Pontemilvio - Immediately
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Pontemilvio - Immediately
Anno III n. 24 Maggio 2011 Pontemilvio 23° Festival del Fitness e Mondo Fitness Roma Nord Capitale dell’estate in movimento Tutte le soluzioni per la tua sicurezza AGENZIA di ROMA ASPEVI ROMA Via Abruzzi, 2 - 00187 Roma Tel. 06.6798199 - Fax 06.6798680 [email protected] Sommario 8 Copertina 12 Intervista 16 Lex 18 Intervista 22 Fisco & the city 24 Mostra 26 Sport 28 Il libro del mese 29 Eventi 30 Make up 34 Psicologia 36 Mostra 40 Cultura 44 Gusto 8 48 Roma News 49 Eventi romani 50 Benessere 18 30 44 50 Ponte Milvio Anno III n. 24 - Maggio 2011 Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 124/2008 del 21 - 3 - 2008 n. iscrizione al ROC 17682 del 27-11-08 Editore Immediately s.r.l. sede legale via C. F. di Cambiano 82, Roma uffici via Crescenzio 103, Roma Direttore responsabile Giuseppe Costantini [email protected] Progetto Grafico e impaginazione Immediately [email protected] Ufficio Commerciale e pubblicità [email protected] cell. 347 5856368 www.rivistapontemilvio.it Chiuso in redazione il 2 Maggio 2011 Ideazione e realizzazione www.immediately.it Stampa Arti Grafiche Agostini s.r.l. - Roma La responsabilità degli articoli è dei singoli autori. La collaborazione a questo periodico è del tutto gratuita e non retribuita pontemilvio 3 Immediately strategies Revolution • corporate identity • media relations • gestione eventi • creativita’ • servizi di editing • comunicazione sportiva liberi di creare Immediately elabora ed attua strategie di comunicazione per aziende; individua o, se necessario, crea l'evento più adatto per ottenere visibilità; gestisce i rapporti con i Media; elabora e realizza prodotti editoriali. www.immediately.it - [email protected] i nuovi canali televisivi sul digitale terrestre INFORMAZIONE e SALUTE 74 IES Informazione e Salute è il canale a servizio del pubblico per divulgare i contenuti legati al mondo della salute e della medicina in modo semplice e comprensibile a tutti. IES Cinema Minerva è il canale per chi ama il grande cinema. Un palinsesto unico in collaborazione con la Minerva Pictures. IES Music è il canale dedicato alle hit del momento. Ies Music Vintage è invece il canale tematico dedicato esclusivamente www.iestv.it copertina 23° Festival del Fitness dal 2 al 5 Giugno Roma Capitale del Fitness: un lungo weekend da vivere tutti in tuta A l Festival tutto fa tendenza: le novità, gli show, i personaggi e le mode dell'evento di fitness più prestigioso al mondo. Dal 2 al 5 giugno, grazie all’impulso del Comune di Roma, che tre anni fa volle fortemente il Festival del Fitness nella Capitale e grazie alla disponibilità e collaborazione di Coni Servizi S.p.A., la rassegna cresciuta e maturata a Rimini, passata per Firenze e due anni fa sbarcata nella Capitale, rinnova la sua collocazione ideale nel pre- 8 pontemilvio stigioso e affascinante scenario del Foro Italico, con i suoi impianti conosciuti in tutto il mondo per funzionalità operativa, inconfondibile fascino architettonico e unica, spettacolare sede nella fantastica cornice naturale della collina di Monte Mario, ideale palcoscenico per gli appassionati dello sport all’aria aperta. Sarà di 40.000 mq lo spazio che il 23° Festival del Fitness utilizzerà per ospitare i 250.000 appassionati, nell'ambito di quella splendida struttura del Foro Italico, collocato nel cuore di Roma. 4 giorni di divertimento puro. Un lungo weekend dedicato alla gente attiva, oltre 500 giornalisti accreditati, 70 Na- copertina zioni, 8500 tra trainers e atleti, almeno 10.000 partecipanti al 1km Fitness Challenge, 2 Piscine, 10 palchi, 4 tatami, 3 ring, 30 treadmill, 18 stationary bike, 500 bikes per l'indoor cycling, 200 Bosu, 1000 step, 10 Federazioni e le maggiori 4 Associazioni Sportive coinvolte, 400.000 copie del programma ufficiale distribuite in 6300 Centri Fitness e scuole di Danza, 3.000.000 di discount coupon. Per il 23°anno, sin dal 1989, il Festival del Fitness, si conferma il più prestigioso evento di fitness al mondo, una straordinaria vetrina dello sport per tutti. Una indiscussa leadership mondiale Proseguendo una strategia che è iniziata fin dalla prima edizione nel 1989 (la formula del Festival, inventata 23 anni fa sulla spiaggia di Santa Monica in California, nella sua assoluta semplicità, è la principale ragione del successo del Festival) e che ne ha determinato una indiscussa leadership mondiale, sarà questa ventitreesima edizione un mix perfetto di interattività e spettacolo. Ed il Foro Italico, dopo la prima felice esperienza, sarà, per il secondo anno consecutivo, la sede più bella che il Festival avrebbe potuto trovare! Grande è lo sforzo e la concentrazione degli organizzatori per presentare un cast di i- struttori a livello mondiale ed un programma di eventi-spettacolo che faccia divertire tutti, appassionati e appassionate, coloro che sperano di diventarlo, o solo curiosi. Il Festival uno dei maggiori eventi al mondo legati allo sport e alla sua promozione e diffusione. Durante questi ventitre anni, il Festival, con la sua formula interattiva che ne fa evento unico ed originale, è stato uno specchio fedele dell’evoluzione del fitness: dall’essere, negli anni 80, un fatto prevalentemente muscolare è passato, oggi, a costituire un vero e proprio stile di vita per milioni e milioni di persone nel mondo (9.000.000 in Italia, secondo recenti dati ISTAT). Insomma un fenomeno sociale più importante di questo ventunesimo secolo e ciò per la combinazione di due fattori di fondamentale importanza: il movimento e l’alimentazione corretta, che sono alla base della prevenzione e della cura di tantissime malattie anche quelle di particolare gravità e coinvolge un target amplissimo, dai bambini alle persone più grandi. Il Festival del Fitness costituisce, a livello internazionale, la principale occasione per conoscere e sperimentare direttamente le discipline sportive, sia nuove che tradizionali, con l’opportunità di as- pontemilvio 9 sistere dal vivo a manifestazioni sportive dimostrative ed agonistiche. Ha inoltre l’obiettivo di agevolare l’interazione tra tutte le attività connesse allo sport ed è sede di aggiornamento, specializzazione e perfezionamento per gli istruttori delle varie discipline sportive. E’ un evento che favorisce anche l’integrazione tra i popoli; un vero e proprio happening “mappamondo”, che celebra la multietnicità dello sport . Gli eventi e le attività in programma 1km Fitness Challege, Fitness Open, Ae- robica Stellare, Pilates Arena, Indoor Cycling, Aqualand, Venice Muscle Gym, Parkour, Free Climbing, Beach Volley, BeachTennis, Badminton, Basket Play Ground, In-Line Skating, Beach Rugby, Car Pushing, Calcio Balilla Village, Salsa Global Circuit, Hip Hop Festival, Muscle Mania, Arti Marziali, Running, Walking, la Spa del Festival, Miss Fitness International, University Fitness Open, Pole Dance, Mountain 4 People, Living Right Obstacles Course, Sepulveda Sport & Fitness Temporary Market. Orario: Tutti i giorni 10:00-23:00 Costo biglietto: 1° giorno 15 euro; 2°-3°-4° 25 euro (abbonamento) Registrandosi sul sito, inoltre, si potrà scaricare lo "special ticket" che consentirà l'ingresso giornaliero a 10 euro. Organizzazione: For Active People Telefono: 075 5996062 Fax: 075 5090930 E-mail: [email protected] Web: www.fitfestival.com In primo piano tempo impiegato. La classifica finale verrà pubblicata su www.fitfestival.com. 1° Trofeo Ponte Milvio Magazine Una nuova sfida coinvolgerà le palestre romane: coppie formate da un ciclista ed un podista, in rappresentanza delle palestre invitate, si sfideranno nella prima edizione dei FITNESS GAMES – TROFEO PONTE MILVIO MAGAZINE: ogni coppia dovrà affrontare una gara a staffetta composta da una frazione di corsa su tapis roulant ed una di ciclismo su cyclette. Sempre seguendo lo stesso schema di gara, il 4 giugno si affronteranno anche i Circoli romani partecipanti al PRIMO TROFEO DEI CIRCOLI – FITNESS GAMES. Main Stage e Stage One Nei suoi vent’anni di storia , il Festival del Fitness ha presentato tutti i più grandi istruttori internazionali, che sono saliti sul palco principale ed hanno presentato, di volta in volta, le ultime novità dell’aerobica in tutte le sue evoluzioni. Sono nomi ormai entrati nella storia del fitness moderno: Tamilee Webb, Karen Voight (sorella di Angelina Jolie), Scott Cole, Madeleine Lewis, Jeff Vandiver, Chet Vienne, Kari Andersen, Marc Montemerlo, Beto, Keli Roberts, Jeff Costa, Madonna Grimes, Michael Holijade, Gene Miller (che ha inventato lo step), Jonny G (il guru dello spinning). Quest’anno, sul Main Stage e su Stage One del 23° Festival del Fitness, dal Giovedì alla Domenica, in situazione di no-stop, l’Organizzazione inviterà da ogni parte del mondo quelli che sono oggi considerati i migliori istruttori al mondo: una vera e propria parata di stelle per un doveroso e rispettoso tributo alla Capitale. Scherma, Ginnastica, Pugilato e tutto il mondo delle arti marziali 4 giorni di sport, in pieno stile Festival, con un giusto mix di spettacolo, esibizioni e pratica sportiva, grazie alla collaborazione delle più importanti Federazioni Sportive Italiane. 1km Fitness Challenge L'evento si pone l'obbiettivo anzi la missione, di far correre 1km a quante più persone possibili, di ogni età e sesso. La missione entra nella sfera del sociale perchè costituisce una forte motivazione a correre anche a chi non ha mai praticato il running. Considerando che “1Km Fitness Challenge” avrà luogo anche in numerosi centri fitness in tutta Italia, ma anche in importanti centri commerciali, saranno più di centomila i “runners” che parteciperanno alla performance. Una classifica unica sarà determinata dal tempo impiegato da ciascun concorrente. A tutti i partecipanti, con il contributo degli sponsor, verrà consegnato un pacco gara, come è tradizione in ogni grande evento di running nel mondo. Ad ognuno dei concorrenti verrà poi rilasciato un certificato di partecipazione con il 10 pontemilvio Pilates Arena Non c’è dubbio che un altro assoluto protagonista del Festival sarà il Pilates: alla “Pilates Arena” tutte le più importanti scuole internazionali di pilates che operano in Italia presenteranno i loro sistemi ed i loro programmi. Un evento straordinario che attirerà migliaia di appassionate ed appassionati di questa disciplina ormai seguita da milioni di praticanti in tutte le palestre del mondo. Quattro giorni di workshop con insegnanti di fama internazionale. Un’occasione unica per conoscere le migliori scuole presenti in Italia! Un appuntamento imperdibile con presentatori internazionali, nella splendida cornice del Foro Italico in una meravigliosa struttura, dotata di ogni confort, insonorizzata, nel pieno rispetto delle attività. Un’opportunità Due importanti novità per il 2011: il 1° trofeo Ponte Milvio e lo school fitness Tra le tante novità di quest’anno il Festival del Fitness dedicherà grande attenzione ai giovanissimi attraverso gli school fitness. Fortemente voluto ed appoggiato dal vice-presidente del Municipio XX Marco Perina, il progetto coinvolgerà gli studenti in attività a loro dedicate come Scherma, beach volley, calcio balilla, ping pong, arrampicata, arti marziali. Un modo divertente attraverso il quale approcciare il mondo dello sport che conferma l’importanza sociale dell’attività motoria e della socializzazione. Ma quest’anno il Festival ospiterà anche la prima edizione dei Fitness Games, competizione organizzata in collaborazione con la società Immediately che vedrà protagonisti i Circoli Romani e unica di partecipare a workshop con insegnanti di fama internazionale e scoprire come oggi viene proposto il metodo Pilates nel mondo e in Italia. In collaborazione con Valsoia. Infoline per prenotazioni ed informazioni: tel +39 338 7500649; mail: [email protected]. Salsa Global Si rinnova il binomio tra il Festival del Fitness e tutto il mondo latino. Saranno protagonisti i migliori maestri e artisti del panorama internazionale. L' 8° edizione del Salsa Global sarà un villaggio globale, pieno di energia, dove l'allenamento si fonde con il divertimento, dove il giorno lascerà spazio alla notte, per celebrare tutti insieme il fascino delle serate romane, con esibizioni, spettacoli, musica dal vivo, concerti. Sarà l'occasione giusta per approfondire argomenti e studiare insieme a un cast artistico di fama mondiale. Nel programma, stage di ballo per tutti i livelli: principiante, intermedio, intermedio/avanzato, avanzato. Salsa Cubana, Salsa Portoricana, Son Cubano, Los Angeles Style, Rumba, New York Style, Folklore Cubano, Gestualità Maschile e Femminile, Reggaeton. Per prenotazioni e informazioni rivolgersi a: [email protected]. 