Periodico della Banca di Credito Cooperativo di Filottrano n. 27

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Periodico della Banca di Credito Cooperativo di Filottrano n. 27
Autorizzazione del Tribunale di Ancona n. 34/05 del 21/12/2005 - Anno VII n. 27 - Settembre 2012 - Poste Italiane S.p.A. Sped. Abb. Post. 70% - DCB Ancona
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Periodico della Banca di Credito Cooperativo di Filottrano
n. 27 • settembre 2012
attività bcc
Il dodicesimo articolo
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La Carta dei Valori del Credito Cooperativo si è arricchita di un nuovo articolo,
dedicato espressamente al ruolo dei giovani Soci
ualche anno fa, il nostro notiziario ha dedicato una serie
di editoriali all’approfondimento degli undici articoli della
Carta dei Valori: un documento – menzionato dall’articolo 2 dello
Statuto sociale – che rappresenta il “patto” che lega il Credito
Cooperativo alle Comunità locali ed esprime i valori sui quali si
fonda l’azione della Banca, la sua strategia e la sua prassi. La
Carta dei Valori racchiude in estrema sintesi le regole di comportamento e gli impegni che la Banca assume nei confronti dei
suoi portatori d’interesse: Soci, clienti, comunità locali, fornitori,
collaboratori, ecc.
Nel congresso tenutosi a Roma l’anno scorso, che ha visto la
partecipazione di oltre duemila amministratori del Credito Cooperativo, è stato elaborato dal Gruppo Giovani Soci, e successivamente approvato dal Congresso, il dodicesimo articolo della
Carta dei Valori, che recita: «Il Credito Cooperativo crede nei
giovani e valorizza la loro partecipazione attiva nel suo processo
di innovazione. Attraverso un confronto costante, si impegna a
collaborare con loro,
sostenendoli nella diffusione e nella concretizzazione dei principi
della cooperazione di
credito».
In un momento in cui
il nostro Paese attraversa una grave crisi economica, di cui il prezzo più alto viene
pagato proprio dalle giovani generazioni, sembrava opportuno
porre l’attenzione sull’argomento.
Favorire i giovani: una politica costante
Fin dalla sua nascita, la nostra Banca ha sempre mostrato una
particolare attenzione verso i giovani: basta ricordare il Presidente Bruno Campodonico che sollecitava spesso i giovani a
prendere iniziative per costruire il proprio futuro. Oppure il Presidente Gino Morettini, che ha sempre mostrato una particolare
attenzione verso la scuola, nella consapevolezza che i giovani
di oggi rappresentano la classe dirigente di domani, ma anche
i potenziali Soci e clienti della Banca. In altre parole, sono le
persone a cui passeremo il testimone perché il nostro istituto
continui a svolgere la sua missione: essere motore di sviluppo
delle comunità e dell’economia locale.
Seguendo questo filo conduttore, il Consiglio di Amministrazione
della Bcc di Filottrano ha modificato da diversi anni le regole
di adesione alla base sociale della Banca, favorendo i giovani
dai 18 ai 35 anni sia con prodotti finanziari specifici a seconda
della loro condizione lavorativa (studenti, lavoratori subordinati,
imprenditori, ecc.), sia rendendo meno oneroso l’ingresso nella
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compagine sociale. Le iniziative della Banca rivolte ai giovani
Soci sono numerose e il Bilancio Sociale, che l’azienda presenta
ogni anno alle Comunità agli inizi di ottobre, tratterà più approfonditamente l’argomento.
Crescere nella Cooperazione
Voglio qui ricordare il progetto Crescere nella Cooperazione,
nato e diffuso dalla BCC di Filottrano sette anni fa, e successivamente esteso a tutte le BCC delle Marche. Il progetto vuole
essere un momento di formazione per far conoscere i valori del
sistema cooperativo. Cooperare, infatti, significa anche collaborare, essere solidali con i più deboli, rispettare le diversità,
vedendole non come una minaccia, ma come un arricchimento.
Insomma, è un modo di essere e di vivere.
Crescere nella Cooperazione è un momento formativo, ma
anche un investimento nel futuro delle nostre comunità. Promuovere nelle giovani generazioni i valori che favoriscono “lo stare
insieme”, il rispetto,
il lavoro di gruppo,
significa costruire
una società più solidale, meno egoistica
e combattere quel fenomeno tipico delle
società consumistiche
incarnato nella cultura dell’io e dell’esasperato individualismo,
alla cui base spesso ci sono valori materiali di corto respiro.
Non a caso, noti intellettuali ed importanti economisti vedono
nell’attuale crisi economica anzitutto una crisi di valori che ha
portato alla disgregazione del tessuto sociale, cominciando dalla
prima cellula della comunità: la famiglia.
Ma, per tornare al dodicesimo articolo della Carta dei Valori, credo che la Banca debba fare di più, favorendo la partecipazione
dei giovani non solo con momenti di svago (come le settimane
bianche), certamente importanti nel processo di aggregazione,
ma anche con incontri periodici di riflessione e di confronto. È
auspicabile che queste iniziative siano costanti nel tempo, in
modo da sfociare anche in proposte e progetti operativi.
Il dodicesimo articolo va in tale direzione e la Banca, fin dalla sua
nascita, grazie ad amministratori lungimiranti, ha sempre tenuto
nella debita considerazione le giovani generazioni.
Oggi più che mai, nel momento di crisi, chi può veramente ridare
prospettive di crescita, non solo economica, ma anche sociale e
culturale, sono soprattutto i giovani che, con la loro creatività e
vitalità, possono veramente costruire un futuro meno incerto.
Luciano Saraceni
Presidente
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Un bilancio da conoscere
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sommario
Attività BCC
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I nostri prodotti Il periodico pubblicato dalla BCC di Filottrano esce da 14 anni; il suo attuale numero progressivo è il 62, di cui 35 con il nome Notiziario, e 27 con il nuovo nome Notizie BCC Filottrano.
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attività bcc
Igino e Remo Mazzieri
I Mazzieri, con l’olio nel sangue
P
Quello tra la famiglia Mazzieri di Montoro e l’olio è un antico amore.
Quasi come quello per la BCC, di cui tuttora i due titolari del Frantoio sono soci
roprietari di quattrocento ulivi a Villa Strada già prima della
guerra, facevano produrre l’olio per il loro consumo familiare (madre, padre, sei fratelli e una sorella) a un contadino del
luogo, un frantoiano che ancora utilizzava la macina azionata
dalla forza di un somaro. Ma al di là dell’immagine romantica,
l’olio così ottenuto, pur genuino, non era, per dirla con Remo
Mazzieri: «né bello, né buono, solo pieno di morchia e acqua».
Quando nel 1951 Aurelio si trovò con i due figli Remo e Romolo a
Jesi, al cospetto di un impianto meccanico completo per la produzione dell’olio (pressa, separatore e centrifuga) che la ditta
Pieralisi aveva appena messo a punto... «Fu amore a prima vista,
da allora io il frantoio ce l’ho nel sangue», rievoca Remo, che a
dispetto dei suoi 86 anni non sbaglia una data e ha una memoria
da elefante. «La preoccupazione maggiore era il costo: cinque
milioni di lire! Ma la ditta ci accordò dei pagamenti dilazionati
e, alla fine, riuscimmo a pagare prima della scadenza, perché
l’acquisto si rivelò un ottimo investimento. Il Frantoio Mazzieri
è nato così: io, mio padre Aurelio e mio fratello Romolo. Loro se
ne sono andati, ora con me c’è Igino, il figlio di Romolo». Dell’azienda fa parte anche Marzia, la sorella di Igino, che però lavora
principalmente nell’abbigliamento.
E anche Igino, che ha 57 anni e da oltre trenta è nell’azienda di famiglia, è stato “folgorato” sulla via dell’olio, visto che ha deciso di
archiviare i suoi studi di ingegneria per dedicarsi esclusivamente alla gestione del frantoio. Che per la
prima volta, in oltre sessant’anni
di attività, ha completamente
rinnovato l’intera linea di
produzione, acquistando
una serie di macchinari
di ultima generazione
che garantiranno una
produzione di olio ancora migliore rispetto al
passato.
