1.0_Senso della Vita

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1.0_Senso della Vita
Le Petit Prince
Antoine de Sain Exupéry, liberamente tratto, ispirato, preso a modello, manipolato…
Un tempo lontano, quando avevo sei anni, in un libro
sulle foreste primordiali, intitolato “Storie vissute in
natura”, vidi un magnifico disegno. Rappresentava un
serpente boa nell’atto di inghiottire un animale. Eccovi la copia del disegno.
C’era scritto: ”I boa ingoiano la loro preda tutta intera, senza masticarla. Dopo
di che non riescono più a muoversi e dormono
durante i sei mesi che la digestione richiede”.
Meditai a lungo sulle avventure della giungla. E a
mia volta riuscii a tracciare il mio primo disegno. Il
mio disegno numero uno era così:
Mostrai il mio capolavoro alle persone grandi, domandando
se il disegno li spaventava.
Mi risposero: <<Spaventare? Perché mai, uno dovrebbe essere spaventato da
un cappello?>>. Il mio disegno non era il disegno di un cappello. Era il disegno
di un boa che digeriva un elefante. Affinché vedessero chiaramente che
cos’era, disegnai l’interno del boa. Bisogna
sempre spiegargliele le cose ai grandi. Il mio
disegno numero due si presentava così:
Questa volta mi risposero di lasciare da parte i boa, sia di fuori sia di dentro, e
di applicarmi alla geografia, alla storia, all’aritmetica e alla grammatica. Fu
così che a sei anni io rinunziai a quella che avrebbe potuto essere la mia
gloriosa carriera di pittore.
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Poco dopo le 21 del 13 novembre è cominciata la serie di attacchi compiuti da miliziani dello
Stato islamico che hanno sconvolto Parigi. Ecco la cronaca degli scontri armati che hanno
provocato almeno 128 vittime, centinaia di feriti, di cui 99 in condizioni gravi.
LA RICOSTRUZIONE DELLA CRONOLOGIA MINUTO PER MINUTO
Ore 21.20 del 13 novembre – Un kamikaze si fa esplodere vicino allo Stade de France, dove è in corso
l’amichevole Francia-Germania alla quale assiste anche il presidente François Hollande. Il capo dello Stato
viene evacuato con il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve. La partita prosegue.
Ore 21.25 – Assalitori sparano sui ristoranti “Le petit Cambodge” e “Le Carillon”, nel X arrondissement
Ore 21.29 – Spari di armi automatiche contro la pizzeria “La Casa Nostra” (XI), muoiono cinque persone
Ore 21.30 – Un secondo attentatore suicida colpisce davanti al caffè “Events”, sempre vicino allo stadio
Ore 21.38 – Nuova sparatoria nell’XI, contro il ristorante “La Belle Equipe”
Ore 21.43 – Un terrorista muore in boulevard Voltaire (XI). Solo l’indomani si scoprirà che si era fatto saltare
in aria
Ore 21.50 – Comincia l’assalto armato al teatro Bataclan, nella stessa zona, dove è in corso un concerto del
gruppo americano ‘Eagle of the Death Metal’. Tre o quattro assalitori entrano nella sala, urlando “Allah è
grande”, e cominciano a sparare all’impazzata sul pubblico. Circa 100 spettatori vengono presi in ostaggio
all’interno del teatro, altri riescono a fuggire
Ore 21.53 – Un quarto kamikaze entra in azione, di nuovo vicino allo stadio, davanti al caffè “Coeur de Blé”
Ore 22.00 – Al ministero dell’Interno viene allestita un’unità di crisi con Hollande, il premier Manuel Valls e
Cazeneuve. La polizia invita a non uscire di casa
Ore 22.50 – Scatta il panico all’interno dello Stade de France. Gli spettatori, che cominciano ad apprendere
quanto sta accadendo in tutta la capitale, non possono uscire e si riversano sul campo da gioco. Verranno
evacuati più tardi
Ore 23.37 – Viene attivato il piano d’urgenza ‘Rosso Alfà’ per gestire le emergenze nel caso di “attacchi
multipli”
Ore 23.40 – Testimoni parlano di un’altra sparatoria a Les Halles (I arrondissement)
Ore 23.50 – Hollande si rivolge alla nazione in diretta tv. Visibilmente scosso, parla di “attacchi terroristici
senza precedenti”, annuncia lo stato d’emergenza su tutto il territorio nazionale e la chiusura della frontiere
Ore 23.55 – Il governo francese si riunisce in un Consiglio dei ministri straordinario
Ore 00.25 del 14 novembre – Dopo quasi tre ore, le forze speciali rompono l’assedio al teatro Bataclan.
