n.1 marzo - Associazione Mantovana Allevatori

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n.1 marzo - Associazione Mantovana Allevatori
Tr i m e s t ra l e A s s o c i a z i o n e M a n t o v a n a
Allevatori— Anno 11—Numero 1 —Marzo 2015—Poste italiane S.p.a.—Spedizione in abbonamento postale—70% - NE/TN
mantovalleva&produce
Magazine
numero 1 • marzo 2015
Il 2015 sarà l’anno della svolta
Nuovi servizi di assistenza agli allevatori mantovani
Il 2015 dovrà essere l’anno della svolta. La rivoluzione del 2015 parte al nostro interno. Facendo leva sulla
storia e la tradizione dell’Associazione mantovana allevatori, ma guardando al futuro. Vogliamo camminare
insieme al sistema dell’Aia, ma con le nostre gambe. Con meno risorse pubbliche, perché se facciamo affidamento al pubblico rimarremo esposti alle incertezze.
Il nostro intento è arrivare a una revisione completa del Sata. Ringraziamo Regione Lombardia per l’assistenza
assicurata in questi anni, ringraziamo l’assessore all’Agricoltura Gianni Fava, perché ha compreso la finalità
del Servizio di assistenza tecnica agli allevatori come elemento per garantire la qualità e la salubrità delle produzioni.
Dobbiamo però proseguire il cammino autonomamente. Siamo in una fase per il Paese estremamente complicata sul piano economico e finanziario, con le Regioni costrette a subire tagli eccessivi e con l’agricoltura che
vive una stagione di tagli a livello europeo: il sostegno al primario attraverso la Pac pesa circa il 38% del bilancio comunitario, mentre solo negli anni Ottanta l’agricoltura beneficiava di attenzioni pari all’82 per cento.
Stiamo lavorando per nuovi servizi agli allevatori, senza aumentare le tariffe per le imprese agricole. Vogliamo
crescere, essere sostenibili in termini economici e rimodulare le visite nelle stalle in base alle esigenze che registrano le aziende. D’altronde, le dinamiche di allevamento, approccio al mercato, necessità di produzione
sono diverse rispetto al passato. È la normale evoluzione di un sistema che è vivo.
All’interno di questo numero illustreremo più dettagliatamente alcune nuove opportunità per le aziende agrozootecniche.
Toccherò solo qualche esempio. Dall’assistenza tecnica sulla paratubercolosi, dove possiamo affiancare le
imprese nell’adesione del programma volontario regionale contro la malattia; vogliamo rispondere ai nuovi
bisogni economici con software dell’Associazione allevatori, direttamente collegati alle stalle.
Dobbiamo anche fare tesoro delle situazioni di emergenza che abbiamo vissuto recentemente. E mi riferisco, in
particolare, alla crisi vissuta negli ultimi mesi legata al mancato ritiro dei vitelli baliotti. Desideriamo condividere con gli allevatori un percorso per impostare un servizio di consulenza e indirizzarli verso l’utilizzo di
seme sessato. L’obiettivo è incrementare il numero di bovine femmine e di stringere un’alleanza con i consorzi
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editoriale
Alberto Gandolfi
Presidente Ama
[email protected]
della carne lombarda (presto unificati) per poter creare una filiera di ristalli da carne Italia-Italia.
In questo modo otterremmo un duplice risultato: dare maggiori certezze economiche agli allevatori da latte e
sostenere una filiera da carne con bovini nati, allevati e macellati in Italia, riducendo così allo stesso tempo le
importazioni dalla Francia. Sarebbe una soluzione molto più perseguibile rispetto a una linea vacca-vitello, che
in Pianura Padana sarebbe di difficile realizzazione. Ad avvalorare tale progettualità è la notizia di questi giorni
dove la conferenza stato regioni ha approvato il decreto che completa il quadro normativo nazionale di attuazione della riforma della politica agricola. i premi previsti per le vacche da latte saranno destinati ai produttori
di latte per i capi appartenenti ad allevamenti iscritti nei Libri genealogici o nel Registro Anagrafico delle razze
bovine ed iscritti ai controlli funzionali latte, che partoriscono nell’anno e i cui vitelli sono identificati e registrati secondo le modalità e i termini previsti dalla normativa.
In questa ottica desideriamo affrontare anche un percorso di crescita con i suinicoltori e attendiamo indicazioni
su quali nuovi servizi di assistenza tecnica fornire dalla sezione suini dell’Ama.
Ci avviciniamo alla fine del regime delle quote latte. Sono ottimista. Le quote sono state una disgrazia per gli
allevatori italiani e non dobbiamo rimpiangerle. Chi è in grado di rimanere sul mercato non dovrà avere paura
di un futuro senza le quote latte. Benefici non ne hanno portato, se ci pensiamo.
Il sistema italiano si è rafforzato grazie alle produzioni Dop e il territorio mantovano ha saputo interpretare
forse meglio di altri il binomio fra imprenditorialità, qualità e cooperazione, un modello che ha mostrato di dare
maggiori soddisfazioni alle nostre stalle e di proteggere la nostra economia nelle fasi di tensione dei prezzi.
A salvarci sarà la qualità, ma dovremo fornire al consumatore le risposte che richiede con maggiore frequenza,
in termini di sostenibilità ambientale e di benessere animale. Chi saprà interpretare al meglio questi ulteriori
elementi, avrà maggiori vantaggi.
Prosegue l’interesse di allevatori e tecnici stranieri nei confronti dell’Ama e del suo modo di affiancare gli allevatori nelle attività di impresa. Recentemente abbiamo ricevuto la visita di israeliani, di statunitensi, pochi mesi
fa di russi. Siamo aperti al dialogo e al confronto internazionale, per confrontare il nostro modello con altre
realtà. Diverse, senz’altro, ma non per questo da non tenere in considerazione.
Alber to Gandolfi
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Collaboratori
Fabian Favalli
Lucio Minghelli
Nicola Bollani
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sommario:
02
Editoriale del presidente
06
Fabian Favalli
“Bovimac” Gonzaga 2015
12
Giuseppe Pigozzi
Vetrina Caitpr a Bovimac
14
Fabian Favalli e Nicola Bollani
Un nuovo presidente per il Dairy Club Mantova
15
16
Fabian Favalli e Nicola Bollani
Dairy Show Montichiari:
grandi risultati per i ragazzi mantovani
Marco Bellini e Sebastiano Buffa
Formazione: “organizzazione e gestione
dell’azienda zootecnica”
22
Fabian Favalli
Azienda Casarotto
24
Marco Bellini
Amaconsulting: la nuova consulenza tecnica
36
Matteo Bernardelli
Così i mercati agricoli nel 2024
40
Matteo Bernardelli
Rama: “Sul latte quasi fuori dal tunnel”
42
Lucio Minghelli
La filiera del suino sconta un 2014 difficile
44
Lucio Minghelli
La carne bovina cerca il rilancio
In copertina un soggetto dell’Azienda Casarotto di Brunico
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“BOVIMAC” GONZAGA 2015
fabian favalli
C
ome consuetudine, l’evento che apre le mostre
ufficiali della razza Frisona Italiana trova la sua collocazione all’interno di Bovimac, ospite delle strutture
della fiera di Gonzaga.
Nei giorni di sabato 24 e domenica 25 Gennaio ha
quindi avuto luogo la diciannovesima edizione della
mostra bovina provinciale d’inverno di Mantova, che
vedeva chiamato al giudizio Mauro De Antoni, giovane
allevatore e giudice vicentino.
Note largamente positive per quanto concerne il numero di animali presentati, ben oltre i 55 capi, con presenze in netta ascesa rispetto all’edizione 2014.
Chiaramente il merito di questo successo va ricercato in
un appassionato gruppo di allevatori, ma anche grazie
all’impegno di Co.M.Al., che, ricalcando l’esperienza
settembrina, ha coinvolto svariati allevatori nella preparazione e nella gestione di alcuni soggetti.
In merito a questa iniziativa va reso onore ai ragazzi
dell’IPAA di Gazoldo degli Ippoliti che, pur neofiti al
mondo delle fiere, si sono fatti valere con una professionalità di alto livello.
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L’Assessore all’Agricoltura Gianni Fava
a Bovimac 2015
GARA DI GIUDIZIO TRA ISTITUTI AGRARI
La mattina di Sabato 24 è stata completamente dedicata ad un appuntamento divenuto ormai un classico, la
gara di valutazione morfologica tra gli istituti agrari, preceduta , come da collaudata routine, dalla lezione sulla
valutazione morfologica tenuta da Corrado Zilocchi, responsabile valutazioni e mostre di ANAFI.
Al termine della spiegazione sono scese nel ring ben 15 squadre, a rappresentanza degli istituti di Mantova,
Palidano, San Benedetto, Gazoldo, Reggio Emilia e dell’IPSAS Solari di Fidenza, alla sua prima partecipazione.
Al termine di una combattuta gara, che ha dato luogo ad una classifica con posizioni molto serrate, sono due
classi a giungere prime a pari merito:la 4°BD dello Strozzi di Palidano e la 5°C dello Zanelli di Reggio Emilia.
Qualche immagine di Bovimac 2015
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MOSTRA BOVINA
Per quanto riguarda la mostra è risultata campionessa assoluta e campionessa vacche giovani C.M.E. Dempsey
Gepy dell’allevamento Errera Holstein in comproprietà con AL.BE.RO. Sua riserva assoluta e anche riserva delle
vacche giovani è ZIAL Zelgadis Glaxia, dell’Az.Agr.Bertoletta mentre menzione assoluta e menzione vacche
giovani è Gold Amily dell’ Az.Agr.Negro. Miglior mammella vacche giovani è stata Valbe Jerrick Koala della Soc.
Agr. Sacca di Valenza presentata da Co.M.Al. Nella sezione delle vacche adulte, è campionessa Futa, dell’Az.Agr.
S.Antonio di Piva con riserva Quarantore Bayless dell’azienda Belletti e menzione Zial Shottle Chiara et dell’Az.
Agr. Bertoletta. Miglior mammella vacche adulte è Palazzina Sam Davidica dell’azienda Palazzina di Freretti
presentata da Co.M.Al. Nelle manze e giovenche, la vincitrice è C.M.E. Mascalese Jenny dell’allevamento Errera
Holstein in comproprietà con ME.D.AL. (cr), riserva Zial Mascalese Label di Zilocchi e menzione Mascalese Jessy
di Negro. Appuntamento fisso il premio speciale intitolato a Guido Errera, che premia il migliore gruppo di
3 apparati mammari, vinto dalla Soc.Agr. Sacca di Valenza. Infine un doveroso ringraziamento agli allevatori,
i veri protagonisti di questa fiera, e a tutti i collaboratori che hanno contribuito alla splendida riuscita della
manifestazione.
