i servizi bancari per i migranti
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I SERVIZI BANCARI PER I MIGRANTI U NO STUDIO APPLICATO ALLA COMUNITÀ SENEGALESE IN I TALIA di Daniele Frigeri WP 2 e WP 4 Progetto Su.Pa. “Successful Paths. Supporting human and economic capital of migrants” marzo 2011 1 I NDICE 1. I SENEGALESI IN I TALIA 2. IL PROCESSO DI BANCARIZZAZIONE DEI MIGRANTI IN I TALIA B O X 1 – La bancarizzazione dei migranti in Francia 3. IL PROCESSO DI BANCA RIZZAZIONE DEI S ENEG ALESI IN I TALIA 3.1. U N O 3.2. I SG U AR DO DI I N SI E M E CO M P O R T A M EN T I L E G AT I A L RI SP A RMI O E AL L ’ I N V I O D E L L E RI M ES S E 3.3. C AR AT T E R I ST I C H E D E L P R O C ES SO DI B AN CA RI Z Z AZI O N E D E L LE DO N N E MI GR AN T I AF RI C AN E 3.4. AS P E T T I R E LI GI O SI N E L R AP P O RT O CO N L E B A N C HE E I P RO DO T T I FI N A N ZI ARI 4. L’ OFFERTA 4.1. DELLE BANCHE I TALIANE AN ALI SI DI A L CUN I C A S I S T U DI O Box 2 – Casi studio di banche francesi 2 1. I SENEGALESI IN I TALIA Il fenomeno della migrazione in Italia è stato caratterizzato, in quest‟ultimo decennio, da due elementi: da un lato un trend di crescita molto elevato (Grafico 1) che ha reso la presenza di immigrati ad essere costituiva all‟interno della popolazione del nostro paese. Una crescita che è destinata a proseguire e anzi ad incrementarsi ulteriormente nel futuro, secondo le previsioni basate sull‟incrocio dei dati relativi alla crescita demografica e alla domanda di lavoro nel nostro paese. Grafico 1 – Immigrati residenti in Italia (paesi non OCSE1) 7.000.000 6.000.000 5.000.000 4.000.000 3.000.000 2.000.000 1.000.000 0 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010e2015e2020e Fonte: elaborazione CeSPI su dati ISTAT e previsioni ISMU La maggiore esposizione dell‟Italia alle rotte internazionali delle migrazioni espone il nostro paese ad un maggiore tasso di frammentazione delle etnie presenti. Le prime dieci nazionalità coprono solo il 63% delle presenze sul nostro territorio, il resto è caratterizzato da comunità molto piccole provenienti da oltre 180 paesi diversi. La composizione stessa delle nazionalità di origine ha subito negli anni cambiamenti significativi. Con l‟eccezione del Marocco, infatti le prime cinque nazionalità di provenienza dei migranti, nella classifica italiana è completamente cambiata rispetto al 1991, l‟incidenza dei paesi dell‟Est ad esempio è passata dal 10% ad oltre il 40%. Anche la migrazione dal Senegal, negli anni, ha seguito un percorso di incremento significativo, crescendo, fra il 2002 e il 2009, ad un tasso medio annuo del 10% (Grafico 2). Nel 2009 i cittadini senegalesi residenti in Italia erano 72.618 di cui il 77% uomini e il 23% donne. 1 Sono stati ricompresi, anche se paesi OCSE, Turchia e Polonia, per la significatività degli immigrati provenienti da questi due paesi nel nostro paese. 3 Grafico 2 – Residenti senegalesi in Italia 80.000 70.000 CAGR 10% 60.000 50.000 40.000 30.000 20.000 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Fonte: elaborazione CeSPI su dati ISTAT In questi anni, si possono individuare alcune tendenze significative nel processo che ha riguardato il processo migratorio senegalese nel nostro paese : un diverso posizionamento all‟interno della classifica delle nazionalità di provenienza della migrazione in Italia. Mentre infatti nel 2002 il Senegal era l‟ottavo paese in ordine di numero di immigrati residenti, nel 2009 si colloca al 17° posto nonostante il costante incremento nei flussi; una diversa composizione di genere che vede negli anni una graduale riduzione della forbice fra uomini e donne residenti (Grafico 3), indice di una maggiore stabilità e integrazione di questa comunità nel nostro paese. Grafico 3 – Composizione di genere della presenza senegalese in Italia 2009 2008 2007 2006 Uomini 2005 Donne 2004 2003 2002 0% 20% 40% 60% 80% 100% Fonte: elaborazione CeSPI su dati ISTAT Per quanto riguarda invece la distribuzione dei cittadini senegalesi sul territorio Italiano (Grafico 4) si evidenzia una forte concentrazione in quattro Regioni principali: Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Toscana, dove risiede oltre il 60% dei cittadini di questa nazionalità. Allo steso modo i 4 dati mostrano una distribuzione capillare dei senegalesi su tutto il territorio nazionale, infatti l‟Istat registra residenti di origine senegalese in 17 delle 20 Regioni italiane. Grafico 4 – Distribuzione territoriale dei Senegalesi in Italia Campania 2% Toscana 10% Altre Regioni 11% Piemonte Sardegna 8% 3% Marche 3% Lombardia 39% Emilia Romagna 12% Veneto 12% Fonte: elaborazione CeSPI su dati ISTAT Guardando al dettaglio delle due Regioni coinvolte nel progetto Su.Pa, il Veneto (Grafico 5 ) vede la presenza di 8.564 senegalesi, concentrati per oltre la metà nelle Province di Treviso e Vicenza, mentre le Marche (Grafico 6) registrano una presenza più contenuta, di 2.406 senegalesi, concentrati nelle Province di Pesaro-Urbino e Macerata. Circa la composizione di genere in entrambe le Regioni i pesi non si discostano di molto dalla media nazionale con valori leggermente inferiori della presenza maschile per il Veneto (74% uomini2). Grafico 5 – Distribuzione presenza senegalese in Veneto, per Provincia Vicenza 25% Belluno 1% Verona 15% Rovigo 1% Padova 10% Venezia 11% Treviso 37% Fonte: elaborazione CeSPI su dati ISTAT 2 A livello nazionale, la comunità senegalese è caratterizzata da una presenza maschile del 77%. 5 Grafico 6– Distribuzione presenza senegalese nelle Marche, per Provincia Ascoli Piceno 9% PesaroUrbino 40% Macerata 37% Ancona 14% Fonte: elaborazione CeSPI su dati ISTAT 6 2. I L PROCESSO DI BAN CARIZ ZAZIONE DEI MIGRANTI IN I TALIA Con il termine Migrant Banking si intende l‟insieme di prodotti e servizi offerti e realizzati dalle banche a favore di un segmento di clientela specifica: gli immigrati. Il processo di bancarizzazione degli immigrati in Italia costituisce una chiave importante all‟interno del processo di integrazione sociale ed economica. Il legame fra sistema bancario e integrazione è infatti duplice: da un lato il sistema bancario può rappresentare una chiave di accesso e un motore importante nella sua evoluzione. L‟inclusione finanziaria accresce infatti il risparmio e la disponibilità di credito; modifica la percezione del rischio e la vulnerabilità, accresce la sicurezza economica e la capacità decisionale sul risparmio. Dall‟altro lato il progredire del processo di integrazione garantisce quegli elementi di stabilità che costituiscono il principale motore per la richiesta e l‟ottenimento di nuovi e maggiori servizi finanziari verso un profilo di cliente più maturo. Il fenomeno migratorio in Italia ha assunto solo di recente una dimensione tale da essere considerato un segmento target con caratteristiche e bisogni propri da parte del sistema economico e finanziario italiano. Ad un inizio abbastanza timido di iniziative prevalentemente di marketing, orientate ai migranti e caratterizzato da un rapporto che potremmo definire di “bancarizzazione passiva”, in cui il sistema finanziario ha subito un processo di bancarizzazione prevalentemente legato all‟apertura di un conto corrente su richiesta del datore di lavoro, è seguita una fase di forte vivacità nelle strategie cosiddette di welcome banking da parte del sistema bancario che si è mostrato molto proattivo verso questo particolare segmento di clientela. Insieme ai giovani i migranti infatti rappresentano i nuovi clienti del futuro. La bancarizzazione è certamente un processo e come tale risponde ad una molteplicità di esigenze e si definisce all‟interno di un complesso interagire di variabili e di percorsi di immigrazione e di integrazione. Fattori territoriali quali l‟area di provenienza e la regione di residenza in Italia, fattori lavorativi e abitativi, fattori anagrafici come l‟età o l‟anzianità di residenza, ma anche fattori maggiormente legati ai percorsi sociali e individuali delle persone, come il ricongiungimento familiare o il maggior o minor legame con reti di connazionali, hanno indubbiamente un influsso diretto sul processo di bancarizzazione e sul diverso grado di utilizzo dei prodotti e servizi bancari. Il CeSPI, grazie alla collaborazione con l‟Associazione Bancaria Italiana3, da diversi anni monitora il fenomeno del migrant banking attraverso un‟indagine che coinvolge tutto il sistema bancario italiano, in grado di rilevare l‟evoluzione e i drivers principali dell‟offerta verso questo particolare segmento di clientela. A questa attività si è poi sommata, nel 2009, un‟indagine complessa, attraverso una campionatura statisticamente significativa con lo scopo di indagare il rapporto fra banche e immigrati dal lato della domanda4. 3 E in particolare l‟Ufficio ABI dedicato alla Responsabilità Sociale d‟Impresa. Un‟analisi dell‟evoluzione delle strategie di Welcome-Banking e di offerta nei confronti della clientela immigrata realizzate dalle banche italiane sono contenute nei contributi di E.M. Napolitano, Il Welcome Banking in “Quaderni di Welcome-Marketing, 2006, di A. Omarini, Il migrant banking, Bancaria Editrice, 2006 e di S.Ceschi e J. Rhi-Sausi 4 7 Le rilevazioni CeSPI-ABI (2005, 2007 e 2009) su un campione rappresentativo di banche5 costituiscono una chiara evidenza dell‟evoluzione del processo in questi ultimi anni (Grafico 7), che ha permesso di raggiungere un livello di bancarizzazione significativo: il 61% dei migranti adulti residenti in Italia e provenienti da paesi non OCSE è titolare di un conto corrente. Si tratta di un processo che naturalmente procede in modo disomogeneo in funzione di una molteplicità di fattori, primo fra i quali la dimensione territoriale di residenza (che vede il Nord Italia al primo posto), ma anche la differenza di genere (che penalizza il genere femminile), la nazionalità, la precedente alfabetizzazione bancaria, la posizione lavorativa, il livello di istruzione e naturalmente il percorso di integrazione, mostrando un‟elevata correlazione fra anzianità migratoria e processo di bancarizzazione. Fattori quali la prossimità al luogo di lavoro o di residenza, la flessibilità delle condizioni, i costi dei servizi e l‟accoglienza costituiscono i principali drivers del rapporto fra banche e immigrati, prevalendo su fattori linguistico-culturali che tendono a scemare durante il processo di integrazione. Un aspetto importante che emerge è la richiesta di una banca attenta alla gamma di prodotti e servizi in funzione delle esigenze specifiche del migrante, ma che non lo discrimini e lo tratti come un cliente italiano. Si tratta perciò di soggetti finanziari che, nelle loro scelte di allocazione del risparmio, si muovono secondo schemi tipicamente razionali, particolarmente attenti a tutti gli aspetti di economicità (non solo i costi). Grafico 7 - Numero di correntisti immigrati presso le banche italiane 1.600.000 1.400.000 1.200.000 1.000.000 800.000 600.000 400.000 200.000 0 2005 2007 2009 Fonte: dati CeSPI-ABI I dati sembrano rilevare inoltre un processo a due velocità, mentre infatti i conti correnti intestati a immigrati fra il 2005 e il 2007 sono cresciuti ad un tasso superiore a quello relativo all‟incremento degli immigrati residenti in Italia, il rapporto si è invertito fra il 2007 e il 2009. Sicuramente diversi fattori hanno influito su questo andamento, in primis la forte accelerazione subita dal processo di Banche Italiane e clientela immigrata, Bancarie Editrice, 2004. La metodologia relativa all‟indagine è riportata in dettaglio nella nota 11. 5 La rilevazione 2009 ha coperto un campione di banche rappresentativo del 63% degli sportelli in Italia e del 75% del totale attivo del sistema bancario. 8 bancarizzazione nei primi anni che in parte ha subito un rallentamento in una fase successiva, consolidando posizioni e strategie, complice anche la crisi economica. Ma, come vedremo, anche l‟evoluzione del processo migratorio nel nostro paese ha contribuito in modo significativo. Sempre grazie alla disponibilità di dati rilevati in anni diversi è stato infatti possibile costruire un panel perfettamente omogeneo e quindi confrontabile fra il 2007 e il 2009, consentendo un ulteriore approfondimento del fenomeno. Il panel (Tavola 1) prende in considerazione, nei due anni considerati, gli stessi gruppi bancari (7 gruppi bancari nazionali che rappresentano il 56% del totale sportelli del sistema) e le stesse 13 nazionalità di provenienza che rappresentano le nazionalità più consolidate sul nostro territorio (complessivamente rappresentano il 75% degli stranieri in Italia). Tavola 1 -Analisi panel omogeneo 2007 – 2009 (7 gruppi bancari e 13 nazionalità) 2007 Numero c/c intestati a clienti nazionalità selezionate Popolazione residente nazionalità selezionate 2009 Delta % 310.246 542.206 75% 1.919.470 2.670.578 39% Fonte: dati CeSPI-ABI 2007-2009 Complessivamente i residenti immigrati che fanno parte del panel comune 2007-2009 sono cresciuti ad un tasso del 39%, mentre il numero di c/c intestati a queste nazionalità è cresciuto ad un tasso quasi doppio, pari al 75%. L‟analisi, proprio perché si riferisce ad un insieme di dati omogeneo, consente di rilevare da un lato che il processo di bancarizzazione è proseguito e anche a ritmi sostenuti e dall‟altro che fattori quali la nazionalità e la durata della permanenza in Italia si confermano fattori rilevanti per l‟inclusione finanziaria. Negli ultimi anni infatti l‟Italia è stata caratterizzata da flussi migratori nuovi e consistenti come Romania, Bulgaria, Moldova, Polonia, India e Bangladesh, cresciuti tra il 133% e il 32% nel biennio 2005-2009, ben al di sopra della media nazionale. È ragionevole ipotizzare che il processo di bancarizzazione non avvenga immediatamente all‟ingresso nel nostro paese, ma richieda un arco temporale minimo per acquisire una prima, pur se ancora precaria, stabilità economica e lavorativa, perché si avverta il bisogno di un rapporto bancario e si abbiano i documenti necessari per l‟accesso in banca. Le due indagini offrono inoltre l‟opportunità di analizzare e confrontare in modo omogeneo il grado di utilizzo dei diversi prodotti finanziari da parte della clientela migrante (all‟interno di un intervallo di valori compreso fra 1, livello basso, e 3, livello alto), sulla base della percezione da parte delle banche stesse (Grafico 8). 9 Grafico 8 -Grado di utilizzo servizi bancari, confronto 2007-2009 Trasferimento di rimesse Prodotti Assicurativi Servizi di internet banking Custodia / amministrazione titoli Mutui casa Credito consumo–Credito personale Carta di credito Prodotti di accumulo risparmio Servizio bancario di base Conto corrente 2009 2007 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 [1=basso; 2=medio; 3=alto] Fonte: dati CeSPI-ABI Dal confronto fra i due anni emergono alcune considerazioni rilevanti: il livello di utilizzo dei prodotti bancari mostra una crescita rispetto al 2007 relativamente ai prodotti finanziariamente più evoluti (in particolar modo il servizio di custodia e amministrazione titoli, i servizi di internet banking, le carte di credito e i prodotti di accumulo risparmio). Questo da un lato conferma che una maggiore stabilità e integrazione da parte del migrante si traduce in un‟evoluzione dei bisogni finanziari e in una sua maggiore maturità finanziaria verso profili più evoluti e dall‟altro evidenzia la capacità e la pro attività da parte del sistema bancario di rispondere a questi bisogni con processi di upselling; la concorrenza legata a nuovi operatori e strumenti finanziari alternativi rivolti anche al segmento migrante trova evidenza nella contrazione nel livello di utilizzo dei servizi di trasferimento delle rimesse e delle carte di debito pre-pagate. Si tratta di evidenze importanti che rafforzano ulteriormente un‟altra importante evidenza emersa attraverso l‟indagine sui bisogni finanziari dei migranti, dal lato della domanda, e cioè che il segmento di mercato migranti sia tutt‟altro che omogeneo ma presenti elementi di complessità e di segmentazione significativi, consentendo di identificare l‟esistenza di profili finanziari diversi. In base all‟analisi di una serie di variabili complesse fra cui la familiarità con la banca, la mobilità all‟interno del sistema bancario e il diverso grado di utilizzo dei prodotti finanziari è stato infatti possibile riconoscere e tratteggiare tre profili diversi (Tavola 2) e ben distinti a cui corrispondono bisogni finanziari e strategie differenziate. Si tratta di un‟evidenza importante che apre nuovi 10 importanti spazi di miglioramento del rapporto fra banca e immigrati e grosse potenzialità di sviluppo che appaiono essere ancora poco esplorati e soprattutto richiedono un‟analisi e una conoscenza attenta di un bacino di utenza che assume oggi forme e modalità che difficilmente possono essere racchiuse in un unico profilo omogeneo. Il rischio è quello di non rispondere a precisi bisogni finanziari creando insoddisfazione. Tavola 2 – Profili finanziari dei clienti migranti Caratterizzato da un rapporto distante e flebile con il sistema bancario all‟interno del quale molteplici fattori soggettivi e PROFILO BASE oggettivi contribuiscono a creare una certa distanza ed una Comprende non i bancarizzati fragilità di fondo. Costituisce un importante bacino potenziale per una prossima bancarizzazione Caratterizzato dal ricorso agli strumenti finanziari che rispondono a esigenze molto semplici e basilari e da un loro generale sottoutilizzo, tipici di un profilo mass-market. Si tratta PROFILO MEDIO inoltre di soggetti caratterizzati da un rapporto sostanzialmente Comprende l‟82% dei esclusivo con un‟unica banca. Nel futuro costituirà certamente bancarizzati (dato 2007) il bacino più rilevante per sviluppare e ampliare strategie di offerta da parte del sistema bancario basate su un processo di accompagnamento verso i servizi finanziari, cogliendo opportunità e bisogni ancora insoddisfatti Caratterizzato da un rapporto più maturo con gli intermediari finanziari, generalmente da rapporti plurimi e dall‟utilizzo di un numero medio consistente di prodotti bancari (in media almeno sei), concentrando il maggior ricorso a prodotti maggiormente PROFILO EVOLUTO Comprende il 18% dei evoluti come i servizi di gestione patrimoniale e un elevato bancarizzati (dato 2007) ricorso al credito. Si tratta in prevalenza di uomini giovani, con un livello elevato di istruzione (quasi il 40% possiede un titolo universitario), residenti in Italia da più di 5 anni e per oltre un terzo imprenditori (la restante parte possiede un impiego a tempo indeterminato). Fonte: dati CeSPI-ABI I dati relativi al grado di utilizzo dei prodotti finanziari evidenziati dall‟analisi sull‟offerta 2009 sembrano evidenziare un ulteriore allargamento del divario nella capacità del sistema bancario di rispondere alle esigenze finanziarie dei due profili estremi, quello del cliente finanziariamente marginale e quello del migrante finanziariamente evoluto. Le banche italiane sembrano avere perciò ancora ampi spazi di evoluzione e di miglioramento nel rapporto con i migranti, accompagnandoli nel processo di integrazione economico-finanziaria strettamente interconnesso con il processo di integrazione sociale. Come già emerso dall‟analisi dei dati, il fattore “permanenza in Italia”, che si può presumibilmente associare al progredire del processo di integrazione nel nostro paese, costituisce un fattore determinante nel processo di bancarizzazione e nella sua evoluzione in termini di bisogni finanziari. 