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pozzo n.8
SENTIERO
GEOLOGICO
“A. STOPPANI”
Valle dei Laghi
Il fascino della storia, la quiete della natura
SENTIERO
GEOLOGICO
“A. STOPPANI”
Lunghezza: m 3.550
Dislivello massimo: m 230
Tempi di percorrenza: h 1.30 -2,00
Tipo di pavimentazione: sterrato, erboso, selciato
Incroci con sentieri segnati: S.A.T. n.618 per Lagolo
Varianti possibili: a sud proseguendo per Padergnone e Calavino
Scala planimetrica 1 : 10.000 - Scala altezze 1: 20.000 - Scala distanze 1 : 40.000
500
400
300
200
100
0.00
3.550
“CASINO di BERSAGLIO” austroungarico
ELABORAZIONE DEL MUSEO
TRIDENTINO DI SCIENZE NATURALI
SENTIERO GEOLOGICO “A. STOPPANI”
Il Sentiero glaciale di Vezzano è stato chiamato "Sentiero Stoppani" in onore dello
scienziato naturalista lombardo, abate Antonio Stoppani (Lecco 1824 - Milano 1891),
che per primo si occupò dei fenomeni glaciali della zona di Vezzano, segnalando e
descrivendo i loro effetti morfologici presentandoli nel suo libro "Il Bel Paese".
“Farebbe cosa assai lodevole chi si accingesse
a sgomberare quel pozzo dal terreno mobile che lo riempie,
per vedere a quale profondità veramente discende,
rendendo in pari tempo visibile nella sua integrità
uno dei monumenti più curiosi
dell’invasione degli antichi ghiacciai…
Certamente si troverebbe ancora sul fondo
i ciottoli e i massi glaciali che hanno servito di trapano,
e il paese di Vezzano avrebbe una meraviglia
meritevole di essere visitata dai forestieri.”
(Antonio Stoppani, 1881, “L’era Neozoica in Italia”)
Sentiero Stoppani
Chiesa SS. Vigilio e Valentino (part.)
Meridiana
Il "Sentiero Stoppani" si estende sulle falde
inferiori del versante nord -occidentale del
Monte Bondone, verso la Valle dei Laghi, in corrispondenza dell'abitato di Vezzano. Si colloca
in un piacevole ambiente naturale costituito da
bosco ceduo e di pino nero; la quota media si
aggira sui 450 m. s.l.m.
Nella zona, fino ad una quota di circa 400 - 500
m. dal fondo della valle sono evidenti le tracce
delle azioni erosive e di deposito verificatesi
durante l'ultima glaciazione: rocce lisciate, montonate, striate e depositi morenici. Sono inoltre
molto evidenti e diffusi i fenomeni carsici, impostatisi sulle rocce calcaree del Giurassico inferiore e medio.
Le tracce del carsismo superficiale sono riscontrabili su tutti gli affioramenti rocciosi sotto forma di
solchi, pozzetti e piccoli campi carreggiati.
Il "sentiero A. Stoppani" si inserisce nel più
ampio panorama geologico - ambientale che è
la Valle dei Laghi. Questa valle denominata così
per i numerosi laghi che caratterizzano la zona,
si sviluppa con andamento NE - SO dalla soglia
di Terlago, alle pendici della Paganella, fino al
bacino del lago di Garda.
Testimonianza di eventi remotissimi che portarono alla formazione delle nostre valli (circa
35˙000 anni fa), i pozzi glaciali sono buche di
varie dimensioni aventi la forma di marmitte
scavate nella roccia.
Fra il Gruppo Gazza - Paganella e Bondone
scendeva verso il Garda il più grande ghiacciaio
delle Alpi orientali, quello dell’Adige. Durante la
fase massima della glaciazione, oltre 35˙000
anni fa, l’altezza del ghiacciaio nella Valle dei
SENTIERO GEOLOGICO “A. STOPPANI”
Laghi era di circa 900 m. Probabilmente la linea dei pozzi (fra 450 e 480 m.) coincideva con la linea di fondo valle. La velocità di fluenza del ghiaccio incanalato tra le pareti della valle subiva un’accelerazione, la sua massa abbassandosi, generava delle spaccature che raggiungevano il letto del solco vallivo.
