Pontemilvio - Immediately

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Pontemilvio - Immediately
Anno III n. 24 Maggio 2011
Pontemilvio
23° Festival del Fitness
e Mondo Fitness
Roma Nord Capitale
dell’estate in movimento
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Via Abruzzi, 2 - 00187 Roma
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Sommario
8
Copertina
12 Intervista
16 Lex
18 Intervista
22 Fisco & the city
24 Mostra
26 Sport
28 Il libro del mese
29 Eventi
30 Make up
34 Psicologia
36 Mostra
40 Cultura
44 Gusto
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48 Roma News
49 Eventi romani
50 Benessere
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30
44
50
Ponte Milvio
Anno III n. 24 - Maggio 2011
Autorizzazione del Tribunale di Roma
n. 124/2008 del 21 - 3 - 2008
n. iscrizione al ROC 17682 del 27-11-08
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Chiuso in redazione il 2 Maggio 2011
Ideazione e realizzazione
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Arti Grafiche Agostini s.r.l. - Roma
La responsabilità degli articoli è dei singoli autori. La collaborazione a questo periodico è del tutto gratuita e non retribuita
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Immediately
strategies Revolution
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• gestione eventi
• creativita’
• servizi di editing
• comunicazione sportiva
liberi di creare
Immediately elabora ed attua strategie di comunicazione per aziende; individua o, se necessario, crea l'evento
più adatto per ottenere visibilità; gestisce i rapporti con i Media; elabora e realizza prodotti editoriali.
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INFORMAZIONE
e SALUTE 74
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copertina
23° Festival del Fitness
dal 2 al 5 Giugno Roma Capitale
del Fitness: un lungo weekend da
vivere tutti in tuta
A
l Festival tutto
fa tendenza: le
novità,
gli
show, i personaggi e le mode dell'evento
di fitness più
prestigioso al
mondo. Dal 2 al 5 giugno, grazie all’impulso del Comune di Roma, che tre
anni fa volle fortemente il Festival del
Fitness nella Capitale e grazie alla disponibilità e collaborazione di Coni Servizi S.p.A., la rassegna cresciuta e maturata a Rimini, passata per Firenze e
due anni fa sbarcata nella Capitale, rinnova la sua collocazione ideale nel pre-
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stigioso e affascinante scenario del Foro Italico, con i suoi impianti conosciuti in tutto il mondo per funzionalità operativa, inconfondibile fascino architettonico e unica, spettacolare sede nella fantastica cornice naturale della collina di Monte Mario, ideale palcoscenico per gli appassionati dello sport all’aria aperta. Sarà di 40.000 mq lo spazio che il 23° Festival del Fitness utilizzerà per ospitare i 250.000 appassionati, nell'ambito di quella splendida
struttura del Foro Italico, collocato nel
cuore di Roma.
4 giorni di divertimento puro. Un lungo weekend dedicato alla gente attiva,
oltre 500 giornalisti accreditati, 70 Na-
copertina
zioni, 8500 tra trainers e atleti, almeno
10.000 partecipanti al 1km Fitness Challenge, 2 Piscine, 10 palchi, 4 tatami, 3
ring, 30 treadmill, 18 stationary bike, 500
bikes per l'indoor cycling, 200 Bosu, 1000
step, 10 Federazioni e le maggiori 4 Associazioni Sportive coinvolte, 400.000 copie del programma ufficiale distribuite
in 6300 Centri Fitness e scuole di Danza,
3.000.000 di discount coupon. Per il
23°anno, sin dal 1989, il Festival del Fitness, si conferma il più prestigioso evento
di fitness al mondo, una straordinaria
vetrina dello sport per tutti.
Una indiscussa leadership mondiale
Proseguendo una strategia che è iniziata fin dalla prima edizione nel 1989 (la
formula del Festival, inventata 23 anni
fa sulla spiaggia di Santa Monica in California, nella sua assoluta semplicità, è
la principale ragione del successo del Festival) e che ne ha determinato una indiscussa leadership mondiale, sarà questa ventitreesima edizione un mix perfetto di interattività e spettacolo.
Ed il Foro Italico, dopo la prima felice esperienza, sarà, per il secondo anno consecutivo, la sede più bella che il Festival
avrebbe potuto trovare! Grande è lo
sforzo e la concentrazione degli organizzatori per presentare un cast di i-
struttori a livello mondiale ed un programma di eventi-spettacolo che faccia
divertire tutti, appassionati e appassionate, coloro che sperano di diventarlo,
o solo curiosi. Il Festival uno dei maggiori eventi al mondo legati allo sport e
alla sua promozione e diffusione. Durante questi ventitre anni, il Festival, con
la sua formula interattiva che ne fa evento unico ed originale, è stato uno
specchio fedele dell’evoluzione del fitness: dall’essere, negli anni 80, un fatto
prevalentemente muscolare è passato,
oggi, a costituire un vero e proprio stile
di vita per milioni e milioni di persone
nel mondo (9.000.000 in Italia, secondo
recenti dati ISTAT). Insomma un fenomeno sociale più importante di questo
ventunesimo secolo e ciò per la combinazione di due fattori di fondamentale
importanza: il movimento e l’alimentazione corretta, che sono alla base della
prevenzione e della cura di tantissime
malattie anche quelle di particolare gravità e coinvolge un target amplissimo,
dai bambini alle persone più grandi. Il
Festival del Fitness costituisce, a livello
internazionale, la principale occasione
per conoscere e sperimentare direttamente le discipline sportive, sia nuove
che tradizionali, con l’opportunità di as-
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sistere dal vivo a manifestazioni sportive dimostrative ed agonistiche. Ha inoltre l’obiettivo di agevolare l’interazione tra tutte le attività connesse allo
sport ed è sede di aggiornamento, specializzazione e perfezionamento per gli
istruttori delle varie discipline sportive.
E’ un evento che favorisce anche l’integrazione tra i popoli; un vero e proprio
happening “mappamondo”, che celebra la multietnicità dello sport .
Gli eventi e le attività in programma
1km Fitness Challege, Fitness Open, Ae-
robica Stellare, Pilates Arena, Indoor Cycling, Aqualand, Venice Muscle Gym,
Parkour, Free Climbing, Beach Volley,
BeachTennis, Badminton, Basket Play
Ground, In-Line Skating, Beach Rugby,
Car Pushing, Calcio Balilla Village, Salsa
Global Circuit, Hip Hop Festival, Muscle
Mania, Arti Marziali, Running, Walking,
la Spa del Festival, Miss Fitness International, University Fitness Open, Pole
Dance, Mountain 4 People, Living Right
Obstacles Course, Sepulveda Sport & Fitness Temporary Market.
Orario: Tutti i giorni 10:00-23:00
Costo biglietto: 1° giorno 15 euro;
2°-3°-4° 25 euro (abbonamento)
Registrandosi sul sito,
inoltre, si potrà scaricare lo
"special ticket" che consentirà
l'ingresso giornaliero a 10 euro.
Organizzazione: For Active People
Telefono: 075 5996062
Fax: 075 5090930
E-mail: [email protected]
Web: www.fitfestival.com
In primo piano
tempo impiegato. La classifica finale verrà pubblicata su
www.fitfestival.com.
1° Trofeo Ponte Milvio Magazine
Una nuova sfida coinvolgerà le palestre romane: coppie formate da un ciclista ed un podista, in rappresentanza delle palestre invitate, si sfideranno nella prima edizione dei FITNESS
GAMES – TROFEO PONTE MILVIO MAGAZINE: ogni coppia dovrà affrontare una gara a staffetta composta da una frazione
di corsa su tapis roulant ed una di ciclismo su cyclette. Sempre
seguendo lo stesso schema di gara, il 4 giugno si affronteranno anche i Circoli romani partecipanti al PRIMO TROFEO DEI
CIRCOLI – FITNESS GAMES.
Main Stage e Stage One
Nei suoi vent’anni di storia , il Festival del Fitness ha presentato tutti i più grandi istruttori internazionali, che sono saliti sul
palco principale ed hanno presentato, di volta in volta, le ultime novità dell’aerobica in tutte le sue evoluzioni. Sono nomi
ormai entrati nella storia del fitness moderno: Tamilee Webb,
Karen Voight (sorella di Angelina Jolie), Scott Cole, Madeleine
Lewis, Jeff Vandiver, Chet Vienne, Kari Andersen, Marc Montemerlo, Beto, Keli Roberts, Jeff Costa, Madonna Grimes, Michael Holijade, Gene Miller (che ha inventato lo step), Jonny G
(il guru dello spinning). Quest’anno, sul Main Stage e su Stage
One del 23° Festival del Fitness, dal Giovedì alla Domenica, in
situazione di no-stop, l’Organizzazione inviterà da ogni parte
del mondo quelli che sono oggi considerati i migliori istruttori al mondo: una vera e propria parata di stelle per un doveroso e rispettoso tributo alla Capitale.
Scherma, Ginnastica, Pugilato e tutto il mondo delle arti marziali
4 giorni di sport, in pieno stile Festival, con un giusto mix di
spettacolo, esibizioni e pratica sportiva, grazie alla collaborazione delle più importanti Federazioni Sportive Italiane.
1km Fitness Challenge
L'evento si pone l'obbiettivo anzi la missione, di far correre
1km a quante più persone possibili, di ogni età e sesso. La missione entra nella sfera del sociale perchè costituisce una forte
motivazione a correre anche a chi non ha mai praticato il running. Considerando che “1Km Fitness Challenge” avrà luogo
anche in numerosi centri fitness in tutta Italia, ma anche in importanti centri commerciali, saranno più di centomila i “runners” che parteciperanno alla performance. Una classifica unica sarà determinata dal tempo impiegato da ciascun concorrente. A tutti i partecipanti, con il contributo degli sponsor,
verrà consegnato un pacco gara, come è tradizione in ogni
grande evento di running nel mondo. Ad ognuno dei concorrenti verrà poi rilasciato un certificato di partecipazione con il
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Pilates Arena
Non c’è dubbio che un altro assoluto protagonista del Festival
sarà il Pilates: alla “Pilates Arena” tutte le più importanti scuole internazionali di pilates che operano in Italia presenteranno i loro sistemi ed i loro programmi. Un evento straordinario
che attirerà migliaia di appassionate ed appassionati di questa disciplina ormai seguita da milioni di praticanti in tutte le
palestre del mondo. Quattro giorni di workshop con insegnanti
di fama internazionale. Un’occasione unica per conoscere le
migliori scuole presenti in Italia! Un appuntamento imperdibile con presentatori internazionali, nella splendida cornice del
Foro Italico in una meravigliosa struttura, dotata di ogni confort,
insonorizzata, nel pieno rispetto delle attività. Un’opportunità
Due importanti novità
per il 2011: il 1° trofeo Ponte
Milvio e lo school fitness
Tra le tante novità di quest’anno il
Festival del Fitness dedicherà grande attenzione ai giovanissimi attraverso gli school fitness. Fortemente
voluto ed appoggiato dal vice-presidente del Municipio XX Marco
Perina, il progetto coinvolgerà gli
studenti in attività a loro dedicate
come Scherma, beach volley, calcio
balilla, ping pong, arrampicata, arti
marziali. Un modo divertente attraverso il quale approcciare il mondo
dello sport che conferma l’importanza sociale dell’attività motoria e
della socializzazione. Ma quest’anno il Festival ospiterà anche la prima
edizione dei Fitness Games, competizione organizzata in collaborazione con la società Immediately che
vedrà protagonisti i Circoli Romani e
unica di partecipare a workshop con insegnanti di fama internazionale e scoprire come oggi viene proposto il metodo Pilates nel mondo e in Italia. In collaborazione con Valsoia.
Infoline per prenotazioni ed informazioni: tel +39 338 7500649;
mail: [email protected].
Salsa Global
Si rinnova il binomio tra il Festival del Fitness e tutto il mondo latino. Saranno protagonisti i migliori maestri e artisti del
panorama internazionale. L' 8° edizione del Salsa Global sarà
un villaggio globale, pieno di energia, dove l'allenamento si
fonde con il divertimento, dove il giorno lascerà spazio alla
notte, per celebrare tutti insieme il fascino delle serate romane, con esibizioni, spettacoli, musica dal vivo, concerti.
Sarà l'occasione giusta per approfondire argomenti e studiare insieme a un cast artistico di fama mondiale. Nel programma, stage di ballo per tutti i livelli: principiante, intermedio, intermedio/avanzato, avanzato. Salsa Cubana, Salsa
Portoricana, Son Cubano, Los Angeles Style, Rumba, New
York Style, Folklore Cubano, Gestualità Maschile e Femminile, Reggaeton. Per prenotazioni e informazioni rivolgersi a:
[email protected].
8° Fitness Open
2km sul tapis roulant; 5km sulla stationary bike. Un tempo
finale che poi determina la classifica. Categorie: Maschile,
femminile e a squadre. L'evento, diventato tradizione al Festival, si pone l'obbiettivo di creare un ponte tra lo sport ed
il fitness. All'interno dei Fitness Open verrà organizzato il 1°
Campionato riservato agli Studenti Universitari, in rappresentanza di 32 Università italiane. La formula originale costituirà in questo caso un ponte tra lo sport e la cultura. La
gara è aperta a tutti.
le palestre più prestigiose di Roma.
