Quaderni d`italianistica : revue officielle de la Société canadienne

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Quaderni d`italianistica : revue officielle de la Société canadienne
POTERE DI JUDIT
IL
MONICA BILOTTA
L'ambivalente Giuditta veterotestamentaria trova una delle sue incarnazioni
più affascinanti nella Judit di Federico Della Valle, tragedia in cui
letterarie
la
figura biblica
trasforma in un'inedita eroina controriformistica, ossi-
si
morica vergine seduttiva e paladina della fede, capace
dramma,
In questo
politica'.
delle corti,
la riflessione sui
di un'incisiva azione
rapporti di forza all'interno
tipica dell'opera del tragediografo astigiano,
—
come néX Ester
naggio eponimo
anch'essa di
trova ad affrontare
si
due
ca dello scontro è analoga nei
al
comandante o
sigliere e
al
raggiunge
vantaggio
le attese
al
potere
testi:
il
suo scopo grazie
sessi^.
nella Judit
,
entrambi
i
casi la
alla
Così
perso-
La dinami-
avversario maschile \
in
il
donna
è legata
servo-con-
il
capacità di manipolare a proprio
degli interlocutori.
di Della Valle la conquista del "cuore" del
rappresenta per tutti
accedere
un
—
i
sovrano da un vincolo erotico, sconfìgge
Nei due drammi
mo
argomento biblico
coniuga con
si
un'innovativa rappresentazione delle relazioni di potere tra
capo supre-
subordinati l'unica mediazione possibile per
i
La problematica
politico"^.
possibilità di un'azione
che
Sulle complesse valenze del personaggio di Judith nel testo biblico e sull'utilizzo
contrapposto fattone dalla Riforma Protestante e dalla Controriforma Cattolica
Stocker, Judit Sexual Warrior. Vorrei esprimere la
cfr.
mia profonda gratitudine
Laura Sanguineti White e ad Andrea Baldi, del dipartimento d'Italiano
per l'incoraggiamento e
il
a
di Rutgers,
sostegno offertomi nelle ricerche su questo soggetto.
^11 ruolo centrale assunto dalla rappresentazione del potere nelle tre tragedie è
stato ripetutamente
-'Si tratta di
messo
Aman ncW Ester e
questa struttura,
si
ma mai
Vagao
di
studiato nella sua specificità.
nella Judit.
A
conferma
cuore di Assuero. Alla dinamica che contrappone
le
figure dei consiglieri nelle
tragedie dellavalliane allude Sanguineti White, Dal detto
Lo
scontro, che in entrambe
to e
i
le
La
possibilità per
i
oppone
l'eroina
al
consigliere fraudolen-
le
emozioni
quanto
momento culminante
Aman
e le passioni
subordinati di acquisire potere e di intervenire
nella storia passa letteralmente attraverso
caso, nel
alla figura, 73.
ha sempre per oggetto
tragedie
servi fedeli ai servi malvagi,
del sovrano.
della regolarità di
ndï Ester zWd. lotta di Zares e Dagan per il cuore di Aman,
a un livello sociale inferiore, quello tra Ester ed Aman per
pensi
scontro che riproduce,
il
in luce,
il
"cuore" del proprio superiore.
della loro esaltazione, tanto
Vagao
Non
a
nella Judit
nell'^f^^rsi gloriano di essere "spirto", "cuore" ed "alma" del pro-
prio signore (Cfr. Judit,
Quaderni
w. 522-524;
d'italianistica.
Ester,
w. 742-750;
Volume XXVI, No.
2,
v.
759).
2005, 29
Monica Bilotta
incida sul reale
secondo un canone tipico
lega così,
si
coscienze. La figura
questione del controllo delle
maniera particolarmente
fra la
dimensione
riuscita
etica dell'agire
dilemmi
i
umano
dell'età barocca, alla
di Judit
posti dal
e la
complesso rapporto
sua efficacia concreta.
Eroina della dissimulazione, Judit non ricorre mai
i
suoi avversari,
al
tempo
non smentire
limita a tacere, a
si
nome
stesso in
di Dio^.
esempla in
alla
non
Per l'appunto,
menzogna con
loro ipotesi,
le
simula, dissimula.
Della Valle, dal suo osservatorio di piccolo funzionario soggetto
della fortuna, assolve e giustifica l'utilizzo dell'unico
operando
ruota
alla
strumento a dispo-
un margine d'intervento autonomo
potere politico quanto della Chiesa. Di fronte ai
sizione dei sottoposti per conservare
nei confronti tanto del
personaggi femminili, l'autore mostra un'apertura simile a quella che rivela
riguardo
alla
dissimulazione, conferendo legittimità etica all'utilizzo di
autodeterminazione censurati dalla tradizione quali
strumenti di
mascheramento
il
dei propri obiettivi e l'esaltazione della propria attrattiva
sensuale.
Sia nella Judit che
sociali in
ncW Ester
sotterraneamente,
con
le
è relegata dalle
costituisce
oggetto del desiderio maschile, che
potenza del consorte. Tuttavia,
donna
la
una posizione secondaria;
la
convenzioni
un elemento decorativo
e
un
vorrebbe, ruttai più, specchio della
protagoniste dellavalliane rivendicano,
un proprio margine
di azione e
sono
in
grado di incidere
efficacia sul reale grazie alla capacità di decostruire dall'interno
pre-
i
concetti degli uomini, che, pur facendole soggetto del proprio sguardo,
sono incapaci
di vederle davvero. Affiora così,
conflitto tra
sessi.
gono
i
seppure in forma obliqua,
La consapevolezza con cui
i
di adeguarsi al pregiudizio maschile, costruendosi scientemente
due
-"La dissimulazione onesta delle
Judit, costretta a
il
personaggi femminili fìn-
figure bibliche e in particular
muoversi in campo avverso, ricorda
il
modo
come
quella di
comportamento
delle
eroine tassiane della simulazione: Sofronia e Armida. In Tasso l'opposta valutazione delle due giovani
donne
ogni considerazione intorno
emerge
la stessa
si
il
comportamento
la
fini perseguiti
ed esula da
adottato. Nelle tragedie di Della Valle
mezzo moralmente
discutibile.
tragediografo astigiano accentua ulteriormente l'ambidella propria protagonista.
limita a celare ad Aladino
senza curare
basa sull'antitesi dei
mezzo
priorità del fine edificante sul
Rispetto a Tasso, però,
guità di
si
al
il
A differenza di Sofronia,
suo vero obiettivo in
nome
seduttività del proprio aspetto, Judit usa
di
una
consapevolmente
fascino per oscurare la capacità di giudizio degli Assiri, comportandosi
Armida
fra
i
principi cristiani. Poiché
i
testi di
che
giusta causa,
il
suo
come
Della Valle costituiscono un'ap-
passionata riflessione sulla realtà cortigiana, l'assoluzione dell'ambivalenza del
comportamento
previsto nel
di Judit
poema
si
tassiano.
riverbera su quel circolo di relazioni, in
— 30 —
modo non
potere
Il
immagini
tempo
al
di
Judit
stesso inermi e sensuali, viene integralmente giustifica-
poeta sin dalla dedica, in cui Judit ed Ester vengono proclamate
ta dal
gure della Vergine^\
ricorso
Il
e valorizzato
come strumento
in contrasto
con
le
al
legittimo di un'azione politica voluta da Dio,
crescenti limitazioni poste all'agire delle
controriformista e con
fi-
richiamo dell'eros viene, dunque, assolto
condanna
la relativa
di
donne
in età
immoralità per ogni loro
iniziativa estranea alle cure domestiche".
