Elogio della carta igienica

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Elogio della carta igienica
“HO AVUTO UN’IDEA BRILLANTE”
(elogio della carta igienica )
Personaggi: una donna, suo fratello
Scena: una stanza con tre porte , un divano, un tavolo
basso, un settimino e qualche suppellettile in giro tra cui un
vaso di fiori di carta, giornali e bicc hieri in disordine.
----------------------------------------------------Atto I
(La donna corre per la stanza )
Pista! Pista! …. (si ferma e si rivolge al pubblico) Dove
corro? Non si capisce? Già , da cosa si dovrebbe capire? Ma
dal fatto che vado di corsa …( fa gesti con le dita) “va-do di corsa” è chiaro ? No? Sarò più esplicita . (sostenuta) Devo sbrigare
una commissione dall’espletamento della quale non mi può
sollevare alcuno, nemmeno il Padre Eterno!
(riprende a correre) Pista! Pista! …. Alt! Mi porto un
sudoku…non mi piace perdere tempo, posso fare l’uno e
“l’altra cosa”! Prima, però, bisognerebbe trovarlo...
Mi sembra di ricordare che l’ultima volta che mi sono
divertita con questo gioco stavo sul divano...
Dovrebbe stare ancora lì. Infatti, eccolo! E la matita?
Dove ti sei cacciata, esci fuori! Ah già, era rotolata sotto il
divano…trovata. Ma è spuntata. Temperino, temperino…
preso! (si ferma davanti ad una porta) E se sbaglio? Gomma,
gomma…(torna indietro a cercare)
(all’improvviso si blocca) Ahhhh!
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Che è successo?
E’ successo che è meglio fermarmi prima
di incorrere in conseguenze che sono disdicevoli per un essere
umano che non sia p iù neonato o che non abbia, per età o
patologia,
tra l a biancheria intima, come supporto clinico
giornaliero, il cosidd etto “pannolone”.
-Non- -ce- -la- -fac-cio- -più-! Ora l’unica cosa che posso
fare è trattenere e camminare sculettando!
Ehi, dico non pensiate che io sia una donna che si atteggia
a fatale, che cerca di attirare l’attenzione degli uomini
ancheggiando . Un gluteo su e uno giù… in modo che il loro
sguardo libidinoso si fermi, no, meglio s’incolli … qua (con
le due man i si placca entrambi i glutei).
No, no e no! Vi spiego: i o stringo i glutei per ben altro
motivo! Allora dove stavo correndo? Ora avrete capito … e
perché poi mi sono fermata…ed ora ca mmino stringendo bene
le natiche e procedo lentamente uno, due… uno,due ?
(sparisce dietro la porta dove si era diretta prima )
Uno-due …Ahhhhhhhhhhhhhhh! E’ finitaaaaaa! Che
faccio ? Mi ritiro su le mutande , è meglio. E i pantaloni? beh
anche i pantaloni, ma li lascio sbottonati . Oddio no! non c’è
nemmeno qui… No! Niente neanche qua. Non c’è!!!! (sbattere
di sportelli)
(torna in scena ) Uno,due…uno,due!
… devo cercarla da
qualche altra parte. Dov’è? Dove ca spiterina (si gira verso il
pubblico)
Io ho un linguaggio pu lito, sono stata bene educata!
Allora, mi chiedevo dove l’ho archiviata? Nell’ armadietto
del bagno, che di solito è pieno , non ce n’è nemmeno un
rotolo… sto parlando della carta igienica, naturalmente.
L’avrete capito.
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(si siede)
Pensate…c’è stato un periodo, (bellissimo !)
che traboccava da tut ti i cassetti… dagli scaffali, da lle
mensole, ce n’erano scorte in cantina, in soffitta…
Mario, il commesso del reparto casalinghi del
supermercato qui sotto, al l’angolo… (chiude gli occhi) alto,
biondo e occhi azzurri. Insomma un adone , gli chiedevo “Qual
è la migliore? Lui ne prendeva una confezione, mi si
avvicinava, mi guardava negli occhi e mi sussurrava “Solo la
pelle del tuo sedere è più soffice di questa . .?” ed io la
compravo. Il giorno dopo ci tornavo e gli riferivo
socchiudendo un po’ gli occhi “Ottima quella di ieri…” e poi
inventando un “ma” chiedevo “ …Ma ne vorrei una profumata”
Lui mi proponeva un’altra marca, accompagnandola
sempre con un complimen to diverso. Che uomo, bello, poetico
e … tosto”
Insomma è stato fatale, mi sono riempita casa di rotoli,
rotoloni, rotolini, scorta famiglia, confezioni salva spazio , di
tutti i tipi e tutti i formati.
