scheda di sala - - Teatro Comunale di Monfalcone
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scheda di sala - - Teatro Comunale di Monfalcone
Lunedì 23 novembre 2015 ore 20.45 contrAZIONI - nuovi percorsi scenici Sud Costa Occidentale presenta OPERETTA BURLESCA testo e regia Emma Dante con Viola Carinci Roberto Galbo Francesco Guida Carmine Maringola coreografie Davide Celona luci Cristian Zucaro distribuzione Aldo Miguel Grompone, Roma Questa storia parla di Pietro, un ragazzo della provincia meridionale. Pietro è nato femmina ai piedi del Vesuvio, parla in falsetto, ha un corpo sbagliato e un animo passionale, influenzato dal vulcano. Chi nasce sotto un vulcano è dedito all’amore, sa offrirsi, come se la natura esplodesse di vita. Pietro vive coi genitori, è figlio unico, il padre l’ha messo a lavorare in una pompa di benzina, s’innamora infelicemente un sacco di volte. L’unica sua libertà è scappare a Napoli: ci va a far shopping ma soprattutto a camminare; che bello camminare quando tutti sono troppo indaffarati per guardarti. Al suo rientro, Pietro si chiude nella sua stanza, la stessa di quand’era bambino coi poster attaccati con lo scotch, e si traveste, si mette gli abiti che si è comprato in via Duomo, calza le décolleté tacco 12, sposta i mobili, allarga lo spazio, impila il comodino sul letto, spinge nell’angolo l’armadio… E poi balla. Cresce ballando da solo. A 40 anni incontra il grande amore. Corrisposto. Ma resta lì paziente al paese, a casa dei genitori, e il sabato va a ballare a Napoli. Per due anni dura la storia, finché una sera Pietro conosce la verità e per salvare il suo amore prende una decisione difficile, in nome dell’amore si esalta, intravede un futuro, fa la valigia, maltratta la madre che non l’ha mai capito. Ma non ha un bell’epilogo la sua storia. Finisce male. Pietro invecchia al paese, continua a lavorare alla pompa di benzina, la madre gli ha detto che gli amori vanno e vengono. Ho scritto questa storia perché spero che sulle unioni omosessuali l’Italia colmi il ritardo con l’Europa. Perché detesto la repressione del vero desiderio, del talento. E non ammetto tutto questo disincanto. Pietro non ci prova neanche a scappare, del resto a 40 anni è difficile, il suo passato sfuoca, il suo futuro si accorcia. La sua delusione pian piano si trasforma in indifferenza. Ho conosciuto tanti Pietro. Non li ho mai visti ballare. Li ho sentiti monchi, stretti dalla morsa delle loro camerette condominiali. Vorrei vederli ballare, vorrei più spazio per loro. Operetta burlesca è uno spogliarello dell’anima. Emma Dante Nata a Palermo nel 1967, Emma Dante esplora il tema della famiglia e dell’emarginazione attraverso una poetica di tensione e follia nella quale non manca una punta di umorismo. Drammaturga e regista, si è diplomata a Roma nel 1990 all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Nel 1999 costituisce a Palermo la compagnia Sud Costa Occidentale, con la quale vince il premio Scenario 2001 per il progetto mPalermu e il Premio Ubu 2002 come novità italiana. Nel 2001 vince il premio Lo Straniero come giovane regista emergente, nel 2003 il premio Ubu con lo spettacolo Carnezzeria come migliore novità italiana e nel 2004 il premio Gassman come migliore regista italiana e il premio dell’Associazione Nazionale Critici del Teatro per la drammaturgia e la regia. Nel 2005 vince il Premio Golden Graal come migliore regista per lo spettacolo Medea. Ha pubblicato Carnezzeria. Trilogia della famiglia siciliana con una prefazione di Andrea Camilleri (Fazi, 2007) e il suo primo romanzo via Castellana Bandiera (Rizzoli, 2008), vincitore del premio Vittorini e del Super Vittorini 2009. Nell’ottobre del 2009 le viene assegnato il premio Sinopoli per la cultura e in dicembre inaugura la stagione del Teatro alla Scala con la regia di Carmen di Bizet, diretta da Daniel Barenboim. Sono stati in repertorio dal 2000 al 2010, in Italia e all’estero, i suoi spettacoli: mPalermu, Carnezzeria, Vita mia, Mishelle di Sant’Oliva, Medea, Il festino, Cani di bancata, Le pulle e Tre favole. Dal gennaio 2011 gira, in Italia e all’estero, lo spettacolo La trilogia degli occhiali, costituito da tre capitoli: Acquasanta, Il castello della Zisa e Ballarini. Nell’aprile 2012 debutta a Parigi, all’Operà Comique, La muta di Portici di Auber diretta da Patrick Davin, ripresa nel marzo 2013 al Petruzzelli di Bari per la direzione di Alain Guingal; con La muta di Portici vince nel 2014 il Premio Abbiati. Nel 2013 presenta in concorso alla Mostra di Venezia il film