Speciale FINALFOUR

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€ 2,00 – Spedizione in A.P. 70% - Art. 2 comma 20/D - L. 662/96 - Filiale di Siena
NUMERO SPECIALE
L A M O N T E PA S C H I A T E L AV I V
SIENA GRANDE
FRA LE GRANDI
Supplemento al n. 4 - Anno XII – Aprile 2004
Speciale FINALFOUR
SUPPLEMENTO
realizzato in occasione della
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Zitti zitti
piano piano
APRILE 2004
Direttore
Mario Ciani
Direttore responsabile
Paolo Corbini
Direzione e Redazione
Bernard & Co
Strada di Busseto 18 C2/7
53100 Siena
Tel. 05.77.28.53.74
Fax 05.77.22.10.14
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Editrice
Autorizzazione del
Tribunale di Siena
n. 430 del 27.01.1983
Editing
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Fotografie
Paolo Lazzeroni
Progetto grafico
Bernard Chazine
Impaginazione e fotolito
Bernard & Co.
Stampa
Arti Grafiche Ticci
Loc. Pian dei Mori 320
53018 Sovicille (Siena)
tel. 05.77.34.92.22
fax 05.77.34.93.66
n principio era l’Uleb Cup, poi sappiamo tutti
com’è andata: la Virtus Bologna che viene cancellata dalla faccia della terra, e quindi anche
dall’Euroleague, Siena che ha tutti i titoli per sostituirla e la sostituisce. Insomma quella che in estate sembrava una remotissima ipotesi, alle soglie
dell’inverno è diventata una splendida realtà. E, se
vogliamo, pure la giusta ricompensa per una
società che si era meritato sul campo (terzo posto a
Barcellona 2003) quantomeno un invito che non è
arrivato. Fa niente.
Ma di partecipare e basta alla Mens Sana non
bastava. Anzi, la spinta maggiore l’ha ricevuta proprio da questo ingresso nell’Euroleague dalla porta
di servizio che l’ha fatta sentire all’inizio quasi una
intrusa. Invece la dimensione giusta della Mens
Sana era proprio questa, e la sua collocazione
anche. Cioè fra le grandi del Continente, anzi fra le
prime quattro. Peraltro smentendo clamorosamente nei fatti l’insulsa ipotesi che potesse selezionare
in qualche modo i suoi impegni disputando la
Coppa solo in funzione del campionato. Niente di
più sbagliato.
Il resto è storia recente e Mesesport, che non
sempre riesce a conciliare i suoi tempi di uscita coi
fitti calendari che in capo alla stagione vedranno
impegnati i biancoverdi non meno di cinquanta
volte, non si è fatto sfuggire l’occasione per celebrare questo storico traguardo con una edizione
straordinaria, sia pure ridotta nella foliazione. Per-
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ché dev’essere chiaro a tutti che la conquista della
Final Four per la seconda volta consecutiva da
parte della Mens Sana (e lo sport ci insegna quanto sia difficile bissare un traguardo già di per sé
miracoloso…) è uno di quegli eventi che prescindono dal piazzamento finale. Non è Palio, per
capirsi.
Tutto questo al di là dei contenuti politicoambientali che fanno di questa trasferta a Tel Aviv,
una trasferta che mortifica lo sport. Il grande popolo biancoverde che in massa aveva seguito le esaltanti avventure della Montepaschi prima a Lione e
poi a Barcellona, questa volta diserterà l’appuntamento. Ma col pensiero, ne siamo certi, saremo tutti
lì nel pomeriggio di giovedi 29. Una data da cerchiare in rosso nel calendario dello sport senese,
mai così in alto nella sua storia ultrasecolare. Se poi
questa data dovesse lasciare il posto ad un’altra….
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MPS, una squadra
simbolo della citta'
er due volte consecutivamente in Eurolega e per
due volte alle Final Four. Sì, possiamo essere orgogliosi della Montepaschi Mens Sana Basket, di questa splendida realtà di provincia che dopo aver consolidato la sua posizione in Italia si è costruita una immagine
di grandissimo rilievo in Europa.
Nell’aprile del 2002 ci siamo tolti l’immensa soddisfazione di mettere le mani sulla Coppa Saporta, a Lione
dinanzi a tremila senesi, scrivendo per la prima volta il
nome di Siena nell’albo d’oro di una competizione continentale a squadre. Poi la “fiesta” di Barcellona con il
terzo posto conquistato a spese del CSKA di Mosca e ora
l’avventura in terra di Israele.
So già che qualche fine pensatore, esperto in
“comunicazione”, troverà il mio modo di esprimere
orgoglio e soddisfazione, ordinario e rozzo. Maniere da
provincialotto, insomma, che della senesità ha un concetto passatista, conservatore e tradizionalista…A parte
il fatto che la tradizione, soprattutto, ma anche la conservazione racchiudono concetti di assoluto valore, io
che sulla pietra serena ci sono nato e che ho respirato la
cultura e la civiltà di questa città, e che non sono stato
portato dalla piena che viene giù dalla montagna, non
posso fare a meno di vedere nei successi strepitosi della
Mens Sana quel miracolo di professionalità e di organizzazione che a Siena si è sviluppato in modo direi naturale. Un modello che altri cercano di copiare, ma difficilmente ripetibile in comunità di dimensioni ridotte
come la nostra.
Insomma, Siena che conta appena cinquantaseimila abitanti, tiene il passo dell’arrogante Mosca dei petrodollari, della ricchissima e potentissima Tel Aviv, cittàstato, e di Bologna, per definizione universale, la grassa.
Supera Barcellona, Roma, Valencia, Istanbul, Atene e
compagnia cantante. Sì, c’è di che andare fieri e orgogliosi, senza false modestie, sentendoci anche nello sport
P
Roberto Morrocchi "
i figli di quella che fu una delle città più importanti, ma
nell’Europa del duecento.
Bella forza, si dirà, a Siena c’è il Monte. Certo il
Monte, certo la Fondazione…E’ risaputo,senza il loro
appoggio la Mens Sana Basket, così come tante altre
società sportive e non , avrebbe rischiato grosso e al massimo sarebbe rimasta ai margini del movimento che conta.
Ma, come ho ripetuto in altre occasioni, mi piace anche
pensare ( e ho la sensazione di essere nel giusto..) che la
grande Banca, d’accordo con la Casa Comunale che ha
fatto da traino alle altre Istituzioni, abbia intravisto nel
progetto della Mens Sana una base solida su cui innestare
aiuti economici, sotto forma di sponsorizzazioni dirette,
che hanno ripagato, con un ritorno di immagine indiscutibile, la Banca medesima, svegliando una città che
rischiava di addormentarsi sugli allori della sua storia.
E bisogna dare atto agli uomini della Mens Sana,
dal Direttore Generale, a tutti i componenti dei Consigli
che in questi anni si sono succeduti in Viale Sclavo, di
aver lavorato con l’obbiettivo di fare grande la Squadra,
senza mai far vacillare la Società.
Le risorse che il Monte dei Paschi, e direi la città, ci
hanno affidato le abbiamo impiegate bene.
Una Saporta e due volte fra le bellissime quattro
d’Europa. Sono obbiettivi prestigiosi che non lasciano
spazio a troppe interpretazioni.
Ma si sa come siamo fatti, noi Senesi…mi ferma un
tifoso e mi dice “Oh vediamo se quest’anno si vince finalmente qualcosa!”.
Siamo di Siena, siamo gente di Contrada, viviamo
per il Palio. Mai dimenticarsi che da noi conta solo vincere e che il secondo si purga.
E allora proviamoci, tutti insieme, a vincere ancora qualcosa…ma non dimentichiamoci mai che i risultati conseguiti valgono oro e segnano stagioni da tramandare ai nostri nipoti…
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Per non sentirsi
una intrusa
N
ella vita, come nello sport, il difficile arriva non
quando raggiungi un obiettivo, bensì quando cerchi
di confermarlo nel tempo, è per questo motivo che
senza eufemismi e falsi complimenti, possiamo definire
eccezionale il risultato conquistato dalla Mens Sana Montepaschi che a distanza di un anno ha bissato l’accesso alle
Final Four di Euroleague.
Due partecipazioni all’atto finale più prestigioso del
basket continentale, oltre ad essere un record, rendono
merito ad una società che a dispetto di una partecipazione
resa possibile da defezioni ed esclusioni degli aventi diritto, ha dimostrato proprio sul campo non solo di valere il
contorno tecnico in cui si svolge la competizione, ma anche
di meritare quella considerazione che attualmente pone
Siena al vertice del basket europeo nel suo complesso.
Elencare le difficoltà che la squadra biancoverde ha
saputo superare lo scorso anno e ancor più in questa edizione della Eurolega è uno sforzo forse inutile, ma è sufficiente focalizzare l’attenzione sul fatto che le quattro finaliste di Tel Aviv sono espressione del medesimo girone di
qualificazione e che la Montepaschi ha eliminato le due
finaliste dello scorso anno e la vincitrice dell’anno precedente, per rendersi conto di come gli uomini di Recalcati
abbiano raggiunto un risultato storico, sia per la capacità
di confermarsi a questi livelli, che per aver superato uno
dopo l’altro una serie di ostacoli che solo una grande squadra può permettersi.
E’ vero che ancora non si è vinto nulla e che a fine competizione conterà soprattutto chi riuscirà ad imprimere il
proprio nome nella targa sotto il trofeo, ma siccome Siena,
pur nella sua grande tradizione cestistica, è pur sempre una
entità emergente a livello continentale, conta in questo
momento aver dimostrato una continuità di risultati tali da
garantire una ulteriore immediata partecipazione alle final
four, pur in presenza di un cambio tecnico sostanzioso
rispetto al passato più recente.
Tutto ciò rende l’impresa senese ancora più esaltante,
è la conferma della bontà della scelta di Recalcati come
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coach, il quale ha saputo far interpretare ai suoi uomini
l’impegno di Eurolega nel modo migliore.
Anche all’indomani della splendida vittoria contro la
Benetton, che in pratica ha dato vigore alle ambizioni senesi, Recalcati parlava di un successo importante per la squadra nell’ottica del rendimento del gruppo e non in funzione del risultato, rispetto al quale poi i giocatori non hanno
fatto difficoltà ad afferrarne l’importanza, trovando da sé
motivazioni altissime, che nella crescente convinzione nei
propri mezzi e nella condivisione di un atteggiamento privo
di egoismi, ha finito con l’esaltare veramente la forza del
gruppo.
E’ giusto quindi riconoscere a Recalcati ed ai suoi
uomini, la capacità di non essersi fatti condizionare da
certe difficoltà palesate nel corso della stagione, le convinzioni iniziali hanno partorito in effetti i risultati, che onestamente in certi momenti in tanti abbiamo temuto che non
si sarebbero mai compiuti.
Conquistato l’accesso alle Final Four, si apre ora per
la Mens Sana uno spiraglio imprevedibile, quello di poter
puntare con motivate speranze alla finale.
E’ indubbio che la semifinale tra le due squadre italiane è quella che vede affrontarsi le due squadre meno
accreditate del lotto per la vittoria finale ed è abbastanza
scontata la considerazione che in caso di qualsiasi altro
abbinamento probabilmente sia la Montepaschi, che la
Skipper difficilmente avrebbero potuto indossare i panni
delle favorite.
La regola quindi per cui in caso di presenza di due
squadre di medesima nazionalità, queste devono scontrarsi in semifinale, offre ad entrambe le contendenti italiane
una opportunità unica ed azzera lo svantaggio ipotetico di
affrontare squadre come Maccabi e CSKA Mosca, che senza
assilli di sorta nei rispettivi campionati, possono preparare le Final Four con grande scrupolosità, cosa inimmaginabile sia per Siena, che per Bologna, che con ogni probabilità dovranno impegnarsi fino all’ultima giornata per
acquisire in campionato la miglior posizione possibile.
Sarà una semifinale tra due squadre che si conoscono
benissimo, che avranno bisogno quindi solo di una piccola
“ripassata di lezione” ripensando ai quattro precedenti stagionali.
Le due vittorie per parte sono maturate in contesti
diversi e quelle senesi hanno segnato un divario tra le due
squadre notevolissimo, che sarebbe un errore sopravvalutare, ma che al tempo stesso indicano un contesto tattico che
deve preoccupare soprattutto Repesa.
Per assurdo avere a pochi giorni dalle final four un
impegno di campionato fondamentale come quello contro
la Benetton può essere un vantaggio, perché servirà a togliere pressione sull’evento in terra israeliana, memori anche
di quello che accadde lo scorso anno quando abbandonata
ogni velleità in campionato e preparato il match contro la
Benetton, assistemmo ad un inizio di gara in semifinale da
parte dei senesi assolutamente scioccante, con i biancoverdi assolutamente bloccati da quella tensione che finì con
l’influire pesantemente sul rendimento di alcuni uomini
fondamentali.
Ma a contare soprattutto sarà proprio il fatto di essere riusciti a svincolare, nei limiti del possibile, il rendimento della squadra da quello dei singoli, era ciò che la
società aveva programmato in estate e che miglior interprete non poteva trovare nella guida di Recalcati, che in effetti ha costruito una squadra nel senso effettivo della parola.
In questo contesto hanno imparato ad offrire il meglio
di sé tutti e 9 gli effettivi che entrano nella larga rotazione
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# Mauro Bindi
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operata dal coach senese e senza egoismi di sorta e grande
spirito di abnegazione, i singoli hanno capito che in questa
squadra ognuno è importante, che portare il proprio mattoncino, grande o piccolo che sia, è adeguatamente riconosciuto dal coach, ma anche e soprattutto dal gruppo e per
questo non abbiamo mai assistito nell’arco della stagione
ad un cenno di malcontento anche da parte di chi in qualche maniera può essersi sentito penalizzato.
La Montepaschi arriva all’appuntamento di Tel Aviv
in “perfetto orario”, tutto è sembrato perfettamente sincronizzato con i tempi delle Final Four e ovviamente dei
playoff, i singoli si trovano completamente ad agio nel gioco
della squadra, sprigionando sicurezza e determinazione,
che abbinata ad una buonissima condizione fisica, permette alla squadra di imporre una grande fisicità.
