allevamento italiano deve fondarsi sulla valorizzazione dei cavalli indigeni. Si chiede in particolare di premere perché esista una certa reciprocità di comportamenti con i paesi che più si relazionano con il nostro. A questo proposito urge un’iniziativa delle istituzioni per meglio approfondire le norme esistenti negli altri paesi, ippicamente evoluti, a salvaguardia dei loro allevamenti. Dall’analisi emersa, è necessario, muovendosi in ambito di Commissione Europea, studiare le modifiche alle norme a protezione e rilancio dell’allevamento italiano, in questi ultimi anni, messo sotto pressione dagli allevatori stranieri, in particolare, per quanto riguarda il trotto, da quelli francesi. La notevole frammentazione dell’allevamento italiano, con solo il 14% delle aziende con + di 5 fattrici, fa emergere alcune debolezze del sistema italiano, dove gran parte degli allevamenti hanno difficoltà a competere sullo scenario europeo. Per concorrere con gli allevamenti esteri, supportati da forti e mirate politiche di sostegno, è indispensabile ricorrere a significativi investimenti. Oggi la maggior parte dei nostri allevamenti, anche per il venir meno delle certezze relative ai possibili ricavi , non si trova nelle condizioni ideali per stare sul mercato, dove è indispensabile modernizzarsi ed innovarsi. A questo proposito è necessario studiare apposite iniziative per andare incontro alla richiesta che proviene dalla base degli allevatori, come il reperimento delle risorse per iniziative di finanziamento in conto interessi, per il miglioramento delle strutture in funzione del benessere dell’animale e Pag. 17 L’allevamento del cavallo trottatore del raggiungimento complessivo di un grado di competitività ed imprenditorialità concorrenziale in Europa. Risorse, che, stando all’attuale situazione dell’Unire non è possibile reperire all’interno, quindi diventa prioritario che l’Ente si attivi per l’inserimento del cavallo nei piani agricoli nazionali e regionali e verifichi la possibilità di accesso ai finanziamenti europei, per l’allevamento. Questi devono andare a premiare le aziende disponibili a seguire piani mirati di sviluppo finalizzati al miglioramento della tecnica e della ricerca scientifica del settore e ad un indirizzo qualitativo della produzione verso standard competitivi di livello internazionale. Questi piani possono, anche, prevedere il ritiro dal mercato delle fattrici più anziane. Al fine di rispettare l’obiettivo di riduzione progressiva delle nascite, bisogna agire subito sul numero delle fattrici ammesse alla riproduzione. A partire dalla generazione nata nel 2005, non potrebbero essere montate che le femmine che rispettano uno dei tre criteri: - fattrici classificate in prima o seconda categoria, - fattrici di cui la madre è essa stessa classificata in prima o seconda categoria, - fattrici che hanno ottenuto almeno una vittoria in corsa. Una nuova griglia di classificazione in categorie dovrà entrare in vigore nel 2006, comportando un abbassamento dei record di un decimo di secondo. Questa misura dovrà essere abbassata di nuovo dopo quattro o cinque anni. Il crollo della domanda, la diminuzione delle provvidenze, la scarsa competitività, la consapevolezza di essere inseriti in un sistema complesso, sono tutti fenomeni che devono far riflettere l’Associazione sui programmi da attuare a sostegno di gran parte dei suoi associati, i piccoli allevatori. Pag. 18 L’allevamento del cavallo trottatore Nella difesa dell’italianità dell’allevamento e nel perseguimento del suo sviluppo si deve considerare il ruolo degli stalloni italiani, anche alla luce dei criteri di reciprocità, attualmente in vigore, con gli stalloni stranieri. Nella valutazione dei criteri di reciprocità tra i diversi Stati si può notare come lo sbilanciamento a favore degli stalloni esteri, sia abbastanza marcato, soprattutto per quelli francesi: infatti , ad oggi, nessuno stallone italiano può esportare il seme in Francia. Infatti, dall’analisi dei dati forniti dall’Associazione, e dai colloqui con gli allevatori, si denota, in questi ultimi anni, un progressivo aumento del valore delle monte estere sull’intero comparto, che passano da poco più di 3 milioni di Euro (lettere E) a 5 milioni di Euro (lettera G) con un valore medio di monta oltre il doppio di quelle italiane, con un impatto economico non trascurabile sulle aziende allevatrici. La situazione che si sta determinando è in rapido deterioramento e sta impoverendo sempre più il patrimonio stalloniero di proprietà italiana, tutto a favore di gruppi esteri, che sfruttando una condizione di apertura estremamente favorevole ( praticamente nessun costo e nessuna limitazione alle corse) continuano a rafforzarsi con i soldi degli allevatori italiani generando una spirale pericolosissima di rafforzamento dei gruppi stranieri ed indebolimento di quelli italiani. Su queste basi, senza alcuna apertura dalle norme dei paesi esteri, è necessario intervenire lavorando su alcune proposte: - valorizzazione di giovani stalloni indigeni, di grande genealogia, vincitori di Gruppo 1 - promozione di consorzi per l’acquisto di stalloni importanti, finanziati con interessi posti a carico di un’apposita voce nel Piano Provvidenze, dando priorità di accesso ai piccoli allevatori che dimostrano di rispettare i piani di sviluppo qualitativo dell’allevamento. Pag. 19 L’allevamento del cavallo trottatore - creazione di gruppi di acquisto di allevatori per ottenere monte a condizioni di prezzo agevolato L’impegno da perseguire è quello di ridurre in modo significativo le spese di monte da parte degli allevatori migliorando contemporaneamente il livello qualitativo del parco stalloni a disposizione. Azioni di questo tipo, devono essere attentamente studiate e devono far parte delle linee strategiche dell’Associazione Piano rilancio dell’ippica La situazione attuale in cui versa l’Unire, crisi di governance e contemporanea mancanza di certezze sul piano economico, non esime dal porre l’attenzione su alcuni temi che devono essere posti al centro del confronto tra le categorie (tavolo unico) e l’Ente. Analisi redditività corse si deve andare oltre il rapporto mezzi impiegati (montepremi, spese organizzative, remunerazione ippodromi) e scommesse riversate; ci sono altri punti critici e fattori importanti cui si deve tener conto – calendario, giorno e ora programmazione, palinsesto televisivo. I dati statistici forniti dall’Ente debbono essere integrati e sviluppati con le analisi delle seguenti problematiche. Proposte di calendario Cinque o sei convegni al giorno durante la settimana lavorativa (circa 40 corse al giorno), qualche riunione in più nei fine settimana o nei festivi. Prestare particolare attenzione alle corse su cui scommettere, non possono essere tutte le corse di tutti i convegni, (in Francia si svolgono in un anno Pag. 20 L’allevamento del cavallo trottatore oltre 10.500 corse del trotto, ma quelle su cui si scommette sono circa 3.500) ma scegliere le corse più rappresentative tra quelle in programma, non andare oltre le 20 corse. Selezionare le corse su cui scommettere: quelle più rappresentative, quindi premiare la qualità rispetto alla quantità, questo permette, anche, di meglio vigilare sulla correttezza delle gare. Le altre corse permettono di dare uno sfogo agonistico ai cavalli di modesta qualità, che rispondono ad esigenze e realtà locali. Evitare il sovrapporsi di convegni di trotto e di galoppo. Numero minimo di partenti E’ necessario rivedere il numero minimo di partenti per aumentare il gettito delle scommesse e per armonizzare il numero delle corse attraverso maggiori criteri selettivi. Il numero minimo di concorrenti non dovrebbe essere inferiore a 8. Piano per il trotto Il trotto, per rispondere a questa situazione di grave crisi, deve definire i grandi orientamenti della filiera e dotarsi di un progetto d’impresa per il prossimo decennio. Infatti le masse finanziarie che l’attività genera devono essere impiegate per sanare e rendere dinamica l’economia della filiera. Il piano deve creare le condizioni per trovare un equilibrio economico tra proprietari, allevatori, professionisti e tutti devono anteporre l’interesse generale ai loro interessi particolari. Per avere presa sulla realtà e poter definire delle misure concrete è essenziale assegnare al piano quadro degli obiettivi chiari: partendo dalla situazione attuale, si deve individuare quali siano i livelli a cui si deve Pag. 21 L’allevamento del cavallo trottatore arrivare nel 2015 come numero di fattrici, nascite, qualificati, cavalli alla partenza, corse. Per quanto riguarda l’ evoluzione del montepremi, è impossibile ad oggi definire degli obiettivi precisi, essendo il loro ammontare condizionato dalla crescita delle scommesse. La cifra potrebbe restare stabile se la raccolta delle scommesse non cresce. Puntando, invece, su un aumento del 2% annuo si possono definire in maniera più chiara. Con questa ipotesi si possono fare previsioni per gli anni a venire per quanto riguarda: montepremio medio per nascita, montepremio medio per prova, montepremio medio per cavallo che ha corso, montepremio medio per partente. Pag. 22 L’allevamento del cavallo trottatore L’INDAGINE SULLE AZIENDE DEL CAVALLO TROTTATORE Pag. 23 L’allevamento del cavallo trottatore Metodologia usata per la stima delle grandezze economiche presentate nell’indagine. Il questionario è stato sottoposto a tutte le aziende operanti nel settore dell’allevamento del cavallo trottatore ed iscritte all’ANACT (circa 1.727), la ricerca rientra quindi nella categoria delle indagini censuarie. Il questionario è stato compilato da circa 400 aziende. La propensione alla risposta che ha determinato il processo di autoselezione dei rispondenti è probabilmente correlato con la dimensione delle imprese: le imprese più grandi, sia per dimensione che per numero di fattrici possedute, erano maggiormente disponibili a rispondere. Per evitare quindi questa distorsione le imprese sono state classificate in base al numero di prodotti nati nel corso del 2004. In questo modo otteniamo 4 distinte classi: la prima che rappresenta tutte quelle imprese di grandi dimensioni con più di 10 prodotti nati nel corso del 2004, la seconda caratterizzata da imprese di medio-grandi dimensioni con 9 - 5 prodotti nati, la terza composta da imprese di medio-piccole dimensioni con 4 - 2 prodotti nati ed infine abbiamo il gruppo delle imprese di piccole dimensioni con 1 solo prodotto nato. Grazie, anche, ai dati raccolti annualmente dall’ ANACT su prodotti nati, prodotti in corsa, si è stabilito orientativamente la dimensione reale delle classi di aziende classificate in suddetta maniera e quindi è stato possibile ponderare i risultati emersi per giungere a stime attendibili. Scendendo nei dettagli possiamo osservare le numerosità del campione e dell’universo ( ) di aziende. Pag. 24 L’allevamento del cavallo trottatore Tabella A – Classificazione delle imprese allevatrici del cavallo trottatore in Italia Classi di aziende N° di prodotti Dimensione Campionaria Grandi Medio-Grandi Medio-Piccole Piccole 10 + 9–5 4–2 1 43 71 157 82 76 165 614 872 353 1727 Totale Dimensione di Fonte: elaborazione dati Nomisma ed ANACT La tabella non considera la classe con 0 prodotti nati nel corso del 2005 alla quale appartengono 44 aziende che hanno risposto al questionario, poiché non è stato ritenuto significativo e rilevante introdurle all’analisi in fase di stima. Dalla tabella appare chiara la correlazione esistente fra la propensione alla risposta ed il numero di prodotti e quindi la necessità di usare indici di ponderazione -basati su funzioni inverse alla propensione alla risposta stessa- al fine di ottenere stime realistiche. Pag. 25 L’allevamento del cavallo trottatore L'ALLEVAMENTO DEL CAVALLO TROTTATORE IN ITALIA Capitolo 1 LE CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL'ALLEVAMENTO 1.1 - La consistenza e le dimensioni fisiche Gli allevamenti del cavallo trottatore contano in Italia un patrimonio medio di circa 16.000 capi, allevati in 1.727 aziende agricole. Sono localizzati soprattutto nelle regioni che vantano una tradizione più consolidata nel campo di tale attività agonistica (Emilia Romagna, Campania, Lombardia, Toscana, Veneto, Lazio, ecc.) anche se a livello di grandi ripartizioni geografiche essi risultano pressoché equidistribuiti su tutto il territorio nazionale. Le percentuali più elevate, tuttavia, si riscontrano al Nord-Est (39%) e al Centro (25%). Al contrario, al Nord-Ovest, l' aliquota delle aziende allevatrici scende bruscamente al 21% ed addirittura al 15% al Sud (Fig. 1). Pag. 26 L’allevamento del cavallo trottatore Figura 1 – Distribuzione degli allevamenti per circoscrizione Nord Ovest 21% Sud 15% Centro 25% Nord Est 39% Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 La distribuzione degli allevamenti è sostanzialmente diversa anche nelle tre zone altimetriche. Ben i due terzi, infatti, ricadono in zone di pianura; in collina, invece, sono presenti circa il 25% delle imprese ed appena il 3% in montagna (Fig. 2). Figura 2 – Distribuzione degli allevamenti per zona altimetrica Collina 25% Montagna 3% Pianura 72% Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Pag. 27 L’allevamento del cavallo trottatore L’allevamento del cavallo trottatore rappresenta per quasi i due terzi delle aziende l’attività prevalente. Per un terzo, invece, tale attività costituisce una forma integrativa di reddito essendo una tipologia diversa di attività agricola, quella identificata come principale. Uno degli elementi significativi che caratterizzano la qualità dell' allevamento è la superficie destinata a tale attività. Secondo l’indagine la superficie complessiva delle imprese allevatrici ammonterebbe a 29.458 ettari, di cui 15.638 di superficie agricola utilizzata (Sau) a sua volta destinata per il 40,4% (6.313 ettari) all’attività allevatoria. Tabella 1 - Imprese agricole e relative superfici totale, agricola utilizzata e destinata all'allevamento per numero di puledri nati1 Superficie (ettari) Agricola Destinata Utilizzata all' allevamento Classi di aziende Numero per numero di puledri nati aziende Totale 10 e oltre 5-9 2-4 1 76 165 614 872 5.411 4.488 10.576 8.983 4.172 2.333 5.439 3.695 1.383 1.221 1.965 1.744 Totale 1.727 29.458 15.639 6.313 Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 A differenza dell' universo aziendale dove risulta preponderante la presenza di microaziende, nel sub-universo delle aziende che allevano cavalli 1 Per comodità di esposizione, d’ora in avanti, sia nel testo che nelle rappresentazioni grafiche, le quattro classi di aziende identificate nel corso dell’indagine questionaria potranno essere così indicate: grandi quelle con più di 10 nati, medio-grandi quelle con 5 - 9 puledri nati, medio-piccole quelle con 2 - 4 puledri nati piccole quelle con un solo puledro nato. Pag. 28 L’allevamento del cavallo trottatore trottatori, le dimensioni medie sono sensibilmente più elevate raggiungendo i 17,1 ettari di superficie totale e i 9,1 ettari di superficie agricola utilizzata (Tab. 2). Addirittura, nelle aziende con oltre i 10 puledri nati l' ampiezza media supera i 71 ettari di superficie totale mentre tale estensione non scende al disotto dei 10,3 ettari in quelle con appena 1 solo nato. Tabella 2 – Le imprese allevatrici secondo la dimensione media (ettari) Superficie aziendale media SAU media Superficie media destinata all' allevamento 10 e oltre 5-9 2-4 1 71,2 27,2 17,2 10,3 54,9 14,1 8,9 4,2 18,2 7,4 3,2 2,0 Totale 17,1 9,1 3,7 Classi di aziende Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Quest' ultima classe di aziende è la più numerosa, tanto da rappresentare oltre la metà delle imprese agricole che allevano cavalli trottatori. Occupa ben il 31% della superficie totale e il 24% di quella agricola utilizzata. Inoltre, 86 su 100 imprese non superano i 4 puledri nati, pur assorbendo il 67% della superficie totale ed il 58% di Sau. Al contrario, le imprese di maggiore consistenza (5 puledri nati e oltre) rappresentano una piccola quota in numerosità (14%), ed assorbono una porzione minore di superficie (33% della totale e 42% della Sau). In particolare, quelle con più di 10 nati sono soltanto il 4,4% e detengono il 18% della superficie totale e il 27% della Sau (Fig 3 e 4). Pag. 29 L’allevamento del cavallo trottatore Figura 3 – Distribuzione della superficie totale per classi di aziende Piccole 31% Grandi 18% Medio-Grandi 15% Medio-Piccole 36% Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Figura 4 – Distribuzione della SAU per classi di aziende Piccole 24% Medio-Piccole 34% Grandi 27% Medio-Grandi 15% Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Analoga dinamica è riscontrabile in termini di superficie occupata dall’allevamento (che in media raggiunge a malapena i 3,7 ettari), la cui Pag. 30 L’allevamento del cavallo trottatore distribuzione per classi evidenzia che le aziende con più di 10 nati coprono circa il 22% di detta superficie, contro quasi il 60% attribuibile a quelle che non superano i 4 nati. A loro volta, le imprese con 1 solo nato detengono il 28% di tale superficie (Fig. 5). Figura 5 - Distribuzione della superficie destinata all'allevamento per classi di aziende Piccole 28% Medio-Piccole 31% Grandi 22% Medio-Grandi 19% Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 In definitiva si nota come in tutte le classi l' attività di allevamento abbia una diretta correlazione con la disponibilità di terra che ovviamente si concentra in quelle di maggiore consistenza. Secondo l' indagine campionaria al 2005 in Italia, come già anticipato all' inizio, sono state rilevate 1.727 aziende agricole che allevano cavalli trottatori per un totale di circa 15.988 capi. Le fattrici risultano essere 5.975 capi allevati, gli stalloni 234 e i puledri 9.779 di cui 5.000 nati nel 2004 e 4.779 nati nel 2005 (Tabella 3). Pag. 31 L’allevamento del cavallo trottatore Tabella 3 – Il numero di capi allevati Classi di aziende Fattrici Puledri nati nel 2004 Puledri nati nel 2005 Stalloni Totale capi 10 e oltre 5-9 2-4 1 1.494 1.344 2.091 1.046 1.459 1.050 1.619 872 1.200 1.080 1.627 872,0 80 60 66 28 4.233 3.534 5.403 2.818 Totale 5.975 5.000 4.779 234 15.988 Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 La dinamica differenziata fra aziende allevatrici e relative consistenze ha comportato sensibili differenze tra le varie classi nelle consistenze medie. A fronte di una consistenza media per azienda pari a 9,3 capi, la classe con oltre 10 nati è quella con il valore medio più alto (55,7 capi per azienda). Nella classe 5-9 nati la consistenza media si aggira intorno ai 21 capi per ridursi a 8,8 capi in quella 2-4 e a 3,2 capi in quella con un solo puledro nato (Tabella 4). Tabella 4 – Le imprese allevatrici secondo il numero medio di capi Fattrici Puledri nati nel 2005 Totale capi 10 e oltre 5-9 2-4 1 19,7 8,1 3,4 1,2 15,8 6,5 2,6 1 55,7 21,4 8,8 3,2 Totale 3,5 2,8 9,3 Classi di aziende Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Pag. 32 L’allevamento del cavallo trottatore Sempre in termini di consistenza, la loro distribuzione nelle aziende, per classi, evidenzia che la classe che detiene il maggior numero di capi è quella con 2-4 puledri nati (33,8% del totale) seguita nell' ordine da quella con oltre 10 (26,5%), 5-9 (22,1%) e 1 (17,6%). Tale ripartizione è confermata anche a livello di tipologia di capo allevato, fatta eccezione per quella degli stalloni dove invece prevale la classe con più di 10 nati rispetto a quella 2-4. Soffermandoci sulle fattrici, è interessante notare come le imprese di maggiore consistenza (5 puledri nati e oltre) che rappresentano una piccola quota in numerosità (13,9%) detengono quasi la metà dell' intero patrimonio (Fig. 6). Situazione che sembra dimostrare come le imprese più strutturate utilizzino come fattore di competitività il potenziamento delle condizioni di allevamento con particolare attenzione al miglioramento della razza. Figura 6 – Distribuzione delle fattrici per classi di aziende Piccole 18% Medio-Piccole 34% Grandi 25% Medio-Grandi 23% Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Pag. 33 L’allevamento del cavallo trottatore Per completezza di analisi, può essere utile, a questo punto, verificare le relazioni che intercorrono tra l' attività allevatoria e il fondo (Tab. 5). Tabella 5 - Gli indici strutturali Classi di aziende Superficie allevamento/Capi Superficie allevamento/Fattrici 10 e oltre 5-9 2-4 1 0,33 0,35 0,36 0,62 0,93 0,91 0,94 1,67 Totale 0,39 1,06 Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Ponderando la superficie dedicata all' allevamento al numero di capi allevati, deriva una superficie media a capo di 0,39 ettari che nelle aziende con un solo puledro nato sale a 0,62 ettari, mentre in quelle con oltre un nato scende a 0,35 ettari. Nientemeno, nelle aziende con più di 10 puledri nati, tale rapporto si riduce a 0,33. Questo significa che la tipologia degli allevamenti ed i loro rapporti col fondo sono sensibilmente diversi nell' uno e nell' altro caso. In particolare, quelli di maggiori dimensioni sembrano evidenziare una più forte specializzazione contrariamente a quelli con un unico nato in cui l' allevamento del cavallo trottatore assume una connotazione hobbistica o amatoriale. Per quanto attiene, invece, in rapporto alla sola consistenza delle fattrici, il dato che si ottiene, pari a 1,06 è più elevato rispetto al dato medio indicato dagli allevatori dell' ordine dello 0,6. Il che identifica una forte correlazione Pag. 34 L’allevamento del cavallo trottatore col fondo tale che l' attività allevatoria possa essere considerata attività agricola a pieno titolo. 