Relazione per concertazione area produttiva

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Relazione per concertazione area produttiva
REGIONE LOMBARDIA
COMUNE DI CONFIENZA
(PROVINCIA DI PAVIA)
CONCERTAZIONE
RELAZIONE TECNICO-ILLUSTRATIVA
N. rev.
Data:
Redatto
Controllato
Approvato
Il
Approvazione
redattore
SG
FL
FL
Il Sindaco
Il Segretario comunale
Il Tecnico comunale
L’Assessore
all’urbanistica
Il Funzionario provinciale
STUDIO DI
INGEGNERIA
ASSOCIATO
LAVEZZI&GRANDI s.s.
Via Monte Nero n.10C –
27020 TROMELLO (PV)
Collaboratori:
Progettista responsabile:
Dott. Silvia Garavaglia
Ing. Flavio Lavezzi
Dott. Riccardo Tacconi
Ing. Antonio Grandi
Cod. Commessa:
Dir.: PGT Confienza/ Elaborati PGT/ 15-
File: Relazione
10CONF07
Concertazione per produttiva
tecnico-illustrativa.doc
Relazione tecnico-illustrativa – Documento di piano - Piano di Governo del Territorio del Comune di Confienza
1. INTRODUZIONE………..…………………………………………………………….…4
1.1.Il PTCP…………………………………………………………….………...….…….…..4
2. NUOVA AREA PRODUTTIVA………………………………...………...……………...7
2.1.Localizazzione……………………………………………………………………………...7
2.2.Mobilità e accessibilità……………………..……………………………………………....9
2.3.Indici urbanistici………………………………………………………...............................9
2.4.L’attività – Lo stabilimento – Il processo produttivo………….………………..................9
2.5.Dati di progetto………………………………………..……….………………................20
2.6.Altre aree produttive……………………………..………….………………....................22
2.7.Stime e valutazioni delle possibili ricadute territoriali………….……….……..................22
2.8.Soluzioni alternative………………………………...………….………………................23
2.9.Misure compensative e di mitigazione………….……………….......................................23
2.10.Attuazione dell’intervento……………………………………….………..…..................23
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INDICE ALLEGATI
Documento di piano
Tav. 1 – Classificazione delle aree di trasformazione del PGT
C1 - Scheda n. 8 – Ambiti di trasformazione – Area Novara-Mortara -
C2 - Progetto di massima per realizzazione di nuovo stabilimento
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1. INTRODUZIONE
Il Piano di Governo del Territorio individua una nuova area produttiva all’altezza della Strada
Provinciale Novara – Mortara, che per le notevoli dimensioni, risulta essere di interesse
sovracomunale.
Nella seguente relazione verranno trattate le seguenti tematiche: localizzazione della nuova area
produttiva, mobilità e accessibilità, tipologia dell’insediamento, strumenti di attuazione
dell’intervento e le misure mitigative per la realizzazione dell’intervento.
1. 1.
Il PTCP
Il PTCP individua i criteri per l’individuazione delle aree di interesse sovracomunale ed i criteri per
la loro definizione.
Qui di seguito sono riportati gli Articoli, inerenti l’argomento, delle Norme Tecniche del PTCP:
Art. 17 – Tipologia degli insediamenti e previsioni per le quali si riconosce la valenza
sovracomunale
1. Nell’ambito delle trasformazioni d’uso del territorio e delle previsioni urbanistiche
comunali s’individuano i seguenti casi di previsioni allocative di cui si riconosce la
rilevanza sovracomunale, esclusivamente ai fini dell’applicazione della norma per il
coordinamento, per le quali si farà ricorso a procedura di concertazione tra gli Enti,
secondo quanto previsto all’art. 16, comma quarto:
a) Localizzazione di nuove aree e poli produttivi o varianti che prevedano il riuso di
aree produttive dimesse, con dimensioni superiori a:
a.1) mq. 10.000 di s.l.p. per Comuni <2.000 abitanti;
a.2)mq. 20.000 di s.l.p. per Comuni compresi tra 2.001 e 5.000 abitanti;
a.3) mq 40.000 di s.l.p. per Comuni compresi tra 5.001 e 10.000 ab;
a.4) mq. 50.000 di s.l.p. per Comuni >10.000 ab.
Con le finalità di salvaguardare e tutelare il principio di equilibrio nelle relazioni e
nelle dinamiche di sviluppo territoriale tra Comuni contermini, le soglie di cui sopra
sono da intendersi elevate in proporzione del 50% per i Comuni di cui ai punti a.1) e
a.2) confinanti con centri urbani di cui ai punti a.3) e a.4);
b) Ambiti di valorizzazione e tutela di aree agricole, corsi d’acqua, formazione di
parchi di interesse sovracomunale;
c) Impianti tecnologici, quali ad es. impianti per la gestione, il trattamento, lo
smaltimento di acque e di rifiuti; impianti per la produzione e trasformazione di
energia e/o riscaldamento;
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d) Insediamenti della media e grande distribuzione e centri commerciali con
s.l.p.>1.500 mq. Per Comuni< 10.000 ab. e>2.500 mq. Per Comuni >10.000 ab.
2. La dimensione del comune è definita in base alla popolazione residente risultante al 31
dicembre dell’anno precedente.
Art. 18 – Criteri per la definizione della rilevanza sovracomunale delle scelte relative alla
allocazione di nuovi insediamenti
1. Il carattere di funzione e/o insediamento con rilevanza sovracomunale, esclusivamente ai fini
dell’applicazione della norma per il coordinamento, viene definito inoltre mediante l’utilizzazione e
l’applicazione dei seguenti criteri e parametri:
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2. Sono da considerarsi previsioni o allocazioni che necessitano del coordinamento sovracomunale,
tutte quelle trasformazioni del territorio, relative a qualunque tipologia di insediamento, escluse
quelle a fini residenziali, che definiscono aspetti dimensionali di rilevante interesse. Le soglie
dimensionali oltre le quali le previsioni assumono carattere sovracomunale vengono così stabilite:
a) il superamento della soglia predefinita di di s.l.p. per quanto riguarda aree e poli produttivi
e insediamenti commerciali per le grandi strutture di vendita;
b) bacini di utenza superiori a un Comune, per quanto riguarda impianti e tecnologie per lo
svolgimento di servizi ambientali, anche diversi da quelli elencati all’art.14, impianti di
produzione di energia, impianti nocivi e impianti potenzialmente inquinanti;
c) ambiti e bacini della fruizione superiori ad un Comune per quanto riguarda previsioni di
servizi generali, ospedali, case di riposo, università, scuole superiori, tribunali, ecc., parchi
e ambiti di valorizzazione ambientale.
Localizzazione
3. Sono da considerarsi previsioni o allocazioni che assumono carattere di rilevanza
sovracomunale, tutte quelle trasformazioni del territorio, che per gli aspetti localizzativi suscitano
questioni di coerenza e compatibilità urbanistica, ambientale e funzionale, che interessano sia
insediamenti preesistenti, sia scelte localizzative già operative e/o adottate negli strumenti della
pianificazione urbanistica, territoriale e di settore.