11 Integrazione economico-finanziaria e integrazione sociale sono pertanto due facce di un processo che si autoalimenta all‟interno di quello che A. Omarini6 definisce “Progetto Migratorio” (Grafico 9). Ciascuna fase del processo descritto è accompagnato da specificità nel rapporto con le istituzioni finanziarie e in termini di bisogni finanziari che richiedono un‟adeguata conoscenza, al fine di consentire una corretta segmentazione dell‟offerta e delle strategie di marketing e di informazione che facciano percepire chiaramente la banca al migrante come un accompagnatore del proprio progetto migratorio, senza trascurare nessun aspetto. Grafico 9 – Il progetto migratorio Fonte: Anna Omarini, Migrant Banking 6 A. Omarini (a cura di) “Il migrant banking: esigenze della clientela immigrata e modelli di servizio per l‟offerta", Bancaria Editrice, Roma, Marzo 2006 12 BOX 1: LA BANCARIZZAZIONE DEI MIGRANTI IN FRANCIA Le informazioni e i dati a disposizione sulla relazione tra i migranti ed il sistema bancario francese sono molto limitati. In particolare, i dati a nostra disposizione provengono dallo studio realizzato dalla Presidenza della Cassa Nazionale delle Casse di Risparmio per conto del Governo francese nel 20067, in collaborazione con l‟istituto di ricerche di mercato CSA 8 , e dai dati dell‟indagine censuaria sul patrimonio dei francesi condotta dall‟INSEE, l‟istituto nazionale di statistica francese. Il tasso di bancarizzazione emerge dunque dalla combinazione delle due indagini. I dati mostrano che il tasso di bancarizzazione dei migranti è elevato, e che il 96% di essi dispone di un conto in banca. Questo tasso è molto vicino alla media nazionale della popolazione francese (98%9), e occorre tenere conto che nel 2006 la Francia registrava il tasso più elevato tra i grandi paesi europei. L‟indagine CSA permette di approfondire le caratteristiche dei migranti che non possiedono un conto in banca. Tra questi, è molto alta la percentuale di minori di 35 anni che non hanno un‟occupazione (sono il 52% dei non bancarizzati) oppure che hanno un impiego precario (il 26%). Inoltre, è significativo il peso dell‟anzianità migratoria, e l‟11% di coloro che sono giunti in Francia da meno di 5 anni non ha un conto in banca10. Più in generale, gli studi mostrano come gli immigrati incontrino difficoltà ad integrarsi, e le conseguenze si riflettono sia sul piano economico che strettamente finanziario. Ad esempio, sul piano dell‟inserimento nel mercato del lavoro, i migranti dei paesi non appartenenti all‟Unione Europea hanno un tasso di disoccupazione del 17,6%, ben al di sopra della media nazionale. Questa cifra nasconde forti disparità in termini di provenienza geografia. Ad esempio, il tasso di disoccupazione degli immigrati provenienti dai paesi del Nord Africa e dalla Turchia è del 25%. Se si analizza il reddito, l‟indagine INSEE offre dati relativi al reddito dei nuclei familiari migranti e permette una comparazione con le famiglie francesi: il reddito delle famiglie migranti è inferiore in media del 26% rispetto a quello delle famiglie francesi11. Anche l‟indagine condotta dall‟istituto CSA registra alcune informazioni relative al patrimonio finanziario detenuto dai migranti intervistati e, nel 57% dei casi, il patrimonio dichiarato è inferiore a 15.000 Euro12. Le difficoltà incontrate nel processo d‟integrazione dei migranti sono evidenti anche se si considera il settore abitativo. Il desiderio di accedere alla proprietà, espresso dal 43% dei migranti intervistati nell‟indagine CSA, rimane insoddisfatto, in particolare per quelli dell'Africa sub-sahariana (meno del 10% accede ad una casa di proprietà). Accanto a questo dato, emerge come il 20% dei migranti desidera acquistare un immobile nel paese di origine, a dimostrazione del fatto che i legami con il paese d'origine restano importanti. Questi elementi concorrono a rallentare il processo di integrazione economica e 7 Caisse Nationale des Caisses d‟épargne (Charles Milhaud), L’intégration économique des migrants et la valorisation de leur épargne (Sept. 2006, 114 p.). 8 Inchiesta costituita da un‟indagine quantitativa realizzata su un campione rappresentativo di 812 migranti di almeno 25 anni e provenienti da Algeria, Marocco, Africa Sub-sahariana e Asia Orientale e da un‟indagine qualitativa realizzata con interviste in profondità a 48 migranti. 9 Tasso di possesso di un conto bancario, dato dell‟inchiesta sul patrimonio dell‟INSEE (2003). Il dato è calcolato sulla base di coloro che non possiedono il conto, 1 250 000 persone, che rappresentano il 2% della popolazione censita. 10 Anche nella ricerche ABI-CeSPI sui comportamenti bancari e finanziari degli immigrati in Italia è emerso il tema dell‟importanza dell‟anzianità migratoria nel processo di bancarizzazione. 11 INSEE, Les immigrés en France, 2005. 12 Per i noti fenomeni di dichiarazioni inferiori in occasione delle indagini campionarie, il patrimonio dichiarato è inferiori alla realtà, ma permette comunque di avere indicazioni utili per l‟analisi. 13 giustificano la sensazione, condivisa da gran parte dei migranti, che siano ostacoli reali il trovare un lavoro (per il 57% di loro) o un‟abitazione (62%). Le relazioni tra i migranti e le banche riflettono in buona parte il quadro del processo d‟integrazione sin qui delineato. Il 14% dei migranti (il 24% di quelli dell‟Africa Sub-Sahariana) ha avuto difficoltà nell‟ottenere un credito (anche nella forma dello scoperto bancario). Va notato che questo fenomeno riguarda in particolare quelli economicamente più deboli (reddito mensile inferiore a 1000 Euro). Il persistere di tali difficoltà spiega anche perché il tasso di detenzione di prodotti bancari - intesi come i prodotti di risparmio - rimanga basso tra la popolazione migrante. Mentre la media nazionale è dell‟84%, solo il 62% dei migranti è in possesso di tali prodotti (e si tratta in particolare del cosiddetto Livret A13 e del Codevi14). Inoltre, è solo il 24% dei migranti ad utilizzare i piani di risparmio (in particolare PEL e CEL15), mentre la media nazionale è del 41%. Infine, la percentuale di detenzione di prodotti finanziari più complessi, come le assicurazioni vita, il possesso di azioni e obbligazioni, in questa popolazione rimane bassa (16% contro una media della popolazione francese del 40%). Se consideriamo il comportamento dei migranti francesi riferito all‟invio di rimesse, le indagini mostrano che il 41% dei migranti invia denaro nel proprio paese d‟origine, e che questo dato sale al 60% se consideriamo solo i migranti provenienti dall‟Africa Sub-sahariana. La Caisse d‟Epargne stima inoltre che le rimesse costituiscono, nel lungo periodo, un valore compreso tra il 15% ed il 25% del reddito dei migranti. Rispetto all‟uso dei canali di invio, questi variano molto a seconda del corridoi di rimesse presi in considerazione. Per esempio, se si considerano i trasferimenti dalla Francia verso l‟Algeria, le stime mostrano una quota di mercato di WesternUnion, il principale operatore di trasferimento monetario, pari al 27% ed un 16% è gestito dalle banche. Nel caso del Marocco la quota attribuita a WesternUnion sarebbe del 23%, e quella alle banche il 19%. Se si considera infine il complesso dei paesi dell‟Africa Sub-sahariana, la percentuale di WesternUnion sale al 46% e quella delle banche si attesta attorno all‟11%, di modo che il sistema bancario, benché meno utilizzato rispetto ad altri corridoi di rimesse, rappresenta anche nei trasferimenti verso quest‟area un canale di trasferimento non secondario. A cura di Giulio Giangaspero 13 Il Livret A è un schema di risparmio regolato per legge e molto diffuso, che permette di depositare fino a 15.300 Euro ad un tasso di interesse del 2% annuo (condizioni riferite al febbraio 2011). Fino al 2009 è stato distribuito solo dalle Casse di Risparmio e dalle Poste francesi. 14 Le Compte pour le Développement Industriel (Codevi) è stato rimpiazzato a partire dal 2007 dal Livret de Développemente Durable (LDD). Il Codevi era uno schema di risparmio distribuito dalle banche commerciali a partire dal 1983, in riposta al Livret A, che era distribuito solo dal settore pubblico. Infatti, le condizioni del Codevi, ed oggi quelle del LDD, sono le stesse applicate al Livret A. Ad ogni modo, dal 2009 la distribuzione del Livret A è stata liberalizzata. 15 Il Compte Epargne Logement (CEL) ed il Plan Epargne Logement (PEL) sono piani di accumulo risparmio volti a fornire una garanzia per l‟accesso ad un mutuo per la casa. 14 3. I L PROCESSO DI BAN CAR IZZAZIONE DEI S ENEGA LESI IN I TALIA 3.1. Uno sguardo di insieme Le principali considerazioni contenute all‟interno di questa analisi fanno riferimento alla rielaborazione dei dati relativi all‟indagine CeSPI-ABI sui bisogni finanziari dei migranti realizzata nel 2008 e pubblicata nel volume “Banche e nuovi italiani”16. L‟indagine ha riguardato dal lato dell‟offerta un campione di banche rappresentativo del 67% degli sportelli bancari e dal lato della domanda un campione statisticamente significativo di 1.324 immigrati intervistati attraverso un sistema di campionamento stratificato su 5 unità territoriali distribuite su tutto il territorio italiano e su 10 nazionalità. Il questionario sottoposto agli immigrati prevedeva 75 domande suddivise in diverse sezioni tematiche che hanno riguardato informazioni di base sul campione, la storia migratoria, il progetto migratorio, i comportamenti economici, i comportamenti bancari e finanziari, l‟utilizzo dei servizi bancari, dei prodotti assicurativi e dei prodotti di accumulo risparmio, la valutazione del rapporto con la banca e l‟individuazione dei fattori determinanti e delle aspettative future. L‟analisi costituisce una fotografia sincronica di una serie di comportamenti che sono il risultato dell‟interagire di variabili sociali, economiche e finanziarie. Si tratta di un contesto in continua evoluzione che va necessariamente contestualizzato nel momento storico in cui è stata fatta la rilevazione. La crisi economica in atto ha certamente apportato importanti modifiche al contesto di riferimento i cui effetti sulla popolazione immigrata, allo stato attuale, appaiono ancora di difficile previsione e quantificazione Fra le 10 nazionalità intervistate il campione ha ricompreso anche un sottocampione di 81 senegalesi rilevati nei comuni di Brescia e Sesto San Giovanni (Milano). L‟analisi qui contenuta prenderà spunto dalle principali conclusioni dell‟indagine relativa al sottocampione senegalese, andando ad integrare e ad approfondire alcuni aspetti legati alla loro bancarizzazione e al loro comportamento specifico rispetto all‟invio delle rimesse, tema a cui era dedicata una sezione specifica dell‟indagine. Per meglio comprendere le specificità di una determinata nazionalità si è ritenuto opportuno ricorrere, laddove tale esercizio è risultato significativo, ad un‟analisi comparativa rispetto al comportamento di un campione più vasto che ricomprenda la nazionalità oggetto di ricerca. Di volta in volta l‟analisi relativa ai senegalesi è stata perciò affiancata a quella del campione complessivo dell‟indagine e del sottocampione di immigrati residenti in Italia provenienti dall‟area sub-sahariana (che nello specifico ha compreso Ghana e Senegal). In questo modo non solo abbiamo a disposizione un sottocampione più ampio di riferimento, quindi statisticamente più rilevante, ma siamo in grado di rilevare specificità e omogeneità dei diversi comportamenti che possono dare utili indicazioni e informazioni nella ricerca di canali e strumenti per valorizzare il risparmio e le rimesse degli immigrati senegalesi. 16 J.Rhi Sausi e M.Zupi (a cura di), CeSPI-ABI, Banche e nuovi italiani, Roma, Bancaria Editrice, 2009. 15 Una breve sintesi dello studio realizzato all‟interno del progetto MIDA Donne17 sui comportamenti finanziari delle donne senegalesi fornirà un ulteriore dettaglio delle specificità di genere di questa nazionalità all‟interno del sottocampione generico delle donne africane. Infine una breve analisi comparativa consentirà di approfondire il tema della finanza islamica rispetto alla clientela bancaria proveniente da paesi in cui la religione islamica è predominante, come appunto il Senegal. Il quadro di sintesi che ne emergerà fornirà un insieme di dati significativi per comprendere i comportamenti finanziari degli immigrati senegalesi in Italia. Il campione senegalese oggetto dell‟indagine è composto da soggetti, tutti residenti regolari in Italia, in maggioranza uomini (78%). In prevalenza si tratta di soggetti con un‟occupazione lavorativa (solo il 12% ha dichiarato di essere disoccupato, mentre il 6% è casalinga) e per oltre il 60% residenti in Italia da più di 5 anni, solo il 9% è in Italia da meno di 1 anno. Un senegalese su 10 è proprietario della propria abitazione in Italia, mentre il 70% vive in affitto e la restante parte vive in situazioni maggiormente precarie (sub-affitto o coabitazione con amici o parenti). Dalla descrizione del campione emerge perciò già un quadro di una etnia che presenta importanti elementi di stabilità e di integrazione nel tessuto sociale ed economico del nostro paese Rispetto al processo di bancarizzazione i dati a disposizione, aggiornati a dicembre 2008, mostrano come oltre il 60% dei senegalesi risulta titolare di un conto corrente in Italia. Il lavoro ha costituito il principale canale di accesso al sistema bancario, attraverso la richiesta del datore di lavoro di un conto corrente per l‟accreditamento dello stipendio, ma dall‟analisi dei dati emerge come il rapporto con le banche si sia evoluto molto rapidamente, mostrando una vivacità particolare del contesto stesso senegalese. Infatti, se sommiamo al dato relativo a coloro che sono titolari di un conto corrente in Italia, la percentuale dei senegalesi che ha dichiarano l‟intenzione di aprire un conto corrente entro l‟anno, pari al 20%, il tasso di penetrazione degli istituti di credito all‟interno della comunità senegalese sale ad un livello particolarmente significativo, pari all‟80%. Un altro fattore importante segnala un‟evoluzione del rapporto con le banche che è andato oltre il semplice conto corrente richiesto dal datore di lavoro. Rispetto all‟accesso al credito si rileva come poco più di un senegalese su tre ricorre ad un finanziamento per far fronte a spese impreviste, indice di un ruolo importante delle banche quali erogatrici di credito a fronte di una vulnerabilità ancora elevata dal lato delle fonti di reddito. Relativamente agli aspetti più qualitativi del rapporto senegalesi-banche italiane, le condizioni economiche dei prodotti e dei servizi finanziari costituiscono il principale ostacolo sia alla bancarizzazione (per chi non è ancora titolare di un conto corrente), sia all‟accesso al credito (soprattutto di lunga scadenza) e sia ad una piena soddisfazione all‟interno del rapporto con la 17 MIDA Donne, Migration for Development of African Women realizzato dall‟Organizzazione Internazionale per le Migrazioni in collaborazione con il CeSPI e terminato nel 2009. 16 propria banca (l‟80% dei correntisti ha indicato i costi come il principale aspetto da migliorare nel rapporto con le banche e il 70% come il principale fattore di insoddisfazione). Quest‟ultimo dato è significativo anche perché mostra come le componenti di valutazione economica siano determinanti all‟interno delle scelte di allocazione del risparmio. Sempre all‟interno del rapporto banca-cliente, nei senegalesi appare particolarmente sentita l‟esigenza di ricevere un uguale trattamento rispetto ai cittadini italiani, all‟interno di un rapporto in cui però accoglienza e comunicazione assumono un valore significativo. Un indicatore importante che fornisce una lettura aggregata e numerica del comportamento finanziario dei migranti e delle diverse variabili che interagiscono all‟interno di questo rapporto è costituito dall‟indice di bancarizzazione, sia in quanto indice sintetico, che rispetto alle sue due componenti costitutive: l‟indice di familiarità e l‟indice di utilizzo dei prodotti bancari: l’indice di familiarità con la banca (e il sistema finanziario in genere), comprende la titolarità di un conto corrente in Italia, la bancarizzazione precedente o attuale nel paese di origine e l‟eventuale pluralità di rapporti con banche diverse in Italia (i dati hanno infatti mostrato come la mobilità rispetto alle banche italiane possa essere correttamente interpretata come indicativo di una valutazione razionale da parte dell‟immigrato circa l‟offerta dei diversi istituti di credito e nella scelta dell‟istituto di riferimento, più che a spostamenti geografici della residenzialità). Ad un valore dell‟indice pari ad 1 corrisponde un individuo bancarizzato, che possiede (o possedeva) un conto corrente nel paese di origine e che in Italia ha cambiato una o più banche. Ad un valore pari a 0 corrisponde invece un soggetto non bancarizzato e privo di rapporti precedenti con il sistema bancario; l’indice di utilizzo dei prodotti bancari misura il maggiore o minore numero di prodotti bancari utilizzati all‟interno del rapporto. È stato considerato come indicatore di un maggior grado di maturità del rapporto banca-cliente. Il passaggio da un utilizzo della banca da pura depositaria del risparmio a fornitrice di servizi di pagamento, di gestione del risparmio e del rischio e finanziatrice delle proprie spese è infatti un indicatore qualificante il grado di evoluzione del rapporto e quello di integrazione economica, oltre che della cultura finanziaria dell‟individuo. Si tratta di un esercizio di astrazione, con tutti i limiti che questo comporta, ma che consente però una lettura più immediata anche di fenomeni complessi e diversamente correlati, dandone una visione di insieme. Alla base della costruzione dell‟indice vi è il tentativo di definire e misurare il grado di bancarizzazione, non soltanto sulla base della titolarità o meno di un conto corrente, informazione necessaria ma insufficiente a descrivere i diversi comportamenti finanziari sottostanti, ma di graduare tale livello di bancarizzazione sulla base di due fattori ritenuti qualificanti i comportamenti e misurabili all‟interno del questionario. L‟indice di bancarizzazione è stato così costruito combinando e ponderando più risposte del questionario, appositamente selezionate sulla base dell‟obiettivo di indagine. Ad ogni risposta è stato attribuito un punteggio che, sommato, ha 17 fornito un valore sintetico compreso fra un minimo di 0 ad un massimo di 10 che costituisce l‟indice di bancarizzazione di riferimento. Il Grafico 10 mostra per i senegalesi valori dei tre indici più alti sia rispetto al campione complessivo e sia rispetto al sottocampione dell‟area Sub-Sahariana. Grafico 10 - Indice di bancarizzazione e sue due componenti, confronto con campione complessivo e sottocampione area sub-sahariana 2,5 2 1,5 1 0,5 0 Indice bancarizzazione campione Indice familairità Sub-Sahara Indice prodotti Senegal Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI In particolare, analizzando l‟indice di familiarità nelle sue diverse componenti, emerge come il tasso di bancarizzazione nel paese di origine per il Senegal sia pari al 40,5%, superiore rispetto al sottocampione regionale (38,8%), ma inferiore rispetto al campione complessivo che si colloca al 45%. All‟interno di questo dato, inoltre, la percentuale di coloro che hanno dichiarato di aver mantenuto il conto corrente in patria è pari al 94%. Quindi la quasi totalità dei senegalesi bancarizzato, nel proprio paese continua ad utilizzare il proprio conto corrente. Purtroppo il questionario non ci consente di stabilire se il conto corrente nel paese di origine è stato aperto prima o durante la migrazione, non evidenziando quindi eventuali correlazioni fra il processo migratorio e la bancarizzazione nel paese di origine che però appare molto probabile. Infine i dati mostrano che la mobilità dei senegalesi all‟interno del sistema bancario italiano appare molto più alta, e maggiore rispetto a tutte le nazionalità oggetto della rilevazione. Un senegalese su tre infatti ha cambiato banca in Italia e nel 5% dei casi più di una. L‟indice di utilizzo dei diversi prodotti bancari mostra valori (0,957) superiori sia rispetto al campione complessivo (0,821) che rispetto al sottocampione regionale (0,922). Si tratta comunque di valori dell‟indice prossimi ad 1, quindi caratterizzati da un utilizzo limitato a solo uno o due prodotti bancari. Guardando però in maggiore dettaglio il grado di utilizzo dei diversi prodotti bancari rilevati dal questionario18 (Tavola 3) emerge, relativamente al caso senegalese, un maggiore 18 Sono stati oggetto di indagine l‟utilizzo di diversi prodotti bancari ricompresi all‟interno di cinque macro-aree così composte: 18 utilizzo generalizzato della maggior parte dei prodotti, ma soprattutto un maggior ricorso a prodotti finanziariamente più evoluti relativi sia alla gestione della liquidità che all‟accesso al credito (il 68% dei senegalesi ha infatti in corso un prestito in Italia legato all‟acquisto di beni durevoli). Tavola 3 - Grado di utilizzo dei sevizi bancari (percentuale sul totale bancarizzati per nazione) Campione Senegal complessivo Home banking 12,5 8,96 Libretto risparmio 14,58 20,86 bancomat 72,92 67,11 carte prepagate 14,58 16,31 carte di credito 22,92 17,65 carte revolving 4,17 2,41 assegni bancari 16,67 20,72 rimesse 10,42 12,30 addebito bollette 22,92 14,44 accredito stipendio 47,92 26,34 cassette sicurezza 2,08 1,47 titoli e fondi di 0,00 2,41 investimento mutui 12,50 11,36 prestiti personali 10,42 12,43 Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI Aspetti simili possono essere rilevati per la comunità senegalese anche rispetto all‟utilizzo dei prodotti assicurativi (Grafico 11). Il ricorso a strumenti assicurativi può essere espressione di due diversi indicatori, da un lato della percezione del rischio da parte di un individuo o di un