Quaderni d`italianistica : revue officielle de la Société canadienne
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Quaderni d`italianistica : revue officielle de la Société canadienne
POTERE DI JUDIT IL MONICA BILOTTA L'ambivalente Giuditta veterotestamentaria trova una delle sue incarnazioni più affascinanti nella Judit di Federico Della Valle, tragedia in cui letterarie la figura biblica trasforma in un'inedita eroina controriformistica, ossi- si morica vergine seduttiva e paladina della fede, capace dramma, In questo politica'. delle corti, la riflessione sui di un'incisiva azione rapporti di forza all'interno tipica dell'opera del tragediografo astigiano, — come néX Ester naggio eponimo anch'essa di trova ad affrontare si due ca dello scontro è analoga nei al comandante o sigliere e al raggiunge vantaggio le attese al potere testi: il suo scopo grazie sessi^. nella Judit , entrambi i casi la alla Così perso- La dinami- avversario maschile \ in il donna è legata servo-con- il capacità di manipolare a proprio degli interlocutori. di Della Valle la conquista del "cuore" del rappresenta per tutti accedere un — i sovrano da un vincolo erotico, sconfìgge Nei due drammi mo argomento biblico coniuga con si un'innovativa rappresentazione delle relazioni di potere tra capo supre- subordinati l'unica mediazione possibile per i La problematica politico"^. possibilità di un'azione che Sulle complesse valenze del personaggio di Judith nel testo biblico e sull'utilizzo contrapposto fattone dalla Riforma Protestante e dalla Controriforma Cattolica Stocker, Judit Sexual Warrior. Vorrei esprimere la cfr. mia profonda gratitudine Laura Sanguineti White e ad Andrea Baldi, del dipartimento d'Italiano per l'incoraggiamento e il a di Rutgers, sostegno offertomi nelle ricerche su questo soggetto. ^11 ruolo centrale assunto dalla rappresentazione del potere nelle tre tragedie è stato ripetutamente -'Si tratta di messo Aman ncW Ester e questa struttura, si ma mai Vagao di studiato nella sua specificità. nella Judit. A conferma cuore di Assuero. Alla dinamica che contrappone le figure dei consiglieri nelle tragedie dellavalliane allude Sanguineti White, Dal detto Lo scontro, che in entrambe to e i le La possibilità per i oppone l'eroina al consigliere fraudolen- le emozioni quanto momento culminante Aman e le passioni subordinati di acquisire potere e di intervenire nella storia passa letteralmente attraverso caso, nel alla figura, 73. ha sempre per oggetto tragedie servi fedeli ai servi malvagi, del sovrano. della regolarità di ndï Ester zWd. lotta di Zares e Dagan per il cuore di Aman, a un livello sociale inferiore, quello tra Ester ed Aman per pensi scontro che riproduce, il in luce, il "cuore" del proprio superiore. della loro esaltazione, tanto Vagao Non a nella Judit nell'^f^^rsi gloriano di essere "spirto", "cuore" ed "alma" del pro- prio signore (Cfr. Judit, Quaderni w. 522-524; d'italianistica. Ester, w. 742-750; Volume XXVI, No. 2, v. 759). 2005, 29 Monica Bilotta incida sul reale secondo un canone tipico lega così, si coscienze. La figura questione del controllo delle maniera particolarmente fra la dimensione riuscita etica dell'agire dilemmi i umano dell'età barocca, alla di Judit posti dal e la complesso rapporto sua efficacia concreta. Eroina della dissimulazione, Judit non ricorre mai i suoi avversari, al tempo non smentire limita a tacere, a si nome stesso in di Dio^. esempla in alla non Per l'appunto, menzogna con loro ipotesi, le simula, dissimula. Della Valle, dal suo osservatorio di piccolo funzionario soggetto della fortuna, assolve e giustifica l'utilizzo dell'unico operando ruota alla strumento a dispo- un margine d'intervento autonomo potere politico quanto della Chiesa. Di fronte ai sizione dei sottoposti per conservare nei confronti tanto del personaggi femminili, l'autore mostra un'apertura simile a quella che rivela riguardo alla dissimulazione, conferendo legittimità etica all'utilizzo di autodeterminazione censurati dalla tradizione quali strumenti di mascheramento il dei propri obiettivi e l'esaltazione della propria attrattiva sensuale. Sia nella Judit che sociali in ncW Ester sotterraneamente, con le è relegata dalle costituisce oggetto del desiderio maschile, che potenza del consorte. Tuttavia, donna la una posizione secondaria; la convenzioni un elemento decorativo e un vorrebbe, ruttai più, specchio della protagoniste dellavalliane rivendicano, un proprio margine di azione e sono in grado di incidere efficacia sul reale grazie alla capacità di decostruire dall'interno pre- i concetti degli uomini, che, pur facendole soggetto del proprio sguardo, sono incapaci di vederle davvero. Affiora così, conflitto tra sessi. gono i seppure in forma obliqua, La consapevolezza con cui i di adeguarsi al pregiudizio maschile, costruendosi scientemente due -"La dissimulazione onesta delle Judit, costretta a il personaggi femminili fìn- figure bibliche e in particular muoversi in campo avverso, ricorda il modo come quella di comportamento delle eroine tassiane della simulazione: Sofronia e Armida. In Tasso l'opposta valutazione delle due giovani donne ogni considerazione intorno emerge la stessa si il comportamento la fini perseguiti ed esula da adottato. Nelle tragedie di Della Valle mezzo moralmente discutibile. tragediografo astigiano accentua ulteriormente l'ambidella propria protagonista. limita a celare ad Aladino senza curare basa sull'antitesi dei mezzo priorità del fine edificante sul Rispetto a Tasso, però, guità di si al il A differenza di Sofronia, suo vero obiettivo in nome seduttività del proprio aspetto, Judit usa di una consapevolmente fascino per oscurare la capacità di giudizio degli Assiri, comportandosi Armida fra i principi cristiani. Poiché i testi di che giusta causa, il suo come Della Valle costituiscono un'ap- passionata riflessione sulla realtà cortigiana, l'assoluzione dell'ambivalenza del comportamento previsto nel di Judit poema si tassiano. riverbera su quel circolo di relazioni, in — 30 — modo non potere Il immagini tempo al di Judit stesso inermi e sensuali, viene integralmente giustifica- poeta sin dalla dedica, in cui Judit ed Ester vengono proclamate ta dal gure della Vergine^\ ricorso Il e valorizzato come strumento in contrasto