Mobilità/Accessibilità
4. Sono da considerarsi previsioni o allocazioni che assumono carattere di rilevanza
sovracomunale, tutte quelle trasformazioni del territorio che comportano congiuntamente:
a) fabbisogni di aree attrezzate per la sosta superiori a n. 300 poeti auto;
b) impatti e modificazioni (positive o negative) sui livelli e sulle condizioni di accessibilità
espresse sia localmente sia nell’ambito territoriale dei Comuni contermini a quello ove si
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situa puntualmente la previsione, purché interessati da continuità delle infrastrutture su cui
influisce la trasformazione.
Tutela paesistico/ambientale
5. Sono da considerarsi previsioni o allocazioni che assumono carattere di rilevanza
sovracomunale, tutte quelle trasformazioni del territorio che interessano e definiscono impatti e
modificazioni (positive o negative) su ambiti del territorio provinciale connotati da presenze di tipo
naturalistico, ambientale, storico-testimoniale, delle quali il PTCP riconosce la valenza e la
rilevanza di livello provinciale.
Interdipendenza con altri indirizzi e/o previsioni date dal PTCP
6. Sono da considerarsi previsioni o allocazioni che assumono carattere di rilevanza
sovracomunale, tutte quelle trasformazioni del territorio che definiscono interazioni di carattere
territoriale, procedurale, economico – finanziario non coerenti con altri indirizzi e previsioni date
dal PTCP.
Art. 19 – Procedure per l’applicazione del principio di coordinamento e di sussidiarietà nella
pianificazione di scelte e previsioni di rilevanza sovracomunale.
1. Il Comune o l’Ente che intenda promuovere, per il proprio territorio di competenza, interventi
che interessino:
a) una delle tipologie di insediamenti di cui all’art17;
b) uno o più parametri che definiscono la rilevanza sovracomunale dell’intervento, di cui
all’art. 18;
deve:
1.1 comunicare la propria decisione alla Provincia e a tutti i Comuni contermini ed Enti
interessati dall’ambio Territoriale tematico, trasmettendo l’atto formale con cui assume
l’ipotesi di decisione, corredato dagli elaborati tecnici atti ad illustrare la decisione della
localizzazione e le sue caratteristiche. La Provincia entro i 7 giorni successivi dovrà
eventualmente comunicare all’Ente proponente la necessità di estendere la convocazione ad
altri Comuni ed enti appartenenti all’Ambito territoriale di riferimento;
1.2 attivare tavoli di concertazione con tutti i comuni, la Provincia e gli enti che, entro il
termine stabilito nella comunicazione di cui al precedente punto 1, non superiore a 7 giorni,
dichiarino l’interesse alla partecipazione, finalizzata al conseguimento dei seguenti
risultati:
1.2.1
attuazione dell’intervento con criteri di coerenza e compatibilità con le
caratteristiche del sistema insediativo, paesistico-ambientale, della mobilità e delle
infrastrutture, come definiti nell’ambito del Quadro Territoriale di Riferimento
configurato dal PTCP;
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1.2.2
studio e valutazioni di tutte le possibili ricadute territoriali, socioeconomiche ed
ambientali derivanti dall’attuazione dell’intervento;
1.2.3
definizione di possibili soluzioni alternative e comparazione della loro fattibilità;
1.2.4
definizione di convenzioni fra Comuni ed latri Enti, finalizzati ad un’equa
distribuzione di tutte le misure compensative e di mitigazione delle ricadute
derivanti dall’attuazione dell’intervento,
1.2.5
individuazione del più idoneo strumento attuativo per la realizzazione
dell’intervento, tra i dispositivi previsti dall’art. 10 del PTCP.
2. Tutte le fasi della procedura dovranno concludersi nell’arco di tempo massimo definito in 60
giorni. Il verbale della concertazione deve essere allegato all’eventuale proposta di PRG, od alle
sue varianti ed inviato alla Provincia.
3. La procedura di cui al presente articolo non si applica nei casi di contestuale attivazione delle
procedure relative alla conferenza di Servizi di sui alla L. 241/90, previsti dalle norme vigenti,
purchè vengano invitati i Comuni contermini.
4. Per quanto attiene le tipologie dell’art. 17 comma 1, la Provincia, in sede di verifica delle
previsioni urbanistiche, dovrà tener conto dell’esito della concertazione, ovvero dovrà esprimere
motivata argomentazione di merito nel caso intenda procedere all’approvazione delle previsioni
urbanistiche in difformità dall’esito della concertazione, ai sensi dell’art. 3, comma 1 della legge
241/90.
2. NUOVA AREA PRODUTTIVA
Il nuovo Piano di Governo del Territorio del Comune di Confienza ha individuato una nuova area
produttiva di circa 140.000 mq. di cui circa 40.000 erano individuati dal vecchio P.R.G. come area
produttiva P.I.P., non attuata.
L’area risulta suddivisa in 5 comparti, attuabili separatamente ed in tempi differenti.
Il comparto di dimensioni maggiori che prevede già uno studio approfondito della tipologia
d’insediamento presenta inoltre la possibilità di un ampliamento riguardante i comparti vicini.
Il comparto in questione ospiterà un insediamento incentrato essenzialmente sull’attività produttiva
di Pasta Italia, che verrà trattata con maggior dettaglio nei capitoli successivi.
Le nuove tipologie d’insediamento produttivo saranno caratterizzate da elevati livelli di coerenza e
compatibilità con le caratteristiche del sistema insediativo adiacente, in quanto si procederà ad
utilizzare elementi morfologici-strutturali e tipologici inerenti alle medesime tipologie gi presenti
nel contesto.
2.1 Localizzazione
I terreni interessati dall’intervento del nuovo insediamento produttivo risultano così identificati:
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Foglio n. 7 – mappale n. 449 (parte) - sup. catastale interessata 11.578 mq (salvo migliore
identificazione a seguito di frazionamento)
Foglio n. 7 – mappale n. 480 - sup. catastale 20.767 mq
Foglio n. 7 – mappale n. 313 sup. catastale 48 mq
Foglio n. 7 – mappale n. 84 sup. catastale 2.952 mq.
Il tutto per una superficie catastale complessiva di circa 35.345 mq
La restante area produttiva è individuata catastalmente al:
Foglio n. 7 – mappale n. 241 sup. catastale 13.996 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 478 sup. catastale 3.279 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 479 sup. catastale 3.350 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 320 sup. catastale 225 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 319 sup. catastale 41 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 318 sup. catastale 27 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 317 sup. catastale 62 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 316 sup. catastale 54 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 315 sup. catastale 43 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 314 sup. catastale 44 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 312 sup. catastale 36 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 311 sup. catastale 55 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 85 sup. catastale 2.556 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 86 sup. catastale 2.533 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 87 sup. catastale 3.489 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 88 sup. catastale 3.934 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 89 sup. catastale 1.782 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 90 sup. catastale 3.125 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 91 sup. catastale 8.601 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 80 sup. catastale 6.740 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 281 sup. catastale 727 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 280 sup. catastale 1.226 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 83 sup. catastale 1.396 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 82 sup. catastale 1.107 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 81 sup. catastale 3.287 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 323 sup. catastale 67 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 247 sup. catastale 13.826 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 243 sup. catastale 2.333 mq.