Queste fratture costituivano in tal modo un incanalamento percorso verticalmente dalle
acque di disgelo superficiale del ghiaccio, l'azione di trapanazione della roccia sottostante diveniva ancora più attiva con la caduta di massi rocciosi sulla superficie della
fluenza glaciale che messi in movimento in modo elicale dalla forza motrice della cascata, venivano coinvolti nell'azione di abrasione che lentamente stava creando le cavità
verticali.
Tale azione si ripeteva di norma sempre nello stesso punto, perché i crepacci continuavano a formarsi in posizioni fisse, determinate dall'andamento della valle che, con curve
o gibbosità costringevano il ghiaccio a fermarsi costantemente nel medesimo posto.
Quindi la pressione esercitata dal ghiacciaio e dall'azione erosiva del corso d'acqua di
base che trasportava elementi solidi (sabbia, ghiaia, ciottoli), entrando con movimento
rotatorio nelle fessure prodottesi nella roccia in cedimento, diede origine alle cavità che
oggi possiamo ammirare.
Cessata la presenza glaciale, con il clima mite, le cavità sono riconsegnate alla forza di
trasformazione dell'ambiente che lentamente le riempie di materiale, ne demolisce la
forma originaria e le ricopre di vegetazione.
POZZO n.1 (in formazione)
SALITA al POZZO n.4
SENTIERO GEOLOGICO “A. STOPPANI”
Queste cavità costituirono, in epoca preistorica (età del bronzo), sede di insediamenti
umani, come testimoniano alcuni ritrovamenti (ossa umane e di animale, cocci e ceneri) avuti durante le fasi di svuotamento e ripulitura dei pozzi.
schema inizio erosione
schema erosione avanzata
oggi
Dopo la segnalazione dello Stoppani, dal 1878 ad oggi, fu cura della SAT, del Museo
Tridentino di Scienze Naturali, dell’Agenzia del lavoro, del Comune di Vezzano e del
Servizio Foreste della PAT mettere a nudo questi fenomeni glaciali e rivalorizzare quest’area.
Nel 1965 venne infatti istituito il Parco Glaciologico e il Sentiero “Antonio Stoppani”.
Oggi, nella nuova progettazione, il percorso è stato strutturato in modo da mettere in
risalto non solo gli aspetti prettamente geomorfologici, come i pozzi glaciali o il carsismo, evidenti lungo tutto il percorso, ma anche altri aspetti naturalistici, come la vegetazione, ed altri invece più legati alla storia e alla cultura dell’area.
Tracce della storia locale sono evidenti lungo il percorso: i resti del poligono di tiro della
compagnia dei Bersaglieri Tirolese volontari di Vezzano e l’antico santuario cristiano
di S. Valentino, situato nella piana sottostante il sentiero.
I pannelli illustrativi lungo tutto il percorso forniscono quindi informazioni multidisciplinari: geologiche, naturalistiche, storiche ed archeologiche.
VISITA AI POZZI: ITINERARIO
L'itinerario inizia nel paese di Vezzano; pochi metri a sud della Caserma dei Carabinieri
in via Roma si imbocca via Stoppani fino al campo da tennis.
Da qui il sentiero si divide in due rami, Nord e Sud, opportunamente segnalati, che
misurano complessivamente 3,5 Km: tenendosi a sinistra, quindi verso Nord - Est, visiteremo i primi 6 pozzi; proseguendo invece diritti sulla stradina in direzione Sud troveremo gli altri pozzi, in particolare il n.8 denominato Bus dei Poieti, che è il più grande
e suggestivo.
