N. 6 2013 - Assofond
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N.6 2013 ASSOFOND FEDERAZIONE NAZIONALE FONDERIE Poste Italiane S.p.A. - Anno XL-Pubblicazione bimestrale - Spedizione in A.P. - 70% - Filiale di Milano La rivista delle Fonderie di Metalli Ferrosi e Non Ferrosi 1981 - 2011 DA 30 ANNI AL SERVIZIO DELL’ECOLOGIA SAFOND - MARTINI S.R.L. Via Terraglioni, 50 - 36030 MONTECCHIO PRECALCINO (Vicenza) Cap. Soc. euro 2.000.000,00 i.v. - Cod. Fisc. - Partita IVA - Reg. Imp. 03219800269 - R.E.A. VI-305231 DIVISIONE: SAFOND sabbie da fonderia Via Terraglioni, 50 - 36030 MONTECCHIO PRECALCINO (VI) Tel. 0445 855022 (6 linee r.a.) - Fax 0445 855533 [email protected] - www.safondmartini.it DIVISIONE: SAFOND BONIFICHE AMBIENTALI Via Kennedy, 32 - San Donato Milanese (MI) Tel. 02 51628121 - Fax 02 51627883 [email protected] - www.safondmartini.it DIVISIONE: MARTINI SABBIE Via Terraglioni, 44 - 36030 MONTECCHIO PREC. 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Carla Cominassi, terza edizione ........................................................................ 34 Direzione e redazione Federazione Nazionale Fonderie 20090 Trezzano S/Naviglio (MI), Via Copernico 54 Tel. 02/48400967 - Telefax 02/48401282 www.assofond.it - [email protected] Gestione editoriale e pubblicità S.A.S. - Società Assofond Servizi s.r.l. 20090 Trezzano S/Naviglio (MI), Via Copernico 54 Tel. 02/48400967 - Telefax 02/48401282 Amministrazione e abbonamenti S.A.S. - Società Assofond Servizi s.r.l. 20090 Trezzano S/Naviglio (MI), Via Copernico 54 Tel. 02/48400967 - Telefax 02/48401282 Abbonamenti per l’Italia, anno 2013 105,00 euro Abbonamento per l’estero, anno 2013 180,00 euro Tecnico Una copia 12,91 euro, estero 20,66 euro Congresso 2013 dell’American Foundry Society ...................................................................... 40 Numeri arretrati il doppio L’eliminazione degli ossidi nelle leghe di alluminio: sogno o realtà?......................................52 Spedizioni in A.P. - 70% - Filiale di Milano L’importanza della metallurgia “Metallurgia generale” (ventiseiesima parte) ..................68 In breve Tecnologia EVACTHERM®: la lavorazione moderna delle terre di Fonderia ......................82 i Progetto Grafico Draghi Luciano 20154 Milano - Via Messina 47 Tel. 02/3313321-33604352 e-mail: [email protected] Stampa Nastro & Nastro s.r.l. 21010 Germignaga (Va) - Via Stehli, 15 Tel. 0332/531463 - www.nastroenastro.it È vietata la riproduzione degli articoli e illustrazioni di Industria Fusoria senza autorizzazione e senza citare la fonte. La collaborazione alla Rivista è subordinata insindacabilmente al giudizio della Redazione. Le idee espresse dagli Autori non impegnano ne la Rivista ne Assofond e la responsabilità di quanto viene pubblicato rimane agli Autori stessi. La pubblicità che appare non supera il 50% della superficie totale del periodico. Indice Inserzionisti ..........................................................................................................................................88 7 Industria Fusoria 6/2013 Barabino & Partners Design Ars cokandi. L’eccellenza italiana da più di 100 anni. Rappresentiamo da più di cento anni la realtà leader indipendente attiva nella produzione e commercializzazione di Coke per le fonderie. Una leadership costruita e consolidata, anno dopo anno, attraverso l'attuazione di una visione imprenditoriale di lungo respiro. L'Azienda punta al continuo rinnovamento del sito produttivo, al miglioramento dell'impatto ambientale e degli standard di sicurezza. 