2 - LA ZANZARA » G.B.Grassi

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2 - LA ZANZARA » G.B.Grassi
Maggio 2011 - Numero 2
Re­fe­ren­dum po­po­lare n. 1 – SCHEDA DI COLORE ROSSO
- Si deve vo­tare SÌ se si è con­tro la pri­va­tiz­za­zione dell’acqua e con­tro la ge­stione dei ser­vizi idrici da parte di pri­vati.
- Si deve vo­tate NO se si è a fa­vore della le­gi­sla­zione attuale.
Re­fe­ren­dum po­po­lare n. 2 – SCHEDA DI COLORE GIALLO
- Si deve vo­tare SÌ se si è con­tro la norma che per­met­tere
il pro­fitto (non il re­cu­pero dei co­sti di ge­stione e di in­ve­sti­
mento, ma il gua­da­gno d’impresa) nell’erogazione del bene
Ac­qua po­ta­bile.
- Si deve vo­tate NO se si è a fa­vore della le­gi­sla­zione at­tuale
che am­mette tale guadagno.
Re­fe­ren­dum po­po­lare n. 3 – SCHEDA DI COLORE GRIGIO
- Si deve vo­tare SÌ se si è con­tro la co­stru­zione di Cen­trali
Nu­cleari in Italia.
- Si deve vo­tate NO se si è a fa­vore della le­gi­sla­zione at­tuale
che le prevede.
Re­fe­ren­dum po­po­lare n. 4 – SCHEDA DI COLORE VERDE
CHIARO
- Si deve vo­tare SÌ se si è con­trari al prin­ci­pio che Pre­si­dente
del con­si­glio o mi­ni­stro pos­sano de­ci­dere di non com­pa­rire in
tri­bu­nale nei pro­cessi che li ri­guar­dano.
- Si deve vo­tate NO se si è a fa­vore della le­gi­sla­zione at­
tuale che pre­vede que­sto “scudo” nei con­fronti del si­stema
giudiziario.
v
Resoconto.
Siamo ormai a pochi giorni dalla fine della scuola,
lasciandoci alle spalle un anno faticoso, lungo, ma
ricco di soddisfazioni.
Abbiamo realizzato il sogno nel cassetto del giornale, seppur con difficoltà e corse frenetiche contro
il tempo. Non ci siamo lasciati intimidire dal primo
caldo e dagli ultimi impegni scolastici, ma siamo
andati avanti lasciandovi il secondo numero della
“Nostra Zanzara”.
Ma come ci siamo relazionati con un periodo così
complesso? Semplicemente continuando per la nostra strada: il piacere dello scrivere.
Dalle “ansie di fine anno” sino ai sogni di “un’ estate
al mare” accompagnata, magari, da un buon libro
o dalla gloria del nostro Latina che finalmente ci fa
esclamare “rieccoC1”.
Abbiamo guardato oltre la nostra città, dedicando
uno spazio a chi può appartenere all’ “Italia di Veri
e Pochi eroi”, senza tralasciare il colore rosa, con
l’intervista a una nostra compagna pallavolista…
Al termine abbiamo volto lo sguardo a un nostro
concittadino, Antonio Pennacchi, e alla sua testimonianza “pontina”.
Senza troppi prolegomeni vi invitiamo a un cocktail
di lettura, bevande fresche, tanto sole e divertimento, pervaso da spensieratezza.
Che questa sia la vostra estate, giustamente meritata.
La volontà giornalistica di mettere in chiaro verità
Lorenzo Serafinelli
e informare correttamente è stata a tratti stroncata. Ci si chiede se qualcuno ascolti. In fondo anche tra noi studenti è accaduto proprio questo.
Dopo qualche giorno di scandalo e chiacchiericcio è bastato altrettanto poco per tornare alla regolare indifferenza. Una normale assemblea, Febbraio, dopo qualche minuto l’attenzione è nulla, quasi non si decidesse del proprio presente scolastico. Un po’ come ascoltare una lezione di filosofia già sapendo che su quell’argomento non dovremo affrontare nessun compito in classe, ricevere nessuna valutazione. Rari i curiosi e i
lungimiranti. A quattro ragazzi quest’anno tutti noi abbiamo dato fiducia votandoli. Con l’entusiasmo di
chi ha vinto e pure le difficoltà, di fronte alle quali chiunque si sarebbe trovato impreparato, si sono messi
in discussione lavorando pazientemente dietro le quinte. Ci credevano loro, credevano in noi. E noi, noi ci
credevamo? Coloro che, nonostante tra i più piccoli, hanno fatto sentire le loro voci per denunciare, forse ci
credevano più di tutti. E se il gesto era discutibile, altrettanto tali le sanzioni e le dimissioni. Quel sentimento quotidiano di coscienza comune dovrebbe realizzarsi tra noi, crescendo dall’altra parte della cattedra.