Al centro della foto Soc.Agr.Valenza vincitore del Premio speciale intitolato a “Guido Errera”
C.M.E Dempsey
Errera Holstein
Campionessa Assoluta Mostra
Zial Zelgadis Glaxia
Az.Agr.Bertoeltta di Zilocchi
Campionessa Riserva Mostra
Gold Amily
Az.Agr.Negro
Menzione d’Onore Mostra
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AL BOVIMAC DI GONZAGA VINCE
LA ZOOTECNIA DA LATTE MANTOVANA
Le macchine, i prodotti, i servizi, tutto ciò che gira intorno a quella che è la regina
delle nostre attività agricole e zootecniche ovvero la vacca da latte abbiamo potuto
ammirare al Bovimac di Gonzaga.
E di regine veramente si tratta se solo ci viene la voglia di sbirciare nei retroscena
della mostra bovina dove le candidate al titolo di regina d’inverno vengono preparate al concorso con cura e dedizione altamente professionali.
E’ quello che abbiamo fatto con i nostri ragazzi dell’ I.S. Strozzi in occasione della
visita ai padiglioni della rassegna gonzaghese.
Prima abbiamo esaminato i vari aspetti delle agro-energie intervistando i rappresentanti delle aziende del settore nei vari stand, poi le macchine agricole tradizionali
e innovative, poi il padiglione dei prodotti e servizi per la zootecnia.
E’ piacevole procedere lentamente lungo il percorso della fiera in quanto è frequente
incontrare ex allievi con i quali si scambiano sempre volentieri due chiacchiere o si
ricorda qualche simpatico episodio della loro carriera scolastica…
Alla fine poi il grande evento ovvero la gara di valutazione morfologica tra gli istituti
agrari.
Le luci, il tifo del pubblico, il verde brillante del ring che forse per la prima volta
calpesti nella tua vita danno una grande emozione e nello stesso tempo una grande
carica.
Il piazzamento dello Strozzi è stato sicuramente onorevole: la classe 4^B è risultata
prima classificata per aver centrato la graduatoria, la classe 4^C si è classificata al
terzo posto e le classi 4^A e 4^E si sono onorevolmente piazzate al quarto posto a
pari merito.
Alla fine materiali e simpatici gadget sono stati gentilmente distribuiti a tutti i partecipanti dall’Associazione Mantovana Allevatori.
Questo proprio perché in questi casi non è importante chi vince o chi perde ma quel
che conta è la qualità della partecipazione e le emozioni che esperienze come questa
possono lasciare nel cuore dei nostri ragazzi.
Un sentito ringraziamento all’A.M.A. per la preziosa possibilità formativa offerta ai
nostri studenti in occasione di questo importante appuntamento annuale che è il
Bovimac di Gonzaga.
I docenti di zootecnia dell’ I.S. “Strozzi”.
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Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it • 11
Giuseppe pigozzi
VETRINA CAITPR a BOVIMAC
Cavallo Agricolo Italiano da Tiro Pesante Rapido
C
onclusa la prima attività del 2015 che quest’anno
ha visto l’esordio delle Vetrina CAITPR a Bovimac,
fiera dedicata all’agricoltura che si tiene presso il
Quartiere Fiera di Gonzaga (Mn). Un nuovo appuntamento nel calendario di razza che rientra nella collaborazione attivata, già dal 2014, con l’Associazione
Mantovana Allevatori con la prima vetrina di razza
organizzata in occasione della Millenaria di Gonzaga.
Al contrario della Millenaria, che ha una vocazione
di impronta più generale pur mantenendo una forte
connotazione agricola e zootecnica, la manifestazione invernale è invece a vocazione pienamente agricola e dove il “pezzo forte” zootecnico è la Mostra
provi-nciale della Frisona. Bovini da latte alla ribalta,
quindi, in una zona che è tra quelle a maggior vocazione per la zootecnia da latte a livello nazionale.
L’idea di inserire la Vetrina del CAITPR in questa manifestazione nasce dalla positiva esperienza del settembre scorso nella Millenaria.
L’impatto del ritorno del CAITPR con una vetrina dedicata ai giovani soggetti, era stato positivo ed apprezzato dal pubblico. Si è pensato, in collaborazione
con i colleghi dell’AMA, di ripetere l’esperienza ma
abbinando la presenza dei cavalli alla Mostra bovina.
Soggetti in vetrina
Matricola
Nome
Categoria
Anno di Nascita
Indice
genetico
Proprietario
159312
Gioia
Puledra 2013
114.4
Az. Castelletti & Brutti
Verona
159307
Goccia
Puledra 2013
106.5
Az. Castelletti & Brutti
Verona
154497
Dalila
Fattrice 2010
106.4
Az. Cordioli Massimo
Verona
155825
Eleonora
Fattrice 2011
114.9
Az. Priori Luigia
Piadena-Cr
145455
Viola
Fattrice 2005
108.2
Az. Priori Luigia
Piadena-Cr
160791
Idea
Puledra 2014
118.8
Az. Giordani Guido & M.
S.Martino all’Argine-Mn
157165
Favola
Fattrice 2012
115.5
Az. Giordani Guido & M.
S.Martino all’Argine-Mn
159244
Ginger Zag
Puledra 2013
114.9
Az. Zuffa Giuseppe
Castel S.Pietro-Bo
157813
Franceschina G.
Fattrice 2012
122.3
Az. Zuffa Giuseppe
Castel S.Pietro-Bo
Per contatti: ANACAITPR - Tel. 045 821622 - 348 2287594 - mail [email protected]
12 • Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it
L’impatto del ritorno del CAITPR con una vetrina dedicata ai giovani soggetti, era stato positivo ed apprezzato dal pubblico. Si è pensato, in collaborazione con i
colleghi dell’AMA, di ripetere l’esperienza ma abbinando la presenza dei cavalli alla Mostra bovina.
Un’idea abbastanza innovativa e un po’ “sperimentale” ma che rientra nella logica, potremmo dire, delle
mostre/eventi multi razza. Idea anche abbastanza
coraggiosa, in quanto le presentazioni del CAITPR
sono state aggregate alla Mostra bovina come dei
veri propri inserti in alcune fasi di “passaggio” dei
concorsi morfologici sia delle manze che delle vacche.
La mostra della Frisona è infatti divisa i due tempi. Il
sabato pomeriggio la passerella è dedicata alle categorie del giovane bestiame e la domenica, invece, è
consacrata alle vacche.
La presentazione del CAITPR è avvenuta in due sezioni
sia il sabato pomeriggio che la domenica mattina.
Una prima presentazione delle puledre in esposizione
ed un “secondo tempo” dedicato, invece, alle fattrici.
L’obbiettivo per ANACAITPR era di valutare la possibilità di creare un ulteriore momento di promozione
anche commerciale, inserendosi in un evento dove
sono presenti tra i migliori allevatori di vacche Frisone
d’Italia. Un ambiente quindi, fatto da allevatori molto
competenti che possono apprezzare “il gusto” di
diversificare le proprie attività inserendo nei loro allevamenti anche cavalli da tiro. Una realtà già molto
diffusa in altre zone, quale ad esempio, la Puglia dove
i cavalli CAITPR sono, nella grande maggioranza, allevati da proprietari di allevamenti da latte. Il primo
impatto di interesse è stato comunque positivo a giudicare dalle domande di molte persone e dei giornalisti
presenti.
Corre l’obbligo di ringraziare i responsabili tecnici dei concorsi bovini che si sono resi molto disponibili per questa novità organizzativa e che ci
hanno creato le finestre di tempo per le presentazioni.
Altrettanto va detto degli addetti dell’AMA e dello
staff dell’Associazione che si sono messi a piena disposizione degli allevatori CAITPR.
L’appuntamento, come ci si è detto con i Responsabili
di AMA, è ora per il settembre 2015 con una vetrina
equestre che si vorrebbe articolare anche con altre
razze equine e dove si vorrebbe iniziare a presentare
anche soggetti addestrati al lavoro con gli attacchi.
Un ringraziamento finale a tutti gli allevatori CAITPR
(vedere elenco con soggetti) che hanno aderito,
nell’auspicio che la partecipazione a Bovimac 2015 sia
fruttuosa per il loro lavoro e possa incentivarli a presentare i loro giovani soggetti nel settembre prossimo
alla Millenaria 2015.
Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it • 13
Fabian Favalli
Nicola Bollani
Giacomo Negro, nuovo coordinatore provinciale
Un Nuovo Presidente per
il DAIRY CLUB MANTOVA
La storia di ogni Dairy Club è fortemente legata al passaggio di consegne tra generazioni
successive, che acquisendo nel tempo esperienza, assumono ruoli di responsabilità.
Pertanto il giorno 21 Dicembre 2014 è stata convocata l’assemblea dei soci Agafi - Mn
che ha provveduto al rinnovo delle cariche, elette ogni tre anni come da statuto.
Ne è scaturito il nome di Giacomo Negro come nuovo coordinatore provinciale con al
suo fianco Nicola Ferro come vice, Davide Ferro, Andrea Errera, Diego Morelli, Letizia
Valenza e Ilaria Caramaschi come consiglieri.
Oltre all’elezione delle nuove cariche, si è anche discusso sulla programmazione delle
attività per i ragazzi con obiettivi ben definiti. Il primo banco di prova sarà lo Junior Show
provinciale, con la chiara volontà di cercare un maggiore coinvolgimento dei ragazzi
degli istituti agrari e la partecipazione di nuovi giovani allevatori. Per ultimo, i ragazzi
hanno dedicato un ringraziamento a Matteo Zilocchi per l’impegno e la passione messa
a disposizione dei giovani allevatori mantovani e non.
14 • Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it
Dairy Show montichiari:
Grandi Risultati per i ragazzi
Mantovani
Fabian Favalli
Nicola Bollani
Durante il Dairy Show di Montichiari si è svolto anche il 9° Junior Show giudicato da Giuseppe Quaini .
Vi hanno partecipato circa 20 ragazzi che si sono dovuti confrontare in varie prove: gara di tosatura, gara di
conduzione e gara di giudizio morfologico.
Primo successo per quanto riguarda la gara di tosatura con Nicola Ferro del D.C di Mantova al primo posto.
Successivamente nella gara di conduzione i ragazzi sono stati suddivisi in 2 categorie in base alla loro età.
Per la categoria Junior (12-18 anni) buona piazza d’onore per Davide Ferro, secondo solo a Maria Sole Oppici .
L’ultima gara in cui si sono dovuti confrontare i ragazzi è stata quella di giudizio morfologico di quattro manze.
I ragazzi hanno dovuto motivare le loro scelte al giudice, il quale poi ha stilato la sua classifica con le dovute
motivazioni.