con le al legittimo di un'azione politica voluta da Dio, crescenti limitazioni poste all'agire delle controriformista e con fi- richiamo dell'eros viene, dunque, assolto condanna la relativa di donne in età immoralità per ogni loro iniziativa estranea alle cure domestiche". un Tale apertura nei confi^onti del femminile costituisce formemente presente primo dato produzione del drammaturgo astigiano. nella risalta già dai titoli delle Scozia) e della sua tragicommedia {Adelonda di Frigia), preminenza sociali diversi (al di là della i sono come loro vizi e le essere timide di di opere tutte incen- donna svolgono due protagoniste loro virtù siano vincolate ad Un La Reina sue tragedie {Judit, Ester, trate su protagoniste illustri. Inoltre, le sue figure di che tratto uni- ruoli regine), senza un modello uniforme: pos- come Abra, ambiziose come Zares, ispirate e coraggiose come Isabella. Nessun pregiudizio ideologico apolo- Judit, spietate ma nemmeno getico o denigratorio, dunque, che ad essere in gioco è proprio tà del loro sesso, tanto donna in quanto oggetto e l'implicita aspirazione a Della Valle ha ben presente portamento cecità di fronte alle peculiari- e persino del la lo statuto della una nuova soggettività. percezione sociale del ruolo, del corpo della donna. Il suo sguardo è com- acuto e atten- il drammaturombre queste donne [...] Nella "Dedica della Iiiditt deir£f^^r secondo l'edizione a stampa" go invoca la regina dei chiedendole: "Furo tue cieli permetti che Judit ed Ester, se fur già dette tue figure, or si dicano anche cose tue" (Della Valle, Tragedie, 55). Judit, in particolare, viene evocata nel prologo in termini di non suprema nata" (w. 41-42). "immagine bellezza: A questa edizione si semplice indicazione dei versi citati. Judit quale figura della Vergine e mento vengono sondate Baroque Stage." Elena le bella / d'altra di te più bella, farà d'ora innanzi riferimento imprevedibili conseguenze di tale accosta- nel saggio di Pietropaolo, "ludit, Femme Fatale of the Ciletti ricostruisce le radici altomedievali dell'interpresi sofferma sulla coesistenza tardori- nascimentale di una duplice iconografia dell'eroina biblica, percepita s\z come suo "Patriarchal Ideology come Renaissance Iconography of Judith." Joan testi dellavalliani si riallacciano al donna, ponendosi Kelly, "Did Women Have a Renaissance?" I dibattito cinquecentesco fra detrattori e cele- tra le "sesso donnesco". Sulla controversia Daenens, "Superiore perchè sia archetipo di femminilità lussuriosa e distruttiva nel in the 'Si pensi allo storico saggio di bratori della la L'origine controriformista della lettura di tazione figurale del personaggio di Judit e mulierfortis t virago ancor con si poche voci esplicitamente a favore vedano Chemello, "Donna inferiore"; King, The Invention of the Renaissance Woman. — 31 — Women of the del di palazzo"; Renaissance, Benson, Monica Bilotta to; l'originalità del suo atteggiamento complice, tanto da fargli rovesciare e lo come elemento decorativo, strumento riservato a Judit questo di rappresentanza. da Oloferne, e ancor più da Vagao, guarda Ester: entrambe le po' profilo convenzionale della e imbelle, vista quale figura del desiderio, comprimaria paurosa Aman il un far ritenere persino potrebbe decostruire ma L'uno è l'altro il anche destino il modo in cui eroine sono coscienti di essere soggette a deformante nello sguardo dei deuteragonista La novità della filtro soluzione di Federico Della Valle consiste nell'aver messo in scena sapevolezza, da parte delle donne, del pregiudizio da maschile e nell'aver attribuito alle sue protagoniste la con- cui è affetto l'occhio un uso strumentale di tale cognizione. La bellezza risulta l'arma fondamentale delle due figure bibliche^, insieme, in particolar ità maschile, tale da stessa dichiara, "vii modo nel caso di Judit, malinteso senso di superior- al come far credere che l'Ebrea di stirpe guerriera sia, ella donna, commossa da ogni fronda mossa" (w. 1988- 1989). La capacità femminile di valersi del pregiudizio maschile rappresenta la specifica marca tagoniste. La di genere riconosciuta da Federico Della Valle descrizione della bellezza delle eroine, abbigliarsi e le scene di alle sue pro- l'attenzione al loro seduzione sono da ricondurre a quest'ottica, prima che ad una specifica intenzione edonistica o voyeuristica dell'autore. In questo egli si discosta tanto dalle contemporanee scelte di Marino quanto dalla tur- bata attrazione di Tasso verso la sensualità femminile. Come si è osservato, le figure femminili dellavalliane sono parte integrale del sistema di forze che regola le tragedie. Così, Ester e Judit condividono, con i tiero'^ Judit, dovuti distinguo, In tale veste, la condizione di regina, di compagna del re/condot- loro ruolo istituzionale pare soprattutto decorativo. poco meno che prigioniera Oloferne, e può il di guerra, è regina a pieno titolo, è sottomessa la stessa Ester, intervenire direttamente per salvare invito ad Aman ovviamente subordinata ad il al marito, né proprio popolo. Tuttavia, il suo rappresenta per lui un'ascesa in termini di prestigio e di potere: la regina trasmette il potere senza goderne prerogative, essendo di le per sé dotata solo del lustro che compete alla consorte del sovrano'*'. Scrive Trombatore: "la bellezza è l'unica insidiosa arma di Giuditta" ("Le tragedie di Federico Della Valle" 174). ^Se Ester è regina di Persia di diventare sua consorte. al fianco di Assuero, Oloferne auspica che Judit accetti Nel cuore di Oloferne, che riveste in scena il ruolo di Nabucodònosor, sovrano d'Assiria, Judit è, dunque, a propria volta "reina" (cfr. v. 1845 e v. 1890). Le due regine della terza tragedia. Isabella e Maria, sono invece delle vere figura di sovrane, le monarchi cui caratteristiche saranno da esaminare insieme delle tragedie di Della Valle. Si può tazione di gender influenza solo in maniera marginale personaggi e la loro connotazione morale. — 32 — a quelle degli altri anticipare sin d'ora che la connola costruzione di questi Il potere Judit di Pur rivestendo ufficialmente un ruolo subordinato, esercitano però, nei confi-onti del loro compagno e re, mette loro di agire autonomamente e di raggiungere un due eroine le influsso che per- dell'uomo ai Come loro disegni. vincolo