determinato gruppo di individui, e dall‟altro del grado di conoscenza e confidenza con prodotti finanziari di gestione del rischio e del proprio risparmio maggiormente evoluti, quali appunto i prodotti assicurativi. Il grafico mostra per il sottocampione senegalese livelli superiori alla media del campione e fra i più elevati all‟interno delle 10 nazionalità rilevate. Si evidenzia pertanto una certa vivacità nel rapporto dei migranti senegalesi con i prodotti finanziari che il dato sintetico dell‟indice anticipava, differenziandosi dagli altri due gruppi, e emerge la presenza di un segmento non trascurabile di immigrati che si rapporta al sistema bancario in modo molto più maturo e finanziariamente evoluto, utilizzando una pluralità di prodotti. gestione della liquidità: comprende il conto corrente e i depositi a risparmio; servizi di pagamento: comprende gli assegni, le carte di debito, i servizi di addebito delle bollette e accredito dello stipendio; servizi di finanziamento: comprendendo sia le carte di credito e revolving e sia i mutui e i prestiti personali; servizi di investimento: comprende sia i servizi di gestione titoli che i prodotti di accumulo risparmio; altri servizi: comprende il servizio delle cassette di sicurezza e i prodotti assicurativi 19 Grafico 11 - Incidenza sottoscrittori polizze assicurative per nazionalità Media Senegal Romania Marocco Ghana Fillipne Egitto Equador Cina Bangladesh Albania 0 10 20 30 40 50 60 70 Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI Rispetto all‟indice di bancarizzazione nel suo complesso, a questo punto, risulta abbastanza evidente il maggior valore mostrato per il sottocampione senegalese, che si colloca a 2,20, rispetto al sottocampione regionale (valore medio dell‟indice: 2) e al campione complessivo (valore medio: 1,7). Se infatti un valore dell‟indice pari a 1,5 costituisce il valore soglia che separa coloro che pur con gradi diversi di cultura bancaria, risultano ancora non bancarizzati nel nostro paese o, se lo sono, non vanno oltre la titolarità del conto corrente, l‟indice di bancarizzazione per i senegalesi si colloca ad un livello che mostra elementi significativi che sembrano confermare un passaggio da una bancarizzazione di tipo passivo ad una bancarizzazione attiva. Guardando alle singole classi di valori, rapportate ai titolari di conto corrente (Tavola 4), poco più della metà del sottocampione è caratterizzato da un grado di bancarizzazione prossimo a quello che in letteratura si definisce bancarizzazione passiva19, mentre il 48% dei senegalesi bancarizzati si colloca invece in un segmento di clientela sicuramente più vivace e attivo. Tavola 4 - Sintesi indice bancarizzazione complessivo Senegal, per classi di valori Percentuale Percentuale su tot Classi di valori su tot campione bancarizzati 38,3% 0-1 33,3% 56,3% 1,5 - 3,5 27,1% 45,8% 4-6 1,2% 2,1% >6,5 19 In letteratura si distingue fra bancarizzazione attiva, in cui il soggetto interagisce con l‟intermediario e si caratterizza per un utilizzo di un ampio spettro di prodotti finanziari e per una gestione attiva del proprio risparmio, e bancarizzazione passiva, in cui il soggetto ricorre ad un utilizzo dei soli prodotti finanziari di base, all‟interno di un rapporto passivo di puro consumo di servizi elementari. 20 Può valer qui la pena approfondire la correlazione positiva fra l‟indice di bancarizzazione e l‟anzianità migratoria (Grafico 12), ad evidenza di come la maggiore o minore permanenza in Italia (misurata dalle classi di anzianità migratoria) comporti diversi livelli di integrazione nel tessuto economico e sociale di destinazione, da cui ne seguono bisogni finanziari differenti e un diverso rapporto con gli istituti di credito. Una correlazione che per il caso senegalese è molto significativa, con un andamento molto più pronunciato dopo i primi 5 anni di residenza in Italia. Grafico 12 - Indice di bancarizzazione per classi di anzianità migratoria, campione complessivo 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 Meno di 1 anno Da 1 a 5 anni Da 5 a 10 anni Più di 10 anni Index Campione 0,58 1,62 2,24 2,86 Index Senegal 0,43 1,13 2,74 3,19 Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI L‟indice di bancarizzazione complessivo è quasi tre volte maggiore già nella classe immediatamente successiva al primo anno di residenza, per arrivare a quintuplicarsi, posizionandosi ben al di sopra della media, nella classe relativa ai 10 anni di residenza. Trattandosi di dati di stock la curva non va letta in un‟ottica dinamica, ma solo come linea di tendenza che unisce valori medi dell‟indice per classi di anzianità. Il dato è comunque in grado di segnalare una possibile tendenza, le potenzialità di crescita non indifferenti per il futuro del segmento migranti e il ruolo importante che le banche possono giocare nell‟accompagnare il processo di integrazione. Altri due fattori di interazione fra il processo di inclusione finanziaria e quello di integrazione che hanno mostrato una correlazione positiva con l‟indice di bancarizzazione sono la condizione abitativa e quella lavorativa. È però solo l‟analisi dell‟indice di bancarizzazione per classi di valori, riferito alle diverse nazionalità, (Grafico 13) che ci consente di riconoscere rispetto al campione senegalese, i tre diversi profili di clientela individuati, identificando così i diversi identikit di “utenti” finanziari descritti in precedenza20 (Tavola 2). 20 - Profilo base: valori dell‟indice di bancarizzazione compresi fra 0 e 1,5 - Profilo medio: valori dell‟indice di bancarizzazione compreso fra 2 e 4 - Profilo evoluto: valori dell‟indice di bancarizzazione compreso fra 4,5 e 10 21 Grafico 13 - Profili di clienti per classi di valori dell’indice di bancarizzazione 100% 90% 8,9% 10,8% 7,4% 46,5% 43,5% 50,6% 80% 70% 60% 50% Evoluto 40% Base Medio 30% 20% 44,6% 45,7% 42,0% Campione Sub-Sahara Senegal 10% 0% Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI In particolare il profilo evoluto comprende il 7,4% della popolazione senegalese intervistata, inferiore rispetto sia al campione complessivo (8,9%) che al sottocampione sub-sahariano (10,8%). Rapportato al numero di titolari di conto corrente questo profilo corrisponde però al 12,5% dei senegalesi bancarizzati, percentuale comunque significativa. Si tratta di un caratterizzato da esigenze specifiche più mature e in grado di dialogare con il sistema bancario, dove, come vedremo, anche la componente transnazionale assume una rilevanza non trascurabile. In conclusione è possibile affermare che il tasso di penetrazione delle banche italiane rispetto alla diaspora senegalese è alto e in crescita, all‟interno di un rapporto che sembra mostrare elementi di reciproco interesse. Emergono ancora elementi di debolezza nel ricorso agli strumenti finanziari e di vulnerabilità importanti (come il prevalente ricorso al credito per spese impreviste), che lasciano spazio ad ulteriori sforzi di inclusione finanziaria e di miglioramento della maturità nel rapporto con le banche e i prodotti finanziari, in primis rispetto ai prodotti assicurativi e a quelli di accumulo risparmio che appaiono ancora scarsamente utilizzati. Ma nello stesso tempo la comunità senegalese si contraddistingue per una generalizzata vivacità da un punto di vista dei comportamenti finanziari con un livello di partenza elevato (indice di bancarizzazione, quindi di familiarità con prodotti e intermediari), con elementi di dinamismo significativi e importanti potenzialità di sviluppo legate al proseguire del processo di integrazione in Italia. Ma il dato più interessante riguarda l‟emergere di un profilo finanziario evoluto, particolarmente rilevante in termini di utilizzo degli strumenti finanziari e in termini di maturità del processo di integrazione finanziario, non trascurabile in termini di dimensioni. Significativi appaiono anche i primi risultati emersi dall‟analisi delle scelte di allocazione del risparmio, prevalentemente legato all‟invio in patria delle rimesse. Non solo affiora una rilevante capacità di risparmio degli immigrati senegalesi, ma anche un‟evoluzione della destinazione finale delle rimesse che dal rimborso del prestito contratto per l‟emigrazione e dall‟obbligo morale di sopperire alle necessità immediate della propria famiglia di origine, tende ad indirizzarsi verso allocazioni maggiormente legate al miglioramento delle condizioni di vita (sanità, educazione, 22 attività imprenditoriali, migliorie abitative…), a preparare il proprio ritorno o a cogliere opportunità di investimento. Un‟evoluzione nelle scelte di allocazione del proprio risparmio, che procede di pari passo con il processo di integrazione sociale ed economica nel nostro paese e che lascia aperto un ampio spazio per la creazione di strumenti finanziari adeguati e capaci di rispondere di volta in volta alle diverse esigenze sottostanti (credito, accumulo risparmio, assicurazione ecc.)L‟educazione finanziaria costituisce certamente una chiave di volta fondamentale, accompagnata tuttavia da una maggiore attenzione ad alcuni aspetti rilevanti che richiedono adeguate strategie: 3.2. la capacità di guardare al migrante non come una somma di comportamenti distinti e disarticolati, né come un segmento di clientela caratterizzato da comportamenti omogenei, ma come un soggetto razionale, caratterizzato da una maggiore propensione al rischio, da profili economico-finanziari anche molto diversi e che realizza scelte di allocazione del proprio risparmio dinamiche sia in termini spaziali che temporali; la dimensione transnazionale come elemento costitutivo di questo processo di allocazione del risparmio che non risponde sempre e solo ad esigenze di sostegno primario alla famiglia di origine; la necessità di sviluppare adeguate strategie di segmentazione della clientela capaci di cogliere i diversi profili finanziari di clienti migranti e di accompagnare il processo di crescita economica e finanziaria e di scelte di allocazione e investimento attraverso un‟offerta completa, adeguata, flessibile e capace di rispondere alle diverse esigenze sia sul lato del risparmio, che del credito, che della gestione della liquidità oltre che di tipo imprenditoriale, prevedendo processi di up-selling. I comportamenti legati al risparmio e all’invio delle rimesse Un dettaglio del volume e del mercato delle rimesse verso il Senegal è contenuto nel Paper il Fenomeno delle Rimesse verso il Senegal. Qui ci limitiamo ad un‟analisi del comportamento relativo all‟invio delle rimesse, rilevando non solo la propensione media (attraverso la frequenza media di invio), ma anche l‟importo medio (dato da considerare con tutte le precauzioni necessarie data la tendenza tipica da parte degli intervistati a ridimensionare i valori in sede di rilevazioni di questo tipo). Per la popolazione senegalese il ricorso ai canali informali è ancora molto elevato, circa il 29% dei senegalesi intervistati li utilizzano abitualmente (il 33% se rapportiamo il dato ai senegalesi che inviano rimesse), ben superiore al campione complessivo, il cui ricorso ai canali informali riguarda 23 solo il 25% della popolazione. Scarso appare anche il ricorso dei senegalesi alle banche, solo il 14% contro il 23% del campione21, prediligendo il canale dei money transfer operators. Mediamente la popolazione senegalese intervistata invia rimesse nel proprio paese ogni due o tre mesi, quindi con una frequenza compresa fra le 6,8 e le 5 volte all‟anno (il 50% degli intervistati ha dichiarato di inviare rimesse una volta al mese), e mediamente viene mandata una cifra compresa fra i 200€ e i 290€ (il 20% degli intervistati invia più di 300 euro). Questi dati, proiettati nel tempo, ci consentono di stimare un invio medio annuo pro-capite dei senegalesi intervistati compreso fra i 600€ e i 1.300€. Si tratta di dati molto indicativi, che molto probabilmente tendono a sottostimare il fenomeno per la diffidenza e la riservatezza degli intervistati a fornire dati così sensibili. L‟analisi dei dati disaggregati per nazionalità forniti da Banca d‟Italia, rapportati alla popolazione senegalese residente in Italia collocano infatti il valore medio annuo pro-capite delle rimesse senegalesi intorno ai 4.000€ annui. Secondo l‟indagine solo l‟11% dei senegalesi intervistati dichiara di non inviare rimesse durante l‟anno. Se, con la dovuta prudenza, consideriamo la significatività statistica dei dati come una possibile proxy del comportamento medio dei senegalesi residenti in Italia, e considerando solo il numero di senegalesi residenti adulti (di età maggiore ai 18 anni) il volume medio pro-capite sale a 5.900€ annui22, senza tener conto dei flussi di rimesse che transitano attraverso i canali informali. L‟analisi della frequenza e dell‟importo medio delle rimesse rispetto alla variabile “anzianità migratoria” (Tavola 5), mostra come a classi di anzianità migratoria maggiori corrisponda una frequenza maggiore nell‟invio delle rimesse, con importi medi che rimangono pressoché costanti. Tavola 5 - Frequenza e importi medi rimesse verso il Senegal Classi di anzianità Frequenza Importo Importo migratoria media di invio medio di invio medio annuo Meno di 1 anno 6,0 180€ 1.080€ Da 1 a 5 anni 6,5 130€ 850€ Da 5 a 10 anni 7,1 200€ 1.420€ Oltre 10 anni 7,1 189€ 1.340€ Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI La permanenza in Italia e l‟avanzamento del processo di integrazione, spesso accompagnato da un contestuale aumento del reddito, il miglioramento delle condizioni di vita e il progredire del proprio progetto migratorio, non sembrano elementi in grado di spezzare il legame con il paese di origine, ma anzi sembrano rafforzarlo in termini di flussi finanziari. Il dato può essere però interpretabile anche come il risultato di precise scelte di allocazione del risparmio fra i due paesi, quello di origine 21 Percentuali rapportate alla popolazione intervistata Il calcolo è stato effettuato sulla base dei dati Banca d‟Italia 2008 che rilevano un volume complessivo di rimesse per il Senegal pari a 263 milioni di euro e sulla base dei dati Istat sui residenti immigrati in Italia che al 1 gennaio 2008 contavano 62.620 senegalesi residenti. Se a questa cifra togliamo un 10%, corrispondente alla percentuale media di minorenni presenti nella popolazione immigrata in Italia, otteniamo una popolazione attiva senegalese di 50.100 unità. Sottraendo un ulteriore 11% dei soggetti che hanno dichiarato di non inviare rimesse, abbiamo un numero di soggetti potenziali che inviano rimesse pari a 44.600 senegalesi. 22 24 e quello di destinazione del processo migratorio, che evolvono e si modificano con le diverse fasi del processo di integrazione e di quello migratorio. Interpretazione che confermerebbe la convinzione che le rimesse si inseriscono in una più ampia strategia di allocazione del risparmio che risponde a scelte razionali da parte del soggetto migrante. Un ulteriore elemento per comprendere il comportamento dei migranti nell‟allocazione del proprio risparmio fra Italia e Senegal riguarda la destinazione finale delle rimesse una volta giunte a destinazione23. Le diverse finalizzazioni del denaro ricevuto sottoforma di rimessa (indipendentemente dal canale utilizzato, sia esso formale o informale) sono state raggruppate in quattro categorie: consumi (che comprendono tutti gli utilizzi in beni di consumo immediati), trasferimenti per la famiglia (che comprendono utilizzi legati a servizi come l‟istruzione o la sanità e quindi costituiscono spese destinate a migliorare la qualità di vita anche nel medio periodo), attività sociali (che comprendono tutte le spese destinate alla comunità di origine, attraverso il finanziamento di opere e progetti di pubblica utilità), risparmi e investimenti (che comprendono sia investimenti in immobili, che in attività produttive, oltre ai flussi legati al rimborso di debiti contratti). Ad un‟analisi più generale del campione complessivo e del sottocampione senegalese, emerge una sostanziale omogeneità di comportamento (Grafico 14). Maggiore per il contesto Senegalese (quasi il doppio, anche se con percentuali contenute) la quota destinata alle attività sociali, indice di una maggiore sensibilità di questa comunità rispetto alle comunità di origine, ma anche effetto della diffusione del fenomeno della daira24 (particolarmente diffuso fra i senegalesi come emerso all‟interno di focus groups specifici). Grafico 14 - Destinazione finale delle rimesse per aree di utilizzo 18,1% 20,4% 2,3% 1,4% Consumo 38,2% 39,5% 40,0% 40,1% Campione Senegalesi Trasferimenti per la famiglia Attività Sociali Risparmio e investimenti Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI 23 Il questionario prevedeva una domanda specifica che chiedeva di valutare diversi utilizzi finali sulla base di un indice di tre valori: molto, poco, per niente. L‟analisi si riferisce soltanto al valore “molto”, in quanto espressivo di un comportamento certo e costante nel tempo. 24 Il fenomeno nasce dall‟obbligo morale-religioso di destinare somme ai capi religiosi per opere di beneficienza. Molto diffuso fra i Senegalesi. Formalmente si configura come un‟associazione a carattere locale a cui mensilmente viene versata una donazione. Un sistema nazionale raccoglie e trasferisce in Senegal ingenti somme di denaro utilizzate prevalentemente per opere religiose e scuole coraniche nei dintorni della città di Touba. 25 Può essere opportuno approfondire questa analisi per evidenziare se le scelte di allocazione del risparmio si modificano al variare di alcune variabili come l‟anzianità migratoria e la maggiore maturità finanziaria, a cui si associano in entrambi i casi maggiori livelli reddituali e un maggior grado di integrazione in Italia. La ripartizione in cluster rispetto alle due variabili prese come riferimento (Grafico 15), stratificando la popolazione senegalese di riferimento, già numericamente contenuta, ci impone di considerare il risultato come puramente indicativo di una tendenza e non immediatamente associabile alla totalità della popolazione senegalese in Italia. Ma la sostanziale omogeneità di comportamento evidenziata rispetto al campione complessivo (che essendo più numeroso rende statisticamente significativa anche un‟analisi multivariata) può fornire un utile supporto alle possibili conclusioni. Grafico 15 - Analisi della destinazione finale delle rimesse per classi di anzianità migratoria. Confronto fra campione complessivo e sottocampione senegalese CAMPIONE COMPLESSIVO SOTTOCAMPIONE SENEGALESE 14,8% 20,0% 1,7% 20,6% 2,6% 40,3% 40,9% 39,4% 36,9% < 5 anni > 5 anni > 10anni Consumo Attività Sociali 18,8% 2,6% Attività Sociali 46,7% Trasferimenti per la famiglia Risparmio e investimenti 1,7% 35,0% 38,9% 16,6% 16,7% 20,2% < 5 anni Trasferimenti per la famiglia41,9% Consumo 36,8% > 5 anni Risparmio e investimenti Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI I dati mostrano come a fasce di anzianità migratoria crescenti corrispondano livelli di rimesse destinati a consumo decisamente inferiori. Guardando al campione la quota destinata al consumo si riduce di 4 punti percentuali fra coloro che sono in Italia da meno di 5 anni e coloro che risiedono nel nostro paese da più di 10 anni. Guardando invece al sottocampione senegalese, la riduzione appare ancora più consistente, pari a quasi al doppio (8%). Una prima evidenza significativa, che sembra quindi indicare sia un diverso impatto delle rimesse nel tempo sulle famiglie destinatarie (miglioramento delle condizioni di vita e minore dipendenza per i beni di prima necessità) e sia un‟evoluzione verso scelte di allocazione del risparmio più attente a impieghi maggiormente orientati al medio termine, allo sviluppo di strutture di sostegno più durature e a investimenti. Per quanto riguarda le attività sociali i primi anni di integrazione in Italia sono caratterizzati da una maggiore attenzione alla necessità delle famiglie di origine, con una bassa incidenza della componente sociale delle rimesse, solo successivamente il flusso verso le attività di carattere sociale e religioso in Senegal aumenta raggiungendo i livelli medi. 26 I trasferimenti alle famiglie per educazione e sanità sono la componente che subisce maggiori modifiche. Per la diaspora senegalese l‟incremento appare consistente (+7%) spostandoci verso classi di anzianità maggiori, anche se il contesto appare caratterizzato da un livello elevato di questa componente sin nella prima classe di valori. Il dato relativo a questa componente appare importante, in quanto fa emergere un‟evoluzione chiara nel sostegno finanziario alle famiglie caratterizzato da un maggior controllo del risparmio e da una maggiore attenzione anche a dinamiche di lungo periodo. Si tratta di componenti di spesa che non