un
Tale apertura nei confi^onti del femminile costituisce
formemente presente
primo dato
produzione del drammaturgo astigiano.
nella
risalta già dai titoli delle
Scozia) e della sua
tragicommedia {Adelonda di
Frigia),
preminenza
sociali diversi (al di là della
i
sono
come
loro vizi e
le
essere timide
di
di
opere tutte incen-
donna svolgono
due protagoniste
loro virtù siano vincolate ad
Un
La Reina
sue tragedie {Judit, Ester,
trate su protagoniste illustri. Inoltre, le sue figure di
che
tratto uni-
ruoli
regine), senza
un modello uniforme: pos-
come Abra, ambiziose come Zares, ispirate e coraggiose
come Isabella. Nessun pregiudizio ideologico apolo-
Judit, spietate
ma nemmeno
getico o denigratorio, dunque,
che ad essere in gioco è proprio
tà del loro sesso, tanto
donna
in
quanto oggetto
e l'implicita aspirazione a
Della Valle ha ben presente
portamento
cecità di fronte alle peculiari-
e persino del
la
lo statuto della
una nuova
soggettività.
percezione sociale del ruolo, del
corpo della donna.
Il
suo sguardo
è
com-
acuto e atten-
il drammaturombre queste donne [...]
Nella "Dedica della Iiiditt deir£f^^r secondo l'edizione a stampa"
go invoca
la
regina dei
chiedendole: "Furo tue
cieli
permetti che Judit ed Ester, se fur già dette tue figure, or
si
dicano anche cose
tue" (Della Valle, Tragedie, 55). Judit, in particolare, viene evocata nel prologo
in termini di
non
suprema
nata" (w. 41-42).
"immagine
bellezza:
A questa edizione si
semplice indicazione dei versi
citati.
Judit quale figura della Vergine e
mento vengono sondate
Baroque Stage." Elena
le
bella
/
d'altra di te più bella,
farà d'ora innanzi riferimento
imprevedibili conseguenze di tale accosta-
nel saggio di Pietropaolo, "ludit,
Femme
Fatale of the
Ciletti ricostruisce le radici altomedievali dell'interpresi
sofferma sulla coesistenza tardori-
nascimentale di una duplice iconografia dell'eroina biblica, percepita
s\z
come
suo "Patriarchal Ideology
come
Renaissance Iconography of Judith."
Joan
testi dellavalliani si riallacciano al
donna, ponendosi
Kelly,
"Did
Women Have
a Renaissance?"
I
dibattito cinquecentesco fra detrattori e cele-
tra le
"sesso donnesco". Sulla controversia
Daenens, "Superiore perchè
sia
archetipo di femminilità lussuriosa e distruttiva nel
in the
'Si pensi allo storico saggio di
bratori della
la
L'origine controriformista della lettura di
tazione figurale del personaggio di Judit e
mulierfortis t virago
ancor
con
si
poche voci esplicitamente a favore
vedano Chemello, "Donna
inferiore"; King,
The Invention of the Renaissance Woman.
— 31 —
Women of the
del
di palazzo";
Renaissance, Benson,
Monica Bilotta
to; l'originalità del
suo atteggiamento
complice, tanto da
fargli rovesciare e
lo
come elemento decorativo, strumento
riservato a Judit
questo
di rappresentanza.
da Oloferne, e ancor più da Vagao,
guarda Ester: entrambe
le
po'
profilo convenzionale della
e imbelle, vista quale figura del desiderio,
comprimaria paurosa
Aman
il
un
far ritenere persino
potrebbe
decostruire
ma
L'uno è
l'altro
il
anche
destino
il
modo
in cui
eroine sono coscienti di essere soggette a
deformante nello sguardo dei deuteragonista La novità della
filtro
soluzione di Federico Della Valle consiste nell'aver messo in scena
sapevolezza, da parte delle donne, del pregiudizio da
maschile e nell'aver attribuito
alle
sue protagoniste
la
con-
cui è affetto l'occhio
un uso strumentale
di tale
cognizione. La bellezza risulta l'arma fondamentale delle due figure bibliche^,
insieme, in particolar
ità
maschile, tale da
stessa dichiara, "vii
modo
nel caso di Judit,
malinteso senso di superior-
al
come
far credere che l'Ebrea di stirpe guerriera sia,
ella
donna, commossa da ogni fronda mossa" (w. 1988-
1989). La capacità femminile di valersi del pregiudizio maschile rappresenta
la specifica
marca
tagoniste.
La
di genere riconosciuta
da Federico Della Valle
descrizione della bellezza delle eroine,
abbigliarsi e le scene di
alle
sue pro-
l'attenzione al loro
seduzione sono da ricondurre a quest'ottica, prima che
ad una specifica intenzione edonistica o voyeuristica dell'autore. In questo
egli si discosta
tanto dalle contemporanee scelte di
Marino quanto
dalla tur-
bata attrazione di Tasso verso la sensualità femminile.
Come si è osservato,
le
figure femminili dellavalliane
sono parte integrale
del sistema di forze che regola le tragedie. Così, Ester e Judit condividono,
con
i
tiero'^
Judit,
dovuti distinguo,
In tale veste,
la
condizione di regina, di compagna del re/condot-
loro ruolo istituzionale pare soprattutto decorativo.
poco meno che prigioniera
Oloferne, e
può
il
di guerra, è
regina a pieno titolo, è sottomessa
la stessa Ester,
intervenire direttamente per salvare
invito ad
Aman
ovviamente subordinata ad
il
al
marito, né
proprio popolo. Tuttavia,
il
suo
rappresenta per lui un'ascesa in termini di prestigio e di
potere: la regina trasmette
il
potere senza goderne
prerogative, essendo di
le
per sé dotata solo del lustro che compete alla consorte del sovrano'*'.
Scrive Trombatore: "la bellezza è l'unica insidiosa
arma
di Giuditta" ("Le tragedie
di Federico Della Valle" 174).
^Se Ester è regina di Persia
di diventare sua consorte.
al
fianco di Assuero, Oloferne auspica che Judit accetti
Nel cuore
di Oloferne,
che riveste in scena
il
ruolo di
Nabucodònosor, sovrano d'Assiria, Judit è, dunque, a propria volta
"reina" (cfr. v. 1845 e v. 1890).
Le due regine della terza tragedia. Isabella e Maria, sono invece delle vere
figura di
sovrane,
le
monarchi
cui caratteristiche saranno
da esaminare insieme
delle tragedie di Della Valle. Si
può
tazione di gender influenza solo in maniera marginale
personaggi e
la
loro connotazione morale.