La gara prevede una sfida a staffetta su spin bike (5 km) e tapis roulant (2 km). Sabato 4 giugno i
Circoli romani si contenderanno il
primo trofeo riservato ai Circoli
Storici. Domenica 5, invece, saranno le palestre a disputare la finale
per aggiudicarsi il primo trofeo
“Rivista Ponte Milvio”. Questo
giornale sarà infatti sponsor della
manifestazione.
Beach Volley Extravaganza
Prima della pallavolo, la spiaggia serviva solo a prendere il
sole. Ora tutti fanno almeno uno sport sulla sabbia. Una passione americana, divenuta passione in tutto mondo. E Roma,
che del beach italiano da sempre è la capitale indiscussa, (dal
13 al 19 Giugno al Foro Italico saranno protagoniste le migliori 96 coppie al mondo per contendersi lo Swatch FIVP Volleyball World Championship) non poteva mancare all’appuntamento dell’anno; tutto il Festival potrà giocare o imparare le tecniche più moderne per fare ricezioni, muri, schiacciate e palleggi. Corsi, giochi, tornei professionali e amatoriali: ci sarà spazio per tutti sulla sabbia del beach. Presentatevi al campo e preparatevi a sporcarvi di sabbia. Nell'ambito di Beach Extravaganza verrà organizzato il 1° Beach Volley GYM Tournament, riservato a tutti i fitness club e circoli
sportivi italiani. Formula: 4 vs 4 MISTO. Regolamento: si gioca 4 contro 4. E’ obbligatorio disporre di minimo 2 ragazze
sempre presenti in campo. Iscrivi la tua palestra inviando una email a [email protected] Iscrizione è gratuita! La
Squadra 1° Classificata si aggiudicherà il primo Trofeo "Festival del Fitness" e i premi del valore di 1000 euro.
School and Fitness
Venerdì mattina 3 Giugno, in collaborazione con il Municipio XX, le scuole saranno protagoniste "attive" al Festival
con il progetto "School and Fitness". Le scuole medie e superiori potranno partecipare con i propri insegnanti in gratuità, a tutte le attività del Festival. Il progetto coinvolgerà
gli studenti in attività a loro dedicate come scherma, beach
volley, calcio balilla, ping pong, arrampicata, arti marziali…
un modo divertente con cui entrare nel mondo dello sport
che conferma l’importanza sociale dell’attività motoria e della socializzazione.
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intervista
Indispensabile guida
alle ricchezze segrete
dell'Urbe: 101 tesori
nascosti da vedere
almeno una volta
nella vita (Newton
Compton Editori).
I tesori nascosti
di Roma
Intervista a Gabriella Serio
di Alessandra Stoppini
Q
uanti sono i
luoghi celati e
le storie leggendarie che la
città eterna nasconde? Innumerevoli e il più
delle volte lontani dal classico
tour capitolino. Lo dimostra l'archeologa Gabriella Serio che, con la
sua guida concepita come una caccia
al tesoro, apre lo scrigno dei tanti luoghi preziosi che l'Urbe occulta da millenni. Itinerari segreti ammantati da
storie, leggende, miti, curiosità e aneddoti, 101 gioielli che possiedono
la capacità di affascinare e stupire soprattutto chi vive a Roma da sempre
ma ancora non la conosce veramente. Il caveau del Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo “paradiso
dei numismatici”, la meridiana della
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Basilica di Santa Maria degli Angeli
“che si trova incastonata nello splendido pavimento in marmo della navata”, il cortile di Palazzo Borghese
secondo un detto popolare chiamato il cembalo di Roma “per via della
sua strana forma che ricorda un pianoforte”.
Gli antichi mulini ad acqua sul Tevere che “svolgevano un ruolo importante nell'economia della città dei
Papi”, la Cappella Chigi in Santa Maria del Popolo “vero e proprio scrigno di opere d'arte”, il Palazzo del
Gallo di Roccagiovine a Piazza Farnese che custodisce gemme di Roma
sono stati raccolti in un volume da
Gabriella Serio, novella Indiana Jones. I protagonisti, oltre al popolo
dell'urbe, sono imperatori romani,
papi, architetti, pittori che hanno
contribuito ad abbellire nel corso dei
secoli questa straordinaria città.
Lei si occupa da anni di ricerche sul
patrimonio storico - artistico di Roma. È da qui che è nata l'idea di scrivere un volume sui tesori nascosti
dell'Urbe?
L'idea è venuta senz'altro dai miei studi, perché da anni mi occupo di studi
e ricerche su Roma prima dai tempi
dell'Università e poi con la scuola di
specializzazione. Inoltre, anni fa ho i-
intervista
niziato a collaborare per un periodico culturale cittadino di quartiere,
Barrio, dove avevo una rubrica dedicata alle curiosità di Roma. Quindi da
lì ho iniziato a scavare, ad allargare
i miei orizzonti non solamente archeologici, addentrandomi sempre
di più sul patrimonio storico - archeologico di Roma.
Il volume inizia con l'immagine evocativa delle “spighe di grano di Mastro Gregorio”. Desidera anticipare
ai nostri lettori a cosa si riferisce?
Le “spighe di grano di Mastro Gregorio” altro non sono che le torri medievali di Roma che erano talmente
numerose ai tempi di questo erudito
viaggiatore del XII Secolo, che a lui parvero tante spighe di grano. Quindi tante torri che si stagliavano sul panorama della città eterna. Oggi alcune sono state abbattute, molte altre sono
sopravvissute inglobate anche in edifici ora abitati per cui non sono facilmente riconoscibili, spesso sono mimetizzate. Altre invece si stagliano ancora orgogliose come la Torre delle Milizie anche se mozzata del terzo piano o la Torre del Grillo e tante altre...
Goethe l'11 novembre 1786 di fronte
alle rovine di un acquedotto romano
scrisse nel suo diario “Quale grande e
nobile scopo è quello di abbeverare
un popolo mediante un monumento
così grandioso”. Qual è la particolarità
dell'Acquedotto Vergine?
Per prima cosa è uno dei più antichi
Le acque dell’Acquedotto Vergine sgorgano
ancora dalla Fontana di Trevi, dalla Fontana
della Barcaccia a Piazza di Spagna, dalla
Fontana di Villa Giulia.
Gabriella Serio
Archeologa, si è laureata in
Topografia antica presso
l'Università La Sapienza di Roma.
Ha pubblicato studi sull'argomento
e collabora con periodici culturali.
Lavora presso il Ministero per i Beni
e le Attività Culturali. Le
illustrazioni di 101 tesori nascosti da
vedere almeno una volta nella vita
(Newton Compton Editori 2011,
Euro 14,90) sono di Thomas Bires.
acquedotti romani, costruito dal luogotenente di Augusto Marco Vipsanio Agrippa nel 19 d. C. La sua peculiarità è di essere ancora in funzione, ha un corso sotterraneo per
cui l'acquedotto non è stato intaccato dai lavori urbanistici della città.
Le sue acque sgorgano ancora dalla
Fontana di Trevi, dalla Fontana della Barcaccia a Piazza di Spagna, dalla Fontana di Villa Giulia la villa di
Papa Giulio III che ospita il Museo Etrusco di Villa Giulia.
Nella nostra città troviamo ville con
parchi pieni di vegetazione e splen-
didi monumenti, ma se volessimo
visitare il Giardino del Paradiso dove lo potremmo trovare?
Si trova dentro la Chiesa di Santa
Prassede ed è la più bella cappella
medievale con mosaici che ci sia a
Roma. È stata dedicata da Papa Pasquale I a sua madre “all'adorata”
Teodora ed è un tripudio di tessere
vitree scintillanti che vanno dall'oro al blu, al rosso. Assolutamente da
vedere.
Santa Maria Antiqua ai piedi del Palatino e la sua “parete palinsesto”.
Ce ne vuole parlare?
pontemilvio
13
intervista
Alcuni monumenti sono facilmente visitabili,
come le case romane al Celio che conservano
pitture e mosaici straordinari
La prima chiesa a sorgere nel Foro Romano ha un documento pittorico - archeologico eccezionale, perché un
lembo della sua parete conserva quattro strati di pittura che corrispondono
a quattro periodi cronologici diversi.
La chiesa fu fondata intorno al VI secolo e visse fino al IX dopo che venne
seppellita dalle macerie a seguito di
un terremoto. Nel corso di questi secoli vi furono varie decorazioni e in
questo lembo di muro sono conservati cicli pittorici diversi che documentano le varie vicende artistiche che si
sono succedute nella chiesa. Un autentico museo della pittura romana.
“Il ventre di Roma è sempre pronto
a tendere sorprese.” Si può definire la Sua guida anche come un invito rivolto al lettore a scoprire una
Roma sotterranea che c'è, ma non
si vede che contiene straordinarie
ricchezze?
Assolutamente. C'è tutta una Roma
14 pontemilvio
sotterranea da scoprire. Alcuni monumenti sono facilmente visitabili come le case romane al Celio che conservano pitture e mosaici straordinari, altri un po' meno, ma molte associazioni culturali organizzano visite guidate. Un altro luogo interessante è la caserma dei vigili del fuoco che si trova a Trastevere nella via
della VII Coorte.
Da appassionata esploratrice di Roma
c'è un luogo della città a Lei particolarmente caro?
Sì, “la piccola filiale di San Pietro” alle
falde di Monte Mario. San Lazzaro in
Borgo si trova ai piedi della via Trionfale, nell'antico borgo omonimo, ora
inglobata dalla città giudiziaria. Sono
affezionata a questo luogo perché l'ho
scoperto per caso seguendo un'indicazione e addentrandomi in una stradina curiosa non asfaltata. Ho scoperto un piccolo gioiello di architettura
proto - romanica che si era miracolosamente conservato dai lavori che avevano interessato tutta la zona.
Catalano Ufficio
via Tacito 88/A (Piazza Cavour) Roma
Tel: +39 063216897 fax +39 063213372 - www.catalanoufficio.com
lex
Il TAR ha detto stop alla
media-conciliazione,
rilevando la non
manifesta infondatezza
di alcune questioni di
legittimità
costituzionale, sollevate
con riferimento a
norme fondamentali
del Decreto legislativo
sulla “media-conciliazione”. Non appena
iniziata è già finita?
Conciliazione
incostituzionale?
di Eleuterio Zuena * - Avvocato foro di Roma
A
vevamo intitolato il nostro articolo di novembre ultimo scorso, n. Novembre
Ponte Milvio,
”Rivoluzione
nella Giustizia Civile: A marzo 2011
entrerà in vigore il Decreto Legislativo 4 marzo 2010, n. 28, “Mediazione
finalizzata alla conciliazione delle
controversie civili e commerciali”. Salvo ripensamenti dell’ultima ora”. Ripensamenti da parte del Legislatore
non ce ne sono stati, e la legge è entrata puntualmente in vigore il
21.3.2011. Ci ha pensato invece il TAR
Lazio a spegnere (o accendere, a seconda dei punti di vista), gli entusiasmi per l’appuntamento rispettato. Il
Giudice amministrativo, con ordinanza del 12.4.2011, ha ritenuto di
dovere rimettere alla Corte Costituzionale la questione di legittimità di
alcune previsioni del D.Lgs. n.
28/2010. Più precisamente il TAR:
• dichiara rilevante e non manifestamente infondata, in relazione agli
artt. 24 e 77 della Costituzione, la
16 pontemilvio
questione di legittimità costituzionale dell’art. 5 del d.lgs. n. 28 del
2010, comma 1, primo periodo (che
introduce a carico di chi intende esercitare in giudizio un’azione relativa alle controversie nelle materie
espressamente elencate l’obbligo
del previo esperimento del procedimento di mediazione), secondo periodo (che prevede che l’esperimento di mediazione è condizione di
procedibilità della domanda giudiziale), terzo periodo (che dispone
che l’improcedibilità deve essere eccepita dal convenuto o rilevata d’ufficio dal giudice);
• dichiara rilevante e non manifestamente infondata, in relazione agli artt. 24 e 77 della Costituzione,
la questione di legittimità costituzionale dell’art. 16 del d.lgs. n. 28
del 2010, comma 1, laddove dispone che abilitati a costituire organismi deputati, su istanza della parte
interessata, a gestire il procedimento di mediazione sono gli enti pubblici e privati, che diano garanzie di
serietà ed efficienza.
Non vi è dubbio che la decisione sul-
la prima questione investirà lo spirito proprio della legge, il destino della stessa e confermerà o vanificherà
“la rivoluzione” nella giustizia civile, che con tale provvedimento il legislatore si è proposto. Se la obbligatorietà della conciliazione dovesse essere dichiarata incostituzionale, ci sarà stato solo tanto rumore per
nulla. Diversamente, la decisione sulla seconda questione sottoposta ai
Giudici di Palazzo della Consulta potrebbe indicare criteri correttivi delle norme impugnate in senso migliorativo per la qualità sia degli Organismi di mediazione, sia della professionalità dei conciliatori, limitandone l’accesso a soggetti con maggiori professionalità tecnico giuridiche, nell’interesse generale. Non ci
resta che attendere. Nel frattempo
il D.Lgs. n. 28 /2010 è, a tutti gli effetti, in vigore.