possono essere considerati investimenti a tutti gli effetti da un punto di vista finanziario, ma certamente costituiscono un‟indicazione interessante ai fini dell‟elaborazione e dell‟offerta di prodotti finanziari adeguati, come prodotti di accumulo risparmio o prodotti assicurativi. Infine, per quanto riguarda la componente di risparmio e investimento per entrambe le popolazioni analizzate, emerge un maggiore peso per le classi di anzianità migratorie più elevate. La tendenza è più marcata per il campione complessivo, mentre il contesto senegalese segnala una crescita di soli due punti percentuali, raggiungendo comunque quasi 1/5 del denaro complessivamente inviato. Interessante rispetto al caso senegalese è però l‟andamento delle componenti che compongono questo aggregato. Si azzera infatti, passando verso la classe più stabile, la componente legata al rimborso dei debiti mentre raddoppia la componente legata all‟investimento in attività imprenditoriali, segno di un‟attenzione transnazionale anche economico produttiva e non solo legata all‟investimento immobiliare. La seconda variabile analizzata ha riguardato il maggiore o minore grado di maturità finanziaria degli immigrati sintetizzata dai diversi profili disegnati in precedenza sulla base dell‟indice di bancarizzazione (Grafico 16). Grafico 16 - Analisi della destinazione finale delle rimesse per profili di maturità finanziaria. Confronto fra campione complessivo e sottocampione senegalese CAMPIONE COMPLESSIVO SOTTOCAMPIONE SENEGALESE 19,2% 15,7% 24,1% 1,2% 3,5% 1,8% 39,2% 35,7% 40,4% 44,3% Risparmio e investimenti Attività Sociali Trasferimenti per la famiglia 38,4% 36,5% Consumo Profilo medio Consumo Trasferimenti per la famiglia Profilo evoluto Attività Sociali Risparmio e investimenti Pro f ilo med io - evo lut o Fonte: elaborazione dati Indagine Abi-CeSPI Riguardo al contesto senegalese i dati ci consentono di mettere a confronto i comportamenti dei soggetti caratterizzati da un profilo di bancarizzazione medio-alto con quelli relativi al profilo medio del campione senegalese complessivamente considerato. Si confermano le principali 27 conclusioni che emergono relativamente al campione complessivo dell‟indagine: il profilo più evoluto è infatti caratterizzato da una destinazione della rimessa per consumo inferiore, con una riduzione doppia (-4%) di questa componente per il profilo medio-alto. Sempre rispetto a questo profilo, la componente legata ai trasferimenti alle famiglie è maggiore del 5% e maggiori i trasferimenti legati alle attività di carattere religioso e sociale. Il caso senegalese sembra però rivelare una tendenza inversa rispetto alla quota parte di rimesse destinate a risparmio e a investimento che mostra una riduzione per il profilo più evoluto. Il dato andrebbe comunque maggiormente approfondito dato il limitato numero di casi oggetto di indagine che potrebbe quindi essere legato a fattori specifici collegati al contesto della rilevazione e alle opportunità di investimento e di allocazione del risparmio in Senegal25 al momento della rilevazione. Altre indagini mostrano infatti percentuali destinate a investimento e risparmio molto superiori, mentre la crisi finanziaria ha sicuramente contribuito invece a ridurre questa componente temporaneamente. A parziale conferma della ricerca da parte dei senegalesi residenti in Italia di strumenti adeguati in grado di sostenere il processo di ownership e allocazione del risparmio, sono i risultati di una recente indagine svolta dal CeSPI26 su un campione di 107 senegalesi in Italia composto per il 78% da uomini e per il 22% da donne (nel rispetto quindi della composizione della presenza senegalese in Italia). Alla domanda “saresti interessato ad un prodotto che ti consente di decidere mensilmente come distribuire i tuoi risparmi fra Italia e Senegal” il campione mostra un chiaro interesse verso prodotti o pacchetti di prodotti che consentono un‟allocazione efficiente delle risorse di volta in volta in risposta alle necessità/opportunità (Tavola 6). Oltre due terzi degli intervistati si dichiara interessato all‟offerta di un pacchetto di prodotti di questo tipo. Tavola 6 – Risultati campione senegalese % su totale campione Interessati 72% Non interessati 28% Fonte: elaborazioni CeSPI 2.4 Caratteristiche del processo di bancarizzazione delle donne migranti africane La componente di genere, come abbiamo già avuto modo di vedere, è uno dei fattori che influiscono sul rapporto banca-immigrato. Pur se ancora in minoranza rispetto alla componente maschile, la donna senegalese mostra elementi di vivacità anche nei comportamenti finanziari, pur partendo da una situazione di maggiore fragilità. Uno sguardo alle caratteristiche dei comportamenti finanziari 25 26 Basti ricordare, a tal proposito che il tasso di bancarizzazione in Senegal è ancora molto basso. Fonds des Emigrés pour le Développement Rural au Sénégal, FEDRS Project 28 delle donne africane e in particolar modo di quelle senegalesi può aiutare a completare il quadro di analisi delle diverse caratterizzazioni esistenti. All‟interno del panel di rilevazione dell‟indagine CeSPI-ABI sui bisogni finanziari dei migranti, le donne provenienti dall‟area sub-sahariana (Ghana e Sengal) sono complessivamente 56. Data la ristrettezza del numero dei casi, si è ritenuto opportuno ricorrere ad un sottocampione più ampio, costituito dalle donne africane (egiziane, ghanesi, marocchine e senegalesi). Anche per le donne africane il lavoro ha costituito il primo fattore di bancarizzazione, mentre il canale informale del passaparola (anche all‟interno di associazioni di connazionali) costituisce di gran lunga la principale fonte di accesso in banca. Complessivamente le donne provenienti dall‟area sub-sahariana, sembrano caratterizzate da una maggiore marginalizzazione finanziaria (meno della metà delle donne sono titolari di un conto corrente), un grado di bancarizzazione passiva, un minor accesso al credito27 e un minor livello di integrazione finanziaria e di conoscenza degli strumenti finanziari. Un rapporto con le banche e i prodotti finanziari che appare ancora fragile e caratterizzato, in prevalenza, dal ricorso a pochi strumenti finanziari, quasi unicamente connessi al deposito e alla custodia dei propri risparmi e alla gestione delle spese correnti. La metà delle donne africane non bancarizzate intervistate dichiara di non aver bisogno di un conto corrente, a differenza degli uomini, dove solo un quinto ha dato questa risposta. Il dato riflette una molteplicità di fattori legati al ruolo della donna all‟interno della famiglia e al diverso percorso di migrazione e di integrazione. Allo stesso modo una parte significativa (quasi il 40%) ha mostrato l‟interesse ad aprire un conto corrente nei prossimi anni. Quest‟ultima percentuale corrisponde esattamente a coloro che hanno dichiarato di non essere titolari di un conto corrente in quanto non percepiscono un reddito sufficiente, indice che, al mutare delle condizioni reddituali, la banca costituirà un passo necessario nel processo di integrazione. Una percentuale bassa, ma comunque non trascurabile, individua nella mancanza di fiducia la causa principale del non ricorso alla banca, una diffidenza che contraddistingue il campione africano in genere (7% per le donne e 11% per gli uomini). Quindi, mentre poco meno della metà delle donne africane accederanno al sistema bancario, l‟altra metà cela una molteplicità di casi e di motivazioni di più difficile identificazione e interpretazione. L‟analisi mostrerà però che il bisogno di risparmio e di gestione dei pagamenti costituiscono due drivers importanti sui quali far leva per progredire nel processo di inclusione finanziaria delle donne africane e di quelle sub-sahariane in particolare. Tornando ad analizzare le caratteristiche del processo di bancarizzazione delle donne africane, i fattori di prossimità costituiscono i primi elementi che determinano la scelta di una banca, con un peso relativo maggiore della vicinanza al luogo di residenza piuttosto che a quello lavorativo. Il rapporto banca-donna africana appare inoltre caratterizzato da una bassa mobilità, relativamente 27 Solo il 21% delle donne sub-sahariane intervistate ha attualmente in corso un finanziamento presso un intermediario finanziario. 29 attento a fattori relazionali e, in modo lievemente maggiore rispetto agli uomini africani, ai fattori religiosi. Non sembrano però emergere particolari problematicità o criticità all‟interno di questo rapporto, certamente, l‟evidenza è condizionata dalla semplicità dei bisogni e delle aspettative ad essi legati (infatti, maggiore è il grado di complessità dei bisogni e dei servizi richiesti e maggiore naturalmente è il grado di insoddisfazione che può nascere). Il Grafico 17 fotografa la misura dell‟incidenza delle diverse macro-aree di prodotti bancari 28 consentendoci un confronto tra i campioni. Grafico 17 – Incidenza utilizzo classi prodotti finanziari (donne subsahariane, donne africane e donne di altre nazionalità) Altri servizi 0,05 0,05 0,00 0,39 0,36 0,42 Servizi di finanziamento 1,31 Servizi di pagamento Gestione liquidità -0,2 Donne Ghana_Senegal 0,96 0,3 Donne africane 0,8 1,50 1,79 1,09 1,12 1,3 1,8 donne campione Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI Emergono alcuni elementi caratterizzanti: un minor ricorso da parte delle donne sub-sahariane a strumenti di gestione della liquidità. Il dettaglio evidenzia un uso del libretto di risparmio quale strumento esclusivo nel rapporto con la banca, mentre negli altri sottocampioni esso si configura come strumento accessorio e aggiuntivo al conto corrente ordinario, finalizzato all‟accumulo del risparmio. L‟esigenza di un luogo sicuro dove depositare i propri risparmi costituisce di gran lunga la motivazione principale per l‟apertura di un conto corrente, espressione di una percezione molto precisa della banca, legata alla sua funzione di custodia; l‟elevato ricorso ai servizi di pagamento rispetto ad entrambi gli altri sottocampioni. Significativa appare l‟incidenza dell‟utilizzo delle carte di credito 29 utilizzate dalle donne subsahariane fondamentalmente quali strumenti di pagamento e delle carte di debito ricaricabili a cui ricorrono anche per inviare denaro nel paese di origine. Risultano però ancora poco 28 L‟incidenza è data dal rapporto fra la frequenza di utilizzo all‟interno di una determinata classe di prodotti e il totale dei titolari di un c/c, mentre le diverse macro-aree si riferiscono alle stesse classi di prodotti indicate nella nota 9. 29 Il 29% delle donne sub-sahariane titolari di un conto corrente utilizza lo strumento delle carte di credito. 30 sviluppati gli strumenti più evoluti e di nuova generazione come l‟home banking o le carte di credito revolving. Altri dati emergono dall‟analisi, le donne provenienti da quest‟area dell‟Africa non sono completamente a digiuno in termini di rapporti con il sistema bancario: una quota significativa era già titolare di un conto corrente nel proprio paese di origine. L‟operatore BancoPosta, inoltre, presenta un grado di penetrazione maggiore rispetto ad altri sottocampioni, indice che questo intermediario presenta elementi competitivi interessanti per questa particolare fascia di clientela. Il ricorso al credito appare ancora fortemente limitato ed elevata è la percentuale delle donne che ritengono questo strumento non necessario. Si tratta di un non bisogno che può trovare diverse interpretazioni, probabilmente interconnesse, ciascuna delle quali richiederebbe un‟analisi ulteriore. Da un lato infatti può non ancora essere emerso il bisogno di quei beni di investimento durevoli tipici di una fase più avanzata dell‟integrazione, come la casa o l‟automobile; dall‟altro la non conoscenza dei prodotti può non far cogliere le opportunità derivanti da forme particolarmente flessibili come il credito al consumo, oppure, ancora, è possibile che il bisogno di credito ricada prevalentemente sul coniuge. Una panoramica circa i canali ritenuti preferenziali in caso di necessità finanziarie (Grafico 18), mostra la predominanza del ricorso a canali informali che contraddistingue tutto il campione di immigrati, ma che è particolarmente rilevante all‟interno del campione delle donne africane e, in modo ancora più evidente, del sottocampione sub-sahariano. La prima fonte a cui ricorrere in caso di bisogno è costituita dalla rete di solidarietà dei connazionali e delle associazioni o degli enti di assistenza italiani. Grafico 10 – Canali preferenziali di accesso al credito Uomini Africani 64 Donne campione 40 67 Donne africane 31 72 Donne sub-sahariane Canali informali 10% 20% Banche 30% 28 BancoPoste 50% 60% 12 7 5 32 40% 6 4 80 0% 3 10 70% Società finanziarie 80% 7 7 4 7 90% 100% Acquisti rateali Fonte: elaborazione dati Indagine CeSPI-ABI A livello aggregato la capacità di risparmio delle donne africane risulta essere inferiore, mentre per quanto riguarda le scelte di allocazione, nella maggioranza dei casi il risparmio viene accumulato in previsione di spese future e solo per il 3% entra nel circuito informale della rete di solidarietà fra connazionali. Ma, se presso le donne africane che accumulano risparmio, ben il 61% lo deposita in 31 banca, all‟interno del sottocampione sub-sahariano una quota ancora significativa delle donne subsahariane (pari al 39%), e superiore rispetto agli altri campioni lo custodisce in casa, a conferma di una fragilità del rapporto con la banca e di una scarsa alfabetizzazione finanziaria. Il dato relativo alle rimesse colloca il sottocampione sub-sahariano sostanzialmente in linea con il campione femminile generale, segno che su questo fronte, nonostante i diversi percorsi di inserimento familiare e lavorativo e i diversi livelli di integrazione anche finanziaria, non si modificano di molto i comportamenti rispetto all‟invio di risorse nel paese di origine. Il 38% delle donne africane effettua un invio con frequenza mensile, negli altri casi gli invii si distribuiscono su frequenze diverse nell‟arco dell‟anno, anche se la concentrazione maggiore si ha all‟interno di una frequenza quadrimestrale. L‟importo medio si colloca nella fascia compresa fra i 100€ e i 200€. I Money Transfer Operators sono i principali operatori scelti per l‟invio, ma i canali informali mostrano una preferenza ancora elevata, sono il secondo canale con il 17% degli invii, maggiore rispetto ai connazionali uomini. 2.5 Aspetti religiosi nel rapporto con le banche e i prodotti finanziari Il paragrafo contiene un primo tentativo di analizzare l‟incidenza dei fattori religiosi nei comportamenti finanziari e nel rapporto con le banche da parte delle comunità a prevalenza islamica presenti sul territorio italiano. Si tratta di un primo esperimento che parte dai dati disponibili sui bisogni e sui comportamenti finanziari rilevati e che di conseguenza va considerato con la dovuta prudenza. Dall‟analisi dei dati relativi ai bisogni finanziari dei migranti (2007) e all‟offerta da parte del sistema bancario Italiano (2009), così come da attività di ricerca specifiche condotte dal CeSPI in questi anni (in particolare su alcune comunità specifiche) non sembrano emergere indicazioni che mostrino il fattore religioso come determinante o comunque rilevante all‟interno del rapporto fra banche e immigrati, relativamente al segmento retail e small business. L‟analisi applicata ad alcune delle nazionalità dove più forte è la presenza della religione islamica non sembra mostrare scostamenti significativi dai comportamenti medi delle altre nazionalità o comunque attribuibili in modo univoco a fattori diversi da quelli confermati come determinanti nel processo di bancarizzazione: anzianità migratoria, grado di integrazione nel tessuto sociale ed economico, tipologia di contratto e settore di inserimento lavorativo, tasso di bancarizzazione nel paese di origine. Alcuni dati che indagano singoli comportamenti che in modo diverso potrebbero essere influenzati dai dettami religiosi consentono di confermare quanto affermato: Indice di bancarizzazione (Grafico 19): tutte le nazionalità selezionate in quanto a rilevanza della religione islamica, mostrano un indice di bancarizzazione intorno al valore medio delle 10 32 nazionalità che compongono il campione complessivo(in alcuni casi anche superiore). Unica eccezione il Bangladesh il cui minor tasso di bancarizzazione è imputabile ad una serie di fattori caratterizzanti il processo di bancarizzazione di questa nazionalità, diversi da quelli religiosi, primo fra cui la giovane età di questa comunità all‟interno della diaspora residente in Italia. Grafico 19 – Indice di bancarizzazione Media 10 nazionalità 2007 Senegal Marocco Ghana Egitto Bangladesh Albania 0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 Fonte: dati Abi - CeSPI Utilizzo delle rimesse per attività religiose/sociali nel paese di origine: l‟indagine sui bisogni finanziari dei migranti non consente di distinguere fra le due finalità (che sono state considerate in modo aggregato), ma complessivamente si può affermare che la destinazione delle rimesse inviate dai migranti con finalità religiose/sociali nel proprio paese di destinazione è molto basso (in media solo il 2% dei migranti). Rispetto alle nazionalità più legate alla religione islamica presenti nel campione (Albania, Bangladesh, Egitto, Ghana, Marocco e Senegal) solo Ghana e Senegal mostrano una maggiore propensione verso un utilizzo delle rimesse per finalità sociali/religiose (4% per il Ghana e 5% per il Senegal). Si tratta anche delle comunità dove più forte è il dovere morale di fare offerte legate alla Daira. Determinanti nel rapporto con le banche: rispetto ai fattori indicati dai migranti come determinanti nel rapporto con le banche, l‟attenzione ai fattori religiosi non sembra emergere come influente. Solo il 13% del campione complessivo indica questi fattori come qualificanti all‟interno del rapporto con le banche. Rispetto alle nazionalità che compongono il sottocampione specifico di questa indagine solo Marocco e Bangladesh si discostano dalla media con valori superiori: il 27% dei titolari di un conto corrente marocchini e il 18% dei bangladesi, reputano importante il rispetto delle norme religiose. 33 Anche rispetto alla domanda relativa a quali fattori andrebbero migliorati nel rapporto con le banche (Tavola 6) l‟attenzione ai fattori religiosi si colloca all‟ultimo posto. Tavola 6 - Fattori che andrebbero migliorati nel rapporto con le banche Minori costi Riduzione degli ostacoli burocratici (documenti, requisiti) Maggiore disponibilità alla concessione del credito Maggiore offerta di servizi Uguale trattamento umano rispetto ai clienti italiani Flessibilità negli orari (apertura sabato e ore pasti) Migliore capacità di comunicazione linguistica e culturale Migliore formazione / informazione all'uso dei servizi Migliore accoglienza (spazi, arredamento, simboli) Maggiore attenzione ai fattori religiosi % su tot bancarizzati 72,1% 46,7% 34,6% 32,9% 24,2% 23,9% 22,3% 14,4% 8,7% 5,5% Un dettaglio di questa domanda relativo al sottocampione dei paesi con religione islamica rileva solo per Egitto e Marocco valori superiori alla media, pur senza modificare di molto il peso relativo rispetto agli altri fattori. L‟attenzione al fattore religioso si colloca infatti per il Marocco sempre al 10° posto, mentre per l‟Egitto si colloca 7° posto. Indagini specifiche condotte dal CeSPI sulla comunità Egiziana non hanno mostrato evidenze particolari che possano confermare una maggiore sensibilità di questa nazionalità verso i fattori religiosi. Grado di utilizzo dei prodotti bancari: un dettaglio del diverso grado di utilizzo dei diversi prodotti bancari per il sottocampione di nazionalità dove maggiore è la presenza della religione islamica rispetto alla media complessiva delle nazionalità oggetto di indagine (Grafico 20, in allegato) non sembra mostrare comportamenti che si discostino in modo significativo rispetto alla media. In particolare rispetto ai prodotti dove maggiore potrebbe essere il conflitto con i dettami della religione islamica (il mondo del credito e delle carte di credito in generale, così come quello degli investimenti, della custodia e amministrazione titoli) non sembrano emergere dati che confermino un sottoutilizzo, al contrario si evidenziano livelli di utilizzo superiori alla media per diverse nazionalità interessate. Se il ricorso al credito potrebbe costituire un indicatore indicativo del grado di attenzione rispetto ai dettami del Corano, solo l‟Egitto mostra un sottoutilizzo del credito al consumo e degli “altri prestiti”, ma allo stesso tempo mostra una maggiore incidenza del credito immobiliare (Tavola 7) e un maggior ricorso al credito in generale (espresso come percentuale dei crediti totali sul numero dei c/c retail, che misura la percentuale di titolari di un conto corrente che hanno ottenuto un finanziamento retail). Così come nella media o superiori sono, per questa stessa nazionalità, il grado 34 di utilizzo di prodotti di accumulo risparmio e dei prodotti di custodia e amministrazione titoli. Anche la percentuale di titolari di un conto corrente da più di cinque anni mostra valori elevati (26%), indice di un rapporto ormai maturo con il sistema bancario tradizionale. Tavola 7 - Credito area retail (indagine Abi-CeSPI 2010) % credito % credito consumo Nazionalità immobiliare su su tot crediti retail tot crediti retail Bangladesh 21% 46% Egitto 43% 24% Ghana 13% 51% Marocco 24% 43% Pakistan 27% 41% Senegal 17% 40% Sri Lanka 17% 46% Tunisia 25% 37% % altri crediti su tot crediti retail % crediti totali su c/c retail 12% 33% 35% 33% 32% 43% 37% 38% 39% 35% 51% 38% 41% 48% 45% 34% La debolezza mostrata invece dalle due nazionalità asiatiche: Bangladesh e Sri Lanka è certamente attribuibile ad altri fattori più rilevanti nel processo di bancarizzazione che caratterizzano le due comunità, come la minore permanenza in Italia, il minor grado di bancarizzazione nei paesi di origine e i settori di inserimento lavorativo. Dato confermato dall‟elevato ricorso al credito necessario per la prima fase di integrazione. Anche l‟evoluzione registrata nel processo di bancarizzazione negli anni (2007 e 2009) non sembra mostrare fenomeni di rallentamento o di arresto riferito a particolari nazionalità, ma anzi sembra sempre più confermare i legame diretto fra processo di bancarizzazione e anzianità migratoria nel nostro paese. 