— 32 —
a quelle degli altri
anticipare sin d'ora che la connola
costruzione di questi
Il
potere
Judit
di
Pur rivestendo ufficialmente un ruolo subordinato,
esercitano però, nei confi-onti del loro
compagno
e re,
mette loro di agire autonomamente e di raggiungere
un
due eroine
le
influsso che per-
dell'uomo
ai
Come
loro disegni.
vincolo tra re e regina
degli interlocutori.
il
Ad
potere
E
propri scopi.
i
potere dato loro dalla bellezza, che seduce e innamora, legando
il
volere
il
avviene nel rapporto re/consigliere, nel
non
si
concentra nelle mani di uno solo
entrambe
essere precisi, anzi, in
tragedie è
le
il
potere del sovrano sulla consorte a mostrarsi più apparente che reale:
Assuero, vinto dal fascino della moglie, rinuncia
condannarla a morte; Oloferne,
dalla legge, di
Ester e Judit
si
proprie vesti e
le
suo
mette in realtà nelle mani di lei.
servono entrambe dell'arsenale della femminilità curan-
tavolo e nel suo letto,
do
alla facoltà, conferitagli
nell'invitare Judit al
si
la
propria gestualità
nel far questo,
e,
nascondono
i
loro veri propositi. Tuttavia, mentre la dissimulazione di Ester è di breve
durata, limitandosi alle
due cene
estende a tutto
Differente
eroine:
na
ambedue
di Persia
guinario.
testo.
rischiano
combatte
la
la
La protagonista
col consorte e
Aman,
quella di Judit
rovina della propria gente, ma, mentre
il
suo proposito
tace a tutti
i
un
è
territorio
si
due
d'altro canto, la situazione delle
è,
propria battaglia su
campo nemico ed
Judit è in
alla
il
la regi-
ben conosciuto,
ben più impegnativo
e san-
suoi progetti, persino alla serva Abra,
quale pure mostra un animo coraggioso ed ispirato, che confida nella
grazia e nella misericordia divina.
statuto incerto all'interno del
La sua continua dissimulazione ed
campo
il
suo
rendono Judit un personaggio
assiro
più elusivo e complesso di Ester, e che meglio incarna un modello di femminilità trionfante.
La
cifra del
personaggio di Judit è
ebrea lascia agli interlocutori
suo enigmatico
il
compito
il
di interpretare
sorriso. L'eroina
i
suoi pensieri,
senza svelarsi, a differenza del verboso Oloferne, che indulge ad una con-
Non abbiamo una
tinua, e forse compiaciuta, autoanalisi".
caratterizzante di Judit; la sua avvenenza, ripetutamente
brata, resta priva di connotati precisi.
si
veda in proposito
l'analisi di
Di
lei
conosciamo solo
Dal detto
Sanguineti White,
descrizione
menzionata
il
e cele-
colore dora-
alla figura, 112.
La
rappresentazione della loquacità del personaggio maschile e del silente autocontrollo del
personaggio femminile capovolge
destinati
ad essere riconfermati proprio in merito
to di
alle
gli attributi
Torquato Accetto, Della dissimulazione
alla
onesta, di
tragedie dellavalliane. In questo sintetico saggio
pace di controllare sioni,
come
tutte
vengono contrapposte
mente capace
del più
alla
le
donne —
la
le
tradizionali dei
due
pochi decenni posteriore
lacrime di Penelope, inca-
manifestazione delle proprie pas-
"fermezza del corno e del ferro" di Ulisse,
completo autocontrollo [Della dissimulazione
— 33 —
sessi,
dissimulazione nel tratta-
viril-
onesta, 29).
Monica Bilotta
to dei capelli,
il
candore delle carni
un
percezioni altrui, avvolta da
Judit risulta
per l'appunto,
e,
il
sorriso. Filtrata dalle
susseguirsi di interpretazioni soggettive,
ancora più misteriosa
e
sfuggente di quanto non
rendano
la
sue parole, miranti intenzionalmente a lusingare l'interlocutore e
le
sue
le
attese.
Sotto
le vesti di
propria guerra per
la
aspettative maschili.
agli
imbelle, timorosa e compiacente, combatte la
donna
salvezza della patria, facendo leva, scientemente, sulle
Vagao vede
occhi del condottiero
sigliere
in
lei
un'umile prigioniera, desiderabile
dunque capace
e
un insperato controllo
di
guadagnare
sul
compagna
tonia con queste percezioni, dicendosi umile
servo-con-
al
proprio capo. Judit sembra
agire in sin-
di schiavitù, lusin-
gata dall'amicizia del mezzano. Per Oloferne Judit è l'oggetto del desiderio
non meno che sentimentale,
un'avventura distensiva in mezzo alle
erotico
sembrano contraddirlo' 2.
Per
e rappresenta l'occasione attesa per
azioni militari; né
fedele
il
capace, pur senza volerlo, di allontanare
lici'
motivate
riserve,
inducendolo ad approvare
Per mettere a fuoco
cui
si
conforma
le
è
una
comandante
il
sirena allettatrice,
dai suoi doveri bel-
di Judit, però, smantella persino le sue
La straordinaria bellezza
\
Arimaspe
parole di Judit
le
le scelte di
Oloferne'^.
camaleontiche virtù di Judit e
le strategie
con
maschili per manipolarle, occorre soffer-
alle aspettative
marsi sulla sua celebre toletta, narrata da Vagao ad Oloferne. Si tratta di un
episodio centrale per importanza e incidenza strutturale, dove
dei sensi
si
somma
la
a disposizione; nell'obbedire,
dramma,
il
è voyeuristicamente
il
servo riferisce
potere che
gli
lusinghe
fascinazione della parola, capace di legare e avvincere.
Oloferne ha incaricato Vagao di recarsi da Judit e di metterle
stirsi e si
alle
al
il
il
suo tesoro
servo ha sorpreso l'eroina nell'atto di sve-
fermato a
spiarla.
Nel punto culminante
del
suo comandante ciò che ha visto, per sfruttare
viene dalla posizione di intermediario.
ruolo chiave rivestito dalla parola rende questa scena di seduzione
Il
particolarmente suggestiva dal punto di vista metatestuale.
riconoscere in questi versi una
infatti
E
possibile
riflessione sul potere persuasivo della
parola e dell'immagine, elementi costitutivi di ogni opera teatrale.
Fra
1
molti possibili esempi
alle pressioni di
^
Arimaspe,
ai
si
veda, in particular
w.
1
-^Arimaspe vede nell'avventura erotica cui
momento culminante
dell'assedio,
un
Per
un diverso giudizio
interlocutori
si
sé,
la
risposta di Oloferne
il
comandante indulge, proprio
nel
possibile segno di corruzione del valore
guerresco dell'esercito assiro (w. 1044-1053).
rappresentato da Judit in
modo,
178 - 1201.
11
pericolo
non
sarebbe, dunque,
quanto dall'attenuarsi dello sforzo
bellico.
sulla ricezione di Judit tramite gli epiteti usati dai suoi
veda Sanguineti White, Dal detto
— 34 —
alla figura.,
92-96.
POTERE
Il,
Judit
DI
Nello svolgere questa operazione, Della Valle approfitta di un
momen-
to istituzionale della tragedia, genere cui Aristotele aveva riservato la
sis,
non
Ad
la diegesis.
ospitare l'analisi dei rapporti tra parola e
momento
del messaggero,
è, infatti, la rhesis
deputato
mime-
immagine
racconto di ciò
al
avere luogo in scena, e
dunque unico
spazio potenzialmente dedicato dìV ekphmsis all'interno del
dramma. Nel
che, per motivi rituali,
trasformare
non poteva
Della Valle aggiunge un ulteriore
la rhesis in ekphrasis
livello al
proprio intervento metatestuale.
