Buduàr Uno

Transcript

Buduàr Uno
1
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
2
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
3
Colophon.
Disegno di Lucio Trojano
6
12
23
27
36
38
41
47
4
Editoriale.
Disegno di Marco De Angelis
Un posto intimo.
7
19
Marco De Angelis.
Racconto di Mirko Amadeo
Giorgio Cavallo,
indignato speciale.
di Mirko Amadeo
L’attesa.
Racconto di Alessandro Prevosto
con disegni di Ugo Sajini e Emilio Isca
35
CartoonSEA 2012.
Mostre e concorsi
37
GoVa.
di Dino Aloi
Giuliano Rossetti.
Ugo Sajini.
Roberto Benigni.
Ernesto Cattoni.
26
Ernesto Cattoni.
Marforio 1944
Giuliano Rossetti.
Spirito Di Vino 2012.
Mostre e concorsi
Melanton.
Il segno umoristico
di Giorgio Cavallo.
9
20
26
Franco Bruna.
40
42
48
Caricatura di Walter Toscano
49
8
GoVa.
Melanton.
Franco Bruna.
Spotornocomics 2012.
Antenati.
5
Lido Contemori.
di Dino Aloi
Agilulfo.
di Milko Dalla Battista
Squillanterie.
di Carlo Squillante
3
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
colophon
Direttore responsabile:
Dino Aloi
Direzione artistica:
Dino Aloi, Alessandro Prevosto
Consulente speciale:
Marco De Angelis
Coordinamento:
Laura Lapis
Redazione:
Mirko Amadeo , Milko Dalla Battista,
Carlo Squillante.
In questo numero:
Margherita Allegri, Stefano Antonucci, Emanuele Benedetti,
Mauro Biani, Gianmaria Bozzolan, Franco Bruna,
Ernesto Cattoni, Giorgio Cavallo, Lido Contemori, Paolo Dalponte,
Daria Gianuario, GoVa, Giuseppe Inciardi, Emilio Isca,
Filippo Loiacono, Stefano Magnani, Fabio Magnasciutti,
Massimo Mazzucco, Melanton, Luigi Renatti, Giuliano Rossetti,
Sacco e Vallarino, Ugo Sajini, Walter Toscano, Lucio Trojano
La copertina
Libera interpretazione del nostro divano
realizzata appositamente da Marco De Angelis
Il disegno della testata e il nome della rivista sono frutto
del genio e della sregolatezza di Carlo Squillante.
La collaborazione a buDuàr è gratuita e avviene per invito.
Se proprio volete scriverci:
redazione@buduàr.it
Editore: Alessandro Prevosto
Partita Iva 01191410081
In attesa di registrazione.
4
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
| Editoriale |
La coppia Dino Aloi e Alessandro Prevosto nasce trentadue anni fa. Un
numero enorme di anni che fa persino impressione leggerlo. Erano ragazzi con tanti sogni ed il comune interesse per l’umorismo. Inventavano riviste ad ogni pié sospinto, dando briglia sciolta alla loro voglia di
comunicare.
Fanzines. Andavano di moda. Bastava un po’ di inventiva, una buona
fotocopiatrice e tanta fantasia.
Avevano nomi improbabili: Satiricamentrullareleggiando, Halt, Bitter
Sugar, Olio di Vomito, Guerin Meschino, Micron, Sbadiglio. Tutte finite nel cassetto dei sogni. Tranne una: Sbadiglio, che è apparsa negli
anni, in più vesti e formule, per ritagliarsi un piccolo spazio nella storia
dell’Umorismo italiano.
Poi la vita li ha portati lontani.Presi entrambi dall’impegno di sopravvivere. Ma la passione è rimasta, covata sotto la cenere, pronta a ributtare
fiamme.
Sono cambiati i tempi, le tecnologie e quell’odore di toner, la sensazione
tattile della carta calda uscita dal fotocopiatore è ancora tangibile. Per
anni le idee hanno saltato un passaggio.
Sono rimaste tali e sono passate direttamente nel cassetto. Senza alcuna
possibilità di ribalta.
Ma questa no. E’ qui, davanti a noi, moderna quanto basta, con quel
fascino che solo le vecchie riviste storiche riescono a dare. O almeno
speriamo che sia così. Sono bastate poche email, qualche telefonata di
confronto ed ecco di nuovo quella riga, forse un po’ presuntuosa: periodico diretto da Dino Aloi e Alessandro Prevosto.
Questo progetto è frutto di discussioni e prove che da mesi stiamo portando avanti, con numerosi numeri 0 che ci hanno permesso di affinare le idee. Grazie anche ai consigli ed ai suggerimenti di numeri uno
dell’umorismo italiano, che hanno speso il loro tempo per inviare appunti e importanti contributi. Primo fra tutti Carlo Squillante, a cui si
deve l’idea del nome e il logo della testata, e primo tra i primi Marco
De Angelis, che con la sua professionalità ha dato una marcia in più al
progetto. Ma anche a Mirko Amadeo, che durante le numerose cene assieme ha permesso di definire importanti punti fermi, tra i quali l’idea
di dare una periodicità fissa al web magazine.
Un’idea che spariglia il concetto base del web: niente aggiornamenti
continui, niente contenuti infiniti. Come un giornale, con una sua numerazione, una sua data d’uscita, appunto.
E come non citare Ugo Saijni, che con le sue critiche caustiche ci ha aiutato a puntualizzare molti concetti ed a chiarire dubbi.
Il risultato lo avete davanti, magari ancora imperfetto, ma credo che la
strada tracciata sia quella buona. Per il momento abbiamo previsto 12
numeri a cadenza mensile, ma nulla ci vieta di proporre qualche speciale o di cambiare la periodicità.
Per saperne di più non bisogna fare altro che restare in contatto, tornando a questo indirizzo alla ricerca di un sorriso.
© Marco De Angelis
5
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
© Lido Contemori
6
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
| Un posto intimo |
di Mirko Amadeo
Se vuoi mangiare bene - mi diceva mio nonno - va’ nei ristoranti dove c’è
gente. Lì sei sicuro che la roba è fresca e il prezzo è giusto.
Io ho sempre seguito questo consiglio.
Con profitto dello stomaco e del portafoglio.
L’ho seguito anche recentemente. Ero in vacanza. Ho parcheggiato davanti a un ristorante e ho sbirciato attraverso i vetri. Un posticino carino, intimo, con pochi tavolini. Sei o sette.
