2. I siti, p. 27

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2. I SITI
Nel corso della ricerca ho schedato come accumuli anche alcuni siti in cui le scorie avevano
caratteristiche tali da farle ritenere in giacitura secondaria, sebbene, in genere, abbia sempre tentato
di raggiungere l'accumulo primario, corrispondente al punto di riduzione. La segnalazione di scorie
fluitate, comunque, costituisce una base per eventuali future ricerche sul terreno. Più di un centinaio
sono i punti di riduzione finora localizzati; di questi, una ventina hanno restituito materiali di età
romana, e sono stati trattati in altra sede1; un'altra ventina, invece, sono databili, in base ai reperti, in
epoca medievale (XII-XIV secolo). Tutti gli altri punti di riduzione, purtroppo, per le condizioni del
terreno, non hanno permesso di identificare e raccogliere materiali datanti, per cui occorreranno
ripetuti sopralluoghi; in questa sede tuttavia si ritiene utile tentare di dare una collocazione
cronologica anche a questi accumuli sulla base di analogie con quanto noto nei siti datati.
2.1. CASA ROSSA (PORTOFERRAlO)
In un piccolo campo (m 50 x 20 ca.), che rappresenta il fondovalle di un fossetto che va a gettarsi
nel fosso dell'Acquabona, abbiamo una notevole quantità di scorie ferrose, di piccole e medie
dimensioni, frammentate dai lavori agricoli. Non si riesce a calcolare la potenza dello strato di
scorie.
Raccolti anche frr. di minerale (ematite) e di argilla con incrostazioni di scorie (tuyères?).
Inedito.
2 1.1.
(Tav III n. 3) Fr. di orlo arrotondato e parete di testo. Pasta arancio, semidura, con
numerosi inclusi quarzosi di medie dimensioni, e molti altri inclusi bruni e rossastri di varie
dimensioni Superficie esterna levigata, superficie interna non conservata.[27]
Lungh. cm 2,1; largh. cm 1,5; spess. cm 1. Cfr. indicativamente Terre e paduii 1986, fig. 47, n. 15.
Raccolti vari frr. n.d., di cui due riconducibili alla produzione c.d. "acroma industriale".
2.2. TRE ACQUE (PORTOFERRAIO)
In un vigneto posto tra la strada sterrata e il fosso delle Tre Acque, immediatamente a valle di un
ponticello, abbiamo una notevole quantità di scorie.Il fosso è ricco di acque, e l’idronimo è
significativo; le acque venivano raccolte anticamente da un acquedotto in piombo.Il terreno è
grigio, ricco di minerale polverizzato; le scorie sono abbondantissime, in frr. di medie e piccole
dimensioni, frantumate dai lavori agricoli.Raccolti frr. di minerale (ematite).
Dalla zona delle Tre Acque proverrebbero reperti del paleo-eneolitico (MONACO in MELLINI
1965, pp. 232, 253); resti di acquedotto romano in tubi di piombo visti all inizio dell 800
(THIEBAUT DE BERNEAUD 1808, pp. 127-128).
Bibliografia: THIEBAUT DE BERNEAUD 1808, pp. 127-128; NINCI 1815, p. 29; SABsADrN1
1920, p. 20; MONACO in MELMNI 1965, pp. 232, 253; ZECCHINI 1978, p. 199; ZECCHINI
1982, pp. 25 n 25, 35-36.
2.2.1. (Tav. III n. 2) Fr. di orlo diritto, lievemente estroflesso, pertinente forse ad anforetta o brocca
in "acroma industriale".
Pasta arancio-rosato, semidura, con minutissime lamelle micacce e qualche vacuolo. Superficie
esterna levigata.
H cm 3; largh. cm 4,5; spess. cm 0,8.
1
Cfr. supra cap. I n. 34.
1
Cfr. BUSI 1984, tav. I nn. 1-2; sulla classe cfr. da ultimo PAOLETTI 1987.
2.2.2. Fr. di fondo lievemente concavo, internamente convesso, forse pertinente a testo.
Pasta arancio, semidura, con numerosi inclusi bianchi e rossi di medie dimensioni, qualche vacuolo.
Lungh. cm 5,5; largh. cm 3,2; spess. da cm 1,1 a 1,5.
2.2.3. (Tav. III n. 1) Fr. di orlo estroflesso e arrotondato, parete obliqua efondo di testo.Argilla
come n. 2.1.1. Superfici interna e esterna levigate.H cm 2,3; largh. cm 4; spess. cm 1; 0 (ricostruito)
cm 15.
Cfr. FRANCOVICH, GELICHI, PARENTI 1980, fig. 18 n. 6; Terre e paduli 1986, fig. 47 n. 6;
STORTI 1989, tav. 35 figg. 8-9.
2.3 IL PORTICCIOLO (RIO MARINA)
Questo sito è noto solo attraverso la descrizione che ne dà il Mellini (1965, pp. 61-62), che lo
localizza “ sulla pendice settentrionale del monte detto la Caligna[28] Armata, a circa la metà del
monte a 35 metri circa sul livello del mare, in luogo detto alle Fontine presso il Porticciuolo ”.