Doppietta nella categoria Junior dove troviamo al 1° posto Davide Ferro, seguito dal fratello Nicola mentre
nei senior, il neo-presidente Giacomo Negro si piazza secondo dietro Marina Apa.
Nella giornata di domenica, le vitelle hanno poi partecipato alla mostra morfologica, condotte dal loro portatore. Al termine della manifestazione il nostro Davide Ferro conquista il gradino più alto del podio, aggiudicandosi il titolo di miglior giovane, con Maria Sole Oppici ottima seconda e il giovane veterano Nicola Ferro
buon terzo.
Se il buongiorno si vede dal mattino, non possiamo che aspettarci un radioso 2015.
Bravi!!!!!
Davide Ferro
Nicola Ferro
Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it • 15
Formazione: “Organizzazione e gestione
dell’azienda zootecnica”
Il corso si è svolto anche
quest’anno in Val ridanna
Marco bellini
Sebastiano buffa
16 • Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it
S
i è svolto dal 2 al 4 febbraio il corso
per allevatori organizzato dall’APA in Val
Ridanna, nei pressi di Vipiteno.
La positiva esperienza dello scorso anno, ci ha portati a scegliere la stessa struttura alberghiera, che
oltre alle comodità inerenti i momenti di studio ci
ha fornito ottime possibilità di svago e relax.
L’apertura dei lavori è stata affidata al Dr.
Sebastiano Buffa, tecnico SATA, che ha illustrato
alcuni dei documenti forniti , dopo il controllo funzionale, alle aziende che usufruiscono del servizio
di assistenza tecnica.
Dalla relazione e ancor più dalla discussione è
emersa la necessità di monitorare i principali
parametri gestionali dell’azienda. Perché questo
risulti utile, è necessario potersi affidare a dati
e numeri certi, correttamente rilevati ed elaborati. Per contro, e questi momenti di formazione
lo hanno ribadito, questi indici tecnici devono essere ben conosciuti
e interpretati dall’allevatore per il
loro esatto significato. Ci riferiamo
in particolare a quelli che descrivono l’andamento della riproduzione
che se travisati possono portare
a decisioni sbagliate o troppo tardive arrecando notevoli danni economici.
Successivamente il Prof. Antonio
Gallo dell’Università Cattolica di
Piacenza, ha trattato il tema delle
micotossine negli alimenti destinati al bestiame, evidenziando che
si tratta di un argomento molto
complesso e relativamente poco
conosciuto, specialmente riguardo
agli effetti sui ruminanti: ad esempio le micotossine conosciute sono
alcune centinaia, ma sono disponibili metodi analitici solo per
poche di esse.
Il problema indubbiamente esiste e
va affrontato anche migliorando le
nostre conoscenze in merito, ma è
possibile che in alcuni casi si crei un
allarmismo esagerato.
Molto probabilmente un alimento
che abbia un elevato contenuto di
una o due micotossine indica certamente un prodotto di scarsa qualità che, in quanto tale, può creare
problemi non necessariamente
dovuti alla micotossina specifica.
Quindi, l’appello è stato quello di
affidarsi ad un tecnico preparato
prima di rincorrere a pratiche onerose. La semplice conoscenza delle
“ unità di misura “ e delle “ equivalenze “ oltre che delle metodiche
analitiche non sembra una banalità.
Sempre utile l’interpretazione del
dato analitico da parte di un tecnico
esperto.
Nella giornata successiva il prof.
Ermanno Comegna, esperto di
Economia Agraria ha illustrato
alcune considerazioni sul futuro del
mercato lattiero-caseario dopo la
cessazione del regime delle quote.
Secondo il relatore il mercato lattiero-caseario a livello mondiale offre
un quadro non allarmante per i
produttori, pur in un contesto di
volatilità del prezzo del latte. Per
questo motivo, nel prossimo futuro il Prof. Comegna afferma che
siano preferibili soluzioni di contratti stabili rispetto alle cosiddette
“ vendite spot “.A fronte di aumenti
non drammatici della produzione, i
consumi nel comparto lattiero caseario, potrebbe aumentare del 2,1%
/ anno. Si prevedono interessanti
sviluppi per formaggi, latte in polvere e derivati del siero. A riprova
di ciò consideriamo gli investimenti
che alcune grosse compagnie neozelandesi e cinesi stanno operando.
Le aziende zootecniche dovranno
però compiere notevoli sforzi per
Dr. Sebastiano Buffa
Tecnico Sata
Prof. Antonio Gallo
Università Cattolica
di Piacenza
La positiva esperienza dello scorso anno,
ci ha portato a scegliere la stessa struttura alberghiera”
Prof. Ermanno Comegna
Esperto di Economia Agraria
Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it • 17
migliorare la loro efficienza economica e rendersi
quindi più competitive. Inoltre dovranno superare la
mentalità individualistica e allearsi, creare una rete
che consenta di fare massa critica e di concentrare
l’offerta di latte; in questo senso le nostre cooperative
sono un esempio poco diffuso in altre zone d’Italia.
Infine la Commissione Europea invita i produttori a
fare uso degli strumenti di prevenzione e di gestione
dei rischi.
Sul fronte della PAC, sempre Comegna ha illustrato
le iniziative che il Ministero Delle Politiche Agricole
potrebbe attuare: la crea-zione di un Fondo Latte
Qualità, che assumerebbe però le caratteristiche di
una erogazione di fondi “ a pioggia “ con scarso significato oppure attraverso strumenti come il PSR, favorire
una relazione interprofessionale ed interaziendale
che strutturi maggiormente l’offerta e migliori le procedure contrattuali stabilizzando così anche i redditi.
Il pomeriggio della seconda giornata contemplava gli
interventi di Guido Boselli ed Enea Guidorzi, tecnici
SATA, che hanno affrontato temi di carattere tecnicoeconomico.
In particolare è stata esposta una elaborazione, condotta sugli archivi dei controlli funzionali, riguardante
la fertilità, la produzione di latte, la qualità del latte,
la gestione delle vacche fresche e l’allevamento del
giovane bestiame. Ad essi è stato dato un valore economico per cui, dal confronto di dati reali aziendali
sono emerse notevoli possibilità di recuperare aree di
reddito che, considerando il miglior 10% delle stalle
della nostra provincia, per una stalla di 110 vacche
18 • Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it
possono equivalere a circa 65.000 euro l’anno. Cifre
che sembrano iperboliche e fantasiose, ma che alla
luce di quanto esposto, potrebbero essere nelle tasche dell’allevatore.
Due strumenti informatici possono affiancare l’azienda
nelle sue scelte manageriali.
• Il primo (Pi.Co) consente di valutare soluzioni
alternative nella pianificazione delle colture con lo
scopo di massimizzare il reddito ottenibile dal terreno a disposizione. Il comparto “ campagna “ di
un’azienda zootecnica (è stato riconosciuto anche
durante il convegno “SATA“ alla fiera di Cremona),
è tra quelli che in molti casi pesano non poco
sui bilanci aziendali. Focalizzare l’attenzione sul
versante agronomico di un’azienda perseguendo
un maggiore equilibrio, mirando a scelte che non
penalizzino economicamente l’azienda, è quello
che il servizio di consulenza dell’Apa, propone
come lavoro per il prossimo futuro.
• Il secondo, è il programma SATA€CON che consente di registrare in modo semplice ma regolarmente, le fatture di acquisto e di vendita, di elaborare una serie di indici economici che forniscono
un quadro sulla redditività della propria azienda,
aiutando ad individuare quei settori dove è possibile migliorarla. Vi è la possibilità di arrivare alla
descrizione di un bilancio aziendale.
Nella seconda parte del pomeriggio la dott. Rizzi,
responsabile del laboratorio Analisi dell’ARAL ha
descritto alcune analisi svolte nel laboratorio di Crema
Dott. Nicoletta Rizzi
Responsabile Laboratorio Analisi ARAL
e il loro significato, soffermandosi su alcune novità
introdotte di recente.
Fra queste si evidenzia la possibilità, tramite analisi del
latte, di identificare i capi affetti da paratubercolosi e di
ricercare le PAG (glicoproteine associate alla gravidanza) per determinare tramite lo stesso campione di latte
che serve per la determinazione del grasso, proteine e
cellule, anche appunto la gravidanza. Per quest’ultima
analisi, già terminata la fase sperimentale, sono parecchie le stalle che al momento del controllo , forniscono
al controllore la lista di animali da diagnosticare e pensiamo possa trovare sempre più il gradimento dei soci.
Già da alcuni mesi si ricercano nel latte il betaidrossibutirrato (BHB) e l’acetone, che danno indicazioni utili
sul rischio di chetosi, patologia tipica della fase di transizione post parto e che può causare notevoli danni
sia sulla produzione di latte che sulla sfera riproduttiva. Sono disponibili anche i dati degli acidi grassi del
grasso del latte (saturi, insaturi , monoinsaturi e polinsaturi), per avere riscontri su alcuni parametri della
razione somministrata agli animali.
Queste analisi possono essere condotte sui campioni
dei controlli funzionali, per cui, non essendo necessario un prelievo specifico, con un limitato costo aggiuntivo si possono avere utilissime informazioni sullo
stato sanitario e metabolico della propria mandria.
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Dr. Pierangelo Cattaneo
Medico Veterinario
Nell’ultima giornata Pierangelo Cattaneo, medico veterinario, ha tenuto un’ampia relazione
sul benessere animale, evidenziando come quest’ultimo sia un requisito fondamentale per
ottenere prestazioni produttive e riproduttive soddisfacenti.
In particolare egli ha sottolineato come la corretta gestione del parto e dell’allevamento dei
vitelli siano presupposti essenziali per i risultati produttivi dell’azienda; ha anche mostrato
diverse foto che illustravano gli errori più comuni che si commettono e che si devono
invece evitare.
Infine è da evidenziare che gli allevatori devono compiere ogni sforzo per dimostrare
all’esterno (consumatori, organizzazioni verdi/ecologiste, organi di controllo) la loro attenzione al benessere animale e al rispetto delle normative e delle esigenze fisiologiche e
comportamentali delle bovine.
L’ultima sessione è stata affidata a Maurizio Marusi responsabile dell’ufficio Studi sulla F.A.
dell’ANAFI che ha parlato delle novità nel calcolo degli indici genetici soffermandosi particolarmente sull’attenzione da porre alla locomozione e ai tratti da considerare per arrivare
al punteggio complessivo,
E’ stato illustrato il programma Web Pac che gestisce i piani di accoppiamento per monitorare il grado di consanguineità, l’efficacia delle scelte nel tempo adottate e l’aspetto
economico.
