10.1 L`attentato al World Trade Center di New York.
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10.1 L`attentato al World Trade Center di New York.
L’ATTENTATO AL WORLD TRADE CENTER DI NEW YORK Una cronaca dettagliata direttamente dalla voce dei protagonisti delle difficili operazioni di intevento. Anthony L. Fusco* - Comandante del Dipartimento dei Vigili del fuoco del City of New York Fire Department da Fire Engineering - Pennwell Publishing Co. Il New York City Fire Department (FDNY) è intervenuto centinaia di volta presso il World Trade Center (WTC), sin dalla sua inaugurazione nel 1970. Tali interventi hanno riguardato generalmente incendi di piccola entità, oppure falsi allarmi, ma anche incendi rilevanti, come quello verificatosi il 13 febbraio 1975. Nessuna delle numerose e precedenti esperienze avrebbe potuto prepararci a quanto accadde il 26 febbraio 1993. L’attentato dinamitardo al World Trade Center è stato un avvenimento di proporzioni immense, il più grande incidente mai affrontato dai Vigili del fuoco di New York in 128 anni della loro storia, tanto complesso da costituire in realtà una serie di incendi multipli combinati in uno. Nei termini di numero di unità dei Vigili del fuoco intervenute, si può parlare dell’equivalente di 16 incendi. Come comandante dell’intervento, posso affermare che è stato portato a conclusione con successo grazie all’impegno ed al coraggio dei Vigili del fuoco in * ANTHONY L. FUSCO è comandante del Dipartimento dei Vigili del fuoco e presta servizio da 33 anni presso il City of New York (NY) Fire Department. Ha ricoperto il ruolo di comandante delle operazioni di intervento in occasione dell’attentato dinamitardo al World Trade Center. tervenuti. Le statistiche sono infatti sconcertanti: sei persone sono morte e 1.042 sono rimaste ferite. Tra i feriti, 15 persone hanno subito danni causati dall’esplosione stessa. Circa 20 persone hanno sofferto di problemi cardiaci, mentre 30 donne incinte sono state tratte in salvo. Sono rimasti feriti anche 88 Vigili del fuoco (uno dei quali ha dovuto essere ricoverato in ospedale), 35 agenti di Polizia ed un operatore dell’EMS, il servizio di emergenza sanitaria. Si stima che circa 50.000 persone siano state evacuate dal complesso del WTC e quasi 25.000 persone da ognuna delle due torri. I centralinisti dei Vigili del fuoco hanno ricevuto oltre 1.000 chiamate telefoniche, la maggior parte delle quali riguardava vittime intrappolate ai piani superiori delle torri. Nei due edifici, la ricerca e l’evacuazione è stata completata in circa 11 ore dall’inizio dell’intervento. Tutto è cominciato con una bomba alla nitrourea da oltre 1.000 libbre, unità a bombole di idrogeno aggiunte per incrementarne gli effetti distruttivi, che è stata fatta esplodere nell’ormai famoso furgone giallo della Ryder Econoline, al piano B-2 del parcheggio, provocando danni e distruzione ai sette livelli dell’autorimessa-parcheggio, sei dei ANTINCENDIO febbraio 1996 quali sotterranei. Il cratere a forma di L provocato dall’esplosione al livello B-2 era profondo 130 piedi e lungo 150. L’ e p i c e n t r o dell’esplosione è stato localizzato sotto l’angolo nord est del Vista Hotel. I Vigili del fuoco di New York sono intervenuti con 84 autopompe, 60 carri polisoccorso, 28 comandanti di battaglione, 9 comandanti aggiunti, 5 squadre di soccorso ed altre 26 unità speciali (che rappresentano quasi il 45% del personale del FDNY in servizio). Le unità dei Vigili del fuoco sono rimaste presenti sul luogo dell’intervento per ben 28 giorni. L’inizio delle operazioni A Manhattan, durante l’ora di pranzo del 26 febbraio, nevicava. La temperatura si aggirava intorno ai 20 gradi Fahrenheit. Alle ore 12.18 una violenta esplosione ha fatto tremare il complesso del World Trade Center. I Vigili del fuoco dell’autopompa 10 e dell’autoscala 10, situate in una caserma di fronte al complesso del WTC sulla Liberty Street, hanno sentito il rombo dell’esplosione e sono intervenuti immediatamente, avvertendo dell’incidente e della propria azione i centralinisti del FDNY di Manhattan. 73 ATTENTATO A NEW YORK Contemporaneamente, i centralinisti di Manhattan hanno ricevuto nel proprio ufficio numerose chiamate. Dalle prime indicazioni, abbiamo pensato che l’esplosione fosse stata provocata da un trasformatore posto nelle vicinanze del Vista Hotel. Tuttavia, dal numero di chiamate ricevute e dai primi rapporti comunicati dalle unità recatesi sul posto, il “normale” intervento di due autopompe, due carri polisoccorso ed un ufficiale, non appariva più sufficiente. Sono state così inviate, per rinforzo, un’altra autopompa e la squadra di soccorso 1 all’area 69. La prima autopompa, giunta sul posto insieme alla prima autoscala (entrambe contrassegnate dal numero 10), si sono trovate di fronte i classici segni di esplosione di trasformatore: denso fumo nero che saliva alla superficie dal sottosuolo del WTC attraverso le porte dell’autorimessa posta sul lato dell’edificio della West Street. Tuttavia, una cosa ha attirato subito l’attenzione: le porte dell’autorimessa sotterranea erano deformate. Il tenente dell’autoscala 10 ha ordinato di aprire le porte deformate dell’autorimessa, con delle seghe a motore per permettere l’accesso ed una migliore ventilazione. Trovandosi ad affrontare un apparente incendio in atto, la squadra dell’autopompa 10 ha trasmesso il codice 10-75 (corrispondente proprio ad un incendio in corso). Questa comunicazione ha determinato l’arrivo di un ufficiale aggiunto del 2° Battaglione ed uno della 1° Divisione. Nelle normali procedure operati74 ve, le prime unità a giungere sul luogo dell’intervento proseguono le operazioni della stazione di Polizia/servizio antincendio dell’Autorità Portuale (PA) al piano B-1, allo scopo di determinare la posizione dell’incendio. Tuttavia, a causa dei danni subiti dalle strutture, ciò non è stato possibile. Inoltre, sia l’autoscala, l’autopompa 10 e il 1° Battaglione erano equipaggiati di radio ricetrasmittenti sintonizzate sulle frequenze della Polizia Portuale. Parte dei Vigili del fuoco sono entrati nell’edificio attraverso le rampe dell’autorimessa ed hanno incontrato persone in fuga, alcune delle quali ferite. Una volta giunti all’interno, si sono resi immediatamente conto che non si trattava di un incendio di trasformatore: i danni erano troppo elevati ed era evidente che la causa fosse da attribuire ad una esplosione nell’autorimessa. Anche il comandante John Casey del 1° Battaglione si era accorto che non si trattava di un problema di trasformatore. Nella sua auto di servizio la radio della Polizia dell’Autorità Portuale ha dato l’annuncio di un’esplosione e in seguito l’autopompa 10 ha confermato, comunicando di avere rilevato gravi danni all’interno dell’autorimessa. Al suo arrivo, Casey ha notato il denso fumo che si levava dal livello dell’autorimessa e lo ha comunicato alle 12.24, trasmettendo il codice 10-76 (relativo ad un incendio in corso in edificio a molti piani). Codice che ha determinato l’invio di un’altra autopompa, di due autoscale, della squadra di soccorso n. 3, dell’unità preposta alle comunicazioni durante ANTINCENDIO febbraio 1996 l’intervento (FieldCom), dell’unità equipaggiata con maschere e autorespiratori (MSU) e dell’autopompa 3, attrezzata per gli incendi in edifici a molti piani. Oltre ai mezzi sopra citati, è stata anche inviata un’unità per gli interventi comprendenti materiali pericolosi. Oltre al codice 10-76, sono scattati anche gli allarmi corrispondenti ad altre due aree operative dell’intervento (9031 e 9032), allo scopo di ottenere dei mezzi supplementari, necessari per i potenziali (tuttavia tipici) problemi di traffico durante le ore del giorno. Le unità supplementari richieste, costituite da una autopompa, un carro polisoccorso ed un ufficiale di comando, sono arrivate da Brooklyn, attraverso il Brooklyn Battery Tunnel, mentre altrettanti mezzi ed un ufficiale dello stesso grado si sono diretti sul posto attraversando il Manhattan Bridge. Secondo le indicazioni, l’esplosione ed il conseguente incendio sembravano essersi verificati sotto il Vista Hotel. Casey ha preso il comando e ha stabilito il proprio quartier generale delle operazioni di intervento di fronte all’hotel su West Street. Quasi immediatamente, appena dopo il suo arrivo, è arrivata la notizia che l’atrio della Torre 1 si stava riempiendo di fumo e che numerose persone si trovavano intrappolate nei piani sotterranei. Casey ha così trasmesso un secondo segnale di allarme, corrispondente all’area di intervento 69 (problemi che si stavano evidenziando all’interno del Vista Hotel) alle 12.27 ed un terzo, sempre corrispondente all’area 69, alle ATTENTATO A NEW YORK 12.30. Il FDNY ha assegnato numeri specifici a determinate aree operative degli edifici di importanza rilevante. Nel caso del WTC, il