1.2 - Forma di conduzione, titolo di possesso e forma giuridica Il carattere tipicamente familiare, riscontrabile a livello generale nelle aziende agricole italiane, risulta confermato, seppure in misura leggermente inferiore, anche nell’ambito delle aziende che allevano cavalli trottatori; infatti, a fronte del 94,8% ascrivibile al complesso delle aziende a conduzione diretta del coltivatore, la corrispondente aliquota di quelle che allevano cavalli trottatori scende all’87% (Fig. 7). Bisogna tuttavia considerare che in questa categoria così ampia ricadono sia aziende molto piccole che si basano unicamente sul lavoro familiare, spesso part-time, sia aziende di dimensione medio-grande in cui la parte preponderante del lavoro manuale è svolta da salariati. Figura 7 – La forma di conduzione delle aziende allevatrici Conduzione con salariati fissi 13% Conduzione diretta dell imprenditore 87% Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Pag. 35 L’allevamento del cavallo trottatore Le aziende a conduzione diretta che impiegano esclusivamente manodopera familiare (eventualmente integrata da contoterzisti) sono la grande maggioranza (57% del totale), ma si tratta in genere di aziende piuttosto piccole (Fig. 8). Le aziende a conduzione diretta in cui, pur prevalendo l' attività svolta dai familiari, viene utilizzata anche manodopera salariata sono circa il 22%, più o meno la stessa aliquota di quelle in cui prevale il lavoro salariato. Le aziende condotte in economia, ossia quelle in cui il lavoro manuale è svolto unicamente da salariati rappresentano, invece, il 13% del totale. Figura 8 – Le modalità di conduzione delle aziende manodopera extrafamiliare 21% manodopera familiare in prevalenza 22% solo manodopera familiare 57% Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 La vocazione all’attività allevatoria presenta evidenti interrelazioni anche con il titolo di possesso dei terreni aziendali, risultando maggiore nell’universo delle aziende dove la superficie è detenuta a titolo di proprietà (61%) e minore dove è detenuta a titolo di affitto (17%). Nelle aziende con Pag. 36 L’allevamento del cavallo trottatore terreni parte in proprietà e parte in affitto, invece, l’aliquota si posiziona intorno al 22% (Fig. 9). Figura 9 – Il titolo di possesso dei terreni parte in proprietà parte in affitto 22% in affitto 17% in proprietà 61% Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Con riferimento, infine, alle aziende complessivamente distribuite secondo la propria forma giuridica, e ricordando che la quasi totalità delle aziende agricole italiane si identifica come azienda individuale, le corrispondenti aliquote delle aziende che allevano cavalli trottatori si presentano molto variabili. Così, le aziende individuali pesano per il 66% del totale, mentre le società di persone e di capitali rappresentano il 33% (Fig. 10). Pag. 37 L’allevamento del cavallo trottatore Figura 10 – La forma giuridica delle aziende Azienda individuale 66% Societa di persone e di capitali 33% Comunanza o affittanza collettiva 1% Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Nell’ambito di tale forma giuridica la più diffusa è la società semplice (55 su 100 società allevatrici) quella meno diffusa la società per azioni (soltanto l’1%). All’interno di questa forbice troviamo le società a responsabilità limitata (28%) e quelle in nome collettivo (16%) (Fig. 11). Figura 11 – Tipi di società di persone e di capitali Per azioni 1% Società a responsabilità limitata 28% Semplice 55% In nome collettivo 16% Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Pag. 38 L’allevamento del cavallo trottatore 1.3 - L'allevatore Per meglio comprendere alcune peculiarità dell' allevatore, è stato importante verificare, nel corso dell' indagine, la professione, la sua provenienza e le motivazioni che lo hanno spinto ad intraprendere l' attività allevatoria. In genere, l’allevatore di cavalli trottatori è un imprenditore agricolo, che lo era anche prima di intraprendere tale attività, alla quale ha deciso di dedicarsi, impegnando parte del suo tempo ed ingenti risorse economiche, spinto dalla forte passione che lo “cattura”. Ciò non toglie, tuttavia, la presenza di altre figure professionali dedite all’allevamento. Professioni fra le più disparate, legate un po’ a tutti i settori oltre a quello agricolo, vale a dire dell’industria e dei servizi. Significativa, poi, la presenza di professionisti e di figure provenienti da professioni legate al cavallo quali, ad esempio, quella dell' allenatore e del guidatore (Fig. 12). Figura 12 – Le professioni dell’allevatore Pensionati 5% Altro 8% Professionista 14% Agricoltore 36% Dirigente 5% Proprietario industria e commercio 22% Professione legata al cavallo 10% Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Pag. 39 L’allevamento del cavallo trottatore La rilevante presenza di imprenditori non strettamente legati al mondo agricolo, è la conferma indiretta del fatto che un' autentica passione per questo genere di attività (che lo è per quasi il 70% del campione) fa sempre da sfondo alle motivazioni puramente economiche, tanto da indurre ad investire ingenti risorse, in tempo e denaro, a fronte di profitti incerti. A volte, poi, la passione è tanta che c’è addirittura chi, non disponendo di terreno, tiene i cavalli a pensione in allevamenti. A tale riguardo, comunque, va sottolineato che c’è anche chi, pur disponendo di terreno, assume lo stesso comportamento. In effetti, questa scelta di tenere le proprie fattrici a pensione, lo solleva da qualsiasi responsabilità legata alla gestione corrente dell' allevamento, essendo i cavalli da corsa, in genere, animali bisognosi di particolari attenzioni e cure. Ma non solo. C' è anche l' aspetto fondamentale legato ai costi di gestione (strutture, manodopera, terreni, approvvigionamenti, ecc.) che per chi non svolge l' attività con il livello di specializzazione richiesto, sono talmente elevati al punto da non essere compensati dai ricavi provenienti dalla produzione delle fattrici. Complessivamente, però, questo tipo di condotta è circoscritto ad appena il 16% degli allevatori. 1.4 - Il lavoro In merito all’attività lavorativa, l’indagine condotta ha rilevato che complessivamente l’allevamento del cavallo trottatore assorbe circa 3.224 addetti, in prevalenza manodopera familiare (64%) anche se non va sottovalutata la significativa quota rappresentata dalla manodopera dipendente (36%) (Fig. 13). Pag. 40 L’allevamento del cavallo trottatore Figura 13 – Composizione degli occupati per categoria di manodopera Manodopera dipendente 36% (1152) Manodopera familiare 11% (345) Conduttore 53% (1727) Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Ciò premesso, con riferimento alla struttura della manodopera familiare, va sottolineato che essa richiede un’attenzione particolare, sia perché costituisce la quota più significativa del lavoro in azienda, sia perché la conduzione diretta, pur non costituendo una categoria omogenea, ma anzi assai differenziata al proprio interno, rappresenta comunque la struttura fondamentale dell’allevamento del cavallo trottatore e più in generale della nostra agricoltura. Considerando quindi solo i conduttori delle aziende e i familiari (coniugi, figli e parenti) che partecipano all’attività allevatoria, escludendo pertanto i salariati fissi e avventizi, risultano circa 2.072 le persone che, in Italia, “ruotano” attorno a tale attività. Di esse, 1.727 sono i conduttori, 345 i familiari. Inoltre, la maggior parte delle famiglie dei conduttori (e precisamente il 59,3%) è costituita unicamente dal conduttore, le famiglie con 2 o 3 Pag. 41 L’allevamento del cavallo trottatore componenti sono il 34,5% e quelle con 4-5 componenti soltanto il 6,2% (Fig. 14) Figura 14 – Composizione della famiglia del conduttore 4 persone 3 persone 5% 10% 5 persone 1% 2 persone 24% 1 persona 60% Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Per quanto riguarda in particolare i conduttori, soltanto il 58% dedica tutto il proprio lavoro all’attività allevatoria (conduttori full-time), viceversa ben il 42% è impegnato a tempo parziale (per lo stesso tempo, 19%, o per un tempo prevalente rispetto a quello prettamente aziendale, 23%) ossia esercita una seconda regolare attività lavorativa (Fig. 15). In pochi casi (6%), invece, è esercitata casualmente o in certi periodi dell’anno. Pag. 42 L’allevamento del cavallo trottatore Figura 15 – Grado di partecipazione all’attività allevatoria del conduttore < 50% 23% 100% circa 58% 50% circa 19% Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Il settore in cui viene svolta l’attività extra allevatoria (Fig. 16) è per lo più quello dei servizi (41%), seguito dall’industria (30%), dal commercio (22%), dall’agricoltura (5%) e dal turismo (2%). Figura 16 – Settore di attività dei conduttori part-time Turismo 2% Agricoltura 5% Servizi 41% Industria 30% Commercio 22% Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Pag. 43 L’allevamento del cavallo trottatore Relativamente ai familiari, poi, scende al 47% l’aliquota di coloro che non svolgono alcuna altra attività remunerativa fuori dell’allevamento. Contemporaneamente, i part-timers secondari (quelli impegnati per il 50% a tempo parziale) sono il 24% mentre i rimanenti (29%), si dedicano ad altre attività extra-aziendali per un tempo prevalente rispetto a quello esclusivamente aziendale (Figura 17). Figura 17 – Grado di partecipazione all’attività allevatoria dei familiari Part time < 50% 29% Full time 47% Part time 24% Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 In genere le attività fuori azienda sono regolari (94,5%) e soltanto in poche circostanze (5,5%) risultano essere stagionali o casuali. La graduatoria del settore economico nel quale i familiari svolgono questa seconda attività, ricalca quella del conduttore, anche se con percentuali più pronunciate per i servizi e per l’agricoltura e meno pronunciate per l’industria ed il commercio. Pag. 44 L’allevamento del cavallo trottatore Come suaccennato, circa un terzo del lavoro svolto nelle aziende in questione è attribuibile alla manodopera dipendente. Essa, infatti, può contare su 1.152 unità, in particolare operai, ripartiti fra lavoratori a tempo indeterminato (60,9%) e non (39,1%) che svolgono un volume di lavoro complessivo pari a 176.564 giornate annue, ascrivibili, naturalmente, in gran parte ai primi (79,5%) (Fig. 18). Figura 18 – Le giornate di lavoro della manodopera dipendente negli allevamenti 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 23.859 8.600 Grandi 29.264 43.305 11.268 Medio-Grandi 11.101 MedioPiccole 44.031 140.460 5.195 36.164 Piccole Totale Giornate di lavoro svolto da dipendenti fissi Giornate di lavoro svolto da dipendenti avventizi Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Tuttavia, l' analisi per classi, evidenzia una sostanziale omogeneità nella distribuzione del lavoro utilizzato (Fig. 19), che trova puntuale giustificazione nella tipologia dell' attività svolta, quella allevatoria, non soggetta alla stagionalità delle operazioni colturali tipiche dell' agricoltura tradizionale. Pag. 45 L’allevamento del cavallo trottatore Figura 19 – Distribuzione del tipo di manodopera dipendente negli allevamenti 63,6% Grandi 36,4% 67,1% Medio-Grandi 32,9% Medio-Piccole 57,4% 42,6% Piccole 56,1% 43,9% Totale 60,9% 0% 20% 39,1% 40% Dipendenti fissi 60% 80% 100% Dipendenti avventizi Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Mediamente, gli allevamenti di cavalli trottatori hanno 0,7 dipendenti. L' indagine condotta, fra l' altro, ha evidenziato una precisa correlazione fra numero di dipendenti e consistenza dell' allevamento: il numero medio di dipendenti risulta infatti pari a 0,3 unità nelle aziende con un solo puledro nato ed aumenta progressivamente fino a 4,0 per le aziende con oltre 10 nati. Tabella 6 – Il numero medio di dipendenti per classi di azienda Classi di aziende N° medio di occupati 10 e oltre 5-9 2-4 1 3,9 1,6 0,5 0,3 Totale 0,7 Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Pag. 46 L’allevamento del cavallo trottatore Complessivamente, la manodopera dipendente è presente in appena il 30% degli allevamenti con una netta prevalenza di quella di sesso maschile (che pesa per quasi l' 86%) di cui oltre il 50% impiegata a tempo indeterminato. La presenza femminile risulta, quindi, particolarmente bassa con appena il 14% distribuito in maniera sostanzialmente equa fra fissi e avventizi (Tab. 7). Tabella 7 - La composizione della manodopera dipendente per sesso (valori percentuali) Classi di aziende Dipendenti fissi Maschi Femmine Dipendenti avventizi Maschi Femmine 10 e oltre 5-9 2-4 1 57,7 61,6 47,3 51,5 5,9 5,5 10,2 4,7 25,2 27,8 34,2 36,5 11,1 5,1 8,3 7,3 Totale 53,8 7,1 32,0 7,1 Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Si deve allora constatare che il 70% delle imprese si avvale soltanto ed esclusivamente del lavoro del conduttore e dei suoi famigliari (Tab. 8). Si tratta per lo più di aziende con un numero di nati inferiore alle 4 unità (mediamente per il 75% dei casi), dove in genere il tempo dedicato alla cura dei cavalli si riduce ad un paio d' ore giornaliere visto e considerato che le moderne tecniche allevatorie consigliano di mantenere puledri e fattrici all' aperto 24 ore su 24, estate e inverno. Pag. 47 L’allevamento del cavallo trottatore Tabella 8 - Distribuzione delle imprese allevatrici che impiegano esclusivamente manodopera familiare per classi di aziende Classi di aziende aziende che non hanno dipendenti 10 e oltre 5-9 2-4 1 20,9 40,6 69,9 79,5 Totale 69,8 Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 1.5 - La Contabilità Il carattere tipicamente famigliare delle imprese agricole che allevano cavalli trottatori, non implica, per i conduttori, particolari adempimenti contabili per la registrazione delle proprie attività. In agricoltura, infatti, per legge, le imprese sono sottoposte ad un regime semplificato relativamente agli aspetti fiscali e amministrativi. E'comunque significativo rilevare che quasi il 78% delle imprese che allevano cavalli trottatori tiene una regolare e sistematica contabilità delle entrate e delle uscite, mentre sono il 22,1% quelle che non lo fanno. Nell’ambito delle circa 1.350 imprese agricole che tengono i libri contabili, l' 83% registra regolarmente le uscite e le entrate per fini fiscali, mentre il 16% per fini gestionali. Hanno un inventario soltanto il 32,6% delle imprese, mentre il bilancio viene redatto dal 67,4%. Inoltre, appare interessante rilevare che sono circa il 77% le aziende iscritte al registro delle imprese e poco più dell' 80% quelle iscritte all’ufficio entrate Pag. 48 L’allevamento del cavallo trottatore per l’apertura della posizione Iva. Scende al 55% l’aliquota delle aziende iscritte all’Inps ed al 36% quella delle aziende iscritte all’Inail (Fig. 20). Figura 20 – Imprese allevatrici iscritte ad enti istituzionali Registro delle imprese 77 % Ufficio entrate 80% 55% Inps 36% Inail 0% 20% 40% Imprese iscritte 60% 80% 100% Imprese non iscritte Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 1.6 - Gli investimenti Circa l’87% degli intervistati, ha dichiarato di avere effettuato degli investimenti in azienda nel corso degli ultimi 5 anni. In questo caso la risposta alla domanda offriva più possibilità di soluzioni. Nel caso più frequente si è trattato di interventi che hanno interessato le strutture fondiarie (circa il 70% del campione ha realizzato tale tipo di investimenti nella propria azienda), seguiti dall' acquisto di terreni (16%) e da interventi sulle dotazioni aziendali (14%). Questi ultimi sono stati indirizzati, prevalentemente, all' acquisto di fattrici, macchine agricole e attrezzature informatiche, mentre gli investimenti fondiari hanno riguardato soprattutto i Pag. 49 L’allevamento del cavallo trottatore paddoks e i box, ed in misura minore le strutture da doma, le stazioni di monta e le abitazioni (Fig. 21). Figura 21 – La destinazione degli investimenti Macchine Acquisto fattrici agricole Abitazioni 4% 3% 3% Terreni 16% Attrezzature informatiche 7% Paddok 31% Strutture da doma 5% Servizi e stazioni di monta 6% Box 25% Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Complessivamente, l' ammontare degli investimenti (negli ultimi 5 anni) è stato pari a 78,2 milioni di euro che per azienda fa 