inseguendo ho trasudato
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inseguendo ho trasudato
INSEGUENDO HO TRASUDATO E ALTRE INIZIATIVE FURIOSE Introduzione e Avvertenze Questo libro è la raccolta di alcuni sketch incomprensibili che uso per comunicare. Crea un certo senso di potere, il trovarsi dinnanzi a qualcosa in cui gli altri sono inseriti e che solo tu puoi decodificare. Come la sensazione di un professore di matematica al cospetto di una formula difficile. E’ il detentore delle chiavi d’accesso ad un mondo nuovo. Il mio gusto sta nel creare degli ambienti strani e curiosi e di condividerli con gli altri. Dopo, spiegare il significato nascosto dietro le mie creazioni, come in un rebus del quale io ho la soluzione. Queste piccole poesie sono una forma di comunicazione che ho scoperto di recente, dopo aver deciso di non aver altro scampo che accettare la mia malattia. II Malattia di uomo, di essere umano, di essere vivente. Che posso farci se sono così? Ogniuno ha una sua lingua particolare ed io comunico così, certo del fatto che non sono strano o speciale o ribelle o geniale o stupido. Un pazzo smette di esserlo quando ce n’è almeno un altro che lo capisce. Se vedessimo per la prima volta un geroglifico penseremmo che si tratta di una serie di scarabocchi sensa alcun senso. Ed è così che viaggiamo per i gustosi attimi della vita, cercando di trasformare i nostri geroglifici in popart, di renderli comprensibili a tutti. Ma chi ce lo ha chiesto? Chi ci ha ordinato di essere comprensibili a tutti? E poi, il linguaggio chi lo ha creato se non qualcuno che ha deciso di spiegare i geroglifici dopo averli inventati, di spiegare l’uso di un difficile marchingegno dopo averlo inventato? Quindi questo libricino vuole essere l’invito perché tu smetta di cercare di “spiegarti III meglio” o di rispondere alle domande altrui. A volte, la dissonanza tra il tuo mondo, le tue esigenze, i tuoi dolori e quelli delle altre persone, è così grande che l’unica strada è l’isolamento. Alla ricerca del geroglifico perduto. Si, devi lasciare tracce, condensare il tuo linguaggio su foto, video, pezzi di carta, sculture, disegni, musiche, testi: ogni cosa. E poi studiare come se fossero fatti da qualcun altro. E’ la tua anima che prova a parlarti. Ha solo te per essere ascoltata e se anche tu la rinneghi, non potrà far altro che piangere, scalciare e darti fastidio. E’ come se tu fossi tuo padre e stessi ignorando l’unico bimbo che hai. Adattati alla società e sarai perduto, adattati a quell’incomprensibile, strano, veloce e scalpitante essere che hai dentro di te, e il mondo intero ti seguirà. E poi, se non ti seguirà IV sarai almeno felice perché ogni volta che capisci te stesso, ti senti amato e questo basta. Non importa che tu sia con trecentocinquanta persone oppure da solo nella soffitta di casa tua. L’unica forza che cerchi è la forza della tua anima. E Quindi.. Quindi ho scritto questo libricino che uso come un mezzo di comunicazione. Non pretendo che voi comprendiate qualche significato da cio che leggete, anzi. Il mio obiettivo è spiegarvelo. Ora ho un mezzo per farlo. Spesso la gente usa come mezzo di comunicazione, il pregiudizio o la tv, oppure il lavoro, i problemi di soldi o il percorso casa, studio, lavoro, famiglia, figli, sviluppo. Sono tutti terreni comuni che la gente usa per comunicare. V C’è chi poi “nasce strano”. Io, oltre a parlare di sport, sviluppo, amici, famiglia e quant’altro (non sono certo un alieno che vuole fare il figo della situazione), parlo attraverso questa forma di arte. Spero che l’apprezziate e se non altro, apprezziate il tentativo. Sul Sostentamento Vivo con la totale gioia della mia unicità. Sono il ragazzo strano che tutti attendono di scoprire. Ora esagero. Scherzo. Sono comunque felicissimo di essere cio che sono. Di occuparmi di comunicazione (l’arte è comunicazione) e di fare cio che desidero. Ovviamente credo che l’arte non sia altro che uno strumento (a volte deviato) di esprimersi. Credo infatti che l’arte sia una sorta di malattia sana che le persone usano per poter comunicare con i morti, dato che non trovano VI il coraggio di farlo con i vivi. Spesso la società è troppo lenta o troppo veloce per chi non riesce a captarne immediatamente la direzione. Anche la società stessa è come un geroglifico. Il successo, il lavoro, la ricchezza, la famiglia, i bei vestiti, non sono altro che geroglifici attraverso il quale la società cerca di far capire cosa prova. Anche la società “fa arte”. E l’arte si fa in due movimenti: fare e poi spiegare. Mai il contrario. Prima il cuore e poi la mente, metodo deduttivo. Internet, i nuovi mezzi di comunicazione, il potenziale incredibile aperto dall’accesso ad una valanga di dati, ha permesso al nostro cervello di gasarsi alle stelle, immaginando