numero 8084 è assegnato alla Torre 1, mentre il numero 8084 corrisponde alla Torre 2. Dal momento che questo incidente ha avuto origine al Vista Hotel, il segnale di allarme inizialmente lanciato corrispondeva alla strada. Mano a mano che l’intervento si rendeva più difficoltoso ed appariva sempre più evidente il coinvolgimento delle torri, sono stati inviati segnali di allarme corrispondenti a quelle aree, contrassegnate dai numeri 8084 e 8087. I centralinisti del centro comunicazioni di Manhattan hanno iniziato a ricevere una valanga di chiamate per i problemi legati alla presenza di fumo e di persone intrappolate nella Torre 1. Così è stato trasmesso un allarme iniziale corrispondente all’area 8084 alle ore 12.29. Il comandante aggiunto Robert Beier è giunto sul posto e ha tentato di accedere alla stazione antincendio del piano B-1. Oltre a trovare l’autorimessa completamente invasa dal fumo, la Polizia gli ha comunicato che la suddetta stazione antincendio era stata seriamente danneggiata. Minuto dopo minuto l’intervento diventava sempre più complesso. Dopo essersi reso conto che una vasta area del complesso WTC era coinvolta nell’incidente, alle ore 12.37, Beier ha trasmesso un quarto allarme corrispondente alla zona 69. Egli conti- Una panoramica del complesso del World Trade Center Informazioni fornite dall’Ufficio Tecnico per la gestione dei rischi dell’Autorità Portuale Il World Trade Center (WTC) è di proprietà dell’Autorità Portuale (Port Authority, PA) di New York e del New Jersey, dalla quale è inoltre gestito. Fu progettato e costruito dalla PA per essere la sede del commercio internazionale nell’ambito della regione di New York/New Jersey. Il WTC si trova su di un’area di 16 acri nella parte bassa di Manhattan. Il complesso è formato da due torri adibite ad uffici dell’altezza di 110 piani (WTC 1 e 2), un hotel di lusso di 22 piani (WTC 3), due edifici di nove piani adibiti ad uffici (WTC 4 e 5), uno stabile di otto piani sede dell’autorità doganale americana (WTC 6) ed un altro edificio di 47 piani sempre adibito ad uffici (WTC 7). Tutti e sette gli stabili hanno sbocchi sia sulla piazza di 5 acri che sulle strade cittadine limitrofe. Il complesso è delimitato dalla West Street a ovest, dalle Vesey e Barclay Street ad est e dalla Liberty Street a sud. Il centro commerciale del WTC, situato direttamente sotto la piazza, è il più grande centro commerciale coperto in quell’area di Manhattan e la più grande superficie pedonale interna del complesso. Il complesso del WTC contiene oltre 12 milioni di piedi quadrati di superficie per uffici. Ognuno dei 110 piani ha le dimensioni di circa un acro (40.000 piedi quadrati) e non è ostruito da colonne per permettere la massima flessibilità nella disposizione degli uffici stessi. La Torre 1 (Torre Nord) è alta 1.368 piedi e sulla sua cima è montata una antenna televisiva commerciale da 351 piedi. La Torre 2 (Torre Sud) è invece alta 1.362 piedi. Il WTC 3, il Vista Hotel, si erge per 265 piedi sul livello stradale e conta 821 stanze. Il WTC 4, noto come Southeast Plaza Building, ha nove piani, è alto 119 piedi ed ha una superficie utilizzabile di 600.000 piedi quadrati. Il WTC 5, il Northeast Plaza Building, ha nove piani per un’altezza di 119 piedi ed uno spazio utilizzabile di 700.000 piedi quadrati. Il WTC 6 ospita gli uffici della dogana della regione metropolitana di New York/New Jersey, è alto 130 piedi per otto piani con una superficie di 800.000 piedi quadrati di spazio. Il WTC 7 è alto 634 piedi per 47 piani di uffici. L’intero complesso è dotato di 256 ascensori e 72 scale mobili. Circa 60.000 persone lavorano all’interno del complesso del WTC ed altri 90.000 visitatori (tra turisti e uomini d’affari) transitano quotidianamente all’interno del centro, nel quale si trovano 450 aziende ed organizzazioni di vario genere, dal settore commerciale a quello governativo, anche straniere, impegnate in attività di commercio internazionale come import, export, spedizioni di merci, mediazioni doganali, finanziarie, assicurative e di trasporti. Il WTC è inoltre sede per Manhattan dell’Autorità Portuale di New York e New Jersey (Port Authority of New York and New Jersey). Il complesso è servito da vari mezzi di trasporto pubblico. La New York City Transit Authority fornisce servizi diretti di metropolitana per mezzo delle linee IRT, BMT e IND; il servizio di autobus è disponibile da diversi punti situati nelle strade limitrofe. La Port Authority Trans Hudson o PATH, fornisce un servizio ferroviario diretto con Hoboken, Jersey City, Harrison e Newark, New Jersey. Un servizio di traghetto è inoltre disponibile da Hoboken al limitrofo World Financial Center. ANTINCENDIO febbraio 1996 75 ATTENTATO A NEW YORK nuava inoltre a ricevere notizie di persone intrappolate nella Torre 1 e inviava quindi, in quell’area e ai livelli sotterranei, mezzi ed uomini di rinforzo, tentando anche di razionalizzare al massimo l’impiego degli uni e degli altri. Un secondo allarme, per l’area 8084, è stato trasmesso alle ore 12.29 dal vice comandante aggiunto Kenneth Cerreta, per la zona sud di Manhattan, che è arrivato poco dopo Beier ed ha assunto il comando delle operazioni. Il cercapersone del comandante del dipartimento di New York ha iniziato a suonare incessantemente per ognuno degli allarmi supplementari: questo era il “Big One”. Da quel momento tutti i comandanti e gli ufficiali che si trovavano sul posto hanno preso coscienza dell’entità dell’intervento: un grande incendio stava bruciando i piani sotterranei, molte persone erano ferite ed intrappolate a causa dell’esplosione, le comunicazioni nel complesso del WTC si erano interrotte, il fumo stava riempiendo la Torre 1 ed il Vista Hotel. I Vigili del fuoco, intanto, organizzavano attivamente le operazioni di spegnimento e di soccorso. Cerreta, che riceveva numerose comunicazioni riguardanti problemi dovuti alla presenza di fumo nella Torre 1, ha inviato una squadra per effettuare sopralluoghi e chiarire le cause di questo problema. I Vigili del fuoco gli hanno allora comunicato la presenza di un fumo denso nell’atrio e nelle aperture verticali, scale e ascensori compresi. Inoltre, gli occupanti stavano ab78 bandonando l’edificio da soli ed alcuni di essi, ai piani superiori, rompevano i vetri delle finestre. Il vice comandante Donald Burns, a capo delle operazioni, è arrivato poco dopo dal Comando Generale dei Vigili del fuoco e si è recato direttamente alla Torre 1, facendovi installare un posto di comando settoriale. Io sono giunto al posto di comando alle 12.48. Il fumo usciva dalle porte dell’autorimessa del Vista Hotel e le finestre dell’atrio della Torre 1 erano annerite dal fumo. La radio del dipartimento aveva dato notizia dell’esplosione di un trasformatore, un’informazione senza conferma. Gli unici fatti noti riguardavano l’esplosione, persone ferite, un incendio di grandi proporzioni che bruciava ad un livello (o a più livelli) del sottosuolo, la presenza di una notevole quantità di fumo ed il coinvolgimento di tre edifici di enormi dimensioni. Ordinarono al vice comandante Steven De Rosa della 3a Divisione di stabilire un comando di settore presso il Vista Hotel. Personalmente ero preoccupato del pericolo presente direttamente sopra la zona dell’esplosione e dell’incendio. Dopo aver elaborato una valutazione complessiva, ho chiesto a Cerreta se fosse in grado di determinare l’entità dell’intervento, cosa stava bruciando esattamente e cosa era accaduto. E, dopo breve tempo, il comandante Burns mi comunicava che grandi quantità di fumo stavano entrando nella Torre 1, che la parete divisoria o la compartimentazione, originariamente posta tra la torre e la zona dell’incendio, era stata diANTINCENDIO febbraio 1996 strutta dall’esplosione. Era questa la ragione per cui la diffusione del fumo non poteva essere fermata. Era già evidente, sin dai primi momenti dell’intervento, che sarebbe stato necessario un grande impiego di forze per fare fronte alle operazioni. Veniva dunque lanciato un quinto allarme relativo all’area 69 alle 12.54. Contattai, a quel punto, Cerreta e gli ordinai di abbandonare la sua missione di perlustrazione e di prendere il comando delle operazioni di spegnimento nei livelli sotterranei. Era chiaro che, in mancanza della capacità di controllare il fumo, le fiamme dovevano essere spente il più presto possibile. Lo spegnimento dell’incendio sarebbe stata la chiave per stabilizzare la situazione e per proteggere le vite delle persone che si trovavano ancora all’interno degli edifici al di sopra di esso. Mano a mano che i mezzi antincendio arrivavano sul posto venivano inviati nei settori che necessitavano di aiuto e di rinforzi. Un vigile del fuoco è disperso Nello stesso momento in cui il comandante Burns ha avvertito della mancanza di una parete nel Vista Hotel, il vice