Come cambia il mondo dell`auto
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Come cambia il mondo dell`auto
Pubblicazione semestrale Anno XVI | n° 1 | maggio 2013 R I T R A T TO Segretariato UPSA, C.so Elvezia 16, 6900 Lugano tel. 091 911 51 14 fax 091 911 51 12 Comitato di redazione Franco Fontana, pres. Roberto Bonfanti Gianfranco Christen Gabriele Lazzaroni Roberto Mazzantini Sonja Simonetti Redazione e impaginazione Rezzonico Editore, Locarno Stampa Rprint SA, Locarno Come cambia il mondo dell’auto IL SOMMARIO Editoriale | Un settore in movimento L’intervista | I progetti per ripartire Storia di copertina | Quale futuro per i garage? | Un’analisi ad ampio raggio 2 2-3 4-7 8-9 Formazione Marketing Camera con vista Il mercato Io e l’auto | Una professione in evoluzione 10-11 | Un ufficio Comunicazione UPSA 12 | Salvaguardare i nostri valori 13 | In Ticino meglio che in Svizzera 14 | La giornalista Prisca Dindo 15 L’ospite L’inchiesta Il commento Vita associativa | Un rally ecologico | Norme stradali più restrittive | Gottardo: una partita da giocare | In Burkina Faso tutto OK | Il dibattito in assemblea 16-17 18-19 20 21 22 EDITORIALE L’INTERVISTA el mese di maggio del 2012 Franco Fontana veniva eletto dall’assemblea di UPSA Ticino presidente dell’associazione, ‘primo presidente non garagista’. Come giudica, a un anno di distanza, il lavoro svolto alla luce delle sue aspettative di allora? E quali sono i suoi progetti per il futuro di UPSA Ticino? “Osservare un’associazione dall’esterno, sebbene da una posizione privilegiata come quella di ex direttore di ESA Ticino – afferma Fontana – è ben altra cosa che conoscerla dall’interno. In questo anno ho imparato molto e mi sono soprattutto reso conto che UPSA Ticino riveste un ruolo istituzionale più importante di quello che noi dell’associazione le attribuiamo. E come tutte le realtà rilevanti, anche questa risulta complessa e difficile da gestire”. È contento di quanto ha realizzato? “A questo proposito devo fare un po’ di autocritica. Ero partito con l’idea di realizzare cambiamenti a breve termine. Nel corso di questo anno di presidenza mi sono invece reso conto che prima di proporre mutamenti era necessario un periodo di apprendistato nella mia nuova funzione. Così che finora non sono riuscito a realizzare quanto mi proponevo per il bene di UPSA Ticino. Sulle proposte di rinnovamento l’ultima parola spetta comunque sempre agli oltre 200 soci”. In questo anno vissuto all’interno dell’associazione che cosa ha capito a livello di funzionamento di UPSA Ticino? “Ho trovato cinque gruppi regionali (Bellinzonese, Tre Valli, Locarnese, Luganese e Mendrisiotto) che operano, per dirla con una metafora del settore, un gruppo a 8 cilindri con turbo, 3 a 6 cilindri, uno a 4 cilindri. Riconosco a tutti alta professionalità per quanto riguarda le esposizioni locali di veicoli nuovi e d’occasione. L’attività di questi gruppi risulta preziosa sia a livello commerciale, sia per il contatto con il bene più importante, i clienti automobilisti. Non va comunque sottovalutato l’aspetto di relazionarsi e coltivare rapporti personali tra concorrenti, ma pur sempre colleghi. A mio modo di vedere vanno migliorati la coesione e lo scambio di idee, sfruttate meglio certe sinergie e ottimizzata la tempistica. Questo è un compito che non può svolgere il Comitato cantonale, il quale si deve invece occupare di altre questioni. Quali sono dunque i compiti del Comitato cantonale? “Sono istituzionali, di presenza e partecipazione attiva nei contesti che interessano l’associazione. Deve focalizzare le tematiche associative e proporre risposte a temi che turbano i sonni dei nostri associati. Sono convinto che per raggiungere questi obiettivi sia necessaria una comunicazione a 360 gradi e di alto livello. Resta comunque un punto fermo il nostro fiore all’occhiello, ossia la formazione professionale. Ma prima di affrontare queste problematiche va risolta una questione alla radice: quella della N di Franco Fontana presidente UPSA Ticino Un settore in continuomovimento ome tutti i settori economici anche quello dell’automobile sta vivendo mutamenti epocali. Cambiamenti che costringono UPSA Ticino a rinnovarsi se desidera continuare a rivestire quel ruolo istituzionale che le compete. Non dimentichiamo che nel nostro Cantone il ramo dell’automobile genera una cifra d’affari di 1,6 miliardi all’anno e che un posto di lavoro su otto in Svizzera gravita attorno a questo settore. Come dichiaro nell’intervista qui accanto, dopo un anno di apprendistato in qualità di presidente dell’associazione, penso di avere individuato i principali punti su cui concentrarci per garantire il necessario rinnovamento: proseguire l’impegno nella formazione professionale, rendere gli organi interni più agili e la comunicazione più professionale. Questa edizione di ‘Autoritratto’ è improntata alle prospettive della nostra professione. Iniziamo con il delicato problema del futuro dei concessionari confrontati con richieste sempre più esigenti e costose da parte dei fabbricanti e degli importatori, intervistando i titolari di un’azienda piccola, di due medie e di una grande. Sentiamo però anche il parere degli importatori in un’intervista a Silvio Bizzini, che durante la sua vita lavorativa ha vissuto esperienze dalle due parti della barricata. Per affrontare la questione del futuro del settore ci soffermiamo anche sulla probabile evoluzione della mobilità e sulle risposte dei fabbricanti a tale sfida. Facciamo il punto all’andamento del mercato dell’auto in Ticino e in Svizzera, dove le vendite continuano a comportarsi bene. Come per tutti i settori economici anche il nostro futuro dipende dai giovani e dalla qualità della loro formazione. Con Pierluigi Vizzardi, presidente della Commissione professionale UPSA, ci occupiamo delle prospettive della scuola e delle nuove opportunità che si apriranno ai ragazzi che desiderano avvicinarsi al nostro mondo. Non mancano altri spunti di attualità come il punto alla questione del raddoppio del Gottardo, l’introduzione di nuove norme sulla circolazione, la partecipazione ticinese al Rally ecologico fra Lugan e Monte-Carlo e l’evoluzione del progetto UPSA in Burkina Faso. C 2 IL PARERE DEL PRESIDENTE FONTANA SULL’EVOLUZIONE DI UPSA TICINO Dopo un anno di “apprendistato” ecco i per ripartire progetti “NEL CORSO DI QUESTO ANNO DI PRESIDENZA MI SONO RESO CONTO CHE PRIMA DI PROPORRE RINNOVAMENTI OCCORREVA UN PERIODO DI APPRENDISTATO. ORA MI SENTO PRONTO AD AFFRONTARE I NECESSARI CAMBIAMENTI PER GARANTIRE A UPSA UNA MAGGIORE VISIBILITÀ MEDIATICA E POLITICA.” composizione del Comitato Ticino. Attualmente i suoi membri sono tredici: troppi. Questo numero va ridotto, perché più un organo esecutivo è numeroso, più diventa ostico prendere decisioni in tempi brevi come richiede il mercato. Non metto in discussione che la rappresentatività di tutte le regioni garantisca meglio la democraticità nelle scelte ma ciò non deve andare a scapito dell’efficienza”. Questa osservazione l’aveva fatta già un anno fa al momento dell’elezione. “Sì. E forse era prematura, perché non mi rendevo ancora conto degli equilibri interni dell’associazione. Il Comitato deve essere rappresentativo dei settori più importanti e delicati del nostro settore. Ritengo per esempio un errore che il presidente della Commissione della formazione professionale non sia membro dell’esecutivo”. Veniamo ai compiti principali del Comitato. Iniziamo proprio dalla formazione professionale. “Lo considero il fiore all’occhiello della nostra associazione. Gestire un garage richiede sempre maggiori conoscenze professionali. Nel nostro mestiere come in molti altri stiamo vivendo cambiamenti epocali, che richiedono maggiore competenza gestionale. Diventa per esempio fondamentale disporre di una contabilità analitica che permetta di separare costi e profitti delle differenti attività aziendali: penso ai settori della vendita, dell’officina, della carrozzeria”. Lei ritiene ci sia ancora spazio in futuro per i piccoli garage? “Certamente, perché l’importanza del rapporto personale con la clientela è riconosciuto da tutti, così come la necessità di garantire un ser- vizio di vendita e di assistenza distribuito sul territorio per non allontanarsi dai propri clienti. D’altra parte le pressioni di costruttori e importatori sui concessionari/agenti affinché investano per garantire un servizio e un’immagine elevati al marchio che rappresentano è in continuo aumento”. Veniamo alla comunicazione di un settore, quello dell’automobile, che in Ticino genera una cifra d’affari annua di 1,6 miliardi di franchi e in Svizzera si calcola che un posto di lavoro su otto graviti attorno a questo importante ramo dell’economia. “Scinderei questa tematica in due: la comunicazione interna all’associazione e quella esterna”. Iniziamo da quella esterna, che è forse la più importante. “Si tratta di gestire in modo professionale i rapporti con i media, che sono interessati al mondo dell’automobile e si dimostrano disponibili nei nostri confronti. Dobbiamo essere in grado di gestire in modo professionale i rapporti con stampa scritta, radio, tv, new media. Per farlo, occorre disporre di una struttura interna meglio organizzata, che ci permetta di far sentire la nostra voce su tutti gli argomenti che coinvolgono l’automobile e la mobilità. Per certe battaglie, come quella del raddoppio della galleria autostradale del San Gottardo, del semisvincolo di Bellinzona, la vignetta autostradale, gli ecoincentivi, non basta comunicare la nostra posizione, ma ritengo sia necessario assumere anche politicamente un ruolo più attivo”. La comunicazione interna all’associazione come pensa di migliorarla? “Da Berna riceviamo molte informazioni in lingua italiana che potrebbero essere comunicate meglio ai soci. D’altra parte ritengo che UPSA Ticino dovrebbe essere rappresentata nei principali consessi dell’associazione a livello nazionale, dove numerosi problemi vengono discussi e risolti. Pensa quindi anche a una riorganizzazione del segretariato? “Qui stiamo parlando di rinnovamento delle strutture, delle idee, dei compiti, e non delle persone. D’altra parte, è risaputo che coinvolgere imprenditori nelle attività associative al giorno d’oggi – e così sarà anche in futuro – è sempre più difficile. In altri cantoni, sezioni UPSA stanno passando con successo da comitati cantonali di milizia a un mix, supportato anche da professionisti. Questo passo è di vitale importanza per garantire il futuro e il ricambio generazionale delle persone. Non ci sono giovani né anziani, c’è un meccanismo unico, garantire la continuità”. E a livello informativo? “Stiamo studiando anche a questo proposito nuove forme di comunicazione, che potrebbero sostituire la rivista Autoritratto. Un progetto denominato UCS è in una fase avanzata di studio”. 