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COMUNICATO STAMPA
INDAGINE DELLA SOCIETA’ ITALIANA DI PEDIATRIA SUGLI ADOLESCENTI
Per la prima volta si assiste al sorpasso, quello di internet sulla televisione: tra gli
adolescenti il web batte il piccolo schermo. Inarrestabile l’ascesa di facebook: il
67% ha un profilo sul social network più famoso al mondo, contro il 50% dello
scorso anno. Aumentano i comportamenti a rischio nella rete, come dare il
telefonino a uno sconosciuto. Dilagano le “diete fai da te”. I genitori influiscono
sulle scelte dei figli meno di quanto gli stessi figli ritengono giusto e aumenta il
numero di adolescenti che reputa “troppo poche” le regole date dalla famiglia. Si
riduce la fiducia verso tutte le figure istituzionali (insegnanti, forze dell’ordine,
medici, magistrati, preti, politici).
Questa l’istantanea che emerge dall’edizione 2010 dell’indagine “Abitudini e Stili di vita
degli adolescenti” che la Società Italiana di Pediatria svolge da quattordici anni su un
campione nazionale di 1300 studenti delle scuole medie inferiori di età compresa tra gli 12
e i 14 anni. L’indagine, patrocinata dal Ministero della Gioventù, è stata presentata al
Convegno “la Società degli Adolescenti” il 2 dicembre a Salsomaggiore.
Il web batte il piccolo schermo
E’ la prima volta. La prima volta che tra gli adolescenti si assiste al “sorpasso”, quello di
internet sulla televisione. Gli intervistati che passano sul web più di 3 ore al giorno
(17,2%) superano quelli che passano più di 3 ore al giorno davanti al piccolo schermo
(15,3%), dato in calo rispetto allo scorso anno quando la percentuale dei ragazzi che
guardava la tv più di tre ore al giorno era pari al 22%.
E’ Facebook il protagonista indiscusso del web. Oltre il 67% degli adolescenti ha un
profilo sul social network, con un incremento di circa il 35% rispetto allo scorso anno. Nel
2009 aveva infatti il profilo “solo” il 50% e nel 2008 era una esigua minoranza. Ancora una
volta le donne cybernaute superano i loro coetanei maschi (68,7 contro 65,8%). Il fascino
di Facebook scalza anche l’utilizzo di messenger e la creazione di blog. Solo il 17%
dichiara di avere un proprio blog, percentuale che nel 2009 era pari al 41,2%, il che
sembra connotare la moda del blog personale come passeggera.
Frequentare You Tube e chattare sono di gran lunga le attività principali per le quali gli
adolescenti si collegano in Internet e perde sempre più terreno la “ricerca di informazioni”
per studio.
Quando ti colleghi a Internet ti capita di: (spesso)
Utilizzare You Tube
Chattare
Scaricare e condividere
musica/immagini/video
Cercare informazioni
Utilizzare facebook, twitter, etc
Giocare
Utilizzare messenger
Partecipare a forum
2010
77,5%
69,0%
Maschi
78,2%
65,3%
Femmine
76,7%
73,5%
69,0%
69,7%
68,1%
67,5%
64,7%
53,1%
46,3%
10,0%
65,9%
61,1%
59,6%
44,7%
12,9%
69,4%
69,1%
45,0%
48,1%
6,3%
Si conferma la tendenza, da parte degli adolescenti, ad un uso sempre più “privato” di TV
e Internet. Più della metà ha TV e Computer nella propria camera da letto, circa uno su
due guarda la TV e oltre il 20% naviga in Internet la sera tardi prima di andare a dormire.
Sempre elevatissima (86%) la cattiva abitudine di guardare la TV durante i pasti. Oltre
l’80% (con una nettissima prevalenza dei maschi) gioca ai videogiochi
Crescono i comportamento a rischio, soprattutto al Sud, dove uno su
tre dà il telefono a uno sconosciuto
Inviare foto, dare informazioni personali, farsi vedere in webcam, accettare incontri con
sconosciuti: crescono rispetto allo scorso anno i comportamenti potenzialmente a rischio.