35 4. L’ OFFERTA DELLE BANCHE ITALIANE Come abbiamo avuto già modo di affermare l‟interesse delle banche italiane verso il segmento della clientela migrante rimane alto. La consapevolezza che la bancarizzazione costituisca parte integrante dell‟attività della banca e che il segmento di clientela immigrato rappresenti un bacino di bancarizzazione importante per il futuro sembra essere ampiamente diffuso all‟interno del sistema bancario italiano. Si tratta di un segmento di clientela, nonostante le molteplici iniziative avviate in questi anni, ancora sostanzialmente inesplorato e sconosciuto per quanto riguarda i suoi bisogni specifici. La crisi finanziaria ha portato per le banche vincoli più stringenti in termini di rischi e redditività, comprimendo i margini disponibili per sostenere processi di inclusione finanziaria, che necessariamente richiedono orizzonti temporali medio-lunghi, così come ha certamente influito sulla percezione del rischio anche rispetto al segmento di clientela migrante. In questo contesto le banche sembrano aver puntato soprattutto sul consolidamento delle strategie già avviate, poche sono state le iniziative innovative in termini di migrant banking o di nuovi prodotti dedicati all‟inclusione finanziaria. In questi ultimi mesi si evidenziano però segnali importanti di risveglio del settore dell‟inclusione finanziaria in generale e in particolar modo dei migranti. Gli spazi per avvicinare i soggetti ancora finanziariamente esclusi e per accompagnare il processo di crescita di quelli inclusi durante gli anni passati sono ancora molto ampi. L‟evoluzione del processo migratorio nel nostro paese mostra flussi netti in entrata positivi e ancora in aumento anche in un‟ottica futura. Non solo, ma a fianco di questa crescita continua dei flussi in entrata, si sono affiancati significativi flussi in uscita, all‟interno di un processo di circolarità delle migrazioni, che si prevede in ulteriore evoluzione nel futuro. Contemporaneamente il tasso di crescita del potere di acquisto degli immigrati cresce con tassi di viluppo elevati e superiori a quelli degli italiani. È evidente come per il sistema bancario si tratta di un‟importante opportunità di crescita in termini dimensionali e reddituali: il Rapporto “Mercati e Competitività” nel 200730 stimava in un intervallo compreso fra il 3% e l‟8% la percentuale di margine derivante dai migranti. Fattori di costo legati allo sviluppo di prodotti rivolti a questo segmento di clientela non sembrano costituire un elemento determinante, mentre maggiore attenzione è invece richiesta dai fattori di rischio. Anche nelle banche italiane cresce inoltre la consapevolezza di una correlazione positiva fra processo di integrazione e bisogni finanziari. Nel tempo le esigenze finanziarie dei migranti evolvono molto più rapidamente di quelle della clientela italiana in termini di utilizzo di prodotti finanziari e di bisogni. Il cliente immigrato appare un soggetto finanziario più consapevole e a volte anche più informato di quello nazionale. Allo stesso modo è sempre maggiore la consapevolezza della necessità da parte dei migranti di un approccio di tipo inclusivo e non discriminante. In questo senso la direzione è quella di un processo evolutivo del rapporto fra banca e immigrato che da una “Welcome Bank” si dirige verso un modello di “Equality Bank” (Grafico 21). 30 Mercati e Competitività Vol. 4, 2007 36 Grafico 21 – Evoluzione dell’approccio della banca verso il segmento di clientela migrante Il tutto si traduce in un bacino significativo di soggetti per i quali l‟inclusione finanziaria costituisce un bisogno reale che le banche italiane, allo stato attuale, non sono ancora riuscire ad intercettare in modo incisivo. Dall‟analisi del contesto italiano emergono infatti elementi che sembrano indicare l‟esistenza di una soglia minima, in termini di rischi e di investimenti necessari, che pongono le banche in un atteggiamento di attesa rispetto al processo di inclusione finanziaria e di passaggio da un profilo base ad uno medio. Decisivo appare stabilire se si tratti di una soglia reale che determina l‟effettivo interesse delle banche verso segmenti di clientela più marginale o solo di una soglia “congiunturale” oltre la quale si può prevedere una effettiva maggiore pro attività delle banche verso strategie e prodotti di inclusione finanziaria. L‟indagine svolta presso gli operatori bancari fa emergere un numero significativo di banche che intendono investire su specifiche nazionalità quali segmenti di potenziale clientela futura, pur senza negare il persistere di una certa distanza fra la pratica nella gestione del rapporto banca-migranti, e l‟emergere di questa nuova consapevolezza, così come di difficoltà legate ad una diffidenza ancora presente all‟interno delle Direzioni Generali delle banche e a difficoltà legate ad obiettive maggiori problematicità rispetto cliente alla clientela tradizionale. Di particolare interesse appare il ricorso da parte delle banche italiane alla microfinanza e in particolare al microcredito quale strumento di inclusione finanziaria rivolto anche ai migranti. Diverse sono le iniziative avviate, con modelli di sviluppo molto diversi, che hanno visto anche alcuni gruppi bancari acquisire una partecipazione in società specializzate. La microfinanza assicura quella flessibilità nelle caratteristiche dei prodotti, nelle condizioni di accesso e nella valutazione del merito di credito del cliente che i vincoli della banca tradizionale non consentono. Si tratta di un‟innovazione importante, che coinvolge il 55% degli sportelli bancari in Italia31, anche se in prevalenza legato quasi esclusivamente a prodotti di microcredito: il prodotto di microfinanza di gran lunga più offerto è infatti il finanziamento rivolto alle famiglie senza garanzie, per importi inferiori ai 25.000€. La microfinanza richiede cultura e competenze specifiche che le banche 31 Fonte: indagine CeSPI-ABI 2009. 37 italiane dovranno essere in grado di sviluppare o di acquisire perché lo strumento sia effettivamente efficace nel campo dell‟inclusione finanziaria. Il rischio è quello di offrire un prodotto che risponde a determinate caratteristiche, ma all‟interno di schemi e di competenze legati all‟attività bancaria tradizionale e non in grado di intercettare effettivamente un segmento di clientela specifico legato ai soggetti finanziariamente esclusi o con basso reddito. Molta attenzione viene data al tema del trasferimento delle rimesse, dove le banche appaiono ancora prevalentemente orientate alla dimensione nazionale dei bisogni finanziari degli immigrati e faticano a cogliere la duplicità del processo di accumulazione e impiego del risparmio fra i due paesi, quello di destinazione e quello di origine. Si sommano alcune problematicità di carattere operativo legate alla difficoltà nell‟identificare partner affidabili nei paesi di destinazione e nello stipulare accordi ampi che consentano di sviluppare una trasferibilità del risparmio attraverso il canale bancario. Rispetto ad altri paesi, dove la maggiore concentrazione di alcune nazionalità di migranti consente abbastanza agevolmente di creare una rete di corrispondenti efficace nei paesi di origine (come è il caso spagnolo rispetto all‟America Latina o francese rispetto alle ex-colonie), in Italia la maggiore frammentarietà e il diverso peso numerico tra le nazionalità presenti e il cambiamento subito nella composizione delle stese negli anni rende necessario sviluppare una rete di banche corrispondenti molto più ampia e complessa che risulta laboriosa e costosa. Infine la scelta strategica attuata dalla maggior parte delle banche italiane di operare sul mercato delle rimesse esclusivamente attraverso accordi interbancari, quindi attraverso il tradizionale canale Swift, con costi unitari elevati e sottovalutando la rimessa come opportunità di inclusione finanziaria del cliente immigrato, ha di fatto ostacolato il processo di canalizzazione del risparmio del migrante attraverso il canale bancario32, non riuscendo a garantire sul lato del paese ricevente un‟adeguata copertura in grado di raggiungere i famigliari. Nonostante esistano alcune esperienze che, a fianco del tradizionale bonifico bancario transfrontaliero, offrono anche il servizio di trasferimento delle rimesse tramite MTO (come quella della Banca Popolare di Milano che ha aderito all‟accordo fra Western Union e l‟Associazione delle Banche Popolari), non sono stati contemporaneamente messi in atto adeguati processi di integrazione della rimessa all‟interno di un pacchetto di servizi e prodotti finanziari completi, in grado di rispondere alle esigenze dei migranti, non consentendo così di ottenere i risultati sperati nell‟avvicinare i migranti al canale bancario. La banca è diventata un‟agenzia qualsiasi del MTO, senza offrire un processo di inclusione finanziaria o di valorizzazione del risparmio, ma portando con sé tutti i limiti tipici dell‟intermediazione bancaria: orari di sportello, maggiore richiesta di dati, ostacoli di natura culturale. Emerge in questo senso una duplice debolezza, da un lato una non-comprensione o sottovalutazione da parte degli istituti di credito italiani circa le determinanti sottostanti alla scelta del canale di trasferimento del denaro (capillarità, rapidità e certezza nei tempi e nelle condizioni), con il 32 Così come invece è accaduto nella vicina Spagna (dove proprio grazie alle rimesse il tasso di bancarizzazione dei migranti è pari all‟80% e sale a quasi il 100% se si escludono i nuovi arrivati). 38 conseguente sviluppo di un business model inadeguato. Dall‟altro lato emerge un cortocircuito fra domanda e offerta di prodotti e servizi finanziari, dove le banche lamentano l‟assenza di una domanda di prodotti più sofisticati da parte dei migranti e questi a loro volta lamentano l‟assenza di prodotti adeguati a soddisfare i propri bisogni di risparmio, investimento, assicurazione e credito. Si tratta di un processo che si autoalimenta, contribuendo a creare incomprensioni che vanno ad intaccare e ostacolare quella fiducia reciproca alla base dell‟intermediazione finanziaria. La soluzione, a nostro avviso, risiede in una capacità di offerta da parte degli intermediari finanziari che guardi al migrate come soggetto economico razionale nella sua interezza (e non come semplice richiedente credito, come è avvenuto fino ad ora). Un‟offerta basata su “pacchetti di prodotti” in grado di soddisfare una pluralità di esigenze, assicurando quel livello di flessibilità richiesto dalle condizioni di inclusione sociale ed economica dei migranti stessi. L‟analisi dei diversi approcci e strategie presenti all‟interno del sistema bancario italiano conferma infine l‟esistenza di un diverso approccio fra le banche di piccole e medie dimensioni e quelle di grandi dimensioni. Le prime appaiono più orientate ad investire nella costruzione di rapporti di fiducia stabili e nel lavoro di accompagnamento delle associazioni di migranti, ricercando quel livello di flessibilità che consente di trovare soluzioni ai diversi bisogni dei migranti. Le banche di dimensioni più grandi mostrano invece maggiore difficoltà a svolgere un lavoro così puntuale e appaiono maggiormente “ingessate” all‟interno di competenze che coinvolgono più strutture, con una capacità ridotta di rispondere in modo adeguato ad esigenze specifiche. 4.1 Analisi di alcuni casi studio L‟analisi dei casi studio relativi all‟offerta di prodotti e servizi rivolti a cittadini immigrati è stata condotta sulla base di una prima fase di analisi del sistema bancario italiano e di selezione dei casi ritenuti più interessanti e significativi. La scelta degli istituti bancari oggetto dell‟indagine si è basata sull‟applicazione congiunta di tre criteri distinti, due di carattere quantitativo e uno di carattere più qualitativo legati non solo alla tipologie e alla qualità dell‟offerta verso il segmento di clientela specifico, ma anche a fattori quali la presenza sul territorio e il modello di migrant banking adottato. L‟interazione dei diversi criteri ha così permesso di selezionare sette casi studio che possono costituire altrettanti modelli di sviluppo di strategie orientate all‟inclusione finanziaria dei migranti, ciascuno caratterizzato da punti di forza e di debolezza e adattabili in forme ibride al contesto di riferimento. I tre criteri di selezione adottati sono stati: a. la presenza sul territorio, misurata dalla quota di sportelli di ciascun gruppo bancario sul totale sportelli di sistema nella Regione di riferimento. Sono state prese come riferimento le due Regioni coinvolte all‟interno del Progetto Su.Pa: il Veneto e le Marche. La Tavola 9 mostra, 39 per ciascuna regione, le principali banche presenti sul territorio sulla base della quota sportelli sul totale della regione. Tavola 9 - Presenza delle banche sul territorio (percentuale sul totale sportelli nella regione) REGIONE VENETO REGIONE MARCHE Unicredit 19% Banca delle Marche 20% Intesa Sanpaolo 18% Unicredit 15% BCC 16% BCC 15% Monte Paschi Siena 10% UBI 9% Gruppo Banco Popolare 9% Intesa SanPaolo 9% Banca Popolare di Vicenza 7% Monte Paschi Siena 9% Veneto Banca 4% BNL 2% BNL 2% Fonte: elaborazione CeSPI su dati ABI 2009 Questo primo criterio, oltre a consentire di individuare i gruppi bancari più significativi sul territorio, costituisce un primo fattore quantitativo importante per valutare i processi di migrant banking, laddove infatti la prossimità della banca costituisce uno dei principali drivers nel rapporto con la banca. La diffusione degli sportelli sul territorio costituisce quindi un primo fattore di bancarizzazione importante per il segmento migranti. b. Il numero di conti correnti intestati a clienti stranieri. L‟indagine ABI-CESPI 2009 ha consentito di monitorare, su un campione di banche significativo a livello nazionale, il numero di conti correnti intestati a clienti immigrati. La Tavola 10 mostra, in modo aggregato, i principali gruppi bancari in termini di correntisti stranieri. Tavola 10- Numero di conti correnti intestati a clienti stranieri (31/12/2008) GRUPPO BANCARIO NUMERO DI CLIENTI IMMIGRATI Intesa San Paolo Oltre 250.000 Unicredit Monte Paschi Siena 100.000 – 250.000 Gruppo Banco Popolare UBI 25.000 – 100.000 BCC Banca Popolare di Milano Banca Popolare di Sondrio 5.000 – 25.000 Veneto Banca Fonte: dati CeSPI-ABI 2009 Il dato, attraverso una fotografia dei rapporti già esistenti, costituisce un‟approssimazione importante del rapporto con i clienti immigrati e della capacità di attrarre questo segmento di clientela. Non va infatti trascurato infatti che il passaparola, e quindi il grado di soddisfazione del rapporto con i clienti esistenti, costituisce il principale fattore di bancarizzazione degli immigrati dopo la richiesta del datore di lavoro. 40 c. L‟applicazione di un criterio più qualitativo ha riguardato la selezione dei casi studio sulla base del diverso approccio utilizzato nelle strategie di migrant banking al fine di fornire modelli diversi all‟interno dei quali valutare potenzialità e efficacia in rapporto alle caratteristiche di contesto e delle risorse disponibili. Guardando al panorama delle strategie adottate dalle banche italiane, è infatti possibile individuare alcuni modelli diversificati che possono essere rappresentati (Tavola 11) per gradualità di impegno e risorse necessarie. Un giudizio di efficacia di ciascun modello non può trovare spazio in questa sede in quanto richiederebbe informazioni quantitative e qualitative strettamente confidenziali non disponibili. La sintesi non è naturalmente esaustiva di tutti gli approcci disponibili nel quadro del sistema bancario italiano, sia in termini di modelli che in termini di Gruppi Bancari individuati, ma ne rappresenta le principali macro-tiplogie all‟interno delle quali è possibile individuare formule ibride. I Gruppi bancari appartenenti a ciascun modello sono stati individuati sulla base dell‟interazione con i due precedenti criteri. Tavola 11 – Classificazione dei modelli di migrant banking esistenti nel panorama bancario italiano MODELLO DI MIGRANT BANKING GRUPPI BANCARI INDIVIDUATI Modello banca indistinta Modello BCC Modello prodotti target Un‟offerta indistinta fra clienti immigrati e italiani, al massimo accompagnato da materiali informativi in lingua e un prodotto di bancarizzazione di base Si tratta di un modello di banca e di approccio al migrante a se stante, nonostante la ricchezza e le diversificazioni presenti nell‟universo del credito cooperativo. Le BCC si caratterizzano infatti per una presenza e un legame particolari sul territorio e per un approccio al cliente molto orientato alla relazione e all‟accompagnamento, caratteristiche molto apprezzate dai clienti migranti. I fini mutualistici che contraddistinguono le BCC e l‟obbligo di destinare parte dei profitti al sostegno di attività sul territorio, creano occasioni importanti di legame e di sostegno anche finanziario ad attività di vario tipo (assistenziali, culturali e religiose) promosse dalle associazioni di migranti, creando opportunità di conoscenza e di contatto oltre che di costruzione di fiducia. A livello di sistema le BCC hanno sviluppato un prodotto specifico per questa clientela finalizzato al trasferimento del denaro all‟estero. Un pacchetto di prodotti specificatamente disegnato sui bisogni finanziari della clientela immigrata, accompagnato da un marketing specifico e da documenti informativi in lingua. La complessità dell‟offerta può variare all‟interno di un range molto ampio che va da un puro restyling dei prodotti tradizionali della banca alla creazione di un pacchetto di prodotti specifici per l‟inclusione finanziaria dei migranti che Essendo il modello meno interessante non è stato selezionata alcuna banca come caso studio Banche di Credito Cooperativo, ICCREA Holding Gruppo Intesa SanPaolo Veneto Banca 41 Modello banca includente Creazione di una rete di sportelli Creazione di una banca dedicata può essere rivolto ad un target circoscritto alle principali nazionalità presenti sul territorio di riferimento o essere generalizzata a tutti gli immigrati residenti. Attraverso la creazione di un rapporto stabile e di fiducia con una rete di associazioni di migranti attraverso la cui interazione costruire una struttura di offerta completa,disegnata sulle esigenze della clientela migrante e un processo di accompagnamento della crescita economicofinanziaria del cliente migrante verso i prodotti ordinari della banca tradizionale, gestendo così il passaggio dall‟inclusione finanziaria alla piena integrazione. Prevede la creazione, all‟interno della struttura operativa della banca, di una rete di sportelli interamente dedicati ai migranti, con un proprio marchio, personale di nazionalità diverse, caratteristiche operative proprie, una strategia di informazione e comunicativa e un‟offerta specifica. Modello che richiede un investimento significativo anche in termini finanziari, prevede la creazione di una banca interamente creata e dedicata per servire la clientela migrante, con