45.338 euro. Tale costo si abbassa negli allevamenti con meno di 4 puledri e si eleva in quelli con più di 5. Più precisamente, triplica nella classe 5-9 puledri sestuplica in quella con 10 e oltre (Tab. 9). Pag. 50 L’allevamento del cavallo trottatore Tabella 9 – Entità degli investimenti negli ultimi 5 anni Classi di aziende Investimento medio (euro) Investimento totale (euro) 10 e oltre 5-9 2-4 1 288.191 136.949 29.010 18.333 21.902.553 22.596.610 17.812.396 15.986.667 Totale 45.338 78.298.226 Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Significativa la spesa sostenuta per l' acquisto di fattrici, pari a 21,2 milioni di euro (27,1% del totale degli investimenti) con un costo medio per azienda di 12.274 euro (Tab. 10). Tabella 10 – Entità degli investimenti per fattrici negli ultimi 5 anni Investimento totale (euro) Investimento medio per azienda (euro) Investimento medio per fattrice (euro) 10 e oltre 5-9 2-4 1 5.751.576 4.981.158 7.927.768 2.536.484 75.679 30.189 12.912 2.909 3.850 3.706 3.791 2.425 Totale 21.196.986 12.274 3.548 Classi di aziende Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Nel dettaglio, per la classe con un solo puledro nato la spesa è di 2.909 euro, in progressiva crescita nelle classi successive, fino ad arrivare alla classe con più di 10 puledri dove la spesa sfiora i 76 mila euro per azienda. Come conseguenza, l' investimento medio per fattrice si attesta sulle 3.548 euro Pag. 51 L’allevamento del cavallo trottatore risultando decisamente più basso nelle imprese con un solo puledro nato rispetto a tutte le altre. Ciò è l' ulteriore conferma della diversa natura di questi allevamenti: di carattere prettamente hobbistico-amatoriale quelle con un unico nato, tendenzialmente più professionali le altre. Per quanto attiene, invece, la distribuzione delle aziende per classe di valore degli investimenti (Tab. 11), emerge quanto segue: il 53,4% delle imprese ha effettuato investimenti per un ammontare che non supera i 20.000 euro; l' aliquota delle aziende collocate nella fascia 20-50.000 euro è il 32,3%, quelle nella fascia oltre i 50.000 euro rappresenta poco più del 14%. In particolare, quelle ricomprese nella fascia 50-100.000 euro sono la maggioranza (61,3%), seguite nell' ordine da quelle nella fascia 100-250.000 (16,1%), 250-500.000 (11,7%) e superiori alle 500.000 (10,9%). Tabella 11 – Distribuzione delle aziende per classi di valore degli investimenti Classi di valore (euro) Numero aziende % Fino a 20.000 Da 20.000 a 50.000 Da 50.000 a 100.000 Da 100.000 a 250.000 Da 250.000 a 500.000 Oltre 500.000 922 558 152 40 29 27 53,4% 32,3% 8,8% 2,3% 1,7% 1,6% Totale 1.728 100% Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Al fine di acquisire una informazione più completa sugli investimenti fatti, è stato chiesto agli allevatori di precisare l' eventuale ricorso a cofinanziamenti con fondi pubblici. Ebbene, appena l' 8,4% ha risposto in maniera Pag. 52 L’allevamento del cavallo trottatore affermativa anche se nella generalità dei casi (84%) il contributo pubblico non supera il 50% del valore complessivo dell' investimento. Si è voluto verificare, inoltre, quale fosse il rapporto dell' allevatore con il credito. Quasi il 42% degli intervistati ha dichiarato che vi fa ricorso, con una certa preferenza per i mutui e il credito agevolato, mentre scarso si rivela l' interesse verso il leasing. Da ciò risulta che la propensione all' innovazione, derivante dagli investimenti, risulta comprovata dalla circostanza che circa il 60% delle imprese non ricorre al sistema bancario. Questo significa che una delle prerogative del settore è la sua capacità di autofinanziarsi. L’immissione nell’allevamento di capitali propri dimostra ancor di più la grande passione che anima l’allevatore nel creare le condizioni migliori alla crescita dei puledri trottatori. Ulteriore conferma è deducibile dalle risposte date a due specifiche questioni poste all’attenzione degli allevatori sulle prospettive dell’allevamento. Una basata sulla previsione di ammortamento del capitale investito, alla quale quasi il 61% delle imprese ha espresso una valutazione positiva, l’altra sugli ulteriori investimenti da sostenere nei prossimi cinque anni per migliorare la qualità dell’allevamento cui la metà delle imprese si è dimostrata decisamente favorevole (Tab. 12) e intenzionata (circa i due terzi) a realizzarne per importi addirittura superiori (Fig. 22). Pag. 53 L’allevamento del cavallo trottatore Tabella 12 - Previsione futura per ulteriori investimenti Classi di aziende % si % no % forse 10 e oltre 5-9 2-4 1 51,2 60,9 50,0 46,3 18,6 23,2 29,9 36,3 30,2 15,9 20,1 17,5 Totale 49,2 32,0 18,8 Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Figura 22 – Misura degli investimenti futuri rispetto a quelli effettuati Superiore 35% Uguale 39% Minore 26% Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Pur nella situazione di grave crisi istituzionale ed economico-finanziaria in cui versa l’ippica in Italia, gli allevatori si sono pertanto dimostrati abbastanza fiduciosi e credono in un possibile rilancio del settore anche nel breve-medio periodo. Pag. 54 L’allevamento del cavallo trottatore Si può intuire come tale ottimismo derivi soprattutto dalla passione che per gli allevatori è tale da far passare in secondo piano le notevoli spese sostenute annualmente per mantenere e migliorare la qualità del proprio allevamento. Infine, a giustificazione dell' atteggiamento tendenzialmente favorevole in prospettiva, emerso nell’indagine, si possono richiamare le ventilate azioni di sostegno al settore promesse dall' Unire. A questo proposito, riteniamo che, nell’attuale situazione finanziaria in cui versa l’Ente, queste non possano essere né sostenute, né mantenute. 1.7 - I puledri nati e la loro destinazione Una delle domande più significative posta al campione esaminato, riguardava la destinazione dei puledri con riferimento a quelli nati nel corso del 2004. Si offriva la possibilità di indicare fra le cinque ritenute più importanti vale a dire: vendita a prezzo di mercato, invenduto per mancanza di richiesta, ceduto a combinazione con allenatori o centri di allenamento, vendita sottocosto, avviato nei centri di allenamento conservandone la proprietà. Ebbene, la percentuale di puledri venduti a prezzo di mercato, attraverso le aste o a mezzo di trattative private tra allevatori e acquirenti, risulterebbe pari al 54,8% dei nati (Fig. 23). Purtroppo, la vendita sottocosto rappresenterebbe quasi il 14% del totale, il che trova spiegazione nel fatto che presumibilmente il prodotto risulta essere di scarsa genealogia, di morfologia insufficiente e di sesso femminile (è prediletto il sesso maschile). L’invenduto peserebbe anch’esso per il 13,8% sul totale, di poco inferiore alla percentuale di puledri rimasti di proprietà ma avviati nei centri di Pag. 55 L’allevamento del cavallo trottatore allenamento (15%). A tale riguardo, è bene tener presente che gli allevamenti più strutturati dispongono anche della scuderia con annesso centro di allenamento per cui nella norma la quasi totalità dei puledri nati non viene immessa sul mercato. Modesta risulta, invece, l’incidenza di quelli ceduti a combinazione (2,5%). Nella fattispecie, questo tipo di "contratto" risulta di scarso interesse per l' allevatore in quanto si troverebbe nella condizione di cedere a terzi, in un rapporto subordinato, un bene con contropartite modeste. Ed in ogni caso, rimarrebbe a suo carico l' intero onere fiscale. Si può peraltro osservare come questa procedura il più delle volte non è formalizzata ma poggia soltanto su accordi verbali fra le parti ad ulteriore conferma dell' aleatorietà dello stesso. Alcune significative considerazioni possono essere fatte riguardo alla mancata vendita. In genere se non si riesce a raggiungere un accordo sul prezzo con l’acquirente, l’allevatore preferisce tenere il puledro per sé rischiando la doma. Tutto ciò sta a dimostrare che negli ultimi anni la mancanza di reali acquirenti disposti ad investire, ha dato luogo ad una forte incidenza di invenduto. Da tenere in considerazione, inoltre, lo squilibrio che c' è fra costo del tasso di monta, mantenimento del puledro in pista e montepremi che è progressivamente diminuito causa la crisi finanziaria in cui versa l’UNIRE. Situazione che non giustifica investimenti elevati da parte dei proprietari delle scuderie. Per quanto riguarda i puledri invenduti si deve rimarcare che non rimangono mai in allevamento. Pag. 56 L’allevamento del cavallo trottatore Figura 23 – La destinazione dei puledri nati nel 2004 Grandi 55,0 11,7 9,5 22,1 1,8 64,4 Medio-Grandi 7,8 11,5 14,9 1,4 60,9 Medio-Piccole Piccole 4,8 5,1 23,0 21,4 52,5 7,8 18,9 3,7 1,9 54,8 Totale 0% 20% % venduti % puledri ceduti a combinazione % puledri rimasti in proprietà 13,8 40% 60% 2,5 13,8 80% 15,0 100% % non venduti % puledri sottocosto Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Proseguendo l' analisi, ma per classi di aziende, si può notare come quella con un solo nato, presenti nel complesso una propensione alla vendita dei puledri decisamente inferiore rispetto alle altre. In queste ultime, infatti, la percentuale dei puledri venduti supera in media il 60% (contro appena il 23% della precedente) che sommata a quella dei venduti sottocosto fa circa il 75% del totale. La tendenza alla quale si assiste è allora quella che, nelle classi con un maggior numero di nati, l' attività di vendita dei puledri rimane, in genere, una delle componenti più importanti dei ricavi per l' allevatore. Ovviamente, in queste classi, il peso dell' invenduto è di scarsa entità contrariamente a quanto si riscontra nelle imprese appartenenti alla classe con un solo nato dove, invece, la quota dei puledri invenduti sfiora il 53%, inducendo spesso l' allevatore, naturalmente per i prodotti di scarsa Pag. 57 L’allevamento del cavallo trottatore genealogia, a regalarli (contando sui premi allevatori) piuttosto che gravarsi dei costi per portarli in pista o in alternativa vincolarsi a quel rapporto subordinato tipico della cessione a combinazione. Valutazione suffragata dalla loro irrilevante incidenza percentuale pari rispettivamente al 3,7 e all' 1,9% del totale. Significativo, poi, il dettaglio del dato relativo ai puledri avviati nei centri di allenamento conservandone la proprietà che, passando dalle classi di consistenza inferiore a quelle via via superiori, accresce il proprio peso percentuale fino a raggiungere, in quella con oltre 10 puledri nati, il 22,1% del totale. Non c' è dubbio che siffatta tendenza vada inevitabilmente correlata alla qualità dei puledri, molto più alta negli allevamenti più strutturati e specializzati e, quindi, tale da sollecitare l' allevatore a rischiare ulteriori investimenti. Riguardo ai puledri venduti, poi, al fine di avere un’indicazione sul loro prezzo di mercato, è stato chiesto al campione di segnare nell’ambito di sette classi di valore quella all’interno della quale si sono collocati i rispettivi prodotti. Ne è emerso quanto segue: il 43,3% dei puledri è stato venduto per un ammontare che non supera i 5.000 euro; l' aliquota dei puledri collocati nella fascia 5-10.000 euro è il 28,3%, quelli nella fascia 10-20.000 euro è il 18,4%, quella oltre i 20.000 euro rappresenta appena il 10% dei puledri venduti. In particolare, quelli nella fascia 20-30.000 euro sono la maggioranza (73%), seguiti nell' ordine da quelli nella fascia 30-50.000 (21%), 50-100.000 (5%) e superiori alle 100.000 (1%). Tornando alla destinazione dei puledri, correlandoli però alle imprese, emergono significative differenziazioni. Le aziende che hanno venduto puledri sono appena il 59,6% del totale e al loro interno, le più numerose (il Pag. 58 L’allevamento del cavallo trottatore 75% circa), ricadono nella fascia 1-4 puledri venduti che assieme a quelle della fascia 5-9 (18%) fanno ben il 93% del sub-universo. Soltanto un 7% quelle che hanno venduto più di 10 puledri. Naturalmente, fra queste aziende, vi sono anche quelle che hanno dichiarato di aver venduto puledri sottocosto. In particolare, almeno 1, dal 46,3% delle imprese, 2 dal 19,5%, 3 dal 12,2%, oltre 5 dall’11,6%. Piuttosto consistente l’aliquota delle imprese che non hanno venduto puledri (40,4%) costringendo a volte l’allevatore a mantenerli in allevamento in attesa di qualche acquirente o, più di frequente, ad avviarli nei centri di allenamento, conservandone naturalmente la proprietà e, in alternativa, cederli a combinazione con allenatori. A tale riguardo va rilevato il contenuto numero di imprese che hanno optato per questa soluzione, per di più con una prevalenza di quelle che hanno ceduto un solo prodotto (65,2%) lasciando il 21,7% a quelle che ne hanno ceduti 2 e percentuali decisamente più basse a quelle oltre i 3. Al contrario, le imprese che hanno mandato i puledri nei centri di allenamento, conservandone la proprietà, sono le più numerose. Nel dettaglio, poco più del 46% ne hanno trasferito almeno 1, il 19,5% 2, il 12,2% 3 e circa il 12% oltre 5. 1. 8 - I fondamenti e le prospettive dell’allevamento La somministrazione del questionario e l' elaborazione dei dati in esso contenuti ha consentito di individuare anche alcune utili indicazioni qualitative che viceversa non potrebbero emergere dalla semplice analisi dei dati tradizionali. In particolar modo si è cercato di focalizzare quali fossero i fondamenti di un buon allevamento e le previsioni in merito al futuro Pag. 59 L’allevamento del cavallo trottatore dell' attività. Per rispondere alla prima domanda si offriva la possibilità di segnare su 6 possibili indicatori di efficienza quelli ritenuti più rilevanti e di dare ad essi un punteggio (da 1 a 5) che ne indicasse l' intensità. Ciò ha consentito di stilare una graduatoria dalla quale emerge che l' alimentazione (4,3 punti su 5) rimane il primo presupposto per un buon allevamento tallonata a ruota dal miglioramento genetico (4,2 punti su 5). Il personale addetto si trova in terza posizione (3,8/5) seguito dalle adeguate condizioni delle strutture (3,7/5), e più a distanza dalla vigilanza veterinaria (3,4/5). La risposta data alla seconda domanda, anch' essa formulata con il criterio di poter scegliere fra più possibilità di opinione consente di esprimere un giudizio sostanzialmente positivo in merito alle prospettive future di tale attività. Infatti, oltre il 42% degli intervistati sostiene che le prospettive siano da buone a ottime, il 44% stazionarie e soltanto il 13% negative. 1.9 - I ricavi delle aziende dalla vendita dei prodotti. Massimizzare i ricavi dalla vendita dei prodotti del proprio allevamento è uno degli obiettivi primari dell’allevatore ed una delle voci più significative delle entrate delle imprese. Nell’indagine abbiamo cercato di valutare sia il prezzo medio di vendita dei prodotti sia il ricavo totale delle aziende operanti nel settore. La valutazione dei puledri ci ha permesso di avere un’indicazione più precisa sui prezzi di mercato al di fuori delle aste selezionate dove transitano non più di un terzo dei puledri. Il prezzo del puledro dipende da diversi fattori: Pag. 60 L’allevamento del cavallo trottatore - genealogia (stallone e fattrice di moda in quel preciso momento di mercato); - morfologia (cavalli con anche solo piccoli difetti fisici vengono penalizzati); - sesso (le femmine realizzano all’incirca il tasso di monta); - griffe dell’allevamento da cui provengono; - momento favorevole o meno di mercato. Riguardo ai puledri venduti, poi, al fine di avere un’indicazione sul loro prezzo di mercato, è stato chiesto al campione di segnare nell’ambito di sette classi di valore quella all’interno della quale si sono collocati i rispettivi prodotti. Tabella 13 – CLASSI DI VALORE PER PULEDRO VENDUTO Classi di aziende Puledri venduti % < di 5000 5000 - 10000 10000 - 20000 20000 -30000 30000 - 50000 50000 - 100000 > di 100000 1.488 973 631 250 74 18 2 43,3 28,3 18,4 7,3 2,1 0,5 0,1 Totale 3.435 100 Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Dall’analisi dei dati della tabella si possono trarre alcune considerazioni fondamentali strettamente correlate tra di loro che possono andare ad impattare con le politiche odierne attuate dall’ente preposto alla salvaguardia e allo sviluppo della razza equina ( UNIRE ). Dalla tabella possiamo vedere come gli allevamenti del cavallo trottatore non mettano mediamente sul mercato prodotti di elevata qualità. Questo Pag. 61 L’allevamento del cavallo trottatore fenomeno lo si riscontra dal calo della domanda e dalla conseguente diminuzione del prezzo. A dimostrazione di quanto detto più, del 70% dei prodotti è stato venduto al di sotto dei 10.000 euro. In particolare, una grossa parte di questi pari al 43% del totale dei puledri nati, è stata ceduta per una cifra inferiore ai 5.000 euro. E’ da notare, per comprendere meglio l’ordine di grandezza analizzato, che mediamente il costo di una monta si aggira intorno ai 3.200 euro. Un altro fenomeno importantissimo da tenere in considerazione è che le scuderie che cercano prodotti di qualità e quindi disposte ad investire nell’acquisto di puledri stanno diminuendo. Tutto ciò conferma che i prodotti venduti per una ammontare considerevole ,superiore ai 30.000 euro, sono molto pochi circa il 10% del totale dei puledri venduti. Strettamente correlato a quanto sostenuto fino ad ora, dobbiamo rimarcare come stia diminuendo anche la passione per lo spettacolo delle corse ippiche. Tutto questo non permette di allargare la base dei proprietari dei cavalli trottatori, primi veri clienti degli allevatori. Infine rimane però, da dire, che gran parte dei proprietari delle aziende di grandi dimensioni hanno una propria scuderia e propri centri di allenamento dove indirizzare i puledri genealogicamente più qualificati. Per definire meglio l’analisi finora svolta è opportuno considerare i ricavi dalla vendita dei prodotti e classificarli in base alle classi di aziende definite. Pag. 62 L’allevamento del cavallo trottatore Tabella 14 – RICAVI DALLA VENDITA DEI PULEDRI NATI NEL 2004. Classi di aziende Ricavi da vendita puledri Ricavo medio 10 e oltre 5-9 2-4 1 7.485.116 5.751.761 7.469.682 1.747.460 98.488 34.859 12.166 2.004 Totale 22.454.019 13.002 Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Dalla tabella si può facilmente vedere come la classe delle imprese medio – piccole abbia influenzato notevolmente (33%) il totale dei ricavi complessivi dalla vendita dei prodotti che è pari a 22.500.000 euro. L’ammontare dei ricavi relativi a questa classe di imprese , pari a 7.500.000 euro, ci conferma che la maggior parte dei puledri è stata venduta a prezzi bassi, come è stato detto precedentemente, determinando anche ricavi medi per azienda piuttosto modesti di circa 12.000 euro. La classe delle grandi imprese, seppur rappresentativa per numerosità al 4,4% dell’universo, presenta un ammontare non inferiore ad un terzo dei ricavi totali della vendita dei puledri, pari anch’esso a circa 7.500.000 euro. Come si può dedurre anche dalla tabella l’ammontare è stato determinato soprattutto dal prezzo medio per prodotto più elevato che quindi ha influito sui ricavi medi. Al fine di chiarire meglio i concetti esposti è utile considerare anche il numero di puledri venduti da ogni categoria di impresa. Pag. 63 L’allevamento del cavallo trottatore Figura 24 – NUMERO PRODOTTI VENDUTI 1.333 1400 1200 1000 940 797 800 600 366 400 200 0 Grandi Medio-Grandi Medio-Piccole Piccole Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Come si vede anche dal grafico, sono le imprese medio piccole che hanno venduto più prodotti. Analizzando meglio solo questo gruppo di aziende si evince che la metà dei puledri venduti appartiene a questa classe, tuttavia i ricavi ammontano solo ad un terzo del valore globale. Le imprese grandi e medio-grandi non differiscono significativamente come quantità di puledri venduti, ma si nota una notevole dissimilarità per quanto riguarda i ricavi di circa 2 milioni di euro. Questo sta ad indicare che, pur essendo numericamente superiore la classe delle imprese medio-grandi, le grandi aziende hanno prodotti di qualità superiore; dato confermato anche dai valori medi di ricavo per classe. Per quanto riguarda le imprese più piccole, che, dal punto di vista numerico rappresentano la metà del settore, non notiamo dati significativi. Le vendite e i ricavi, piuttosto modesti, non costituiscono di certo una fonte di reddito sicuro per i conduttori, che come abbiamo visto hanno intrapreso l’attività Pag. 64 L’allevamento del cavallo trottatore allevatoria per hobby. Infatti i pochi cavalli venduti, circa l’8% del totale, hanno portato ad un ricavo medio di circa 2.000 euro per azienda. 