La descrizione
della toletta di Judit, infatti, permette di mettere in
scena e commentare (tramite
la
dizionare
le abilità
modo
in cui la paro-
Della Valle esplora, in parti-
raziocinanti dell'uomo^''.
e,
il
reazioni emotive e di con-
le
in generale, le
modalità
dimensione
e la
ogni operazione persuasiva fondata sulla percezione visiva ed audi-
In tale contesto Oloferne diventa figura sia dello spettatore, che
tiva.
abbandona consapevolmente
al
da un discorso sapiente che
cia questa
il
messaggio,
sfrutti
sia di
richiamo
il
ogni individuo sedot-
dell'eros. L'autore intrec-
indagine conoscitiva ad un'analisi sui rapporti
immagine, condotta facendo continuo ricorso
visione
come
si
fascino dell'opera teatrale, abdicando alla
capacità di valutare criticamente
to
plasmare
di
colare, lo statuto della tragedia
etica di
enunciati del coro)
gli
e l'immagine sono in grado
al
campo
tra
parola e
metaforico della
pittura interiore, operazione che incoraggia la lettura della
scena della toletta di Judit quale intenzionale presa di posizione all'interno
del dibattito sui rapporti tra poesia e pittura.
Attraverso
la
sua dettagliata descrizione dello
abbigliarsi dell'eroina,
l'eros
che questi
all'invito di
Tutto
si
Vagao lusinga
fantasia del
attende e ne accarezza
Oloferne che
di',
la
lo esorta
il
svestirsi e del successivo
padrone
sulle gioie del-
desiderio, rispondendo appieno
ad un resoconto minuzioso:
nulla lascia.
Comincerò, ascoltando,
il
ben ch'avrò abbracciando.
(w. 1417-1419)
Oloferne conta, dunque, di godere, grazie
alle
parole del servo, un'an-
ticipazione del possesso di Judit. La ricezione del racconto prepara
-'La
dimensione puramente immaginativa
viene sottolineata da Angelini
e verbale della seduzione di
{Il teatro barocco,
co di Federico Della Valle," 1496-1498).
Si
174) e da Getto
veda inoltre
la
("Il
il
con-
Oloferne
teatro baroc-
suggestiva analisi di
Tessati ("La Judit di Della Valle," 109-124). Tessari rilegge la natura obliqua
della seduzione di
Oloferne entro
tura l'intera tragedia.
il
"dramma cosmico" che
La forza d'attrazione
accesso a Dio, diviene fonte di labirintico smarrimento per
rappresentato dal comandante assiro.
— 35 —
a suo avviso strut-
della bellezza, possibile strada di
il
principio maschile
Monica Bilotta
come
tatto fisico,
sottolinea la rima baciata "ascoltando"
La parola prefigura
un'immagine
sia,
mente
efficace nella
per conquistare
menti della
:
"abbracciando".
piacere dei sensi, in quanto è in grado di creare
il
emozioni
le
dell'ascoltatore:
ne
di chi
fi-uisce,
ne consegue che
deve ricorrere
poe-
agli stru-
pittura.
Questo motivo viene sviluppato nel successivo intervento
che,
la
interrompendo
la
di Oloferne,
narrazione del servo, esclama:
Vaga figura formi
a l'alma, del ver piena.
E mentre
io tale in
me
stesso la pingo,
l'abbraccio anco e la stringo e già
la
godo
quel ch'ascolto et odo. Però segui:
in
ben caro pittore
sei
di sperati diletti
al
(w. 1457-1464)
desioso core.
Vagao viene definito
sentazione visuale
"pittore" poiché
facoltà
alla
il
suo racconto offre una rappre-
immaginativa
di
Oloferne;
ascoltando,
Oloferne a sua volta "dipinge" nel proprio intimo Judit ed ha così
l'illu-
Viene qui rapidamente delineata una vera
e pro-
sione di goderne
le grazie.
pria teoria della ricezione: nel restituire
sua
valenza
icastica,
crea
reazioni emotive dell'ascoltatore'^.
che con
pittore
una scena
visiva, la parola,
L'implicita
comparazione
Vagao
tra
sua descrizione diventa controfigura del poeta-autore
la
pone
in risalto l'intercambiabilità delle
l'analogia dei
due
arti
il
—
e
la
le
—
un
(poesia e pittura) e
Della Valle sembra
loro effetti sull'ascoltatore/spettatore.
dunque riprodurre
con
un'immagine mentale che predetermina
binomio oraziano deìYut pictura
la
po'ésisr.
mente
equivale alla pittura, in quanto suggerisce un'immagine alla
poesia
dell'a-
scoltatore e ne influenza lo stato emotivo.
Oloferne sembra
momento
pur avvertendo
compiere
ravvisare
l'indole
in cui lo definisce "pittore
il
le
/
manipolatrice del
di sperati diletti
lusinghe dell'in- narrandi di Vagao,
passo successivo e a sospettare, se
Si stabilisce
servo
nel
al
desioso core";
non
riesce, però, a
/
non smascherare,
gli
scopi del
qui un suggestivo parallelo tra visione e possesso e tra ascolto e godi-
mento, come testimoniano
le
disposizione chiastica fra
due verbi
di percezione ("in
due verbi
di 'fruizione,' collocati all'interno, sottoli-
presente e
la
i
odo"), posti all'esterno, e
nea
sia
l'opposizione tra
i
il
rime interne: "pingo"/ "stringo", "godo
natura immateriale della percezione e
proiezione
la
immaginato.
— 36 —
fisicità
me
"/
"odo". La
stesso la pingo,
flitura, sia
il
/ ...
contrasto tra
del possesso,
la
peraltro solo
Il
mezzano.
Il
capo
cui riconosce
potere
di
Judit
mostra un'analoga cecità nei confronti
assiro
carattere guerriero, senza però intuirne
il
differenza dei suoi interlocutori, Oloferne
come arma
parola
di offesa e di difesa,
ma
non
il
misurare
sa
di Judit, di
secondo
il
rimane prigioniero
fine.
A
potere della
di
una con-
cezione materialistica ed elementare dei conflitti.
Tale consapevolezza affiora invece nei
commenti
del coro, che, a con-
clusione del racconto di Vagao, approfondisce l'analisi dei rapporti tra
parola e
do
immagine segnalando
le
differenze tra
i
due strumenti
e decretan-
trionfo della resa verbale, ovvero della poesia:
il
O
Vagao voci ben degne,
di servo
voci fìnte, depinte
di lusinghier diletto,
che con
le
voci serpe
a frastornar
il
petto!
Tutto può vista vaga.
Smuove,
e
contra
travolve, accende,
lei
Ma lingua,
un cuor mal
si
difende.
che dipinge
a cor già acceso placida figura,
ahi,
quanto lega
Oltre ad essere a tutti
con
i
personaggi,
il
(w. 1611-1 621).
e stringe!
gli effetti
un'entità
nunciare un giudizio etico sulle vicende che
questo passo,
il
drammatica che
coro dei soldati assiri assolve
coro
si
sofferma sugli
anche
si
effetti della
la
interagisce
funzione di pro-
svolgono in scena'". In
parola e dell'immagine,
insistendo sull'uso manipolatorio a cui questi mezzi possono essere piegati.
