Utilizzo Motosega - Protezione civile Magenta

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Utilizzo Motosega - Protezione civile Magenta
DESCRIZIONE GENERALE
La motosega (fig. 1) è una macchina destinata al taglio della legna; utilizzata nel settore
agricolo e nelle attività forestali, è considerata tanto utile quanto pericolosa.
Il suo impiego, nello specifico è previsto per il taglio del legno generalmente in direzione
perpendicolare alle fibre per abbattimento di alberi, ma anche per operazioni di sramatura, taglio
di rami, depezzatura per legna da ardere, potatura, ecc.
Fig. 1 - motosega
La motosega è essenzialmente una macchina portatile (= portata dall’operatore ad entrambe le
impugnature) azionata da un motore a scoppio di piccola cilindrata funzionante a miscela
olio/benzina, o da un motore elettrico che trasmette il moto ad una catena dentata di taglio
montata su di una barra porta-lama attraverso una frizione centrifuga, che si innesta
automaticamente quando il motore viene accelerato.
Fig. 2 - descrizione degli elementi della motosega
Le motoseghe si possono suddividere nelle seguenti classi:
Cilindra del
motore (cm )
Potenza del
motore (kW)
Lunghezza della
barra (m)
Massa (kg)
Leggera
30-50
1,5-2,5
0,25-0,35
3-6
Media
50-75
2,5-3,9
0,35-0,50
5-7
75-100
3,9-5,1
0,50-0,70
7-10
>100
5,1-7
>0,70
10-16
Classe
Pesante
Superpesante
3
RISCHI
4 LESIONI DIRETTE
contatto accidentale con la catena tagliente
può avvenire durante le operazioni di messa in opera (montaggio catena e fissaggio alla
barra, controllo tensionamento)
lacerazione o amputazione di arti
avviene specialmente per gli arti inferiori, per la possibile caduta dell’attrezzo in
direzione delle gambe dell’operatore, alla fine del taglio. Può essere anche provocata dal
rimbalzo della motosega durante l’uso, per utilizzo non corretto o per impugnatura non
adeguata
scivolamento e caduta e possibile taglio con la catena
può avvenire in conseguenza a caduta di parti morte della pianta (cimaie, rami) e
durante gli spostamenti con la motosega in moto
lesioni per contatto durante la fase di avvio
può accadere perché non sono state indossate le protezioni individuali, né tolta la
protezione della catena, né controllato la tensione o la posizione di avvio corretta (a
terra, con freno catena azionato)
proiezione di materiale
quella di proiettare materiale (schegge di legno, sassi, terra, chiodi o ferri presenti nel
legno, ecc.) è una peculiarità della motosega Il materiale può essere proiettato durante
l’uso contro il viso, contro il corpo o in direzione di altri operatori vicini. Può verificarsi
anche la rottura della catena con conseguente proiezione della stessa contro l’operatore
o altre persone/animali/cose presenti nelle vicinanze
ustioni per contatto con parti surriscaldate
la causa principale è la mancata protezione dello scarico
Altri rischi
contatto con benzina e olio e inspirazione di vapori di benzina
incendio della benzina fuoriuscita dal serbatoio
4LESIONI
:
INDIRETTE
- caduta incontrollata dell’albero
- presenza di zone cariate nel fusto
- possibilità di cadute di linee elettriche nella fase di abbattimento di alberi ad alto fusto
- rimbalzo all’indietro dell’albero abbattuto
- investimento di persone da alberi tagliati in caduta nella zona di pericolo
- caduta in fase di fuga o di allontanamento dall’albero
- contatto traumatico con rami secchi presenti sul fusto
- rimbalzo incontrollato della pianta o dei rami in caduta
- caduta dell’albero in direzione non desiderata o condizionata dal vento
- contatto traumatico con parti del fusto in seguito a scosciatura; dalla caduta o rottura
dell’albero inclinato, interessato da anomalie nella resistenza meccanica del legno
- contatto traumatico con rami in tensione improvvisamente liberati, oppure tronchi o
porzioni di fusto a seguito di depezzatura
- durante il lavoro ci si trova spesso all’interno di boschi dove è possibile essere esposti
alle zecche, vettrici di numerose malattie (rischio biologico) per le quali esiste una
letteratura consolidata per l’adozione di una corretta profilassi
- impiego di dispositivi di trazione
L’operatore che utilizza la motosega è esposto anche a rischio rumore e vibrazioni che, oltre a
comportare le varie patologie come conseguenze dirette, provocano (se il tempo di esposizione
è prolungato e non si rispettano le pause) calo di concentrazione. Nell’utilizzo della motosega
infatti è estremamente importante che l’operatore, oltre che ad essere addestrato, si trovi
nelle migliori condizioni fisiche e di prontezza di riflessi.