3 STORIA DI COPERTINA Fabio Mattei Marco Doninelli “LA PROSSIMITÀ CON IL CLIENTE È UN ELEMENTO DI MARKETING CHE CI VIENE RICONOSCIUTO E CHE GIUSTIFICA L’ESISTENZA DI UN GARAGE A GESTIONE FAMILIARE COME IL NOSTRO SITUATO IN VALLE.” “FABBRICANTI E IMPORTATORI RICHIEDONO STANDARD DI SERVIZIO E DI PRESENTAZIONE CHE SPESSO COMPORTANO COSTI ECCESSIVI PER AZIENDE DI DIMENSIONI MEDIE COME LA NOSTRA.” Una piccola azienda in Vallemaggia Iniziamo la nostra carrellata di pareri da Fabio Mattei, che siamo andati a trovare nella sua valle, dove la sua azienda è nota a tutti i Valmaggesi. Ed è forse proprio questo il punto di maggior forza di questo garage che permette alla casa madre di decentrare in un’area periferica sia la vendita che l’assistenza, ottenendo un buon successo: 80 veicoli venduti all’anno. Se i Valmaggesi non avessero il concessionario fuori dalla porta di casa e dovessero recarsi in città, forse cambierebbero comportamento di acquisto. “Questa prossimità al cliente – afferma Mattei – è un elemento che ci viene certamente riconosciuto dal concessionario principale, il garage TognettiAuto di Gordola, da cui dipendiamo per la vendita, ma penso anche dall’importatore”. Secondo le statistiche nazionali un concessionario dovrebbe però raggiungere il traguardo di vendita di almeno 100 veicoli per garantirsi un futuro. “Sì, ma noi siamo una piccola azienda familiare, dove oltre a me, tre operai e tre apprendisti, lavorano mia moglie e le mie due sorelle. Questo ci permette di contenere i costi”. Quindi non temete per il futuro? “Se la struttura manterrà questa gestione familiare, no”. Le grandi marche richiedono a una piccola struttura come la vostra gli stessi standard che ai grandi, oppure con voi sono più indulgenti? As4 Roberto Bonfanti Quale Roberto Pesare futuro per i garage? Quattro esperienze a confronto l settore dell’automobile in Svizzera e in Ticino continua a tirare nonostante la crisi. Il mercato è infatti in espansione da due anni, ma… C’è un grosso ma. Chi non opera nel settore è giustificato a credere che i commercianti di automobili facciano affari d’oro, dato che questo mercato non conosce crisi. Eppure non è così. Un luogo comune molto diffuso, e spesso non privo di fondamento, considera i commercianti come persone che si lamentano anche quando le cose vanno bene. Nel caso dei concessionari di automobili però questa critica non regge, in quanto se è vero che il mercato delle auto sostanzialmente tiene, è altrettanto vero che i margini di guadagno dei garagisti sono sempre più esigui, anche perché i costi di gestione per garantire un servizio e un’immagine di elevato livello sono in I solutamente no, osserva Fabio Mattei. Per ottenere la certificazione – che è la stessa per tutti – e per mantenerla, dobbiamo garantire una qualità nel rapporto con la clientela, nell’organizzazione e nell’efficienza in officina che viene costantemente verificata dalla casa madre attraverso inchieste mirate. Con questi controlli l’importatore intende garantire il servizio dopo vendita. Ma naturalmente – aggiunge Mattei – tutto questo ha dei costi, per cui non possiamo praticare le stesse tariffe di certe autorimesse che non devono rendere conto a nessuno”. Certo, ma chi viene da voi ha la garanzia di un servizio inappuntabile. “Molti clienti lo apprezzano e sono disposti a pagare qualcosa di più, ma bisogna fare attenzione a non esagerare”. continuo aumento. Quale futuro hanno pertanto le numerose autorimesse ticinesi con vendita di marchi di prestigio? Per affrontare questo delicato argomento la redazione di “Autoritratto” ha incontrato i titolari di quattro aziende con caratteristiche diverse: una piccola e monomarca – il garage AutoMattei di Someo in Vallemaggia – che vende 80 veicoli all’anno in un mercato di riferimento di 6000 abitanti; due garage di media grandezza – GenurAuto di Coldrerio e Bonfanti di Mendrisio – entrambi multimarca, con un volume di vendita attorno alle 150 vetture l’anno ciascuno e da ultimo la Emil Frey di Noranco, una delle maggiori aziende ticinesi del settore, con un mercato di circa 1500 veicoli l’anno e la rappresentanza di 12 marchi automobilistici. Due esperienze di medie dimensioni Questo era dunque il parere del titolare di una piccola struttura. Ma come giudicano la situazione attuale del mercato dell’automobile le aziende di medie dimensioni, con un volume di vendite che si aggira intorno alle 150 vetture all’anno? L’abbiamo chiesto a Marco Doninelli, ti- tolare del garage GenurAuto SA di Coldrerio, e a Roberto Bonfanti, responsabile amministrazione e vendita nell’omonimo garage di famiglia a Mendrisio, che abbiamo incontrato insieme. Il vostro collega Fabio Mattei mette molto l’accento sulle pressioni a cui è sottoposto il concessionario. “In effetti – afferma Marco Doninelli – i fabbricanti e gli importato- “PER FORTUNA, IN PICCOLE REALTÀ COME LA NOSTRA CONTA ANCORA MOLTO IL CONTATTO PERSONALE E I CLIENTI SANNO CHE DA NOI POSSONO FAR AFFIDAMENTO SU UNA VALIDA ASSISTENZA ANCHE DOPO L’ACQUISTO.” “IN UN SETTORE CHE CAMBIA, OGNI AZIENDA PICCOLA MEDIA O GRANDE CHE SIA HA UN FUTURO, A CONDIZIONE CHE SAPPIA ADATTARE IL SUO MODELLO DI CONDUZIONE ALL’EVOLUZIONE DEL MERCATO.” ri ci richiedono standard sempre più elevati sia di presentazione che di servizio alla clientela. E tutto questo comporta costi rilevanti, spesso difficili da sopportare per un’azienda di medie proporzioni”. “Le spese di gestione aumentano –conferma Roberto Bonfanti – i margini di guadagno si abbassano”. “Capisco bene – prosegue Doninelli – che i produttori desiderino dare un’immagine di qualità, ma a volte gli acquirenti non sembrano accettare il prezzo che tutto questo comporta e si rivolgono al mercato parallelo, che certo non garantisce la nostra qualità, ma può permettersi tariffe più vantaggiose grazie a costi inferiori”. Infatti, per garantire una qualità elevata, i garage che rappresentano marche di prestigio sono anche costretti ad inviare il personale a specifici corsi di formazione su vari modelli o ad acquistare macchinari molto sofisticati per gestire al meglio il lavoro in officina. Ma come giudicano Bonfanti e Doninelli l’importanza del rapporto con la clientela? “Per fortuna – risponde Bonfanti – in piccole realtà come la nostra conta ancora molto il contatto personale: i clienti sanno che nelle nostre aziende possono far affidamento su una valida assistenza anche dopo l’acquisto. D’altra parte – aggiunge – quando si compra una vettura non si acquista solo un’automobile, ma anche il mondo che sta dietro a un marchio”. “Ho già vissuto due cambiamenti 5 STORIA DI COPERTINA di gestione – aggiunge Doninelli – e mi rendo conto che la clientela cerca il contatto con persone affidabili. La vendita, per nostra fortuna, è ancora basata sul rapporto umano. C’è da sperare che le grandi case madri se ne rendano conto”. Come avviene in altri mercati, per esempio in quello della moda, i grandi marchi costringono i concessionari a ritirare una certa quantità di merce, ma poi non riescono o non vogliono impedire che gli stessi prodotti vengano venduti anche in altri punti vendita, che non dispongono della rappresentanza. Rappresentanza che, come abbiamo visto, comporta costi elevati. “C’è da chiedersi – osserva Doninelli – se il sistema di distribuzione dell’automobile sia ancora attuale, se non sia necessario cambiare qualcosa. Di questo passo, sulla vendita di una vettura noi concessionari finiremo per perderci”. Durante i periodi di ristrettezze economiche, per non parlare di crisi, molti costi vengono scaricati dai produttori sugli importatori e da questi sui concessionari. Un po’ come sta avvenendo a livello cantonale, dove il Cantone, per risparmiare, riversa certi costi sui Comuni. Il fatto è che qualcuno queste spese le deve paga- re. D’altra parte, per conquistare nuove fette di mercato i prezzi per il consumatore continuano a diminuire. Basti paragonare il costo di una vettura di pari qualità in Svizzera nel 2013 rispetto a un paio di anni fa: si è ridotto di un buon 20 per cento. E il mercato delle vetture d’occasione, come va? Doninelli spiega che per non avere problemi di liquidità tende a rivenderle immediatamente a commercianti che si occupano esclusivamente di questo mercato. Mentre Bonfanti, che ha un ragguardevole parco macchine d’occasione, afferma che “non sai mai come va a finire quando ritiri una vettura: né a quanto, né quando la venderai”. Come abbiamo già scritto più volte nelle ultime edizioni di questa rivista, il mercato dell’occasione è condizionato dalla caduta dei prezzi delle auto nuove. Il cliente che ha acquistato un’automobile quando i prezzi erano più elevati, al momento di venderla per comperare un nuovo veicolo rischia di essere penalizzato. Il garage da parte sua, per non perdere il cliente tendenzialmente gli propone una valutazione più elevata di quella di mercato, con evidente perdita di guadagno. In questa complessa si- tuazione, gli introiti più sicuri di un garage sono dunque portati dall’officina, che si occupa dei servizi di manutenzione e delle riparazioni delle vetture, siano essi a carico della casa madre, o del consumatore. Ma per i concessionari quanto pericolo c’è che l’automobilista si rivolga a un’autorimessa non ufficiale di una determinata marca, che può praticare prezzi più bassi perché deve far fronte a meno spese di gestione? “Questo pericolo diventerà sempre più remoto – afferma Roberto Bonfanti – perché l’assistenza richiede macchinari sempre più specifici. Accade un po’ come nella medicina. Ti rechi dal medico generico per un malessere generale, ma come entri nello specifico ti manda dallo specialista. Questo sta avvenendo anche nel nostro settore”. Roberto Bonfanti è un giovane trentenne laureato in economia che lavora ormai da 8 anni nell’azienda di famiglia, come vede il suo futuro in questo delicato settore, in subbuglio come quasi tutti i mercati? “Oggi – conclude Bonfanti – con tutti i cambiamenti in atto mi è davvero difficile immaginare il futuro e prevedere come si svilupperà la nostra attività”. IL SUO TUNING A LUNGO TERMINE? COLLABORARE CON PARTNER SU CUI PUÒ SEMPRE CONTARE. Ora capite perché punta su di noi? u a c a r r i e r a h a m e s s o il turbo con il titolo di campione europeo di kar ting. A tempo di record sono seguiti il debut to nella formula BM W, nella Formula 3 Euro Series e nella GP 2, prima del grande salto nell’olimpo della Formula 1 e dell’ingresso nella scuderia campione del mondo. MOTOREX ha accompagnato il giovane talento sulla sua strada fin dalla par tenza e continuerà a farlo. Sco prite come le par tnership a lungo termine con MOTOREX aiutano progredire nei campi più diversi: w w w.motorex.c om 6 Tra i più grandi di tutto il Ticino Roberto Pesare è titolare del Garage Emil Frey di Noranco, uno dei più grandi del Ticino, con la rappresentanza di 12 marchi e la vendita di 1'500 veicoli all’anno. Anche per lui la musica non cambia: i costi lievitano e i margini di guadagno diminuiscono. “Attenzione – avverte – quando lei parla nell’introduzione a questa inchiesta di vetture vendute nel 2012, dimentica di dire che questi dati si riferiscono ai veicoli immatricolati, non necessariamente venduti. Molte delle automobili che figurano sulle statistiche 2012 si trovano infatti ancora sui piazzali dei concessionari, che sono stati costretti ad acquistarle e ad immatricolarle nell’intento di raggiungere gli obiettivi di vendita prefissati