Quelle urla che dovevano farsi sentire da parte di chi non era d’accordo ad una sentenza così frettolosa e
irrispettosa di una fiducia presa, tanto quanto quelle di chi invece era convinto della necessità di “rivoluzione copernicana”. Per non parlare di quello Spirito Studentesco che, di questi tempi, sembra esagerato
da voler evocare, non si pretende “addirittura” questo. Ma, se per caso tale era l’intento, se l’è cavata come
al solito la Signora Indifferenza: è lei che combattiamo noi de “La Zanzara”. Ci crediamo più di prima.
Elisa Russo
Fino ad ora il quarto d’ora di gloria è stato dedicato a due uomini. Ci sembrava doveroso, in
questo numero, tingerlo di rosa. Quindi abbiamo deciso di intervistare per voi una giocatrice
di pallavolo, Veronica Nazianzeno. Questo è
quello che abbiamo scoperto di lei..
Nome: Veronica
Cognome: Nazianzeno
Classe: II E
Professione: Studentessa
Descriviti con tre aggettivi: Socievole, solare e
simpatica
Da grande? Non ho ancora le idee chiare
Dici sempre la verità? La maggior parte delle
volte
Il tuo maestro? Mia mamma
Una canzone che hai nel cuore? L’amore conta di
Ligabue
Un film? Million Dollar Baby
Finale di campionato o appuntamento con il
ragazzo che ti piace?
Essendo già fidanzata preferisco la finale di campionato.
Perché proprio la pallavolo? Come è nata questa passione?
L’esempio parte da mia sorella… E’ grazie a lei che
questa passione fa parte di me da otto anni.
Con quale società giochi? Hai avuto esperienze
in altre società?
Faccio parte della squadra dell’ A. Volta, è la società con cui gioco da quando ero bambina.
A proposito di serie D… è stato difficile raggiungere questo livello?
Abbastanza! Arrivare fin qui ha richiesto impegno
e allenamento costante, ma è la mia passione, ci
metto tutta me stessa!
Come si è concluso il campionato di quest’anno?
Con la terza divisione abbiamo vinto il campionato salendo così in seconda divisione! Per quanto
riguarda la serie D siamo ai play-off
Immagino che giocare a questo livello sia abbastanza impegnativo, come riesci a conciliare
allenamenti e partite con la scuola?
E’ difficile anzi difficilissimo! Gli allenamenti richiedono molte ore e finiscono tardi la sera… alzarsi la
mattina è un’ impresa! Ci alleniamo 3-4 volte a
settimana circa 2-3 ore… ma lo faccio con piacere.
Che rapporto hai con le tue compagne e il tuo
allenatore?
Con l’allenatore c’è abbastanza intesa; con le compagne di serie D anche se più grandi ho un buon
rapporto… mentre con quelle della terza divisione
ci sono cresciuta insieme.
Che tipo di giocatrice sei quando scendi in campo?
Sono molto determinata! Voglio sempre dimostrare
ciò che so fare sfruttando le mie qualità.
Quali qualità pensi debba avere una giocatrice
per essere apprezzata dall’ allenatore?
A differenza di quanto si crede non è l’altezza che
conta, ma la determinazione a raggiungere i propri
obiettivi.
Nei vari fondamentali della pallavolo cosa ti
piace allenare di più, quali di meno?
Preferisco allenare la difesa e l’attacco… la recezione è invece ciò che mi piace di meno.
Quali sono i tuoi obiettivi futuri?
Per quanto riguarda la pallavolo con la mia
squadra spero di passare al campionato di serie C e
personalmente mi auguro di diventare una giocatrice migliore.
Giulia Corvaglia
Imma Borriello
Ognuno ha la propria festa. E quella dei lavoratori è il primo Maggio, festeggiamenti in piazza, manifestazioni concerti e arriviamo ben presto alla fine di questa giornata andando a dormire presto però il
giorno dopo si va a lavoro, di nuovo. Bè tratta ispirazione da ‘ Vieni via con me ’ programma di Roberto
Saviano e Fabio Fazio, famoso per le sue numerose e lunghe liste sugli argomenti più disparati. Ho provato anch’io a fare una lista di quei lavoratori che veramente meritano di festeggiare.
A chi ogni mattina si alza prima del sole e va a lavorare.
A chi fa più lavori per sfamare la famiglia, spesso numerosa
- A tutti quei disabili, ma abili al lavoro che si vedono soffiare il posto solo per la loro condizione
- A tutti quelli che non posso alzare la testa per protestare delle loro misere condizioni lavorative,per
paura del licenziamento.