specificità proprie legate a questo segmento di clientela. Naturalmente si tratta di un investimento che prevede ritorni più lunghi e investe nella specificità anche di lungo periodo di questo segmento do clientela. Monte Paschi di Siena Gruppo UBI Unicredit Extrabanca Sulla base delle considerazioni e delle analisi precedenti sono state prese come riferimento per i casi studio i seguenti Gruppi Bancari: Tavola 12 – Casi studio selezionati Gruppo Monte dei Paschi di Siena Unicredit Gruppo UBI Banca Veneto Banca Gruppo Intesa SanPaolo Extrabanca Banche di Credito Cooperativo GRUPPO MONTE DEI PASCHI DI SIENA L‟approccio del Gruppo Monte Paschi Siena verso il migrant banking risale al 1997 (una delle prime banche in Italia) con un progetto specifico “Progetto Paschi Senza Frontiere” che ha coinvolto inizialmente solo l‟area di Firenze e il relativo interland, per poi essere esteso a livello nazionale come Monte Paschi e successivamente, a seguito dei processi di aggregazione, a tutto il gruppo bancario. Un processo che anche all‟interno della struttura e dell‟organizzazione della banca trova una sua identità specifica. Paschi Senza Frontiere è oggi un brand che contiene un approccio specifico e un pacchetto di prodotti studiati negli anni per la bancarizzazione dei migranti. Nasce da un lavoro di consultazione 42 e di confronto sul territorio con le associazioni di migranti e tutta una serie di soggetti e strutture interessati o impegnati a titolo diverso al tema della migrazione e dell‟integrazione che continua tutt‟ora. Il coinvolgimento ha riguardato diversi piani diversi, dalle realtà a livello nazionale e sopranazionale, come le istituzioni ecclesiastiche e umanitarie, i sindacati, le associazioni rappresentative di comunità straniere, le banche estere operative nei Paesi da cui provengono i di flussi migratori, le associazioni di consumatori, gli organismi della cooperazione internazionale e del volontariato, le Ambasciate e i Consolati, alle realtà a livello locale come i piccoli proprietari di immobili e gli affittuari, gli esercizi commerciali, le aziende private e pubbliche erogatrici di servizi agli immigrati. Le banche del gruppo hanno agito successivamente come "centri di ascolto" sul territorio, attraverso il loro contatto diretto con la clientela e il tessuto sociale e imprenditoriale locale. Nel tempo la banca ha così creato e strutturato una rete di rapporti stabili e di fiducia, in particolare con le associazioni di migranti, che sono diventati partner importanti nell‟analisi dei bisogni e nello sviluppo dei prodotti. La filosofia sottostante al Progetto Paschi Senza Frontiere è quella di avvicinare il migrante alla banca con prodotti studiati sulle esigenze dei migranti e con condizioni di costo più favorevoli rispetto ai prodotti tradizionali, senza però fossilizzare il rapporto ai prodotti di prima bancarizzazione, ma facendolo evolvere verso una tipologia di clientela standard. L‟obiettivo è infatti quello di far crescere finanziariamente il migrante per poi aprirgli le porte al pacchetto competo dei prodotti MPS offerto ai clienti ordinari. Si tratta di un processo di ascolto e di ricerca della migliore risposta al bisogno specifico attraverso un‟adeguata strutturazione dell‟offerta, che è in continuo divenire, offrendo informazione e formazione. In questo contesto nascono esigenze legate al tessuto territoriale e di immigrazione specifico a cui si risponde con interventi ad hoc (un esempio è stata la creazione di una fideiussione per l‟anticipo della caparra dell‟affitto). Paschi Senza Frontiere prevede una serie di prodotti specifici per la clientela immigrata, organizzati su due moduli diversi: famiglie e lavoratori autonomi/piccoli imprenditori, che consentono di diversificare l‟offerta su queste due tipologie ben distinte di clienti e di bisogni finanziari sottostanti. L‟offerta è particolarmente ampia e complessa: - un primo prodotto di immediata bancarizzazione studiato per chi non è ancora residente: si tratta di una carta prepagata con IBAN (che quindi consente di effettuare bonifici e un‟operatività molto simile a quella del c/c), che viene emessa dietro presentazione del semplice passaporto. Si tratta di un prodotto che può risultare in competizione rispetto al conto corrente ordinario, ma la sfida è proprio quella di fa evolvere il cliente e i suoi bisogni; - le carte “cristal”: serie di carte ricaricabili nominative, di fatto, utilizzate dai migranti inviandole ai familiari nel paese di origine. Le carte prepagate sono offerte gratuitamente. È allo studio la realizzazione delle cosiddette carte gemelle (due carte di debito pre-pagate, emesse contemporaneamente una delle quali può essere utilizzata dal migrante in Italia e la seconda dai suoi familiari all‟estero); 43 - il c/c Paschi Senza Frontiere con condizioni agevolate che diviene la chiave di accesso a tutti gli altri prodotti e servizi; - la rimessa a costo 0 fino a 250€, senza limite massimo sul numero di transazioni annue (esiste anche una certa flessibilità sull‟importo previsto). Si tratta di uno strumento che si è dimostrato molto utile per accedere alle comunità e apprezzato dai migranti (i volumi lo confermano). Nel tempo si sono cercati partner stranieri che condividessero la filosofia di fondo e replicassero le commissioni nulle anche dal lato del ricevente, promuovendo e formalizzando accordi con primarie banche estere corrispondenti, operative nelle aree a maggior flusso migratorio. Inizialmente si è optato per Senegal, Marocco e Albania, fino ad interessare progressivamente anche le altre aree, pur con le difficoltà legate alla diffidenza mostrata in generale dai partner locali su una proposta di questo tipo; Accordi con Banche Estere corrispondenti attivi Paese Banca corrispondente Albania Banca Kredins Brasile Banco do Brasil Marocco Attijariwafa Bank Senegal Compagnie Bancaire Afrique Occidentale (CBAO) Fonte: dati CeSPI - la fideiussione (Cresco New), con un costo pari all‟1% del valore della garanzia, che consente ai migranti di ridurre la caparra richiesta dagli affittuari per la concessione di una casa in affitto; - una polizza assicurativa (Welcome New) che, in caso di sinistro indennizzabile (morte o invalidità permanente del migrante), prevede il rimborso delle spese mediche, delle spese per il rimpatrio della salma e di quelle per il viaggio o soggiorno di un familiare. La polizza può essere sottoscritta dal singolo migrante o può essere dall‟associazione di migranti (l‟associazione paga il premio) con copertura sui singoli associati; - un call- center multilingue (inglese e francese) a disposizione della clientela straniera; - un leaflet multilingue (8 lingue, oltre all‟italiano) e una scheda prodotto nel sito internet di ciascuna banca del Gruppo; - programmi formativi ad hoc per le associazioni rivolti sia ad un gruppo ristretto di referenti che in plenaria a tutti gli associati; - dal lato della raccolta sono stati sviluppati forme di accumulo semplici che prevedono versamenti con quote minime mensili (25€) con garanzia totale del capitale e di un interesse prefissato (prodotto AXA). Durata: 5 anni. Due le motivazioni sottostanti: una di tipo etico e una commerciale legata all‟acquisizione di nuovi clienti; 44 - dal lato degli impieghi: prestiti personali (credito al consumo tramite società specializzata: Consumit), prestito finalizzato, anticipo di 2 mensilità dello stipendio e mutui con riduzione del 50% delle spese di istruttoria rispetto al prodotto per gli italiani (le altre condizioni sono quelle dei prodotti offerti alla clientela ordinaria) e fideiussione per affitto. - Al suo interno la banca effettua poi specifiche campagne informative rivolte alle funzioni di Direzione Generale e agli addetti alle reti di vendita, monitorando i risultati delle diverse iniziative in atto. Particolarmente significativa e innovativa è poi la strutturazione di procedure e canali finalizzati ad accompagnare il cliente immigrato nella propria crescita finanziaria, portandolo gradualmente verso i prodotti tradizionali offerti alla clientela ordinaria. Si tratta di un processo naturale, legato al normale evolversi del processo di integrazione del migrante nel nostro paese, ma la previsione di un percorso strutturato all‟interno dell‟offerta della banca finalizzata ad un accompagnamento del cliente in questo senso, costituisce una novità importante nel panorama bancario italiano. Completa l‟offerta di prodotti finalizzati all‟inclusione finanziaria il microcredito, attraverso la partecipazione con capitale proprio alla costituzione di in una società di microcredito esterna (Microcredito di Solidarietà S.p.A.), particolarmente legata al territorio (sono infatti il Comune e la Provincia di Siena a condividere la partecipazione nella struttura, insieme alle tre principali associazioni di volontariato sul territorio) e che sta avendo un grande successo. Microcredito e microfinanza sono considerati dal Gruppo Bancario una chiave decisiva per il futuro, ma con la consapevolezza della necessità di svolgere queste attività attraverso istituzioni create ad hoc, esterne all‟attività bancaria tradizionale. Si tratta di una scelta strategica precisa legata alle competenze e ad un approccio specifico richiesti per svolgere questa attività che non appartengono alla tradizione e alla cultura bancaria tradizionale e legata alla richiesta di requisiti di rischio e assorbimento patrimoniale diversi, difficilmente compatibili con l‟attività ordinaria della banca. UNICREDIT SPA Unicredit costituisce un caso studio interessante nel campo del migrant banking in Italia perché separa l‟attività rivolta alla clientela migrante attraverso la creazione di sportelli dedicati con un brand “Agenzia Tu” e un‟offerta ad hoc. Si tratta di una strategia di posizionamento in questo segmento di clientela che si colloca a metà strada fra la creazione di una struttura esterna (una banca, ad esempio) interamente dedicata ai migranti, e la strutturazione di prodotti dedicati o di una campagna di marketing attraverso le agenzie della banca stessa. Pur rimanendo all‟interno della struttura della banca, in termini di collocazione organizzativa e di servizi centrali, Agenzia Tu infatti si configura come un‟agenzia 45 specializzata e interamente dedicata alla clientela migrante, ritagliata prevalentemente sui bisogni di finanziamento e su alcune esigenze specifiche. Ad oggi la rete di Agenzia Tu è costituita da 12 agenzie in 10 città italiane e si caratterizza, oltre che per un design definito che consente una facile identificazione rispetto alle agenzie del Gruppo, per un approccio molto accogliente e informale verso il cliente. Due i punti di forza nella costruzione della relazione con il cliente: l‟ampio ricorso a personale multilingue proveniente da paesi diversi (Marocco, Romania, Albania, Algeria, Perù, Filippine, Sri-Lanka Cina, Siria) e la definizione di orari di sportello che meglio si avvicinano alle esigenze dei migranti, pur se lasciando ancora scoperta la giornata di sabato (le filiali di Agenzia Tu aprono infatti dalle 10,20 del mattino alle 14,20 e dalle 15,45 alle 18.15). A fianco delle agenzie sul territorio Agenzia Tu si avvale di un portale dedicato dove, oltre all‟intera gamma dei prodotti e all‟accesso all‟internet banking, è disponibile una sezione “Eucation” con informazioni relative al sistema bancario e ai principali prodotti di base. Lo stesso materiale è disponibile, sottoforma di una piccola guida cartacea, nelle agenzie. L‟offerta di prodotti è molto ampia e particolarmente orientata sul lato del credito, individuato come il principale bisogno finanziario del migrante e causa di esclusione finanziaria. L‟offerta di finanziamento di Agenzia Tu si basa su una metodologia che consente di “prezzare” il rischio del cliente, definendo un costo del finanziamento ritagliato sulle caratteristiche specifiche del singolo cliente, assicurandogli così l‟accesso al credito. Appare trascurata l‟offerta dal lato del risparmio, il conto corrente infatti è funzionale al servizio del credito, mentre non è previsto nel pacchetto di prodotti alcun conto di deposito, prodotti di accumulo del risparmio, piani di risparmio ecc. Manca ancora, all‟interno del modello, un meccanismo che consenta la mobilità della clientela di Agenzia Tu verso la rete e i prodotti tradizionali del gruppo, lasciando il cliente immigrato all‟interno di una struttura che ne facilita la bancarizzazione e l‟accesso al credito, ma che nel progredire del processo di integrazione può apparire o essere percepito come uno strumento di ghettizzazione. Prodotti che costituiscono l‟offerta per il segmento migranti per Agenzia Tu: Conto TU, conto corrente a pacchetto, con un costo fisso di 5€ mensili che offre gratuitamente una gamma di servizi e prodotti: - un certo numero di operazioni gratuite per trimestre (30 operazioni); - un libretto assegni; - spese fisse trimestrali di liquidazione; - la domiciliazione di utenze e pagamenti periodici Invio di Rimesse attraverso una rete di banche corrispondenti numerosa e in grado di coprire un‟ampia gamma di paesi. È inoltre offerta la possibilità di inviare 6 rimesse gratuite nell‟arco 46 dell‟anno, se effettuate via internet, per importi non superiori a 2.500€ e verso una delle banche estere corrispondenti. Accordi con Banche Estere corrispondenti attivi Paese Banca corrispondente Albania Banka Kombëtare Tregtare e Raiffeisen Bank Brasile Banco Itaù Costa d‟Avorio Banque de l'Habitat de Cote d'Ivoire e Bridge Bank Ecuador Banco del Pichincha e Banco del Austro Attijariwafa, Banque Centrale Populaire, Banque Marocaine du Marocco commerce extérieur, Credit Immobilier et hotelier, Credit du Maroc Filippine Allied Banking Corporation Romania Unicredit Tiriac Bank (Gruppo UniCredit) Banque Regionale de Solidaritè, Caisse Nationale de Credit Senegal Agricole du Senegal, Compagnie Bancaire de l‟Afrique Occidentale, Sociètè Gènèrale de Banque au Senegal Fonte: dati CeSPI Conto specchio per cittadini rumeni che lavorano in Italia. Il cittadino rumeno può infatti aprire contestualmente al conto presso Agenzia Tu un conto corrente dedicato presso la Tyriac Bank, banca rumena appartenente al Gruppo Unicredit. I due conti correnti, che a scelta possono funzionare sia in Euro che in Ron, consentono un‟operatività su entrambi i paesi, maggiore semplicità nel trasferimento di fondi e l‟accesso all‟intera rete di sportelli e ATM di entrambe le banche sul territorio italiano e rumeno. Programma assicurativo Assistenza Tu. Si tratta di un prodotto assicurativo che prevede un sistema di coperture ad ampio raggio. Al tradizionale pagamento delle spese di viaggio sostenute per rientrare al paese di origine in caso di morte di un familiare si aggiunge la copertura delle spese di viaggio per un familiare che viene in Italia per assistere il titolare del conto corrente in caso di lungo periodo di degenza ospedaliera e assistenza informativa per certificati, documenti di lavoro e pratiche burocratiche, Carte di debito e di credito: - fino a 2 carte bancomat (Cash Tu) per ogni correntista - 1 carta prepagata (UnicreditCard Click Tu) - una carta revolving (Money Tu) Internet banking Portale web dedicato con area e guida education La disponibilità di materiale informativo in 8 lingue: italiano, inglese, spagnolo, francese, arabo, albanese, rumeno, cinese. 47 Prestiti e mutui che coprono diverse esigenze, dai finanziamenti alle piccole spese, all‟acquisto di beni durevoli o della casa, all‟avvio di piccole attività economiche. Il prezzo del prodotto è commisurato al rischio del singolo richiedente. Di seguito uno schema dei principali prodotti di credito offerti CATEGORIA Prestito TU Finalità Importi Durata Tasso Polizza assicurativa Compact TU Finalità Importi Durata Tasso Polizza assicurativa PRESTITI PERSONALI Acquisto beni durevoli (auto, arredamento) e spese mediche o spese impreviste Min 2.000€ – Max 15.000€ minimo 24 mesi - massimo 60 mesi fisso facoltativa Rimborso prestiti precedentemente contratti Min 2.000€ – Max 15.000€ minimo 24 mesi - massimo 60 mesi fisso facoltativa Cessione del quinto dello stipendio (solo per lavoratori a tempo indeterminato) Finalità Importi 1/5 dello stipendio netto. Importo massimo: 4.600€ Durata minimo 24 mesi - massimo 60 mesi Tasso fisso Polizza assicurativa protezione del prestito in caso di eventi definitivi (morte) CATEGORIA MUTUI Mutuo TU Opzione Sicura Finalità Acquisto prima casa Importi Min 80.000€ e Max 200.000€ Durata Da 5 a 30 anni con possibilità di allungamento di ulteriori 5 anni Tasso Misto Copertura incendio/scoppio obbligatoria sull'immobile oggetto di garanzia Polizza assicurativa ipotecaria Mutuo TU 80 Finalità Importi Durata Tasso Acquisto prima casa fino ad un massimo di 200.000€ e all‟80% del costo dell‟immobile Fino a 30 anni Fisso o variabile (a scelta) Copertura incendio/scoppio obbligatoria sull'immobile oggetto di garanzia Polizza assicurativa ipotecaria. Altre forme assicurative a tutela della famiglia e dei richiedenti il mutuo non obbligatorie Mutuo TU all jobs (rivolto a lavoratori atipici) Finalità Acquisto prima casa Importi fino ad un massimo di 200.000€ e all‟80% del costo dell‟immobile Durata fino a 30 anni in caso di tasso variabile e massimo 20 anni per tasso fisso Tasso Fisso o variabile (a scelta) Copertura incendio/scoppio obbligatoria sull'immobile oggetto di garanzia Polizza assicurativa ipotecaria. Altre forme assicurative a tutela della famiglia e dei richiedenti il mutuo non obbligatorie CATEGORIA PRESTITI PICCOLE IMPRESE E DITTE INDIVIDUALI Fido TU Finalità Acquisto di beni materiali (macchinari, auto) e immateriali o per aumentare le 48 Importi Durata Tasso Polizza assicurativa scorte del magazzino Min 10.000€ – Max 30.000€ Minimo 12 mesi - massimo 36 mesi Fisso o variabile (a scelta) Polizza assicurativa facoltativa che garantisce l‟estinzione del debito residuo in caso di morte del Mutuatario/Assicurato GRUPPO BANCA INTESA Banca Intesa costituisce un esempio di modello di migrant banking diverso, che negli anni si è modificato anni sulla base dell‟evoluzione del rapporto con i clienti migranti. Intesa è uno degli operatori bancari più diffusi sul territorio nazionale e con un elevato numero di clienti immigrati. Oggi un nuovo cliente su cinque è un cittadino immigrato. L‟approccio al migrant banking del Gruppo bancario è infatti passato da un‟offerta dedicata, che comprendeva una serie di prodotti di prima bancarizzazione disegnati e finalizzati alla clientela immigrata (con un servizio di call-center multilingue e un piano di marketing definito), ad un‟offerta molto mirata sul tema del trasferimento del denaro che risponde ad un bisogno molto specifico di questo segmento di clientela. L‟esperienza maturata nel rapporto con i propri clienti in questi anni ha fatto emergere il forte bisogno di una banca che non sia escludente e che faccia sentire il migrante come un cittadino italiano. Allo stesso modo il tema del trasferimento del risparmio è apparso come fortemente caratterizzante questo segmento di clientela, a fronte di un‟inadeguatezza dei prodotti bancari tradizionali. L‟offerta canalizzata attraverso la rete tradizionale della banca (Banca dei Territori) si caratterizza quindi per una generale indifferenziazione del cliente migrante rispetto alla clientela tradizionale ad esclusione di due prodotti specificatamente strutturati che rispondono a due esigenze specifiche della clientela immigrata: l‟invio di rimesse e la relazione con la banca. La strategia di migrant banking del Gruppo Intesa Intesa si così è sviluppata su due filoni principali: un prodotto di inclusione finanziaria, caratterizzato da semplicità e costi molto contenuti e da un‟operatività molto limitata, che ha trovato nella Carta Superflash (una carta-conto, prepagata, ricaricabile) lo strumento più adeguato e apprezzato dagli immigrati. La carta è dotata di IBAN che ne consente un‟operatività di base molto simile a quella di un conto corrente con costi molto ridotti: un canone annuo di 9,90€ (il primo anno successivo all‟emissione il canone è gratuito), la ricarica gratuita se effettuata in contanti presso uno sportello, l‟operatività on-line. È allo studio la realizzazione di una “carta gemella”, ossia di una carta emessa in duplice copia che consente al cliente un‟operatività in Italia e di spedire la copia gemella ai familiari nel paese di origine per un utilizzo contestuale; una strategia di posizionamento sul mercato del trasferimento del denaro all‟estero attraverso 49 - un prodotto specifico (GetMoney to Family) e una fitta rete di relazioni con banche corrispondenti nei paesi di destinazione del denaro per la gestione dei flussi nei corridoi già banca rizzati; - un accordo con un operatore di Money Transfer (Western Union) per la gestione dei flussi nei corridoi non ancora banca rizzati, assicurando quella capillarità sui territori di destinazione che gli operatori bancari esteri non sono in grado di assicurare. L‟accordo consentirà inoltre di sviluppare in modo integrato tutti i canali di gestione degli ordini, dal mobile banking, all‟internet banking alla rete degli ATM. Il servizio GetMoney to Family, servizio di trasferimento delle rimesse di Intesa si basa su specifici accordi con banche corrispondenti in 18 paesi che rappresentano i principali gruppi etnici presenti nel nostro paese. Accordi con Banche Estere corrispondenti attivi Paese Banca corrispondente Albania Intesa San Paolo Bank of Albania Bangladesh Prime Bank Limited Brasile Banco do Brasil Bulgaria DSK BANK Ecuador Banco del Pacifico Egitto Bank of Alexandria Filippine Bank of the Philippine Islands India Icici Bank Mali Banque de l.Habitat du Mali Marocco Banque Marocaine du Commerce Exterieure Moldavia Moldova . Agroindbank e Eximbank Perù Banco Continental Romania Intesa Sanpaolo Bank Romania Serbia Banca Intesa Beograd Serbia Banca Intesa Beograd Tailandia TMB . BANK Tunisia Banque Internationale Arabe en Tunisie Ucraina Privatbank, Okrsotbank Vietnam VietinBank Fonte: dati CeSPI Attraverso GetMoney to Family il destinatario può ricevere il denaro direttamente sul proprio conto corrente (se cliente di una delle banche corrispondenti) o può prelevarli in contanti. Il prodotto assicura tempi di esecuzione e costi certi, attraverso la definizione di commissioni definite ex ante e a disposizione del cliente all‟interno del foglio informativo, che si differenziano a seconda che il ricevente sia cliente o meno della banca corrispondente. Riguardo alla tempistica di esecuzione del trasferimento è previsto che la rimessa sia disponibile il giorno lavorativo successivo o al massimo il secondo giorno successivo, a seconda dell‟orario di invio. È previsto anche un importo massimo di invio per singola transazione di 5.000€. 