Si possono poi riscontrare diversi tipi di patologie:
da posture per uso prolungato della macchina in posizioni particolari
da posture incongrue durante l’utilizzo della macchina
da emissione gassose da parte del motore a scoppio
da contatto con polveri che per inalazione o contatto diretto provocano patologie
infiammatorie
da rumore derivanti dal motore e dallo scorrimento della catena sulla barra e nel legno
da vibrazioni provenienti dal dispositivo di taglio e dal motore della motosega
Fig. 3 - pittogrammi posti sulla macchine che richiamano l’attenzione sui rischi della
macchina e le soluzioni adottate
INDICAZIONI TECNICHE
Attualmente lo standard tecnico è rappresentato dalla UNI EN 608:96
IDENTIFICAZIONE DELLA MACCHINA
Le macchine devono essere sempre identificabili per cui è necessaria la presenza di una targhetta
di identificazione che riporti il nome del costruttore, il modello e le caratteristiche principali; nel
caso di macchine commercializzate per la prima volta dopo la data del 21 settembre 1996, la
targhetta deve riportare la marcatura CE e tutta la documentazione a corredo.
Inoltre la macchina deve essere dotata del “Manuale d’uso e manutenzione” e di appropriate
decalcomanie di sicurezza (Pittogrammi di sicurezza secondo ISO 11684).
(vedi:
INFORMAZIONI UTILI
–
RIFERIMENTI NORMATIVI
- "DIRETTIVA
MACCHINE")
Fig. 4 – targhetta di identificazione: nome e indirizzo del costruttore,
anno di costruzione, modello matricola
Impugnatura (UNI EN 608 :1994)
Le impugnature della motosega devono essere due, una per ogni mano.
L’impugnatura deve avere inserti in materiale anti-vibrazioni (neoprene, viscolax, ecc. vedi fig. 5)
e devono essere utilizzati idonei guanti da lavoro con superficie antiscivolo (fig. 6).
Fig. 5 - impugnatura con materiale anti
vibrazioni
Fig. 6 - guanti con superficie antiscivolo
per una impugnatura sicura
Protezione delle mani all’impugnatura anteriore e posteriore (UNI EN 608 :1994)
In vicinanza dell'impugnatura anteriore, deve essere disposta una protezione della mano per
proteggere le dita dell’operatore da infortunio per contatto con la catena ovvero dalla proiezione
della catena in caso di rottura; generalmente la protezione è la stessa che attiva il freno catena.
La motosega deve essere dotata di freno catena. Deve essere possibile attivare il freno catena
manualmente per mezzo della protezione anteriore della mano. Nel momento in cui la mano
forza la leva di azionamento del freno, scatta un dispositivo che frena il movimento rotatorio
della catena (figg. 7 e 8).
Fig. 7 - freno catena attivato - catena
bloccata
Fig. 8 - freno catena disattivato - catena
sbloccata
Esistono due tipi di freno catena: a nastro e a cuscinetto; comunque sia, essi devono garantire,
una volta azionati il mantenimento del bloccaggio della catena.
Protezione da infortunio da contraccolpo "kickback" (UNI EN 608:1994; UNI EN ISO
11681-2:2000)
Collegato allo stesso dispositivo di freno catena, deve esistere un sistema non manuale che quando si verifica il contraccolpo - attivi il freno catena quando si verifica il contraccolpo (figg. 9
e 10).
Fig. 9 - dispositivo freno catena in caso
di contacolpo
Fig. 10 - D.P.I. (casco con visiera, cuffia,
guanti)
Il dispositivo deve sempre essere utilizzato in posizione di bloccaggio. all’avviamento del motore
e durante gli spostamenti a motore acceso; tale condizione consente di evitare l’azionamento
accidentale dell’acceleratore quando non si impugna saldamente la motosega con entrambe le
mani.
Acceleratore (UNI EN 608:1994)
La motosega deve essere provvista di pulsante acceleratore a pressione costante doppio (sistema
"a uomo presente"), che ritorna automaticamente nella posizione di minimo ed è trattenuto in
quella posizione da un bloccaggio acceleratore (bloccaggio di sicurezza) (figg. 11 e 12).