Ci aspettavamo molto in effetti dal reparto dietro mensanino e superato l’inevitabile scoglio legato alla necessità
di fondere le caratteristiche dei singoli, stiamo assistendo
in questa ultima fase ad un crescendo micidiale dei nostri
esterni.
Stefanov dopo aver superato un periodo molto delicato, anche sotto l’aspetto strettamente personale, è tornato a
giocare ad altissimi livelli.
Persa un po’ di sicurezza a metà stagione, ha recuperato convinzione e nel momento in cui si è reso conto che
nessuno metteva in dubbio non solo le sue capacità, ma
soprattutto il suo ruolo di guida della squadra, ha risposto
da campione, come in effetti è.
Accettato Vanterpool non come un antagonista, ma
anzi come una alternativa che poteva offrirgli tempi di
recupero ed anche alternative tattiche nuove, come quella
di poter giocare anche da guardia, Stefanov è tornato ad
offrire un rendimento continuo e a dettare i ritmi della
squadra come sa fare.
Temibile come sempre con le sue accelerazioni in
attacco che spesso tagliano in due la difesa, il play macedone nel corso della stagione ha dato sempre maggiore
sostanza al proprio tiro pesante ed il suo pick’n roll, specialmente con Chiacig, è tornato ad essere un’arma impor-
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tante del gioco senese, come nel primo anno della sua permanenza a Siena.
Accanto a lui, complementare o addizione, a seconda
di come lo vogliamo vedere, troviamo lo splendido Vanterpool di questa stagione.
In tutta onestà è lui la grande intuizione della coppia
Minucci-Recalcati, non può bastare l’indicazione che lo
scorso anno su di lui si erano accese le attenzioni di molte
squadre (prima fra tutto la Skipper Bologna), per capire che
si trattasse di un soggetto dalle grandi potenzialità.
Quello che ha mostrato il giocatore originario delle
Isole Vergini è andato obiettivamente oltre ogni più rosea
aspettativa. Che parta in quintetto o dalla panchina, la sua
presenza in campo regala sempre quella scossa di cui la
Montepaschi non può fare più a meno.
La sua duttilità è fondamentale sia in attacco che in
difesa, la sua ricetta fatta di punti in attacco conquistati
indifferentemente in penetrazione che sull’arco, è arricchita da una presenza totale in ogni parte del campo; rimbalzi, fisicità difensiva, palloni recuperati, assist, lo rendono
elemento difficilmente leggibile per le difese avversarie e
ostacolo spesso insormontabile in difesa.
Si è meritato la menzione tra i migliori dieci giocatori dell’attuale edizione di Eurolega e per un esordiente non
è risultato da poco, si presenta a queste Final Four come
uno dei massimi protagonisti della scena continentale ed il
suo stato di forma attuale lo proietta come uno dei possibili protagonisti di Tel Aviv, bastano le sue motivazioni per
garantire alla squadra quella spinta che può portarci molto
lontano. Se Vanterpool è stato l’uomo che non ti aspettavi, per
lo meno a questi livelli, Thorton per buona parte della stagione è stato un rebus, che forse solo la grande convinzione di
Recalcati e società, hanno restituito a quei livelli che ora
obiettivamente rendono merito a chi lo ha scelto ad inizio
della scorsa estate.
E’ indubbio che l’ulteriore salto di qualità Siena lo
abbia fatto negli ultimi tempi proprio in concomitanza con
la crescita del rendimento di Bootsy Thorton, che dati alla
mano non ha mai fatto mancare il proprio contributo di
punti e rimbalzi, ma al di là delle statistiche era evidente
come il giocatore abbia spesso giocato con il freno a mano
tirato, vittima sicuramente delle grandi aspettative che lui
stesso ha riposto in questa stagione ed anche del dubbio che
aveva impossessato molti non tanto sulle sue capacità pienamente esaltate in quel di Cantù, ma sul fatto di aver trovato a Siena il contesto giusto dove continuare a mostrarle.
I meriti del suo recupero vanno quindi equamente
divisi tra chi, staff tecnico e societario, non gli ha mai fatto
mancare l’apporto di fiducia e lo stesso giocatore che con
grande tenacia ha saputo superare ad esempio un impatto
con il basket di alto livello europeo per certi versi quasi
traumatico.
Il Thorton delle ultime giornate è un giocatore ritrovato, non l’elemento timoroso che finiva per sbattere contro
le difese avversarie con costanza quasi autolesionistica,
soffrendo spesso un gap fisico contro i pariruolo addirittura maggiore rispetto alla realtà.
Il recupero di una multi dimensionalità che gli appartiene, gli ha restituito sicurezza ed anche l’Eurolega non è
più un tabù, anzi ci sono le condizioni giuste perché l’ex
canturino confermi i progressi dimostrati nella fase delle
Top 16 appena concluse.
Altro recupero importante è quello operato nel corso
della stagione su Vukcecic, uomo che più di altri ha patito
la contrazione di utilizzo in campo.
Certamente non ci voleva a questo momento della sta-
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gione l’infortunio alla caviglia, ma fortunatamente lo spavento ha lasciato lo spazio ad un recupero che ci auguriamo
non incida più di tanto sul suo stato di forma, che nell’arco
delle ultime settimane aveva fatto registrare un’impennata
importante.
Indicato come una delle delusioni dell’anno a livello
di campionato, giudizio in verità un po’ troppo severo, Vukcevic come detto è tornato a dare il proprio contributo fatto
soprattutto di intraprendenza, che può fare molto comodo
alla squadra senese, specie quando viene a mancare quella pericolosità perimetrale, contro la quale il tiro di Vukcevic può essere un antidoto importante, senza dimenticare
che in chiave difensiva l’ex Real Madrid ed Olimpiakos è un
jolly importante, perché può marcare con profitto su differenti tipologie di attaccanti.
Da Vukcevic a Zukauskas, passiamo ad un altro giocatore che indubbiamente ha patito, per lo meno a livello di statistiche, il cambio di guida sulla panchina senese, ma sarebbe ingeneroso nei suoi confronti restringere il tutto ad un
mero computo matematico, anzi la sua umiltà e la sua capacità di adeguarsi alle più disparate situazioni tattiche ed
ambientali, lo rendono un elemento essenziale per gli equilibri della squadra.
La sua esperienza, è l’unico insieme a David Andersen
ad aver giocato una finale di Eurolega, oltrettutto vincendola, fa sicuramente molto comodo a Recalcati, il suo ruolo
di francobollatore difensivo non è assolutamente riduttivo,
sarebbe sufficiente che l’ottimo Mindaugas ritrovasse la sua
proverbiale precisione da oltre 6,25 m. per poter parlare in
toni entusiastici del suo apporto, ma per ora accontentiamoci della sua grande tranquillità e della sua disponibilità
a fare cose semplici, spesso non evidenti, ma dalla grande
utilità, ricordando che proprio dalle sue parole viene la
conferma più concreta di quello che è in questo momento la
Montepaschi, “una squadra nella quale nessuno antepone
la propria individualità” e detto da lui che di squadre vincenti fatte di grandi nomi, ne ha conosciute molte sia livello nazionali, che di club, è sinonimo di certezza.
Come una certezza per tutti rimane Michalis Kakiouzis, giocatore che solo la rigidità con la quale certe volte dobbiamo identificare un giocatore, assoggetta al reparto lunghi,
lui è e rimane un jolly che può giocare in mille modi diversi,
senza essere un giocatore straripante dal punto di vista fisico è capace di farsi sentire a rimbalzo, sfruttando un senso
della posizione fuori dal comune, in difesa può marcare
uomini diversi e dove il fisico non può arrivare, c’è sempre
l’intelligenza a fare la differenza e in attacco è praticamente
non inquadrabile perché sotto canestro ha movimenti incredibili per smarcarsi e la capacità di colpire da tre, specie dall’angolo, che lo rendono veramente immarcabile, non è un
caso che sia lo scorso anno, che in questa stagione il momento migliore della squadra senese sia coinciso proprio con il
suo miglior momento.
Altro giocatore che non risente minimamente del fatto
di partire dal campo o dalla panchina, Kakiouzis è una
delle chiavi del gioco senese ed il suo stato di forma ci fa
pensare che veramente possaò essere uno dei protagonisti
delle prossime Final Four.
Cosa che ci auguriamo accada anche per Jack Galanda,
giocatore abituato alle grandi manifestazioni e che difficilmente sbaglia negli appuntamenti importanti.
Sul capitano della Nazionale pesa forse un equivoco
che si porta avanti dall’inizio del campionato, quello per cui
in tanti lo vorrebbero vedere più protagonista, ma nella
sostanza anche se è sicuramente lecito attendersi qualcosa di
più dall’ex fortitudino, Galanda anche nelle precedenti
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incarnazioni con quelle maglie nelle quali ha contribuito in
maniera tangibile al raggiungimento di grandi obiettivi, ha
spesso recitato ruoli non necessariamente da primo protagonista, anzi possiamo dire che la sua forza sta proprio nella
capacità di dare tutto se stesso alla causa comune, sacrificando certe volte oltre il lecito le proprie caratteristiche.
E’ quanto sta accadendo anche in questo momento,
dove Galanda si sta sacrificando in un ruolo molto oscuro,
specie in chiave difensiva, ma dai grandi risultati.
In molti speriamo che torni a far male anche il suo tiro
da 3 e miglior occasione non ci potrebbe essere di quella
rappresentata dalle Final Four, nelle quali oltre tutto si troverà a giocare contro una parte importante del proprio passato, cioè contro quella Fortitudo nella quale ha trascorso
una parentesi molto intensa della propria carriera.
Anche Andersen vivrà un’aria familiare contro la
Skipper, quella dei derby bolognesi, nei quali spesso è stato
anche protagonista, per lui che ha già vinto con la maglia
della Virtus il massimo alloro continentale, sarà l’ennesima occasione per misurarsi ai massimi livelli e per quanto
sempre giovanissimo, potrebbe tornare molto utile a Recalcati la sua abitudine a giocare comunque a questi livelli.
E proprio la sua giovane età ci deve indurre a fare un
ragionamento, se è vero, come in effetti lo è, che i lunghi
hanno tempi di maturazione più dilatati rispetto ad un piccolo, lui è già molto avanti rispetto a tanti suoi coetanei e
pur nella consapevolezza che sono molti i passi che ancora
deve compiere Andersen per esprimere compiutamente il
suo potenziale, sono sicuramente ingiuste molte critiche
che gli vengono fatte, perché il suo talento è un potenziale
importante per la squadra.
Oltretutto anche lui dopo un periodo di appannamento abbastanza lungo, sembra essere uscito dal torpore,
recuperata una intraprendenza offensiva che lo rende pericolosissimo dai 3- 4 metri, ha solo necessità di trovare la
giusta concentrazione anche in chiave difensiva e a rimbalzo, ma le opzioni del suo gioco rimangono una opportunità
importante per Recalcati anche nell’ottica delle Final Four.
Rimane per ultimo Roberto Chiacig, uno dei pochi
veri centri di ruolo che sono rimasti in circolazione non solo
in Italia, ma anche in Europa, per lui, come per gli altri
compagni di reparto rimane un utilizzo sempre più tattico,
vista la tendenza sempre maggiore di utilizzare lunghi che
possano giocare molto anche sul perimetro, Roberto si è
adattato, forse senza nemmeno qualche problema, a questa
situazione ed ha risposto alla grande specie nella fase decisiva delle Top 16, è riuscito a massimizzare il proprio utilizzo in funzione ai tempi di impiego ed anche questo è sintomo di ulteriore crescita.
Abbiamo rivisto con piacere negli ultimi tempi quei
giochi a due con Stefanov che fecero la fortuna della Montepaschi nella prima versione Ataman, non possiamo tacere sui suoi miglioramenti dalla lunetta e sugli scarichi,
Roberto rimane uno dei punti di riferimento essenziali
della squadra, in barba anche ai minuti che gli vengono
concessi, che risentono di quanto detto prima e proprio per
questo ci attendiamo dal pivot della nazionale il solito
grande apporto, sicuramente compatibile con uno stato di
forma che anche per lui è sinceramente più che buono.
Senza farci travolgere dall’entusiasmo, non possiamo
quindi nasconderci negando che la squadra non si presenti a
questo appuntamento in grande forma, a Tel Aviv sarà quel che
sarà e comunque vada è già oggi un successo. Intanto mentre
ancora deve compiersi l’ultimo atto di questa Eurolega, Siena
festeggia la quasi certa acquisizione di un posto per la prossima edizione e lancia già da ora una nuova sfida europea.
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A Tel Aviv
con la mentalita' della Nazionale 7
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U
n dato statistico ed una certezza. Il dato statistico
afferma che la seconda Final Four consecutiva
della Mens Sana è la prima per il suo coach Recalcati. La certezza riguarda proprio Charlie. Uno che nella
carriera di allenatore è abituato a partire, diciamo così,
dalle retrovie per poi ottenere il massimo. E’ avvenuto con
il primo scudetto conquistato a Varese a dispetto dei pronostici. E’ avvenuto con il recente bronzo europeo degli
azzurri. Inatteso ed esaltante. La Montepaschi in Europa
aveva il compito di superare il primo turno. Senza eccessive pressioni, e con lo stile misurato ma mai domo del suo
coach sono arrivate le finali.
“Non abbiamo lavorato con il fiato sul collo. Ma
certo quando arrivi a giocarti il passaggio del turno la
necessità di ottenere il risultato è la stessa per tutti. E’ vero
che quando ho partecipato all’Eurolega con la Fortitudo
la pressione si è protratta per tutta la manifestazione ed è
sicuramente più duro sopportarla”.
La Mens Sana ha invece avuto il grande merito di
mantenere un equilibrio di intensità fra campionato ed
Eurolega. Non precludendosi così nessun risultato.