Ti è mai capitato, in Internet, di ricevere da uno sconosciuto la richiesta di:
Si e l'ho fatto Si e l'ho fatto Si e l’ho fatto Si e l’ho fatto
2009
2010
M
F
Dare il numero di telefono
16,7%
19,7%
13,1%
12,8%
Dare una fotografia
24,6%
26,7%
22,0%
20,7%
Proposte di sesso
3,8%
5,3%
2,0%
2,5%
Dire che scuola frequenti
22,8%
22,4%
23,3%
Farti vedere in webcam
11,2%
13,8%
8,0%
11,8%
10,4%
11,9%
8,7%
10,2%
Incontrarti con lui
Dare il numero di telefono
Dare una fotografia
Proposte di sesso
Dire che scuola frequenti
Farti vedere in webcam
Incontrarti con lui
Si e l'ho fatto Si e l’ho fatto Si e l’ho fatto
Nord
Centro
Sud
10,5%
10,3%
30,0%
12,3%
11,6%
20,0%
1,2%
2,8%
7,9%
21,6%
18,8%
27,7%
7,3%
12,5%
15,1%
7,1%
10.6%
14,6%
Oltre il 16% (contro il 12,8% del 2009) dichiara di aver dato il proprio numero di telefono a
uno sconosciuto, ed il 24,6% (contro il 20,7% del 2009) non ha esitato a inviare una sua
foto. Ma è nel Mezzogiorno che il fenomeno assume proporzioni maggiori, dove quasi un
adolescente su tre dichiara di aver dato informazioni personali , come il proprio numero e
di telefono e l’indirizzo della scuola, a sconosciuti.
Nella stragrande maggioranza dei casi questi “sconosciuti” sono altri adolescenti, ma non
sono rari i casi in cui l’interlocutore sconosciuto sia un adulto (il che non significa che sia
un pedofilo).
Commento del Presidente della Società Italiana di Pediatria Alberto Ugazio
“Un superamento ambiguo”, dichiara Ugazio, commentando il sorpasso della rete sulla
televisione. “Di per sé è un fatto positivo perché Internet è una straordinaria finestra sul
mondo, con un enorme potenziale di arricchimento culturale e di crescita, soprattutto se
rapportato a ciò’ che oggi propone la televisione. Ma tutto dipende da come si usa. Se il
web viene usato prevalentemente per chattare, per sostituire ai rapporti reali una
comunicazione virtuale, se aumentano sul web i comportamenti potenzialmente a rischio,
allora sorge qualche dubbio su questo sorpasso. Che inevitabilmente chiama in causa la
famiglia. Curiosità, desiderio di conoscenza, capacità di distinguere bene e male sono
valori da insegnare nell’infanzia, nei primissimi anni di vita, perché quando si arriva a 1214 anni diventa molto più difficile. Un bambino che ha assimilato questi valori sarà molto
probabilmente un adolescente che saprà prendere il meglio dal web”.
Diminuisce la percezione del rischio di alcuni comportamenti
Resta alta, ma si riduce di anno in anno, la percezione del rischio riguardo una lista di
comportamenti potenzialmente pericolosi che la Società Italiana di Pediatria sottopone da
anni al campione, come ubriacarsi o avere rapporti sessuali non protetti. Aumenta inoltre
(dal 67,4 al 68,2) la percentuale di chi dichiara di adottare deliberatamente comportamenti
considerati rischiosi.
Quali tra questi indicati, consideri un comportamento “rischioso”?
2008
2009
Avere rapporti sessuali non protetti
86,8%
86,7%
Avere rapporti sessuali prima di 14 anni
69,7%
Bere liquori
68,7%
67,5%
Bere vino o birra
55,5%
51,7%
Danneggiare o sporcare oggetti in luoghi pubblici
70,5%
68,8%
(scuola, cinema, autobus, treni, ecc...)
Fare a botte
76,5%
75,5%
Fare i graffiti sui muri
53,8%
56,2%
Fare un piercing
38,5%
39,2%
Fare un tatuaggio
38,3%
38,0%
Fumare “canne”
88,7%
88,3%
Fumare sigarette
64,8%
63,7%
Guidare il motorino o la bici in modo spericolato
79,3%
82,0%
Guidare il motorino senza casco
78,9%
81,8%
Guidare la macchina o la moto senza patente
86,1%
85,4%
Prendere farmaci
70,6%
68,3%
Prendere integratori per migliorare le prestazioni
78,8%
77,6%
atletiche
Provocare qualcuno
63,6%
Rubare oggetti in un negozio
84,7%
86,1%
Ubriacarsi
86,8%
86,2%
Uscire da soli la sera tardi
58,0%
54,0%
2010
83,9%
69,4%
64,7%
54,0%
70,4%
73,8%
52,0%
36,3%
37,1%
86,5%
69,1%
78,4%
78,8%
87,0%
64,9%
75,8%
58,1%
84,3%
83,4%
53,9%
Ti capita di fare qualcosa che consideri rischioso?