Almeno tre attentatori si fanno esplodere. I superstiti vengono evacuati, ma all’interno della sala è una
carneficina, con decine di vittime – circa 80 – rimaste a terra
Ore 01.00 – Sul web l’Isis rivendica gli attacchi a Parigi ed esulta, minacciando di colpire anche “Roma,
Londra e Washington”
Ore 01.20 – Hollande e Valls si recano al Bataclan a portare la loro solidarietà. Poi tornano al ministero
dell’Interno per continuare a seguire gli sviluppi
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/14/attentati-parigi-la-cronaca-degli-attacchi-ora-per-ora/2220001/
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…Bisogna sempre spiegargliele le cose ai grandi…
Rifletti su ciò che sta accadendo in Francia... I boa ingoiano la loro preda tutta
intera, senza masticarla…proviamo a trovare il “terreno comune”.
Imagine
Imagine there's no heaven
It's easy if you try
No hell below us
Above us only sky
Imagine all the people
Living for today...
Imagine there's no countries
It isn't hard to do
Nothing to kill or die for
And no religion too
Imagine all the people
Living life in peace...
You may say I'm a dreamer
But I'm not the only one
I hope someday you'll join us
And the world will be as one
Imagine no possessions
I wonder if you can
No need for greed or hunger
A brotherhood of man
Imagine all the people
Sharing all the world...
You may say I'm a dreamer
But I'm not the only one
I hope someday you'll join us
And the world will live as one
Immaginate
Immaginate che non ci sia alcun
paradiso
Se ci provate è facile
Nessun inferno sotto di noi,
sopra di noi solo il cielo.
Immaginate tutta le gente
che vive solo per l’oggi.
Immaginate che non ci siano patrie,
non è difficile farlo.
Nulla per cui uccidere o morire
e nessuna religione.
Immaginate tutta la gente
che vive la vita in pace.
Si potrebbe dire che io sia un sognatore,
ma io non sono l’unico.
Spero che un giorno vi unirete a noi
ed il mondo sarà unito.
Immaginate che non ci siano proprietà,
mi domando se si possa;
nessuna necessità di cupidigia o brama:
una fratellanza di uomini.
Immaginate tutta le gente
condividere tutto il mondo.
Si potrebbe dire che io sia un sognatore
ma io non sono l’unico,
spero che un giorno vi unirete a noi
ed il mondo vivrà unito.
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PROMEMORIA (Gianni Rodari)
Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare
preparare la tavola,
a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per sentire.
Ci sono cose da non fare mai,
né di né di giorno né di notte
né per né per mare né per terra:
per esempio, LA GUERRA.
Questo non è umano, non ci sono
giustificazioni per queste cose.
I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli
tutto ogni volta. Allora scelsi un’altra professione e imparai a pilotare gli
aeroplani. Ho volato un po’ sopra tutto il mondo…ho incontrato molte persone
importanti nella mia vita…Quando ne incontravo uno che mi sembrava di
mente aperta, tentavo l’esperimento del mio disegno numero uno…mi
rispondeva “è un cappello”. E allora non parlavo di boa, di foreste primitive, di
stelle. Mi abbassavo al suo livello. Gli parlavo di bridge, di golf, di politica e di
cravatte. E lui era tutto soddisfatto di aver incontrato un uomo tanto sensibile.
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La Bicicletta
Bicicletta
due ruote
leggere
due pensieri
rotondi
pieni di luce
per capire la strada
e sapere
dove conduce.
Bicicletta
due ruote
sottili
due idee
rotonde
piene di vento
per pensare discese
e sapere
la gioia e lo spavento.
Bicicletta
due ruote
leggere
due parole
rotonde
piene di festa
per parlare col mondo
e sapere
quanto ne resta.
Roberto Piumini (da Io mi ricordo)
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Immaginazione
:
imago-aginis
in me mago agere
Dentro di noi esiste una sorta di “mago” in grado di poter fare qualcosa di speciale:
immaginare, ciò agisce nella parte magica che c’è in ognuno di noi.
Possiamo immaginare anche ciò che non esiste ancora, ciò di cui ancora non
abbiamo fatto esperienza.