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Durante l’incontro è intervenuto il Professor Tosini, responsabile del centro studi Siderweb, che ha dato una panoramica sulla situazione economica del settore, ponendo l’attenzione sui principali indicatori di bilancio del comparto di riferimento e delle aziende sia a monte che a valle della filiera delle fonderie. L’evento si è in realtà consumato nel breve lasso di tempo di due ore, anticipato da un’interessante visita all’interno della Fonderia Glisenti e dal buffet offerto agli associati. Ciò non ha impedito ai presenti di avere un excursus sulla situazione economica di cui dedichiamo di seguito, uno specifico paragrafo e di essere informati sulle principali tematiche che Assofond sta portando avanti. L’incontro si è aperto con l’intervento del Presidente, in sca- Industria Fusoria 6/2013 denza di mandato, l’ingegnere Dalla Bona delle Fonderie Glisenti, grazie al quale ha potuto fare una breve esposizione degli anni della sua presidenza in carica dal 2007 al 2013. Molte le iniziative che sono state intraprese, come il tema dell’articolo 39 sui consumi energetici e, in un’ottica di esplorazione di nuovi mercati, l’organizzazione dei viaggi negli Stati Uniti ed in Brasile.Tutto ciò nonostante il periodo della presidenza sia stato forse il più difficile di sempre per l’industria manifatturiera italiana, e dunque per le fonderie; in tali momenti ogni imprenditore è concentrato al massimo all’interno della propria realtà e alla vita associativa talvolta può essere dedicato minor tempo. L’ingegner Dalla Bona continuerà comunque a partecipare attivamente all’interno dell’Associazione in quanto titolare della delega all’internazionalizzazione nell’ambito della Federazione Assofond. A tal proposito è intervenuto anche il Presidente Ariotti, rimarcando quelle che sono le tematiche a lui più care e perciò da sviluppare nell’ambito della Federazione durante il suo mandato: • continua attenzione alla divulgazione, nonché alla formazione, circa la legislazione sull’ambiente e sulla sicurezza; • maggiore attività di pressione sia su Confindustria sia sul mondo politico riguardo ai temi dei costi energetici; • realizzazione di progetti in ambito di ricerca e sviluppo e 10 attuazione di un effettivo network fra le Università e il mondo delle fonderie, nel duplice aspetto di coinvolgere direttamente le prime nell’esecuzione di programmi di studio specifici e di creare nuove opportunità di lavoro per i giovani laureati attraverso la disponibilità di borse di studio. Un contributo ulteriore alle parole del Presidente Assofond è arrivato dagli interventi dell’ingegnere Zanardi delle omonime fonderie e di Gualtiero Corelli di Assofond. Grazie ad un progetto già avviato, e per il quale è già stato organizzato un Open Day dedicato ad alcuni studi sulla ghisa sferoidale, le Fonderie Zanardi hanno fatto un appello perché le fonderie si possano autotassare al fine di finanziare una sede appropriata, già individuata nella zona di Verona, ed avviare un centro di ricerche al servizio delle fonderie. Gli studi avviati aprirebbero nuovi canali di mercato e concorrenziali al mondo dell’acciaio, tanto è vero che a livello europeo si sono già manifestate resistenze da parte delle rappresentanze tedesche. Il tema è strategico, come ha ribadito il Presidente Ariotti, ma, per verità di cronaca, l’entusiasmo fra gli astanti non si è percepito… Un altro problema riscontrato, che prescinde dagli aspetti tecnici, come quelli citati durante la riunione in tema di resilienza, è la difficoltà a reperire un ma- economico nagement adatto a far decollare il centro sperimentale. Alcuni professori universitari, contattati di recente, non si sono resi disponibili a prendere in mano la gestione e di lavorare a capo di un centro di ricerche. In realtà, se si manifestasse un interesse effettivo da parte delle fonderie, il progetto potrebbe concretizzarsi a breve e risultare, oltre che strategico per tutti gli associati, all’avanguardia rispetto all’attuale panorama dell’industria italiana in termini di investimenti in ricerca e sviluppo: alquanto desolante! Assofond invece, con l’intervento di Gualtiero Corelli, ha posto in evidenza il tema della silice di cui si dibatte da molto tempo, ma che solo ora la Commissione Europea pare sia intenzionata a prendere realmente in considerazione. La possibilità che la silice sia inclusa fra gli agenti cancerogeni dall’Europa porterebbe ad evidenti ed alquanto impattanti conseguenze nei processi produttivi delle fonderie. Assofond ha già raccolto ed inviato i dati necessari al Caef e richiesti dalla Commissione per eventuali provvedimenti