“Il nostro obiettivo era e resta il primo posto in Italia
al termine della regular season, per poi poterci giocare al
meglio i play-off. In Eurolega siamo finiti nel girone di
ferro, volevamo per prima cosa uscirne fuori. E’ vero
comunque che non abbiamo mai messo in secondo piano
la manifestazione continentale. Anzi era importante, proprio per mantenere costante la concentrazione, impegnarci sempre al massimo”.
Senza togliere il fatto che giocare a così alto livello ha
dato fiducia alla squadra che si è scoperta adeguata anche
ad una competizione cui molti la consideravano inadatta,
perché dotata di poco peso sotto canestro.
“In definitiva abbiamo incontrato squadre di strutture diverse alcune simili a noi come Benetton e Panathinaikos, altre più dotate di chili. A dimostrazione che anche
l’intera competizione è costituita da squadre con caratteristiche diverse, ma non per questo meno forti. Quando poi
ce la siamo vista con centri di grande peso abbiamo cercato di ribaltare un presunto difetto in nostro favore. Riesci a farlo solo quando hai fiducia nei tuoi mezzi. Ed è proprio in questo senso che l’Europa ci ha maturato”.
Togliendo però qualche energia, com’è accaduto
nella trasferta difficile di Reggio Calabria a poche ore dalla
conquista della Final Four sul campo di Atene.
“E’ il dazio che si paga. Giocando anche in Europa
non si può avere la stessa lucidità in tutte le gare. Si guadagna però in carattere. Proprio a Reggio Calabria, dove
eravamo in debito di energie, siamo venuti fuori quando
l’ambiente era più incandescente”.
L’Eurolega ha reso grandi protagonisti anche i due
americani, che mai avevano calcato il palcoscenico.
“Per Vanterpol adattarsi è stato semplice sia da un
punto di vista fisico, visto che il contatto duro lo esalta, che
dal lato caratteriale. Thornton essendo più introverso tende
a vivere male le situazioni di contatto in cui non si sente
tutelato dall’arbitraggio. Il suo è stato un adattamento più
lento dunque, ma altrettanto efficace”.
La squadra si presenta pertanto all’appuntamento
con le carte in regola per ben figurare.
“Sulla carta il Maccabi è favorita dal fattore campo, il Cska è invece la società che più
ha investito. Ma in uno scontro di così alto
livello e tanto stimolante certi valori possono saltare. Conta il momento in cui
vai a scontrarti. Lo stato di forma,
mentale e fisico. Un infortunio, un
episodio. La mentalità che
dovremo avere non è molto
diversa da quella che hanno
le nazionali in una fase
finale di un europeo o di un
mondiale, quando vai a
giocarti tutto in poche
ore”.
Una grande occasione che non capita tutti gli
anni si brucia in poche ore,
nel bene o nel male. Ma la
Mens Sana non ha cambiato il
suo programma di preparazione fisica in vista dell’evento.
“Sappiamo che è un’occasione importante, anche se ci
auguriamo di poterla ripetere
altre volte. Teoricamente avremmo dovuto fare forti carichi di
lavoro da una ventina di giorni
prima dell’evento. Per poi scaricare nel momento opportuno. Ma l’esperienza mi ha insegnato a diffidare
di simili programmazioni. Se parti
con questo intento succede che uno,
due giocatori si procurano un leggero
infortunio nella fase di carico del lavoro.
Così rischi di perdere freschezza in campionato e arrivi comunque impreparato alla
Final Four. La preparazione finalizzata va
bene per un atleta che deve disputare le olimpiadi. Per noi è diverso, dobbiamo affrontare
una volata lunga, che dura per quasi tutta la
stagione. In modo da essere pronti a cogliere
tutti gli obiettivi, che siano Coppa Italia,
buona posizione in campionato, play-off e
Final Four. Ecco perché anche il lavoro con lo
staff è diverso. Si basa molto sul dialogo, sul
confronto. Non ci diamo mai lunghe scadenze.
Valutiamo di settimana in settimana, quello che
ogni singolo giocatore ha bisogno di fare per progredire nella condizione. E’ un viaggio lungo e fatto di
tante sterzate”.
Il punto di arrivo è affascinante. Stiamo a vedere.
# Fabio Fineschi
Speciale FINALFOUR
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Metti
un Minucci
nel motore
C
Il benagurante
abbraccio di
Minucci a Stefanov
Francesco Vannoni "
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elebrando il secondo approdo della Montepaschi
alle Final Four di Eurolega in altrettante partecipazioni, la stampa nazionale ha scritto:”La
verbena è cresciuta davvero”. Da secoli, l’erbina che
“nasce nella Piazza del Campo” , contraddistingue e
identifica “la nostra Siena, la più bella delle città”. Lo
sport è ormai un marchio di qualità sotto la Torre del
Mangia: Siena è cercata, è preferita, è scelta da fior di
campioni che in più discipline vogliono costruirne le
fortune e la storia. Circoscrivendo il ragionamento al
panorama cestistico, il nome di Ferdinando Minucci
rappresenta la base del processo di crescita avviato un
decennio fa, ora giunto all’apice di una maturità tecnico – organizzativa assolutamente invidiabile. L’esempio del General Manager
biancoverde, è quello di
una necessità divenuta
virtù. Passare dal marketing alle trattative con
agenti, tecnici e giocatori
non è certo cosa semplice,
specie per chi – come
Minucci ha candidamente
ammesso – originariamente non ne conosceva
tutti i rivoli e le implicazioni. “Per la Mens Sana,
si fa questo ed altro” –
deve aver detto il buon
Ferdinando e, calandosi
con grande applicazione
nella nuova veste, ha
saputo “leggere” le prospettive di una realtà
come quella senese che,
all’inizio del suo nuovo
incarico, era appena tornata in serie A, riappropriandosi di un palcoscenico consono per blasone e tradizioni. Intuendo per
primo le nuove opportunità che lo sport poteva cogliere da un insieme di fattori normativi che avrebbero
modificato anche il modus – operandi delle varie
società, ha centrato veri e propri “colpi” portando a
Siena giocatori importanti ai quali affidare quelli che
sarebbero stati i primi passi verso l’attuale acme biancoverde. Il grande merito che deve ascriversi a Minucci
è senz’altro quello di aver coinvolto, in modo sempre
crescente, la Banca Monte dei Paschi ormai partner
insostituibile per le nuove, legittime ambizioni. Come
in tutte le grandi conquiste però, l’impegno in prima
persona da parte della Banca senese, è giunto dopo
qualche anno di attesa nel quale Ferdinando Minucci
ha dovuto misurarsi con qualche difficoltà in più al
cospetto delle grandi squadre supportate, tra l’altro, da
ingenti risorse finanziarie. Ha lavorato con budget non
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certo faraonici; anche se appaiono lontani anni luce,
giova ricordarsi dei tempi in cui trovare un abbinamento per la sponsorizzazione, appariva impresa titanica. Giocando bene le proprie carte, muovendosi con
equilibrio tra attesa e tempismo secondo le circostanze,
è riuscito a garantire a Siena il consolidamento nel massimo palcoscenico nazionale, anche quando altre piazze storiche della “palla a spicchi” temevano per la propria sopravvivenza. I suoi errori li ha fatti, e da questi
ha imparato; talvolta cambiando in corsa con il coraggio delle scelte, tornando in qualche modo sui suoi passi
consapevole di doversi rimettere in gioco. In molti avevano manifestato qualche perplessità sulla “via del
cambiamento” imboccata all’inizio della stagione
2000/01, quando portò in Italia un certo Ergin Ataman
sconosciuto ai più, “assistente” all’Efes Pilsen, ma del
tutto ignoto ai nostri parquet. A sentirlo parlare, il
turco, sembra un visionario della prima ora, ma quando infila la serie di nove vittorie consecutive che proiettano la Montepaschi in testa al campionato, tutti si son
già ricreduti. E’ ancora troppo presto per lo scudetto,
proclami del coach a parte, ma intanto Ataman e i suoi
portano Siena alla finale di Coppa Italia, persa all’ultimo secondo del supplementare contro la Kinder Bologna. Minucci aveva scelto bene eccome. L’anno successivo, con il “sultano” confermatissimo in panchina, la
Mens Sana ormai è diventata “qualcuno” , restano in
Viale Sclavo i nomi di rilievo, alcuni dei quali ritrovano proprio a Siena una nuova “esplosione” e la Montepaschi trova l’acuto di Lione: la conquista della Coppa
Saporta “sdogana” Siena in campo internazionale e
segna il coronamento di una tappa fondamentale per il
programma a lungo termine stilato da Minucci. Ormai
il cammino verso il vertice è decisamente intrapreso e
la campagna di rafforzamento impostata ne è la dimostrazione. Mentre le grandi realtà cominciano a prendere informazioni sul curriculum - tanto “giovane”,
quanto ricco - di questo general manager fatto in casa,
Minucci prepara grandi sorprese per il popolo mensanino. Arrivano Ford e Turckan, ma soprattutto, l’Eurolega. All’esordio in questa competizione che raccoglie
tutte le “grandi potenze” del basket continentale, la
Mens Sana fa subito la parte della matricola terribile, e
il gruppo costruito da Minucci, guidato per il terzo anno
consecutivo da quell’Ataman che “sembrava un visionario”, va a Barcellona per disputare le Final – Four
contro le migliori formazioni che l’Europa ,in quel
momento, esprime. Il gradino più basso del podio non
è mai stato così gradevole: una festa, senza trionfo d’accordo, ma storicamente indelebile. Minucci non si è
stancato di lavorare e, tuffandosi nel presente, dopo
aver scelto Carlo Recalcati e aver definito con il coach
della nazionale un lavoro incentrato su certi obiettivi,
convince gente del calibro di Galanda e Thornton a
vestire Montepaschi. Così Siena, - grazie ad una solidità
che attesta ottime credenziali anche in campo giovanile dove i biancoverdi si confermano da anni su livelli
eccellenti-, viaggia in testa al campionato, è di nuovo
alle Final Four di Eurolega e stavolta sembra pronta a
cullare il sogno del tricolore. Caspita, se la verbena è
cresciuta. A Ferdinando Minucci il merito di averne alimentato le radici in campo cestistico, sotto il segno della
continuità con la cura e la competenza che possono portarla lontano.
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Roberto Chiacig
Speciale FINALFOUR
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I
n vista dell’mportante appuntamento, hanno scritto per noi (e fin d’ora li ringraziamo per il prezioso
contributo) tre autorevoli firme del giornalismo italiano.
Franco Montorro, Superbasket
Va bene: La Terra, Santa Caterina, il Palio, il
panforte e mettiamoci pure il calcio: prendiamoli insieme e mettiamoli da parte. Perché se oggi dici Siena pensi
soprattutto al basket e se la guardi da fuori vedi il fermento per la sua doppia “emme”: Mens Sana e Montepaschi. Lezione di storia: due finali europee consecutive,
Saporta e Eurolega, hanno fatto di Siena una presenza
costante ai vertici della pallacanestro continentale.
Lezione di geometria: la figura che fino a poche
settimane fa avevamo disegnato va corretta: un lato del
triangolo è quello giusto e va da Lione a Barcellona, ma
gli altri due si prolungano e non si incontrano più in
Toscana, ma a Tel Aviv. Dove Siena
potrebbe scoprire di essere la prima
squadra campione d’Europa senza
aver mai (meglio: ancora) vinto il
titolo nazionale, ma da dove la Mens
Sana ripartirà comunque con diverse certezze: 1) Essere fortissima per aver raggiunto un
eccellente equilibrio tecnico-societario; 2) Dover metabolizzare in fretta o l’entusiasmo o la delusione, perché
lo scudetto resta un obiettivo primario; 3) Avere la fortuna di poter considerare Tel Aviv comunque non come
un traguardo, semmai come un punto di passaggio.
Perché adesso tutti sanno che la Siena del basket ha un
buon passato, un ottimo presente e un futuro (vedi
anche il settore giovanile) già programmato solo in una
direzione: Salire ancora, veloce e leggera.
Luca Chiabotti, La Gazzetta dello Sport
Montepaschi
grandi firme
a cura di Marco Naldini
Se due indizi fanno una prova, due Final Four consecutive fanno la grandezza di una squadra e di una
società. Il colpo della vita può capitare una sola volta
poi la fortuna, come dice un antico proverbio balcanico, rincorre i coraggiosi.
Il traguardo colto dal Montepaschi quest’anno è
molto più significativo della corsa pur entusiasmante
nelle Top 16 della passata stagione e non solo perchè
confermarsi è più difficile che affermarsi o per il fatto
che Siena sia uscita
vincente da un girone
straordinario, forte
delle ultime due squadre vincenti il titolo
continentale e le due finaliste della passata stagione.
Queste Final Four sono il premio di un gruppo, un
club e un ambiente molto più compatto e maturo, non
legato a grandi stelle europee, discusse e indiscutibil-
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mente forti, come Ford e Turkcan, ma ad una squadra
più omogenea e senza primedonne, non messa subito
sulla graticola al primo errore come è sempre accaduto
in passato. Una strada piena di dubbi, dove la sensazione di aver fatto la cosa giusta è arrivata quando sembrava, dopo la sconfitta casalinga col Barcellona e l’eliminazione in Coppa Italia, che tutte le scelte fossero
state sbagliate. Adesso Siena si trova in una posizione
invidiabile: complessivamente più esperta e favorita
nella semifinale con la Skipper Bologna, sfavorita assoluta nell’eventuale finale sia contro il Maccabi che il
Cska. E’ una condizione mentale dove Carlo Recalcati
diventa, come lo è stato agli Europei di Svezia, un fattore determinante in più per il successo della squadra.
Fino alla vigilia delle Final Four dirà la verità, e cioè
che questa Siena è stata costruita per regalare il primo
scudetto alla gloriosa Mens Sana e che il titolo europeo
non sia il vero obbiettivo stagionale. Credeteci, ma non
del tutto.
Mario Arceri, Corriere dello Sport
Montepaschi in “Final Four” per il secondo anno
consecutivo. Questo è il dato più importante, perchè
conferma il processo di consolidamento della Mens
Sana, che in queste ultime tre stagioni (la vittoria in
Coppa Saporta, il terzo posto in Eurolega a Barcellona,
questo nuovo traguardo tagliato con grande sicurezza)
ha raggiunto - e sta mantenendo - una dimensione
internazionale di notevole spessore.