50 Uno strumento ulteriore nella gestione del rapporto con la clientela immigrata, che si è fortemente radicato nel tessuto locale e che è ora in fase di revisione complessiva, è costituito dai Multiethnic Point. Si tratta di luoghi fisici, creati all‟interno delle filiali (attualmente sono presenti nelle città di Torino, Padova, Venezia, Pescara e Poggiomarino-Napoli), dove personale specializzato con conoscenze linguistiche è a disposizione del cliente immigrato per fornire informazioni e consulenza in lingua. In questo modo si cerca di gestire la relazione con il cliente immigrato a partire dalla ricerca di una soluzione a due delle principali barriere all‟accesso in banca, l‟ostacolo linguistico, particolarmente sentito per chi si trova in una prima fase di integrazione in Italia e per particolari nazionalità di provenienza, e quello legato alla necessità di un adeguato accompagnamento nel primo approccio con la banca e nella conoscenza dei principali prodotti e della contrattualistica. All‟interno di questi punti informativi sono disponibili materiali in otto lingue. Completa il quadro degli interventi a sostegno dell‟inclusione finanziaria dei migranti un‟iniziativa, Progetto Imprenditori Immigrati, in collaborazione con la Provincia di Milano, la Fondazione Antiusura e la Fondazione Ethnoland, finalizzata all‟accompagnamento degli immigrati nell‟avvio di attività imprenditoriali, agevolandone l‟accesso al credito tramite un fondo mutualistico di garanzia che si autoalimenta attraverso la stessa attività. EXTRABANCA Completamente innovativo nel panorama italiano è invece la creazione della prima banca interamente dedicata ai cittadini immigrati. A differenza di altri modelli adottati all‟interno del sistema bancario italiano, Extrabanca è un istituto bancario a tutti gli effetti, fondato con la partecipazione della Fondazione Cariplo, delle Assicurazioni Generali e di diverse imprese di medio-grandi dimensioni attive in diversi settori, che si propone in modo esplicito come punto di riferimento per rispondere alle esigenze specifiche delle comunità di immigrati in Italia. Attraverso un dialogo con le comunità, facilitato da uno staff multiculturale, proveniente da 11 nazionalità diverse, la banca cerca di disegnare prodotti e servizi partendo dalle specificità dei bisogni di questo segmento di clientela. Si è venuto così a creare un portafoglio prodotti particolarmente ampio e completo, che copre tutte le esigenze finanziarie sia dal lato del risparmio che del credito e dei servizi di monetica e di pagamento internazionali, attraverso prodotti disegnati a partire da diversi profili di conoscenza e utilizzo degli strumenti bancari. Viene quindi riconosciuta l‟esistenza, sin dalla fase di definizione dei prodotti, di profili finanziari diversi dei migranti. Il sito di extrabanca è disponibile in 4 lingue: italiano, inglese, francese e spagnolo) e ad oggi è attivo un solo sportello della banca, a Milano. L‟offerta di Extrabanca è composta da: Conti Correnti 51 Extrazero: conto corrente a canone zero che prevede una serie di servizi gratuiti (carta bancomat internazionale, accredito dello stipendio, prelievi bancomat presso la rete e versamenti allo sportello) e il pagamento dei servizi aggiuntivi in funzione del loro utilizzo. Tipico per una clientela caratterizzata da un utilizzo standard del conto corrente. Extrapass: conto corrente pensato per chi non ha ancora un permesso di soggiorno perché in attesa di rinnovo o di regolarizzazione (avendo presentato regolare richiesta) e prevede un‟operatività molto limitata. Il conto non prevede strumenti di monetica, ma solo un numero di operazioni illimitate allo sportello ad un canone annuo di 36€ Extratutto: conto corrente a pacchetto con un canone annuo di 60€, pensato per una clientela che utilizza il conto corrente in modo ordinario. Il conto prevede una serie di servizi gratuiti fra cui il servizio di internet banking, una carta bancomat internazionale, 24 prelievi su altre banche, un libretto assegni, accredito dello stipendio e domiciliazione delle utenze, bonifico friendly. Accumulo e gestione del risparmio Extrakids: un libretto di risparmio nominativo che riconosce un tasso annuo di interesse lordo del 3% e la piena libertà di movimentazione. Non è prevista alcuna penale in caso di prelievo anticipato delle somme. Extrarisparmio: un libretto di risparmio vincolato nominativo che riconosce un tasso di interesse commisurato alla durata del vincolo: il 3% annuo lordo per la quota parte vincolata a un anno e il 3,5% annuo lordo per la quota parte vincolata a 36 mesi. Costi di gestione annuali previsti: 8€ e nessun interesse corrisposto in caso di prelievo delle somme invia anticipata. Extrafree: un libretto di risparmio libero, senza alcun vincolo temporale. Il tasso di interesse riconosciuto è in funzione delle somme versate: fino a 25.000 il tasso annuo lordo è del 2% e oltre tale importo scende all‟1%. Nessun costo annuale previsto. Monetica e carte di pagamento Extrabancomat: carta di pagamento internazionale, con copertura assicurativa e servizio di messaggistica alert; Extraprepaid: carta di debito ricaricabile, valida sui circuiti di pagamento internazionali. Offre una copertura assicurative e prevede limiti di ricarica e di utilizzo pari a 3.000€ mensili. Ha un costo di emissione di 30€ e costi di ricarica di 5€ per la prima ricarica e 3€ o il 2% per le ricariche successive. Commissione di prelievo presso ATM: 1,5€ Extraclassic: carta di credito classica. Offre una copertura assicurative e prevede limiti di utilizzo fissati al momento dell‟emissione (da 500€ a 5.000€ mensile). La quota annuale è fissata a 52€. Extragold: è la carta di credito disegnata per una clientela con esigenze di pagamento maggiori. Prevede limiti di utilizzo maggiori ( e una quota annuale di sottoscrizione pari a 100€. 52 Invio di denaro all‟estero Extrafriendly: si tratta di un servizio di invio delle rimesse tramite canale bancario con addebito diretto dal conto corrente. Il servizio prevede un limite di invio per singola operazione di 2.500€. L‟accordo con banche convenzionate estere prevede che la banca ricevente contatti il beneficiario per il ritiro del denaro presso lo sportello a lui più vicino. Finanziamenti Extramutuo: mutuo per l‟acquisto della prima casa, rivolto sia a lavoratori autonomi che dipendenti. Prevede due soluzioni, una a tasso fisso e durata massima 20 anni e una seconda a tasso variabile con una durata massima di 25 anni. Spese di istruttoria: 500€ Extraprestito: prestito personale rivolto anche a lavoratori con contratti atipici. Sono previste diverse tipologie che rispondono ad esigenze finanziarie diverse (nuovi finanziamenti distinti per diverse tipologie di importi, consolidamento debiti precedenti) Non prevede garanzie e può essere concesso per importi minimi di 2.500€ fino ad un massimo di 30.000€. La durata è compresa fra un minimo di 24 mesi ad un massimo di 84 mesi. Extra@home: si tratta di un prodotto finalizzato all‟acquisto della casa nel proprio paese di origine. Un finanziamento da un minimo di 25.000€ ad un massimo di 50.000€ rimborsabile in un arco temporale compreso fra i 5 e i 10 anni con tasso fisso (11%) e rate fisse. Costi di istruttoria pari al 2,5% dell‟importo con un massimo di 1.000€. Extraviaggio: formula di credito al consumo finalizzato all‟acquisto di un biglietto aereo andata e ritorno o di un pacchetto di soggiorno. L‟importo finanziabile è compreso fra un minimo di 600€ ad un massimo di 4.000€ rimborsabili in rate da 6 o 12 mesi. È richiesta un‟anzianità lavorativa minima e un periodo di residenza minima in Italia di 2 anni. Tasso fisso, senza garanzie A questi prodotti rivolti alla clientela privata si sommano una serie di prodotti rivolti all‟attività imprenditoriale sia profit che no-profit: Il conto corrente Extraimpresa, rivolto alle piccole-medie imprese, commercianti e liberi professionisti. Prevede un canone di 15€ mensili che comprende l‟internet banking, la carta di credito e una serie di servizi di pagamento legati all‟attività d‟impresa (pagamenti F24, F23, AMV, RAV ecc..). Il conto corrente Extranoprofit, dedicato alle aziende noprofit La carta di credito Extracorporate, con una quota annua di iscrizione massima di 100€ Il finanziamento Extraprestito, per un importo da definire in funzione delle esigenze del richiedente, fino ad un massimo di 100.000€ e una durata compresa fra i 6 e gli 84 mesi. È prevista sia l‟opzione a tasso fisso che quella a tasso variabile. Costi di istruttoria compresi fra i 100€ e i 500€. Garanzia prevista: accollo. 53 VENETO BANCA All‟interno del panorama italiano il Gruppo Veneto Banca rappresenta un altro modello di approccio al segmento di clientela migrante che si fonda su due punti cardine principali: l‟identificazione di un target specifico di clientela predominante nel contesto territoriale sulla base della nazionalità e la scelta di una strategia di internazionalizzazione del gruppo a partire dalle nazionalità individuate. Fortemente radicato nel Trevigiano e presente in Friuli Venezia Giulia, Puglia e Basilicata, il Gruppo Veneto Banca ha infatti identificato nei paesi dell‟Est il principale bacino di utenza di una bancarizzazione dei residenti stranieri presenti sul proprio territorio e di un‟offerta adeguata ai bisogni finanziari specifici espressi da questa clientela. Sulla base di questa scelta ha avviato un processo di espansione e di internazionalizzazione del gruppo attraverso 4 banche in altrettanti paesi confinanti: Albania, Moldavia, Croazia e Romania. Il modello di sviluppo è particolarmente interessante perché costituisce uno dei pochi casi nel sistema bancario italiano in cui la presenza significativa di alcune nazionalità di migranti ha costituito uno stimolo per la banca ad avviare un processo di iternazionalizzazione, a conferma che la bancarizzazione dei migranti può costituire un incentivo e un‟opportunità importante anche in questa direzione. Il Gruppo Veneto Banca si trova così ad operare nei quattro paesi indicati attraverso altrettante banche controllate: Banca Italo Romena S.p.A. (in Romania) Exibank S.p.A. (in Moldavia) Veneto Banca d.d. (in Croazia) Veneto Bank Sh.a (in Albania) A partire dalla presenza in questi paesi, il Gruppo ha così potuto strutturare una serie di prodotti specifici in grado di poter rispondere in modo puntuale ed efficace alle esigenze finanziarie espresse dai migranti residenti in Italia e provenienti dai quattro paesi. Si tratta di un‟offerta molto mirata, ma che, grazie alle banche del Gruppo presenti nei diversi paesi, consente condizioni e opportunità difficilmente sviluppabili (se non a costi necessariamente molto elevati) all‟interno dei tradizionali accordi di corrispondenza fra banche italiane e banche estere. Alla base dell‟offerta c‟è un conto corrente Conto Senza Frontiere, rivolto ai cittadini rumeni, albanesi, croati e moldavi residenti in Italia. Il conto, pensato per una clientela standard e un utilizzo medio, prevede un canone annuo di 36€ che comprende una serie di servizi gratuiti, come due carte di debito ricaricabili valide sia sul circuito nazionale che su quello internazionale, 120 operazioni gratuite, operatività on-line e soprattutto la possibilità di effettuare trasferimenti di denaro sul proprio conto nel presso la banca del Gruppo nel paese di destinazione a costo zero. Il conto consente così una piena operatività su entrambi i paesi. L‟acquisto di una casa nel paese di origine o la ristrutturazione dell‟abitazione dei familiari costituisce un‟altra esigenza primaria espressa dai migranti. Il prodotto Mutuo Senza 54 Frontiere risponde a questa esigenza attraverso la concessione di un mutuo da parte della banca italiana che può essere utilizzato per l‟acquisto o la ristrutturazione in Romania. La durata è compresa fra i 5 e i 15 anni e il valore mutuabile è al massimo l‟80% del valore di perizia dell‟immobile, comunque non superiore a 100.000€. Il tasso è variabile. La problematica relativa all‟emissione di un mutuo in Italia a fronte di un bene acquisito in un paese estero (su cui far valere la garanzia ipotecaria) è stato risolto attraverso l‟emissione di un prestito chirografario da parte di Veneto Banca nei confronti del migrante richiedente. A sua volta la banca del Gruppo estera emette una “letter of guarantee” in valuta locale pari al 100% dell‟importo erogato, a fronte della concessione di un‟ipoteca volontaria da parte del cliente stesso. Sovvenzione Senza Frontiere è invece un prodotto studiato a sostegno della creazione o dell‟ampliamento di attività imprenditoriale valido solo in Romania. La procedura di valutazione del merito di credito viene svolta in Italia, mentre il monitoraggio del prestito e l‟attività di consulenza e assistenza viene gestita dalla banca nel paese estero. Il credito può essere emesso per un importo minimo di 100.000€ e massimo di 150.000€, ad un tasso variabile. Il prestito può essere erogato sia in Euro o in valuta locale, applicando il cambio legato al Bubor. Infine al fine di garantire un‟adeguata capillarità e copertura del territorio di destinazione dei flussi finanziari verso i paesi di origine il Gruppo ha avviato una politica di investimento finalizzata all‟installazione di nuovi punti ATM nelle aree rurali, ampliando così la possibilità di utilizzo delle carte e di accesso ai servizi di pagamento. BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO (BCC) Le BCC costituiscono nel panorama del sistema bancario italiano un soggetto che presenta specificità e caratteristiche che lo rendono unico e interessante anche in un‟ottica di inclusione finanziaria. Il sistema delle BCC è infatti caratterizzato da un numero significativo di oltre 400 banche di piccole o piccolissime dimensioni, con quasi un milione di soci e distribuite in oltre 2.500 comuni33. Le BCC italiane sono organizzate a livello territoriale (attraverso Federazioni locali) e a livello nazionale attraverso due strutture: la Federazione nazionale (Federcasse) che svolge un ruolo di governo e di rappresentanza del mondo del credito cooperativo e ICCREA Holding, una banca che offre una serie di servizi operativi centrali a supporto delle singole BCC. Ogni banca, sul proprio territorio di riferimento, è libera di agire in piena autonomia, realizzando strategie e prodotti in maniera autonoma, con la possibilità di distribuire anche i prodotti creati a livello centrale. 33 Fonte: sito ufficiale del Credito Cooperativo, dati aggiornati al 2008. 55 La specificità del modello delle BCC non risiede soltanto nel modello aggregativo e di governance, ma soprattutto nel particolare rapporto che le banche hanno sviluppato con il territorio e nel fine mutualistico che le contraddistingue come cultura e come funzionamento. Nate in ambito rurale, grazie alla struttura giuridica cooperativa e il livello associativo nazionale, che ne ha garantito l‟autonomia e ne ha difeso le specificità, le BCC hanno mantenuto dimensioni molto contenute e fortemente connesse al territorio. Le dimensioni ridotte, la cultura e la finalità mutualistiche hanno facilitato il rapporto con il territorio, realizzando quel collegamento con le realtà locali che ne hanno sempre contraddistinto la storia. L‟obbligo di destinare gli utili per attività di interesse sociale, così come la partecipazione attiva dei soci, clienti delle cooperative, alla vita della banca, costituiscono importanti strumenti per creare e rafforzare quel legame di fiducia che abbiamo visto costituisce un ingrediente fondamentale anche all‟interno del processo di bancarizzazione e di integrazione dei migranti. Spesso le BCC sono molto proattive nel rispondere alle esigenze delle associazioni e delle comunità di migranti presenti sul proprio territorio. La dimensione ridotta ne ha però spesso limitato la possibilità di rispondere alle esigenze transnazionali, non avendo la forza contrattuale e l‟expertise necessarie per stipulare accordi internazionali con controparti estere in modo particolare per il trasferimento del risparmio. All‟interno del panorama delle BCC esiste un pluralità e un‟ampia variabilità di iniziative a favore della clientela migrante, difficilmente classificabili e rappresentabili, generalmente basate sull‟offerta di un conto corrente dedicato a cui si aggiungono una serie di prodotti specifici. Esistono però alcune iniziative realizzate a livello nazionale, tramite la Holding ICCREA banca e alcune buone pratiche interessanti da parte di alcune BCC particolarmente attive in tema di inclusione finanziaria. A livello centrale, sono stati infatti realizzati due prodotti rivolti alla clientela migrante. Un primo prodotto, denominato “Bonifico Friendly” è finalizzato alla gestione delle rimesse. Attraverso la stipula di accordi interbancari fra ICRREA Holding e corrispondenti estere, Bonifico Friendly consente di trasferire il risparmio attraverso il canale bancario a costi ridotti e senza la necessità per il beneficiario di essere titolare di un conto corrente. Il prodotto consente di trasferire il denaro ad una commissione fissa di 9€ presso le principali banche di Senegal, Filippine, Sri Lanka, Ecuador, Perù, Ghana, Marocco, Moldavia, Argentina, Brasile, Cina, Bangladesh, Tunisia, Ucraina, Albania, per un importo massimo di 2.500€. Le rimesse verso l‟Ecuador, grazie al Progetto Microfinanza Campesina, non prevedono invece nessuna commissione. Un secondo prodotto riguarda invece il sostegno del migrante nell‟avvio e nella gestione della propria attività di impresa, spesso principale canale di integrazione economica e sociale. Il Leasing Etico rappresenta una formula innovativa studiata per promuovere e sostenere progetti di contenuto etico attraverso facilitazioni e procedure speciali. Primo prodotto di leasing a livello nazionale, finalizzato al sostegno dello sviluppo solidale costituisce, per le sue caratteristiche, un prodotto applicabile e particolarmente in linea con le esigenze e le caratteristiche della clientela immigrata. 