Nonostante ripetuti sopralluoghi, non è stato al momento possibile localizzare il sito a causa della
folta vegetazione. Mellini segnala “ uno strato di scorie più o meno spesso, coperto dal terriccio
vegetale, della profondità di un metro circa e dell'estensione di m. 20 circa ”. Oltre a scorie,
frammenti di minerale e a pezzi di crogiuolo di argilla plastica del posto...con tracce di scanalature
e ... uno con canale ostruito da scorie ”, Mellini raccolse anche due frammenti di stoviglie o per dir
meglio un piatto piccolo assai grossolano in terra cotta: senza verniciare ”. La descrizione del
reperto, pur con le dovute cautele, lascia pensare che si tratti di un testello medievale.
Bibliografia: MELLINI 1965, pp. 61-62; SABBADINI 1920, p. 20; NIHLEN 1961, n. 6;
ZECCHINI 1978, p. 199
2.4. ACQUAVIVA (PORTOFERRAIO)
Sulla spiaggia dell'Acquaviva l'erosione marina ha creato una sezione in cui sotto uno strato
alluvionale, apparentemente sterile, con poche scorie, sussiste uno strato più nero, con minuscoli
carboni, numerose scorie e qualche frammento ceramico. La stratigrafia è chiusa, in basso, dai
ciottoli della spiaggia. Gli strati sono inclinati verso la parte centrale della spiaggia, dove
attualmente sbocca un piccolo fosso (detto dell'Acquaviva). Buona parte del terreno in prossimità
del mare è sfuggita all'indagine, in quanto attualmente occupato da un campeggio, il cui
allestimento, con i relativi sbancamenti, ha compromesso il sito
Tutta la parte bassa della vallata presenta accumuli, anche piccoli, di scorie, che però sembrano
generalmente in giacitura secondaria; un punto di riduzione, di incerta collocazione cronologica, è
invece stato localizzato più a monte, sopra la strada provinciale, immediatamente a ridosso del
torrente; è anche possibile che le scorie della spiaggia dell'Acquaviva provengano da questo
accumulo (e forse anche da altri non ancora localizzati).
È incerto se a questo sito si riferisca la scoperta, nel 1899, di un impianto metallurgico “ in
Acquaviva, nei possessi dell'Avv. Fa laci ”; il fatto che il ritrovamento avvenga in occasione
dell'impianto di un castagneto fa sospettare che il sito vada localizzato più a monte. NIHLEN 1961,
n. 51, poneva l’accumulo a ca. 200 m dal mare, e dava notizia del rinvenimento, tra le scorie, di un
fr. ceramico con ornamenti (non meglio specificati 3. TRAINA 1981, nn. 39 e 87, segnala alcuni
accumuli lungo il corso del fosso; tra la campionatura raccolta, oltre ad un fr. ceramico con tracce
di vetrina e un'ansa di anforetta in "acroma industrial e", compare anche un fr. di ansa di anfora
etrusca.
È incerto, al momento, se le scorie della spiaggia dell'Acquaviva siano in situ o se si tratti, come
sembra, di scorie di riporto: sono piuttosto fluitate, e il terreno non presenra quelle minuscole
particelle luccicanti che si trovano nei punti di riduzione. Tuttavia il fr. di ansa di anforetta
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medievale, qui sotto descritto, rinvenuto[30] insieme alle scorie, potrebbe provenire dallo stesso
accumulo da cui provengono anche le scorie; si tratta, ovviamente, di una pura ipotesi, da verificare
nel prosieguo della ricerca.
Bibliografia: Scoperta archeologica, “Corriere dell'Elba”, 12.3.1899, p.3; SABBADINI 1920, pp.
6, 20; NHILEN 1961, nn. 51, 52; MONACO in MELLINI 1965, p. 235; ZECCHINI 1978, p. 199;
TRAINA 1981, nn. 39, 87; ZECCHINI 1982, pp 82, 175.
2.4.1. (Tav. III n.22) Fr. di ansa a nastro.
Pasta tenera, arancio in superficie, rosato-rossa nel nucleo, con numerosissime piccolissime lamelle
micacee e pochi inclusi rossastri di medie dimensioni.
H cm 5,5; largh. cm 5,8; spess. cm 0,7 - 0,9.
Cf. FRANCOV ICH, GELICHI, PARENTI 1980, fig. 23; GELICHI 1984, fig. 4, n. 18; sulla classe
cfr. BUSJ 1984; PAOLETTI 1987.
2.5. LA FEGATELLA (RIO MARINA)
Il sito si trova nella vallata del fosso del Giove, sulla pendice N del M. Giove, a lato di un piccolo
fosso affluente. Le scorie, abbondantissime, in frr. di tutte le dimensioni, occupano un'area del
diametro di ca. m 30; il terreno è rossastro, argilloso, con pulviscolo luccicante. Raccolti vari frr. di
tubi in argilla per l'immissione dell'aria.