Ero completamente cotta quando ho avuto una brillante
idea.
“Sai voglio fare bella figura con i miei ospiti. Ma non è
solo per questo, mi piace vivere in un ambiente accogliente,
dove sia tutto in ordine, dove ogni e lemento sappia
armonizzarsi con il resto della casa … insomma voglio
trovare… cioè voglio che tu, Mario, così attento, così gentile,
di cui ho imparato ad apprezzar e la delicatezza ed il gusto, mi
aiutassi a scegliere quella che si intona con il resto
dell’arredamento del mio bagno e anche con la mia …
(scandendo bene) bian-che-ria in-ti-ma.”
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Il suo sorriso mi confermò che aveva recepito bene il
messaggio e il suo “Quando?” mi sembrò che avesse
spalancato le porte del paradiso!
“Ma quando sei libero , quando vuoi...
Facciamo stasera a cena?”
Alla cena non mancavano che tre ore, così mi sono messa
a correre come una trottola: rassetta, pulisci, spolvera, cambia
le lenzuola, profuma, arieggia.
Il bagno l’ho fatto brillare. E la cena? Per quella non c’era
più tempo. Decido per una cosa veloce: fettina e insalata.
Niente di che ma l’avrei sbalordito c on il dessert “ fragole con
panna”. Giustappunto, dato che ne vado matta, ne avevo
ancora sei flaconi, di quelli spray, che avevo acquistato ad una
svendita di alimentari: uno scatolone da 24 pezzi! Che fortuna
non finivano più. Intanto f antasticavo …. se andava bene , se
le cose prendevano la pie ga giusta (quella che volevo io )
l’avrei spruzzata sul mio corpo… mmmmm!
Andò tutto bene, una serata indimenticabile e perfetta,
dalla cena alla panna… non mi soffermo sui particolari, ma che
panna ragazzi!
Il giorno dopo, appena tornata dal lavoro non ho perso
tempo, una rinfrescata veloce, una sistematina alla testa,
cambio dell’abbigliamento… meglio essere pronti. Allora:
intimo profumato alla fragola, minigonna e top corto …
sculettando al supermercato. Quando chiesi
“E’
e via
“E Mario?”
ricoverato all ’ospedale… si è sentito male ” rispose
una commessa che appena si vedeva (ironica) per quanto era
alta. Al mio “Quanto mi dispiace mi piacerebbe
andare a
trovarlo, qualcuno sa in quale ospedale… ?”
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“Se vuole il numero del cellulare della moglie, io ce
l’ho!”
rispose la commessa più racc hia e acida di tutte.
Il numero lo presi …n aturalmente mi guardai bene dal
telefonare .
Poverino! Quanto deve essere stato male, sono tre mesi
che non si vede al supermercato. A proposito doveva tornare
oggi (pensierosa)
nel frattempo io ho finito la carta igienica
al bagno.
Non l’ho usata mica tutta per l’utilizzo normale per il
quale è in vendita e per il quale tutti la comprano! Mi è
capitato di scriverci… sapete quando? Q uando sento l’urgenza,
espressione non del tutto felice che ricorda un’altra urgenza di
cui avete visto gli effetti prima… Ora che ci penso,
mi è
passato lo stimolo . Forse parlando?... chissà!
Dicevo dunque, quando sento l’urgenza “del l’ispirazione ”,
quando i versi di una poesia montano… dentro di me … Come?
Non ve l’ho detto? (tronfia)”sono Poetessa! ” Per questo sono
sempre sommersa da un mare indefinito di emozioni che sento
ribollire dentro e che mi prende la mano e scrive per me.