8° Fitness Open 2km sul tapis roulant; 5km sulla stationary bike. Un tempo finale che poi determina la classifica. Categorie: Maschile, femminile e a squadre. L'evento, diventato tradizione al Festival, si pone l'obbiettivo di creare un ponte tra lo sport ed il fitness. All'interno dei Fitness Open verrà organizzato il 1° Campionato riservato agli Studenti Universitari, in rappresentanza di 32 Università italiane. La formula originale costituirà in questo caso un ponte tra lo sport e la cultura. La gara è aperta a tutti. le palestre più prestigiose di Roma. La gara prevede una sfida a staffetta su spin bike (5 km) e tapis roulant (2 km). Sabato 4 giugno i Circoli romani si contenderanno il primo trofeo riservato ai Circoli Storici. Domenica 5, invece, saranno le palestre a disputare la finale per aggiudicarsi il primo trofeo “Rivista Ponte Milvio”. Questo giornale sarà infatti sponsor della manifestazione. Beach Volley Extravaganza Prima della pallavolo, la spiaggia serviva solo a prendere il sole. Ora tutti fanno almeno uno sport sulla sabbia. Una passione americana, divenuta passione in tutto mondo. E Roma, che del beach italiano da sempre è la capitale indiscussa, (dal 13 al 19 Giugno al Foro Italico saranno protagoniste le migliori 96 coppie al mondo per contendersi lo Swatch FIVP Volleyball World Championship) non poteva mancare all’appuntamento dell’anno; tutto il Festival potrà giocare o imparare le tecniche più moderne per fare ricezioni, muri, schiacciate e palleggi. Corsi, giochi, tornei professionali e amatoriali: ci sarà spazio per tutti sulla sabbia del beach. Presentatevi al campo e preparatevi a sporcarvi di sabbia. Nell'ambito di Beach Extravaganza verrà organizzato il 1° Beach Volley GYM Tournament, riservato a tutti i fitness club e circoli sportivi italiani. Formula: 4 vs 4 MISTO. Regolamento: si gioca 4 contro 4. E’ obbligatorio disporre di minimo 2 ragazze sempre presenti in campo. Iscrivi la tua palestra inviando una email a [email protected] Iscrizione è gratuita! La Squadra 1° Classificata si aggiudicherà il primo Trofeo "Festival del Fitness" e i premi del valore di 1000 euro. School and Fitness Venerdì mattina 3 Giugno, in collaborazione con il Municipio XX, le scuole saranno protagoniste "attive" al Festival con il progetto "School and Fitness". Le scuole medie e superiori potranno partecipare con i propri insegnanti in gratuità, a tutte le attività del Festival. Il progetto coinvolgerà gli studenti in attività a loro dedicate come scherma, beach volley, calcio balilla, ping pong, arrampicata, arti marziali… un modo divertente con cui entrare nel mondo dello sport che conferma l’importanza sociale dell’attività motoria e della socializzazione. pontemilvio 11 intervista Indispensabile guida alle ricchezze segrete dell'Urbe: 101 tesori nascosti da vedere almeno una volta nella vita (Newton Compton Editori). I tesori nascosti di Roma Intervista a Gabriella Serio di Alessandra Stoppini Q uanti sono i luoghi celati e le storie leggendarie che la città eterna nasconde? Innumerevoli e il più delle volte lontani dal classico tour capitolino. Lo dimostra l'archeologa Gabriella Serio che, con la sua guida concepita come una caccia al tesoro, apre lo scrigno dei tanti luoghi preziosi che l'Urbe occulta da millenni. Itinerari segreti ammantati da storie, leggende, miti, curiosità e aneddoti, 101 gioielli che possiedono la capacità di affascinare e stupire soprattutto chi vive a Roma da sempre ma ancora non la conosce veramente. Il caveau del Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo “paradiso dei numismatici”, la meridiana della 12 pontemilvio Basilica di Santa Maria degli Angeli “che si trova incastonata nello splendido pavimento in marmo della navata”, il cortile di Palazzo Borghese secondo un detto popolare chiamato il cembalo di Roma “per via della sua strana forma che ricorda un pianoforte”. Gli antichi mulini ad acqua sul Tevere che “svolgevano un ruolo importante nell'economia della città dei Papi”, la Cappella Chigi in Santa Maria del Popolo “vero e proprio scrigno di opere d'arte”, il Palazzo del Gallo di Roccagiovine a Piazza Farnese che custodisce gemme di Roma sono stati raccolti in un volume da Gabriella Serio, novella Indiana Jones. I protagonisti, oltre al popolo dell'urbe, sono imperatori romani, papi, architetti, pittori che hanno contribuito ad abbellire nel corso dei secoli questa straordinaria città. Lei si occupa da anni di ricerche sul patrimonio storico - artistico di Roma. È da qui che è nata l'idea di scrivere un volume sui tesori nascosti dell'Urbe? L'idea è venuta senz'altro dai miei studi, perché da anni mi occupo di studi e ricerche su Roma prima dai tempi dell'Università e poi con la scuola di specializzazione. Inoltre, anni fa ho i- intervista niziato a collaborare per un periodico culturale cittadino di quartiere, Barrio, dove avevo una rubrica dedicata alle curiosità di Roma. Quindi da lì ho iniziato a scavare, ad allargare i miei orizzonti non solamente archeologici, addentrandomi sempre di più sul patrimonio storico - archeologico di Roma. Il volume inizia con l'immagine evocativa delle “spighe di grano di Mastro Gregorio”. Desidera anticipare ai nostri lettori a cosa si riferisce? Le “spighe di grano di Mastro Gregorio” altro non sono che le torri medievali di Roma che erano talmente numerose ai tempi di questo erudito viaggiatore del XII Secolo, che a lui parvero tante spighe di grano. Quindi tante torri che si stagliavano sul panorama della città eterna. Oggi alcune sono state abbattute, molte altre sono sopravvissute inglobate anche in edifici ora abitati per cui non sono facilmente riconoscibili, spesso sono mimetizzate. Altre invece si stagliano ancora orgogliose come la Torre delle Milizie anche se mozzata del terzo piano o la Torre del Grillo e tante altre... Goethe l'11 novembre 1786 di fronte alle rovine di un acquedotto romano scrisse nel suo diario “Quale grande e nobile scopo è quello di abbeverare un popolo mediante un monumento così grandioso”. Qual è la particolarità dell'Acquedotto Vergine? Per prima cosa è uno dei più antichi Le acque dell’Acquedotto Vergine sgorgano ancora dalla Fontana di Trevi, dalla Fontana della Barcaccia a Piazza di Spagna, dalla Fontana di Villa Giulia. Gabriella Serio Archeologa, si è laureata in Topografia antica presso l'Università La Sapienza di Roma. Ha pubblicato studi sull'argomento e collabora con periodici culturali. Lavora presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Le illustrazioni di 101 tesori nascosti da vedere almeno una volta nella vita (Newton Compton Editori 2011, Euro 14,90) sono di Thomas Bires. acquedotti romani, costruito dal luogotenente di Augusto Marco Vipsanio Agrippa nel 19 d. C. La sua peculiarità è di essere ancora in funzione, ha un corso sotterraneo per cui l'acquedotto non è stato intaccato dai lavori urbanistici della città. Le sue acque sgorgano ancora dalla Fontana di Trevi, dalla Fontana della Barcaccia a Piazza di Spagna, dalla Fontana di Villa Giulia la villa di Papa Giulio III che ospita il Museo Etrusco di Villa Giulia. Nella nostra città troviamo ville con parchi pieni di vegetazione e splen- didi monumenti, ma se volessimo visitare il Giardino del Paradiso dove lo potremmo trovare? Si trova dentro la Chiesa di Santa Prassede ed è la più bella cappella medievale con mosaici che ci sia a Roma. È stata dedicata da Papa Pasquale I a sua madre “all'adorata” Teodora ed è un tripudio di tessere vitree scintillanti che vanno dall'oro al blu, al rosso. Assolutamente da vedere. Santa Maria Antiqua ai piedi del Palatino e la sua “parete palinsesto”. Ce ne vuole parlare? pontemilvio 13 intervista Alcuni monumenti sono facilmente visitabili, come le case romane al Celio che conservano pitture e mosaici straordinari La prima chiesa a sorgere nel Foro Romano ha un documento pittorico - archeologico eccezionale, perché un lembo della sua parete conserva quattro strati di pittura che corrispondono a quattro periodi cronologici diversi. La chiesa fu fondata intorno al VI secolo e visse fino al IX dopo che venne seppellita dalle macerie a seguito di un terremoto. Nel corso di questi secoli vi furono varie decorazioni e in questo lembo di muro sono conservati cicli pittorici diversi che documentano le varie vicende artistiche che si sono succedute nella chiesa. Un autentico museo della pittura romana. “Il ventre di Roma è sempre pronto a tendere sorprese.” Si può definire la Sua guida anche come un invito rivolto al lettore a scoprire una Roma sotterranea che c'è, ma non si vede che contiene straordinarie ricchezze? Assolutamente. C'è tutta una Roma 14 pontemilvio sotterranea da scoprire. Alcuni monumenti sono facilmente visitabili come le case romane al Celio che conservano pitture e mosaici straordinari, altri un po' meno, ma molte associazioni culturali organizzano visite guidate. Un altro luogo interessante è la caserma dei vigili del fuoco che si trova a Trastevere nella via della VII Coorte. Da appassionata esploratrice di Roma c'è un luogo della città a Lei particolarmente caro? Sì, “la piccola filiale di San Pietro” alle falde di Monte Mario. San Lazzaro in Borgo si trova ai piedi della via Trionfale, nell'antico borgo omonimo, ora inglobata dalla città giudiziaria. Sono affezionata a questo luogo perché l'ho scoperto per caso seguendo un'indicazione e addentrandomi in una stradina curiosa non asfaltata. Ho scoperto un piccolo gioiello di architettura proto - romanica che si era miracolosamente conservato dai lavori che avevano interessato tutta la zona. Catalano Ufficio via Tacito 88/A (Piazza Cavour) Roma Tel: +39 063216897 fax +39 063213372 - www.catalanoufficio.com lex Il TAR ha detto stop alla media-conciliazione, rilevando la non manifesta infondatezza di alcune questioni di legittimità costituzionale, sollevate con riferimento a norme fondamentali del Decreto legislativo sulla “media-conciliazione”. Non appena iniziata è già finita? Conciliazione incostituzionale? di Eleuterio Zuena * - Avvocato foro di Roma A vevamo intitolato il nostro articolo di novembre ultimo scorso, n. Novembre Ponte Milvio, ”Rivoluzione nella Giustizia Civile: A marzo 2011 entrerà in vigore il Decreto Legislativo 4 marzo 2010, n. 28, “Mediazione finalizzata alla conciliazione delle controversie civili e commerciali”. Salvo ripensamenti dell’ultima ora”. Ripensamenti da parte del Legislatore non ce ne sono stati, e la legge è entrata puntualmente in vigore il 21.3.2011. Ci ha pensato invece il TAR Lazio a spegnere (o accendere, a seconda dei punti di vista), gli entusiasmi per l’appuntamento rispettato. Il Giudice amministrativo, con ordinanza del 12.4.2011, ha ritenuto di dovere rimettere alla Corte Costituzionale la questione di legittimità di alcune previsioni del D.Lgs. n. 28/2010. Più precisamente il TAR: • dichiara rilevante e non manifestamente infondata, in relazione agli artt. 24 e 77 della Costituzione, la 16 pontemilvio questione di legittimità costituzionale dell’art. 5 del d.lgs. n. 28 del 2010, comma 1, primo periodo (che introduce a carico di chi intende esercitare in giudizio un’azione relativa alle controversie nelle materie espressamente elencate l’obbligo del previo esperimento del procedimento di mediazione), secondo periodo (che prevede che l’esperimento di mediazione è condizione di procedibilità della domanda giudiziale), terzo periodo (che dispone che l’improcedibilità deve essere eccepita dal convenuto o rilevata d’ufficio dal giudice); • dichiara rilevante e non manifestamente infondata, in relazione agli artt. 24 e 77 della Costituzione, la questione di legittimità costituzionale dell’art. 16 del d.lgs. n. 28 del 2010, comma 1, laddove dispone che abilitati a costituire organismi deputati, su istanza della parte interessata, a gestire il procedimento di mediazione sono gli enti pubblici e privati, che diano garanzie di serietà ed efficienza. Non vi è dubbio che la decisione sul- la prima questione investirà lo spirito proprio della legge, il destino della stessa e confermerà o vanificherà “la rivoluzione” nella giustizia civile, che con tale provvedimento il legislatore si è proposto. Se la obbligatorietà della conciliazione dovesse essere dichiarata incostituzionale, ci sarà stato solo tanto rumore per nulla. Diversamente, la decisione sulla seconda questione sottoposta ai Giudici di Palazzo della Consulta potrebbe indicare criteri correttivi delle norme impugnate in senso migliorativo per la qualità sia degli Organismi di mediazione, sia della professionalità dei conciliatori, limitandone l’accesso a soggetti con maggiori professionalità tecnico giuridiche, nell’interesse generale. Non ci resta che attendere. Nel frattempo il D.Lgs. n. 28 /2010 è, a tutti gli effetti, in vigore. *CONCILIATORE DELLA SACA (Società di Avvocati per la Conciliazione e l’Arbitrato) s.r.l., organismo di conciliazione accreditato dal Ministero di Giustizia, reg. n.102, Sede in Roma Via G. Calderini 68, www.sacaconciliazione.it intervista La Dyvina ed il burlesque in Italia di Giulia Romano Nel XIX secolo, negli USA e in Gran Bretagna, il burlesque era una parodia del mondo, delle abitudini dell’aristocrazia e dei ricchi e divertiva le classi meno abbienti. C’era una trama, delle canzoni, dei numeri di ballo. Già nell’800, tuttavia, i produttori non esitavano a far salire sul palco anche qualche donna poco vestita. 