- A chi è laureato e non trova lavoro.
- A chi vive dove lavora.
- A chi crede che andare al bagno durante l’orario lavorativo sia illegale.
- A chi è cassaintegrato ed è costretto a vivere con pochi soldi a mese avendo a carico anche la famiglia.
- A chi si è spaccato la schiena per anni a lavorare e
si ritrova ora, pensionato, a non arrivare alla fine del mese.
- A chi ha avuto la schiena dritta e forte e
non ha ceduto ai ricatti subdoli della mafia anzi l’ha denunciata.
- A tutti quei lavoratori che ritornano a casa stanchi
ma riescono a ritrovare le forze grazie al sorriso del loro bambino.
- A tutti quelle madri e quei padri che lavorano e
fanno gli straordinari per dare ai figli un futuro migliore, quello che loro non hanno avuto.
- A tutti gli studenti che devono anche lavorare per mantenere i propri studi.
- A quelli che si indebitano lo stipendio con le banche
o peggio con gli usurai per avere un tetto sopra la testa.
- A chi si toglie la vita per aver perso il lavoro.
- A chi dopo anni di servizio nello stesso posto, viene licenziato in tronco.
- A chi vuole cambiare il mondo, ma alla fine si trova che il mondo li ha cambiati.
- A chi accetta compromessi vergognosi con i potenti per poter lavorare.
- A tutti i minorenni che invece di andare a scuola devono lavorare per poter sfamare i fratelli.
-A tutte le donne emancipate in ogni campo lavorativo.
- A chi fa mille concorsi per trovare lavoro e vede che alla fine vince solo chi è raccomandato.
- A tutti quegli immigrati , anche clandestini,
che fanno ogni tipo di lavoro e inviano tutti
i soldi guadagnati alle loro famiglie rimaste nel loro paese di origine.
- A chi muore o si ferisce gravemente in ambiente lavorativo,
per condizioni di sicurezza scarse o addirittura nulle.
Chiedo scusa a chiunque mi sia dimenticato, però posso dirvi che voi siete i veri eroi e siete ancora voi che
non mandate in piena rovina questo paese. Grazie e buon lavoro.
Lorenzo Tedeschi
Gemelli,
di nome e di fatto..
Cosa vi aspettate da questo gemellaggio?
Innanzitutto pensiamo sia un punto di partenza, che possa portare tante novità, ci auguriamo di rimanere in contatto tra di noi..
Cosa avete visto della nostra città che vi è piaciuto?
Abbiamo fatto un giro in centro, abbiamo visto la piazza “con la palla”.. (Piazza del Popolo
Ndr) poi è molto più spaziosa della nostra, e l’architettura del centro in particolare ci ha colpito.
Parlateci di Saronno!
E’ più piccola rispetto a Latina, con il centro medioevale, sono solo 50 anni che da paese è diventata città, ora, con l’ingrandimento della zona
industriale, sta diventando una megalopoli con
Milano e il resto delle cittadine dei dintorni, inoltre, siamo solo a 20 minuti dal Lago di Como, insomma, non andiamo a prendere il caffè con
George Clooney, ma non ci possiamo lamentare..
Ed eccoli, quindi, i nostri gemellati! Dopo la
visita al planetario, col professor Enzo Bonacci,
c’è stata la conferenza al Caffè Ipazia, moderata dal professor Milani, in cui Pietro, l’alunno di
Saronno, ha tenuto un monologo interpretando
G.B. Grassi, poi sono intervenuti la professoressa Anna Farina, che ha esposto la storia dello
scienziato, il professor Maraffino, con uno studio
sulle condizioni sanitarie dei contadini dell’
Agro Pontino all’inizio del ‘900 e la battaglia
contro la malaria e la zanzara anofele, e infine
il professor Carroccia ha svolto un’analisi prettamente chimica e biologica del plasmodio (il
protozoo che causa la malaria).
Sabato, gli alunni di Saronno sono ripartiti.
Direi che è proprio il caso di ricambiare la visita, magari l’anno prossimo..
Valeria Fanti
Venerdì 6 maggio, a scuola c’erano tre allievi in più: gli alunni del Liceo Scientifico G.B. Grassi di Saronno (Varese) con cui da poco abbiamo dato il via ad un gemellaggio, comprendente una
serie di eventi, e che raggiungerà l’apice nel 2013, quando il nostro liceo compirà 50 anni di vita.