Via Castellana Bandiera, tratto dall’omonimo romanzo. Nel 2014 inaugura la stagione del Teatro Massimo di Palermo con Feuersnot di Richard Strauss e riceve l’incarico di direttrice artistica del ciclo di spettacoli classici al Teatro Olimpico di Vicenza. Sempre nel 2014 debutta al Teatro Mercadante di Napoli Le sorelle Macaluso, che vince i seguenti premi: premio Le Maschere come miglior spettacolo, premio della critica, premio Ubu per la regia e per il miglior spettacolo. Nello stesso anno debutta al teatro Kismet di Bari Operetta burlesca e Emma Dante diventa artista residente al Teatro Biondo e direttrice della “Scuola delle arti e dello spettacolo” costituita all’interno del Teatro stabile della città di Palermo. Vince inoltre il premio De Sica per il teatro e il Premio Ipazia all’eccellenza femminile. Il 21 gennaio del 2015 inaugura la stagione del teatro Massimo con Gisela! di Hans Werner Henze. (da www.emmadante.com) Dalla rassegna stampa C’è un’altra Emma Dante, oltre la splendida pasionaria del teatro che conosciamo, oltre la robusta e accanita violentatrice dei giovani attori della palestra di prove dei suoi spettacoli, oltre la rigorosa artista che denuncia piaghe, traumi, paralisi, orrori, mafie e antropologiche ingiustizie della sua Sicilia e di ogni nostro inquietante sottosuolo sociale italiano. C’è, e se ne delineano bene i tratti attraverso alcuni suoi lavori, la Emma Dante che fa parlare le identità sessuali, i diritti ad avere desideri innocui condannati a fare scandalo se a dettar legge è il cosiddetto comune senso del pudore. C’è in lei, impellente, amorosa, sgarbata, voluttuosa, lottatrice e civile, una Nostra Signora delle Ferite, dei Dolori inflitti dalla comunità, e questa vocazione è balzata fuori nel 2005 in Mishelle di Sant’Oliva dove un voluminoso femminiello palermitano si misurava con un padre virile ma ammaliabile, approfondendo poi lo studio dell’angoscioso meticciato del gender, della fisicità che bypassa i documenti, del pensare dentro un corpo sbagliato ne Le pulle, del 2009, limbo di donne apparenti, di bambole nate uomini, di creature al confine irrisolto tra anatomie femminili e origini maschili. Ora Operetta burlesca, forse il più drammatico dei monitoraggi in un mondo che la società s’attarda a definire (o a pensare) “spostato”, questo cammeo esistenziale ravvicinato sulla sorte di un omosessuale le cui radici sono legate all’hinterland di Napoli, questa messa in gioco di un destino incompreso, di una solitudine incompresa, di una sentimentalità incompresa e di un apartheid incompreso, si pone nel programma del Romaeuropa Festival come il gesto più forte di Emma a sostegno delle condizioni umane non allineate. Un gesto ricco di immaginazione e di “operetta” con trama di struggimenti dimostrativi, un gesto dotato di “burlesque” con linguaggio di scarpe chic da donna sulla linea del proscenio, un gesto foderato da abiti flou che penzolano da manichini gonfiabili, un gesto testimoniato da toccanti proiezioni muliebri che incarnano quell’altro da sé potente e al tempo stesso impotente. La vicenda è quella di un quarantenne gay addetto alla pompa di benzina del padre, a un passo da Napoli, uno che di nascosto calza sontuosi costumi da donna, che ha una seconda vita con un uomo (di città) sposato con prole, che poi viene piantato, che resta senza cultura, senza nessuno, senza niente. Il compito di incarnare questa condizione Zero spetta a Carmine Maringola, dotato di logorrea piena di rimandi, distorsioni, disperazioni, e materiche inflessioni partenopee. Con lui sono in scena Viola Carinci (la visione femminile, alla fine una story teller), Francesco Guida (padre siciliano e madre) e Roberto Galbo (il partner illusorio, danzante). Su tutto, superfluo a dirsi, incombe e aleggia la poesia turbata, irritata e solidale dell’autrice-regista. Di Emma Dante. (Rodolfo Di Giammarco, la Repubblica, 13 novembre 2014) Comune di Monfalcone Area Servizi Culturali e Sociali - U. O. Attività Teatrali ed Espositive con il contributo di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia - Assessorato alla Cultura ente regionale teatrale del Friuli Venezia Giulia Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia Programmazione Prosa ente regionale teatrale del Friuli Venezia Giulia Roberta Sodomaco Assessore alla Cultura Paola Benes Dirigente di Area Paola Tessaris [email protected] www.facebook.com/teatromonfalcone www.teatromonfalcone.it Lunedì 23 novembre 2015 ore 20.45 contrAZIONI - nuovi percorsi scenici OPERETTA BURLESCA programma