10.1 L`attentato al World Trade Center di New York.

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10.1 L`attentato al World Trade Center di New York.
L’ATTENTATO
AL WORLD TRADE CENTER
DI NEW YORK
Una cronaca dettagliata direttamente dalla voce dei protagonisti
delle difficili operazioni di intevento.
Anthony L. Fusco* - Comandante del Dipartimento dei Vigili del fuoco del City of New York Fire Department
da Fire Engineering - Pennwell Publishing Co.
Il New York City Fire Department (FDNY) è intervenuto centinaia di volta presso il World Trade Center (WTC), sin dalla sua
inaugurazione nel 1970. Tali interventi hanno riguardato generalmente incendi di piccola entità, oppure falsi allarmi, ma anche incendi rilevanti, come quello verificatosi il 13 febbraio 1975.
Nessuna delle numerose e precedenti esperienze avrebbe potuto prepararci a quanto accadde
il 26 febbraio 1993.
L’attentato dinamitardo al
World Trade Center è stato un
avvenimento di proporzioni immense, il più grande incidente
mai affrontato dai Vigili del fuoco
di New York in 128 anni della loro storia, tanto complesso da costituire in realtà una serie di incendi multipli combinati in uno.
Nei termini di numero di unità dei
Vigili del fuoco intervenute, si
può parlare dell’equivalente di 16
incendi.
Come comandante dell’intervento, posso affermare che è
stato portato a conclusione con
successo grazie all’impegno ed
al coraggio dei Vigili del fuoco in * ANTHONY L. FUSCO è comandante
del Dipartimento dei Vigili del fuoco e
presta servizio da 33 anni presso il City
of New York (NY) Fire Department. Ha
ricoperto il ruolo di comandante delle
operazioni di intervento in occasione
dell’attentato dinamitardo al World Trade
Center.
tervenuti. Le statistiche sono infatti sconcertanti: sei persone sono morte e 1.042 sono rimaste
ferite. Tra i feriti, 15 persone
hanno subito danni causati
dall’esplosione stessa. Circa 20
persone hanno sofferto di problemi cardiaci, mentre 30 donne incinte sono state tratte in salvo.
Sono rimasti feriti anche 88 Vigili
del fuoco (uno dei quali ha dovuto essere ricoverato in ospedale), 35 agenti di Polizia ed un
operatore dell’EMS, il servizio di
emergenza sanitaria.
Si stima che circa 50.000 persone siano state evacuate dal
complesso del WTC e quasi
25.000 persone da ognuna delle
due torri. I centralinisti dei Vigili
del fuoco hanno ricevuto oltre
1.000 chiamate telefoniche, la
maggior parte delle quali riguardava vittime intrappolate ai piani
superiori delle torri. Nei due edifici, la ricerca e l’evacuazione è
stata completata in circa 11 ore
dall’inizio dell’intervento.
Tutto è cominciato con una
bomba alla nitrourea da oltre
1.000 libbre, unità a bombole di
idrogeno aggiunte per incrementarne gli effetti distruttivi, che è
stata fatta esplodere nell’ormai
famoso furgone giallo della Ryder Econoline, al piano B-2 del
parcheggio, provocando danni e
distruzione ai sette livelli dell’autorimessa-parcheggio, sei dei
ANTINCENDIO febbraio 1996
quali sotterranei. Il cratere a forma di L provocato dall’esplosione al livello B-2 era profondo 130
piedi e lungo 150. L’ e p i c e n t r o
dell’esplosione è stato localizzato sotto l’angolo nord est del Vista Hotel. I Vigili del fuoco di
New York sono intervenuti con
84 autopompe, 60 carri polisoccorso, 28 comandanti di battaglione, 9 comandanti aggiunti, 5
squadre di soccorso ed altre 26
unità speciali (che rappresentano
quasi il 45% del personale del
FDNY in servizio). Le unità dei
Vigili del fuoco sono rimaste presenti sul luogo dell’intervento per
ben 28 giorni.
L’inizio delle operazioni
A Manhattan, durante l’ora di
pranzo del 26 febbraio, nevicava.
La temperatura si aggirava intorno ai 20 gradi Fahrenheit. Alle
ore 12.18 una violenta esplosione ha fatto tremare il complesso
del World Trade Center.
I Vigili del fuoco dell’autopompa 10 e dell’autoscala 10, situate
in una caserma di fronte al complesso del WTC sulla Liberty
Street, hanno sentito il rombo
dell’esplosione e sono intervenuti
immediatamente, avvertendo
dell’incidente e della propria
azione i centralinisti del FDNY di
Manhattan.
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ATTENTATO
A NEW YORK
Contemporaneamente, i centralinisti di Manhattan hanno ricevuto nel proprio ufficio numerose
chiamate. Dalle prime indicazioni, abbiamo pensato che l’esplosione fosse stata provocata da
un trasformatore posto nelle vicinanze del Vista Hotel. Tuttavia,
dal numero di chiamate ricevute
e dai primi rapporti comunicati
dalle unità recatesi sul posto, il
“normale” intervento di due autopompe, due carri polisoccorso ed
un ufficiale, non appariva più sufficiente. Sono state così inviate,
per rinforzo, un’altra autopompa
e la squadra di soccorso 1
all’area 69.
La prima autopompa, giunta
sul posto insieme alla prima autoscala (entrambe contrassegnate dal numero 10), si sono trovate di fronte i classici segni di
esplosione di trasformatore: denso fumo nero che saliva alla superficie dal sottosuolo del WTC
attraverso le porte dell’autorimessa posta sul lato dell’edificio
della West Street. Tuttavia, una
cosa ha attirato subito l’attenzione: le porte dell’autorimessa sotterranea erano deformate. Il tenente dell’autoscala 10 ha ordinato di aprire le porte deformate
dell’autorimessa, con delle seghe a motore per permettere
l’accesso ed una migliore ventilazione.
Trovandosi ad affrontare un
apparente incendio in atto, la
squadra dell’autopompa 10 ha
trasmesso il codice 10-75 (corrispondente proprio ad un incendio in corso). Questa comunicazione ha determinato l’arrivo di
un ufficiale aggiunto del 2° Battaglione ed uno della 1° Divisione.
Nelle normali procedure operati74
ve, le prime unità a giungere sul
luogo dell’intervento proseguono
le operazioni della stazione di
Polizia/servizio antincendio
dell’Autorità Portuale (PA) al piano B-1, allo scopo di determinare
la posizione dell’incendio. Tuttavia, a causa dei danni subiti dalle
strutture, ciò non è stato possibile. Inoltre, sia l’autoscala, l’autopompa 10 e il 1° Battaglione erano equipaggiati di radio ricetrasmittenti sintonizzate sulle frequenze della Polizia Portuale.
Parte dei Vigili del fuoco sono
entrati nell’edificio attraverso le
rampe dell’autorimessa ed hanno incontrato persone in fuga, alcune delle quali ferite. Una volta
giunti all’interno, si sono resi immediatamente conto che non si
trattava di un incendio di trasformatore: i danni erano troppo elevati ed era evidente che la causa
fosse da attribuire ad una esplosione nell’autorimessa.
Anche il comandante John Casey del 1° Battaglione si era accorto che non si trattava di un
problema di trasformatore. Nella
sua auto di servizio la radio della
Polizia dell’Autorità Portuale ha
dato l’annuncio di un’esplosione
e in seguito l’autopompa 10 ha
confermato, comunicando di
avere rilevato gravi danni all’interno dell’autorimessa. Al suo arrivo, Casey ha notato il denso fumo che si levava dal livello
dell’autorimessa e lo ha comunicato alle 12.24, trasmettendo il
codice 10-76 (relativo ad un incendio in corso in edificio a molti
piani). Codice che ha determinato l’invio di un’altra autopompa,
di due autoscale, della squadra
di soccorso n. 3, dell’unità preposta alle comunicazioni durante
ANTINCENDIO febbraio 1996
l’intervento (FieldCom), dell’unità
equipaggiata con maschere e
autorespiratori (MSU) e dell’autopompa 3, attrezzata per gli incendi in edifici a molti piani. Oltre
ai mezzi sopra citati, è stata anche inviata un’unità per gli interventi comprendenti materiali pericolosi.
Oltre al codice 10-76, sono
scattati anche gli allarmi corrispondenti ad altre due aree operative dell’intervento (9031 e
9032), allo scopo di ottenere dei
mezzi supplementari, necessari
per i potenziali (tuttavia tipici)
problemi di traffico durante le ore
del giorno. Le unità supplementari richieste, costituite da una
autopompa, un carro polisoccorso ed un ufficiale di comando,
sono arrivate da Brooklyn, attraverso il Brooklyn Battery Tunnel,
mentre altrettanti mezzi ed un ufficiale dello stesso grado si sono
diretti sul posto attraversando il
Manhattan Bridge.
Secondo le indicazioni, l’esplosione ed il conseguente incendio
sembravano essersi verificati
sotto il Vista Hotel. Casey ha
preso il comando e ha stabilito il
proprio quartier generale delle
operazioni di intervento di fronte
all’hotel su West Street. Quasi
immediatamente, appena dopo il
suo arrivo, è arrivata la notizia
che l’atrio della Torre 1 si stava
riempiendo di fumo e che numerose persone si trovavano intrappolate nei piani sotterranei. Casey ha così trasmesso un secondo segnale di allarme, corrispondente all’area di intervento 69
(problemi che si stavano evidenziando all’interno del Vista Hotel)
alle 12.27 ed un terzo, sempre
corrispondente all’area 69, alle
ATTENTATO
A NEW YORK
12.30.
