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“L’orientamento sessuale: un argomento da pediatri?” Dr.ssa Francesca Ciraolo, Azienda Sanitaria di Firenze Risultati di una ricerca sulle conoscenze ed esperienze dei pediatri di libera scelta sulle problematiche connesse all’orientamento sessuale ed all’identità di genere dei loro assistiti Introduzione Tra i fattori che condizionano l’accesso ai servizi sanitari è stato ormai ampiamente dimostrato che l’omosessualità, il disturbo dell’identità di genere e la transessualità possono rappresentare un elemento di limitata accessibilità alla prevenzione, alla diagnosi e alla cura. Il problema è riconducibile ad una molteplicità di fattori, che non investono solamente l’ambito sanitario. Quando una persona, generalmente in giovane, se non giovanissima età, manifesta attrazione verso individui dello stesso sesso o presenta disturbi dell’identità di genere, un corretto approccio da parte della famiglia e del primo livello sanitario al quale la persona stessa o i suoi familiari possono rivolgersi (medico di medicina generale, pediatra di libera scelta) potrebbe aiutare a prevenire problematiche psicologiche e sociali. In questo ruolo preventivo anche le associazioni possono giocare un ruolo fondamentale. Queste stesse problematiche possono comportare l’insorgere di atteggiamenti di diffidenza nei confronti degli operatori e dei servizi sanitari, a torto o a ragione considerati poco sensibili alle problematiche sanitarie, sia generali che specifiche, della popolazione omosessuale e transessuale. Nella formazione accademica dei medici non sono previsti insegnamenti obbligatori sulle problematiche della medicina di genere o di sessuologia medica o sui disturbi dell’identità di genere (salvo un accenno nell’insegnamento di Clinica Psichiatrica). Descrizione del contesto La Regione Toscana, con l’obiettivo generale di garantire il rispetto del principio della non discriminazione per lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (LGBT), ha previsto1 una serie di interventi innovativi che spaziano dal lavoro alla formazione, al diritto alla salute, alla sicurezza, alla scuola, alla costituzione di una rete nazionale degli enti locali su queste tematiche. Specificamente, nell’ambito della salute, con la Delibera 258/06 sono state finanziate alcune ricerche in ambito regionale, fra le quali la ricerca “Pazienti non previsti” si rivolge ai medici di medicina generale (MMG) delle aziende sanitarie di Firenze, Empoli e Pistoia ed ai pediatri di libera scelta (PLS) della Regione Toscana, ed ha l’obiettivo di raccogliere conoscenze, esperienze e atteggiamenti in merito a quelle situazioni in cui i loro assistiti (o i genitori di questi nel caso dei pediatri) si rivolgono a questi professionisti di fiducia per segnalare problematiche, non solo sanitarie, relative all’orientamento sessuale ed all’identità di genere. Le altre ricerche regionali si sono rivolte al personale ospedaliero delle aziende sanitarie di Pisa, Livorno e Lucca ed agli studenti di medicina e delle professioni sanitarie al secondo anno presso l’Università degli Studi di Siena. L’obiettivo della ricerca è quindi essenzialmente conoscitivo, finalizzato ad indirizzare azioni future quali campagne di comunicazione, sensibilizzazione, informazione e formazione, favorendo lo sviluppo di una sanità sempre più accogliente e rispettosa. 