Figg. 11 e 12 - esempi di pulsante acceleratore a pressione costante doppio (a uomo
presente) con bloccaggio di sicurezza
Se è previsto un bloccaggio di sicurezza dell’acceleratore per avviamento a freddo, esso deve
essere fatto in modo tale che debba essere inserito manualmente e disinserito automaticamente
quando viene premuto l’acceleratore.
L’acceleratore deve essere posizionato e dimensionato in modo che possa essere pressato e
rilasciato da una mano guantata che tiene l’impugnatura.
Dispositivo di avviamento – starter
Generalmente avviene con avviamento a fune con recupero automatico.
Interruttore di massa per arresto definitivo (UNI EN 608:1994)
La macchina deve essere dotata di un interruttore di massa che ne permetta l’arresto definitivo e
per il suo funzionamento non deve risultare necessaria un'azione manuale continuata (figg. 13 e
14); inoltre, l’interruttore deve essere posizionato in modo da poter essere azionato quando la
motosega è tenuta con entrambe le mani da un operatore che indossi guanti protettivi.
Figg. 13 e 14 - esempi di interruttore di massa, che permettono l’arresto definitivo
La funzione e il metodo di azionamento dell’interruttore devono essere marcati in modo chiaro e
durevole.
Frizione (UNI EN 608:1994)
La motosega deve essere progettata in modo che la catena non si metta in movimento quando il
motore ruota a 1,25 volte la velocità di minimo.
Occorre regolare i giri del motore al minimo, per evitare l’inserimento della trazione sulla lama di
taglio. (fig. 15)
Fig. 15 - regolazione dei giri del motore
Fig. 16 - motosega con perno ferma catena
Perno ferma catena (UNI EN 608:1994)
La motosega deve essere munita di un perno ferma-catena posto alla base della barra di guida
(fig. 16), in grado di intercettare la catena stessa in caso di rottura o di fuoriuscita dalla barra.
Scarico trucioli (UNI EN 608:1994)
La motosega deve essere progettata in modo che particelle di legno siano dirette al di sotto della
motosega, quando questa è in posizione diritta.
Copribarra (UNI EN 608:1994)
La motosega deve essere provvista di copribarra, di lunghezza pari a quella della lama, che deve
essere inserito sulla lama ogni volta che la macchina non viene utilizzata (fig. 17).
Fig. 17 - motosega con coprilama
Fig. 18 - motosega con arpioni
Arpioni (UNI EN 608:1994)
La motosega deve essere equipaggiata di arpioni o munita di dispositivo per montare arpioni (fig.
18). Se quelli esistenti sono deteriorati, prevedere alla loro sostituzione.
Tendicatena (UNI EN 608:1994)
La macchina deve essere equipaggiata con dispositivo “tendi-catena” (figg. 19 e 20). Nel caso di
tendi catena manuale è necessario che venga costantemente verificata la tensione della catena.
Fig. 19 - tendi catena manuale
Fig. 20 - tendi catena automatico
Angolo di affilatura
L’angolo di affilatura dei denti può variare secondo la consistenza del legno: da 30° per legni duri
fino ad un massimo di 35° a seconda della consistenza del legno.
Fig. 21 - schema di catena di taglio e angolo di affilatura del dente
Lubrificazione
(D.P.R. 547/55 - UNI EN 608:1994)
Per evitare attriti eccessivi fra la catena e la sede di scorrimento e facilitare il taglio occorre una
buona lubrificazione della catena stessa. La motosega può essere equipaggiata con lubrificatore
automatico (fig. 22) e in tal caso occorre verificarne il corretto funzionamento; oppure può
essere dotata di pompa manuale (fig. 23) e in tal caso occorre iniettare olio sulla catena ogni 5
min di funzionamento continuativo.