È come quando calpesti per la prima volta un prato, i tuoi passi cominciano a
piegare i fili d’erba in un abbozzo di sentiero. Se ripercorri la stesso tratto, la tua
traccia diviene più visibile, e se insisti, se passi sempre lì, il percorso che hai
creato diviene reale e stabile.
Anche le immagini mentali, se stabili, generano collegamenti nella mente che le
rende esistenti. Immaginare qualcosa, crea la realtà e la modifica.
Nella nostra vita, il solo immaginare fa sì che si pensi, ci si comporti, come se la
cosa immaginata possa essere reale. Ciò ci fa prendere delle decisioni, cominciamo
a comportarci come se quell’evento sia reale. Creiamo le condizioni affinché
l’immagine mentale divenga fatto reale. Il “mago” che è dentro di noi, il potere cioè
dell’immaginazione, consente ai nostri obiettivi di diventare realtà; la realtà
esteriore diventa vicina alla realtà che prima era interiore.
http://www.immaginazionecreativa.it/blog/in-me-mago-agere
Riflessioni tratte dal work shop sul metodo Lego®Serious Play®. Si ringraziano per
questo Bruno Di Lascio e Alessandro Palumbo della Azimuth Srl
https://www.youtube.com/watch?v=rld-gUrp-iw
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Apriamo la discussione. Realizza un’opera d’arte che
rappresenti la tua riflessione.
Laura: Mi è venuto quell’omino perché mi
sembrava che il cassettino potesse essere il
cuore. Così come quando apro il cassettino trovo
qualcosa, allo stesso modo se apro il cassettino
dell’omino trovo la pace.
Guglielmo-Denis: trovi la pace interiore.
Guglielmo: in effetti il modellino di Laura fa
pensare di più alla pace perché è tutto colorato.
Chiara: secondo me Laura voleva anche spiegare
che in ognuno di noi c’è la pace.
Sofia L.C.: direi, non tutti. I terroristi non hanno
dentro la pace.
Matteo-Ginevra: ma i terroristi quando erano piccoli non erano terroristi, erano
bambini “normali”.
Viola: come noi.
Guglielmo: sembra brutta questa cosa, ma io la penso così. Il modellino non ha
occhi, Laura ha detto che glieli poteva attaccare, quindi ho pensato a questo:
anche chi non ci vede, può vedere la pace; anche chi non ci “vede” con la coscienza.
Mattia: non credo che chi ha 25 anni possa da solo voler attaccare Parigi di notte.
Probabilmente, gli è stato fatto il lavaggio del cervello.
Sofia D.G.: I terroristi erano come noi, sono diventati terroristi anche per colpa di
chi li ha addestrati come soldati. Lo abbiamo fatto anche noi, poi loro ci hanno
ingannato.
Matteo: ma un terrorista diventa tale anche da come viene accudito.
Denis: per forza, perché se un giovane viene trattato male poi risponde così.
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Maestra: allora, tu ci stai dicendo che tutte le persone che vengono trattate male,
diventeranno terroriste.
Denis: potrebbe.
Francesco: ho un’altra ipotesi. Un bambino ha il padre che è terrorista, il padre gli
può insegnare a essere un terrorista.
Maestra: quindi uno diventa terrorista se è figlio di terroristi?
Denis: non per forza.
Maestra: e allora come stanno le cose?
Sofia D.G.: per me la domanda è stupida. Ma io dico: un terrorista ha una famiglia?
Per famiglia intendo un figlio, una moglie… evidentemente no, altrimenti non
farebbe una cosa del genere! Penserebbe alle conseguenze.
Maestra: cosa rende un terrorista, un terrorista? Cosa spinge qualcuno a diventare
terrorista?
Lorenzo: vedere il terrorismo intorno a te può renderti terrorista.
Massimo: forse perché qualcuno ti fa il lavaggio del cervello.
Denis: il terrorista fa gli attacchi per mettere terrore alla gente.
Sofia I.V.: ma un terrorista potrebbe diventarlo guardando gli altri.
Daniele: secondo me un terrorista lo diventa perché vede il terrorismo. Se è la
prima cosa che vede, pensa che quello sia il Giusto. Uno appena nato, segue gli
insegnamenti. Vedi il terrorismo, diventi terrorista.
Maestra: allora tu mi dici che un terrorista diventa tale, solo se nasce in una
situazione dove il terrorismo è la quotidianità?
Guglielmo: però io ho sentito che un ragazzo italiano è andato in Siria e lì è
diventato un terrorista, quindi direi che manca qualcosa al ragionamento.