I vecchi macchinari, che in
La spremitura
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parte erano ancora quelli del 1951, sono stati smontati e caricati
su un camion lasciando per sempre Montoro. Destinazione Casablanca, Marocco. Remo ha visto allontanarsi quel camion con
un groppo in gola: «È stato come veder partire per sempre uno
di famiglia», confessa ancora emozionato.
Ma almeno continuerà a produrre olio, sia pure in Marocco...
«È vero, ci sono posti laggiù, dove ancora fanno l’olio con le
macine azionate dal somaro. Ora faranno un bel salto in avanti.
Con le macchine, ci vuole circa un’ora e mezza per macinare,
frantumare e separare tre quintali di olive. Con il frantoio antico, invece, si lavorava un quintale di olive ogni due ore: prima
le macine girate con la forza del somaro, poi il torchio, azionato
da due uomini».
Quando avete cominciato, quanti frantoi c’erano nella zona?
«C’erano diversi piccoli frantoi che però separavano l’olio dall’acqua per affioramento, il nostro era il primo che utilizzava una
centrifuga. Da subito abbiamo iniziato a macinare per altri, ma
anche a comprare olive per produrre olio da vendere e nel giro
di poco tempo ci siamo fatti una bella clientela, anche da Jesi
e da Ancona. Io andavo a Pescara al mercato e compravo olive
dai contadini abruzzesi e pugliesi. Le loro olive venivano poi mischiate per ottenere quell’olio saporito, profumato, e al contempo
delicato, che è la nostra caratteristica. Si lavorava con turni di
dodici ore e arrivavamo a quantitativi di cento quintali al giorno. Poi, nel 1972 abbiamo comprato un’altra pressa e il lavoro
è aumentato. E nel 1992 siamo venuti qua, nella nuova sede,
con quattro presse, due separatori automatici e uno manuale».
Ora la parola passa a Igino, sposato con Mirella (che pur avendo
un suo lavoro, durante il periodo della raccolta delle olive passa
diverse ore al giorno al frantoio a dare una mano) e padre di due
figlie, Giulia e Vittoria. La prima studia all’università e tra un
esame e l’altro ha iniziato a collaborare in azienda, la seconda è
all’ultimo anno di liceo e quest’anno ha accompagnato il padre in
Cina, per un tour promozionale organizzato dalla Confartigianato
che aveva lo scopo di far conoscere, insieme con altri prodotti
italiani, anche l’olio extravergine di oliva. E non solo.
Igino e Vittoria Mazzieri in Cina
attività bcc
«Da qualche anno», spiega
Igino «ho affiancato all’olio
altri prodotti, come il paté
di olive o i peperoncini ripieni sott’olio. Visto il successo che questa linea ha
incontrato, ho voluto tentare anche con due proposte “dolci”, sempre legate
al nostro territorio, le confetture di more selvatiche e di sambuco. In Cina, comunque,
sono molto interessati all’olio di oliva, che considerano una cosa
molto esotica, visto che l’ulivo là non riesce ad attecchire. I cinesi hanno già ricambiato la visita e sono stati qui, a visitare il
frantoio e a degustare i prodotti… vedremo se e come il nostro
olio è destinato a viaggiare verso Est…».
Per ora dove viaggia?
«Principalmente verso Nord e in particolare in Germania. Lì ci
sono negozi che vendono significative quantità del nostro olio e
l’esportazione è in espansione leggera ma costante. In Italia invece, a causa anche del minore potere d’acquisto delle famiglie, si
fa sentire la concorrenza di oli “camuffati” da olio extra-vergine
di oliva, smerciati per tre euro nei supermercati: sono prezzi a
cui noi produttori di olio di qualità non possiamo star dietro».
Perché dice “camuffati”?
«Sono oli di provenienza spagnola e nordafricana, che subiscono
dei trattamenti chimici per essere alleggeriti nell’odore e nel gusto,
altrimenti troppo corposo e ai limiti della commestibilità. Sono
processi chimici che non lasciano traccia nell’olio, che per questo
si può fregiare del titolo di “extravergine”. I produttori possono
mantenere prezzi così bassi perché hanno un’iperproduzione di
olive monovarietali – una pianta che qui fa trenta chili di olive, là
ne fa ottanta. E qualunque sia l’olio che ne risulta, alla fine trovano il modo di “correggerlo” con metodi non proprio ortodossi».
Voi invece puntate sulla qualità… come andrà quest’annata?
«Dovrebbe andare piuttosto bene. Grazie al grande caldo dell’estate, non c’è stata la mosca delle olive, che è molto distruttiva.
Arriveremo probabilmente al cinquanta per cento di raccolta di
Remo Mazzieri
La scoperta dell’oro
La coltivazione delle olive era presente già nel 5000 a.C.
in Medio Oriente. L’olio era conosciuto in Mesopotamia,
tanto che è menzionato nel codice di Hammurabi. L’olivo
era coltivato già nel 1500 a.C. in Grecia e l’olio usato come
alimento, ma anche come medicina e come cosmetico. In
Italia, l’olivo fu portato dai Greci. Gli Etruschi, già nel VII
secolo a.C., ne possedevano vaste piantagioni, ma furono i Romani a introdurne la coltivazione in tutti i territori
conquistati, dalla Spagna al Nord Africa.
Quale olio?
Olio extra vergine di oliva: estratto per semplice molitura
dalle olive e con un’acidità massima dello 0,8%. È il prodotto qualitativamente migliore.
Olio vergine di oliva: anch’esso ottenuto per semplice
molitura delle olive, con un’acidità massima del 2%.
Olio di oliva: ottenuto dalla miscela di “olio di oliva raffinato” (con processi chimici) e di olio vergine (in percentuale
non definita) con acidità non eccedente l’1,5%.
Le parole da sapere
Molitura o frangitura: schiacciamento delle olive
con mezzi meccanici.
Pasta di olive: la massa che si ottiene dalla
molitura.
Paté di olive: si ottiene lavorando olive denocciolate e in salamoia.
Morchia: residuo dell’olio d’oliva, usato per preparare saponi e grasso.
olive marchigiane, le altre arrivano dall’Abruzzo e dalla Puglia.
Mescolando varie qualità di frutti, riusciamo ogni anno a ricreare
lo stesso blend che si ritrova nei nostri due oli, Veragro e Montauro, ed è un po’ il nostro marchio di fabbrica. L’olio extravergine di oliva è un toccasana, nell’alimentazione, ma anche nella
cosmesi. Gli antichi Romani lo usavano quasi più per la cura del
corpo che a scopi alimentari».
Quando comincia la raccolta?
«Intorno alla metà di ottobre e si va avanti finché ce n’è».
«Ma adesso», puntualizza Remo «non si fanno più i turni di dodici ore!».
Mentre mi allontano, ho ancora nel naso quel caratteristico odore
di olio che permea tutto il frantoio. È un odore caldo, penetrante,
che sa di terra, di corteccia e di sole. Una delle tante ricchezze
“made in Italy” che il mondo c’invidia.
Valeria Verri
I nuovi prodotti
del Frantoio:
peperoncini ripieni,
paté d’olive
e confetture.
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cronache dai comuni
Osimo
Pedalando sul Musone
Domenica 29 luglio si è svolta la manifestazione “Alla scoperta del fiume Musone”
a cura della neocostituita associazione di volontariato La Confluenza
S
copo dell’iniziativa è stato quello di introdurre i partecipanti alla scoperta della biodiversità del fiume Musone e
sensibilizzare sul rispetto dell’ambiente naturale, in particolare
sulla tematica dei rifiuti.
Essendo la prima attività organizzata, l’obiettivo è stato anche
quello di pubblicizzare le finalità per cui La Confluenza è nata:
infatti la nostra associazione ha come scopo principale non solo
l’organizzazione gestionale del Centro di Educazione Ambientale (CEA) del comune di Osimo, sito in via Capanne 11, ma
anche la promozione di iniziative e campagne d’informazione,
educazione e formazione d’interesse ambientale.