di poter toccare il cielo con un dito. Chi mai riuscirà ad equiparare la velocità con il quale il cervello produce immagini, paranoie, sogni, paure, incertezze, parole, soffi, sensazioni, gelosie etc? Internet. VII Internet si espande veloce come un jet e, chi ne fa uso è una spece di Dio. Puo viaggiare nel tempo usando comunità sociali in cui si fanno giochi di ruolo, puo parlare con le star, conoscere il funzionamento di una bomba fatta in casa e creare di suo proprio pugno un circuito elettrico guardando le istruzioni su Youtube. Ciononostante, la società fuori di internet si muove con ritmi diversi e, chi come me e come molti altri della mia generazione, si è trovato a toccare il cielo con un dito, ripudia quasi istintivamente la difficoltà del mondo off-line. Non lo capisce. Proprio come la gente non capiva i quadri di Dalì. Quindi veniamo al significato di questo paragrafo. Sono felicissimo di giocare alla mia velocità, di danzare scrivendo, disegnando, facendo musica e creando progetti ma, sono VIII anche consapevole del fatto che questa che chiamerei “arte”, è una forma di malattia. Il mio desiderio è poter comunicare faccia a faccia, stimolare l’apertura di attività innovative sul web (infatti mi occupo anche di web), proporre nuovi business, creare imprese di gente “senza scrupoli” che si impegna nell’espressioen del proprio disagio, piuttosto che giudicare negativamente “questo mondo difficile ed omologato”. Quindi il tuo supporto è essenziale. Ho bisogno del tuo contributo per poter continuare a fare cio che sto facendo. Mi piacerebbe un sacco poter scambiare questo libro con mano d’opera, praticantato, materia prima e tempo, piuttosto che con quello strumento ormai troppo carico di pregiudizi, che è il denaro. Quindi di sicuro, se sei interessato nel mio lavoro, in cio che faccio. IX * Portafoglio Introduzione e Avvertenze .......................... II * Portafoglio ................................................ X Che Ricchezza Inutile ................................... 1 Suicidio? Ahahah Friggete! .......................... 5 Aforismi ..................................................... 21 Pro, pro, programmation........................... 22 Madri Occulte di Figlie Femmine ............... 27 INSEGUENDO HO TRASUDATO .................. 34 Qualche Metro Dopo ............................. 35 La Dura Allenatrice ................................ 37 Essere Grandi o Nel Castello d’Invidia ... 45 Tra Tutteddue, Scelgo Tre ..................... 48 Non Avere Fretta ................................... 52 Frammenti di Universo .......................... 56 X Che Ricchezza Inutile Nota d’autore: Questa storiella è la storiella di ogniuno di noi, che perde il proprio tempo non sapendo cosa fare della sua vita. Non spiegherò nei dettagli questo racconto ma mi limiterò, in questa introduzione, ad invitarvelo. So che invitarvelo è un’atrocità lessicogrammaticospazioculturale ma suona bene. Quindi vi invito alla lettura di questo primo brano. Nel brano successivo intitolato “Suicidio etc etc..”, spiegherò per filo e per segno, proprio come si fa a scuola, il significato delle parole. Dal terzo brano in poi (dalla poesia intitolata Qualche Metro Dopo) non spiegherò niente più. Niente, più. Più niente. O, per dirla al contrario, Niente Meno, anzi, Tutto Meno. 1 Il discorso è semplice, molto semplice. c'è un mondo pieno di frutti, verdure, roba di qualità e tu, in un angoletto sperduto a guardare, fuori dalla finestra questa ricchezza che accade. l'invidia è un riflesso del territorio in cui vivi: piccolo. Hai paura di uscire, le belve inferocite ti rispedirebbero nella gattabuia e tu, sicuro di aver sprecato solo tempo, avresti solo guadagnato rancore. la tua ostilità verso questo modo scivolerà via. ma tu non ci credi. è con stupore che scopri nelle tue mani una mela. poco distante dalla tua finestra c'è un leoncino. è affamato e te ne accorgi. lanciandogli la mela dalla finestra lui si avvicina e ti ringrazia. poi ti volti e il tuo caminetto è ricolmo di altre mele. una ricchezza inutile penserai, eppure dinnanzi a te, in quella finestra che rappresentava il 2 modo al quale non potevi accedere, è ora infestata di leoncini. non fai a tempo a darlgi le tue mele che ormai entrano in casa tua. ora devi uscire e loro i inseguono, hanno fame e tu hai mele. dalle tue tasche cadono a fiocchi. che ricchezza inutile pensi. ti sposti nella foresta, dove credevi che i predatori ti avrebbero mangiato. e arrivano, inmancabilmente. quando si avvicinano incazzati, la carovana di leoncini ti insegue. lui, il predatore ora invidia te, pieno di ricchezza e tu, non puoi fare a meno che correre. in preda al panico corri seguito da leoncini per il quale rappresenti una divinità. i pantaloncini dorati, che sgorgano mele sembrano non essere la fonte. butti i pantaloncini e le mele iniziano a uscirti dalle orecchie. 