Delle quattro finaliste dello scorso anno al San
Jordi, torna a Tel Aviv solo il Cska Mosca. Fuori il Barcellona e fuori la Benetton, eliminati proprio dalla
squadra di Recalcati che ha seguito un percorso analogo a quello della passata stagione: una prima fase un
po’ stentata
per poi imporsi nella
Top 16. Ora
l’appuntamento è al
Nokia Palace di Tel Aviv per il 29 aprile. Di fronte la
Skipper, nel consueto derby italiano che ormai da sempre caratterizza le semifinali di Eurolega. Nel ricordo
della travolgente vittoria di poche settimane fa, sembra
legittimo prevedere un nuovo successo della Mens Sana
che rappresenterebbe un ulteriore passo avanti nell’inarrestabile crescita del basket senese. Sarebbe il
miglior premio per la società, per il lavoro di Ferdinando Minucci, per la saggezza di Recalcati nel gestire la
squadra attraverso le insidie di una stagione difficile e
minata: “Final Four” e primo posto in campionato,
lasciando alla Benetton di Ettore Messina (dopo tre
anni per la prima volta fuori dalla finale europea) la
Coppa Italia. Un piccolo sforzo in più per Treviso che
potrebbe però essergli costato l’Europa, in attesa di
definire il conto in quello che prevedibilmente sarà l’epilogo della Serie A: La sfida scudetto tra Montepaschi
e Benetton.
Venticinque anni in Europa
Fa un certo effetto ripensare alla palestra di Brno, ridente città di provincia della Repubblica Ceca, importante centro per la produzione del tessile,
ma forse non molto nota a tutti i lettori, fino a quando, nell’autunno del 1993,
vi fece tappa la Mens Sana, sponsorizzata Olitalia. Il cammino europeo dell’era moderna dei biancoverdi comincia proprio in quella regione, la Moldavia, a distanza di una quindicina di anni da una Korac lottata sino alle soglie
della semifinale, al tempo di George Bucci, fine anni ’70.
Da Brno ieri a Tel Aviv oggi, tanti viaggi in giro per l’Europa, tra Coppe
delle Coppe, Korac, Suproleague, Saporta ed infine la spettacolare Eurolega. Quante cartoline! Bursa, Smirne, Novi Sad, Banja Luca, Siauliai, Zagabria,
Villeurbanne, fino alle splendide immagini di Lione e Barcellona.
E Tel Aviv? E’ lontana da ogni immaginazione recente, anche dei più
inguaribili ottimisti, che pensavano alla Catalogna già nel viaggio di ritorno
dalla Francia, con la Saporta appena messa in bacheca.
Il Montepaschi, in questa stagione, è andato al di là della fantasia, primeggiando in Europa e in campionato. Non capita spesso, neppure ai club
storici, come il Maccabi o il Cska. Fra loro adesso c’è anche la Mens Sana,
senza irriverenze, forte della propria programmazione societaria, dello sponsor Montepaschi, di un percorso costantemente in ascesa e di tre finali giocate negli ultimi due anni. Anche se Brno non è poi così lontana.
Le valigie sono già pronte, c’è l’attesa per il check-in, e poi il volo verso
l’est, laggiù in uno dei templi storici del basket, la Yad Elyiahu Arena. (mn)
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si allena nei tempi liberi e che la mattina alle 8 esce
di casa per andare a fare un lavoro come tutti;
quando arriva in squadra un americano è segno
che la società fa sul serio.
A Siena è questo il clima in cui nasce la Mens
Sana del grande pubblico. Ed è qui che comincia la
storia vera. Una storia fatta anche di poveri momenti di gloria, rappresentati, al massimo, da un pezzo
di stagione al vertice della classifica prima di venire
risucchiati su posizioni più modeste.
Sono anni difficili: di lotta al coltello per la
salvezza; di sponsor che si trovano a stento a campionato iniziato e che, come è successo in qualche
caso, non scuciono più di qualche centinaio di
milioni di lire che bastano appena a coprire un po’
di spese; di campionati bui culminati con la retrocessione e seguiti, per fortuna, da stagioni più belle
coronate dal ritorno in massima serie.
Quando avviene il rientro in A1, dieci anni fa,
comincia la costruzione del nuovo percorso. Nessuna spocchia, nessuna spacconata: l’obiettivo è la
salvezza, dicono i dirigenti, poi si vedrà e quel che
verrà in più sarà benedetto.
A Siena i tifosi biancoverdi non si fanno una ragione di un dato di fatto: servirebbe un grande sponsor per
fare una grande squadra e giocare un grande campionato. Lo sponsor ci sarebbe, e sarebbe la banca senese.
Ma al Monte, a lungo, da quell’orecchio ci sentono a
metà. Concedono sponsorizzazioni ma intermediate da
settori controllati dall’istituto: e così sulle maglie compaiono i nomi della Fontanafredda o della Ticino, ma
non quello del Monte dei Paschi.
Quando la banca si decide la svolta c’è e si vede.
L’obiettivo non è più la salvezza e nemmeno solo, come
intanto è successo, l’ingresso in play-off con ambizioni
via via crescenti. Lo scopo è quello di fare della squadra senese una protagonista a livello internazionale.
Si comincia con la prima coppa di livello europeo
con la sponsorizzazione Montepaschi, e che è un mezzo
fallimento. Il primo a non crederci è l’allenatore che –
non ce ne siamo mica dimenticati – definisce “quattro
gatti” quei tifosi che, nelle serate di metà settimana,
vanno a sgolarsi e a bestemmiare nel vedere la squadra
perdere una partita dopo l’altra.
Poi per fortuna l’allenatore cambia; la squadra si
rafforza e comincia a credere nel suo valore. E arriva la
Saporta a Lione. Il punto di svolta è quello: dalla palestra di Sant’Agata il bianco-verde gioca in Europa.
Quel che c’è stato nello scorso campionato e in questo,
la final four di Barcellona e quella che la compagine
senese si appresta a giocare a Tel Aviv, insieme alle
ambizioni in campionato, sono solo la conseguenza di
questa politica saggia, umile, del passo dopo passo, del
proporsi in sport per quel che si è e non per quel che si
vuol far credere.
E’ stata una politica vincente e i risultati si vedono.
Da Sant'Agata
a Tel Aviv
P
Duccio Balestracci "
er chi è meno giovane può sembrare un prodigio:
La squadretta che a metà del Novecento ancora
giocava sul cemento armato del campetto di
basket alla Lizza (e c’era arrivata da non tanto dalla
palestrina di Sant’Agata), va per la seconda volta di
seguito a giocarsi le finali di Eurolega. Per chi è meno
giovane, è come se avesse attraversato un pezzo di storia che va dalla lampada a petrolio alle missioni su
Marte.
In effetti è così: alcuni decenni, meno di un secolo,
per passare dalla pallacanestro dilettante a quella a
livello continentale. Ma sarebbe sbagliato credere che il
cammino sia stato graduale: come nella grande storia
dell’uomo, c’è in quella della Mens Sana una preistoria
molto più lunga della storia.
La preistoria è appunto quella fatta di foto ingiallite, di volti di giocatori che hanno fatto l’epopea bianco-verde davanti a poche decine di spettatori, a volte
infreddoliti e intabarrati nei cappotti, che seguivano le
partite all’impiedi appoggiati alla sbarra che delimitava il bordocampo, la mattina della domenica, prima di
andare a comprare le paste dal Nannini e far pranzo in
famiglia.
La storia vera comincia negli anni Settanta, quando la Mens Sana approda ai massimi campionati nazionali. Ma il basket (anzi, all’epoca si chiama italianamente pallacanestro, che peraltro è anche più bello) è
ancora uno sport minoritario, in Italia. E non solo in
provincia (dove, anzi, ha qualche fortuna di pubblico
più larga) ma anche nelle grandi città nelle quali il calcio continua a farla da padrone. I campionati costano
relativamente poco; gli atleti – anche quando la squadra gioca in serie A – sono spesso gente della città, che
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Mosca-Atene con scalo a Barcellona
specialefinalfour
EUROLEAGUE 2003/2004
Regular season
3a giornata
MONTEPASCHI SIENA-UNICAJA MALAGA
1a giornata di andata
CSKA MOSCA-MONTEPASCHI SIENA
84/71
Battuta dal pronostico prima ancora di scendere in
campo, la Mens Sana si rivela in realtà un avversario
più ostico del previsto per la squadra di Ivkovici. Le
sorprese più belle arrivano da Andersen e
Vanterpool. Di Brown e Khryapa i punti decisivi per
rompere l’inerzia della partita a soli 90” dal termine.
Stefanov 11 (4/6, 1/2), Thornton 7 (2/9, 0/1), Galanda 10
(1/2, 2/7), Vanterpool 9 (2/5, 0/1), Andersen 17 (6/7),
Vukcevic 7 (2/3, 1/3) Zukauskas (0/2, 0/2), Chiagic 5
(2/3), Kakiouzis 5 (1/3, 1/2).
a
2 giornata
MONTEPASCHI SIENA-ZALGIRIS KAUNAS
64/56
Oltre 4500 persone fanno da cornice al primo
successo interno dei biancoverdi, a tratti addirittura
devastanti a spese degli uomini di Sireika. A 46” dalla
sirena la Mps è avanti di due, Stefanov ruba palla al
furetto Cota, guadagna un fallo, e lo stesso play
macedone, (con l’aiuto di Vanterpool), arrotonda
con precisione dalla lunetta.
Stefanov 14 (3/6, 2/5), Zukauskas (0/1, 0/1), Vukcevic (0/1
da 3), Vanterpool 10 (2/4, 1/2), Galanda 3 (1/2),
Thornton 10 (2/9, 1/3), Andersen 12 (6/15), Chiacig 6
(2/6), Kakiouzis 9 (1/1, 2/3).
80/71
Seconda vittoria interna consecutiva contro il
quintetto di Scariolo che le tenta di tutte ma è
costretto a rincorrere sempre. Una serie di recuperi di
Stefanov favorisce il massimo vantaggio dei
biancoverdi al 35’ (71/51), ma il generoso ritorno di
Bullock e Gabriel limita il passivo a sole 9 lunghezze.
Stefanov 6 (0/3, 2/4), Zukauskas 2 (0/1), Vukcevic 6 (2/6,
0/1), Vanterpool 23 (7/10, 1/2), Galanda 2 (1/1, 0/1),
Thornton 8 (1/5, 1/2), Andersen 8 (4/7), Chiacig 13 (5/7),
Kakiouzis 12 (3/4, 2/4.
4a giornata
KRKA NOVO MESTO-MONTEPASCHI SIENA
86/74
Assente Stefanov e con Chiacig a secco, la Mps va
incontro ad una sconfitta che all’inizio dell’ultimo
quarto non era ancora scritta (59/62). Poi succede
l’imprevisto sotto forma di un parziale di 27 a 12 che
lancia in orbita il quintetto di Skansi, addirittura
incredulo difronte a tanta generosità.
Kakiouzis 8 (2/4, 0/1), Vukcevic 12 (3/7, 2/6), Galanda 12
(3/5, 2/3), Vanterpool 13 (3/4, 0/3), Zukauskas 2 (1/2,
0/1), Andersen 13 (6/9), Thornton 14 (5/10, 0/2), Chiacig.
5a giornata
MONTEPASCHI SIENA-PANATHINAIKOS ATENE 86/74
Immediato riscatto a spese nientemeno che dei greci
con una prova collettiva di grande spessore tecnico
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ed agonistico in cui spiccano le individualità di
Vanterpool, Thornton e Kakiouzis, quest’ultimo nelle
vesti di giustiziere dei connazionali. Il vantaggio
decolla nel terzo quarto, poi nell’ultimo i biancoverdi
controllano agevolmente il ritorno degli uomini di
Obradovic
Stefanov 8 (1/4, 2/2), Zukauskas 7 (2/6, 1/2), Vukcevic 2
(O/2 da 3), Vanterpool 18 (5/10, 1/1), Galanda 6 (1/2,
0/2), Thornton 17 (3/3, 2/5), Andersen 9 (4/7), Chiacig 4
(1/1), Kakiouzis 15 (4/4, 2/3).
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1a giornata di ritorno
MONTEPASCHI SIENA-CSKA MOSCA
6a giornata
SKIPPER BOLOGNA-MONTEPASCHI SIENA
95/86
Bologna ribadisce quella sorta di superiorità già
espressa in campionato, ma la Montepaschi alla
lunga non sfigura, tenendo in scacco gli avversari per
lunghi periodi. Difese un po’ sbadate e buone prove
di Zukauskas, Chiacig e Thornton che si becca però
un antisportivo e consente alla Fortitudo di involarsi a
più 14.
Stefanov 4 (2/3, 0/1), Zukauskas 17 (3/4, 3/3), Vukcevic
(0/1, 0/1), Vanterpool 12 (3/7, 1/4), Galanda 7 (0/4, 1/3),
Thornton 22 (4/11, 1/3), Andersen 5 (2/4), Chiacig 14
(4/7), Kakiouzis 5 (1/2, 1/2).
7a giornata
MONTEPASCHI SIENA-MACCABI TEL AVIV
85/89
Un immenso Stefanov (30 punti, 32 di valutazione, 11
su 14 al tiro, di cui 7/8 da tre!), non basta alla Mps ad
evitare la prima sconfitta interna stagionale ad opera
di un Maccabi rivelatosi alla distanza più squadra.
Decisiva una tripla di Parker sul 79/82 che a 21” dalla
fine consente agli uomini di Gershon di violare il
Palasclavo.
Stefanov 30 (4/6, 7/8), Zukauskas 7 (1/4 da 3), Vukcevic
(0/1), Vanterpool 25 (1/2, 6/13), Galanda (0/2, 0/3),
Thornton 4 (1/7, 0/4), Andersen 6 (2/8), Chiacig 3 (0/1),
Kakiouzis 10 (3/5, 0/2).