Una vecchia strada sterrata passa immediatamente a valle del punto di riduzione; una nuova strada,
tracciata a monte, ha alterato l’area. Nelle vicinanze, una piazzuola di carbonai. Il Mellini aveva
esplorato il sito il 14 aprile 1877; ecco quanto si ricava dal suo diario (MELLINI 1965, pp. 63-65):
“Le scorie occupano un'area di una cinquantina di metri quadrati: formano una gobba che va da
ponente a levante; il loro massimo spessore è circa un metro e venti centimetri; e riposano sopra un
terreno abbondante di argilla plastica...Fu impossibile estrarre sani i frammenti di crogiuoli... ”. Il
Mellini vi raccolse “un pezzo di oligisto lamellare poroso, non arrostito”, frr. di “crogiuoli” in
argilla plastica del posto, con tracce del canale “per lo scolo” (più verosimilmente, nubi per
l'immissione dell'aria dai mantici nel forno). I materiali ceramici rinvenuti consistevano in “due
frammenti di terracotta manufatta: che uno probabilmente formava parte di un vaso da bere; e l'altro
di un piatto di egual forma e dimensioni di quello ritrovato al fabbrichile del Porticciolo” (cf. supra,
n. 2.3). L'analogia con gli altri siti che hanno restituito materiale datante, e la descrizione, pur
sommaria, dei manufatti ci fa pensare che si possa trattare, ovviamente in via ipotetica, di testi
medievali.
Bibliografia: MELLINI 1965, pp. 63-65, 66, 266; NIHLEN 1961, n.4; ZECCHINI 1978, pp. 199,
203.[31]
2.6. MORTELLA - COLLE DEL LENTISCO (RIO MARINA)
A NO del Monumento Tonietti, c'è un sentiero che conduce prima ad una carbonaia, sulla destra, e
poi ad una fonte perenne, sulla sinistra. Immediatamente a valle della carbonaia si notano scorie
sparse, abbondanti, e segni di profondi scavi. Ancora più a valle, tra il sentiero e il fosso, abbiamo
un cumulo allungato composto prevalentemente di frammenti di argilla concotta con incrostazioni
di scorie (tuyères), forse lo scarico del materiale scartato durante il recupero delle scorie ferrose. Le
scorie sono sparse, tra lo stradello e il fosso, per una lunghezza di ca. m 50.
L'accumulo era ancora intatto nel 1914 (MONACO in MELLINI9 1965, p. 70 n. 84); da fonti locali
ho appreso che una ventina di uomini lavorarono per un anno al recupero delle scorie da questo sito.
Mellini (1965, pp. 70-71) segnala questo accumulo, senza però lasciarne la descrizione. Conosceva
però una conduttura romana, in tubi di terracotta, che lungo le pendici orientali del colle del
3
Lentisco portava acqua alla cisterna che riforniva la villa di Capo Castello. Sabbadini (1920, p. 21)
ricorda che questa conduttura passava per il forno del Lentisco, ed anche nella mia ricognizione ho
raccolto un fr. di tubo fittile. Sempre Sabbadini (l.c.) ricorda “un asse unciale trovato tra le scorie
del Lentisco”; io ho avuto modo di vedere un fr. di collo ed orlo di anfora greco-italica con orlo
ancora poco inclinato, proveniente generalmente dalla zona, presso una persona del luogo. La stessa
persona mi ha anche mostrato alcuni frr. di testi medievali (simili al n. 2.18.1) provenienti da questo
punto di riduzione (cf. anche infra, n. 2.7.).
La datazione de l'accumulo di scorie potrebbe essere fornita solo da uno scavo sistematico dell'area.
Per il momento mi sembra poco probabile una contemporaneità tra l'attività di riduzione del
minerale e il passaggio di un acquedotto; il forno sarà forse da porre in relazione con l'asse unciale e
il collo di anfora grecoitalica (ma rappresenterebbe una singolare eccezione con quanto altrove
documentato circa le caratteristiche topografiche dei punti di riduzione di età romana: cf. infra, p.
44), o, preferibilmente, con i frr. di testi medievali: materiali di epoche diverse si sono
probabilmente mescolati nel corso delle operazioni di asportazione delle scorie.
Bibliografia: MELLINI 1965, pp. 70-71, 119-129; SABBADINI 1920, pp. 20-21; NIHLEN 1961,
n. 1; MONACO in MELLINI 1965, p. 355; ZECCHINI 1978, p. 199; ZECCHINI 1982, pp. 26,
205.
2.7. CAPO DI MATTEA - CAVO (RIO MARINA)
All'estremità del Capo di Mattea, sotto il muro di contenimento del giardino della villa La
Palazzina, abbiamo uno spesso strato di scorie. In un punto, nel 1985, si conservava una sezione del
deposito, in cui alla roccia degradata di base si sovrapponeva uno strato di scorie abbondantissime,
in frr. di piccole e medie[32] dimensioni, con frr. di argilla concotta con scorie, e minerale (ematite
parzialmente alterata dal fuoco); sopra, un livello con poche scorie, frr. di mattoni e ceramica
moderna, piccole pietre. Tra le scorie si sono raccolti due frr. di testi medievali.Sono noti resti
romani, collegabili alla vicina villa di Capo Castello; si ha notizia di un tesoretto monetale,ora
disperso, e di un sepolcreto di incerta collocazione cronologica, forse paleocristiano, scoperto nel
farvi una vigna (MELLINI 1965, pp. 114-117). ZECCHINI 1982 segnalale scorie di ferro, e
propende per collegarle con l'edificio romano.Secondo notizie raccolte sul posto in questo punto vi
era l'imbarco del materiale ferroso recuperato nell'accumulo di Colle del Lentisco (cf. supra, n.