dall’importatore per garantire i bonus di fine anno”. Ma voi siete il garage dell’importatore. “In teoria sì. Facciamo parte del gruppo, ma in pratica siamo trattati come qualsiasi altro concessionario. E per un garage multimarche come il nostro gli sforzi amministrativi per seguire le richieste degli importatori, la gestione degli stock, la verifica costante del raggiungimento degli obiettivi, sono ingentissimi. Dobbiamo disporre di strumenti di controllo sofisticati per raggiungere le cifre chiave mese per mese. Pensi solo alla gestione del nostro stock, che si aggira costantemente attorno ai 400 veicoli”. Per un grande garage è più difficile tenere un contatto costante con il cliente? “È difficile, ma fondamentale. Dedichiamo molte energie e risorse a questo scopo”. Quindi non è facile abbassare i costi. “Per garantire efficienza e servizio di qualità bisogna far fronte a inevitabili costi fissi. Ma intravvedo possi- bilità di risparmio stabilendo collaborazioni e sinergie con gli altri concessionari ticinesi dei nostri stessi marchi. Per esempio sugli investimenti pubblicitari. La gestione dei pezzi di ricambio è un altro settore interessante a questo proposito. Fino a poco tempo fa ognuno si gestiva il proprio magazzino. Ora abbiamo centralizzato questo servizio nella nostra azienda. Gli altri concessionari rispar- miano le spese di magazzino e noi riusciamo a compensare parte dei costi che avremmo in ogni caso”. Quindi lei contesta la voce comune secondo cui le grosse aziende sono favorite? “Secondo me chi dorme sonni più tranquilli sono i proprietari dei piccoli garage, che riescono più facilmente a controllare e a contenere i costi. Quelli medi e noi grandi abbiamo più difficoltà a snellire le nostre organizzazioni interne. Di fronte a un mercato in continuo mutamento sono persuaso che ogni azienda del nostro settore, piccola, media o grande che sia, abbia un futuro, a condizione che sappia adattare il suo modello di conduzione all’evoluzione del settore. Sul mercato dell’usato quale è la sua posizione? “Ritengo sia importante esserci con occasioni di qualità e a prezzo giusto. Questo settore permette di avvicinare nuovi clienti, che in un primo momento si dimostrano interessati a un veicolo d’occasione ma che poi finiscono magari per acquistarne uno nuovo. In ogni caso, dato che in questo momento i guadagni delle nostre aziende giungono piuttosto dalle officine, mi sembra importante incrementare la clientela, sia vendendo auto nuove, pur con minori margini, sia impegnandosi sul mercato dell’usato”. 7 STORIA DI COPERTINA “GLI ESPERTI SOSTENGONO CHE IN FUTURO I LUNGHI SPOSTAMENTI AVVERRANNO IN TRENO; GIUNTI IN STAZIONE SI PROSEGUIRÀ CON ALTRI MEZZI PUBBLICI O VETTURE A NOLEGGIO A BASSO CONSUMO E MINIMO IMPATTO AMBIENTALE.” SILVIO BIZZINI, UNA VITA DEDICATA ALL’AUTOMOBILE Un’analisi ad ampio raggio uno dei personaggi più brillanti e aperti del mondo automobilistico ticinese. Silvio Bizzini è nato tra le auto perché suo padre era titolare di un garage a Biasca. Sin da giovane ha quindi conosciuto pregi e difetti dell’azienda di famiglia. Non si è però fermato in valle, ma ha studiato ingegneria nel campo dell’automobile presso la Scuola di Ingegneria a Bienne. Ha quindi lavorato per vent’anni con mansioni dirigenziali all’importazione di prestigiosi marchi, prima di tornare in Ticino a dirigere un’importante concessionaria a Lugano. Attualmente fa parte del consiglio di amministrazione di uno dei principali importatori elvetici e partecipa a un gruppo strategico sul futuro del settore. In questa intervista a 360 gradi Silvio Bizzini tocchiamo prevalentemente tre tematiche: dopo aver sentito le preoccupazioni di quattro garagisti sul futuro della loro attività sentiamo da Bizzini il punto di vista dell’importatore. Passeremo quindi a parlare del futuro dell’automobile, dapprima con attenzione allo sviluppo del mercato e in seguito all’evoluzione della mobilità e di conseguenza anche alle caratteristiche delle vetture per adeguarsi a un mondo in continuo mutamento. È Dalla parte dell’importatore Nelle pagine precedenti abbiamo riferito le preoccupazioni di quattro garagisti rappresentanti di importanti marchi. Si sentono messi sotto pressione da fabbricanti e importatori che richiedono continui investimenti per garantire e migliorare il prestigio e l’immagine dei loro prodotti. Silvio Bizzini ha vissuto questa esperienza dalle due parti della barricata: vent’anni da una parte e venti dall’altra. Cosa ci può dire a questo proposito? “In effetti – osserva – uno dei maggiori ostacoli del nostro settore è proprio costituito dalla difficoltà di dialogo tra fabbricanti e importatori da una parte e concessionari dall’altra per tutto quanto attiene al ciclo di distribuzione dell’automobile. Intendo dal momento in cui un veicolo lascia la fabbrica a quello in cui finisce nelle mani del consu8 matore. Ebbene questo processo comporta costi che incidono per il 30 per cento circa sul prezzo finale”. Vediamo in questa sede la visione del fabbricante e dell’importatore. “Il fabbricante è preoccupato che a tutti i consumatori, indipendentemente da dove risiedono, giunga in modo coerente l’immagine da lui desiderata del suo prodotto. Per ottenere questo obiettivo chiede all’importatore – che a sua volta viene così messo sotto pressione – di fare in modo che i concessionari garantiscano determinati standard. Richieste che entrano spesso anche nel particolare per l’architettura degli show room, gli aspetti esterni dei garage, fino a scegliere addirittura il colore delle piastrelle del pavimento”. Ma non è un’esagerazione? “Nella visione del concessionario è comprensibile usare il termine ’esagerazione’, ma per il costruttore sono considerati dettagli necessari per portare il consumatore a identificarsi con il marchio”. Ma tutto questo richiede per i concessionari investimenti costosissimi. “Certo. Si tratta di costi alla portata solo delle aziende che possono contare sulla necessaria massa critica di vendite. Chi ha un piccolo potenziale non se lo può permettere”. Che ne sarà allora dei piccoli garage? “Fabbricanti e importatori, accanto a queste grandi strutture, dovranno continuare a garantire una serie di ‘satelliti’ distribuiti sul territorio per offrire un servizio di prossimità alla clientela. Ci sarà così sempre spazio anche per piccole strutture”. Il mercato si espande Veniamo al mercato. “Nel 2012 – osserva Silvio Bizzini – il mercato mondiale dell’automobile ha toccato un nuovo record con la vendita di 72 milioni di vetture. Tre anni fa, quando è scoppiata la crisi finanziaria le vendite internazionali erano scese a 48 milioni. Gli esperti si aspettavano che in seguito sarebbero scese ulteriormente fino a 40 milioni. Si è invece assistito a un incremento record”. Nonostante il tonfo nelle vendite registrato in Europa, ad eccezione della Svizzera. “Certo. I grossi incrementi di vendita sono stati infatti registrati negli Stati Uniti, in Russia e nelle economie emergenti come Cina, India e Brasile”. Una rete di distributori di gas metano in Ticino Non tutti i fabbricanti sono dunque favoriti da questo andamento. “Risultano vincenti le fabbriche cosiddette ‘global player’, cioè quelle che sono presenti su tutti i mercati mondiali. I gruppi che hanno previsto strategicamente questo andamento e quindi hanno investito in paesi emergenti come la Cina oggi vanno a gonfie vele. Quelli, invece, che hanno puntato principalmente sul mercato europeo sono in difficoltà”. Per quanto riguarda le tipologie di vetture, quali sono le più gettonate? “Sui mercati consolidati come il nostro i consumatori sembrano piuttosto orientarsi verso vetture più piccole, a minor consumo e minor impatto ambientale. Nelle economie emergenti vanno invece alla grande veicoli di grossa cilindrata e di dimensioni maggiori”. L’automobile del futuro Siamo così giunti al terzo argomento: come sarà l’automobile del futuro, anche in vista dell’evoluzione della mobilità? “Sono persuaso che l’automobile rimarrà ancora a lungo il principale vettore con cui la gente si sposterà, ma in un contesto assolutamente diverso rispetto a quello attuale”. Ci spieghi come muterà questo contesto. “A livello planetario stiamo assistendo alla creazione di città sempre più grandi. Si calcola che nel prossimo ventennio la popolazione residente nei centri sarà il doppio rispetto a chi abiterà in campagna. Questa storica inversione di tendenza comporterà profondi mutamenti nella mobilità. Gli esperti di questa materia prevedono che i cittadini si sposteranno sulle lunghe distanze tramite treni veloci. Quando arriveranno in città, all’interno dei centri utilizzeranno ancora i mezzi pubblici, ma chi si dovrà spostare in zone più discoste continuerà a farlo in automobile, con vetture a noleggio che troverà fuori dalla stazione”. E questi veicoli come saranno? “Saranno a basso consumo e ad impatto ambientale minimo”. Si andrà quindi verso vetture elettriche? “Non penso. L’automobilista non sembra disposto ad accettare veicoli che garantiscono una scarsa autonomia di percorso e per giunta a prezzi molto elevati. Per i prossimi venti o trent’anni sono persuaso che i motori a benzina o a diesel rimarranno i più diffusi”. Ma se i tragitti lunghi avverranno in treno, quelli in auto saranno brevi, quindi adatti anche alle vetture elettriche. “Credo piuttosto nel successo dei veicoli ibridi, che utilizzano cioè sia un motore elettrico, sia uno tradizionale che entra in funzione quando l’altro ha esaurito la propria autonomia”. Ci sono molti tipi di motori ibridi. “Credo nello sviluppo della tecnologia cosiddetta Plug-in. Offre oggi modelli con motore elettrico ricaricabile in due ore e mezzo con la corrente di casa come un qualsiasi elettrodomestico. Dopo 50 chilometri di percorrenza entra in funzione un motore tradizionale con un consumo inferiore a 2 litri ed emissioni bassissime di Co2 (72 grammi) e con autonomia di successivi 300 chilometri”. I prezzi sono però ancora elevati. “Sì, ma scenderanno quando aumenteranno i volumi di produzione”. E i motori a benzina saranno ancora proponibili tra una ventina d’anni? “Certamente, l’evoluzione del motore a benzina, sia rispetto ai consumi, sia per l’impatto ambientale, in questi ultimi anni è stata spettacolare. Infatti, abbiamo già oggi sul mercato veicoli che consumano soltanto 3 o 4 litri per 100 km”. Bisognerà invece dire addio alle auto di prestigio, come le sportive? “No, sono persuaso che le vetture sportive continueranno ad avere un mercato rivolgendosi a coloro che si vogliono divertire guidando”. Una nuova iniziativa sta nascendo in Ticino sotto l’egida di Gasmobil AG, un’associazione che ha come scopo la diffusione in Svizzera del gas naturale (spesso denominato metano) e del biogas. Entrambi da non confondere con il Gpl, un gas di petrolio liquefatto. Molte fra le maggiori case automobilistiche producono vetture funzionanti con il gas naturale (14,5 milioni nel mondo), che permettono un risparmio del 35% sul costo del carburante rispetto a quelle tradizionali e garantiscono una maggior tutela dell’ambiente. Dopo quasi tre anni di egemonia dell’auto ibrida, tre modelli a metano risultano da quest’anno al primo posto di EcoMobiLista la speciale classifica stilata dall’ATA (Associazione Traffico e Ambiente). Naturalmente, la diffusione di questi modelli è condizionata anche dalla rete di distribuzione del gas metano. Finora sono disponibili in Svizzera 135 stazioni di rifornimento, di cui 3 in Ticino: due nel Luganese e una nel Mendrisiotto. “Nella Svizzera tedesca e in quella romanda – ci spiega Marialuisa Bernini, promotrice di Gasmobil Ticino – questo genere di veicoli ha una diffusione crescente anche nelle flotte aziendali. Ora stiamo lavorando per portare l’offerta di metano anche agli automobilisti ticinesi. Speriamo di poter contare sulle sinergie dei fornitori di gas nel Sopraceneri e nel Sottoceneri e di tutto il settore automobilistico cantonale per riuscire a sostenere gli investimenti necessari alla diffusione di questa tecnologia, che si avvale delle sovvenzioni della Confederazione e del Cantone previste per le vetture rispettose dell’ambiente”. 