Nonostante la giornata di gran caldo, la manifestazione ha fatto
registrare una buona partecipazione di ciclisti che, pedalando
lungo il percorso prescelto, hanno potuto apprendere nozioni
sulla biodiversità del bacino del fiume Musone godendo delle
belle immagini realizzate dai soci del Circolo fotografico AvisGiacomelli di Osimo, scoprire utili informazioni riguardanti il
corretto smaltimento dei rifiuti e infine rifocillarsi con i prodotti
offerti dalle associazioni Hortus (rete di produttori ortofrutticoli della Valmusone) e GAS-Osimo presso il parco Verdenergia,
recentemente inaugurato a cura dell’ASTEA.
A rendere ancor più piacevole la pedalata hanno contribuito anche le t-shirt con il logo dell’associazione generosamente offerte
dalla Bcc di Filottrano che, indossate dai partecipanti, hanno
conferito un aspetto festoso all’intera manifestazione.
Sul nostro sito web www.laconfluenza.it sono disponibili foto e
video della giornata.
Fabio Biondini
Presidente de La Confluenza
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Alcuni momenti
della giornata.
cronache dai comuni
filottrano
Uno Stivale molto conteso
Tra squilli di chiarine, rulli di tamburi e bandiere al vento, la contrada Storaco
si è aggiudicata la XXXIII edizione della Contesa dello Stivale
P
iazza Cavour, ancora una volta,
ha fatto da teatro a un’entusiasmante corsa a staffetta. Le sette contrade hanno messo in campo i loro staffettisti regalando agli
spettatori attimi veramente unici.
A causa delle irregolarità commesse dalle contrade Torre, Stimmate
e Monti, la vittoria è stata attribuita dai giudici, per bocca del Mastro
della Contesa, alla contrada Storaco.
Si sono conclusi così quattro giorni di festa, le vie della città
hanno ritrovato l’aspetto suggestivo del quindicesimo secolo
con i costumi, i cibi e i sapori dell’epoca. Imponente come
sempre il corteo storico composto da oltre cinquecento figuranti
e accompagnato dai tamburi, dagli sbandieratori, dalle chiarine
della Società dello Stivale e dalla Coreografia dei Tamburi, che
nel pomeriggio ha percorso le vie del centro storico.
Un momento di forte commozione è stato il ricordo di Mirko
Guercia, scomparso qualche mese fa, che gli amici dei Tamburi
dei quali faceva parte e la stessa Società hanno voluto omaggia-
re. «Una giornata davvero particolare, attimi di festa alternati
ad attimi di forte tensione, il ricordo di Mirko, il suo tamburo al
centro della piazza, il dolore per la sua scomparsa e il pensiero
a Sandro Zenobi». Queste le parole del presidente della Società
dello Stivale, Patrizia Mazzieri, al termine di una quattro giorni
di incessante lavoro.
Patrizia Mazzieri
Un’altra vittoria
per Santa Maria
CIngoli
Replicando il successo conseguito l’anno scorso, la squadra del
terziere Santa Maria ha vinto la III edizione del palio Castrum Cingvli
I
l palio è stato disputato dalle rappresentative dei tre quartieri durante i
tre giorni della rievocazione storica Cingoli 1848, organizzata in costumi
dell’epoca dall’omonima associazione e conclusasi con il suggestivo gran ballo
notturno in Piazza Maggiore.
La compagine di Santa Maria ha totalizzato 32 punti effettuando i giochi
popolari in programma: tiro alla fune, corsa con i sacchi, rottura delle pigne
(decisivo l’esito di questa gara per l’affermazione in tinta gialloblu), taglio
del tronco, corsa con le botti, gare di ruzzola e di pallone col bracciale. Al
secondo posto si è classificato il terziere di San Giovanni (28 punti) e al terzo
quello di San Nicolò (24).
I componenti del gruppo di Santa Maria sono: Emanuele Bracaccini, Diego
Mazzieri, Elisabetta Filonzi, Mattia Cerquetella, Nicola Danti, Giovanni
Cacciamani, Michele Scalpelli, Cristiano Coppari, Alessio Mazzieri, Matteo De Luca, Omar Pazzini, Eraldo Carbonari, Pierino Ortolani, Silvano Gianfelici, Pierino Pirani, Pierino Colocci. L’artistico
stendardo del palio è stato realizzato dal noto pittore cingolano Marco Ghergo.
Gianfilippo Centanni
7
cronache dai comuni
numana
Pescatori al servizio del turista
La società Traghettatori Riviera del Conero è dal 1960 sinonimo di competenza nautica
al servizio di chiunque voglia immergersi nella magia della Riviera del Conero
L’
attività nacque dall’intuizione di alcuni vecchi pescatori,
che diedero una risposta alla necessità dei turisti di raggiungere in modo comodo e sicuro le calette ai piedi del Conero.
Negli anni questi pescatori hanno investito nella nuova attività
e dalle prime barche da pesca, utilizzate in maniera promisqua
anche per dare occasionali passaggi ai turisti, diedero vita a una
vera e propria realtà turistica, con barche nate per il trasporto
di passeggeri.
Nel 1985 l’esigenza di offrire un servizio migliore portò alla formazione di una cooperativa, in seguito divenuta società. L’eredità
lasciata da quei pescatori, fatta di competenze nautiche, è stata
colta da un gruppo di giovani capaci e con la voglia di portare
nuova linfa a questa società.
Si è così giunti alla situazione attuale, che vede Francesca Mazzoni, Roberto Taccaliti e i fratelli Marco
e Gianluigi Rosati soci di una delle realtà più
dinamiche della Riviera del Conero.
La conoscenza e il rispetto del territorio in cui
operano, l’attenzione nel porre i passeggeri al
primo posto e la competenza degli equipaggi,
permette alla Traghettatori Riviera del Conero
di garantire un’esperienza unica a tutti coloro che
decidono di imbarcarsi.
Al di là della principale attività di collegamento con
le calette del Conero, i Traghettatori sono a disposizione per escursioni guidate lungo la Riviera del
Conero; aperitivi e degustazioni enogastronomiche
al tramonto; cene a base di pesce; feste danzanti e
tutto ciò che può stimolare la fantasia di chi voglia
salpare con il mare cristallino e le bianche spiagge
del Conero come sfondo. Il motto della ditta è: «Venite a scoprirci nel cuore delle Marche per portare
con voi le Marche nel cuore!»
I Traghettatori del Conero
8
Due delle imbarcazioni offerte dalla società
cronache dai comuni
apiro
Terranostra senza confini
Per Apiro il Festival Terranostra è divenuto una manifestazione di eccezionale valore,
capace far interagire armoniosamente culture diverse e cultura del territorio
I
l Festival Internazionale del Folclore è un appuntamento che si
rinnova ormai da decenni e che vanta, ogni anno, presenze illustri.
Ospiti quest’anno di Terranostra gruppi folcloristici provenienti da
Cina, Colombia, Kosovo, Ecuador, Russia, Benin, India e Slovacchia.
Tutti presentano un alto livello artistico, sociale e culturale e
sono attivi a livello nazionale e internazionale.
Gli spettacoli sono iniziati mercoledì 8 agosto con la cerimonia
di apertura e presentazione ufficiale dei gruppi ospiti.
Giovedì 9 sono iniziate le serate di approfondimento con le
esibizioni dei gruppi: National Ensemble of Song and Dance Shota (Kosovo) e Folk Dance Shilpagya (India). Venerdì
10 è stata la volta dell’Ensemble artistique et culturel Les
as du Benin e del Dance Ensemble Kalinka (Russia). Sabato 11 il palco ha ospitato i gruppi Indoamerica (Ecuador) e
Folklore Ensemble Kapusancan (Slovacchia). Domenica 12
si sono esibiti infine il Dance Group of Beijing Normal University (Cina) e la Fundacion Cultural Raices de Colombia.
Lunedì 13 si è svolta invece la festa paesana, dove i gruppi ospiti,
nei loro costumi tipici, hanno animato la serata con canti e balli
per le vie del paese. Si sono inoltre esibiti i bambini del Minigruppo dell’associazione culturale e folcloristica Urbanitas.
Dopo cena, nei vari stands, i gruppi folcloristici hanno preparato dei piatti tipici del loro luogo
Ensemble
d’origine che sono stati offerti al
Les as du Benin
pubblico. All’ora convenuta
tutti gli stands erano colmi
di persone curiose di assaggiare quei piatti non
convenzionali.