1.10 - I ricavi da premi. L’ammontare dei ricavi per le aziende allevatrici è composta da due voci molto significative. La prima è quella dei ricavi dalla vendita dei puledri che è stata precedentemente analizzata. Ora risulta significativo focalizzare l’attenzione sui ricavi dai premi vinti al traguardo. Partendo dai dati forniti dall’ANACT i premi al traguardo vinti nell’anno 2004 ammontano ad un totale di circa 24.700.000 euro, mentre il valore medio per azienda si attesta pari a circa 14.000 euro. Quest’ultimo dato, però non tiene conto della notevole variabilità che si analizza all’interno del settore. Tabella 15 – Premi vinti: le prime 200 aziende Aziende Premi vinti prime 10 prime 20 prime 50 prime 76 prime 100 prime 200 3.251.010 4.885.844 7.870.679 9.628.471 10.919.657 14.556.555 Totale 24.663.453 % sul totale 13,2% 19,8% 31,9% 39,0% 44,3% 59,0% Fonte: elaborazione Nomisma su dati ANACT Infatti come si vede dalla tabella le prime 200 aziende, cioè meno del 10% dell’intero universo delle imprese operanti nel settore, raccolgono circa il 60% di tutti i premi al traguardo. Da notare che le sole 10 aziende più Pag. 65 L’allevamento del cavallo trottatore redditizie guadagnano circa il 13% del totale con un ammontare medio di circa 325.000 euro. Molto interessante è anche il dato che si rileva per le prime 76 imprese, che rappresentano in maniera empirica le sole imprese di grandi dimensioni, quelle con più di dieci prodotti nati. Infatti questo gruppo di imprese più strutturate, che rappresenta un piccolissima parte, copre da sola circa il 40% del totale dei premi. Perciò è possibile affermare che è questa la classe di aziende che migliora il livello medio della qualità del settore, dimostrando di poter produrre puledri vincenti e quindi di potersi aggiudicare premi piuttosto cospicui dalle corse. E’ ovvio, quindi, che le imprese rimanenti, più dell’ 85%, devono suddividersi il 60% del montepremi. Tabella 16 – Classe di premi vinti per aziende Classi di aziende < 1000 1000 - 5000 5000 - 10000 10000 - 20000 20000 - 50000 50000 - 100000 > 100000 Totale N° aziende 407 637 295 191 124 50 23 1727 Ricavo medio Ricavo totale 389 2.564 7.063 13.993 31.940 69.641 204.228 210.302 2.168.841 2.768.863 3.554.183 5.238.103 4.596.334 6.126.827 14.281 24.663.453 Fonte: elaborazione Nomisma su dati ANACT Si può notare come le aziende che hanno vinto premi per meno di 10.000 euro sono circa l’80%. In particolare moltissime imprese attestano valori compresi tra i 5.000 e i 1.000 euro pari al 37% del totale e circa il 23% ha ricavi da premi per meno di 1.000 euro. Pag. 66 L’allevamento del cavallo trottatore In conclusione si può affermare che solamente le imprese più grandi, ovvero quelle maggiormente strutturate, possono ripartirsi consistenti premi al traguardo, lasciando al resto del comparto solamente “poche briciole”. Basta infatti guardare l’ordine di grandezza dei ricavi medi per azienda analizzata in base alla classe di valore di appartenenza. Da questi dati si deduce che molte sono le imprese con un ricavo medio inferiore ai 7.000 euro annuali e perciò è difficile aspettarsi buone previsioni per l’attività futura. 1.11 - I costi dell’allevamento. In questo paragrafo si cerca di mettere in evidenza non solo l’ammontare complessivo imputabile al costo dell’attività aziendale, ma si cerca anche di definire quali sono gli elementi che hanno caratterizzano i suddetti costi e quali incidono maggiormente. Vengono quindi analizzati, in una prima parte, i costi complessivi imputabili alle 4 classi di aziende identificate. In questo caso è utile soffermarsi sui valori medi e totali individuati per ogni classe di aziende. Come è già possibile intuire dalla tabella, la situazione economica delle aziende allevatrici del cavallo trottatore italiano rappresenta una realtà alquanto variegata. Tabella 17 – Ripartizione dei costi per classe di aziende Classi di aziende 10 e oltre 5-9 2-4 1 Totale Costo medio 228.675 60.245 25.289 9.962 29.840 Costo complessivo 17.379.294 9.940.409 15.527.378 8.687.172 51.534.253 Fonte: elaborazione Nomisma su dati ANACT Pag. 67 L’allevamento del cavallo trottatore Il costo totale degli allevamenti del cavallo trottatore è stimato pari a circa 51,5 milioni di euro da cui si ricava che il costo medio per azienda è di circa 30.000 euro. Le imprese più “piccole” caratterizzate da pochi puledri nati per anno presentano costi nettamente inferiori rispetto alla media globale: infatti se un conduttore possiede un unico puledro le spese imputabili alla gestione dell’attività sono nettamente inferiori rispetto al valor medio del settore (circa 10.000 euro annuali). D’altro canto le aziende più strutturate (nella maggior parte dei casi sono proprietari di scuderie), possiedono stazioni di monta, giostre e altro, hanno costi notevolmente maggiori (circa 230.000 euro annuali). E’ interessante analizzare la ripartizione dei costi per classi di aziende al fine di cogliere il peso che queste hanno sul totale complessivo calcolato per l’intero settore. Il grafico ci aiuta a capire come la classe con più di 10 puledri nati, alla quale appartengono il 4,4% delle aziende allevatrici italiane, detiene una quota di costi pari al 34% sul totale. Pag. 68 L’allevamento del cavallo trottatore Figura 25 – RIPARTIZIONDE DEI COSTI PER CLASSE DI AZIENDE. Piccole 17% Medio-Piccole 30% Grandi 34% Medio-Grandi 19% Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 La classe di aziende con 9 – 5 prodotti nati, composta da 165 aziende che rappresentano circa il 10% del totale delle imprese, copre circa il 19% dei costi complessivi del settore. Ciò che colpisce di più è che il 50% delle imprese, quelle appartenenti alla classe caratterizzata da 1 solo prodotto nato, copre solo il 17% delle spese totali. Questa diversità è dovuta principalmente al tipo di attività svolta dal conduttore, più precisamente possiamo notare che gli allevatori con pochi prodotti nati svolgono un’attività dove l’allevamento è di secondaria importanza. Inoltre a questa categoria appartengono anche conduttori che hanno intrapreso l’attività per pura passione e che vi dedicano parte del loro tempo libero. Le imprese più strutturate, ovvero le prime due classi per numero di prodotti nati, sono vere e proprie aziende allevatrici il cui obiettivo è quello di produrre puledri di qualità al fine di trarre guadagno sia per la vendita dei cavalli che per i premi vinti durante le corse. In questo contesto è inevitabile pensare come i costi siano notevolmente più alti rispetto alla situazione Pag. 69 L’allevamento del cavallo trottatore precedente, ma è anche vero che solamente le aziende più strutturate, il 14% di tutte le imprese, si dividono circa il 60% dei premi al traguardo. 1.12 - Suddivisione interna dei costi. L’indagine ci ha permesso, quindi, di individuare stime dei valori medi e totali, globali e per gruppo, dei costi sostenuti dal settore dell’allevamento del cavallo trottatore italiano. E’ ora opportuno analizzare i costi secondo le voci più comuni di spesa indicate nel grafico sottostante. Come si può vedere ad ogni categoria di costo è assegnato un valore percentuale che ne denota il suo peso relativo sul totale delle spese. Figura 26 – VOCI INTERNE DEI COSTI. % Lavoro dipendente 8% % altro 9% % Vigilanza veterinaria 7% % Medicinali 5% % Foraggi 19% % Stallonieri 33% % Fornitura di strutture 5% % Mangimi 14% Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Il grafico non indica valori specifici per classe di aziende poiché essi non si discostano significativamente da quelli indicati. Infatti, nella maggior parte dei casi esaminati, le voci di spesa non si differenziano notevolmente. Quelle Pag. 70 L’allevamento del cavallo trottatore voci di costo che influenzano maggiormente il livello del totale sono quelli imputabili all’inseminazione, ovvero al costo degli stallonieri che rappresenta circa un terzo di tutte le spese sostenute dai proprietari dell’allevamento. Seguono poi le voci di costo per il foraggio pari al 18% del totale e per il mangime (14%). L’unica voce che differisce sensibilmente all’interno delle classi di aziende è il costo imputabile al lavoro dipendente. Figura 27 – DESTINAZIONE DEI PRODOTTI NATI NEL 2004 Totale 7 5 Piccole 8 7 Medio-Piccole 8 5 Medio-Grandi 7 Grandi 6 18 14 0% 20% % Vigilanza veterinaria % Mangimi % Lavoro dipendente 11 32 7 15 17 17 5 15 19 5 4 14 18 9 33 5 4 34 4 4 8 6 31 27 40% 11 20 60% % Medicinali % Fornitura di strutture % altro 8 9 11 11 80% 100% % Foraggi % Stallonieri Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 1.13 - Il Costo del lavoro L’analisi dei dati riportati nella tabella precedente ci aiutano ad intuire perchè le imprese più strutturate hanno valori più elevati per questa voce di costo come si desume dalla tabella. Questi risultati confermano un’altra volta l’enorme differenza strutturale tra le diverse classi di aziende. Pag. 71 L’allevamento del cavallo trottatore Per le aziende allevatrici di grandi dimensioni che utilizzano maggiormente forza lavoro dipendente, come precedentemente detto, il costo medio di tale voce pesa il 20% sul totale dei costi ed è nettamente superiore al costo medio calcolato per l’intero settore che rappresenta solo l’8,1% del totale. Tabella 18 – Lavoro dipendente Classi di aziende % Lavoro dipendente 10 e oltre 5-9 2-4 1 20,1 11,4 6,1 3,8 Media 8,4 Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Per approfondire l’analisi è stato utile constatare che l’ammontare complessivo imputabile al costo del lavoro dipendente è di circa 6 milioni di euro, ma è ancora più interessante conoscere cosa succede all’interno di ognuna delle classi di aziende. Tabella 19 – Costo del lavoro Classi di aziende Costo lavoro Costo annuale per 1 dipendente 10 e oltre 5-9 2-4 1 3.493.238 1.137.467 951.989 333.400 19.676 6.217 3.733 1.441 Totale 5.916.093 6.985 Fonte: elaborazione Nomisma su dati indagine allevatori Ottobre 2005 Pag. 72 L’allevamento del cavallo trottatore Infatti, come si evince dalla tabella, il costo annuale per 1 dipendente varia notevolmente attorno al suo valore medio. Per la classe di aziende con più di 10 prodotti nati è inevitabile l’utilizzo di forza lavoro dipendente costantemente tutto l’anno, perciò il risultato ottenuto di circa 20 mila euro annuali rispecchia in modo veritiero il costo imputabile al lavoro di un singolo operaio. Analizzando anche le altre classi verifichiamo che le imprese meno strutturate oltre ad avere un minor numero di dipendenti hanno anche un costo annuale per dipendente nettamente inferiore. Prendendo, ad esempio, il caso di quelle imprese con 1 solo prodotto nato dove è richiesta forza lavoro, si è stimato che il tempo di lavoro dedicato all’allevamento non è superiore alle 2 ore giornaliere per un costo annuale complessivo inferiore ai 1.500 euro. Pag. 73 L’allevamento del cavallo trottatore LE SCOMMESSE E ALCUNE VARIABILI STRUTTURALI DELL’IPPICA Pag. 74 L’allevamento del cavallo trottatore Capitolo 2 Le scommesse in Europa Le scommesse rappresentano, da sempre, uno dei modi principali attraverso cui l’ippica alimenta le proprie entrate. Il fatto di poter far affidamento su di una quota crescente o costante o su di un livello di raccolta diverso, incide moltissimo sulle sorti di tutte le attività del sistema, che da esso, da questo punto di osservazione, discendono. In tutto il mondo, ed in particolare in Europa, i giochi e le scommesse sono regolati da un sistema di norme afferenti alla regolamentazione nazionale. Ciascuno stato esercita il diritto di esclusiva allo sfruttamento della risorsa “giochi e scommesse”, attraverso il ricorso alle licenze e concessioni. Quello che incide profondamente è però il modo. A seconda del tipo di normazione e di forme di tutele legali a cui si sottopone il sistema dei giochi e scommesse, si ottengono risultati pronunciatamente differenti, conseguenza meditata di obiettivi diversi. Il che equivale a dire che l’insieme di norme di riferimento ha un valore portante sull’esito del sistema, ma ancor più che le norme sono espressione di una volontà meditata. Nell’Europa dell’ippica esistono al momento tre sistemi di gestione del sistema, ed ognuno risulta quale espressione di una differente ratio alle spalle. I tre modelli2 risultano individuabili in: - modello anglosassone - modello totalizzatore/centralizzato - modello italiano In generale pensiamo che gli obiettivi che debbano essere perseguiti da ciascun sistema di gestione debbano riferirsi a massimizzare: 2 Ci si riferisce alla schematizzazione utilizzata nel corso della presentazione del libro “ Il sistema ippica in Italia” a Roma il 25 novembre 2004. Pag. 75 L’allevamento del cavallo trottatore - i volume di raccolta delle scommesse; - la qualità dello spettacolo (sia on che off track); - la qualità del sistema. Di seguito si riportano rapidamente gli elementi di maggiore caratterizzazione dei rispettivi sistemi: 2.1 - Modello anglosassone Caratteristica fondamentale del modello anglosassone è l’apertura al mercato. Tutto il sistema ruota intorno alla “libertà” di ingresso dei soggetti. La regolamentazione e la normazione è affidata al Ministero dello Sport e Cultura (non vi è un corrispondente nella nostra tradizione italiana) che risponde, in caso di controversia, alla risoluzione delle dispute. Un sistema siffatto si basa sulla concertazione delle diverse categorie. Queste prendono parte attivamente alla vita politica del sistema attraverso un meccanismo di bilanciamento delle nomine e delle cariche improntato all’ottenimento dell’obiettivo, che è innanzitutto migliorare il sistema delle scommesse e la qualità dello spettacolo. Le funzioni tecniche del sistema ippico sono divise (internamente o esplicitamente) da quelle di gestione e indirizzo delle scommesse. Tutte le decisioni sono però prese e “disegnate” in riferimento alla creazione del calendario. Il calendario viene definito di concerto tra le parti con l’obiettivo di massimizzare i suddetti obiettivi. Il sistema di gestione delle scommesse è “affidato” ai bookmaker. Questo assicura un più alto ritorno di vincita a parità di risultato rispetto a quello del totalizzatore, come conseguenza, prevalentemente, di un più basso prelievo fiscale (lordo innanzitutto). I costi di gestione per la raccolta sono tuttavia più alti, dato che i bookmaker, ponendosi come controparte nella copertura della scommessa, hanno remunerato un più alto rischio d’impresa. Pag. 76 L’allevamento del cavallo trottatore In generale l’attività di prelievo fiscale è contenuta e si realizza prevalentemente sui profitti o sul reddito economico. L’apertura verso il mercato si manifesta anche nella gestione delle società di corse. Le società di corse sono società private – spesso espressione delle categorie ippiche – con una spiccata sensibilità per la qualità della corsa e dello spettacolo ad esso connesso: gli ippodromi, nella gestione d’impresa, contano solo per una parte sul reddito proveniente dalle giornate di corsa, per il resto utilizzano le entrate provenienti da un’attività non direttamente riferibile a quella delle scommesse. Per poter partecipare alle gare, i proprietari devono contribuire con una quota di iscrizione che compartecipa alla formazione del montepremi al traguardo. I montepremi sono piuttosto contenuti in termini medi, ma con picchi elevati per i meeting internazionali, e comunque agli eventi di richiamo. La qualità dell’allevamento è assicurata da una tradizione secolare e da un ammodernamento tecnologico e infrastrutturale che ha saputo intercettare ed esprimere i cambiamenti culturali in corso. In generale, la cultura del “campione” trova espressione in un intero sistema che di certo ha nelle sue radici le basi dell’ippica moderna. Tuttavia la capacità di ammodernare gli impianti, di puntare sull’apertura degli ippodromi anche a servizi ed eventi non direttamente collegabili a quelli ippici, ha creato un presupposto per la continuità della qualità. La presenza, dunque, di ferme regole di mercato, la capacità di interlocuzione delle categorie, la qualità come punto di riferimento, la certezza degli eventi, ed una cultura diffusa dell’intrattenimento ippico, hanno permesso che si creasse un equilibrio tra le parti. Pag. 77 L’allevamento del cavallo trottatore 2.2 - Modello totalizzatore Caratteristica preponderante di tale sistema è la centralità delle società di corse nella gestione dell’intero sistema ippico. Il sistema è affidato ad un unico ente che incorpora funzioni tecniche/sportive e di gestione delle scommesse, il cui controllo avviene mediante un meccanismo di concertazione alla base che trova espressione poi nel board dell’ente. Essenzialmente funziona così: ad un livello di base e di capillare diffusione territoriale sono presenti le società di corsa. Le società di corsa sono espressione delle diverse categorie del mondo ippico. In modi diversi tra Francia e Svezia, vi è però un meccanismo di selezione tra le diverse società di corse/ippodromi che conduce poi ad un controllo diretto dell’autorità di gestione del sistema. Le scommesse ippiche sono sottoposte a controllo governativo, tuttavia le stesse categorie influenzano in modo diretto (Francia) o indiretto (Svezia) la gestione determinando il sistema delle scommesse. La diffusione degli ippodromi del territorio è capillare – specie in riferimento