*CONCILIATORE DELLA SACA (Società di Avvocati per la Conciliazione e l’Arbitrato) s.r.l.,
organismo di conciliazione accreditato dal
Ministero di Giustizia, reg. n.102, Sede in Roma Via G. Calderini 68,
www.sacaconciliazione.it
intervista
La Dyvina
ed il burlesque in Italia
di Giulia Romano
Nel XIX secolo, negli USA e in Gran Bretagna, il burlesque era una
parodia del mondo, delle abitudini dell’aristocrazia e dei ricchi e
divertiva le classi meno abbienti. C’era una trama, delle canzoni,
dei numeri di ballo. Già nell’800, tuttavia, i produttori non
esitavano a far salire sul palco anche qualche donna poco vestita.
18 pontemilvio
intervista
P
rotagonista
su
SkyOne di “Lady
Bourlesque”, richiestissima performer
nei moderni cafè
chantant, fantasiosa insegnante di stage e corsi frequentatissimi La Dyvina è
una delle pochissime autentiche interpreti del Bourlesque europeo.
Burlesque, questo sconosciuto! Direbbero alcuni, invece è una divertente e seduttiva forma d’arte viva
da molto tempo. Quando hai sentito
parlare per la prima volta di burlesque?
Quasi 3 anni fa leggendo l'articolo di
un quotidiano. Un approccio assolutamente casuale... o forse no...
In Italia c'era bisogno di
burlesque: ed è arrivato.
Un bisogno nuovo per
comunicare attraverso
una forma d'arte
diversa, lontana dagli
attuali schemi di
mercificazione, di
“velinismo” e di
pornografia televisiva
che quotidianamente ci
sono offerti.
In Italia è un genere artistico che sta
riscuotendo attenzione e successo solo da qualche anno. Secondo te come mai?
In Italia c'era bisogno di burlesque:
ed è arrivato. Un bisogno nuovo per
comunicare attraverso una forma
d'arte diversa, lontana dagli attuali
schemi di mercificazione, di “velinismo” e di pornografia televisiva che
quotidianamente ci sono offerti. La
donna nel burlesque è protagonista,
riconosce i propri bisogni, promuove
l'autenticità e l'unicità della sua persona contro la perfezione dell'aspet-
pontemilvio
19
intervista
l'oggi al domani. Le mie performances sono delle rappresentazioni teatrali, con canto, danza e recitazione.
E’ necessaria quindi una formazione
solida alle spalle ed anche una certa
esperienza di palcoscenico. Non bastano i lustrini e le paillettes! Poi bisogna essere donne, essenzialmente
femminili, sensuali, dotate di una forte capacità di ironizzare su se stesse;
bisogna saper comunicare col pubblico, spettatore attivo e partecipe di
questo gioco intrigante.
Nel burlesque è più importante la bellezza o la fantasia?
E' importante la bellezza del corpo unita a quella dell'anima: impossibile
separarle. La gestualità del corpo nella sua bellezza e armonia é direttamente legata alla raffinatezza, all’eleganza e allo charme di uno sguardo, di un'anima garbata che si esprime. Altrimenti scivoliamo troppo
spesso nel cattivo gusto, nella banalità, nella volgarità. Un'anima volgare offrirà uno spettacolo volgare.
Le mie performances sono delle rappresentazioni
teatrali, con canto, danza e recitazione. E’
necessaria quindi una formazione solida alle spalle
ed anche una certa esperienza di palcoscenico.
to estetico. Ha padronanza di sé, mostra fiducia in se stessa e nelle proprie
capacità seduttive liberando i propri
istinti.
Tu hai un passato di ballerina classica e vanti nel tuo curriculum esperienze professionali con importanti
coreografi che ti hanno diretta anche nei videoclips di Robbie Williams, Gery Halliwell o Ricky Martin.
Come e quando ti sei avvicinata al
burlesque?
Sono ormai circa 2 anni che lavoro col
burlesque. Ho letto un articolo di un
20 pontemilvio
quotidiano in cui si elogiavano i corsi di burlesque a Parigi, che tra l’altro
è la mia città preferita, con classi piene di donne e di uomini che apprendono l'arte dello striptease raffinato
ed elegante, sensuale ed ironico. Ho
avuto il classico coup de foudre ! Sono partita, ho osservato corsi e spettacoli e l'ho portato in Italia.
Che tipo di preparazione deve avere
un’interprete di burlesque?
Io vedo il burlesque come una vera
forma di spettacolo, non come un'arte d'improvvisazione intrapresa dal-
Dirigi dei corsi di burlesque allo
I.A.L.S.: chi sono generalmente le
donne che si iscrivono?
Le donne che con estrema curiosità si
avvicinano al burlesque sono donne
comuni, diverse per età, per fisicità:
dalla casalinga alla psicologa, dall'impiegata alla critica d'arte, arrivano adornate di lingerie e boa di struzzo per passare 2 ore di divertimento
e sensualità, per giocare con la seduzione e per liberare gli istinti, anche quelli più nascosti.
Su SkyOne sta andando in onda da
alcune settimane un reality, “Lady
burlesque”, di cui sei protagonista:
pensi che sia solo il principio di un futuro televisivo per il burlesque?
Me lo auguro, anche se non è esattamente il programma di burlesque
che avrei voluto!
Se avessi una bacchetta magica per
realizzare il tuo sogno artistico, cosa chiederesti?
Conosco un cinema dismesso nel centro della mia città; vorrei diventasse
il mio piccolo cafè chantant, con spettacoli 24 ore al giorno, artisti che vanno e che vengono... un posto magico
dove potersi sempre rifugiare.
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La cedolare secca
sugli affitti degli immobili
ad uso abitativo
di Benedetto Nardone - Dottore commercialista in Roma
A
decorrere dal 1 aprile 2011 parte
la cosiddetta “cedolare secca” sugli affitti degli immobili destinati
ad uso abitativo.
Con il nuovo regime di tassazione i
locatori possono (facoltà da esercitarsi mediante apposita opzione) assoggettare i redditi derivanti dalla locazione di immobili ad uso abitativo
ad un’imposta, operata nella forma
di cedolare secca, alternativa al regime di tassazione IRPEF ordinaria.
L’opzione è consentita solo alle persone fisiche in possesso di redditi
immobiliari derivanti dalla locazione di immobili ad uso abitativo e
delle loro relative pertinenze (cantine, box).
Per poter usufruire della cedolare
secca anche sulle pertinenze è necessario che queste siano locate congiuntamente con gli immobili cui si
riferiscono. La base imponibile è
rappresentata dal 100 per cento del
canone di locazione stabilito contrattualmente dalle parti; le aliquote di tassazione sono le seguenti: 21 per cento in tutti i casi,
19 per cento nel caso dei contratti
a canone concordato.
Le aliquote sopra indicate sostituiscono tutte le imposte gravanti sulla locazione degli immobili, non solo l’Irpef, dunque, ma anche:
• le addizionali IRPEF regionale e
comunale;
• l’imposta di registro;
• l’imposta di bollo.
Il contratto deve essere registrato;
con l’opzione per la cedolare secca
si assolve anche all’obbligo della comunicazione di cessione fabbricato
destinata alla Pubblica Sicurezza.
22 pontemilvio
Altro aspetto molto importante riguarda l’aggiornamento del canone di locazione, infatti durante il periodo di validità dell’opzione è vietato richiedere l’aggiornamento del
canone di locazione, anche solo l’aggiornamento ISTAT. In sostanza, l’applicazione delle nuova norma relativa alla “cedolare secca” introduce
una notevole semplificazione, producendo vantaggi sia per il locatore che per il conduttore.
Il locatore consegue i seguenti vantaggi:
1) il reddito derivante dalla locazione non concorre più alla determina-
zione del reddito complessivo IRPEF,
cumulandosi con eventuali altri redditi percepiti, in quanto già assoggettato alla cedolare secca (alle rispettive aliquote del 21% o del 19%
a seconda del tipo di contratto);
2) in presenza di redditi elevati la cedolare secca è sicuramente più favorevole rispetto alle aliquote IRPEF ordinarie che vanno da un minimo del
23 per cento a un massimo del 41 per
cento a seconda dello scaglione marginale di riferimento dello stesso locatore. Si consiglia di effettuare, prima di esercitare l’opzione per la cedolare secca, un calcolo di convenienza, in quanto in presenza di
In presenza di redditi elevati la cedolare secca è
sicuramente più favorevole rispetto alle aliquote
IRPEF ordinarie che vanno da un minimo del 23
per cento a un massimo del 41 per cento a
seconda dello scaglione marginale di riferimento
del locatore.
fisco & the city
I principali vantaggi per il conduttore sono da rinvenirsi nel risparmio
dell’imposta annuale di registro e nella sospensione dell’aggiornamento del
canone di locazione, anche quello ISTAT.
redditi complessivi al di sotto dei 2025mila Euro potrebbe risultare più
conveniente il “vecchio” regime ordinario, atteso che, mentre la “cedolare secca” viene applicata sul
100% del canone annuo di locazione, con la tassazione ordinaria l’imponibile è rappresentato dal solo
85% del canone;
3) risparmio dell’imposta annuale di
registro e dell’imposta di bollo;
4) esenzione dalla comunicazione di
cessione fabbricato alla Pubblica Sicurezza.
I principali vantaggi per il conduttore sono da rinvenirsi:
1) nel risparmio dell’imposta annuale di registro;
2) nella sospensione dell’aggiorna-
mento del canone di locazione, anche quello ISTAT.
Con il provvedimento del 7/04/2011
l’Agenzia delle Entrate ha approvato il regolamento attuativo della cedolare secca disciplinando le modalità operative per l’esercizio dell’opzione ed il regime transitorio.
E’ stato così stabilito che l’opzione
da parte del locatore per l’applicazione della cedolare secca può essere esercitata in sede di registrazione
del contratto (per i nuovi atti) oppure, in caso di proroga o per le annualità successive, entro il termine
per il versamento dell’imposta annuale di registro.
Una volta esercitata, l’opzione ha validità per tutta la durata (residua) del
contratto di locazione ed in caso di
comproprietà deve essere esercitata
singolarmente da ciascun comproprietario che desideri avvalersi della
cedolare secca.
Sarà inoltre possibile - dalle dichiarazioni dei redditi per l’anno 2011 esercitare l’opzione per il 2011. Già
in sede di dichiarazione Unico PF
2011 e con le medesime tempistiche
delle imposte sui redditi dovrà essere versato l’acconto 2011 sulla cedolare secca.
Per il 2011 l’acconto sarà dovuto in
misura pari all’85% dell’imposta complessivamente dovuta, mentre per il
2012 lo stesso ammonterà al 95%.
Come per tutti gli acconti, entro il
16 giugno dovrà essere versato il
40% dell’acconto dovuto ed entro il
30 novembre il restante 60%.
pontemilvio
23
mostre
Onorato Carlandi
(1848 - 1939) a Palazzo Braschi
di Alessandra Stoppini
Castelfusano (1937) acquerello su carta
Il pittore romano che
Matilde Serao nel
1902 definì “uno dei
più sapienti paesisti
d'Europa” è il
protagonista della
mostra Poesia della
natura. Acquerelli.
Poesia della natura.
Acquerelli di
Onorato Carlandi
dalle collezioni
d'Arte Moderna
12 marzo - 3 luglio 2011
Museo di Roma in Palazzo Braschi
Piazza Navona, 2 - Roma
Prezzo biglietti da 7 a 9 euro
INFO 060608
www.museodiroma.it
A
l piano terreno del
palazzo barocco i
visitatori potranno
ammirare, fino al
3 luglio 2011, cinquantaquattro opere (52 acquerelli, un dipinto e una
scultura) provenienti dalle collezioni
della Galleria Comunale d’Arte Moderna donati nel 1940 dalla moglie di
Carlandi, la pittrice Lina Haverty.
L’esposizione, a cura di M. Elisa Tittoni, Maria Catalano e Cinzia Virno è promossa dall’Assessorato alle Politiche
Culturali e Centro Storico - Sovrintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale, si snoda in due sezioni: gli acquerelli della Gran Bretagna accanto
alle vedute italiane di Roma e della sua
campagna. È nell'ambiente culturale
e artistico romano della fine del XIX e
dell'inizio del XX Secolo che prese forma la produzione artistica di Carlandi
24 pontemilvio
il quale non fu solo pittore ma scenografo e illustratore, fondatore e promotore di nuove scuole e correnti artistiche. La famiglia prevedeva per l'artista una carriera di avvocato ma il giovane Onorato s’iscrisse all'Accademia
delle Belle Arti di Roma. A diciotto anni il futuro pittore partì volontario tra
i cacciatori delle Alpi di Garibaldi e quest'esperienza influenzò i suoi primi dipinti quali La barca dei fratelli Cairoli
1869 - 1870 e Ritorno da Mentana,
1872. Ciò che interessò di più Carlandi
dopo il 1870 fu il paesaggio, l'osservazione diretta della natura. Si recò quindi in Inghilterra, Galles, Irlanda e Scozia per studiare gli acquarellisti inglesi come Turner, Constable, Cox e Peter
de Wint, suo mentore. Sono esposti in
mostra gli acquerelli che risalgono a
questo periodo, siamo tra il 1880 e il
1891, tra i quali: Fienile a Wingfield,
Campi di fieno, dove sono protagoni-
sti paesaggi rurali. Affascinanti all'occhio del visitatore risultano Finestra di
una vecchia abbazia e Wingfield Manor. Rientrato a Roma nel 1904 Carlandi partecipò attivamente al gruppo
I XXV della campagna romana. Nella
sala successiva sono esposti gli acquerelli che fecero di Carlandi uno dei principali cantori della campagna romana
nei quali sono esaltati la luce e i tipici
colori del nostro clima: Villa Adriana
(due acquerelli su carta del 1928 e del
1928-1930), Castello di Ostia (19001910), Il Tevere a Santa Sabina (19051906). Una rassegna che ha il privilegio di offrire nuove emozioni visive
grazie all'attenta e partecipe osservazione della natura di un artista sensibile come Carlandi. Dopo la mostra è
piacevole gustare all'interno di Palazzo Braschi un aperitivo, un tè o uno
spuntino veloce al Bras Cafè con affaccio mozzafiato su Piazza Navona.