Il FDNY ha assegnato numeri
specifici a determinate aree operative degli edifici di importanza
rilevante. Nel caso del WTC, il
numero 8084 è assegnato alla
Torre 1, mentre il numero 8084
corrisponde alla Torre 2. Dal momento che questo incidente ha
avuto origine al Vista Hotel, il
segnale di allarme inizialmente
lanciato corrispondeva alla strada. Mano a mano che l’intervento si rendeva più difficoltoso ed
appariva sempre più evidente il
coinvolgimento delle torri, sono
stati inviati segnali di allarme
corrispondenti a quelle aree,
contrassegnate dai numeri 8084
e 8087. I centralinisti del centro
comunicazioni di Manhattan
hanno iniziato a ricevere una valanga di chiamate per i problemi
legati alla presenza di fumo e di
persone intrappolate nella Torre
1. Così è stato trasmesso un allarme iniziale corrispondente
all’area 8084 alle ore 12.29.
Il comandante aggiunto Robert
Beier è giunto sul posto e ha
tentato di accedere alla stazione
antincendio del piano B-1. Oltre
a trovare l’autorimessa completamente invasa dal fumo, la Polizia gli ha comunicato che la suddetta stazione antincendio era
stata seriamente danneggiata.
Minuto dopo minuto l’intervento
diventava sempre più complesso. Dopo essersi reso conto che
una vasta area del complesso
WTC era coinvolta nell’incidente,
alle ore 12.37, Beier ha trasmesso un quarto allarme corrispondente alla zona 69. Egli conti-
Una panoramica del complesso del World Trade Center
Informazioni fornite dall’Ufficio Tecnico per la gestione dei rischi dell’Autorità Portuale
Il World Trade Center (WTC) è di proprietà dell’Autorità Portuale (Port Authority, PA) di New York e del New Jersey, dalla quale è inoltre gestito. Fu progettato e costruito dalla PA per essere la sede del commercio internazionale nell’ambito della regione di New York/New Jersey. Il WTC si trova su di un’area di 16 acri nella parte bassa di
Manhattan. Il complesso è formato da due torri adibite ad uffici dell’altezza di 110 piani (WTC 1 e 2), un hotel di
lusso di 22 piani (WTC 3), due edifici di nove piani adibiti ad uffici (WTC 4 e 5), uno stabile di otto piani sede
dell’autorità doganale americana (WTC 6) ed un altro edificio di 47 piani sempre adibito ad uffici (WTC 7). Tutti e
sette gli stabili hanno sbocchi sia sulla piazza di 5 acri che sulle strade cittadine limitrofe. Il complesso è delimitato
dalla West Street a ovest, dalle Vesey e Barclay Street ad est e dalla Liberty Street a sud. Il centro commerciale
del WTC, situato direttamente sotto la piazza, è il più grande centro commerciale coperto in quell’area di Manhattan e la più grande superficie pedonale interna del complesso.
Il complesso del WTC contiene oltre 12 milioni di piedi quadrati di superficie per uffici. Ognuno dei 110 piani ha
le dimensioni di circa un acro (40.000 piedi quadrati) e non è ostruito da colonne per permettere la massima flessibilità nella disposizione degli uffici stessi. La Torre 1 (Torre Nord) è alta 1.368 piedi e sulla sua cima è montata una
antenna televisiva commerciale da 351 piedi. La Torre 2 (Torre Sud) è invece alta 1.362 piedi. Il WTC 3, il Vista
Hotel, si erge per 265 piedi sul livello stradale e conta 821 stanze. Il WTC 4, noto come Southeast Plaza Building,
ha nove piani, è alto 119 piedi ed ha una superficie utilizzabile di 600.000 piedi quadrati. Il WTC 5, il Northeast
Plaza Building, ha nove piani per un’altezza di 119 piedi ed uno spazio utilizzabile di 700.000 piedi quadrati. Il
WTC 6 ospita gli uffici della dogana della regione metropolitana di New York/New Jersey, è alto 130 piedi per otto
piani con una superficie di 800.000 piedi quadrati di spazio. Il WTC 7 è alto 634 piedi per 47 piani di uffici. L’intero
complesso è dotato di 256 ascensori e 72 scale mobili.
Circa 60.000 persone lavorano all’interno del complesso del WTC ed altri 90.000 visitatori (tra turisti e uomini
d’affari) transitano quotidianamente all’interno del centro, nel quale si trovano 450 aziende ed organizzazioni di vario genere, dal settore commerciale a quello governativo, anche straniere, impegnate in attività di commercio internazionale come import, export, spedizioni di merci, mediazioni doganali, finanziarie, assicurative e di trasporti. Il
WTC è inoltre sede per Manhattan dell’Autorità Portuale di New York e New Jersey (Port Authority of New York
and New Jersey).
Il complesso è servito da vari mezzi di trasporto pubblico. La New York City Transit Authority fornisce servizi diretti di metropolitana per mezzo delle linee IRT, BMT e IND; il servizio di autobus è disponibile da diversi punti situati nelle strade limitrofe. La Port Authority Trans Hudson o PATH, fornisce un servizio ferroviario diretto con Hoboken, Jersey City, Harrison e Newark, New Jersey. Un servizio di traghetto è inoltre disponibile da Hoboken al limitrofo World Financial Center.
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ATTENTATO
A NEW YORK
nuava inoltre a ricevere notizie
di persone intrappolate nella
Torre 1 e inviava quindi, in
quell’area e ai livelli sotterranei,
mezzi ed uomini di rinforzo, tentando anche di razionalizzare al
massimo l’impiego degli uni e
degli altri. Un secondo allarme,
per l’area 8084, è stato trasmesso alle ore 12.29 dal vice comandante aggiunto Kenneth
Cerreta, per la zona sud di
Manhattan, che è arrivato poco
dopo Beier ed ha assunto il comando delle operazioni. Il cercapersone del comandante del dipartimento di New York ha iniziato a suonare incessantemente per ognuno degli allarmi supplementari: questo era il “Big
One”.
Da quel momento tutti i comandanti e gli ufficiali che si
trovavano sul posto hanno preso
coscienza dell’entità dell’intervento: un grande incendio stava
bruciando i piani sotterranei,
molte persone erano ferite ed intrappolate a causa dell’esplosione, le comunicazioni nel complesso del WTC si erano interrotte, il fumo stava riempiendo la
Torre 1 ed il Vista Hotel. I Vigili
del fuoco, intanto, organizzavano attivamente le operazioni di
spegnimento e di soccorso.
Cerreta, che riceveva numerose comunicazioni riguardanti
problemi dovuti alla presenza di
fumo nella Torre 1, ha inviato
una squadra per effettuare sopralluoghi e chiarire le cause di
questo problema. I Vigili del fuoco gli hanno allora comunicato la
presenza di un fumo denso
nell’atrio e nelle aperture verticali, scale e ascensori compresi.
Inoltre, gli occupanti stavano ab78
bandonando l’edificio da soli ed
alcuni di essi, ai piani superiori,
rompevano i vetri delle finestre.
Il vice comandante Donald
Burns, a capo delle operazioni, è
arrivato poco dopo dal Comando
Generale dei Vigili del fuoco e si
è recato direttamente alla Torre
1, facendovi installare un posto
di comando settoriale.
Io sono giunto al posto di comando alle 12.48. Il fumo usciva
dalle porte dell’autorimessa del
Vista Hotel e le finestre dell’atrio
della Torre 1 erano annerite dal
fumo. La radio del dipartimento
aveva dato notizia dell’esplosione di un trasformatore, un’informazione senza conferma. Gli
unici fatti noti riguardavano
l’esplosione, persone ferite, un
incendio di grandi proporzioni
che bruciava ad un livello (o a
più livelli) del sottosuolo, la presenza di una notevole quantità
di fumo ed il coinvolgimento di
tre edifici di enormi dimensioni.
Ordinarono al vice comandante Steven De Rosa della 3a Divisione di stabilire un comando di
settore presso il Vista Hotel.
Personalmente ero preoccupato del pericolo presente direttamente sopra la zona dell’esplosione e dell’incendio. Dopo aver
elaborato una valutazione complessiva, ho chiesto a Cerreta se
fosse in grado di determinare
l’entità dell’intervento, cosa stava bruciando esattamente e cosa era accaduto. E, dopo breve
tempo, il comandante Burns mi
comunicava che grandi quantità
di fumo stavano entrando nella
Torre 1, che la parete divisoria o
la compartimentazione, originariamente posta tra la torre e la
zona dell’incendio, era stata diANTINCENDIO febbraio 1996
strutta dall’esplosione. Era questa la ragione per cui la diffusione del fumo non poteva essere
fermata. Era già evidente, sin
dai primi momenti dell’intervento, che sarebbe stato necessario
un grande impiego di forze per
fare fronte alle operazioni. Veniva dunque lanciato un quinto allarme relativo all’area 69 alle
12.54.