79/73
La squadra di Recalcati domina l’ex Armata Rossa fin
dall’inizio, ma nel convulso finale rischia la beffa
riducendo a sole tre lunghezze (73/70) un vantaggio
mai messo prima in discussione. Chiacig, Vanterpool
e tiro pesante, le armi dei biancoverdi che restano
così in corsa per un posto nelle Top 16.
Stefanov 8 (1/4, 2/4), Zukauskas 4 (0/1, 1/1), Vukcevic 12
(4/7, 0/1), Vanterpool 14 (2/4, 3/4), Galanda 7 (2/5, 1/3),
Thornton 7 (0/1, 2/2), Andersen 9 (4/5), Chiacig 16
(6/10), Kakiouzis 2 (1/2).
2a giornata
ZALGIRIS KAUNAS-MONTEPASCHI SIENA
73/75
La Mens Sana approfitta dell’assenza di Sabonis fra le
file dei lituani, per mettere a segno un colpo forse
decisivo in chiave qualificazione. Nonostante l’uscita
per infortunio di Chiacig nell’ultimo quarto, prima
realizza il sorpasso (71/72) ad 88’ dalla sirena, poi
Andersen ruba a Cota la palla del potenziale
aggancio.
Stefanov 15 (4/5 da 3), Zukauskas 7 (2/3, 1/1), Vukcevic 3
(0/1, 1/1), Vanterpool 12 (5/9), Galanda 13 (4/4, 1/2),
Thornton 15 (5/9, 1/4), Andersen 8 (4/11), Chiacig 2 (1/2).
3a giornata
UNICAJA MALAGA-MONTEPASCHI SIENA
75/63
Si complica il cammino della Mps verso la Top 16.
Complice l’assenza pesante di Chiacig, la squadra di
Scariolo regge botta fino all’intervallo, poi si sveglia
Bullock con un 3/3 da 2 e 4/6 da 3 che rompe l’inerzia
dell’incontro e consente alla squadra spagnola di
andare prima sul più 9 (59/50) e poi di consolidare il
punteggio.
Stefanov 14 (4/7, 2/4), Zukauskas 3 (0/2, 1/2), Vukcevic 3
(1/2), Vanterpool 6 (2/6, 0/1), Galanda 5 (2/4, 0/3),
Thornton 10 (1/8, 1/3), Andersen 16 (8/20), Kakiouzis 6
(3/4, 0/1).
4a giornata
MONTEPASCHI SIENA-KRKA NOVO MESTO
82/55
Fuori nevica, ma dentro il Palasclavo grandina.
Grandina sulla testa dei malcapitati sloveni,
‘colpevoli’ di un colpo di mano all’andata che
brucia ancora. Non c’è Andersen, in compenso c’è
e si fa sentire Chiacig, di gran lunga il migliore insieme
a Galanda. Sugli spalti appena 500 fedelissimi, che
neppure la tormenta di neve ha fermato.
Stefanov 14 (4/4, 2/4), Zukauskas 5 (1/2, 1/2), Vukcevic 2
(1/2), Vanterpool 9 (3/9, 1/1), Galanda 12 (4/5, 1/2), Thornton
16 (6/8, 0/2), Chiacig 22 (9/13), Kakiouzis 2 (1/2, 0/1).
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Mosca-Atene con scalo a Barcellona
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5a giornata
PANATHINAIKOS ATENE-MONTEPASCHI SIENA 80/76
Tutto quello che la Mps riesce a fare, è la difesa del
più 12 dell’andata, ma l’esito del match suscita più di
un rimpianto (57/65 alla mezz’ora). Sul 69 pari Alvertis
si carica letteralmente la squadra sulle spalle e
mentre Siena va in confusione, firma la rivincita dei
greci.
Stefanov 4 (2/4, 0/2), Zukauskas 11 (3/3, 1/6), Vukcevic,
Vanterpool 12 (2/5, 0/4), Galanda 15 (3/4, 2/2), Thornton
9 (2/3, 1/3), Andersen 14 (6/7), Chiacig 5 (2/3), Kakiouzis
6 (3/4, 0/2).
6a giornata
MONTEPASCHI SIENA-SKIPPER BOLOGNA
76/69
I biancoverdi conquistano le Top 16 con un turno di
anticipo, aggiudicandosi l’euroderby con la Skipper
senza mai rischiare. Decisivi Vanterpool (23 punti e 26
di valutazione) e Andersen, sempre più convincente
nel ruolo di vice Chiacig. L’incantesimo stagionale è
rotto, la squadra di Repesa non è più un tabù.
Stefanov 2 (1/2, O/2), Zukauskas 9 (1/2, 2/2), Vukcevic 2
(0/3 da 3), Vanterpool 23 (7/10, 1/5), Galanda 11 (2/2,
2/4), Thornton 8 (1/4, 2/5), Andersen 15 (5/9, 0/1),
Chiacig 6 (2/4).
7a giornata
MACCABI TEL AVIV-MONTEPASCHI SIENA
88/86
Un canestro allo scadere di Jasikevicius impedisce
alla Mps di festeggiare con un successo di prestigio la
conquista della seconda fase di Euroleague, pur
orfana di Stefanov e Galanda. Costantemente
avanti (anche di 12 punti), i biancoverdi negli ultimi
36” sbagliano dalla lunetta 2 tiri su 4 e vengono
puntualmente castigati.
Zukauskas 9 (0/1, 3/4), Vitali 3 (1/1 da 3), Vukcevic 13
(2/2, 2/5), Thornton 11 (2/5, 2/5), Vanterpool 8 (1/5, 1/5),
Andersen 13 (5/8), Chiacig 15 (6/10).
Classifica prima fase: Cska Mosca e Maccabi Tel Aviv
22; Skipper Bologna 16; Montepaschi Siena e
Panathinaikos Atene 14; Zalgiris Kaunas 12; Unicaja
Malaga e Krka Novo Mesto 4.
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Speciale FINALFOUR
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Top 16
5° turno
Promosse: F.C. Barcellona – Benetton Treviso –
Panathinaikos Atene – Montepaschi Siena.
1° turno
MONTEPASCHI SIENA-F.C. BARCELLONA
68/73
La Mps non ci crede abbastanza e, pur recuperando
anche 11 punti, alla fine si deve inchinare alla
concretezza dei campioni d’Europa. Sul piano
individuale Stefanov , Chiacig e Vanterpool recitano
con diligenza il proprio compito, ma dopo il
momentaneo 56/55 si arrendono alla classe cristallina
del solito Bodiroga che prende letteralmente per
mano la squadra e la conduce alla vittoria.
Stefanov 11 (4/5, 1/4), Zukauskas 3 (0/1, 1/2), Vukcevic 8
(1/2, 2/4), Vanterpool 8 (2/6, 1/2), Galanda (0/1 da 3),
Thornton 9 (2/5, 1/4), Andersen 8 (4/11, 0/1) Chiacig 11
(4/8), Kakiouzis 10 (2/5, 2/3).
2° turno
MONTEPASCHI SIENA-PANATHINAIKOS ATENE 86/67
L’attesa reazione non si è fatta attendere. Relegato
Alvertis al ruolo di comprimario, la Mps si sbarazza con
estrema facilita’ di un avversario che patisce la
superiorità dei biancoverdi sotto canestro, bravi a
mettere da parte anche un discreto gruzzoletto per il
ritorno. Maiuscola la prova in attacco di Thornton.
Stefanov 5 (2/3), Zukauskas 3 (1/6 da 3), Vukcevic 9 (3/3
da 3), Vanterpool 14 (2/6, 2/3), Galanda 9 (4/6, 0/1),
Thornton 19 (6/9, 1/2), Chiacig 12 (2/2) Kakiouzis 15
(5/9, 1/4), Andersen.
3° turno
BENETTON TREVISO-MONTEPASCHI SIENA
95/92
Uno strepitoso Marconato (18 punti e 16 rimbalzi!),
sbarra la strada ai biancoverdi verso la Final Four.
Tutto si decide in volata: a 2’34” è ancora parità a
quota 85, poi un provvidenziale rimbalzo in attacco di
Garbajosa a 25” sul 92/90 ed una conclusione sul ferro
di Thornotn a 3” nega a Siena il canestro del
potenziale sorpasso.
Stefanov 11 (4/7, 1/2), Thornton 15 (4/9, 1/4), Vukcevic
12 (2/3, 2/5), Galanda 11 (1/2, 3/4), Chiacig 1 (0/1),
Vanterpool 12 (4/8, 1/3), Zukauskas 2 (1/1), Andersen 9
(4/5), Kakiouzis 19 (5/8, 3/6).
4° turno
BARCELLONA-MONTEPASCHI SIENA
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85/86
I biancoverdi violano il prestigioso Palau blaugrana
dei campioni d’Europa, e rimettono in gioco la loro
candidatura alla Final Four. Grande prova di lucidità
e carattere, con note particolari per Chiacig,
Kakiouzis e Thornton. Decide a 8 centesimi dalla
sirena un tiro libero di Vanterpool, dopo che Bodiroga
aveva impattato a quota 85 a 10” dalla fine.
Stefanov 11 (4/9, 1/2), Thornton 20 (3/11, 4/5), Kakiouzis
17 (4/5, 3/6), Chiacig 17 (7/15), Vukcevic 4 (1/4, 0/1),
Vanterpool 17 (3/8, 3/5), Andersen (0/2), Galanda,
Zukauskas.
MONTEPASCHI SIENA-BENETTON TREVISO
80/64
La Mps non concede sconti. Dopo i campioni
d’Europa, anche quelli d’Italia devono chinarsi alla
superiorità dei senesi bravi prima di tutto ad annullare
i lunghi avversari e poi a dare più continuità al gioco
offensivo. Uno spettacolo nello spettacolo è quello
offerto dagli oltre 6000 tifosi che ora cominciano a
crederci davvero.
Stefanov (0/2), Thornton 19 (6/9, 1/3), Vukcevic 4 (1/2,
0/2), Galanda 5 (1/4, 1/3), Chiacig 12 (5/8), Vanterpool
12 (2/5, 0/3), Zukauskas 9 (1/4 da 3), Kakiouzis 13 (1/3,
3/6), Andersen 6 (2/6).
6° turno
PANATHINAIKOS ATENE-MONTEPASCHI SIENA 77/86
Il destino della Mps in Euroleague è tutto nelle sue
mani ed i biancoverdi non se lo fanno sfuggire,
legittimando nel modo più convincente l’inserimento
in extremis nella più importante manifestazione
europea. Chiave dell’incontro l’inizio del terzo
quarto, quando passano da 46/36 a 46/51 con un
parziale allucinante di 15/0 dal quale i greci non
riusciranno più a sollevarsi. Ora Tel Aviv non è più un
miraggio.
Stefanov 16 (2/4, 2/3), Zukauskas (0/1 da 3), Vukcevic 8
(1/1, 2/3), Vanterpool 18 (5/10, 0/3), Galanda 8 (1/3, 2/3),
Thornton 22 (3/7, 3/5), A,dersen (0/1), Chiacig 6 (3/6),
Kakiouzis 8 (2/3, 0/1).
Classifica finale: Montepaschi (qualificata per
differenza canestri) e Benetton 8; Barcellona e
Panathinaikos 4.
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specialefinalfour
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specialefinalfour
SKIPPER BOLOGNA
MONTEPASCHI SIENA
N.
4
5
7
8
9
10
11
12
13
14
15
18
19
Giocatore
STEFANOV, VRBICA
ZUKAUSKAS, MINDAUGAS
VITALI, LUCA
VUKCEVIC, DUSAN
VANTERPOOL, DAVID
GALANDA, GIACOMO
THORNTON, MARVIS
LECHTALER, LUCA
ANDERSEN, DAVID
CHIACIG, ROBERTO
KAKIOUZIS, MIKALIS
MARINO, TOMMASO
CAVALLARO, CARMINE
TAGLIABUE, MARCO
DATOME, LUIGI
Allenatore: RECALCATI, CARLO
N.
Paese orig.
Ruolo
Peso
Età
Macedonia
Lituania
Italia
Serb.-M.
USA
Italia
USA
Italia
Danimarca
Italia
Grecia
Italia
Italia
Italia
Italia
Guardia
Ala
Guardia
Ala
Ala
Ala
Guardia
Centro
Ala
Centro
Ala
Guardia
Guardia
Ala
Ala
1,88
2,01
2,00
2,00
1,94
2,10
1,95
2,06
2,13
2,08
2,07
1,90
1,89
2,04
2,00
1973
1975
1986
1975
1973
1975
1977
1986
1980
1974
1976
1986
1986
1986
1986
Giocatore
4
5
6
7
8
12
13
14
15
18
19
20
Paese orig.
MOTTOLA, HANNO
Finlandia
BASILE, GIANLUCA
Italia
MANCINELLI, STEFANO
Italia
BELINELLI, MARCO
Italia
SMODIS, MATJAZ
Slovenia
POZZECCO, GIANMARCO
Italia
VUJANIC, MILOS
Serb.-M.
VAN DEN SPIEGEL, THOMAS * Belgio
LORBEK, ERAZEM
Slovenia
GUYTON, ARTHUR JAMES
USA
PRATO, PATRICIO
Italia
DELFINO, CARLOS
Argentina
SANTILLI, PAOLO
Italia
CORTESE, RICCARDO
Italia
Allenatore: REPESA, JASMIN
Croatia
* infortunato
Ruolo
Peso
Età
Centro
Guardia
Ala
Guardia
Ala
Guardia
Guardia
Centro
Ala
Guardia
Guardia
Ala
Ala
Guardia
2,11
1,90
2,02
1,94
2,05
1,80
1,90
2,14
2,06
1,88
1,92
1,98
2,02
1,90
1976
1975
1983
1986
1979
1972
1980
1979
1984
1978
1979
1982
1984
1986
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PROGRAMMA GARE
Yad Elyiahu Arena - Tel Aviv
Giovedì 29 aprile 2004
Semifinali
ore 17,45
SKIPPER BOLOGNA - MONTEPASCHI SIENA
ore 20,30
CSKA MOSCA - MACCABI TEL AVIV
Sabato 1° maggio 2004
Finali
ore 17,45
Finale 3°/4° posto
ore 20,30
Finalissima
CSKA MOSCA
N.