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sport
Il Forhans Team ed il fascino
delle multidiscipline
di Gicost
L
a leggenda racconta
che tre amici americani,
uno forte nuotatore,
uno maratoneta ed
uno con doti da ciclista,
fossero in costante contrasto tra loro su quale fosse delle tre
la disciplina più dura e più faticosa.
Così decisero di sfidarsi in una gara
unica che prevedeva 3,8 km di nuoto,
180 km di ciclismo ed i canonici
42,195 km della maratona alla fine.
Così nacque il triathlon, disciplina
divenuta olimpica nel 2000 a Sydney
(anche se con altre distanze) che oggi
può contare solo in Italia su oltre 15
mila tesserati alla Federazione. Nel
corso degli anni il numero delle gare
organizzate è aumentato enormemente: in Italia, ad esempio, ogni
week end vengono disputate 4-5
gare in diverse località e i triatleti più
esperti di confrontano ai campionati
italiani sulle varie distanze: sprint
(750 metri nuoto- 20 km ciclismo- 5
km corsa), olimpica( 1,5 km – 40 km –
10 km), lunga (1,9 km – 90 km – 21
km). Tra le società più attive nell’organizzazione di gare, una è a forte
matrice laziale, il Forhans team. Circa
cento eventi organizzati negli ultimi
dieci anni, di cui nove in programma
solo nel 2011; più di tremila presenze
agli eventi in un solo anno contando
soltanto gli atleti; oltre 40 tra sponsor, partner istituzionali, media partner. Sono questi i numeri che contraddistinguono l’attività del Forhans
Team, società con sede a Formello
costituita due lustri fa e tutt’oggi
guidata dal dinamico Presidente
Gianluca Calfapietra.
Ma la formazione romana non si
accontenta di essere tra le più dinamiche società organizzatrici d’Italia: il
forhans Team ha infatti anche una
squadra elite di primissimo livello.
Anche all'inizio di questa stagione,
infatti sono bastati pochi mesi per
ottenere risultati eccellenti in Italia
ed all'estero. In attesa della stagione
26 pontemilvio
del triathlon (le gare più importanti
della triplice disciplina si svolgeranno
nei prossimi mesi), Il Forhans Team di
Gianluca Calfapietra si è reso protagonista nel duathlon (corsa - bici corsa) vincendo un argento ed un
bronzo ai campionati italiani con la
Capone e la Cibin e vincendo il titolo
italiano assoluto con la squadra femminile. La gara, svoltasi a Marina di
Pisa, ha visto la formazione romana
dominare dal primo metro di gara. La
Desideri, la Capone e la Cibin hanno
imposto un ritmo insostenibile, tanto
da riuscire a chiudere la competizione
con un vantaggio di oltre un minuto
sul triathlon Rimini, secondo classificato. "E'stata una gioia immensa - ha
raccontato
a
caldo
Gianluca
Calfapietra, Presidente del Forhans
Team - sono anni che siamo al vertice
in questa disciplina; questo titolo è il
giusto premio ad un gruppo di ragazze che non ha mai smesso di crederci,
ma anche una grande soddisfazione
per la società che ha saputo crescere
costantemente". Dietro alla formazione romana del Forhans Team,
Rimini e il Peperoncino Team si sono
aggiudicate rispettivamente il secondo ed il terzo gradino del podio.
L'ennesimo risultato di prestigio è
arrivato poi da Limerik (Irlanda): ai
campionati europei under 23 di
duathlon Alice Capone ha conquistato una medaglia d'argento che la
conferma ai vertici di questa disciplina a livello internazionale. La
Capone, già seconda nel 2010, si è
arresa alla fortissima francese
Alexandra Ferrier Cassan, Da diversi
anni punto di riferimento per organizzazione, struttura e risultati, il
Forhans Team di Gianluca Calfapietra
in questo avvio di 2011 ha già consolidato la sua leadership nel campo
delle multi-discipline, grazie anche al
sostegno ed alla preziosa collaborazione di un partner d'eccezione
come la Uragme, società che distribuisce in esclusiva in Italia i prodotti
a marchio Forhans. "sono già diversi
anni che appoggiamo il team di
Calfapietra - ha raccontato Claudio
Alhadeff, titolare della Uragme - nel
corso degli anni il nostro impegno è
andato crescendo e con esso i risultati ottenuti dalla squadra. Essere
partner per noi non è solo motivo di
visibilità, ma è anche condivisione di
alcuni valori che lo sport rappresenta, a cominciare dalla volontà e
dalla determinazione che guidano
ognuno di noi per raggiungere
obiettivi che potrebbero altrimenti
sembrare irraggiungibili”.
il libro del mese
Diario di una lady
di provincia
E. M. Delafield
La brillante e ironica
narrazione della vita
di una perfetta
casalinga inglese del
secolo scorso.
a cura di Alessandra Stoppini
una donna moderna,
colta, mondana e instancabile organizzatrice della vita privata e sociale della famiglia. Ha il
marito, Robert, spesso
svagato e due pargoli Robin e Vicky,
col primo che studia secondo tradizione in un college a Bournemouth, mentre la seconda è educata in casa da una tata francese. Nel 1930 nel Devonshire nel sud - ovest dell'Inghilterra sospesa tra due guerre mondiali quest’arguta ed energica lady di provincia
si trova alle prese con la gestione quotidiana della servitù composta da cuoca, cameriere e giardiniere, e non è
un'impresa facile. Lady B. come “affettuosamente” la protagonista la chiama nel suo diario, non perde occasione per criticare con velate insinuazioni e sottili paragoni la nostra eroina.
Una mai dichiarata rivalità, uno scontro a colpi di fioretto che è uno dei tanti punti di forza di questo romanzo
scritto ed edito nel 1930 ma che conserva ancora a distanza di oltre ottant’anni tutta la sua freschezza e originalità. Un modello femminile forte
e determinato dotato di un notevole
sense of humour che strappa risate e
applausi a scena aperta in molte pagine del libro, quasi fosse una rappresentazione teatrale anziché una lettura. La nostra lady di provincia ha spesso problemi di liquidità “ho uno scoperto di otto sterline, sette scellini e sei
pence” quindi impegna il solitario della vecchia prozia e vende i suoi vestiti
e quelli del marito senza che lui lo sap-
28 pontemilvio
pia... Epiche sono le esilaranti situazioni
comiche con Lady B. che si presenta
sempre scortata dall'autista che guida
una Bentley. La lady di provincia ha un
complesso di inferiorità nei confronti
della matrona la quale d'inverno può
permettersi di soggiornare in Costa Azzurra “ecco infine Lady B., col suo vestito in pizzo color argento che tocca
quasi terra e il punto vita all'ultima moda”. Quando la protagonista del romanzo non ne può più prende il primo treno per Londra e si rifugia nel
West End a casa di Rose ,amica dai tempi dell'università, dove tra le altre cose cena insieme a un gruppo di donne
legate al movimento femminista. Per
combattere i momenti di malinconia
la lady di provincia ricorre all'antidepressivo per eccellenza, eterna panacea di tutte le donne: un devastante e
sfrenato shopping. Lei non disdegna
le buone letture e le conferenze, perché ama tenersi informata di tutte le
novità. Intraprende da sola un viaggio
verso il sole e il caldo della Cote d'Azur. Spesso però si trova coinvolta in situazioni paradossali e imbarazzanti ma
ne esce alla grande dimostrando il suo
stile innato. Cronaca in parte autobiografica, diario ironico e veritiero della
vita di una donna della middle - upper
class inglese da parte di un’autrice prolifica la quale a distanza di quasi un secolo possiede la capacità di insegnare
qualcosa di nuovo alle dinamiche donne odierne. Dopo aver letto questo leggero e gradevole romanzo ci viene in
mente una notizia di qualche tempo
fa: SorElle d'Italia è il nome di una re-
cente ricerca commissionata dal mensile Elle all'Istituto Piepoli, i cui sorprendenti risultati sono stati presentati lo scorso gennaio. Secondo questa
ricerca ciò che rende più felici e appagate le trentenni sono nel 47% dei casi il rapporto di coppia e nell'11% il
considerarsi buone madri. Un modello di moglie e madre anni ‘50 rappresentato dal lindo grembiule indossato
da Doris Day sopra il twin - set di cachemire, gonna a ruota e giro di perle al collo. Nei film USA di quell'epoca
la perfetta casalinga accoglieva con un
sorriso sulle labbra il marito che tornava a casa dopo una giornata di lavoro. Attenzione però, perché le casalinghe di oggi possiedono nella maggior parte dei casi un'istruzione superiore, quindi la loro è una scelta di vita consapevole, anche se a volte il mestiere della casalinga può essere un ripiego se non si riesce a trovare lavoro.
Sempre secondo la ricerca di Elle il 32%
delle intervistate dichiara che stare a
casa per badare ai figli è una scelta
mentre per il 22% è una necessità per
risparmiare. La società tradizionale italiana vuole le donne perfette: madri
e mogli devote, ma la maggior parte
delle donne italiane desiderano essere economicamente indipendenti per
sentirsi libere. Essere brave madri e professioniste realizzate nello stesso tempo è forse un'illusione? “Domanda del
tutto retorica: ma perché delle donne
che non lavorano, sposate e con bambini si dice tanto spesso che non fanno niente?”. Una domanda che rimane fatalmente senza risposta”.
eventi
Un libro da vivere
Lunedì 30 maggio nella
Sala Vittoria Colonna
viene presentato il libro
“L'ultima passeggiata”
di Gabriella Guidi
Gambino. Una
ricostruzione interattiva
di scene e personaggi
del romanzo farà da
sfondo alla serata
G
abriella
Guidi
Gambino, scrittrice, poetessa e
giornalista romana, incontrerà i
lettori sabato 30
maggio 2011, dalle ore 18.30, presso la Sala Vittoria Colonna, per presentare il suo nuovo romanzo L'Ultima passeggiata, Ugo Mursia Editore. I personaggi e le situazioni
del libro tratto dal delitto romano del
lungotevere Marzio del 1918, prenderanno vita all'interno del salone delle
feste di Palazzo Cortese, nel cuore di
Roma. Gli ospiti saranno introdotti nell'atmosfera dell'intrigante noir psicologico attraverso immagini della Roma anni Venti, che li accompagneranno all’interno di una suggestiva ricostruzione interattiva di luoghi e personaggi del romanzo. Per la prima volta
lo spazio-tempo romanzesco si aprirà
al pubblico, in una dimensione sospesa tra passato e presente. Un vivido affresco dell'Italia prima e dopo la Grande Guerra, della Roma vivace e godereccia degli anni Dieci e della città sconvolta del decennio successivo, sullo
sfondo del quale si giocano le sorti dei
personaggi de L'Ultima passeggiata.
L'evento coinvolgerà attivamente lo
spettatore, guidato lungo un percorso
attraverso le pagine del libro, in un
viaggio che lo metterà faccia a faccia
con volti, passioni, atmosfere del delitto romano, tenendo in serbo per lui
scioccanti colpi di scena. Come la giovane investigatrice del romanzo, sarà
chiamato a ricostruire la storia tassello
“È l'una di notte. Una ragazza passa veloce sul
lungotevere Marzio. È vestita di scuro, con abiti
dimessi. La vede un giovane impiegato di
commercio, di ritorno a casa. Ode un colpo d'arma
da fuoco. Si volta: la ragazza è scomparsa.”
per tassello, inseguendo una verità che
quanto più sembra a portata di mano,
tanto più si rivela inarrivabile. Gabriella Guidi Gambino racconterà la genesi
de L'Ultima passeggiata, il percorso che
l'ha portata alla scelta del giallo di cronaca, una storia lontana nel tempo e
che tuttavia chiama in causa le eterne
passioni dell'animo umano. Cosa abbia
significato affondare la penna in una
storia così oscura, nella violenza, nel
male e al contempo come questo l'abbia portata oltre l'orizzonte della vicenda, alla ricerca di un sentimento di
purezza e innocenza. Accanto all'autrice interverranno Cinzia Tani e Paola
Gelsomino, esperte delle dinamiche del
delitto e del comportamento umano
nel sociale, che, guidate dall'inchiesta
di Guido Zaccagnini, condurranno un'analisi volta a svelare i meccanismi nascosti che muovono il dramma della
giovane Beatrice Cortese.