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Foglio n. 7 – mappale n. 244 sup. catastale 6.836 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 245 sup. catastale 3.197 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 246 sup. catastale 3.584 mq.
Foglio n. 7 – mappale n. 449 (parte) - sup. catastale interessata 6.703 mq (salvo migliore
identificazione a seguito di frazionamento)
L’area oggetto di trasformazione è caratterizzata dalla presenza al suo interno di due corsi d’acqua
naturali: il Cavo Ladro e il Cavo Carelli della Cascina dei Prati.
Ad Est e ad Ovest dell’area i confini sono individuati rispettivamente dalla Strada Provinciale
Novara-Mortara e dal Roggione Busca, lungo la cui fascia di rispetto è presente un nucleo boscato
che fungerà da mitigazione per la nuova area produttiva.
Nelle immediate adiacenze di un fabbricato rurale (Cascina dei Prati) , di un’area produttiva e di
un’area destinata a verde pubblico.
2.2 Mobilità e accessibilità
L’area risulta facilmente accessibile dalla Strada Provinciale Novara - Mortara; risulta
adeguatamente idonea la scelta dell’area industriale per la facilità di accessibilità all’area e la
limitazione del traffico pesante all’ingresso del paese, limitandone così l’accesso al suo interno.
All’interno dell’area verrà prevista una viabilità secondaria di raccordo e di collegamento tra i vari
lotti.
2.3 Indici urbanistici
Zone produttive:
Le zone di cui al presente articolo sono destinate all’espansione di attività artigianale ed
industriale.
Gli indici del piano attuato sono:
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Ut= 0,60 mq./mq. Indice di utilizzazione territoriale;
-
Parcheggi e verde pubblico pari al 20%Ut;
-
H= 12 m;
-
Distanze= 10 m.
2.4 L’attività – Lo stabilimento – Il processo produttivo
La Società proponente intenderebbe attuare, nell’ambito della medesima attività, due distinte fasi
programmatiche. Il primo intervento, di cui al presente progetto di massima, consisterebbe nella
realizzazione di un primo stabilimento di circa 6500 mq avente una capacità ricettiva di circa 50
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addetti. Una volta a regime, è previsto, nell’arco di un quinquennio, ferma restando l’attuale mole di
lavoro, un raddoppio della struttura, con conseguente aumento della capacità ricettiva fino ad 80
addetti.
Lo stabilimento si dovrebbe sviluppare per un’altezza media interna non superiore ai 6 m, tranne
che per limitate zone dove sono previste delle sopraelevazioni tecniche, che potrebbero raggiungere
a loro volta i 12 m di altezza e tranne che per la parte relativa agli uffici che si intenderebbe
realizzare al primo livello.
L’obiettivo iniziale del nuovo insediamento è incentrato essenzialmente sull’attività produttiva di
Pasta Italia, (attualmente lo stabilimento ha sede in Parona), con accorpamento dell’attività di
Articom (attualmente lo stabilimento ha sede in Rapallo) e previsione di successivo ampliamento di
entrambe le linee produttive.
Le aree di produzione in base alle quali è stato elaborato il progetto di massima riguardano:
i processi di produzione di Pasta Surgelata e di Pizze Surgelate, per la Pasta Italia Srl;
i processi di produzione di Sughi Surgelati, di Precucinati e di Pasta e Ittici Cotti, (in particolare
Gamberetti), per la Articom Srl.
Si è realizzato un lay-out di massima dello stabilimento per la produzione, lo stoccaggio di pizza e
lasagne precotte surgelate e, quindi, di sughi pronti e prodotti ittici cotti, sulla base degli input
iniziali e degli elementi risultanti dall’analisi delle attività in essere nei rispettivi stabilimenti.
In particolare:
per Pasta Italia, nel periodo dal 11/11 2005 al 15/11/2006 i volumi di Pasta surgelata ammontavano
a circa 966.660 kg/anno, mentre i volumi di Pizza surgelata ammontavano a circa 2.500.000
kg/anno, con progetto di mantenimento degli attuali volumi di Pasta e di raddoppio dell’attuale
volume di Pizza;
per Articom, dal 1/10/2006 al 31/10/2006 i volumi di Salse e Sughi ammontavano a circa 475.900
kg/anno, mentre i volumi di Precucinati ammontavano a circa 78.100 kg/anno ed infine i volumi
Pasta e Ittici Cotti ammontavano a circa 115.500 kg/anno, con progetto di mantenimento degli
attuali volumi di Salse, Sughi e Precucinati e di incremento progressivo degli attuali volumi di Pasta
e Ittici Cotti.
Sono stati introdotti alcuni vincoli, emersi dall’analisi dei siti attuali, che hanno condizionato lo
sviluppo dell’intero progetto.
La localizzazione, la disposizione cardinale dello stabilimento e la sua struttura devono essere tali
da raggiungere i seguenti obbiettivi:
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sito di insediamento in area produttiva con coerenze presenti e, per quanto possibile future,
compatibili con l’attività alimentare di tipo industriale;
ottimizzazione dell’esposizione delle celle frigorifere per limitare i consumi energetici;
accorpamento dell’unità produttiva di Rapallo, con conseguente gestione distinta dei processi
primari Pasta Italia Srl - Articom Srl e con la condivisione di quelli di supporto (personale, servizi,
stoccaggi, ecc.);
posizionamento uffici direttivi, appartamento custode e laboratorio microbiologia su lato strategico
dello stabilimento;
conservazione della tecnologia produttiva, in particolare, per il processo di lavorazione della pizza;
ottimizzazione delle strategie e delle strutture atte a rispettare le condizioni igienico/sanitarie (flusso
materie prime, semilavorati, prodotti finiti, flusso del personale e dei materiali);
incremento della superficie utile degli spazi di stoccaggio dei prodotti finiti, con conseguente
contenimento della superficie utile per quella del magazzino imballi;
Per l’elaborazione del progetto di massima si è focalizzata l’attenzione sui processi principali e sulle
tecnologie, presenti nelle due realtà produttive, che saranno conservate e trasferite nella nuova
futura struttura.
In seguito sono riportati gli elementi salienti e comuni ed, in particolare, quelli relativi ai processi
ed alla tecnologia presenti in Pasta Italia.
Sono stati analizzati e distinti i processi principali da quelli di supporto e questa analisi è stata
condotta con il duplice fine di individuare da un lato aree di miglioramento tecnologico ed
organizzativo da considerare nella futura struttura operativa, e individuare dall’altro i processi
centrali rispetto alla strategia (servizi energetici, logistica, manutenzione, personale operativo e
direttivo), distinguendoli da quelli di trasformazione (pizze, pasta, sughi, precucinati ed ittici cotti),
caratterizzati, oltre che da elevato assorbimento di risorse, anche dalla complessità di gestione
futura, derivante dalla diversa compagine societaria delle due realtà, Pasta Italia Srl e Articom Srl,
che poneva, come anzidetto, un preciso vincolo di realizzazione.