Guidati dalla Prof.ssa Anna Farina, sono “scesi” nell’Agro Pontino, ospitati da alcuni studenti, per presentare il
loro lavoro di ricerca sul personaggio che da il nome alle nostre due scuole. La Zanzara li ha intervistati per voi:
Nomi : Valentina Frasisti, Margherita Galli, Pietro
Minora.
Età: 18 anni
Classe: 5*D
Perché siete venuti proprio voi, tra i 1200 del
vostro liceo?
Perché siamo gli ultimi rimasti di un progetto
iniziato due anni fa, quando noi eravamo in terza,
(loro dicono terza invece che terzo) che coinvolgeva la nostra classe, una quarta e una quinta,
io (Pietro) sono stato scelto perché ho tenuto una
rappresentazione su GB Grassi, Valentina e Margherita si sono occupate della mostra.
A primo impatto, cosa ne pensate della nostra
scuola?
Non è molto diversa dalla nostra, anche se qui la
vernice è tutta rosa, da noi ogni parete ha un colore diverso, basti pensare che la chiamiamo Chiccolandia.. Però non abbiamo la “reception” all’entrata e neanche un separé per il bar, che è molto più
piccolo del vostro.
Che differenza c’è tra i vostri indirizzi e il nostro? Avevamo anche noi il PNI, con molta pratica
di fisica e chimica, e uno sperimentale linguistico,
ma sono stati tolti con la riforma, inoltre abbiamo
fatto dei progetti, come “Aria di città”, in cui monitoravamo l’inquinamento dell’aria, oppure un corso per l’estrazione del Dna.. (simile al Dna project)
s
RieccoC1
Come tutti ben sapete la squadra della nostra
città è stata promossa in C1. Per festeggiare
questo evento abbiamo deciso di intervistare
due giocatori della squadra, Jaime Leon e Giuseppe, rispettivamente numero 7 e numero 3,
esterno destro di centrocampo e terzino esterno
sinistro, che si sono mostrati felici di aiutarci
nella nostra “impresa”. Questo è quello che ci
hanno raccontato di loro:
Nome:
L:Jaime Leon.
G:Giuseppe.
Cognome:
L: Merito.
G:Toscano.
Età:
L:28 a Luglio.
G:22.
Luogo di nascita:
L:Medelline, in Colombia.
G: Reggio Calabria.
Squadra del cuore:
L:Milan.
G:Reggina.
Di fianco a quali giocatori vorresti giocare?:
L:Cristiano Ronaldo.
G: Thiago Silva.
Dove giocavi prima di entrare a far parte della
squadra della nostra città?
L:Noto (provincia di Siracusa).
G:Lucchese-Igea Virtus.
A che età hai iniziato a giocare?
L:Avevo dieci anni...Mi ero appena trasferito in Italia
G:Ero piccolo, avevo circa 7-8 anni.
Quando hai capito di voler che il calcio fosse
una delle parti importanti della tua vita?
L:In particolare a 15, quando sono andato via da
Bronte (Sicilia) dove vivevo,per
giocare seriamente.
G:All'età di 16 anni, in particolare con il primo contratto.
Le sensazioni che ti regala giocare:
L:Emozioni bellissime!Prima è un divertimento, poi
un lavoro..Ma alla fine è una passione.
G:Tante bellissime sensazioni..Giocare davanti a tanta gente,portare la maglia di una città ed onorarla mi
emoziona sempre più.
E la sensazione alla notizia del passaggio in C1?
L:Sensazione Unica! E' il primo campionato che
vinco da protagonista al 100%, dopo due settimane
ancora non ci credo!
G:Sensazione Irreale..Nonostante la conquista nei
primi giorni non ci credevo..rendendomi conto con il
passare dei giorni.
Come avete festeggiato questo passaggio?
L:Un' esultanza spontanea. Mi sono inginocchiato
a terra e con le braccia in alto ringraziavo il Signore
perché dopo un anno intero di sacrificio è bello avere
soddisfazioni.
G:Dopo la promozione matematica in prima divisione c'è stata l'accoglienza al ritorno da Lamezia
alle 2 di notte di circa 2000 persone che hanno preso
d'assalto il nostro pullman. Allo stadio poi è esplosa
una grande festa..che continua ancora oggi dopo due
settimane.
La partita che ti ha lasciato il ricordo più bello:
L:Lamezia..vincere il campionato con una giornata di
anticipo è una soddisfazione doppia!
Alla partita era presente anche mio fratello, la fidanzata e degli amici..Erano tutti felici per me!
G:Anche per me Lamezia..Conquistare il titolo in
terra calabra davanti ad amici e parenti è stata una
gioia infinita!
E quella che ha lasciato il ricordo peggiore?
