mi chiamo kleopatra - WRITING THEATRE at school
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mi chiamo kleopatra - WRITING THEATRE at school
MI CHIAMO KLEOPATRA ATTO UNICO di Ana Isabel Andrade Luna Adattamento di Elisa Bortolomedi SCENA PRIMA Sipario chiuso, una sedia sul proscenio ed un occhio di bue puntato su Kleopatra. Kleopatra è una ragazza sui ventanni veste in maniera elegante con gonna plissettata e camicetta, è seduta in maniera molto composta. Voce fuori scena: Allora parlami di te... Kleopatra: (Prendendo un bel respiro e sorridendo) Sinceramente non saprei da dove iniziare, perché credo che ogni storia racchiuda milioni di momenti e ricordi ed eventi; (Poi come colpita da un’intuizione) Anche se la mia storia è tutta nel mio nome. Mi chiamo Kleopatra. Con la K mi raccomando, non con la C. E‟ stata mia madre ha decidere il mio nome, lei sola! Mia madre ama la storia: la Grecia ma soprattutto l‟Egitto e l‟antica Roma. E‟ innamorata della storia, della lingua, della cultura. A dire il vero è innamorata anche dei personaggi storici, anche se preferisce gli antichi romani agli egizi. (Sorridendo tra se e se) Per personaggi storici intendo gli uomini…. Sul serio, mia madre adora gli uomini romani, ma non quelli di oggi, quelli di secoli fa. Dice che sono affascinanti, (prosegue maliziosa) anche se non ne capisco il motivo dato che di loro ci restano solo statue e statue e statue e nient‟altro; anche se avevano dei bei corpi, questo va detto (si ferma un attimo come riflettendo, poi torna al pubblico e ricomincia a parlare) Sì, non c‟è dubbio, la passione di mia madre per la storia antica ha segnato tutta la mia vita, da prima che nascessi si può dire… Non ci crederete ma si è innamorata ed ha sposato mio padre e mio padre si chiama Giulio Cesare. A volte credo che si sia innamorata di mio padre per il suo nome. (Quasi tra se e se) La cosa che mi è sempre sembrata più strana, e anche un po‟ inquietante, è che tra l‟imperatore Giulio Cesare e Cleopatra ci fu una relazione amorosa, che si tradirono e finì anche abbastanza male. Ma questi sono solo dettagli per mia madre, (imitando la voce della madre) : “notizie storiche di scarso valore”. Per lei Giulio Cesare era un affascinante e indomito condottiero e Cleopatra una donna forte, colta, sicura e bella. Per questo, credo, ha sempre amato moltissimo mio padre e, fin da quando ero piccola, ha sempre desiderato che io diventassi una donna istruita e di molta esperienza. (Imitando di nuovo la voce della madre) “Lei sarà il mio diamante” diceva ogni volta, quando con i suoi amici, in salotto, si cominciava a parlare dei figli. Il suo diamante! E‟ cominciato tutto così. Mia madre era convinta che Cleopatra fosse una donna dalla cultura enciclopedica, e allora si è rimboccata le maniche per farmi essere all‟altezza del mio nome: (in crescendo di ritmo) mi trascinava in biblioteca almeno due volte la settimana, mi ha insegnato addizioni e sottrazioni quando andavo ancora all‟asilo, mi faceva leggere libri, scrivere racconti, visitare musei. (K. resta un attimo sospesa poi riprende ironica) Ma Cleopatra era anche una regina! E questo, per mia madre, significava che conosceva le buone maniere e sapeva sempre come comportarsi, e allora: (mimando con gesti stilizzati ciò che dice) le posate si usano così, la mano si tende così, a tavola si sta così, le spalle devono essere dritte, testa alta, cammina più dritta, sii più femminile, se incontri un uomo lo saluti così, se incontri un anziano cosà, se passa un‟altra ragazza fai questo, se passa un ragazzo quest‟altro, (sul finire della battuta cambiano le luci e si apre il sipario, Kleopatra resta in fermo immagine nell’ultima posa assunta, spalle al pubblico, mano protesa come se aspettasse che il cavaliere del ballo la invitasse.) SCENA SECONDA: All’apertura del sipario, la sedia sulla