Sofia D.G.: io dico che un bambino normale, se nasce in mezzo al terrorismo o vive
nel terrorismo non è detto che poi diventi un terrorista, altrimenti le vittime di
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Parigi, per il solo fatto di essere state coinvolte negli attacchi, diventeranno
terroristi.
Mattia: il terrorismo è un accumuno di rabbia per la quale ti vuoi sfogare.
Francesco: con la violenza.
Ginevra: però, perché ti devi sfogare con la violenza?
Sofia D.G.: e poi non solo i terroristi accumulano rabbia da sfogare.
Chiara: ci vuole anche qualcosa che riesce a trasformare…
Sofia D.G.: a trasformare la loro coscienza.
Guglielmo: se non sei capace di ragionare con il tuo cervello, gli altri decidono per
te…
Denis: ti manipolano!
Sofia I.V.: il terrorismo è solo desiderio di vendetta per guerre subite.
Laura: però questo vuol dire che qualcuno ti controlla.
Guglielmo: ha fatto della tua anima, la sua.
Sofia D.G.: loro per fare il lavaggio del cervello con le parole, hanno bisogno di
dirti delle cose POSITIVE sul terrorismo. Tipo: uccidere è bene, Allah è il solo e
unico Dio e non è di tutti, per il loro Dio è bene uccidere…tutto questo diventa…
Massimo: tutto questo è in credenza.
Maestra: cioè?
Massimo: è credere in una cosa.
Denis: ma se credi a quelle cose, il lavaggio del cervello te lo sei fatto da solo.
Laura: il mondo del terrorista, ti ruba il mondo.
Massimo: i terroristi hanno culture diverse da noi. Se uno sente quelle culture, poi
crede che siano le culture vere.
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Denis: ma se uno è capace di ragionare con il suo cervello, ragiona e sa che sta
sentendo cose sbagliate!
Guglielmo: se uno sa ragionare, distingue il Bene dal Male.
Viola: la cultura è il loro dio, il loro modo di vivere…
Ginevra: il loro modo di crescere…
Massimo: la cultura ha il potere di far cambiare strada agli altri.
Denis: ma se hai forza nelle tue idee…
Sofia D.G.: non ti fai manipolare.
Denis: in effetti però la cultura è qualcosa di
contagioso e riguarda più argomenti e quindi a
quel punto può dominare i cervelli.
Viola: anche la loro anima.
Maestra: e tu Perla, cosa ci dici della tua opera
d’arte?
Perla: ho voluto fare un elefante che schiaccia un
serpente perché praticamente nella storia era
all’incontrario… se l’elefante avesse il coraggio di
schiacciarlo…è come la gente che si unisce.
Possiamo, se abbiamo coraggio, possiamo
sconfiggere l’ISIS che poi è il boa.
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Giulia: ma com’è che hai messo le bandiere?
Chiara: Perché stanno insieme nello sconfiggere il terrorismo.
Perla: le ho messe anche perché in Francia sono morti tanti giovani e poi anche per
l’Italia, perché noi li possiamo aiutare.
Laura: credo che…mi sembrava… quando Perla mi ha detto che la carta argentata
era il fiume, ho pensato che le bandiere stanno un po’ giù, perché se il terrorismo
cattura la pace, affondiamo nel fiume.
Perla: io all’inizio non ci avevo pensato… quando Laura mi ha fatto la domanda, mi è
venuto in mente che forse aveva ragione.
Daniele: le bandiere significano anche che siamo protetti se restiamo uniti. Ho
notato un particolare: se l’elefante schiaccia il boa, significa che insieme
possiamo/stiamo sconfiggendo il terrorismo.
Sofia D.G.: tu maestra ieri ci hai fatto ragionare sul fatto che l’elefante è come la
Francia e il boa è come l’Isis. Se la Francia ha coraggio, è capace di diventare più
forte, quindi sconfigge l’Isis.
Maestra: tutto questo che implicazioni ha per chi è attorno?
Francesco: gli eventi hanno una ricaduta su tutta l’Europa.
Sofia D.G.: ha una ricaduta su tutti perché non possiamo dire di fregarcene. Mi
devo preoccupare anche per le vittime. Il terrorismo poi non rimane fermo in un
punto. Non si crederà mica che riguardi solo i francesi?!
Ginevra: Ciò che è accaduto a Parigi è come se fosse accaduto anche a noi perché
Parigi è una città europea, appartiene alla nostra cultura, ci sentiamo feriti per
loro.