tra re e regina degli interlocutori. il Ad potere E propri scopi. i potere dato loro dalla bellezza, che seduce e innamora, legando il volere il avviene nel rapporto re/consigliere, nel non si concentra nelle mani di uno solo entrambe essere precisi, anzi, in tragedie è le il potere del sovrano sulla consorte a mostrarsi più apparente che reale: Assuero, vinto dal fascino della moglie, rinuncia condannarla a morte; Oloferne, dalla legge, di Ester e Judit si proprie vesti e le suo mette in realtà nelle mani di lei. servono entrambe dell'arsenale della femminilità curan- tavolo e nel suo letto, do alla facoltà, conferitagli nell'invitare Judit al si la propria gestualità nel far questo, e, nascondono i loro veri propositi. Tuttavia, mentre la dissimulazione di Ester è di breve durata, limitandosi alle due cene estende a tutto Differente eroine: na ambedue di Persia guinario. testo. rischiano combatte la la La protagonista col consorte e Aman, quella di Judit rovina della propria gente, ma, mentre il suo proposito tace a tutti i un è territorio si due d'altro canto, la situazione delle è, propria battaglia su campo nemico ed Judit è in alla il la regi- ben conosciuto, ben più impegnativo e san- suoi progetti, persino alla serva Abra, quale pure mostra un animo coraggioso ed ispirato, che confida nella grazia e nella misericordia divina. statuto incerto all'interno del La sua continua dissimulazione ed campo il suo rendono Judit un personaggio assiro più elusivo e complesso di Ester, e che meglio incarna un modello di femminilità trionfante. La cifra del personaggio di Judit è ebrea lascia agli interlocutori suo enigmatico il compito il di interpretare sorriso. L'eroina i suoi pensieri, senza svelarsi, a differenza del verboso Oloferne, che indulge ad una con- Non abbiamo una tinua, e forse compiaciuta, autoanalisi". caratterizzante di Judit; la sua avvenenza, ripetutamente brata, resta priva di connotati precisi. si veda in proposito l'analisi di Di lei conosciamo solo Dal detto Sanguineti White, descrizione menzionata il e cele- colore dora- alla figura, 112. La rappresentazione della loquacità del personaggio maschile e del silente autocontrollo del personaggio femminile capovolge destinati ad essere riconfermati proprio in merito to di alle gli attributi Torquato Accetto, Della dissimulazione alla onesta, di tragedie dellavalliane. In questo sintetico saggio pace di controllare sioni, come tutte vengono contrapposte mente capace del più alla le donne — la le tradizionali dei due pochi decenni posteriore lacrime di Penelope, inca- manifestazione delle proprie pas- "fermezza del corno e del ferro" di Ulisse, completo autocontrollo [Della dissimulazione — 33 — sessi, dissimulazione nel tratta- viril- onesta, 29). Monica Bilotta to dei capelli, il candore delle carni un percezioni altrui, avvolta da Judit risulta per l'appunto, e, il sorriso. Filtrata dalle susseguirsi di interpretazioni soggettive, ancora più misteriosa e sfuggente di quanto non rendano la sue parole, miranti intenzionalmente a lusingare l'interlocutore e le sue le attese. Sotto le vesti di propria guerra per la aspettative maschili. agli imbelle, timorosa e compiacente, combatte la donna salvezza della patria, facendo leva, scientemente, sulle Vagao vede occhi del condottiero sigliere in lei un'umile prigioniera, desiderabile dunque capace e un insperato controllo di guadagnare sul compagna tonia con queste percezioni, dicendosi umile servo-con- al proprio capo. Judit sembra agire in sin- di schiavitù, lusin- gata dall'amicizia del mezzano. Per Oloferne Judit è l'oggetto del desiderio non meno che sentimentale, un'avventura distensiva in mezzo alle erotico sembrano contraddirlo' 2. Per e rappresenta l'occasione attesa per azioni militari; né fedele il capace, pur senza volerlo, di allontanare lici' motivate riserve, inducendolo ad approvare Per mettere a fuoco cui si conforma le è una comandante il sirena allettatrice, dai suoi doveri bel- di Judit, però, smantella persino le sue La straordinaria bellezza \ Arimaspe parole di Judit le le scelte di Oloferne'^. camaleontiche virtù di Judit e le strategie con maschili per manipolarle, occorre soffer- alle aspettative marsi sulla sua celebre toletta, narrata da Vagao ad Oloferne. Si tratta di un episodio centrale per importanza e incidenza strutturale, dove dei sensi si somma la a disposizione; nell'obbedire, dramma, il è voyeuristicamente il servo riferisce potere che gli lusinghe fascinazione della parola, capace di legare e avvincere. Oloferne ha incaricato Vagao di recarsi da Judit e di metterle stirsi e si alle al il il suo tesoro servo ha sorpreso l'eroina nell'atto di sve- fermato a spiarla. Nel punto culminante del suo comandante ciò che ha visto, per sfruttare viene dalla posizione di intermediario. ruolo chiave rivestito dalla parola rende questa scena di seduzione Il particolarmente suggestiva dal punto di vista metatestuale. riconoscere in questi versi una infatti E possibile riflessione sul potere persuasivo della parola e dell'immagine, elementi costitutivi di ogni opera teatrale. Fra 1 molti possibili esempi alle pressioni di ^ Arimaspe, ai si veda, in particular w. 1 -^Arimaspe vede nell'avventura erotica cui momento culminante dell'assedio, un Per un diverso giudizio interlocutori si sé, la risposta di Oloferne il comandante indulge, proprio nel possibile segno di corruzione del valore guerresco dell'esercito assiro (w. 1044-1053). rappresentato da Judit in modo, 178 - 1201. 