L:La retrocessione con l’Acireale in casa con la
Juvestabia ad un minuto dalla fine. Da lì è partito il
fallimento della squadra.
G:L’unica sconfitta del campionato di quest’anno a
Trapani..anche perché è stata ingiusta.
Oltre il calcio, ami qualche altro sport?
L:Si, il nuoto.
G:Il basket mi affascina molto.
Sogni ed obiettivi futuri:
L:Togliermi altre soddisfazioni come quest’anno.
G:Arrivare un giorno in serie A!
E l’anno prossimo? Sarete ancora qui a giocare
per noi?
L:Dipende dalla società e dal Mister, ma sono a mio
favore i risultati ottenuti quest’anno.
G:Dopo quest’annata spero di vestire ancora un anno
questa maglia, consapevole di aver fatto bene il mio
lavoro.
Cosa ne pensate dei tifosi latinensi?
L:Sono rimasto sorpreso dall’amore verso questa
maglia e questi colori..ma ciò che mi è rimasto più
impresso è stata l’ultima partita con seimila persone
che tifavano per noi.
G:Dopo anni bui qui a Latina piano piano i tifosi si
sono ritrovati, dandoci una spinta importante per la
vittoria anche se, in certi momenti, tranne quei 2000
tifosi abituali la città non sembrava credere in noi.
ci aspettavamo qualcosa in più, ma alla fine nell’ultima partita 6000 persone tifavano per noi. Mi auguro
una maggior soddisfazione per l’anno prossimo..
Immagino che tra i giocatori di una stessa
squadra ,per forza di gioco, debba crearsi un
affiatamento profondo. Può capitare che tra
due o più giocatori nascano inimicizie così forti
da richiedere grande sforzo per poterle vincere
onde mantenere la compattezza indispensabile
all’interno della squadra?
L:Inimicizie tra noi non credo ci siano,ma ci sono dei
legami più forti di altri..tuttavia se la squadra non è
compatta non è possibile vincere.
G:Possono esserci inimicizie, ma in campo scompare
tutto! Altrimenti è impossibile ottenere certi risultati.
Quando nello stadio si alza il boato dei tifosi
per una rete segnata è tutta la squadra che
gioisce o un giocatore particolare che si sente
protagonista?
L:Esultiamo tutti,l’obiettivo è unico. Essendo uno
sport di squadra l’interesse è collettivo.
G:Quando si fa goal è una gioia oltre per chi gioca
anche per chi è in panchina e in tribuna.
Se fosse tuo potere farlo, cambieresti qualcosa
di ciò che regola il mondo del calcio?
L:Eliminerei le reti tra giocatori e Tifosi, come in
Inghilterra. Ma qui in Italia c'è una forte mancanza di
cultura sportiva.
G:Nel calcio, come per ogni altro sport, ci sono cose
belle e cose brutte. Dove ci sono soldi girano interessi
collettivi e personali, sbagliando.
Anche a noi, che non siamo esattamente intenditrici di calcio, l'esempio che questi ragazzi ci
danno è di chi ha un sogno, crede in qualcosa e
fa di tutto per realizzarlo,
come diceva qualcuno:
“La salita è dura, ma dall'alto la vista è
splendida!”
Borriello Imma &
Polese Alessandra
Antonio Pennacchi (Latina, 10 settembre 1950) è uno scrittore ed ex-operaio italiano. Sposato, due figli
e una nipote, per anni ha fatto l'operaio a turni di notte in Alcatel Cavi, una fabbrica di cavi. Iscritto al
MSI da ragazzo, ne viene espulso e aderisce ai marxisti-leninisti di Servire il popolo, poi entra, nell'ordine: nel PSI, nella CGIL, nella UIL, nel PCI e di nuovo nella CGIL, prima della definitiva espulsione nel
1983. Chiude con la politica, si laurea (a quarantaquattro anni, sfruttando un periodo di cassa integrazione) e si mette a scrivere romanzi. Mammut, prima di essere pubblicato da Donzelli nel 1994, riceve
55 rifiuti da 33 editori (a qualcuno lo rimandava cambiando il titolo). Sempre da Donzelli escono Palude (1995) e Una nuvola rossa (1998). Del 2003 sono il romanzo Il fasciocomunista (Mondadori) e la
raccolta di saggi Viaggio per le città del Duce (Asefi). Del 2005, invece, i saggi de L'autobus di Stalin
(Vallecchi). Nel giugno del 2006 è uscita la raccolta di racconti Shaw 150. Storie di fabbrica e dintorni
(Mondadori): "Racconti bruschi, irriverenti, che pure, e neanche di rado, si aprono su una nota di vero e
proprio strazio, questi di Antonio Pennacchi, uno scrittore che si conferma come uno straordinario, eccentrico talento della narrativa italiana contemporanea" (Franchini). Pennacchi collabora a “LiMes”. Suoi
scritti sono apparsi su “Nuovi argomenti”, “Micromega” e “La Nouvelle Revue Française”. Frequenta l’Anonima Scrittori. Nel 2001 ha partecipato al documentario Latina/Littoria di Gianfranco Pannone nelle vesti di narratore della trasformazione della sua città natale. Recentemente ha collaborato alla realizzazione del film Mio fratello è figlio unico di Daniele Luchetti, tratto dal romanzo Il fasciocomunista.
