Vino e lavoro

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Vino e lavoro
vivere il nord, milano e dintorni
Vino e lavoro
Dal Vinitaly 2014: i giovani sognano di lavorare nel settore
Due su tre giovani italiani su tre sognano di lavorare nel vino.
Questo rivela uno studio di Ixè da Coldiretti, presentando la prima banca dati di aziende agricole, sistema informatico
autorizzato dal Ministro del Lavoro per favorire domanda e offerta.
Ai giovani il mondo del vino piace, sia per lavorare – il 68% - che per investire.
Infatto sono ben 19.423 le aziende agricole specializzate in 141mila ettari di vigneto con alla testa under 40: il 12% delle
161716 aziende agricole giovani. In agricoltura un under 40 su 10 scommette sul vino.
La scommessa è premiata. Il fatturato di vino e spumanti in Italia cresce del 3% e nel 2013 raggiunge il record di 9,3
miliardi.
Vola soprattutto l'export, che per la prima volta ha superato i 5 miliardi, con il 7% in più dello scorso anno: oltre quindi del
50%. Aumenta in fatturato anche il mercato domestico, pur bevendo meno, si beve meglio spendendo un pò di più
Il fatturato cresce e crescono anche le opportunità di lavoro. Tra vigne, cantine, distribuzione commerciale e attività
connesse, nel 2013 sono circa un milione e 250mila gli italiani che hanno lavorato nel settore. Anzi, nei settori. Sono 18
infatti secondo Coldiretti quelli che ruotano intorno al vino.
Oltre ad agricoltura, vetro, commercio/ristorazione, trasformazione e sugheri, anche trasporti, assicurazioni, accessori,
etilometri, vivaismo, imballaggi, ricerca/formazione, enoturismo, cosmetica, benessere, editoria, pubblicità e informatica. A
ognuno il suo “vino” e soprattutto il suo approccio.
Di fronte a tante possibili scommesse per il futuro, non stupisce che la laurea del gruppo agrario/enologico sia tra quelle
ritenute “migliori” in termini di esito occupazionale: secondo i dati Almalaurea, a cinque anni dalla laurea,
l'82,5% degli studenti è occupato a fronte del 74,2% del gruppo giuridico. Inevitabile il boom di iscrizioni. Un circolo
virtuoso che, per Roberto Moncalvo, presidente Coldiretti, favorisce “l'integrazione di categorie come giovani,
donne e immigrati che in questo momento hanno maggiori difficoltà nell'accesso al lavoro”.
Non mancano le novità in arrivo. Il padiglione dedicato al vino all'Expo 2015 sarà di 2000 metri quadri e sorgerà nelle aree
del Padiglione Italia, ossia nella parte centrale dove avrà la massima visibilità. L'annuncio arriva sempre dal Vinitaly.
Largo ai produttori, anche piccoli, alla formazione, educational e alla tecnologia con approfondimenti virtuali e interattivi.
Grande attenzione sarà dedicata a cultura e turismo. Perché se i nostri vini conquistano l'estero possono essere un
volano per attirare nel Paese gli stranieri. Per i visitatori la sorpresa dell'Enoteca dei Vini Italiani con wine shop per la
vendita diretta, con consegna a domicilio, pure dei gadget di Expo 2015. Il vino fa bene. Anche all'economia.
Il vino produce occupazione. A quando un Master Master wine?
«Il vino è la poesia della terra», ha sentenziato lo scrittore Mario Soldati. Ma rappresenta anche qualcosa di molto più
concreto: il lavoro. Lo certificano i dati che arrivano dal Vinitaly. Tra Barolo, Brunello di Montalcino, Prosecco e giù giù
Aglianico e Marsala, i nostri gioielli nel bicchieri valgono un giro d'affari di 12 miliardi di euro, tenendo conto
dell'Enoturismo. E tante nuove possibilità di occupazione.
Non soltanto a zappare la terra nei vigneti o a vendemmiare, ma in tutta la filiera di produzione.
L'agro-alimentare italiano vive un momento magico. Anche i media stanno facendo la loro parte, ma forse non
abbastanza, per quanto riguarda l'agricoltura e il vino. Si è parlato nei giorni scorsi di un «effetto MasterChef» per le
iscrizioni negli istituti alberghieri, con migliaia di ragazzi che sognano di poter diventare spadellatori di professione in tv.
E l'enologia? Per ora è considerata una passione per «fissati» che discettano di tannini facendo volteggiare il bicchiere.
Invece è una grande vocazione della nostra piccola e media impresa che, grazie all'innovazione e alla capacità di
riprendersi dalla grande crisi del metanolo del 1986, ha saputo conquistare i mercati esteri. Ci sono aziende che
esportano il 70-80% della loro produzione.
Vien da dire: forza ragazzi, imparate a bere bene (con moderazione) e andate ogni tanto in una cantina. Ci sono 18
diversi tipi di lavoro che vi aspettano: prima di tutto il marketing sui social network. Magari, per dare una spinta, forse
sarebbe utile lanciare in tv anche un «MasterWine» su vitigni e abbinamenti.
http://www.groane.it/newsite
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Generata: 14 March, 2017, 20:07
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