2.ó.); è quindi possibile che le scorie e i materiali segnalati vadano riferiti non ad un'attività di
riduzione del minerale qui esplicatasi, ma ancora al sito di Colle del Lentisco, di cui
confermerebbero la datazione in età medievale.
Bibliografia: MELLINI 1965, pp. 114-117; ZECCHINI 1982, pp. 68-70.
2.7.1. (Tav III n. 6) Fr. di orlo diritto, arrotondato, di testo.
Pasta piuttosto tenera, rosato-arancio, tendente all'arancio verso la superficie, con numerosi inclusi
bianchi di piccole e medie dimensioni, qualche incluso rosso di medie dimensioni, qualche vacuolo.
Superficie interna poco levigata, di colore bruno verso l’orlo.H cm 2,4; largh. cm 2,9; spess. cm 1,8.
Cfr.FRANCOVICH,GELICHI,PARENTI 1980,fig.18 n.3, fig.20 n.21; Terre e paduli
1986,fig.47nn.14,
16.
2.7.2. (Tav. III n. 9) Fr. di fondo, parete ed orlo arrotondato di testo.
Pasta piuttosto tenera, rosata, tendente al giallastro verso la superficie, con numerosissimi grossi
inclusi bianchi quarzosi.Tracce di fuoco sul fondo piano. H cm 3,5; largh. cm 4,9; spess. parete cm
1,8.
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Cf. GELICHI 1984, fig. 3; Terre e paduli 1986, fig. 47 n. 7.
2.8. CASE NARDELLI (RIO MARINA)
A monte del ponte della strada Rio Elba - Cavo, sul fosso di Gorgoli, nell'area compresa tra il fosso
principale e un più piccolo fossetto confluente da O e in prossimità di questo, abbiamo un accumulo
di scorie per un fronte di una trentina di metri. Tutta l'area presenta vecchi terrazzamenti, obliterati
dalla presente vegetazione.A SE del punto di riduzione, oltre una piazzuola di carbonai, abbiamo
anche i resti di una canalizzazione scavata nel terreno, irregolare, con segni di rifacimenti; è incerto
però il suo rapporto con l'attività metallurgica, potendo anche appartenere alla successiva fase di
siruttamento agricolo.
Il terreno è bruno, con pulviscolo luccicante; le scorie sono abbondantissime, in[33]
frr. di tutte le dimensioni; molti frr. di tubi per l'immissione dell'aria; raccolti anche frr. di minerale
(ematite, anche parzialmente alterata dal fuoco).
È incerto se il 'fabbrichile' di Vignola, indicato in SABBADINI 1920, p. 20, possa identificarsi con
questo, che si trova a poca distanza dal fosso di Vignola, ma in un'altra vallata.
Bibliografia: MELLINI 1965, pp. 125-129; SABBADINI 1920, pp. 20, 44; MONACO in
MELLINI 1965, p. 267.
2.8.1. (Tav. III n.7) Fr. di parete ed orlo di testo. Pasta come 2.2.6, ma più tendente al rosso.H cm
2,5; largh. cm 3,5; spess. cm 1,1.
Cfr. FRANCOVICH, GELICHI, PARENTI 1980, fig. 18 n. 3; BEDINI, BIANCHIMANI, REDI,
VIOLANTE 1987, p. 328 tav. I n. 5; STORTI 1989, tav. 35 n. 11; tav. 36 n. 1.
2.9. CASE MIBELLI FOSSO DEL CAUBBIO (CAPOLIVERI)
Sulla destra della strada sterrata che da Lacona risale ii fosso del Caubbio, sotto Case Mibelli, c'è
una serie di terrazzamenti con alberi da frutto, limitati dalla strada stessa e da un piccolo fosso che
confluisce da N nel fosso del Caubbio. Le scorie sono abbondantissime, abbastanza concentrate, in
frr. di tutte le dimensioni; il terreno presenta il solito pulviscolo luccicante. Raccolti anche vari frr.
di tubi per l'immissione dell'aria e di minerale (ematite parzialmente alterata dal fuoco). Le scorie si
trovano in abbondanza sul terrazzamento più basso, per un fronte di una trentina di metri, sulla
strada, e nel terreno fino alla canaletta e poi al fosso.
Probabilmente il punto di riduzione era collocato sulla riva sinistra del fosso del Caubbio, all'altezza
della confluenza dell'altro piccolo corso d'acqua, ed è stato profondamente sconvolto dallo scasso
per la strada, dal terrazzamento e dai lavori agricoli. Un recente sopralluogo ha permesso di
accertare che è stato parzialmente rettificato anche il corso del fosso.
Nella vallata è stata rinvenuta anche una tomba isolata del II sec. a.C. (MONACO in MELLINI
1965, p. 209; MAGGIANI 1981, p. 177 n. 11).
Bibliografia: l’accumulo è inedito: per la zona cfr MONACO in MELLINI 1965, pp. 209, 319;
ZECCHINI 1978, p. 199; MAGGIANI 1981, p. 177 n. 11; ZECCHINI 1982, pp. 26, 204.