2009
2010
Maschi Femmine
Si
68,2%
74,6%
60,2%
67,4%
16,0%
20,8%
9,9%
(spesso)
12,3%
Nord
69,6%
11,1%
Centro
62,1%
12,5%
Sud
72,4%
24,4%
Bullismo in calo, ma guai a fare la spia
Si conferma l’attenuazione (in termini di frequenza) del fenomeno (in calo dal 2008), ma
cresce – seppure relativo ad una minoranza – la percentuale di chi considera “fifone o
spia” chi denuncia di essere vittima di atti di bullismo o,peggio, di chi considera il bullo “un
tipo in gamba”.
Come giudicheresti un tuo amico o compagno che andasse a raccontare ai genitori o agli insegnanti di
subire prepotenze da parte di altri ragazzi?
Una spia
Un fifone
Fa la cosa giusta
2009
9,0%
9,2%
81,3%
2010
10,5%
10,0%
78,4%
Maschi
13,1%
11,7%
73,5%
Femmine
7,3%
7,8%
84,5%
Nord
5,6%
9,1%
84,1%
Centro
9,3%
8,4%
80,9%
Sud
17,2%
12,2%
69,9%
Se la famiglia è debole
Nuova conferma, con forbice anche più ampia rispetto al passato, che l’influenza dei
genitori su molte decisioni che riguardano la loro vita di adolescenti è addirittura minore di
quella che gli stessi adolescenti considerano ragionevole.
Come si evince dalla tabella successiva gli adolescenti ritengono che i genitori dovrebbero
influire di più sul look, sullo sport da praticare, sulla scuola da frequentare e sulla scelta
del ragazzo. Solo per le abitudini alimentari e il tempo libero l’influenza dei genitori è
superiore a quella che gli adolescenti ritengono giusta.
E cresce, passando dal 9,5 al 13,6% con una punta del 23,7% al Sud, la percentuale di chi
considera “troppo poche” le regole che i genitori danno.
situazioni in cui
i genitori
influiscono
sulle scelte dei
figli
Modo di vestire
Modo di pettinarsi
Truccarsi (per le femmine)
Sport da praticare
Scuola superiore da frequentare
Amicizie
Scelta del ragazzo/a
Abitudini alimentari
Tempo libero (guardare la tv, computer, giocare
con gli amici, videogiochi)
32,0%
20,8%
41,0%
27,2%
34,1%
33,1%
18,5%
68,6%
58,4%
Le regole che i genitori ti danno sono secondo te:
2009
2010
Maschi
Femmine
Troppe
18,9%
18,3%
19,7%
19,5%
situazioni in cui
secondo i figli
sarebbe giusto
che i genitori
dessero il loro
parere
46,1%
31,1%
56,9%
31,4%
46,1%
39,9%
24,3%
46,1%
31,1%
Nord
21,4%
Centro
18,8%
Sud
16,1%
Poche
Vanno bene
9,5%
70,6%
13,6%
66,9%
15,2%
65,8%
11,7%
68,3%
8,3%
69,7%
8,7%
71,6%
23,7%
60,0%
Dichiarazione Maurizio Tucci su famiglia “debole”
Una famiglia che “interviene” nella vita dei propri figli meno di quanto gli stessi figli
riterrebbero ragionevole che un genitore facesse – afferma Maurizio Tucci realizzatore
dell’indagine Adolescenti della Società Italiana di pediatria – crea un pericoloso “vuoto di
potere” che inevitabilmente gli adolescenti compensano facendo riferimento a modelli
esterni (dal gruppo dei pari ad Internet alla televisione) che possono essere forvianti.
Inoltre, trovare, in un’età considerata tradizionalmente (e naturalmente) di “ribellione”
come l’adolescenza la grande maggioranza dei ragazzi e delle ragazze che considera
eque le regole imposte dai genitori e oltre il 14% che le considera addirittura poche la dice
lunga sul ruolo di indirizzo che la famiglia riesce a svolgere.
Il desiderio di regole, che gli adolescenti ribadiscono anche nei focus group che svolgiamo
annualmente – sottolinea Tucci - non è certo desiderio d’ubbidienza, ma voglia di
confronto e di mettere in discussione quelle regole, per il piacere – del quale un
adolescente non può (e forse non deve) fare a meno – della trasgressione. Ma è anche
voglia di capire “cosa è giusto” e “cosa è sbagliato”. Senza punti di riferimento – conclude
Tucci - la difficile transazione dall’adolescenza all’età adulta è una sorta di cammino nel
deserto.