comandante Eugene Dockter, che con il pari grado Ralph Palmer aveva assunto il comando del settore del Vista Hotel, ha comunicato che un Vigile del fuoco era disperso. Si credeva, con grande preoccupazione, che fosse caduto in una voragine (il cratere provocato dall’esplosione). ATTENTATO A NEW YORK Il vice comandante De Rosa, il capo battaglione Richard Rewkowski, l’unità 1, una squadra di soccorso, due autoscale e tre autopompe sono state quindi incaricate di occuparsi di questa operazione. Più tardi, è stato rinvenuto il Vigile del fuoco Kevin Shea della squadra di soccorso 1 che, nel tentativo di raggiungere le vittime rimaste intrappolate, era precipitato in un cratere. La gravità delle sue ferite ha però richiesto un intervento chirurgico d’urgenza. Nel frattempo, il posto di comando aveva ricevuto notizia della presenza di fumo nella Torre 2 e del fatto che numerose persone, nel tentativo di abbandonare l’edificio, erano rimaste intrappolate negli ascensori. Gli ufficiali Robert Manson e Joseph Mills hanno istituito dei comandi di settore presso la Torre 2. Il comando dell’intervento Dopo l’istituzione di un punto di comando presso la Torre 2, l’intera struttura per il coordinamento ed il controllo delle operazioni di intervento era solidamente stabilita. L’area dell’intervento era stata suddivisa in tre settori principali, la Torre 1, la Torre 2 ed il Vista Hotel e due settori operativi secondari, rappresentati dal salvataggio del Vigile del fuoco Shea e le azioni di spegnimento e di ricerca nei piani sotterranei. Successivamente, allo scopo di assicurare una ricerca completa in tutti gli edifici e nella zona del viale di accesso, sarebbero stati aggiunti altri settori operativi. I comandanti dei vari settori, in effetti, hanno gestito autonomamente le proprie operazioni di intervento e provveduto a suddividere le zone d’azione in porzioni dalle dimensioni più facilmente controllabili ed in settori secondari, affidandoli ai propri ufficiali. Ogni settore ha dato comunicazione dei propri progressi, problemi e necessità al posto di comando principale e quest’ultimo ha fornito il personale e l’equipaggiamento, lo sviluppo di nuove strategie operative, messe poi in pratica dai comandi di settore. In tale modo si è tentato di assicurare una buona condizione di sicurezza per i soccorritori, soddisfacendo allo stesso tempo le necessità operative mediante il costante miglioramento della strategia di comando. Il mio impegno, come comandante in capo dell’intervento, consisteva nel tenere sotto controllo la posizione delle squadre impegnate e nel seguire i progressi ottenuti durante l’intervento. Allo scopo di registrare le posizioni delle varie squadre, ho utilizzato il pannello di controllo dell’unità equipaggiata per le comunicazioni (FieldCom). In questa operazione sono stato coadiuvato da due comandanti ed un ufficiale in forze al suddetto mezzo. Nello stesso tempo, altro personale assegnato a questa unità ha istituito dei centri operativi sul campo, ha monitorato le comunicazioni via radio e, via ricetrasmittente, trasmesso bollettini dei progressi operativi e mantenuto un tabellone relativo alla logistica dell’intervento. Sia la logistica che l’allestimento dei soccorsi sono stati compiti di grandi proporzioni e mentre il primo funANTINCENDIO febbraio 1996 zionario aggiunto (ora in carica) William Feehan ha diretto la logistica, il vice comandante aggiunto Donald Ruland si è occupato dell’allestimento dei soccorsi, dislocando l’incredibile numero di unità operative che si trovavano già sul posto o che stavano ancora affluendo verso di esso. Al vice comandante aggiunto Elsworth Hughes è stato affidato il compito di ufficiale di collegamento. Il posto di comando era affollato di rappresentanti delle varie autorità, compreso l’Office of Emergency Management (la task force operativa per le emergenze della città), la Polizia, il New York City EMS, i dirigenti tecnici e di gestione dei rischi dell’Autorità Portuale, la Consolidated Edison (Con Ed, una società elettrica locale) e molte altre organizzazioni. In molte occasioni, i Vigili del fuoco hanno lavorato a stretto contatto con il personale di altre organizzazioni. Hanno, ad esempio, collaborato con i tecnici della società elettrica locale per bloccare l’erogazione del gas, con l’Interstate Transportation Department per effettuare verifiche ai binari dei treni PATH, situati al livello B 6, con i tecnici di varie organizzazioni allo scopo di stabilire strategie e procedure per la prevenzione di potenziali esalazioni di amianto e, fatto ancor più rilevante, con la Polizia ed il personale sanitario dell’EMS, per effettuare salvataggi e prestare le prime cure mediche alle vittime. Consapevoli della condizione disagiata provocata dalla presenza di un eccessivo numero di persone che tentavano di accedere al posto di comando, e della neve 79 ATTENTATO A NEW YORK che cadeva fitta, abbiamo deciso che era necessario cercare un luogo più sicuro. E’ stata perciò richiesta e velocemente montata una grande tenda, che da quel momento è stata utilizzata per ospitare il posto di comando. Un notevole ostacolo alla capacità di rafforzare il controllo dell’intervento è stato rappresentato dalle comunicazioni in loco del Dipartimento dei Vigili del fuoco. Sin dall’inizio le comunicazioni hanno costituito un grave problema. Con la presenza di 156 unità e 31 ufficiali operativi su un tale intervento, grande era la difficoltà di tenere sotto controllo le frequenze delle comunicazioni delle radio portatili. In quell’occasione sono stati utilizzati due canali di comando ed un canale tattico e, in molti casi, i comandanti di settore hanno fatto uso di portaordini per comunicare con il comandante dell’intervento. In genere, i problemi erano causati da uno o più dei seguenti fattori: - la quantità di personale che utilizzava i canali; - un numero insufficiente di canali rispetto alle aree operative; - problemi di distanza - perdita di messaggi; - la struttura degli edifici interrompeva i segnali; - l’impossibilità di contattare il personale di altre organizzazioni. Molti impiegati che si trovavano nelle torri gemelle hanno avuto accesso a telefoni funzionanti, tanto che il numero di emergen- Caratteristiche rilevanti della struttura di comando za 911 (un ufficio facente parte del centro per le comunicazioni del Dipartimento di Polizia, che inoltra le chiamate relative ai Vigili del fuoco) e l’Ufficio per le comunicazioni di emergenza del FDNY hanno ricevuto oltre 1.000 chiamate. Gli appelli di emergenza sono stati inoltre ricevuti anche da quattro altri uffici appositi della zona, oltre che dal quartier generale dei Vigili del fuoco di Brooklyn. Mano a mano che venivamo raggiunti da queste richieste di aiuto attraverso l’unità FieldCom, le hanno inoltrate al posto di comando e per ognuna di esse sono stati presi specifici provvedimenti operativi. Insieme allo staff del posto di comando, si è determinato il modo in cui dare priorità alle chiamate in base all’emergenza/gravità delle comunicazioni e alla disponibilità delle risorse disponibili. Comandante del Dipartimento dei Vigili del fuoco Il quadro diventa più chiaro Ufficio gestione Sicurezza emergenze Condizione e stato Media delle risorse Comunicazioni Sicurezza Documentazione Logistica Gestione degli uomini Equipaggiamento di sicurezza Torre 1 Hotel Vista Torre 2 Incendio 82 Aree sotterranee Salvataggio del Vigile del fuoco Shea ANTINCENDIO febbraio 1996 Mentre lavoravo per stabilire il comando ed il controllo delle operazioni, sono iniziate ad affluire le comunicazioni dei comandanti di settore. Mi sono cosìreso conto della reale entità dell’intervento. In breve tempo ero venuto a sapere che: - i sistemi di allarme antincendio e di comunicazione pubblica del complesso erano fuori uso; - la stazione interna antincendio del Dipartimento di Polizia era fuori uso; - il sistema delle tubazioni del complesso era stato danneggiato a causa della distruzione ATTENTATO A NEW YORK subita dalla parte di tubature che si trovavano ai piani inferiori, ma alcune parti di esso, in certe zone, potevano ancora essere utilizzate da parte di alcune unità; - il sistema automatico sprinkler era fuori servizio nell’area dell’esplosione e dell’incendio; - molte parti importanti dell’impianto elettrico della Torre 1, della Torre 2 e del Vista Hotel erano fuori uso; - i generatori di emergenza, situati al piano B-6, avevano subito gravi danni ai sistemi di r a ffreddamento ad acqua a causa dell’esplosione. Avevano funzionato per circa 20 minuti, poi si erano bloccati a causa del surriscaldamento; - un soffitto in cartongesso della stazione della metropolitana al piano B-5 era crollato a causa dell’esplosione; - il fumo si stava diffondendo in molte aree del Vista Hotel, della Torre 1 e della Torre 2; - i soccorritori stavano