Nello spazio culturale del Caffè Ipazia della nostra
scuola, il 12 aprile si è tenuto un incontro tra i ragazzi
delle classi quinte e il “Premio Strega” Antonio Pennacchi. Il grande successo del suo "Canale Mussolini",
che, di fatto, racconta la storia del nostro agro pontino e dell’insediamento, avvenuto dopo la bonifica,
da parte di popolazioni provenienti da tutta Italia,
gli ha permesso di vincere il Premio Strega nel 2010.
La prof.ssa Vignes e la prof.ssa Beltrami hanno iniziato con un racconto sulle vicissitudini della famiglia Peruzzi e sulle varie questioni della nostra storia
“pontina”, simpaticamente accolto dallo scrittore.
L’animo focoso del Pennacchi ha, tuttavia, colorato a tinte multiformi tutto il corso della conferenza: spontaneo, schietto, diretto, dicendo la sua
senza troppi giri di parole. Nel corso della serata
ha risposto alle domande e alle varie sollecitazioni dei ragazzi. Dagli aspetti letterari del romanzo, in particolare sullo sviluppo dei personaggi
e la loro dimensione psicologica, fino ad arrivare a refusi, “eucalipti”, presunti “strabismi” storici.
Pennacchi ha ribattuto “colpo su colpo” , concludendo inaspettatamente così:« Ragazzi, l’insegnamento che voglio trasmettervi è:” Tenete duro fino
alla fine”, perchè, come suggerisce uno dei maggiori filosofi contemporanei,l’allenatore Boskov,
“partita non è finita finché arbitro non fischia”.»
Lorenzo Serafinelli
Topi da biblioteca?
21 maggio, teatro “ G. D’Annunzio”, Latina, 750 persone, una
motivazione: ricordare Matteo”
“
Biblioteca Achille Campagna
Attualmente la biblioteca d’Istituto consta di 7500 volumi, di una videoteca (circa 200 videocassette) in fase di arricchimento, e di software per l’insegnamento dell’Italiano. Grazie a
Daniela Perciballe che ci ha concesso un’ intervista potremmo imparare ad apprezzare maggiormente il servizio messo a disposizione degli studenti.
La possibilità degli alunni di prendere in prestito libri e materiale didattico direttamente dalla
biblioteca ha avuto riscontri positivi all’ interno
del nostro liceo?
“Gli studenti che fanno buon uso del nostro servizio
sono circa il 30%. Grazie ai miglioramenti significativi recentemente avvenuti speriamo di veder crescere presto la percentuale dei nostri utenti che usufruiscono attivamente del materiale bibliografico.”
Quindi secondo lei i giovani nutrono ancora un
vivo interesse verso la lettura?
“Probabilmente i giovani leggono molto di più, è
un luogo comune troppo generalizzato che i ragazzi non si interessino alla lettura.”
Non tutti sanno che la biblioteca accetta donazioni cartacee, ma siamo curiosi di sapere. Chi
sono i donatori?
“Noi accettiamo ben volentieri qualsiasi donazione.
Ne riceviamo principalmente da parte di ex alunni
che, anche dopo la loro “uscita”, vogliono lasciare
un proprio piccolo contributo, ma anche dagli stessi
professori che insieme concorrono all’ arricchimento
del nostro grande tesoro di carta.”
Eleonora Moliterno
Le domande di prestito riguardano maggiormente libri didattici o letterari?
“Essendo la nostra una biblioteca scolastica, principalmente le richieste interessano libri didattici, in
particolare per materie quali Italiano e Storia dell’
Arte; inoltre riceviamo spesso domande per il prestito di dizionari di Lingua Latina e Inglese.”
Le modalità del prestito quali sono?
“Da quest’ anno abbiamo cambiato prassi per
evitare lo smarrimento dei libri prestati. Abbiamo
infatti introdotto un sistema che prevede la compilazione di un modulo che attesti il prestito e la
restituzione è prevista entro un mese”
Perché smarrimento? Quali sono i rischi che corriamo per il mancato rientro?