18 pontemilvio intervista P rotagonista su SkyOne di “Lady Bourlesque”, richiestissima performer nei moderni cafè chantant, fantasiosa insegnante di stage e corsi frequentatissimi La Dyvina è una delle pochissime autentiche interpreti del Bourlesque europeo. Burlesque, questo sconosciuto! Direbbero alcuni, invece è una divertente e seduttiva forma d’arte viva da molto tempo. Quando hai sentito parlare per la prima volta di burlesque? Quasi 3 anni fa leggendo l'articolo di un quotidiano. Un approccio assolutamente casuale... o forse no... In Italia c'era bisogno di burlesque: ed è arrivato. Un bisogno nuovo per comunicare attraverso una forma d'arte diversa, lontana dagli attuali schemi di mercificazione, di “velinismo” e di pornografia televisiva che quotidianamente ci sono offerti. In Italia è un genere artistico che sta riscuotendo attenzione e successo solo da qualche anno. Secondo te come mai? In Italia c'era bisogno di burlesque: ed è arrivato. Un bisogno nuovo per comunicare attraverso una forma d'arte diversa, lontana dagli attuali schemi di mercificazione, di “velinismo” e di pornografia televisiva che quotidianamente ci sono offerti. La donna nel burlesque è protagonista, riconosce i propri bisogni, promuove l'autenticità e l'unicità della sua persona contro la perfezione dell'aspet- pontemilvio 19 intervista l'oggi al domani. Le mie performances sono delle rappresentazioni teatrali, con canto, danza e recitazione. E’ necessaria quindi una formazione solida alle spalle ed anche una certa esperienza di palcoscenico. Non bastano i lustrini e le paillettes! Poi bisogna essere donne, essenzialmente femminili, sensuali, dotate di una forte capacità di ironizzare su se stesse; bisogna saper comunicare col pubblico, spettatore attivo e partecipe di questo gioco intrigante. Nel burlesque è più importante la bellezza o la fantasia? E' importante la bellezza del corpo unita a quella dell'anima: impossibile separarle. La gestualità del corpo nella sua bellezza e armonia é direttamente legata alla raffinatezza, all’eleganza e allo charme di uno sguardo, di un'anima garbata che si esprime. Altrimenti scivoliamo troppo spesso nel cattivo gusto, nella banalità, nella volgarità. Un'anima volgare offrirà uno spettacolo volgare. Le mie performances sono delle rappresentazioni teatrali, con canto, danza e recitazione. E’ necessaria quindi una formazione solida alle spalle ed anche una certa esperienza di palcoscenico. to estetico. Ha padronanza di sé, mostra fiducia in se stessa e nelle proprie capacità seduttive liberando i propri istinti. Tu hai un passato di ballerina classica e vanti nel tuo curriculum esperienze professionali con importanti coreografi che ti hanno diretta anche nei videoclips di Robbie Williams, Gery Halliwell o Ricky Martin. Come e quando ti sei avvicinata al burlesque? Sono ormai circa 2 anni che lavoro col burlesque. Ho letto un articolo di un 20 pontemilvio quotidiano in cui si elogiavano i corsi di burlesque a Parigi, che tra l’altro è la mia città preferita, con classi piene di donne e di uomini che apprendono l'arte dello striptease raffinato ed elegante, sensuale ed ironico. Ho avuto il classico coup de foudre ! Sono partita, ho osservato corsi e spettacoli e l'ho portato in Italia. Che tipo di preparazione deve avere un’interprete di burlesque? Io vedo il burlesque come una vera forma di spettacolo, non come un'arte d'improvvisazione intrapresa dal- Dirigi dei corsi di burlesque allo I.A.L.S.: chi sono generalmente le donne che si iscrivono? Le donne che con estrema curiosità si avvicinano al burlesque sono donne comuni, diverse per età, per fisicità: dalla casalinga alla psicologa, dall'impiegata alla critica d'arte, arrivano adornate di lingerie e boa di struzzo per passare 2 ore di divertimento e sensualità, per giocare con la seduzione e per liberare gli istinti, anche quelli più nascosti. Su SkyOne sta andando in onda da alcune settimane un reality, “Lady burlesque”, di cui sei protagonista: pensi che sia solo il principio di un futuro televisivo per il burlesque? Me lo auguro, anche se non è esattamente il programma di burlesque che avrei voluto! Se avessi una bacchetta magica per realizzare il tuo sogno artistico, cosa chiederesti? Conosco un cinema dismesso nel centro della mia città; vorrei diventasse il mio piccolo cafè chantant, con spettacoli 24 ore al giorno, artisti che vanno e che vengono... un posto magico dove potersi sempre rifugiare. La vostra serenità è il nostro obiettivo ...da sempre Apertura nuovo punto vendita L'Agenzia Aspevi Roma è in grado di soddisfare tutte le esigenze assicurative in ogni ambito della vita privata e professionale AGENZIA di ROMA ASPEVI ROMA F51 Via Abruzzi 4 Tel. 06.6798199 - Fax 06.6798680 [email protected] fisco & the city La cedolare secca sugli affitti degli immobili ad uso abitativo di Benedetto Nardone - Dottore commercialista in Roma A decorrere dal 1 aprile 2011 parte la cosiddetta “cedolare secca” sugli affitti degli immobili destinati ad uso abitativo. Con il nuovo regime di tassazione i locatori possono (facoltà da esercitarsi mediante apposita opzione) assoggettare i redditi derivanti dalla locazione di immobili ad uso abitativo ad un’imposta, operata nella forma di cedolare secca, alternativa al regime di tassazione IRPEF ordinaria. L’opzione è consentita solo alle persone fisiche in possesso di redditi immobiliari derivanti dalla locazione di immobili ad uso abitativo e delle loro relative pertinenze (cantine, box). Per poter usufruire della cedolare secca anche sulle pertinenze è necessario che queste siano locate congiuntamente con gli immobili cui si riferiscono. La base imponibile è rappresentata dal 100 per cento del canone di locazione stabilito contrattualmente dalle parti; le aliquote di tassazione sono le seguenti: 21 per cento in tutti i casi, 19 per cento nel caso dei contratti a canone concordato. Le aliquote sopra indicate sostituiscono tutte le imposte gravanti sulla locazione degli immobili, non solo l’Irpef, dunque, ma anche: • le addizionali IRPEF regionale e comunale; • l’imposta di registro; • l’imposta di bollo. Il contratto deve essere registrato; con l’opzione per la cedolare secca si assolve anche all’obbligo della comunicazione di cessione fabbricato destinata alla Pubblica Sicurezza. 22 pontemilvio Altro aspetto molto importante riguarda l’aggiornamento del canone di locazione, infatti durante il periodo di validità dell’opzione è vietato richiedere l’aggiornamento del canone di locazione, anche solo l’aggiornamento ISTAT. In sostanza, l’applicazione delle nuova norma relativa alla “cedolare secca” introduce una notevole semplificazione, producendo vantaggi sia per il locatore che per il conduttore. Il locatore consegue i seguenti vantaggi: 1) il reddito derivante dalla locazione non concorre più alla determina- zione del reddito complessivo IRPEF, cumulandosi con eventuali altri redditi percepiti, in quanto già assoggettato alla cedolare secca (alle rispettive aliquote del 21% o del 19% a seconda del tipo di contratto); 2) in presenza di redditi elevati la cedolare secca è sicuramente più favorevole rispetto alle aliquote IRPEF ordinarie che vanno da un minimo del 23 per cento a un massimo del 41 per cento a seconda dello scaglione marginale di riferimento dello stesso locatore. Si consiglia di effettuare, prima di esercitare l’opzione per la cedolare secca, un calcolo di convenienza, in quanto in presenza di In presenza di redditi elevati la cedolare secca è sicuramente più favorevole rispetto alle aliquote IRPEF ordinarie che vanno da un minimo del 23 per cento a un massimo del 41 per cento a seconda dello scaglione marginale di riferimento del locatore. fisco & the city I principali vantaggi per il conduttore sono da rinvenirsi nel risparmio dell’imposta annuale di registro e nella sospensione dell’aggiornamento del canone di locazione, anche quello ISTAT. redditi complessivi al di sotto dei 2025mila Euro potrebbe risultare più conveniente il “vecchio” regime ordinario, atteso che, mentre la “cedolare secca” viene applicata sul 100% del canone annuo di locazione, con la tassazione ordinaria l’imponibile è rappresentato dal solo 85% del canone; 3) risparmio dell’imposta annuale di registro e dell’imposta di bollo; 4) esenzione dalla comunicazione di cessione fabbricato alla Pubblica Sicurezza. I principali vantaggi per il conduttore sono da rinvenirsi: 1) nel risparmio dell’imposta annuale di registro; 2) nella sospensione dell’aggiorna- mento del canone di locazione, anche quello ISTAT. Con il provvedimento del 7/04/2011 l’Agenzia delle Entrate ha approvato il regolamento attuativo della cedolare secca disciplinando le modalità operative per l’esercizio dell’opzione ed il regime transitorio. E’ stato così stabilito che l’opzione da parte del locatore per l’applicazione della cedolare secca può essere esercitata in sede di registrazione del contratto (per i nuovi atti) oppure, in caso di proroga o per le annualità successive, entro il termine per il versamento dell’imposta annuale di registro. Una volta esercitata, l’opzione ha validità per tutta la durata (residua) del contratto di locazione ed in caso di comproprietà deve essere esercitata singolarmente da ciascun comproprietario che desideri avvalersi della cedolare secca. Sarà inoltre possibile - dalle dichiarazioni dei redditi per l’anno 2011 esercitare l’opzione per il 2011. Già in sede di dichiarazione Unico PF 2011 e con le medesime tempistiche delle imposte sui redditi dovrà essere versato l’acconto 2011 sulla cedolare secca. Per il 2011 l’acconto sarà dovuto in misura pari all’85% dell’imposta complessivamente dovuta, mentre per il 2012 lo stesso ammonterà al 95%. Come per tutti gli acconti, entro il 16 giugno dovrà essere versato il 40% dell’acconto dovuto ed entro il 30 novembre il restante 60%. pontemilvio 23 mostre Onorato Carlandi (1848 - 1939) a Palazzo Braschi di Alessandra Stoppini Castelfusano (1937) acquerello su carta Il pittore romano che Matilde Serao nel 1902 definì “uno dei più sapienti paesisti d'Europa” è il protagonista della mostra Poesia della natura. Acquerelli. Poesia della natura. Acquerelli di Onorato Carlandi dalle collezioni d'Arte Moderna 12 marzo - 3 luglio 2011 Museo di Roma in Palazzo Braschi Piazza Navona, 2 - Roma Prezzo biglietti da 7 a 9 euro INFO 060608 www.museodiroma.it A l piano terreno del palazzo barocco i visitatori potranno ammirare, fino al 3 luglio 2011, cinquantaquattro opere (52 acquerelli, un dipinto e una scultura) provenienti dalle collezioni della Galleria Comunale d’Arte Moderna donati nel 1940 dalla moglie di Carlandi, la pittrice Lina Haverty. L’esposizione, a cura di M. Elisa Tittoni, Maria Catalano e Cinzia Virno è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico - Sovrintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale, si snoda in due sezioni: gli acquerelli della Gran Bretagna accanto alle vedute italiane di Roma e della sua campagna. È nell'ambiente culturale e artistico romano della fine del XIX e dell'inizio del XX Secolo che prese forma la produzione artistica di Carlandi 24 pontemilvio il quale non fu solo pittore ma scenografo e illustratore, fondatore e promotore di nuove scuole e correnti artistiche. La famiglia prevedeva per l'artista una carriera di avvocato ma il giovane Onorato s’iscrisse all'Accademia delle Belle Arti di Roma. A diciotto anni il futuro pittore partì volontario tra i cacciatori delle Alpi di Garibaldi e quest'esperienza influenzò i suoi primi dipinti quali La barca dei fratelli Cairoli 1869 - 1870 e Ritorno da Mentana, 1872. Ciò che interessò di più Carlandi dopo il 1870 fu il paesaggio, l'osservazione diretta della natura. Si recò quindi in Inghilterra, Galles, Irlanda e Scozia per studiare gli acquarellisti inglesi come Turner, Constable, Cox e Peter de Wint, suo mentore. Sono esposti in mostra gli acquerelli che risalgono a questo periodo, siamo tra il 1880 e il 1891, tra i quali: Fienile a Wingfield, Campi di fieno, dove sono protagoni- sti paesaggi rurali. Affascinanti all'occhio del visitatore risultano Finestra di una vecchia abbazia e Wingfield Manor. Rientrato a Roma nel 1904 Carlandi partecipò attivamente al gruppo I XXV della campagna romana. Nella sala successiva sono esposti gli acquerelli che fecero di Carlandi uno dei principali cantori della campagna romana nei quali sono esaltati la luce e i tipici colori del nostro clima: Villa Adriana (due acquerelli su carta del 1928 e del 1928-1930), Castello di Ostia (19001910), Il Tevere a Santa Sabina (19051906). Una rassegna che ha il privilegio di offrire nuove emozioni visive grazie all'attenta e partecipe osservazione della natura di un artista sensibile come Carlandi. Dopo la mostra è piacevole gustare all'interno di Palazzo Braschi un aperitivo, un tè o uno spuntino veloce al Bras Cafè con affaccio mozzafiato su Piazza Navona. ;LKK@C@F#@CGI<JK@KF =C<JJ@9@C<:?