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Da ultimo il Dr. Maurizio Marusi ha parlato della Genomica e più in particolare dello stato di
avanzamento del programma di selezione. Dopo aver toccato alcuni importanti spunti quali
il concetto di accuratezza dell’indice di un toro (che misura l’intervallo di confidenza o di
variazione tra un indice stimato e quello reale) ha illustrato il database genomico femminile e
maschile, il trend delle inseminazioni e ha mostrato una tabella riassuntiva dei tori genomici
più usati negli ultimi 4 mesi confrontati con quelli più provati.
Le materie oggetto delle relazioni hanno determinato una partecipazione attiva degli allevatori
che hanno così contribuito a trasformare una lezione di tipo frontale, anonima e neutrale, in
una serie di incontri molto interessanti che hanno prodotto nel caso delle analisi aziendali di
tipo economico, a proposte operative come la creazione di gruppi di lavoro per la raccolta di
dati aziendali con la possibilità di analizzarli in confronti incrociati.
Torniamo quindi dalla Val Ridanna con una serie di indicazioni che potranno dar luogo a proposte nuove di consulenza tecnica, che andremo in questi giorni a sottoporre all’attenzione dei
soci dell’APA tramite lettera e riunioni zonali.
Al ritorno ci siamo fermati a Brunico per visitare l’azienda Casarotto. Una famiglia di origine
vicentina che da tempo si è insediata presso Brunico e che oggi alleva circa 100 capi : una mandria di notevoli dimensioni per la zona con produzioni da tempo attorno ai 100 q.li per vacca,
inserita in un contesto paesaggistico mozzafiato.
Dr. Maurizio Marusi
Responsabile Servizi FA Anafi
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sulla strada
del ritorno facciamo
Azienda Casarotto
tappa a brunico
per conoscere una
realta’ storica
fabian favalli
La parte conclusiva della tre giorni tecnica viene
riservata ad una piacevole visita guidata.
Sulla strada del ritorno, infatti, facciamo tappa
a Brunico, per conoscere l’azienda dei fratelli
Casarotto.
Il cognome poco altoatesino dei due fratelli
Alessandro e Paolo ci suggerisce una storia tutta
particolare che parte dagli anni 30 e ricalca in parte
le grandi bonifiche attuate.
Qui non esistevano terreni da strappare alle paludi
ma una regione da italianizzare, spostando coloni
dal Veneto o dal Friuli.
E fu proprio uno di questi il nonno dei Casarotto,
stabilitosi a Brunico nel 1937, che inizio la propria
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carriera da allevatore come ingrassatore.
Fu il figlio che mutò l’indirizzo dell’azienda, introducendo le vacche da latte nella vecchia stalla
legata situata in centro al paese.
Chiaramente le moderne esigenze delle vacche
Holstein meritavano una struttura in grado di farle
esprimere in modo adeguato, necessità soddisfatta
dalla bella stalla in legno di recente costruzione,
tanto diversa dai canoni e dalle concezioni delle
stalle chiuse di montagna.
Ad oggi i Casarotto allevano 60 vacche, per un
totale di 100 capi inclusa la rimonta, numeri non
certo comuni per la zona di appartenenza, che si
attesta su una media di 11 vacche per azienda.
A disposizione dell’azienda ci sono 20 ettari di terreno, suddivisi in 10 di mais, 5 di prato ed altri 5 per
la coltivazione di pregiate patate da seme.
Per quanto riguarda le performances si percepisce
una grande attenzione ad animali produttivi, ma
anche morfologicamente molto corretti.
Le ragioni di questa attenzione le possiamo ricercare soprattutto nella tradizione decennale delle
aste e della vendita del bestiame, dove i soggetti
esteticamente meglio conformati spuntano prezzi
alti.
Tutto questo si ripercuote in una media di 82 punti
(contro una media provinciale di 79,9) nelle ultime
primipare valutate, con svariati soggetti adulti in
grado di catturare l’attenzione e l’ammirazione dei
presenti.
Ma anche il lato produttivo non è trascurabile: con
una mandria capace nel complesso di produrre 101
q.li come media stalla ben al di sopra della media
provinciale, che vale 8.429 kg.
Al termine della foto di rito non possiamo che complimentarci con i fratelli Casarotto per la passione
ed i conseguenti risultati ottenuti, certi di aver visto
un’ottima realtà.
I fratelli Casarotto
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AMACONSULTING
Marco bellini
LA NUOVA
CONSULENZA TECNICA
Le grandi difficoltà che sta attraversando il nostro settore, inserito in un contesto
economico altrettanto critico, impongono una profonda riflessione sulla operatività e la
gestione delle nostre aziende.
In particolare riteniamo indispensabile che gli allevatori affrontino una profonda
rivisitazione del processo produttivo per individuare quelle marginalità nascoste che
possono garantire competitività e in definitiva reddito . Crediamo che affiancare i soci in
questo percorso con il servizio di consulenza, sia per la nostra associazione oltre che un
“ dovere “ statutario, anche un’occasione per fare sistema e descrivere le iniziative che
abbiamo in essere a tutela della qualità e salubrità dei prodotti e dei consumatori.
Alla data del 31 dicembre del 2014, il Servizio di Assistenza Tecnica agli Allevamenti
(SATA), almeno nelle sue attuazioni che conoscevamo dal luglio del 1995, è terminato.
Nel frattempo, in attesa di approdare a nuove forme finanziate dalla regione e che
troveranno spazio all’interno del nuovo PSR, abbiamo progettato una proposta di
consulenza che possa supportare gli allevatori nello scenario appena descritto.
Le formule proposte ripercorrono ovviamente la natura e qualità dei servizi già messe in
atto dal SATA ma, nel contempo, ne propongono di nuove che speriamo possano trovare
l’apprezzamento e il sostegno dei soci.
Questa proposta, si inserisce nel più ampio progetto, già in fase di attuazione, di
ristrutturazione delle modalità operative dei controlli funzionali e, di conseguenza, della
gestione dei dati elaborati che da essi procede.
Si è pensato proporre dei “ pacchetti di consulenza “ per intercettare al meglio le esigenze
degli allevatori.
L’insieme di quanto di seguito descritto definisce la Consulenza Tecnica che l’AMA di
Mantova intende proporre agli associati. Come già ricordato nella lettera che vi è stata
recapitata in questi giorni e come accennato in precedenza, la possibilità futura di aderire
per queste attività in toto o in parte al PSR, dovrebbe portare vantaggi al sistema. In
ogni caso non cambierà il tipo di approccio e la progettualità che è alla base di questa
complessa ed articolata iniziativa tecnica.
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“PACCHETTO GESTIONALE”
Potremmo anche definirlo “ex SATA” ed è quello più corposo e completo nel senso che in questa offerta si
propongono tutte quelle azioni che fino ad oggi sono state attuate.
Le figure professionali coinvolte sono quelle dell’Agronomo e del Veterinario secondo le specificità delle
loro mansioni e dalle quali intendiamo proseguano le sinergie fino ad oggi vincenti.
Gli ambiti nei quali opera in prevalenza l’agronomo sono quelli:
Agronomico
Già in altre occasioni abbiamo ricordato, quanto gli aspetti legati alla “ campagna “ siano stati per troppo
tempo trascurati o, peggio, dati già per acquisiti. Le evidenze tecniche ma anche le analisi di tipo economico,
ci hanno suggerito di tornare a dare la giusta importanza e dimensione all’interno dell’offerta di consulenza.
L’esperienza dello scorso anno della lotta integrata alla piralide con l’uso dei droni accompagnata da
una intensa attività di monitoraggio, ci ha insegnato quanto sia importante operare “a ragion veduta“
valutando lo stato delle coltivazioni e quindi dei parassiti. L’esperienza fatta in questi anni nei confronti
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della lotta alla diabrotica, ha indicato a tutti un percorso virtuoso di affrontare il problema non affidandosi
a sensazioni o, peggio, delle spinte commerciali che questi temi sempre sollecitano. Monitorare quindi ,
abbiamo imparato che vuol dire spendere tempo , ma nella stragrande maggioranza dei casi, non spendere
soldi a vanvera. E, come dicevo, dalle analisi dei costi colturali reali, il bilancio del comparto “campagna“
purtroppo pesa non poco su quello dell’intera azienda. Quindi, lo scopo delle iniziative che abbiamo inteso
raccogliere in questo “pacchetto gestionale“ è quello di riportare gli allevatori ad una maggiore attenzione
per questo ambito.
Le attività che vogliamo di seguito ricordare sono :
la redazione dei piani colturali, le operazioni colturali e la loro meccanizzazione, la consulenza per
la fertilizzazione organica e minerale, le scelte varietali e modalità di coltivazione, la lotta integrata, la
consulenza impianti di stoccaggio, analisi tecnico economica )
Riproduzione
Tutti abbiamo oramai chiaro che il la fertilità delle nostre vacche non è “ un problema “ ma è IL PROBLEMA.
Dalla sua risoluzione o comunque dall’attenzione che in merito prestiamo, dipendono a cascata tutti gli
altri esiti del nostro produrre: la quantità e qualità del latte (almeno per alcuni parametri), il tasso di
rimonta annua necessaria per mantenere quantomeno il numero dei capi allevati, la gestione stessa
dell’alimentazione, lo stato sanitario della mandria etc.
Per questi motivi, al di là dell’aspetto sanitario - ginecologico di stretta competenza veterinaria, è
determinante poter avere dati affidabili ed elaborati, per monitorare i parametri tecnici che definiscono
l’efficienza riproduttiva. Questo ambito di operatività rimane senza dubbio un aspetto fondamentale
della nostra consulenza che riusciamo ad attuare in sinergia con il medico veterinario, mediante i migliori
strumenti di raccolta dati ed elaborazione che oggi il settore possa offrire. Da questi discende l’ampia
reportistica fin qui offerta e, quella nuova generata dai nuovi gestionali che fanno riferimento alla banca
dati AIA.
Nutrizione
Il primo e forse più riconosciuto ambito nel quale si è sviluppata negli anni l’assistenza tecnica. Addirittura,
purtroppo, qualche allevatore ancora ci chiama “alimentaristi”, dimenticando che le nostre competenze
(per l’importanza che hanno assunto altri aspetti ) si sono differenziate nel tempo andando ad interessarci
di molteplici aspetti gestionali aziendali. Con questo non si vuole disconoscere l’importanza della nutrizione
animale, che ha sempre bisogno di essere sorvegliata attraverso la valutazione dello stato della mandria,
una corretta valutazione dei foraggi aziendali e/o provenienti dal mercato. Gli strumenti disponibili si sono
evoluti, così come le analisi che possiamo assicurare con il supporto del laboratorio ARAL di Crema.