L’urgenza di palesarsi, di uscire fuori, di venire allo
scoperto è pressante e non procrastinabile, tanto che va bene
qualsiasi pezzo di carta e tanto per rimanere in “tema” (l’altra
urgenza) stilo i miei versi pure sulla carta igienica. L’intimità
del luogo, l’essere appartati, lo ntano dallo sguardo
imbarazzante di persone, siano esse
parenti, affini, amici , è
ottimale nel momento di alta concentrazione, quando deve
venir fuori l’anima, i più reconditi pensieri …
Allora devi essere solo con te stesso. Ma forse è un mio
limite oppure, visto da un’altra angolazione, è un mio modo di
essere, di relazionarmi con la realtà con una predilezione di
certi luoghi e di certi materiali. Chissà che ci leggerebbe
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Freud! Sulla carta igienica non ci ho scritto solo poesie . Io vi
ho fatto di tutto! Il fatto è che stimola la mia creatività.
Elenchi di tutti tipi per ricordare persone da invitare o da
contattare oppure cose o alimenti da comperare ( il banalissimo
“elenco della spesa” ) li ho vergati , confesso un po’ a fatica,
proprio su questo tipo di carta… naturalmente “bianca”.
Quella con disegni o comunque a colori è stata la mia
preferita e con essa mi sono sbizzarrita a inventare modellini
di fiori da realizzare poi con la carta crespa, molto più rigida e
adatta (si avvicina al vaso con i fio ri e li indica) … deliziosi! .
Questa carta m i sveglia la fantasia. Pensate mi sono
improvvisata stilista: ho “schizzato” modelli da bagno
cimentandomi a riprodurre mutande e reggiseno ma anche di
capi di abbigliamento, dalle gonne agli abiti da casa.
A volte ne ho apprezzato tutta la morbidezza, seduta sul
water, come se dovessi espletare una qualche funzione
corporale ma in realtà rifugia ta in quella stanza unica dove ti
puoi appartare, anche se sei sola,
per difendere la tua privacy
e lì, in caso di bisogno, sfogare la tua rabbia versando lacrime
calde e salate che poi si possono asciugare con la suddetta ….
carta igienica.
Spesso
vi ho pulito velocemente lo specchio prima che
arrivasse quel qualcuno che si era annunciato, con un fare
compiaciuto , al citofono aspettandosi anche dei
ringraziamenti per l’onore che m i elargiva con il generoso
dono della presenza della sua persona.
“E se avesse bisogno di andare in bagno?” a questa prima
impellente domanda che, appena riattaccato il citofono, da sola
si formulava nella mente o addirittura era già in embrione
al
“Posso salire?” dell’inopportuno, imprevisto e improvviso
visitatore, scattava la corsa forsennata alla pulizia dello
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specchio del bagno . Naturalmente dopo aver prima controllato
se dal water l’ultimo che ne aveva usufruito ( io sempre e solo
io) aveva allontanato ciò che vi aveva deposto con grande
soddisfazione.
Il tempo, confesso
il bagno,
“molto”, trascorso in questo ambiente ,
l’ho messo a “frutto”: ho scritto, ho dipinto …ma vi
ho anche cantato.
Sul water in effetti ho t rascorso tanto di quelle ore …
La causa che motiva una simile
consistente perdita di
tempo è facilmente intuibile e l’avrete capito tutti: “stipsi”.
Sì, sì! Stipsi… insomma vado “dura”.
Ma non credo sia la sola, c i deve essere qualche altra
ragione,
come si dice in gergo medico, una serie di concause.
In questa tesi mi supporta l’esperienza di una persona che
posso dire di conoscere molto bene e che testimonierebbe
sottoscrivendo quello che sto per rivelare del su o
comportamento. Questa persona è mio padre il quale soffre
dello stesso disturbo che a me ha come conseguenza la
segregazione nella toilette in un atteggiamento passivo di
attesa, mentre il suo approccio al problema è di sfida. Lui non
si lascia condizi onare, lo ignora e va fiero di questo sua
strategia,
aspetta pure lui ma non fermo sul water.
Se ne va in giro conducendo una vita normale portandosi
dentro il peso del suo “fardello” da eliminare e quando vuole
convincermi a cambiare atteggiamento mi fa notare:
“Impara da tuo padre ! Io non mi faccio comandare da
nessuno … tanto meno dal mio “culo”!” “Scusate il termine,
ma sono le parole di mio padre!
Questa filosofia di vita, in quest’ultimo periodo, sarà già
qualche mese che non mi serve più perché ogni tanto ho delle
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fitte, che iniziano subdole, spostandosi qua e là per un tratto
d’intestino, immagino sia il colon, poi si fermano e tu riprendi
la tua vita normale.