Contattai, a quel punto, Cerreta e gli ordinai di abbandonare la
sua missione di perlustrazione e
di prendere il comando delle
operazioni di spegnimento nei livelli sotterranei. Era chiaro che,
in mancanza della capacità di
controllare il fumo, le fiamme dovevano essere spente il più presto possibile. Lo spegnimento
dell’incendio sarebbe stata la
chiave per stabilizzare la situazione e per proteggere le vite
delle persone che si trovavano
ancora all’interno degli edifici al
di sopra di esso. Mano a mano
che i mezzi antincendio arrivavano sul posto venivano inviati nei
settori che necessitavano di aiuto e di rinforzi.
Un vigile del fuoco è disperso
Nello stesso momento in cui il
comandante Burns ha avvertito
della mancanza di una parete
nel Vista Hotel, il vice comandante Eugene Dockter, che con
il pari grado Ralph Palmer aveva
assunto il comando del settore
del Vista Hotel, ha comunicato
che un Vigile del fuoco era disperso. Si credeva, con grande
preoccupazione, che fosse caduto in una voragine (il cratere
provocato dall’esplosione).
ATTENTATO
A NEW YORK
Il vice comandante De Rosa, il
capo battaglione Richard Rewkowski, l’unità 1, una squadra di soccorso, due autoscale e tre autopompe sono state quindi incaricate
di occuparsi di questa operazione.
Più tardi, è stato rinvenuto il Vigile
del fuoco Kevin Shea della squadra di soccorso 1 che, nel tentativo
di raggiungere le vittime rimaste intrappolate, era precipitato in un
cratere. La gravità delle sue ferite
ha però richiesto un intervento chirurgico d’urgenza.
Nel frattempo, il posto di comando aveva ricevuto notizia
della presenza di fumo nella Torre 2 e del fatto che numerose
persone, nel tentativo di abbandonare l’edificio, erano rimaste
intrappolate negli ascensori. Gli
ufficiali Robert Manson e Joseph
Mills hanno istituito dei comandi
di settore presso la Torre 2.
Il comando dell’intervento
Dopo l’istituzione di un punto di
comando presso la Torre 2, l’intera struttura per il coordinamento ed il controllo delle operazioni
di intervento era solidamente
stabilita. L’area dell’intervento
era stata suddivisa in tre settori
principali, la Torre 1, la Torre 2
ed il Vista Hotel e due settori
operativi secondari, rappresentati dal salvataggio del Vigile del
fuoco Shea e le azioni di spegnimento e di ricerca nei piani sotterranei. Successivamente, allo
scopo di assicurare una ricerca
completa in tutti gli edifici e nella
zona del viale di accesso, sarebbero stati aggiunti altri settori
operativi.
I comandanti dei vari settori, in
effetti, hanno gestito autonomamente le proprie operazioni di intervento e provveduto a suddividere le zone d’azione in porzioni
dalle dimensioni più facilmente
controllabili ed in settori secondari, affidandoli ai propri ufficiali.
Ogni settore ha dato comunicazione dei propri progressi, problemi e necessità al posto di comando principale e quest’ultimo
ha fornito il personale e l’equipaggiamento, lo sviluppo di nuove strategie operative, messe poi
in pratica dai comandi di settore.
In tale modo si è tentato di assicurare una buona condizione di
sicurezza per i soccorritori, soddisfacendo allo stesso tempo le
necessità operative mediante il
costante miglioramento della
strategia di comando.
Il mio impegno, come comandante in capo dell’intervento,
consisteva nel tenere sotto controllo la posizione delle squadre
impegnate e nel seguire i progressi ottenuti durante l’intervento. Allo scopo di registrare le posizioni delle varie squadre, ho
utilizzato il pannello di controllo
dell’unità equipaggiata per le comunicazioni (FieldCom). In questa operazione sono stato coadiuvato da due comandanti ed
un ufficiale in forze al suddetto
mezzo. Nello stesso tempo, altro
personale assegnato a questa
unità ha istituito dei centri operativi sul campo, ha monitorato le
comunicazioni via radio e, via ricetrasmittente, trasmesso bollettini dei progressi operativi e mantenuto un tabellone relativo alla
logistica dell’intervento. Sia la logistica che l’allestimento dei soccorsi sono stati compiti di grandi
proporzioni e mentre il primo funANTINCENDIO febbraio 1996
zionario aggiunto (ora in carica)
William Feehan ha diretto la logistica, il vice comandante aggiunto Donald Ruland si è occupato
dell’allestimento dei soccorsi, dislocando l’incredibile numero di
unità operative che si trovavano
già sul posto o che stavano ancora affluendo verso di esso.
Al vice comandante aggiunto
Elsworth Hughes è stato affidato
il compito di ufficiale di collegamento. Il posto di comando era
affollato di rappresentanti delle
varie autorità, compreso l’Office
of Emergency Management (la
task force operativa per le emergenze della città), la Polizia, il
New York City EMS, i dirigenti
tecnici e di gestione dei rischi
dell’Autorità Portuale, la Consolidated Edison (Con Ed, una società elettrica locale) e molte altre organizzazioni. In molte occasioni, i Vigili del fuoco hanno lavorato a stretto contatto con il
personale di altre organizzazioni.
Hanno, ad esempio, collaborato
con i tecnici della società elettrica locale per bloccare l’erogazione del gas, con l’Interstate Transportation Department per effettuare verifiche ai binari dei treni
PATH, situati al livello B 6, con i
tecnici di varie organizzazioni allo scopo di stabilire strategie e
procedure per la prevenzione di
potenziali esalazioni di amianto
e, fatto ancor più rilevante, con la
Polizia ed il personale sanitario
dell’EMS, per effettuare salvataggi e prestare le prime cure
mediche alle vittime.
Consapevoli della condizione
disagiata provocata dalla presenza di un eccessivo numero di persone che tentavano di accedere
al posto di comando, e della neve
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ATTENTATO
A NEW YORK
che cadeva fitta, abbiamo deciso
che era necessario cercare un
luogo più sicuro. E’ stata perciò richiesta e velocemente montata
una grande tenda, che da quel
momento è stata utilizzata per
ospitare il posto di comando.
Un notevole ostacolo alla capacità di rafforzare il controllo
dell’intervento è stato rappresentato dalle comunicazioni in loco
del Dipartimento dei Vigili del
fuoco. Sin dall’inizio le comunicazioni hanno costituito un grave
problema. Con la presenza di
156 unità e 31 ufficiali operativi
su un tale intervento, grande era
la difficoltà di tenere sotto controllo le frequenze delle comunicazioni delle radio portatili. In
quell’occasione sono stati utilizzati due canali di comando ed un
canale tattico e, in molti casi, i
comandanti di settore hanno fatto uso di portaordini per comunicare con il comandante dell’intervento.
In genere, i problemi erano
causati da uno o più dei seguenti
fattori:
- la quantità di personale che utilizzava i canali;
- un numero insufficiente di canali rispetto alle aree operative;
- problemi di distanza - perdita di
messaggi;
- la struttura degli edifici interrompeva i segnali;
- l’impossibilità di contattare il
personale di altre organizzazioni.
Molti impiegati che si trovavano nelle torri gemelle hanno avuto accesso a telefoni funzionanti,
tanto che il numero di emergen-
Caratteristiche rilevanti della struttura di comando
za 911 (un ufficio facente parte
del centro per le comunicazioni
del Dipartimento di Polizia, che
inoltra le chiamate relative ai Vigili del fuoco) e l’Ufficio per le comunicazioni di emergenza del
FDNY hanno ricevuto oltre 1.000
chiamate. Gli appelli di emergenza sono stati inoltre ricevuti anche da quattro altri uffici appositi
della zona, oltre che dal quartier
generale dei Vigili del fuoco di
Brooklyn.
Mano a mano che venivamo
raggiunti da queste richieste di
aiuto attraverso l’unità FieldCom,
le hanno inoltrate al posto di comando e per ognuna di esse sono stati presi specifici provvedimenti operativi. Insieme allo staff
del posto di comando, si è determinato il modo in cui dare priorità
alle chiamate in base all’emergenza/gravità delle comunicazioni e alla disponibilità delle risorse
disponibili.
Comandante del Dipartimento dei Vigili del fuoco
Il quadro diventa più chiaro
Ufficio gestione
Sicurezza
emergenze
Condizione e stato
Media
delle risorse
Comunicazioni
Sicurezza
Documentazione
Logistica
Gestione
degli uomini
Equipaggiamento
di sicurezza
Torre 1
Hotel Vista
Torre 2
Incendio
82
Aree sotterranee
Salvataggio del Vigile
del fuoco Shea
ANTINCENDIO febbraio 1996
Mentre lavoravo per stabilire il
comando ed il controllo delle
operazioni, sono iniziate ad affluire le comunicazioni dei comandanti di settore. Mi sono cosìreso conto della reale entità
dell’intervento.