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pontemilvio
29
make up
Il blush è il cosmetico
che si stende solitamente
alla fine di tutto il makeup: a seconda di come e
dove viene applicato
consente di scavare o
arrotondare un viso,
oppure restituire
semplicemente alle gote
la naturale colorazione
che avevano prima
dell’applicazione del
fondotinta.
Il blush
di Rossano De Cesaris
A
pplicando una
tonalità marrone di blush direttamente tra
lo zigomo e la
mandibola, variandone l’inclinazione durante l’applicazione è possibile allungare
(stendendolo in diagonale rispetto al
viso, cioè partendo dall’orecchio verso
l’angolo esterno della bocca) o accorciare il volto (stendendolo in orizzontale, ossia partendo dall’orecchio verso la punta del naso). Attenzione però
a non utilizzare il blush come una sorta di correttore scuro con cui smussare
angoli o zone troppo prominenti del
viso cui cercare di diminuirne il volume
(tipo sul naso, mento, fronte, mascella,
ecc.): è un gesto errato in quanto le tonalità tipiche del blush sono piuttosto
aranciate e rossastre, non hanno una
dominante fredda, condizione necessaria per ottenere un’ombreggiatura.
In commercio il blush si trova in due diverse texture: in crema o in polvere. I
primi possono essere applicati direttamente con i polpastrelli, si fondono con
la pelle, ma sono complicati da sfuma-
30 pontemilvio
re. Quelli in polvere hanno invece il vantaggio di poter essere stesi velocemente
tramite un pennellone, aggiungendo
la quantità poco alla volta. A loro volta, i blush in polvere si dividono in opachi (più adatti ad ottenere ombre intense), oppure perlati (conferiscono
maggiore risalto alla zona in cui sono
applicati). Per i visi lunghi o scavati è
consigliabile applicare un blush rosato
sulle gote, di una tonalità simile al colore delle guance quando arrossiscono
(meglio aranciato invece sulle pelli scure o abbronzate), proprio al centro delle guance, effetto “pomette”, per rendere il viso più rotondo: per applicarlo
correttamente, si deve atteggiare il viso a sorriso: il colore và applicato soltanto al centro delle guance (la ruga
che si forma ai lati del naso delimita
proprio l’area su cui stendere il colore,
senza rischi di sbagliare. Inoltre, sui visi non troppo magri risulta giusto anche applicare una tonalità d’ombra
(marrone) di blush, steso piuttosto orizzontale (sotto lo zigomo, verso la
punta del naso), per spezzare ulteriormente la verticalità del viso. Per i visi
paffutelli invece è sconsigliabile il blush a pomello, piuttosto è corretto ap-
plicarlo di colore marrone tra lo zigomo e la mandibola (verso l’angolo esterno della bocca), per scavare le guance e rendere l’osso zigomatico prominente (in questo caso però il prodotto
non deve essere perlescente, perché le
microparticelle riflettenti attenuerebbero l’effetto di correzione). Se invece
il viso presenta uno zigomo pronunciato, il blush può esservi applicato sopra per addolcirlo; occorre soltanto fare attenzione a non toccare la zona di
luce tra l’occhio e l’inizio dello stesso,
altrimenti si rischia di appiattirne troppo il volume. Gli altri visi possono permettersi il lusso di scegliere se applicare un blush per evidenziare gli zigomi,
se applicarne uno rosato-pesca soltanto sulle gote o addirittura entrambi.
Da tenere presente infine, che il blush
và sempre scelto di un colore che sia in
armonia con quello del resto del trucco, quindi di ombretto, ma soprattutto del rossetto; questo vuol dire che
blush e rossetto devono essere della
stessa gamma di colori, non per forza
però della stessa tonalità (se ad esempio la bocca è truccata di rosso, il blush può essere aranciato o mattone, ma
mai rosa confetto).
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psicologia
Vuol dire che sono matto?
di Ilaria Spoletini – Psicoterapeuta e Dottore in Neuropsicologia
M
olte volte psicologi e psicoterapeuti si trovano
a rispondere alla domanda: cos’è la psicoterapia? Perché si sente il bisogno di rivolgersi a uno specialista, piuttosto che ad
esempio, a un amico? Nonostante ci sia
ancora – purtroppo - una antica e infondata tendenza al pregiudizio e alla vergogna (“Vado dallo strizzacervelli?
Quindi sono matto?”), sono sempre di
più le persone che scelgono la strada
della psicoterapia. Le ragioni sono varie, tra cui comprendere meglio se stessi, le proprie reazioni emotive, eventuali
insoddisfazioni sentimentali e/o lavorative o più frequentemente, risolvere un
sintomo. In tutti questi casi, la persona
cerca un modo per stare meglio, per
cambiare qualcosa. Questo è il primo
passo verso il benessere, lungi dall’essere un fallimento (“non sono in grado
di risolvere da solo”). Purtroppo alcune
persone raccontano di aver avuto esperienze negative di colloqui con uno
psicologo, e di essere sfiduciati. Queste
esperienze hanno un impatto diverso rispetto all’essere delusi da un altro specialista (un dentista, ad esempio), e il
34 pontemilvio
suggerimento è di scegliere lo psicoterapeuta basandosi su quello che si pensa e si prova nelle primissime sedute
(specie se si è stati “mandati” da qualcuno, il medico di base, ad esempio).
Dopo la scelta si concorda insieme l’inizio di un percorso finalizzato a rispondere ai bisogni del paziente. Questo processo permette di comprendere
i fenomeni psichici della persona all’interno della sua stessa prospettiva (empatia). Si crea, a tal fine, una relazione
di sicurezza e fiducia grazie alla quale
è possibile accogliere le esperienze più
dolorose del paziente e promuovere la
ricerca delle cause del disagio. Si possono così aprire nuove possibilità di esperienza (che può essere ad esempio
un modo nuovo di pensare a se stessi e
agli altri). Durante il processo terapeutico, si osserva gradualmente il passaggio verso un livello di comunicazione
più introspettivo e flessibile e una più
ricca modulazione affettiva; quindi
maggiori possibilità di benessere. “Sì
ma quanto dura?” Dipende. Spesso la
persona necessita di un ascolto specifico per una problematica o uno stato di
disagio da risolversi in breve termine.
Si propone dunque una “consulenza”
che può ricoprire poche sedute, per far
fronte ad alcune difficoltà specifiche.
Svolge comunque una importante funzione, quella di aiutare la persona a
chiarire eventi di particolare significato emotivo, che sono spesso causa di
confusione, incertezza e disorientamento, e prevenire disturbi più gravi.
Quindi a volte non occorre necessariamente una psicoterapia, che spesso spaventa la persona per l’impegno richiesto. Che tipo di terapia? Oltre alla psicoterapia individuale esistono la terapia familiare, di coppia e di gruppo. L’intervento terapeutico ha, in ogni caso,
lo scopo di mobilitare le risorse disponibili per favorire un cambiamento, all’interno del sistema familiare o di coppia, o dal confronto tra le persone di
un gruppo. Un primo colloquio con lo
psicoterapeuta può servire anche per
capire qual è la soluzione migliore per
la persona. Riflettere sui propri bisogni
è una strada utile per la ricerca di una
nuova modalità di vivere una relazione soddisfacente, un lavoro o in generale la realizzazione di se stessi.
Per info o per prenotare un colloquio:
Dott.ssa Ilaria Spoletini
www.psicologiapsicoterapia-roma.it
Via Cutilia 31 (metro Re di Roma)
Terapia di coppia o familiari: Via Lorenzo
il Magnifico, 42 (Metro Piazza Bologna)
mostra
L’incanto del colore
di Lorenzo Lotto
di Alessandra Stoppini
Alle Scuderie del Quirinale la monografia dedicata a uno dei
protagonisti del Rinascimento: Lorenzo Lotto, in mostra a
Roma fino al 12 giugno 2011.
Lorenzo Lotto
Annunciazione, 1534-1535
Olio su tela 166x114
Recanati, Pinacoteca Civica, Villa
Colloredo Mels
Pinacoteca civica, Recanati
Lorenzo Lotto
La Vergine assunta tra i santi Antonio
abate e Ludovico da Tolosa, 1506
olio su tavola 175x162
Asolo, Cattedrale
© Photoservice Electa/Baldin, Milano
N
essuno riesce a cogliere la dolcezza
di uno sguardo, a
cercare di parlare
con i suoi personaggi come Lorenzo Lotto”. Con
questa definizione il critico d'arte Bernard Berenson nel 1894 nel saggio “Lorenzo Lotto. An Essay in Constructive
Art Cristicism restituiva l'onore a un
pittore ingiustamente dimenticato. Dopo secoli di oblio, Berenson ripercorrendo le tappe del pellegrino Lotto sve-
36 pontemilvio
lava un artista solitario ma innovativo,
moderno e assolutamente originale.
La vasta monografia dedicata al pittore che si svolge presso le Scuderie del
Quirinale parte proprio dalla definizione di Berenson per illustrare la produzione artistica di questo Maestro rinascimentale attraverso 57 capolavori
che ne illustrano il percorso evolutivo.
Per la prima volta un'esposizione completa che conferma il talento dell'artista curata da Giovanni Carlo Federico
Villa, e sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica con il patro-
cinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali promossa da Roma Capitale Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico, Azienda Speciale
Palaexpo, Fondazione Roma, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano, Regione Veneto, Regione Lombardia, Regione Marche. La mostra alle Scuderie
è dedicata a Pietro Zampetti “infaticabile esegeta” di Lotto suo studioso
e curatore della rassegna veneziana del
1953 scomparso lo scorso gennaio. La
parabola artistica del pittore venezia-
mostra
Lorenzo Lotto
Ritratto di Febo da Brescia, 1543-1544
olio su tela 82x78
Milano, Pinacoteca di Brera
Foto Scala - su concessione Ministero Beni e Attività Culturali, Firenze
no di nascita, trevigiano, bergamasco
e marchigiano di adozione è proposta
proprio in quella stessa città, la Roma
di Papa Giulio II Della Rovere che 5 secoli fa non seppe comprendere il suo
genio. Seguendo un preciso criterio
cronologico e stilistico lungo il percorso espositivo, il visitatore può ammirare, in molti casi per la prima volta esposte in una mostra, anche le grandi
pale d'altare. Tra queste la Pala di San
Nicola della Chiesa dei Carmini a Venezia, il Polittico e la Trasfigurazione
di Recanati, le pale di Quinto di Treviso e Asolo e la Trinità di Bergamo, il
Polittico di Ponteranica. Nel primo piano trovano posto le pale, tutte le opere devozionali incluse le grandi pale di
altare provenienti dal Veneto, dalle
Marche e dalla Lombardia. Negli spazi espositivi del secondo piano si trovano invece le storie sacre e di carattere profano, i ritratti alcuni dei quali
mai esposti in Italia provenienti dai
grandi musei internazionali: Il Ritratto
di Andrea Odoni gentilmente prestato dalla Regina Elisabetta II d'Inghilterra conservato nelle sue collezioni
private del Castello di Hampton Court,
il Ritratto d'uomo con cappello di feltro da Ottawa. Inoltre i ritratti dell'Accademia Carrara di Bergamo e della Pinacoteca di Brera, del Metropolitan Museum di New York, della National Gallery di Londra e della Gemäldegalerie di Berlino, solo per citarne
alcuni. La vicenda umana e pittorica di
Lotto, nato a Venezia nel 1480, fu racchiusa entro il triangolo Treviso, Bergamo e alcuni borghi delle Marche e
questa antologica intende dimostrare
come l'artista fu in grado di conciliare
gli elementi tradizionali della grande
pittura della sua epoca con alcuni risvolti moderni. Recenti studi hanno dimostrato che l'artista per ottenere i
suoi colori innovativi usava pigmenti
mai documentati prima in pittura. Il
giovane Lorenzo ha imparato da Antonello da Messina a scrutare l'animo
umano in una scenografia dove il riferimento primo è Albrecth Durer. L'esposizione esalta la poetica e la visione simbolica dell'artista, il visitatore avrà occasione di cogliere “gli sprazzi di
luce fredda del pittore, i piani prospettici mirabilmente e insolitamente
tagliati” come recitail depliant della
mostra. I personaggi dei suoi dipinti
sono sempre immersi in una natura mi-
pontemilvio
37
Lorenzo Lotto
Ritratto di Lucina Brembati, 1518 circa
olio su tavola - 52,6x44,8
Bergamo, Accademia di Carrara - Accademia Carrara-GAMeC, Bergamo
steriosa e inquietante, personaggi con
sguardi dai quali si comprende che il
pittore veneto era un autentico conoscitore della psicologia umana. Bernard
Berenson definì l'artista come “il primo pittore italiano a essere sensibile ai
mutevoli stati dell'animo umano.” Dipinti, gigantesche pale e ritratti che celebrano l'umanità e l'inquietudine del
pittore veneziano che il rigoroso sistema d’illuminazione, con nuovi apparecchi LED a risparmio energetico, e il
suggestivo allestimento pongono in
magnifico risalto accentuando l'incanto di colori che non si possono descrivere ma solo ammirare dal vivo. Un discorso a parte merita il lavoro di restauro che ha coinvolto 17 dei 34 dipinti italiani presenti in mostra di cui
11 pale d'altare o polittici. Il Polittico