rimuovendo numerosi feriti sia dai piani superiori che inferiori del complesso; - era necessario effettuare una evacuazione di notevole entità, dopo che 50.000 persone avevano abbandonato da sole la zona, non c’era alcuna possibilità di ritorno, non senza un sistema di comunicazione eff iciente; - il potenziale numero di persone intrappolate negli ascensori era elevato ed i miei sospetti in materia erano supportati dalla quantità di salvataggi già effettuati. Utilizzando tutte queste preziose informazioni, ero in grado di ampliare l’entità delle operazioni di soccorso e di soddisfare le esigenze strategiche dell’intervento. Con un terzo allarme simultaneo, venivano richieste 40 autopompe e autoscale di rinforzo da Brooklyn. Ciò è stato fatto per evitare di smantellare le unità di Manhattan, ma anche per ottenere rapidamente un grande numero di unità sul luogo dell’intervento. Nel corso delle ore successive, svariati allarmi supplementari e chiamate speciali sarebbero stati trasmessi per soddisfare la sempre crescente necessità di personale di soccorso. Non è stato richiesto mutuo soccorso da parte del FDNY. Alcune unità del New Jersey ed anche della zona nord dello stato di New York sono intervenute con le proprie attrezzature ed as- sistenza volontariamente. Operazioni di intervento Entro un’ora dal mio arrivo sul luogo dell’intervento, il salvataggio del vigile del fuoco Shea era stato portato a compimento e gli incendi presenti nell’area sotterranea erano sotto controllo. La nostra priorità era adesso rappresentata dai sopralluoghi da effettuare nei piani sotterranei, dalla ricerca e dall’evacuazione delle torri e dell’hotel, da una valutazione dei danni e della stabilità delle strutture delle aree sotterranee, questi ultimi elementi di grande importanza per l’incolumità del personale impegnato nelle operazioni di intervento in quelle aree specifiche. Posto di comando settoriale - VVF Comando Torre 1 Collegamento Risorse Tabellone di controllo del comando Tecnici addetti EMS soccorso agli ascensori medico Ingegneri Dispiegamento dell’autorità portuale mezzi Comandante Comandante Comandante aggiunto aggiunto aggiunto Ricerca e recupero piani da 1 a 50 piani da 51 a 110 Zona sicura Capo battaglione - piani Capo battaglione - piani da 1 a 20 - 10 unità da 50 a 70 - 8 unità Capo battaglione - piani Capo battaglione - piani da 21 a 40 - 8 unità da 70 a 90 - 8 unità Capo battaglione - piani Capo battaglione - piani da 40 a 50 - 8 unità da 90 a 110 - 8 unità ANTINCENDIO febbraio 1996 83 ATTENTATO A NEW YORK I danni provocati dall’esplosione di Steven C. De Rosa* Gli effetti dell’esplosione al World Trade Center sono stati gravi. LIVELLO DELLA PIAZZA (tre piani al di sopra dell’esplosione) - Una sezione in calcestruzzo armato del diametro di 100 piedi quadrati è stata sgretolata e sollevata. LIVELLO DELL’ATRIO (due piani al di sopra dell’esplosione) - Una voragine di 400 piedi quadrati si è aperta in una sala da pranzo/riunioni vicino alla Liberty Ballroom del Vista Hotel. - I vetri delle finestre e la parete divisoria tra il Vista Hotel e la Torre 1 al livello dell’atrio sono andati in mille pezzi a causa dell’esplosione, la quale ha creato un passaggio per il fumo, che ha così potuto diffondersi dal Vista Hotel alla Torre 1. - Parte del solaio in gesso e cartongesso sopra la voragine è crollato. LIVELLO B-1 (un piano sopra l’esplosione) - Una voragine di 5.000 piedi quadrati si è aperta su di una rampa che porta all’autorimessa sottostante. - Il centro di comando e comunicazioni dell’Autorità Portuale è stato pesantemente danneggiato e reso inutilizzabile. - Le pareti ed i soffitti sono stati gravemente danneggiati. - Gli ascensori hanno subito danni. - Sette colonne di acciaio hanno subito danni e sono rimaste prive di sostegno laterale. LIVELLO B-2 (piano stradale) - Un cratere a forma di L, delle dimensioni di 130 piedi per 150 nel suo punto massimo, si è aperto, facendo crollare cemento armato e detriti sui piani sottostanti. - Almeno nove colonne in acciaio sono state gravemente danneggiate e sono rimaste senza sostegno laterale. - Molte pareti sono crollate, compreso un blocco di muro adiacente all’area dell’esplosione nel cui crollo sono rimasti uccisi cinque dipendenti del WTC. - Le porte e le pareti dei vani corsa degli ascensori nella Torre 1 hanno subito gravi danni. - Circa 200 autovetture sono state danneggiate totalmente o in parte, molte delle quali sono state trovate in fiamme. - Le linee primarie della corrente elettrica sono state danneggiate. - Le porte e le pareti dei vani scala hanno subito gravi danni - Alcune tubazioni sono state danneggiate. - Il sistema sprinkler installato nell’area dell’esplosione è andato distrutto. LIVELLI B-3, B-4, B-5 e B-6 (al di sotto dell’esplosione) - Una massa di detriti provocati dall’esplosione si è sparsa attraverso uno squarcio in tre livelli della struttura (dal livello B-3 al B-5), cadendo sulle apparecchiature di refrigerazione al livello B-5. - Un soffitto della stazione ferroviaria PATH, al livello B-5, è crollato. - Una tubazione del diametro di 24 pollici per l’approvvigionamento idrico, che collega il fiume Hudson agli apparecchi di condizionamento dell’aria ed altre apparecchiature di refrigerazione/aria condizionata di minori dimensioni sono state danneggiate. - Le tubazioni dell’acqua per i generatori di emergenza sono state danneggiate al livello B-6. Steven C. De Rosa, da 29 anni nel City of New York (NY) Fire Department, è comandante aggiunto della Divisione 3 nella zona centrale di Manhattan, nella quale presta servizio da 10 anni. Ha messo a punto numerose procedure di intervento per i Vigili del fuoco, comprendenti anche le tattiche operative necessarie alle operazioni in edifici a numerosi piani. 84 ANTINCENDIO febbraio 1996 ATTENTATO A NEW YORK Valutazione dei danni e dei rischi In seguito all’utilizzo di un’illuminazione di emergenza da parte dei Vigili del fuoco è stato possibile valutare l’entità e la gravità dei danni nell’area sotterranea. Il livello B-2 che circondava il piano al livello stradale era andato completamente distrutto. Le tubazioni e le condotte erano state spezzate come ramoscelli. Le pareti in muratura ed il solaio in calcestruzzo armato si erano frantumate in mille pezzi, mentre le automobili si erano ribaltate come giocattoli. Le colonne in acciaio erano danneggiate e tuttavia continuavano a reggere. Un ufficiale è stato così incaricato di verificare ed accertare la stabilità della struttura crollata e, coadiuvato da un gruppo di ingegneri dell’Autorità Portuale, ha effettuato una serie di sopralluoghi. L’esplosione ha danneggiato quattro dei sette alimentatori elettrici in uso, provocando un’interruzione nel funzionamento dei sistemi di protezione antincendio ed una sporadica mancanza di energia elettrica in tutto il complesso. Per una serie di motivi, troppo numerosi per essere integralmente citati, il comando dei Vigili del fuoco non ha mai fatto richiesta di interruzione definitiva della corrente elettrica. L’intera circolazione ferroviaria della zona è stata bloccata ed al personale antincendio è stato comunicato di operare con cautela nelle aree sotterranee. Per ragioni che mi sono sconosciute, l’energia elettrica è stata tolta completamente alle 1.30 circa. Si è stabilito poi che le operazioni di intervento nei piani sotterranei pote- vano continuare nei limiti di sicurezza ragionevoli, ma la possibilità di un altro crollo era sempre presente. I piani sotterranei In presenza di tali gravi danni ai piani interrati - i detriti raggiungevano un’altezza di diversi metri - le operazioni di ricerca e di sopralluogo sono state condotte in condizioni molto difficili e pericolose. L’ufficiale Cerreta si è occupato della supervisione alle ricerche, effettuate con la protezione di manichette di copertura. Il personale dell’Autorità Portuale ha collaborato a tali operazioni, rilevando la presenza di una probabile vittima nelle aree di servizio occupate al livello B-2, sotto il Vista Hotel e la Torre 1. L’esplosione ha distrutto una parete divisoria tra l’autorimessa e quest’area di servizio (demolita, si è scoperto in seguito, da una trave di sostegno in acciaio scagliata contro di essa dall’incredibile forza prodotta dall’esplosione). Un’attiva operazione di ricerca è stata concentrata in questa zona ed i corpi di quattro vittime sono stati rinvenuti e rimossi dai Vigili del fuoco e portati in un obitorio provvisorio allestito all’interno del Vista Hotel. I corpi di cinque delle sei vittime di questo attentato sono stati rimossi entro le prime due ore (una vittima è stata rinvenuta dai Vigili del fuoco su una rampa all’inizio delle operazioni di intervento). La sesta vittima è stata invece trovata tra le macerie da alcuni agenti di Polizia, durante alcuni sopralluoghi di indagine condotti 