In particolare,
il
scoltatore è visto
potenziale della parola nel suggestionare
come
la
mente
superiore a quello della visione. Si tratta di una que-
stione centrale nell'epoca della Controriforma, poiché parola e
sono
gli
dell'a-
immagine
strumenti adoperati dallo Stato e dalla Chiesa per assicurarsi
controllo delle coscienze. Della Valle, dunque,
non
colare dibattito sul rapporto tra pittura e poesia,
il
solo interviene nel se-
ma
assegna
alla
propria
indagine un valore conoscitivo ed etico in sintonia col tema fondamental-
mente
politico delle sue tragedie.
Le parole
cio',
'Riguardo
alla
di
Vagao vengono
definite "finte", ossia 'disposte
"depinte/ di lusinghier diletto", cioè arricchite
al
duplice ruolo del coro, che
drammaturgia
classica,
si
vedano
le
accomuna
la
(ma
la scelta
con
artifì-
del verbo
tragedia cinquecentesca
osservazioni di Paratore in
"Nuove
prospettive sull'influsso del teatro classico nel '500" e La Penna in "Palazzo, coro
e
popolo
nella tragedia antica e nella tragedia umanistica."
— 37 —
Monica Bilotta
è significativa) di
per
un
piacere che intende allettare'; piacere che, attraverso
procede obliquo, insidioso ("serpe"), fino
l'esca verbale,
al
cuore ("petto")
La censura morale del coro assume, quindi, valore
irretirlo.
di
ammoni-
mento per gli spettatori, sottoposti, nel quotidiano, a sollecitazioni simili.
Al tempo stesso, in un'ulteriore torsione cognitiva, la tragedia cerca, a sua
volta, di 'sedurli' proprio nel
momento
in cui svela
i
meccanismi
della per-
suasione. La parola che lusinga l'ascoltatore è quella che diletta, che asse-
conda
i
suoi desideri;
compiacendone
Vagao
addicono ad un'anima
si
Dopo
come rimarca
servile,
il
destinatario,
il
effetto potente, pervasivo, su chi la
un cor mal
e
difende
si
infiamma. Tuttavia,
");
Se
luogo,
come
alla
la
1611).
v.
immagine
contempla
("tutto
("vista vaga")
ha
può"/ "contra
lei
emozioni dello spettatore, che domina
agisce sulle
la trascrizione
opera di una "lingua che dipinge",
acceso",
parole di
coro passa ad una notazione sul
potere dell'immagine e della parola: una bella
un
il
le
questa premessa sull'insidia di un discorso congegnato ad
soggiogare
arte, inteso a
per sé peri-
le attese, essa risulta di
colosa, ambigua, potenzialmente manipolatrice (non a caso,
è
verbale di un'immagine allettante, ad
ancora più forte nel legare un "cor già
sottolinea l'avversativa "ma".
rappresentazione visiva, e
dunque
alla pittura, spetta, in
primo
capacità di suscitare un'intensa risposta emotiva, la parola è in
grado di ricreare e rendere stabile l'impressione così generata' s. In virtù del
potere catalizzante della resa verbale, l'oratore
le
può
indirizzare
ai
propri fini
emozioni destate dalla visione interiore che ha saputo evocare
scoltatore. Se
entrambe
le arti,
poesia e pittura,
hanno
nel sollecitare risposte emotive, l'autore suggerisce, per
L'importanza assegnata
nella
mente
prima metà
in anni
alla
la
nell'a-
medesima
forza
bocca del coro, che
capacità di creare, tramite la parola, un'immagine
degli ascoltatori viene teorizzata dalla retorica gesuitica durante la
del '600, ossia proprio nel periodo della
immediatamente
ragione, da Mercuri,
successivi. Se
La Reina
composizione della Judit o
di Scozia è stata definita, a
una tragedia gesuitica ("Z^ Reina di Scozia
Della Valle," 147 e seg.),
non sorprenderà che
si
di Federico
possano riscontrare varie analo-
che non impedisce al tragedioautonome conclusioni morali ed estetiche. Un elemen-
gie tra Della Valle e l'estetica gesuitica, afììnità
grafo di trarre
le
proprie
to di difi^erenziazione è costituito,
inserita
la
riflessione
ad esempio, dal forte ambito erotico
dellavalliana
sul
in cui è
potere della parola e dell'immagine.
Sull'importanza della componente visiva, esteriore e interiore, nella poetica
gesuitica
si
vedano,
tra gli altri,
Esercizi spirtuali di Ignazio
arti figurative,
Franca Angelini, che ricorda come, a partire dagli
de Loyola,
("Poesia e letteratura tragica," 203) e
alle
pp. 198-21
la
Controriforma
che concorrono a "muovere più
1,
privilegi "l'oratoria e le
l'affetto et intenerire
Marc Fumaroli,
il
cuore"
Eroi e oratori, soprattutto
dedicate alla produzione del gesuita Bernardino Stefonio.
— 38 —
potere di Judi
Il
la
parola
presta meglio dell'immagine ad
si
un uso strumentale da parte
potere.
primato della parola viene sancito dal
Il
Vagao delinea per
di
duecento
in versi
— che
proprio signore. Si tratta di uno dei passi più
il
dell'intera tragedia: la descrizione della toletta di Judit
meno
—
ritratto
versi (w.
si
1420-1605), in cui l'autore
La
del
riusciti
prolunga per poco
una scena
allestisce
mezzano
dinamica
e insieme ricca di dettagli.
ekphrasis,
descrivendo un vero e proprio quadro, anzi un dittico, in quan-
to
comprende anche
rhesis del
tavola elaborata dall'eroina.
la
Dopo
presenza del voyeur all'ingresso della sua tenda, Judit,
si
trasforma in
avere scoperto la
infatti, lo invita
ad
entrare ed assistere a quel che resta delle sue abluzioni e diviene, così, da
oggetto inerme di uno sguardo indiscreto regista consapevole della propria
È
bellezza.
questo
il
secondo pannello del dittico
scena Judit che mette in scena se
realtà
ne
l'immagine di Judit
posseduto.
è
in
stessa.
Oloferne, spettatore privilegiato di entrambe
di possedere
Vagao mette
in cui
e,
le
in proiezione,
Dapprima sembra che
sia
rappresentazioni, crede
il
suo corpo, mentre in
Vagao (inconsapevole
stru-
mento divino) a gestire le passioni del capo assiro. E però Judit che, attraun uso cosciente della propria immagine, domina Vagao (e, tramite
lui, Oloferne). I due si servono l'uno dell'altra, in una sorta di lotta sotter-
verso
ranea per
il
l'inizio del
la poetica.
controllo del comandante,
il
cui sguardo è presupposto sin dal-
dialogo e che viene stregato dall'immagine "dipinta" dalla paro-
seduzione esercitato dal drammaturgo
L'effetto di
diverso da quello operato da
comprendere
Vagao su Oloferne:
ammirare non
e
lo spettatore
è tuttavia
può
ma
solo la bellezza dell'eroina,
infatti
anche, e
soprattutto, la sua potenza creativa nel soggiogare l'animo dei nemici.
rappresentazione della toletta di Judit
presta quindi a essere letta
si
teatralizzazione dell'intento di controllare le facoltà cognitive e
La
come
immagina-
tive dell'interlocutore tramite gli strumenti della parola e della visione.