11 pericolo non sarebbe, dunque, quanto dall'attenuarsi dello sforzo bellico. sulla ricezione di Judit tramite gli epiteti usati dai suoi veda Sanguineti White, Dal detto — 34 — alla figura., 92-96. POTERE Il, Judit DI Nello svolgere questa operazione, Della Valle approfitta di un momen- to istituzionale della tragedia, genere cui Aristotele aveva riservato la sis, non Ad la diegesis. ospitare l'analisi dei rapporti tra parola e momento del messaggero, è, infatti, la rhesis deputato mime- immagine racconto di ciò al avere luogo in scena, e dunque unico spazio potenzialmente dedicato dìV ekphmsis all'interno del dramma. Nel che, per motivi rituali, trasformare non poteva Della Valle aggiunge un ulteriore la rhesis in ekphrasis livello al proprio intervento metatestuale. La descrizione della toletta di Judit, infatti, permette di mettere in scena e commentare (tramite la dizionare le abilità modo in cui la paro- Della Valle esplora, in parti- raziocinanti dell'uomo^''. e, il reazioni emotive e di con- le in generale, le modalità dimensione e la ogni operazione persuasiva fondata sulla percezione visiva ed audi- In tale contesto Oloferne diventa figura sia dello spettatore, che tiva. abbandona consapevolmente al da un discorso sapiente che cia questa il messaggio, sfrutti sia di richiamo il ogni individuo sedot- dell'eros. L'autore intrec- indagine conoscitiva ad un'analisi sui rapporti immagine, condotta facendo continuo ricorso visione come si fascino dell'opera teatrale, abdicando alla capacità di valutare criticamente to plasmare di colare, lo statuto della tragedia etica di enunciati del coro) gli e l'immagine sono in grado al campo tra parola e metaforico della pittura interiore, operazione che incoraggia la lettura della scena della toletta di Judit quale intenzionale presa di posizione all'interno del dibattito sui rapporti tra poesia e pittura. Attraverso la sua dettagliata descrizione dello abbigliarsi dell'eroina, l'eros che questi all'invito di Tutto si Vagao lusinga fantasia del attende e ne accarezza Oloferne che di', la lo esorta il svestirsi e del successivo padrone sulle gioie del- desiderio, rispondendo appieno ad un resoconto minuzioso: nulla lascia. Comincerò, ascoltando, il ben ch'avrò abbracciando. (w. 1417-1419) Oloferne conta, dunque, di godere, grazie alle parole del servo, un'an- ticipazione del possesso di Judit. La ricezione del racconto prepara -'La dimensione puramente immaginativa viene sottolineata da Angelini e verbale della seduzione di {Il teatro barocco, co di Federico Della Valle," 1496-1498). Si 174) e da Getto veda inoltre la ("Il il con- Oloferne teatro baroc- suggestiva analisi di Tessati ("La Judit di Della Valle," 109-124). Tessari rilegge la natura obliqua della seduzione di Oloferne entro tura l'intera tragedia. il "dramma cosmico" che La forza d'attrazione accesso a Dio, diviene fonte di labirintico smarrimento per rappresentato dal comandante assiro. — 35 — a suo avviso strut- della bellezza, possibile strada di il principio maschile Monica Bilotta come tatto fisico, sottolinea la rima baciata "ascoltando" La parola prefigura un'immagine sia, mente efficace nella per conquistare menti della : "abbracciando". piacere dei sensi, in quanto è in grado di creare il emozioni le dell'ascoltatore: ne di chi fi-uisce, ne consegue che deve ricorrere poe- agli stru- pittura. Questo motivo viene sviluppato nel successivo intervento che, la interrompendo la di Oloferne, narrazione del servo, esclama: Vaga figura formi a l'alma, del ver piena. E mentre io tale in me stesso la pingo, l'abbraccio anco e la stringo e già la godo quel ch'ascolto et odo. Però segui: in ben caro pittore sei di sperati diletti al (w. 1457-1464) desioso core. Vagao viene definito sentazione visuale "pittore" poiché facoltà alla il suo racconto offre una rappre- immaginativa di Oloferne; ascoltando, Oloferne a sua volta "dipinge" nel proprio intimo Judit ed ha così l'illu- Viene qui rapidamente delineata una vera e pro- sione di goderne le grazie. pria teoria della ricezione: nel restituire sua valenza icastica, crea reazioni emotive dell'ascoltatore'^. che con pittore una scena visiva, la parola, L'implicita comparazione Vagao tra sua descrizione diventa controfigura del poeta-autore la pone in risalto l'intercambiabilità delle l'analogia dei due arti il — e la le — un (poesia e pittura) e Della Valle sembra loro effetti sull'ascoltatore/spettatore. dunque riprodurre con un'immagine mentale che predetermina binomio oraziano deìYut pictura la po'ésisr. mente equivale alla pittura, in quanto suggerisce un'immagine alla poesia dell'a- scoltatore e ne influenza lo stato emotivo. Oloferne sembra momento pur avvertendo compiere ravvisare l'indole in cui lo definisce "pittore il le / manipolatrice del di sperati diletti lusinghe dell'in- narrandi di Vagao, passo successivo e a sospettare, se Si stabilisce servo nel al desioso core"; non riesce, però, a / non smascherare, gli scopi del qui un suggestivo parallelo tra visione e possesso e tra ascolto e godi- mento, come testimoniano le disposizione chiastica fra due verbi di percezione ("in due verbi di 'fruizione,' collocati all'interno, sottoli- presente e la i odo"), posti all'esterno, e nea sia l'opposizione tra i il rime interne: "pingo"/ "stringo", "godo natura immateriale della percezione e proiezione la immaginato. — 36 — fisicità me "/ "odo". La stesso la pingo, flitura, sia il / ... contrasto tra del possesso, la peraltro solo Il mezzano. Il capo cui riconosce potere di Judit mostra un'analoga cecità nei confronti assiro carattere guerriero, senza però intuirne il differenza dei suoi interlocutori, Oloferne come arma parola di offesa e di difesa, ma non il misurare sa di Judit, di secondo il rimane prigioniero fine. A potere della di una con- cezione materialistica ed elementare dei conflitti. Tale consapevolezza affiora invece nei commenti del coro, che, a con- clusione del racconto di Vagao, approfondisce l'analisi dei rapporti tra parola e do immagine segnalando le differenze tra i due strumenti e decretan- trionfo della resa verbale, ovvero della poesia: il O Vagao voci ben degne, di servo voci fìnte, depinte di lusinghier diletto, che con le voci serpe a frastornar il petto! Tutto può vista vaga. Smuove, e contra travolve, accende, lei Ma lingua, un cuor mal si difende. che dipinge a cor già acceso placida figura, ahi, quanto lega Oltre ad essere a tutti con i personaggi, il (w. 1611-1 621). e stringe! gli effetti un'entità nunciare un giudizio etico sulle vicende che questo passo, il drammatica che coro dei soldati assiri assolve coro si sofferma sugli anche si effetti della la interagisce funzione di pro- svolgono in scena'". In parola e dell'immagine, insistendo sull'uso manipolatorio a cui questi mezzi possono essere piegati. In particolare, il scoltatore è visto potenziale della parola nel suggestionare come la mente superiore a quello della visione. Si tratta di una que- stione centrale nell'epoca della Controriforma, poiché parola e sono gli dell'a- immagine