2.9.1. (Tav. III n. 4) Fr. di fondo piano, parete obliqua e orlo arrotondato pertinenti ad un testo.
Pasta arancio, semidura, con numerosi inclusi quarzosi di medie dimensioni,
numerosi inclusi rossastri.H cm 2,ó; largh cm 3; spess. fondo cm. 1,4.
Cfr. FRANCOVICH, GELICHI 1980, p. 138 n. 1; in parte, FRANCOVICH, GELICHI[34],
PARENTI 1980, fig. 18 n. 9; Terre e paduli 1986, fig. 47 n. 1; STORTI 1989, tav. 35 n 10, tav. 36
n. 2.
2.9.2 (Tav. III n 5) Fr. di orlo arrotondato pertinente a testo.
5
Pasta c.s. Lungh. cm. 2,7; largh. cm 1,8; spess. cm 1,3.
Cfr. Scarlino 1 1985, tav. XI n. 6; Terre e paduli 1986, fig. 47 nn s, 12.
2.9.3. (Tav. III n. 21) Fr. di ansa a sezione ovale, con 4 nervature longitudinali. L’asta semidura,
piuttosto porosa, arancio rosato, grigia nel nucleo, con molti piccoli inclusi bianchi. Lungh. cm 6;
largh. cm 3,5; spess cm 2.
2.10. CASE TALLINUCCI-FOSSO DEL CAUBBIO (CAPOLIVERI)
Circa 1 km a monte del sito precedente, il fosso del Caubbio riceve un affluente dalla destra. Il
punto di riduzione si trovava nel poggio formato dalla confluenza dei due corsi d'acqua; le scorie,
che occupano una superficie di ca m 35 x 20, sono abbondantissime, relativamente concentrate, in
frr. di tutte le dimensioni. Raccolti anche vari frr. di tubi per l'immissione dell'aria e di minerale
(ematite, anche parzialmente alterata dall'azione del fuoco).Il sito non presenta terrazzamenti ma è
stato sconvolto dall'impianto dell'attuale frutteto; i lavori agricoli hanno favorito l'accumularsi delle
scorie in corrispondenza dei fossi.
Oltre al frammento sotto descritto, durante un recente sopralluogo si è raccolto un altro frammento,
determinabile, di testo, attualmente depositato presso il prof. Sperl.
Bibliografie: inedito: per la zona, cfr supra, n. 2.9.
2.10 1. (Tav III n. 12) Fr. di fondo piano, lievemente concavo inferiormente, con protuberanza
centraie interna, forse pertinente a piccolo testo.
Pasta come n. 2.7.2., ma più arancio nel nucleo. Lungh. cm 6,5; largh. cm 4; spess. cm 2-2,4.
2.11. MONTE STREGA (RIO ELBA)
Sul versante E del Monte Strega, nella valletta che scende dalla sella tra q 402 e q 421, ca. 20 m a
valle di una postazione militare abbandonata, abbiamo un piccolo rialzo che corrisponde al punto di
riduzione.
Il terreno è ghiaioso, detritico; le scotie sono abbondantissime, concentrate nel raggio di pochi metri
Assai numerosi anche i frammenti di tubi per l'immissione dell'aria; il minerale è l'ematite.Una
persona del luogo mi ha mostrato un frammento di testo proveniente dal sito, simile al n. 2.18.1.
Inedito.[35]
2.12. VAL CARENE (PORTOFERRAIO)
Il sito si trova in un campo coltivato sulla sponda destra del fosso dei Pozzatelli, dopo una
confluenza, in un punto in cui il fosso piega verso NE. Le scorie sono maggiormente presenti in
un'area di ca. m 20 X 10; sono abbondantissime, in frr. di piccole e medie dimensioni; raccolti
anche frr. di tubi per l'immissione dell'aria. I lavori agricoli hanno sconvolto il giacimento.
Bibliografia: TRAINA 1981, n. 9.
2.12.1. (Tav. III n. 8) Fr. di orlo svasato, internamente arrotondato, pertinente a testo. Pasta arancio,
semidura, con numerosi inclusi quarzosi e rossastri di medie dimensioni.
Superfici interna ed esterna levigata. H cm 2; largh. cm 2; spess. cm 1,5. Cfr. FRANCOVICH,
GELICHI PARENTI 1980 fig. 20 n. 18; Scarlino I 1985, tav. X n. 1; Terre e peduli 1986, fig. 47
nn. 23, 24.
2.12.2. (Tav. III n. 10) Fr. di orlo arrotondato, pertinente a testo. Pasta c.s.
Superfici interna ed esterna grezze. H cm 2,5; largh. cm 4; spess. cm 1,4.
6
Cfr. FRANCOVICH, GELICHI,PARENTI 1980, fig. 18 n. 6; Terre e paduli 1986, fig. 47 passim
(data la genericità del fr.).
2.13. VAL LITERNO (MARCIANA)
A valle delle case Verna, sulla sponda destra del fosso del Literno, immediatamente a monte della
confluenza di un piccolo fosso, c'è un'area coltivata detta da le persone del luogo “gli Schiùmoli”.