Nell'iniziate la sua descrizione ammaliante,
mente
la
riportato su di
lui,
propria immagine
prio racconto
Che
dirò,
Il
la",
mio
dea anco in
sia del
sarà,
intrigante, grazie a
un
la
implicita-
prigioniera ha
abile utilizzo sia della
proprio eloquio. Vagao premette,
infatti, al
pro-
dei pregi di Judit:
signor? Tutta è vaghezza,
dea
bella,
(w. 1420-1422)
favella.
fascino di Judit
che
arma
mezzano
la sintesi
e se 'n volto è
è
Vagao riconosce
superiorità di Judit, confessando la vittoria che
accanto
non
alla
si
limita all'aspetto,
ma
coinvolge
la
sua "favel-
"vaghezza", la sua seconda ed altrettanto esiziale
nello sconfìggere gli Assiri.
Come
Oloferne ammira
— 39 —
l'abilità retorica
Monica B flotta
Vagao senza comprenderne l'intenzione manipolatoria,
di
il
servo assiro, pur cogliendo la peculiarità di Judit,
non
nella "vaga favella" della sua interlocutrice la stessa
si
arma manipolatrice
proprio quadro,
il
(cfr.
il
w. 1423-1440). L'ambientazione
con
in contrasto
sia pastorale (si
pensi ad esempio aìV Aminta deìTasso
testo la
dramma. Resta
quinte naturali di scene simili nella poe-
le
e,
spazio all'evo-
alla toletta della bella
tutta interna della scena di
denudamento,
collocazione cortigiana
ampio
servo dedica
che fanno da sfondo
cazione degli apparati fastosi
e del
di
serve nei confronti del proprio signore.
Nel costruire
ebrea
modo
Accecato da un pregiudizio misogino, Vagao non riconosce
la pericolosità.
cui egli
allo stesso
è capace di intuirne
dunque,
la
[II, 1]),
sottolinea nel
valenza politica dell'episodio
tuttavia intatta la sensualità dell'episodio, che viene
anzi accentuata sia dalla tensione tra l'artificio degli arredi e la nudità dell'eroina sia dal dettaglio del servo che spia, circostanza tipica degli intrighi
cortigiani''^.
In questo tableau vivant, di cui
Vagao
dello sguardo del servo e lo scoprirsi di
mente
alla
L'immagine dell'eroina colta
viene, però, trasformata dall'intervento di
intento a spiare, induce
Se prima
si
la
ombra
faceva
adducendo come pretesto
mostra
in tutto
del voyeur
in
un momento
il
di
Abra che, scoprendo
della propria clandestinità,
si
abbandono
il
mezzano
Vagao adesso
presenti a lui così
come
si
messaggio di Oloferne. L'eroina accetta
il
suo splendore. La sua bellezza e
il
armi con cui assume
do
sa
consapevolezza nei gesti di Judit.
impudente, chiedendo che Judit
si
non
ignara contribuisce notevol-
valenza erotica della scena, ricca di suggestioni dinamiche e di
serici bagliori.
e
è l'unico regista, Judit
lei
il
si
fa
trova,
la sfida
suo fascino sono
le
controllo della situazione fino a capovolgerla, facen-
un proprio strumento tramite
il
quale inebriare e confondere
Oloferne:
Così entrata è a chiamarla,
et ella, uscita
parte discinta e sciolta,
parte ristretta e avolta,
mentre or
s'apre, or
si
mille vaghezze scopre
copre,
[...].
(w.l495-l499)
L'avvenenza di Judit è qui arricchita dalla presunta spontaneità del suo
^La suggestione
Giovanni Getto
lasciva
("Il
della scena
è
stata
segnalata in particolar
teatro barocco di Federico Della Valle", 1496-97) e
Croce {Federico Della
Valle,
modo
da
da Franco
146-148), che sottolinea anche l'ambientazione cor-
tigiana dell'episodio e la conseguente valenza politica del giudizio etico.
— 40 —
potere
Il
Siamo
gestire.
momento
al
di
Judit
di
massima
sensualità della scena: è diffìcile di-
stinguere che cosa è natura e cosa è arte nell'incedere di Judit. Còlta di sorpresa "discinta e sciolta", ella accenna a coprirsi e
lato nel
concedere
rende ciò che
il
suo pudore (forse simu-
allo spettatore fuggevoli squarci della propria bellezza),
intravede ancora più desiderabile: sembra di assistere
si
all'amplificazione degli effetti di sprezzatura citati dal
Conte Ludovico
Canossa nel primo
della figura di Judit
libro del Cortegiano^^
suo apparire di fronte
al
quantomeno
In
al
La sensualità
.
di
servo deriva, infatti, dall'assenza di artificio, o
un
non immediatamente percettibile.
questo primo quadro, controllato da Vagao, non si avverte ancora
dal ricorso a
artificio
intenzionalità nello scoprirsi di Judit e l'eroina arriverà presto a teorizzare
come
naturalezza
la
propria inalienabile caratteristica. Bisogna tuttavia
prestar fede solo in parte a tale strategia di autorappresentazione:
momento
stesso in cui rifiuterà ogni artificio assiro, la bella ebrea
rà davanti agli occhi del servo
simulato
La natura proteiforme
La
costrui-
si
ricorso dis-
della sua personalità poliedrica.
lotta sotterranea fra Judit e
Vagao
ormai
è
ammira
senta a lui semisvestita e
gemme
le ofifie le
adeguatamente, giustificando così
umiltà Judit
il
del suo personaggio viene sottolinea-
del proprio potere, l'inviato di Oloferne
te
Proprio
ad un modello riconosciuto, che tuttavia non dà intera-
ta dall'adesione
mente ragione
d'arte.
renderà Judit l'incarnazione iperbolica della femminilità
all'arte
castiglionesca.
come un'opera
nel
si
ricche
rifiuta
ugualmente importanti
in
si
pre-
degli Assiri perché
si
orni
gioielli, in
i
sunta rivendicazione di semplicità. In realtà
vari livelli, tutti
prigioniera che
Con apparennome di una pre-
convocazione.
l'arbitraria
mostra a Vagao e ne
compiacendosi
serrata:
la
si
un
assiste
testo
qui a uno scontro a
denso di valenze
reli-
giose e politiche:
"Quanto più di tutte piace una, dico, non brutta, che si conosca chiaramente
non aver cosa alcuna in su la faccia, benché non sia così bianca né così rossa, ma
col suo color nativo pallidetta e ralor per
vergogna o per
d'un ingenuo rossore, coi capelli a caso inornati
plici e naturali,
e
e coi gesti
sem-
senza mostrar industria né studio d'esser bella? Questa è quella
sprezzata purità gratissima agli occhi ed agli animi umani,
essere dall'arte
altro accidente tinta
mal composti
ingannati" Castiglione,
//
i
quali
Cortegiano, Libro
sempre temono
I,
xl,
88. Nella
descrizione della Judit Della Valle sembra aderire alle teorie di Castiglione, solo
che qui l'eroina non mostra una
L'ambiguo erotismo
di tali
mano
o un piede,
ma
tutte le sue grazie segrete.
esempi di dissimulazione muliebre
dell'artifìcio è dis-
cusso da Giulio Ferroni nel suo "Sprezzatura e Simulazione", dove nota
sprezzatura costituisca
un continuo
atto di dissimulazione, se
non
come
di
lazione, reso necessario dalla catena di deviazioni e inganni che costituisce
comportamento
sociale sulla "scena della corte"
— 41 —
.
la
simuil
Monica Bilotta
— Giungerò
serva indegna;
— ha
rispost'ella
[...]