La giornata finale, mercoledì 15, è iniziata in
chiesa, dove la Santa
Messa è stata animata
dai canti religiosi dei vari
gruppi ospiti.
La serata si è conclusa con un grande spettacolo al quale hanno
partecipato tutti i gruppi intervenuti alla festa.
Anche quest’anno l’iniziativa ha avuto un ampio riscontro, locale
e nazionale oltre che internazionale, grazie alla novità della diretta web realizzata in collaborazioFolk Dance
ne con Vallesina web-TV e tutte le
Shilpagya
piattaforme ad essa collegate: sono
stati centinaia i contatti web durante lo spettacolo della serata finale
del 15 agosto, provenienti dai più
disparati angoli del pianeta (Cina,
Montenegro, Messico, Slovacchia,
Ecuador, solo per citarne alcuni).
Gli appassionati di folclore hanno
garantito la loro presenza ad Apiro, confermando il successo della
manifestazione che, a differenza
delle più tradizionali rassegne del
genere, ha saputo innovarsi: Terranostra, infatti, anche quest’anno si è presentata
con l’obiettivo di coniugare cultura e intrattenimento grazie agli spettacoli offerti dai gruppi ospiti in Piazza Baldini, al coinvolgimento tra pubblico e gruppi in occasione della festa paesana, alle mostre allestite
all’interno dei principali monumenti, agli itinerari di Art&Terra
lungo tutto il centro storico, ai numerosi stand gastronomici.
Terranostra dovrebbe essere un buon esempio da seguire per
molte città che vogliono riscoprire il valore della loro tradizione,
ma allo stesso tempo aprirsi a un dialogo sincero con gli altri popoli. Ad Apiro si è realizzata l’unione dei popoli grazie al folclore,
abbattendo così le barriere culturali e religiose che troppo spesso
ci separano dal diverso. Un ringraziamento speciale alla Bcc di
Filottrano che ha contribuito alla realizzazione dell’evento.
Sergio Scortichini
Segretario associazione Urbanitas
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cronache dai comuni
cingoli
Un grande balcone sulla moda
Il Balcone della moda ha sfidato anche quest’anno la crisi
portando alla ribalta le migliori creazioni di 31 aziende Made in Italy
S
i è svolta a Cingoli l’ottava edizione dello spettacolo-defilè
presentato da Sabrina Marinangeli di Rai 2 e dal direttore
artistico Marco Moscatelli. La regia organizzativa (Comune, Maglificio Pamira, Confartigianato Imprese e Camera di Commercio
di Macerata, Ascat) ha avuto il sostegno di numerosi sponsor, tra
cui la Bcc di Filottrano. Il patron Agostino Cipolloni, proprietario del Maglificio Pamira, ha sintetizzato l’essenza dell’avvenimento: «Abbiamo mantenuto inalterata la qualità dell’impren-
Galla Placidia
nelle Marche
ditoria marchigiana, malgrado i problemi finanziari che rendono
questo periodo così difficile per tutti».
In passerella i prodotti di 31 aziende. È stata selezionata l’eccellenza delle produzioni connotate dal marchio “100% Made
in Italy”: dalla filiera del nostro territorio, capi unici con tessuti
esclusivi e di alta sartoria uomo-donna, correlati da accessori
anch’essi unici.
Lauro Lancioni
CIngoli
Rinnovare un antico legame culturale: l’idea è venuta
ad Alberto Pelagalli, cingolano residente a Ravenna
N
umerose testimonianze confermano che Cingoli e il suo
territorio hanno gravitato per secoli nell’àmbito ravennate. Quindi, per rigenerare quei vincoli, Pelagalli ha propiziato la
realizzazione di un’emblematica e lodevole iniziativa, intitolata
Cingoli re-incontra Ravenna, recepita dalle amministrazioni
municipali ravennate e cingolana: a due scuole di Cingoli, sono
state donate da Ravenna le riproduzioni artistiche di un frammento della volta a mosaico del mausoleo di Galla Placidia.
Nella sede della scuola primaria di Villa Strada, poi in quella
della scuola media di Cingoli, si sono svolte le cerimonie per la
collocazione in parete dell’opera d’arte museale, presenti il sindaco Filippo Saltamartini con gli assessori Gilberto Giannobi,
Armando Vitali, Michele Vittori, il consigliere Eugenio Morganti e, in rappresentanza del comune di Ravenna, l’assessore alla
Cultura Ouidad Bakkali; presenti anche la dirigente dell’istituto
comprensivo Enrico Mestica, Rosalia Donati, Giorgio Giorgi,
presidente della Polisportiva Victoria Strada, Luca Pernici, di-
10
Un momento della cerimonia
rigente delle civiche istituzioni culturali. L’esecuzione dell’inno
nazionale ha preceduto una spiegazione del valore storico e sociale della manifestazione rivolta alle scolaresche.
Gianfilippo Centanni
cronache dai comuni
osimo
Da una coop. all’altra
Gli alunni della Marta Russo alla scoperta del mondo delle cooperative
I ragazzi delle due A.C.S.
D
ovete sapere che noi alunni di 5aA e 5aB della scuola primaria “Marta Russo” di Osimo abbiamo partecipato, per
il terzo anno consecutivo, al progetto Crescere nella Cooperazione finanziato dalle Banche di Credito Cooperativo.
Abbiamo realizzato due A.C.S.(Associazioni Cooperative Scolastiche): Coccinelle in tour e Coccinelle zoom e ci siamo improvvisati piccoli imprenditori. Abbiamo allestito una mostra fotografica con tutte foto scattate da noi bambini e una bancarella con
tanti lavoretti. Anche i genitori hanno contribuito preparando
degli ottimi dolcetti.
Il 4 giugno si è svolta la Cerimonia di Premiazione delle varie
A.C.S. e con grande soddisfazione abbiamo vinto il Premio-Incontro. Per questo motivo il 26 giugno siamo andati a visitare delle
vere cooperative per renderci conto di come lavorano.
Siamo partiti alle sette di mattina, un po’ assonnati, ma comunque carichi per “l’uscita”.
Il viaggio è stato lungo: una volta ci siamo anche dovuti fermare
per aspettare dei ragazzi appena laureati che facevano il nostro
stesso giro.
La prima tappa è stata a Forlì-Cesena, dove è situata l’industria
Caviro che imbottiglia il vino Tavernello. Qui ci hanno illustrato
l’origine della fabbrica facendoci vedere delle foto e ci hanno
portati a osservare il funzionamento dei vari macchinari.
Ogni attrezzo aveva il suo compito: c’era quello che metteva i
tappi nei recipienti, quello che realizzava i contenitori oppure
quello che posizionava le bottiglie impacchettate negli scaffali.
Gli operai non dovevano pensare quasi a niente, perché faceva
tutto la tecnologia.
Più tardi siamo andati a
Bagnacavallo, dove si trova
Deco Industrie che produce detersivi.
Lo stabilimento è molto
grande: abbiamo visitato il
reparto confezionamento,
dove venivano imballate le
merci, quindi il reparto soffiaggio e il magazzino.
La nostra guida ci ha detto che è molto importante
dare un buon profumo ai
detersivi, perché spesso la
gente compra quello che
ha l’odore migliore.
Terminata questa visita ci
siamo diretti, affamati, alla mensa della cooperativa
Gemos di Faenza.
Dopo pranzo siamo giunti alla cooperativa Agrintesa, sempre a
Faenza: qui si confezionano grandi quantità di frutta. In questo
periodo ci sono soprattutto nettarine e albicocche, mentre in
inverno prevalgono mele, pere e kiwi. La tentazione di mangiare
qualche frutto era molto forte e alla fine siamo stati accontentati:
ce ne hanno offerti due cesti pieni.
Nel corso della giornata abbiamo posto molte domande per capire le differenze che esistono tra una grande impresa e la nostra
piccola cooperativa:
– I soldi che guadagnate, come li spendete?
– Li dividiamo con chi ci ha dato la frutta.
– È possibile diventare “più importanti”?
– Certo, basta che uno sia bravo.
– Ognuno ha il diritto di voto, giusto?
– Sì, siamo tutti uguali e quindi possiamo esprimere tutti la nostra opinione.
