I personaggi e le idee

Transcript

I personaggi e le idee
Le scienze naturali fra ‘600 e ‘700
La natura passa gradatamente dagli esseri inanimati agli animali, […] la linea
di demarcazione che separa gli uni dagli altri è sfumata, e non è possibile
determinare a quale dei due gruppi appartenga la forma intermedia. Così,
dopo la classe degli inanimati viene subito quella delle piante e […] l’intero
mondo vegetale, se lo si paragona ai corpi inorganici, appare in qualche
modo dotato di vita, mentre paragonato agli animali appare inanimato.
(Aristotele, Storia degli animali, I, 588 b4)
Fino al diciassettesimo
secolo si può dire che
non era presente, nella
mente dei naturalisti, il
problema del TEMPO.
La Terra era stata
“creata” e popolata da
un unico intervento
divino e, a parte qualche
sussulto catastrofico
quale il diluvio, si era
mantenuta tal quale il
suo creatore l’aveva
prodotta e la
magnificenza di Dio si
dimostrava nella grande
catena dell’essere.
John Ray
(1627-1707),
L’uomo corregge e muta
continuamente le proprie
opere, mentre la natura
riproduce sempre lo stesso
modello perché le sue opere
sono così perfette che in
esse non c’è posto per
miglioramenti ; nulla in essa
può essere biasimato[….];
non c’è errore o difetto nel
grande libro del mondo,
come se qualche cosa fosse
una copia imperfetta della
prima.
( John Ray, The Wisdom of God manifested in the
Works of creation, 1691)
Carl von Linné (Linneo)
(Svezia, 1707-1778)
La Natura è la legge immutabile di
Dio e per essa ogni cosa è ciò
che è e fa ciò che le è
comandato. Essa è artefice delle
cose, delle sue proprie leggi,
sapiente anche se mai istruita da
alcuno; non ammette interruzioni
[non facit saltus].
( C. von Linné, Sistema naturae, per tria regna
naturae, secundum classes, ordines, genera,
species, cum caracteribus, differetiis,
synonimis,locis, 1735)
George Léopole Chrétien, Barone di Cuvier
(Francia, 1769-1832)
….la maggior parte delle catastrofi che le hanno
provocate sono state improvvise, e questo è
soprattutto facile da provare per l'ultima di queste
catastrofi, quella che, con duplice movimento, ha
inondato e poi rimesso all'asciutto i nostri attuali
continenti […]Essa ha lasciato ancora nelle
regioni settentrionali i cadaveri di grandi
quadrupedi sorpresi dal ghiaccio e conservatisi
fino ai nostri giorni con la loro pelle, il loro pelo e
la loro carne. [...] Lo stesso istante ha fatto perire
gli animali e reso glaciali le regioni che essi
abitavano. Questo avvenimento è stato
improvviso, istantaneo, senza alcun passaggio
graduale, e quello che è dimostrato per
quest'ultima catastrofe non lo è meno per quelle
che l'hanno preceduta. Le lacerazioni, le
riparazioni, i capovolgimenti degli strati più
antichi non lasciano dubbi: cause improvvise e
violente li hanno messi nelle condizioni in cui li
vediamo;
Jean-Baptiste Monet, cavaliere di Lamarck
(Francia, 1744-1829)
La plasticità del vivente
Le circostanze influiscono sulla forma e
sull'organizzazione degli animali, cioè esse, nella
misura in cui cambiano, modificano
proporzionalmente col tempo sia la forma che
l'organizzazione strutturale stessa.
[….] grandi cambiamenti nelle circostanze portano gli
animali a grandi cambiamenti dei propri bisogni, e
cambiamenti nei bisogni ne portano necessariamente
di corrispondenti nelle azioni. Ora, se i nuovi bisogni
diventano costanti o almeno molto durevoli, gli
animali prendono allora nuove abitudini, che sono
tanto durevoli quanto i bisogni che le hanno fatte
nascere. [...]
Ebbene, […] risulterà l'uso prevalente di un organo
piuttosto che di un altro, e in certi casi l'inizio della
forzata inattività totale dell'organo che fosse divenuto
ormai mutile.
Etienne Geoffroy Saint-Hilaire
(Francia, 1772-1884)
I naturalisti ricorrono [...] alla dottrina delle
analogie e cominciano ad intravedere il
fatto, assai importante sul piano teorico,
che
un
organo,
variando
nella
conformazione, passa spesso da una
funzione ad un'altra. Essi infatti possono
seguire il piede anteriore, tanto nei suoi
diversi usi quanto nelle sue innumerevoli
metamorfosi, e vederlo successivamente
impiegato nel volo, nella natazione, nel
salto, nella corsa, ecc.; qui presentarsi
come strumento di scavo, là come
appiglio per arrampicarsi, altrove come
arma di difesa o di offesa, o anche
diventare, come nella nostra specie, il
principale organo del tatto e, quindi, uno
degli strumenti più efficaci delle nostre
facoltà intellettuali. [...]
Charles Robert Darwin
Nipote del famoso medico e scrittore illuminista
Erasmus Darwin, Charles iniziò alcuni studi di
teologia ad Edimburgo e successivamente quelli
di teologia a Cambridge, ma senza esito
positivo, infatti non riuscì
riuscì a terminarli.
Darwin aveva sempre avuto la passione per le
scienze naturali, finché
finché non riuscì
riuscì a coronare il
suo sogno nel 1831, quando s’
s’imbarcò sul
brigantino Beagle in qualità
qualità di naturalista.
Il suo viaggio durò circa cinque anni, durante i quali Darwin visitò
visitò
Le isole di Capo Verde, il Brasile,
Brasile, la Patagonia, la Terra del Fuoco,
Fuoco, le
coste del Cile e del Perù
Perù e molte isole dell'Oceano Pacifico,
Pacifico, tra cui le
Galá
Galápagos.
pagos.