3 sei tu, sei proprio tu. che ricchezza inutile starai pensando. sono ormai cinque anni che sei circondato da leoncini. che ricchezza inutile. la foresta ti rispetta nonostante tu continui a temerla. 4 Suicidio? Ahahah Friggete! Prima tu chiedi di essere guardato e gli altri pagano dazio innalzando il bimbo pagliaccio.. che fatica per gli altri. Il trionfo dei programmatori. Qualcuno se ne accorge e ti sbrana. Poi capisci, qualcosa odia tutto e vuoi ammazzarti. Tac, loro ti conoscono a quattrocchi adesso. Tu vuoi spararti. Pochi arrivano al suicidio, chi lo oltrepassa poi.. eheheh. Friggete stronzi fottuti, vi leverò l'anima, la vita, la crosta schifosa delle budella. AHAHAHAH Analisi del testo: Prima tu, chiedi di essere guardato Tu chi? Qui mi riferisco a mio fratello. Ciccione 5 maledetto, scimmia bastarda, colui che ha sviscerato tutto dalla mia vita. Colui che è figo mentre io sono il lercio, schifoso, debole, mammone, omosessuale e cretino. Chiedi di essere guardato. Lui si, chiede di essere guardato. Riferimento al fatto che non parlo di mio fratello in carne ed ossa. Parlo dell’ologramma di mio fratello. Quello che vedo anche quando lui non c’è. Il condizionamento che passa nella mia testa. Il ricordo, lo spirito, l’idea. Chiamalo come cazzo vuoi. Scusa il “cazzo”. E’ una parolaccia. Lo so. E’ che arricchisce di colore il quadro. Un po di nero, un po di verde, un po di fucsia. Scriverò sulla copertina: contiene parolacce e insulti personali a membri della mia famiglia. Farà marketing. Ok. Riprendiamo l’analisi del testo. Chiedi di essere guardato. Si. E’ sempre al centro dell’attenzione mio fratello. Le vuole sempre vinte lui. Si narra che mio fratello, facci colazione con pietre di criptonite e viaggi da 6 una nazione all’altra a piedi, correndo. E’ un essere mitologico. Si nutre come noi umani non ci nutriamo. Vive come noi umani non viviamo. E’ un ras, un dittatore, uno con le palle roventi. Palle infuocate, quadrate, cubiche. Vere palle d’acciaio. Non gli mancano le palle diciamo. Lui è un action man. Soldi, successo, simpatia. Sembra avere tutto. E quindi io lo invidio come si invidia superman. Non una semplice invidia ma una vera disperazione del tipo: mamma, perché mi hai fatto così debole? Quindi scrivo con l’intenzione di esorcizzare le fantasie tristissime e allegrissime della mia mente. Anche se non credo nelle fantasie. Credo in altro. Negli ologrammi, che sono cose diverse dalle fantasie. Gli ologrammi sono cose che in un certo qual modo esistono nel mondo fisico. Hanno potere sul mondo RE-ale. Non sono solo succube creazioni. Proseguiamo. ..e gli altri pagano dazio innalzando il bimbo 7 pagliaccio.. Qui io mi trasformo in suo padre. Devo stare a guardare le marachelle che fa e questo mi fa perdere tempo. A volte, da padre penso che avrei potuto evitare di fare un figlio. Non avrei sacrificato niente. Forse avrei fatto qualcosa di più creativo. Magari avrei ottenuto un lavoro più bello, un hobby simpatico, piuttosto che dover stare dietro a questo bimbo che vuole le attenzioni. A dire il vero questa frase è oggettivamente ipocrita. E’ un tentativo della mia “mezzamente” (magari un giorno ti spiego cos’è la mezzamente), di capire la RE-altà (magari un giorno o più in là, ti spiego perché RE-altà e non “realtà”). In realtà io sono invidioso del fatto che lui è così. Mica io ci sto mettendo meno sacrifici o, ho meno volontà. E’ una vita che a modo mio cerco di essere vivo, vibrante e vivo come lui. E’ invidia la mia. Pura invidia. Anche adesso, 8 sento la voce di mio fratello nelle orecchie. Tipologia “yes, but”. Si, ma. Qualsiasi cosa dici lui risponde “yes, but”. Praticamente non ti rimane che pregare di levartelo dai coglioni, per evitare di farti schizzare in aria il cervello. Cervello che poverino sta vivendo un conflitto nucleare dentro di se. Conflitto tra il volerlo sgozzare, la paura di essere sgozzato, la voglia di farti piacere, il desiderio di fare il bravo bimbo e, quel sanissimo istinto incredibilmente intelligente che sa benissimo che di questa situazione non gliene frega un emerito cazzo. ..che fatica per gli altri. Il trionfo dei programmatori. Eccoli, i programmatori. Qui c’è una figura che non so se esista o se sia frutto della fantasia ma, da quando ho deciso di approfondire le evidenze della sua esistenza, il mondo in cui vivo sembra acquistare una perfezione di significato sempre più precisa. Questa teoria dei programmatori, fa capo ad alcune 9 esperienze che ho vissuto in quelli che tu chiami “sogni”. La speculazione su questi programmatori, mi ha portato a capire dove andrò dopo la morte. Ho riportato, più giu nel libro, due fogli disegnati da me in cui c’è la prima foto nitida dei programmatori. Mi