– Qui sembrate tutti felici, è così?
– È proprio così, collaboriamo tutti insieme democraticamente.
In ogni cooperativa che abbiamo visitato, i nostri interlocutori
ci hanno detto che nella vita dobbiamo studiare e che insieme
si diventa più grandi.
È la stessa cosa che ci ripetevano sempre le maestre, ed è anche
il motto di entrambe le A.C.S.
Noi soci vogliamo ringraziare la BCC di Filottrano per aver finanziato il progetto e il viaggio e le nostre maestre per il sostegno
che ci hanno offerto in questi anni: con questa esperienza siamo
cresciuti e diventati più uniti.
Anna Laura e Gaia
11
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Quinto conto energia
P
Gli incentivi sul fotovoltaico si sono ridotti ma, in una certa misura, sono stati riqualificati.
Si allungano i tempi di rientro economico dall’investimento
artito il 27 agosto, il Quinto conto energia è dedicato alle
aziende e ai privati che hanno intenzione di installare sul
proprio tetto o in un terreno di proprietà i pannelli fotovoltaici.
Gli incentivi prevedono un tetto massimo pari a 6,7 miliardi l’anno che stiamo pagando con la bolletta elettrica, parte dei quali
sono già stati destinati a chi è rientrato nel Quarto conto energia. Nella migliore delle ipotesi, i rimanenti 700 milioni stanziati
potrebbero durare qualche mese.
I fondi tagliano ma, in una certa misura, riqualificano gli incentivi al solare fotovoltaico, premiando con 0,02 euro al kWh le
apparecchiature realizzate in Europa.
Il nuovo conto prevede due distinte tariffe incentivanti: una applicata solo all’energia immessa in rete (la cosiddetta tariffa
omnicomprensiva) e l’altra solo all’energia auto consumata (il
premio autoconsumo) che, mediamente, per un consumatore
domestico con impianto sotto i 3 kW copre circa il 30% di quella
prodotta.
Questa particolarità rende conveniente consumare quanta più
energia possibile di quella generata dall’impianto. Se a livello
industriale la cosa è fattibile, va chiarito che orientare i propri consumi in maniera ottimale tra le mura domestiche risulta
spesso difficile. il rallentamento della domanda di pannelli ha
portato a una conseguente contrazione dei costi anche se, sugli
impianti domestici da pochi kW (ne consigliamo fino a 3), i costi
di installazione non hanno subito variazioni. È infatti piuttosto
difficile scendere a prezzi inferiori ai 3.500 euro (Iva inclusa)
per kW installato.
Le differenze si notano anche tra Nord e Sud: a parità di impianto,
infatti, un sistema da 2.2 kWp installato a Milano produce una
media annua di 2.200 kWh e qundi, per un ritorno di tipo economico, bisogna aspettare mediamente 19 anni. A Napoli lo stesso
impianto riesce a produrre 2.800 kWh, con un ritorno economico che arriva dopo circa 14 anni dall’installazione. In entrambi i
casi, rispetto ai precedenti conti, il tempo di rientro economico
è cresciuto mediamente dai due ai quattro anni.
Ufficio Multicanale & Marketing
Le nostre filiali
nelle province di Ancona e Macerata
13
cronache dai comuni
Un momento della conferenza stampa
osimo
San Giuseppe rinnovato
Restyling della cripta e delle spoglie di San Giuseppe da Copertino:
ricognizione delle spoglie, camerette rinnovate e nuova teca
A
Osimo il ritorno dalle ferie estive coincide con l’avvento della festività patronale di San Giuseppe da Copertino,
che cade il 18 settembre. Al di là dei consueti appuntamenti a
carattere civile e religioso, sono previste importanti novità che
interesseranno il Santuario e che sono state presentate in un’apposita conferenza stampa da padre Giancarlo Corsini, ministro
provinciale dei Frati Minori Conventuali di Ancona, da padre
Pietro Guerrieri, rettore del convento francescano, dal sindaco di Osimo Stefano Simoncini e dall’assessore alla cultura e al
turismo Achille Ginnetti.
Padre Corsini ha dato alcune anticipazioni in merito al 350° anniversario della morte di San Giuseppe da Copertino che cadrà
il prossimo anno. Per l’occasione si provvederà ad alcuni lavori
di restyling della cripta e delle camerette del Santo. In particolare, la teca che custodisce le spoglie necessita di interventi
per migliorare la conservazione delle reliquie, visto che l’ultima
ricognizione risale al 2 maggio del 1963.
Sarà realizzata una nuova teca trasparente e verrà rifatta la maschera di San Giuseppe in modo ancora più realistico. L’intento è
di umanizzare maggiormente la reliquia, mantenendo allo stesso
tempo la sobrietà che ha sempre contraddistinto l’Ordine dei
Francescani e la vita stessa del Santo dei voli.
14
Dal 5 ottobre la cripta resterà chiusa per permettere l’inizio dei
lavori diretti dall’architetto Luca Schiavoni, mentre un’apposita commissione di esperti, selezionati da S.E. Mons. Edoardo
Menichelli, si occuperà della ricognizione del corpo che si terrà
lo stesso giorno alle 16.00 alla presenza del Ministro Generale
dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, padre Marco Tasca e
dei sindaci di Osimo e Copertino.
Il restyling della cripta riguarderà non soltanto il reliquario, ma
l’intera struttura. Verranno tolti alcuni elementi per facilitare
il raccoglimento e la preghiera dei fedeli, in particolar modo
saranno eliminate le vetrate che cingono l’altare (un intervento
necessario anche per motivi di sicurezza). Inoltre sarà realizzato un breve percorso didattico in cui verrà riproposta la vita
del Santo. L’intervento nelle camerette di San Giuseppe servirà
a rendere più fruibile e coerente l’intero percorso di visita dei
luoghi josephini.
I lavori termineranno entro Natale, anche se si spera di farlo
per il 29 novembre, anniversario dell’approvazione della regola
francescana da parte di Papa Innocenzo III. Oltre agli interventi
a carattere strutturale, ci saranno anche importanti iniziative
volte a diffondere il messaggio josephino e illustrare la vita del
santo e il suo percorso mistico.
cronache dai comuni
Il 10 febbraio il Capitolo Generale dell’Ordine Francescano verrà
in visita a Osimo per venerare le spoglie del Santo, saranno pubblicati i processi di santificazione di Assisi e Osimo. Fino ad oggi
invece gli studiosi avevano a disposizione solo quello di Nardò.
Si sta provvedendo anche alla pubblicazione del convegno sulla
mistica promosso tre anni fa e ricco di spunti di riflessione.
Il calendario celebrativo per il 350° anniversario della morte di
San Giuseppe da Copertino aprirà il 17 settembre del 2013 con
la solenne celebrazione del cardinale Angelo Amato, prefetto
della Congregazione per le Cause dei Santi. Nei mesi successivi il
corpo verrà concesso per un breve periodo ai fedeli di Copertino.
Con molta probabilità durante il viaggio si seguirà un apposito
percorso che toccherà alcuni comuni ai quali è legata la vita del
Santo. Il sindaco Stefano Simoncini, oltre a ringraziare i frati
minori conventuali, che rappresentano un importante punto di
riferimento per l’intera cittadinanza, ha espresso profonda soddisfazione per gli interventi che verranno eseguiti.
Si sta lavorando anche al gemellaggio con la città di Cupertino
in California (nella rinomata Silicon Valley) dove hanno sede i
più grandi colossi informatici del mondo, tra cui Apple: la città
prende il nome proprio dal Santo patrono osimano. Inoltre è ancora in cantiere la fiction sulla vita di San Giuseppe da Copertino
con la sceneggiatura scritta dal grande premio Oscar Ennio De
Concini. «San Giuseppe – ha aggiunto padre Pietro Guerrieri – è
Padre Giancarlo Corsini
un personaggio particolarmente attuale, per la sua semplicità e
per la grande forza e tenacia espressa nei momenti più difficili
della sua vita. Rappresenta anche un’importante attrattiva turistica. Il turismo religioso, infatti, sta rappresentando, specie negli
ultimi tempi un importante volano per l’economia marchigiana.
