Notiziario del 15/12/2012

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Notiziario del 15/12/2012
LA FORZA
DELLE DONNE
La mancanza di proiezioni chiare nelle politiche internazionali
IL MAROCCO CRESCE
LA COOPERAZIONE FATICA
Carissimi sostenitori,
la cooperazione internazionale sta facendo ancora fatica a definire il proprio destino, e la mancanza di proiezioni chiare rappresenta già da sola
in sé una decisione. Inoltre i pochi fondi disponibili
si stanno concentrando su aree ritenute strategiche
di cui il Marocco non sembra essere parte.
I dati macroeconomici sono benevoli verso il Paese che, nonostante la crescita del PIL per il 2012 sia
minore di quella sperata, si è posizionato al quarto
posto per livello di sviluppo nel mondo arabo, dopo
i Paesi sauditi e il Quatar.
La grande sfida resta l’educazione: il tasso di
analfabetismo e la qualità educativa è ancora preoccupante e la ricaduta sulla società è la radice dei
tanti problemi che ben conosciamo perché comuni
a tutti i paesi con un’educazione deficitaria.
Il relativamente nuovo fenomeno della migrazione di rientro, causato dalla persistente crisi europea, lascia un punto di domanda sulla capacità
del Paese di risposta di inclusione di tanta diversità e ricchezza: come riusciranno a integrarsi i tanti
bambini e giovani nati e cresciuti in altri paesi con il
Marocco di oggi, di cui non condividono già la base,
costituita dalla lingua, diventata per loro seconda o
addirittura terza rispetto a quella con cui si esprimono quotidianamente?
Come riusciranno a reinserirsi le donne, tradizionalmente portatrici di valori frutto della coesistenza
culturale marocchina/europea? Quali le sfide che lo
spirito di impresa dell’immigrazione di rientro porta con sé in un tessuto socio produttivo diverso da
quello di quando sono partiti?
I passi da gigante realizzati nel settore dei diritti
umani, e in particolare dei diritti delle donne, posiziona il Paese tra quelli i cui miglioramenti appaiono più consistenti.
Ciononostante resta ancora molto da fare, perché il lavoro più difficile è convincere le stesse donne che la violenza non è mai giustificabile, anche se
non si è pulita la casa e la cena non è pronta. Troppe
volte abbiamo sentito dire dalle donne stesse che
se non compiono il loro dovere coniugale, il marito
ha ragione nell’usare la violenza.
Il lavoro da fare insieme è tanto. A noi le istituzioni chiedono appoggio e quel valore aggiunto, dato
dallo scambio, che oggi costituisce forse il risultato
più chiaro e concreto.
Viera Schioppetto
coordinatrice Marocco
ProgettoMondo Mlal
DICEMBRE 2012
PROGETTO
In solo 3 anni (2009-2012) la situazione si è ulteriormente aggravata e il lavoro .............. del 20%
L’ 82% DELLE DONNE È VITTIMA DI VIOLENZA IN CASA
Con l’avvio dell’autunno, le attività del Progetto La Forza delle Donne sono entrate nel
cuore dei problemi della violenza che la popolazione femminile soffre in Marocco.
Nel 2011 era stato diffuso un interessantissimo documento che riportava la situazione di
violenza nel Paese – il primo ed unico fino ad
ora – con dei dati già conosciuti ma pur sempre allarmanti. La ricerca realizzata nel 2009, e
diffusa ben due anni dopo, indica che 6 milioni
di donne tra i 18 e i 65 anni nell’ultimo anno
sono state vittime di una qualche forma violenza, il che corrisponde al 62,8% della popolazione femminile.
A luglio del 2012 la situazione sembra essere ancora più cruda: secondo i dati diffusi dalla
rete dei centri antiviolenza Anaruz, l’ 82 % del-
P R I M O
le donne marocchine sono vittime di violenza
coniugale, sia essa fisica, sessuale, psicologica
o economica. L’11% delle marocchine sono
vittime di violenza al di fuori dell’intorno familiare, attraverso atti di molestia, violazione,
P I A N O
A sostegno della cultura dell’uguaglianza in Marocco
UN PROGETTO CONTRO LO STEREOTIPO
Il Progetto La Force des Femmes, nel suo intento di sostenere la cultura dell’uguaglianza in Marocco,
ha promosso uno studio sugli stereotipi di genere basato sull’analisi di focus groupe di donne e giovani
studenti delle zone di intervento del progetto.