In breve tempo ero venuto a
sapere che:
- i sistemi di allarme antincendio
e di comunicazione pubblica
del complesso erano fuori uso;
- la stazione interna antincendio
del Dipartimento di Polizia era
fuori uso;
- il sistema delle tubazioni del
complesso era stato danneggiato a causa della distruzione
ATTENTATO
A NEW YORK
subita dalla parte di tubature
che si trovavano ai piani inferiori, ma alcune parti di esso,
in certe zone, potevano ancora
essere utilizzate da parte di alcune unità;
- il sistema automatico sprinkler
era fuori servizio nell’area
dell’esplosione e dell’incendio;
- molte parti importanti dell’impianto elettrico della Torre 1,
della Torre 2 e del Vista Hotel
erano fuori uso;
- i generatori di emergenza, situati al piano B-6, avevano subito gravi danni ai sistemi di
r a ffreddamento ad acqua a
causa dell’esplosione. Avevano funzionato per circa 20 minuti, poi si erano bloccati a
causa del surriscaldamento;
- un soffitto in cartongesso della
stazione della metropolitana al
piano B-5 era crollato a causa
dell’esplosione;
- il fumo si stava diffondendo in
molte aree del Vista Hotel, della Torre 1 e della Torre 2;
- i soccorritori stavano rimuovendo numerosi feriti sia dai piani
superiori che inferiori del complesso;
- era necessario effettuare una
evacuazione di notevole entità,
dopo che 50.000 persone avevano abbandonato da sole la
zona, non c’era alcuna possibilità di ritorno, non senza un sistema di comunicazione eff iciente;
- il potenziale numero di persone
intrappolate negli ascensori
era elevato ed i miei sospetti in
materia erano supportati dalla
quantità di salvataggi già effettuati.
Utilizzando tutte queste preziose informazioni, ero in grado di
ampliare l’entità delle operazioni
di soccorso e di soddisfare le
esigenze strategiche dell’intervento. Con un terzo allarme simultaneo, venivano richieste 40
autopompe e autoscale di rinforzo da Brooklyn. Ciò è stato fatto
per evitare di smantellare le unità
di Manhattan, ma anche per ottenere rapidamente un grande numero di unità sul luogo dell’intervento. Nel corso delle ore successive, svariati allarmi supplementari e chiamate speciali sarebbero stati trasmessi per soddisfare la sempre crescente necessità di personale di soccorso.
Non è stato richiesto mutuo
soccorso da parte del FDNY. Alcune unità del New Jersey ed
anche della zona nord dello stato
di New York sono intervenute
con le proprie attrezzature ed as-
sistenza volontariamente.
Operazioni di intervento
Entro un’ora dal mio arrivo sul
luogo dell’intervento, il salvataggio del vigile del fuoco Shea era
stato portato a compimento e gli
incendi presenti nell’area sotterranea erano sotto controllo. La
nostra priorità era adesso rappresentata dai sopralluoghi da
effettuare nei piani sotterranei,
dalla ricerca e dall’evacuazione
delle torri e dell’hotel, da una valutazione dei danni e della stabilità delle strutture delle aree sotterranee, questi ultimi elementi di
grande importanza per l’incolumità del personale impegnato
nelle operazioni di intervento in
quelle aree specifiche.
Posto di comando settoriale - VVF
Comando Torre 1
Collegamento
Risorse
Tabellone di controllo
del comando
Tecnici addetti
EMS soccorso
agli ascensori
medico
Ingegneri
Dispiegamento
dell’autorità portuale
mezzi
Comandante
Comandante
Comandante aggiunto
aggiunto
aggiunto
Ricerca e recupero
piani da 1 a 50
piani da 51 a 110
Zona sicura
Capo battaglione - piani
Capo battaglione - piani
da 1 a 20 - 10 unità
da 50 a 70 - 8 unità
Capo battaglione - piani
Capo battaglione - piani
da 21 a 40 - 8 unità
da 70 a 90 - 8 unità
Capo battaglione - piani
Capo battaglione - piani
da 40 a 50 - 8 unità
da 90 a 110 - 8 unità
ANTINCENDIO febbraio 1996
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ATTENTATO
A NEW YORK
I danni provocati dall’esplosione
di Steven C. De Rosa*
Gli effetti dell’esplosione al World Trade Center sono stati gravi.
LIVELLO DELLA PIAZZA (tre piani al di sopra dell’esplosione)
- Una sezione in calcestruzzo armato del diametro di 100 piedi quadrati è stata sgretolata e sollevata.
LIVELLO DELL’ATRIO (due piani al di sopra dell’esplosione)
- Una voragine di 400 piedi quadrati si è aperta in una sala da pranzo/riunioni vicino alla Liberty Ballroom del Vista
Hotel.
- I vetri delle finestre e la parete divisoria tra il Vista Hotel e la Torre 1 al livello dell’atrio sono andati in mille pezzi
a causa dell’esplosione, la quale ha creato un passaggio per il fumo, che ha così potuto diffondersi dal Vista Hotel alla Torre 1.
- Parte del solaio in gesso e cartongesso sopra la voragine è crollato.
LIVELLO B-1 (un piano sopra l’esplosione)
- Una voragine di 5.000 piedi quadrati si è aperta su di una rampa che porta all’autorimessa sottostante.
- Il centro di comando e comunicazioni dell’Autorità Portuale è stato pesantemente danneggiato e reso inutilizzabile.
- Le pareti ed i soffitti sono stati gravemente danneggiati.
- Gli ascensori hanno subito danni.
- Sette colonne di acciaio hanno subito danni e sono rimaste prive di sostegno laterale.
LIVELLO B-2 (piano stradale)
- Un cratere a forma di L, delle dimensioni di 130 piedi per 150 nel suo punto massimo, si è aperto, facendo crollare cemento armato e detriti sui piani sottostanti.
- Almeno nove colonne in acciaio sono state gravemente danneggiate e sono rimaste senza sostegno laterale.
- Molte pareti sono crollate, compreso un blocco di muro adiacente all’area dell’esplosione nel cui crollo sono rimasti uccisi cinque dipendenti del WTC.
- Le porte e le pareti dei vani corsa degli ascensori nella Torre 1 hanno subito gravi danni.
- Circa 200 autovetture sono state danneggiate totalmente o in parte, molte delle quali sono state trovate in fiamme.
- Le linee primarie della corrente elettrica sono state danneggiate.
- Le porte e le pareti dei vani scala hanno subito gravi danni
- Alcune tubazioni sono state danneggiate.
- Il sistema sprinkler installato nell’area dell’esplosione è andato distrutto.
LIVELLI B-3, B-4, B-5 e B-6 (al di sotto dell’esplosione)
- Una massa di detriti provocati dall’esplosione si è sparsa attraverso uno squarcio in tre livelli della struttura (dal
livello B-3 al B-5), cadendo sulle apparecchiature di refrigerazione al livello B-5.
- Un soffitto della stazione ferroviaria PATH, al livello B-5, è crollato.
- Una tubazione del diametro di 24 pollici per l’approvvigionamento idrico, che collega il fiume Hudson agli apparecchi di condizionamento dell’aria ed altre apparecchiature di refrigerazione/aria condizionata di minori dimensioni sono state danneggiate.
- Le tubazioni dell’acqua per i generatori di emergenza sono state danneggiate al livello B-6.
Steven C. De Rosa, da 29 anni nel City of New York (NY) Fire Department, è comandante aggiunto della Divisione 3 nella zona
centrale di Manhattan, nella quale presta servizio da 10 anni. Ha messo a punto numerose procedure di intervento per i Vigili del
fuoco, comprendenti anche le tattiche operative necessarie alle operazioni in edifici a numerosi piani.
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ANTINCENDIO febbraio 1996
ATTENTATO
A NEW YORK
Valutazione dei danni e dei rischi
In seguito all’utilizzo di un’illuminazione di emergenza da parte dei Vigili del fuoco è stato possibile valutare l’entità e la gravità
dei danni nell’area sotterranea. Il
livello B-2 che circondava il piano al livello stradale era andato
completamente distrutto. Le tubazioni e le condotte erano state
spezzate come ramoscelli. Le
pareti in muratura ed il solaio in
calcestruzzo armato si erano
frantumate in mille pezzi, mentre
le automobili si erano ribaltate
come giocattoli. Le colonne in
acciaio erano danneggiate e tuttavia continuavano a reggere.
Un ufficiale è stato così incaricato di verificare ed accertare la
stabilità della struttura crollata e,
coadiuvato da un gruppo di ingegneri dell’Autorità Portuale, ha
effettuato una serie di sopralluoghi. L’esplosione ha danneggiato
quattro dei sette alimentatori
elettrici in uso, provocando un’interruzione nel funzionamento dei
sistemi di protezione antincendio
ed una sporadica mancanza di
energia elettrica in tutto il complesso. Per una serie di motivi,
troppo numerosi per essere integralmente citati, il comando dei
Vigili del fuoco non ha mai fatto
richiesta di interruzione definitiva
della corrente elettrica. L’intera
circolazione ferroviaria della zona è stata bloccata ed al personale antincendio è stato comunicato di operare con cautela nelle
aree sotterranee. Per ragioni che
mi sono sconosciute, l’energia
elettrica è stata tolta completamente alle 1.30 circa. Si è stabilito poi che le operazioni di intervento nei piani sotterranei pote-
vano continuare nei limiti di sicurezza ragionevoli, ma la possibilità di un altro crollo era sempre
presente.
I piani sotterranei
In presenza di tali gravi danni
ai piani interrati - i detriti raggiungevano un’altezza di diversi
metri - le operazioni di ricerca e
di sopralluogo sono state condotte in condizioni molto difficili e
pericolose. L’ufficiale Cerreta si è
occupato della supervisione alle
ricerche, effettuate con la protezione di manichette di copertura.
Il personale dell’Autorità Portuale ha collaborato a tali operazioni, rilevando la presenza di
una probabile vittima nelle aree
di servizio occupate al livello B-2,
sotto il Vista Hotel e la Torre 1.