1 LEGGE REGIONALE 15 novembre 2004, n. 63. Norme contro le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere. DELIBERAZIONE 10 aprile 2006, n. 258. Interventi in attuazione del PSR 2005/2007 paragrafo 5.1.1 “Educazione e promozione della salute” e della L.R. n 63/04 “Norme contro le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere” - biennio 2006/2007. La ricerca è stata patrocinata dall’Ordine dei Medici di Firenze ed ha ricevuto il parere favorevole del Comitato Etico Locale della Azienda Sanitaria di Firenze (ASF) oltre ad essere stata condivisa nei contenuti con i rappresentanti locali della Società Italiana di Medicina Generale e gli animatori di formazione dei medici di medicina generale convenzionati con l’ASF. La ricerca è stata finanziata dal Settore Risorse Umane, Comunicazione e Promozione della Salute della Direzione Generale Diritto alla Salute e Politiche di Solidarietà, Regione Toscana, e condotta dall’Educazione alla Salute dell’Azienda Sanitaria di Firenze, che ha coordinato un gruppo multidisciplinare di operatori ASF, poi allargato alle Aziende Sanitarie di Empoli e Prato ed alle Aziende Ospedaliero-Universitarie Careggi e Meyer. Hanno partecipato inoltre pediatri di libera scelta ed è stata coinvolta la SIMP che ha permesso l’estensione della ricerca a livello regionale e la diffusione del questionario. Fondamentale è stato il contributo delle Associazioni locali dei movimenti LGBT (IREOS, ARCI Gay Firenze, ARCI Lesbica, Giglio Rosa, Azione Gay e Lesbica), parte integrante del gruppo di lavoro. Metodologia La ricerca, una survey di tipo trasversale, è stata condotta sui PLS convenzionati con tutte e dodici le aziende sanitarie toscane e realizzata attraverso un questionario anonimo e semistrutturato composto da una prima parte di tipo anagrafico per la raccolta dei dati relativi a genere, età, localizzazione professionale, anni di esperienza e numero di pazienti assistiti. Il questionario dava la possibilità di indicare la motivazione per una eventuale non partecipazione. La seconda parte del questionario indagava le conoscenze di base sull’omosessualità e la transessualità. L’ultima parte riguardava le esperienze professionali degli intervistati ed un’analisi del bisogno formativo sul tema della ricerca. L’avvio della ricerca è stato segnalato sulla rivista Toscana Medica nel settembre 2007. La ricerca ha poi avuto effettivamente avvio nel giugno 2008 ed è rimasta aperta per sei mesi circa. La maggior parte dei PLS ha compilato un questionario cartaceo consegnato nel corso di iniziative formative. Tutti i medici pediatri toscani hanno ricevuto inoltre un’informativa dalla SIMP della possibilità di compilare il questionario direttamente su un sito internet dedicato. I questionari cartacei compilati dai pediatri sono stati trascritti nel data base in excel prodotto in automatico dall’applicativo on-line. I dati sono stati analizzati statisticamente in collaborazione con la Struttura di Epidemiologia dell’ASF: in particolare, per rilevare differenze statisticamente significative, sono stati stratificati i risultati in relazione a sesso ed età dei rispondenti. Risultati Hanno aderito alla ricerca 145 PLS, di questi 108 (74,5%) compilando un questionario cartaceo nel corso di eventi di Educazione continua e 37 (25,5%) rispondendo al questionario on-line. Sul totale dei pediatri toscani (400) il tasso di risposta è stato del 36,25%. La distribuzione dei rispondenti per ASL di convenzione è riassunta nella tabella 1. Tabella 1 ASL di convenzione 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 (vuote) TOT n° 4 8 8 10 8 13 8 11 4 50 5 7 9 145 % 2,8 5,5 5,5 6,9 5,5 9,0 5,5 7,6 2,8 34,5 3,4 4,8 2,8 Il 60,7 % dei rispondenti sono femmine, il 35,2 % maschi, il 4,1 % non ha risposto alla domanda; il 73,1 % ha più di 50 anni, i restanti rientrano nella fascia d’età 35-50 anni o non hanno risposto (2). La media di anni di convenzione è di 21,7. La somma del numero di assistiti dei medici rispondenti è 123.240. Sulla definizione di omosessualità ha risposto correttamente il 71% dei PLS (tab. 2). I pediatri più anziani hanno risposto correttamente in modo statisticamente significativo rispetto ai pediatri più giovani. Tabella 2 L'omosessualità è? A n° % B 17 11,7 C 14 9,7 1 0,7 D 103 71,0 E F 0 0,0 (vuote) 7 3 4,8 2,1 