A me
non
al ciel
tornar a
lui; ei
vide,
ned
di
nova o
ornarmi
mi
io
mia
al
core
riveggia quale
debbo, anzi non voglio
règia altezza
et arrischiarmi
a dispiacergli, che
'1
o
eccelso signore,
mi
come
mia morte
piacergli è cara
vita e
fora,
—
mia grandezza.
Judit è ben consapevole di
che
prima
l'abito, in cui
ch'io piacessi,
so se agli occhi
mio
del
ne
fie assai
piacque
(w. 1524; 1536-1546)
come Vagao
giocando col nuovo potere
stia
proviene dal ruolo di mezzano. Nell'atto di mostrarsi remissiva,
gli
donna passa in realtà
mento di seduzione.
per conservare
al
contrattacco, usando la propria bellezza
Il
rifiuto delle
propria
la
un oggetto decorativo,
piacimento.
Ma
tà, ella si
quanto
i
di cui
i
creatori
un ruolo
possono disporre
passi-
a loro
l'avvenenza è per Judit un'arma segreta e personale, con
quale combatte in
nome
la
stru-
gemme assire è per l'eroina un modo
autonomia, ma è soprattutto un rifiuto della logi-
ca degli avversari: l'offerta dei gioielli vuole costringerla in
vo, farne
come
della sua gente;
malgrado
la
la
protesta di semplici-
abbiglierà in maniera sfarzosa, mostrandosi più affascinante di
suoi interlocutori riuscissero a immaginarla,
stose della propria famiglia, stirpe di guerrieri-'.
nova o règia
altezza" vale
come
Il
ma
con
le vesti fa-
rifiuto di ornarsi "di
ulteriore prova di sottigliezza nella risposta
di Judit.
L'eroina persegue, infatti,
i
propri scopi senza mentire. Le basta tacere,
senza dover accettare, ad esempio,
il
fine che implicitamente le attribuisce
Vagao: l'ascesa sociale da umile prigioniera a favorita di Oloferne. Judit
non simula,
modo
9
ma
dissimula "onestamente": risponde
da consentire
agli avversari di ricostruire
il
il
ma mai
vero,
non detto
e
i
in
suoi reali
1
Il
conflitto militare
adombrato
risuonare nel rifiuto delle
sistente
gemme
richiamo di Machiavelli
nel serrato confrontarsi di Judit e
assire, e
al
dunque
delle
ricorso ad "armi proprie"
Principe, cap. XII). L'eroina ebrea vince la sua battaglia
nendo
Vagao
armi degli avversari,
con
le
(cfr.
fa
l'in-
fra tutti, //
proprie armi, rima-
fedele a se stessa e alla sua causa fino alla fine. L'unità di propositi della
protagonista
si
contrappone anche
abbandoneranno
i
alla parziale infedeltà dei soldati assiri,
che
loro doveri di sorveglianza per dissetarsi alle fonti di Betulia,
incoraggiati dal lassismo dei propri capi.
— 42 —
potere
Il
di
Judit
comportandosi quindi come un'incarnazione ante litteram
propositi,
dissimulazione onesta propugnata da Torquato Accetto. Tutte
ma
suggeriscono un'attesa fervida,
però, significare
al
tempo
della
sue parole
le
pudica, della notte in arrivo: possono,
compiacenza per
stesso sia
desideri di Oloferne,
i
ansia di compiere la propria sacra e feroce missione22.
sia
Nel non
maniera
mezzano
volersi rivestire di "nova" altezza, inoltre, Judit
contegno
sottile sia al
Vagao, che
di
oppone
si
in
esalta del proprio ruolo di
si
del suo signore, sia a quello dello stesso Oloferne, sicuro di aver
un
già vinto Betulia e convinto di essere
dichiaratamente prendere
questo punto
la
protagonista passa
che
assistere a quel
E come
dio23.
alla
recezione della propria immagine, assumendo
Vagao, a cui non
di
il
comincia
a
A
Vagao ad
controffensiva, invitando
resta della sua toletta: l'eroina
anche del resoconto
se l'ebrea volesse
distanze dalla hyhris colpevole degli Assiri.
le
modulare
la
controllo, indirettamente,
che testimoniarne con stu-
resta
pore l'avvenenza sempre crescente.
Questa scena costituisce il secondo pannello del dittico (w. 1559-
1605) interamente dedicato
ga Vagao
e,
tramite
rapporti di forza è
restare, elargito
carte ("e volea uscir.
gando
in riso,
/
trionfo di Judit, che con ogni gesto soggio-
A confermare questo capovolgimento dei
con cui
sorriso
il
con
al
Oloferne.
lui,
calma
la
Ma
ebrea invita
— Anzi
ti
il
mezzano
giocando consapevolmente
placida quanto bella,
ella, /
ha detto:
la bella
di chi sta
ferma",
/
la
w. 1559
le
dolce bocca ripie1562). Davanti
-
a
sue
al
servo di Oloferne, e quindi per suo tramite nell'immaginazione del duce
assiro, ella
scivolare,
non
isce quello del
lo
(
"Né
presente,
reali",
a caso
riveste.
si
che caratterizzava
s'è
/
campo semantico
Al
prima parte
dello sciogliersi e dello
della toletta di Judit,
si
sostitu-
chiudere e dell'intrecciare, emblemi del recuperato control-
ma
lavata sol,
ha
la
chiome
l'auree
ha coronate
sparse,
/
ha raccolte, ha
/
di ricche
gemme,
intrecciate,
quali
/
ornan
me
teste
w. 1574-1578).
Judit costruisce se stessa
come opera
d'arte,
orientando tramite una
"divina favella" la percezione visiva della propria bellezza. Vagao, poeta-pittore abilissimo,
non
è,
tuttavia, in
grado di leggere
il
gioco simulatorio
Per un'analisi del gioco semantico imbastito nel colloquio fra Judit e Oloferne,
Semantica
cfr. Raffaelli,
^Si
veda, fra
i
molti possibili esempi,
709 ("ma un dio
il
vivo, splendente
feroce splendore del proprio
Immagine non meno
minaccia di Oloferne
so,
tragica, 95.
ben
so!" (w.
icastica del
al
la
descrizione che ne dà Vagao
ai
w. 708-
d'arme pregne di lampi"), contrapponendo
/
comandante
al
deus absconditus dell'eroina.
blasfemo materialismo assiro è
dio di Judit:
"Ma
s'io fo
514-515).
— 43 —
la
grottesca
balenar questa mia spada,
/
ben
Monica Bilotta
donna;
della
è vittima dell'abilità di lei,
della scena. L'eroina finisce col gestire
il
che diviene
la reale
organizzatrice
gioco, sovvertendo dall'interno
le
regole imposte dagli avversari.
Vagao
è preso al laccio: la sfi-ontatezza di chi
donna
l'intimità della
ha violato con
lo
sguardo
prigioniera, per poi chiamarla, discinta, dinanzi a sé,
presunzione di essere stato testimone dell'epifania di una
è sostituita dalla
dea:
E
[...]