L’esplosione ha distrutto una parete divisoria tra l’autorimessa e
quest’area di servizio (demolita,
si è scoperto in seguito, da una
trave di sostegno in acciaio scagliata contro di essa dall’incredibile forza prodotta dall’esplosione). Un’attiva operazione di ricerca è stata concentrata in questa
zona ed i corpi di quattro vittime
sono stati rinvenuti e rimossi dai
Vigili del fuoco e portati in un obitorio provvisorio allestito all’interno del Vista Hotel. I corpi di cinque delle sei vittime di questo attentato sono stati rimossi entro le
prime due ore (una vittima è stata rinvenuta dai Vigili del fuoco
su una rampa all’inizio delle operazioni di intervento). La sesta
vittima è stata invece trovata tra
le macerie da alcuni agenti di
Polizia, durante alcuni sopralluoghi di indagine condotti 17 giorni
più tardi.
ANTINCENDIO febbraio 1996
I Vigili del fuoco hanno estratto
dalle macerie 16 civili intrappolati
in uno spogliatoio vicino all’epicentro dell’esplosione, localizzato e tratto in salvo persone rimaste in una stanza sospesa pericolosamente sopra il cratere, salvato persone cadute nel cratere
ed hanno inoltre effettuato intense ricerche nell’area dello scoppio, recuperando un grande numero di feriti.
In totale, al fine di spegnere le
fiamme, effettuare salvataggi, ricerche, recuperi e dare supporto
logistico ai piani sotterranei, sono state impiegate 71 squadre.
Operazioni in superficie
La grande quantità di fumo
sprigionatosi prima dello spegnimento delle fiamme ha costituito
un grave ostacolo per le operazioni di intervento. A causa della
distruzione delle porte dell’ascensore del livello B-2, dello squarcio
nella sala conferenze del Vista
Hotel, della parete divisoria in vetro tra l’hotel e la Torre 1 andata
in frantumi, delle porte aperte a
tutti i piani dagli occupanti in fuga
- e con l’effetto camino in atto - la
maggior parte dei piani e tutte le
scale della Torre 1 e del Vista Hotel si erano riempite di fumo. Nella Torre 1, le condizioni del fumo
erano peggiori di quelle degli altri
tre edifici.
L’azione iniziale delle risorse in
superficie sugli edifici è stata
concentrata sul Vista Hotel. Da
solo ed in condizioni normali,
questo edificio di 22 piani costituisce di per sé un grave problema per i Vigili del fuoco. In questo caso particolare, l’intervento
è stato gestito nel modo migliore
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ATTENTATO
A NEW YORK
e nelle condizioni tutto sommato
più favorevoli (a quell’ora molti
ospiti avevano già lasciato l’albergo ed altri dovevano ancora
arrivare) da parte dei dirigenti incaricati della sicurezza antincendio dell’edificio e dai Vigili del
fuoco ed ufficiali. L’intero edificio
è stato setacciato completamente entro un’ora. Le squadre sono
state poi spostate dal settore del
Vista Hotel alle operazioni presso le Torri 1 e 2.
La maggiore sfida era adesso
rappresentata dalla ricerca di
persone e dall’evacuazione proprio nelle torri gemelle. Le scale
erano affollate e molte persone
non erano in grado di abbandonare gli edifici con le proprie forze. Donne incinte, anziani, persone sofferenti di disturbi cardiaci e disabili avevano tutti bisogno
dell’aiuto dei Vigili del fuoco, che
hanno portato a compimento
l’evacuazione di molta gente trasportandola per oltre 60 piani di
scale con sedie di vario genere,
a rotelle, da ufficio, ecc. Svariati
gruppi di bambini sono stati scortati fuori dall’edificio, un gruppo
dei quali addirittura dal 92° piano. Per molti occupanti è stato
necessario l’uso di apparecchi
per la rianimazione e la somministrazione di cure di pronto
soccorso.
Ogni piano è stato sottoposto a
ricerche e sopralluoghi, per una
superficie totale di 40.000 piedi
quadrati. E’ stato inoltre necessario utilizzare arnesi da scasso
per poter accedere a molti piani
ed uffici. Oltre alle difficoltà che
già erano state affrontate, si è
aggiunta anche la minaccia di
un’altra bomba, che si pensava
fosse al 65° piano della Torre 1.
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Per questo i Vigili del fuoco hanno installato una manichetta
presso le tubazioni, supportando
e coadiuvando le operazioni di ricerca della Polizia.
Oltre alla sfida rappresentata
dall’evacuazione attraverso le
scale e la ricerca di persone ai
vari piani, la parte più diff i c i l e
dell’operazione dal punto di vista
strategico e logistico era data
dalla localizzazione e dall’effettuazione di sopralluoghi dei 99
ascensori posti in ognuna delle
due torri e dei 12 presenti nel Vista Hotel. Molti di essi si trovavano in vani corsa ciechi oppure
bloccati a metà tra i piani. L’identificazione della posizione delle
cabine è stata difficile e dispendiosa in termini di tempo. Molti
muri sono stati in parte rimossi
per poter avere accesso alle cabine degli ascensori. Centinaia di
persone vi erano rimaste intrappolate nel momento in cui la corrente elettrica era stata interrotta.
In un caso, dieci occupanti di un
ascensore nella Torre 1 sono
stati trovati privi di sensi sul pavimento della cabina, portati in salvo e rianimati dal personale sanitario di emergenza dell’EMS. In
un altro caso, nella Torre 2, 72
scolari sono stati tratti in salvo da
una cabina che si trovava in un
vano corsa cieco.
Una volta fuori dall’edificio, le
vittime dovevano affrontare il pericolo della caduta di pezzi di vetro di finestre infrante da alcuni
occupanti che si trovavano ancora ai piani superiori. Si trattava di
un problema reale sul quale i Vigili del fuoco non avevano alcun
controllo.
La rottura di molte di queste finestre era dovuta alle errate
ANTINCENDIO febbraio 1996
informazioni divulgate dai mass
media, i quali incoraggiavano le
persone intrappolate nella torre
ad agire in quel modo. Un aspetto insolito di questo intervento è
stato il fatto che una grande società di ascensori aveva la propria sede ed i propri uffici all’interno delle torri del WTC. Nel
momento dell’esplosione, svariati
tecnici di questa società addetti
alla manutenzione erano al
lavoro all’interno dell’edificio. Essi, sapendo della presenza di
persone intrappolate all’interno
degli ascensori, iniziarono presto
a provvedere ai salvataggi, portando al piano dell’atrio, tramite
comandi manuali, le cabine bloccate.
Tuttavia, non sempre essi hanno dato comunicazione ai Vigili
del fuoco di quanto stavano facendo, soprattutto nei momenti
iniziali. Se ci fosse stata una migliore comunicazione, le ricerche
sarebbero state meglio coordinate proprio con l’aiuto dei Vigili del
fuoco.
Uno spazio di oltre 8 milioni di
piedi quadrati, comprendenti la
Torre 1, la Torre 2 ed il Vista Hotel, è stato sottoposto a ricerca e
sopralluoghi. La Torre 1 ha richiesto il maggior dispendio delle
risorse e dei mezzi impiegati per
le operazioni in superficie. Nel
momento in cui in altri settori si
iniziavano a ridurre le unità impegnate, è stato ordinato di darne
immediata comunicazione al posto di comando. Esse sarebbero
state inviate ad altro settore che
necessitava di rinforzi, a meno
che non si fosse vista la necessità di dare un cambio al personale. Per tutto il corso dell’intervento, 55 squadre lavorarono al-
ATTENTATO
A NEW YORK
la Torre 1, 27 alla Torre 2 e 20 al
Vista Hotel.
Le operazioni di intervento si
sono protratte fino a notte inoltrata. Alle 23.45, l’ultimo ascensore
è stato localizzato ed i suoi occupanti tratti in salvo. Erano rimasti
bloccati in quella cabina per oltre
11 ore. Il cambio di turno sarebbe stato gestito mediante richieste di partenze supplementari.
Alcuni Vigili del fuoco, che si erano recati ai piani superiori delle
torri, non si sono potuti sostituire.
C’erano volute ore per raggiungere i livelli più elevati dei due
edifici da 110 piani ciascuno e
quindi, se necessario, questi uomini avrebbero continuato a lavorare fino a quando avrebbero
potuto riscendere nuovamente,
effettuando inoltre contemporaneamente delle ricerche supplementari.
Il ripristino della corrente
elettrica
Il ripristino della corrente elettrica ha costituito una situazione
assai critica non solo per gli occupanti intrappolati negli edifici e
per i Vigili del fuoco, ma anche
per altre ragioni. La New Yo r k
Telephone Company aveva molte installazioni telefoniche nel
complesso del WTC, inoltre forniva servizi telefonici ad una parte di Manhattan ed al servizio di
controllo del traffico aereo di tre
importanti aeroporti regionali.
Tali strutture telefoniche erano
dotate di un generatore di supporto, ma le linee di raffreddamento di quest’ultimo erano state
compromesse dall’esplosione
così come i generatori della PA
per il complesso del WTC. Fortunatamente, esisteva una batteria
di supporto operativa, che ha
mantenuto in funzione il sistema
telefonico fino al ripristino della
corrente elettrica. Quest’ultima è
stata nuovamente erogata alle
ore 18.00 circa e ha continuato
fino alla mezzanotte, momento in
cui la maggior parte dei circuiti
derivati della Torre 1 e della Torre 2 sono stati riparati. Il ripristino
della corrente elettrica ha interessato principalmente le aree
degli ascensori e, in seguito, altre parti degli edifici.