“Quando mi è stato affidato l’ incarico di riconsiderare tutto il materiale bibliografico il lavoro mi
ha portato a scoprire alcuni smarrimenti che tali
non erano, in quanto dovuti ad una certa incuria.
Tenace ho rintracciato gli studenti che li avevano
presi in prestito e chi li ha smarriti, civilmente, li sta
ripagando”
Per il prossimo anno scolastico quali novità ci
aspettano?
“Il servizio, una volta sistemato il tutto in appositi
armadi, sarà attivo non solo tutte le mattine, ma
anche 2 pomeriggi settimanali”
Teatro Gabriele D’Annunzio, Latina
“Il ricordo di Matteo mi riporta alla mia infanzia, alle prime amicizie, quelle coltivate come l’unico
fiore in un deserto sconosciuto. Un amico, l’ Amico, questo è stato, è, e sarà per me.
A volte affondo i miei pensieri tra le pagine sbiadite della memoria, andando a ritroso per ricercare
quei momenti e quei barlumi di ingenuità che perseguivo insieme a lui. Dagli undici ai quindici
anni, mai separati, mai fondamentalmente distaccati. Era questo per me Matteo. C’è chi si scaglia
verso le malattie poiché le definisce “ladre di infanzie”, in realtà credo che sia da prendere in analisi
più la grande forza che ho osservato e potuto toccare con mano negli sguardi di un bambino, mio
coetaneo, il quale lottava, giorno dopo giorno, contro la morte, contro un ciclo innaturale delle cose
e contro il suo stesso corpo. Sfido a dire che la gioventù odierna sia bruciata o quant’ altro, credo
che la purezza dei giovani risieda all’interno del loro spirito e di quello che possono fare per gli
altri, senza interessi, senza corruzione.
E’ una penna “infarta”, una penna che aumenta i miei battiti cardiaci, quella che scrive su questo
foglio, è una penna che lascia esplodere dall’inchiostro tutto il sentimento che altrimenti non saprei
esprimere. Lo splendore di essere amici e di essere al fianco di una persona che soffre è la gioia di
un suo sorriso, di un suo sollievo, è la gioia di sentirsi sul tetto del mondo perché artefici di qualcosa
più grande di ogni danaro, di ogni opera monumentale, di ogni potere, di ogni visione logica e scientifica, è il lasciar passare l’energia dell’amore da un cuore a un altro, senza il contatto. E’ come se
solo la purezza giovanile sia ancora in grado di capire e lottare contro la sofferenza di chi è in bilico
tra l’aldiquà e l’aldilà.
Mi rivolgo a te ,Matteo, che tu sia tra le stelle o che tu sia qui affianco a me, appoggiato sulla mia
spalla.. Ho il dovere e sento il bisogno di dirti, semplicemente, “Grazie”, perché so, che nei momenti più bui, e nelle infinite vie della vita potrò seguire il lume del tuo ricordo, che cresce ogni giorno
in me senza mai spegnersi.”
“Che tu possa avere sempre il vento in poppa
… che il sole ti risplenda in viso, e che il vento del destino ti porti in alto a danzare con le stelle! “
Blow
Lorenzo Serafinelli
“Il tempo scorre veloce ed implacabile, mi viene da pensare e mi trovo, come sempre,
a fare i conti con la conclusione dell'anno scolastico. E' stato un percorso in parte faticoso, per i nuovi insegnanti presenti nel terzo anno ed in parte creativo e interessante.
Partecipando anche ad altre attività all'interno della scuola sono riuscito a " vivere
" in modo diverso la mia relazione con essa con i compagni ed i docenti. Svolgendo
attività extracurriculari ci si rende conto che i professori hanno anche una dimensione umana e,in contesti diversi, mostrano altri lati di sé,anche più piacevoli! Sarei
ipocrita se affermassi che arrivare fin qui è stato semplice,che non ha comportato
rinunce,ansie,paure e anche qualche frustrazione ma sicuramente mi solleva il pensiero di non aver mai mollato.Nonostante il percorso compiuto e l'avvicinarsi della
fine dell'anno scolastico, non posso negare di essere esente da una forte ansia che cresce notevolmente con l'aumento delle richieste da parte degli insegnanti. Con ritmo incessante si susseguono prove tra orali e scritti tanto da farmi sentire schiacciato dalle
stesse; il termine valutazione rimbomba nella mia mente come un imperativo categorico.
Sarò in grado di rendere al meglio delle mie capacità? Il tempo esiguo,determinato
dalla scelta del trimestre,non ha certo giocato a nostro favore. Spero di non farmi
travolgere dalle mie emozioni, dalla fatica e dalle aspettative ma di poter vivere con
serenità la relazione con i docenti ed i compagni nella consapevolezza che, questa,
è un'altra grande esperienza della vita da cui, comunque vada, ne uscirò migliore.”