all’estensione territoriale e alla dimensione demografica – ma la possibilità di giocata è subordinata alla classificazione degli stessi attraverso l’assegnazione della giornata. Il meccanismo di raccolta è quello del totalizzatore. Questo determina un ritorno medio allo scommettitore più contenuto ed un prelievo fiscale più alto. Le somme raccolte sono gestite dallo stato che distribuisce i proventi in funzione degli obiettivi preposti, che rimangano comunque quelli del miglioramento della razze equine, della qualità degli spettacoli e della crescita del sistema. Nel corso degli anni i paesi si sono dotati di strutture efficienti e moderne, puntando sulla qualità come elemento trainante. Nel caso della Francia la possibilità di impiego di dimensioni di scala grande ha inciso sul percorso di rinnovamento. Il marketing, le telecomunicazione, l’informatica, la costumer Pag. 78 L’allevamento del cavallo trottatore satisfaction, il rinnovamento delle infrastrutture sono solo alcuni degli elementi considerati come basilari di un modello di gestione vincente. Anche in questo caso gli elementi culturali sono alla base della tenuta del sistema. La concertazione dalla base ed il controllo diretto degli enti nonché del sistema di raccolta, crea il presupposto per un’internalizzazione della responsabilità nei meccanismi di scelta, il quale controbilancia, una visione altrimenti verticale e probabilmente dirigista 2.3 - Modello italiano Il modello italiano è una variante di quello totalizzatore. Le scommesse, come noto, sono delegate dal Ministero delle Finanze che lavora di concerto con quella dell’Agricoltura. L’elemento basilare del sistema è la presenza dello Stato con importanti funzioni di garanzia per lo svolgimento delle giornate e per il miglioramento e la tutela delle razze equine. Le attività tecniche vengono svolte dall’Autorità attraverso il finanziamento proveniente dalle scommesse. Il prelievo lordo è particolarmente alto,conseguentemente ad un alta incidenza dei montepremi sul totale delle scommesse raccolto. In tale modello gli ippodromi sono parzialmente classificati, ma l’assegnazione tiene – almeno in parte – in conto delle differenti dotazioni tecniche delle strutture. Il limite principale di un modello siffatto è che non crea un meccanismo di decisione che internalizza la ricerca della qualità, ma lo rimanda alla azione volontaria del singolo. Questo vale a dire che il principio universalistico, per quanto coerente alla finalità dell’UNIRE appare incapace, oggi, di misurarsi in maniera vincente col confronto europeo. In un contesto di “libero mercato” la qualità è sempre premiante. Pag. 79 L’allevamento del cavallo trottatore Da quanto riportato sopra, si evidenzia che i Paesi si sono dotati, appunto, di differenti modi di gestire il sistema ippica nel suo complesso. Se si passa ad osservare l’andamento delle scommesse si osserva che dal 1994 al 2004, solo la Germania (Paese sottoposto ad una prolungata crisi) ha avuto un andamento negativo. Nel decennio di analisi le scommesse in Italia hanno assistito a fasi alterne ma dopo l’oramai storico picco del ’96 il volume totale raccolto non è riuscito mai più a decollare. Al 2004 la variazione finale è di +350 milioni di Euro (+300 milioni al 2005). Una cifra che potrebbe apparire ragguardevole se non si approfondisse l’analisi comparandola con quella degli altri Paesi. Tabella 20 - Trend Scommesse 1995-2004 (Milioni euro correnti)3 FR 1995 5.482 1996 5.664 1997 5.546 1998 5.593 1999 5.678 2000 6.023 2001 6.406 2002 6.653 2003 7.245 2004 7.771 IT 2.559 3.368 3.134 2.702 2.501 2.536 2.770 2.789 2.972 2.911 GER 497 443 441 421 426 382 354 311 261 214 IR 587 619 711 805 1.095 1.381 1.573 1.777 2.158 2.456 SV 991 1.050 1.077 1.032 1.188 1.188 1.143 1.109 1.158 1.185 UK 5.260 6.101 7.486 7.286 7.720 8.098 9.390 12.024 14.547 16.059 Fonte: Elaborazione Nomisma su dati vari. Nella tabella 21 si è utilizzato il dato di raccolta italiano come base per il confronto con quella degli altri Paesi. Quindi il dato esprime quante volte il volume di raccolta italiano occorre per raggiungere quello di un altro paese. Il rapporto così costruito permette di visualizzare l’andamento reciproco delle scommesse. Occorre precisare che il periodo di analisi è estremamente lungo e vi sono state importanti modifiche in tutti i paesi (in Francia appena prima). Quello che preme sottolineare è che la performance italiana è andata via-via perdendo rispetto a quella degli altri paesi. Difatti, se si esclude il picco del 3 Il campione di analisi è costruito in riferimento ai Paesi Europei di maggiore significatività per volumi di raccolta e per tradizione ippica. Pag. 80 L’allevamento del cavallo trottatore 1996 – spiegabile in termini di struttura dei giochi e delle scommesse in Italia – il rapporto va costantemente diminuendo. La tabella va letta dunque in questa maniera: se nel 1995 ci volevano 0,49 volte il volume di raccolta britannico per aversi quello italiano, lo stesso dato dopo 10 anni diventa – riducendosi drasticamente – di 0,19 volte. Con la Francia, in particolare, alla fine del decennio la variazione fa contare una flessione di quasi il 30%. Assai più contenuta la variazione nel caso della Svezia, dove il 5% si individua nella difficoltà che la Svezia sta affrontando. Colpisce l’Irlanda e l’UK. Incredibile il caso irlandese dove (da proiezioni 2005 il rapporto dovrebbe avvicinarsi ulteriormente alla unità) il totale raccolto si avvicina vertiginosamente ad uno. Ma al di là dello stupore si tratta di posizioni difficilmente confrontabili, poiché da riferire principalmente al più ampio e generale sistema dei giochi e scommesse nazionali, nonché a fenomeni inscrivibili a fattori di natura culturale. Tabella 21 - Rapporto Scommesse 1995-2004: ITALIA come base 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 FRANCIA 0,47 0,59 0,57 0,48 0,44 0,42 0,43 0,42 0,41 0,37 UK 0,49 0,55 0,42 0,37 0,32 0,31 0,29 0,23 0,20 0,18 IRLANDA 4,36 5,44 4,41 3,36 2,28 1,84 1,76 1,57 1,38 1,19 SVEZIA 2,58 3,21 2,91 2,62 2,11 2,13 2,42 2,51 2,57 2,46 Fonte: Elaborazione Nomisma su dati vari. Nella tabella 22 si riporta la variazione annuale percentuale delle scommesse. È evidente la differenza del trend del modello anglosassone. Ma la Francia mantiene un andamento costante di crescita – se si eccettua il 1997 – per tutto il periodo di analisi. Quali i motivi alla base di tale trend? La risposta non è univoca e si basa di certo su almeno 3 punti di riferimento: Pag. 81 L’allevamento del cavallo trottatore - qualità - innovazione con continuità - concertazione La PMU è posseduta dalle Societes Meres, espressione delle categorie. La PMU offre servizi integrati di frontiera nell’ambito dei giochi e delle scommesse. Offre altresì un momento di intrattenimento al pubblico – sia esso da casa a vedere Equidià o negli ippodromi. Ma svolge anche una precisa ed importante – indirettamente – funzione di indirizzo nella promozione delle corse, della qualità delle gare e dell’allevamento in generale. Tabella 22 - Variazione Trend Scommesse 1995-2004 (Milioni euro) 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 FR 3,3% -2,1% 0,8% 1,5% 6,1% 6,4% 3,9% 8,9% 7,3% IT 31,6% -6,9% -13,8% -7,4% 1,4% 9,2% 0,7% 6,6% -2,1% GER -10,9% -0,5% -4,5% 1,2% -10,3% -7,3% -12,1% -16,1% -18,0% IR 5,5% 14,9% 13,2% 36,0% 26,1% 13,9% 13,0% 21,4% 13,8% SV 6,0% 2,6% -4,2% 15,1% 0,0% -3,8% -3,0% 4,4% 2,3% UK 16,0% 22,7% -2,7% 6,0% 4,9% 16,0% 28,1% 21,0% 10,4% Fonte: Elaborazione Nomisma su dati vari. Nella tabella 23 sono indicati i ritorni agli scommettitori, vale a dire, quanto rientra come vincita dalla puntata. Coerentemente alla modellizzazione indicata, si riportano ritorni agli scommettitori differenti. Come noto i due sistemi si caratterizzano per ritorni sostanzialmente diversi come conseguenza del differente “approccio” al sistema. A tal senso il modello italiano è decisamente più vicino a quello totalizzatore. Negli anni i ritorni si sono assestati attorno al 68-70% Il prelievo lordo viene impiegato poi per coprire i costi del sistema di cui le principali voci sono: Pag. 82 L’allevamento del cavallo trottatore - spese di gestione; - il ritorno alle gare (return to racing); - prelievo erariale. In questa sede quello che interessa è ricordare che il Montepremi è inserito all’interno di quanto rientra nel sistema delle corse ippiche per alimentarlo, e rappresenta in tutti i paesi una quota consistente del return to racing. Anche sulla modalità di formazione del montepremi esistono differenze. Nei paesi anglosassoni è prassi la compartecipazione alla formazione, vale a dire che i partecipanti iscrivendo il cavallo pagano una fee di partecipazione che ovviamente dipende dal tipo di gara. La parte maggiore del montepremi proviene comunque da quando direttamente riferibile alle scommesse. La sponsorizzazione privata ha un ruolo centrale e specie nei meeting il peso è tale da rendere avvolte impossibile lo svolgimento qualora assente. Tabella 23 - Ritorno agli scommettitori e prelievo lordo SVEZIA Scommettitori Prelievo Lordo FRANCIA Scommettitori Prelievo Lordo UK Scommettitori Prelievo Lordo IRLANDA Scommettitori Prelievo Lordo ITALIA Scommettitori Prelievo Lordo 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 70% 70% 70% 70% 70% 70% 69% 71% 70% 70% 30% 30% 30% 30% 30% 30% 31% 29% 30% 30% 73% 71% 70% 69% 69% 70% 71% 71% 72% 73% 27% 29% 30% 31% 31% 30% 29% 29% 28% 27% 77% 78% 78% 77% 77% 77% 80% 85% 81% 79% 23% 22% 22% 23% 23% 23% 20% 15% 19% 21% 77% 77% 77% 77% 81% 82% 81% 80% 80% 81% 23% 23% 23% 23% 19% 18% 19% 20% 20% 19% 74% 70% 67% 67% 67% 68% 67% 70% 69% 68% 26% 30% 33% 33% 33% 32% 33% 30% 31% 32% Fonte: Elaborazione Nomisma su dati vari. In generale il montepremi è una delle voci principale da questo lato del sistema, poiché rappresenta la remunerazione diretta dell’attività agonistica. Pag. 83 L’allevamento del cavallo trottatore Nella tabella 24 sono riportati i trend in milioni di euro dell’intero montepremi impiegato in un paese in quell’anno (vale a dire al netto delle provvidenze4). È evidente che tutti i paesi, nel periodo di analisi, hanno incrementato il proprio valore assoluto. Colpisce in modo particolare l’incremento dell’Irlanda che lo “triplica” dai 16 milioni di Euro del 1995 portandolo ai 52 del 2004. Tabella 24 - Montepremi al traguardo Mil. Euro5 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 FR 290 297 305 305 311 318 343 369 377 400 SV 72 78 83 78 91 93 90 93 94 85 UK 69 80 93 92 113 117 117 132 140 146 IR 16 19 19 21 26 31 42 46 50 52 IT 167 211 268 209 186 211 260 270 275 273 Fonte: Elaborazione Nomisma su dati vari. Nella tabella 25 sono indicati i rispettivi pesi dei montepremi sulle scommesse nazionali. Come si vede i paesi sembrano essersi assestati su livelli differenti a cui corrispondo difatti diversi capitoli di spesa. Colpisce che quello italiano sia intorno al 9%. Tale giudizio non è espresso in funzione dell’entità della voce – poiché il sistema italiano difatti comprende in essa un insieme di funzioni che altri paesi non inseriscono oppure che non rientrano nel novero delle funzioni svolte direttamente dal sistema6 – quanto dal fatto che più è alto l’ammontare richiesto tanto più è evidente che il dato risenta delle flessioni da scommesse. Poiché potrebbe essere eccepito il contrario definiamo cosa intendiamo. Nei sistemi a bassa centralizzazione delle attività, ad un peso 4 Tenuta in debita considerazione le differenze nei sistemi. Per UK e Irlanda si considera il montepremi lordo, vale a dire comprensivo delle sponsorizzazioni. 6 Si vedano le finalità di tipo mutualistico e di intervento a sostegno delle razze equine. 5 Pag. 84 L’allevamento del cavallo trottatore percentuale più contenuto corrisponde un insieme di servizi elargiti inferiore, il che equivale a dire che al di là delle scommesse vi è il mercato e/o la libera iniziativa di impresa. Tali sistemi assicurano modi differenti di far fronte alle esigenze richieste di volta in volta, essendo in tal modo forse meno equi ma di certo più flessibili. Tabella 25 - Montepremi come percentuale totale scommesse 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 FR 5,3% 5,2% 5,5% 5,5% 5,5% 5,3% 5,4% 5,5% 5,2% 5,1% SV 7,2% 7,4% 7,7% 7,5% 7,7% 7,8% 7,9% 8,4% 8,1% 7,2% UK 1,3% 1,3% 1,2% 1,3% 1,5% 1,4% 1,2% 1,1% 1,0% 0,9% IR 2,7% 3,0% 2,7% 2,6% 2,4% 2,2% 2,7% 2,6% 2,3% 2,1% IT 6,5% 6,3% 8,6% 7,7% 7,4% 8,3% 9,4% 9,7% 9,3% 9,4% Fonte: Elaborazione Nomisma su dati vari. Diversamente nei sistemi totalizzatori, ed in particolar modo in quello italiano, gli introiti delle scommesse sono basilari al fine della promozione e al sostentamento del sistema poiché tutto viene direttamente riferito ad esso. È in tal senso – come verrà espresso meglio nel proseguo della trattazione – che va dunque valutato il valore elevato del montepremi italiani: poiché esiste una stretta correlazione con le scommesse, e poiché il suo valore è particolarmente alto – quasi al limite di ulteriori erosione – il montepremi risente in maniera sensibile delle variazioni dell’andamento del volume di raccolta. Pag. 85 L’allevamento del cavallo trottatore Capitolo 3 L’ippica in Italia 3.1 - I dati strutturali Nel suo insieme l’Italia – se si escludono il biennio 1996 e 1997 – ha assistito, nel periodo di analisi, ad una “tenuta” complessiva del sistema a livello aggregato. Di seguito è riportata la tabella con i dati di struttura del sistema, vale a dire quelle variabili che esprimono il funzionamento del sistema ippica dal lato delle corse. Rapidamente, le corse, le giornate di corsa ed i cavalli – sia nel numero di partecipanti che nel numero di partecipazioni complessivo – hanno assistito ad un incremento sostenuto, con variazioni finale nel decennio anche del 40% nel caso delle giornate di corsa. In particolare il dato sui cavalli che hanno corso non è disponibile, ma da nostre stime pare attendibile che il dato si sia assestato attorno ai 18.000 nel 2005. Tabella 26 - Variabili strutturali Corse 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 17.088 18.414 19.675 20.188 19.449 20.767 21.719 21.777 22.467 22.666 21.620 2.313 2.437 2.329 2.600 2.760 2.767 2.861 2.896 2.895 14.241 15.353 15.223 16.940 17.195 17.746 ND ND ND Giornate di 2.062 2.163 corsa Cavalli che 13.640 14.087 hanno corso Pag. 86 L’allevamento del cavallo trottatore Cavalli alla 167.192 175.461 partenza 185.957 192.134 186.347 196.804 196.967 199.726 206.599 210.744 207.818 Fonte: Elaborazione Nomisma su dati vari. Al fianco di un andamento di crescita generalizzato nelle variabili di sistema delle gare, non ha però corrisposto un simile trend dal lato delle scommesse. Nella figura 28 si riporta il trend complessivo nel decennio di analisi. Si nota immediatamente l’andamento a campana delle scommesse. La linea rossa segna la soglia dei 3 miliardi di euro, considerato orami dagli addetti ai lavori come l’obiettivo di medio periodo. Dopo il picco del 96, i valori della raccolta totale hanno assistito ad una brusca frenata – fino al 1999 – per poi riprendersi parzialmente negli anni successivi – dal 1999 al 2003 – e scendere sino a toccar quota 2,7 miliardi di euro nel 2005. Figura 28 - Andamento scommesse Milioni Euro 3500 3000 2500 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Fonte: Elaborazione Nomisma su dati vari Più omogeneo, se si fa partire l’analisi dal 97, il trend delle singole voci che compongono il totale scommesse. Dalla tabella 8 si nota la tenuta delle Pag. 87 L’allevamento del cavallo trottatore agenzie esterne, mentre perde sensibilmente quota la raccolta negli ippodromi sia al totalizzatore sia a libro. Ma in assoluto il dato più evidente è quello della perdita delle scommesse ippiche: la Tris e il Totip. Nel primo caso dopo una parziale ripresa nel 2003 – determinato principalmente dall’incremento del numero di giornate Tris – il dato continua a scivolare su valori che sono meno della metà di quelli del 96. La seconda invece con i 22 milioni di euro del 2005 ha un peso poco più di un nono di quello del 1995. Se dovesse continuare con questo trend, difficilmente il Totip riuscirà a coprire ancora per molto i propri costi di gestione. Il dato meno incoraggiante giunge però dalle raccolte da agenzie esterne nell’ultimo biennio – 2004 e 2005 –. Dopo la crescita sensibile degli ultimi anni7, le scommesse in questa tipologia riportano un brusco frenata, prima di 45 milioni di euro nel 2004 e poi di altri 87 nel 2005. Tabella 27- SCOMMESSE IPPICHE IN ITALIA (Milioni Euro) 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 NAZIONALE IPPODROMI 196 223 226 201 159 135 137 138 138 129 110 ALLIBRATORI 129 76 50 35 25 21 16 12 10 7 6 1.395 1.584 1.577 1.509 1.461 1.824 2.042 2.128 2.154 2.109 2.022 67 53 64 64 83 18 17 20 19 20 25 19 27 18 AGENZIE ESTERNE AGENZIE IPP. CAMPO SIMULCASTING SCOMMESSA TRIS 591 1.256 1.072 797 679 462 502 449 602 596 551 TOTALE SCOMMESSE 2.379 3.192 2.988 2.607 2.407 2.461 2.714 2.746 2.941 2.887 2.732 180 176 146 96 94 75 56 43 31 24 22 CONCORSO TOTIP Fonte: Elaborazione Nomisma su dati vari. 7 In tal caso occorre ricordare che ad un incremento nel volume si è accompagnato una sensibile riduzione del dato medio di raccolta conseguentemente all’aumento del numero di punti di raccolta. Pag. 88 L’allevamento del cavallo trottatore L’importanza della tenuta delle scommesse nelle agenzie fuori dall’ippodromo è legata – oltre al peso connesso al totale raccolta delle scommesse – al fenomeno più generalizzato dello spostamento della raccolta verso la forma off-track, cioè fuori dall’ippodromo. A conferma di questo trend si riporta nella Tab.27 e nella figura 29 la distribuzione della raccolta tra dentro e fuori gli ippodromi. Come bene visibile i valori tendono a distribuirsi verso una concentrazione nella raccolta fuori dagli ippodromi assestandosi a valori intorno al 94% del totale raccolto. Tabella 28- Ripartizione scommesse dentro e fuori ippodromo (Milioni Euro) Milioni euro 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 SCOMMESSE DENTRO 392 352 340 301 267 174 170 170 185 182 159 SCOMMESSE FUORI 2.167 3.016 2.795 2.402 2.234 2.361 2.600 2.619 2.786 2.728 2.595 SCOMMESSE FUORI (%) 84,7% 89,6% 89,2% 88,9% 89,3% 93,1% 93,8% 93,9% 93,8% 93,7% 94,2% Fonte: Elaborazione Nomisma su dati UNIRE. Pag. 89 L’allevamento del cavallo trottatore Figura 29- Scommesse Dentro e Fuori Ippodromi 100,0% 95,0% 90,0% 85,0% 80,0% 75,0% 1995 1996 1997 1998 SCOMMESSE FUORI 2000 2001 2002 2003 2004 2005 SCOMMESSE DENTRO Fonte: Elaborazione Nomisma su dati UNIRE. Il fenomeno dello spostamento della raccolta verso le forme off-track si accompagna, in una relazione anche di tipo causa effetto, al progressivo spopolamento degli spettatori paganti negli ippodromi. Tale dato, considerata la tipologia di attività svolta negli ippodromi, è sicuramente il più allarmante, poiché rischia di rilegare l’attività ai soli addetti ai lavori, con tutte le conseguenze poi connesse all’attività di raccolta delle entrate. Inoltre, il dato in quanto complessivo degli ippodromi nazionali in attività e dunque dei meeting e degli spettatori paganti dei maggiori centri, evidenzia una cruda verità: molte giornate in molti ippodromi non hanno quasi spettatori. Difatti, il dato medio di spettatori per giornata passa dai 1.270 del 1995 ai 122 del 2005. Lo spopolamento è progressivo e distribuito uniformemente nelle due discipline (fig.30). Pag. 90 L’allevamento del cavallo trottatore Figura 30 - Andamento Spettatori negli ippodromi 2.617.146 2.500.000 2.400.023 2.217.518 2.000.000 1.681.724 1.500.000 1.246.229 1.003.591 1.000.000 736.383 902.007 513.379 500.000 366.880 344.374 0 1.995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Fonte: Elaborazione Nomisma su dati UNIRE. Figura 31 -Andamento Spettatori Trotto e Galoppo 1.800.000 1.600.000 1.400.000 1.200.000 1.000.000 800.000 600.000 400.000 200.000 0 1995 1996 1997 1998 1999 Galoppo 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Trotto Fonte: Elaborazione Nomisma su dati UNIRE. Pag. 91 L’allevamento del cavallo trottatore In generale e similmente nei differenti sistemi nazionali, le scommesse possono essere ripartite secondo le funzioni che remunerano. Nella tabella di seguito si riporta la suddivisione già parzialmente proposta all’inizio del lavoro. Le voci considerate sono: - il ritorno agli scommettitori in funzione della giocata; - il ritorno allo stato sotto forma di prelievo fiscale e dunque il gettito per l’erario; - le spese di gestione per il sistema, come remunerazione dell’attività di raccolta e gestione della parte scommesse del sistema ippico; - il return to recing, ovverosia quanto ritorna al sistema nel versante prettamente tecnico, di gara ed equino in generale. Tabella 29 - Ripartizione Scommesse 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 Scommettitori 74,19% 69,67% 66,71% 66,81% 67,03% 68,23% 67,17% 69,63% 69,00% 69,00% Stato (prelievo fiscale) 6,48% 6,04% 9,17% 8,55% 8,57% 7,45% 7,17% 6,74% 6-8% 6-8% Spese di gestione 7,10% 11,33% 10,85% 9,48% 10,93% 11,83% 10,53% 8,81% 9-11% 9-11% Return to racing 12,23% 12,96% 13,27% 15,16% 13,47% 12,49% 15,13% 14,82% 14,63% 14,55% Fonte: Elaborazione Nomisma su dati UNIRE. Come analizzato nel corso del precedente lavoro, la ripartizione suddetta è una schematizzazione assai utile poiché rappresenta la griglia rispetto cui si misurano le diverse scelte di policy dei diversi modelli di gestione. Nel caso italiano8 si nota un trend di generale spostamento delle ripartizioni verso la parte a valle della filiera (return to racing e raccolta delle scommesse). In particolare il dato sul ritorno alle gare è la parte che viene distribuita all’UNIRE in funzione e strumentalmente allo svolgimento della propria attività di Autorità pubblica preposta all’ippica. 