Qualità latte
Pur non esistendo un concetto univoco di qualità del latte, per la nostra provincia, nella maggior parte
dei casi la qualità del latte è intesa come attitudine alla caseificazione. Da questa affermazione si possono
comprendere quali siano le attenzioni in tutte le iniziative poste in essere nelle aziende dei soci e anche nei
caseifici nei quali operiamo (ne parleremo più diffusamente in seguito) E’ noto infatti che a partire dalle
modalità di alimentazione degli animali fino alle caratteristiche degli ambienti di stalla e degli impianti di
mungitura tutto può avere pesanti ripercussioni sulla qualità del latte e quindi sulle sue attitudini ad essere
caseificato.
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Gestione aziendale
Sotto questo capitolo, potremmo dire, si sintetizzano tutte le iniziative riferite in precedenza. Il monitoraggio
degli indici di efficienza specifici per ogni singolo ambito, possono essere monitorati con l’ausilio di indici
riassuntivi di efficienza tecnica ed economica. Poterli discutere mensilmente o a periodicità più dilatata (per
quelli caratterizzati da una certa inerzia di variazione), significa mettersi sempre in discussione per valutare
gli effetti di scelte operate nel passato più o meno recente. In questo rapporto fiduciario e continuativo , sta
l’essenza della consulenza tecnica proposta dalla nostra associazione. Il tecnico, agronomo o veterinario,
deve poter seguire l’allevamento avendo a disposizione tutti i parametri utili per leggere la “ storia “ di un
fenomeno. L’enorme quantità di informazioni che provengono dalle elaborazioni dei controlli funzionali,
sono una fonte inesauribile di notizie che tramite programmi come D.Comp , Sata€con e i nuovi gestionali
AIA, possono aiutare l’allevatore nel prendere decisioni responsabili adatte al proprio allevamento e non
dettate da mode o peggio ancora da fantasiose lusinghe.
Ginecologico
Come abbiamo ricordato in precedenza, questo è un ambito specifico del medico veterinario che interessa
il periodo del periparto della ripresa della funzionalità ovarica , dell’applicazione di protocolli o meno per
l’inseminazione fino alle diagnosi di gravidanza. Ancor più importante aspetto che andremo a valorizzare
con un a nuova reportistica è la raccolta, analisi ed elaborazione delle patologie riscontrate dal veterinario
che così potrà, con l’allevatore, avere un quadro della prevalenza di alcune forme patologiche o disfunzioni
che inficiano i buoni risultati nella gestione della riproduzione. Una casistica che solo noi abbiamo a che
dobbiamo doverosamente valorizzare.
Si è inoltre scelto di proporre agli allevatori tre periodicità di visita veterinaria secondo le loro esigenze, per
gestire al meglio la ginecologia in mandrie numerose.
Sanitario
Al medico veterinario è associata la consulenza nel più vasto campo della sanità della mandria (rimonta
compresa che può essere supportata anche in accordo con il veterinario aziendale responsabile, con analisi
specifiche sfruttando la scontistica derivante da una convenzione APA – Istituto Zooprofilattico - ARAL .
Benessere animale
Questo ambito di lavoro vede impegnate entrambe le figure professionali dell’agronomo e del veterinario,
per le competenze a loro riferibili.
Gli strumenti che verranno adoperati saranno delle check list (Perkins, Condizionalità), che verificheranno
il raggiungimento di conformità dell’allevamento. Un servizio che può essere propedeutico per l’allevatore
nei confronti di eventuali visite da parte degli organismi di controllo (Provincia – ASL)
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“PACCHETTO PROMOZIONALE”
Le iniziative che fanno parte di questo insieme di proposte, sono dedicate alle aziende che non sono mai
state all’interno del circuito di consulenza APA.
In particolare la consulenza riguarderà
Bilancio azotato
Per calcolare, in base alla consistenza della mandria e al tipo di stabulazione, la quantità di reflui e quindi
di azoto prodotto in un anno. Dal quadro che ne emerge si possono evidenziare le possibilità per l’azienda
di essere o no conforme alla direttiva nitrati.
Impatto ambientale ed emissioni
Legato alle legislazioni che stanno per essere applicate nel nostro settore (emissioni in atmosfera,
benessere animale e sicurezza negli ambienti di lavoro), l’Associazione intende accompagnare i propri
28 • Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it
associati all’introduzione di sistemi di monitoraggio e di misurazione di alcuni parametri, che saranno
ritenuti fondamentali nell’applicazione dei decreti in materia ambientale.
Condizionalità CGO-BCAA (Criteri Gestione Obbligatoria e Buone Condizioni Agronomico Ambientali)
Già accennato in precedenza, si offre la possibilità di una visita saltuaria per compilare una check-list
funzionale alle misure da adottare per essere conformi nei confronti della normativa vigente
Valutazione indici gestionali aziendali
Questa iniziativa mira a riassumere, con l’uso di software dedicati, i principali indici di natura tecnica ed
economica che derivano dal database costruito con i controlli funzionali. Un’occasione per fare il punto
attuale, ma anche storico, dell’efficienza aziendale con lo scopo anche di far conoscere le molteplici e
articolate iniziative tecniche dell’Associazione
Visita “ spot “ del veterinario
La stesse motivazioni descritte al punto precedente sono alla base di questa proposta per poter avere un
parere professionale sugli aspetti sanitari e di quelli legati alla fertilità della mandria. Anche in questo caso,
la visita sarà un’occasione per consigliare l’allevatore sulle iniziative da intraprendere in concerto con altri
professionisti ed anche per una disamina delle più idonee forme di consulenza dell’APA.
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1.
2.
“PACCHETTO CASEIFICI”
Le considerazioni prima esposte parlando dell’importanza della qualità del latte nella sua declinazione
provinciale riferita alla attitudine alla caseificazione, hanno fatto si che negli anni l’Associazione Mantovana
Allevatori abbia individuato nei caseifici degli interlocutori molto particolari e di fondamentale importanza.
Sono note in molte situazioni le difficoltà di trasferire presso le aziende dei soci le applicazioni che derivano
o da regolamenti di legge o dei consorzi di tutela o semplicemente di direttive proprie del caseificio stesso.
Attraverso personale qualificato l’APA propone una serie di attività che andiamo qui sotto ad elencare:
• prelievo e analisi latte di massa dei soci ( periodicità da definire con il caseificio, standard 2 volte/mese)
• stampa cartellini e report per caseificio
• calcolo pagamento differenziato del latte
• controllo statico, dinamico, igienico e monitoraggio impianti di mungitura e tanks di stoccaggio latte
• servizio gas fluorurati, ovvero verifica annuale, tenuta del registro e invio telematico della dichiarazione
annuale
• consulenza alla trasformazione casearia (tecnici ERSAF)
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•
•
•
•
•
•
gestione non conformità secondo le indicazioni degli enti istituzionali (ASL)
attività di supporto in assemblee o per la progettazione di nuovi servizi
attività di consulenza sulla tracciabilità e check list condizionalità
incontri di informazione/ formazione per i soci sui regolamenti vigenti (Sicurezza Alimentare, Tracciabilità)
redazione Manuali Autocontrollo (HACCP) di corretta prassi igienica
attività di consulenza per la certificazione di processo
Ovviamente la scelta delle attività sopra descritte può essere totale o parziale in funzione delle esigenze del
caseificio e in ogni caso qualsiasi protocollo da seguire presso le aziende dei soci sarà definita e progettata
in accordo con le iniziative che le amministrazioni dei caseifici stessi vorranno indicare
Stiamo inoltre predisponendo un progetto relativo all’attuazione di un piano per la gestione della
paratubercolosi con possibilità di monitore i capi allevati attraverso uno screening che, gestito in modo
assolutamente autonomo e privato all’interno del mondo APA, possa comunque descrivere la situazione
della stalla. Da questo quadro potranno scaturire le soluzioni da adottare in accordo con il caseificio con il
supporto delle professionalità che APA mette a disposizione.
Dall’esame delle attività sopra elencate, emerge chiaramente la volontà di orientare l’allevatore ad assumere
sempre più confidenza e responsabilità nei confronti di alcune tematiche che stanno sempre più sviluppandosi
e che risuonano ormai come parole chiave anche per il mercato lattiero caseario (condizionalità, benessere
animale, impatto ambientale etc.), che la riforma della PAC oggi richiama.
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“PACCHETTO SANITA’
DELLA MAMMELLA”
Anche questa attività può essere considerata da molteplici prospettive e quindi i tecnici messi a disposizione
dall’APA afferiscono a differenti competenze professionali. Sono coinvolti in questa attività veterinari specialisti,
agronomi e tecnici del Servizio Controllo Mungitrici. Le modalità di intervento possono essere così riassunte:
• visita preliminare di monitoraggio aziendale, allo scopo di definire la situazione di partenza sulla scorta
anche di referti analitici già in possesso dell’allevatore e di reportistica disponibile dai controlli funzionali
• controllo statico e dinamico dell’impianto di mungitura
• verifica della routine di mungitura, anche mediante l’utilizzo dei lactocorder
• valutazione e analisi delle strutture e condizioni igieniche di allevamento e dell’alimentazione delle bovine
• prelievo di campioni sterili del latte di massa ed, in caso di positività a uno o più patogeni, eventuali
campioni individuali
• raccolta ed elaborazione dei dati derivanti dalle attività di cui sopra
• definizione di un piano di intervento in accordo con l’allevatore
La mastite è una patologia non estranea a qualsiasi allevamento di vacche da latte. Questo però non vuol
dire necessariamente esserne pesantemente funestati. Essendo le cause molteplici e tante volte concatenate
tra loro, può essere definita una “ patologia di tipo gestionale “. Per questo motivo un piano per la lotta
alla mastite non vuol dire solo “ trattamento farmacologico “, ma esige piuttosto il coinvolgimento di più
competenze in sintonia e comunicazione tra loro. In questo sta il valore aggiunto di un piano mastite gestito
dall’APA.
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“PACCHETTO ECONOMICO”
Lo scenario che da troppo tempo caratterizza il settore lattiero caseario unitamente ad una “non cultura“
delle evidenze economiche aziendali (tecnici e allevatori assieme), ha fatto si che il servizio tecnico sviluppasse
negli ultimi anni una consulenza nella raccolta ordinata dei dati economici e patrimoniali per arrivare alla
formulazione di indici di efficienza economico-finanziaria. Se molti passi in avanti sono stati fatti nel tempo
su tematiche più vicine alla mentalità di tecnici e allevatori nel campo zootecnico e agronomico, per contro
sul piano della consulenza economica siamo ancora all’inizio, ma certamente non fermi o privi di qualsiasi
esperienza. Quello che negli ultimi anni abbiamo fatto e raccolto è servito per formulare una proposta che
intendiamo avanzare secondo le azioni sotto riportate:
• Raccolta delle informazioni e dei documenti economici aziendali
• Uso del software SATA€CON
• Analisi dei principali indici sintetici
• Redazione bilancio ad uso civilistico
Non estranea ad una analisi di tipo economico, ma anzi premessa indispensabile per avere un quadro
riassuntivo dell’azienda, è la possibilità attraverso il software PiCo di descrivere scenari colturali e di
impegno di mezzi tecnici. Partendo da un’analisi dei fabbisogni, dalla razione destinata agli animali allevati,
si prospettano le soluzioni migliori per l’azienda, considerando il parco macchine, la manodopera presente,
la necessità di rispettare le normative vigenti (PAC, greening) e altri fattori critici della produzione.