di San Domenico di Recanati sarà restaurato in un cantiere aperto appositamente allestito in mostra. Per preparare questa mostra - evento sono stati necessari due anni di lavoro, anche
grazie agli sponsor che hanno reso possibile i restauri: Bnl, Gruppo BNP Paribas, Lottomatica ed Enel. Il restauro ha
coinvolto anche importanti inamovibili dipinti dislocati in Veneto, Lombardia e Marche. Uomo dal carattere
38 pontemilvio
chiuso, introverso e schivo Lotto, la cui
carriera si svolse ai confini dei luoghi
nei quali allora si decidevano i destini
degli artisti, iniziò l'attività artistica nel
1505 nella Chiesa parrocchiale di Santa Cristina al Tiverone a Quinto di Treviso con l'ancona della Madonna con
il Bambino tra i santi Pietro, Cristina,
Liberale e Girolamo e la sovrastante cimasa con il Cristo morto sorretto da
due angeli che inaugurano il percorso
della rassegna. Il Cristo morto è sorretto dagli angeli dalle grandi e luminose ali che piangono e tutta l'atmosfera ha il potere di coinvolgere ed emozionare il visitatore. Nell'olio su tavola La Vergine assunta tra i santi Antonio Abate e Ludovico da Tolosa
(1506), proveniente dalla Cattedrale di
Asolo commissionato per la Confraternita dei Battuti, emerge il paesaggio al centro del dipinto: il ponticello,
il mulino, il tavolo apparecchiato sull'aia, le tortore sul tetto. Ecco le piante officinali alle quali sono legati i santi raffigurati che leniscono i mali dell'uomo. Dalla provincia di Treviso nel
1506 Lorenzo si spostò a Recanati allettato dall'offerta dei frati del convento di San Domenico che intendevano commissionargli un'ancona. Pa-
gamento ben 700 fiorini. È lo splendido Polittico di San Domenico ora conservato a Villa Colloredo Mels nella Pinacoteca Civica di Recanati. “Il natio
borgo selvaggio” di leopardiana memoria era allora la città più vicina a uno dei santuari più amati della penisola: la Sacra Casa di Loreto venerata
da Giulio II. Chi dipingeva a Recanati
aveva la possibilità di farsi apprezzare
dal Santo Padre. Infatti, il Polittico
portò fortuna a Lorenzo che fu chiamato alla corte pontificia per decorare le nuove stanze del Palazzo Apostolico. A Roma operavano in quel periodo Michelangelo e Raffaello e non
c'era posto per il genio del colore di
Lotto, e infatti della sua opera qui non
vi sono tracce. L'artista, uomo pervaso
quasi da una religiosità domenicana
fuggì da Roma e dal Papa guerriero
che proprio in quel periodo stava organizzando una grande unione di potenze (Lega di Cambrai) contro Venezia colpevole ai suoi occhi di essersi espansa troppo in Romagna e trovò rifugio a Recanati, dove dipinse la pala
Trasfigurazione di Cristo (1511/12) presente in mostra. “Solo, senza fedel governo e molto inquieto nella mente”,
così si sentiva nell'animo il pittore e l'olio su tavola San Girolamo nella selva
(1506) conservato al Louvre di Parigi,
riflette il suo stato interiore, quel costante peregrinare che lo condurrà alla fine dei suoi giorni a Loreto come
padre oblato donando all'istituzione i
suoi beni e se stesso. Nel 1513 Lotto
andò a Bergamo, dove non solo trascorse 10 anni di fecondo, lieto e creativo lavoro, ma dove venne a contatto
con la clientela ricca e borghese della
città. Ricordiamo che i committenti di
Lotto non furono principi o sovrani ma
esponenti della ricca, media e piccola
borghesia. Sempre al primo piano delle Scuderie possiamo ammirare la pala Madonna in trono con il Bambino e
i santi Giuseppe, Bernardino da Siena,
Giovanni Battista e Antonio Abate e
angeli (1521) che si trova nella Chiesa
di San Bernardino a Bergamo. Quattro
mostra
Lorenzo Lotto
Ritratto del vescovo Bernardo de’ Rossi, 1505
olio su tavola - 52x40
Napoli, Museo di Capodimonte
© Photoservice Electa/Anelli - su concessione del Ministero per i Beni e le
Attività Culturali, Milano
angeli sistemano una grande tela verde per proteggere i protagonisti di
questa sacra conversazione. L'angelo
ai piedi del trono si rivolge direttamente al visitatore stabilendo un legame diretto con chi osserva il dipinto. È questa la grande modernità di
Lotto. Dalla provincia di Bergamo arriva Il Polittico di Ponteranica (1525) olio su tavola custodito nella Parrocchia
dei santi Alessandro e Vincenzo Martiri. L'opera restaurata di recente rivela i magnifici colori espressi nella tela.
L'imponente pala d'altare Madonna
del Rosario, per la Chiesa di San Domenico a Cingoli commissionata dalla
Confraternita del Rosario di Cingoli,
rappresenta la massima espressione
dell'artista sul tema delle pale d'altare. L'artista unisce una sacra conversazione ai medaglioni del rosario con una inconsueta raffigurazione dei 15
medaglioni simili all’ ex voto che rappresentano i grani del rosario: misteri
gaudiosi, dolorosi e gloriosi che riportano ciascuno una storia di Maria o di
Gesù. Al centro la Madonna che sta
dando a San Domenico inginocchiato
la corona del Rosario, mentre il Bambino, che si trova in braccio a Maria,
benedice Sant'Esuperanzio, vescovo lo-
cale, che offre a Gesù un modellino della città. Nella parte bassa della pala nella luce della sera i piccoli angeli da una cesta di vimini gettano una nevicata di rose e l'immagine è talmente reale e commovente che sembra di sentire il delicato profumo dei petali. Grande è la raffinatezza dei dettagli contrapposta alla semplicità popolaresca
dello schema. Al secondo piano dell'esposizione troviamo Giuditta con la
testa di Oloferne (1512) personaggio
biblico qui ritratto in tutta la sua prorompente bellezza. Il Triplice ritratto
di orefice (1530) proveniente da Vienna appare di una stupefacente modernità, mentre nel Ritratto di Lucina
Brembati (1518) dell'Accademia Carrara è evidente il compiacimento della protagonista che ostenta la propria
posizione sociale e ricchezza. È l'Annunciazione (1534/35) di Recanati che
cattura lo sguardo dello spettatore:
Maria non comprende cosa stia accadendo nella sua dimora e con lo sguardo smarrito si rivolge verso di noi, il
gatto dal pelo irsuto è atterrito dall'angelo planato mentre in cielo Dio
occupa lo spazio in alto. Mondo terreno e mondo divino in questa Annunciata si fondono in maniera com-
pleta, totale. L'ultimo dipinto di
questa straordinaria esposizione che
celebra la malinconia e lo stile di Lotto rappresenta il testamento spirituale di quest'uomo incapace di cedere a qualsiasi compromesso. È la
Presentazione di Cristo al tempio
proveniente dal Museo Antico Tesoro della Santa Casa di Loreto. Opera lasciata incompleta a causa della malattia e della morte dell'artista
avvenuta in silenzio nell'autunno
del 1556 a 76 anni.
La luce entra da destra e illumina i
visi curiosi dei popolani giunti a vedere il Bambino, al centro della scena c'è Maria che presenta il figlio al
sacerdote mentre sale umilmente i
gradini alla presenza di vari personaggi, tra i quali la profetessa Anna. Le pennellate sono incerte, le figure appena sbozzate, quasi un quadro impressionista. Ciò non toglie
che tutti i protagonisti del dipinto
non sentano la solennità del momento, è precisa la condizione emotiva dei presenti, tipica dell'opera di Lotto. I colori sono smorzati
forse una precisa scelta di sobrietà
del grande artista che è consapevole di stare per congedarsi dal mondo. Una monografia dalla fascinazione unica, un'arte anticipatrice
quella di Lorenzo Lotto che fece dire a Barenson”... come illustratore
egli ha una sua parola da dire e come ritrattista eguaglia i massimi pittori del suo tempo e talora, a suo
modo, li sorpassa”.
Lorenzo Lotto
Scuderie del Quirinale
via XXIV Maggio 16, Roma
2 marzo - 12 giugno 2011
Ingresso: 10 euro - ridotto 7,50 euro
• da domenica a giovedì 10.00-20.00
venerdì e sabato 10.00-22.30.
L’ingresso è consentito fino a un’ora
prima della chiusura.
Info: tel. 06.39967500
www.scuderiequirinale.it
www.lorenzolotto.info
pontemilvio
39
cultura
Centro di narrazione
Le sedie
Nel cuore di Roma
Nord è nato un
punto di attrazione
culturale dalle
molteplici finalità
di Alessandra Stoppini
O
gni cosa, anche il
più semplice oggetto è in forma latente racconto”.
Partendo da questa frase del critico
letterario svizzero
Paul
Zumthor
quattro giovani soci: Francesca Biancat, Valeria Lama, Andrea Pergolari e
Anna Lisa Pulizzi hanno creato, a Labaro, Le sedie centro di narrazione cofinanziato dalla Provincia e dalla Camera di Commercio di Roma con il
Fondo della Creatività. Il Centro Le sedie si presenta come “spazio interattivo proponendo una delle attività più
vecchie del mondo cioè raccontare
storie offrendo, allo stesso tempo, un
servizio nuovo per la città di Roma: la
mnemoteca”. Francesca Biancat, responsabile dell'area commerciale e
della programmazione artistica del
centro, e Andrea Pergolari, scrittore e
studioso di cinema, responsabile del
cineclub e della mnemoteca, spiegano questa neonata impresa creativa
situata non a caso proprio a Labaro.
Il quartiere sorto sulle sponde settentrionali del Tevere all'inizio del secolo scorso per molto tempo è stato u-
40 pontemilvio
na sorte di ponte tra la città, la campagna e l'agro romano. In seguito l'urbanizzazione l'ha inglobato con Roma ma Labaro, per una serie di motivi, non è mai diventato periferia.
“Possiamo considerare Labaro come
un posto di confine che presenta tutte le caratteristiche di un paese e i servizi di un'area metropolitana. Tra questi servizi però mancano quelli culturali non meno importanti degli altri”
dichiara Francesca Biancat ideatrice e
responsabile dell'intero progetto.
Per quale motivo avete scelto il nome
“Le sedie” per il centro di narrazione?
R. Andrea “Il nome viene da una celebre commedia di Eugène Ionesco: Le
sedie, appunto. Perché sia stato scelto proprio questo nome, tocca a Francesca spiegarlo. Per parte mia, andando a scavare nella memoria (giusto in
tema con il nostro centro), posso dire
che l’idea di costruire uno spazio abitabile per i nostri sogni circolava fin
dai primissimi mesi in cui ci siamo conosciuti con Francesca, oltre sei anni
fa, all’Università. Mancava solo l’opportunità di farlo e sembrava non dovesse giungere mai, invece è arrivata
adesso grazie alla Provincia di Roma.
Dare ora alla realtà lo stesso nome di
un sogno comune che sembrava irrealizzabile, ha pure un notevole e personale valore emotivo”.
R. Francesca “Ricordo ancora adesso
l’emozione che ho provato quando sono andata a vedere per puro caso Le
sedie di Ionesco a teatro. La solitudine di questi due vecchietti che, nutrita dalla loro stessa voglia, e ancor più
del bisogno di comunicare, si faceva
sempre più grande, più soffocante aveva la stessa forza della poesia, era
una metafora palpabile. Sicuramente
quindi il nome vuole essere un omaggio alla genialità di Ionesco. L’idea invece di creare la platea con sedie una
diversa dall’altra è venuta in seguito.
E anche quest’idea ha un suo significato preciso: vuole essere un trionfo
della diversità, ma allo stesso tempo
della collettività. A teatro, ma anche
al cinema, ogni spettatore alla fine di
uno spettacolo si porta a casa qualcosa (quando ovviamente c’è da portare a casa qualcosa!), ognuno reagisce
in modo diverso a quello che vede.
L’immagine del teatro Le sedie vuoto,
vuole essere lo specchio del teatro
quando è popolato da spettatori, non
so se mi sono fatta capire. Il teatro per
cultura
Andrea Pergolari
Anna Lisa Pulizzi
Valeria Lama
Francesca Biancat
“Ricordo ancora adesso l’emozione che ho
provato quando sono andata a vedere per puro
caso Le sedie di Ionesco a teatro. La solitudine di
questi due vecchietti che, nutrita dalla loro stessa
voglia, e ancor di più dal bisogno di comunicare,
si faceva sempre più grande, più soffocante
aveva la stessa forza della poesia, era una
metafora palpabile.” Francesca Biancat
me è una cosa semplicissima, è una condivisione, la nostra sfida con questo progetto, vuole andare un po’ più in là:
vorremmo fare del teatro non solo un
incontro fra attori e pubblico, ma anche fra spettatori che alla fine di ogni
spettacolo saranno liberi di esprimersi,
di dialogare fra loro. Anche il fatto che
sul biglietto che daremo a ogni spettatore non ci sarà il numero del posto
e la fila, ma l’immagine della sedia, anche quello può (o dovrebbe) portare lo
spettatore a confrontarsi con chi sta
cercando il proprio posto in quel momento. Già solo sedersi dovrebbe far
parte del gioco, la ricerca del posto diventa qualcosa di creativo! Inoltre stiamo anche pensando a delle iniziative
mirate per far interagire il pubblico,
dargli la possibilità di aprirsi e raccontarsi. Insomma l’unicità del teatro
è data proprio da questo: dalla presenza simultanea nello stesso spazio
e nello stesso momento di attori e
spettatori, se il rapporto rimane unidirezionale credo che si perda una bella occasione. Ormai quando si va a
teatro, l’unica risposta del pubblico è
l’applauso, così il dialogo si appiattisce, forse gli spettatori hanno qualcosa di più da dire, da condividere”.