'over reina
sembra propria
pompa
s'a la
non
e
è assiria
poco
d'Assiri,
ma
rimiri:
nel volto
né ebrea,
(w. 1601-1605)
è dirla dea.
voyeur cortigiano diviene
Il
il
portavoce del trionfo di Judit: del suo
fascino certo, ma, inconsapevolmente, anche della sua abilità di
sconvolge a suo piacere
la
la
mente
degli uomini. L'eroina ebrea è
Armida, che per una volta ha snudato
lo eletto, dei predecessori di
La scena dell'abluzione
i
Poi,
vagamente
man
le
s'è
si
faranno carico della nobile
nuovi invasori orientali.
costituisce
simulata esibizione. L'eroina mostra
un passo
proprie armi a favore del popo-
quei cristiani che
missione della crociata contro
prio fascino, in
le
maga che
una novel-
al
il
momento
mezzano
chiave di questa dis-
l'origine naturale del pro-
di ricercata fattura:
assisa,
bianche e
fronte
la
lavata soave; e sua bellezza,
non
so come, lavando
crescer
mi
parca, in guisa
che s'accresce figura,
a cui
giungendo vada
arte e colore
(w. 1566-1573)
curioso pittore.
L'acqua, elemento solvente e detergente, intensifica lo splendore della
donna, che
pittore
si
si
avvolge di
prio volto, infatti,
sangue
e
un alone
di mistero.
Il
paragone
carica, però, di ulteriori risonanze: nell'esaltate la
la
donna
assicura che "Nulla cosa
Dio" (w. 1564-1565), riprendendo
il
il
tra Judit
/ se non il
oppone "natura"
pinge
topos che.
,
a "cosmesi" nella dialettica tra bellezza e seduzione. L'analogia
tura viene introdotta dall'eroina nel
vo nel definire
la
momento
con
la pit-
assume un ruolo
atti-
propria immagine. Vagao, in veste di poeta, sottolinea
effetti del rituale di Judit: la bellezza della
tatto
in cui
ed un
purezza del pro-
con l'acqua,
così
come
si
donna sembra
"crescer" al con-
"accresce" l'immagine creata da
— 44 —
gli
un
pittore
Il
nel passare
da disegno
mezzi puri
di
e legittimi.
Judit
natura o forse
oppure
lei
non
il
suoi strumenti e
I
(la
che
di
a pittura. Judit raffina la propria bellezza servendosi
sangue
è
potere
Dio
suoi colori sono di
i
un gioco
la stirpe, in
e del
di dissimulazione onesta)
Dio e del "sangue", con
Deus pictor. L'eroina sembra attingere
pennello, lo strumento di
riferimento metatestuale
al
topos dei
a questo tema, caro alla trattatistica classica e medievale, per sottolineare,
con un'allusione che Vagao non può
proprie
cogliere, l'origine provvidenziale delle
grazie-^'*.
Alla naturalezza di Judit, còlta mentre
pittura,
che
avvale dell' "aggiungere",
si
lava,
si
non
si
oppone
l'artificio della
del "sottrarre" operato dall'ac-
qua, elemento solvente. La corrispondenza, nel testo, fra naturalezza/sottrarre
da un
dalla
giustapposizione
quadro,
lato e artificio(arte)/aggiungere dall'altro ci viene
infatti, la
due componenti
delle
del
protagonista, ignara dello sguardo del servo,
divenendo emblema
proprio fascino tramite
il
aggiungere e sottrarre, in cui
il
l'artificio.
L'ambiguità che caratterizza
il
riveste,
tra
al
e sintetizzare la differenza tra
comportamento
rende necessaria
la
della bella ebrea sin dal-
distinzione tra la condotta del mez-
e quella della bella prigioniera-5.
fica la
si
simulatorio di Vagao e quello dissimulante di Judit.
l'originale biblico
zano
Judit, l'eroina
La contrapposizione
valore esplicitamente positivo è assegnato
secondo elemento, sembra inoltre riproporre
l'agire
spoglia,
si
della naturalezza che seduce nel suo manifestarsi,
mentre nel secondo, tracciato consapevolmente da
arricchendo
confermata
Nel primo
dittico.
Se, infatti, la rhesis di
messa in scena dell'uso strumentale della retorica
costruendo una rappresentazione della
trollo delle coscienze, tale figurazione
di carattere etico sul
mondo, come
Vagao ampli-
e delle arti visive,
lotta controriformistica per
si
colloca all'interno di
illustrano
i
commenti
il
con-
un discorso
del coro. Sia
servo corrotto sia l'eroina (figura della Vergine) ricorrono in
modo
il
fun-
zionale all'abilità oratoria e alla potenza dell'immagine. La valutazione
morale degli strumenti della persuasione, d'altronde, sembra
conda
di chi se
ne avvalga, tanto da
mezzi basata unicamente
Sul topos del
far
differire a se-
pensare ad una valutazione dei
sulla legittimità dei fini.
Deus pictor
si
veda Curtius, European Literature and the Latin
Middle Ages, 544-546.
-'Sulle molteplici suggestioni interpretative sollecitate dalla figura di Judit già nel
testo biblico,
tiva
si
veda Squarzina, "Una, due,
tre,
cento Giuditte," nonché l'esaus-
indagine di Stocker, Judit Sexual Warrior Stimolanti osservazioni sulle dif-
ferenze tra l'originale biblico e
la riscrittura
dellavalliana
sono sviluppate,
oltre
che nell'intervento di Squarzina, in Cazzani, "La vita e l'opera poetica di
Federico della Valle"; Croce, Federico Della
e
i
suoi doppi," 457-463.
— 45 —
Valle,
126-128
e Gardair, "Giuditta
Monica Bilotta
nisti
come
testo mostra, tuttavia,
Il
associa, infatti, a
si
mente,
mostra
si
comportamento
due
come
È
in
Vagao
grado di leggere
e quello di
due antago-
Oloferne
e, se
neces-
sebbene manipoli l'uno per brama di potere
prigioniera di guerra. Judit,
invece alla dissimulazione onesta, tace
valori.
di
comportamento. Vagao
differenti strategie di
servile e adulatore nei confronti di
sario, nei confronti di Judit,
disprezzi l'altra
il
sovrapponibili. La diversa statura morale dei
non siano
Judit
il
mondo
i
suoi
e di
fini,
non
e
come si è visto, ricorre
ma non sconfessa suoi
i
farsi
guardare nel cuore, pur
senza mentire.
Con
questa creazione. Federico della Valle legittima, dunque, l'uso
una visione complessiva-
difensivo delle tecniche della persuasione, entro
mente pessimistica
messa
Solo
mento
nessun potere terreno può attingere
subordinati e agli umili è dato seguire
ai
un mondo
Nella prospettiva desolata
e del potere^^.
in scena nelle sue tragedie,
giustizia.
In
mondo
del
regolato da leggi violente, che
della virtù e
il
la
alla
volontà di Dio.
comportano
il
disconosci-
controllo oppressivo del pensiero e della libertà di
uno strumento fondamentale affinché possa
sulla terra il progetto di Dio sull'uomo. Le figure femminili, in
modo, sembrano le depositarie privilegiate della misteriosa e
coscienza, la dissimulazione è
realizzarsi
particolar
imperscrutabile azione divina, proprio grazie alla posizione marginale in
cui vorrebbe confinarle lo sguardo maschile.
tori,
che non
si
curano
di indagarne
i
La
cecità dei loro interlocu-
pensieri segreti, permette, così, alle
eroine dellavalliane di intervenire con particolare incisività nel
dramma
della storia.
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