Tutti occupati tranne uno. Entro e mi siedo.
Da una tavola si alza un signore che viene da me e mi chiede:
- Che cosa desidera di buono?
La signora che era seduta con lui si alza anche lei e si infila in cucina.
Seguita da una ragazza che occupava una tavola al centro della sala.
lo faccio l’ordinazione, quando da un’altra tavola si alza un giovanotto
che mi porta lo lista dei vini. E’ il sommellier.
Da una quarta tavola si alza una signorina.
Va dietro il banco del bar e accende la macchina del caffe espresso.
Poi sistema alcune bottiglie che erano fuori posto, e resta in attesa.
Un tizio che leggeva il giornale si alza a sua volta, si infila un berretto da
custode di parcheggio, e mi dice: - Vado a tenere d’occhio la sua macchina ...
Altri due tizi, seduti vicino alla finestra, abbandonano lo loro tavola, tirano fuori da uno sgabuzzino due chitarre e si mettono a suonare in un
angolo del locale, sorridendomi.
L’unico cliente seduto sono rimasto io.
Se non volete farmi venire una crisi isterica, non chiedetemi quanto ho
pagato.
Da “Racconti di una pagina” - Arduino Sacco Editore.
Per gentile concessione dell’autore.
© Mirko Amadeo
7
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
© Marco De Angelis
8
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
© GoVa
9
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
| Il segno umoristico di Giorgio Cavallo |
Dino Aloi
Analizzare il segno di Giorgio Cavallo è un’impresa affascinante per
il fatto stesso che si devono osservare molti disegni dell’artista e solo
questa semplice operazione è una gran gioia. Giorgio infatti seppe
trovare una sua strada stilistica completamente autonoma e personale,
sia pur perfettamente inserita nel contesto degli anni in cui lavorò. Lo
stile poi si evolse gradualmente portando l’artista a perfezionamenti,
piccoli ed impercettibili che si possono cogliere solo nel corso degli anni,
a maturazione avvenuta. Giorgio era un gran preciso. Prima di realizzare
il disegno finale lo abbozzava e schizzava per bene (interessanti i suoi
schizzi perché recano pochissimi segni di cancellatura, a dimostrazione
che aveva già ben chiara nella mente la scena da disegnare) per poi
ripassarlo al tavolo luminoso per meglio cogliere gli spessori del tratto
(leggeri arrotondamenti o smussature varie) e per calibrare il segno,
sia che fosse eseguito con il pennino sia con il pennarello, quest’ultimo
strumento che userà sempre più frequentemente negli ultimi anni.
Partito con forti infuenze del maestro della grafica contemporanea Saul
Steinberg (alcuni aspetti si colgono nelle soluzioni grafiche, ad esempio
le scarpe) se ne seppe poi distaccare per arrivare ad un suo stile ben
preciso, rinforzato ulteriormente dalla sua firma con gli occhialini, a
sottilineatura del fatto che i suoi omini portavano tutti gli occhiali, come
lui del resto). Ottimo disegnatore e buon conoscitore della prospettiva
applicata ad una bidimensionalità naturale e intrinseca della vignetta,
abile realizzatore di movimenti e indimenticabile creatore di situazioni
disegnate, Giorgio sapeva abbinare delle battute davvero divertenti, che
ancor oggi, a distanza di quaran’anni, conservano intatta freschezza e
sagacia. Sguazzava con sapienza tra l’umorismo classico, la satira di
costume (di cui era davvero il maestro) e talvolta la satira politica che
sapeva adattare al suo segno non aggressivo e fortemente espressivo.
Le vignette di Cavallo, ed in particolare questa selezione tratta dalla
sua collaborazione con la rivista L’Europeo, sono una summa di fatti e
situazioni di un’Italia che ci è appartenuta, nel bene e nel male. La sua
rubrica era un momento fisso, un appuntamento per i lettori che, suo
malgrado, lo consideravano un grande opinionista capace, negli anni
in cui non era ancora in voga la vignetta in prima pagina, di cogliere
10
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
gli aspetti che con un articolo non era possibile portare all’attenzione.
Un grande maestro Giorgio, che pur senza aver lasciato espressamente
discepoli ha saputo donare a tutti gli altri artisti lezioni di stile e di
comicità.
Per questo ancora oggi, a quasi venti anni dalla sua scomparsa, è molto
amato e tutti i colleghi, in un modo o nell’altro, sentono di dovergli
qualcosa per l’efficace sintesi che sapeva portare sul foglio. Anche
nelle caricature Giorgio riusciva, mantenendo inalterato il suo stile,
a cogliere i tratti salienti dei personaggi ritratti. Sono quindi felice di
poter riproporre le sue opere perchè, oltre a divertirci, serviranno anche
ai giovani che non lo hanno potuto conoscere.
E mi piace, a questo punto inserire una presentazione che scrissi per
Giorgio nel 1992, per il volume Mal Costume Mezzo Gaudio, che trovo
ancora attuale, anche se Giorgio ci lasciò due anni dopo. Alcune di quelle
pubblicazioni che aspico alla fine del testo sono riuscito a realizzarle.
Altre ancora spero ne verranno. Poi mi piacerebbe parlare di tutta
l’umanità che contraddistingueva Giorgio, di quanto fosse amato e
stimato profondamente e con sincerità da tutti i colleghi, del fatto che
sin dagli anni Sessanta avesse già stampato sul suo biglietto da visita la
parola “indignato”, ben prima dei movimenti di piazza che oggi hanno
riscoperto la parola, ma forse questo è materiale per un altro pezzo, che
prima o poi scriverò, svelando e ricordando tutto il Cavallo nascosto,
quello talvolta anche depresso, ma con la battuta indimenticabilmente
sulle labbra.
Cavallo rappresenta una fetta consistente dell’avventura satirica di
questi ultimi quarant’anni. Scegliendo il materiale nel suo immenso
archivio di vignette (neanche lui sa con esattezza quante ne ha
disegnate) si prova un enorme imbarazzo nel dover selezionare. Tutte
le vignette, anche le più vecchie, hanno ancora una forza tale, che la
tentazione è quella di riproporle tutte al pubblico. Si ripercorrono i
fatti più importanti di questi ultimi anni visti con l’occhio disincantato
e bonario che solo un grande umorista può avere. Il disegno, pur nelle
sue evoluzioni, visibilissime in questo libro, conserva un modernismo
ed una dinamica unica. I suoi personaggi occhialuti (i più attenti
avranno osservato che tutti i personaggi hanno gli occhiali, occhiali
che compaiono anche nella firma) li ha inventati quarant’anni fa,
© Eredi Giorgio Cavallo
11
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
ed ancora oggi ci parlano dai più importanti quotidiani. Lo stile
si è raffinato. La prima vignetta proposta è anomala; non ci sono
ancora gli occhiali e rappresenta le speranze di un giovane umorista.