Anche in questo caso sono proposti degli approcci che in sequenza definiscono il protocollo di intervento:
• Raccolta delle informazioni strutturali dell’azienda e dei mezzi di produzione
• Uso del Software PiCo
• Analisi possibili scenari aziendali e di convenienza economica nel rispetto delle normative cogenti
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“PACCHETTO MASCALCIA”
La novità che anni orsono l’APA di Mantova portò nelle stalle con questo servizio, è stata poi non
adeguatamente supportata, al di là dello sviluppo che esso ha autonomamente avuto. Riportare quindi
il servizio all’interno della consulenza dell’Associazione, significa in questo momento poterlo valorizzare
tramite un coordinamento di iniziative tecniche e raccolte dati. In particolare, con riferimento a
quest’ultimo aspetto, da una riunione operativa con i veterinari che operano nella maggior parte delle
nostre stalle, si sta provvedendo alla creazione di strumenti di registrazione dei dati che possano generare
reports utili al monitoraggio delle patologie podali che pesantemente incidono sull’economia aziendale.
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LA NUOVA
CONSULENZA TECNICA
dr. Marco Bellini
335 7669011
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dr. Guido Boselli
335 7669010
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dr. Gabriele Caleffi
335 7669009
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335 5224742
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dr. Stefano Garimberti
335 7669014
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dr. Raffaele Lasagna
347 4800636
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matteo bernardelli
osì i m erc
La flessione del greggio porta l’Unione europea a
modificare le previsioni dell’agricoltura al 2024. Ben
più di qualche ritocco rispetto alla presentazione
avvenuta a Bruxelles lo scorso 5 dicembre, imposta
appunto dai mercati del petrolio e degli energetici.
E soprattutto, calcolando che l’embargo russo avrà
una durata di 12 mesi, come annunciato da Mosca.
Quindi fino all’agosto prossimo.
“Sostanzialmente, a registrare qualche cambiamento
in questo update – specifica Tassos Haniotis, direttore
36 • Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it
Presentati a
Bruxelles dalla
commissione Nel 2016 picco massimo
per il prezzo del mais a
194 €/ton, bene le carni
avicole e suine.
Per il lattiero caseario
scenario indecifrabile.
E le ipotesi diventano
tre (e diametralmente
opposte)”
agricoltura
rcati
gricoli n
dell’area economica della Direzione generale in
Commissione Agricoltura a Bruxelles – sono i seminativi,
la cui prospettiva migliora, e le carni, che rimangono
invariate o registrano un timido peggioramento.
Difficile, in questa fase, esprimersi sull’andamento del
mercato lattiero caseario”.
La grande incognita rimane l’andamento del prezzo
del barile e le stesse previsioni degli economisti
differiscono.
A livello macroeconomico, nel periodo 2011-2013
024
(fonte: Comext, Gta) l’Unione europea ha mantenuto
un sostanziale equilibrio fra importazioni (134 miliardi
di dollari) ed esportazioni (149 miliardi di dollari).
Leggermente più sbilanciati i valori degli Stati Uniti:
150 miliardi di dollari alla voce export, mentre sono
105 i miliardi di dollari alla voce import.
“Nello scacchiere mondiale ci sono altri due grandi
Paesi che si trovano in condizioni di fatto agli antipodi:
Brasile e Cina – evidenzia Haniotis, nel corso della
presentazione ai giornalisti agricoli europei, a fine
Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it • 37
gennaio a Bruxelles -. Il Brasile nel biennio 20112013 ha esportato beni per 84 miliardi di dollari,
importandone 11; la Cina ha registrato un export di 45
miliardi di dollari e ha importato più del doppio: 102
miliardi di dollari”.
E se in quest’ultima fase il tasso annuo di crescita
del Pil ha rallentato nel Paese del Dragone, osserva il
responsabile del Dipartimento economico alla DG Agri,
“negli ultimi 14 anni la Cina è cresciuta di media del
10% in termini reali”. Giusto per fare un paragone con
altri colossi a livello mondiale, Giappone, Stati Uniti
e Unione europea fra il 2000 e il 2014 hanno avuto
oscillazioni fra il 2% e il 4,9%, dovendo tuttavia fare
i conti con lo scenario horror del biennio 2008-2009
dove la frenata media ha oscillato fra il -3% degli Usa e
il -5,8% del Giappone.
Anche i Brics (Brasile, Russia, India e Cina, della
quale abbiamo già detto) hanno messo in luce una
certa effervescenza nell’andamento del Pil, anche se
in misura differente e con la Federazione Russa più
esposta alla crisi del 2008 (-6% il Pil nel 2009) e in
questa fase alla conseguenza delle sanzioni Nato e alla
risposta a colpi di embargo.
Quanto all’Europa, Haniotis sottolinea l’incognita del
rapporto fra euro e dollaro, con la prospettiva più
negativa che vede collocare nel 2015 il rapporto fra
il biglietto verde e la moneta europea a 1,14 (1,24 il
tasso di cambio meno preoccupante per l’eurozona).
Al di sotto del 2% il tasso di crescita del Pil per l’Ue-15
di qui al 2024, contro una media mondiale del 3,6-3,8
per cento.
Sembra destinato a salire il prezzo del greggio, anche
se le previsioni differiscono notevolmente a seconda
delle fonti. E così si passa dai 55 dollari/barile del 2015
ai 103 del 2024 (fonte: World Bank) ai 146 dollari/
barile nel 2023 (che colloca il prezzo di partenza nel
2015 a 120 dollari), stimati dall’Ocse. In mezzo a questi
valori-forbice, le stime dell’Eia (Energy Information
Administration – Usa), della Commissione europea e
di IHS.
“E c’è in corso la rivoluzione dello shale gas, da non
sottovalutare minimamente”, mette in guardia
Haniotis.
In un’ottica di economia globale come è stata più
sopra ipotizzata, cosa succederà ai mercati agricoli?
“Con i prezzi dell’energia in frenata, i prezzi agricoli
continuano ad essere più alti – afferma Haniotis -.
Quello che è evidente è che siamo dominati dalla
volatilità, probabilmente in questa fase per l’incertezza
politica che anche la situazione in Russia trasmette.
Comunque, rispetto alla crisi del 2008-2009, le
oscillazioni sembrano essere minori”.
38 • Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it
Il mercato lattiero caseario. Sul prezzo del latte, la
Commissione europea mette in risalto come negli
ultimi anni vi sia stata una progressione fra i prezzi alla
stalla e i cosiddetti prezzi mondiali di latte equivalente.
“Ci attendiamo fino al 2024 una crescita e una
stabilizzazione sostanziale, con minore concessione
alla volatilità, anche in questo frangente”, riferisce
il direttore dell’area economica della Commissione
Agricoltura.
Dai 358 euro/tonnellata della media 2014, ai 328
euro alla tonnellata del 2015, le proiezioni indicano
un rimbalzo positivo, fino a raggiungere i 363 €/t
come media Ue nel primo semestre del 2017, per
poi assestarsi a quota 350 euro nel 2024. Si tratta di
previsioni, ovvio, che non nascondono sfondi del tutto
differenti, con oscillazioni possibili verso l’alto fino a
425 €/t o verso il basso fino a 280 euro per tonnellata
di latte.
Rimarranno invariati, invece, i prezzi di sostegno
pubblico allo stoccaggio, fissati a 217 euro per
tonnellata. E questo perché l’Unione europea ritiene
che non debbano essere minimamente rivisti i prezzi
per l’ammasso. Così, almeno, è la linea attuale, mutuata
però da una posizione apparentemente machiavellica
della Commissione Agricoltura, che alla fine di gennaio
negava fermamente che per il latte ci fosse una crisi dei
prezzi in atto. Questa la linea direttamente sostenuta
dal commissario Phil Hogan, tra l’incredulità generale
dei cronisti provenienti da tutta Europa.
“Il 23 gennaio la media europea del prezzo del latte era
32 centesimi al chilo, in novembre 32,40 centesimi –
afferma – per cui non possiamo parlare di crisi. Certo,
è inevitabile per i produttori operare una riflessione:
se quest’anno non vogliono pagare il super prelievo,
devono rallentare la produzione nelle stalle”.
L’Unione europea deve guardare oltre i propri
confini. “Nel Far East ci sono opportunità di crescita
per i produttori europei, ad esempio per l’export di
polvere di latte – insiste Hogan – e come Ue abbiamo
appena stipulato accordi con Giappone, Corea del Sud,
Vietnam e Cina proprio sui prodotti lattiero caseari”.
Serve, tuttavia, un lavoro di squadra. “Credo che tutti gli
attori della filiera debbano lavorare congiuntamente,
sostenuti da regole e da una legislazione che individua
opportunità di collaborazione reale, in modo da
evitare squilibri – prosegue -. E il benessere animale è
una variabile che può aiutare il reddito degli agricoltori
e caratterizzare la qualità delle produzioni”.
Tornando di nuovo al futuro, è oltremodo obbligatorio
ricordare che quanto esposto dal capo economista
della Direzione Generale Agricoltura di Bruxelles non
sono altro che previsioni.
Lo si evince chiaramente quando l’Ue si spinge a
definire anche gli indicatori macroeconomici sulla
base dei quali gravitano gli scenari agricoli. E cioè una
crescita media del Pil dell’Ue-15 dell’1,7%; prezzo del
barile nel 2024 a 126 dollari e tasso di cambio del
dollaro sull’euro a 1,37.
Cosa comporterebbe tutto ciò? Che l’andamento del
mercato lattiero caseario nel 2024 rispetto al 2014
potrebbe vedere le produzioni di latte in Nuova Zelanda
in aumento del 24% e dell’11% negli Stati Uniti.
Quanto all’Europa, nel 2024 le consegne di latte
dovrebbero aumentare dell’8% rispetto al 2014,
i consumi di formaggi crescere del 10% e l’export
registrare un boom del 50% (sempre per i formaggi) e
del 39% per la polvere di latte scremato.
Diametralmente diverso potrebbe essere l’andamento
del mercato lattiero caseario, verso l’alto o verso il
basso, in caso di performance differenti del sistema,
legate ad esempio all’andamento dei prezzi dei
mangimi, del costo del petrolio, della produzione di
latte in chiave europea e dei principali paesi produttori.