All’improvviso grandi scombussolamenti, questa volta
accompagnati da rumore, riprendono nel punto dove s’erano
interrotti e tu senti lo stimolo improcrastinabile di andare di
corpo…
Proprio come prima! E a volte si fermano, come
adesso. Non canto vittoria perché non si sa mai, quindi mi
conviene darmi da fare a cercare la carta igienica…
Vediamo, devo ricordare dove l’ho messa… mmmm!
Ci sono. L’ho sistemata tutta nel ripostiglio… sì, sì è così
è nel ripostiglio! (apre un’altra porta e vi entra)
NO! Non è possibile è sparita anche da qui!
Uffa! Ma che
ne ho fatto? mmmmmmmmm!
(picchiandosi con il pugno la testa) Oh no! Ora mi rammento.
Era Natale, c’era un cartello al portone “Passeremo per la
raccolta di doni per i poveri della parrocchia”
Ho avuto un’idea brillante! Se le creature diseredate, i
poveri, che non mangiano e non sono abituati a pasti
abbondanti, se ricevono dei pacchi di alimenti , possono presi
dalla fame, fare delle indigestioni e avranno scariche di
diarrea… Molto verosimilmente avranno bisogno della carta
igienica! (verso il pubblico) A volte mi stupisco della mia
perspicacia.
E’ andata proprio così ! L’ho impacchettata, infiocchettata
e lasciata giù davanti al portone, tra pacchi di maglioni usati,
scarpe sformate, pacchi di pasta e di biscotti.
Credo il mio dono sia stato gradito: la carta igienica è
necessaria, chi ne può fare a meno? Puoi fare a meno di tante
cose, ma come fai a pulirti il sedere senza carta igienica ? e
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passi se sei stitico , ma se vai lent o… Brrrr! non ci voglio
pensare! Solo chi non va più di corpo, e se non vai più… ma
lasciamo perdere.
Allora io or a ho un problema e devo risolverlo.
Cosa fare? Potrei chiederne un rotolo
in prestito ai vicini .
Ma no! Immagina ogni volta che dovessi salire in ascensore
con questo generoso condomino… non potrei sopportare il
pensiero che mentre mi guarda mi vede nell’ atto di usufruire
della sua carta igienica. No questa idea è da scartare.
Potrei telefonare a mio fratello, chi meglio di un fratell o
può aiutarti volentieri e in modo discreto?
Abita a due isolati da qui, farebbe presto in quattro
salti… Non ha il telef ono fisso, non l’ha mai voluto. Lo
chiamo al cellulare, 3334556… dai rispondi… o no ! “il cliente
da lei chiamato…” Possibile che ce l’ha sempre spento?!
Che Faccio? …
(sorridendo con aria soddisfatta) Ve l’ho già detto che ho
delle idee brilla nti?! In caso di necessità posso sempre disfare
un fiore, meglio una rosa, ha petali grandi… con quelli delle
margherite non ci si pulisce il sedere nemmeno Thugghi ...
l’indossatrice famosa, quella secca secca. Però questa sarà
l’ultima soluzione, non è da me fermarm i alla prima e
rinunciare a trovare qualche altra idea.
(salta al centro del palco inneggiando per la vittoria)
Questa sì che è una signora idea ! Oggi ci deve essere Mario al
Supermercato, lo chiamo, dico che sono bloccata a casa ed ho
finito la carta igie nica. Il numero lo cerco nell’elenco.
Dunque, supermercati….esse … su…su… eccolo
supermercato… 0…ta, ta, ta, ta, ta, ta, ta, ta,… Pronto? C’è
Mario? Sì, quello alto, biondo, sì, sì, quello che è stato male.
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(aspetta tamburellandole dita) Mario, ciao ben to rnato.
Come chi sono? Sono la signora della carta igienica!
Ti ricordi… Ho saputo che sei stato male, mi è dispiaciuto
molto… ma che hai avuto? La panna? Troppa? Forse? Sì, sì ce
n’ho ancora! Vuoi venire a cena… No? Vuoi sapere la data di
scadenza? Se pro prio ci tieni vado subito a vedere… “
(cerca ) Eccola, vediamo… ma è scaduta! Vediamo gli
altri flaconi ne avevo sei, quella sera ne ho consumati tre.