9 INCONTRO CON PIERLUIGI VIZZARDI, ANIMA DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE UPSA Una professione in evoluzione dal meccanico all’informatico al meccanico che con chiave inglese e cacciavite riparava tutto, all’attuale meccatronico, sempre più elettronico e sempre meno meccanico, si passerà all’informatico di automobili. Dopo avere esaminato nei servizi precedenti il futuro dell’associazione, quello dei garage e quello dell’automobile in generale, abbiamo incontrato Pierluigi Vizzardi, presidente della Commissione UPSA per la formazione professionale, per conoscere le evoluzioni previste nel mestiere di chi lavora in officina e nella sua formazione. Vizzardi segue questo importante settore dell’UPSA da oltre 20 anni. Il suo impegno è stato sottolineato nel corso dell’ultima assemblea con il riconoscimento di socio onorario. Ma prima di parlare del futuro, facciamo il punto sul presente. Il presidente Fontana non manca occasione per affermare che il settore della formazione è il fiore all’occhiello dell’associazione. In effetti la scuola UPSA di Biasca inaugurata nel 1995 la si può considerare una sede modello. E i curriculum di studi impartiti agli allievi al passo con i tempi. “Contenuti a parte – spiega Pierluigi Vizzardi – il sistema di formazione elvetico basato sull’apprendistato in un’azienda privata o pubblica e la frequentazione di corsi in scuole statali è ritenuto tra i migliori al mondo. Veniamo spesso citati come esempio. Non si tratterà quindi in futuro di cambiare il sistema, bensì di continuare ad adattare i contenuti dei corsi all’evoluzione del mercato”. G.Putzu/Ti-Press D 10 Pierluigi Vizzardi e un suo collaboratore, nell’officina del suo garage di Rancate Oggi un giovane che sceglie di lavorare nel mondo dell’automobile deve trovare dapprima un posto dove svolgere il suo apprendistato e poi seguire le lezioni tecniche alla SPAI di Biasca (Scuola Professionale Artigianale e Industriale) e quelle pratiche alla Scuola UPSA, dove ha la possibilità di cimentarsi in quelle attività che non gli vengono offerte sul posto di lavoro perché affidate a personale più esperto. Può scegliere fra tre differenti curriculum. Il più impegnativo, che si articola su quattro anni, è quello del meccatronico. Una professione che raccoglie in sé sia le competenze del meccanico tradizionale, sia quelle dell’elettrauto. Quando un veicolo riscontra un problema arriva questa nuova figura professionale trascinando sul carrello un computer, che collega all’elaboratore di bordo della vettura per diagnosticarne la ‘malattia’. Esistono anche formazioni di tre anni per il meccanico di manutenzione, che in officina si occupa dei servizi di controllo previsti dai costruttori e della sostituzione di eventuali pezzi guasti. Chi desidera invece seguire una formazione meno impegnativa frequenta due anni di scuola per diventare assistente di manutenzione, al quale sono affidati i piccoli lavori. Oltre a questi curriculum la Scuola UPSA propone anche corsi di formazione continua, insegnamenti cioè impartiti a chi ha finito l’apprendistato ma desidera rimanere al passo con i tempi per quanto riguarda tutte le novità della tecnologia automobilistica. Questa la situazione attuale, ma cosa succe- quelle informazioni che non era in grado di derà in futuro nella formazione? fornirgli chi gli aveva venduto la vettura”. “Come già detto – risponde Vizzardi – non L’anno scorso all’assemblea UPSA ricordo penso che cambierà il sistema di formazione, che lei si era lamentato perché avevate preperché è ben articolato e permette ai giovani visto un corso di specializzazione per condi proseguire gli studi fino al livello univer- sulenti di vendita senza riuscire però a ragsitario, pur iniziando da un semplice appren- giungere il numero minimo di iscrizioni distato. Dovremo però sforzarci affinché la per organizzarlo. Segno che molti suoi colscuola, come è avvenuto finora, continui a leghi non puntano ancora sulla professiomantenere il passo con il mercato e permetta nalità di questa figura nei loro garage? agli allievi di imparare a gestire una piccola “In realtà, dopo il mio appello all’assemblea azienda. Quelle piccole aziende che costitui- abbiamo raccolto nuove iscrizioni e il corso si scono la spina dorsale della nostra economia”. è poi tenuto con notevole soddisfazione dei La professione continuerà comunque a partecipanti, che hanno potuto seguire ben evolvere? 120 ore di insegnamento articolate su due “Se una volta per riparare una vettura erano giorni alla settimana, con un programma molsufficienti una chiave inglese e un cacciavite, to vasto e interessante”. oggi è necessario essere quasi degli informa- Nelle pagine precedenti alcuni suoi colletici. E questa evoluzione non si fermerà. An- ghi affermano che per gestire un garage che una semplice operazione come il cambio sono necessarie conoscenze sempre più dell’olio, che fino a poco tempo fa veniva ef- approfondite in vari settori. Sottintendofettuata durante i rifornimenti di benzina, og- no insomma che non basta essere bravi gi richiede di registrare meccanici – pardon nel computer di bordo “FINO A POCHI ANNI FA meccatronici – o abili della vettura che questa PER LA RIPARAZIONE DI venditori, ma occorrofunzione è stata eseguita. UNA VETTURA ERANO no profonde conoIn caso contrario conti- SUFFICIENTI CACCIAVITE scenze gestionali. Voi nuerà ad accendersi la prevedete una formaE CHIAVE INGLESE; spia che segnala la neceszione anche a questo OGGI È NECESSARIO sità di sostituire l’olio”. scopo? Tradizionalmente, la ESSERE QUASI “Condivido l’opinione scuola sembra essersi DEGLI INFORMATICI.” dei colleghi, ma il Ticipreoccupata soprattutno è troppo piccolo per to della formazione di proporre corsi di questo chi lavora in officina, “È NECESSARIO GARANTIRE genere, che sono molto ma meno del persona- CHE LA SCUOLA, costosi e richiedono un le occupato in altri set- COME È AVVENUTO FINORA, minimo di almeno una tori aziendali, come in MANTENGA IL PASSO dozzina di partecipanti. quello della vendita CON IL MERCATO A partire dal prossimo per esempio. E un suo E FORNISCA AGLI ALLIEVI anno scolastico, comuncollega mi faceva nota- LE BASI PER GESTIRE que, abbiamo introdotre come il mercato ri- UNA PICCOLA AZIENDA.” to una novità nella spechieda sempre più vencializzazione per divenditori con elevata professionalità. Non ba- tare autodiagnostico (la formazione successiva sta più, insomma, un approccio simpatico a quella di meccatronico), che va in questa dicon la clientela e un forte intuito. rezione. Chi frequenterà questi corsi potrà sce“Il consulente di vendita deve conoscere a fon- gliere tra due opzioni: quella tecnica con 8 do il prodotto che propone al cliente. Cliente moduli di sole materie tecniche e quella deche arriva spesso dal concessionario con le idee nominata ‘coordinatore di officina’, che preprecise di quello che vuole, dopo essersi in- vede 4 moduli tecnici e 4 dedicati invece alla formato sul sito internet della marca. Talvol- gestione aziendale. I diagnostici già diplomata però formula richieste frutto di malintesi, ti, se lo desidereranno, potranno seguire i 4 che è indispensabile chiarire prima della ven- moduli in gestione aziendale per completare dita. Ma per farlo bisogna essere molto bene la loro formazione”. informati. Al momento della consegna, poi, Esiste poi sempre la possibilità di seguire il consulente deve essere in grado di spiegare oltr’alpe i corsi di gestione aziendale mial cliente tutte le opzioni presenti nella vet- rata al settore automobilistico. tura. Operazione che, per certi veicoli, signi- “Certamente, ma ciò presuppone la buona cofica impartire un piccolo corso di informati- noscenza della lingua tedesca o francese. Anca. E questo è un punto fondamentale in cui che per questo la scuola insiste molto sull’apil concessionario ufficiale si differenzia dai ga- prendimento delle lingue. D’altra parte seguirage del cosiddetto mercato parallelo, che non re i corsi oltre Gottardo richiede anche sacrificonoscono a fondo i veicoli offerti. Proprio in ci economici e di tempo perché le lezioni si questi giorni ho assistito al caso di un cliente tengono un giorno alla settimana durante il che si rivolgeva a un concessionario per avere periodo lavorativo”. T.Scolari/Ti-Press FORMAZIONE 11 MARKETING di Roberto Mazzantini (Mazzantini & Associati SA, agenzia di comunicazione a servizio completo) n’associazione è un’aggregazione, volontaria e senza scopo di lucro, di soggetti - individui o gruppi di individui - che perseguono collettivamente e in modo organizzato, attraverso di essa, obiettivi comuni. Il suo scopo è, dunque, quello di soddisfare esigenze condivise da coloro che rappresenta, in primo luogo rappresentanza e servizi. Scorrendo il testo relativo ai “Principi UPSA” si può leggere: “La comunicazione è uno strumento centrale per raggiungere gli obiettivi dell'Unione e per rendere trasparenti e interessanti i nostri servizi. Ci impegniamo per una buona immagine del settore e, con il rafforzamento del marchio UPSA, aiutiamo i nostri Soci a profilarsi e distinguersi nel mercato. Promuoviamo il dialogo e comunichiamo in modo attivo, onesto e orientato al futuro con i nostri destinatari interni ed esterni”. La comunicazione concorre a raggiungere tutti gli obiettivi di un’associazione imprenditoriale, migliorando l’efficacia delle sue relazioni al proprio interno e verso l’esterno. Rafforzare l’identità associativa, sviluppare il senso di appartenenza e la partecipazione dei soci, svolgere azioni di lobby, assolvere funzioni di marketing, coinvolgere e motivare le risorse umane sono i suoi obiettivi. Comunicare non significa solamente parlare e informare, si comunica per trasmettere qualcosa, per far capire, per influenzare, per ottenere una reazione ed è per questo che il prossimo futuro di UPSA, dopo un decennio dedicato alla Formazione, deve essere seriamente impostato sulla Comunicazione i cui destinatari, per un’associazione imprenditoriale come UPSA, sono molteplici. La pubblica amministrazione, gli enti locali, i partiti politici, le organizzazioni sindacali, i media, l’opinione pubblica, gli