Parallelamente è stata condotta l’analisi del rischio, sia attraverso valutazioni qualitative sia in
riferimento alle disposizioni di legge, per eliminare o ridurre i fattori di rischio e le attività o
operazioni a scarso valore aggiunto.
Ulteriori approfondimenti dell’analisi dei rischi, di natura quantitativa e importanti sulla
realizzazione, saranno svolti nella fase di progettazione definitiva ed esecutiva.
Considerando la decisione di conservare la tecnologia di lavorazione adottata sui principali processi
(pasta e pizza), nonché la volontà di dedicarsi direttamente ai miglioramenti legati alla formulazione
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ed alle modalità di lavorazione delle materie prime (pizza), indichiamo di seguito le aree di
intervento, su cui si è ritenuto di intervenire nelle scelte tecnologiche in questa fase di
progettazione.
1 – per i processi di lavorazione pasta, gamberetti e pizza verrà sostanzialmente ridotto il salto
termico post cottura. Tale obbiettivo potrebbe essere raggiunto tramite:
un bagno di acqua a T ambiente, con rimozione di morchie, e successivo passaggio in bagno di
acqua refrigerata (4-10°C), prima del taglio per la pasta;
incrementando la sosta a T ambiente (siamo in zona controllata con UTA a 15/18°C), prima della
surgelazione per la pizza;
inviando, per caduta, i gamberetti in un bagno di acqua corrente e successiva sosta in salamoia (410°C) prima del dosaggio.
2 – per la prevenzione del rischio biologico del lavoratore e, conseguentemente, per abbattere il
rischio da polveri potenzialmente esplosive, nonché per ottimizzare le attività di pulizia è prevista
l’installazione di un sistema centralizzato di abbattimento delle polveri da sfarinati per il trasportodosaggio sfarinati e per i punti critici di generazione polveri sul processo di lavorazione della pizza.
L’impianto, verificata la potenziale esplosività di queste polveri, dovrà essere compatibile con le
norme ATEX 95. Per facilitare le attività di pulizia, quelle di rimozione delle polveri residue sul
pavimento e sulle macchine, nonché per evitare la diffusione nell’ambiente di dette polveri, si
ipotizza un impianto centralizzato di aspirazione dei residui di lavorazione. Questo impianto
faciliterà, in particolare, la rimozione dei residui carboniosi, che si accumulano nei forni di cottura
della pizza.
In fase di progettazione definitiva ed esecutiva, potrebbe essere presa in considerazione l’ipotesi di
ricorrere a celle di lievitazione continue sia per rimuovere, in modo radicale, l’utilizzo eccessivo
della farina per lo spolvero sui telai, sia per re-impiegare la manodopera attualmente assorbita, per
la movimentazione e il lavaggio stesso dei telai e dei carrelli, in attività a maggior valore aggiunto.
3 - Relativamente all’illuminazione interna dei locali, viene prestata particolare attenzione alle aree
di produzione in classe HRA (camere bianche), dove l’illuminazione ottimale è di 600 lux.
Verranno adottare soluzioni tecniche e tecnologiche che privilegiano il risparmio energetico e il
contenimento dei costi in manutenzione, considerando il fatto che è possibile ottenere anche il 40%
di risparmio (minor costo energetico + minor costo di manutenzione), in un anno, rispetto ai
tradizionali sistemi di illuminazione con lampade a fluorescenza.
(Nota: In Italia l'illuminotecnica non è governata da alcuna legge quadro, cosa che avviene in altri
paesi europei, anche se in alcune regioni italiane esiste la normativa sull'argomento. Dall'Ottobre
2004 in Italia è stata recepita la Norma Europea EN 12464, che fa particolare distinzione fra l’area
dove avviene il compito visivo e le zone circostanti).
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4 – Per quanto riguarda i processi energetici e l’impiantistica generale, nelle condizioni di partenza
(avvio della nuova struttura), la capacità di congelazione/surgelazione è abbastanza limitata e
prevede l’utilizzo di attrezzature (tunnel ad Azoto + tunnel meccanico “Pugnale”) in parte
reimpiegate e in parte di nuova installazione (2200 Kg/h totali di cui 1200 Kg/h già esistenti). Nelle
condizioni invece di futuri ampliamenti, le capacità di congelazione/surgelazione sono alquanto
elevate e si potrebbe passare da 2200 Kg/h a 4.600 Kg/h complessivi (raddoppio linea pasta
1.000kg/h + inserimento terza linea pizza 1.000/1.500 kg/h). Pertanto si ipotizza di adottare delle
soluzioni tecniche che tengano conto dei possibili sviluppi futuri, senza penalizzarli dal punto di
vista dei costi di gestione.
L’impianto frigorifero (produzione di freddo) presenta, nel primo studio, tre diversi livelli di
erogazione delle frigorie necessarie, ovvero il livello tunnel di surgelazione (-40/36°C - 300 kW
totali), il livello celle Bassa T (-18°C - 160 kW totali) ed il livello celle Alta T (+4°C e
condizionamenti - 450/ 500 kW totali). In previsione di futuri sviluppi (aggiunta di una linea pasta
da 1400 Kg/h e di una linea pizza da 1000 Kg/h) il livello tunnel dovrebbe incrementarsi di 260
kW, portando il fabbisogno totale di energia per la surgelazione a 560 kW. È quest’ultimo dato che,
nel nuovo sito, sposta il fabbisogno energetico dell’impianto frigorifero proprio sulla surgelazione
che è quindi diventata prioritaria nell’impostazione del progetto stesso. I livelli ottimali di
erogazione delle frigorie sono pertanto di - 45°C per la surgelazione, - 30°C per le celle B.T. e - 6°C
per le celle A.T. e per i locali condizionati.
Anche se negli attuali stabilimenti la surgelazione della linea pasta (700 Kg/h) e della linea pizza
(500 KG/h) avviene in due tunnels ad azoto, la capacità di surgelazione prevista in progetto (per i
costi di gestione) viene raggiunta tramite l’espansione diretta di NH3, oppure, se i costi di prima
installazione si dovessero ridurre, si ipotizza l’espansione diretta di CO2. La capacità richiesta dal
circuito di conservazione delle celle BT è prevista con espansione diretta dei cosiddetti Freon di
nuova generazione. La capacità di richiesta del circuito delle celle AT e dei locali condizionati ecc,
viene ipotizzata con raffreddamento indiretto ad acqua glycolata (-6 / -8°C) raffreddata da una
centrale ad espansione diretta dei cosiddetti Freon di nuova generazione od ad espansione diretta di
NH3 a bassa carica (inferiore a 75 Kg).