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
20
21
Giocatore
PAPALOUKAS, THEODOROS
BROWN, MARCUS
PANOV, SERGEI
YUDIN, ANTON
TSINTSADZE, GEORGE
ZAVORUEV, VASSILY
HOLDEN, JOHN-ROBERT
VIALTSEV, EGOR
MONYA, SERGEY
KHRYAPA, VICTOR
SAVRASENKO, ALEKSEY
BASHMINOV, ALEXANDER
TURKCAN, MIRSAD
ALEXANDER, VICTOR
TARLAC, DRAGAN
SHABALKIN, NIKITA
Allenatore: IVKOVIC, DUSAN
Paese orig.
Ruolo
Peso
Età
Grecia
USA
Russia
Russia
Georgia
Russia
Russia
Russia
Russia
Ucraina
Grecia
Russia
Turchia
USA
Grecia
Russia
Guardia
Guardia
Ala
Guardia
Guardia
Guardia
Guardia
Guardia
Ala
Ala
Centro
Centro
Ala
Centro
Centro
Ala
1,99
1,91
2,02
1,97
1,93
1,95
1,85
1,90
2,02
2,05
2,17
2,11
2,06
2,08
2,11
2,03
1977
1974
1970
1972
1986
1987
1976
1985
1983
1982
1979
1978
1976
1969
1973
1986
MACCABI TEL AVIV
N.
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
33
Giocatore
BEN-CHIMOL, AVRAHAM
BASTON, MACEO
SHARP, DERRICK
VUJCIC, NIKOLA
PARKER, ANTHONY
SHELEF, GUR
BURSTEIN, TAL
HALPERIN, YOTAM
SAFFAR, YOAV
JASIKEVICIUS, SARUNAS
SUNDOV, BRUNO
THOMAS, DEON
BLUTHENTHAL, DAVID
NIR, JONATAN
SHIFFER, YEONATHAN
Allenatore: GERSHON, PINHAS
Paese orig.
Ruolo
Peso
Età
Israele
USA
Israele
Croatia
USA
Israele
Israele
Israele
Israele
Lituania
Croatia
Israele
USA
Israele
Israele
Guardia
Ala
Guardia
Centro
Guardia
Ala
Guardia
Guardia
Ala
Guardia
Centro
Ala
Ala
Ala
Ala
1,95
2,08
1,83
2,11
1,98
2,01
1,98
1,93
2,06
1,93
2,18
2,04
2,01
2,03
1,95
1985
1976
1971
1978
1975
1974
1980
1984
1975
1976
1980
1971
1980
1986
1987
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20
specialefinalfour
David Vanterpool
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Speciale FINALFOUR
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Un poker
specialefinalfour
SKIPPER BOLOGNA
MONTEPASCHI SIENA
Andrea Sbardellati "
Arrivare a giocare la seconda Final Four della propria storia alla seconda partecipazione rappresenta un
vero e proprio vanto della Montepaschi Mens Sana
Siena e denota l’ulteriore crescita della società guidata
da Ferdinando Minucci ancor di più nel ristrettissimo
novero delle migliori realtà cestistiche continentali. La
tempestiva scelta di Recalcati, appena il coach della
Nazionale aveva ottenuto il part time dalla Federazione, ha dato l’abbrivio alla costruzione di una squadra
concepita per primeggiare in Italia e, all’epoca, ad arrivare in alto nella Uleb Cup. Poi, le note vicissitudini
legate alla crisi economica della Virtus Bologna, hanno
visto la Mens Sana partecipare all’Eurolega. I mensanini facevano parte di un girone difficilissimo con le
attuali compagne di Final Four e lo Zalgiris Kaunas di
Sabonis che ha conteso fino all’ultimo secondo di gioco
il posto al Maccabi. Inizialmente la Montepaschi palesava difficoltà contro la fisicità delle altre squadre,
costringendo l’unico centro di ruolo Chiacig a fare gli
straordinari contro i pivot avversari, Poi, nel corso dei
mesi, questo “difetto di struttura” originario è stato
annullato dal prevalere della dinamicità delle ali forti
mensanine, che hanno trovato in Kakiouzis la massima
espressione del concetto del lungo che è pericolosissimo
anche dalla grande distanza, scombinando i piani
difensivi degli avversari. Un capolavoro tattico di Carlo
Recalcati e del suo staff di collaboratori Simone Pianigiani e Massimiliano Oldoini, che giorno dopo giorno,
hanno oliato tutti gli ingranaggi che nel momento topico della stagione si muovono con un sincronismo da
orologio svizzero. La dimensione europea di Thornton
e Vanterpool era tutta da verificare, visto che i due statunitensi mensanini erano alla prima esibizione continentale. Entrambi hanno risposto alla grande pur trovando nella prima fase le logiche problematiche legate
all’ambientamento. L’elemento in più che sarà ancora
una volta determinante nelle sfide decisive è il “cervello” della squadra Vbrica Stefanov, capace di fare girare tutto il meccanismo dettando i tempi per fare crescere il rendimento di tutti. Una riprova è la sincronia dei
movimenti dei lunghi senza palla, che si trovano come
per magia con il pallone in mano vicini al canestro sugli
sviluppi del miglior pick and roll.
I monelli di Jasmin Repesa hanno centrato un
grande obiettivo stagionale, costruendo il proprio cammino sulle imprese compiute nella prima fase, quando
sono stati capaci di violare i parquet di Tel Aviv e di
Mosca. Nelle Top 16 hanno sfruttato il girone non irresistibile, anche se sono stati costretti a vincere di un
punto ad Orthez con più di un batticuore per debellare
le velleità dell’Efes Pilsen Istanbul con cui erano in
svantaggio negli scontri diretti. Gianluca Basile è l’anima di questa squadra, dettando i tempi e tiri giusti nei
momenti giusti in un meccanismo che sfrutta la genialità di Vujanic e la fisicità di Delfino, entrambi in predicato di tentare nell’immediato futuro il salto nella
Nba. Smodis ha trovato un filotto importante, tirando
da due con oltre il sessanta percento e da tre con oltre il
quaranta percento in Eurolega, migliorando sensibilmente nell’applicazione difensiva. Il finlandese Mottola è un lungo atipico che, se in condizione, è bravissimo
a togliere i punti di riferimento ai colleghi di reparto
avversari. Il momento forse più spettacolare della Skipper è il gioco a due tra Pozzecco e Van del Spiegel, con
il centro belga, assente per infortunio nella Top 16, vero
fulmine in fatto di dinamicità. E’ da verificare il suo
stato di recupero per Tel Aviv. Repesa aveva inserito in
avvio di stagione stabilmente nelle rotazioni i giovanissimi Mancinelli e Belinelli, che, ultimamente, toccano
poco il parquet, togliendo forse un po’ di brillantezza
ed imprevedibilità alla Skipper che rappresenta
comunque un solido baluardo da affrontare con le
molle da parte della Montepaschi nella semifinale di Tel
Aviv del 29 aprile, giorno di Santa Caterina da Siena.
Speciale FINALFOUR
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di regine
per una corona
specialefinalfour
MACCABI TEL AVIV
Non poteva che essere presente alle Final Four
organizzate in casa, raggiunte solo grazie al tiro della
disperazione di Sharp che ha consentito al Maccabi di
giocare i supplementari contro lo Zalgiris Kaunas del
Re del Baltico Arvidas Sabonis, proprio nell’ultima
gara delle Top 16 disputata in Israele. E’ stata determinante la scelta del Pamesa Valencia di non prendere
l’aereo per Tel Aviv nel corso delle Top 16, subendo così
la sconfitta a tavolino per 20-0, uscendo così da tutti i
computi degli scarti canestro degli scontri diretti. Il
Maccabi rappresenta per tutto Israele il veicolo di promozione principale dello sport a cui prendono parte con
tanta forza tutte le componenti politiche e sociali del
paese, che vede nel basket il principale momento per
abbandonare i tristi pensieri della vita di tutti i giorni.
Fino all’ultimo la designazione di Tel Aviv per la Final
Four è stata in bilico, ma alla fine l’Uleb ha deciso di
confermare quanto deciso in precedenza. Un evento che
sarà seguito prevalentemente in chiave catodica, perché è assolutamente improponibile un esodo di massa
dei tifosi mensanini come avvenne lo scorso anno a Barcellona. Proprio dal Barcellona, il Maccabi ha prelevato l’uomo di riferimento del proprio organico: Sarunas
Jasikevicius, protagonista della conquista del successo
lo scorso anno proprio con le maglie Blaugrana. E’
straordinaria la propensione offensiva del Maccabi, ma
il suo tallone di Achille è senz’altro la svogliatezza spesso palesata in difesa. Non vogliamo pensare che personaggi del calibro di Anthony Parker, Vujcic,
Bluthenthal e compagni non sappiano difendere, ma
quello che si nota è la scarsa applicazione al sacrificio
difensivo che, a livello dei grandi appuntamenti come
le Final Four, potrebbe essere un fattore determinante.
CSKA MOSCA
La gloriosa Armata Rossa di Mosca si ripropone
alle Final Four come avvenne l’anno scorso a Barcellona. Ancora una volta dovranno esordire contro i padroni di casa. Nella formazione di coach Dusan Ivkovic c’è
l’ex Montepaschi Mirsad Turkcan, che in maglia biancoverde, dopo una buona stagione, incappò in una serata disastrosa proprio nel derby contro la Benetton.
Vorrà rifarsi sicuramente in questa occasione e i presupposti ci sono tutti, visto che ha chiuso la stagione con
la “doppia doppia” con rimbalzi e punti realizzati di
media secondo solo a Sabonis. Mosca ha una panchina
molto ben fornita e ha debellato nelle Top 16 il Tau
Vitoria che stava per giocare al Cska un brutto scherzo
nella gara di Mosca. Elemento dal grande potenziale
offensivo è Marcus Brown che, considerata la scorsa
stagione quando giocava nell’Efes Pilsen, ha un record
di 28 partite consecutive in doppia cifra in Eurolega.
Globalmente l’organizzazione di squadra del Cska è
molto completa con grande equilibrio nel gioco “dentro-fuori” e una buona applicazione in difesa grazie ai
centri che propongono una fisicità di ottimo livello.
Rispetto al Maccabi, suo avversario in semifinale, ha un
attacco di minor peso, ma, se il metro arbitrale glielo
consentirà, l’atletismo al limite del fallo in difesa
potrebbe mettere in serie difficoltà Tel Aviv. Rispetto
allo scorso anno il Cska ha accresciuto le proprie ambizioni, ma il fatto di giocare nella Nokia Arena rappresenta comunque un’incognita da considerare. C’è da
dire che, rispetto alle due formazioni italiane, Cska e
Maccabi possono senz’altro pensare di programmare il
lavoro fisico atletico dell’ultimo mese proprio finalizzato per le Final Four, non avendo particolari problemi
legati agli impegni ravvicinati e di grande impatto nei
propri campionati nazionali, che vinceranno a mani
basse a meno di cataclismi.
Speciale FINALFOUR
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specialefinalfour
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Scusate
il disturbo
A
llora è deciso: siamo a Tel Aviv a giocarci l’Eurolega! In barba a quanti ci volevano vittime
designate di un girone eliminatorio di ferro
prima e di top 16 d’acciaio dopo; alla faccia di chi ci
aveva dato irrimediabilmente esclusi dopo la sconfitta
in casa col Barcellona campione; a sommo scorno di
tutte quelle redazioni giornalistiche –specializzate e
non- che avevano già preparato statistiche e riquadri per celebrare l’approdo di due squadre italiane
in Terra Santa (controllare, please, Superbasket in
edicola il 14 aprile –articolo di Stefano Valenti –
“due italiane in EuroLega: Fortitudo –e sin qui
tutto OK- e…..BENETTON”…ma doooveeee???!!).
C’è la Mens Sana dei miracoli, signori cari!
Quella Mens Sana che, secondo l’ineffabile Bucchi, coach di Roma, avrebbe dovuto tirarsi da
parte perché “a Tel Aviv meritava di andarci
TREVISO!”; quella Mens Sana outsider poco
pronosticata dai grandi esperti di tutta Italia e di
mezza Europa cestistica che, dopo la nostra sconfitta in casa, si erano già messi in contatto con
l’organizzazione dei “colors” per ottenere
viaggi “di lavoro” nelle terre dei maccabei;
quella Mens Sana pochissimo considerata
(ahi ahi!!) dallo stesso Ettore Messina
che, nell’intervista del dopo sconfitta
di tre a Treviso, si lasciò andare a
disegnare un cammino ormai tutto
in discesa verso le sponde ebraiche:
“Nessuno più ci potrà dare fastidio
e si disturberanno fra di sé”- disse
il “supercoach” aggiustandosi per l’ennesima volta il
nodo della cravatta
davanti agli schermi di
Sky… e sembrava
quasi aver preparato
la valigia con gli
abiti leggeri!
Gli deve essere andata smarrita - e con lei tutto
il corredo buono
- perché dopo la
Antonio Tasso "
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Speciale FINALFOUR
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nostra qualificazione in terra ateniese si è lasciato
andare a considerazioni talmente fuori del seminato
tipiche di chi ha subito un torto o, appunto, ha smarrito il bagaglio già pronto per Tel Aviv: “La partita di
Siena con Atene doveva essere anticipata nell’orario
perché quando i greci hanno saputo che noi vincevamo
sono calati d’intensità etc etc”
E così, quell’Obradovic che fino al giorno prima,
sui giornali trevigiani e non, veniva descritto come uno
che non vuole mai perdere, nemmeno a rubamazzo,
diventava di colpo indiziato di …“combine”. Che altro
senso dare alle parole di Messina? Il Panathinaikos non
morde e lascia passare Siena.