Cosa é emerso dallo studio? L’immagine della donna é quella di essere sentimentale, dolce, emotiva,
onesta, leale, fisicamente debole, fatte per essere madre e per occuparsi della casa e della famiglia.
La forza degli stereotipi, ovvero di tutte quelle credenze socialmente riconosciute, consiste nell’aver
un impatto diretto sulla vita quotidiana: lavoro, vita domestica, rapporti interpersonali. Una società,
come quella marocchina, con un alto tasso di analfabetismo e una ridotta partecipazione agli avvenimenti politici, non può che trarre le proprie idee che dalla pratica comune. E ciò diventa quindi forte
strumento di pressione.
I risultati di questa indagine sottolineano infatti come, nonostante le iniziative legislative prese a favore
delle donne negli ultimi anni, in primis il Codice della Famiglia,
una reale parità tra uomo e donna non possa che passare attraverso vero un mutamento della percezione sociale dei loro ruoli.
Ma qualcosa sta cambiando: a differenza delle casalinghe e delle
donne analfabete che credono esse stesse in questi luoghi comuni, le giovani studentesse, le donne con attività economiche e/o
leader, hanno ingaggiato una lotta per superare questi cliché e
fanno del loro impegno uno strumento di lotta alla quotidianità
dello stereotipo.
I risultati dello studio saranno pubblicati e la loro diffusione promossa presso istituzioni pubbliche e associazioni con la finalità di
creare dibattiti e promuovere il cambiamento nel profondo delle
sue radici.
Paola Sartori
Casco Bianco La Forza delle Donne
ProgettoMondo Mlal Marocco
tentativi di violazione ed aggressione. Il 50%
delle giovani non sposate sono oggetto di atti
di violenza coniugale.
I dati arrivano ai Centri antiviolenza grazie
alle denuncie delle donne che, con forza e determinazione, intraprendono un cammino di
denuncia che, il piú delle volte, viene ritrattata:
per paura, per mancanza di autonomia economica, nella convinzione che non si ripeta e che
la denuncia sia stata una forma di pressione.
E tutta la violenza che resta nascosta, non
dichiarata, non riconosciuta, non condivisa?
Questo boomerang di sofferenza che ritorna
sulle donne colpendo ancora piú forte in solitudine? Dove va? Cosa succede?
Con queste domande abbiamo avviato i
corsi che hanno preso avvio in settembre e che
dureranno fino a maggio del prossimo anno:
attività di formazione sulle tecniche d’ascolto
e i principi basici del nuovo codice di famiglia
rivolti alle formatrici dei corsi di formazione
professionale dove molte donne vanno a imparare un mestiere, con l’aspettativa di poter
avviare delle attività in proprio e avere una
propria indipendenza economica: parrucchiere, sarte, cuoche, pasticcere, ricamatrici, estetiste….
I corsi sono gestiti sia da associazioni locali,
che da organismi dello stato, con una diffusione capillare nel territorio. Le formatrici si sono
così trasformate senza volerlo nelle depositarie
di tanti segreti, tante denunce mai fatte, tante
violenze subite in silenzio.
I corsi hanno un triplice scopo: da un lato
proteggere le formatrici dalla carica emozionali
di tanta violenza attraverso la presa di coscienza del loro ruolo di “ascolto” e dei limiti nel non
dover prendere a carico personalmente i casi
di violenza. Dall’altro l’acquisizione di competenze di “ascolto attivo” che permetta loro un
migliore approccio alla violenza. Il terzo obiettivo è quello si poter orientare ai servizi del territorio e la loro conseguente messa in rete.
Esistono dei Centri di ascolto nei tribunali,
negli ospedali e alla Polizia, ma nella maggior
parte dei casi nessuno li conosce, e poco sono
conosciuti anche quelli delle associazioni, soprattutto presso le istituzioni pubbliche. A loro
volta le istituzioni ignorano che le formatrici
svolgano questo servizio informale di ascolto
e non vi è dialogo tra le parti.
Il nostro obiettivo, per i primi mesi del 2013,
è quello di poter diffondere una Mappa dei
servizi per le donne, servizi che a sua volta si
stanno formano con le monitrici e il cui passa
parola renderà il lavoro molto più efficace.
Sebbene la conclusione formale sia fissata
per l’aprile 2014, fin d’ora dobbiamo prepararci per rispondere alla domanda su come il Progetto La Forza delle Donne continuerà a dare
i suoi frutti, anche dopo la nostra partenza. In
questo senso siamo convinti che la messa in
rete delle risorse del territorio, che condividano
una visione e gli stessi principi che la violenza è
inaccettabile, possa essere una carta vincente
per garantire che i frutti del lavoro persistano,
anche una volta concluso il Progetto.