Il passare degli anni lo ha lasciato un giovane umorista, ma più
disincantato, indignato, come ama dire lui. La sua indignazione esce
con maggiore severità nelle vignette prettamente politiche. Dai disegni
ci si accorge che le cose non sono cambiate molto: l’inquinamento dei
mari, i mafiosi che fuggono dagli ospedali, gli incidenti stradali, tutto
come prima; i fatti visti come protagonisti contribuiscono a rendere
moderne le vignette di 25/30 anni fa. Del resto Cavallo ama dire che la
satira è un suggerimento a squarciagola, un suggerimento che spesso
ti lascia senza fiato, L’umorismo è la dominante di tutto il libro, un
libro che vuole ripresentare un giovane umorista ormai ultrafamoso
di sessantacinque anni, ancora in piena attività, oggi bravo come
ieri. Non è quindi solo un tributo alla carriera, ma un incentivo per le
prossime pubblicazioni che vorrà fare.
Dino Aloi
© Eredi Giorgio Cavallo
12
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
| Giorgio Cavallo, indignato speciale |
Mirko Amadeo
Giorgio Cavallo ha lasciato questo mondo, di cui fu ospite garbato e discreto, la sera del 26 novembre 1994. Aveva 67 anni.
Convinto che una vita costellata di rinunce è la peggiore delle malattie,
non aveva mai avuto particolari riguardi per la propria salute. Fumava
una sigaretta dopo l’altra. Mangiava, come si diceva un tempo, a quattro
palmenti. E nel bere non era secondo a nessuno.
Una volta, per certi bruciori di stomaco, era andato dal medico. Dopo la
visita chiese:
- Dottore, ha trovato qualcosa?
- Tutto - rispose il medico.
La sua carriera di umorista cominciò con una nevicata che a metà degli
anni Cinquanta imbiancò Torino il giorno di Pasqua. Cavallo disegnò un
Babbo Natale con in mano un uovo di cioccolato, e portò la vignetta al
direttore della Gazzetta del Popolo. Che la pubblicò immediatamente, e
si assicurò la collaborazione fissa del giovane cartoonist.
In precedenza Cavallo aveva lavorato sette anni in una banca (dove
scoprì la propria vocazione, caricaturando colleghi e clienti). E, successivamente, tre giorni all’ufficio pubblicità dell’Oréal. (Il primo giorno
il direttore lo chiamò col segnale convenuto: due colpi di campanello.
“Perché si presenta senza penna e block-notes? - gli disse. - Devo dettarle delle disposizioni”. Il secondo giorno il direttore, dopo averlo chiamato, gli disse: “Perché ha portato con sé la penna e il block-notes?
Non ho mica sempre delle disposizioni da dettarle!”. Il terzo giorno fu
Cavallo che gli disse: “Me ne vado”.)
Sposato (senza figli) con l’attrice Silvana Lombardo - dalla quale si era
separato, ma che, quando fu colpita da un male inesorabile, assistette
amorosamente sino alla fine - Cavallo ricordava con tenerezza il padre e
un fratello minore, perduti quand’era ancora giovane.
Con la madre, invece, aveva avuto un rapporto, diciamo così, conflittuale. Carattere eccessivamente ansioso, quando il figlio partiva per una
vacanza o per motivi di lavoro gli diceva:
- Ho il presentimento che questa è l’ultima volta che ti vedo. (“Era il suo
modo di augurarmi buon viaggio”, commentava lui.)
13
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
Un giorno (Giorgio aveva da poco traslocato in un altro quartiere torinese) gli telefonò preoccupatissima:
- Dove abiti adesso? Non ho ancora capito dove abiti ...
- Abito in via Pio Foà - rispose lui.
- È vicina a via Genova
- Abbastanza, perché?
- Perché in via Genova è saltato in aria un palazzo per una fuga di gas.
- Non ne so nulla ...
- Possibile? C’è scritto sulla Stampa!
Cavallo corse a comprare il giornale. Un palazzo era effettivamente saltato in aria in via Genova. Ma a Caltanissetta.
Il popolo cui Cavallo si sentiva idealmente più vicino erano gli inglesi.
Ne ammirava il senso dell’umorismo e quello della democrazia.
Del primo ebbe immediata conferma sulla strada che da Dover conduce
alla capitale quando, al volante della sua ‘Fulvia coupé’ (“Allora ero giovane e ricco”, diceva), lesse un cartello su cui era scritto: “La regione che
state attraversando ha la più bassa percentuale di incidenti automobilistici. Vi preghiamo di contribuire a farci conservare questo primato”.
La riprova del senso democratico dei sudditi della regina Elisabetta la
ebbe un sabato pomeriggio al londinese Hyde Park, in quella zona in cui
chiunque, pagando un piccola tassa, può salire su uno sgabello o su una
cassetta per la frutta e mettersi a parlare di ciò che vuole. Quel giorno
uno di questi improvvisati oratori stava lanciando pesanti insulti contro
la polizia, alla presenza di un imperturbabile agente, quando si fermò
nei pressi un giovane in sella a una rumorosissima motocicletta che copriva la voce del comiziante. L’agente si avvicinò al giovane e gli intimò
di spegnere immediatamente il motore.
Nel 1973 Cavallo ebbe una grave crisi esistenziale. Abbandonò ogni attività, compresa la prestigiosa collaborazione a L’Europeo, e si ritirò a
Dolceacqua, un paesino vicino a Ventimiglia, in una vecchia casa adibita
a magazzino messagli a disposizione da un conoscente.
I suoi risparmi si assottigliarono presto, ed egli fini col nutrirsi esclusivamente di ali di pollo, usate in genere come alimento per animali. (“Di
che razza è il suo cane?”, gli chiese un giorno il pollivendolo).
Nonostante che il malessere interiore lo portasse a vivere isolato, rin- Un disegno di Giorgio Cavallo
chiuso in se stesso, trovò tra gli abitanti del luogo molti nuovi amici dal libro “Proposte Pro Poste”
che lo circondarono di affetto e di premure. Chi lo invitava a cena. Chi,
14
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
al mattino, gli portava l’uovo fresco. Chi stappava con lui bottiglie di
vino Rossese. Il farmacista, il popolare Bigi, provvedeva alle aspirine.