Le scorie, abbondantissime, si stendono per una superficie di ca. m 50 x 20 lungo il fosso
principale; sono di piccole e medie dimensioni, frammiste al terreno in conseguenza dei lavori
agricoli Il minerale (ematite) è stato raccolto principalmente ai margini dell'area cosparsa di scorie,
e lungo i fossi. Inedito.
2.13.1. (Tav. III n. 23) Fr. di fondo esternamente concavo ed internamente convesso.
Pasta arancio-rosata nel nucleo, nocciola in superficie interna ed esterna, con molti grossi inclusi
bianchi, numerosi inclusi rossastri di medie dimensioni. Superficie esterna levigata; tracce di
incrostazione ferrosa sulla superficie interna.
Sull'esterno del fondo segno a tridente graffito. Lungh. cm 7; largh. cm 6,5; spess. cm 1 - 1,2.[36]
Il segno a tridente è diffuso tra i graffiti vascolari etruschi, ma il frammento in questione non
permette sicure classificazioni tipologiche e quindi cronologiche.
2.13.2. (Tav. III n. 15) Fr. di parete diritta e orlo arrotondato pertinente a testo.
Pasta c.s. Superfici interna ed esterna levigate. H cm 2,5; largh. cm 4,5; spess. cm 1,5.
Cfr. FRANCOVICH, GELICHI, PARENTI 1980, fig. 18 n. 6; Scarlino 1 1985, tav. X n. 1.
2.13.3. (Tav. III n. 13) Fr. di parete diritta con orlo arrotondato pertinente a testo.
Pasta c.s. Superfici interna ed esterna grezze. H cm 2; largh. cm 6; spess. cm 1,5.
Cfr. FRANCOVICH, GELICHI, PARENTI 1980, fig. 18 n. 6; fig. 20 n. 21; Scarlino 1 1985, tav.
XI n. 5; Terre e paduli 1986, fig. 47 n. 2.
2.14. VAL LITERNO (PORTOFERRAIO)
Lungo la strada sterrata che risale la valle, dopo alcune case abbandonate alla confluenza di un altro
fosso, si giunge ad un punto in cui la strada attraversa il ruscello. A S del fosso abbiamo un rialzo
del terreno che non è stato possibile esplorare per la folta vegetazione. Lungo la stradella si segue
l'andamento dello strato
di scorie, che sembrano più concentrate a valle, mentre i frammenti pertinenti ai tubi per
l'immissione dell'aria sono più presenti verso monte.
Le scorie sono abbondantissime, concentrate, in frr. di piccole e medie dimensioni; raccolti anche
frr. di tubi per l'immissione dell'aria e di minerale (ematite). Inedito.
2.14.1. (Tav. III n. 11) Fr. di parete ed orlo arrotondato pertinente a testo. Pasta come 2.12.2., ma
con nucleo nocciola.
Superfici interna ed esterna levigate. H cm 2,5; largh. cm 3,5; spess. cm 1,3.
Cfr. FRANCOVICH, GELICHI, PARENTI 1980, fig. 18 n. 6; fig. 20 n. 21; Terre e paduli 1986,
fig. 47 nn. 7, 10.
2.15. MARMI (CAMPO)
Sulla strada provinciale Procchio-Marina di Campo, a valle della località I Marmi, abbiamo, sulla
destra per chi procede verso Marina di Campo, una casa posta alla confluenza di due fossi.
7
Dietro di essa c'è un'altra casa con accanto un piccolo garage.[37]
Alle spalle delle costruzioni si trova un campo incolto, in cui le scorie compaiono fino ad una
distanza di ca. m 10 dalla casa più vicina. Tra il campo e la casa abbiamo anche una lieve scarpata
che consente di vedere una sezione.
Le scorie sono sparse per una vasta area, in conseguenza evidentemente dei lavori per la
costruzione delle case. Ci è stato comunque riferito da persone del posto che in passato fu asportato
molto materiale ferroso, e che anzi fu rinvenuta una “lancia etrusca” (sic).
Le scorie sono abbondantissime, in frr di piccole e medie dimensioni; raccolto anche qualche frr. di
argilla con incrostazioni ferrose, e di minerale (ematite).
Inedito.
2.15.1 (Tav. III n. 14) Fr. di parete ed orlo arrotondato pertínente a testo. Pasra come 2.12.1.
Superficie interna levigata; la superficie esterna, con parte dello spessore della parete, è invece
andata perduta.H cm 2,5; largh. cm 4; spess. non conservato. Frammento ricomposto da 6 pezzi.
Cfr. MANNONI 1975, fig. 19 n. 2; FRANCOVICH, GELICHI 1980, p. 138 n. 1; Scarlino I 1985,
tav. XI n. 6.
2.16. LA ZANCA (MARCJANA)
Sulla sponda destra del fosso dei Canali, a monte del ponte della provinciale, c'è una serie di
terrazzamenti coltivati a vigne e frutteto, per un'estensione abbastanza limitata. Scorie abbondanti,
in frr. di piccole e medie dimensioni; molti frr. di piccole scorie di colata. Raccolti pochi frr. di
argilla con incrostazioni ferrose e qualche frr. di minerale (ematite). Secondo notizie raccolte sul
posto, buona parte delle scorie sarebbe stata asportata.