LEGENDA a. una condizione patologica della sessualità umana b. una scelta della persona c. una nevrosi su base familiare indotta d. una variante naturale della sessualità umana e. un’anomalia genetica f. altro: specificare f. altro: specificare Sono corrette il 67,6% delle risposte sulla definizione di transessuale (tab. 3). Tabella 3 Definizione di transessuale A n° % B 38 26,2 3 2,1 C D 98 67,6 E 2 1,4 (vuote) 0 4 0,0 2,8 LEGENDA a. persona che desidera sottoporsi a trattamenti ormonali e/o chirurgici per adeguamento del sesso anatomico al sesso psicologico b. persona che indossa i vestiti generalmente indossati dall’altro sesso c. persona caratterizzata da persistente identificazione col sesso opposto e profondo disagio riguardo al proprio sesso e ruolo sessuale d. persona che presenta una forma più accentuata di omosessualità e. altro L’attribuzione della corretta definizione dei concetti di orientamento sessuale, sesso biologico, ruolo di genere ed identità di genere va dal 73,8 % al 92,4% dei rispondenti (tab. 4). Tabella 4 Abbinare la definizione ai seguenti concetti A B C D (vuote) % giuste 3 14 6 119 134 9 0 0 0 13 124 5 5 107 13 17 3 2 3 3 orientamento 82,1 sessuale 92,4 sesso biologico 85,5 ruolo di genere 73,8 identità di genere LEGENDA a) appartenenza al sesso maschile o femminile determinata dai cromosomi sessuali b) identificazione della persona come femmina o come maschio c) Insieme di norme e aspettative culturali o sociali su come si devono comportare uomini e donne in una data società d) attrazione affettiva ed erotica diretta verso uomini, donne o entrambi Il 42,1% dei pediatri ha risposto correttamente alla domanda sulla frequenza dell’omosessualità nella popolazione generale (tab. 5). Tabella 5 A suo avviso qual è la frequenza dell'omosessualità nella popolazione generale? 1% 3% 5% 8% (vuote) n° 5 32 61 38 9 % 3,4 22,1 42,1 26,2 6,2 Al 51% (tab. 6a) degli intervistati è capitato che genitori dei propri assistiti abbiano chiesto informazioni, aiuto o un consiglio perché i loro figli manifestavano comportamenti diversi rispetto alle aspettative di genere. I pediatri più anziani sono più interpellati rispetto ai più giovani in modo statisticamente significativo. Tabella 6a 6 a) Le è mai capitato che genitori dei suoi assistiti le abbiano chiesto informazioni, aiuto o un consiglio perché i loro figli manifestavano comportamenti diversi rispetto alle aspettative di genere? N Y (vuote) n° % 63 43,4 74 51,0 8 5,5 Nella tabella 6b sono riassunti i comportamenti segnalati dai figli e nella tabella 7 la tipologia di reazione che i genitori dimostravano durante le segnalazioni. Tabella 6b 6 b) Se sì, che cosa riguardavano i comportamenti segnalati (più risposte)? n° Tipologia di comportamento 59 45 38 13 12 9 9 7 4 4 giochi abbigliamento interessi sport attrazione manifesta verso bambini dello stesso sesso scelta di personaggi simbolo (dei cartoni animati, ad esempio) progettualità (“cosa ti piacerebbe fare da grande”, ruolo nella famiglia futura ecc.) rapporto con il proprio corpo comportamenti di minzione altro Tabella 7 Che tipo di reazioni dimostravano i genitori durante tali segnalazioni (più risposte)? n° Tipologia di reazione 58 40 32 31 13 8 4 2 0 preoccupazione ansia bisogno di rassicurazione desiderio di informazioni attenzione vergogna rifiuto rabbia altro Il 75,7 % dei pediatri a cui è capitato di ricevere tali segnalazioni ha seguito nel tempo l’evoluzione della segnalazione. Il 78,8% degli intervistati si sente a proprio agio nel discutere con i genitori dei propri assistiti di tematiche relative all’affettività e sessualità dei figli. L’84,8% dei rispondenti ritiene che esista un bisogno informativo e formativo specifico in tema di salute legato all’orientamento sessuale ed all’identità di genere e l’80,7% sarebbe interessato a partecipare ad iniziative su tali temi.