imprenditori, il mondo della formazione e della ricerca, i giovani, i movimenti e i gruppi di pressione e di interesse, le organizzazioni culturali e, naturalmente, i potenziali associati sono solamente alcuni obiettivi di una strategia di comunicazione mirata e continuativa il cui scopo è quello di rispondere a un bisogno dettato dalla con- CAMERA CON VISTA PER FAR CONOSCERE IL PESO ECONOMICO DEL SETTORE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI Comunico. Come salvaguardare i nostri valori? Ergo UPSA! di Luca Albertoni Direttore della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del cantone Ticino (Cc-Ti) U 12 l ruolo delle associazioni professionali come UPSA nel contesto economico, sociale e politico è incontestabilmente importante, se pensiamo alla creazione di quella ricchezza alla base del processo ridistributivo dello Stato, ma anche e soprattutto alla formazione. Svolgendo i loro compiti “naturali”, le associazioni hanno però anche un’importante funzione di salvaguardia dei valori fondamentali del nostro sistema economico, contraddistinto da una chiara impronta liberale. Purtroppo tali valori sono pesantemente rimessi in questione da attacchi esterni verso la Svizzera e da pericolosi appoggi forniti a tali attacchi da chi, all’interno del nostro paese, vorrebbe un appiattimento su standard poco edificanti di paesi a noi vicini geograficamente. Infatti non sono casuali diverse recenti e certamente anche future iniziative popolari dal tono moraleggiante, volte proprio a smantellare il sistema legislativo liberale e l’impianto federalista elvetico. Basti pensare all’iniziativa federale per imporre un salario minimo di 4'000 franchi in tutta la Svizzera, su cui saremo chiamati a pronunciarci probabilmente nel 2014. In un contesto teso e un po’ caotico di cambiamenti che potrebbero essere epocali, è disarmante che il mondo politico non sappia sviluppare una strategia credibile ed equilibrata di tutela degli interessi nazionali. Agli attacchi si risponde troppo spesso non con argomenti validi (che ci sarebbero), ma con un atteggiamento remissivo inspiegabile. Un esempio illuminante è il recente ultimatum posto dall’Unione europea alla Svizzera, che chiede di adattare il nostro sistema fiscale agli standard europei, sopprimendo determinate tassazioni privilegiate per talune forme societarie. Ebbene, da un interessante studio sui regimi fiscali in vigore nei paesi europei, commissionato dall’Associazione bancaria vodese (scaricabile dal sito internet www.banques-finance-vaud.ch) e realizzato da PricewaterhouseCoopers, emerge che quasi tutti i paesi dell’UE (l’80%...) praticano le cosiddette “imposizioni straordinarie”. Ossia, applicano statuti speciali a di- I sapevolezza crescente di essere, oltre che soggetti di rappresentanza economica, soggetti sociali. La situazione economica, le rinnovate esigenze da parte dei consumatori, i cambiamenti in atto a livello commerciale e distributivo nel settore dell’auto, la ricerca da parte di vari competitor di acquisire nuove quote di mercato erodendo spazi sinora di competenza degli associati, costringono UPSA ad adottare repentinamente strategie di comunicazione fino a ieri impensate. UPSA, oggi più che mai, si trova nell’imminente necessità di comunicare all’esterno il proprio ruolo mettendo in evidenza quello che è il proprio reale valore sia nel mercato all’interno del quale opera che, soprattutto, a livello dell’economia svizzera e del Cantone Ticino in particolare. Un numero crescente di associazioni si è dotato, OBIETTIVI DEL FUTURO UFFICIO COMUNICAZIONE SARANNO QUELLI DI DIFFONDERE UN’IMMAGINE VINCENTE CHE CARATTERIZZA UPSA E TRASMETTERE I VALORI DEONTOLOGICI E PROFESSIONALI CHE ESSA PUÒ VANTARE MA CHE POCHI ANCORA CONOSCONO. negli anni, di competenze e risorse dedicate alla comunicazione; nelle realtà più significative vi sono uffici, funzioni, settori o addirittura direzioni che presiedono alla comunicazione in modo permanente e strutturato, con autonomia operativa e di budget. Per UPSA si tratterà di creare quanto prima un presidio strategico che vedrà il Presidente e alcuni membri di comitato supportati da partner esterni in grado di fornire con professionalità e continuità approcci e tecniche strutturati. L’Ufficio Comunicazione UPSA-Ti accentrerà e svolgerà le attività corrispondenti alle funzioni aziendali delle relazioni pubbliche e della comunicazione: consulenza, ricerca e definizione strategie comunicazione UPSA-Ti, creazione campagne di immagine istituzionale, relazione con i Media e ufficio stampa, organizzazione di eventi culturali, scientifici e di formazione per gli associati, creazione area riservata alle comunicazioni tra il Comitato e gli associati sul sito Web upsa-ti.ch, consulenza e assistenza al Presidente e al Comitato cantonale e contatti con Associazioni di settore e Uffici cantonali. Forti del motto “Comunichiamo e facciamo la differenza!” gli obiettivi del futuro Team dell’Ufficio Comunicazione saranno quelli di sviluppare in modo ottimale qualsiasi opportunità legata alla comunicazione, diffondendo l’immagine vincente che caratterizza l’Associazione e trasmettendo quei valori deontologici e professionali che UPSA può vantare ma che pochi ancora conoscono. pendenza di settori, forme societarie ecc. In pratica quello che rimproverano alla Svizzera in materia di imposizione di società ausiliarie e holding e di concorrenza fiscale intercantonale. Ciò conferma, dati alla mano, quello che da tempo è un sospetto fondato e che era difficile non intuire, ossia che molte delle pressioni esercitate sulla Svizzera sono assolutamente strumentali e finalizzate a scopi ben poco nobili, come l’eliminazione di un concorrente che ha un sistema performante e la raccolta facile di fondi necessari per finanziare strutture troppo costose perché eccessivamente generose. Ritengo che non sia esagerato esigere dalle autorità federali che si tenga conto di tutto ciò, evitando concessioni unilaterali. E’ vero che le trattative con il nostro più importante partner commerciale hanno una valenza molto rilevante, non solo per le esportazioni, ma anche per chi opera sul mercato interno. Ciò non significa però che ci si debba piegare a qualsiasi richiesta. Per l’economia è fondamentale sentirsi tutelata, soprattutto nel senso che occorre mantenere la stabilità del sistema svizzero. Se le regole cambiano a ogni piccola folata di vento, ci giochiamo uno degli elementi fondamentali della nostra competitività. Gli adattamenti vanno introdotti per gradi e non semplicemente buttando a mare valori che ci hanno reso MOLTE DELLE PRESSIONI ESERCITATE SULLA SVIZZERA SONO ASSOLUTAMENTE STRUMENTALI E FINALIZZATE A SCOPI BEN POCO NOBILI, COME L’ELIMINAZIONE DI UN CONCORRENTE CHE PUÒ VANTARE UN SISTEMA PERFORMANTE. L’AUTORITÀ FEDERALE NE TENGA CONTO, EVITANDO CONCESSIONI UNILATERALI. vincenti. Il ruolo delle associazioni in un contesto simile non va banalizzato. Contribuendo alla diversificazione del tessuto economico, con un lavoro di qualità ed insistendo sulla tutela di un ambiente flessibile, liberale e federalista, esse possono essere decisive nel gioco delle alchimie politiche. Non si tratta di fare del facile populismo, bensì di sottolineare quanto impegno e quanti sacrifici siano necessari oggi per svolgere le attività imprenditoriali che servono a “far girare” la nostra economia. E senza il ruolo fondamentale delle associazioni economiche e professionali il nostro paese sarebbe certamente più povero. 13 IL MERCATO IO E L’AUTO MENO 10,7 A LIVELLO NAZIONALE; MENO 2,7 INVECE NEL NOSTRO CANTONE PRISCA DINDO, GIORNALISTA, È DIRETTRICE DELL’INFORMAZIONE PRESSO TELETICINO el primo trimestre il mercato dell’automobile in Svizzera ha registrato una flessione del 10,7 per cento rispetto allo scorso anno. In Ticino questa tendenza è stata meno marcata: meno 2,7 per cento. Per quanto concerne invece la vendita di vetture usate si è registrato nel nostro cantone un incremento del 5 per cento rispetto al primo trimestre 2012. Per commentare questi tuale, il mercato dell’auto per i prossimi anni dati ci siamo rivolti a è assicurato”. Se circolano molte vetture attemOliviero Milani, diretpate, le officine lavorano. “Sì, stanno lavorando tore ticinese del gruppo bene. Anche perché il consumatore conferma Amag, che importa in una propensione alla sicurezza e quindi a una Svizzera VW, Audi, Skobuona manutenzione del proprio veicolo”. Veda, Seat e Porsche. Sebniamo al mercato dell’occasione. Come mai il bene il mercato ticinese confronto con il 2012 è di segno abbia regiAutomobili nuove messe in circolazione in Ticino (gennaio-marzo) positivo? “Soprattutto per due strato una Oliviero Milani ragioni. In primo luogo, i prezzi flessione 2’000 4’800 delle auto d’occasione e di quelminima, si tratta pur sempre di le nuove si sono riequilibrati. In un calo delle vendite. Come la 4’600 1’800 secondo luogo, le vetture cosidspiega? “Il dato che lei cita ri4’400 1’600 dette a chilometro zero, cioè imguarda le automobili nuove messe matricolate ancora nuove e tenuin circolazione, ma non necessaria4’200 te in stock dal garagista, quando mente vendute. Negli ultimi an- 1’400 vengono vendute figurano come ni le dinamiche di vendita non se4’000 1’200 usate”. Cosa significa? “Negli guono più una logica temporale e anni scorsi si è assistito in Svizsono fortemente influenzate da 0 0 gennaio febbraio marzo 1. trimestre zera a una diminuzione dei prezfattori quali il lancio di nuovi mo2011 2012 2013 % rispetto stesso periodo anno precedente zi delle automobili, per riequilidelli, le modifiche di legge (ecoFonte: Dip. delle Istituzioni, Sezione della Circolazione, Camorino / USTAT (aprile 2013) brarli rispetto a quelli dei paesi incentivi, CO2), l’andamento dei confinanti. Chi comperava un mercati europei e soprattutto le Automobili d’occasione messe in circolazione in Ticino (gennaio-marzo) veicolo nuovo risparmiava sul promozioni di vendita. Queste ul9’800 3’500 prezzo d’acquisto, ma veniva petime essendo limitate nel tempo nalizzato sulla valutazione della incidono in modo significativo 3’300 9’600 sua vettura ritirata dal concessiosulle statistiche. Il dato negativo 3’100 nario e destinata al mercato del primo trimestre 2013 rispetto 9’400 dell’occasione. Il calo del prezzo al 2012 va comunque letto con ri2’900 delle automobili nuove si è inserva, in quanto lo scorso anno i ri9’200 2’700 fatti ripercosso anche sui valori sultati erano stati positivi per i 9’000 di quelle usate. Oggi possiamo motivi di cui sopra”. Questo signi2’500 affermare che questi squilibri sofica che il calo delle vendite po0 0 no completamente superati”. E trebbe essere superiore a quanto gennaio febbraio marzo 1. trimestre ciò si ripercuote anche sul cosidappare nelle statistiche. Quali le 2011 2012 2013 % rispetto stesso periodo anno precedente detto mercato parallelo. Quei ragioni? “L’attuale situazione conFonte: Dip. delle Istituzioni, Sezione della Circolazione, Camorino / USTAT (aprile 2013) punti di vendita, cioè, che acquigiunturale crea insicurezza nei stano le vetture all’estero per riconsumatori. Lo si percepisce a Automobili