quale sta Kleopatra diventa parte della scenografia. E’ la sedia di un tavolo da cucina. Siamo in una cucina modesta ma ordinata, al centro la tavola con quattro sedie di cui una è quella sulla quale sta seduta Kleopatra. In scena lei e la madre la quale sta riassettando, 45 anni, ancora piacente ed un po’ stravagante nell’abbigliamento che comunque risulta elegante e curato. Il dialogo si ricongiunge con quanto stava raccontando Kleopatra nella scena precedente. Mamma: Se incontri un extraterrestre, mi raccomando sii gentile! Kleopatra: (lamentosa, stanca mentre infila un cardigan ampio che era appoggiato su un’altra sedia) Oh mamma sei così ossessionata da tutto quello che riguarda la mia educazione che non ti accorgi che sto diventando matta!!! (più decisa) Ma non lo vedi che potrei andare a prendere il the a Buckingham Palace e far sfiguare la regina? Vibra un cellulare sulla tavola, Kleopatra lo guarda e lo mette in tasca Mamma: Oh che diamine Kleopatra, è maleducazione non rispondere al telefono. Kleopatra: (decisa e tagliente) E‟ molto più maleducato disturbare le persone intorno a te con una suoneria insistente! Mamma: Ma… (poi indecisa si ammutolisce, prende un cesto di panni stirati e mentre esce discena dice fra sé e sè) ah se solo la regina Cleopatra avesse avuto un cellulare… (Kleopatra scuote la testa. Il telefono suona di nuovo e lei stavolta risponde) Kleopatra: Pronto? Si ciao Emma, scusa ma non avevo la suoneria, si come sempre lo so, che c‟è?... Ma no nulla stavo discutendo con mia madre tanto per cambiare! Ma tu che ne pensi? Se fossimo nate ai tempi della mamma saremmo state come loro? Sì, sì certo che è carattere ma a volte me lo chiedo, a volte mi domando come sarebbe stato se fossi nata ai tempi di Cleopatra… oppure se fossi nata negli anni di mia madre, gli anni „50/‟60. Mi chiedo come sarei stata di carattere, o quali sarebbero stati i miei genitori, quale sarebbe stato l‟amore della mia vita, dato che in quegli anni ti sposavi giovanissima, oppure se avrei lavorato e fatto cosa…Sì sì sto bene è solo che è un po‟ di tempo che sono incanta dagli anni „50 e ‟60, dalla musica in particolare. Sono incantata dalle voci, soprattutto, perché è come se sentissi che dentro c‟è la verità; forse mi sbaglio, o dovrei spiegarmi meglio, ma ogni volta l‟ascolto, quella musica tocca ogni angolo del mio corpo e diventa padrona di me…No non sto esagerando, davvero. E‟ realmente così che mi sento: è come se la musica fosse un‟amica, e può darsi che sia stata creata con scopi diversi da quelli che noi intendiamo adesso, e questa creazione per fortuna non si è mai fermata e non si è mai dispersa e va avanti da secoli e secoli, coraggiosa e fiera, capace di unire come di separare, con il potere di rallegrare e di tormentare. (conclude in tono celebrativo) Oddio, sto diventando un‟invasata come mia madre… parlo della musica come lei parla della Storia… Non lo so, dev‟essere una caratteristica delle donne della mia famiglia quella di lasciarsi sedurre e affascinare da epoche passate. Spero solo di non chiamare mia figlia Aretha. Comunque… cosa mi volevi dire? (sfumando, sale la musica e si spengono le luci) Musica di sottofondo che sale mentre si spengono le luci. Aretha Franklin “I say a little prayer for you” SCENA TERZA: Si alzano le luci. La madre è in cucina che prepara un the. Mamma: (urlando) Kleopatra… scendi che sono le cinque ed è pronto il the! (breve pausa, riprende più insistente) Kleopatra quante volte te lo devo dire che non si fanno attendere le persone? Se lo fai con me lo potresti fare anche… (si interrompe perchè entra Kleopatra in tuta da ginnastica o pigiama camminando come uno zombie e la abbraccia scoppiando a piangere) Kleopatra: (singhiozzando) Mamma, io non voglio più fare l‟archeologa o l‟antropologa come ho sempre sognato, è un po‟ che ci penso ed ho capito