<J@ 8;8KK88@KLF@ GIF>I8DD@;@JG<J8 Glf`i`Z_`\[\i\ÔefX*'%'''\lif\i`dYfijXi\ ÔefX()'d\j`ZfecXÕ\jj`Y`c`k~Z_\;lkk`c`fk`f]]i\% K`Xjg\kk`Xdfgi\jjfc\X^\eq`\Xlkfi`qqXk\[X8^fj;lZXkf G%;%D%E<K=@EJICELD%@J:I%8C9F8><EK@L%@%=%8,0,++ M@8E8Q@FE8C<K@9LIK@E8#)'ÆK<C%'..+$**-((+$K@MFC@ M@8DLI8;<@=I8E:<J@#)ÆK<C%'-$+''+*.)'$:@8DG@EF Il servizio offerto consiste nella promozione di finanziamenti erogati da Agos Ducato. Messaggio pubblicitario con finalità promozionali. Salvo approvazione Agos Ducato. Per le condizioni economiche e contrattuali e per le informazioni sui termini e le condizioni per esercitare le modifiche del piano di rimborso, consultare gli avvisi, i fogli informativi disponibili presso l’agenzia autorizzata o sul sito www.agosducato.it/trasparenza. Duttilio può essere richiesto dai clienti che rimborsano tramite RID. TAN MAX 11,80% -TAEG MAX 14,52% (salvo eventuali modifiche previste dalla legge n. 108/96). Costi accessori: imposta di bollo € 14,62. Spese incasso rata: € 1,30 in caso di pagamento a mezzo RID, € 0 in caso di pagamento presso le filiali Agos Ducato, salvo imposta di bollo di € 1,81 per importi superiori a € 77,47. Rendiconto annuale e di fine rapporto € 1,50 per spese d’invio e € 1,81 per imposta di bollo (almeno 1 volta all’anno) per importi superiori a € 77,47. Offerta valida fino al 31/12/2010. 8><EQ@88LKFI@QQ8K8 sport Il Forhans Team ed il fascino delle multidiscipline di Gicost L a leggenda racconta che tre amici americani, uno forte nuotatore, uno maratoneta ed uno con doti da ciclista, fossero in costante contrasto tra loro su quale fosse delle tre la disciplina più dura e più faticosa. Così decisero di sfidarsi in una gara unica che prevedeva 3,8 km di nuoto, 180 km di ciclismo ed i canonici 42,195 km della maratona alla fine. Così nacque il triathlon, disciplina divenuta olimpica nel 2000 a Sydney (anche se con altre distanze) che oggi può contare solo in Italia su oltre 15 mila tesserati alla Federazione. Nel corso degli anni il numero delle gare organizzate è aumentato enormemente: in Italia, ad esempio, ogni week end vengono disputate 4-5 gare in diverse località e i triatleti più esperti di confrontano ai campionati italiani sulle varie distanze: sprint (750 metri nuoto- 20 km ciclismo- 5 km corsa), olimpica( 1,5 km – 40 km – 10 km), lunga (1,9 km – 90 km – 21 km). Tra le società più attive nell’organizzazione di gare, una è a forte matrice laziale, il Forhans team. Circa cento eventi organizzati negli ultimi dieci anni, di cui nove in programma solo nel 2011; più di tremila presenze agli eventi in un solo anno contando soltanto gli atleti; oltre 40 tra sponsor, partner istituzionali, media partner. Sono questi i numeri che contraddistinguono l’attività del Forhans Team, società con sede a Formello costituita due lustri fa e tutt’oggi guidata dal dinamico Presidente Gianluca Calfapietra. Ma la formazione romana non si accontenta di essere tra le più dinamiche società organizzatrici d’Italia: il forhans Team ha infatti anche una squadra elite di primissimo livello. Anche all'inizio di questa stagione, infatti sono bastati pochi mesi per ottenere risultati eccellenti in Italia ed all'estero. In attesa della stagione 26 pontemilvio del triathlon (le gare più importanti della triplice disciplina si svolgeranno nei prossimi mesi), Il Forhans Team di Gianluca Calfapietra si è reso protagonista nel duathlon (corsa - bici corsa) vincendo un argento ed un bronzo ai campionati italiani con la Capone e la Cibin e vincendo il titolo italiano assoluto con la squadra femminile. La gara, svoltasi a Marina di Pisa, ha visto la formazione romana dominare dal primo metro di gara. La Desideri, la Capone e la Cibin hanno imposto un ritmo insostenibile, tanto da riuscire a chiudere la competizione con un vantaggio di oltre un minuto sul triathlon Rimini, secondo classificato. "E'stata una gioia immensa - ha raccontato a caldo Gianluca Calfapietra, Presidente del Forhans Team - sono anni che siamo al vertice in questa disciplina; questo titolo è il giusto premio ad un gruppo di ragazze che non ha mai smesso di crederci, ma anche una grande soddisfazione per la società che ha saputo crescere costantemente". Dietro alla formazione romana del Forhans Team, Rimini e il Peperoncino Team si sono aggiudicate rispettivamente il secondo ed il terzo gradino del podio. L'ennesimo risultato di prestigio è arrivato poi da Limerik (Irlanda): ai campionati europei under 23 di duathlon Alice Capone ha conquistato una medaglia d'argento che la conferma ai vertici di questa disciplina a livello internazionale. La Capone, già seconda nel 2010, si è arresa alla fortissima francese Alexandra Ferrier Cassan, Da diversi anni punto di riferimento per organizzazione, struttura e risultati, il Forhans Team di Gianluca Calfapietra in questo avvio di 2011 ha già consolidato la sua leadership nel campo delle multi-discipline, grazie anche al sostegno ed alla preziosa collaborazione di un partner d'eccezione come la Uragme, società che distribuisce in esclusiva in Italia i prodotti a marchio Forhans. "sono già diversi anni che appoggiamo il team di Calfapietra - ha raccontato Claudio Alhadeff, titolare della Uragme - nel corso degli anni il nostro impegno è andato crescendo e con esso i risultati ottenuti dalla squadra. Essere partner per noi non è solo motivo di visibilità, ma è anche condivisione di alcuni valori che lo sport rappresenta, a cominciare dalla volontà e dalla determinazione che guidano ognuno di noi per raggiungere obiettivi che potrebbero altrimenti sembrare irraggiungibili”. il libro del mese Diario di una lady di provincia E. M. Delafield La brillante e ironica narrazione della vita di una perfetta casalinga inglese del secolo scorso. a cura di Alessandra Stoppini una donna moderna, colta, mondana e instancabile organizzatrice della vita privata e sociale della famiglia. Ha il marito, Robert, spesso svagato e due pargoli Robin e Vicky, col primo che studia secondo tradizione in un college a Bournemouth, mentre la seconda è educata in casa da una tata francese. Nel 1930 nel Devonshire nel sud - ovest dell'Inghilterra sospesa tra due guerre mondiali quest’arguta ed energica lady di provincia si trova alle prese con la gestione quotidiana della servitù composta da cuoca, cameriere e giardiniere, e non è un'impresa facile. Lady B. come “affettuosamente” la protagonista la chiama nel suo diario, non perde occasione per criticare con velate insinuazioni e sottili paragoni la nostra eroina. Una mai dichiarata rivalità, uno scontro a colpi di fioretto che è uno dei tanti punti di forza di questo romanzo scritto ed edito nel 1930 ma che conserva ancora a distanza di oltre ottant’anni tutta la sua freschezza e originalità. Un modello femminile forte e determinato dotato di un notevole sense of humour che strappa risate e applausi a scena aperta in molte pagine del libro, quasi fosse una rappresentazione teatrale anziché una lettura. La nostra lady di provincia ha spesso problemi di liquidità “ho uno scoperto di otto sterline, sette scellini e sei pence” quindi impegna il solitario della vecchia prozia e vende i suoi vestiti e quelli del marito senza che lui lo sap- 28 pontemilvio pia... Epiche sono le esilaranti situazioni comiche con Lady B. che si presenta sempre scortata dall'autista che guida una Bentley. La lady di provincia ha un complesso di inferiorità nei confronti della matrona la quale d'inverno può permettersi di soggiornare in Costa Azzurra “ecco infine Lady B., col suo vestito in pizzo color argento che tocca quasi terra e il punto vita all'ultima moda”. Quando la protagonista del romanzo non ne può più prende il primo treno per Londra e si rifugia nel West End a casa di Rose ,amica dai tempi dell'università, dove tra le altre cose cena insieme a un gruppo di donne legate al movimento femminista. Per combattere i momenti di malinconia la lady di provincia ricorre all'antidepressivo per eccellenza, eterna panacea di tutte le donne: un devastante e sfrenato shopping. Lei non disdegna le buone letture e le conferenze, perché ama tenersi informata di tutte le novità. Intraprende da sola un viaggio verso il sole e il caldo della Cote d'Azur. Spesso però si trova coinvolta in situazioni paradossali e imbarazzanti ma ne esce alla grande dimostrando il suo stile innato. Cronaca in parte autobiografica, diario ironico e veritiero della vita di una donna della middle - upper class inglese da parte di un’autrice prolifica la quale a distanza di quasi un secolo possiede la capacità di insegnare qualcosa di nuovo alle dinamiche donne odierne. Dopo aver letto questo leggero e gradevole romanzo ci viene in mente una notizia di qualche tempo fa: SorElle d'Italia è il nome di una re- cente ricerca commissionata dal mensile Elle all'Istituto Piepoli, i cui sorprendenti risultati sono stati presentati lo scorso gennaio. Secondo questa ricerca ciò che rende più felici e appagate le trentenni sono nel 47% dei casi il rapporto di coppia e nell'11% il considerarsi buone madri. Un modello di moglie e madre anni ‘50 rappresentato dal lindo grembiule indossato da Doris Day sopra il twin - set di cachemire, gonna a ruota e giro di perle al collo. Nei film USA di quell'epoca la perfetta casalinga accoglieva con un sorriso sulle labbra il marito che tornava a casa dopo una giornata di lavoro. Attenzione però, perché le casalinghe di oggi possiedono nella maggior parte dei casi un'istruzione superiore, quindi la loro è una scelta di vita consapevole, anche se a volte il mestiere della casalinga può essere un ripiego se non si riesce a trovare lavoro. Sempre secondo la ricerca di Elle il 32% delle intervistate dichiara che stare a casa per badare ai figli è una scelta mentre per il 22% è una necessità per risparmiare. La società tradizionale italiana vuole le donne perfette: madri e mogli devote, ma la maggior parte delle donne italiane desiderano essere economicamente indipendenti per sentirsi libere. Essere brave madri e professioniste realizzate nello stesso tempo è forse un'illusione? “Domanda del tutto retorica: ma perché delle donne che non lavorano, sposate e con bambini si dice tanto spesso che non fanno niente?”. Una domanda che rimane fatalmente senza risposta”. eventi Un libro da vivere Lunedì 30 maggio nella Sala Vittoria Colonna viene presentato il libro “L'ultima passeggiata” di Gabriella Guidi Gambino. Una ricostruzione interattiva di scene e personaggi del romanzo farà da sfondo alla serata G abriella Guidi Gambino, scrittrice, poetessa e giornalista romana, incontrerà i lettori sabato 30 maggio 2011, dalle ore 18.30, presso la Sala Vittoria Colonna, per presentare il suo nuovo romanzo L'Ultima passeggiata, Ugo Mursia Editore. I personaggi e le situazioni del libro tratto dal delitto romano del lungotevere Marzio del 1918, prenderanno vita all'interno del salone delle feste di Palazzo Cortese, nel cuore di Roma. Gli ospiti saranno introdotti nell'atmosfera dell'intrigante noir psicologico attraverso immagini della Roma anni Venti, che li accompagneranno all’interno di una suggestiva ricostruzione interattiva di luoghi e personaggi del romanzo. Per la prima volta lo spazio-tempo romanzesco si aprirà al pubblico, in una dimensione sospesa tra passato e presente. Un vivido affresco dell'Italia prima e dopo la Grande Guerra, della Roma vivace e godereccia degli anni Dieci e della città sconvolta del decennio successivo, sullo sfondo del quale si giocano le sorti dei personaggi de L'Ultima passeggiata. L'evento coinvolgerà attivamente lo spettatore, guidato lungo un percorso attraverso le pagine del libro, in un viaggio che lo metterà faccia a faccia con volti, passioni, atmosfere del delitto romano, tenendo in serbo per lui scioccanti colpi di scena. Come la giovane investigatrice del romanzo, sarà chiamato a ricostruire la storia tassello “È l'una di notte. Una ragazza passa veloce sul lungotevere Marzio. È vestita di scuro, con abiti dimessi. La vede un giovane impiegato di commercio, di ritorno a casa. Ode un colpo d'arma da fuoco. Si volta: la ragazza è scomparsa.” per tassello, inseguendo una verità che quanto più sembra a portata di mano, tanto più si rivela inarrivabile. Gabriella Guidi Gambino racconterà la genesi de L'Ultima