17 giorni più tardi. ANTINCENDIO febbraio 1996 I Vigili del fuoco hanno estratto dalle macerie 16 civili intrappolati in uno spogliatoio vicino all’epicentro dell’esplosione, localizzato e tratto in salvo persone rimaste in una stanza sospesa pericolosamente sopra il cratere, salvato persone cadute nel cratere ed hanno inoltre effettuato intense ricerche nell’area dello scoppio, recuperando un grande numero di feriti. In totale, al fine di spegnere le fiamme, effettuare salvataggi, ricerche, recuperi e dare supporto logistico ai piani sotterranei, sono state impiegate 71 squadre. Operazioni in superficie La grande quantità di fumo sprigionatosi prima dello spegnimento delle fiamme ha costituito un grave ostacolo per le operazioni di intervento. A causa della distruzione delle porte dell’ascensore del livello B-2, dello squarcio nella sala conferenze del Vista Hotel, della parete divisoria in vetro tra l’hotel e la Torre 1 andata in frantumi, delle porte aperte a tutti i piani dagli occupanti in fuga - e con l’effetto camino in atto - la maggior parte dei piani e tutte le scale della Torre 1 e del Vista Hotel si erano riempite di fumo. Nella Torre 1, le condizioni del fumo erano peggiori di quelle degli altri tre edifici. L’azione iniziale delle risorse in superficie sugli edifici è stata concentrata sul Vista Hotel. Da solo ed in condizioni normali, questo edificio di 22 piani costituisce di per sé un grave problema per i Vigili del fuoco. In questo caso particolare, l’intervento è stato gestito nel modo migliore 85 ATTENTATO A NEW YORK e nelle condizioni tutto sommato più favorevoli (a quell’ora molti ospiti avevano già lasciato l’albergo ed altri dovevano ancora arrivare) da parte dei dirigenti incaricati della sicurezza antincendio dell’edificio e dai Vigili del fuoco ed ufficiali. L’intero edificio è stato setacciato completamente entro un’ora. Le squadre sono state poi spostate dal settore del Vista Hotel alle operazioni presso le Torri 1 e 2. La maggiore sfida era adesso rappresentata dalla ricerca di persone e dall’evacuazione proprio nelle torri gemelle. Le scale erano affollate e molte persone non erano in grado di abbandonare gli edifici con le proprie forze. Donne incinte, anziani, persone sofferenti di disturbi cardiaci e disabili avevano tutti bisogno dell’aiuto dei Vigili del fuoco, che hanno portato a compimento l’evacuazione di molta gente trasportandola per oltre 60 piani di scale con sedie di vario genere, a rotelle, da ufficio, ecc. Svariati gruppi di bambini sono stati scortati fuori dall’edificio, un gruppo dei quali addirittura dal 92° piano. Per molti occupanti è stato necessario l’uso di apparecchi per la rianimazione e la somministrazione di cure di pronto soccorso. Ogni piano è stato sottoposto a ricerche e sopralluoghi, per una superficie totale di 40.000 piedi quadrati. E’ stato inoltre necessario utilizzare arnesi da scasso per poter accedere a molti piani ed uffici. Oltre alle difficoltà che già erano state affrontate, si è aggiunta anche la minaccia di un’altra bomba, che si pensava fosse al 65° piano della Torre 1. 90 Per questo i Vigili del fuoco hanno installato una manichetta presso le tubazioni, supportando e coadiuvando le operazioni di ricerca della Polizia. Oltre alla sfida rappresentata dall’evacuazione attraverso le scale e la ricerca di persone ai vari piani, la parte più diff i c i l e dell’operazione dal punto di vista strategico e logistico era data dalla localizzazione e dall’effettuazione di sopralluoghi dei 99 ascensori posti in ognuna delle due torri e dei 12 presenti nel Vista Hotel. Molti di essi si trovavano in vani corsa ciechi oppure bloccati a metà tra i piani. L’identificazione della posizione delle cabine è stata difficile e dispendiosa in termini di tempo. Molti muri sono stati in parte rimossi per poter avere accesso alle cabine degli ascensori. Centinaia di persone vi erano rimaste intrappolate nel momento in cui la corrente elettrica era stata interrotta. In un caso, dieci occupanti di un ascensore nella Torre 1 sono stati trovati privi di sensi sul pavimento della cabina, portati in salvo e rianimati dal personale sanitario di emergenza dell’EMS. In un altro caso, nella Torre 2, 72 scolari sono stati tratti in salvo da una cabina che si trovava in un vano corsa cieco. Una volta fuori dall’edificio, le vittime dovevano affrontare il pericolo della caduta di pezzi di vetro di finestre infrante da alcuni occupanti che si trovavano ancora ai piani superiori. Si trattava di un problema reale sul quale i Vigili del fuoco non avevano alcun controllo. La rottura di molte di queste finestre era dovuta alle errate ANTINCENDIO febbraio 1996 informazioni divulgate dai mass media, i quali incoraggiavano le persone intrappolate nella torre ad agire in quel modo. Un aspetto insolito di questo intervento è stato il fatto che una grande società di ascensori aveva la propria sede ed i propri uffici all’interno delle torri del WTC. Nel momento dell’esplosione, svariati tecnici di questa società addetti alla manutenzione erano al lavoro all’interno dell’edificio. Essi, sapendo della presenza di persone intrappolate all’interno degli ascensori, iniziarono presto a provvedere ai salvataggi, portando al piano dell’atrio, tramite comandi manuali, le cabine bloccate. Tuttavia, non sempre essi hanno dato comunicazione ai Vigili del fuoco di quanto stavano facendo, soprattutto nei momenti iniziali. Se ci fosse stata una migliore comunicazione, le ricerche sarebbero state meglio coordinate proprio con l’aiuto dei Vigili del fuoco. Uno spazio di oltre 8 milioni di piedi quadrati, comprendenti la Torre 1, la Torre 2 ed il Vista Hotel, è stato sottoposto a ricerca e sopralluoghi. La Torre 1 ha richiesto il maggior dispendio delle risorse e dei mezzi impiegati per le operazioni in superficie. Nel momento in cui in altri settori si iniziavano a ridurre le unità impegnate, è stato ordinato di darne immediata comunicazione al posto di comando. Esse sarebbero state inviate ad altro settore che necessitava di rinforzi, a meno che non si fosse vista la necessità di dare un cambio al personale. Per tutto il corso dell’intervento, 55 squadre lavorarono al- ATTENTATO A NEW YORK la Torre 1, 27 alla Torre 2 e 20 al Vista Hotel. Le operazioni di intervento si sono protratte fino a notte inoltrata. Alle 23.45, l’ultimo ascensore è stato localizzato ed i suoi occupanti tratti in salvo. Erano rimasti bloccati in quella cabina per oltre 11 ore. Il cambio di turno sarebbe stato gestito mediante richieste di partenze supplementari. Alcuni Vigili del fuoco, che si erano recati ai piani superiori delle torri, non si sono potuti sostituire. C’erano volute ore per raggiungere i livelli più elevati dei due edifici da 110 piani ciascuno e quindi, se necessario, questi uomini avrebbero continuato a lavorare fino a quando avrebbero potuto riscendere nuovamente, effettuando inoltre contemporaneamente delle ricerche supplementari. Il ripristino della corrente elettrica Il ripristino della corrente elettrica ha costituito una situazione assai critica non solo per gli occupanti intrappolati negli edifici e per i Vigili del fuoco, ma anche per altre ragioni. La New Yo r k Telephone Company aveva molte installazioni telefoniche nel complesso del WTC, inoltre forniva servizi telefonici ad una parte di Manhattan ed al servizio di controllo del traffico aereo di tre importanti aeroporti regionali. Tali strutture telefoniche erano dotate di un generatore di supporto, ma le linee di raffreddamento di quest’ultimo erano state compromesse dall’esplosione così come i generatori della PA per il complesso del WTC. Fortunatamente, esisteva una batteria di supporto operativa, che ha mantenuto in funzione il sistema telefonico fino al ripristino della corrente elettrica. Quest’ultima è stata nuovamente erogata alle ore 18.00 circa e ha continuato fino alla mezzanotte, momento in cui la maggior parte dei circuiti derivati della Torre 1 e della Torre 2 sono stati riparati. Il ripristino della corrente elettrica ha interessato principalmente le aree degli ascensori e, in seguito, altre parti degli edifici. Il mattino seguente Alcuni funzionari del Dipartimento dei Vigili del fuoco di New York incontrarono gli alti funzionari del PA al WTC alle prime ore del mattino del giorno seguente l’esplosione. I Vigili del fuoco coadiuvarono e collaborarono all’opera di ripristino dei sistemi di protezione antincendio (tubazioni, sprinkler, ecc.). Avevamo inoltre delle autopompe collegate ai dispositivi idrici del Dipartimento dei Vigili del fuoco, pronte a offrire approvvigionamento al sistema antincendio se si fosse reso necessario. La nostra assistenza comprendeva anche il compito di stabilire quale livello minimo di protezione sarebbe stato necessario prima di dichiarare nuovamente abitabili gli edifici. Il