piacerebbe avere il tempo e lo spazio per spiegarti tutta questa teoria ma, non ce l’ho. Almeno adesso. La voglia. Però voglio provarci. Iniziamo da alcune evidenze chiare e conosciute al mondo della scienza. Prima considerazione è che gli scoiattoli hanno una memoria di soli tre giorni. Il che vuol dire che, se nascondono una ghianda sotto ad una foglia e dopo tre giorni la ritrovano, rimangono sorpresi. Come se non l’avessero mai vista. Se tu chiedi a quello scoiattolo – chi sei? – lui ti risponderà che è cio che era tre giorni fa. Non di più. E’ onesto perlomeno. Non mente. Non si tiene i conti. Non scrive su un foglio il numero di giorni che ha vissuto, cosicche se tu gli chiedi 10 chi sei, lui ti risponde che è colui che è vissuto tot anni. In altre parole lo scoiattolo non è come noi. Noi siamo disonesti. Diciamo che siamo nati in quel luogo (anche se non ci ricordiamo niente della nostra nascita), che abbiamo tot anni. Come se gli anni si potessero avere. Hanno inscatolato una scoreggia d’autore per poi venderla su ebay. Ma non sono mai riusciti ad inscatolare un anno. L’unico modo di inscatolare l’anno è quello di scriverlo su un foglio. Come se io mi sposassi con una fotografia, credendo che nella fotografia c’è la persona vera. Fosse così sarei sposato con Pamela Anderson (colei che è chissaperchè, la definizione di barbie americana, bomba sexy). In altre parole, mi sposo con l’idea di essere nato in tal luogo alla tal ora e vado dicendo che IO SONO, quella definizione. No. E’ pura disonestà. Io sono cio che sono adesso. Sono stupido, lo so. Sono come lo 11 scoiattolo. Se poi mi chiedi chi sono, preferisco inventarmi una balla o, una storia che funziona bene, per farti ridere, piangere, sbalordire o incuriosire. I programmatori. Ecco. Dato che io sono come uno scoiattolo, non so chi sono. Ho una memoria a tre giorni. Potrebbe essere che sono qui da millenni. Infatti, è molto piu veritiero, nella mia psicologia, credere di essere immortale. Se mi concentro, riesco a ricordare le sensazioni che si provano nel ventre materno e, a dirla tutta, riesco anche a ricordare cosa si prova ad essere tavolo, albero, topo, pianeta, granello di sabbia, acqua. In qualche modo ho l’abilità di immaginarmi cosa si prova ad essere lattina di cocacola. Come faccio? Come fai tu? Io faccio che secondo me io un tempo sono stato lattina di cocacola e quindi ho una memoria vaga di quell’avvenimento. Cosi come lo scoiattolo sono immortale. Si, lui è 12 immortale. Infatti, dove si va dopo la morte? Si va dove si è sempre stati. Nel mondo interno fatto di mostri, spettri, torture oppure sogni e desideri. Quando dormiamo andiamo proprio in quel mondo. Non dobbiamo aspettare di morire per scoprire cosa significa la morte. Muoriamo un terzo della nostra giornata, ogni giorno. Otto ore al giorno. Otto, sedici, ventiquattro. Un terzo della nostra vita siamo morti. Che cosa dovrebbe cambiare? E poi, da morti si passa a vivi. Quando “sogni” di fare la pipì e la fai davvero? Esatto. Morirai e sognerai di svegliarti e lo farai. Ti sveglierai da qualche parte, in qualche forma. E i programmatori? I programmatori sono coloro che ci rimandano nella RE-altà. Spesso la vita che viviamo è un prolungamento del sogno e spesso questo sogno è una tortura, un incubo. 13 E’ come se nel mondo dei sogni fossimo schiavi di esseri diabolici che ad un certo punto, necessitando di qualcosa da questo mondo ci dicono “ora svegliati”. La cosa che ho trovato che loro desiderano di più, è prendere il controllo a nostra insaputa su questo mondo. Questo mondo, quello RE-ale, è fatto pressappoco della stessa materia dei sogni. Tutto è possibile. Però loro hanno indottrinato l’uomo a pensare in modo lineare, a chiedersi il perché delle cose e a trovare cause ed effetti. A mettere poi in fila cause ed effetti cercando qualcosa nel passato o nel futuro. In altre parole, hanno spinto l’uomo ad andare contro sua natura, inventando la teoria del Big Bang e tantissime altre frottole. Cosa ci guadagnano? Ci guadagnano la nostra fatica. Pensare razionalmente porta fatica al cervello perché è contronatura. La mente non ragiona per informazioni secche, come i 14 computer. Ragione per storie. Niente ha significato nella mente, fuori dal contesto in cui si trova. Il contesto ha significato solo se racchiude un certo numero di elementi. Se un contesto non ha elementi allora è nullo. In altre parole, una parola senza frase non significa niente. Anche una frase non significa niente di preciso al di fuori dell’intenzione. Insomma, l’argomento è vasto come accennavo. Mi basta qui avervi spiegato che sono fermamente convinto che esistano esseri fisici che lottano contro di noi, nel modo piu sottile possibile. Non parlo di demoni cattivi o atroci. Anzi. Quei demoni dell’oscuro, la