8 I dati del 2003 e del 2004 non sono ancora disponibili. Abbiamo preferito inserire un range di riferimento piuttosto ampio, anziché stimare il valore puntuale, data l’importanza che riveste tale parte. Pag. 92 L’allevamento del cavallo trottatore 3.2 - Il Bilancio Unire A conferma del peso delle scommesse nel/sul sistema italiano per le finalità del miglioramento ed incremento delle razze equine e ugualmente per la continuazione del sistema stesso, si riporta di seguito una tabella di sintesi del Bilancio Unire riclassificato per il periodo 2001-2004. La prima voce è quella più prettamente di interesse per la trattazione. Senza entrare in merito alla discussione della voce “Partite in sospeso”, poi stornate nella sezione delle uscite, vale ricordare che le entrate si suddividono tra quelle in conto corrente e quelle capitali. Tabella 30 - Bilancio Unire riclassificato 2001-2004 ENTRATE 1 PRELIEVO SU SCOMMESSE 2 SOVRAPPREZZI, RINUNCE E DIRITTI PER PATENTI 3 REDDITI E PROVENTI PATRIMONIALI 4 CANONE SERVIZIO TV 2001 2002 2003 2004 536.882.470 414.330.238 430.296.706 420.003.457 15.234.923 14.721.682 12.502.681 13.862.134 1.503.659 498.667 5.063.143 332.569 12.911.422 15.493.707 15.280.039 18.915.758 1.722.741 2.047.553 44.370.875 0 568.255.215 447.091.847 507.513.444 453.113.918 299.682.297 379.225.840 390.904.851 18.017.180 18.611.869 19.168.824 18.686.655 18.017.180 746.774.144 398.394.664 409.591.506 1.042.451 188.635.092 906.950.559 1.051.340.516 5 RECUPERI DIVERSI E INDENNIZZI DI ASSICURAZIONE 6 TOT. ENTRATE CORRENTI 7 PARTI IN SOSPESO 8 ENTRATE IN CONTO CAPITALE E PARTITA GIRO 9 TOT. ENTRATE CONTO CAP. 10 ALTRO 11 TOT. ENTRATE DI COMPETENZA 586.272.395 765.386.013 Fonte: Elaborazione Nomisma su Bilanci Consuntivi UNIRE. Pag. 93 L’allevamento del cavallo trottatore Tra quelle in conto corrente si evidenzia un trend di crescita del dato riferito alle entrate da canone servizio televisivo (che viene poi totalmente impiegato a copertura parziale della rispettiva voce di costo). Questa voce assieme a quella delle entrare da scommesse può essere considerata come “strutturale” del bilancio Unire. Vale a dire che queste sono quelle riferibili alla gestione ordinaria dell’attività ippica e dunque parti integrante su cui il sistema può fare affidamento. Altre voci quali sovrapprezzi rinunce (etc), sono diversamente – seppur controllabili con un certo grado di certezza dato un trend prolungato nel tempo – iscrivibili a fattori non direttamente dipendente all’attività ippica in quanto tale, e bensì residuali ad essa. La voce “prelievo Unire su scommessa”, rappresenta quanto torna all’ippica dalla raccolta delle scommesse. Nel corso dei 4 anni considerati il dato è andato sensibilmente diminuendo nel suo ammontare fermandosi intorno ai 420 milioni. A fronte di un valore in diminuzione si riporta invece un incremento costante nelle “altre” voci che, come detto prima rappresentano quelle non direttamente riferibili alla raccolta delle scommesse. Nella tabella di seguito si riportano i dati delle entrate raggruppati in modo tale da non includere voci che esulano dalla gestione “normale”. Così costruito il dato esprime meglio la relazione tra le attività delle scommesse e quella delle entrate. Quello che preme evidenziare è che anche in questo modo – vedi i dati percentuali della tabella – il peso delle entrate da scommesse è basilare, oscillando in un intervallo, ampio ma indicativo, compreso tra il 92% ed il 82%. Pag. 94 L’allevamento del cavallo trottatore Tabella 31 – Le entrate correnti dell’UNIRE Entrate nette9 2001 2002 2003 2004 586.272.395 465.703.716 526.682.268 471.800.573 92% 89% 82% 89% Entrate da scommesse sulle entrate nette Fonte: Elaborazione Nomisma su Bilanci Consuntivi UNIRE. Le entrate da scommesse dunque rappresentano, a meno di finanziamenti straordinari, il motore della gestione dell’attività dell’UNIRE. In un sistema come quello italiano in cui la funzione tecnico-amministrativa è associata a quella finanziaria, le mansioni che devono essere svolte sono particolarmente numerose nonché impegnative da un punto di vista economico. Questa affermazione rafforza l’importanza economica delle scommesse. Nella tabella di seguito sono riportati i dati dei premi e provvidenze prima, e poi i montepremi come percentuale delle entrate da scommesse di cui dispone l’UNIRE. Tabella 32 – Premi e provvidenze % Premi e Provv su Prelievo UNIRE scommesse % Montepremi 2001 2002 2003 2004 53% 70% 70% 72% 49% 65% 64% 65% Fonte: Elaborazione Nomisma su Bilanci Consuntivi UNIRE Se si esclude il 2001, in cui il dato aggregato risente di una differente metodologia di raccolta, quello del triennio successivo riporta cifre estremamente interessanti: - circa il 70% delle entrate scommesse dell’UNIRE vengono impiegati per i premi e provvidenze; - circa il 65% delle entrate scommesse dell’UNIRE è impiegato direttamente per il finanziamento dei montepremi; 9 Si tratta del totale delle entrate al netto delle voce 10 e 7. Pag. 95 L’allevamento del cavallo trottatore - circa il 5% delle entrate scommesse dell’UNIRE vengono impiegate per le provvidenze all’allevamento. Come visto sopra, l’entità del dato non cambierebbe molto se venissero incluse alle entrate direttamente riferite alle scommesse anche quelle poste non “indirette” quale il segnale televisivo10 (utilizzato poi appieno per tale funzione nella voce dei costi), i sovrapprezzi e rinunce…Tuttavia non si può di certo considerare come entrata la voce dei minimi garantiti – poi stornata nelle uscite – dati i problemi connessi alla loro riscossione. Dunque esiste un’importantissima relazione tra scommesse, montepremi e allevamento del cavallo che passando attraverso l’UNIRE, assicura la funzionalità dell’intero sistema. 3 3 - Il Montepremi Nella tabella e nelle figure seguenti si riportano i principali dati connessi al montepremi e alla sua distribuzione. Per montepremi si intende la somma di: - premi proprietari11 allevatori - indennità. Il dato dei montepremi evidenzia un trend di crescita nel periodo di analisi se si esclude il 1997 e la parziale flessione del 2004. Pur non disponendo del dato certo possiamo attenderci – considerati i dati sulle scommesse e delle gare di cui disponiamo – un’ulteriore flessione al ribasso a due cifre. 10 Vale la pena ricordare che in Francia e negli UK il mercato delle immagini televisive e dei diritti connessi ha assunto una dimensione tale da renderlo una fonte – nonché strumento di comunicazione e di marketing – diretta di entrate. Basti pensare a tal senso quanto accaduto negli UK in riferimento alla contrattazione dei diritti televisivi. 11 In questa fase del lavoro ci si riferisce al Montepremi così come distribuito dall’UNIRE. Per tanto non si tiene conto della quota spettante agli allenatori e ai driver, che comunque è contemplata – nel suo ammontare – nella voce proprietari Pag. 96 L’allevamento del cavallo trottatore Tabella 33 - Il Montepremi (milioni di euro) 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 TOT: PREMI E PROVV. 184 232 293 225 202 232 282 292 302 300 TOT. PROVVIDENZE -16 -22 -25 -17 -16 -21 -21 -22 -27 -27 TOT. MONTEPREMI 168 210 269 208 187 211 261 270 275 273 Fonte: Elaborazione Nomisma su Bilanci Consuntivi UNIRE Nella figura 32 il grafico dell’andamento dei montepremi. La linea rossa rappresenta la media a valori nominali. Similmente al dato sulle scommesse, ma con un trend meno piatto, i montepremi si distribuiscono con un andamento altalenante: forte crescita con il picco del 97, seguito poi da un brusco calo e da un a ripresa tendenziale che tocca prima e supera poi i dati del 97. Figura 32 - Montepremi totale 300 280 Milioni Euro 260 Media: 254 mila Euro 240 220 200 180 160 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 Fonte: Elaborazione Nomisma su Bilanci Consuntivi UNIRE Nella tabella 34 si riportano i dati sulla suddivisione dei premi al traguardo tra le due discipline tecniche. Pag. 97 L’allevamento del cavallo trottatore Il trotto (funzionalmente) alla proprie caratteristiche nel sistema italiano, mantiene valori sensibilmente al di sopra di quello del galoppo. I valori rimangono, con scarti contenuti, compresi nel rapporto 40/60 tra le due discipline tecniche. Tabella 34 - Suddivisione premi (milioni di euro) 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 PREMI GALOPPO 66 83 105 81 73 85 111 113 114 112 PREMI TROTTO 98 121 157 120 108 123 147 154 158 158 TOTALE PREMI 164 205 262 202 180 208 258 267 272 270 Fonte: Elaborazione Nomisma su Bilanci Consuntivi UNIRE Nella tabella 35 sono indicati i valori del montepremi ripartiti tra i proprietari e gli allevatori. Come per le altre voci, anche la ripartizione segue l’andamento altalenate, con valori a picco nel 97 e consistenti recuperi negli anni successivi. Diversamente, le indennità hanno subito un brusco ridimensionamento: dai 6,8 milioni di euro del 1998 ai 2,6 milioni del 2004. Tabella 35 - Ripartizione Montepremi tra Proprietari e Allevatori (milioni di euro) 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 TOTALE PREMI PROPRIETARI 137,4 170,5 217,9 170,9 150,7 172,4 213,5 220,9 224,8 223,1 TOTALE PREMI ALLEVATORI 26,8 34,2 44,2 30,6 29,5 36,0 44,7 46,4 47,2 46,8 TOTALE PREMI ALLEV. E PROPR. 164,2 204,7 262,1 201,5 180,2 208,4 258,2 267,3 272,0 269,9 3,7 5,4 6,5 6,8 6,5 3,7 2,3 2,6 2,6 2,6 167,8 210,1 268,6 208,3 186,7 212,1 260,5 269,9 274,6 272,5 TOTALE INDENNITA’ TOTALE MONTEPREMI Fonte: Elaborazione Nomisma su Bilanci Consuntivi UNIRE Pag. 98 L’allevamento del cavallo trottatore Nel caso specifico del trotto, il montepremi si distribuisce come riportato dalla tabella 35 e dalla figura. Il trotto incrementa sensibilmente nel corso del periodo di analisi i propri valori di riferimento, portando il totale dei premi distribuiti dai 98 milioni di euro del 1995 ai 158 del 2004. Per quanto attiene la ripartizione in termini percentuali il dato continua ad essere compreso tra il 17% ed il 18% agli allevatori ed il restante ai proprietari, se si esclude il dato del 1998. In generale, anche il trend dei montepremi del trotto replica l’andamento altalenate suddetto, con un picco nel 1997 e, successivamente, una brusca caduta fino al 1999, per poi salire. I dati disponibili per il 2005 mostrano una contrazione nel valore distribuito nel montepremi, a valori simili a quelli di 2002. Pag. 99 L’allevamento del cavallo trottatore Capitolo 4 Il trotto italiano 4. 1 - I dati strutturali del trotto italiano Per quanto attiene i dati di struttura si riportano di seguito, come nella trattazione precedente, le principali variabili di riferimento. Tabella 36 – Premi trotto in Italia (milioni di euro) 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 Premio ai proprietari 80 100 129 101 88 101 121 127 130 130 Premio agli allevatori 17 22 28 20 20 23 26 27 28 28 PREMI TOTALE TROTTO 98 121 157 120 108 123 147 154 158 158 Premio ai proprietari 82,23% 82,10% 82,03% 83,43% 81,78% 81,72% 82,44% 82,44% 82,27% 82,27% Premio agli allevatori 17,77% 17,90% 17,97% 16,57% 18,22% 18,28% 17,56% 17,56% 17,73% 17,73% Fonte: Elaborazione Nomisma su Bilanci Consuntivi UNIRE Pag. 100 L’allevamento del cavallo trottatore Figura 33 – Andamento montepremi trotto (in euro) 170.000.000 160.000.000 150.000.000 140.000.000 130.000.000 120.000.000 110.000.000 100.000.000 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 Montepremi Trotto Fonte: Elaborazione Nomisma su Bilanci Consuntivi UNIRE Come noto, nel corso del periodo di analisi, tutte le principali variabili crescono. Dopo dieci anni le corse sono aumentate del 32%, le giornate di gara del 48%, i cavalli alla partenza del 30%, il montepremi del 50%. Tuttavia gli spettatori crollano inesorabilmente portandosi a – 87%. Elemento degno di attenzione, nel corso del 2005, è stata la consistente diminuzione delle corse, ridotte, rispetto all’anno precedente del 6%. Pag. 101 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore Tabella 37 – Dati strutturali del trotto. 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Corse 11.817 12.862 13.834 14.363 13.823 15.267 15.654 15.757 16.427 16.576 15.645 Giornate di corsa 1.380 1.446 1.559 1.655 1.603 1.764 1.932 1.944 2.038 2.057 2.044 Cavalli che hanno corso 8..907 9.050 9.173 10.272 10.158 10.304 10.423 10.815 ND ND ND Cavalli alla partenza 121.968 128.724 137.814 143.208 139.496 148.750 146.855 150.136 156.699 160.064 158.502 764.530 594.455 541.334 447.386 320.050 236.366 211.869 110.313 124.856 149.028 155.901 160.685 160.523 151.197 Spettatori Montepremi (migliaia ) 1.613.652 1.468.337 1.332.433 1.032.067 100.386 124.509 161.129 124.617 Fonte: Elaborazione Nomisma su dati vari. Analizzando i dati nel loro insieme, sono stati costruiti alcuni rapporti (tabella 38). Il montepremi per corsa cresce alla fine del periodo, ma con valori nettamente al di sotto a quelli del 1997 ed in generale sul livello di quelli del 1996. Più sostenuto e altalenante è invece l’incremento del montepremi medio per cavallo alla partenza, con valori al di sopra di quelli del 1996 ed inferiori a quelli del 1997, ma con un trend pronunciato di decrescita. Simile l’andamento del montepremi per giornata. Più interessante risulta invece il dato del montepremi come percentuale del totale scommesse. Tale dato riporta, infatti, una crescita costante, come conseguenza, di un incremento più che proporzionale rispetto alla variazione delle scommesse. Unico dato stabile nel periodo di analisi è il rapporto dei cavalli alla partenza per corsa, fermo tra il 9,4 ed il 10,3. Pag. 102 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore Tabella 38 - Analisi trotto Mont/corsa (trotto) Mont/cav part.za (trotto) Mont/giornata (trotto) Mont TROTTO/scommesse TOT Cavalli partenza/corsa (trotto) TOT MONT. COME PERCENTULAE TOT SCOMM. 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 8.495,0 9.680,3 11.647,4 8.676,3 7.980,4 8.178,1 9.520,1 9.894,1 9.781,8 9.684,1 823,1 967,3 1.169,2 870,2 790,8 839,4 1.014,8 1.038,4 1.025,4 1.002,9 72.743,5 86.105,6 103.354,4 75.297,3 68.816,5 70.779,9 77.136,7 80.196,1 78.844,7 78.037,6 3,92% 3,70% 5,14% 4,61% 4,41% 4,92% 5,38% 5,59% 5,41% 5,52% 10,3 10,0 10,0 10,0 10,1 9,7 9,4 9,5 9,5 9,7 6,56% 6,24% 8,57% 7,71% 7,47% 8,36% 9,40% 9,68% 9,34% 9,36% Fonte: Elaborazione Nomisma su dati vari. Nel proseguo del lavoro, verrà prima introdotta la Francia nelle sue variabili di struttura e poi si procederà a condurre alcuni confronti per prendere spunto da quanto emerso. Vale la pena ricordare che si sta comunque parlando di modelli e di paesi differenti, e quindi il confronto, lì dove possibile, deve cercare di tenere conto delle specificità che contraddistingue ciascun Paese. 