56 Complementare alle operazioni e ai finanziamenti delle Banche di Credito Cooperativo, consente un accesso privilegiato per acquistare sia beni strumentali che autoveicoli e furgoni. Il rapporto privilegiato che le BCC hanno costruito nel tempo con le realtà dell‟associazionismo migrante nel nostro paese è stato il punto di partenza per l‟avvio di un progetto innovativo di cooperazione e interconnessione transfrontaliera fra sistemi finanziari. Il progetto Microfinanza Campesina in Ecuador, nato dall‟iniziativa di alcune BCC e successivamente adottato a livello di sistema nazionale, secondo il classico metodo bottom-up, tipico del sistema cooperativo, ha suscitato interesse e riconoscimento tra i diversi organismi di cooperazione multilaterale. Basato sull‟inclusione finanziaria, quale strumento di valorizzazione delle risorse dei migranti e di interconnessione e scambio fra i sistemi finanziari di Italia e Ecuador, il progetto prevede la il rafforzamento della rete di strutture finanziarie locali denominate CODESARROLLO 34 , ispirata alle finalità mutualistiche del credito cooperativo, in grado di offrire servizi finanziari nei territori ad elevata incidenza di emigrazione urbana e rurale. Finalità di Codesarrollo è l'erogazione di microcredito agli strati marginali della popolazione, ai campesinos, agli indios per il sostegno all‟avvio di attività produttive di trasformazione dei prodotti agricoli. Il progetto di sostegno da parte delle BCC a Codesarrollo, ed al sistema nascente di casse rurali, si realizza su più livelli: un coinvolgimento diretto da parte delle BCC italiane fornendo sostegno finanziario diretto (sottoforma di sottoscrizione di quote sociali delle consorelle ecuadoriane) , consulenza e trasferimento di Know how; un coinvolgimento del movimento nazionale del credito cooperativo, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti più istituzionali; un sostegno dei produttori attraverso la rete del commercio equo e solidale ed i progetti collegati di sviluppo; una dimensione educativa alla finanza etica e di attivazione di nuove forme di solidarietà. GRUPPO UBI BANCA Il Gruppo UBI banca, nato nel 2007 dalla fusione tra il Gruppo BPU Banca e il Gruppo Banca Lombarda e Piemontese, costituisce un altro caso studio interessante in quanto ha di recente avviato una propria strategia di inclusione finanziaria dei migranti che siamo in grado qui di tratteggiare solamente nelle sue linee essenziali in quanto manca ancora di una sua piena implementazione e soprattutto di un rodaggio necessarie per fare alcune prime valutazioni. Il caso di UBI è comunque interessante perché fino ad oggi, nonostante una presenza significativa nelle principali aree di residenza dei cittadini stranieri in Italia era l‟unico dei primi cinque gruppi 34 Una cooperativa di risparmio e credito diretta dall‟italiano Bepi Tonello e fondata dall‟ONG FEPP-Fondo Ecuatoriano Populorum Progressio. 57 bancari italiani a non aver ancora sviluppato una propria strategia specifica per la clientela immigrata35. Se da un lato questa evidenza costituisce una debolezza dal punto di vista della nostra analisi, dall‟altro rende il caso interessante proprio per la possibilità di inserire il progetto all‟interno di un processo di ricerca e sviluppo di prodotti e servizi per i migranti che è stato formalmente adottato dal piano strategico della banca come una delle linee di investimento per i prossimi anni, aprendo spazi di dialogo a tutto campo. Il Gruppo bancario non era estraneo ad esperienze in questo campo, infatti, già nel 2003 la Banca Popolare di Bergamo aveva avviato un progetto specifico, denominato Progetto “Welcome” attraverso la creazione di uno sportello “pilota” (posizionato in un‟area della città di Bergamo ad alta concentrazione di presenza/transito di immigrati) con l‟obiettivo di fornire accoglienza e consulenza e comprendere le esigenze e le difficoltà alla base del rapporto banca-immigrato. Dall‟esperienza pilota era nata una linea di prodotti e servizi dedicati “InItaly” (conti correnti di base, trasferimento del denaro all‟estero, prestiti personali, mutui casa e polizze assicurative e fideiussorie per l‟ottenimento dei visti, una carta ricaricabile) finalizzati all‟inclusione finanziaria dei migranti. A fianco di queste iniziative era stato avviato un programma rivolto ai dipendenti incentrato sui temi della conoscenza e della comunicazione interculturale, creando così i presupposti per una migliore accoglienza dei cittadini immigrati nelle filiali. Il progetto si collocava all‟interno di una modalità di approccio a questo segmento di clientela attraverso l‟offerta di un pacchetto di prodotti e servizi dedicati che individuavano nelle esigenze di economicità e semplicità i due elementi determinanti. La riorganizzazione e la ridefinizione del Gruppo a seguito della fusione e il conseguente importante ampliamento della rete delle filiali, ha comportato la sospensione del progetto e una completa revisione della strategia di migrant banking per la definizione di una rinnovata strategia unitaria, che è parte del piano strategico aziendale, tenendo conto delle esperienze fatte e delle esigenze riscontrate su questo segmento di clientela, attraverso un processo che ha coinvolto diverse strutture del Gruppo. All‟interno della nuova strategia ha un ruolo importante per l‟inclusione finanziaria dei migranti PerMicro, società specializzata nel microcredito con cui UBI Banca ha stretto un forte legame anche attraverso l‟acquisizione di una partecipazione azionaria. La novità del modello realizzato da UBI, che è ancora in fase di start-up, sta proprio nella creazione di sinergie fra la realtà bancaria e quella del microcredito. Due realtà diverse sia per target di clientela a cui si rivolgono e sia in termini di cultura, approccio al cliente e in generale alle sue caratteristiche di “bancabilità”. In questo modo la banca affida ad un soggetto specializzato, che ha competenze e strumenti adeguati e soprattutto minori vincoli legati all‟attività bancaria tradizionale, il processo di bancarizzazione di quel segmento di clientela migrante che non è ancora bancarizzato 35 Come vedremo esisteva un‟offerta dedicata al segmento di clientela migrante, che mancava però di una strategia più ampia e che era stata sospesa a seguito della ristrutturazione del Gruppo. 58 per una serie di motivi che si sovrappongono: difficoltà di accesso alla banca dovuto a diffidenza, scarsa cultura bancaria, livelli reddituali insufficienti, maggiore precarietà in termini di condizioni lavorative o di integrazione scoiale in generale. Il migrante trova in PerMicro un soggetto specializzato nell‟inclusione finanziaria, in grado di fornire, insieme alle competenze specifiche del microcredito, quel bagaglio relazionale e di consulenza necessario ad avviare un rapporto con un ente o un prodotto finanziario. Per Micro offre prodotti di microcredito sia per finalità imprenditoriali e sia per finalità legate alle esigenze familiari, dove al richiesta di prestito è supportata dalla presentazione della rete sociale (associazione, parrocchia, gruppo etnico, agenzia territoriale) che fornisce le referenze sul richiedente e da un processo di assistenza nella fase di concessione del credito e in quella successiva di avvio di un‟attività per quanto riguarda il credito imprenditoriale. In questo modo l‟attività di valutazione del merito di credito può basarsi su un patrimonio relazionale e non solo su garanzie reali o su modelli quantitativi che la banca tradizionale non è in grado di valutare e valorizzare. Per Micro svolge quindi un ruolo di primo accesso ai servizi finanziari e di accompagnamento dell‟immigrato in banca, anche attraverso alcuni “corner” dedicati all‟interno di alcune filiali del Gruppo dove l‟istituzione di microcredito è presente con propri operatori. La banca si inserisce all‟interno di questo processo offrendo un canale privilegiato di invio delle rimesse. Attraverso un accordo con un Money Transfer Operator, il nuovo cliente può così approcciarsi alla banca utilizzando uno strumento efficace ed efficiente di invio del denaro, che garantisce capillarità nel paese di origine e certezza nei costi e nei tempi. La banca si propone così attraverso un servizio riconosciuto come rilevante per gli immigrati e adeguato alle loro esigenze. A fianco di questo strumento di invio il Gruppo ha poi sviluppato una serie di accordi con banche nei paesi di destinazione in grado di soddisfare esigenze di trasferibilità del risparmio più complesse e ampie (l‟accordo con il Money Transfer Operator prevede infatti un limite di importo finalizzato a circoscrivere l‟utilizzo di questo canale alle rimesse legate ad un sostegno ordinario alle famiglie di origine), rafforzando i legami con i sistemi finanziari in loco. Interessante da questo punto di vista appare un accordo con una banca Bielorussa che prevede l‟applicazione di una clausola “our” (addebito di una commissione unica al momento dell‟invio, comprensiva sia della commissione riconosciuta alla banca inviante sia di quella della banca ricevente che viene riconosciuta successivamente da UBI), dando certezza a due delle tre principali componenti di costo e la possibilità, per il ricevente, di ricevere il denaro direttamente in euro (in cash) o di aprire un conto in valuta denominato in euro presso la banca ricevente. In questo modo il ricevente ha la possibilità di cambiare il denaro al tasso più conveniente, al momento opportuno e di avere un conto in euro. Il proseguimento di questa strategia, se opportunamente valorizzata, potrà consentire al Gruppo di rispondere a quell‟esigenza di servizi e prodotti finanziari transnazionali in grado di consentire una valorizzazione e un‟allocazione delle risorse economiche del migrante che ancora oggi in Italia non riesce a trovare formule adeguate al di là del puro trasferimento del denaro. 59 I due strumenti di prima bancarizzazione (PerMicro) e di primo accesso in banca (servizio di invio delle rimesse) costituiscono solo il primo passo di un processo di inclusione finanziaria del migrante che si fonda su tre linee strategiche specifiche: un processo di collegamento e di contatto diretto con le comunità dei migranti, quali principali veicoli per ascoltare i bisogni finanziari, costruire un rapporto di fiducia e, attraverso il meccanismo del passaparola, avvicinare le comunità alla banca la scelta di modellare l‟intervento non tanto alla clientela immigrata indistinta, considerata come un soggetto omogeneo, ma sulla base delle caratteristiche e delle specificità delle nazionalità più rilevanti nei singoli territori in cui opera la banca. Un processo di selezione e di segmentazione della clientela quindi su base territoriale l‟individuazione, all‟interno dei prodotti offerti dalla banca, degli strumenti e dei servizi di volta in volta più adeguati alle esigenze della clientela, adeguandone, quando necessario, le condizioni alle caratteristiche specifiche della clientela di riferimento (in particolare le condizioni di accessibilità economica rispetto alle quali la clientela immigrata appare particolarmente sensibile) BOX 2 – CASI STUDIO DI BANCHE FRANCESI Dal lato dell‟offerta delle banche nei confronti della popolazione immigrata, l‟indagine svolta presso gli operatori bancari francesi ha permesso di individuare cinque casi di studio, suddivisibili in due tipologie: a) banche specializzate nell‟offerta ai clienti migranti; b) banche appartenenti a gruppi internazionali e che offrono una gestione transnazionale del conto. Banche specializzate nell‟offerta ai clienti I primi due casi di studio si riferiscono alla prima tipologia di offerta. In Francia, alcune banche si sono inserite nel segmento del migrant banking fornendo una serie di servizi esclusivamente dedicati ai migranti. Altre, oltre a creare una società controllata per offrire il servizio di trasferimento delle rimesse e specializzarsi in questa attività, hanno individuato una strada per ampliare il proprio bacino di clientela attraverso la creazione di partnership con banche africane interessate ai connazionali all‟estero. Le banche africane, dal canto loro, non potendo contare su risorse a sufficienza per seguire i propri connazionali all‟estero attraverso l‟apertura di una rete di agenzie nei principali paesi di destinazione dell‟emigrazione, hanno trovato un forte incentivo a ricercare partner in Francia per l‟offerta di servizi finanziari ai connazionali residenti in quel paese europeo. La CBIP - Compagnie de Banques Internationales de Paris è una banca di diritto francese a capitale marocchino (del gruppo Attijariwafa Bank), e rappresenta l‟esempio di una banca specializzata esclusivamente nei servizi finanziari per migranti e ha fatto dell‟invio delle rimesse il cuore della sua 60 offerta 36 . CBIP ha un‟agenzia a Parigi, una a Montreuil ed una a Marsiglia, ed offre alla comunità africana residente in Francia un sistema di trasferimenti su conto e di messa a disposizione del denaro in molti paesi africani, attraverso una buona rete di banche partner in diversi paesi: Burkina Faso Camerun Costa d‟Avorio Mali Repubblica Democratica del Congo Senegal Banque Internationale du Burkina Afriland First Bank Banque Atlantique de Côte d'Ivoire, Banque pour le Financement de l'Agriculture, Banque de l'Habitat de Côte d'Ivoire Banque de Développement du Mali, Banque de l'Habitat du Mali, Banque Internationale pour le Mali, Banque Malienne de Solidarité Afriland First Bank, Banque Internationale pour l'Afrique au Congo CBAO La Banque d’Escompte ha aperto nel 2005 una società controllata e dedicata al trasferimento internazionale di denaro, BDE Cash. Le agenzie BDE, attraverso accordi con banche dei paesi di origine degli immigrati, offrono alcuni servizi finanziari e bancari. Ad esempio, in virtù dell‟accordo con la senegalese Banque de l‟Habitat, il migrante in Francia può aprire un conto BHS presso un‟agenzia BDE, inviare rimesse direttamente sul conto BHS, oltre che avviare le procedure per richiedere i mutui per la casa o altre azioni legate al settore immobiliare (BHS è infatti una banca specializzata nel settore immobiliare). Attraverso il partenariato con la società finanziaria camerunese Express Union, BDE offre vari servizi finanziari transnazionali ai propri clienti: dalle agenzie BDE in Francia il migrante può fare accreditare il proprio stipendio su un conto bancario in Camerun. il migrante in Francia può versare direttamente la retta scolastica del minore restato nel paese di origine, oltre che acquistare il materiale scolastico. Grazie all‟accordo con Express Union, il migrante in Francia può anche saldare le spese sanitarie del parente ospedalizzato o che debba sostenere esami clinici e farmaceutici in Camerun. Attraverso la controllata Express Immobilier, si possono realizzare a distanza operazioni di acquisto di case e terreni. Attraverso la controllata Express Finance, il migrante che ha beneficiato di un finanziamento può attuare un progetto di investimento in Camerun con un controllo costante del ritmo di erogazione e realizzazione. BDE è anche la società finanziaria corrispondente in Francia per la banca filippina BPI (Bank of Philippine Islands). Ai clienti BPI – BDE sono offerti i seguenti servizi: l'apertura di conti presso BPI (conto corrente, conto di risparmio, depositi a termine), trasferimenti bancari ondine, trasferimenti porta 36 La principali fonte delle informazioni è il sito web della banca http://www.cbip.fr e gli esperti dell‟equipe Portail microfinance – CGAP. 61 a porta e, infine, servizi immobiliari nelle Filippine37. Banche appartenenti a gruppi internazionali e che offrono una gestione transnazionale del conto Altre banche, appartenenti a gruppi francesi o africani ad elevato grado di internazionalizzazione e che dispongono di filiali nei paesi di origine di alcune significative comunità di migranti, offrono la possibilità al cliente di relazionarsi con un unico interlocutore bancario presente sia nel paese di destinazione che in quello d‟origine. È questo il caso della Société Générale gruppo francese presente nei principali paesi dell‟Africa francofona 38 . L‟iniziativa della banca si basa sul principio di creare una doppia relazione bancaria, bancarizzando il migrante "qui" e "lì". Nel paese di destinazione per soddisfare i bisogni bancari quotidiani, come il conto corrente, carta di credito, l'online banking, o la domiciliazione degli addebiti. La bancarizzazione nel paese di origine è invece volta a soddisfare altre esigenze quali l‟invio di rimesse, l‟accesso ai servizi bancari da parte dei familiari, l‟accesso al finanziamento di progetti immobiliari nei paesi di origine. SG offre un pacchetto di servizi che comprende: un servizio di trasferimento di denaro su un conto in una filiale estera di Société Générale, ad un costo compreso tra 5 € e 10 € ed un conto fisso di tenuta del conto di 1 €; la possibilità di aprire dalla Francia un conto bancario in una filiale SG nel paese di origine; un mutuo per finanziare un progetto di investimento immobiliare nel paese di origine, sulla base di un'analisi dei redditi in Francia; assicurazione per il rimpatrio del corpo in caso di decesso. Inoltre, SG ha aperto agenzie specializzate nel trattare con la clientela di alcune nazionalità specifiche (tra queste, la cosiddetta „Agenzia Panafricana‟ a Parigi), ed ha potenziato e formato il personale impiegato nelle agenzie a maggiore concentrazione di emigrati. Anche Attijariwafa Bank Europe, banca di diritto francese del gruppo marocchino Attijariwafa, ha sviluppato l‟opzione del conto gemello per i propri clienti migranti, rivolgendosi in particolare ai marocchini che vivono e lavorano in Francia, anche se la casa madre ha aperto succursali in Belgio, Germania, Olanda e Italia e sedi di rappresentanza in Spagna, Inghilterra, Arbai Saudita ed Emirati Arabi39. L‟offerta di Attijariwafa diretta ai marocchini residenti all‟estero è molto ampia, dalla gestione del conto gemello alle assicurazioni sanitarie per la propria famiglia in Marocco, a piani di accumulo risparmio o mutui per l‟acquisto della casa. Concentrando l‟attenzione sul caso francese, gli immigrati marocchini in Francia possono contare su 10 agenzie del gruppo presenti in 9 città. I servizi offerti, basati sul principio di un unico interlocutore per la gestione del rapporto con la banca in Francia ed in Marocco, comprendono: l‟apertura di un conto in Euro domiciliato presso l‟agenzia in Francia; 37 http://www.bdecash.com http://rse.societegenerale.com/Accueil/RSE-au-coeur-de-nos-metiers/Banque-de-detail-a-l-international/Une-banqueau-service-de-la-population-des-migrants 39 http://www.attijariwafabank.com/Rme/France/Pages/Attijari-wafa-bank-france-Accueil.aspx 38 62 la possibilità di gestire contemporaneamente entrambi i conti; realizzare trasferimenti sul conto oppure la messa a disposizione dei fondi nell‟uno o nell‟altro paese. Inoltre, attraverso le controllate in Senegal (CBAO) e Mali (Banque Internationale pour le Mali), che hanno siglato accordi con la banca CBIP del primo caso studio, Attijariwafabank offre servizi finanziari anche ai migranti senegalesi e maliani presenti in Francia. Infine, l‟ultimo caso studio riguarda ancora una volta l‟offerta di servizi bancari rivolta alla comunità dei marocchini residenti in Francia, che d‟altra parte rappresenta una delle nazionalità più presenti nel paese europeo e storicamente maggiormente legate alla Francia. La banca LCL (Le Crédit Lyonnaise), controllata dal gruppo Crédit Agricole, che ha sviluppato un‟offerta di servizi ai marocchini residenti in Francia grazie all‟accordo con il Crédit du Maroc, banca anch‟essa controllata dal gruppo Crédit Agricole. L‟offerta si concentra nel settore immobiliare ed è destinata soprattutto ai migranti che intendono tornare in Marocco una volta raggiunta la pensione, oppure a coloro che vogliono comprare una casa in Marocco ai fini di un investimento o come casa di villeggiatura40. In particolare, la banca LCL offre: un servizio di consulenza gratuita per la ricerca della proprietà immobiliare più adatta alle esigenze del cliente in Marocco; sulla base della garanzia fornita dalla proprietà immobiliare in Francia, LCL propone un finanziamento fino al 100% del costo dell‟acquisizione immobiliare in Marocco; a coloro che accedono al finanziamento, e che aprono un conto presso Crédit du Maroc, è inoltre offerto il trasferimento gratuito di rimesse. A cura di Giulio Giangaspero 40 http://immobilier.lcl.fr/achetez-au-maroc/ 63 Allegati Grafico 20 – Gado utilizzo prodotti bancari per nazionalità Trasferimento di rimesse Prodotti assicurativi Servizi di internet banking Custodia / amministrazione titoli Altri prestiti * Media di sistema Prestiti per l'acquisto di immobili Tunisia Sri Lanka Senegal Credito al consumo prestito personale Pakistan Marocco Carta di credito Ghana Egitto Carta di debito escluso prepagata Bangladesh Carta di debito prepagata Prodotti di accumulo risparmio Conto Corrente Servizi di base per l'inclusione finanziaria 0 1 2 3 Fonte: indagine CeSPI-ABI 2009 64
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una banca...
1 Banche e imprese nei distretti industriali di Pietro Alessandrini
E’ necessario mettere in collegamento le due linee evolutive e cercare di capire se
l’evoluzione dell’offerta bancaria si incontra con le mutate esigenze di finanziamento delle
piccole e medie imp...