nostro ufficio di prevenzione incendi ha lavorato molto insieme al PA per riportare in uso gli edifici il più presto possibile. In via cautelativa, abbiamo mantenuto la nostra presenza in loco fino al 25 marzo 1993. ANTINCENDIO febbraio 1996 Lezioni apprese e ribadite Come è stato dimostrato da molti interventi nella storia, l’estinzione di un incendio è l’arma più efficace contro la produzione di fumo e, quindi, contro la diffusione dello stesso. La decisione di attaccare gli incendi presenti nei piani sotterranei nelle prime fasi dell’intervento è stata la più importante di tutte, dal momento che lo spegnimento tempestivo delle fiamme ha permesso di salvare centinaia, forse migliaia, di vite umane. Il posizionamento e la messa in opera delle manichette nelle autorimesse sotterranee di un grande edificio pubblico, dopo un’esplosione di enorme entità, rappresenta una sfida per i Vigili del fuoco. Gli approvvigionamenti idrici tradizionali possono rivelarsi non disponibili oppure avere una capacità limitata (i Vigili del fuoco hanno predisposto una unità marina per attingere acqua dal fiume Hudson e rifornire le autopompe in caso di necessità) e le tubazioni interne all’edificio possono inoltre essere danneggiate. Accessi facili e rapidi al luogo dell’incendio non sono in genere disponibili ed i Vigili del fuoco possono trovarsi nella condizione di estinguere numerosi incendi (come quelli singoli di automobile) prima di potere raggiungere il proprio obiettivo. Il volume dell’incendio (che dipende dai materiali combustibili nell’area dell’esplosione) e la necessità di proteggere i soccorritori da possibili pericoli legati alle fiamme (come serbatoi di gas, crolli secondari, fiamme, ecc.) impongono l’uso di manichette in grado di produrre 91 ATTENTATO A NEW YORK I materiali utilizzati nella bomba del World Trade Center di Frank L. Fire* Come è già stato detto nel reportage relativo all’attentato al WTC, sembra che la bomba utilizzata fosse a base di nitrourea e che ad essa siano state unite delle bombole di idrogeno per accrescerne l’effetto distruttivo durante l’esplosione. Quanto segue è una breve descrizione del materiale utilizzato. La nitrourea, una polvere cristallina bianca, è un esplosivo di Classe A, noto anche con i nomi di m-nitrocarbamide, N-nitrocarbamide, 1-nitrourea e N-nitrourea. Si tratta di un materiale ad elevato rischio di esplosione, stabile fino a quando viene fatto detonare. Benché alcuni sostengano che la nitrourea sia sensibile al calore e agli urti, è molto più probabile che essa sia stabile, in caso contrario sarebbe troppo pericolosa da trasportare in camion (o furgone). La potenza della nitrourea è simile a quella del tritolo (TNT) e dell’acido picrico (Il TNT e l’acido picrico sono utilizzati come termini di riferimento perché il primo è considerato come l’esplosivo “standard” negli Stati Uniti, mentre il secondo è l’esplosivo “standard” nel Regno Unito). La nitrourea produce circa il 90,5 % del volume di gas del TNT quando è fatta esplodere ed ha poco più del 3% in più della potenza relativa del TNT stesso. Essa produce circa il 97,7% del volume di gas dell’acido picrico ed il 3% in meno della potenza relativa. Il suo potere calorifico (come descritto dal numero di joule di energia per chilogrammo di peso) è del 34% maggiore rispetto a quello del TNT e del 19% maggiore di quello dell’acido picrico. Se paragonata al nitrato di ammonio, la nitrourea ha circa il 13% in meno di volume di gas, circa il 38% in più di potenza relativa e circa il 47% in più di potere calorifico. L’idrogeno è un gas altamente infiammabile, non tossico, privo di colore, odore e sapore. Il suo campo di infiammabilità va dal 4% al 75%, il secondo campo di infiammabilità di qualunque gas infiammabile. Rientrando in un campo così ampio, esso prende fuoco facilmente. La fiamma dell’idrogeno che brucia sprigiona un calore elevatissimo (la sua temperatura di fiamma è di 3.700 °F). L’idrogeno brucia con una fiamma quasi invisibile, convertendo tutta l’energia in energia interna. * Frank L. Fire è il vice presidente del marketing per la Americhem Inc. di Cuyaho ga Falls, Ohio. Insegna chimica delle sostanze pericolose alla University of Akron e alla National Fire Academy. Fire è l’autore di The Common Sense Approach to Hazardous Materials e della guida pratica Combustibility of Plastics and Chemical Data Notebook: A user’s Manual, pubblicati dalla casa editrice Fire Engineering Books. 92 ANTINCENDIO febbraio 1996 un flusso idrico superiore ai 200 gpm. Questa è stata la più grande operazione di evacuazione di edificio mai registrata. La strategia di “difesa in loco” non esisteva. L’evacuazione dell’edificio ed il comportamento umano in queste circostanze saranno studiati negli anni futuri e si spera produrranno nuove lezioni adatte ad essere inserite nelle normative edilizie. Tale intervento esemplifica il classico effetto di movimento verticale verso l’alto del fumo e dei gas riscaldati, provocato dalle basse temperature esterne e dalle elevate temperature interne. Il movimento verso l’alto del fumo è stato aumentato dalla breccia presente nella parete divisoria in vetro della sala per conferenze del Vista Hotel e nella parte inferiore dei vani corsa di ascensori e scale. La potenza della bomba in sé ha ugualmente contribuito a spingere il fumo verso l’alto, così come le aperture delle porte dei vani scala ad opera degli occupanti in fuga ne hanno permesso la diffusione ai vari piani e pianerottoli e viceversa. Il WTC è un complesso bene edificato il quale, nonostante i notevoli danni subiti, ha resistito agli effetti distruttivi della bomba. Nel periodo dell’esplosione, il WTC era più che conforme ad alcune norme edilizie e di sicurezza antincendio, mentre non ne rispettava altre. Fu necessario un notevole impegno al fine di applicare a tutti gli edifici le normative locali in vigore. Se i Vigili del fuoco devono spegnere gli incendi, è bene che si impegnino anche ATTENTATO A NEW YORK affinché le leggi vengano rispettate. Ciò migliorerà e favorirà la conoscenza e la standardizzazione delle procedure e delle misure di protezione antincendio. Dopo l’attentato, i dirigenti del WTC hanno collaborato molto attivamente con i Vigili del fuoco ed altre organizzazioni e si sono inoltre impegnati ad apportare dei miglioramenti alle strutture, allo scopo di uniformarsi alle normative e, in alcuni casi, anche di andare oltre. Tra i miglioramenti degni di nota troviamo cambiamenti nel numero delle stazioni antincendio interne e nell’istruzione del personale antincendio all’interno del complesso; l’incremento delle attrezzature necessarie alla comunicazione, in particolare di un sistema di comunicazione di emergenza senza fili, una illuminazione di emergenza Il controllo delle operazioni di intervento sugli ascensori di Steven C. De Rosa Molte persone sono rimaste intrappolate negli ascensori nel momento in cui è venuta a mancare l’energia elettrica. Secondo il personale del World Trade Center, 45 cabine di ascensore occupate erano bloccate in numerosi vani corsa ciechi. I danni riportati dal centro emergenze del WTC hanno reso impossibile la comunicazione con la maggior parte delle cabine bloccate ed il numero delle operazioni di recupero fu inizialmente enorme. Tre organizzazioni furono direttamente impegnate nelle operazioni: i Vigili del fuoco, l’Autorità Portuale ed il Dipartimento di Polizia. I tecnici addetti alla manutenzione degli ascensori (la cui società aveva sede all’interno del complesso del WTC) hanno avuto un ruolo rilevante in queste operazioni di recupero di persone in pericolo. Il coordinamento di tali operazioni si è dimostrato piuttosto difficile per il fatto che è stato arduo determinare la posizione degli ascensori nei vani corsa. Ci sono volute oltre 11 ore per liberare gli ultimi occupanti rimasti intrappolati. E’ alquanto improbabile che la maggior parte dei comandanti di intervento si trovino nuovamente ad affrontare problemi di recupero di una tale entità (ogni torre ospita oltre 99 ascensori) tuttavia, un incendio di edificio a numerosi piani può necessitare di azioni operative, tra cui le seguenti: - affidare compiti di controllo del settore ascensori ad un ufficiale ed assegnare il necessario personale operativo. Tale ufficiale coordinerà e curerà la supervisione delle operazioni di recupero. Quando più organizzazioni sono coinvolte nelle operazioni di emergenza, i Vigili del fuoco devono mantenere il controllo dell’intervento richiedendo via radio dei rappresentanti delle altre organizzazioni stesse per permettere una fattiva collaborazione con l’ufficiale addetto al controllo degli ascensori; - utilizzare il contributo operativo di ingegneri civili, tecnici addetti agli ascensori o personale addetto alla manutenzione al fine di determinare il numero di ascensori