passeggiata, il percorso che l'ha portata alla scelta del giallo di cronaca, una storia lontana nel tempo e che tuttavia chiama in causa le eterne passioni dell'animo umano. Cosa abbia significato affondare la penna in una storia così oscura, nella violenza, nel male e al contempo come questo l'abbia portata oltre l'orizzonte della vicenda, alla ricerca di un sentimento di purezza e innocenza. Accanto all'autrice interverranno Cinzia Tani e Paola Gelsomino, esperte delle dinamiche del delitto e del comportamento umano nel sociale, che, guidate dall'inchiesta di Guido Zaccagnini, condurranno un'analisi volta a svelare i meccanismi nascosti che muovono il dramma della giovane Beatrice Cortese. Info, contatti e accrediti stampa INVENTAEVENTI SRL [email protected] www.inventaeventi.com pontemilvio 29 make up Il blush è il cosmetico che si stende solitamente alla fine di tutto il makeup: a seconda di come e dove viene applicato consente di scavare o arrotondare un viso, oppure restituire semplicemente alle gote la naturale colorazione che avevano prima dell’applicazione del fondotinta. Il blush di Rossano De Cesaris A pplicando una tonalità marrone di blush direttamente tra lo zigomo e la mandibola, variandone l’inclinazione durante l’applicazione è possibile allungare (stendendolo in diagonale rispetto al viso, cioè partendo dall’orecchio verso l’angolo esterno della bocca) o accorciare il volto (stendendolo in orizzontale, ossia partendo dall’orecchio verso la punta del naso). Attenzione però a non utilizzare il blush come una sorta di correttore scuro con cui smussare angoli o zone troppo prominenti del viso cui cercare di diminuirne il volume (tipo sul naso, mento, fronte, mascella, ecc.): è un gesto errato in quanto le tonalità tipiche del blush sono piuttosto aranciate e rossastre, non hanno una dominante fredda, condizione necessaria per ottenere un’ombreggiatura. In commercio il blush si trova in due diverse texture: in crema o in polvere. I primi possono essere applicati direttamente con i polpastrelli, si fondono con la pelle, ma sono complicati da sfuma- 30 pontemilvio re. Quelli in polvere hanno invece il vantaggio di poter essere stesi velocemente tramite un pennellone, aggiungendo la quantità poco alla volta. A loro volta, i blush in polvere si dividono in opachi (più adatti ad ottenere ombre intense), oppure perlati (conferiscono maggiore risalto alla zona in cui sono applicati). Per i visi lunghi o scavati è consigliabile applicare un blush rosato sulle gote, di una tonalità simile al colore delle guance quando arrossiscono (meglio aranciato invece sulle pelli scure o abbronzate), proprio al centro delle guance, effetto “pomette”, per rendere il viso più rotondo: per applicarlo correttamente, si deve atteggiare il viso a sorriso: il colore và applicato soltanto al centro delle guance (la ruga che si forma ai lati del naso delimita proprio l’area su cui stendere il colore, senza rischi di sbagliare. Inoltre, sui visi non troppo magri risulta giusto anche applicare una tonalità d’ombra (marrone) di blush, steso piuttosto orizzontale (sotto lo zigomo, verso la punta del naso), per spezzare ulteriormente la verticalità del viso. Per i visi paffutelli invece è sconsigliabile il blush a pomello, piuttosto è corretto ap- plicarlo di colore marrone tra lo zigomo e la mandibola (verso l’angolo esterno della bocca), per scavare le guance e rendere l’osso zigomatico prominente (in questo caso però il prodotto non deve essere perlescente, perché le microparticelle riflettenti attenuerebbero l’effetto di correzione). Se invece il viso presenta uno zigomo pronunciato, il blush può esservi applicato sopra per addolcirlo; occorre soltanto fare attenzione a non toccare la zona di luce tra l’occhio e l’inizio dello stesso, altrimenti si rischia di appiattirne troppo il volume. Gli altri visi possono permettersi il lusso di scegliere se applicare un blush per evidenziare gli zigomi, se applicarne uno rosato-pesca soltanto sulle gote o addirittura entrambi. Da tenere presente infine, che il blush và sempre scelto di un colore che sia in armonia con quello del resto del trucco, quindi di ombretto, ma soprattutto del rossetto; questo vuol dire che blush e rossetto devono essere della stessa gamma di colori, non per forza però della stessa tonalità (se ad esempio la bocca è truccata di rosso, il blush può essere aranciato o mattone, ma mai rosa confetto). Eurocasa è il partner ideale per la ristrutturazione e la pulizia di ABITAZIONI, CONDOMINI NEGOZI, UFFICI RISTORANTI, BAR ISTITUTI PRIVATI E PUBBLICI ENTI SPORTIVI E RICREATIVI ALBERGHI Eurocasa realizza e commercializza FINESTRE IN PVC FINESTRE IN ALLUMINIO ANODIZZATO PORTONI BLINDATI VASTA SCELTA DI PORTE EUROCASA Roma • via Nomentana Nuova, 103 • tel. 388.3526438 psicologia Vuol dire che sono matto? di Ilaria Spoletini – Psicoterapeuta e Dottore in Neuropsicologia M olte volte psicologi e psicoterapeuti si trovano a rispondere alla domanda: cos’è la psicoterapia? Perché si sente il bisogno di rivolgersi a uno specialista, piuttosto che ad esempio, a un amico? Nonostante ci sia ancora – purtroppo - una antica e infondata tendenza al pregiudizio e alla vergogna (“Vado dallo strizzacervelli? Quindi sono matto?”), sono sempre di più le persone che scelgono la strada della psicoterapia. Le ragioni sono varie, tra cui comprendere meglio se stessi, le proprie reazioni emotive, eventuali insoddisfazioni sentimentali e/o lavorative o più frequentemente, risolvere un sintomo. In tutti questi casi, la persona cerca un modo per stare meglio, per cambiare qualcosa. Questo è il primo passo verso il benessere, lungi dall’essere un fallimento (“non sono in grado di risolvere da solo”). Purtroppo alcune persone raccontano di aver avuto esperienze negative di colloqui con uno psicologo, e di essere sfiduciati. Queste esperienze hanno un impatto diverso rispetto all’essere delusi da un altro specialista (un dentista, ad esempio), e il 34 pontemilvio suggerimento è di scegliere lo psicoterapeuta basandosi su quello che si pensa e si prova nelle primissime sedute (specie se si è stati “mandati” da qualcuno, il medico di base, ad esempio). Dopo la scelta si concorda insieme l’inizio di un percorso finalizzato a rispondere ai bisogni del paziente. Questo processo permette di comprendere i fenomeni psichici della persona all’interno della sua stessa prospettiva (empatia). Si crea, a tal fine, una relazione di sicurezza e fiducia grazie alla quale è possibile accogliere le esperienze più dolorose del paziente e promuovere la ricerca delle cause del disagio. Si possono così aprire nuove possibilità di esperienza (che può essere ad esempio un modo nuovo di pensare a se stessi e agli altri). Durante il processo terapeutico, si osserva gradualmente il passaggio verso un livello di comunicazione più introspettivo e flessibile e una più ricca modulazione affettiva; quindi maggiori possibilità di benessere. “Sì ma quanto dura?” Dipende. Spesso la persona necessita di un ascolto specifico per una problematica o uno stato di disagio da risolversi in breve termine. Si propone dunque una “consulenza” che può ricoprire poche sedute, per far fronte ad alcune difficoltà specifiche. Svolge comunque una importante funzione, quella di aiutare la persona a chiarire eventi di particolare significato emotivo, che sono spesso causa di confusione, incertezza e disorientamento, e prevenire disturbi più gravi. Quindi a volte non occorre necessariamente una psicoterapia, che spesso spaventa la persona per l’impegno richiesto. Che tipo di terapia? Oltre alla psicoterapia individuale esistono la terapia familiare, di coppia e di gruppo. L’intervento terapeutico ha, in ogni caso, lo scopo di mobilitare le risorse disponibili per favorire un cambiamento, all’interno del sistema familiare o di coppia, o dal confronto tra le persone di un gruppo. Un primo colloquio con lo psicoterapeuta può servire anche per capire qual è la soluzione migliore per la persona. Riflettere sui propri bisogni è una strada utile per la ricerca di una nuova modalità di vivere una relazione soddisfacente, un lavoro o in generale la realizzazione di se stessi. Per info o per prenotare un colloquio: Dott.ssa Ilaria Spoletini www.psicologiapsicoterapia-roma.it Via Cutilia 31 (metro Re di Roma) Terapia di coppia o familiari: Via Lorenzo il Magnifico, 42 (Metro Piazza Bologna) mostra L’incanto del colore di Lorenzo Lotto di Alessandra Stoppini Alle Scuderie del Quirinale la monografia dedicata a uno dei protagonisti del Rinascimento: Lorenzo Lotto, in mostra a Roma fino al 12 giugno 2011. Lorenzo Lotto Annunciazione, 1534-1535 Olio su tela 166x114 Recanati, Pinacoteca Civica, Villa Colloredo Mels Pinacoteca civica, Recanati Lorenzo Lotto La Vergine assunta tra i santi Antonio abate e Ludovico da Tolosa, 1506 olio su tavola 175x162 Asolo, Cattedrale © Photoservice Electa/Baldin, Milano N essuno riesce a cogliere la dolcezza di uno sguardo, a cercare di parlare con i suoi personaggi come Lorenzo Lotto”. Con questa definizione il critico d'arte Bernard Berenson nel 1894 nel saggio “Lorenzo Lotto. An Essay in Constructive Art Cristicism restituiva l'onore a un pittore ingiustamente dimenticato. Dopo secoli di oblio, Berenson ripercorrendo le tappe del pellegrino Lotto sve- 36 pontemilvio lava un artista solitario ma innovativo, moderno e assolutamente originale. La vasta monografia dedicata al pittore che si svolge presso le Scuderie del Quirinale parte proprio dalla definizione di Berenson per illustrare la produzione artistica di questo Maestro rinascimentale attraverso 57 capolavori che ne illustrano il percorso evolutivo. Per la prima volta un'esposizione completa che conferma il talento dell'artista curata da Giovanni Carlo Federico Villa, e sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica con il patro- cinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali promossa da Roma Capitale Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico, Azienda Speciale Palaexpo, Fondazione Roma, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano, Regione Veneto, Regione Lombardia, Regione Marche. La mostra alle Scuderie è dedicata a Pietro Zampetti “infaticabile esegeta” di Lotto suo studioso e curatore della rassegna veneziana del 1953 scomparso lo scorso gennaio. La parabola artistica del pittore venezia- mostra Lorenzo Lotto Ritratto di Febo da Brescia, 1543-1544 olio su tela 82x78 Milano, Pinacoteca di Brera Foto Scala - su concessione Ministero Beni e Attività Culturali, Firenze no di nascita, trevigiano, bergamasco e marchigiano di adozione è proposta proprio in quella stessa città, la Roma di Papa Giulio II Della Rovere che 5 secoli fa non seppe comprendere il suo genio. Seguendo un preciso criterio cronologico e stilistico lungo il percorso espositivo, il visitatore può ammirare, in molti casi per la prima volta esposte in una mostra, anche le grandi pale d'altare. Tra queste la Pala di San Nicola della Chiesa dei Carmini a Venezia, il Polittico e la Trasfigurazione di Recanati, le pale di Quinto di Treviso e Asolo e la Trinità di Bergamo, il Polittico di Ponteranica. Nel primo piano trovano posto le pale, tutte le opere devozionali incluse le grandi pale di altare provenienti dal Veneto, dalle Marche e dalla Lombardia. Negli spazi espositivi del secondo piano si trovano invece le storie sacre e di carattere profano, i ritratti alcuni dei quali mai esposti in Italia provenienti dai grandi musei internazionali: Il Ritratto di Andrea Odoni gentilmente prestato dalla Regina Elisabetta II d'Inghilterra conservato nelle sue collezioni private del Castello di Hampton Court, il Ritratto d'uomo con cappello di feltro da Ottawa. Inoltre i ritratti dell'Accademia Carrara di Bergamo e della Pinacoteca di Brera, del Metropolitan Museum di New York, della National Gallery di Londra e della Gemäldegalerie di Berlino, solo per citarne alcuni. La vicenda umana e pittorica di Lotto, nato a Venezia nel 1480, fu racchiusa entro il triangolo Treviso, Bergamo e alcuni borghi delle Marche e questa antologica intende dimostrare come l'artista fu in grado di conciliare gli elementi tradizionali della grande pittura della sua epoca con alcuni risvolti moderni. Recenti studi hanno dimostrato che l'artista per ottenere i suoi colori innovativi usava pigmenti mai documentati prima in pittura. Il giovane Lorenzo ha imparato da Antonello da Messina a scrutare l'animo umano in una scenografia dove il riferimento primo è Albrecth Durer. L'esposizione esalta la poetica e la visione simbolica dell'artista, il visitatore avrà occasione di cogliere “gli sprazzi di luce fredda del pittore, i piani prospettici mirabilmente e insolitamente tagliati” come recitail depliant della mostra. I personaggi dei suoi dipinti sono sempre immersi in una natura