Anch’esse quanto mai necessarie, dato che il fatiscente alloggio occupato da Cavallo era un crocevia di correnti d’aria.
Eppure, anche rievocando quel tristissimo periodo della sua vita, Giorgio sapeva ritrovare la luce di un sorriso. Come quando raccontava l’incontro, nell’ osteria del paese, con un tipo bizzarro che gli fece il seguente ragionamento:
- Dice una celebre massima che se io mangio un pollo e lei mi sta a
guardare, secondo la statistica abbiamo mangiato mezzo pollo ciascuno. Bene: io non ho nessun titolo di studio, ma abito vicino a un architetto. Secondo la statistica, allora, siamo due geometri?
Riprese a lavorare nel 1977 (ma avrà un’altra crisi, stavolta di natura
depressiva, una decina d’anni dopo), collaborando alla Domenica del
Corriere, Eureka, Stampa Sera, Help!, la Repubblica, Relax, e realizzando alcune campagne pubblicitarie per Armando Testa. Nel 1981 vinse
il Premio per la Satira politica di Forte dei Marmi, che andò ad aggiungersi ai precedenti trofei, tra i quali giganteggiava la Palma d’Oro del
Salone di Bordighera del 1959.
Negli ultimi suoi anni pubblicava una vignetta settimanale su ‘Tuttolibri’ de La Stampa, in cui riusciva genialmente a fondere attualità letteraria e fatti di cronaca.
Considerato un precursore dell’umorismo grafico moderno, Cavallo era
un artista non solo nelle opere ma anche nel modo di vivere, libero da
qualsivoglia conformismo.
Quanto alle sue qualità umane, basti dire che pochi di coloro che lo hanno conosciuto non lo hanno amato.
Per sottolineare la sua estraneità morale a questa nostra società ormai
assuefatta - e perciò indifferente - alle ingiustizie, ai soprusi, alla corruzione pubblica e privata, sul biglietto di visita si presentava così:
“Giorgio Cavallo - indignato”.
Dice il personaggio di una sua vignetta, commentando le notizie dei
giornali:
- Piano per le pensioni, piano per la casa, piano per la sanità, piano
per l’occupazione, piano per la scuola... Ma non si potrebbe aumentare
l’andatura?
CONFERMATA L’ESISTENZA
DELL’ACQUA SU MARTE
- Ormai non ci sono più dubbi: su Marte
non può esserci vita.
15
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
Un disegno di Giorgio Cavallo del 1956 tratto dal libro “Pronto chi ride?”
© Eredi Giorgio Cavallo
16
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
A Torino, la sua città, Cavallo frequentava un ritrovo di attori, scrittori e
artisti nei pressi del teatro Alfieri. Quando vi entrava Carlo Dapporto, il
comico (era ormai uno sketch fisso) gli diceva:
- Ti porto i saluti dei fratelli D’Inzeo. (Celebri cavalieri, campioni del
salto degli ostacoli. N.d.R.)
E quando si lasciavano, lo salutava così:
- Ci vediamo a San Siro!
Tra gli assidui del locale c’era un pittore astigiano la cui principale attività era quella di scolare bottiglie di vino.
- Beveva dal mattino alla sera - raccontava Cavallo - e aveva gli occhi
perennemente arrossati. Giovanni Arpino diceva di lui: “Ha gli occhi
iniettati di barbera”.
Quand’era ragazzo, Cavallo aveva un amico che faceva l’idraulico ma si
spacciava per studente, e metteva i suoi ferri da lavoro in una cartella
scolastica. Un giorno la cartella gli sfuggì di mano e cadde pesantemente al suolo, producendo un forte rumore metallico.
- Che cos’è? - gli chiese Giorgio.
- È il dizionario di latino rilegato in alluminio - rispose l’altro, dopo un
primo momento di imbarazzo.
Un paio di aneddoti divertenti sono legati ai ristoranti.
Aneddoto l:
Cavallo è a pranzo con un gruppo di amici in un lussuoso ristorante del
centro. Al momento del conto un commensale grida al cameriere:
- A me!... Lo dia a me!
Afferra il foglietto e lo nasconde sotto il lembo della tovaglia.
Lo legge sottecchi. Impallidisce. Dice:
- Sono centomila a testa ...
Aneddoto 2:
Cavallo si reca con un amico in una trattoria in collina.
Terminata la cena, egli si allontana un momento per pagare il conto
senza che l’altro se ne accorga. Poco dopo l’amico fa la stessa cosa, e il
conto viene pagato due volte.
Il proprietario la passerebbe liscia, se la mancanza di ringraziamenti
non insinuasse in entrambi il tarlo del dubbio. (“Gli ho offerto la cena e
non mi dice nulla?”).
17
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
L’indomani i due si telefonano, affrontando con cautela l’argomento
(“Per caso non hai mica pagato anche tu?”). L’equivoco si chiarisce. E
Cavallo (l’amico non abita a Torino) torna dal trattore - che, beninteso,
cade dalle nuvole - per farsi rimborsare.
I rapporti tra Cavallo e sua madre costituiscono un capitolo a sé nella
biografia del grande umorista.
Abbiamo già detto del carattere patologicamente apprensivo della signora. Che era anche molto diffidente.
Non aveva mai preso, nemmeno in tarda età (visse fino a 89 anni), l’abitudine di fare il sonnellino pomeridiano.
Una volta che si addormentò casualmente, al risveglio volle fare colazione credendo che fosse mattina.
- Ma mamma, siamo di pomeriggio! - le disse il figlio.
- Davvero? - rispose la donna. La quale, tutt’altro che convinta, scivolò
furtivamente nella stanza accanto e telefonò a una cugina di Bardonecchia.
- L’è mesdì ‘co lì? -le chiese. (È pomeriggio anche da voi?)
La signora Cavallo soffriva di insonnia, e tutte le sere prendeva un sonnifero.
Una sera Giorgio le disse:
- Perché, invece di prendere la solita pillola, non provi a leggere un libro?
- Ci ho provato - ribatté lei -, ma dopo due pagine mi addormento.
Dopo il matrimonio del figlio con Silvana Lombardo, la signora abitò
per un certo tempo con gli sposi.
Un giorno, all’ora di pranzo, disse di non voler mangiare perché non
aveva appetito.
La nuora apparecchiò soltanto per due.