Sono in crescita le presenze dei turisti che sempre più spesso
vengono in città in piccoli nuclei, per lo più a carattere familiare».
Luca Falcetta
Il ritorno dell’Arcangelo
montefano
Dopo tantissimi anni, grazie al generoso contributo della BCC di Filottrano,
si è potuto restaurare il pregiato dipinto L’Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele
Il dipinto della chiesa di San Donato
I
l dipinto, raffigurante la classica scena dell’Annunciazione,
si trova sulla sommità dell’altare posto nella navata sinistra
della Chiesa di San Donato a Montefano.
La scena raffigurata si svolge all’interno di un edificio, forse una
loggia, dalla quale filtra la luce del giorno e si vede un paesaggio
collinare. La stanza è semplice e modesta, con pochi mobili il cui
stile richiama senz’altro il periodo in cui l’opera è stata eseguita.
La Vergine, in piedi, si china verso l’angelo inginocchiato che
si appresta a formulare l’annuncio divino, con in mano il giglio,
simbolo di purezza; in alto compare la colomba, simbolo dello
Spirito Santo.
Il dipinto, regolarmente catalogato, è di pregevole scuola marchigiana, di autore ignoto. L’epoca della sua esecuzione è individuata
nella seconda metà del Cinquecento. Ad oggi non si conosce
l’originaria destinazione; la data della collocazione del dipinto
nella Chiesa di San Donato risale forse al 1768, quando l’edificio
venne ricostruito sulle rovine della vecchia chiesa. Si sa infatti
che il sottostante altare si chiamava “ Dell’Arcangelo Gabriele”.
Il dipinto, riscoperto in seguito a un sopralluogo di alcuni giovani
studiosi, venne segnalato dal sacrestano Giovanni allo scrivente
che, appassionato della storia locale, coinvolse il parroco, la Curia
e la BCC di Filottrano. La Banca, attenta come sempre ai temi
artistici del territorio, ha elargito i fondi necessari per il restauro.
Il restauro segue di pari passo quelli della Cappella del SS. Sacramento e della volta, ritornate ambedue al loro antico splendore.
Norberto Rimini
15
Insieme contro le barriere
L’
Il 15 giugno si è conclusa con grande successo l’undicesima edizione di Giochi Senza Barriere,
organizzata dal centro diurno Una Porta Aperta gestito dalla cooperativa Fisioassistance di Cingoli
iniziativa, sostenuta dalla Regione Marche, dalla Provincia
di Macerata, dal Comune di Cingoli, dalla BCC di Filottrano, da Andreani Tributi s.r.l. e da Assi Centro s.r.l., ha visto
la partecipazione di più di 500 persone tra ragazzi disabili e accompagnatori in rappresentanza di 31 centri.
La manifestazione, grazie anche a una stupenda giornata di sole,
si è svolta in due fasi; la prima è iniziata alle 9.30 allo stadio comunale A. Spivach, dove i vari gruppi si sono cimentati in gare
ludico-sportive. La competizione ha visto primeggiare il centro
Rosso di Sera di Serra San Quirico, mentre il centro Alice di Loreto si è aggiudicato il secondo posto e sono risultati terzi a pari
punteggio il Laboratorio de Coccio di Jesi e La Giostra di Ostra.
La seconda fase è iniziata alle 13.00 presso il ristorante Tetto
delle Marche dove, oltre al pranzo, in un clima festoso e gioioso, l’assessore regionale Luca Marconi, l’assessore provinciale
Leonardo Lippi, il sindaco del Comune di Cingoli Filippo Saltamartini e gli assessori comunali Luigi Ippoliti e Michele Vittori hanno proceduto alla premiazione delle squadre vincitrici
e all’estrazione dei premi offerti dai proprietari del ristorante.
Il tutto è terminato intorno alle 16.30, dopo che gli organizzatori
hanno voluto ringraziare quanti hanno contribuito alla realizzazione dell’evento e tutti gli sponsor, augurandosi di ritrovarsi il
prossimo anno.
Cooperativa Fisioassistance
www.fisioassistance.it - e-mail: [email protected]
Due momenti dell’evento
Quando il pallone chiama
L’A.S.D. Urbanitas Apiro nasce dalla voglia di alcune persone, già inserite nel mondo del calcio,
di creare una società dove far giocare e crescere i ragazzi di Apiro e dintorni
A
l momento della nascita la squadra militava nel campionato
di terza categoria, ma a causa della carenza di giocatori i
risultanti non furono eccellenti. Nonostante i numerosi sforzi dei
dirigenti il numero di iscritti alla società andava via via calando
e si decise così di trasferire la squadra dal mondo del calcio a
quello del calcetto.
Il trasferimento giovò alla squadra che, accompagnata da un
pubblico di spettatori numerosissimo, ottenne subito un ottimo
secondo posto alla fine del campionato, che fruttò la possibilità
di salire di categoria. Con la sconfitta nella finale dei play-off,
l’A.S.D. Urbanitas Apiro è stata iscritta nuovamente alla serie D di
calcio a 5 da dove partirà da favorita, visti i risultati della scorsa
stagione. L’obiettivo della società e dei giocatori resta comunque
quello di ritornare a giocare il calcio, obiettivo raggiungibile, si
pensa, per la prossima stagione.
16
I ragazzi dell’A.S.D.
Urbanitas Apiro
attività sociali
Spese scolastiche a tasso zero
Anche quest’anno la bcc di Filottrano riserva ai titolari di un prodotto della linea giovani
un finanziamento agevolatissimo per le spese scolastiche
I
giovani e la scuola sono tradizionalmente oggetto di sensibilità
e attenzione da parte della Banca, convinta che la crescita
della comunità e del territorio non possa prescindere da un’adeguata formazione delle giovani generazioni.
Perciò, anche per quest’anno, BCC Filottrano riserva ai titolari
di un prodotto della linea giovani un finanziamento “A TASSO
ZERO” per le spese scolastiche sostenute, rimborsabili in sei
rate mensili: un aiuto importante per chi investe nel futuro dei
propri figli.
CONSEGNA BORSE DI STUDIO
Si informa che la consegna delle borse di studio riservate
ai Soci e figli dei Soci relative all’anno 2011 sarà effettuata, come di consueto, in occasione dell’incontro di presentazione del Bilancio Sociale previsto per:
DOMENICA 7 OTTOBRE 2012 - ORE 9.45
PRESSO IL CINEMA TEATRO TORQUIS DI FILOTTRANO
Carta certificata
Da oggi il nostro notiziario è stampato su carta FSC misto
L
a certificazione FSC, Forest Stewardship Council, è il principale meccanismo di garanzia sull’origine del legno o della
carta. Si tratta di un sistema di certificazione internazionale che
garantisce che la materia prima usata per realizzare un prodotto
in legno o carta provenga da foreste dove sono rispettati rigorosi
standard ambientali, sociali ed economici.
FSC, creato nel 1993, include tra i suoi membri gruppi ambientalisti e sociali, comunità indigene, associazioni di consumatori,
proprietari forestali, tecnici, organismi di certificazione, industrie
di prima lavorazione e di trasformazione e commercializzazione
del legno, che operano insieme per migliorare la gestione delle
risorse forestali in tutto il mondo.
La catena di custodia
Oltre alla certificazione della gestione forestale, FSC prevede
anche la certificazione delle aziende che lavorano il materiale
attraverso tutte le fasi di trasformazione. Si chiama certificazione della catena di custodia (Chain Of Custody) e permette alle
aziende di lavorare e vendere i propri prodotto con il marchio
FSC. La certificazione della gestione forestale ne garantisce la
salvaguardia in termini sociali e ambientali, parallelamente agli
aspetti economici.
La certificazione della catena di custodia assicura che prodotti
come la carta provengano effettivamente da foreste certificate.
Le 4 tipologie di FSC
Nell’ambito della certificazione delle aziende della carta,
si distinguono quattro tipologie di prodotti:
FSC puro: carte realizzate interamente con cellulosa FSC;
FSC misto: carte realizzate con percentuali variabili di
materiale certificato FSC e fibre provenienti da foreste
controllate;
FSC misto con riciclo: carte realizzate con percentuali
variabili di materiale certificato FSC e materiale riciclato
e controllato;
FSC riciclato post-consumo: prodotto con legno e/o fibre ottenuti dal riciclo di materiale giunto al termine del
proprio utilizzo.