Accidenti, è scaduto anche questo… e anche questo. Li
avevo acquistati tutti insieme… perciò erano scadu ti anche gli
altri tre! (guarda di nuovo)
..e da tre anni!
Pronto Mario? Sai sono scaduti da tre anni. Ma io ho
sempre qualche idea brillante, ho una scorta di Nutella… anzi
è ancora più adatta! Allora ascoltami, io non posso scendere e
ho urgente bisog no di quella carta igienica profumata alla
fragola, quella che mi hai fatto conoscere tu… deliziosa!
Portamene tre confezioni così preparo la stanza da bagno …
sai che a me piace avere tutto perfetto, tutto in ordine, non
deve mancare mai nulla. SSSSSSS! Ascoltami Queste puoi
anche mandarmele su da quel garzone giovane, l’ultimo
arrivato quello che si chiama “Pablo” è messicano, credo.
Tu vieni dopo per l’ora di cena, puntuale mi raccomando .
Sssss, aspetta non parlare, fammi finire, Preparo tutto come
l’altra volta. I fiori, i profumi, le candele e per cena stasera la
casa passa …Indovina? Ostriche!
Ostrica che cena! E il dopo
cena? Non te ne pentirai! Va bene? Dimmi che te ne pare? Ah
sì? Anche tu hai avuto un’idea brillante? Lo sapevo, oltre ad
essere bello, hai anche cervello! (lentamente e sdolcinata)
Dimmi, dimmi ! A cosa hai pensato? Qual è la tua idea
brillante? (silenzio) Ma non sento niente… parla più forte…
non sento. Urla!
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(fuori scena, voce
maschile) ”Ma lavatelo, quel buco in
mezzo alle chiapp e!”
Atto II
La donna sta sul divano, abbandonata senza forze ,
piagnucola e ogni tanto si soffia il naso
Non riesco a crederci! Non ci posso pensare!
Che razza di maleducato … ed io che lo consideravo un
gentleman, un cavaliere d’altri tempi!
(Si ferma e s i tira su e, cambiata espressione,si rivolge al
pubblico) Certo come cavaliere devo dire che sapeva cavalca re
bene…
(di nuovo giù) Ma quale cavaliere e cavaliere! E’ una
bestia! Un maiale! Uno che si permette di usare simili
espressioni, rivolgendosi ad un a signora… ad una signora !
Sì, sì! Deve essere proprio un animale travestito da essere
umano. Un falso! Uno che si fa passare per una persona gentile
ed invece… Falso. Falso.
Per non parlare del la bugia detta per omissione! Sì, sì…
avete capito bene “per o missione”: ha omesso di dirmi che era
sposato. Invece è sposato! E’ sposato!
(breve pausa) rivolta al pubblico Beh! Non che io dia
grande importanza alla cosa… il fatto che sia sposato non mi
ferisce più di tanto, se è sposato che male c’è? Anzi, a dirla
tutta è meglio… Il fatto grave è che mi abbia ingannato!
Sto male! Sto male! Aiutoooo…. Il mio amor proprio è
ferito a morte : ha preso uno schiaffo tale che l’ha schizzato
via, chissà dove!
(si alza lentamente guardando a terra ) Dove sarà?
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(cercando va al c entro del palco ) (si raddrizza
improvvisamente ) No! No! Non posso premetter e che un simile
affronto “alla Donna” rimanga impunito è una questione di
principio. L’universo “DONNA” grida vendetta!
(va a sedersi meditabonda , poi si rialza) Chiamerò mio
fratello e ci penserà lui. Mio fratello Lorenzo, quello che abita
a due passi da qui, da casa mia. Sì, chiamerò Lorenzo; è un
pezzo di pane, un buono sicuramente. Per me poi ha un
debole, andrebbe sulla luna per me. Non mi ha mai rifiutato un
favore. A vederlo , ha una stazza superiore alla media, un
armadio… incute rispetto, ma è giusto così: devono rispettarlo
altrimenti.,, Ve l’ho detto che è una persona sensibile. Certo
non dovete pestargli i piedi. Ne ha manda ti parecchi
all’ospedale. Sono fiera di lui, non si fa posare una mosca sul
naso.