O non era, Obradovic – l’ex allenatore di Trevisoquasi un supporter sempiterno della squadra “colorata”? O non aveva promesso di fare un piacere a tutta la
Marca Trevigiana dai Benetton all’ultimo tifoso di
Mogliano veneto?
Si resta male eh? Anche perché l’ultimo obbiettivo rimasto nel mirino è il Campionato e, molto probabilmente, la griglia dei play off passerà dalla partita
chiave di Siena del 25 aprile e noi, ai pluriscudettati
(ma mai vincenti in Eurolega) di Messina, un avvertimento glielo abbiamo già dato con quel “pesce” grosso
così che gli s’è rifilato il 1° aprile: a Siena non si passa!
Hai voglia ad aggiustarti il nodo!!
S
aremo in pochi, nell’Arena israeliana, col biancoverde al collo: non è semplice da quelle parti abbinare la passione per il basket al turismo in libertà!
Lo fu a Barcellona, l’anno scorso, quando senesi a
migliaia sciamavano per le ramblas ad ogni ora del giorno e della notte fraternizzando coi catalani davanti ad un
buon bicchiere con tante tapas da gustare; lo fu a Lione,
due anni fa, quando il popolo biancoverde invase le rues
della citta vecchia nella prima “migrazione” veramente
di massa condita dal primo trofeo continentale da appendere sotto le volte del Palasclavo…
Non lo sarà, purtroppo, sui lungomari senza fine
da Giaffa a Tel Aviv…
E sono proprio le profferte di estrema sicurezza,
tranquillità, tutela, da parte degli organizzatori quelle
che danno –a chi aveva anche una pur minima idea di
partire- lo spunto per restare a casa, sia pure col magone. Non si vede perché si debbano spendere fior di quattrini per due o tre giorni contornati dalla “sicurezza”,
guardati praticamente a vista, girellando su se stessi
“come la coda del maiale”… si perde quello che –per i
supporters almeno- dovrebbe essere lo spirito delle
Final Four: un’occasione di divertimento, tranquilla
baldoria, gioviale conoscenza fra patiti del basket, turisti, goduriosi dai quattro angoli d’Europa. Tutto quello che fu Barcellona, tutto quello che sarà –speriamoMosca 2005, tutto quello che non può essere Tel Aviv
2004!
Altro discorso per le Società finaliste, altra storia
anche per la nostra Beneamata: la sede era stabilita da
tempo, l’Uleb non transige su richieste di spostamenti:
ci siamo qualificati alla grande e alla grande, con la
dignità di una Società ormai maggiorenne conosciuta e
rispettata in tutta l’Europa dei canestri, si andrà portando in Terra Santa la tradizione ultracentenaria dello
sport Mensanino sotto lo scudo protettivo dei Tre Colli
montepaschini che, se da cinquecentotrentadue anni è
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riuscito a preservare la Banca e la Città da ogni genere
di attentato politico e/o economico sviando o respingendo le orde di terroristi “fedeli o infedeli” che dir si
voglia, di sicuro ci garantirà quantomeno lo svolgimento della missione cestistica.
Ma poi, alla fin fine (quasi la volpe e l’uva), l’impossibilità di tanti diversivi liberi, quel senso quasi di
clausura che circonderà la nostra “missione”, gli spostamenti e gli orari rigidamente predefiniti, convoglieranno tutte le energie biancoverdi solo ed esclusivamente sull’obbiettivo finale. Quel trofeo continentale che
pareva follia solo sognare e che invece ora, per consolare
tutti i senesi che ci aspetteranno al Palasclavo o…in
Piazza, vogliamo portare quassù per gustarcelo in santa
pace, emozione ed entusiasmo davanti ad una sporchettata gigante e boccali di Chianti invece che con un insipido “falafel” e succhi di pompelmo mediorientali.
Preparate i digestivi!
C
i saranno dirigenti di ogni parte d’Europa, ci
saranno le televisioni di ogni parte del mondo, si
scomoderà perfino la mitica NBA americana che
riprenderà le Finali in diretta, l’attenzione dei media
internazionali, sportivi e non, sarà incentrata -purtroppo anche per motivi extrasportivi- sulla “tre giorni” di
Tel Aviv, ci saranno i pezzi grossi del canestro, ci saranno gli arbitri più importanti del continente….
Mancheranno gli Italiani di Bologna Fortitudo e di
Siena Mens Sana….Per quella loro legittima, motivata,
rispettabilissima scelta su cui la Mens Sana non ha
nulla da sindacare o da aggiungere.
Mancheranno, naturalmente, gli arbitri italiani
–parlo di quelli di Eurolega- e me ne dispiace ma essendoci due squadre di qui ci dovremo accontentare di
greci, spagnoli, slavi, lituani e francesi… Peccato perché i nostri ci sanno fare, anche in campionato!
Mancheranno i cori classici delle tifoserie biancocelesti e biancoverdi: la sfida fra la mortadella ed il
panforte che si giocherà sul parquet israeliano non avrà
quel contorno di colore e di sfottò che meritava. Solo a
distanza Piazza del Campo e Piazza Maggiore si punzecchieranno e gli echi difficilmente varcheranno l’Appennino..
Ah, dimenticavo: mancheranno anche quelli
di…Treviso.
Ma non per loro scelta…
Siamo arrivati prima noi!
E ora, elmetto in testa e giubbotto indosso, tanti
saluti a tutti: guardateci in tivvù, vi divertirete comunque!
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Speciale FINALFOUR
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Dove le 'bombe'
non sono una tripla
Augusto Mattioli "
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U
na trasferta difficile per seguire la Mens
Sana alle Final Four. Tel Aviv è a poco più
di tre ore dall’Italia ma oggi è molto lontana dal nostro modo di vivere. Tutto sommato ancora in pace . In Israele, in Palestina come ce la raccontano i giornali o ci fanno vedere le immagini
della televisione si vive in una drammatica normalità. Dove spesso si contano morti, feriti, e ci
sono azioni di vera e propria guerra. Certo le Final
Four di basket sono “solo “una manifestazione
sportiva. Che però si carica anche di aspetti di
carattere politico. Perché probabilmente si vuol
dimostrare che anche in un luogo come Israele
(dove ogni giorno, quando si esce di casa, non si sa
se si torna), si possono comunque organizzare
questo genere di manifestazioni. Andare o
non andare? Un dilemma che molti tifosi
hanno risolto decidendo di restare a Siena
dopo aver criticato duramente la decisione
di far svolgere la manifestazione a Tel Aviv.
Anche perché il fatto di trovarsi in un paese
comunque in emergenza certamente non
stimola ad avere lo spirito per fare tutto
quello che è stato fatto lo scorso anno a
Barcellona. Quando i 2550 senesi passeggiavano liberamente per le Ramblas, si
incontravano in amicizia con altri tifosi,
facevano comunque festa . No, Tel Aviv
non sarà affatto come Barcellona. E non
potrà esserlo. Anche perché i tifosi
senesi che hanno deciso di andare
comunque, (spendendo almeno un
migliaio di euro) non pensando
ai possibili rischi che possono
essere sempre presenti in questo
genere di trasferta, si guarderanno bene dall’andare in giro per
Tel Aviv preferendo stare in
albergo quando non ci sono le
partite, e sul quale, c’è da giurare, ci saranno forti misure di
sicurezza. Quelle misure alle
quali del resto ogni persona che
sbarca all’aeroporto di Tel Aviv è
sottoposta. Le valigie vengono
passate ai raggi x, e se qualcosa
non convince vengono completamente aperte da giovani addetti
molto efficienti per ulteriori controlli. Le persone vengono fatte passare da una
metal detector, a qualcuno si fanno anche togliere
le scarpe e anche le cinture dei pantaloni. Gli stessi computer vengono aperti e viene chiesto di chi è
e da quanto è stato utilizzato. Controlli che vengono ripetuti anche al ritorno. E in questo caso, se
qualcuno ha un ricordo del viaggio, viene chiesto
se si tratta di un regalo (il che farebbe scattare controlli ancora più intensi) o soltanto di un acquisto.
Insomma accertamenti incessanti e molto precisi
che dovrebbero servire a non fare passare niente
di pericoloso. Indubbiamente l’aeroporto di Tel
Aviv sembra un posto molto sicuro. Difficile cre-
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dere, vista la situazione attuale, per i tifosi senesi
o per quelli delle altre squadre che arriveranno,
che ci sarà un’attenuazione dei controlli. Le misure sulla sicurezza all’aeroporto sono l’antipasto di
quelle che si trovano quando ci si muove fuori, nel
paese. Nei territori che dovrebbero essere dei palestinesi (e che dovrebbe essere governati dall’Autorità palestinese, il cui ruolo di governo sembra solo
una finzione), in realtà la presenza israeliana è
costante anche perché occorre difendere gli insediamenti dei coloni che costituiscono uno dei
motivi di maggior contrasto delle due parti in conflitto. Per i palestinesi quindi è difficile muoversi
liberamente da un posto all’altro senza incappare
in qualche posto di blocco israeliano sia fisso sia
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volante. E a creare altre tensioni c’è poi quel muro
che il governo israeliano sta realizzando anche nei
territori che dovrebbero essere dei palestinesi,
sostenendo che si tratta per difendere la loro sicurezza. Un muro che in realtà ha alimentato e alimenta altre forti tensioni che possono scoppiare
improvvisamente. Senza dimenticare i molti che
ancora vivono nei campi dove si vive in condizioni difficilissime. Dove i giovani, soprattutto, sembrano non avere speranze di un futuro normale.
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Cartoline da Israele
pagina precedente: la costruzione
del ‘muro’; filospinato lungo una strada;
il muro del pianto a Gerusalemme
a fianco: scene da Tel Aviv - controlli
all’aeroporto; viaggiatori in transito;
un giornalista americano ferito
(foto di Augusto Mattioli)
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Barbara Cerretani "
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’ opinione diffusa che nello
sport la difficoltà maggiore
non sia vincere ma ripetersi ed a questo proposito la Mens Sana degli ultimi
due anni sembra abbattere qualsiasi massima un po’ troppo azzardata! Ebbene sì, almeno una volta ognuno di noi tifosi
si è chiesto quanto avrebbe dovuto aspettare prima di vedere i
biancoverdi ancora protagonisti di una Final Four della massima
competizione continentale, ma l’attesa è stata quanto mai breve:
è passato solo un anno dal fantastico epilogo di Eurolega a Barcellona, che la squadra si appresta già a prender parte alla sua
seconda fase finale consecutiva su due partecipazioni, un record
storico assoluto che consacra definitivamente Siena fra le squadre più forti d’Europa.
Una soddisfazione grandissima, impossibile da descrivere a
parole soprattutto se pensiamo che in estate la nostra partecipazione non è stata confermata fino all’ultimo momento ma l’esclusione della Virtus Bologna, che avrebbe partecipato in nome
del vecchio contratto di acquisizione dei diritti per tre anni (alla
faccia della sportività…), ha aperto a Chiacig e Co. il sipario del
palcoscenico più in vista a livello continentale del quale peraltro
ci sentivamo ormai parte integrante, e non in virtù di una firma
nero su bianco ma per diritto sportivo, dopo essere stati fra i protagonisti della passata edizione.
Tra una smentita, una conferma, ed un’altra smentita
siamo arrivati così all’ufficializzazione della presenza della Mens
Sana come ventiquattresima stella dell’Eurolega 2003/04,
rinunciando così alla Coppa Uleb ed al girone di qualificazione
nel quale i biancoverdi erano stati inseriti: a tal proposito sarebbe interessante chiedere in questo momento, a coloro che allora
dichiararono di preferire la partecipazione a quella coppa perché
“più a portata di vittoria”, se la pensano ancora allo stesso modo
o se finalmente si sono convinti che il fascino delle sfide contro le
formazioni più forti d’Europa e le vittorie contro squadre che
hanno fatto la storia di questo sport non reggono paragoni con
nessun’altra competizione europea per club.
Coach Recalcati non ha mai nascosto di tenere in particolare considerazione e come obiettivo primario il campionato italiano, ma non facendo mistero che il giusto approccio alle partite infrasettimanali potesse giovare sia a livello mentale che fisico
anche in vista degli impegni domenicali, si è creato il giusto ordine di priorità che ha permesso la prosecuzione senza troppi patemi in coppa. Grazie a tutto
ciò e per mano di un gruppo di giocatori come pochi
altri, la Mens Sana si è resa
protagonista di una fantastica cavalcata fino al tetto
d’Europa a dispetto di
compagini fortissime, con
organici apparentemente
più organizzati del nostro
ma che pian piano sono
state costrette ad abbandonare il palcoscenico.
Impossibile quindi, non
rendere onore al merito dei
nostri biancoverdi creditori, fino a questo momento, nei confronti
della dea bendata che certo non ha dato una mano fin dal primo
sorteggio, quello della prima fase, che affiancò ai senesi niente
meno che il Cska Mosca dell’ex Turkcan, poi battuto nella gara
di ritorno al Palasclavo; il Maccabi Tel Aviv, candidata numero
uno alla vittoria finale; la Fortitudo per il derby italiano, il
Panathinaikos, lo Zalgiris di Sabonis sconfitto sia a Siena che a
domicilio, l’Unicaja Malaga ed il Krka Novo Mesto. Davanti ad
un girone così impegnativo, c’era di che preoccuparsi ma il rendimento è stato superiore a qualsiasi aspettativa ed il primo traguardo, cioè il raggiungimento delle Top16, si è concretizzato
grazie ad un positivo bilancio di 7 vittorie e 7 sconfitte che ci ha
proiettato al quarto posto del girone, verso un secondo sorteggio
non più benevolo del primo ma che ha reso la marcia di avvicinamento a Tel Aviv se possibile ancora più entusiasmante.