Circuito a -6°/ -8°C per le celle AT e per l’utilizzo di acqua refrigerata nei processi tecnologici di
raffreddamento, con circolazione di acqua glycolata prodotta in una centrale ad espansione di NH3
a bassa carica (inferiore a 75 kg).
Circuito celle BT -30°C, gruppi autonomi ad espansione di Freon con condensazione ad acqua
glycolata prelevata dal circuito -6°/ -8°.
Tunnels di surgelazione ad Azoto per la Linea pasta, (in questa prima fase).
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Tunnels meccanici da 750/1.000 Kg/h per totali 1.500 kg/h effettivi, per la Linea pizza, che
verranno realizzati tramite l’espansione diretta di Freon con utilizzo per la condensazione
dell’acqua glycolata del circuito ad acqua glycolata, con predisposizione per un futuro
funzionamento ad espansione diretta di NH3 (tubi in acciaio inox, alimentazione futura a pompa,
ecc. ).
5 – Per quanto riguarda il fabbisogno di Energia termica, o Il maggior fabbisogno energetico
rispetto alla richiesta dei siti attuali, il tutto è associato essenzialmente ai processi produttivi. Viene
considerato un fabbisogno minimo, quello legato all’utilizzo dell’acqua calda sanitaria e quello per
il riscaldamento degli ambienti. Il fabbisogno medio a regime sarà intorno ai 300 kW/h. In
particolare si suddividono due momenti di consumo energetico che possono essere così
schematizzati:
Totale utenze a regime Vapore 660 - Kcal/h 280.000 - kW 330.
Riempimento vasche precuocitori Kcal 882.250 - kW 1.025.
Come suddetto, non vengono quantificati i fabbisogni termici per il condizionamento, tenuto conto
del fatto che in ambito di stabilimento, inteso come luogo di lavoro, diventa prioritario il
raffrescamento piuttosto che il riscaldamento. Andrà in ogni caso distinto il fabbisogno per gli uffici
da quelli dei reparti con doppio generatore.
L'acqua calda potrà essere utilizzata sia per le fasi di lavaggio delle linee (si ipotizza di utilizzare un
vaporjet per circa 30/60 min. per ogni linea a fine turno), che per il riempimento delle vasche di
cottura (circa 7 mc totali, che dovrebbero essere immessi ad inizio turno, nel caso di avvio di due
precuocitori), che per il reintegro dell'acqua di processo (circa 700/1000 litri ora a pieno regime), e
sia per le utenze sanitarie che quelle di condizionamento.
La centrale termica dovrà far fronte al riempimento delle vasche a inizio turno che viene ipotizzato
contemporaneo e al massimo per due linee. Inoltre, si ipotizza il riempimento con acqua calda per
una temperatura minima di 60°C, per dimezzare i tempi e portarli nell'ordine delle due ore. In
questo modo l'assorbimento energetico per questa fase è pari a quello del funzionamento a regime.
In ogni caso la Potenza termica richiesta utilizzando acqua non pre-riscaldata è di circa 600.000
Kcal. Si potrebbe ipotizzare uno scambiatore di calore a piastre in centrale che alimenti il circuito
dell'acqua calda, utilizzabile sia per le fasi di riempimento/reintegro sia per il circuito dell'acqua
calda pressurizzata per i lavaggi. Si ipotizza lo scambiatore a piastre in quanto l'efficienza del
serpentino in vasca non è elevata.
6 – Per quanto riguarda il fabbisogno di Energia elettrica, sono state analizzate le necessità di tutte
le componenti, ad accezione degli assorbimenti dell’impianto di illuminazione che sono comunque
trascurabili rispetto a quelli per i processi.
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Si sono simulate le condizioni di partenza (avvio della nuova struttura), con un fabbisogno
energetico per la congelazione/surgelazione di 2200 Kg/h totali, suddivisi schematicamente nel
modo seguente:
pasta (700 kg/h) e pizza (500 + 1000kg/h) 581 kW
surgelazione meccanica per 1.500 kg/h 300 kW
gamberi e sughi 177 kW
surgelazione/refrigerazione ad azoto, per un assorbimento all’avvio di 1.060 kW.
Analizzando solo la produzione di Pasta Italia e ipotizzando le condizioni di futuri ampliamenti,
aumentando i volumi, ed in particolare le capacità dei processi di cottura e di surgelazione, con
raddoppio della linea pasta fino a 1.500 kg/h si ottengono i seguenti fabbisogni secondo questa
schematizzazione:
assorbimento complessivo 2^ linea pasta 110 kW
surgelazione meccanica per 1.500 kg/h 155 kW
inserimento terza linea pizza (1.000 kg/h) - assorbimento complessivo (solo 200 per il forno) 300 kW
surgelazione meccanica per 1.000 kg/h 105 kW
assorbimenti vari 100 kW
Totale fabbisogno, comprensivo degli ampliamenti futuri (centralità surgelazione meccanica) 770 kW
Stima complessiva del fabbisogno elettrico a regime circa 2.000 kW
Gli assorbimenti non sono trascurabili e quindi l'ipotesi di coogenerazione o trigenerazione è da
vagliare in fase di progettazione definitiva ed esecutiva, considerando il favorevole momento delle
politiche energetiche nazionali e comunitarie.
7 – Per quanto concerne il dimensionamento e lo sviluppo planimetrico dello stabilimento, è stata
studiata la nuova struttura produttiva e la nuova logistica interna sulla base di quelle attuali (Pasta
Italia e Articom). Si sono elaborati i dati dei consuntivi annuali, acquisiti nel periodo suddetto e
sono state ricavate le quantità mediamente movimentate (materie prime, materiali e prodotti finiti).
Si sono simulati, in particolare, gli incrementi relativi ai processi di produzione della pizza e della
pasta, ipotizzandone, rispettivamente, il raddoppio e la triplicazione dei volumi, proiettandoli in un
orizzonte temporale produttivo, a brevissimo termine (settimana) e a breve termine (mese). Quindi,
si è considerata l’ulteriore possibilità di incremento degli spazi produttivi, che tenesse conto
dell’incremento dei volumi, rispetto a quelli obiettivo. In tal senso si sono dimensionati gli spazi per
il posizionamento della seconda linea per la produzione di pasta precotta/piatti pronti e della terza
linea per la pizza.
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Nella logica di sviluppo è stato applicato un criterio di modularità dei processi per una graduale
saturazione della capacita produttiva dello stabilimento, con massimo riferimento ai vincoli posti,
come di seguito schematizzato:
disposizione cardinale dello stabilimento
distinzione e condivisione dei processi di Pasta Italia e Articom, in particolare, posizionamento
delle aree di stoccaggio materie prime e prodotti finiti ed imballi, lungo l’asse “diagonale”
collocazione dell’area del personale al primo piano
8 – Per quanto riguarda i prerequisiti igienico-sanitari e la gestione delle aree di rischio è stata
adottata la matrice “Processi/Aree di rischio igienico-sanitario”, come risultanza dell’analisi dei
rischi, che schematizza la suddivisione degli ambienti di lavorazione, essenzialmente, in tre
macroaree:
Good Manufacturing Practise - Accurate procedure di produzione;
High Care Area - Zona di preparazione igienica;
High Risk Area - Zona microbiologicamente controllata.