Il mattino seguente
Alcuni funzionari del Dipartimento dei Vigili del fuoco di New
York incontrarono gli alti funzionari del PA al WTC alle prime
ore del mattino del giorno seguente l’esplosione. I Vigili del
fuoco coadiuvarono e collaborarono all’opera di ripristino dei sistemi di protezione antincendio
(tubazioni, sprinkler, ecc.). Avevamo inoltre delle autopompe
collegate ai dispositivi idrici del
Dipartimento dei Vigili del fuoco,
pronte a offrire approvvigionamento al sistema antincendio se
si fosse reso necessario.
La nostra assistenza comprendeva anche il compito di stabilire
quale livello minimo di protezione
sarebbe stato necessario prima
di dichiarare nuovamente abitabili gli edifici. Il nostro ufficio di
prevenzione incendi ha lavorato
molto insieme al PA per riportare
in uso gli edifici il più presto possibile. In via cautelativa, abbiamo
mantenuto la nostra presenza in
loco fino al 25 marzo 1993.
ANTINCENDIO febbraio 1996
Lezioni apprese e ribadite
Come è stato dimostrato da
molti interventi nella storia,
l’estinzione di un incendio è l’arma più efficace contro la produzione di fumo e, quindi, contro la
diffusione dello stesso. La decisione di attaccare gli incendi presenti nei piani sotterranei nelle
prime fasi dell’intervento è stata
la più importante di tutte, dal momento che lo spegnimento tempestivo delle fiamme ha permesso di salvare centinaia, forse migliaia, di vite umane.
Il posizionamento e la messa in
opera delle manichette nelle autorimesse sotterranee di un grande edificio pubblico, dopo
un’esplosione di enorme entità,
rappresenta una sfida per i Vigili
del fuoco. Gli approvvigionamenti
idrici tradizionali possono rivelarsi
non disponibili oppure avere una
capacità limitata (i Vigili del fuoco
hanno predisposto una unità marina per attingere acqua dal fiume
Hudson e rifornire le autopompe
in caso di necessità) e le tubazioni interne all’edificio possono
inoltre essere danneggiate. Accessi facili e rapidi al luogo
dell’incendio non sono in genere
disponibili ed i Vigili del fuoco
possono trovarsi nella condizione
di estinguere numerosi incendi
(come quelli singoli di automobile) prima di potere raggiungere il
proprio obiettivo. Il volume dell’incendio (che dipende dai materiali
combustibili nell’area dell’esplosione) e la necessità di proteggere i soccorritori da possibili pericoli legati alle fiamme (come serbatoi di gas, crolli secondari,
fiamme, ecc.) impongono l’uso di
manichette in grado di produrre
91
ATTENTATO
A NEW YORK
I materiali utilizzati nella bomba
del World Trade Center
di Frank L. Fire*
Come è già stato detto nel reportage relativo all’attentato al WTC,
sembra che la bomba utilizzata fosse a base di nitrourea e che ad essa
siano state unite delle bombole di idrogeno per accrescerne l’effetto distruttivo durante l’esplosione. Quanto segue è una breve descrizione del
materiale utilizzato.
La nitrourea, una polvere cristallina bianca, è un esplosivo di Classe A,
noto anche con i nomi di m-nitrocarbamide, N-nitrocarbamide, 1-nitrourea e N-nitrourea. Si tratta di un materiale ad elevato rischio di esplosione, stabile fino a quando viene fatto detonare. Benché alcuni sostengano
che la nitrourea sia sensibile al calore e agli urti, è molto più probabile
che essa sia stabile, in caso contrario sarebbe troppo pericolosa da trasportare in camion (o furgone).
La potenza della nitrourea è simile a quella del tritolo (TNT) e dell’acido picrico (Il TNT e l’acido picrico sono utilizzati come termini di riferimento perché il primo è considerato come l’esplosivo “standard” negli
Stati Uniti, mentre il secondo è l’esplosivo “standard” nel Regno Unito).
La nitrourea produce circa il 90,5 % del volume di gas del TNT quando è
fatta esplodere ed ha poco più del 3% in più della potenza relativa del
TNT stesso. Essa produce circa il 97,7% del volume di gas dell’acido picrico ed il 3% in meno della potenza relativa. Il suo potere calorifico (come descritto dal numero di joule di energia per chilogrammo di peso) è
del 34% maggiore rispetto a quello del TNT e del 19% maggiore di quello
dell’acido picrico.
Se paragonata al nitrato di ammonio, la nitrourea ha circa il 13% in
meno di volume di gas, circa il 38% in più di potenza relativa e circa il
47% in più di potere calorifico.
L’idrogeno è un gas altamente infiammabile, non tossico, privo di colore, odore e sapore. Il suo campo di infiammabilità va dal 4% al 75%, il
secondo campo di infiammabilità di qualunque gas infiammabile. Rientrando in un campo così ampio, esso prende fuoco facilmente. La fiamma dell’idrogeno che brucia sprigiona un calore elevatissimo (la sua temperatura di fiamma è di 3.700 °F). L’idrogeno brucia con una fiamma
quasi invisibile, convertendo tutta l’energia in energia interna.
* Frank L. Fire è il vice presidente del marketing per la Americhem Inc. di Cuyaho ga Falls, Ohio. Insegna chimica delle sostanze pericolose alla University of Akron
e alla National Fire Academy. Fire è l’autore di The Common Sense Approach to
Hazardous Materials e della guida pratica Combustibility of Plastics and Chemical
Data Notebook: A user’s Manual, pubblicati dalla casa editrice Fire Engineering
Books.
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ANTINCENDIO febbraio 1996
un flusso idrico superiore ai 200
gpm.
Questa è stata la più grande
operazione di evacuazione di
edificio mai registrata. La strategia di “difesa in loco” non esisteva. L’evacuazione dell’edificio ed
il comportamento umano in queste circostanze saranno studiati
negli anni futuri e si spera produrranno nuove lezioni adatte ad
essere inserite nelle normative
edilizie.
Tale intervento esemplifica il
classico effetto di movimento
verticale verso l’alto del fumo e
dei gas riscaldati, provocato dalle basse temperature esterne e
dalle elevate temperature interne. Il movimento verso l’alto del
fumo è stato aumentato dalla
breccia presente nella parete divisoria in vetro della sala per
conferenze del Vista Hotel e nella parte inferiore dei vani corsa di
ascensori e scale. La potenza
della bomba in sé ha ugualmente
contribuito a spingere il fumo
verso l’alto, così come le aperture delle porte dei vani scala ad
opera degli occupanti in fuga ne
hanno permesso la diffusione ai
vari piani e pianerottoli e viceversa.
Il WTC è un complesso bene
edificato il quale, nonostante i
notevoli danni subiti, ha resistito
agli effetti distruttivi della bomba.
Nel periodo dell’esplosione, il
WTC era più che conforme ad alcune norme edilizie e di sicurezza antincendio, mentre non ne rispettava altre. Fu necessario un
notevole impegno al fine di applicare a tutti gli edifici le normative
locali in vigore. Se i Vigili del fuoco devono spegnere gli incendi,
è bene che si impegnino anche
ATTENTATO
A NEW YORK
affinché le leggi vengano rispettate. Ciò migliorerà e favorirà la
conoscenza e la standardizzazione delle procedure e delle misure di protezione antincendio.
Dopo l’attentato, i dirigenti del
WTC hanno collaborato molto attivamente con i Vigili del fuoco
ed altre organizzazioni e si sono
inoltre impegnati ad apportare
dei miglioramenti alle strutture,
allo scopo di uniformarsi alle normative e, in alcuni casi, anche di
andare oltre. Tra i miglioramenti
degni di nota troviamo cambiamenti nel numero delle stazioni
antincendio interne e nell’istruzione del personale antincendio
all’interno del complesso; l’incremento delle attrezzature necessarie alla comunicazione, in particolare di un sistema di comunicazione di emergenza senza fili,
una illuminazione di emergenza
Il controllo delle operazioni di intervento sugli ascensori
di Steven C. De Rosa
Molte persone sono rimaste intrappolate negli ascensori nel momento in cui è venuta a mancare l’energia elettrica. Secondo il personale del World Trade Center, 45 cabine di ascensore occupate erano bloccate in numerosi vani corsa ciechi. I danni riportati dal centro emergenze del WTC hanno reso impossibile la comunicazione con la
maggior parte delle cabine bloccate ed il numero delle operazioni di recupero fu inizialmente enorme.
Tre organizzazioni furono direttamente impegnate nelle operazioni: i Vigili del fuoco, l’Autorità Portuale ed il Dipartimento di Polizia. I tecnici addetti alla manutenzione degli ascensori (la cui società aveva sede all’interno del
complesso del WTC) hanno avuto un ruolo rilevante in queste operazioni di recupero di persone in pericolo. Il
coordinamento di tali operazioni si è dimostrato piuttosto difficile per il fatto che è stato arduo determinare la posizione degli ascensori nei vani corsa. Ci sono volute oltre 11 ore per liberare gli ultimi occupanti rimasti intrappolati.