Dilaga la “dieta fai da te”
Essere più belli, più alti ma, soprattutto, non avere brufoli, sono i maggiori “desiderata”
degli adolescenti rispetto al proprio aspetto fisico. Ma per le femmine anche avere gambe
più belle (59,1%) e domina il modello “maggiorate”: il 45,4% delle ragazze infatti vorrebbe
avere più seno. Circa un adolescente su due vorrebbe essere più magro, percentuale
che tra le ragazze arriva al 59,3%. E nel tentativo di perdere peso il 22% del campione ha
già fatto una dieta dimagrante, ma solo il 32% (era il 36% nel 2009) si è rivolto ad un
medico (26% delle femmine). Dilaga dunque la dieta fai da te: l’ha sperimentata il 35%,
degli adolescenti, percentuale che arriva al 43% tra le ragazze.
Oltre il 60% ha dovuto ricorrere, almeno una volta, alle cure di un pronto soccorso e
raddoppia (passando dal 4,6 al 9) la percentuale di coloro ai quali è capitato di prendere
farmaci per dormire.
Dichiarazione Salvioli su diete autoprescritte
“L’abitudine crescente degli adolescenti a decidere da soli, o comunque senza un diretto
controllo medico, il regime di dieta alimentare al quale sottoporsi – afferma Gian Paolo
Salvioli, uno degli ideatori dell’Indagine Adolescenti della Società Italiana di Pediatria - è
una cattiva abitudine che noi pediatri, con l’aiuto delle famiglie, dobbiamo riuscire a
correggere. La scienza della nutrizione – prosegue Salvioli - richiede studi approfonditi e
soprattutto si rivolge all’individuo in quanto tale. Non è possibile immaginare che un
regime ipocalorico funzionale per un individuo possa esserlo altrettanto per un altro.
Ragion per cui una dieta alimentare deve essere prescritta da un pediatra nutrizionista,
dopo un’attenta visita e una valutazione dello stato di salute del proprio paziente. E’ anche
bene sapere che i regimi alimentari proposti dalle diete che più frequentemente vengono
pubblicizzate sono il più delle volte sbilanciati e, anche quando non hanno elementi di
sicura pericolosità, sono perlomeno inefficaci a lungo termine.
A questo si aggiunge – conclude Salvioli - che molti adolescenti, in particolare le ragazze,
che si sottopongono a diete alimentari non ne avrebbero alcuna necessità e lo fanno solo
perché sedotte da dannosi modelli di “magrezza” troppo spesso veicolati dai giornali e,
soprattutto dalla televisione”.
Più della metà vorrebbe l’educazione sessuale nelle scuole
Il 50,4% del campione vorrebbe che venisse introdotta l’educazione sessuale nelle
scuole. Il 68% dichiara di avere (o avere già avuto) il “ragazzo” o la “ragazza” ed il 58%
ritiene di avere tutte le informazioni che gli sono necessarie a proposito del sesso, ma la
fonte principale è il gruppo dei pari. Meno di un terzo si rivolge alla mamma, meno di un
quinto al papà, poco più di un decimo agli insegnanti. Il 16% si rivolge al pediatra/medico
di famiglia il 18% cerca le informazioni sui forum in Internet.
L’età giusta? Per il 40% del campione non c’è, è “quando ci si sente pronti”. Il 16,9%
ritiene che sia 14 anni (era l’11,7% nel 2009), il 17% 16 anni e il 25% 18 anni.
Una società “sfiduciata” dai giovani
Diminuisce in modo abbastanza generalizzato, rispetto agli scorsi anni, la fiducia nei
confronti di figure “istituzionali” come forze dell’ordine, insegnanti, medici, magistrati,
uomini politici (ultimi della classifica). Da segnalare un forte calo della fiducia nei preti (30% rispetto al 2009) evidentemente condizionato dalle vicende sulla pedofilia di cui si è
parlato molto nel corso dell’anno. L’unica figura verso cui la fiducia segna un lieve
aumento è quella dei giornalisti (dal 9,7 al 10,9%).
Secondo te, ci si può sempre fidare delle seguenti figure?
2009
2010
Maschi Femmine
Genitori
88,4% 85,9%
91,5%
Amici
64,3% 63,8%
64,9%
Poliziotti/Carabinieri
61,9%
64,1% 58,8% 56,3%
Insegnanti
59,1%
56,9% 55,3% 52,1%
Medici
49,7%
61,2% 52,1% 53,9%
Preti
39,1%
56,3% 39,1% 39,2%
Soldati
31,8%
46,0% 36,5% 40,3%
Giudici
29,2%
36,25% 30,1% 30,8%
Giornalisti
10,9% 12,4%
9,0%
9,7%
Uomini politici
6,6%
6,8%
6,4%
7,2%
Per informazioni:
Società italiana di Pediatria
Cinthia Caruso
Via Gioberti 60, 00185 Roma
Tel. 06 4454912
cinthia.caruso@sip