mi- pontemilvio 37 Lorenzo Lotto Ritratto di Lucina Brembati, 1518 circa olio su tavola - 52,6x44,8 Bergamo, Accademia di Carrara - Accademia Carrara-GAMeC, Bergamo steriosa e inquietante, personaggi con sguardi dai quali si comprende che il pittore veneto era un autentico conoscitore della psicologia umana. Bernard Berenson definì l'artista come “il primo pittore italiano a essere sensibile ai mutevoli stati dell'animo umano.” Dipinti, gigantesche pale e ritratti che celebrano l'umanità e l'inquietudine del pittore veneziano che il rigoroso sistema d’illuminazione, con nuovi apparecchi LED a risparmio energetico, e il suggestivo allestimento pongono in magnifico risalto accentuando l'incanto di colori che non si possono descrivere ma solo ammirare dal vivo. Un discorso a parte merita il lavoro di restauro che ha coinvolto 17 dei 34 dipinti italiani presenti in mostra di cui 11 pale d'altare o polittici. Il Polittico di San Domenico di Recanati sarà restaurato in un cantiere aperto appositamente allestito in mostra. Per preparare questa mostra - evento sono stati necessari due anni di lavoro, anche grazie agli sponsor che hanno reso possibile i restauri: Bnl, Gruppo BNP Paribas, Lottomatica ed Enel. Il restauro ha coinvolto anche importanti inamovibili dipinti dislocati in Veneto, Lombardia e Marche. Uomo dal carattere 38 pontemilvio chiuso, introverso e schivo Lotto, la cui carriera si svolse ai confini dei luoghi nei quali allora si decidevano i destini degli artisti, iniziò l'attività artistica nel 1505 nella Chiesa parrocchiale di Santa Cristina al Tiverone a Quinto di Treviso con l'ancona della Madonna con il Bambino tra i santi Pietro, Cristina, Liberale e Girolamo e la sovrastante cimasa con il Cristo morto sorretto da due angeli che inaugurano il percorso della rassegna. Il Cristo morto è sorretto dagli angeli dalle grandi e luminose ali che piangono e tutta l'atmosfera ha il potere di coinvolgere ed emozionare il visitatore. Nell'olio su tavola La Vergine assunta tra i santi Antonio Abate e Ludovico da Tolosa (1506), proveniente dalla Cattedrale di Asolo commissionato per la Confraternita dei Battuti, emerge il paesaggio al centro del dipinto: il ponticello, il mulino, il tavolo apparecchiato sull'aia, le tortore sul tetto. Ecco le piante officinali alle quali sono legati i santi raffigurati che leniscono i mali dell'uomo. Dalla provincia di Treviso nel 1506 Lorenzo si spostò a Recanati allettato dall'offerta dei frati del convento di San Domenico che intendevano commissionargli un'ancona. Pa- gamento ben 700 fiorini. È lo splendido Polittico di San Domenico ora conservato a Villa Colloredo Mels nella Pinacoteca Civica di Recanati. “Il natio borgo selvaggio” di leopardiana memoria era allora la città più vicina a uno dei santuari più amati della penisola: la Sacra Casa di Loreto venerata da Giulio II. Chi dipingeva a Recanati aveva la possibilità di farsi apprezzare dal Santo Padre. Infatti, il Polittico portò fortuna a Lorenzo che fu chiamato alla corte pontificia per decorare le nuove stanze del Palazzo Apostolico. A Roma operavano in quel periodo Michelangelo e Raffaello e non c'era posto per il genio del colore di Lotto, e infatti della sua opera qui non vi sono tracce. L'artista, uomo pervaso quasi da una religiosità domenicana fuggì da Roma e dal Papa guerriero che proprio in quel periodo stava organizzando una grande unione di potenze (Lega di Cambrai) contro Venezia colpevole ai suoi occhi di essersi espansa troppo in Romagna e trovò rifugio a Recanati, dove dipinse la pala Trasfigurazione di Cristo (1511/12) presente in mostra. “Solo, senza fedel governo e molto inquieto nella mente”, così si sentiva nell'animo il pittore e l'olio su tavola San Girolamo nella selva (1506) conservato al Louvre di Parigi, riflette il suo stato interiore, quel costante peregrinare che lo condurrà alla fine dei suoi giorni a Loreto come padre oblato donando all'istituzione i suoi beni e se stesso. Nel 1513 Lotto andò a Bergamo, dove non solo trascorse 10 anni di fecondo, lieto e creativo lavoro, ma dove venne a contatto con la clientela ricca e borghese della città. Ricordiamo che i committenti di Lotto non furono principi o sovrani ma esponenti della ricca, media e piccola borghesia. Sempre al primo piano delle Scuderie possiamo ammirare la pala Madonna in trono con il Bambino e i santi Giuseppe, Bernardino da Siena, Giovanni Battista e Antonio Abate e angeli (1521) che si trova nella Chiesa di San Bernardino a Bergamo. Quattro mostra Lorenzo Lotto Ritratto del vescovo Bernardo de’ Rossi, 1505 olio su tavola - 52x40 Napoli, Museo di Capodimonte © Photoservice Electa/Anelli - su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Milano angeli sistemano una grande tela verde per proteggere i protagonisti di questa sacra conversazione. L'angelo ai piedi del trono si rivolge direttamente al visitatore stabilendo un legame diretto con chi osserva il dipinto. È questa la grande modernità di Lotto. Dalla provincia di Bergamo arriva Il Polittico di Ponteranica (1525) olio su tavola custodito nella Parrocchia dei santi Alessandro e Vincenzo Martiri. L'opera restaurata di recente rivela i magnifici colori espressi nella tela. L'imponente pala d'altare Madonna del Rosario, per la Chiesa di San Domenico a Cingoli commissionata dalla Confraternita del Rosario di Cingoli, rappresenta la massima espressione dell'artista sul tema delle pale d'altare. L'artista unisce una sacra conversazione ai medaglioni del rosario con una inconsueta raffigurazione dei 15 medaglioni simili all’ ex voto che rappresentano i grani del rosario: misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi che riportano ciascuno una storia di Maria o di Gesù. Al centro la Madonna che sta dando a San Domenico inginocchiato la corona del Rosario, mentre il Bambino, che si trova in braccio a Maria, benedice Sant'Esuperanzio, vescovo lo- cale, che offre a Gesù un modellino della città. Nella parte bassa della pala nella luce della sera i piccoli angeli da una cesta di vimini gettano una nevicata di rose e l'immagine è talmente reale e commovente che sembra di sentire il delicato profumo dei petali. Grande è la raffinatezza dei dettagli contrapposta alla semplicità popolaresca dello schema. Al secondo piano dell'esposizione troviamo Giuditta con la testa di Oloferne (1512) personaggio biblico qui ritratto in tutta la sua prorompente bellezza. Il Triplice ritratto di orefice (1530) proveniente da Vienna appare di una stupefacente modernità, mentre nel Ritratto di Lucina Brembati (1518) dell'Accademia Carrara è evidente il compiacimento della protagonista che ostenta la propria posizione sociale e ricchezza. È l'Annunciazione (1534/35) di Recanati che cattura lo sguardo dello spettatore: Maria non comprende cosa stia accadendo nella sua dimora e con lo sguardo smarrito si rivolge verso di noi, il gatto dal pelo irsuto è atterrito dall'angelo planato mentre in cielo Dio occupa lo spazio in alto. Mondo terreno e mondo divino in questa Annunciata si fondono in maniera com- pleta, totale. L'ultimo dipinto di questa straordinaria esposizione che celebra la malinconia e lo stile di Lotto rappresenta il testamento spirituale di quest'uomo incapace di cedere a qualsiasi compromesso. È la Presentazione di Cristo al tempio proveniente dal Museo Antico Tesoro della Santa Casa di Loreto. Opera lasciata incompleta a causa della malattia e della morte dell'artista avvenuta in silenzio nell'autunno del 1556 a 76 anni. La luce entra da destra e illumina i visi curiosi dei popolani giunti a vedere il Bambino, al centro della scena c'è Maria che presenta il figlio al sacerdote mentre sale umilmente i gradini alla presenza di vari personaggi, tra i quali la profetessa Anna. Le pennellate sono incerte, le figure appena sbozzate, quasi un quadro impressionista. Ciò non toglie che tutti i protagonisti del dipinto non sentano la solennità del momento, è precisa la condizione emotiva dei presenti, tipica dell'opera di Lotto. I colori sono smorzati forse una precisa scelta di sobrietà del grande artista che è consapevole di stare per congedarsi dal mondo. Una monografia dalla fascinazione unica, un'arte anticipatrice quella di Lorenzo Lotto che fece dire a Barenson”... come illustratore egli ha una sua parola da dire e come ritrattista eguaglia i massimi pittori del suo tempo e talora, a suo modo, li sorpassa”. Lorenzo Lotto Scuderie del Quirinale via XXIV Maggio 16, Roma 2 marzo - 12 giugno 2011 Ingresso: 10 euro - ridotto 7,50 euro • da domenica a giovedì 10.00-20.00 venerdì e sabato 10.00-22.30. L’ingresso è consentito fino a un’ora prima della chiusura. Info: tel. 06.39967500 www.scuderiequirinale.it www.lorenzolotto.info pontemilvio 39 cultura Centro di narrazione Le sedie Nel cuore di Roma Nord è nato un punto di attrazione culturale dalle molteplici finalità di Alessandra Stoppini O gni cosa, anche il più semplice oggetto è in forma latente racconto”. Partendo da questa frase del critico letterario svizzero Paul Zumthor quattro giovani soci: Francesca Biancat, Valeria Lama, Andrea Pergolari e Anna Lisa Pulizzi hanno creato, a Labaro, Le sedie centro di narrazione cofinanziato dalla Provincia e dalla Camera di Commercio di Roma con il Fondo della Creatività. Il Centro Le sedie si presenta come “spazio interattivo proponendo una delle attività più vecchie del mondo cioè raccontare storie offrendo, allo stesso tempo, un servizio nuovo per la città di Roma: la mnemoteca”. Francesca Biancat, responsabile dell'area commerciale e della programmazione artistica del centro, e Andrea Pergolari, scrittore e studioso di cinema, responsabile del cineclub e della mnemoteca, spiegano questa neonata impresa creativa situata non a caso proprio a Labaro. Il quartiere sorto sulle sponde settentrionali del Tevere all'inizio del secolo scorso per molto tempo è stato u- 40 pontemilvio na sorte di ponte tra la città, la campagna e l'agro romano. In seguito l'urbanizzazione l'ha inglobato con Roma ma Labaro, per una serie di motivi, non è mai diventato periferia. “Possiamo considerare Labaro come un posto di confine che presenta tutte le caratteristiche di un paese e i servizi di un'area metropolitana. Tra questi servizi però mancano quelli culturali non meno importanti degli altri” dichiara Francesca Biancat ideatrice e responsabile dell'intero progetto. Per quale motivo avete scelto il nome “Le sedie” per il centro di narrazione? R. Andrea “Il nome viene da una celebre commedia di Eugène Ionesco: Le sedie, appunto. Perché sia stato scelto proprio questo nome, tocca a Francesca spiegarlo. Per parte mia, andando a scavare nella memoria (giusto in tema con il nostro centro), posso dire che l’idea di costruire uno spazio abitabile per i nostri sogni circolava fin dai primissimi mesi in cui ci siamo conosciuti con Francesca, oltre sei anni fa, all’Università. Mancava solo l’opportunità di farlo e sembrava non dovesse giungere mai, invece è arrivata adesso grazie alla Provincia di Roma. Dare ora alla realtà lo stesso nome di un sogno comune che sembrava irrealizzabile, ha pure un notevole e personale valore emotivo”. R. Francesca “Ricordo ancora adesso l’emozione che ho provato quando sono andata a vedere per puro caso Le sedie di Ionesco a teatro. La solitudine di questi due vecchietti che, nutrita dalla loro stessa voglia, e ancor più del bisogno di comunicare, si faceva sempre più grande, più soffocante aveva la stessa forza della poesia, era una metafora palpabile. Sicuramente quindi il nome vuole essere un omaggio alla genialità di Ionesco. L’idea invece di creare la platea con sedie una diversa dall’altra è venuta in seguito. E anche quest’idea ha un suo significato preciso: vuole essere un trionfo della diversità, ma allo stesso tempo della collettività. A teatro, ma anche al cinema, ogni spettatore alla fine di uno spettacolo si porta a casa qualcosa (quando ovviamente c’è da portare a casa qualcosa!), ognuno reagisce in modo diverso a quello che vede. L’immagine del teatro Le sedie vuoto, vuole essere lo specchio del teatro quando è popolato da spettatori, non so se mi sono fatta capire. Il teatro per cultura Andrea Pergolari Anna Lisa Pulizzi Valeria Lama Francesca Biancat “Ricordo ancora adesso l’emozione che ho provato quando sono andata a vedere per puro caso Le sedie di Ionesco a teatro. La solitudine di questi due vecchietti che, nutrita dalla loro stessa voglia, e ancor di più dal bisogno di comunicare, si faceva sempre più grande, più soffocante aveva la stessa forza della poesia, era una metafora palpabile.” Francesca Biancat me è una cosa semplicissima, è una condivisione, la nostra sfida con questo progetto, vuole andare un po’ più in là: vorremmo fare del teatro non solo un incontro fra attori e pubblico, ma anche fra spettatori che alla fine di ogni spettacolo