- E io non mangio? - protestò la suocera.
- Hai detto di non avere appetito - disse Silvana.
E lei:
- Ah, sì? Non ho mica sentito ...
Due tra gli amici più cari di Giorgio Cavallo sono stati i suoi concittadini
Emilio Isca e Franco Bruna.
- Come le è accaduto?
18
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
Isca, fondatore e direttore del settimanale Help, è colui che nel ‘76 diede
a Cavallo l’opportunità di ‘rifarsi la mano’ e di pubblicare le prime vignette dopo quattro anni di volontario esilio dal mondo giornalistico, a
causa della citata crisi esistenziale.
Un Cavallo indignato, dicevamo. Ma anche un Cavallo sensibile al dolore del mondo, dal quale cercava rifugio nel proprio lavoro. “L’umorismo - spiegava - è un modo per far diventare accettabile la realtà in cui
viviamo”.
Mal costume mezzo gaudio è il titolo di un suo libro, uscito nel ‘92, che
raccoglie 130 vignette apparse su riviste e quotidiani in quarant’anni di
attività. Dino Aloi, che ha selezionato le vignette di questo libro, rileva
nella prefazione che anche quelle di più vecchia data - siano di carattere
politico che di costume - conservano una sorprendente attualità. Segno
che le cose, nel tempo, non sono affatto cambiate.
Altri libri pubblicati da Cavallo sono Pronto, chi ride?, Si fa per sterzare, Uomini e mobili, 33 frati e mezzo, Equilibri, Cavallo da tiro, Proposte Pro-Poste.
Quest’ultimo è un album di francobolli immaginari, disegnati con impareggiabile estro.
“Ogni sublime umorismo comincia con la rinuncia dell’uomo a prendere sul serio la propria persona”, ha scritto Hermann Hesse.
Giorgio Cavallo non ha smentito questa affermazione. Scherzò fino all’ultimo giorno sulle proprie condizioni di salute. A un amico che gli aveva
telefonato all’Ospedale Valdese di Pomaretto, in provincia di Torino,
dov’era ricoverato, disse (alludendo alla terapia a cui era sottoposto) :
- Oggi qui abbiamo avuto una splendida giornata ... Il cielo era blu, blu
cobalto.
Dopo la guerra, negli anni della ricostruzione, Torino andava popolandosi di emigrati venuti dal Sud in cerca di fortuna. Chi trovava una sistemazione preparava la strada agli altri.
Erano per lo più giovani di estrazione contadina.
Cavallo, a quei tempi, pranzava sovente in una modesta trattoria di via
Lagrange, frequentata soprattutto da questi nuovi arrivati.
Uno di essi, un giorno, lo urtò involontariamente.
- Scusa - gli disse.
- Non si dice “scusa” -lo riprese un compagno. - Qui non siamo al nostro paese ... Si dice “scusi”.
L’altro abbassò lo sguardo e si allontanò mortificato.
Cavallo aveva appena finito di mangiare e stava sorbendo il caffè, quando si sentì toccare sulla spalla. Era il giovane che lo aveva urtato il quale,
come gesto riparatore, gli offriva una sigaretta.
- Scusi - gli disse. - Fumi?
“È facile passare dall’amicizia all’amore. Più difficile è passare dall’amore all’amicizia”, ha scritto Madame de Scudéry.
Cavallo è riuscito anche in questo, rimanendo in ottimi rapporti con
tutte le sue partner sentimentali. Così che al suo funerale, sulla collina di Moncalieri, quei fazzolettini colorati intrisi di lacrime femminili
ricordavano un tenero film di François Truffaut: L’uomo che amava le
donne.
Mirko Amadeo
19
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
© Ernesto Cattoni
20
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
| AGILULFO | | di Milko Dalla Battista |
| Serie 1 - 3-4 |
21
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
| AGILULFO | | di Milko Dalla Battista |
| Serie 1 - 5-6 |
22
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
| AGILULFO | | di Milko Dalla Battista |
| Serie 1 - 7-8 |
23
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
| L’attesa |
di Alessandro Prevosto
La giornata era iniziata da poco, molti negozi della via dovevano ancora
alzare le saracinesche e quei pochi che già avevano aperto ricevevano le
prime metodiche cure da parte dei proprietari: una spazzata un tocco ai
fiori nei vasi...
Nulla di più. Neppure la opportuna innaffiatina in quanto là pioggia, per
tutta la notte, si era sostituita all’innaffiatoio.
La via non era particolarmente frenetica. Non troppo lontana dal centro
per essere periferica, ma neppure adatta per la classica vasca dei giovanissimi .
L’uomo col cappello classico Borsalino l’aveva appena imboccata, con
passo cadenzato ma tranquillo. Sembrava assorto chissà in quali pensieri tenendo sotto braccio il giornale del mattino, piegato con cura.
L’impermeabile chiaro dimostrava poca fiducia nel tempo. In effetti, anche guardando attentamente il cielo, non si riusciva a capire l’eventuale
sviluppo meteorologico. E, poi, visto il tempaccio della notte, era sicuramente prudente essere ben coperti.
Più distaccati, di circa dieci passi, i coniugi Balego, una coppia molto conosciuta in zona in quanto tutte le mattine calpestava il suolo della via
per recarsi dai nipoti, nipoti solo per genealogia, comunque, in quanto
per i due anziani signori costituivano l’unico affetto su cui contare in
città.
Sta di fatto, comunque, che il signore col Borsalino, ad un certo punto,
appena prima del negozio dei fornaio, ebbe come uno scatto, si bloccò
ed iniziò a guardarsi attorno, quasi non volesse dare nell’occhio.
Dietro di poco, i coniugi Balego, rallentarono anch’essi, con garbo, ma
decisamente.
Si voltarono indietro con fare naturale e si fermarono tre metri prima di
raggiungere il signore col cappello.
Nel frattempo, con fare fragoroso ed allegro, sopraggiungeva una bimba
con la cartella, diretta probabilmente alla scuola elementare situata ad
una cinquantina di metri più avanti del fornaio.
Alla vista della bimba il signore col Borsalino ebbe come un sorriso,
prese il giornale da sotto il braccio destro e lo portò, come automaticamente, al sinistro.
I due coniugi sorrisero a loro volta, discretamente, ed avviandosi molto
© Ugo Sajini
24
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
lentamente ripresero a parlare.
La bambina, giunta ad un passo dai primi elementi dell’occasionale trio,
rallentò la propria corsa e con un balzo si infilò in un piccolo cancello
sulla destra.