Viera Schioppetto
capoprogetto La Forza delle Donne
ProgettoMondo Mlal Marocco
Madame Batoul, del Centro ascolto dell’Union Nationale des Femmes
Sono nata in una famiglia in cui la donna occupa
un posto molto importante. Mia madre ha sempre
partecipato alla gestione della famiglia e, dopo la
morte di mio padre, ha accudito con coraggio e
determinazione la nostra famiglia. Ho quindi avuto un
esempio del ruolo centrale
che ricopre la donna.
Io stessa sono stata spesso
chiamata a decidere insieme
ai miei genitori. Questo mi ha
dato coscienza sin da bambina dei diritti della Donna e
dell’uguaglianza tra Uomo e
Donna.
Così, durante tutto il mio
percorso professionale, ho fatto sì che questi principi venissero rispettati: entrando a contatto con
uomini per motivi di lavoro, ho preteso rispetto in
quanto donna, in quanto collega e per le mie capacità professionali.
Dopo un’esperienza molto importante come
formatrice di educatori di Centri per i giovani, sono
diventata Responsabile del Centro di ascolto e di
orientamento giuridico dell’Union Nationale des
Femmes du Maroc di Casablanca nel 1995 e ancora
oggi ricopro questo ruolo.
Anche grazie a questo, col tempo, il mio desiderio di apportare un cambiamento nella società marocchina rispetto alla situazione della Donna è stato
animato da una sempre maggiore consapevolezza.
Se ho potuto percorrere questa strada, è stato
anche merito della collaborazione e del supporto
B R E V I
la testimonianza
LA DONNA MAROCCHINA HA MOLTE LE RISORSE
che ho ricevuto da mio marito, che mi ha sempre
appoggiata nelle mie scelte, nella carriera, nella gestione della famiglia e della casa.
Come donna marocchina e responsabile del
Centro, riconosco che in questi anni ci sono stati alcuni
progressi: l’adozione della
moudawana, la ratifica della
CEDAW, nonostante le riserve
espresse dal Governo, la partecipazione alla vita politica,
la costituzione di un Ministero
dedicato alla Famiglia.
Tutto ciò dimostra che le
donne sono sempre più coscienti dei loro diritti, perché
è grazie all’evoluzione dei movimenti femministi e
alla pressione sulla classe politica, che si è arrivati a
questi risultati.
Certo, sono ancora molti i passi da compiere,
come il miglioramento della rappresentanza politica, l’applicazione dell’art. 19 della nuova Costituzione, la protezione dei diritti e delle libertà dei
cittadini e dei gruppi sociali. Ma ho fiducia nel fatto
che questi obiettivi verranno raggiunti, perché la
donna marocchina ha molte risorse da cui attingere: la voglia di migliorare quotidianamente la nostra
situazione e l’attenzione a preservare quanto già
conquistato, ci permetteranno di ottenere ancora
grandi risultati.
testimonianza raccolta da Giulia Pezzato
Casco Bianco ProgettoMondo Mlal
• LOTTA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE. Il 24 e 25 settembre si è tenuta a Rabat un’importante conferenza sulla prevenzione e lotta alla violenza nei confronti delle donne sulle due
rive del Mediterraneo. Ministri, autorità, società civile, ricercatori ed esperti di diversi Paesi, tra
cui Marocco e Italia, si sono riuniti per condividere dati, esperienze, buone pratiche, aprendo
nuove opportunità di progresso per il futuro.
• GIORNATA NAZIONALE DELLA DONNA. Da 5 anni, ogni 10 ottobre si celebra in Marocco la
Giornata della Donna. Col tempo questa ricorrenza sta diventando sempre più una data significativa e riconosciuta a livello nazionale. Non solo i media hanno dato grande spazio alle celebrazioni, ma molti eventi riguardanti la situazione della Donna, le problematiche ancora da
risolvere e i traguardi raggiunti sono il segnale del sempre maggiore interesse che viene rivolto
a questa tematica.
viale Palladio, 16 37138 Verona, tel. 045 8102105, e-mail [email protected], www.progettomondomlal.org
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c/c postale 12808374
c/c bancario, Banca Popolare Etica (IT 71 Z 0501812101 000000513260), causale “Progetto La Forza delle Donne”