4.2 - I dati strutturali del trotto francese La Francia rappresenta oggi uno dei modelli di riferimento per il trotto mondiale. Date le similarità culturale e storiche risulta facile pensare ad esso come ad uno dei possibili benchmark cui riferirsi. Nella tabella 39 qui di seguito si riportano le principali variabili di struttura. Emerge immediatamente la stabilità dei dati del sistema del trotto francese. Alla fine del periodo di analisi, le variazioni finali nelle variabili hanno Pag. 103 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore riportato i seguenti valori: +5% nelle corse; +8% nei cavalli che hanno corso; +6% nei cavalli alla partenza; + 39% nel montepremi. Tabella 39 – Le principali variabili di struttura 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 Corse 9.978 9.963 9.987 9.979 9.980 10.109 10.102 10.236 10.424 10.504 Giornate di corsa ND ND ND ND ND ND ND ND ND ND Cavalli che hanno corso 14.046 13.720 13.589 13.425 13.415 13.542 13.632 14.076 14.628 15.243 Cavalli alla partenza 137.317 137.602 136.246 136.816 135.996 137.102 138.126 140.171 144.530 146.383 MONTEPREMI (Migliaia Euro) 142.842 143.559 148.068 149.227 151.975 157.465 168.646 182.156 188.528 199.051 SCOMMESSE TOTALI (Milioni) 5.482 5.664 5.546 5.593 5.678 6.023 6.406 6.653 7.245 7.771 Fonte: Elaborazione Nomisma su dati vari. Anche per la Francia sono stati condotte alcune analisi. Nella tabella di seguito si possono osservare innanzitutto il peso complessivo del montepremi (trotto e galoppo). Indubbiamente il dato si contraddistingue per la stabilità nonché per l’entità contenuta del range di variazione (tra 5,50 e 5,15). Questo trend, date le caratteristiche di struttura viste sopra e l’andamento in crescita delle scommesse, comporta una stabilità di fondo del sistema e soprattutto un dato medio di montepremi per corsa costantemente in aumento. Difatti, il dato medio per corsa si porta al 2004 a 18.950 euro contro i 14.316 del 1995. Per le ragioni appena ricordate, anche il dato medio per partente cresce sensibilmente e costantemente nel periodo di analisi. Pag. 104 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore Tab. 40 – Indici montepremi trotto e galoppo. Mont su Scommesse (totale) 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 5,27% 5,23% 5,50% 5,46% 5,47% 5,28% 5,35% 5,54% 5,20% 5,15% 3,32% -2,08% 0,85% 1,52% 6,08% 6,36% 3,86% 8,90% 7,26% 14.409 14.826 14.954 15.228 15.577 16.694 17.796 18.086 18.950 10.641 12.826 12.932 13.024 13.194 14.106 14.726 14.382 13.911 -0,31% -0,02% -0,65% 0,12% 0,93% 0,16% 1,50% 1,61% 0,70% Tasso variazione scommesse ad un anno (totale) Mont medio per corsa 14.316 Mont medio per partente 10.213 Tasso variazione corse ad un anno Fonte: Elaborazione Nomisma su dati vari. 4.3 Comparazione trotto Italia Francia 4.3.1 – Le corse Confrontando i dati di struttura di Francia e Italia emerge immediatamente che l’Italia dispone di un numero strutturalmente elevato di corse e di giornate (figura 39 ,40). In particolare l’Italia, a valori di partenza (1995) già sensibilmente maggiori di quelli francesi, di quasi 2.000 corse anno, ne ha aggiunti negli anni una consistente numerosità, incrementando il differenziale e portandolo, al 2004, a quasi 6.000 unità. Dal confronto sui cavalli, emerge che in Francia quelli che hanno corso sono pronunciatamene maggiori di quelli italiani. In particolare dal confronto dei trend si segnala, dopo un parziale recupero nel 1997 e 1998, un ampliamento del differenziale tra i due paesi. Sempre dal confronto si evidenzia inoltre, che in Italia il numero di cavalli risulta sostanzialmente basso rispetto al numero delle corse, determinando in tal modo, un tasso di partecipazione Pag. 105 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore particolarmente alto. Inoltre sempre dal confronto sul tasso di partecipazione, si nota come alle oscillazioni contenute del caso francese – comprese tra 9 e 10 – si contrapponga l’ampio e altalenante andamento italiano che pare stabilizzarsi su quota 14. Figura 34 – Corse trotto 17.000 16.000 15.000 14.000 13.000 12.000 11.000 10.000 9.000 1995 1996 1997 1998 1999 2000 Francia 2001 2002 2003 2004 Italia Fonte: Elaborazione Nomisma su dati vari. 4.3.2. I cavalli Figura 35 – Cavalli alla partenza 16.000 15.000 14.000 13.000 12.000 11.000 10.000 9.000 8.000 1995 1996 1997 1998 1999 Francia 2000 2001 2002 2003 2004 Italia Fonte: Elaborazione Nomisma su dati vari. Pag. 106 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore Figura 36 – Tasso partecipazione cavalli 16,00 15,00 14,00 13,00 12,00 11,00 10,00 9,00 1995 1996 1997 1998 1999 Francia 2000 2001 2002 2003 2004 Italia Fonte: Elaborazione Nomisma su dati vari. Di particolare interesse risulta il confronto sui montepremi. Come visto è ripetuto più volte il dato dell’Italia tende a stabilizzarsi su valori attorno ai 150 milioni seppur con un andamento incerto. Diversamente la Francia mostra un trend costante e di crescita con valori finali prossimi ai 200 milioni di euro. In coincidenza del picco del 1997 il montepremi del trotto risulta al di sopra di quello francese: date le caratteristiche del nostro sistema, rapidamente, negli anni successivi, l’ippica italiana si riassesta su valori di riferimento. Negli ultimi anni – dopo un buon trend di recupero – il differenziale tende ad aumentare. 4.3.3. I montepremi Nelle figure 37 e 38 i dati dei montepremi medio per cavallo. Come noto, la dinamica di assestamento demografico dei cavalli da corsa è alla pari di qualsiasi altro processo demografico “spalmato” su arco temporale di medio lungo periodo. Dunque la forte variazione a campana tra gli anni 96 e 99 va Pag. 107 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore imputata prevalentemente all’aumento – sull’aspettativa di variazione a rialzo dei proventi da scommesse – del montepremi complessivo. Figura 37 – Montepremi Trotto 210.000 190.000 170.000 150.000 130.000 110.000 90.000 1995 1996 1997 1998 1999 2000 Francia 2001 2002 2003 2004 Trotto Fonte: Elaborazione Nomisma su dati vari. Figura 38 - Montepremi per corsa e cavallo 18,0 17,0 16,0 15,0 14,0 13,0 12,0 11,0 10,0 1995 1996 1997 1998 1999 Francia 2000 2001 2002 2003 2004 Italia Fonte: Elaborazione Nomisma su dati vari. Pag. 108 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore Conseguenza diretta di tale errore è stato un rapido declino – al di sotto della linea tendenziale (quella rossa) nel 1999 e 2000. Dal confronto con il dato francese (linea blu) emerge di fatto un andamento instabile: la Francia tende con una certa continuità verso un incremento lineare del proprio rapporto, come conseguenza di una variazione misurata del numero di cavalli e del montepremi in palio. In Italia invece, gli anni successivi al 1997 paiono aver risentito di un effetto “distorsivo” causato dal valore delle scommesse del 1997, quando l’incremento complessivo del totale montepremi (quasi 38 milioni di euro in aggiunta) viene distribuito innanzitutto per giornate di corsa (aumentate dell’8%). L’effetto avuto è stato l’ingresso di un numero crescente di cavalli per coprire il fabbisogno indotto. L’anno successivo, segnato da un brusco ridimensionamento nella raccolta scommesse e del montepremi distribuito (ricondotto ai valori del 1996), non è stato seguito da un proporzionale ridimensionamento. Anzi, a copertura di quel numero maggiore di cavalli, complice l’aspettativa che il problema fosse nella raccolta e non nella più ampia dinamica della struttura dei giochi e scommesse12, il sistema ha aumentato le giornate di corse. Gli eventi del 1998, con un calo nelle scommesse di oltre 400 milioni di euro imputabili per i ¾ alla Tris, hanno fatto il resto. Nell’anno successivo, si sarebbe dovuto procedere con un rientro, riducendo così progressivamente gli onori, assumendosi i costi anche politici dell’azione. La scelta di preservare il nuovo assetto, ha innescato un percorso ciclico “vizioso” che preme pesantemente sulle entrate da scommesse. 12 Ci si riferisce al fatto che fino al 1998 il dato delle scommesse teneva perché la Tris non era stata ancora cannibalizzata dagli altri giochi rispetto a cui, il tasso di sostituzione è dato soprattutto dalla remunerazione della scommessa stessa. Pag. 109 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore Figura 39 – Montepremi per corsa 20,0 18,0 Migliaia 16,0 14,0 12,0 10,0 8,0 1995 1996 1997 1998 1999 Francia 2000 2001 2002 2003 2004 Italia Fonte: Elaborazione Nomisma su dati vari. Nella figura 39 si riporta il dato nel periodo di analisi del montepremi medio per corsa. Come noto il dato italiano è sensibilmente al di sotto di quello francese – differenza resa ancora più ampia se si considera il meccanismo di allocazione delle giornate – rispetto a cui si nota anche l’andamento altalenante. La Francia, difatti, forte di un lungo periodo di crescita delle scommesse ha incrementato in maniera constante il proprio rapporto. Nella figura successiva il dato medio per corsa è stato aggiustato per il tasso di variazione delle scommesse. L’indice che ne risulta evidenzia la “capacità di programmazione del sistema”, poiché incorpora il numero delle corse, il montepremi ed il tasso di variazione delle scommesse13. Lo stesso indice è poi confrontato con il dato del montepremi medio per corsa. 13 Utilizzato come indicatore di capacità di previsione. Pag. 110 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore Figura 40 - Montepremi Medio per corsa aggiustato al tasso di variazione delle scommesse 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 1995 1996 1998 Francia 1999 Italia 2000 2001 2002 Francia Aggiustato 2003 2004 Italia Aggiustato Fonte: Elaborazione Nomisma su dati vari. L’idea14 alla base è che il sistema si stia assestando su valori “tendenziali” rispetto alle scommesse. Poiché il dato aggiustato dipende dalle variazione delle scommesse in quell’anno, e poiché il calendario ed i montepremi vengono fatti l’anno prima sulle aspettative delle entrate, allora la differenza tra il dato medio ed il dato aggiustato esprime la capacità di previsione. In Francia il dato aggiustato riporta sistematicamente valori al di sopra, con uno scarto contenuto, rispetto a quello reale. Questo vuol dire che il sistema ha stimato bene e comunque con un approccio prudenziale l’andamento delle scommesse. Utilizzando tale indice per interpretare il dato italiano, osservando la figura e la gobba iniziale si può pensare agli eventi del 97 e 98 come shock esogeni, e quindi non prevedibili dal sistema. Infatti, i valori aggiustati risultano al di sopra di quelli reali sino al 97 per poi calare bruscamente. Questa interpretazione ci permette di considerare il fenomeno da un altro punto di 14 L’ipotesi è che le autorità non possano modificare le entrate incidendo sul prelievo. Pag. 111 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore vista: non è il valore del 98 ad essere in crisi, ma è il valore del 96 ad essere uno shock esogeno non replicabile. Vale a dire, come espresso da Pelucchi in “Dentro lo Sport”, per una serie di ragioni, connesse all’andamento e alla struttura del mercato dei giochi e delle scommesse, è la Tris a “dopare” il mercato con valori in sovra-performance rispetto al proprio trend strutturale e quindi al suo peso “reale”. Tale dato, affiancato ad un andamento di recupero delle scommesse ippiche dopo anni di sotto-performance dal lato del mercato, e all’ampliamento del numero di concessionari delegati alla raccolta, dal lato normativo, ha condotto ad un modifica del sistema, inducendo ad aspettative a rialzo delle entrate dalla raccolta, che non erano però in grado di agire sulla struttura dello stesso sistema. Dunque, il sistema italiano dell’ippica, sta assestandosi, data la situazione attuale delle variabili che lo caratterizzano, su valori di equilibrio. Al fine di una crescita di lungo periodo, gli elementi su cui agire riguardano essenzialmente: - dal lato della domanda, gli spettatori e la cultura ippica in generale - dal lato dell’offerta, la qualità dell’evento, il marketing ed una precisa definizione delle scommesse ippiche all’interno del più ampio sistema dei giochi e scommesse italiano, ed in prospettiva, comunitario. Pag. 112 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore Settembre 2005 Pag. 113 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore Notizie sull’allevamento/azienda 1. Nome azienda e/o allevamento ____________________________________________ Comune in cui è ubicato ____________________________________________ Provincia ____________________________________________ 2. Superficie complessiva dell’azienda e/o allevamento (in ettari) __________________________ 3. Cognome e nome della persona fisica o società che conduce l’azienda _________________________________________________________ 4. Professione dell’allevatore Agricoltore Professione legata al cavallo Proprietario industria e commercio Dirigente Professionista Altro (specificare) ________________________ 5. Perché ha intrapreso l’attività allevatoria? Per passione (non è la mia attività principale) Per integrare il reddito Per scelta professionale (è la mia unica attività lavorativa) Per proseguire l’attività familiare Pag. 114 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore 6. Quale tipo di attività lavorativa svolgeva prima di dedicarsi all’allevamento? Imprenditore (industriale o commerciale) Imprenditore agricolo Altre attività legate al cavallo (specificare) ___________________________________ Dirigente Professionista Impiegato Operaio Disoccupato 7. Dove è ubicata l’azienda (zona altimetrica)? Pianura Collina Montagna 8. Quanto dista l’azienda dai centri abitati? Meno di 10 Km Tra i 10 e i 20 Km Oltre i 20 Km 9. Qual è l’attività principale dell’azienda? Azienda agricola Allevamento cavalli Pag. 115 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore 10. Qual è la forma di conduzione dell’azienda? Conduzione diretta dell’imprenditore: con solo manodopera familiare con manodopera familiare prevalente con manodopera extrafamiliare prevalente (salariati avventizi) Conduzione con salariati fissi 11. I terreni facenti parte dell’azienda sono: in proprietà in affitto parte in proprietà parte in affitto (% in affitto ______) 12. Qual è la SAU (Superficie agraria utilizzata)? 13. Quale la superficie a seminativo? In ettari ______ 14. Quale la superficie occupata dall’allevamento? 15. Corpi che costituiscono l’azienda In ettari ______ In ettari ______ N. ______ Forma giuridica 16. Qual è la forma giuridica dell’azienda? Azienda individuale Comunanza o affittanza collettiva Società di persone e di capitali: semplice in nome collettivo a responsabilità limitata per azioni Pag. 116 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore Società cooperativa Contabilità 17. Le uscite e le entrate vengono sistematicamente e regolarmente registrate? SI NO Se si indicare se: a) la registrazione avviene per fini: fiscali gestionali altro b) viene redatto: un inventario un bilancio 18. L’azienda risulta iscritta a (sono possibili più risposte): registro delle imprese CCIAA ufficio entrate (apertura posizione IVA) INPS INAIL Allevamento 19. Qual è la consistenza dell’allevamento al 2005? N. fattrici ________ N. stalloni ________ N. di puledri (nati nel 2004) ________ N. di puledri (nati nel 2005) ________ 20. La sua azienda ha cavalli acquistati all’estero? SI NO Pag. 117 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore se si: N. Capi ________ 21. Dei puledri nati nel 2004 quanti: sono stati venduti ________ non sono stati venduti per mancanza di richiesta ________ avete ceduto a combinazione con allenatori o centri di allenamento avete venduto sottocosto ________ ________ rimangono di vostra proprietà nei centri di allenamento ________ 22. Per i puledri venduti indicare una classe di valore: meno di 5.000 euro, venduti N. _______ tra 5.000 e 10.000 euro, venduti N. _______ da 10.000 a 20.000 euro, venduti N. _______ da 20.000 a 30.000 euro, venduti N. _______ da 30.000 a 50.000 euro, venduti N. _______ da 50.000 a 100.000 euro, venduti N. _______ oltre 100.000 euro, venduti N. _______ 23. I cavalli di sua proprietà sono a pensione presso altri allevamenti? SI NO Se si, indicare la motivazione ___________________________________________________________________________ Occupati 24. Composizione ed attività professionale dei componenti la famiglia, impegnati in azienda Numero di componenti la famiglia Parentela Rispetto al conduttore Conduttore Moglie/marito Tempo dedicato all’attività in azienda: 100% circa 50% circa < 50% Attività fuori azienda agricola Stagionale o casuale Regolare Settore in cui si svolge l’attività extraziendale Pag. 118 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore Figlio 1 Figlio 2 Figlio 3 … … 25. Altra manodopera aziendale Dipendenti fissi Maschi N. _______ Femmine N. _______ Dipendenti avventizi Maschi N. _______, per un totale di _______ giornate di lavoro annue Femmine N. _______, per un totale di _______ giornate di lavoro annue Investimenti 26. Ha effettuato investimenti nell’azienda negli ultimi 5 anni? SI NO Se sì, dove erano diretti? Terreni Box Paddok Strutture da doma Servizi e stazioni di monta Attrezzature informatiche Altro (specificare) _________________________________________________ 27. Qual è stato l’ammontare degli investimenti (in euro)? Fino a 20.000 Da 20.000 a 50.000 Da 50.000 a 100.000 Da 100.000 a 250.000 Pag. 119 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore Da 250.0000 a 500.000 Oltre 500.000 28. Qual è stato l’ammontare degli investimenti in: fattrici ___________________ stalloni ___________________ 29. Quali tipologie di investimento del processo produttivo ha fatto negli ultimi anni 5 anni? Sostituzione Ampliamento Innovazione (migliorare la qualità dei prodotti; migliorare la qualità delle strutture; migliorare le condizioni di igiene e benessere dei cavalli) Altro (specificare) _________________________________________________ 30. Prevede di ammortizzare il capitale investito? SI NO 31. Prevede investimenti nei prossimi 5 anni? SI NO Forse (indicare la motivazione) ________________________________________ 32. Se Sì, in quale misura rispetto ai 5 anni appena trascorsi? Uguale Minore Superiore 33. Gli investimenti effettuati sono stati cofinanziati con fondi pubblici? Pag. 120 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore SI NO 34. Se si, qual è stata la percentuale di fondi pubblici? ____________ 35. Ha chiesto finanziamenti bancari per investimenti? Mutui Credito agevolato Leasing 36. In zona sono presenti stazioni di monta? SI NO 37. Quali sono le tecniche di monta utilizzate dal suo allevamento? Monta naturale Inseminazione artificiale: seme fresco seme congelato Transfer di embrioni 38. Quali sono i fondamenti di un buon allevamento (voto da 1 a 5 in ordine di importanza)? Miglioramento genetico ____________ Alimentazione ____________ Adeguate condizioni delle strutture ____________ Vigilanza veterinaria ____________ Personale addetto ____________ Altro ____________ Pag. 121 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore 39. Quali sono le previsioni in merito al futuro della sua attività? Ottime Buone Stazionarie Pessime 40. Qual è il costo medio annuale del suo allevamento (in euro)? _________________________________________ 41. Qual è l’incidenza (in percentuale) sul costo medio annuale delle seguenti voci di spesa? Vigilanza veterinaria _______% Medicinali _______% Foraggi (fieno e paglia) _______% Mangimi in formula _______% Fornitura di strutture _______% Stallonieri per inseminazione e/o monta _______% Lavoro dipendente _______% Altro (utenze, affitto terreni, carburanti ecc.) _______% Totale 100 % Informativa sul trattamento dei dati personali- Art. 13 D.Lgs 196/2003 ! ! # & " $ ' " ! & % " " * # $+ ' ! " ## " & ( " " " ' " " "" " ) " " , Pag. 122 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore APPENDICE STATISTICA Pag. 123 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore Appendice statistica. Qui di seguito vengono riportate le tabelle relative alle domande del questionario presentato agli allevatori. Nelle tabelle verranno indicate le scelte possibili che la domanda pone, per ognuna di esse la relativa frequenza e il totale delle unità che hanno risposto. 