Lenuvole in cielo cominciarono ad addensarsi. Il signore col cappello si
aggiustò il bavero e guardò in alto sussurrando qualcosa di incomprensibile. I coniugi cincischiarono qualche attimo guardando come delusi il
cancello ormai chiuso alle spalle della bimba.
Un rumore di clacson ruppe quel momentaneo silenzio. Più avanti, una
bionda, appena scesa da una bella macchina sportiva, salutava un ragazzo sorridente che inserì la marcia per ripartire. I tre videro la giovane
rimanere imbambolata qualche secondo, come ad inseguire chissà quale ricordo o sogno.
Da un angolo appartato, uscì l’addetto alla nettezza della via. Era lì da
quando il signore col Borsalino e l’impermeabile si era improvvisamente bloccato. Aveva guardato la scena con una smorfia proprio mentre
anche lui stava avviandosi ad oltrepassare il fornaio in direzione del
prossimo contenitore di rifiuti.
Prese in spalla il sacco semivuoto e iniziò il cammino.
Anche il vento voleva dire la sua. Investì con violenza il gruppetto assortito di gente. L’uomo col cappello usò la mano destra per impedire
di farselo volar via e fece un passo deciso verso il centro della strada,
scendendo dal marciapiede, i due coniugi si strinsero a braccetto ed attraversarono diagonalmente la strada.
La ragazza, nonostante l’apparenza, non s’incammiriò per la strada; rimase ancora un attimo finché non sopraggiunse un’automobile guidata
da una signora anziana sulla quale salì.
Lo spazzino posò nuovamente il sacco con un gesto di stizza dando l’impressione di dover sopportare un eccessivo peso.
Il signore col cappello ritornò sui suoi passi guardandosi alle spalle. Una
volta giunto sul marciapiede, esattamente dove era poco prima, guardò
con aria preoccupata verso un angoletto scuro a destra del viottolo.
I coniugi, approfittando del fatto che ormai avevano attraversato, guardarono distrattamente la vetrina della merceria. Ogni tanto il signor
Balego dava un’occhiata preoccupata esattamente nel punto in cui sembrava catalizzarsi l’attenzione del signore col cappello.
Anche lo spazzino, sembrava molto interessato a quell’angolo.
Anch’egli osservava con attenzione tradendo, però, anche un certo inte-
© Emilio Isca
25
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
resse verso l’inizio della via.
Fu lui, infatti, il primo ad accorgersi dell’arrivo del signor Giusti, un
ex bersagliere ormai in pensione, grande invalido di guerra, che, nonostante un grave impedimento agli arti inferiori, non rinunciava alla
lentissima passeggiata mattutina.
Era uno sforzo che veniva ricompensato dalla gioia di vedersi arrivare
in braccio, una volta giunto davanti alla scuola, tutti i bambini che lo
chiamavano nonno.
Il suo arrivo destò certamente interesse sia nell’uomo col cappello, che
guardò i coniugi Balego, sia nei coniugi Balego, che guardarono l’uomo
col cappello, sia nello spazzino, che continuava a guardare tutta la scena
non visto dagli altri.
A rendere ancora più lunga l’attesa ci fu anche una pausa dovuta ad un
bambino che, giunto correndo verso la scuola, vide nonno Giusti e si fermò per parlargli allegramente e farsi raccontare, in anticipo rispetto ai
compagni di classe, una storia di bersaglieri, per poi avviarsi soddisfatto
al supermercato, sull’altro lato della via, per comprare la merenda.
Dopo circa dieci minuti di attesa, in effetti, si creò un certo imbarazzo.
Era un continuo incrociarsi di sguardi, un continuo osservare, cercando
di non dare nell’occhio, sia il vecchietto in lento avvicinamento, sia l’angolo scuro del viottolo.
Poi finalmente tutto sembrò aggiustarsi. Il signor Giusti giunse all’altezza dello spazzino, che era il più lontano dal fornaio, poi oltrepassò la
posizione dei coniugi rimasti imbambolati a braccetto e, infine, come a
dare finalmente respiro alla scena, oltrepassò la posizione del signore
col Borsalino.
Da quel momento fu tutto un rimovimentarsi. Lo spazzino dimenticò
l’eccessivo peso del sacco di rifiuti e con uno scatto atletico si avviò decisamente verso il più vicino contenitore. I coniugi diedero un ultimo
sguardo alla vetrina della merceria, riattraversarono in diagonale e superarono in un baleno sia il signore col cappello, sia il fornaio, scomparendo all’orizzonte. Il signore col cappello riassettò l’impermeabile,
volse gli occhi al cielo, calcò il cappello in testa, aggiustò il giornale e,
come se nulla fosse accaduto, riprese lo stesso identico ritmo di camminata precedente.
Il gatto nero mise fuori la testa dall’angolo scuro, si guardò attorno e
riattraversò la strada.
Alessandro Prevosto
© Emilio Isca
26
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
| Squillanterie |
Sottile è l'umorismo, si nasconde
a pelo d'acqua, ma poi s'erge e svetta
con spruzzo teso, corrugando d'onde
lo stagno, che borbotta e che sciacquetta
e infine si riscopre a muginare
se è meglio essere stagno oppure mare.
Carlo Squillante, abdicatore
© Ernesto Cattoni
27
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
| Mostre e concorsi |
Cartoon SEA 2012
È Stefano Antonucci il vincitore del 4° Premio Nazionale di Umorismo
e Satira CartoonSEA 2012, svoltosi a Fano dal 13 al 20 settembre e che
aveva il tema “Tutto esaurito”, su cui quest’anno si sono sfidati ben 130
artisti, con un totale di 279
opere partecipanti.
La gara di umorismo grafico,
ancora una volta si ribadisce
come
appuntamento
di
rilievo nel settore grazie alla
presenza di molti dei nomi più
importanti nel campo della
grafica e dei cartoons italiani.
CartoonSEA, infatti, nell’arco
di sole quattro edizioni si
è affermata con rapidità e
sicurezza come una delle
mostre più importanti in Italia.