coinvolti e la loro posizione; - le cabine degli ascensori bloccate nei vani corsa ciechi sono difficili da localizzare senza l’ausilio di un pannello di controllo. La perdita di corrente elettrica renderà inutilizzabile la maggior parte dei sistemi di identificazione. E’ quindi necessario migliorare l’autonomia del gruppo elettrogeno del sistema di identificazione e rilevazione della posizione delle cabine degli ascensori; - lavorare con funzionari governativi per elaborare dei sistemi di protezione antincendio che siano conformi alle norme locali. Nel WTC, il vano corsa cieco si estendeva per 78 piani: i Vigili del fuoco sono stati costretti a creare delle aperture ogni cinque piani per potere localizzare la cabina - era impossibile vedere per oltre sei piani nell’oscurità. Alcune normative locali richiedono delle aperture nei vani corsa ciechi degli ascensori, ad intervalli di tre piani: tale caratteristica non era presente nel WTC; - il recupero delle cabine degli ascensori deve essere strettamente controllato. Il coordinamento e la comunicazione con il personale dell’edificio sono essenziali. Un ripristino imprevisto dell’energia elettrica può ferire gravemente sia i soccorritori che i passeggeri in procinto di essere salvati. I tecnici addetti agli ascensori dello stabile dovrebbero essere condotti nella sala di controllo di ogni ascensore dal personale dei Vigili del fuoco. Una volta in quella sede, gli interruttori automatici che forniscono l’energia alla cabina interessata dovrebbero essere disattivati al fine di proteggere sia gli occupanti della cabina stessa che i soccorritori. Anche i dispositivi frenanti degli ascensori si trovano nella relativa sala macchine. Se manca l’energia elettrica e gli ascensori restano bloccati, il freno viene rilasciato manualmente. In seguito, se il carico dell’ascensore supera le 5.000 libbre, la cabina scivolerà lentamente verso il basso. Se il carico è inferiore, scivolerà verso l’alto. ANTINCENDIO febbraio 1996 93 ATTENTATO A NEW YORK Analisi delle operazioni di comando di Jack McCormack* Nel caso di qualunque intervento operativo dei Vigili del fuoco, la struttura organizzativa del comando si amplia per soddisfare le esigenze dell’intervento stesso. Si ricordi che non è necessariamente la proporzione dell’intervento, quanto la sua complessità, a determinare la struttura del comando. All’inizio dell’esplosione al WTC, le squadre giunte all’hotel diressero i propri sforzi verso il punto in cui si trovava l’incendio, ossia nell’autorimessa. Contemporaneamente a ciò, alcune squadre furono inviate ad operare all’interno dell’hotel a causa della massiccia presenza di fumo. Mano a mano che la valutazione dell’intervento veniva effettuata, la dimensione dello stesso divenne sempre più chiara. La struttura del comando si ampliò in modo da permettere di affrontare nel migliore dei modi la complessità del problema. L’esplosione al WTC è un buon esempio del motivo per cui le strutture di comando hanno la flessibilità di ampliarsi anticipatamente rispetto alla complessità degli sviluppi. Come comandante in capo dell’intervento, Anthony Fusco dovette valutare costantemente il problema, sviluppare obiettivi strategici ed assicurare che gli obiettivi tattici fossero perseguibili con le risorse disponibili in loco. La definizione del problema richiede un riscontro da parte di tutte le aree operative. Dopo avere determinato i parametri, è possibile stabilire le mete strategiche. E’ la struttura di comando a permettere che il riscontro in termini di informazioni aiuti il comandante dell’intervento a stabilire gli obiettivi strategici. Gli obiettivi specifici di ogni aspetto dell’intervento devono supportare gli obiettivi strategici del comandante e viceversa. Per quanto la situazione provocata dall’esplosione al WTC fosse complessa, la struttura di comando sviluppata dal comandante Fusco fornì controllo, supervisione e coordinamento. Fissò inoltre le responsabilità relative ai compiti specifici per raggiungere gli obiettivi stabiliti per ogni settore. La complessità delle operazioni necessita infatti di una notevole ampiezza di controllo per assicurare la sicurezza del personale operativo. La ripartizione del comando in settori operativi gestibili - settorizzazione - permette modifiche alle tattiche di intervento. Ad esempio, nel momento in cui furono ricevute informazioni relative l’entità dei danni strutturali e la presenza del cratere prodotto dall’esplosione, fu creato un ulteriore settore operativo nell’area sotterranea. Le valutazioni effettuate in prossimità della zona operativa hanno fornito al posto di comando di settore ed al comandante dell’intervento tutte le informazioni necessarie a sviluppare degli obiettivi strategici. Il raggiungimento di molteplici compiti tattici richiede specifici incarichi e responsabilità per ogni settore principale e secondario. Ciò fornisce al comando un quadro della situazione dell’intervento: ciò che è stato raggiunto, ciò che non lo è stato, quali ostacoli sono stati superati, quali risorse impiegate e dove, la condizione di quanto funge da riserva. Il comandante a capo di qualunque intervento, grande o piccolo che sia, deve mantenere una visione ampia ed un altrettanto vasto controllo allo stesso modo degli ufficiali responsabili dei comandi di settore. Come ufficiale di settore proprio nell’ambito dell’intervento al WTC, ero consapevole di ciò. Ogni settore operativo del posto di comando richiede un posto di comando riconoscibile. In teoria, il posto di comando dovrebbe essere libero da impedimenti e questo non era il caso dell’atrio del Vista Hotel. Un grande numero di uomini di vari dipartimenti ed organizzazioni transitava nell’area: mantenere il controllo rappresentava un’impresa piuttosto difficoltosa. L’uso di un tabellone per il controllo della posizione delle varie unità si rese necessario allo scopo di tenere il conto delle operazioni, dei cambi di turno o dell’organizzazione globale. Un tabellone di questo genere fornisce una panoramica visiva di ciò che è la struttura operativa e di chi è responsabile di una determinata zona. Esso dovrebbe essere simile, per dimensioni, al tabellone utilizzato dal comandante dell’intervento per le comunicazioni delle unità del dipartimento dei Vigili del fuoco. Un’illuminazione adeguata è un must per un posto di comando. Quando esso è un atrio e l’erogazione dell’energia elettrica dell’edificio è stata interrotta, devono essere fornite al più presto delle fonti ausiliarie di luce. Quando un posto di comando è formato da un numero di ufficiali e assistenti, è bene avere uno spazio adeguato per ospitare tutto il personale necessario. Il controllo del posto di comando è essenziale. Il personale che fa rapporto al posto di comando può provocare un certo disordine. La confusione e l’interruzione delle operazioni è cosa certa se non vengono dati precisi ordini per tenere il personale lontano dal posto di comando e permettere esclusivamente agli ufficiali di recare informazioni. * Jack McCormack, da 25 anni nel City of New York (NY) Fire Department, è vice comandante aggiunto e coordinatore ag giunto del distretto amministrativo del Queens. Ha lavorato nell’area di Manhattan per 12 anni come comandante aggiunto asse gnato alla 1a Divisione della zona sud e come ufficiale esecutivo per il capo dipartimento e comandante di battaglione. 94 ANTINCENDIO febbraio 1996 ATTENTATO A NEW YORK per le scale e gli ascensori; il miglioramento dei dispositivi necessari all’evacuazione del fumo da vani scala e ascensori; un mezzo migliore per determinare la localizzazione degli ascensori nei vani corsa ciechi; metodi per la prevenzione della interruzione del funzionamento del generatore per l’energia elettrica di emergenza, ecc. L’importanza di essere in grado di comunicare con gli occupanti dell’edificio non può non essere enfatizzata. Molti dei problemi legati alle operazioni di evacuazione, apparsi nel caso di questo intervento specifico, sarebbero stati notevolmente ridotti se fosse stato possibile comunicare più agevolmente. Nell’ambito di questo intervento, le comunicazioni dei Vigili del fuoco sono state seriamente messe alla prova. La capacità del Dipartimento di inoltrare e ricevere comunicazioni deve essere organizzata in modo da permettere di gestire il maggior numero di emergenze che potrebbero verificarsi da zona a zona. In quella occasione, la nostra frequenza standard delle radio portatili era sovraccarica e, quindi, inefficace. Gli stessi problemi sono stati affrontati con i canali assegnati al comando dell’intervento. Un sistema di collegamento a 800 Mhz avrebbe dato migliori risultati, tanto che il Dipartimento sta ora sviluppando proprio un sistema di questo genere. Inoltre, se gli ufficiali impegnati nell’intervento fossero stati equipaggiati con dei telefoni cellulari, ciò