Fig. 22 - lubrificazione automatica
Fig. 23 - lubrificazione manuale
Protezione contro il contatto con parti ad alta tensione (UNI EN 608:1994)
Tutte le parti del motore che sono ad alta tensione devono essere isolate, in modo che queste
parti non possano essere toccate. (fig. 24)
Fig. 24 - devono essere presenti coperture
in gomma gomma e guaine di protezione delle parti ad alta tensione
Fig. 25 - tappo del serbatoio a tenuta
trattenuto da catenella
Serbatoio del carburante (UNI EN 608:1994)
Il tappo del serbatoio del carburante deve essere provvisto di una catenella di ritenuta. (fig. 25)
Protezione contro il contatto con parti calde (UNI EN 608:1994)
La motosega deve avere griglie protettive sul terminale di scarico e sulle alette di raffreddamento
della “testa”, senza che esse compromettano la corretta ventilazione del motore. (figg. 26 e 27)
Fig. 26 - scarico non protetto
Fig. 27 - scarico schermato
Gas di scarico (D.P.R .547/55 - UNI EN 608 :1994)
Lo scarico dei gas deve essere rivolto in modo da consentire il direzionamento degli stessi
lontano dall’operatore. In caso di necessità, deviare i gas installando un tubo di scarico a gomito
come prolungamento di quello già esistente in modo da deviare i gas di scarico lontano
dall’operatore. (fig. 28)
Fig. 28 - applicare la macchina di un tubo di scarico a gomito
come prolungamento di quello già esistente in modo
da deviare i gas di scarico lontano dall’operatore
INDICAZIONI COMPORTAMENTALI
Leggere ed osservare attentamente quanto
indicato sul libretto d'uso e di manutenzione
fornito
dal
costruttore
ed
effettuare
l’or-dinaria manutenzione
Porre particolare attenzione alle operazioni
di messa in opera (montaggio catena e
fissaggio alla barra, controllo e tensionamento)
Lubrificare ed ingrassare la catena di taglio e
le trasmissioni rispettando i tempi previsti
dai programmi di manutenzione
Prestare attenzione alle superfici calde
Stare lontani da motore e collettore di
scarico dei gas
Pericolo di contatto e schiacciamento
Prestare attenzione alle
manovellismi in movimento
trasmissioni
e
Non esporsi a posizioni instabili
Operare con imbracature se si è in quota prima di
effettuare il taglio
Non usare la lama di punta
Lavorare sempre con la parte della lama prossima
al motore
Non utilizzare la macchina con una sola mano
Utilizzare sempre entrambe le mani
Non fumare durante il rifornimento e l’utilizzo
della macchina
Fare rifornimento solo all’aperto
Pericolo di inalazione gas di scarico e di polveri
Pericolo lancio di materiale
Stare alla larga dai punti di possibile lancio di
oggetti e mantenere le protezioni della macchina
integre
Inoltre:
prima di iniziare il lavoro, controllare il terreno e le sue condizioni per determinare i punti
pericolosi e le più opportune modalità di lavoro
utilizzare con prudenza la macchina, soprattutto in terreni sconnessi e in pendenza
utilizzare dispositivi di protezione quando la macchina non viene utilizzata (coprilama,
blocco catena)
rispettare le pause e i turni di lavoro, l’utilizzo e l’esposizione prolungata a rumore e
vibrazioni determina pericolosi cali di concentrazione. Nell’utilizzo della motosega, è
estremamente importante che l’operatore, oltre ad essere addestrato, si trovi nelle
migliori condizioni fisiche e di prontezza di riflessi
adottare provvedimenti atti ad impedire, o ridurre per quanto possibile, lo sviluppo e la
diffusione di gas o fumi di scarico
orientare i gas di scarico lontani dall’operatore
in caso di attività in luoghi chiusi
assicurarsi che vi siano condizioni di sufficiente aerazione nei luoghi chiusi (es.: serre,
magazzini)
conservare il carburante in appositi recipienti in quanto la benzina è altamente infiammabile
dotare il cantiere di estintori
avere una sorveglianza sanitaria
esporre la segnaletica di sicurezza
adottare misure organizzative quali l’alternanza del lavoro con la motosega ad altri meno
rumorosi o che producono meno vibrazioni
non avviare la motosega senza appoggiarla a terra
non usare la motosega al di sopra delle spalle
non toccare con la lama - durante il taglio - chiodi, parti di ferro, pietre
non usare la motosega quando si è sopra ad una scala
non lasciare avvicinare persone o animali
D.P.I.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI
Protezione obbligatoria
del corpo
Protezione obbligatoria del
volto
Guanti di protezione
obbligatoria
Calzatura di sicurezza
obbligatoria
Protezione obbligatoria del capo
Protezione obbligatoria
dell'udito
Protezione per lavoratore
che lavora in quota
Figg. 29, 30 e 31 - protezioni:
- del corpo con tuta antitaglio (il tessuto intasa la catena)
- delle mani con guanti antivibrazioni
- dei piedi con stivali aventi puntale in acciaio, suola antisdrucciolo e
anti-perforante
- del capo, del volto e dell’udito