RUDERI della CHIESETTA di S. MARTINO
Fenomeno erosivo su parete rocciosa
SENTIERO GEOLOGICO “A. STOPPANI”
Ramo Nord: salendo nel bosco dal campo da tennis troveremo la numerazione a ritroso (da 6 a 1), secondo la successione originaria del percorso, che procedeva da Nord
verso Sud, così come definita in prima battuta nel 1965 dal Museo di scienze naturali
di Trento.
I primi tre pozzi che si incontrano salendo dal campo da tennis sono di entità minore:
pozzo n.6 “Lusan” è conservato allo stato naturale per permettere al visitatore di
osservare come le marmitte, con il tempo, siano state quasi completamente riempite di
sedimenti di varia natura; il pozzo n.5 denominato “Covei de Lusan”, il quale si presenta come una parete rocciosa “bucherellata” in modo singolare dal carsismo; il pozzo
n.4 “Ronch”, più piccolo e in posizione impervia è ora raggiungibile grazie ad una
comoda scalinata di tronchi.
Proseguendo in località "il Bersaglio", in prossimità dell’ ex bersaglio per obici, luogo
di esercitazione per l'esercito austro-ungarico, ci rechiamo al pozzo n.1 “Pozzo di
Formazione”. Ha dimensioni molto ridotte e appena accennato; poi troviamo il pozzo
n.2 “Fiorenz” con struttura più completa. Lasciato il percorso di accesso a questi ultimi, un bivio ci fa deviare ad est su un ripido ma breve sentiero che si chiude al pozzo
n.3, chiamato "della Maria Mata" o "Stoppani" in onore dell'illustre scopritore.
Il pozzo, che domina l'abitato di Vezzano, è uno dei più interessanti per la sua cavità
ben incisa e delineata; in esso furono rinvenuti frammenti di un vaso formato da un
impasto di schegge grossolane di roccia cristallina mista ad argilla, sembra lavorato a
mano e non cotto al fuoco. Sul fondo furono trovati ciottoli di varie dimensioni di natura ignimbritica provenienti dalla piattaforma porfirica Atesina dell'alta Valle dell'Adige
e dell'Avisio.
Ramo Sud: tornati in prossimità del campo da tennis ci dirigiamo a Sud (località Lusan)
seguendo l'agevole stradina sterrata nel verde che ci porta fino a costeggiare il vigneto ed a raggiungere un dosso. Scendendo una scaletta ricavata nella roccia, ci troviamo
al pozzo n.7 "S.Valentino" così chiamato per la panoramica sul Santuario dedicato al
Santo Patrono.
Di forma tipicamente conica vi giacciono dei ciottoli in porfido probabili autori dell'incavo. A fianco del pozzo la roccia presenta delle striature carsiche. Dal bordo possiamo
ammirare un delizioso panorama sulla Valle dei Laghi. Tornando sul sentiero principale
si sale leggermente nel bosco dove, ad un'area di sosta, si ridiscende un breve, ripido
tracciato e ci si trova di fronte all’imponente "Bus dei Poieti”. Questo pozzo è in realtà costituito da due marmitte affiancate e raggiunge una profondità complessiva di 15
POZZO n.7
SENTIERO GEOLOGICO “A. STOPPANI”
metri, con un diametro massimo del pozzo più profondo di circa 11 metri. Qui i lavori
di svuotamento iniziarono quasi subito dopo la segnalazione dello Stoppani, nel 1878,
a cura della SAT e sotto la direzione dell’ingegnere Annibale Appollonio. Fu la prima
volta che si poté seguire fase per fase tutto lo scavo di un pozzo glaciale, analizzando
da un punto di vista geologico il deposito di riempimento.
I lavori vennero però interrotti per difficoltà tecniche nel 1880 - si pensi che gli unici
mezzi allora utilizzati erano carriole, carrucole e secchi - e ripresi infine nel 1966, a cura
del Museo Tridentino di Scienze Naturali e sotto la direzione di Nereo Garbari; lo svuotamento del pozzo “Poieti” venne definitivamente terminato con l’ultima campagna di
scavo nel 1975.