saranno liberi di esprimersi, di dialogare fra loro. Anche il fatto che sul biglietto che daremo a ogni spettatore non ci sarà il numero del posto e la fila, ma l’immagine della sedia, anche quello può (o dovrebbe) portare lo spettatore a confrontarsi con chi sta cercando il proprio posto in quel momento. Già solo sedersi dovrebbe far parte del gioco, la ricerca del posto diventa qualcosa di creativo! Inoltre stiamo anche pensando a delle iniziative mirate per far interagire il pubblico, dargli la possibilità di aprirsi e raccontarsi. Insomma l’unicità del teatro è data proprio da questo: dalla presenza simultanea nello stesso spazio e nello stesso momento di attori e spettatori, se il rapporto rimane unidirezionale credo che si perda una bella occasione. Ormai quando si va a teatro, l’unica risposta del pubblico è l’applauso, così il dialogo si appiattisce, forse gli spettatori hanno qualcosa di più da dire, da condividere”. Quali sono i servizi che offrite Andrea? Andrea: “Teatro, cinema, letteratura, musica… Uno spazio dove poter mettere in scena piccoli spettacoli e monologhi, fare letture pubbliche, laboratori creativi, attività di cineclub, usu- fruire di una mnemoteca piccola ma consistente e, al fianco di tutto, una rivista semestrale di approfondimento storico-letterario. Troppe cose? Bisogna tenere presente che Labaro è una borgata vecchia di settant’anni che ha un unico servizio culturale: una bella Biblioteca Comunale, in viale delle Galline Bianche, attiva dagli anni ’80. Per il resto non c’è nulla: non un teatro, non un cinema. E lo stesso vale per Prima Porta, Santa Cornelia, Saxa Rubra, le borgate sulla Flaminia e la Tiberina a noi vicine. Per trovare un cinema e un teatro, nel XX Municipio, bisogna andare sulla via Cassia. Ma tra la Cassia e la Flaminia c’è un intero mondo di differenza. Vogliamo cercare di offrire alla popolazione del nostro quartiere, ai giovani come agli anziani, la possibilità di divertirsi e di educarsi ad un passo dalle proprie abitazioni. Nello stesso tempo mostrare intorno che è possibile fare “cultura” anche in zone come Labaro; anche la nostra periferia può essere piena di fermenti creativi. Ti assicuro che nelle nostre zone ci sono moltissime personalità artistiche che non riescono a esprimersi per mancanza di spazi adeguati. Ecco, il nostro centro di narrazione dovrà funzionare necessariamente anche come catalizzatore di “cultura”, avere una propria linea direttiva ed essere aperto alle proposte esterne. Una forza centripeta e centrifuga, insomma. Sarà dura, ma vediamo se, nel nostro quartiere, riusciamo ad avere la forza di togliere le virgolette alla cultura”. Francesca, ci descrivi le iniziative artistiche che avete in programma? “Per quanto riguarda la stagione teatrale, gli spettacoli in programma sono tutti di narrazione (se vogliamo definirlo così), hanno tutti una forte vocazione civile e sociale per dare voce a persone e storie che sono ai margini della società, della realtà e della storia ufficiale. Nella ristretta programmazione di quest’anno - ristretta non solo in termini di tempo perché si svolgerà da marzo a giugno 2011, ma anche perché il budget che avevamo a disposizione è ristretto, abbiamo dovuto e dovremo contare molto solo sulle nostre forze - ospiteremo: Giuliana Musso con Nati in casa, Roberto Anglisani con Giungla e Il pontemilvio 41 cultura sognatore e infine due spettacoli in omaggio allo scrittore ungherese István Örkény di cui curerò la regia e che vedono entrambi come protagonisti Giulio Canestrelli e Arianna Moro: Questa non è una pipa! che ha debuttato nel 2007 a Venezia e Giochi di gatti, che ha debuttato lo scorso febbraio al Let della Cometa Off. Per quanto riguarda invece la programmazione del cineclub abbiamo pensato di abbinare alle proiezioni cinematografiche delle letture, faremo delle piccole rassegne sul noir, il giallo e il mystery, proponendo scrittori come Capote, Dahl, Ellin, e la Highsmith. Molto spazio sarà dedicato anche ai bambini con letture, musiche e spettacoli interattivi. Ci saranno anche laboratori di teatro, cinema e scrittura per bambini e adulti. Ma vi consiglio di controllare tutte le iniziative sul nostro sito www.centrolesedie.it per avere informazioni più dettagliate e precise”. Ci presenti anche gli altri soci e compagni di avventura? “Valeria Lama e Anna Lisa Pulizzi sono mie ex compagne di Accademia. Abbiamo seguito il corso biennale di Pedagogia teatrale alla Silvio D’Amico. Dopo i due anni insieme ci siamo separate: Valeria ha lavorato a Scampia per il progetto Punta Corsara; mentre Anna Lisa si è dedicata al mondo dell’editoria. Siamo un gruppo diversificato e giovane (la maggior parte di noi ha meno di trent’anni). Speriamo che le passioni che ognuno di noi coltiva riescano a creare una squadra forte e solida per affrontare tutte le peripezie e gli ostacoli che verranno fuori con questo progetto che, a volte, mi sembra così ambizioso da sfiorare la follia”. Andrea, possiamo definire la mnemoteca come una biblioteca della memoria attraverso immagini, scritti, volti e luoghi? “Sì, è proprio così. La memoria ha un aspetto politico, può essere considerata il fondamento di ogni civiltà. E nei momenti di crisi sociale e civile, come quello che stiamo vivendo, ci accorgiamo di quanto sia necessario conoscere il nostro passato, e quindi conoscerci, per programmare un futuro sostenibile dai nostri eredi. La memoria ha necessariamente anche un aspetto esistenziale, privato, quasi nevrotico: 42 pontemilvio quando sembra possibile andare allegramente verso la fine della civiltà, come adesso, diventa naturale anche cercare di accumulare quante più testimonianze e tracce di vita vissuta possibili. Per sentirci a nostra volta vivi e importanti, dobbiamo far capire a tutti che ci siamo, lasciare tracce indiscriminate e indiscriminatamente cercare tracce di tutti, dappertutto, senza particolari criteri di giudizio, seppellendo paradossalmente la memoria nei suoi stessi disordinati scaffali. In questi ultimi dieci anni, è spuntata una sterminata serie di lavori, associazioni, gruppi di ricerca che hanno riempito gli scaffali della nostra memoria di autobiografie possibili e impossibili, probabili e improbabili. Senza capire che anche l’oblio è un valore, se la memoria significa annullarsi nei dettagli. Tutto questo discorso per dire che, aprendo a nostra volta una mnemoteca, siamo consci dei pericoli cui andremo incontro e che cercheremo di evitarli nell’unico modo che ci sembra possibile: adottando un’impostazione metodologica precisa nella scelta dei materiali”. Andrea, di che cosa si occupa la rivista semestrale Narratempo, fondamentale costola del centro di narrazione? “Ecco, Narratempo è il modo che abbiamo scelto per dare forma espressiva alla mnemoteca. Sarà una rivista divisa in due parti: una generale, costituita da rubriche fisse che cercheranno di sviluppare i temi del centro di narrazione (i rapporti che hanno il teatro, il cinema, la letteratura e la musica con i luoghi della memoria); una monografica, che porterà alla luce le testimonianze che abbiamo raccolto durante le nostre ricerche, tematizzandole di numero in numero. Approfondiremo aspetti della vita italiana che ci sembrano interes- santi, adottando la metodologia della storia orale, così come hanno fatto i nostri autori di riferimento, Nuto Revelli e Alessandro Portelli. Il primo numero di Narratempo, è dedicato agli allenatori di calcio italiani e s’intitola La strategia della panchina: sarà un modo per raccontare l’evoluzione storica di una parte così importante della nostra società, affidandola alla voce dei suoi protagonisti, da Galeone a Mazzone, da Santin a Marchesi, da Simoni a Trapattoni”. Andrea, il cinema rappresenta la tua passione. Dopo la pubblicazione della bella monografia dedicata a Luciano Salce scritta a quattro mani con il figlio Emanuele, hai in cantiere un nuovo libro? “Più che in cantiere, sono proprio in uscita due libri. Il primo l’ho scritto in collaborazione con Guido Vitiello e s’intitola Ha visto il montaggio analogico? pubblicato da Lavieri. Sono dieci piccoli saggi di dieci pagine dedicati ad altrettanti film italiani misconosciuti: si va da Anni ruggenti di Zampa a Il merlo maschio di Pasquale Festa Campanile, e a Gran bollito di Mauro Bolognini. L’altro libro, invece, è direttamente collegato all’esperienza delle Sedie, anzi ne è stato un inconsapevole “ostetrico”, l’abbiamo scritto con Francesca ed è un libro su Labaro e la sua storia raccontata dagli abitanti del quartiere: s’intitola Labaro - Storia di una borgata romana, e sarà pubblicato da Edilazio”. Centro di narrazione Le sedie Vicolo del Labaro, 7 - 00188 Roma tel: 0633615618 www.centrolesedie.it comunicazione soluzioni per la Stampa offset Stampa digitale Striscioni in pvc Personalizzazione automezzi Pannelli pubblicitari Gadget Organizzazione e realizzazione eventi S.r.l. Romana Editrice Via dell'Enopolio, 37 - 00030 S. Cesareo (Roma) Tel. 06.95.70.199 r.a. - Fax 06.95.70.599 - Cell. 329.01.99.175 e-mail: [email protected] - www.romanaeditrice.it gusto Vino e architettura... una simbiosi affascinante di Ursula Prügger, Sommelier AIS - www.ulimengo.it - Foto di Ulimengo Architetti di fama internazionale progettano e costruiscono in tutto il mondo spettacolari cantine ed aziende vitivinicole. Una splendida simbiosi tra architettura all’avanguardia e produzione del vino che fa nascere veri e propri luoghi cult. I l trend è cominciato negli anni Ottanta in California nella Napa Valley ed in Francia, per seguire poi in Germania, in Austria, in Svizzera e last but not least in Italia, particolarmente in Alto Adige dove sono stati realizzati diversi progetti affascinanti. Non conta solo l’immagine, in cantina l’architetto deve considerare anche le nuove sofisticate tecnologie ed una logistica più complessa rispetto al passato. In fondo però non è neanche un nuovo trend se pensiamo agli Châteaux del Bordeaux, ai Castelli del Reno o della Mosella. E’ solo cambiato lo stile. 44 pontemilvio Visitando la cantina di Petra in Toscana scopriamo un simbolo oramai famoso dell’architettura moderna legato al vino. Il progetto Petra studiato a tavolino. Già da lontano attira l’attenzione il cilindro di pietra - petra - sezionato con un piano inclinato parallelo alla collina e due corpi edilizi porticati ai lati. Evoca un tempio dedicato a un dio azteco e, con un po’ di fantasia, si riconosce la reinterpretazione della grande villa della campagna toscana che questa cantina vinicola vuole rappresentare. Impressiona il panorama che appare salendo a piedi sull’ultimo pezzo di strada: ai lati la piccola antica cappella, un cipresso, un pino… la classica Toscana. Ma poco più indietro si staglia la maestosa cantina in pietra rosa di Verona con la corona circolare del cilindro, un giardino pensile impreziosito dagli ulivi. L'effetto frontale di questa costruzione dell’architetto ticinese Mario Botta, amico della famiglia Moretti, è imponente. La cantina è immersa al suo interno in un gioco di luci blu-viola. La simmetria delle colonne, che lascia ampi spazi, fa pensare ad una cattedrale moderna. “Per Petra si è partiti dalle fondamenta, mettendo la prima pietra, gusto scavando la collina e costruendo una struttura che entrasse come un elemento definitivo nel paesaggio, così a fondo da apparire naturale, lì da sempre. L'architettura ha reso visibile una cantina come se si trattasse di un castello, di una piramide, di un osservatorio celeste” si legge sul sito di “Terra Moretti”. Mario Botta è stato allievo di Carlo Scarpa, Le Corbusier e Louis Isidore Kahn. Si distingue per l’intensa attività didattica e numerosi progetti in tutto il mondo, per esempio lo SFMOMA museo d’arte moderna a San Francisco, la Cattedrale della Resurrezione a Evry, il museo Jean Tinguely a Basilea, la sinagoga Cym- pontemilvio 45 gusto balista e Centro dell’Eredità a Tel Aviv, il MART museo d’arte moderna e contemporanea di Rovereto, la torre Kyobo a Seoul, la ristrutturazione del Teatro alla Scala di Milano, la stazione della metropolitana a Napoli. Dopo la cantina di Petra, ha costruito una cantina a Lugano ed una a Saint Emilion, Château Faugères. La filosofia dell’architetto pluripremiato ”L’unico modo per rispettare l’architettura è essere autenticamente moderni”. Vittorio Moretti è il presidente del gruppo “Terra Moretti”, specializzato nell’edilizia industrializzata applicata alle grandi costruzioni (finora sono state realizzate 120 cantine); il polo enoturistico è rappresentato dalle aziende vitivinicole Bellavista e Contadi Castaldi in Franciacorta, Petra in Toscana, dal Relais & Chateaux L’Albereta e dal resort L’Andana nella tenuta La Badiola. Il grande desiderio dell´imprenditore bresciano, amante dei vini di taglio bordolese, era produrre vino rosso e ripetere il successo