avrebbe permesso loro di comunicare con le squadre impegnate ai piani superiori degli edi- fici. Il sistema di comando e di coordinamento degli interventi dei Vigili del fuoco dipende in gran parte dalla unità di comunicazione FieldCom, che ha il compito di trasmettere e ricevere importanti informazioni nell’ambito del luogo dell’intervento. Nel caso dell’attentato al WTC, tale unità si è trovata di fronte ad una grave situazione di sovraccarico di comunicazioni. L’importanza di questa unità richiede di essere gestita da personale ed ufficiali specializzati ed addestrati. Per quanto concerne le nostre attrezzature, cerchiamo sempre di apportare dei miglioramenti. Un segnale di allarme per radio portatili, che segnala l’interruzione delle trasmissioni, sarebbe strumento di grande importanza e permetterebbe al comandante o al personale in genere di prendere il controllo della rete e di trasmettere una richiesta di aiuto oppure un messaggio urgente. Nel caso di questo intervento, il ruolo dei “messaggeri umani” ha costituito un importante metodo di comunicazione. Il controllo di un intervento su vasta scala va oltre le capacità del singolo individuo. Il sistema di comando dell’intervento deve essere utilizzato ed integrato al fine di assicurare una adeguata ampiezza di controllo e la sicurezza/responsabilità del personale. Il sistema deve essere flessibile ed adattabile. Il sistema del comando delle operazioni è stato ampliato in proporzione alle dimensioni dell’intervento stesso. Colui che lo gestisce deve prendere provvedimenti per gestire l’intervento su vasta scala, utilizANTINCENDIO febbraio 1996 zando il metodo della divisione in settori controllati da un numero corrispondente di ufficiali. Il comandante di un intervento di grande entità ha un duplice problema: il sovraccarico delle informazioni (troppe informazioni in entrata e poco, o inesistente, tempo per valutare ed agire tempestivamente) e troppi comandanti e ufficiali che chiedono la sua attenzione. Gli uomini si sentono frustrati quando hanno importanti comunicazioni di cui non viene tenuto conto immediatamente. Tale inconveniente può essere superato assegnando al comandante un ufficiale di supporto di grado adeguato, che lo coadiuvi nelle operazioni di coordinamento. Tale ufficiale dovrebbe ricevere i rapporti degli uomini impegnati sul campo e darne comunicazione al comandante con tempestività e in ordine prioritario. Un altro ruolo importante dovrebbe essere creato per la gestione dei rapporti con le altre organizzazioni impegnate sul posto, le quali offrono la loro collaborazione, in forma di informazioni, attrezzature, o altre risorse, ai Vigili del fuoco. Ciò si è verificato anche nel caso dell’intervento descritto nel presente articolo. Un ufficiale di alto grado dovrebbe essere presente al posto di comando allo scopo di registrare tutte queste informazioni e sviluppare un sistema per poter contattare questi possibili collaboratori nel momento più opportuno. Molte persone si recarono al posto di comando offrendo generatori, pompe, esperta collaborazione ed aiuto in vari settori, ma al momento di servirsi del di 95 ATTENTATO A NEW YORK loro aiuto, si scoprì che avevano già lasciato la zona ed erano irrintracciabili. Il posto di comando mobile (PCP), fornito ad ogni divisione, è un eccellente strumento di controllo per un comandante di settore. Tuttavia, la mancanza di strutture visibili per il posto di comando si è dimostrata uno svantaggio nel caso specifico di questo intervento. Il Dipartimento dei Vigili del fuoco sta attualmente cercando di procurarsi ed utilizzare delle strutture e degli equipaggiamenti operativi maggiormente visibili e pratici, in grado di essere un punto di riferimento più concreto per le altre organizzazioni impegnate in interventi in cui i Vigili del fuoco stessi detengono il comando delle operazioni. I Vigili del fuoco non lavorano in un ambiente isolato. L’ a s s istenza e l’interazione da parte di altre organizzazioni è di fondamentale importanza. Tu t t a v i a , possedere e mantenere il coordinamento della collaborazioni di altri può costituire un problema; nel caso di questo intervento, tra i partecipanti il protocollo è stato violato in svariate occasioni. Ad esempio, era stato comunicato che diverse persone si trovavano intrappolate sul tetto della Torre 2. Alcuni uomini della Polizia non rispettarono il protocollo del comandante dell’intervento e agirono autonomamente, salvando quelle persone utilizzando un elicottero. Per raggiungere la necessaria efficacia, i protocolli di collaborazione tra membri di organizzazioni diverse richiedono delle esercitazioni di routine. Durante queste esercitazioni sarà facile stabi96 lire e mantenere dei rapporti di amicizia e collaborazione ed una più profonda comprensione dei ruoli delle altre organizzazioni porterà, in questo modo, ad una migliore interazione durante le emergenze. E’ necessaria una migliore comprensione del sistema di gestione e di comando dell’intervento da parte di tutto il personale di emergenza della città. Avendo una maggiore conoscenza dell’utilità del comandante dell’intervento, ci sarà anche una minore riluttanza da parte di tutti nel ricorrere alla sua guida. Il riposo e la sostituzione in turno da parte dei Vigili del fuoco saranno difficili da effettuare nel caso di interventi che richiedono dalle tre alle quattro ore per raggiungere un obiettivo. Si faccia tutto il possibile per stabilire delle postazioni per questi scopi in punti chiave posti in tutti gli edifici di grandi dimensioni. In questo intervento la ricerca ed il salvataggio di persone intrappolate negli ascensori ha costituito una sfida notevole. Molti ascensori erano bloccati in vani corsa ciechi al momento dell’interruzione della corrente elettrica e la loro discesa al livello dei primi atri disponibili (piani intermedi dove si trovano in genere altri ascensori per i piani più alti) fu un lungo e lento lavoro. Nella Torre 1, fu particolarmente difficile localizzare le cabine degli ascensori bloccati nei vani corsa ciechi, perché questi erano saturi di fumo. Per quanto riguarda le operazioni legate agli ascensori, sono state impartite molte utili lezioni, tra cui Gli ascensori situati ai piani deANTINCENDIO febbraio 1996 stinati all’uso pubblico (ristoranti, sale riunioni, ecc.) dovrebbero essere al centro di operazioni ricerca ed evacuazione in via prioritaria. Essi potrebbero infatti essere occupati da un grande numero di persone. In questo caso è capitato che 72 scolari con i loro insegnanti fossero bloccati proprio in uno di quegli ascensori. Un ufficiale dovrebbe essere designato proprio al coordinamento delle società che si occupano degli interventi sugli ascensori. Il coordinamento con i tecnici che si occupano delle emergenze agli ascensori è essenziale. La pre-pianificazione della cooperazione attiva è necessaria anche in questo caso. La presenza di un ufficiale preposto alle comunicazione ed ai rapporti con la stampa riveste una importanza fondamentale. I Vigili del fuoco devono assicurarsi che le notizie radiofoniche e televisive siano accurate, specie per le persone che si trovano ai piani alti di edifici molto elevati e che cercano di avere notizie precise su quanto sta accadendo, oltre che informazioni sulle azioni da intraprendere date le circostanze. Molti presunti “esperti” di operazioni antincendio e procedure di sicurezza, evacuazione, ecc. furono consultati dai mass media ed alcuni di questi individui fornirono informazioni errate che avrebbero potuto provocare gravi problemi di carattere operativo. Un noto personaggio televisivo incoraggiò gli occupanti degli edifici a ventilare la torre rompendo i vetri delle finestre: si dice che un volenteroso abbia addirittura scagliato un fax contro ATTENTATO A NEW YORK una finestra. Il compito principale di un ufficiale addetto ai rapporti con i media è la presentazione di informazioni e bollettini a scadenze temporali regolari, ma anche la dimostrazione al pubblico che i Vigili del fuoco hanno la conoscenza, la capacità e le risorse per tenere sotto controllo una tale situazione di emergenza. I Vigili del fuoco devono quindi mettersi in una posizione attiva nei confronti dei media e della comunicazione. Un commissione o task force specifica dovrebbe costituirsi per effettuare indagini circa le cause e le conseguenze di un tale incidente, allo scopo di determinarne l’impatto sulle operazioni dei Vigili del fuoco. Questa task force dovrebbe essere formata da componenti delle varie forze impegnate nelle operazioni di emergenza, nel settore della prevenzione incendi, nelle comunicazioni, nel campo legale ed in qualunque altro ambito considerato rilevante da parte del funzionario dei Vigili del fuoco incaricato delle indagini. (da Fire Engineering, dicembre 1993) ANTINCENDIO febbraio 1996 99