strumenti adoperati dallo Stato e dalla Chiesa per assicurarsi controllo delle coscienze. Della Valle, dunque, non colare dibattito sul rapporto tra pittura e poesia, il solo interviene nel se- ma assegna alla propria indagine un valore conoscitivo ed etico in sintonia col tema fondamental- mente politico delle sue tragedie. Le parole cio', 'Riguardo alla di Vagao vengono definite "finte", ossia 'disposte "depinte/ di lusinghier diletto", cioè arricchite al duplice ruolo del coro, che drammaturgia classica, si vedano le accomuna la (ma la scelta con artifì- del verbo tragedia cinquecentesca osservazioni di Paratore in "Nuove prospettive sull'influsso del teatro classico nel '500" e La Penna in "Palazzo, coro e popolo nella tragedia antica e nella tragedia umanistica." — 37 — Monica Bilotta è significativa) di per un piacere che intende allettare'; piacere che, attraverso procede obliquo, insidioso ("serpe"), fino l'esca verbale, al cuore ("petto") La censura morale del coro assume, quindi, valore irretirlo. di ammoni- mento per gli spettatori, sottoposti, nel quotidiano, a sollecitazioni simili. Al tempo stesso, in un'ulteriore torsione cognitiva, la tragedia cerca, a sua volta, di 'sedurli' proprio nel momento in cui svela i meccanismi della per- suasione. La parola che lusinga l'ascoltatore è quella che diletta, che asse- conda i suoi desideri; compiacendone Vagao addicono ad un'anima si Dopo come rimarca servile, il destinatario, il effetto potente, pervasivo, su chi la un cor mal e difende si infiamma. Tuttavia, "); Se luogo, come alla la 1611). v. immagine contempla ("tutto ("vista vaga") ha può"/ "contra lei emozioni dello spettatore, che domina agisce sulle la trascrizione opera di una "lingua che dipinge", acceso", parole di coro passa ad una notazione sul potere dell'immagine e della parola: una bella un il le questa premessa sull'insidia di un discorso congegnato ad soggiogare arte, inteso a per sé peri- le attese, essa risulta di colosa, ambigua, potenzialmente manipolatrice (non a caso, è verbale di un'immagine allettante, ad ancora più forte nel legare un "cor già sottolinea l'avversativa "ma". rappresentazione visiva, e dunque alla pittura, spetta, in primo capacità di suscitare un'intensa risposta emotiva, la parola è in grado di ricreare e rendere stabile l'impressione così generata' s. In virtù del potere catalizzante della resa verbale, l'oratore le può indirizzare ai propri fini emozioni destate dalla visione interiore che ha saputo evocare scoltatore. Se entrambe le arti, poesia e pittura, hanno nel sollecitare risposte emotive, l'autore suggerisce, per L'importanza assegnata nella mente prima metà in anni alla la nell'a- medesima forza bocca del coro, che capacità di creare, tramite la parola, un'immagine degli ascoltatori viene teorizzata dalla retorica gesuitica durante la del '600, ossia proprio nel periodo della immediatamente ragione, da Mercuri, successivi. Se La Reina composizione della Judit o di Scozia è stata definita, a una tragedia gesuitica ("Z^ Reina di Scozia Della Valle," 147 e seg.), non sorprenderà che si di Federico possano riscontrare varie analo- che non impedisce al tragedioautonome conclusioni morali ed estetiche. Un elemen- gie tra Della Valle e l'estetica gesuitica, afììnità grafo di trarre le proprie to di difi^erenziazione è costituito, inserita la riflessione ad esempio, dal forte ambito erotico dellavalliana sul in cui è potere della parola e dell'immagine. Sull'importanza della componente visiva, esteriore e interiore, nella poetica gesuitica si vedano, tra gli altri, Esercizi spirtuali di Ignazio arti figurative, Franca Angelini, che ricorda come, a partire dagli de Loyola, ("Poesia e letteratura tragica," 203) e alle pp. 198-21 la Controriforma che concorrono a "muovere più 1, privilegi "l'oratoria e le l'affetto et intenerire Marc Fumaroli, il cuore" Eroi e oratori, soprattutto dedicate alla produzione del gesuita Bernardino Stefonio. — 38 — potere di Judi Il la parola presta meglio dell'immagine ad si un uso strumentale da parte potere. primato della parola viene sancito dal Il Vagao delinea per di duecento in versi — che proprio signore. Si tratta di uno dei passi più il dell'intera tragedia: la descrizione della toletta di Judit meno — ritratto versi (w. si 1420-1605), in cui l'autore La del riusciti prolunga per poco una scena allestisce mezzano dinamica e insieme ricca di dettagli. ekphrasis, descrivendo un vero e proprio quadro, anzi un dittico, in quan- to comprende anche rhesis del tavola elaborata dall'eroina. la Dopo presenza del voyeur all'ingresso della sua tenda, Judit, si trasforma in avere scoperto la infatti, lo invita ad entrare ed assistere a quel che resta delle sue abluzioni e diviene, così, da oggetto inerme di uno sguardo indiscreto regista consapevole della propria È bellezza. questo il secondo pannello del dittico scena Judit che mette in scena se realtà ne l'immagine di Judit posseduto. è in stessa. Oloferne, spettatore privilegiato di entrambe di possedere Vagao mette in cui e, le in proiezione, Dapprima sembra che sia rappresentazioni, crede il suo corpo, mentre in Vagao (inconsapevole stru- mento divino) a gestire le passioni del capo assiro. E però Judit che, attraun uso cosciente della propria immagine, domina Vagao (e, tramite lui, Oloferne). I due si servono l'uno dell'altra, in una sorta di lotta sotter- verso ranea per il l'inizio del la poetica. controllo del comandante, il cui sguardo è presupposto sin dal- dialogo e che viene stregato dall'immagine "dipinta" dalla paro- seduzione esercitato dal drammaturgo L'effetto di diverso da quello operato da comprendere Vagao su Oloferne: ammirare non e lo spettatore è tuttavia può ma solo la bellezza dell'eroina, infatti anche, e soprattutto, la sua potenza creativa nel soggiogare l'animo dei nemici. rappresentazione della toletta di Judit presta quindi a essere letta si teatralizzazione dell'intento di controllare le facoltà cognitive e La come immagina- tive dell'interlocutore tramite gli strumenti della parola e della visione. Nell'iniziate la sua descrizione ammaliante, mente la riportato su di lui, propria immagine prio racconto Che dirò, Il la", mio dea anco in sia del sarà, intrigante, grazie a un la implicita- prigioniera ha