nuove messe in circolazione in Svizzera (gennaio-marzo) Fonte: Ufficio federale delle strade (USTRA) / UST - aprile 2013) venderle in Svizzera a un prezzo tutti i livelli dell’economia. La 82’000 inferiore rispetto a quello dei clientela si indirizza verso model- 35’000 concessionari elvetici ufficiali. li meno cari, attende prima di 32’000 79’000 “Possiamo affermare che il mercambiare l’automobile, oppure ricato parallelo è tornato a livelli duce il numero di veicoli utilizza- 29’000 76’000 normali. I prezzi delle vetture in ti in famiglia”. Quindi lei è pessi- 26’000 Svizzera si sono riequilibrati rimista per il futuro? “No, per due 73’000 spetto a quelli dei paesi vicini. ragioni. Per il momento il nume- 23’000 70’000 Oggi, salvo rari casi, non è più ro di vetture in circolazione in 20’000 interessante acquistare una vetSvizzera è ancora in crescita, mol0 0 tura da quei rivenditori, anche da ti giovani ottengono il permesso gennaio febbraio marzo 1. Trimestre un profilo dei costi. Senza poi di condurre e gli anziani guidano 2011 2012 2013 % rispetto stesso periodo anno precedente parlare delle diverse dotazioni dei più a lungo. D’altra parte, oltre un modelli, nonché dei problemi di assistenza e di terzo dei veicoli in circolazione hanno più di 7 anni e verranno presto sostituiti. Quindi, se garanzia a cui sono andati incontro molti conl’economia elvetica mantiene l’andamento atsumatori che hanno scelto questa strada”. i piace molto andare in automobile. Certo, non ne sono schiava, ma è un mezzo indispensabile per i miei spostamenti giornalieri. Donna e giornalista di successo, Prisca Dindo, direttrice dell’informazione di Teleticino, afferma pure di essere un po’ pigra nella manutenzione della sua vettura. “Ho qualche piccolo segno nella carrozzeria da far togliere”, dice. Poi ci confida un piccolo aneddoto della sua vita. “L’amore per la macchina è qualcosa di genetico nella mia famiglia: mio padre correva in circuito – ha partecipato a diverse gare al Nürburgring – e mi ha trasmesso la passione per le quattro ruote”. Prisca ci racconta pure dell’importanza della guida nell’ambito della sua professione. “Senza automobile sarei davvero in difficoltà, abitando nel Sopraceneri e lavorando a Melide. Anche durante la giornata, per i miei spostamenti legati al lavoro mi muovo con un mezzo privato. Insomma, macino tantissimi chilometri e questo non mi arreca alcun fastidio. Anzi, recentemente sono andata con amici a Losanna e ho chiesto loro di poter prendere il volante. Non temo nemmeno i lunghi tragitti dunque”. Quello con la guida è stato un amore sbocciato tardi, però. “Eh sì. Ho ottenuto la patente solo dopo avere compiuto i 25 anni. Prima, abitando in Italia, approfittavo dei mezzi pubblici, cosa impossibile qui da noi. Non tanto per la mancanza di offerte, ma proprio perché i miei orari di lavoro irregolari non si conciliano per nulla con quelli di bus e treni”. Per la stessa ragione ha qualche difficoltà a condividere i trasferimenti con altre persone: “ne avessi la possibilità, applicherei più spesso il car sharing. Purtroppo, pur avendo colleghi che abitano nei miei paraggi, non riesco quasi mai ad accompagnarli negli spostamenti. Gli orari sono così differenti che l’impresa è davvero difficile. Certo, se l’occasione si presenta, non mi faccio pregare”. Qual è stata la prima macchina di Prisca Dindo? “Me la ricordo ancora bene. Una scassatissima Ford Fiesta di 14 4’545 –2.7% 9’638 M ereditaria” seconda mano, comperata per poco più di mille franchi. Questo dimostra come già allora consideravo la macchina un semplice mezzo di locomozione: una vettura ti deve semplicemente portare in giro. Attualmente ne ho una più funzionale alla mia professione, che mi permette di assorbire con agio i molti viaggi che mi devo sobbarcare. Ma ripeto, niente di lussuoso o esagerato”. Anche per le vacanze l’auto è un’alleata di Prisca? “Assolutamente sì. Quando vado in ferie, ad esempio in Italia, la macchina è un mezzo indispensabile”. Omar Ravani Prisca Dindo con la sua vettura +9.1% –10.7% 72’120 80’754 +5% 9’173 +0.7% 9’109 +3.4% 4’672 4’520 1’819 1’907 1’740 +4.8% –8.7% 74’028 2’973 3’130 3’351 3’214 +7% –4% 30’508 32’670 24’498 +7.1% –12.8% 1’450 1’326 1’426 –8.5% +7.5% 2’961 2’680 _9.5% +10.9% 22’530 23’365 22’284 +3.7% –4.6% 20’990 24’719 +17.8% –13,7% 21’338 +4.1% +9.8% 3’018 3’142 3’451 +15% –4.2% 1’251 1’439 1’379 Va meglio in Ticino che in Svizzera “L’AMORE PER L’AUTO È QUALCOSA DI GENETICO NELLA MIA FAMIGLIA; MIO PADRE CORREVA IN CIRCUITO E HA PARTECIPATO A DIVERSE GARE AL NÜRBURGRING. MI HA COSÌ TRASMESSO LA PASSIONE PER LE QUATTRO RUOTE.” S.Golay/Ti-Press N “L’auto, una passione 15 L’OSPITE S.Golay/Ti-Press SI È CORSO IL 14° RALLYE ENERGIES NOUVELLES TRA LUGANO E MONTECARLO Chi va sano, va bene e va… ecologico Il Team Lugano al completo e Gian Andrea Rimoldi, console di Monaco in Ticino (ultimo a destra) P 16 © Rallye Monte-Carlo Energies Nouvelles er una volta non conta chi arriva primo. Per una volta conta chi arriva meglio. È lo spirito con il quale si sono presentati al via in Piazza Riforma il 21 marzo scorso gli equipaggi del 14. Rallye MonteCarlo Energies Nouvelles. Sì, perché la velocità in questa competizione tutta declinata al verde conta relativamente. Certo, lo spirito è quello di vincere, ma per una volta non bisogna forzatamente andare a tavoletta sul percorso per dare fondo a tutta la potenza dei motori. In ossequio all’ecosostenibilità, quel che importa è consumare la quantità minore possibile di combustibile, fornendo il più possibile di prestazioni. Quella messa in scena a inizio primavera è una prova che ha visto i concorrenti viaggiare dapprima dal Ticino in direzione del Principato, nei tre giorni seguenti da Monaco a Aix-en-Provence, per poi ritornare sulle strade di Monaco. Una formula nuova, completamente ripensata, per permettere di dare vita a un numero maggiore di prove di regolarità. Una bella finestra su quelle che saranno le tendenze del mercato del futuro prossimo. Da Lugano (uno dei tre centri che hanno ospitato la partenza, assieme alle città francesi di Clermont Ferrand e Annecy) sono scattate vetture che fanno infatti dell’innovazione il loro simbolo, divise in diverse categorie. La IIIA: veicoli di serie a propulsione elettrica di uso quotidiano. S.Golay/Ti-Press di Omar Ravani abbiamo raccolto qualche impressione sugli aspetti organizzativi. Console, quali sono gli obiettivi di questo rally ecosostenibile? “Le finalità della competizione sono molto semplici; è una gara di regolarità nella quale si impone chi consuma di meno. Il principe di Monaco ha voluto ideare un rally ecologico per compensare in un certo senso quelli classici e il Gran Premio di Formula 1”. Di chi è composto il comitato di tappa e quali sono i fattori che influenzano la competizione? “Siamo un gruppo locale, ormai all’ottava edizione di lavoro in comune, per cui siamo molto rodati. Il nostro compito consiste soprattutto nel coordinare i servizi in collaborazione con la città di Lugano, che ci garantisce il proprio sostegno. Le incognite sono sempre le stesse ogni anno, legate al tempo e quindi al tipo di pneumatici montati; chiaramente chi opta per le gomme invernali consuma di più, ma non è detto che sia una mossa perdente”. La partenza da Lugano L’arrivo a Montecarlo La VII: veicoli ibridi elettrici. La VIII: veicoli a energie alternative (GPL, GNV, oli vegetali puri, E85, biodiesel). In aggiunta si è anche svolto un evento ‘Zero emission no noise’ (zero emissioni, nessun rumore), una ‘due giorni’ dedicata a mezzi a propulsione esclusivamente elettrica e con autonomia limitata. Responsabile per la tappa con partenza dalla Svizzera, il console di Monaco in Ticino Gian Andrea Rimoldi, dal quale UNA FORMULA NUOVA, TOTALMENTE RIPENSATA, PER DAR VITA A UN NUMERO MAGGIORE DI PROVE DI REGOLARITÀ. UNA BELLA FINESTRA SU QUELLE CHE SARANNO LE TENDENZE DEL MERCATO DEL FUTURO PROSSIMO. I TICINESI PROTAGONISTI A far la parte del leone, il Lugano Racing Team, che ha messo a disposizione più equipaggi. A difendere i colori della locale scuderia, assieme ad altri due binomi composti da Franchino Ferrini e Massimo Pedrazzini, rispettivamente da Michele Nasi e Alberto Genovesi, l’ex pilota ticinese di Formula 1 Andrea Chiesa. Dopo una fortunata carriera da pilota di pista e di rally tradizionali, per lui quella della gara ‘a risparmio energetico’ è stata una nuova sfida. Abbiamo raccolto la testimonianaza di Andrea Chiesa dopo la conclusione della competizione. “Ero alla primissima esperienza in una competizione di questo genere, quindi mi sono sentito in un certo senso un pivello, anche se ho partecipato a molte gare. Era la prima volta infatti che mi accingevo ad affrontare una competizione con un mezzo che viaggia ad energia alternativa. Poi, trattandosi di una gara di regolarità, per me è stata un’ulteriore sfida. Il mio obiettivo era quello di partire con umiltà e cercare di arrivare in fondo. La macchina è assolutamente innovativa e devo ringraziare Romeo Ricca che ha pensato a me per questa bella esperienza. Il mezzo è davvero eccezionale ed è stato un piacere guidarlo sui percorsi impegnativi che prevedeva la gara”. Questo rally ecologico rappresenta in un certo senso un salto nel futuro del mercato automobilistico. È un interesse crescente quello per le energie alternative? “La risposta a questa domanda viene già fornita dall’alto numero di iscritti al via (93 n.d.r.). Credo che il futuro sarà indissolubilmente legato a macchine di questo tipo. La direzione presa è questa e penso che lo si veda anche ad esempio nella Formula 1, dove il KERS si sta facendo sempre più strada”. Stiamo parlando di una rivoluzione sul corto termine? “Difficile dirlo. Certo è che sarà la richiesta a dettare le regole del gioco. Finché l’utenza non fornisce la spinta in questa direzione, le case non cambieranno strategia. Ciò detto credo che pian pianino l’alternativo stia prendendo piede e che non tarderà molto a imporsi”. L’ordine d’arrivo a Montecarlo Per la cronaca, la gara ha premiato gli equipaggi di casa, forse favoriti dalla conoscenza dei percorsi. A vincere è stato il duo transalpino composto Jean Verrier e Jean Rick, che hanno preceduto i loro connazionali Laurent Caro e Jean-François Vincent. Sul podio è pure salito il binomio spagnolo Luis Murguia e Javier Urmeneta. Ottima la prestazione di Michele Nasi e Alberto Genovesi, giunti dodicesimi e migliori elvetici. Dal canto loro i fratelli Ottavio e Patrick Stevan hanno chiuso al 26.mo posto, Franco Ferrini e Massimo Pedrazzini al 39.mo; 56.mi invece, sono giunti Andrea Chiesa e Romeo Ricca. A seguire Alex Bernasconi e Fabiana Cattalini (62.); Sergio Ortelli e Laura Zanin (69.); Lorenzo Quirici e Mauro Cassina (72.); Lauro Luraschi e Valentino Cassina (74.); Daniele Vicari e Fabio Marcon (80.). 