Gli ambienti, essendo chiusi e privi di apertura con l’esterno, ma con infissi solo per favorire
l’ingresso di luce naturale, vengono dotati di Unità di Trattamento d’Aria. Le UTA verranno
regolate in modo da aver il flusso d’aria uscente secondo la direzione HRA, HCA, GMP fino
all’ambiente esterno.
Le condizioni idrometriche e igieniche dell’aria ambiente vengono ipotizzate secondo la seguente
schematizzazione:
GMP – solo filtrazione a condizioni ambientali (18/20°C solo per riscaldamento).
HCA – aria filtrata con 20/25°C e 50/60% di UR.
HRA – aria filtrata con filtri assoluti con 15/18°C e 50/60% di UR.
Le pareti di separazione sono state concepite in pannelli sandwich in polistirene con lamiera zincata
verniciata ed infissi in alluminio, con apertura antipanico nei locali HRA, o a “va e vieni” per gli
altri ambienti. Gli angoli e/o le giunzioni verranno rivestite con angolari in acciaio, per gli ambienti
umidi, oppure in lamiera zincata preverniciata. Anche le contropareti perimetrali verranno rivestire
con gli stessi pannelli, per garantire l’isolamento termico, il rivestimento delle pareti esterne e la
conformità igienica.
I raccordi tra pareti e pavimento sono ipotizzati con mattonelle e con guard-rail in klinker (e/o altro
materiale). Si ipotizza la posa di guard-rail in corrispondenza di vie di transito con transpallet e
muletti.
I soffitti degli ambienti (contro-soffitti) saranno realizzati in pannelli sandwich sospesi alle travi,
allo scopo di creare un ambiente di lavorazione protetto, coibentato e che soddisfi i requisiti
igienici. Inoltre avranno la funzione di abbassare l’altezza del locale minimo a 4,5 metri (in
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particolare in camera bianca) in modo da contenere i volumi d’aria da climatizzare, e di creare al di
sopra un vano tecnico su tutti i reparti, dove far transitare i servizi e poter attuare gli interventi di
manutenzione, quando necessari.
La controsoffittatura sarà realizzata in tutti gli ambienti HRA e HCA, mentre per i GMP sono
escluse le zone di stoccaggio (materie prime e prodotti finiti che saranno con altezza fino al
sottotrave) ed in corrispondenza degli orizzontamenti del primo livello.
La pavimentazione è ipotizzata in klinker, in tutti gli ambienti HRA, HCA e GMP, con spessori
delle mattonelle proporzionali alle zone e alle frequenze di transito e con stucco e trattamento
antiacido. Nella cella prodotti finiti, locale imballi e reparto manutenzione si ipotizzano materiali di
pavimentazione meno costosi (es. gres porcellanato).
Saranno realizzati pozzetti per il drenaggio delle acque di lavaggio in acciaio inox. Questi ultimi
verranno posizionati in quasi tutti i locali, in particolare nella zona precottura pasta, surgelazione,
ed in generale in tutto il reparto Articom e nelle celle a + 4°C (stoccaggio materie prime refrigerate
– farciture, uova, carni ecc.) ad eccezione degli ambienti di stoccaggio prodotti finiti ed imballi.
9 – Per quanto riguarda i flussi del personale, delle materie prime, degli imballi e del prodotto
finito, sono stati concepiti con il criterio “one way”, riscontrabile sia per i flussi esterni che per
quelli interni.
Il personale operativo interno e quello esterno, entrerà in stabilimento dal lato previsto al primo
piano. Potrà intrattenersi negli spazi antistanti gli spogliatoi e quindi raggiungere gli ambienti
autorizzati. Il personale direttivo e gli ospiti, accederanno agli uffici dal lato previsto, ma anch’essi
entreranno nell’area dello stabilimento dal lato del precedente ingresso.
L’accesso all’area produttiva e il raggiungimento dei reparti sono stati studiati rispettando
rigorosamente la logica “one way” e quella derivante dalla matrice “Processi/Aree di rischio
igienico sanitario” (si segnala che gli stessi criteri verranno rispettati, in fase di progettazione
definitiva ed esecutiva, ai flussi delle acque di scarico).
Il personale autorizzato, validato il proprio transito, potrà accedere ai reparti produttivi dall’area di
ristoro, attraverso le passerelle, e raggiunti i vari reparti, potrà transitare indifferentemente nelle
zone GMP e HCA, accedere alle zone HRA solo tramite le camere “Cambio Abiti”, rientrare
all’area dedicata, attraverso la scala posta centralmente al piano operativo e da qui, dopo l’eventuale
pausa, raggiungere nuovamente i reparti attraverso le passerelle, oppure raggiungere gli spogliatoi
per l’uscita.
Le passerelle sono state ideate per creare una via unica di accesso ai reparti, per garantire il rispetto
delle zone HRA e per prevenire infortuni, quando il personale per emergenza o per facilità,
potrebbe essere tentato a violare l’area di rischio, senza transitare nel cambio abiti o scavalcare le
linee in passaggi pericolosi (si ipotizza di accessoriare la passerella mobile, posta nell’area cottura
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pizza, con altre due scale, una posta tra la linea 1 e 2, l’altra, in seguito, con l’inserimento della
terza linea). Inoltre le passerelle permettono l’attraversamento dei reparti agli ospiti, consentendo
loro la possibilità di osservare dall’alto le attività operative, senza entrare nelle singole aree.
Automatizzando con lettori badge le porte ed informatizzando e centralizzando la gestione degli
accessi, sarà possibile autorizzare o meno l’accesso al personale in alcune aree rispetto ad altre. In
particolare, potrebbe risultare opportuno applicare questo controllo, per l’accesso nelle camere
bianche del personale in funzione delle mansioni assegnate ai singoli e, soprattutto, del rispettivo
stato igienico/sanitario (ipotesi di dipendente che rientra dopo lunga malattia al lavoro oppure
perché, affetto da patologia che non è non abilitante, ma che, invece, lo fa essere idoneo al lavoro).
Questi dispositivi saranno inseriti ed utilizzati per consentire e regolare l’accesso del personale
dall’esterno, per gestire il controllo delle presenze e per garantire il rispetto della logica a senso
unico del sistema d’ingresso (passerelle) ed uscita dai reparti. Ad ulteriore supporto del rispetto
delle aree di rischio igienico/sanitario potrà essere adottata una logica organizzativa di accesso ai
reparti e di gestione delle attrezzature mobili negli stessi o degli abiti del personale, basata sui colori
(visual factory). Ad ogni ambiente sarà assegnato un colore diverso, ad ambienti con classe di
rischio uguali colori uguali e così via. Infatti la suddivisione degli ambienti è stata generata
ipotizzando l’applicazione di questa metodologia operativa, pertanto, anche la sua eventuale
applicazione futura sarà facilitata.