mitologia di draculo, degli zombie, degli spettri tipo la bambina del film “The Ring”, sono amici. Ci fanno cacare addosso dalla paura, ma contengono al loro interno un potere magico. Sono nostri alleati. I programmatori di cui parlo io, sono programmatori mentali. Conoscono il 15 funzionamento della mente e ignettano a nostra insaputa dei comandi sbagliati, per farci affaticare, perdere memoria ed in ultima analisi, essere molto ma molto più stupidi degli scoiattoli. Qualcuno se ne accorge e ti sbrana. Qui proseguo a parlare dei programmatori. Nel disegno che ho incollato in fondo al libro, sono riuscito a rubare alcuni elementi al loro mondo. Rubare infatti è la scappatoia più veloce. Non posso spiegare tutto in questo libricino ma posso dirti che esistono alcune regole che studio ormai da anni, che sembrano fargli rodere il culo a questi programmatori. Poi capisci, qualcosa odia tutto e vuoi ammazzarti. Tac, loro ti conoscono a quattrocchi adesso. Tu vuoi spararti. Poi capisci. Poi, tu che prima chiamavi “sogno” il luogo in cui andavi la notte quando a luce spenta, chiudevi gli occhi, tu, proprio tu, adesso inizi a capire. Inizi a capire che quel mondo non 16 è inconsistente ma, molto piu materiale di questa che chiami reatà. Allora scoprire questa cosa ti crea danno. Non hai piu strumenti per comunicare con chi è ipnotizzato, con chi non sa cio che tu sai. Questa difficoltà ti spinge al suicidio. Parlo un po della gente che si è suicidata. Credo fermamente che pazzi e suicidi e depressi, sono molto piu avanzati in coscienza di coloro che vivono felici. Non sono le persone più evolute in assoluto ma sono più evoluti della stragrande maggioranza delle persone. I depressi ed i suicidi conoscono la meccanica che regge le finzioni di questo mondo. Il problema è che, non riescono ad impazzire del tutto. Il pazzo e il suicida, cercano di conservare la rispettabilità. Almeno, cio accade in alcuni casi. Non in tutti ma in alcuni si. L’arte invece è un superamento di questo stadio. E’ l’utilizzo del paradosso, delle immagini che conosciamo, per comunicare. 17 L’arte è il ponte tra chi conosce e chi non conosce. L’artista conosce e, se non comunica impazzisce. Chi invece non capisce, ha bisogno dell’artista per poter iniziare a vedere qualcosa di più, o di diverso, o di curioso a suo modo. Pochi arrivano al suicidio, chi lo oltrepassa poi.. eheheh. Questo concetto l’ho gia spiegato. Pochi arrivano al suicidio, molti rimuovono con decisione tutto cio che hanno paura di capire. Poi c’è chi cambia il suo stesso linguaggio. Inizia ad allinearsi al suo diamond (se ho tempo ti spiego che cosa è) e iniziano a rubare informazione ai programmatori. Chi lo oltrepassa poi.. eheheh. Chi oltrepassa il suicidio, chi ha capito che il suicidio è l’arma piu forte che usano i programmatori che vogliono tenerti nello stadio di schivitu per sempre, chi lo ha capito è salvo. Se tu muori, non risolvi niente. I problemi che 18 lasci in vita, ti tortureranno dopo la morte e, quando non hai un corpo fisico nel quale poter entrare, è molto piu difficile. Quindi se ti suicidi, soffri molto di più. I cristiani dicono bene a suggerirti di non suicidarsi ma non sanno il motivo. I tibetani ne sanno qualcosa di più. C’è un libro che si chiama libro tibetano dei morti. In questo libro si parla di cio che vedi quando muori. I programmatori, il terrore. Quindi bisogna prima desiderare il suicidio, desiderare di morire. In questa prima fase non abbiamo fiducia di cio che abbiamo capito. Pian piano però bisogna capire che il suicidio è un’arma potente che usano i programmatori per avere tutto e subito. Per incastrarci per sempre. La morte è la nostra fine, se non siamo svegli. Se siamo svegli e vigili, dopo la morte proseguiamo svegli e vigili in altri corpi, in altre forme. Evolvendoci. Un po come nel karma e nella reincarnazione. Friggete stronzi fottuti, vi leverò l'anima, la 19 vita, la crosta schifosa delle budella. AHAHAHA Friggete stronzi fottuti, programmatori. Vi leverò l’anima rubando cio che avete perché conosco il vostro tallone d’achille. Vi leverò la crosta schifosa di ipocrisie che conservate nel vostro stomaco. Ahahah, rido a crepapelle, pregustandomi cio che vi farò brutti stronzacci. Ecco la spiegazione. 