17 L’INCHIESTA SECONDO IL CAPO DELL’UFFICIO GIURIDICO DELLA SEZIONE DELLA CIRCOLAZIONE, MICHELE ISOLINI, “ANCHE CHI NON È SPERICOLATO ALLA GUIDA DOVRÀ FARE ATTENZIONE” Pirati della strada: una definizione che fa discutere di Omar Ravani ia Sicura è diventata lo spauracchio degli automobilisti. O meglio, quella parte del pacchetto di norme che riguarda i cosiddetti ‘pirati della strada’. Gli incidenti del traffico causano ogni anno in media 320 morti, 4'500 feriti e 5 miliardi di costi: da qui l’importanza politica e sociale di migliorare la sicurezza stradale. Con il capo dell’Ufficio giuridico della Sezione della circolazione del Canton Ticino Michele Isolini, cerchiamo di Michele Isolini capire da dove nasce e qual è la filosofia che sta dietro alle nuove norme della circolazione. Avvocato Isolini, cosa è Via Sicura? “È un programma d’intervento legislativo che prevede l’introduzione sull’arco di 3 anni (2013-2015) di misure atte a migliorare in generale la sicurezza stradale, con l’obiettivo di ridurre ulteriormente gli incidenti che provocano morti e feriti gravi sulle nostre strade. Quest’anno in particolare sono state messe in atto le norme riguardanti quella categoria di automobilisti detti ‘pirati della strada’. Vi rientrano coloro che con comportamenti altamente irresponsabili mettono in grave pericolo la sicurezza stradale. Per questi conducenti particolarmente pericolosi sono state introdotte delle sanzioni molto severe, che vanno dalle misure amministrative (revoca della licenza di condurre per almeno 2 anni, con conseguente verifica dell’idoneità caratteriale alla guida presso gli psicologi del traffico), a sanzioni di carattere penale, come le condanne a pene detentive da 1 a 4 anni, nonché la confisca del veicolo”. Cosa cambia rispetto a prima? “Fino al 2012 i giudici godevano di una certa discrezionalità, che non impediva loro di punire anche pesantemente chi si macchiava di colpe particolarmente gra- V 18 vi, ma che non era sancita da norme chiare. Ora grazie a Via Sicura, chi deve giudicare possiede anche gli strumenti ad hoc. Oltre agli eccessi di velocità, saranno duramente sanzionati anche altri comportamenti irresponsabili, come ad esempio corse automobilistiche o sorpassi particolarmente azzardati”. Per l’automobilista ‘normale’ quindi non dovrebbe cambiare nulla? “Anche se è vero che queste norme vanno a colpire in particolare i pirati della strada, pure i conducenti dalla condotta non eccessivamente spregiudicata dovranno fare attenzione. Ci sono già stati infatti segnalati casi di automobilisti sorpresi a viaggiare in autostrada a 140 km/h e più in tratti dove il limite è fissato a 80. Occorre quindi sempre tenere l’occhio ben aperto, per non incappare in brutte sorprese”. In casi molto gravi è prevista pure la confisca del veicolo. “Oltre alla condanna alla pena detentiva, il giudice può decretare la confisca del veicolo per evitare che il ‘pirata della strada’, tornando in possesso della vettura, si renda autore di nuove gravi infrazioni stradali. Questa misura dovrebbe tuttavia limitarsi a casi in cui sono coinvolti veicoli modificati ad arte, per ottenere prestazioni fuori dal comune. Vorrei però porre l’attenzione sul fatto che il ritiro del mezzo di trasporto può avvenire anche se chi è alla guida non ne è proprietario. Se l’uso viene giudicato improprio, l’auto viene confiscata in ogni caso, anche qualora fosse in leasing. “PER I CONDUCENTI PARTICOLARMENTE PERICOLOSI SONO STATE INTRODOTTE MISURE CHE POSSONO ARRIVARE FINO A UNA PENA DETENTIVA DI 4 ANNI.” Attenzione quindi a prestare la propria vettura unicamente a persone fidate”. Le nuove norme sono figlie di un iter abbastanza particolare. “Esatto. Sono il risultato dell’interazione di due processi normativi distinti, ossia da un lato il progetto Via Sicura promosso dal Consiglio Federale, che nella sua fase conclusiva ha coinciso con la riuscita dell’iniziativa promossa dall’associazione Road Cross (un’associazione che raccoglie parenti e amici delle vittime della strada), contro i cosiddetti ‘pirati della strada’. Per evitare un nuovo e lungo iter legislativo, il Parlamento nella sua sessione estiva del 2012 ha deciso di inserire la proposta di Road Cross nel pacchetto di misure Via Sicura, varando così una versione rafforzata delle nuove norme. I promotori dell’iniziativa si sono detti soddisfatti e hanno quindi deciso di ritirarla”. Ricordiamo anche che negli ultimi anni è diventato più difficile ottenere il permesso di condurre. “Già dal 2005 c’è il permesso a due fasi, che comprende l’iter classico con corsi soccorritore e di sensibilizzazione, l’esame teorico e quello pratico, al quale va aggiunto un periodo di prova di tre anni in cui l’ottenimento definitivo della patente è condizionato da un buon comportamento sulla strada e da una formazione complementare. Chi commette almeno due infrazioni con revoca della licenza nel periodo di prova si vede annul- lata la licenza ed è costretto a rifare tutto l’iter per riottenerla, comunque non prima che sia trascorso un anno dall’ultima infrazione e sempre che venga giudicato idoneo alla guida dallo psicologo del traffico. Su questo argomento, fra le altre misure di Via Sicura entrate in vi- Quando si diventa ‘pirata della strada’ Secondo le norme di Via Sicura, introdotte dal 1° gennaio 2013, le sanzioni scattano in base alla seguente tabella. Limite consentito 30 km/h 50 km/h 80 km/h Oltre gli 80 km/h Eccesso di velocità + 40 km/h + 50 km/h + 60 km/h + 80 km/h Sono pure considerati ‘pirati della strada’, coloro che, violando intenzionalmente norme elementari della circolazione, rischiano fortemente di causare un incidente della circolazione con feriti gravi o morti, segnatamente attraverso la grave inosservanza di un limite di velocità, l’effettuazione di sorpassi temerari o la partecipazione a gare non autorizzate con veicoli a motore. La durata minima del ritiro della licenza di condurre è di due anni per questo tipo di infrazioni. La patente è ritirata definitivamente per i recidivi. I ‘pirati della strada’ sono passibili di una pena privativa della libertà da uno a quattro anni. Fonte: Via sicura - foglio informativo. Misure secondo la legge federale del 15 giugno 2012,versione in francese. gore quest’anno c’è l’obbligo di possedere la patente definitiva per accompagnare un allievo conducente, oltre ad avere compiuto 23 anni. A partire dal 2015 poi, i corsi per recidivi diverranno una condizione necessaria per riavere la patente. Per ora la licenza di guida può essere riottenuta alla scadenza della pena, senza frequentare nessun corso. Come la patente a due fasi ha contribuito a ridurre i reati stradali commessi da giovani conducenti, speriamo che i nuovi accorgimenti aiutino a migliorare ulteriormente la situazione anche per i meno giovani”. Una parola per chiudere su chi segnala la presenza di radar mobili. “In realtà c’è poco di nuovo. Già in passato non era permesso segnalare la presenza di radar mobili, poiché i controlli stradali hanno funzione di prevenzione generale e sono pensati per indurre l’utente ad attenersi sempre e in ogni caso ai limiti di velocità prescritti e non solo laddove preventivamente segnalati. Diverso è il discorso per gli apparecchi fissi che fungono principalmente da moderazione del traffico in tratti particolarmente sensibili e che con la loro presenza già esercitano potere dissuasivo. A cambiare ora è la punibilità di chiunque fornisca mezzi per scambiarsi informazioni. In questo caso a essere sanzionato non è solo chi comunica, ma anche chi fornisce lo strumento per farlo. Una multa potrebbe essere intimata ad esempio alla rete radiofonica o al gestore di siti internet. Se però la segnalazione non viene fatta su larga scala, è gratuita e rimane all’interno della sfera privata della persona, non è punibile". La parola al Consigliere di Stato Norman Gobbi “Le misure di Via Sicura sono le controproposte a vari atti popolari e parlamentari, che chiedevano pene più severe per i pirati della strada e per coloro che compiono azioni irresponsabili alla guida di un veicolo. Le misure volute dal Parlamento federale sono espressione anche di un malessere contro chi, con troppa facilità e scarse conseguenze, metteva in pericolo la vita altrui. Oggi sembrano eccessive, ma non tanto nel paragone internazionale. Per i Cantoni, queste misure si tramutano in maggiori oneri, i cui benefici si devono ancora confermare”. 19 IL COMMENTO VITA ASSOCIATIVA PER LA COSTRUZIONE DEL SECONDO TUNNEL AUTOSTRADALE Gottardo, la partita è ancora da giocare di Fabio Abate Consigliere agli Stati IL PROGETTO PATROCINATO DA UPSA TICINO NEL PAESE AFRICANO anno scorso il Consiglio federale ha manifestato il suo parere favorevole alla realizzazione di un secondo tubo della galleria autostradale del San Gottardo. L’Esecutivo sostiene un completamento senza aumento di capacità, ossia due tubi risultanti a corsia unidirezionale. All’origine della decisione abbiamo una riflessione sulle proposte di risanamento del tunnel, resosi necessario alla luce dell’età della galleria medesima. Le proposte contenute nel rapporto risalente al 17 dicembre 2010 hanno generato parecchie perplessità che in talune circostanze si sono tramutate in vero e proprio sentimento di sconcerto. Ricordo che il lunghissimo periodo di chiusura necessario per permettere l’esecuzione dei lavori è stato considerato unicamente come un fattore di natura tecnica, trascurando così ogni e qualsiasi conseguenza dal profilo socioeconomico per il Cantone Ticino. L’isolamento conseguente è stato giudicato pubblicamente intollerabile. Le cosiddette misure di accompagnamento, tali da consentire di ovviare a questi inconvenienti, si sono rivelate alquanto fragili e soprattutto frutto d’improvvisazione. Basta citare l’offerta di un servizio navetta, ossia quanto era in vigore fino all’apertura dell’attuale galleria autostradale avvenuta nel 1980. Un vero e proprio colpo di genio che non riuscirebbe ad assorbire nemmeno la metà dell’attuale traffico di transito giornaliero attraverso il tunnel. Aggiungiamo la prospettata possibilità di far capo a valichi alpini: San Gottardo, Nufenen, Lucomagno, San Bernardino, trovata a dir poco contradditoria, viste le conseguenze dal profilo del traffico che si riverserebbe sulle nostre montagne, sempre più oggetto di attenzione per quanto riguarda la preservazione delle componenti paesaggistiche. I passi alpini non sono strutturati per sopportare un traffico turistico di massa. Lo hanno evidentemente capito anche le autorità del Canton Grigioni, le quali si sono immediatamente opposte alle misure di risanamento ipotizzate, ben consapevoli delle carenze strutturali della tratta che si snoda tra Bellinzona e Thusis. L’idea della realizzazione del secondo 20 T G.Putzu/Ti-Press L’ utto procede come previsto. “Nell’ultimo anno abbiamo fornito e montato tre lift e un ponte per sollevare le vetture. Poi sono riuscito a spiegare ai meccanici di laggiù come utilizzare e come analizzare le informazioni provenienti dal tester diagnostico. Adesso dispongono di uno strumento utilissimo. Inoltre, ora possiamo interagire più facilmente visto che nell’officina è stato installato un wireless che ci permette di scambiare informazioni praticamente in tempo reale”. Si apre così l’intervista con Davide Bonfanti, al ritorno dalla sua visita annuale in Burkina Faso, nell’ambito del progetto patrocinato dall’UPSA e dall’associazione umanitaria Reach