(prende il cellulare e digita il numero )Ancora
disconnesso! MMMMM! Devo avere il numero del suo vicino
di casa, me lo aveva dato dicendomi che in caso di necessità…
e questa che cos’è?
(Prende l’agenda e cerca) Eccolo… 04…… Speriamo ci
sia! Sì, Pronto, Luigi? Sono Lilly! Lilly, Lilly! Come non mi
conosci? Sono la sorella di Lorenzo… il tuo vicino! Ma certo
Liliana e non te l’ho detto? Lilly! (breve pausa)Sì, sì, ti dico
cosa voglio. Per piacere guarda se c’è mio fratello… No, no!
Non voglio parlarci, se c’è digli di correre subito da me. E’
urgente! Grazie.
Se è a casa, arriverà subito … mi vuole un bene e poi è un
“perticone” con quattro salti è qui. Ci scommetterei , se conto
fino a dieci, al dieci apre la porta … v isto che ha le chiavi!
Uno, due, tre. quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, diec..
(si spalanca la porta ed entra il fratello )
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-Liliana!
-Lorenzo!
-Dov’è?
-Chi?
-Il ladro!
-Ma quale ladro?
-Allora sei stata violentata!
-Beh! In un certo senso…
-Sei stata viol entata o no?
-No, no…
-Hai avuto un infarto… o cosa? Stai male?
-No, no…
-E allora… si può sapere per quale diavolo di motivo mi
hai fatto precipitare qua?
(piagnucola ndo e soffiandosi il naso) -Avevo chiamato
Mario, il commesso del supermercato qu i all’angolo, lo
conosci, no?
-Sì, sì, lo conosco. Mario… ma non era ricoverato?
-Ha ripreso il lavoro oggi… l’ho chiamato e mi ha detto
che è stata la mia panna ad intossicarlo.
-Intossicarlo? Come?
-Era scaduta da tre anni!
-Così ti ha denunciato… ti ha picchia to… insomma che ti
ha fatto?
-Nooo! L’ho chiamato perché avevo finito la carta
igienica e volevo che me la portasse a casa.
-E allora?
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-Mi ha risposto…
(incalzandola)-Ti ha risposto…
-Mi ha risposto… “Ma lavatelo... !!”
-Che cosa? Cosa?
-Ha detto “Ma lavat elo, quel...”
-Insomma vuoi dirmi che cosa ti ha detto di lavarti?
Co-saaa?
-Ha detto “Ma lavatelo, quel buco...”
-Ho capito, ha detto “Quel buco di culo” E’ così...è cosììì?
-Non ha usato proprio quel termine ma si riferiva proprio
a quella parte de l corpo...
Lorenzo comincia a dare segni d’impazienza...
-E’ proprio così! Credimi! Mi ha fatto sentire uno schifo.
Mi ha annientato, distrutto, umiliata…Devi metterlo a …posto.
-Non ci posso credere!
-Vero? Nemmeno io! Vedo che comprendi il mio stato…
-Non è possibile!
-Grazie, sei impagabile. Le tue parole mi consolano.
(Bisbigliando) -Non è possibile! Non è possibile! (poi
scandendo le parole e avvicinandosi minaccioso) Io ho fatto il
turno di notte in fabbrica… capisci? Quando ho finito il turno
sono andato a lavorare con Gino, il muratore per arrotondare…
Capisci? Per pagare gli alimenti a quell’altra… las ciamo
perdere… Non ci posso credere! (si avvicina a Liliana che
indietreggia) Non ci posso credere! Stavo dormendo perché fra
un’ora devo tornare in fabbrica! Capisci? Mi hai svegliato per
una stronzata!
-Come?
Secondo te è una “sciocchezza”?
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(alzando molto il tono di voce e incupendolo) -Stronzata!
E’ una stronzata!
-Ma il mio amor proprio…
-Non mi parlare del tuo amor proprio ! Fammi un piacere:
non chiamarmi più … per nessun motivo. E ti do un consiglio.
Nel caso finissi di nuovo la carta igienica,,,
Liliana è pallidissima , il fratello le è vicino, alza un
braccio in modo minaccioso e poi si blocca c omincia ad
annusare l’aria in tutte le direzioni e poi sopra la sorella
Comprensivo: -Te la sei fatta sotto… eh, sorellina?
Ha ragione Mario...“LAVATELOOOO! IL CULO
“
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