che non è la mia strada. (la mamma dopo un attimo di shock, inizia a singhiozzare molto più forte di Kleopatra e le due si abbracciano in un quadretto che ha del melodrammatico). Mamma: (si riprende e singhiozzando lievemente) Oh piccola mia, con la mia ossessione ho rischiato di farti diventare matta. Kleopatra: Sì, sono d‟accordo… e ora che faccio? Mamma: Intanto siediti. Mentre Kleopatra si siede la madre versa due tazze di the. Poi si siede a sua volta e sorridendo Mamma: Cosa pensi che avrebbe fatto la regina, per risolvere i suoi problemi? Kleopatra: (parlando tra sé) Ma che cazzo ne so! (si gira verso la madre e gentilmente le dice) non lo so mamma, dimmelo tu! Mamma: (serena ed accomodante) Io credo che se la Regina si fosse sentita insoddisfatta di tutto ciò che aveva e di tutto ciò che conosceva sarebbe sicuramente andata a cercare qualcosa di nuovo! Kleopatra: (tra sé) ah, a questo non avevo proprio pensato… SCENA QUARTA: La mamma è in scena, continua ad affacciarsi nelle quinte, sembra essere in attesa di qualcosa. Suonano alla porta lei esce e rientra portando una valigia seguita da Kleopatra vestita in maniera semplice, jeans e maglietta. Mamma: Oh tesoro, sono le 5 passate, hai già bevuto il the? Te lo servo, tu siediti e raccontami tutto! Kleopatra: (seduta sulla sedia dell’inizio) Mamma sono stata via 5 mesi, direi che il the può aspettare. La mamma, come se non l’avesse sentita, riempie due tazze e si siede. Mamma: Su su, siediti e raccontami. Kleopatra: (inizia a parlare svogliata, fissando la tazza) Sono stata in Francia: shopping. Sono stata in Inghilterra: discoteche. In Spagna: concerti. In India: centri benessere. Ed ora sono tornata a casa, con le idee ancora più confuse di prima: mamma cosa avrebbe fatto Cleopatra? La mamma sorseggia il the. Dopo qualche secondo di silenzio, Kleopatra inizia a sfogliare il giornale che è sul tavolo. Mamma: Tesoro, lo sai che è maleducato leggere a tavola. Ma Kleopatra non l’ascolta neppure, d’un tratto scatta in piedi e legge a voce alta: Kleopatra: (con voce solenne) senti mamma “diventa un attore subito”. Kleopatra inizia a sfilarsi jeans e maglietta e dalla valigia prende la gonna e la camicetta dell’inizio, mentre si veste parla concitata. Kleopatra: Ti rendi conto? diventare un‟attrice famosa, andare a New York, recitare con Johnny Depp… ( tra sé girandosi a pubblico) altro che Giulio Cesare! Riparte la musica di Aretha che accompagna la chiusura del sipario mentre sta abbottonando la camcia. Si chiude il sipario e Kleopatra si trova sul proscenio. SCENA QUINTA Kleopatra è sul proscenio con l’occhio di bue puntato come all’inizio. Kleopatra: Eco come sono arrivata qui. E mentre venivo, già pensavo che avrei incontrato qualche attore famoso a cui chiedere un autografo. Poi sono arrivata, ma mi sembra tutto diverso da come me lo aspettavo: lì fuori ci sono un sacco di ragazzi come me; la segretaria ci ha spiegato qualcosa ma io non ho ascoltato tutto perché non vedevo l‟ora di andare a fare le prove, e, invece, ora vi devo parlare di me… Pensavo che avrei risposto che voglio fare l‟attrice per la fama e per conoscere personaggi famosi, e invece… vi ho raccontato di mia madre… Però, mentre parlavo, ho capito una cosa: (si alza ed inizia a camminare sul proscenio) sono orgogliosa di chi sono e del nome che porto. Sono sicura che questa sia la mia strada, sono anche sicura che se Cleopatra fosse nata nel 1990 avrebbe fatto l‟attrice e sarebbe stata pure molto brava! Già lo era ai suoi tempi. Ringrazio mia madre per il nome che mi ha dato e per tutto quello che ha significato, ma adesso è ora di chiudere il libro di storia. Non avrei mai immaginato di arrivare qui, così lontana dal futuro che m‟immaginavo da bambina, ma alla fine, io sono solo io. E allora: “Addio Cleopatra con la C! E Benvenuta Kleopatra… con la K!” Inchino. Buio.