Africa e di cui ‘Autoritratto’ ha sempre ampiamente riferito. “Siamo rientrati il 30 marzo, dopo 15 giorni intensissimi trascorsi a Ouagadougou con il mio compagno di avventure Roberto Bezzola (ex direttore della scuola UPSA di Biasca e ideatore di questa iniziativa), nei quali abbiamo in pratica lavorato senza sosta. Io ho insegnato l’utilizzo del tester Toyota agli istruttori meccanici, mentre Roberto Bezzola ha creato il corso per l’istruzione degli autisti professionisti locali. Queste lezioni hanno lo scopo di istruire gli autisti su tecnica e guida dei veicoli, da applicare in varie situazioni e su diversi fondi stradali. Facendo così la scuola avrà maggiori possibilità sia di guadagno che di immagine nei confronti delle ditte e delle ambasciate del Burkina Faso. Una bella faticata sotto un caldo opprimente, ma ne è valsa la pena”. Si va avanti quindi spediti, per sviluppare una struttura, già ora di assoluto prim’ordine per una realtà molto sfavorita. Ma siamo ancora lungi dall’essere in una situazio- tunnel è stata così oggetto di una procedura di consultazione, la quale si è conclusa lo scorso mese di aprile. Sono stati inoltrati un centinaio di pareri che saranno pubblicati nelle prossime settimane. Evidentemente le associazioni a scopo ideale che perseguono la tutela dell’ambiente non hanno mancato di sottolineare la propria avversione alla realizzazione del secondo tubo. Le novità sono rappresentate piuttosto dai pareri contrastanti provenienti dai singoli Cantoni, chiamati come d’abitudine ad esprimersi su oggetti di importanza nazionale. Se da un lato il Canton Zurigo si è espresso favorevolmente, il Canton Basilea dall’altro ha offerto un parere negativo. È interessante in tal senso verificare la sensibilità confederale di alcuni Cantoni, i quali apparentemente sembrano coinvolti solo marginalmente dalla realizzazione dell’opera. Ma in verità, bastano un paio di calcoli per capire che la corsa alle risorse provenienti dalle casse federali ha scatenato una competizione che non consente di ravvisare le differenze sostanziali tra un’opera di carattere regionale, oggetto di promesse al proprio elettorato, da quelle di dimensioni internazionali, proprio come il San Gottardo. Nelle prossime settimane disporremo dei risultati di dettaglio che non mancheranno di stupire chiunque. Il Parlamento sarà sollecitato dal messaggio specifico ancora nel corso del 2013 e la partita è ancora da giocare. Tanto è importante la posizione del Canton Zurigo, tradizionalmente gottardista e forte di una folta rappresentanza al Nazionale, quanto lo sarà anche quella di Uri, contrario al secondo tubo. Problemi d politica interna, ma ahinoi un egoismo che non riusciamo a capire, sono all’origine della decisione del secondo cantone legato al San Gottardo. Forse, quattro corsie lungo il Seelisberg, la circonvallazione di Flüelen e ulteriori lavori di sistemazione dell’Axenstrasse hanno reso gli Urani ancor più egoisti di quanto potessimo immaginare. In Burkina Faso tutto ok, o quasi… ne ideale. “Proprio così – continua Bonfanti – adesso, grazie al nostro contributo e a quello indispensabile di Giovanni Cairoli, che si occupa della parte informatica e contabile, sotto il punto di vista tecnico siamo a buon punto. A mancare, e sembra paradossale, sono gli strumenti di base. Non ci sono ancora tavoli, ripiani e tutto quel che serve per tenere in ordine un’officina. Insomma, la struttura è stata posta, ora occorre fornire gli attrezzi necessari, come i ricambi originali, i pannelli, gli arnesi… Aspetti che da noi sono facilmente risolvibili, ma che in Burkina Faso non lo sono per nulla. Per tutti questi dettagli stiamo cercando di coinvolgere l’economia locale, come ci siamo prefissi. Nei quindici giorni in cui eravamo presenti abbiamo potuto assistere alla realizzazione di un tavolo da lavoro, grande abbastanza per permettere agli impiegati dell’officina di lavorare su un ripiano, senza dover fare tutto per terra”. Un bel sogno sarebbe quello che l’officina potesse un giorno autogestirsi, senza il vostro intervento diretto, “Allo stato attuale delle cose è impossibile. Ci sono ancora troppe pecche, sia tecniche (come detto) che di know-how. Non ci sono corsi di formazione e tutto passa per la pratica: le uniche occasioni che si presentano loro per sviluppare nuove conoscenze sono quelle offerte da noi, quando riusciamo a fornire materiale didattico (libri, manuali) e la nostra esperienza”. E quindi? “Occorre assolutamente che qualcuno ci dia una mano per fornire degli insegnamenti utili. Negli ultimi mesi ci sono state alcune persone che si sono dette interessate al progetto e che intendono recarsi in Burkina Faso per trasmettere le loro conoscenze. Speriamo di riuscire a farli andare a Ouagadougou”. Occorrono perciò ulteriori finanziamenti. “Sì. I soldi per il momento sono sufficienti, ma se vogliamo dare un futuro sicuro al progetto, una maggiore disponibilità di fondi non potrà che esserci estremamente utile. Ciò ci permetterebbe, ad esempio, di finanziare almeno le spese di trasporto dei nostri volontari. Infatti, per un volo di andata e ritorno bisogna calcolare circa 12001500 franchi. Perciò abbiamo creato un conto per chi vorrà potrà contribuire”. Le coordinate del conto bancario le trovate qui di seguito. Il progetto prosegue quindi e ha bisogno di una spinta per raggiungere nuovi traguardi. Il conto bancario dell’Associazione Aiuto Formazione Meccanici Africa: Banca Raiffeisen Lugano Via Pretorio 22, 6900 Lugano Codice bancario: 80375 Codice IBAN: CH96 8037 5000 1086 9921 4 SWIFT-BIC: RAIFCH22 21 VITA ASSOCIATIVA C.Reguzzi/Ti-Press C Competente, ompetente, aaffidabile, ffidabile, vveloce! eloce! Da destra a sinistra: Lorenzo Cantoni, Filippo Lombardi, Franco Fontana, Matteo Bernasconi QUESTA È L’ULTIMA EDIZIONE DELLA RIVISTA ‘AUTORITRATTO’ Verso una nuova comunicazione obilità e comunicazione: due argomenti di stretta attualità che sono particolarmente legati al nostro settore di attività. La tanto vituperata automobile è per definizione l’indispensabile mezzo necessario alla mobilità. Chi può rinunciare oggi a questo mezzo di trasporto? Senza divulgare idee, opinioni e volontà di quanto si intende proporre, nessuno conoscerebbe le nostre intenzioni. La comunicazione è oggi indispensabile veicolo di diffusione per qualsiasi comparto, anche quello associativo. Era questa la tematica centrale – al di là dei lavori assembleari che hanno visto approvare tutte le tematiche all’ordine del giorno senza discussione – dell’incontro proposto da UPSA Ticino ai suoi oltre 200 soci martedì 14 maggio alla sala multiuso di Sant’Antonino. A dibattere su ‘Mobilità e comunicazione’ sono stati invitati il presidente del Consiglio degli Stati Filippo Lombardi e il professor Lorenzo Cantoni, decano di scienze della comunicazione all’Università della Svizzera italiana, moderati dal giornalista di Teleticino Matteo Bernasconi. Prima di entrare nel merito del dibattito segnaliamo un cambiamento al vertice dell’associazione: Romeo Ricca subentra a Barbara Ferrari nel comitato cantonale dell’associazione. Il resto del comitato rimane invariato: Franco Fontana M 22 (pres.), Roberto Bonfanti, Renato Canziani, Gianfranco Christen, Pasquale Ciccone, Paolo Donelli, Marco Doninelli, Silvano Karpf, Oliviero Milani, Sonja Simonetti, Pino Vescovi. Il presidente ha inoltre ricordato tre figure recentemente scomparse che hanno svolto un importante ruolo nell’associazione: Bixio Bertoni, Luigi Della Santa e Hansludwig Fritzsche. Ma entriamo ora nel vivo del dibattito su ‘Mobilità e comunicazione’. Il presidente Franco Fontana, dopo aver ribadito i progetti per rinnovare l’associazione (si veda l’intervista alle pagine 2 e 3), ha spiegato la sua intenzione di modificare il modo di comunicare, sia verso l’esterno, sia all’interno. Intende gestire “in modo più professionale i rapporti con i media grazie a una struttura interna meglio organizzata, che ci permetta di far sentire la nostra voce su tutti gli argomenti che coinvolgono l’automobile e la mobilità”, assegnando a UPSA “un ruolo anche politicamente più attivo”. Questo per quanto riguarda i rapporti esterni all’organizzazione. Per quanto concerne quelli interni ha osservato che da Berna “riceviamo molte comunicazioni in lingua italiana, che potrebbero essere meglio comunicate ai soci”. Come migliorare l’immagine dell’associazione all’esterno? Ha chiesto il moderatore a Lorenzo Cantoni. Collegandola a esperienze positive, ha risposto l’esperto in comunicazione. L’automobile, ha aggiunto, offre per esempio importanti momenti di coesione familiare soprattutto durante il tempo libero. Ma naturalmente va curata anche la ‘presenza politica’ dell’associazione sui media sia cartacei, sia elettronici. Molti cittadini, ha aggiunto Filippo Lombardi, vedono infatti solo gli aspetti negativi dell’automobile. Il politico senatore ha poi attualizzato il discorso riferendosi al dibattito in corso sul raddoppio della galleria autostradale del San Gottardo, ricordando quanto la storia della Svizzera ruoti attorno a questo fondamentale asse di collegamento. Bisognerà fare di tutto, ha commentato, per far capire ai cittadini quanto questo discorso sia centrale per il futuro economico del Ticino.Lorenzo Cantoni ha inoltre sottolineato l’importanza dei media elettronici, asserendo che “il sito internet di UPSA Ticino ha forti margini di miglioramento” e ricordando di non dimenticare nemmeno i moderni social network (soprattutto Facebook e Twitter), importanti soprattutto per capire gli umori della clientela. Al che Lombardi ha commentato che ormai per sapere come la pensa la gente non serve più frequentare i bar, ma è diventato indispensabile consultare questi nuovi mezzi di comunicazione, anche se il livello dei discorsi non è migliorato.Terminato il dibattito ha preso la parola, anche a nome del Consiglio di Stato ticinese, il Consigliere Norman Gobbi, sottolineando l’importanza della tematica dibattuta e ribadendo il ruolo fondamentale della comunicazione nella nostra società. Con questa cronaca si conclude la vita di questa rivista. Lascerà il posto a nuove iniziative di comunicazione, che saranno studiate da Roberto Mazzantini e Stefano Pescia e verranno presentate nelle prossime settimane al comitato di UPSA Ticino. Arrivederci. Giò Rezzonico EESA, SA, iill vvostro ostro partner partner p per er ll'olio 'olio m motore otore Con la marca propria ESAlube e la marca SHELL HELIX, il cliente ESA trova, per ogni applicazione, la giusta scelta di prodotti di alta qualità. Voi beneficiate di un moderno assortimento di lubrificanti di qualità a condizioni attraenti e rapidamente disponibili. Altre Altre informazioni informazioni ssotto otto www.esashop.ch w w w.esashop.ch o p presso resso lla a vvostra ostra fi filiale liale EESA. SA. ESA Ticino / Engadina Via Mondari 6512 Giubiasco Tél. 091 850 60 00 Fax 091 091 60 90 [email protected] w w w.esa.ch | w w w.esashop.ch La nostra molteplicità dei pezzi fa disperare la concorrenza. Più di 65'000 articoli fornibili subito - più di 500'000 entro breve tempo. 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