abile utilizzo sia della proprio eloquio. Vagao premette, infatti, al pro- dei pregi di Judit: signor? Tutta è vaghezza, dea bella, (w. 1420-1422) favella. fascino di Judit che arma mezzano la sintesi e se 'n volto è è Vagao riconosce superiorità di Judit, confessando la vittoria che accanto non alla si limita all'aspetto, ma coinvolge la sua "favel- "vaghezza", la sua seconda ed altrettanto esiziale nello sconfìggere gli Assiri. Come Oloferne ammira — 39 — l'abilità retorica Monica B flotta Vagao senza comprenderne l'intenzione manipolatoria, di il servo assiro, pur cogliendo la peculiarità di Judit, non nella "vaga favella" della sua interlocutrice la stessa si arma manipolatrice proprio quadro, il (cfr. il w. 1423-1440). L'ambientazione con in contrasto sia pastorale (si pensi ad esempio aìV Aminta deìTasso testo la dramma. Resta quinte naturali di scene simili nella poe- le e, spazio all'evo- alla toletta della bella tutta interna della scena di denudamento, collocazione cortigiana ampio servo dedica che fanno da sfondo cazione degli apparati fastosi e del di serve nei confronti del proprio signore. Nel costruire ebrea modo Accecato da un pregiudizio misogino, Vagao non riconosce la pericolosità. cui egli allo stesso è capace di intuirne dunque, la [II, 1]), sottolinea nel valenza politica dell'episodio tuttavia intatta la sensualità dell'episodio, che viene anzi accentuata sia dalla tensione tra l'artificio degli arredi e la nudità dell'eroina sia dal dettaglio del servo che spia, circostanza tipica degli intrighi cortigiani''^. In questo tableau vivant, di cui Vagao dello sguardo del servo e lo scoprirsi di mente alla L'immagine dell'eroina colta viene, però, trasformata dall'intervento di intento a spiare, induce Se prima si la ombra faceva adducendo come pretesto mostra in tutto del voyeur in un momento il di Abra che, scoprendo della propria clandestinità, si abbandono il mezzano Vagao adesso presenti a lui così come si messaggio di Oloferne. L'eroina accetta il suo splendore. La sua bellezza e il armi con cui assume do sa consapevolezza nei gesti di Judit. impudente, chiedendo che Judit si non ignara contribuisce notevol- valenza erotica della scena, ricca di suggestioni dinamiche e di serici bagliori. e è l'unico regista, Judit lei il si fa trova, la sfida suo fascino sono le controllo della situazione fino a capovolgerla, facen- un proprio strumento tramite il quale inebriare e confondere Oloferne: Così entrata è a chiamarla, et ella, uscita parte discinta e sciolta, parte ristretta e avolta, mentre or s'apre, or si mille vaghezze scopre copre, [...]. (w.l495-l499) L'avvenenza di Judit è qui arricchita dalla presunta spontaneità del suo ^La suggestione Giovanni Getto lasciva ("Il della scena è stata segnalata in particolar teatro barocco di Federico Della Valle", 1496-97) e Croce {Federico Della Valle, modo da da Franco 146-148), che sottolinea anche l'ambientazione cor- tigiana dell'episodio e la conseguente valenza politica del giudizio etico. — 40 — potere Il Siamo gestire. momento al di Judit di massima sensualità della scena: è diffìcile di- stinguere che cosa è natura e cosa è arte nell'incedere di Judit. Còlta di sorpresa "discinta e sciolta", ella accenna a coprirsi e lato nel concedere rende ciò che il suo pudore (forse simu- allo spettatore fuggevoli squarci della propria bellezza), intravede ancora più desiderabile: sembra di assistere si all'amplificazione degli effetti di sprezzatura citati dal Conte Ludovico Canossa nel primo della figura di Judit libro del Cortegiano^^ suo apparire di fronte al quantomeno In al La sensualità . di servo deriva, infatti, dall'assenza di artificio, o un non immediatamente percettibile. questo primo quadro, controllato da Vagao, non si avverte ancora dal ricorso a artificio intenzionalità nello scoprirsi di Judit e l'eroina arriverà presto a teorizzare come naturalezza la propria inalienabile caratteristica. Bisogna tuttavia prestar fede solo in parte a tale strategia di autorappresentazione: momento stesso in cui rifiuterà ogni artificio assiro, la bella ebrea rà davanti agli occhi del servo simulato La natura proteiforme La costrui- si ricorso dis- della sua personalità poliedrica. lotta sotterranea fra Judit e Vagao ormai è ammira senta a lui semisvestita e gemme le ofifie le adeguatamente, giustificando così umiltà Judit il del suo personaggio viene sottolinea- del proprio potere, l'inviato di Oloferne te Proprio ad un modello riconosciuto, che tuttavia non dà intera- ta dall'adesione mente ragione d'arte. renderà Judit l'incarnazione iperbolica della femminilità all'arte castiglionesca. come un'opera nel si ricche rifiuta ugualmente importanti in si pre- degli Assiri perché si orni gioielli, in i sunta rivendicazione di semplicità. In realtà vari livelli, tutti prigioniera che Con apparennome di una pre- convocazione. l'arbitraria mostra a Vagao e ne compiacendosi serrata: la si un assiste testo qui a uno scontro a denso di valenze reli- giose e politiche: "Quanto più di tutte piace una, dico, non brutta, che si conosca chiaramente non aver cosa alcuna in su la faccia, benché non sia così bianca né così rossa, ma col suo color nativo pallidetta e ralor per vergogna o per d'un ingenuo rossore, coi capelli a caso inornati plici e naturali, e e coi gesti sem- senza mostrar industria né studio d'esser bella? Questa è quella sprezzata purità gratissima agli occhi ed agli animi umani, essere dall'arte altro accidente tinta mal composti ingannati" Castiglione, // i quali Cortegiano, Libro sempre temono I, xl, 88. Nella descrizione della Judit Della Valle sembra aderire alle teorie di Castiglione, solo che qui l'eroina non mostra una L'ambiguo erotismo di tali mano o un piede, ma tutte le sue grazie segrete. esempi di dissimulazione muliebre dell'artifìcio è dis- cusso da Giulio Ferroni nel suo "Sprezzatura e Simulazione", dove nota sprezzatura costituisca un continuo atto di dissimulazione, se non come di lazione, reso necessario dalla catena di deviazioni e inganni che costituisce comportamento sociale sulla "scena della corte" — 41 — . la simuil Monica Bilotta — Giungerò serva indegna; — ha rispost'ella [...] A me non al ciel tornar a lui; ei vide, ned di nova o ornarmi mi io mia al core riveggia quale debbo, anzi