Le materie prime entreranno in stabilimento dall’accettazione e saranno poi stoccate in base alla
classe merceologica ed in ogni caso in base alla suddivisione che l’azienda adotterà in base alla
classe di rischio. Dall’analisi delle materie prime in uso da Pasta Italia e Articom e dalla relativa
valutazione del rischio igienico sanitario, sono stati individuati i seguenti locali di stoccaggio:
locale Silos per lo stoccaggio degli sfarinati, realizzato in panelli sandwich, che garantiscono
isolamento termico e protezione ad acqua ed insetti. La creazione di questo locale consente
l’utilizzo di silos in tela. Altezza minima 7 metri;
locale stoccaggio a T ambiente per la passata e la polpa di pomodoro, olio e tutte le altre materie
prime in polvere e non, stabili in ambiente non controllato. Altezza sotto trave, minima 6 metri,
utile per 3 piani pallet;
celle frigorifere;
3 celle frigorifere a +4°C per le mozzarelle, i formaggi, il lievito ecc., per le uova, con massima
sosta di 48 ore dalla produzione e per la carne fresca;
1 cella frigorifera a -18°C per le materie prime surgelate;
1 cella frigorifera a +4°C per il deposito momentaneo delle farciture.
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Tutto il gruppo delle celle frigorifere è stato raccolto in un’unica area per limitare il perimetro e le
superficie di scambio termico con gli ambienti non refrigerati circostanti. L’altezza del gruppo di
celle sarà minimo di 6 metri, utile per 3 piani di pallet.
Le materie prime solide e semisolide sono trasferite nei reparti attraverso il locale rimozione
imballi, tramite apposite aperture a parete, che non devono consentire il passaggio del personale
addetto, ma solo la movimentazione dei contenitori per uso interno. La scelta della posizione e delle
dimensioni delle aperture, a pavimento o posta ad altezza del piano di lavoro (80 cm), dipende dalla
tipologia dei contenitori che saranno utilizzati per la movimentazione interna delle materie prime.
Le principali materie prime fluide verranno trasferite idraulicamente (uova, olio, pomodoro) e
pneumaticamente (farine e semole). In particolare, è stato concepito il locale di prelievo di olio e
pomodoro, sia nel reparto Pasta Italia, che Articom, entrambi adiacenti al locale lavaggi, in modo
che possa essere facilitata la pulizia e l’evacuazione delle acque di lavaggio. Gli imballi saranno
posizionati in direzione diametralmente opposta. Il locale è stato concepito per rispettare le norme
antincendio e pertanto le pareti, a differenza di tutti gli altri locali, non dovranno essere realizzate in
pannelli, ma in materiale come prescritto dalle norme vigenti in materia. Le porte di accesso ai
reparti, oltre all’apertura sali scendi, necessaria per contenere l’inquinamento ambientale, saranno
anche di tipo tagliafuoco (questa stessa porta è prevista per il locale manutenzione e per l’accesso ai
piani, ingresso dalla passerella e risalita dalla scala centrale ascensore/montacarichi).
Il deposito avrà un’altezza minima di 10 metri sotto trave e dovrà prevedere 5 piani pallet. Ulteriore
spazio di stoccaggio per un altezza minima di 2 piani pallet, sarà utilizzabile al di sopra del locale
picking. Il materiale accede ai reparti nella quantità programmata ed incrocerà in direzione opposta
il prodotto finito. I cartoni raggiungeranno direttamente i locali fardellatura per l’astucciatura e la
fardellatura. I film raggiungeranno il confezionamento, posto nelle Camera Bianche, prive
dell’imballo primario, tramite apposite aperture a parete, dotate di rulliera per favorire lo
spostamento, ma che non devono consentire il passaggio del personale. Il locale confezionamento
potrà ospitare solo la quantità di film necessaria per il fabbisogno produttivo programmato.
Lo stoccaggio del prodotto finito è stato concepito per contenere 2000/2500 bancali e il
riempimento delle celle può avvenire in modo modulare, tramite lo stoccaggio a +4°C per prodotti i
refrigerati, lo stoccaggio a – 18°C, suddivisa in 4 ambienti, e tramite il locale di picking a +4°C.
L’altezza delle celle sarà minimo di 10 metri per consentire lo stoccaggio dei pallet a 5 piani, ad
eccezione della zona in corrispondenza dell’area del personale posta al primo piano (cella +4°C),
che avrà un’altezza di circa 4,5/5metri definibile in fase di progettazione definitiva ed esecutiva. La
scaffalatura e i gruppi di evaporazione sono stati posizionati in modo da consentire la polmonatura
dei fardelli e quindi la loro pallettizzazione all’interno delle celle, sia sul lato Articom, sia su quello
Pasta Italia.
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2.5 Dati di progetto: (Simulazione di piano di lottizzazione per insediamenti produttivi) –
Area PastItalia
Sup. territoriale (St) = 35.345 mq
Superfici edificabili:
Sup. fondiaria (Sf) (7) = 32.345 mq
Sup. edificabile (St x 0,60) = 21.207 mq
Determinazione delle aree a standard:
Sup. standard (St x 0,20):
35.345 x 0,20 = 7.069 mq aree da cedersi gratuitamente al Comune
Aree di uso pubblico (aree che saranno cedute al Comune) consistenti in una superficie complessiva
di 3.000 mq così suddivise:
-
Viabilità pubblica di P.L. (3) : 1.386,76 mq
-
Parcheggi pubblici (4) : 606,62mq (Dimensionamento a standard)
-
Verde pubblico (5) : 937,39 mq (Dimensionamento a standard)
-
Verde di recupero (2) : 69,23 mq
Aree ad uso privato consistenti in una superficie complessiva di 32.345 mq
Si tratta della superficie fondiaria Sf, ovvero dell’area di proprietà esclusiva dove verrà realizzato lo
stabilimento.
URBANIZZAZIONI:
Opere di urbanizzazione primaria: (da realizzarsi a cura del proponente)
Le opere di urbanizzazione primaria in progetto sono le seguenti:
- strade veicolari individuate dal progetto del piano di lottizzazione (3), compresa la realizzazione
del ponte scatolare per l’attraversamento del Cavo Ladro = 1.386,76 mq;
- parcheggi pubblici (4) = 606,62 mq;
- fognature per acque nere e per acque meteoriche con rete di raccolta delle acque stradali, con
allacciamento e recapito nel depuratore pubblico e nelle reti idriche superficiali, secondo quanto
stabilito dalle vigenti normative in materia;
- rete idrica per l'acqua potabile e rete idrica per l’acqua meno pregiata per usi compatibili senza il
requisito della purezza potabile, con idranti antincendio;
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- rete di distribuzione del gas metano;
- rete di distribuzione dell'energia elettrica per uso privato;
- rete di pubblica illuminazione completa di punti luce;
- canalizzazioni per rete telefonica fissa per uso privato.
(Le opere sopraelencate saranno realizzate nell’ambito della strada di P.L. (3), che ha uno sviluppo
di circa 120m ed i relativi allacciamenti alle utenze pubbliche verranno tutti individuati nell’ambito
di Via Robbio).