E’ alquanto improbabile che la maggior parte dei comandanti di intervento si trovino nuovamente ad affrontare
problemi di recupero di una tale entità (ogni torre ospita oltre 99 ascensori) tuttavia, un incendio di edificio a numerosi piani può necessitare di azioni operative, tra cui le seguenti:
- affidare compiti di controllo del settore ascensori ad un ufficiale ed assegnare il necessario personale operativo. Tale ufficiale coordinerà e curerà la supervisione delle operazioni di recupero. Quando più organizzazioni
sono coinvolte nelle operazioni di emergenza, i Vigili del fuoco devono mantenere il controllo dell’intervento richiedendo via radio dei rappresentanti delle altre organizzazioni stesse per permettere una fattiva collaborazione con l’ufficiale addetto al controllo degli ascensori;
- utilizzare il contributo operativo di ingegneri civili, tecnici addetti agli ascensori o personale addetto alla manutenzione al fine di determinare il numero di ascensori coinvolti e la loro posizione;
- le cabine degli ascensori bloccate nei vani corsa ciechi sono difficili da localizzare senza l’ausilio di un pannello
di controllo. La perdita di corrente elettrica renderà inutilizzabile la maggior parte dei sistemi di identificazione.
E’ quindi necessario migliorare l’autonomia del gruppo elettrogeno del sistema di identificazione e rilevazione
della posizione delle cabine degli ascensori;
- lavorare con funzionari governativi per elaborare dei sistemi di protezione antincendio che siano conformi alle
norme locali. Nel WTC, il vano corsa cieco si estendeva per 78 piani: i Vigili del fuoco sono stati costretti a
creare delle aperture ogni cinque piani per potere localizzare la cabina - era impossibile vedere per oltre sei
piani nell’oscurità. Alcune normative locali richiedono delle aperture nei vani corsa ciechi degli ascensori, ad
intervalli di tre piani: tale caratteristica non era presente nel WTC;
- il recupero delle cabine degli ascensori deve essere strettamente controllato. Il coordinamento e la comunicazione con il personale dell’edificio sono essenziali. Un ripristino imprevisto dell’energia elettrica può ferire gravemente sia i soccorritori che i passeggeri in procinto di essere salvati. I tecnici addetti agli ascensori dello
stabile dovrebbero essere condotti nella sala di controllo di ogni ascensore dal personale dei Vigili del fuoco.
Una volta in quella sede, gli interruttori automatici che forniscono l’energia alla cabina interessata dovrebbero
essere disattivati al fine di proteggere sia gli occupanti della cabina stessa che i soccorritori.
Anche i dispositivi frenanti degli ascensori si trovano nella relativa sala macchine. Se manca l’energia elettrica e
gli ascensori restano bloccati, il freno viene rilasciato manualmente. In seguito, se il carico dell’ascensore supera
le 5.000 libbre, la cabina scivolerà lentamente verso il basso. Se il carico è inferiore, scivolerà verso l’alto.
ANTINCENDIO febbraio 1996
93
ATTENTATO
A NEW YORK
Analisi delle operazioni di comando
di Jack McCormack*
Nel caso di qualunque intervento operativo dei Vigili del fuoco, la struttura organizzativa del comando si amplia
per soddisfare le esigenze dell’intervento stesso. Si ricordi che non è necessariamente la proporzione dell’intervento, quanto la sua complessità, a determinare la struttura del comando. All’inizio dell’esplosione al WTC, le
squadre giunte all’hotel diressero i propri sforzi verso il punto in cui si trovava l’incendio, ossia nell’autorimessa.
Contemporaneamente a ciò, alcune squadre furono inviate ad operare all’interno dell’hotel a causa della massiccia presenza di fumo. Mano a mano che la valutazione dell’intervento veniva effettuata, la dimensione dello stesso
divenne sempre più chiara. La struttura del comando si ampliò in modo da permettere di affrontare nel migliore dei
modi la complessità del problema. L’esplosione al WTC è un buon esempio del motivo per cui le strutture di comando hanno la flessibilità di ampliarsi anticipatamente rispetto alla complessità degli sviluppi. Come comandante
in capo dell’intervento, Anthony Fusco dovette valutare costantemente il problema, sviluppare obiettivi strategici
ed assicurare che gli obiettivi tattici fossero perseguibili con le risorse disponibili in loco. La definizione del problema richiede un riscontro da parte di tutte le aree operative. Dopo avere determinato i parametri, è possibile stabilire le mete strategiche. E’ la struttura di comando a permettere che il riscontro in termini di informazioni aiuti il comandante dell’intervento a stabilire gli obiettivi strategici. Gli obiettivi specifici di ogni aspetto dell’intervento devono supportare gli obiettivi strategici del comandante e viceversa.
Per quanto la situazione provocata dall’esplosione al WTC fosse complessa, la struttura di comando sviluppata
dal comandante Fusco fornì controllo, supervisione e coordinamento. Fissò inoltre le responsabilità relative ai
compiti specifici per raggiungere gli obiettivi stabiliti per ogni settore. La complessità delle operazioni necessita infatti di una notevole ampiezza di controllo per assicurare la sicurezza del personale operativo.
La ripartizione del comando in settori operativi gestibili - settorizzazione - permette modifiche alle tattiche di intervento. Ad esempio, nel momento in cui furono ricevute informazioni relative l’entità dei danni strutturali e la presenza del cratere prodotto dall’esplosione, fu creato un ulteriore settore operativo nell’area sotterranea. Le valutazioni effettuate in prossimità della zona operativa hanno fornito al posto di comando di settore ed al comandante
dell’intervento tutte le informazioni necessarie a sviluppare degli obiettivi strategici.
Il raggiungimento di molteplici compiti tattici richiede specifici incarichi e responsabilità per ogni settore principale e secondario. Ciò fornisce al comando un quadro della situazione dell’intervento: ciò che è stato raggiunto, ciò
che non lo è stato, quali ostacoli sono stati superati, quali risorse impiegate e dove, la condizione di quanto funge
da riserva.
Il comandante a capo di qualunque intervento, grande o piccolo che sia, deve mantenere una visione ampia ed
un altrettanto vasto controllo allo stesso modo degli ufficiali responsabili dei comandi di settore. Come ufficiale di
settore proprio nell’ambito dell’intervento al WTC, ero consapevole di ciò. Ogni settore operativo del posto di comando richiede un posto di comando riconoscibile. In teoria, il posto di comando dovrebbe essere libero da impedimenti e questo non era il caso dell’atrio del Vista Hotel. Un grande numero di uomini di vari dipartimenti ed organizzazioni transitava nell’area: mantenere il controllo rappresentava un’impresa piuttosto difficoltosa.
L’uso di un tabellone per il controllo della posizione delle varie unità si rese necessario allo scopo di tenere il
conto delle operazioni, dei cambi di turno o dell’organizzazione globale. Un tabellone di questo genere fornisce
una panoramica visiva di ciò che è la struttura operativa e di chi è responsabile di una determinata zona. Esso dovrebbe essere simile, per dimensioni, al tabellone utilizzato dal comandante dell’intervento per le comunicazioni
delle unità del dipartimento dei Vigili del fuoco.
Un’illuminazione adeguata è un must per un posto di comando. Quando esso è un atrio e l’erogazione dell’energia elettrica dell’edificio è stata interrotta, devono essere fornite al più presto delle fonti ausiliarie di luce.
Quando un posto di comando è formato da un numero di ufficiali e assistenti, è bene avere uno spazio adeguato
per ospitare tutto il personale necessario. Il controllo del posto di comando è essenziale. Il personale che fa rapporto al posto di comando può provocare un certo disordine. La confusione e l’interruzione delle operazioni è cosa
certa se non vengono dati precisi ordini per tenere il personale lontano dal posto di comando e permettere esclusivamente agli ufficiali di recare informazioni.
* Jack McCormack, da 25 anni nel City of New York (NY) Fire Department, è vice comandante aggiunto e coordinatore ag giunto del distretto amministrativo del Queens. Ha lavorato nell’area di Manhattan per 12 anni come comandante aggiunto asse gnato alla 1a Divisione della zona sud e come ufficiale esecutivo per il capo dipartimento e comandante di battaglione.
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ANTINCENDIO febbraio 1996
ATTENTATO
A NEW YORK
per le scale e gli ascensori; il miglioramento dei dispositivi necessari all’evacuazione del fumo da
vani scala e ascensori; un mezzo
migliore per determinare la localizzazione degli ascensori nei vani corsa ciechi; metodi per la prevenzione della interruzione del
funzionamento del generatore
per l’energia elettrica di emergenza, ecc.
L’importanza di essere in grado di comunicare con gli occupanti dell’edificio non può non
essere enfatizzata. Molti dei problemi legati alle operazioni di
evacuazione, apparsi nel caso di
questo intervento specifico, sarebbero stati notevolmente ridotti
se fosse stato possibile comunicare più agevolmente.
Nell’ambito di questo intervento, le comunicazioni dei Vigili del
fuoco sono state seriamente
messe alla prova. La capacità
del Dipartimento di inoltrare e ricevere comunicazioni deve essere organizzata in modo da permettere di gestire il maggior numero di emergenze che potrebbero verificarsi da zona a zona.