Matteo: il ”come” del boa è far soffrire il prossimo; il “come” dell’elefante è unire i
popoli per schiacciare il’ISIS.
Denis: è una metafora. Per dire che la Francia schiaccia l’ISIS.
Guglielmo: l’occidente più che la Francia.
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Denis: in questo caso rimaniamo a Parigi però.
Chiara: io ho questo timore: potrebbero arrivare anche qui.
Denis: se arrivano, tu che ci puoi fare.
Guglielmo: intanto, se arrivano qui, arrivano al centro di Roma perché devono fare
più spavento.
Maestra: allora questo ci deve far stare più tranquilli?
Viola: no. Ma perché attaccano?
Giulia: anche se non vengono proprio nel nostro quartiere, a me dispiace se le
persone vengono ammazzate.
Ginevra: e poi ci sono tanti monumenti belli, quelli distruggono tutto.
Mattia: saremo pure al sicuro qui, però abbiamo qualcuno che abita, che lavora, che
va a fare una passeggiata…
Sofia D.G.: noi saremmo pure al sicuro, ma il punto è non fregarsene.
Sofia L.C.: forse posso rispondere alla domanda di Viola. Secondo me perché in
Francia c’è tanta gente che sta unita e l’ISIS non vuole un popolo unito per
mettere in pratica i loro piani.
Guglielmo: l’ISIS vuole l’occidente tutto staccato.
Denis: posso dare pure un’altra risposta alla domanda di Viola. Secondo me
attaccano: a. per diffondere terrore; b. per comandare. Però i terroristi non
vogliono che ragioni, ma vogliono che ti spaventi perché nel non pensare e nel non
ragionare si riescono a manipolare le persone, le menti delle persone.
Sofia D.G.: poi L’ISIS ha paura di chi è unito e di chi pensa.
Mattia: loro combattono, vogliono combatterci perché hanno paura che noi li
possiamo combattere a nostra volta. Attaccano per la paura di essere attaccati,
hanno paura di veder morire i compagni.
Sofia L.C.: hanno paura che il nostro possa essere un “attacco culturale”.
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Giulia: per me quelli dell’ISIS non provano proprio affetto per le persone.
Perla: per loro vedere la gente morire è una cosa bella. Per noi, anche se è un
estraneo…
Laura: nessuno si merita la morte, neppure se è cattivo. Chi è cattivo deve essere
punito, però non deve morire.
Sofia D.G.: la canzone di J. Lennon infatti dice che non c’è nessun motivo per
morire o per ammazzare, neppure nessuna religione che ti possa far fare questo o
per la quale sia giusto farlo.
Laura: riprendendo quel che ha detto Mattia, gli uomini per combattere devono
pensare. Per difendere, per rimanere in pace, devi pensare molto di più. È molto
più difficile fare la pace, perché devi trovare un accordo.
Matteo: per me l’inno nazionale francese vuol anche dire che noi siamo pronti per
la guerra, ma di questo non siamo felici perché comunque qualcuno muore e anche
se non siamo parenti, siamo sempre fratelli. Noi lottiamo questo giorno cercando di
esser fieri di noi stessi.
Sofia D.G.: secondo me l’ISIS ammazza perché chi pensa potrebbe combattere le
idee pensando…
Denis: vedi Giovanni e Paolo
(n.d.r Giovanni Falcone, Paolo Borselino).
Sofia L.C.: ma anche Spallone che entra nella grotta per capire i perché e supera la
paura delle ombre (mito della caverna di Platone n.d.r)
Guglielmo: o anche come Nelson Mandela.
Denis: comunque hanno paura perché se uno sa pensare, non si farebbe convincere
e quindi l’ISIS perderebbe il comando.
Scusate, ho una domanda: ma perché Roberta non parla mai?
Roberta: (scuote la testa mimando il no)
Matteo: e non vorrà parlare. Comunque questa è come la storia dell’orsetto che ha
la macchia
(n.d.r.Otto. Autobiografia di un orsacchiotto. Di Tomi Ungerer)
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Guglielmo: quando l’ISIS uccide le persone non si rende conto che siamo tutti
fratelli. Cristiani e musulmani o quello che sono tutti insieme.
Chiara: l’ISIS ha scelto la forza, siccome l’intelligenza batte la forza, l’ISIS ha
paura che se i cittadini dell’occidente pensassero senza farsi ingannare, loro
perderebbero e non potrebbero più fare le loro malefatte.
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