Gianluca Ronci
Se siete stressati da compiti in classe e
interrogazioni frenetiche provate a sognare il dolce far nulla dell’estate: sole, mare,
abbronzatura e tutto il relax che vi spetta, dopo questi mesi, quasi eterni, di studio estenuante. La stagione estiva appare ancora come un miraggio, ma i ragazzi
si stanno attrezzando facendo il conto alla
rovescia dei giorni restanti e organizzando
già la prossima vacanza. Ma, a proposito
di vacanza, qual è la meta più gettonata per questi tre mesi tanto attesi? I nostri
dati, piuttosto attendibili, rivelano che il non
troppo prestigioso mare di Latina sarà per
quest’anno il luogo più frequentato dai ragazzi della scuola,scelto principalmente perché facile da raggiungere e punto di ritrovo dove poter trascorrere le vacanze con i
propri amici, senza allontanarsi troppo dal
centro della città. Al secondo posto della nostra classifica si trovano i viaggi verso
le proprie “terre d’origine” dove sono soliti
trascorrere le vacanze estive molti ragazzi
con le proprie famiglie, per stare insieme ai
parenti lontani che, nel corso dell’anno scolastico, non hanno potuto vedere quotidianamente. Ma, se l’Italia è un paese che vivete per tutto l’anno e non vedete l’ora di
fuggire dalla solita routine, non sono poche
le proposte di viaggi all’estero, sempre più
scelti dagli Italiani, ma specialmente dagli adolescenti per vacanze-studio estive o
semplicemente per puro svago. Quando ciò
che interessa maggiormente è ballare, stare
all’aria aperta e divertirsi, i ragazzi scelgono i villaggi turistici magari con le proprie
famiglie dove risulta impossibile non trascorrere un’estate spensierata. Dal nostro
sondaggio, in breve, è emersa una sola ed
unica volontà che accomuna tutti: quella di
vivere un’estate 2011 senza troppe preoccupazioni o ansie, ma con i piedi sulla spiaggia,
con gli amici, e, magari, prendendo il sole
sulle note del prossimo tormentone estivo.
Valeria Martella
Separati alla nascita
Tony Stark
Manuela Villa
Vittorio Sgarbi
Luigi Milani
Raffaella
Pietro Grassi
Foto a cura di Yuri Dall’ Armellina
Chi era Tupac?
Tupac Amaru Shakur (New York, 16
giugno 1971 – Las Vegas, 13 settembre
1996) è stato un rapper, attore, attivista e poeta statunitense.
Artista rap di grande successo, tanto da
essere considerato il pilastro fondamentale del genere e addirittura profeta.
Nonostante la prematura scomparsa
Shakur viene ancora considerato uno
dei più grandi artisti di sempre. Nella
sua carriera ha utilizzato anche gli
pseudonimi MC New York, 2Pac, Pac,
Makaveli e Makaveli Tha Don.
Gli sono state dedicate ben 3 statue:
una al Peace Garden di Dallas, una in
Germania e l’altra ad uno noto museo
delle cere americano.
“Too many murders, too many funerals and too many tears
Just seen another brother buried plus I knew him for years
Passed by his family, but what could I say?
Keep yo’ head up and try to keep the faith
And pray for better days...”
2Pac
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Non ho tempo
Difficile da definire il teMpo. CI hanno provato
quasi tutti i filosofi. Solo uno ne aveva afferrato la
complessità ma non amava che gli chiedessero cosa
mai fosse. Non sapevA rispondere: taceva.
“ Quid est tempus ? Si nemo a me quaerat, scio; si
quaerenti explicare velim, nescio “
Eppure, con molta probabilità, se a qualcuno
domandi di impeGnare il suo tempo in qualche
proGetto, la risposta è: non ho tempo. Ma “ quel “
qualcuno, che ne aveva afferrato la complessità, il
tempo non l’ha mai sciupato perché se lo dedicava
e con cuRa. E quasi odiava chi con “meticolose necessità” cErcava di rubarglielo. Il tempo è la persona, è la vita della persona.Dire che non si ha tempo
è diChiarare che non si ha vita. Come ci si può
negare la vita? Come si può dire non ho tempo?
Se qualcuno ancora persiste a sottrarci il tempo,
facciamO gli capire che il tempo è sacro e non può
essere profanato. Quindi non dire “non ho tempo”
ma “come posso impegnarlo”. Le relazioni significative si costruiscono sulla persona, cioè sul tempo.
Gaspare Cecconi