non voglio règia altezza et arrischiarmi a dispiacergli, che '1 o eccelso signore, mi come mia morte piacergli è cara vita e fora, — mia grandezza. Judit è ben consapevole di che prima l'abito, in cui ch'io piacessi, so se agli occhi mio del ne fie assai piacque (w. 1524; 1536-1546) come Vagao giocando col nuovo potere stia proviene dal ruolo di mezzano. Nell'atto di mostrarsi remissiva, gli donna passa in realtà mento di seduzione. per conservare al contrattacco, usando la propria bellezza Il rifiuto delle propria la un oggetto decorativo, piacimento. Ma tà, ella si quanto i di cui i creatori un ruolo possono disporre passi- a loro l'avvenenza è per Judit un'arma segreta e personale, con quale combatte in nome la stru- gemme assire è per l'eroina un modo autonomia, ma è soprattutto un rifiuto della logi- ca degli avversari: l'offerta dei gioielli vuole costringerla in vo, farne come della sua gente; malgrado la la protesta di semplici- abbiglierà in maniera sfarzosa, mostrandosi più affascinante di suoi interlocutori riuscissero a immaginarla, stose della propria famiglia, stirpe di guerrieri-'. nova o règia altezza" vale come Il ma con le vesti fa- rifiuto di ornarsi "di ulteriore prova di sottigliezza nella risposta di Judit. L'eroina persegue, infatti, i propri scopi senza mentire. Le basta tacere, senza dover accettare, ad esempio, il fine che implicitamente le attribuisce Vagao: l'ascesa sociale da umile prigioniera a favorita di Oloferne. Judit non simula, modo 9 ma dissimula "onestamente": risponde da consentire agli avversari di ricostruire il il ma mai vero, non detto e i in suoi reali 1 Il conflitto militare adombrato risuonare nel rifiuto delle sistente gemme richiamo di Machiavelli nel serrato confrontarsi di Judit e assire, e al dunque delle ricorso ad "armi proprie" Principe, cap. XII). L'eroina ebrea vince la sua battaglia nendo Vagao armi degli avversari, con le (cfr. fa l'in- fra tutti, // proprie armi, rima- fedele a se stessa e alla sua causa fino alla fine. L'unità di propositi della protagonista si contrappone anche abbandoneranno i alla parziale infedeltà dei soldati assiri, che loro doveri di sorveglianza per dissetarsi alle fonti di Betulia, incoraggiati dal lassismo dei propri capi. — 42 — potere Il di Judit comportandosi quindi come un'incarnazione ante litteram propositi, dissimulazione onesta propugnata da Torquato Accetto. Tutte ma suggeriscono un'attesa fervida, però, significare al tempo della sue parole le pudica, della notte in arrivo: possono, compiacenza per stesso sia desideri di Oloferne, i ansia di compiere la propria sacra e feroce missione22. sia Nel non maniera mezzano volersi rivestire di "nova" altezza, inoltre, Judit contegno sottile sia al Vagao, che di oppone si in esalta del proprio ruolo di si del suo signore, sia a quello dello stesso Oloferne, sicuro di aver un già vinto Betulia e convinto di essere dichiaratamente prendere questo punto la protagonista passa che assistere a quel E come dio23. alla recezione della propria immagine, assumendo Vagao, a cui non di il comincia a A Vagao ad controffensiva, invitando resta della sua toletta: l'eroina anche del resoconto se l'ebrea volesse distanze dalla hyhris colpevole degli Assiri. le modulare la controllo, indirettamente, che testimoniarne con stu- resta pore l'avvenenza sempre crescente. Questa scena costituisce il secondo pannello del dittico (w. 1559- 1605) interamente dedicato ga Vagao e, tramite rapporti di forza è restare, elargito carte ("e volea uscir. gando in riso, / trionfo di Judit, che con ogni gesto soggio- A confermare questo capovolgimento dei con cui sorriso il con al Oloferne. lui, calma la Ma ebrea invita — Anzi ti il mezzano giocando consapevolmente placida quanto bella, ella, / ha detto: la bella di chi sta ferma", / la w. 1559 le dolce bocca ripie1562). Davanti - a sue al servo di Oloferne, e quindi per suo tramite nell'immaginazione del duce assiro, ella scivolare, non isce quello del lo ( "Né presente, reali", a caso riveste. si che caratterizzava s'è / campo semantico Al prima parte dello sciogliersi e dello della toletta di Judit, si sostitu- chiudere e dell'intrecciare, emblemi del recuperato control- ma lavata sol, ha la chiome l'auree ha coronate sparse, / ha raccolte, ha / di ricche gemme, intrecciate, quali / ornan me teste w. 1574-1578). Judit costruisce se stessa come opera d'arte, orientando tramite una "divina favella" la percezione visiva della propria bellezza. Vagao, poeta-pittore abilissimo, non è, tuttavia, in grado di leggere il gioco simulatorio Per un'analisi del gioco semantico imbastito nel colloquio fra Judit e Oloferne, Semantica cfr. Raffaelli, ^Si veda, fra i molti possibili esempi, 709 ("ma un dio il vivo, splendente feroce splendore del proprio Immagine non meno minaccia di Oloferne so, tragica, 95. ben so!" (w. icastica del al la descrizione che ne dà Vagao ai w. 708- d'arme pregne di lampi"), contrapponendo / comandante al deus absconditus dell'eroina. blasfemo materialismo assiro è dio di Judit: "Ma s'io fo 514-515). — 43 — la grottesca balenar questa mia spada, / ben Monica Bilotta donna; della è vittima dell'abilità di lei, della scena. L'eroina finisce col gestire il che diviene la reale organizzatrice gioco, sovvertendo dall'interno le regole imposte dagli avversari. Vagao è preso al laccio: la sfi-ontatezza di chi donna l'intimità della ha violato con lo sguardo prigioniera, per poi chiamarla, discinta, dinanzi a sé, presunzione di essere stato testimone dell'epifania di una è sostituita dalla dea: E [...] 