In quella occasione, la nostra frequenza standard delle radio portatili era sovraccarica e, quindi,
inefficace. Gli stessi problemi sono stati affrontati con i canali assegnati al comando dell’intervento. Un sistema di collegamento a
800 Mhz avrebbe dato migliori risultati, tanto che il Dipartimento
sta ora sviluppando proprio un
sistema di questo genere. Inoltre, se gli ufficiali impegnati
nell’intervento fossero stati equipaggiati con dei telefoni cellulari,
ciò avrebbe permesso loro di comunicare con le squadre impegnate ai piani superiori degli edi-
fici.
Il sistema di comando e di coordinamento degli interventi dei Vigili del fuoco dipende in gran parte dalla unità di comunicazione
FieldCom, che ha il compito di
trasmettere e ricevere importanti
informazioni nell’ambito del luogo
dell’intervento. Nel caso dell’attentato al WTC, tale unità si è trovata di fronte ad una grave situazione di sovraccarico di comunicazioni. L’importanza di questa
unità richiede di essere gestita da
personale ed ufficiali specializzati
ed addestrati.
Per quanto concerne le nostre
attrezzature, cerchiamo sempre
di apportare dei miglioramenti.
Un segnale di allarme per radio
portatili, che segnala l’interruzione delle trasmissioni, sarebbe
strumento di grande importanza
e permetterebbe al comandante
o al personale in genere di prendere il controllo della rete e di
trasmettere una richiesta di aiuto
oppure un messaggio urgente.
Nel caso di questo intervento,
il ruolo dei “messaggeri umani”
ha costituito un importante metodo di comunicazione.
Il controllo di un intervento su
vasta scala va oltre le capacità
del singolo individuo. Il sistema
di comando dell’intervento deve
essere utilizzato ed integrato al
fine di assicurare una adeguata
ampiezza di controllo e la sicurezza/responsabilità del personale. Il sistema deve essere flessibile ed adattabile. Il sistema del
comando delle operazioni è stato
ampliato in proporzione alle dimensioni dell’intervento stesso.
Colui che lo gestisce deve prendere provvedimenti per gestire
l’intervento su vasta scala, utilizANTINCENDIO febbraio 1996
zando il metodo della divisione in
settori controllati da un numero
corrispondente di ufficiali.
Il comandante di un intervento
di grande entità ha un duplice
problema: il sovraccarico delle
informazioni (troppe informazioni
in entrata e poco, o inesistente,
tempo per valutare ed agire tempestivamente) e troppi comandanti e ufficiali che chiedono la
sua attenzione. Gli uomini si sentono frustrati quando hanno importanti comunicazioni di cui non
viene tenuto conto immediatamente. Tale inconveniente può
essere superato assegnando al
comandante un ufficiale di supporto di grado adeguato, che lo
coadiuvi nelle operazioni di coordinamento.
Tale ufficiale dovrebbe ricevere
i rapporti degli uomini impegnati
sul campo e darne comunicazione al comandante con tempestività e in ordine prioritario.
Un altro ruolo importante dovrebbe essere creato per la gestione dei rapporti con le altre organizzazioni impegnate sul posto, le quali offrono la loro collaborazione, in forma di informazioni, attrezzature, o altre risorse, ai Vigili del fuoco. Ciò si è verificato anche nel caso dell’intervento descritto nel presente articolo. Un ufficiale di alto grado
dovrebbe essere presente al posto di comando allo scopo di registrare tutte queste informazioni
e sviluppare un sistema per poter contattare questi possibili collaboratori nel momento più opportuno. Molte persone si recarono al posto di comando offrendo
generatori, pompe, esperta collaborazione ed aiuto in vari settori,
ma al momento di servirsi del di
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ATTENTATO
A NEW YORK
loro aiuto, si scoprì che avevano
già lasciato la zona ed erano irrintracciabili. Il posto di comando
mobile (PCP), fornito ad ogni divisione, è un eccellente strumento di controllo per un comandante di settore. Tuttavia, la
mancanza di strutture visibili per
il posto di comando si è dimostrata uno svantaggio nel caso
specifico di questo intervento. Il
Dipartimento dei Vigili del fuoco
sta attualmente cercando di procurarsi ed utilizzare delle strutture e degli equipaggiamenti
operativi maggiormente visibili e
pratici, in grado di essere un
punto di riferimento più concreto
per le altre organizzazioni impegnate in interventi in cui i Vigili
del fuoco stessi detengono il comando delle operazioni.
I Vigili del fuoco non lavorano
in un ambiente isolato. L’ a s s istenza e l’interazione da parte di
altre organizzazioni è di fondamentale importanza. Tu t t a v i a ,
possedere e mantenere il coordinamento della collaborazioni di
altri può costituire un problema;
nel caso di questo intervento, tra
i partecipanti il protocollo è stato
violato in svariate occasioni. Ad
esempio, era stato comunicato
che diverse persone si trovavano
intrappolate sul tetto della Torre
2. Alcuni uomini della Polizia non
rispettarono il protocollo del comandante dell’intervento e agirono autonomamente, salvando
quelle persone utilizzando un elicottero.
Per raggiungere la necessaria
efficacia, i protocolli di collaborazione tra membri di organizzazioni diverse richiedono delle esercitazioni di routine. Durante queste esercitazioni sarà facile stabi96
lire e mantenere dei rapporti di
amicizia e collaborazione ed una
più profonda comprensione dei
ruoli delle altre organizzazioni
porterà, in questo modo, ad una
migliore interazione durante le
emergenze. E’ necessaria una
migliore comprensione del sistema di gestione e di comando
dell’intervento da parte di tutto il
personale di emergenza della
città. Avendo una maggiore conoscenza dell’utilità del comandante dell’intervento, ci sarà anche una minore riluttanza da parte di tutti nel ricorrere alla sua
guida.
Il riposo e la sostituzione in turno da parte dei Vigili del fuoco
saranno difficili da effettuare nel
caso di interventi che richiedono
dalle tre alle quattro ore per raggiungere un obiettivo. Si faccia
tutto il possibile per stabilire delle
postazioni per questi scopi in
punti chiave posti in tutti gli edifici di grandi dimensioni.
In questo intervento la ricerca
ed il salvataggio di persone intrappolate negli ascensori ha costituito una sfida notevole. Molti
ascensori erano bloccati in vani
corsa ciechi al momento dell’interruzione della corrente elettrica
e la loro discesa al livello dei primi atri disponibili (piani intermedi
dove si trovano in genere altri
ascensori per i piani più alti) fu
un lungo e lento lavoro. Nella
Torre 1, fu particolarmente difficile localizzare le cabine degli
ascensori bloccati nei vani corsa
ciechi, perché questi erano saturi
di fumo. Per quanto riguarda le
operazioni legate agli ascensori,
sono state impartite molte utili lezioni, tra cui
Gli ascensori situati ai piani deANTINCENDIO febbraio 1996
stinati all’uso pubblico (ristoranti,
sale riunioni, ecc.) dovrebbero essere al centro di operazioni ricerca ed evacuazione in via prioritaria. Essi potrebbero infatti essere
occupati da un grande numero di
persone. In questo caso è capitato che 72 scolari con i loro insegnanti fossero bloccati proprio in
uno di quegli ascensori.
Un ufficiale dovrebbe essere
designato proprio al coordinamento delle società che si occupano degli interventi sugli ascensori.
Il coordinamento con i tecnici
che si occupano delle emergenze agli ascensori è essenziale.
La pre-pianificazione della cooperazione attiva è necessaria anche in questo caso.
La presenza di un ufficiale preposto alle comunicazione ed ai
rapporti con la stampa riveste
una importanza fondamentale. I
Vigili del fuoco devono assicurarsi che le notizie radiofoniche e
televisive siano accurate, specie
per le persone che si trovano ai
piani alti di edifici molto elevati e
che cercano di avere notizie precise su quanto sta accadendo,
oltre che informazioni sulle azioni
da intraprendere date le circostanze. Molti presunti “esperti” di
operazioni antincendio e procedure di sicurezza, evacuazione,
ecc. furono consultati dai mass
media ed alcuni di questi individui fornirono informazioni errate
che avrebbero potuto provocare
gravi problemi di carattere operativo. Un noto personaggio televisivo incoraggiò gli occupanti degli edifici a ventilare la torre rompendo i vetri delle finestre: si dice che un volenteroso abbia addirittura scagliato un fax contro
ATTENTATO
A NEW YORK
una finestra.
Il compito principale di un ufficiale addetto ai rapporti con i
media è la presentazione di
informazioni e bollettini a scadenze temporali regolari, ma anche la dimostrazione al pubblico
che i Vigili del fuoco hanno la
conoscenza, la capacità e le risorse per tenere sotto controllo
una tale situazione di emergenza. I Vigili del fuoco devono quindi mettersi in una posizione attiva nei confronti dei media e della
comunicazione.
Un commissione o task force
specifica dovrebbe costituirsi per
effettuare indagini circa le cause
e le conseguenze di un tale incidente, allo scopo di determinarne l’impatto sulle operazioni dei
Vigili del fuoco. Questa task force dovrebbe essere formata da
componenti delle varie forze impegnate nelle operazioni di
emergenza, nel settore della prevenzione incendi, nelle comunicazioni, nel campo legale ed in
qualunque altro ambito considerato rilevante da parte del funzionario dei Vigili del fuoco incaricato delle indagini.
(da Fire Engineering, dicembre 1993)
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