Quali sono i servizi che offrite Andrea?
Andrea: “Teatro, cinema, letteratura,
musica… Uno spazio dove poter mettere in scena piccoli spettacoli e monologhi, fare letture pubbliche, laboratori creativi, attività di cineclub, usu-
fruire di una mnemoteca piccola ma
consistente e, al fianco di tutto, una rivista semestrale di approfondimento
storico-letterario. Troppe cose? Bisogna
tenere presente che Labaro è una borgata vecchia di settant’anni che ha un
unico servizio culturale: una bella Biblioteca Comunale, in viale delle Galline Bianche, attiva dagli anni ’80. Per il
resto non c’è nulla: non un teatro, non
un cinema. E lo stesso vale per Prima
Porta, Santa Cornelia, Saxa Rubra, le
borgate sulla Flaminia e la Tiberina a
noi vicine. Per trovare un cinema e un
teatro, nel XX Municipio, bisogna andare sulla via Cassia. Ma tra la Cassia e
la Flaminia c’è un intero mondo di differenza. Vogliamo cercare di offrire alla popolazione del nostro quartiere, ai
giovani come agli anziani, la possibilità
di divertirsi e di educarsi ad un passo
dalle proprie abitazioni. Nello stesso
tempo mostrare intorno che è possibile fare “cultura” anche in zone come
Labaro; anche la nostra periferia può
essere piena di fermenti creativi. Ti assicuro che nelle nostre zone ci sono
moltissime personalità artistiche che
non riescono a esprimersi per mancanza di spazi adeguati. Ecco, il nostro centro di narrazione dovrà funzionare necessariamente anche come catalizzatore di “cultura”, avere
una propria linea direttiva ed essere aperto alle proposte esterne. Una
forza centripeta e centrifuga, insomma. Sarà dura, ma vediamo se,
nel nostro quartiere, riusciamo ad avere la forza di togliere le virgolette alla cultura”.
Francesca, ci descrivi le iniziative artistiche che avete in programma?
“Per quanto riguarda la stagione teatrale, gli spettacoli in programma sono tutti di narrazione (se vogliamo definirlo così), hanno tutti una forte vocazione civile e sociale per dare voce
a persone e storie che sono ai margini della società, della realtà e della
storia ufficiale. Nella ristretta programmazione di quest’anno - ristretta non solo in termini di tempo perché si svolgerà da marzo a giugno
2011, ma anche perché il budget che
avevamo a disposizione è ristretto, abbiamo dovuto e dovremo contare
molto solo sulle nostre forze - ospiteremo: Giuliana Musso con Nati in casa, Roberto Anglisani con Giungla e Il
pontemilvio
41
cultura
sognatore e infine due spettacoli in
omaggio allo scrittore ungherese István Örkény di cui curerò la regia e
che vedono entrambi come protagonisti Giulio Canestrelli e Arianna Moro: Questa non è una pipa! che ha debuttato nel 2007 a Venezia e Giochi
di gatti, che ha debuttato lo scorso
febbraio al Let della Cometa Off.
Per quanto riguarda invece la programmazione del cineclub abbiamo
pensato di abbinare alle proiezioni cinematografiche delle letture, faremo
delle piccole rassegne sul noir, il giallo e il mystery, proponendo scrittori
come Capote, Dahl, Ellin, e la Highsmith. Molto spazio sarà dedicato anche ai bambini con letture, musiche
e spettacoli interattivi. Ci saranno
anche laboratori di teatro, cinema e
scrittura per bambini e adulti. Ma vi
consiglio di controllare tutte le iniziative sul nostro sito www.centrolesedie.it per avere informazioni più
dettagliate e precise”.
Ci presenti anche gli altri soci e compagni di avventura?
“Valeria Lama e Anna Lisa Pulizzi sono
mie ex compagne di Accademia. Abbiamo seguito il corso biennale di Pedagogia teatrale alla Silvio D’Amico.
Dopo i due anni insieme ci siamo separate: Valeria ha lavorato a Scampia
per il progetto Punta Corsara; mentre
Anna Lisa si è dedicata al mondo dell’editoria. Siamo un gruppo diversificato e giovane (la maggior parte di noi
ha meno di trent’anni). Speriamo che
le passioni che ognuno di noi coltiva
riescano a creare una squadra forte e
solida per affrontare tutte le peripezie
e gli ostacoli che verranno fuori con
questo progetto che, a volte, mi sembra così ambizioso da sfiorare la follia”.
Andrea, possiamo definire la mnemoteca come una biblioteca della memoria attraverso immagini, scritti,
volti e luoghi?
“Sì, è proprio così. La memoria ha un
aspetto politico, può essere considerata il fondamento di ogni civiltà. E nei
momenti di crisi sociale e civile, come
quello che stiamo vivendo, ci accorgiamo di quanto sia necessario conoscere il nostro passato, e quindi conoscerci, per programmare un futuro sostenibile dai nostri eredi. La memoria
ha necessariamente anche un aspetto
esistenziale, privato, quasi nevrotico:
42 pontemilvio
quando sembra possibile andare allegramente verso la fine della civiltà, come adesso, diventa naturale anche cercare di accumulare quante più testimonianze e tracce di vita vissuta possibili. Per sentirci a nostra volta vivi e
importanti, dobbiamo far capire a tutti che ci siamo, lasciare tracce indiscriminate e indiscriminatamente cercare
tracce di tutti, dappertutto, senza particolari criteri di giudizio, seppellendo
paradossalmente la memoria nei suoi
stessi disordinati scaffali. In questi ultimi dieci anni, è spuntata una sterminata serie di lavori, associazioni, gruppi di ricerca che hanno riempito gli scaffali della nostra memoria di autobiografie possibili e impossibili, probabili
e improbabili. Senza capire che anche
l’oblio è un valore, se la memoria significa annullarsi nei dettagli. Tutto
questo discorso per dire che, aprendo
a nostra volta una mnemoteca, siamo
consci dei pericoli cui andremo incontro e che cercheremo di evitarli nell’unico modo che ci sembra possibile: adottando un’impostazione metodologica precisa nella scelta dei materiali”.
Andrea, di che cosa si occupa la rivista
semestrale Narratempo, fondamentale costola del centro di narrazione?
“Ecco, Narratempo è il modo che abbiamo scelto per dare forma espressiva
alla mnemoteca. Sarà una rivista divisa
in due parti: una generale, costituita da
rubriche fisse che cercheranno di sviluppare i temi del centro di narrazione
(i rapporti che hanno il teatro, il cinema, la letteratura e la musica con i luoghi della memoria); una monografica,
che porterà alla luce le testimonianze
che abbiamo raccolto durante le nostre
ricerche, tematizzandole di numero in
numero. Approfondiremo aspetti della vita italiana che ci sembrano interes-
santi, adottando la metodologia della storia orale, così come hanno fatto i nostri autori di riferimento, Nuto Revelli e Alessandro Portelli. Il primo numero di Narratempo, è dedicato agli allenatori di calcio italiani
e s’intitola La strategia della panchina: sarà un modo per raccontare
l’evoluzione storica di una parte così importante della nostra società,
affidandola alla voce dei suoi protagonisti, da Galeone a Mazzone,
da Santin a Marchesi, da Simoni a
Trapattoni”.
Andrea, il cinema rappresenta la tua
passione. Dopo la pubblicazione della bella monografia dedicata a Luciano Salce scritta a quattro mani con
il figlio Emanuele, hai in cantiere un
nuovo libro?
“Più che in cantiere, sono proprio in
uscita due libri. Il primo l’ho scritto in
collaborazione con Guido Vitiello e
s’intitola Ha visto il montaggio analogico? pubblicato da Lavieri. Sono
dieci piccoli saggi di dieci pagine dedicati ad altrettanti film italiani misconosciuti: si va da Anni ruggenti di
Zampa a Il merlo maschio di Pasquale Festa Campanile, e a Gran bollito
di Mauro Bolognini. L’altro libro, invece, è direttamente collegato all’esperienza delle Sedie, anzi ne è stato un inconsapevole “ostetrico”,
l’abbiamo scritto con Francesca ed è
un libro su Labaro e la sua storia raccontata dagli abitanti del quartiere:
s’intitola Labaro - Storia di una borgata romana, e sarà pubblicato da
Edilazio”.
Centro di narrazione Le sedie
Vicolo del Labaro, 7 - 00188 Roma
tel: 0633615618
www.centrolesedie.it
comunicazione
soluzioni per la
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Striscioni in pvc
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Tel. 06.95.70.199 r.a. - Fax 06.95.70.599 - Cell. 329.01.99.175
e-mail: [email protected] - www.romanaeditrice.it
gusto
Vino e architettura...
una simbiosi affascinante
di Ursula Prügger, Sommelier AIS - www.ulimengo.it - Foto di Ulimengo
Architetti di fama internazionale progettano e costruiscono in tutto il
mondo spettacolari cantine ed aziende vitivinicole. Una splendida
simbiosi tra architettura all’avanguardia e produzione del vino che fa
nascere veri e propri luoghi cult.
I
l trend è cominciato negli
anni Ottanta in California
nella Napa Valley ed in
Francia, per seguire poi in
Germania, in Austria, in
Svizzera e last but not least in Italia, particolarmente in Alto Adige dove sono
stati realizzati diversi progetti affascinanti. Non conta solo l’immagine,
in cantina l’architetto deve considerare anche le nuove sofisticate tecnologie ed una logistica più complessa rispetto al passato. In fondo
però non è neanche un nuovo trend
se pensiamo agli Châteaux del Bordeaux, ai Castelli del Reno o della
Mosella. E’ solo cambiato lo stile.
44 pontemilvio
Visitando la cantina di Petra in Toscana scopriamo un simbolo oramai
famoso dell’architettura moderna
legato al vino.
Il progetto Petra studiato a tavolino.
Già da lontano attira l’attenzione il
cilindro di pietra - petra - sezionato
con un piano inclinato parallelo alla collina e due corpi edilizi porticati ai lati.
Evoca un tempio dedicato a un dio
azteco e, con un po’ di fantasia, si
riconosce la reinterpretazione della grande villa della campagna toscana che questa cantina vinicola
vuole rappresentare.
Impressiona il panorama che appare salendo a piedi sull’ultimo pezzo
di strada: ai lati la piccola antica cappella, un cipresso, un pino… la classica Toscana.
Ma poco più indietro si staglia la
maestosa cantina in pietra rosa di
Verona con la corona circolare del
cilindro, un giardino pensile impreziosito dagli ulivi. L'effetto frontale di questa costruzione dell’architetto ticinese Mario Botta, amico
della famiglia Moretti, è imponente. La cantina è immersa al suo interno in un gioco di luci blu-viola.
La simmetria delle colonne, che lascia ampi spazi, fa pensare ad una
cattedrale moderna.
“Per Petra si è partiti dalle fondamenta, mettendo la prima pietra,
gusto
scavando la collina e costruendo una struttura che entrasse come un
elemento definitivo nel paesaggio,
così a fondo da apparire naturale,
lì da sempre. L'architettura ha reso
visibile una cantina come se si trattasse di un castello, di una piramide, di un osservatorio celeste” si legge sul sito di “Terra Moretti”.
Mario Botta è stato allievo di Carlo
Scarpa, Le Corbusier e Louis Isidore
Kahn. Si distingue per l’intensa attività didattica e numerosi progetti in tutto il mondo, per esempio lo
SFMOMA museo d’arte moderna a
San Francisco, la Cattedrale della
Resurrezione a Evry, il museo Jean
Tinguely a Basilea, la sinagoga Cym-
pontemilvio
45
gusto
balista e Centro dell’Eredità a Tel Aviv, il MART museo d’arte moderna
e contemporanea di Rovereto, la
torre Kyobo a Seoul, la ristrutturazione del Teatro alla Scala di Milano, la stazione della metropolitana
a Napoli. Dopo la cantina di Petra,
ha costruito una cantina a Lugano
ed una a Saint Emilion, Château
Faugères. La filosofia dell’architetto pluripremiato ”L’unico modo per
rispettare l’architettura è essere autenticamente moderni”.