La maggior parte delle carte e dei cartoncini in commercio
in Italia appartiene alla categoria FSC misto.
17
Ethical Banking
non profit service
attività sociali
Ethical Banking
non profit service
Ethical Banking:
tempo di bilanci
Avviato nell’aprile 2008, il progetto Ethical Banking festeggia oggi
i suoi primi quattro anni di operatività. Con risultati sicuramente soddisfacenti
A
l 30 giugno 2012, 92
La parrocchia S. Ignazio di Filottrano
clienti della nostra bcc
avevano deciso di destinare
parte del proprio risparmio in
un libretto Ethical Banking per
un importo complessivo di raccolta pari a 1.089.849,28 euro.
Grazie a questa raccolta sono
stati attivati otto progetti (per
un totale di 1.027.800,00 euro) a favore di altrettanti soggetti non profit del territorio,
oltre al progetto di microcredito in collaborazione con la
Caritas di Ancona Osimo che
ha permesso l’erogazione di 57
pratiche per un complessivo di
quasi 144.800,00 euro.
In tutti i casi il tasso applicato
non ha mai superato lo 0,90%:
un’agevolazione resa possibile
da un lato grazie ai risparmiatori che hanno accettato una
remunerazione limitata del
proprio risparmio (massimo 0,50%) e dall’altro grazie alla Banca che ha rinunciato al proprio guadagno su tutte le operazioni
effettuate.
I progetti realizzati, anche se numericamente contenuti, hanno
toccato diversi ambiti: assistenza alle persone, commercio e-
quo e solidale, microcredito, ecc. Variegata anche la tipologia di
beneficiari composta da associazioni, cooperative, parrocchie.
Un dato significativo è rappresentato delle insolvenze. Al 30
giugno la percentuale era pari allo 5,08%, una cifra che testimonia, in modo chiaro e inequivocabile, come le imprese sociali
La casa di riposo di Filottrano
18
attività sociali
non solo siano soggetti economici a tutti gli effetti (capaci cioè
di produrre valore economico oltre che sociale), ma anche soggetti affidabili, in grado di far fronte agli impegni assunti come
e forse anche meglio delle imprese profit.
Le spiegazioni? Potrebbero essere tante, ma il segreto forse sta
nella condivisione di valori orientati a un’idea di economia estroversa e rivolta al bene comune, nonché alla scelta di interlocutori giusti.
Lauro Lancioni
I PROGETTI
Finanziamento Cooperativa Terra dei Sogni
Finanziamento Cooperativa Mondo Solidale
Finanziamento Casa di riposo di Filottrano
Pre-finanziamento parrocchia S. Igrazio di Filottrano
Finanziamento parrocchia Sacra Famiglia di Osimo
Finanziamento Casa famiglia - Osimo
Finanziamento ristrutturazione oratorio di Filottrano
La casa famiglia di Osimo
Alcuni prodotti della Cooperativa
Mondo Solidale
Il laboratorio della Cooperativa
Terra dei Sogni
Il manifesto per l’oratorio
di Filottrano
La parrocchia Sacra Famiglia di Osimo
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l’Or
noi che ... al
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cresciuti e abbiamo
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19
attività sociali
Una battaglia per il territorio
La responsabilità ambientale di una BCC
impegnata nella salvaguardia del proprio territorio
Villa Emo
banking Award, promosso da Globiz con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente.
L’acquisto di Villa Emo
C
he una Banca di Credito Cooperativo sia per sua costituzione e finalità proprie impegnata in ambito sociale è un
dato acquisito da sempre e verificabile in tutta la lunga storia
della cooperazione di credito.
La sua particolare “vocazione ambientale”, invece, si è manifestata in termini concreti solo negli ultimi dieci anni o poco
più. Solo nell’ultima versione dell’art. 2 dello Statuto, infatti,
quello relativo ai Principi ispiratori, è stata inserita tra le finalità
promosse «la crescita responsabile e sostenibile del territorio»,
estendendo il concetto di “crescita” dall’ambito economico a
quello etico e ambientale.
Le BCC che hanno cercato di dare concretezza a questo impegno sono riuscite a formare una coscienza ambientale prima al
proprio interno e poi tra i soci, i clienti, i fornitori, le comunità
in cui operano.
La politica ambientale del Credito Trevigiano
Un esempio può essere costituito dal Credito Trevigiano, che fin
dal 2004 ha sviluppato una sua politica ambientale, ottenendo
la certificazione ISO 14001 e la registrazione Emas, il marchio
europeo che certifica l’eccellenza di un ente nel rispetto dell’ambiente e nella sostenibilità dei propri comportamenti.
Tutta la sua attività viene annualmente riepilogata nella Dichiarazione ambientale, che considera gli impatti in termini di consumo di energia, di acqua e di carta, la concessione di “finanziamenti verdi”, la vendita di prodotti della linea ambiente, il
rispetto del “codice etico-ambientale” nella scelta dei fornitori,
la promozione della cultura ambientale, ad esempio con il Premio per l’Economia Sostenibile, che intende far conoscere e
valorizzare le migliori pratiche ambientali adottate da aziende
e da enti pubblici.
Una politica che ha meritato importanti riconoscimenti per il
Credito Trevigiano sia a livello regionale, con il Premio del Club
Emas Veneto, sia a livello nazionale, con il Premio Aifin Banca e
Territorio, sia a livello internazionale, con il premio Green Globe
20
Nell’ambito della formazione di questa cultura ambientale, l’acquisto di Villa Emo di Fanzolo, una delle più ammirate e conosciute ville palladiane, si pone come uno dei momenti più alti
dell’impegno del Credito Trevigiano.
L’esigenza della BCC di disporre di un moderno centro direzionale fu intercettata da una “rivolta popolare” contro la vendita
dei terreni circostanti la Villa ai cavatori di ghiaia, che già erano
riusciti ad accaparrarseli in preliminare. Quella rivolta di cittadini
di Fanzolo, in gran parte soci e clienti della BCC, fu l’avvio di un
iter che in pochi mesi portò all’acquisto della Villa nel 2004 e al
vincolo sui terreni circostanti. Una battaglia vinta con il coinvolgimento di Istituzioni importanti, perfino del Vescovo di Treviso,
e che è stata portata come esempio in tutta Italia.
Nel 2007, dopo l’inaugurazione del nuovo Centro Direzionale del
Credito Trevigiano, partì l’attività della Fondazione Villa Emo,
con la finalità specifica di far conoscere, capire e rendere più
fruibile e accogliente tutto il compendio e con la mission più
ambiziosa di “educare la collettività alla difesa del patrimonio
storico, artistico, culturale e ambientale e in particolare alla salvaguardia del territorio”.
Contro le nuove minacce
al territorio contiguo di Barcon
Ma chi aveva ormai l’osso in bocca (terreni di Villa Emo) non
poteva certo demordere tanto facilmente e, dopo aver costitui­
to una proprietà di quasi 100 ettari nel territorio adiacente di
Barcon, a ridosso di una villa settecentesca e del centro abitato, chiede nel 2010 la conversione del terreno agricolo, ancora
intatto e molto ghiaioso, in zona d’insediamento industriale, in
cui far sorgere un macello e una cartiera di grandi dimensioni.
I sospetti e le perplessità subito sorte si traducono in giustificati
allarmi quando si viene a sapere che l’insediamento prevede:
• uno scavo di 9-10 metri su circa 30 ettari per un totale di 2
milioni di mq di ghiaia, altrimenti gli edifici della cartiera, sviluppati in altezza, avrebbero un pesante impatto ambientale;
• la costruzione di un casello stradale non previsto sulla futura
superstrada Pedemontana, naturalmente a servizio di questo
insediamento;
• la conversione di 88 ettari dalla destinazione agricola a quella
produttiva.
In nome di cosa? Della “pubblica utilità dell’opera” e del suo
“valore strategico” che dovrebbero essere riconosciuti dalla Regione Veneto.
attività sociali
Riparte la mobilitazione: sorgono a livello del Comune di Vedelago i Comitati Civici e avviano un tam-tam pressante con riunioni, volantini, e-mail, firma di petizioni e di cartoline contrarie
al progetto.