Nonostante la flessione delle importazioni di latte in
Cina, sarà l’Asia uno dei mercati più dinamici e ricchi di
opportunità per l’Europa (e non solo).
I cereali. Nel 2024 la produzione cerealicola comunitaria
sarà aumentata, anche se senza accelerazioni
vertiginose: 156 milioni di tonnellate, contro i 148
milioni di tonnellate prodotte nel periodo 2010-2014.
Sostanzialmente, le percentuali di destinazione delle
produzioni resteranno però invariate, fra uso a scopo
alimentare umano e animale, bioenergetico ed export
extra Ue.
I prezzi alla produzione dei cereali si manterranno
al di sopra della media storica a medio termine. Ma
scordiamoci, sembra dire l’outlook al 2024, di ritrovare
il mais che buca il tetto dei 200 euro alla tonnellata.
Nel 2016 dovrebbe raggiungere il picco massimo a 194
€/t, per poi collocarsi nel 2024 appena al di sotto dei
180 euro.
Il grano nel 2024 si attesterà a 174 €/t, mentre l’orzo
dovrebbe piazzarsi di un paio di euro appena più sotto,
dopo aver raggiunto il picco massimo rispettivamente
nel 2017 a 192 euro (per il frumento) e a 185 €/t nel
2016 per l’orzo.
Le carni. “Per le carni ci attendiamo buone prospettive –
afferma Haniotis – con un buon traino delle produzioni
nel comparto avicolo e dei suini”.
L’export di carni suine, in particolare, dovrebbe crescere
e toccare le 2.500 tonnellate nel 2024, contro le 2.050
tonnellate del 2014. Restano incertezze, invece,
sull’andamento dei listini, secondo la Commissione
Agricoltura. i prezzi potrebbero salire dai 1.680 euro
per tonnellata del 2014 a 1.820 euro nel 2024.
In flessione i prezzi delle carni bovine, da 3.680 €/t a
3.320 euro. Al contrario, i prezzi della carne avicola
sono destinati a crescere, anche se in misura contenuta,
passando da 1.900 euro alla tonnellata a 2.050 euro.
Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it • 39
Preoccupa la stabilità finanziaria delle imprese, ma da qualche
settimana gli indicatori dei prezzi segnalano una timida ripresa.
L’interprofessione? Per il professore non sono maturi i tempi.
Meglio studiare l’ipotesi di assicurazioni sul reddito”
matteo bernardelli
Prof. Daniele Rama dell’Università Cattolica di Piacenza
f
“Le prospettive di mercato non sono di per sé negative,
gli allevatori devono resistere. Perché l’aspetto più
preoccupante di questa fase che in pochi mesi ha messo
in ginocchio molte stalle è l’esposizione finanziaria e
l’aleatorietà dei prezzi”.
Continua la fase di allerta, secondo il professor Daniele
Rama, direttore dell’Osservatorio Latte dell’Università
Cattolica. Ma c’è un pizzico di ottimismo per diversi
segnali che, fa notare lui, si stanno verificando da
alcune settimane a questa parte.
“Probabilmente siamo arrivati in fondo alla fase di
discesa – prosegue Rama -. In Europa, settimana
40 • Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it
dopo settimana, una volta cresce il latte in povere,
poi il burro, anche sui grana assistiamo a una certa
dinamicità dei listini. Sono tutti segnali che il mercato
comincerà a muoversi”.
E così, seppure non sia questa propriamente una
situazione di carenza di latte, è altrettanto vero che
“le esportazioni vanno bene e questo aspetto sta
tonificando il mercato europeo”.
Siamo fuori dalla crisi?
“È presto per parlare di fine della crisi, ma i segnali,
ripeto, sono incoraggianti”.
Si raggiungerà un accordo sul prezzo del latte?
Intervista al direttore
dell’Osservatorio dell’Università Cattolica
“Serve la volontà delle parti in campo e non ci sono
certezze. Quello che posso sottolineare è che sarebbe
meglio evitare di sottoscrivere accordi della durata
di un anno o anche di sei mesi. Sarebbe più indicato
raggiungere accordi per forniture trimestrali oppure
avere accordi indicizzati. Sono anni che proponiamo,
come studiosi del sistema, un modello indicizzato”.
Ma col modello indicizzato, in questa fase, non si
corre il rischio che gli allevatori subiscano un ulteriore
ribasso?
“Diciamo che alla voce dei costi aziendali, per effetto
della discesa del greggio e dei cereali, il prezzo
indicizzato ha perso 50 centesimi al quintale”.
Cosa ci si deve aspettare dalla fine del regime delle
quote latte, con la liberalizzazione del prossimo
aprile?
“La previsione è che non ci sarà la valanga di latte che
qualcuno si aspettava. La produzione, dicono gli ultimi
dati, sta aumentando in Germania, in Polonia, nel Nord
Ovest della Francia, ma non in modo così esplicito.
Anzi, rispetto agli aumenti della prima metà del 2014,
i produttori si sono adeguati nel secondo semestre
alla fase calante dei prezzi calanti e hanno rallentato
le produzioni. Non è avvenuto logicamente un taglio
delle produzioni istantaneo, ma devo riconoscere che
c’è stata una discreta reattività per rispondere alle
oscillazioni del mercato”.
Qual è l’aspetto che maggiormente preoccupa voi
analisti?
“Non è tanto la tendenza al ribasso dei prezzi che è
durata di fatto dalla fine di marzo dello scorso anno fino
a dicembre e in parte a gennaio 2015, quanto proprio
l’aleatorietà delle quotazioni, che mettono in crisi la
stabilità finanziaria. Per questo stiamo studiando in
maniera approfondita il sistema delle assicurazioni,
il ruolo dei fondi mutualistici, la compartecipazione
nella sottoscrizione delle polizze di produttori e mano
pubblica. L’obiettivo sarà non tanto la stabilizzazione
dei prezzi, che è gestita da domanda e offerta e che
interessa fino a un certo punto ai produttori. Quello
che gli allevatori chiedono è una minima garanzia di
reddito”.
Negli Stati Uniti lo stanno già facendo e con successo.
“Sì. E crediamo in effetti che il modello giusto sia quello
del Farm Bill, dove l’attenzione al prezzo del latte e ai
prezzi dei cereali come razione alimentare e dunque
voce di costo per gli allevatori, è corretta. In questo
caso non si guarda solamente il prezzo puro del latte,
ma il margine del prezzo sul costo”.
Nel recente Tavolo Latte a Roma, il Mipaaf ha
proposto di rilanciare con forza l’interprofessione.
Qual è la sua opinione?
“Ne ho scritto pochi giorni fa in un editoriale
sull’Informatore Agrario. Probabilmente i tempi per
l’interprofessione non sono maturi e bisogna guardare
a meccanismi differenti dal mero contratto, anche
perché non possiamo non tenere conto del fatto che
in Italia il sistema lattiero è dominato da un grande
gruppo multinazionale. Aggiungo l’aspetto legato
anche a manovre speculative al rialzo, con contratti
sottoscritti e poi disdettati in corso d’opera. Dobbiamo
guardare all’interprofessione in una logica più ampia,
che va oltre il prezzo e che si trasforma in un lavoro
di lobby, con una voce chiara nei confronti anche
della politica. L’interprofessione assume una logica
positiva se si puntano sui fattori unificanti, non se si
internalizzano i conflitti”.
Che cosa si devono aspettare i produttori?
“I produttori devono resistere. È un atteggiamento
comune anche all’estero. La Dairy Company britannica,
l’associazione della filiera lattiero casearia ha condotto
un’inchiesta sui produttori, dai quali si evince che circa
il 5% pensa di smettere l’attività, il 6% pensa di ridurre
la produzione, ma la maggioranza degli allevatori
continuerà l’attività e ha intenzione di incrementare i
volumi produttivi. Eppure anche l’Inghilterra, lo scorso
anno, ha vissuto una caduta considerevole dei prezzi.
Quello che preoccupa è la tenuta finanziaria delle
imprese. Il rischio è che non ci sia liquidità per fare gli
ammortamenti”.
Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it • 41
L’analisi del crefis
lucio minghelli
La filiera del suino
sconta un 2014 difficile
Nel 2014 gli allevatori di suini hanno perso terreno.
Rispetto al 2013, secondo le elaborazioni del Crefis,
i suini da macello hanno registrato una flessione del
2,7 per cento, secondo il responso delle quotazioni
Cun.
La frenata è frutto di un anno anomalo nel suo complesso, che seppure ha visto un valore medio appunto
di quasi tre punti percentuali inferiore, ha visto andamenti quanto meno particolari. Da marzo a luglio le
quotazioni sono state significativamente superiori
rispetto a quelle del 2013 (e del 2012), mentre da
agosto a dicembre sono state decisamente inferiori
e, fatto del tutto inusuale, in continua diminuzione
fino a fine anno.
A compensare in parte il periodo discendente, la
diminuzione dei costi di produzione. Nel corso del
2014, infatti, sono fortemente diminuiti i prezzi delle
principali materie prime impiegate nell’alimentazione
degli animali. Bastino due esempi: per il mais il prezzo
medio 2014 del prodotto nazionale è stato del 17,9%
inferiore a quello del 2013, mentre per il prodotto di
importazione è calato del 18,5 per cento.
E anche la soia ha vissuto un andamento in diminuzione. A rispecchiare il segno negativo (positivo per
42 • Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it
gli allevatori) il -14,3% dei listini per il prodotto nazionale e il -9,5% per il prodotto importato.
Proprio i costi in forte ridimensionamento hanno
consentito alla suinicoltura italiana di salvare i conti.
Tanto che l’indice Crefis di redditività calcolato per il
2014 segna un’accelerazione dell’11,2% rispetto al
2013. Una notizia che appare positiva, soprattutto
per il confronto con un 2013 particolarmente difficile, ma che non cancella le forti preoccupazioni per
l’andamento insoddisfacente del mercato e soprattutto per la pesantezza evidenziata a fine anno.
Resta irrisolto, al contrario, il nodo dei costi fissi, di
per sé incomprimibili, quando non in aumento. “La
burocrazia, forse su tutte le voci, è quella che appare
più inutile quanto gravosa”, considera Unapros.
Ma nell’era digitale, sarebbe opportuno snellire le
procedure ed evitare duplicazioni fra on-line e cartaceo, fonte solo di costi e possibili errori.
Tira brutta aria, invece, per i prosciutti tipici. Nel
corso del 2014 il prezzo del Prosciutto di Parma Dop
stagionato è rimasto mediamente al di sotto dei 7
euro al chilogrammo, con conseguenze nefaste. La
redditività media 2014 della stagionatura dei prosciutti tipici perde così un ulteriore 3,2% rispetto al
Annata anomala per i capi da macello, con medie più
marcate verso l’alto (da marzo a luglio) e verso il basso
(da agosto a dicembre). Prosciutti tipici in sofferenza
già difficilissimo 2013, ma soprattutto rimane il
preoccupante differenziale negativo di redditività
rispetto ai prosciutti generici.