“Tutto esaurito” è il lavoro che
non c’è, la disoccupazione, la
crisi. Ma è anche il lavoro che,
Da sinistra a destra:
una volta che lo si trova, sfibra,
Intruso, c’è sempre in tutte le foto; Dino Aloi, vignettista e storico
ruba energie, indebolisce, può
della satira; Marco De Angelis, presidente giuria 2012; Simone Spiessere vittima del mobbing,
naci, presidente Ente Manifestazione Fano; Luca Serfilippi, Assessore
può essere sottoccupazione,
Comune di Fano; Rocco Del Nero, Direttore sede INAIL di Pesaronon valorizzazione, e può
Urbino ; Gióx’ (cartoonist e direttore artistico CartoonSEA; Oscardo
appunto provocare quella
Severi, Gruppo SEA; Massimo Severi, Assessore Provincia Pesaro
patologia definita “stress lavoro-correlato”, di cui seriamente si occupano
Urbino; Vittoriano Solazzi, Presidente Consiglio Regionale Marche;
gli stessi main-sponsor della kermesse: SEA Ecology Network Group, Giovanni Mattioli, Presidente ASET Fano; Fabio Tombari, Presidente
società di servizi di Fano, attiva nel campo della formazione, consulenza Fondazione Cassa Risparmio Fano che ha concesso la sede espositiva;
ambientale e sicurezza sul lavoro e Inail Pesaro-Urbino, da quest’anno
Accosciati alcuni dei premiati CartoonSEA 2012
partner CartoonSea, che come Istituto per l’Assicurazione contro gli
Giuseppe Inciardi, segnalato; Stefano Magnani, premio speciale;
Infortuni sul Lavoro vuole prevenire e informare su questo nuovo male
Cristian Stenico, premio speciale; Toni Vedù, premio speciale
del secolo.
28
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
La Giuria del Grand Prix era composta dal presidente Marco De
Angelis (cartoonist, redattore La Repubblica e vincitore CartoonSEA
2011), Cinzia Battistel (collaboratrice per studi come Bozzetto film,
Guido Manuli, ecc.), AntonGionata Ferrari (cartoonist e illustratore
di note case editrici per ragazzi), Ennio Buonanno (cartoonist), Paola
Patrignani e Mario Rocco Del Nero (in rappresentanza di INAIL PesaroUrbino), Luciana Forlani, Oscardo Severi, (per SEA Ecology Network
Group, promotore dell’evento) e infine dai direttori artistici Giovanni
Sorcinelli ‘Giox’ e Maurizio Minoggio (cartoonist e curatori anche dei
Festival FanoFunny e Umoristi a Marostica). Molte le opere meritevoli
e impegnativo il lavoro dei giurati, considerato il gran numero di opere
e idee interessanti pervenute su un tema così nuovo e stimolante.
Vignettista abruzzese, classe 1987, il vincitore Stefano Antonucci ha
all’attivo collaborazioni come grafico pubblicitario e come cartoonist per
L’Unità, Terra, Il Vernacoliere, e promotore del pdf satirico “ScaricaBile”.
La sua idea vincente è una rielaborazione grafica del famoso scatto di
Ebbets “Lunchtime atop a skyscraper”.
I disegni premiati, quelli selezionati e quelli della mostra personale del
vincitore 2011, Marco De Angelis, sono stati esposti nella suggestiva
sala della Chiesa di San Michele in via Arco d’Augusto, concessa dalla
Fondazione Cassa di Risparmio di Fano. Il prossimo anno Antonucci
sarà presidente della giuria e avrà una sua personale, come i vincitori
delle passate edizioni.
Premi speciali di quest’anno: Margherita Allegri, Emanuele Benetti,
Mauro Biani, Lido Contemori, Paolo Dalponte, Filippo LoIacono,
Stefano Magnani, Fabio Magnasciutti, Cristian Stenico, Toni Vedù.
Quattro i segnalati:Giuseppe Marchi, Bruno Olivieri, Andrea Ventura,
Giuseppe Inciardi.
Tra gli ospiti Toti Buratti, cartoonist e direttore artistico dello Studio
d’Arte Andromeda , e Dino Aloi, cartoonist, editore (Il Pennino) e storico
dell’umorismo.
Anche quest’anno l’ottimo lavoro di Sorcinelli e Minoggio ha dato vita
a una manifestazione che ha brillato per qualità e organizzazione,
distinguendosi per l’originalità del tema, per il criterio espositivo (disegni
inviati per e-mail e riprodotti egregiamente su pannelli) e per l’elegante
catalogo. Con questa mostra, inoltre, è stata offerta un’interessante
occasione a collaudati professionisti e a giovani promesse della satira di
confrontarsi e incontrarsi, in una cornice accogliente e simpatica.
Premio Speciale
Margherita Allegri
29
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
Grand Prix CartoonSEA
Stefano Antonucci
30
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
Premi Speciali
Emanuele Benedetti
Mauro Biani
31
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
Premio Speciale
Lido Contemori
32
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
Premi Speciali
Fabio Magnasciutti
Paolo Dalponte
33
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
Premi Speciali
Filippo Loiacono
Giuseppe Inciardi
34
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
Premio Speciale
Stefano Magnani
35
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
© Franco Bruna
36
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
© GoVa
37
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
38
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
La diciottesima edizione di Spotornocomics
di Dino Aloi
Sabato 18 agosto è “andata in onda” la diciottesima edizione di
Spotornocomics, la notte delle vignette, conosciuta dal pubblico ligure
in particolare per il fatto che i vignettisti “tirano l’alba” per cercare di
soddisfare tutte le richieste del pubblico.
Il tutto è organizzato, da sempre, dall’ottimo
Roberto Giannotti, Architetto e vignettista di
fama (tra le sue collaborazioni La Gazzetta dello
Sport).
Spotornocomics è un evento particolare perché
permette di vedere una vasta gamma di disegnatori
all’opera, dai vignettisti ai caricaturisti agli
illustratori.
Il clima è conviviale e divertente ed è anche un
modo di incontrare amici e scambiare opinioni.
Bella davvero la manifestazione e caloroso il
pubblico. Ci sono alcuni “aficionados” che non
mancano mai e che, ogni anno, vogliono i disegni
di ogni autore su temi diversi.
Dei veri collezionisti. Si disegna sino a notte
inoltrata cercando di stabilire un buon rapporto
con il pubblico e l’obiettivo principale è quello del
divertimento da parte di tutti.
Non mancano le richieste assurde ogni anno,
richieste che poi diventano l’argomento del
giorno dopo. Normalmente le cose più incredibili
vengono richieste al buon Milko Dalla Battista
(egregio disegnatore specializzato in delfini) che
alla fine riesce sempre a soddisfare tutti grazie
alla sua fantasia.