delle sue pluripremiate cantine in Franciacorta. Il progetto dei vini rossi della famiglia Moretti a San Lorenzo, poco lontano da Suvereto, in provincia di Livorno, fa parte della “Terra Moretti” e consiste nella valorizzazione del territorio. Così la stessa strategia della Franciacorta si replica in Maremma, investendo in un resort superlusso, questa volta in partnership con Alain Ducasse nella duplice veste di chef e hotellier. “Se il territorio è conosciuto e ha successo, chi lavora nel territorio con qualità, alla fine emerge” spiega chi ci fa conoscere l’azienda durante una visita. Petra e i suoi vini La proprietà di Petra consta di 300 ettari, di cui 100 di vigna. Vittorio Moretti ha affidato sin dall’inizio l'indagine agronomica al professor Attilio Scienza, massimo esperto di zonazione. In generale, i terreni in questa parte della Maremma sono più argillosi di Bolgheri e perciò più adatti al Merlot. Nell’azienda di Petra si trovano tre tipi di terreni molto diversi fra loro, ma anche all’interno dello stesso vigneto ci sono delle differenze. E’ un fattore im- 46 pontemilvio Ebo, Quercegobbe, Zingari e Petra: quattro storie per quattro vini Il vino Ebo Val di Cornia DOC Suvereto Rosso con uvaggio Cabernet Sauvignon e Merlot rimanda alle radici storiche di Suvereto: Ebo era la denominazione di un insedimento etrusco di antichissima origine. Il Quercegobbo IGT Toscana, un Merlot in purezza, porta il nome della vigna di origine, piantata nel 1997 in prossimità della cantina orientata verso il mare. Invece il Zingari IGT Toscana è il risultato dell’uvaggio Merlot, Sangiovese, Syrah ed Alicante. La punta di diamante dell’azienda risulta il Petra. Prima annata del Petra è quella del 1997, uscita nel 2000: un rosso IGT con un assemblaggio di 70% di Cabernet Sauvignon e di 30% di Merlot, prodotto oggi in 35.000 bottiglie. La vendemmia per il Merlot inizia a metà agosto, quando si toccano anche punte di 35 gradi e termina con il Cabernet Sauvignon a metà ottobre. portante anche nella maturazione che richiede raccolte selettive. La trama di base è - per fortuna dicono - l’argilla mista marna. Il lotto su cui è stato piantato il Sangiovese, a circa 350 metri sul livello del mare, è composto da terra rossa molto ferrosa che fa parte delle Colline Metallifere dell’Alta Maremma. Lì si registrano escursioni termiche e frequenti piogge. Nei terreni più vicini al mare, sul primo versante collinare che si affaccia sul Golfo di Follonica, di fronte all’Isola d’Elba, si trovano invece i vitigni di Cabernet Sauvignon e Merlot. Il lotto più grande, che comprende la parte intorno alla cantina di 90 ettari, è esclusivamente di Merlot. “Il clima della Maremma somiglia forse più a quello del Cile che del Bordeaux” ha spiegato qualche mese fa in occasione di un convegno a Roma il consulente enologo bordolese Pascal Chatonnet, da cinque anni coinvolto nel progetto Petra, con il soprannome “Bordeaux´s alchemist winemaker”. “Le piogge mancano soprattutto nei mesi di luglio e agosto. Questo significa stress idrico per la vigna. Perciò è importantissimo il lavoro attento in vigna senza rimuovere le foglie, altrimenti il sole brucia i grappoli.” I vigneti di Petra sono ancora relativamente giovani – i più vecchi hanno tredici anni. Perciò c’è il rischio, dando acqua alla pianta, di non riuscire a spingere la radice verso il basso. Occorre mantenere il miglior equilibrio possibile senza far soffrire la pianta e senza bloccarne la crescita. Oltre ai vini rossi a Petra si produce anche un vino dolce da meditazione, il Petra Angelo di San Lorenzo - un blend derivato dall’unione di differenti annate utilizzando quattro vitigni, la Malvasia, il Trebbiano, la Clarette e il Vermentino ed un olio extravergine di oliva - un mix dei cultivar leccino, frantoio, moraiolo e pendolino. “Siamo un’azienda molto giovane e abbiamo solo da imparare. E’ una questione di tempo: per fare la cantina abbiamo impiegato due anni, per fare il vino serve molto di più”... questo dicono a Petra. Roma news La periferia si mette in mostra Lunedì 18 aprile, presso il Liceo Farnesina di Vigna Clara, si è tenuta la premiazione del Concorso letterario “La periferia si mette in mostra” che ha visto protagonisti sei studenti finalisti provenienti da tutta Roma. Rivolto a giovani scrittori e poeti della Capitale il concorso, promosso dal Campidoglio, aveva lo scopo di stimolare nei ragazzi la voglia di conoscere il proprio quartiere, la sua storia e la sua vita quotidiana, oltre alla capacità di esprimersi artisticamente. La giuria, composta da Simonetta Bartolini, scrittrice, giornalista e critico letterario, XII edizione della Race for the Cure - un week end di sport salute e benessere Domenica 22 maggio torna l’appuntamento più coinvolgente della primavera romana: la “Komen Race for the Cure – Di corsa contro i tumori del seno”. La manifestazione, che ha come madrina Maria Grazia Cucinotta, si apre ufficialmente alle Terme di Caracalla venerdì 20 maggio con numerose attività dedicate alla salute, allo sport e al benessere e culmina domenica in una corsa di 5 km con passeggiata di 2 km per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione, raccogliere fondi ed esprimere solidarietà alle Donne in Rosa, donne che hanno affrontato personalmente il tumore del seno e che testimoniano, indossando una maglia e un cappellino rosa, che da questa malattia si può guarire. Tra loro ci sarà l’attrice Rosanna Banfi, che ha scelto da tempo di condividere pubblicamente la sua esperienza per infondere coraggio alle oltre 37.000 donne che ogni anno in Italia sono colpite dal tumore del seno. DESTINAZIONE DEI FONDI - I fondi raccolti attraverso la “Race for the Cure” saranno destinati alla realizzazione di progetti di prevenzione, educazione e supporto alle donne operate di tumore del seno in tutta Italia, che si andranno ad aggiungere agli oltre centoventi progetti già realizzati in dieci anni di attività. 48 pontemilvio Luca Stanchieri, scrittore e psicologo, Michelangelo La Neve, sceneggiatore, scrittore e fumettista e Costanza Melani, scrittrice, giornalista e autrice di programmi televisivi, ha assolto al suo compito assegnando i premi: all’autore dell’opera prima classificata 1.500 euro, per il secondo classificato 500 e per il terzo 250. A consegnare le targhe sono stati l’Assessore capitolino alla Famiglia, Gianluigi De Palo, il Direttore del Dipartimento Servizi Educativi e Scolastici, Giovanni Williams, e l’Assessore alla Cultura e Scuole del XX Municipio, Marco Perina mentre sul palco erano presenti anche i consiglieri del XX Municipio Daniele Torquati ed Alessandro Cozza. Gierre Auto apre il 4° punto vendita a Roma Un nuovo modello Chevrolet è stato il pretesto per presentare il 4° punto vendita di Gierre Auto a Roma. Una bellissima inaugurazione ha aperto ufficialmente le porte della concessionaria che af- faccia su via Tiburtina. “Finalmente abbiamo anche noi il nostro spazio sulla “strada” delle auto”, ha raccontato un felicissimo Roberto Guarino, titolare di Gierre Auto. Alla giornata inaugurale, che ha avuto come ospite il simpatico Marco Marzocca, hanno preso parte oltre mille persone. locali romani Una cantina di qualità all’Anatra Grassa Per degustare vini di qualità, il ristorante-bottiglieria l’Anatra Grassa ha recentemente fatto rivisitare la propria cantina da una squadra di esperti, facendone una delle punte di diamante di questo locale elegante. Nel ristorante-bottiglieria due esperti sommelier saranno in grado di rendere la vostra cena un'esperienza speciale, accompagnando i piatti sapientemente eseguiti dallo Chef Giovanni Scomazzon, a vini altrettanto particolari e ricchi, per risvegliare sapori e odori nascosti, cogliendo le differenti particolarità di ogni ingrediente. Degustazioni, cene ghiotte, tranquillità e familiarità. L'Anatra Grassa è ideale per la calicola delle notti romane, grazie alla possibilità di cenare e pranzare all'aperto, sotto ampi ombrelloni, immersi in un contesto floreale, inusuale per le vie della Capitale. Oltre alla veranda il locale, curatissimo nei suoi spazi interni, mette a disposizione "l'Upper Deck Room", una sala VIP al piano superiore con servizio riservato, disponibile per eventi privati (con un massimo di 16-18 ospiti), per occasioni da festeggiare o pranzi di lavoro, incontri ufficiali o di rappresentanza. L'Anatra Grassa si propone come nuova rivelazione della Roma mondana, creando un connubio perfetto tra il carattere deciso della sua offerta culinaria e la cordialità e l’esperienza del personale. L’Anatra Grassa - Via Savoia 68 Telefono: 06-8557736 Sito: www.anatragrassa.eu pontemilvio 49 benessere Pilates col pancione... ed anche dopo... di Claudia Rossoni* iorgia, 40 anni, seconda gravidanza, si racconta e ci racconta. "Ho cominciato a fare pilates al terzo mese di gravidanza, la mia prima gravidanza... a 36 anni. Le spalle erano indolenzite, le gambe gonfissime e mi sentivo perennemente stanca. Fin dalla prima lezione di pilates mi sono sentita aiutata e coccolata, e con il passare del tempo e col crescere del pancione, mentre gli esercizi cambiavano, mi sentivo bene ed uscivo dallo studio forte e presente. Anche il piccolo "ospite" sembrava gradisse ... forse si sentiva cullato dai miei movimenti ginnici. Quando poi è nato, secondo me è stato felice di vedere finalmente a quale viso corrispondessero la voce e le mani che aveva imparato a conoscere mentre era nel pancione. Infatti, l'ho portato con me allo studio di pilates già ad un mese e mezzo. Lui dormiva pacifico nella carrozzina ed io cercavo di tornare elastica ritrovando i muscoletti di qualche mese prima. Dopo 3 anni il secondo nato... Di chili ne ho presi di più, però il pilates non l'ho più ab- G 50 pontemilvio bandonato. Oramai cercavo gli esercizi che sapevo mi facevano dormire bene la notte ed abbandonare le tensioni. Avevo anche imparato delle posizioni migliori per allattare. La differenza di questa seconda nascita è che ora posso fare lezione anche con lui. Si, esatto, un altro maschietto, 5 mesi, facciamo pilates insieme, ma lui non è nella carrozzina è sul tappetino con me che impara e si muove. Adoro questa nuova sessione, il piccolo riceve stimoli ed io mentre faccio ginnastica faccio già una cosa con lui!" Fin qui, Giorgia... ma da trainer posso confermare come anche il pilates in gravidanza consenta di eseguire un lavoro bellissimo... il corpo cambia, man mano si vedono i piedini e la testolina del bimbo, tutto il ritmo cambia. Seguire una gestante significa adeguare la tecnica. Il Pilates non ha grandi controindicazioni. Già di per sè ha come scopo la corretta respirazione, un lavoro posturale di riequilibrio per il baricentro e la corretta posizione. I sei principi cardine sono: concentrazione, controllo del baricentro, fluidità dei movimenti, la respirazione e la precisione. Da questo si ottiene una buona tonificazio- ne dei muscoli addominali ed il controllo di ciò che stiamo facendo e di come lo stiamo facendo. "La cosa importante non è ciò che stai facendo, ma come stai eseguendo ciò che fai" era solito dire J.H.Pilates. Gli addominali così importanti, soprattutto in caso di parto naturale, verranno allenati con maggior consapevolezza, sarà aggiunto molto lavoro per il pavimento pelvico e non mancherà qualche lezioncina di anatomia sul perineo. In più molto risalto viene dato alle posizioni che possono dar sollievo alla schiena visto lo spostamento in avanti del baricentro a causa del pancione. Il post parto, poi, diventa quasi una passeggiata. Si cerca di riportare il corpo a drenarsi ed a ritrovare gradualmente il tono muscolare che di certo un po' è cambiato. Insomma, il metodo Pilates è un vero e proprio linguaggio al servizio del nostro corpo... quando cambiano gli equilibri, il metodo può e deve saper restare al passo... Parola di Certified Teacher!!! *Pilates trainer Studio Pilates Roma Tel.063204572 www.studiopilatesroma.it [email protected] NELLA VITA C’È MOLTO PIÙ DI UNA VOLVO. C’È LA POTENZA INNATA, L’ISTINTO DI PROTEZIONE E UN’AUTO CON TANTO SPAZIO PER I TUOI CUCCIOLI. ECCO PERCHÉ GUIDI LA NUOVA VOLVO V60. ANIMA RIBELLE. WWW.ANIMARIBELLE.VOLVOCARS.IT NUOVA VOLVO V60 DA 115CV (84KW) A 304CV (224KW). DA 240 NM A 440 NM. VALORI MASSIMI: NEL CICLO COMBINATO CONSUMO 10,2 L/100KM. EMISSIONI CO2 237 G/KM. La vettura fotografata è equipaggiata con optional non compresi nell’offerta. Messaggio pubblicitario con finalità promozionali. CONCESSIONARIA Autostar Flaminia ROMA - Via Salaria 1282 (uscita 8 GRA dir. Settebagni) - Tel. 06.33235400 Un immediato sorriso di sollievo RIDUCE IL DOLORE E FAVORISCE LA RISOLUZIONE DI AFTE E STOMATITI A volte basta una piccola lesione o infiammazione per rendere dolorosi gesti comuni come masticare, deglutire o parlare. 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