2. Superficie complessiva dell’azienda e/o allevamento (in ettari) Superficie in ettari 0 1- 4 5-10 11-20 21 e + Totale n° aziende 9 117 74 73 99 372 % 2,4 31,5 19,9 19,6 26,6 100,0 % cumulativa 2,4 33,9 53,8 73,4 100,0 n° aziende 148 38 66 18 51 77 398 % 37,2 9,5 16,6 4,5 12,8 19,3 100,0 % cumulativa 37,2 46,7 63,3 67,8 80,7 100,0 n° aziende % 9,1 22,1 9,1 13,0 3,9 27,3 1,3 3,9 6,5 3,9 100,0 % cumulativa 9,1 31,2 40,3 53,2 57,1 84,4 85,7 89,6 96,1 100,0 4. Professione dell’allevatore Professione dell'allevatore Agricoltore Professione legata al cavallo Proprietario industria e commercio Dirigente Professionista Altro Totale 4a. Altra professione Operaio Impiegato Commerciante Artigiano Imprenditore Pensionato Agricoltore Studente Professionista Disoccupato Totale 7 17 7 10 3 21 1 3 5 3 77 Pag. 124 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore 5. Perché ha intrapreso l’attività allevatoria? Perché ha intrapreso l'attività allevatoria ? Per passione (non e la mia attivita Per integrare il reddito Per scelta professionale (e la mia un Per proseguire l attivita familiare Totale n° aziende 270 21 65 41 397 % 68,0 5,3 16,4 10,3 100,0 % cumulativa 68,0 73,3 89,7 100,0 6. Quale tipo di attività lavorativa svolgeva prima di dedicarsi all’allevamento? Attività lavorativa svolta prima dell'allevamento Imprenditore Agricolo Imprenditore Industriale Dirigente Professionista Impiegato Operaio Disoccupato Altre attività legate al cavallo Totale n° aziende 112 101 18 55 32 17 17 29 381 % 29,4 26,5 4,7 14,4 8,4 4,5 4,5 7,6 100,0 % cumulativa 29,4 55,9 60,6 75,1 83,5 87,9 92,4 100,0 n° aziende 7 2 1 2 3 1 2 4 3 25 % 28,0 8,0 4,0 8,0 12,0 4,0 8,0 16,0 12,0 100,0 % cumulativa 28,0 36,0 40,0 48,0 60,0 64,0 72,0 88,0 100,0 n° aziende 280 96 11 387 % 72,4 24,8 2,8 100,0 % cumulativa 72,4 97,2 100,0 6a. Altre attività legate al cavallo allenatore guidatore artiere commerciante guidatore gentleman lavorava in un centro ippico maniscalco medico veterinario studente trasportatore Totale 7. Dove è ubicata l’azienda (zona altimetrica)? Ubicazione azienda Pianura Collina Montagna Totale Pag. 125 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore 8. Quanto dista l’azienda dai centri abitati? Distanza dai centri abitati Meno di 10 Km Tra i 10 e i 20 Km Oltre i 20 Km Totale n° aziende 356 22 5 383 % 93,0 5,7 1,3 100,0 % cumulativa 93,0 98,7 100,0 n° aziende 127 257 384 % 33,1 66,9 100,0 % cumulativa 33,1 100,0 n° aziende 331 50 381 % 86,9 13,1 100,0 % cumulativa 86,9 100,0 n° aziende 167 64 62 293 % 57,0 21,8 21,2 100,0 % cumulativa 57,0 78,8 100,0 n° aziende 231 63 85 379 % 60,9 16,6 22,4 100,0 % cumulativa 60,9 77,6 100,0 n° aziende 17 16 31 12 76 % 22,4 21,1 40,8 15,8 100,0 % cumulativa 22,4 43,4 84,2 100,0 9. Qual è l’attività principale dell’azienda? Attività principale dell'azienda Azienda agricola Allevamento cavalli Totale 10. Qual è la forma di conduzione dell’azienda? Forma di conduzione dell'azienda Conduzione diretta dell imprenditore Conduzione con salariati fissi Totale 10a. Tipo di conduzione diretta con solo manodopera familiare con manodopera familiare prevalente con manodopera extrafamiliare prevalen Totale 11. I terreni facenti parte dell’azienda sono: Natura giuridica del terreno in proprieta in affitto parte in proprieta parte in affitto Totale 11a. Percentuale terreno in affitto 0 - 20% 20% - 40% 40% - 60% > del 60% Totale Pag. 126 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore 12. Qual è la SAU (Superficie agraria utilizzata)? Superficie agraria utilizzata (ettari) 0 1-4 5 - 10 11 - 20 > di 20 Totale n° aziende 39 99 66 61 85 350 % 11,1 28,3 18,9 17,4 24,3 100,0 % cumulativa 11,1 39,4 58,3 75,7 100,0 n° aziende 107 92 70 33 50 352 % 30,4 26,1 19,9 9,4 14,2 100,0 % cumulativa 30,4 56,5 76,4 85,8 100,0 n° aziende 14 188 92 41 35 370 % 3,8 50,8 24,9 11,1 9,5 100,0 % cumulativa 3,8 54,6 79,5 90,5 100,0 n° aziende 38 98 76 64 23 18 27 344 % 11,0 28,5 22,1 18,6 6,7 5,2 7,8 100,0 % cumulativa 11,0 39,5 61,6 80,2 86,9 92,2 100,0 n° aziende 252 3 125 380 % 66,3 0,8 32,9 100,0 % cumulativa 66,3 67,1 100,0 13. Quale la superficie a seminativo? Superficie a seminativo (ettari) 0 1-4 5 - 10 11 - 20 > di 20 Totale 14. Quale la superficie occupata dall’allevamento? Superficie occupata dall'allevamento (ettari) 0 1-4 5 - 10 11 - 20 > di 20 Totale 15. Corpi che costituiscono l’azienda Corpi che costituiscono l'azienda 0 1 2 3 4 5 > di 5 Totale 16. Qual è la forma giuridica dell’azienda? Forma giuridica dell'azienda Azienda individuale Comunanza o affittanza collettiva Societa di persone e di capitali Totale Pag. 127 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore 16a. Tipo di società semplice in nome collettivo a responsabilita limitata per azioni Totale n° aziende 67 19 34 1 121 % 55,4 15,7 28,1 0,8 100,0 % cumulativa 55,4 71,1 99,2 100,0 17. Le uscite e le entrate vengono sistematicamente e regolarmente registrate? Registrazione uscite Si No Totale n° aziende 300 85 385 % 77,9 22,1 100,0 % cumulativa 77,9 100,0 n° aziende 247 46 5 298 % 82,9 15,4 1,7 100,0 % cumulativa 82,9 98,3 100,0 n° aziende 61 126 187 % 32,6 67,4 100,0 % cumulativa 32,6 100,0 17a.La registrazione avviene per fini: Fini della registrazione fiscali gestionali altro Totale 17b.Viene redatto: Documento redatto Un inventario un bilancio Totale 18. L’azienda risulta iscritta a (sono possibili più risposte): L'azienda è iscritta a registro delle imprese CCIAA ufficio entrate (apertura posizione IV INPS INAIL Totale n° aziende 243 56 13 3 315 % 77,1 17,8 4,1 1,0 100,0 % cumulativa 77,1 94,9 99,0 100,0 % 0,5 56,7 23,7 13,4 5,8 100,0 % cumulativa 0,5 57,2 80,9 94,2 100,0 19. Qual è la consistenza dell’allevamento al 2005? N° fattrici 0 1-4 5-9 10 - 20 > di 20 Totale n° aziende 2 225 94 53 23 397 Pag. 128 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore 19b. N° stalloni 0 1-4 5-9 10 - 20 > di 20 Totale n° aziende 345 48 3 1 0 397 % % cumulativa 86,9 86,9 12,1 99,0 0,8 99,7 0,3 100,0 0,0 / 100,0 n° aziende 11 288 64 28 6 397 % 2,8 72,5 16,1 7,1 1,5 100,0 % cumulativa 2,8 75,3 91,4 98,5 100,0 n° aziende 44 239 71 37 6 397 % 11,1 60,2 17,9 9,3 1,5 100,0 % cumulativa 11,1 71,3 89,2 98,5 100,0 n° aziende 51 342 393 % 13,0 87,0 100,0 % cumulativa 13,0 100,0 n° aziende 20 8 4 3 5 8 48 % 41,7 16,7 8,3 6,3 10,4 16,7 100,0 % cumulativa 41,7 58,3 66,7 72,9 83,3 100,0 19c. N° puledri nati nel 2004 0 1- 4 5- 9 10 - 20 > di 20 Totale 19d. N° puledri nati nel 2005 0 1- 4 5- 9 10 - 20 > di 20 Totale 20. La sua azienda ha cavalli acquistati all’estero? Cavalli acquistati all'estero Si No Totale 20a. Capi acquistati all'estero 1 2 3 4 5 > di 5 Total Pag. 129 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore 21. Dei puledri nati nel 2004 quanti: Puledri venduti nel 2004 0 1- 4 5- 9 10 - 20 > di 20 Totale n° aziende 158 175 42 12 4 391 % 40,4 44,8 10,7 3,1 1,0 100,0 % cumulativa 40,4 85,2 95,9 99,0 100,0 n° aziende 48 11 7 8 4 5 83 % 57,8 13,3 8,4 9,6 4,8 6,0 100,0 % cumulativa 57,8 71,1 79,5 89,2 94,0 100,0 n° aziende 30 10 3 3 46 % 65,2 21,7 6,5 6,5 100,0 % cumulativa 65,2 87,0 93,5 100,0 n° aziende 38 19 7 4 6 8 82 % 46,3 23,2 8,5 4,9 7,3 9,8 100,0 % cumulativa 46,3 69,5 78,0 82,9 90,2 100,0 n° aziende 76 32 20 12 5 19 164 % 46,3 19,5 12,2 7,3 3,0 11,6 100,0 % cumulativa 46,3 65,9 78,0 85,4 88,4 100,0 21b. Puledri non venduti nel 2004 1 2 3 4 5 > di 5 Totale 21c. Puledri ceduti a combinazione 1 2 3 4o+ Totale 21d. Puledri venduti a sottocosto 1 2 3 4 5 > di 5 Totale 21e. Puledri rimasti in proprietà 1 2 3 4 5 > di 5 Totale Pag. 130 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore 22. Per i puledri venduti indicare una classe di valore Classe di valore dei puledri venduti < di 5000 5000 - 10000 10000 - 20000 20000 -30000 30000 - 50000 50000 - 100000 > di 100000 Totale n° puledri 351 249 184 80 16 6 2 888 % 39,5 28,0 20,7 9,0 1,8 0,7 0,2 100,0 % cumulativa 39,5 67,6 88,3 97,3 99,1 99,8 100,0 23. I cavalli di sua proprietà sono a pensione presso altri allevamenti? Pensione presso altri allevamenti Si No Totale n° aziende 63 327 390 % 16,2 83,8 100,0 % cumulativa 16,2 100,0 n° aziende 15 19 14 48 % 31,3 39,6 29,2 100,0 % cumulativa 31,3 70,8 100,0 23a. Se si, indicare la motivazione Motivazione Allenamento e addestramento Mancanza di terreni Motivi Gestionali Totale 24. Composizione ed attività professionale dei componenti N° componenti famiglia 1 2 3 4 5 Totale n° aziende 227 93 39 20 4 383 % 59,3 24,3 10,2 5,2 1,0 100,0 % cumulativa 59,3 83,6 93,7 99,0 100,0 24. Composizione ed attività professionale dei componenti N° componenti famiglia 1 2 3 4 5 Totale n° component i 227 186 117 80 20 630 % 36,0 29,5 18,6 12,7 3,2 100,0 % cumulativa 36,0 65,6 84,1 96,8 100,0 Pag. 131 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore 24a. Tempo dedicato all attivita in azienda 100% circa 50% circa < 50% Totale n° aziende 200 67 78 345 % 58,0 19,4 22,6 100,0 % cumulativa 58,0 77,4 100,0 n° aziende 7 110 117 % 6,0 94,0 100,0 % cumulativa 6,0 100,0 n° aziende 26 19 37 2 4 88 % 29,5 21,6 42,0 2,3 4,5 100,0 % cumulativa 29,5 51,1 93,2 95,5 100,0 n° aziende 103 35 18 156 % 66,0 22,4 11,5 100,0 % cumulativa 66,0 88,5 100,0 n° aziende 71 36 44 151 % 47,0 23,8 29,1 100,0 % cumulativa 47,0 70,9 100,0 n° aziende % 5,5 94,5 100,0 % cumulativa 5,5 100,0 24b. Attivita fuori azienda agricola Stagionale o casuale Regolare Totale 24c. Settore attività Industria Commercio Servizi Turismo Agricoltura Totale 24d. Parentela col conduttore Coniuge Figlio Altro Totale 24e. Tempo dedicato all attivita in azienda 100% circa 50% circa < 50% Totale 24f. Attivita fuori azienda agricola Stagionale o casuale Regolare Totale 3 52 55 Pag. 132 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore 24g. Settore attività Industria Commercio Servizi Turismo Agricoltura Totale 25. Altra manodopera aziendale Dipendenti fissi Maschi Femmine Totale n° aziende 10 4 26 1 4 45 % 22,2 8,9 57,8 2,2 8,9 100,0 % cumulativa 22,2 31,1 88,9 91,1 100,0 n° dipendenti 217 27 244 % 88,9 11,1 100,0 % cumulativa 88,9 100,0 n° aziende 277 41 32 3 8 3 5 369 % 75,1 11,1 8,7 0,8 2,2 0,8 1,4 100,0 % cumulativa 75,1 86,2 94,9 95,7 97,8 98,6 100,0 n° aziende 346 19 1 2 368 % 94,0 5,2 0,3 0,5 100,0 % cumulativa 94,0 99,2 99,5 100,0 n° dipendenti 131 37 168 % 78,0 22,0 100,0 % cumulativa 78,0 100,0 25a. Dipendenti fissi maschi 0 1 2 3 4 5 > di 5 Totale 25b. Dipendenti fissi femmine 0 1 2 3 Totale 25c. Dipendenti avventizi Maschi Femmine Totale Pag. 133 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore 25d. Dipendenti avventizi maschi 0 1 2 3 > di 3 Totale n° aziende 296 51 13 4 4 368 % 80,4 13,9 3,5 1,1 1,1 100,0 % cumulativa 80,4 94,3 97,8 98,9 100,0 n° aziende 352 12 2 2 368 % 95,7 3,3 0,5 0,5 100,0 % cumulativa 95,7 98,9 99,5 100,0 n° aziende 27 20 9 9 65 % 41,5 30,8 13,8 13,8 100,0 % cumulativa 41,5 72,3 86,2 100,0 n° aziende % 46,7 46,7 6,7 100,0 % cumulativa 46,7 93,3 100,0 25e. Dipendenti avventizi femmine 0 1 2 > di 2 Totale 25f. Giornate di lavoro annue (maschi) 100 200 300 > di 300 Totale 25g. Giornate di lavoro annue (femmine) 100 200 > di 200 Totale 7 7 1 15 26. Ha effettuato investimenti nell’azienda negli ultimi 5 anni? Investimenti negli ultimi 5 anni Si No Totale n° aziende 337 50 387 % 87,1 12,9 100,0 % cumulativa 87,1 100,0 Pag. 134 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore 26a. Se sì, dove erano diretti? Direzione degli investimenti Terreni Box Paddok Strutture da doma Servizi e stazioni di monta Attrezzature informatiche Altro Totale n° aziende 128 201 242 41 45 57 77 791 % 16,2 25,4 30,6 5,2 5,7 7,2 9,7 100,0 % cumulativa 16,2 41,6 72,2 77,4 83,1 90,3 100,0 n° aziende 30 20 27 77 % 39,0 26,0 35,1 100,0 % cumulativa 39,0 64,9 100,0 % 33,3 23,9 15,7 14,8 6,3 6,0 100,0 % cumulativa 33,3 57,2 73,0 87,7 94,0 100,0 26b. Altri investimenti Acquisto Cavalli / Fattrici / Stalloni Acquisto macchine, trattori e attrezzature agricole Ristrutturazione abitazioni e fabbricati Totale 27. Qual è stato l’ammontare degli investimenti (in euro)? Ammontare degli investimenti (euro) Fino a 20.000 Da 20.000 a 50.000 Da 50.000 a 100.000 Da 100.000 a 250.000 Da 250.0000 a 500.000 Oltre 500.000 Totale n° aziende 106 76 50 47 20 19 318 28. Qual è stato l’ammontare degli investimenti in fattrici ? Investimenti in fattrici (euro) 0 1 - 5000 5001 - 10000 10000 - 20000 20000 - 50000 50000 - 100000 100000 - 250000 > di 250000 Totale n° aziende 86 42 38 54 52 25 11 5 313 % 27,5 13,4 12,1 17,3 16,6 8,0 3,5 1,6 100,0 % cumulativa 27,5 40,9 53,0 70,3 86,9 94,9 98,4 100,0 Pag. 135 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore 28a. Qual è stato l’ammontare degli investimenti in stalloni ? Investimenti in stalloni (euro) 0 1 - 5000 5001 - 10000 10000 - 20000 20000 - 50000 50000 - 100000 100000 - 250000 > di 250000 Totale n° aziende 248 11 10 17 14 5 1 3 309 % 80,3 3,6 3,2 5,5 4,5 1,6 0,3 1,0 100,0 % cumulativa 80,3 83,8 87,1 92,6 97,1 98,7 99,0 100,0 29. Quali tipologie di investimento del processo produttivo ha fatto negli ultimi 5 anni? Investimenti nel processo produttivo Sostituzione Ampliamento Innovazione Altro Totale n° aziende 79 118 243 17 457 % 17,3 25,8 53,2 3,7 100,0 % cumulativa 17,3 43,1 96,3 100,0 % 60,9 39,1 100,0 % cumulativa 60,9 100,0 n° aziende 191 109 78 378 % 50,5 28,8 20,6 100,0 % cumulativa 50,5 79,4 100,0 n° aziende 46 7 10 63 % 73,0 11,1 15,9 100,0 % cumulativa 73,0 84,1 100,0 30. Prevede di ammortizzare il capitale investito? Previsione di ammortamento capitale investito Si No Totale n° aziende 193 124 317 31. Prevede investimenti nei prossimi 5 anni? Previsione di investimenti nei prossimi 5 anni Si No Forse Totale 31. bis Motivazione del forse evoluzione settore mercato / andamento ippica migliorare qualità fattrici ampliamento allevamento / acquisto fattrici Totale Pag. 136 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore 32. Se Sì, in quale misura rispetto ai 5 anni appena trascorsi? Misura degli investimenti previsti Uguale Minore Superiore Totale n° aziende 73 48 66 187 % 39,0 25,7 35,3 100,0 % cumulativa 39,0 64,7 100,0 33.Gli investimenti effettuati sono stati cofinanziati con fondi pubblici? Finanziamento da fondi pubblici Si No Totale n° aziende 27 295 322 % 8,4 91,6 100,0 % cumulativa 8,4 100,0 % 44,0 40,0 16,0 100,0 % cumulativa 44,0 84,0 100,0 n° aziende 61 45 10 163 279 % 21,9 16,1 3,6 58,4 100,0 % cumulativa 21,9 38,0 41,6 100,0 n° aziende 236 143 379 % 62,3 37,7 100,0 % cumulativa 62,3 100,0 34. Se si, qual è stata la percentuale di fondi pubblici Percentuale del fondo pubblico fino al 25% dal 25% al 50% > del 50% Totale n° aziende 11 10 4 25 35. Ha chiesto finanziamenti bancari per investimenti? Finanziamenti bancari per investimenti Mutui Credito agevolato Leasing No Totale 36. In zona sono presenti stazioni di monta? Stazioni di monta presenti in zona Si No Totale 37. Quali sono le tecniche di monta utilizzate dal suo allevamento Tecniche di monta utilizzate Monta naturale Inseminazione artificiale Transfer di embrioni Totale n° aziende 68 350 11 429 % 15,9 81,6 2,6 100,0 % cumulativa 15,9 97,4 100,0 Pag. 137 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore 37a.Inseminazione artificiale Tipo di seme utilizzato seme fresco seme congelato Totale n° aziende 315 207 522 % 60,3 39,7 100,0 % cumulativa 60,3 100,0 n° aziende 31 16 44 47 241 379 % 8,2 4,2 11,6 12,4 63,6 100,0 % cumulativa 8,2 12,4 24,0 36,4 100,0 n° aziende 16 26 30 78 228 378 % 4,2 6,9 7,9 20,6 60,3 100,0 % cumulativa 4,2 11,1 19,0 39,7 100,0 n° aziende 37 21 85 85 143 371 % 10,0 5,7 22,9 22,9 38,5 100,0 % cumulativa 10,0 15,6 38,5 61,5 100,0 38. Quali sono i fondamenti di un buon allevamento (voto da 1 a 5 in ordine di importanza)? Fondamenti di un buon allevamento Miglioramento genetico Alimentazione Adeguate condizioni delle strutture Vigilanza veterinaria Personale addetto Altro voto (1-5) 4,2 4,3 3,7 3,4 3,8 4,2 38a. Miglioramento genetico 1 2 3 4 5 Totale 38b. Alimentazione 1 2 3 4 5 Totale 38c. Adeguate condizioni delle strutture 1 2 3 4 5 Totale Pag. 138 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore 38d. Vigilanza veterinaria 1 2 3 4 5 Totale n° aziende 57 43 93 62 113 368 % 15,5 11,7 25,3 16,8 30,7 100,0 % cumulativa 15,5 27,2 52,4 69,3 100,0 n° aziende 35 28 65 70 154 352 % 9,9 8,0 18,5 19,9 43,8 100,0 % cumulativa 9,9 17,9 36,4 56,3 100,0 n° aziende % 3,2 6,5 19,4 6,5 64,5 100,0 % cumulativa 3,2 9,7 29,0 35,5 100,0 38e. Personale addetto 1 2 3 4 5 Totale 38f. Altro 1 2 3 4 5 Totale 1 2 6 2 20 31 39. Quali sono le previsioni in merito al futuro della sua attività? Previsioni future dell'attività Ottime Buone Stazionarie Pessime Totale n° aziende 24 142 172 53 391 % 6,1 36,3 44,0 13,6 100,0 % cumulativa 6,1 42,5 86,4 100,0 40. Qual è il costo medio annuale del suo allevamento (in euro)? Costo medio annuale dell'allevamento (euro) 0 - 9000 10000 - 19000 20000 - 34000 35000 - 49000 50000 - 99000 100000 - 249000 > di 250000 Totale n° aziende 48 77 88 34 60 48 18 373 % 12,9 20,6 23,6 9,1 16,1 12,9 4,8 100,0 % cumulativa 12,9 33,5 57,1 66,2 82,3 95,2 100,0 Pag. 139 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore 41. Qual è l’incidenza (in percentuale) sul costo medio annuale delle seguenti voci di spesa? Incidenza sul costo medio annuale Vigilanza veterinaria Medicinali Foraggi Mangimi Fornitura strutture Stallonieri per inseminazione / monta Lavoro dipendente Altro Totale % 7,4 5,2 18,0 14,7 4,8 32,5 7,9 9,4 100,0 41a. Vigilanza veterinaria 0 - 5% 5% - 10% 10% - 20% > del 20% Totale n° aziende 87 133 136 16 372 % 23,4 35,8 36,6 4,3 100,0 % cumulativa 23,4 59,1 95,7 100,0 n° aziende 153 146 63 9 371 % 41,2 39,4 17,0 2,4 100,0 % cumulativa 41,2 80,6 97,6 100,0 n° aziende 36 32 136 166 370 % 9,7 8,6 36,8 44,9 100,0 % cumulativa 9,7 18,4 55,1 100,0 n° aziende 50 47 144 129 370 % 13,5 12,7 38,9 34,9 100,0 % cumulativa 13,5 26,2 65,1 100,0 41b. Medicinali 0 - 5% 5% - 10% 10% - 20% > del 20% Totale 41c. Foraggi 0 - 5% 5% - 10% 10% - 20% > del 20% Totale 41d. Mangimi 0 - 5% 5% - 10% 10% - 20% > del 20% Totale Pag. 140 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore 41e. Fornitura strutture 0 - 5% 5% - 10% 10% - 20% > del 20% Totale n° aziende 225 67 54 24 370 % 60,8 18,1 14,6 6,5 100,0 % cumulativa 60,8 78,9 93,5 100,0 n° aziende 42 15 43 273 373 % 11,3 4,0 11,5 73,2 100,0 % cumulativa 11,3 15,3 26,8 100,0 n° aziende 222 27 47 74 370 % 60,0 7,3 12,7 20,0 100,0 % cumulativa 60,0 67,3 80,0 100,0 Altro 0 - 5% 5% - 10% 10% - 20% > del 20% Totale n° aziende 155 82 82 51 370 % 41,9 22,2 22,2 13,8 100,0 % cumulativa 41,9 64,1 86,2 100,0 Zona geografica (regioni) Basilicata Campania Emilia-Romagna Friuli-Venezia Giulia Lazio Liguria Lombardia Marche Piemonte Puglia Sicilia Toscana Umbria n° aziende % 0,3 6,1 19,7 4,3 7,6 0,8 13,6 3,5 5,3 4,0 4,5 12,6 1,5 % cumulativa 0,3 6,3 26,0 30,3 37,9 38,6 52,3 55,8 61,1 65,2 69,7 82,3 83,8 41f. Stallonieri per inseminazione / monta 0 - 5% 5% - 10% 10% - 20% > del 20% Totale 41g. Lavoro dipendente 0 - 5% 5% - 10% 10% - 20% > del 20% Totale 41h. 1 24 78 17 30 3 54 14 21 16 18 50 6 Pag. 141 Questionario d’indagine sugli allevamenti del cavallo trottatore Valle d'Aosta Veneto Totale Zona geografica Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud Isole Totale 2 62 396 0,5 15,7 100,0 84,3 100,0 n° aziende 80 157 100 41 18 396 % 20,2 39,6 25,3 10,4 4,5 100,0 % cumulativa 20,2 59,8 85,1 95,5 100,0 Pag. 142