Partecipo alla manifestazione sin dall’inizio (insieme a Roberto e a
Tubino non abbiamo mai mancato un’edizione) ed ogni volta realizzo
vignette in diretta colorate con trucchi e ombretti per cercare di dare
campiture rapide ma efficaci. Mi diverte sempre l’impatto emotivo sul
pubblico di questa tecnica veloce ma affascinante.
SpotornoComics. Nelle foto alcuni momenti della serata
39
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
Un appuntamento da non perdere per chi è curioso e vuole vedere come
si lavora in diretta con tecniche completamente diverse.
Ogni disegnatore esprime la sua personalità, il suo senso dell’umorismo
e la sua capacità comunicativa. Interessante sia per chi disegna che per
chi osserva. Complimenti a Roberto. Continua così.
L’opite d’onore di quest’anno è stato il comico Carlo Pistarino mentre gli
autori che si sono esibiti sono Franco Buffarello, Dino Aloi, Milko Dalla
Battista, Davide Ceccon, Giovanni Beduschi, Marco Fusi, Luca Ricciarelli,
Giovanni Soria, Elena Terrin, Giancarlo Sartore, Athos Careghi,, Antonio
Tubino, Valerio Marini, oltre, ovviamente, all’organizzatore Giannotti.
Dino Aloi
40
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
© Giuliano Rossetti
41
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
42
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
| Mostre e concorsi |
Sabato 15 settembre a Udine le premiazioni
del concorso internazionale Spirito di Vino
Una giuria d’eccezione premia le migliori vignette satirico-enologiche.
Grande protagonista la crisi economica
Sabato 15 settembre alle ore 18.30 nella Sala Florio di Palazzo Florio a
Udine, si è tenuta la premiazione della 13° edizione di Spirito di Vino, il
concorso internazionale che ogni anno celebra le più divertenti ed originali vignette satiriche sul tema del vino in occasione della grande kermesse Friuli Doc.
Il concorso è indetto annualmente dal Movimento Turismo del Vino
Friuli Venezia Giulia in collaborazione con l’Istituto Europeo di Design, la Regione Friuli Venezia Giulia, la Provincia di Udine, il Comune
e l’Università di Udine, Fondazione Crup, Terra dei Patriarchi e la Cassa
di Risparmio del Friuli Venezia Giulia.
Anche quest’anno il contest è stato accolto con particolare entusiasmo e
ha un respiro sempre più internazionale: sono state inviate infatti oltre
500 vignette provenienti da artisti di ogni parte del mondo, dagli Stati
Uniti alla Cina, dalla Russia all’Australia, dal Brasile alla Finlandia. I
partecipanti hanno concorso in due sezioni in base alla fascia d’età di
appartenenza: la prima riservata ai vignettisti dai 18 ai 35 anni d’età,
mentre la seconda ad artisti che hanno superato i 36 anni d’età.
Il tema che ha contrassegnato questa edizione del concorso, sia in termini di visioni creative degli artisti che di scelte della giuria, è stato quello
dedicato alla crisi economica, sempre interpretato in chiave enologica e
con grande ironia.
Le vignette in gara sono state giudicate da una giuria d’eccezione capitanata dal presidente in carica Alfio Krancic e dal presidente onorario
Giorgio Forattini e composta da nomi illustri del panorama satirico italiano, giornalismo e grafica: Emilio Giannelli (vignettista), Valerio Marini (vignettista), Gianluigi Colin (art director del Corriere della Sera),
Franz Botré ed Enzo Rizzo (direttore e vicedirettore della rivista Spirito
DiVino), Carlo Cambi (direttore editoriale della rivista Wine Passion),
Paolo Marchi (giornalista de Il Giornale), Aldo Colonetti (direttore
Nella foto: Francesco Salvi, Massimo Del Mestre, Valerio Marini,
Mario Zuliani, Alfio Krancic, Elda Felluga, i vincitori
e alcuni selezionati dell’edizione 2012 di Spirito di Vino.
43
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
scientifico dell’Istituto Europeo di Design), Fede & Tinto (Decanter – Gianmaria Bozzolan
RadioRai), Francesco Salvi (attore) e da Elda Felluga (Presidente del Primo classificato categoria under 35
Movimento Turismo del Vino FVG).
Vincitori dell’edizione 2012 di Spirito di Vino, premiati con una selezione delle migliori etichette delle cantine associate al Movimento Turismo
del Vino FVG, sono stati per la sezione under 35 Gianmaria Bozzolan
con “Riserva bancaria” (primo classificato), Massimo Mazzucco con
“Spumonti” (secondo classificato) e Dario Gianuario “Spread di vino”
(terzo classificato).
La sezione over 35, invece, ha visto trionfare Luigi Renatti con “Evoluzione” (primo classificato), Marco De Angelis con “Amore di Vino”
(secondo classificato) e Sacco & Vallarino con “In rosso” (terzi classificati).
I concorrenti selezionati, unitamente ai rappresentanti della giuria del
concorso, sono stati invitati il 15 settembre per la cerimonia di premiazione, a cui è seguito all’Hotel Astoria di Udine un rinfresco a base di
eccellenti vini delle cantine associate al Movimento Turismo del Vino
FVG e prodotti regionali.
Le trenta opere selezionate, insieme alle vignette dei Maestri della satira
italiana, sono state protagoniste di una mostra presso la Sala Colonne di
Palazzo Florio aperta al pubblico.
44
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
Dario Gianuario
Terzo classificato categoria under 35
Massimo Mazzucco
Secondo classificato categoria under 35
45
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
Luigi Renatti
Primo classificato categoria over 35
46
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
Marco De Angelis
Secondo classificato categoria over 35
Sacco & Vallarino
Terzi classificati categoria over 35
47
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
| Roberto Benigni |
“Sono condannato
alla lucidità.
Astemio totale:
devo smettere di non bere.
© Walter Toscano
48
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
49
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
| Antenati |
MARFORIO - ROMA 1944
Esce dal 3 settembre 1944 sino alla fine del 1945,
continuando “Pasquino”.
Disegni di Attalo, Barbara, Migneco, Verdini, Pompei.
Tra le riviste del periodo è una delle migliori sia per la qualità
dei disegni che per gli argomenti trattati.
- Cosa è successo?
- Siamo riusciti a metterci d’accordo sulla maniera di compilare il comunicato sui giornali circa la nostra decisione
di andare d’accordo.
(disegno di Attalo)
50
anno 1 - numero 01 - ottobre 2012 - almanacco dell’arte leggera
| L’ultima parola |