Alzi la mano chi avrebbe scommesso sulla Mens Sana nell’ambito dell’ormai famoso girone F, girone che per ammissione di
molti addetti ai lavori, passerà alla storia come il più combattuto
degli ultimi anni, girone in cui ad una sola giornata dalla fine si
“rischiava” addirittura l’arrivo a pari punti delle quattro contendenti, Montepaschi, Barcellona, Benetton e Panathinaikos: se l’esordio dei ragazzi di Recalcati in casa contro il Barça campione in
carica era stato sfortunato ed al di sotto delle aspettative, la seconda partita a Siena contro i greci ed il largo scarto in favore dei biancoverdi avevano preannunciato una sfida serrata fino alla fine
come realmente è stato. La svolta è avvenuta nella fase di ritorno
quando, dopo aver contenuto il passivo sul parquet di Treviso, i
nostri hanno inanellato la striscia ammazza-grandi di tre vittorie
consecutive: sono capitolati nell’ordine gli azulgrana in casa propria, la Benetton di un finalmente incredulo Messina uscita dal
Palasclavo con il tabellone che scriveva 80 a 64, ed infine i greci
del Pana nella partita decisiva per la Mens Sana che stacca così il
biglietto per la Final Four rendendo inutile l’ultima vittoria trevigiana. La differenza canestri ci consegna il pass per la fase finale
in Israele ed i tifosi sentono già, e a ragione per giunta, la voglia di
festeggiare per un risultato che ci proietta nella storia.
Non ci soffermiamo sulla sciagurata scelta, da parte dell’Uleb, della sede per la fase finale e su tutte le problematiche che
tale scelta ha determinato perchè abbiamo già avuto modo di
parlarne in passato, resta comunque il nome di Siena fra le quattro squadre più forti d’Europa ed alla luce di tutto questo non
possiamo che essere fieri dei nostri giocatori, abbiamo eliminato
le tanto temute squadre
che avevano fatto sentire i
brividi ai tifosi senesi in
occasione dei sorteggi e
questo non può che essere
motivo di ulteriore orgoglio!
Adesso andiamo a
giocarci, senza pressione e
consci finalmente della
nostra forza, un derby italiano davvero bellissimo
in semifinale. E se è vero
che la fortuna aiuta gli
audaci…
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E
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’ opinione comune che i miracoli siano tali proprio perché non si ripetono. La storia, al contrario, a volte ritorna con le stesse sembianze nelle
quali si è apprezzata o disprezzata portando con sé quel
contorno di emozioni alte e profonde, capaci di segnare la memoria di chi ha avuto la fortuna o la sventura
di viverle. Vivaddio lo sport è storia sovente lieta: la
delusione o l’apoteosi fanno parte del gioco, ma non
inficiano – a parte alcuni nefandi accaduti che ben poco
si addicono alla materia – i contorni di un evento. Proprio quando il miracolo e la storia riescono perfettamente a coincidere, il mondo dello sport scrive pagine
indelebili. Ed è a questa voce che deve catalogarsi
un’altra grande impresa della Siena dei canestri, per la
seconda volta consecutiva approdata alle Final – Four
di Eurolega, grazie alle gesta della Montepaschi. Un
“bis” nato quasi per caso, dunque tanto spettacolare
nella sua imprevedibilità, quanto perfettamente inserito nella continuità sportiva perseguita con ostinazione
ed impegno, insieme all’autorevole sostegno di uno
sponsor di grande spessore, sempre più parte integrante di un’ambiziosa crescita.
Un ritorno tra le magnifiche quattro d’Europa, firmato Carlo Recalcati e i suoi ragazzi; grandi a calarsi
con la giusta umiltà in una “vetrina”, com’è la massima competizione cestistica continentale -, dove non
sembrava esserci spazio per i biancoverdi, inizialmente
inseriti tra le formazioni chiamate a disputare l’ ”Uleb
Cup”, solo lontana parente dell’Eurolega: non solo per
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visibilità mediatica, ma soprattutto per tasso tecnico e
blasone delle contendenti. Le vicissitudini estive sono a
tutti note: la sparizione della Virtus Bologna dal palcoscenico della serie A1, ha aperto le porte dell’Eurolega
alla Mens Sana. Ma attenti a non commettere l’errore,
affidandosi a considerazioni affrettate, di sminuire in
un certo qual modo il capolavoro mensanino: se è vero
infatti che Siena ha avuto l’ammissione anche in virtù
delle disavventure felsinee, è altrettanto innegabile che
la Montepaschi abbia saputo dimostrare, attraverso un
cammino segnato da serate epocali, di meritare legittimamente il “pass” per giocarsi il trono continentale.
Adesso, tra la curiosità degli sportivi e l’attesa di un
evento tutto da gustare, i paragoni con l’esordio dello
scorso anno sono fin troppo scontati. Guardando un po’
più in là però, viene da rilevare un’altra grande “scommessa” che Ferdinando Minucci e Carlo Recalcati possono dire di aver già vinto: quella giocata sulla solidità
e sul valore del gruppo. Perdute le magie di Ford e la
discontinuità del genio Turckan, le “sirene” dell’Eurolega avrebbero potuto spingere lo stato maggiore mensanino, a cercare qualche altro “grande colpo”, l’uomo
in più o il “fenomeno”del momento. Niente di tutto
questo e, contro ogni previsione, (proprio come ci insegna il bello dello sport), la Mens Sana, vola in Israele.
Tel Aviv, la sede scelta per le Final - Four, è forse la “stonatura” più evidente e la differenza più marcata rispetto all’avventura vissuta in Catalogna. Le incertezze sui
fragilissimi equilibri politico - istituzionali del panora-
La forza di una scommessa
Francesco Vannoni "
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ma mediorientale, pendono come fattore di rischio sulla
manifestazione, suscitano timori in ordine alla sicurezza, scoraggiando di fatto l’esodo di tantissimi appassionati verso l’impianto del Maccabi che ospita la Kermesse. Quello mensanino sarà, a differenza di un anno
fa, l’unico biancoverde presente. La qualificazione
della squadra di Recalcati ha comportato l’uscita di
scena della Benetton. L’eliminazione dei trevigiani è
avvenuta proprio per mano senese, prima con una prestazione maiuscola sul parquet del Palasclavo nel
match di ritorno delle “Top 16”, e successivamente grazie alla vittoria della Montepaschi nella “tana” del
Panatinaikos, risultato che ha vanificato l’affermazione dei veneti, proprio contro il Barcellona campione
uscente, al cospetto del quale la Mens Sana ha saputo
imporsi con grande maturità, ponendo un tassello
importante nel cammino che giunge all’insperato, ma
affascinante culmine.
La rappresentanza italiana ricalca, almeno nei
numeri, quella dello scorso anno. Sono ancora due le
formazioni “nostrane” approdate all’ultima fase del
torneo, e insieme alla Montepaschi trova posto la Skipper. Diversi i protagonisti, almeno in parte, stessa la
rappresentazione: la prima semifinale sarà tutta italiana. Un “derby” già visto anche nella prima fase della
competizione e che si ripresenta con molteplici chiavi di
lettura: da un copione che si ripete, alla certezza di una
finalista; da un confronto pieno zeppo di talenti, all’infinita contesa tra due grandi squadre che si troveranno
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a disputarsi nei play-off anche il tricolore. Incrociare la
strada di autentiche corazzate come il Maccabi, il
CSKA e la stessa Skipper, è per Siena sì motivo di orgoglio, ma anche una legittimazione di indiscussa credibilità internazionale, riconosciuta per storia patria e
tradizioni secolari, oggi confermata a pieno titolo anche
in ambito sportivo. L’appetito vien mangiando: c’è la
voglia di aggiungere, alla già prestigiosa partecipazione, qualcosa in più nella speranza, magari, di “disturbare”…forse sovvertendo i pronostici, comunque
dimostrando di esserci.
Del resto da queste parti, imparando a “venir
senza pretese”…., ci siamo abituati a sperare nelle sorprese, proprio grazie ai capricci della sorte che auspichiamo voglia esserci, per quanto possibile, benevola.
La storia cammina, molto più spesso di quanto si pensi,
anche a braccetto col fato. Ma trascurando la complicazione di certi accostamenti, sia come sia - lunga e gloriosa fino al sogno proibito, breve e sofferta, sfortunatamente interrotta poco prima del traguardo- questa è
comunque una storia che ci piace. Una città ne fa di
nuovo parte, con quel pizzico di patrimonio in più chiamato esperienza. Ovviamente sarà il campo a dare i
suoi responsi, ma ritrovarsi ancora tra le pretendenti ad
un titolo come l’Eurolega, semplicemente impensabile
fino a pochi anni fa, qualcosa vorrà pur dire. Se poi la
storia e i miracoli dovessero (e volessero!) camminare
insieme...chissà.
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In vetrina
anche il futuro
della MPS
L
a Mens Sana al Nokia Arena di Tel Aviv non sarà
rappresentata solamente dalla “Charlie’s Band;
oltre ai vari Chiaccio, Kakio, Jack, Minda,
Dusan, Bootsie, ai due David e Vibrica ci saranno all’
Arena più contestata del mondo altri protagonisti senesi, i nostri Juniores, i vari Marino, Vitali, Cavallaro,
Scarponi, Da Tome, Lechthaler, Tagliabue ecc. Infatti
anche quest’ anno, come a Barcellona, in concomitanLechthaler za delle Final Four di Eurolega, il comitato organizzaa rimbalzo
tore dell’ Uleb ha inserito un torneo juniores internazionale; anche quest’ anno,
come nella passata edizione, alcuni dei
migliori prospetti europei si confronteranno e si metteranno in bella mostra in occasione della vetrina più importante del vecchio continente. Nell’ Eurolega dei
giovani, a differenza della passata stagione, l’ Italia del basket sarà giustamente
rappresentata ed a farlo sarà proprio la
Montepaschi Mens Sana. Giusto riconoscimento alla nostra società che oltre ad
investire risorse finanziare ed umane nel
settore dei giovani, è anche detentrice del
titolo nazionale Cadetti, vincitrice del
Trofeo Under 20 di Coppa Italia e recentemente vincitrice del prestigioso Torneo Internazionale di Cholet in
Francia.
Lasciando da parte le polemiche o, per meglio
dire, le giuste osservazioni che seguirono nella passata
stagione la “non chiamata” di una squadra italiana alla
manifestazione, è doveroso sottolineare il successo che
l’ iniziativa ebbe alla sua prima edizione.
L’ impianto secondario del Sant Jordi di BarcelloStefano Fini "
na risultò clamorosamente insufficiente, anche se dotato di tribune supplementari, in occasione della finale
fra Zalgiris Kaunas e Maccabi Tel Aviv. L’ ottimo livello dei valori espressi dalle squadre partecipanti, l’ elevato numero di presenza di pubblico e l’ interesse dei
media saranno stati frutto di quella magnifica “aria
barcellonese” che respiravamo ovunque ? Tutto quanto sarà ripetibile a Tel Aviv ? Il Nokia Arena, o qualunque altro impianto che ospiterà l’ evento, ci offrirà
talenti come quelli visti al Sant Jordi? Ci sarà un
Omerhodzic, atletica ala forte del Cibona, od un Alijevas, guardia immarcabile del Zalgiris?
Questi sono alcuni degli interrogativi cha fanno da
premessa a questo evento significativo per il basket giovanile. Interrogativi che non sono da riferirsi all’ evento sportivo in se stesso, utile ed interessante, quanto al
luogo dove questo si svolge ed al momento storico in cui
questo avviene. Lo sport in generale ed anche il basket
in particolare rientra in un contesto di logiche “finanziarie”, di “mercato”, di “immagine” che, molte volte,
possono travalicare altri valori; certo è che dispiace in
pò vedere queste logiche coinvolgere anche il movimento giovanile. Tuttavia, se di dubbi parliamo, ci
sembra anche giusto affermare che gli eventi sportivi
devono avere un “iter” differenziato da quello politico
e devono essere di esempio a quest’ ultimo. Quindi a Tel
Aviv ci saranno anche gli juniores della Mens Sana
pronti a paragonarsi, a confrontarsi, con alcuni dei pari
età (1986-1987) più forti del continente. Le squadre
che parteciperanno a questo torneo internazionale oltre
alla Montepaschi Siena saranno il Zalgiris Kaunas, vincitrice della passata edizione, il Maccabi Tel Aviv, finalista a Barcellona, il Reflex Zeleznik di Belgrado, il
CSKA di Mosca e l’ Apoel di Gerusalemme. Le realtà
rappresentate sono le più significative nel contesto del
movimento cestistico europeo. Dalla Lituania in generale e da Kaunas in particolare escono una miriade di
talenti, dal memorabile Sabonis al giovanissimo Kleiza, ala grande da molti considerato il “Barkley lituano”
attualmente in USA (Missuri). Il Zalgiris porterà a Tel
Aviv il suo gioiellino Andriuskevicius, già ammirato a
Forlì in occasione del Trofeo Under 20 . Il CSKA sarà
una vera corazzata dato che ha reclutato tutto il meglio
del movimento giovanile russo; tutti atleti oltre i due
metri fra cui anche il figlio del mitico pivot russo, il più
alto del mondo (2,23 mt.) negli anni ‘80, Pkachenko.
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Della squadra moscovita vorremmo anche ricordare il
play Vialtsev, il georgiano Tsintsade ed il centro Likhodei. Il Maccabi si avvarrà del geniale Hirsh, mancino
play-maker, mentre il Zeleznik di Belgrado, Campione
Europeo Cadetti 2003, porterà la classica ciliegina
sulla torta, ovvero il giovane ‘87 più interessante di
tutta Europa, l’ esterno - ala di 2,09 mt. Nemanja Aleksandrov ; insieme a lui un altro prospetto di indiscusso
valore, l’ ala-forte (2,07 mt.) Dragan Labovic.
Sarà un bel confrontarsi per la granitica e ben
assortita compagine senese guidata da Simone Pianigiani. I nostri Juniores, dopo aver dimostrato la loro
forza nel contesto delle maggiori realtà cestistiche dell’
Europa occidentale, si trovano a doversi misurare con
quelle realtà storiche del basket continentale che da
sempre sono state le forze dominati del movimento,
Yugoslavia, Russia, Lituania.
Datome in schiacciata
e la formazione Juniores biancoverde
guidata da Simone Pianigiani (foto sotto)
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Vrbica Stefanov
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