Si trova in prima linea la Fondazione Villa Emo con il presidente
Nicola Di Santo, considerata da molti come punto di riferimento
naturale per l’organizzazione della protesta.
La Fondazione commissiona due studi per valutare l’uno l’impatto economico e l’altro l’impatto socio-ambientale del futuro
insediamento.
Risultano fin troppo evidenti gli intenti speculativi dell’operazione nel pretestuoso scavo di ghiaia in un territorio ormai saturo
di cave, nel consumo ingiustificato di suolo (1.400 mq per addetto, più del doppio rispetto a insediamenti analoghi e anche
più grandi), nell’inesistenza del “pubblico vantaggio” (il casello
autostradale aggiuntivo a quelli già previsti è strettamente funzionale al polo agro-alimentare e quindi non può entrare nella
perequazione per “interesse pubblico”), nell’illusoria promessa
di 600 posti di lavoro (buona parte saranno trasferiti da altri im-
pianti e comporteranno la chiusura già dichiarata di altre piccole
strutture), nella patente sconfessione dei Piani di sostenibilità
ambientale del PAT (Piano di Assetto Territoriale), del PTCP
(Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) e del PTRC
(Piano Territoriale Regionale di Coordinamento).
Su questo progetto si dichiarano contrarie tutte le categorie
economiche, agricoltori, artigiani, commercianti, esclusa Confindustria, e inoltre il mondo della cooperazione, i Comuni limitrofi,
i Sindacati, le associazioni ambientaliste, i Comitati civici. L’eco
giunge persino alla soglia del Quirinale e una delegazione guidata
dal presidente Di Santo viene convocata e ricevuta.
Ma queste significative prese di posizione non bastano.
A decidere sarà la Regione, che però vuol sentire il parere della
Provincia, che a sua volta vuol sentire il Comune di Vedelago, che
si guarda bene dall’indire una consultazione popolare, nonostante le oltre 6.000 cartoline di dissenso inviate (da incrementare
consultando il sito www.villaemo.org) e rimanda la responsabilità alla Regione.
In una situazione in cui i giochi politici e gli interessi privati ubbidiscono ad altre logiche, la Fondazione Villa Emo e il presidente
Di Santo (che ha subito anche minacce personali) stanno tenendo alto il concetto di “bene comune”, salvaguardando il territorio
dalle continue insidie ed esaltando la funzione di una BCC.
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attività sociali
Inquadrare, scattare, spedire
Le precedenti edizioni del Calendario del Socio hanno avuto grande successo
e la nostra Banca sta già pensando alla nuova edizione per il 2013
A
nche quest’anno il tema principale del calendario saranno
i paesaggi del nostro territorio e di quelli in cui opera BCC
Filottrano. Come sempre, chiediamo la collaborazione dei nostri
soci, ma anche di tutti i clienti interessati e appassionati di fotografia. Le immagini potranno essere realizzate sia in formato
tradizionale, sia in digitale.
Le stampe e le diapositive possono essere consegnate all’Ufficio Soci BCC Filottrano, Piazza Garibaldi 26 - 60024 Filottrano
(AN), mentre le immagini digitali possono essere spedite via
mail a [email protected].
Per ulteriori informazioni, potete contattare l’Ufficio Soci al numero 071 7227766.
L’ANGOLO
DELLA BARZELLETTA
Da non
perdere!
Pierino ha appena imparato ad andare
in bicicletta. Così mentre pedala dice
alla madre: «Mamma, mamma senza una mano...»
«Bravo Pierino, bravo, ma stai attento a non cadere!»
«Mamma, mamma, senza piedi!»
«Bravo Pierino, bravo, ma stai attento a non cadere!»
A un certo punto da dietro la casa spunta Pierino
e dice alla madre:«Mamma, mamma... fenfa denfi!»
♦♦ 150 g di farina bianca;
♦♦ 120 g di fave fresche;
♦♦ 100
g di cotenna (buccia) di
maiale;
♦♦ un ciuffo di finocchio selvatico
fresco;
♦♦ un aglio in camicia;
♦♦ 4 pomodori rossi Pachino;
♦♦ un pomodoro rosso intero
e
spellato;
♦♦ olio extravergine d’oliva;
♦♦ sale e pepe q. b.
Esecuzione
♦♦ Per i frascarelli: in una pentola, portare a ebollizione l’acqua, salarla
quando è bollente, versarvi il riso facendolo cuocere per circa 10 minuti.
aggiungere la farina, mescolando con una frusta in modo da evitare
i grumi, mantenere in cottura per altri 10 minuti, quindi versare il composto nei piatti.
♦♦ Per il sugo: tagliare la cotenna in pezzi delle dimensioni di 2-3 cm,
sbollentarli per circa 10 minuti, cuocerli in forno a circa 250° fino alla
rosolatura preferita.
♦♦ Dopo averle sbucciate, mettere le fave in una pentolina aggiungendo olio,
aglio in camicia e cuocere a fuoco lento.
♦♦ Appena caldo, aggiungere qualche pezzetto di cotenna, due bicchierini
d’acqua e cuocere per circa 10 minuti a fuoco lento.
♦♦ Non appena ristretto, frullare una metà del composto versandolo sul sugo in
cui verranno posti anche il pomodoro spellato intero e i Pachino a pezzetti,
quelli residui croccanti di cotenna e il finocchio fresco.
♦♦ Poi
Frascarelli con buccia di maiale
e perle dell’orto
Un primo piatto prelibatissimo e gustoso
ingredienti
♦♦ 40 g di riso;
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♦♦ ½ litro d’acqua;
Hotel Tetto delle Marche - Ristorante dei Conti, Cingoli - Chef Giorgio Bolletta
Ringraziamo per questa ricetta l’Hotel Tetto delle Marche - Ristorante dei Conti di Cingoli.
Se qualche ristorante o cuoco nostro socio o nostro cliente desidera utilizzare questo spazio per pubblicare una propria ricetta, può
farlo inviando il testo e una foto del piatto a: Ufficio Soci - [email protected]. Selezioneremo le ricette pervenute pubblicando di
volta in volta quella più appropriata e dando rilievo al cuoco o al ristorante che l’ha fornita.
attività sociali
Un benvenuto speciale a Christian
Siamo felici di dare il benvenuto a Christian,
figlio del socio Morgan Lombardi. Come prevede la nostra iniziativa BABY BENVENUTO, il
bimbo ha ricevuto un libretto Risparmio Baby, con un primo versamento di 50
euro effettuato dalla Banca: un piccolo regalo con i migliori auguri da parte di
tutti noi al nuovo nato e ai suoi genitori.
Tra santuari e abbazie
Nell’ultimo notiziario abbiamo fatto un breve riassunto delle gite svolte fino a quel momento
e pensavamo già a quelle programmate per ottobre-dicembre, ma nel mezzo…
M
edjugorie: a fine giugno ci siamo presi una breve pausa
di riflessione, dove abbiamo rafforzato lo spirito e messo a dura prova le nostre forze partecipando al pellegrinaggio a
Medjugorie. Abbiamo visto da vicino anche quello che è diventato
il simbolo della guerra in Bosnia, il ponte distrutto e ora ricostruito di Mostar. Una città, crocevia di tante razze e religioni, dove la
guerra è ancora ben visibile sui muri delle case piene di proiettili.
Le abbazie intorno a noi: il nostro viaggio è proseguito poi l’8
settembre tra le province di Macerata-Ancona, tra le più belle
abbazie costruite circa 800-1000 anni fa.
La nostra guida, Leonardo, ci ha raccontato come si svolgeva la
vita in queste abbazie, che erano in realtà degli antichi monasteri. La giornata si è conclusa a S. Urbano di Apiro, una chiesa
restaurata e riaperta al pubblico solo un anno fa, dove abbiamo
apprezzato con stupore, la diversità della sua struttura (vedere
per credere).
E per finire non poteva mancare una gustosa merenda/cena al
calar del sole nel cortile dietro la chiesa.
Appuntamento alle prossime gite.
Il gruppo a Medjugorie
La chiesa S. Urbano di Apiro
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