La stratigrafia geologica era caratterizzata da un tipico deposito glaciale, simile a quelli che si ritrovano in quasi tutte le valli delle nostre montagne, costituito da limi, sabbie,
ghiaie e ciottoli, seguito da un accumulo di frana a blocchi. Particolare fu il ritrovamento, interposto tra i due depositi, di uno strato archeologico. Vennero infatti rinvenuti
resti dell’età del Bronzo Medio (circa 3˙500 anni fa): ossa umane e di animali, carboni, strumenti in selce e cocci di vasi di varia forma e tipologia.
La scoperta di depositi archeologici, in questo come in altre marmitte dell’area (Pozzo
Stoppani e di Van1), testimonia che l’uomo utilizzò i pozzi glaciali, probabilmente a partire dal periodo Neolitico (circa 7˙000 anni fa), come riparo, abitazione o luogo di
sepoltura. Oggi il pozzo presenta ancora sul fondo alcuni grossi ciottoli di porfido
abbandonati dall’acqua del ghiacciaio.
Ritornando al sentiero principale, è possibile ma assai difficoltosa una rapida deviazione: dal bivio per il pozzo n.8 si sale fino al piede del ghiaione sottostante la parete di
Van, giungendo ai Pozzi n.9 e n.10 (Van 1 e 2), anche il n.9-Van 1 in epoca preistorica fu probabilmente abitato o adibito a rifugio.
Dopo qualche centinaio di metri, si arriva al bivio per i ruderi della chiesetta di San
Martino, sconsacrata dal 1820 ed ora in rovina. Altrimenti è possibile continuare per
Padergnone o, mantenendosi in quota lungo la strada romana, fino a Calavino.
Il sentiero costituisce un tratto dell'antico viario che collegava la Valle dei Laghi a
Trento, tuttora percorribile: partendo da San Martino di Arco, percorre la Val di Cavedine
fino a Castel Madruzzo quindi Calavino poi entra nella vallecola di Lusan a Vezzano per
proseguire verso Sopramonte ed infine a Trento.
POZZO n.3
SENTIERO GEOLOGICO “A. STOPPANI”
ANTONIO STOPPANI
Antonio Stoppani (Lecco 1824 - Milano 1891), insigne studioso dell'Ottocento è inizialmente un
sacerdote di idee liberali che partecipa ai moti rivoluzionari del 1848 a Milano. Allontanato per
motivi politici dall'insegnamento delle lettere, Stoppani si dedica interamente allo studio delle
Scienze Naturali, insegna Geologia all'Università di Pavia (1861 - 62), poi all'Istituto Tecnico
Superiore di Milano dove dirige anche il Museo Civico di Storia Naturale. Diviene anche il primo
presidente del Club Alpino Italiano (C.A.I.).
Fra i suoi saggi di carattere scientifico, l'opera più nota è senz'altro "Il Bel Paese" (1875), un racconto in versi di grande
divulgazione scientifica. Con stile limpido e sciolto immagina
che uno zio, al ritorno dalle vacanze, spieghi al nipotino quanto
visto descrivendo, in 34 serate, la bellezza dei fenomeni naturali in Italia: spaziando dalla città di Milano ai Marmi di Carrara,
dalle tempeste di mare ai ricordi del Monte Rosa, dai vulcani di
fango al Vesuvio nella fase pozzuolanica; la 5^ serata
dell'Appendice è dedicata alle Marmitte dei Giganti del
Trentino.
Come raggiungere la Valle dei Laghi
Per informazioni:
Consorzio Turistico Valle dei Laghi
www.valledeilaghiturismo.it
Comune di Vezzano
www.comune.vezzano.tn.it
VALLE
DEI LAGHI
Trento
> Dall’autostrada A22 del Brennero, uscita
Trento centro, seguire le indicazioni per Riva del
Garda e Madonna di Campiglio.
> Dall’autostrada A22 del Brennero, uscita Rovereto sud, seguire le indicazioni per Riva del
Garda. Giunti a Nago svoltare per Arco e seguire
le indicazioni per Trento.