20 Aforismi Le idee sono gestalt, descrivi la gestalt e getta l’idea. Questa è la vita: unisono. Ci sono due modi di spogliare una donna, il primo è suonare un pianoforte fino a fargli dimenticare che li ha addosso, il secondo è comprargliene altri. Amerà la conoscenza. Storia e ambizione fanno di qualcosa, qualcosa di stabile. Io cambio se c’è il sole o se sono pulito o se, racconto qualcosa ad un amico. Chi è più instabile è colui che, dovunque lo metti, cerca tafferugli. Costui non regge la storia che gli hanno scritto e l’ambiente che ha ricevuto. Costui è alla ricerca della sua storia e di 21 costruire il suo mondo. In questa vita o in un’altra. Pro, pro, programmation 22 23 24 Trascrizioni dal disegno 1 (Questa è una lista di) Cio che so che desiderano i ma non capisco perché: - che inserisci i dettagli - che cerchi spiegazioni logiche - che definisci - che metti i tuoi sentimenti - che tu esista nel sogno Inspiegabilmente, vogliono queste cose e, a ragione di questa ipotesi, queste sono le cose che creano colpa e ti cacciamo via dal mondo programmato. Io dubito che a loro piaccia io, con i miei furti. 2 6 oggetti rubati 3 Sembra che nel mondo programmato, ci siano similitudini con la programmazione 25 4 Ho rubato questi oggetti. La leggerezza distrugge i programmatori. 5 I buddisti l’hanno capita. Chiamarono “attaccamento” la tecnica dei programmatori. 6 Sono leggero e riesco a rubare tante cose. 7 L’indicazione è sempre dire solo il 50% di cio che sai. La logica non c’è però questa regola funziona: “leggerezza”. Ruberai molto di più così. 26 Madri Occulte di Figlie Femmine Quando il padre è piu amorevole della madre e la madre fa un figlio per compensare la mancanza di potere che ha nella vita, le cose diventano fortemente difficili. C’è da chiedersi come faccia un marito realmente amorevole a stare insieme ad una moglie fredda, ma questa è un’altra storia. La madre fredda che cerca potere, si crea un sacco di aspettative sulla figlia femmina che sta per partorire. Vorrà dominarla. Quando la bimba nascerà, piangerà tra le braccia della madre e cercherà le braccia del padre. Inconsciamente la madre cerchèera allora di sopprimere il suo stesso bisogno di dominare la figlia. Inizierà a esporre un accennato sorriso di 27 circostanza quando la figlia piangerà tra le sue braccia, ma dentro vorrebbe ucciderla. Una bambina nata in questo contesto, avrà fortissima ostilità per tutto il genere femminile e creerà un senso di colpa perchè da un lato desidera fortemente la madre, e dall’altra si sente respinta. Molte lesbiche cercano attraverso l’inversione del loro stesso sesso di autoimporsi relazioni con donne che hanno le modalità maschili e aggressive della propria madre, maniaca del controllo. La cura avviene nel momento in cui la madre originaria decide di smetterla con questa farsa e di ammettere di aver condizionato energeticamente-negativamente sua figlia, da sempre. Fin da prima che lei nascesse, con i suoi pensieri. Ha letteralmente creato dai suoi pensieri qualcosa di negativo. 28 Questa madre deve letteralmente dichiarare che avrebbe il desiderio di uccidere sua figlia. La figlia è schiava di questo schifoso segreto della madre e non avrà mai. Quasi tutta la gente crede di far del bene occultando i propri reali, intensi bisogni. Perchè lo fa? Colpa. Colpa della propria “diversità”. Diversità di cosa? Diversi dalla normalità. Per normale si intende questa specifica norma, non esplicitata ma istintivamente ritenuta giusta. La regola detta che in ogni famiglia: Quando un bimbo nasce, deve essere gia forte e deve aiutare i suoi genitori a sopperire alla mancanza di senso della 29 loro vita. Se non lo fa, allora è un giocattolo difettoso e rotto. Quindi, non è il “fare un figlio” l’errore ma l’esigenza che questo figlio deve sfamare. Il figlio nasce fisicamente con il compito di sfamare l’esigenza della madre. Quello è il compito dei figli. Il “peccato” ripeto, non è nel fare figli o di non aver aspettato il momento perfetto. L’errore è bensi nell’occultare la realtà. Una madre che procrea per sfamare il suo bisogno di potere, diventa ininfluente nelle sorti della figlia quando decide di eslpicitare radicalmente a se stessa (e poi a sua figlia) il vero bisogno per cui ha deciso di rimanere incinta. 30 L’esplicitazione in se, crea un senso di soddisfazione, armonia, sinergia ed allineamento completo nella madre. Questa soddisfazione rilascia sempre potere. Essere noi stessi ci fa sentire potenti. Noi siamo potenti. Sempre. Il problema è la normalità che impone alla gente di misinterpretare le parole, di dare significati insignificanti alle cose. Di essere ipocriti. Qual’è il giusto motivo per fare figli? Sarebbe ipocrita dire “i figli si fanno per regalare l’opportunità ad un frammento di universo, di prendere corpo in forma fisica”. Chi oggigiorno ritiene il mondo, la società e l’universo qualcosa di così stupendo da meritarsi di incarnarsi in nostro figlio? 31 Il problema quindi non è nella motivazione egoistica di fare figli, ma nell’occultare questa natura. A se stessi in primo frangente. Il marito è parte fondamentale di questa colpa. Il marito non ha mai accettato l’egoismo della madre. L’ha condannata lui stesso per prima. Con che diritto? Questa è schiavitù. La normalità fa carneficina. Fa pagare all’umanità le sue regole occulte. Una grande fetta di gente, non riesce a mentire a se stesso. Queste persone percepiscono che c’è qualcosa che non va. Il diavolo non esiste, direbbe il diavolo. Si occulta bene. Non esiste. Non è invisibile, semplicemente non esiste. Eppure vive dentro di noi. Perchè si crea tutto sto casino allora? 