Bibliografia: NIHLEN 1961, n. 40; ZECCHINI 1978, p. 199.
2.16.1. (Tav. III n. 16) Fr di orlo arrotondato pertinente a testo.
Pasta arancio-rosata, con numerosi grossi inclusi bianchi e bruni, molti altri piccoli inclusi di varia
origine.
Superfici assai irregolari. H cm 2,5; largh. cm 5; spess. cm 1,5.
Cfr. Scarlino 1 1985, tav. X n. 3, tav. XI n. 8; Terre e paduli 1986, fig. 47 nn. 14-16.
2.17. RIMERCOIO - VALLE DELLA NIVERA (MARCIANA)
Dalla strada provinciale Monte Perone - Poggio, poco prima di Poggio, si segue una strada sterrata
che scende verso il torrente. Giunti presso il corso d'acqua[38] si trova, a valle della stradella, una
vasta area (ca. m 40 x 20) con scorie. Si nota, immediatamente sotto la strada, una scarpata di ca. m
1 corrispondente forse all’escavazione operata per il recupero delle scorie. Appena più a valle
abbiamo invece un accumulo di materiale scavato e probabilmente scartato (si tratta infatti
prevalentemente di frr. di rubi per l'immissione dell'aria) Le scorie spugnose, corrispondenti al
residuo che rimane sul fondo della fornace dopo la riduzione, sono più concentrate nella parte non
ancora scavata; comunque la folta vegetazione ha impedito una più attenta indagine sul terreno.
Tutto il complesso si trova compreso tra il torrente della Nivera, a E, e un fosso minore che vi
confluisce, a N. Da ambo i lati c'è un ripido pendio, che, come osservava Nihlen, è stato
probabilmente utilizzato in antico come scarico. Le scorie sono abbondantissime, in frr di tutte le
dimensioni; molte le scorie di colata di piccole dimensioni; il terreno è bruno, con pulviscolo
luccicante.
NIHLEN 1961 ricordava che da questo sito erano state estratte 1200 t di scorie; aveva inoltre notato
alcuni muri (non visti nel mio sopralluogo) e vi aveva raccolto anche alcuni frammenti ceramici che
egli definisce medievali.
8
Auspicando un'indagine archeologica del complesso, vale forse la pena di ricordare che nel 1543 si
accenna ad una ferriera riattata da un marcianese (cf. infra, p. 14 e cap. I n. 16). La presenza di
scorie in abbondanza, e la notizia di Nihlen sull'esistenza di strutture murarie rendono proponibile
una pur ipotetica identificazione del sito con l'impianto protoindustriale, che avrebbe sfruttato le
abbondanti acque del torrente Nivera. Altre strutture murarie associare a scorie sono comunque
visibili più a valle, sempre sullo stesso torrente, sebbene la folta vegetazione e il recente scarico di
macerie abbiano reso impossibile l'indagine in quest'ultimo sito. (Tav. 19, n. 2).
Bibliografia: NIHLEN 1961, nn. 27, 28.
2.18. GUALDARONE. - PROCCHIO (MARCIANA)
Il sito si trova luppo il fosso del Gualdarone, sulla sponda sinistra, alla confluenza di un piccolo
fossetto, a poca distanza in linea d'aria dalla strada provinciale Portoferraio-Marciana. Una stradella
sterrata, aperta recentemente con la ruspa, e una piazzuola di carbonai hanno parzia mente
sconvolto il deposito; attualmente si nota un prevalere dei frr. di tubi per l'immissione dell'aria in
prossi. mità del fosso, mentre le scorie spugnose e di colata sembrano più concentrate nella parte
alta, in corrispondenza della piazzuola dei carbonai; comunque le scorie sono sparse su ambedue i
pendii del modesto rilievo.Le scorie sono abbondantissime, in frr. di tutte le dimensioni; numerosi
anche i frr. di argilla con incrostazioni ferrose e di minerale (ematite). Inedito.
2.18.1. (Tav. III n. 17) Fr. di fondo piano, parete diritta e orlo arrorondato di testo.[39]
Pasta arancio, semidura, con numerosi inclusi quarzosi di medie dimensioni, e molti inclusi
rossastri e bruni di varie dimensioni. Superficie esterna levigata, superficie interna grezza. Ø
(ricostruito) cm 17; h cm 3,2; largh. cm 5,7; spess. cm 1,5. Frammento ricomposto da 7 pezzi.
Cfr. MANNONI 1975, fig. 19 n. 7; FRANCOVICH, GELICHI 1980, p. 138 n. 2; FRANCOVICH,
GELICHI, PARENTI 1980, fig. 18 n. 6; fig. 20 n. 21; Terre e paduli 1980, fig. 47 n. 7; STORTI
1989, tav. 35 n. 11.