Vittorio Moretti è il presidente del
gruppo “Terra Moretti”, specializzato nell’edilizia industrializzata applicata alle grandi costruzioni (finora sono state realizzate 120 cantine); il polo enoturistico è rappresentato dalle aziende vitivinicole
Bellavista e Contadi Castaldi in Franciacorta, Petra in Toscana, dal Relais
& Chateaux L’Albereta e dal resort
L’Andana nella tenuta La Badiola. Il
grande desiderio dell´imprenditore
bresciano, amante dei vini di taglio
bordolese, era produrre vino rosso
e ripetere il successo delle sue pluripremiate cantine in Franciacorta.
Il progetto dei vini rossi della famiglia Moretti a San Lorenzo, poco
lontano da Suvereto, in provincia di
Livorno, fa parte della “Terra Moretti” e consiste nella valorizzazione del territorio. Così la stessa strategia della Franciacorta si replica in
Maremma, investendo in un resort
superlusso, questa volta in partnership con Alain Ducasse nella duplice veste di chef e hotellier.
“Se il territorio è conosciuto e ha
successo, chi lavora nel territorio con
qualità, alla fine emerge” spiega chi
ci fa conoscere l’azienda durante una visita.
Petra e i suoi vini
La proprietà di Petra consta di 300
ettari, di cui 100 di vigna. Vittorio
Moretti ha affidato sin dall’inizio
l'indagine agronomica al professor
Attilio Scienza, massimo esperto di
zonazione. In generale, i terreni in
questa parte della Maremma sono
più argillosi di Bolgheri e perciò più
adatti al Merlot. Nell’azienda di Petra si trovano tre tipi di terreni molto diversi fra loro, ma anche all’interno dello stesso vigneto ci sono
delle differenze. E’ un fattore im-
46 pontemilvio
Ebo, Quercegobbe, Zingari e Petra:
quattro storie per quattro vini
Il vino Ebo Val di Cornia DOC Suvereto Rosso con uvaggio Cabernet
Sauvignon e Merlot rimanda alle radici storiche di Suvereto: Ebo era la
denominazione di un insedimento etrusco di antichissima origine.
Il Quercegobbo IGT Toscana, un Merlot in purezza, porta il nome della
vigna di origine, piantata nel 1997 in prossimità della cantina
orientata verso il mare.
Invece il Zingari IGT Toscana è il risultato dell’uvaggio Merlot,
Sangiovese, Syrah ed Alicante. La punta di diamante dell’azienda
risulta il Petra. Prima annata del Petra è quella del 1997, uscita nel
2000: un rosso IGT con un assemblaggio di 70% di Cabernet Sauvignon
e di 30% di Merlot, prodotto oggi in 35.000 bottiglie. La vendemmia
per il Merlot inizia a metà agosto, quando si toccano anche punte di
35 gradi e termina con il Cabernet Sauvignon a metà ottobre.
portante anche nella maturazione
che richiede raccolte selettive. La
trama di base è - per fortuna dicono - l’argilla mista marna.
Il lotto su cui è stato piantato il Sangiovese, a circa 350 metri sul livello
del mare, è composto da terra rossa molto ferrosa che fa parte delle
Colline Metallifere dell’Alta Maremma. Lì si registrano escursioni
termiche e frequenti piogge. Nei terreni più vicini al mare, sul primo versante collinare che si affaccia sul
Golfo di Follonica, di fronte all’Isola d’Elba, si trovano invece i vitigni
di Cabernet Sauvignon e Merlot. Il
lotto più grande, che comprende la
parte intorno alla cantina di 90 ettari, è esclusivamente di Merlot. “Il
clima della Maremma somiglia forse più a quello del Cile che del Bordeaux” ha spiegato qualche mese fa
in occasione di un convegno a Roma il consulente enologo bordolese Pascal Chatonnet, da cinque anni coinvolto nel progetto Petra, con
il soprannome “Bordeaux´s alchemist winemaker”. “Le piogge mancano soprattutto nei mesi di luglio
e agosto. Questo significa stress idrico per la vigna. Perciò è importantissimo il lavoro attento in vigna
senza rimuovere le foglie, altrimenti il sole brucia i grappoli.” I vigneti di Petra sono ancora relativamente giovani – i più vecchi hanno
tredici anni. Perciò c’è il rischio, dando acqua alla pianta, di non riuscire a spingere la radice verso il basso. Occorre mantenere il miglior equilibrio possibile senza far soffrire
la pianta e senza bloccarne la crescita. Oltre ai vini rossi a Petra si produce anche un vino dolce da meditazione, il Petra Angelo di San Lorenzo - un blend derivato dall’unione di differenti annate utilizzando
quattro vitigni, la Malvasia, il Trebbiano, la Clarette e il Vermentino ed un olio extravergine di oliva - un
mix dei cultivar leccino, frantoio,
moraiolo e pendolino. “Siamo un’azienda molto giovane e abbiamo solo da imparare.
E’ una questione di tempo: per fare
la cantina abbiamo impiegato due
anni, per fare il vino serve molto di
più”... questo dicono a Petra.
Roma news
La periferia si mette in mostra
Lunedì 18 aprile, presso il Liceo Farnesina di Vigna Clara, si è tenuta la
premiazione del Concorso letterario “La periferia si mette in mostra”
che ha visto protagonisti sei studenti finalisti provenienti da tutta
Roma. Rivolto a giovani scrittori e
poeti della Capitale il concorso,
promosso dal Campidoglio, aveva
lo scopo di stimolare nei ragazzi la
voglia di conoscere il proprio quartiere, la sua storia e la sua vita quotidiana, oltre alla capacità di esprimersi artisticamente. La giuria, composta da Simonetta Bartolini, scrittrice, giornalista e critico letterario,
XII edizione della Race for
the Cure - un week end di
sport salute e benessere
Domenica 22 maggio torna l’appuntamento più coinvolgente della primavera romana: la “Komen
Race for the Cure – Di corsa contro
i tumori del seno”. La manifestazione, che ha come madrina Maria
Grazia Cucinotta, si apre ufficialmente alle Terme di Caracalla venerdì 20 maggio con numerose attività dedicate alla salute, allo sport
e al benessere e culmina domenica
in una corsa di 5 km con passeggiata di 2 km per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza
della prevenzione, raccogliere fondi ed esprimere solidarietà alle Donne in Rosa, donne che hanno affrontato personalmente il tumore
del seno e che testimoniano, indossando una maglia e un cappellino rosa, che da questa malattia si
può guarire. Tra loro ci sarà l’attrice Rosanna Banfi, che ha scelto da
tempo di condividere pubblicamente la sua esperienza per infondere coraggio alle oltre 37.000 donne che ogni anno in Italia sono colpite dal tumore del seno.
DESTINAZIONE DEI FONDI - I fondi
raccolti attraverso la “Race for the
Cure” saranno destinati alla realizzazione di progetti di prevenzione,
educazione e supporto alle donne
operate di tumore del seno in tutta
Italia, che si andranno ad aggiungere agli oltre centoventi progetti
già realizzati in dieci anni di attività.
48 pontemilvio
Luca Stanchieri, scrittore e psicologo, Michelangelo La Neve, sceneggiatore, scrittore e fumettista e Costanza Melani, scrittrice, giornalista
e autrice di programmi televisivi, ha
assolto al suo compito assegnando
i premi: all’autore dell’opera prima
classificata 1.500 euro, per il secondo classificato 500 e per il terzo 250.
A consegnare le targhe sono stati
l’Assessore capitolino alla Famiglia,
Gianluigi De Palo, il Direttore del
Dipartimento Servizi Educativi e
Scolastici, Giovanni Williams, e l’Assessore alla Cultura e Scuole del XX
Municipio, Marco Perina mentre sul
palco erano presenti anche i consiglieri del XX Municipio Daniele Torquati ed Alessandro Cozza.
Gierre Auto apre il 4° punto
vendita a Roma
Un nuovo modello Chevrolet è
stato il pretesto per presentare il
4° punto vendita di Gierre Auto a
Roma. Una bellissima inaugurazione ha aperto ufficialmente le
porte della concessionaria che af-
faccia su via Tiburtina. “Finalmente abbiamo anche noi il nostro spazio sulla “strada” delle auto”, ha raccontato un felicissimo
Roberto Guarino, titolare di Gierre Auto. Alla giornata inaugurale, che ha avuto come ospite il simpatico Marco Marzocca, hanno
preso parte oltre mille persone.
locali romani
Una cantina di qualità all’Anatra Grassa
Per degustare vini di qualità, il ristorante-bottiglieria l’Anatra Grassa ha
recentemente fatto rivisitare la propria cantina da una squadra di esperti, facendone una delle punte di diamante di questo locale elegante. Nel
ristorante-bottiglieria due esperti sommelier saranno in grado di rendere la
vostra cena un'esperienza speciale, accompagnando i piatti sapientemente
eseguiti dallo Chef Giovanni Scomazzon, a vini altrettanto particolari e ricchi, per risvegliare sapori e odori nascosti, cogliendo le differenti particolarità di ogni ingrediente. Degustazioni, cene ghiotte, tranquillità e familiarità. L'Anatra Grassa è ideale per
la calicola delle notti romane, grazie
alla possibilità di cenare e pranzare all'aperto, sotto ampi ombrelloni, immersi in un contesto floreale, inusuale per le vie della Capitale. Oltre alla
veranda il locale, curatissimo nei suoi
spazi interni, mette a disposizione
"l'Upper Deck Room", una sala VIP al
piano superiore con servizio riservato,
disponibile per eventi privati (con un
massimo di 16-18 ospiti), per occasioni da festeggiare o pranzi di lavoro,
incontri ufficiali o di rappresentanza.
L'Anatra Grassa si propone come
nuova rivelazione della Roma mondana, creando un connubio perfetto tra il carattere deciso della sua offerta culinaria e la cordialità e l’esperienza del personale.
L’Anatra Grassa - Via Savoia 68
Telefono: 06-8557736
Sito: www.anatragrassa.eu
pontemilvio
49
benessere
Pilates col pancione...
ed anche dopo...
di Claudia Rossoni*
iorgia, 40 anni, seconda gravidanza,
si racconta e ci racconta. "Ho cominciato a fare pilates
al terzo mese di
gravidanza, la mia
prima gravidanza... a 36 anni.
Le spalle erano indolenzite, le gambe
gonfissime e mi sentivo perennemente stanca. Fin dalla prima lezione
di pilates mi sono sentita aiutata e coccolata, e con il passare del tempo e col
crescere del pancione, mentre gli esercizi cambiavano, mi sentivo bene
ed uscivo dallo studio forte e presente. Anche il piccolo "ospite" sembrava gradisse ... forse si sentiva cullato
dai miei movimenti ginnici. Quando
poi è nato, secondo me è stato felice
di vedere finalmente a quale viso corrispondessero la voce e le mani che aveva imparato a conoscere mentre era nel pancione. Infatti, l'ho portato
con me allo studio di pilates già ad un
mese e mezzo. Lui dormiva pacifico
nella carrozzina ed io cercavo di tornare elastica ritrovando i muscoletti
di qualche mese prima. Dopo 3 anni
il secondo nato... Di chili ne ho presi
di più, però il pilates non l'ho più ab-
G
50 pontemilvio
bandonato. Oramai cercavo gli esercizi che sapevo mi facevano dormire
bene la notte ed abbandonare le tensioni. Avevo anche imparato delle posizioni migliori per allattare. La differenza di questa seconda nascita è che
ora posso fare lezione anche con lui.
Si, esatto, un altro maschietto, 5 mesi, facciamo pilates insieme, ma lui non
è nella carrozzina è sul tappetino con
me che impara e si muove.
Adoro questa nuova sessione, il piccolo riceve stimoli ed io mentre faccio
ginnastica faccio già una cosa con lui!"
Fin qui, Giorgia... ma da trainer posso confermare come anche il pilates
in gravidanza consenta di eseguire un
lavoro bellissimo... il corpo cambia,
man mano si vedono i piedini e la testolina del bimbo, tutto il ritmo cambia. Seguire una gestante significa adeguare la tecnica. Il Pilates non ha
grandi controindicazioni.
Già di per sè ha come scopo la corretta respirazione, un lavoro posturale di riequilibrio per il baricentro e la
corretta posizione. I sei principi cardine sono: concentrazione, controllo del
baricentro, fluidità dei movimenti, la
respirazione e la precisione. Da questo si ottiene una buona tonificazio-
ne dei muscoli addominali ed il controllo di ciò che stiamo facendo e di
come lo stiamo facendo.
"La cosa importante non è ciò che
stai facendo, ma come stai eseguendo ciò che fai" era solito dire J.H.Pilates. Gli addominali così importanti, soprattutto in caso di parto naturale, verranno allenati con maggior
consapevolezza, sarà aggiunto molto lavoro per il pavimento pelvico e
non mancherà qualche lezioncina di
anatomia sul perineo. In più molto
risalto viene dato alle posizioni che
possono dar sollievo alla schiena visto lo spostamento in avanti del baricentro a causa del pancione. Il post parto, poi, diventa quasi una passeggiata. Si cerca di riportare il corpo a drenarsi ed a ritrovare gradualmente il tono muscolare che di certo un po' è cambiato. Insomma, il metodo Pilates è un vero e proprio linguaggio al servizio del nostro corpo...
quando cambiano gli equilibri, il metodo può e deve saper restare al passo... Parola di Certified Teacher!!!
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