32 Ecco i carnefici: “signora normalità”, “signor giusto e signor sbagliato”, “dottor morale”, e infine l’esercito di replicanti che inspiegabilmente (almeno ai miei occhi e al mio cuore), sono nati per sostenere questo sistema schifoso che, per forza di cose, è fortissimo. Nessuna massa libera organizzata potrebbe mai equiparare l’incredibile scorta di risorse economiche, militari e mediatiche che dominano i programmatori occulti di questa falsa moralità che viviamo. Il loro dominio è indistruttibile. Costruito durante migliaia di anni di potere occulto. 33 INSEGUENDO HO TRASUDATO 34 Qualche Metro Dopo Bolla che scoppia dietro 5 vetri opachi, più resistenti dell’avorio. Sopra e sotto i tiranti scendono, con fili di metallo. Ogni scena è rotta. Imperativo. Un disco che fatica a cambiarsi. Questo è il mio allenamento. Sfinimento. Braci roventi, spiaccicate in faccia. L’unisono con chi? Vento che soffi, sogno passato, quando lasci, rilascio guadagno. Costa il gesso, costa la matrice, costa tutto. 35 Poi l’alieno. Il solito alieno, delle budella dagli occhi e piango con lo stomaco, a due chilometri da me. Argh, via da qui è canto d’amore. Il calore ha sciolto il crick. Qualcosa è andata storta e ora, aspetto l’inaspettato con certezza. Qui sei, calore elettrico e ambizioso. Sei qui. 36 La Dura Allenatrice Vieni su, stronzo, è fesso ahahah”. Una sfera sopra, una sfera sotto. Barcollo ma non mollo. Non mollo? Mollo. L’ostilità è poca e scivolo via anche oggi. Lievemente l’eccesso. Vieni su, stronzo, è fesso ahahah”. Lunedì ho.. non posso cazzo. No, no, no, 37 non conti un cazzo! Niente, zero, via cazzo, via. La mia storia è ora organica, il cibo fresco, le lenzuola pulite, che altro? Posso permettermelo. rischio, vado dove lei mi chiama. Ogni passo è un salto, e fa male. Lei dice che sono debole, devo spingere, schiacciare, premere. E poi distruggerò il mondo? Tremo a vedere un bambino a carnevale 38 danzare su un tavolo con un mitra in mano. I genitori ricchi, disinnamorati, nulli e soli, applaudono. Divisi, una sfera sopra, una sfera sotto. Vieni cazzo, vieni”. Sono io quel bambino. Vieni t’ho detto” Sembra una rozza guerriera, forte e virile. Vienii”. Squarcia la sua gola. Salto ancora, stanco di tutto questo. Stanco sopra, morto sotto. Lievemente, solo un centimetro più in la, 39 non riesco ad accorgermi di questi dettagli e il cuore sente, qualcosa di nuovo. Ora salta, bravo, più veloce suu” Vita, vita, vita. La testa risucchia una nuvola, le gambe scaricano un’orgasmo. Lei non c’è. Sono incazzato, posso distruggere il mondo ma perché cazzo, perché? Guardi lui” lei compare. Bella, madre, sorella, amica. Chiede troppo” dico io. Amami” dice lei. 40 Confuso, destato dal tutto, in un attimo crollo a terra. Amami, amami, il mio timpano parla. E’ dolce. Come?” penso. Un alieno nel mio corpo, porta lo stomaco fuori dai miei occhi. Corro, corro tanto, corro caldo, corro cuore, corro tette, corro amore, corro tutto. Mi passa il mondo affianco Vieni su, stronzo”. I suoi occhi pietrificano, 41 la pelle sbiadisce, si guarda attorno. Lo guardo e rallento, lei piange. Grida, spingimi, ammazzami penso, sparami uccidimi, lei piange. Mi sveglio. Il dentifricio sullo spazzolino, le scarpe non so.. eccole. Esco. I suoi occhi, rivedo me, il suo cuore sente. Pazientemente ha atteso. E’ così. Le mie giornate sono con donne, il cuore aperto, 42 la lacrima vicina. Sempre. Pronta a sciogliermi. Il mondo.. non c’è più; oggi corro. Salta, salvami, piango, rido”. L’alieno, con l’intestino fuori dai miei occhi, corre. Sono su una moto veloce, l’aria in faccia e lo zio la guida. Ho paura ma al sicuro godo. Ancora zio, ancora. Ancora zio, ancora”. Sempre nuovi mondi scompaiono e sempre più antiche memorie diventano il mio presente. 43 Chiede di salvare il mondo ora. Stronzo, Sali ahahah. E’ a terra. Stronzetto? Coglioncino? Salii? Ahahah. Come godo a vederlo in tuutta la sua forza. Mondo dei miei coglioni. Ah ah ah. Lei è in un angolo, con la testa tra le mani, sconfortata, ma sotto sotto ride, il suo bambino dispettoso è nato peste e farà strada. 44 Essere Grandi o Nel Castello d’Invidia Soldi, amici, donne, pulizia, viaggi e la notte. Sudare e dimenticare il resto. Sono un bimbo sui libri di storia: <<lui disse e si autoproclamò, vedete come dev’essere fatto?>>. Ti possiedo, cara illusione a me nemica. Mi controlli con l’elogio ma ora controllo io gli altri. Gli ho spinti ad aiutarmi in questo gioco. E’ così che hai giocato con me. Bello avere qui i tuoi pezzi, criminale di guerra, normale è la mia esistenza. Amori di carne e labbra profumate. 