2.19. FOSSO DI COLLETONDO (CAMPO)
Seguendo la stradella che risale la vallata, prima di un guado, abbiamo, tra la strada e L fosso,
un'area con scorie e frammenti ceramici accumulati fra massi granitici. La folta vegetazione ha
impedito di valutare l'estensione complessiva del sito, che comunque dà l'impressione di essere
stato sconvolto da lavori per il recupero delle scorie. Diversi frammenti ceramici erano posti
insieme alle scorie sui massi di granito, oppure, immediatamente a valle, in cavità tra i blocchi
stessi. I materiali ceramici mostravano i segni di una prolungata esposizione alle intemperie. Le
scorie sono abbondantissime, in frr. di medie e piccole dimensioni; molti i frr. di argilla con
incrostazioni ferrose, pochi frr. di scorie spugnose, piccole scorie di colata. Raccolto anche il
minerale (ematite).
Tra i materiali ceramici, oltre ai due frr. di testi descritti qui sotto, sono stati rinvenuti anche
numerosi frr. non determinabili pertinenti comunque ad un'anfora, apparentemente ellenistica o
romano-repubblicana. I materiali raccolti non consentono più precisi confronti e datazioni; nel caso,
tuttavia, che ulteriori ricerche confermassero la compresenza di reperti di epoca romana e
medievale, potremmo pensare, in attesa di uno scavo stratigrafico, che un punto di riduzione
medievale si sia impostato su un sito romano, sia esso una fattoria, un'area sepolcrale oppure un
centro di riduzione del minerale. Inedito.
2.19.1. (Tav. III n. 20) Fr. di orlo ingrossato e arrotondato, parete e fondo
piano di testo.
Pasta come n. 2.18.1.
Ø (ricostruito) cm 21,5; h cm 2,1; largh. cm 5,5; spess. parete cm 1,3.
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Cfr. FRANCOVICH, GELICHI, PARENTI 1980, fig. 18 n. 4; BROGIOLO, GELICHI 1984, tav. X
n. 4; Terre e paduli 1986, fig. 47 n. 2; REDI 1988, p. 68 n. 1; STORTI 1989, tav. 35 n. 11.
2.19.2. (Tav. III n. 19) Fr. c.s., con listello sopra il fondo.
Pasta c.s. H cm 2,2; largh. cm 2,5; spess. parete cm 1,4.
Cfr. FRANCOVICH, GELICHI, PARENTI 1980, fig. 18 nn. 3, 9; Terre e paduli 1986, fig. 47 n.
8.[40]
2 20 VALLE Dl FILETTO (CAMPO)
In un affluente di sinistra del fosso di Filetto, sulla sponda sinistra, per una lunghezza di ca. m 20 e
una larghezza di ca. m 10, abbiamo un accumulo di scorie. L'area è stata sconvolta da terrazzamenti
poi obliterati dalla folta vegetazione, e, probabilmente prima, dai lavori di recupero delle scorie
ferrose (ricordati da persone del luogo), cui è forse da riferire un vicino mucchio di piccole scorie di
colata.
Il deposito, per quanto visibile attraverso un crollo nel muro di terrazzamento, presenta strati di
scorie in terreno bruno o rossastro, ciascuno dello spessore di ca. cm 30.Le scorie sono
abbondantissime, in frr. di tutte le dimensioni; visti numerosi frr. di scorie spugnose, di tubi per
l'immissione dell'aria (un tuSo, quasi intero, è conservato presso una persona del luogo), di minerale
(ematite). La medesima persona mi ha mostrato un fr. di testo medieva e, simile al n. 2.16.1,
proveniente dal sito. Inedito.
2.21. SEGAGNANA (CAMPO)
Sulla riva sinistra del fosso di Segagnana, all'altezza di un vecchio terrazzamento, abbiamo un'area
con scorie. La zona, terrazzata per la coltivazione e ora abbandonata, non ha potuto essere
esaminata compiutamente per la folta vegetazione.
Le scorie, abbondantissime, in fr. di tutte le dimensioni, sono state utilizzate anche per la
costruzione dei muretti di terrazzamento. Presenti alcuni frr. di tubi per l'immissione dell'aria, di
scorie spugnose, e di minerale (ematite).
Presso una persona del luogo ho visto un frr. di testo proveniente da questo sito. Inedito.
2.22. VALLE DEI MULINI (PORTOFERRAIO)
Risalendo il fosso a monte della confluenza della valle dei Mulini per ca. m 100, sulla sponda
destra, si nota un cumulo di scorie in un modesto rilievo (ca. m 2 rispetto al fosso) posto in un'ansa
del torrentello.
L'accumulo, del diametro di ca. m 15, non presenta tracce di escavazioni recenti, ed è stato
danneggiato forse solo dagli alti alberi che vi sono cresciuti.Le scorie sono abbondantissime,
specialmente le scorie di colata di limitato spessore; sono visibili solo pochi frr. di argilla con
incrostazioni ferrose, e poche scorie spugnose, segno probabilmente che l'area della fornace non è
stata sconvolta. Inedito.
2.22.1. (Tav. III n. 18) Fr. di orlo arrotondato pertinente a testo.
Pasta come 2.18.1., ma più scura, violetto-rossastro nel nucleo e nocciola in superficie esterna.[41]
H cm 2; cm 5; spess. Cm 1,4.
Cfr. FRANCOVICH, GELICHI, PARENTI, 1980, fig. 18 n 6; terre e paduli 1986, fig. 47 nn. 14,
16.[42]
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