'over reina sembra propria pompa s'a la non e è assiria poco d'Assiri, ma rimiri: nel volto né ebrea, (w. 1601-1605) è dirla dea. voyeur cortigiano diviene Il il portavoce del trionfo di Judit: del suo fascino certo, ma, inconsapevolmente, anche della sua abilità di sconvolge a suo piacere la la mente degli uomini. L'eroina ebrea è Armida, che per una volta ha snudato lo eletto, dei predecessori di La scena dell'abluzione i Poi, vagamente man le s'è si faranno carico della nobile nuovi invasori orientali. costituisce simulata esibizione. L'eroina mostra un passo proprie armi a favore del popo- quei cristiani che missione della crociata contro prio fascino, in le maga che una novel- al il momento mezzano chiave di questa dis- l'origine naturale del pro- di ricercata fattura: assisa, bianche e fronte la lavata soave; e sua bellezza, non so come, lavando crescer mi parca, in guisa che s'accresce figura, a cui giungendo vada arte e colore (w. 1566-1573) curioso pittore. L'acqua, elemento solvente e detergente, intensifica lo splendore della donna, che pittore si si avvolge di prio volto, infatti, sangue e un alone di mistero. Il paragone carica, però, di ulteriori risonanze: nell'esaltate la la donna assicura che "Nulla cosa Dio" (w. 1564-1565), riprendendo il il tra Judit / se non il oppone "natura" pinge topos che. , a "cosmesi" nella dialettica tra bellezza e seduzione. L'analogia tura viene introdotta dall'eroina nel vo nel definire la momento con la pit- assume un ruolo atti- propria immagine. Vagao, in veste di poeta, sottolinea effetti del rituale di Judit: la bellezza della tatto in cui ed un purezza del pro- con l'acqua, così come si donna sembra "crescer" al con- "accresce" l'immagine creata da — 44 — gli un pittore Il nel passare da disegno mezzi puri di e legittimi. Judit natura o forse oppure lei non il suoi strumenti e I (la che di a pittura. Judit raffina la propria bellezza servendosi sangue è potere Dio suoi colori sono di i un gioco la stirpe, in e del di dissimulazione onesta) Dio e del "sangue", con Deus pictor. L'eroina sembra attingere pennello, lo strumento di riferimento metatestuale al topos dei a questo tema, caro alla trattatistica classica e medievale, per sottolineare, con un'allusione che Vagao non può proprie cogliere, l'origine provvidenziale delle grazie-^'*. Alla naturalezza di Judit, còlta mentre pittura, che avvale dell' "aggiungere", si lava, si non si oppone l'artificio della del "sottrarre" operato dall'ac- qua, elemento solvente. La corrispondenza, nel testo, fra naturalezza/sottrarre da un dalla giustapposizione quadro, lato e artificio(arte)/aggiungere dall'altro ci viene infatti, la due componenti delle del protagonista, ignara dello sguardo del servo, divenendo emblema proprio fascino tramite il aggiungere e sottrarre, in cui il l'artificio. L'ambiguità che caratterizza il riveste, tra al e sintetizzare la differenza tra comportamento rende necessaria la della bella ebrea sin dal- distinzione tra la condotta del mez- e quella della bella prigioniera-5. fica la si simulatorio di Vagao e quello dissimulante di Judit. l'originale biblico zano Judit, l'eroina La contrapposizione valore esplicitamente positivo è assegnato secondo elemento, sembra inoltre riproporre l'agire spoglia, si della naturalezza che seduce nel suo manifestarsi, mentre nel secondo, tracciato consapevolmente da arricchendo confermata Nel primo dittico. Se, infatti, la rhesis di messa in scena dell'uso strumentale della retorica costruendo una rappresentazione della trollo delle coscienze, tale figurazione di carattere etico sul mondo, come Vagao ampli- e delle arti visive, lotta controriformistica per si colloca all'interno di illustrano i commenti il con- un discorso del coro. Sia servo corrotto sia l'eroina (figura della Vergine) ricorrono in modo il fun- zionale all'abilità oratoria e alla potenza dell'immagine. La valutazione morale degli strumenti della persuasione, d'altronde, sembra conda di chi se ne avvalga, tanto da mezzi basata unicamente Sul topos del far differire a se- pensare ad una valutazione dei sulla legittimità dei fini. Deus pictor si veda Curtius, European Literature and the Latin Middle Ages, 544-546. -'Sulle molteplici suggestioni interpretative sollecitate dalla figura di Judit già nel testo biblico, tiva si veda Squarzina, "Una, due, tre, cento Giuditte," nonché l'esaus- indagine di Stocker, Judit Sexual Warrior Stimolanti osservazioni sulle dif- ferenze tra l'originale biblico e la riscrittura dellavalliana sono sviluppate, oltre che nell'intervento di Squarzina, in Cazzani, "La vita e l'opera poetica di Federico della Valle"; Croce, Federico Della e i suoi doppi," 457-463. — 45 — Valle, 126-128 e Gardair, "Giuditta Monica Bilotta nisti come testo mostra, tuttavia, Il associa, infatti, a si mente, mostra si comportamento due come È in Vagao grado di leggere e quello di due antago- Oloferne e, se neces- sebbene manipoli l'uno per brama di potere prigioniera di guerra. Judit, invece alla dissimulazione onesta, tace valori. di comportamento. Vagao differenti strategie di servile e adulatore nei confronti di sario, nei confronti di Judit, disprezzi l'altra il sovrapponibili. La diversa statura morale dei non siano Judit il mondo i suoi e di fini, non e come si è visto, ricorre ma non sconfessa suoi i farsi guardare nel cuore, pur senza mentire. Con questa creazione. Federico della Valle legittima, dunque, l'uso una visione complessiva- difensivo delle tecniche della persuasione, entro mente pessimistica messa Solo mento nessun potere terreno può attingere subordinati e agli umili è dato seguire ai un mondo Nella prospettiva desolata e del potere^^. in scena nelle sue tragedie, giustizia. In mondo del regolato da leggi violente, che della virtù e il la alla volontà di Dio. comportano il disconosci- controllo oppressivo del pensiero e della libertà di uno strumento fondamentale affinché possa sulla terra il progetto di Dio sull'uomo. Le figure femminili, in modo, sembrano le depositarie privilegiate della misteriosa e coscienza, la dissimulazione è realizzarsi particolar imperscrutabile azione divina, proprio grazie alla posizione marginale in cui vorrebbe confinarle lo sguardo maschile. tori, che non si curano di indagarne i La cecità dei loro interlocu- pensieri segreti, permette, così, alle eroine dellavalliane di intervenire con particolare incisività nel dramma della storia. Rutgers University Opere citate Accetto, Torquato. Della dissimulazione onesta. A cura di Salvatore Nigro. Torino: Einaudi, 1997. Angelini, Franca. Benson, Pamela Il teatro barocco. Bari: Laterza, 1975. The Invention ofthe Renaissance Woman. The Challenge ofFemale Independence in the Literature and Thought of Italy and England. University J. Park, PA: Pennsylvania State UP, 1992. Castiglione, Baldassar. // Cortegiano. Introduzione di Amedeo Quondam, note di Nicola Longo. Milano: Carzanti, 2000. Cazzani, Pietro. 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