45 Vai altrove a cercar giustizia, qui sei ormai mio. Cercala altrove cosicchè di tue braccia espanderò il mio mondo. L’ubriaco bugiardo, dopo aver mangiato il coniglio, divenne cieco. Hai mangiato il coniglio ma tossendo, di traverso dimentichi i tuoi gesti. Chi resta grande, si perde su se stesso questo patimento, chi non lo è mai stato, scampo non ha, il pian terreno è per lui castello d’invidia. 46 47 Tra Tutteddue, Scelgo Tre Ti conosco, i tuoi peli a mezzo tono, il lucido della tintoria, i crateri di emozioni e la fragranza dello sporco di due giorni. La fabbrica di giornali ti sta aspettando e la notte, una telecamera guardava la seta bagnata, tuttoquesto. Poi quel divario tra il spra e il sotto, il cuore all’impazzata, i numeri che piovevano e l’euforia di pensare “forse c’è qualcosa di sbagliato”. 48 Che cosa poteva mancare nella speranza di due storie divise da un fiume? Quel fiume, quel fottuto fiume, perché li, perché li, perché, li? Provai a spostare il confine ma tutto sembrava ricadere li, su quel gradino che non volevo fare. Non volevo perdere cio che avevo, non volevo “o” e non volevo “e”, non volevo numeri o poltrone, neanche una testa scoppiante e lenta. Ogni velocità sembrava una negazione, ogniuna, ogni, singola, velocità. Allora disintossicai il mio corpo da acqua e pietre fino a perdermi nei dettagli. 49 Era un pozzo questa volta, non una pista, un ruscello o un selciato da attraversare. In verticale era la paura a comandarmi e dimenticavo tutto il resto. Poi caddi, ancora scelte, tunnel, distanze, altezze. Cos’è questa distanza, cos’è questa paura? Lunedì carne, martedì pesce, ma il righello centra forse qualcosa con il sole, il mare e le ore? Nomi strani, suoni sgorgati dali. Che senso ha giudicare, pronunciando le frasi del motore? Salgo in macchina, lo stereo scatta una musica, giro le chiavi, 50 l’adrenalina schizza ed in un attimo, sono subito da te, chiunque tu sia adesso. 51 Non Avere Fretta Placati, ascolta la mia storia, porgi il tuo orecchio sul mio cuore e trascrivi cio che senti, poi chiudi gli occhi e corri. Lasciami li, nel mio sorriso, nella ripetizione. Chiama gli architetti di sapienza e i designer di amore, non preoccuparti se piango cercando assurdità nelle bufere, scacciale via e lasciami pur credere che si tratti del caso. 52 Poi lascia che io, aprendo la solita porta, trovi qualcosa di strano nel mio solito mondo. Ti prego, non avere fretta perché, tutto cio che viene con la ruspa, va via col deserto. Troverò lo spazzolino nel posto sbagliato, le scarpe un metro più in la dal solito posto. Lascia che guardando l’abitudine, percepisca un suono nuovo e mi si apra una lacrima. Che senso ha questa lacrima, nel posto sbagliato, nel momento che è tempo, ripetizione e blocco? Stringendo il cuore il castello crollerà, vedrò sorrisi di donne commosse dal mio dolore inconsapevole 53 e i singhiozzi nella mia gola, scandiranno l’incapacità di far ritornare tutto come prima. Adesso il lago caldo di lacrime è ormai un abbraccio d’amore dove contempliamo da lontano, coloro che hanno deciso di allontanarsi pur di non smettere di usarci. Parlo al plurale e non riesco ad amare più ciò che mi ha tenuto in gabbia. Ora freddi sentimenti automatici, rendono inevitabile la noia quando li ascolto. Poi mi volto e centinaia di bimbi mi saltano al collo, donne, mie protettrici, sorridete con la stessa commozione di allora. 54 Ora capisco cosa è successo.. ho solo osato troppo. Ora sei tu a gestire il cambiamento e il mio cuore, è tutto per te, universo meraviglioso che ho sempre avuto. 55 Frammenti di Universo Esiste una voce inseparabile dalle mie orecchie, che lancia una folla di emozioni, ogni volta che canta e.. canta spesso. Questa voce è la voce dell’impotenza, della mania e della disperazione che si uniscono con la speranza l’interesse e quella inremovibile certezza che non mi smuove dal mio cammino, quella sicurezza di trovarmi a metà tra le mani del destino e l’elettricità della sua ambizione. Quante cose incuriosiranno l’interesse che ho in cio che vedo, la lampadina di un papiro di domande sarà sempre accesa 56 nel lampione che illumina la mia voce. Nel palato un’autostrada dorata piange alle note della pioggia gravida di vita che odoro ovunqe. Udirò malinconia baciando la tempesta. Questa è la mia promessa, il mio fatale impegno e niente e nessuno riuscirà mai a strappare la triste eccitazione che bagna il mio stomaco, che fa scattare i nervi ogni volta che mi abbracci. Cambio i miei sogni, prima che loro mi distruggano 57 portando l’orrore del loro mondo, nell’intaccabile pasta di cui sono fatto. Che guerra sia, onirico dell’orrore, scherzi con chi strappa al tuo cuore frammenti d’universo. 58