Proprio i prosciutti “smarchiati” nel 2014 sono
riusciti a ottenere un ulteriore miglioramento della
redditività (+3,9% per il non tipico leggero, +5,5%
per il non tipico più pesante).
Nel corso del 2014, la redditività della stagionatura
del Prosciutto di Parma Dop più leggero è stata
mediamente inferiore del 16,4% rispetto a quella
del prosciutto pari peso non tipico; nel caso del
pesante il differenziale è più ridotto (5,8%) ma
sempre a sfavore del tipico. Nel caso del prosciutto
di peso inferiore ai 9 kg, inoltre, tale situazione di
redditività “invertita” è in atto fin dal mese di luglio 2013 (oltre 18 mesi fino a fine 2014).
Proprio questa situazione particolarmente critica
desta le maggiori preoccupazioni per tutta la filiera anche per l’anno appena iniziato. Finché il
mercato del Prosciutto di Parma Dop non ritroverà
una maggiore redditività, sarà difficile poter recuperare valore aggiunto per l’intera filiera italiana
del suino pesante.
Le missioni di Unapros: filiera verticale e valorizzazione della carne fresca
Verticalizzare la filiera e promuovere tutta la carne del suino. Sono due direzioni prioritarie per Unapros,
l’associazione che aggrega le principali organizzazioni di produttori del settore.
Unapros cerca il dialogo con i macellatori e confida molto nel cambio di presidenza in Assica. Dopo Lisa
Ferrarini, dimissionaria per il nuovo incarico assunto nell’ambito confindustriale, tocca ora a Nicola Levoni.
“Puntiamo ad avere un confronto franco e aperto con Levoni – dichiara il presidente di Unapros e di Opas,
Lorenzo Fontanesi – perché l’obiettivo, che spero sia comune con l’industria, è arrivare a una filiera integrata verticalmente, compatta verso un unico fine: garantire ai consumatori, prodotti di elevata qualità,
comunque distinguibili con un’etichettatura di origine chiara e trasparente e suddividere i ricavi in misura
equa all’interno della filiera. Diversamente, questa volta qualcuno è destinato a chiudere”.
Sul fronte romano, tutto tace. “Non abbiamo evidenza di alcun tavolo interprofessionale convocato, nonostante la gravità della situazione – nota il numero uno di Unapros –. E questo silenzio di fatto congela il
futuro del progetto legato al sistema di qualità nazionale, dove ci saremmo attesi dal Mipaaf una maggiore
condivisione”.
Con riferimento al Sqn, Fontanesi riassume gli ultimi sviluppi. “La OI Emilia-Romagna, Unapros e il distretto
suinicolo lombardo sono stati gli unici a proporre un disciplinare di produzione – sintetizza - che è stato
recepito dal ministero delle Politiche agricole e, di fatto, congelato per un anno e mezzo”.
Non è tutto. “Dopo che i proponenti di parte allevatoriale lo hanno presentato – prosegue – il Mipaaf lo ha
modificato, sulla base dell’indicazione di qualche attore della filiera, senza peraltro minimamente informarci.
I casi sono due: o il disciplinare viene accettato, così come era stato inoltrato, oppure lo si rigetta, sostenendo che deve essere cambiato e fornendo motivazioni ed eventuali indicazioni in merito”.
Nodo della questione, par di capire, l’esclusione arbitraria del prosciutto con l’osso dal Sistema di qualità
nazionale, sulla spinta, sembra accennare Unapros, di attori ben individuabili. “Credo che l’arroccamento su
posizioni difensiviste non porti a nulla – ammonisce Fontanesi – mentre ci si dovrebbe piuttosto chiedere
come mai si proibisce il prosciutto con l’osso nel disciplinare del Sqn, quando invece i consorzi di tutela consentono ai propri associati la stagionatura all’interno degli stabilimenti sia di cosce Dop che non Dop, con
queste ultime che troppo spesso garantiscono ricavi superiori rispetto al prodotto garantito. Dire solo di no
agli altri non mi pare costruttivo, anzi”.
Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it • 43
La carne bovina c
La festa della carne bovina per fare sistema e rilanciare
i consumi. E soprattutto, per superare il falso mito della
carne rossa come bene di lusso. Sono alcuni dei messaggi
che il Consorzio carne bovina documentata, insieme a
Coldiretti Mantova e Brescia, ha voluto scolpire, per
rilanciare un nuovo patto con il consumatore e con quei
sommi sacerdoti che sono i macellai.
Tutto questo in una cena a scopo benefico, che è andata
in scena a Cavriana, alla Casa di Beniamino, fondata da
don Mazzi, alla fine di gennaio. D’altronde, la contrazione
dei consumi di carne e una eccessiva demonizzazione
della carne rossa, impongono agli allevatori di spiegare
la verità e allo stesso tempi riscoprire le tradizioni e la
44 • Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it
cultura della carne bovina.
“Lo scopo – ha specificato Primo Cortellazzi, presidente
del Consorzio carne bovina documentata – è proteggere
una filiera che in Lombardia vale oltre 800 milioni di
euro e garantisce almeno 10mila posti di lavoro diretti,
oltre all’indotto”.
Ma non è tutto. Sta per essere suggellata, infatti, una
alleanza d’acciaio fra i principali consorzi della carne
bovina della Lombardia, vale a dire l’ente consortile
Carne bovina documentata di Mantova, Carni bovine
scelte di Brescia e Qualità della carne bovina di Milano,
per rafforzare le sinergie attraverso un’unica realtà.
Sta per nascere, dunque, un consorzio unico da oltre
serata di festa a cavriana
Alla casa di Beniamino
In Lombardia consorzi
di produttori pronti a
unirsi e a verticalizzare
la filiera, grazie alla professionalità dei macellai
nel promuovere tutti i
tagli dell’animale”
fondata da don mazzi
cerca il rilancio
Lucio minghelli
120mila capi. Doverosa premessa per agevolare il
dialogo con i macellai, la cui professionalità è un
elemento determinante per valorizzare qualsiasi taglio
dell’animale. Non soltanto i più famosi, ma anche quelli
meno conosciuti o che appartengono alla tradizione.
Il messaggio è stato veicolato forte e chiaro nel corso
della serata condotta da Gianni De Luca, caporedattore
de L’Allevatore Magazine ed esperto gastronomo. Così
dunque la carne bovina, assediata da vegani e affini,
cerca soluzioni nuove. Percorrendo la strada della
tipicità e sensibilizzando i consumatori sull’aspetto
economico. Secondo Coldiretti Lombardia e i consorzi
Carni bovine di qualità, infatti, le famiglie lombarde
potrebbero risparmiare quasi 500 milioni di euro, se
venissero scelti i tagli meno conosciuti o meno utilizzati
in cucina, ma altrettanto buoni e sicuri. E se l’allevatore
è chiamato a produrre come sa fare, spetta ai macellai
e ai negozi di prossimità compiere una nuova fase di
alfabetizzazione in cucina, dove si è in parte persa la
conoscenza di tagli e cotture particolari, a esclusivo
vantaggio di bistecche e filetti.
A livello allevatoriale, la situazione è seriamente
complicata, come ha sottolineato Cortellazzi, che
è il referente dei consorzi carni bovine di Coldiretti
Lombardia. “Con la crisi finanziaria delle aziende e le
difficoltà del settore – ha specificato - non riusciamo
Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it • 45
più a fare la semplice manutenzione ordinaria delle stalle e la situazione è aggravata dalla diminuzione
dei consumi di carne rossa e dall’aumento delle importazioni di carne proveniente da Polonia, Francia
e Germania”. La perdita di terreno su scala nazionale, secondo il vicepresidente di Coldiretti Mantova
avrebbe portato a una diminuzione anche dei livelli di sicurezza alimentare. “L’Italia su questo piano è
sempre stata considerata una garanzia assoluta, ma oggi – ha detto - a fronte di un aumento sensibile delle
importazioni, la sicurezza del prodotto è sceso a un livello medio, ulteriore motivo che ci spinge a rilanciare
con forza il settore, nell’interesse degli allevatori e dei consumatori”.
I tre principali consorzi lombardi delle carni “hanno la possibilità di fornire al consumatore informazioni in
più rispetto a quelle contenute in etichetta e vanno dal proprietario dell’animale, dal tipo di stabulazione
e dall’alimentazione, tutti elementi utili per identificare il tipo di animale e dunque la qualità”.
Per Ettore Capelloni, numero uno del consorzio Carni bovine scelte di Brescia, “se scompare l’allevamento
da carne italiano, dovremo fare i conti con una diminuita democrazia del consumo, perché mancherà la
scelta da parte del consumatore”. Già i numeri elaborati da Coldiretti Lombardia e Consorzi carne lombarda
non sono confortanti per lo stato di salute del settore: dal 2008 a oggi il numero delle stalle da carne in
Lombardia è precipitato da 9.776 a 7.842 con una perdita di quasi il 20%, mentre i capi allevati sono passati
da 341mila a poco più di 300mila, con un taglio dell’11,5%, che significa per le stalle un taglio di 39 mila
capi.
46 • Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it
Carra: evitiamo l’errore fatto col suino
In una logica di rilancio diventa fondamentale promuovere l’intera carcassa. La valorizzazione del prodotto non deve essere esclusiva, ma sostenere tutti i tagli dell’animale.
“Non possiamo permetterci di ripetere l’errore che negli anni è stato commesso con il
suino – ha ricordato Paolo Carra, presidente di Coldiretti Mantova – dove si è puntato
esclusivamente alla coscia e ci si è dimenticati di riconoscere un valore aggiunto al resto
dell’animale. E così, una volta che i prosciutti sono entrati in crisi di prezzo, si è persa
completamente la remuneratività della suinicoltura italiana. Non capire che se si scommette esclusivamente sul filetto e dintorni si rischia di svendere il resto della carcassa
e di entrare in crisi ancora di più di quanto non siano ora i produttori sarebbe imperdonabile”.
Fava: bene l’unificazione dei consorzi
Positivo il commento dell’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava.
“La strada individuata di tre importanti consorzi di carni bovine della Lombardia di
aggregarsi nelle prossime settimane in un unico organismo di riferimento e di avviare
un percorso di filiera verticale che coinvolge i macellai e i consumatori, rappresenta a
mio parere una soluzione efficace per rilanciare i consumi della carne lombarda, diffondere la cultura del territorio e consentire un risparmio delle famiglie”, ha dichiarato.
Mantovalleva Magazine • www.apa.mn.it • 47
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