L’importo complessivo per la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria, sopra elencate, è
stimato in circa € 240.000,00.
Oneri di urbanizzazione primaria:
Gli oneri comunali di urbanizzazione primaria ammontano a € 3,50/mq: (D.G.C. n°43 del
24/07/07);
Superficie edificabile = 16.172,50 mq
Totale oneri primari =16.172,50 mq x € 3,50 /mq = € 56.603,75
(L’importo relativo agli oneri di urbanizzazione primaria in questo caso non è dovuto in quanto il
proponente realizza le relative opere il cui ammontare, pari ad € 240.000,00, supera l’importo degli
oneri stessi).
Opere di urbanizzazione secondaria:
Le opere di urbanizzazione secondaria in progetto sono le seguenti:
- area a verde pubblico (5) = 937,39 mq;
(Tale area sarà realizzata con la messa a dimora di alcune essenze autoctone e la realizzazione di un
manto erboso).
L’importo per la realizzazione delle opere di urbanizzazione secondaria è stimato in circa €
50.000,00.
Oneri di urbanizzazione secondaria:
Gli oneri comunali di urbanizzazione secondaria ammontano a €2,30 /mq: (D.G.C. n°43 del
24/07/07);
Superficie edificabile = 16.172,50 mq
Totale oneri secondari = 16.172,50 mq x € 2,30/mq = € 37.196,75
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(L’importo relativo agli oneri di urbanizzazione secondaria in questo caso non è dovuto in quanto il
proponente realizza le relative opere il cui ammontare, pari ad € 50.000,00, supera l’importo degli
oneri stessi).
Oneri di urbanizzazione per lo smaltimento rifiuti solidi e liquidi:
Gli oneri comunali per lo smaltimento rifiuti solidi e liquidi ammontano a €1,10 /mq: (D.G.C. n°43
del 24/07/07);
Superficie edificabile = 16.172,50 mq
Totale oneri per lo smaltimento rifiuti = 16.172,50 mq x € 1,10/mq = € 17.789,75
MONETIZZAZIONI:
Costo delle monetizzazioni pari ad €/mq 20,00 (D.G.C. n°46 del 24/07/07)
Le aree a standard da cedersi gratuitamente al Comune ammontano ad un totale di 7.069 mq.
Le aree in cessione, consistenti in verde pubblico e parcheggi pubblici (4+5) ammontano ad un
totale di circa 1.544,01 mq.
Si procederà quindi alla monetizzazione delle aree mancanti pari a 7.069 mq – 1.544,01 mq =
5.524,99 mq per un importo di 20,00€ /mq per un totale di € 20,00/mq x 5.524,99 mq= €
110.499,80.
2.6 Atre aree produttive
In merito alle altre aree produttive inerenti il comparto e sottoposte a possibili ampliamenti dello
stabilimento della PastItalia viene illustrata qui di seguito la metodologia degli strumenti attuativi in
previsione.
I singoli comparti verranno assoggettati a piani di lottizzazione come indicato nell’allegato “Scheda
n.8 – Ambito di Trasformazione produttivo” – Area “Novara – Mortara”.
In merito a questi ambiti non sono ancora presenti studi specifici per gli insediamenti da
localizzarvi.
2.7 Stime e valutazioni delle possibili ricadute territoriali
Qui di seguito vengono indicati i principali effetti ed impatti attesi:
-Trasformazione del suolo agricolo;
-Diminuzione della permeabilità del suolo;
-Aumento del traffico leggero e pesante indotto;
-Nuove opere viabilistiche;
- Possibili implicazioni igienico-sanitarie dei corsi d’acqua;
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- Immissione in atmosfera di inquinanti da riscaldamento e attività produttive;
- Immissione in atmosfera di inquinanti da traffico indotto;
-Aumento dei consumi idrici ed energetici;
-Diminuzione di vegetazione arboreo – arbustiva;
-Aumento degli scarichi idrici;
-Aumento di rifiuti generici;
-Mutamento delle visuali.
2.8 Soluzioni alternative
Non sono state presentate valide alternative all’area produttiva in questione in quanto altre soluzioni
sarebbero rimaste localizzate in aree poco idonee all’interno del territorio comunale, sia per
dimensioni non adeguate allo stabilimento in questione, sia perché non supportate da effettive
richieste, sia per la minore accessibilità all’area; sarebbero rimaste così soluzioni mai
concretamente realizzate.
2.9 Misure compensative e di mitigazione
Nel seguente paragrafo vengono indicate le principali misure mitigative e compensative inerenti
all’attuazione del comparto.
Misure mitigative:
1 - Previsione di una cintura verde all’interno dell’area a ridosso del confine con il corso d’acqua
Roggione Busca con funzioni sia di filtro per mitigare gli impatti (rumore, polvere), sia di
“corridoio” verso gli ambiti residenziali;
2 - Mantenimento di una fascia di mitigazione lungo il Cavo Ladro di 10 m dalla sponda e
un’ulteriore fascia di 10 m sul confine verso il Roggione Busca;
3 - Limitazione delle aree impermeabili allo stretto necessario per lo svolgimento delle attività
all’interno del comparto produttivo (come indicato nella Tavola C2 – Progetto di massima per
realizzazione di nuovo stabilimento)
Misure compensative:
Per compensare la trasformazione del suolo previste per queste aree vengono individuate altre aree
all’interno del comune dove si provvederà all’inserimento di nuove alberature, all’incremento di
nuove aree verdi e alla tutela e valorizzazione di aree verdi già esistenti lungo il Roggione Busca.
2.10 Attuazione dell’intervento
L’intera area sarà assoggettata a piani di lottizzazione convenzionata.
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L’intervento in oggetto rientra nell’ambito di quelle nuove aree di espansione che, per le loro
caratteristiche dimensionali, nonché per la loro collocazione e per le destinazioni funzionali
previste, necessitano l’esigenza di un potenziamento dell’infrastruttura viabilistica esistente.
Conseguentemente viene prevista a carico del primo lottizzante la creazione di una viabilità
secondaria interna al comparto ai fini di ridurre al minimo gli accessi sulla Strada Provinciale
Novara – Mortara e di collegare i comparti attualmente divisi dal Cavo Ladro e dal Cavo della
Cascina dei Prati, come da indicazione grafica di massima. In seguito i promotori dei successivi
piani di lottizzazione provvederanno a pagare una quota parte al primo lottizzante.
E’ inoltre previsto il completamento delle reti tecnologiche dall’innesto con la Strada Provinciale 64
fino al tratto interessato dell’ambito di trasformazione.
E’ prevista una progettazione d’insieme dell’intero comparto. La realizzazione delle varie aree può
avvenire per fasi successive.
E’ prevista una fascia di mitigazione di 10 m. sul confine della lottizzazione n. 2 verso il Roggione
Busca ed un’ulteriore fascia di 10 metri di lato lungo il Cavo Ladro.
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