legislativi e, partecipando già dal 2006 all’accordo Nepsi, un’iniziativa studiata appositamente per delineare le linee guida per la corretta gestione della silice in ambito produttivo, provvederà nel 2014 ad effettuare il quinquennale monitoraggio delle emissioni presso le fonderie. Inoltre, intorno al mese di febbraio – marzo del prossimo anno, Assofond promuoverà un incontro in tal merito. dente. Nonostante i segnali positivi provenienti dai principali Paesi industrializzati ed il rafforzamento nello scenario congiunturale di alcune Nazioni emergenti, il quadro macroeconomico mondiale presenta ancora alcuni punti di criticità, come il rallentamento dei cosiddetti Paesi BRICS. L’andamento del commercio internazionale rimane nel complesso debole. Le spinte inflazionistiche restano relativamente contenute, favorendo la prosecuzione di politiche monetarie espansive. Per ciò che concerne l’Europa, il PIL complessivo si è ridotto del -0,1% nel 2013. Tale risultato scaturisce da una variazione negativa dei consumi privati e degli investimenti ed una variazione positiva dei consumi pubblici e delle esportazioni nette. Il contenimento della dinamica dei prezzi apre spazi per eventuali altri interventi di riduzione dei tassi d’interesse da parte della BCE. L’economia italiana è ancora in recessione, anche se la caduta del PIL si è arrestata nel terzo trimestre. Il PIL del 2013 si è ridotto del -1,8%, peggio delle previsioni di inizio anno. Tale risultato è dovuto al calo della domanda interna (-2.6%) e delle scorte (0.3%) non controbilanciato dall’aumento della domanda estera netta (+1,1%). Il perdurare della crisi e la debolezza dei consumi hanno determinato un abbassamento del tasso di inflazione. Il rallentamento della crescita economica mondiale ha condizionato la produzione di acciaio. Nei primi dieci mesi del 2013 la produzione globale è aumentata del +4,2%, ma tale incremento è dovuto quasi totalmente alla Cina (+9,7%). La produzione nei Paesi UE è diminuita del -3,8%, poco più del calo previsto del consumo reale (-3,3%). La produzione italiana si è ridotta del -13,6% a causa del forte calo registrato dai prodotti “piani” (-22%). Nei primi dieci mesi del 2013 la produzione mondiale di ghisa è cresciuta del +5,1% rispetto allo stesso periodo del 2012. Tale incremento è dovuto quasi totalmente alla Cina (+7,8%) che rappresenta il 61% della produzione mondiale. La produzione europea è diminuita dello -0,5%, mentre la produzione italiana si è ridotta del -29,5% a causa anche del rallentamento dell’attività dell’Ilva. Da come si evince dal grafico della produzione e del consumo della ghisa in Italia negli ultimi anni, l’export ha registrato una significativa crescita nel 2012: il dato evidenzia come il comparto non ha perso di competitività, bensì ha subito importanti perdite in termini di produzione, dal 2008, per effetto del calo della domanda interna. Produzione e consumo ghisa in Italia (.000 ton) 2008/2012 Situazione economica Il professor Tosini è intervenuto durante l’incontro ed ha presentato il quadro generale dell’industria fusoria della ghisa, confrontandola inoltre con i mercati di riferimento per gli approvvigionamenti e per le vendite. La crescita dell’economia mondiale è rallentata nel 2013, rispetto all’anno prece- 11 Industria Fusoria 6/2013 economico con la più alta variazione negativa fra valore aggiunto ed EBITDA, indicativo del peso considerevole del costo del lavoro. Il valore aggiunto al 27% sul fatturato è un buon risultato sulla media dei comparti rilevati, a differenza invece dei bassi valori della siderurgia. I costi delle materie prime e dei semilavorati rispetto al valore della produzione risultano inferiori rispetto alla media dei settori rilevati (57,4%). In termini di EBIT, dunque al netto anche di svalutazioni ed ammortamenti, il comparto della Produzione e consumo ghisa in Italia (.000 ton) gen-ott 2012/2013 Gli stessi valori di produzione, consumo, import ed export, vengono riportati in riferimento ai mesi da gennaio a ottobre per il 2013 e l’anno precedente: tutti i valori sono in diminuzione, salvo l’import che aumenta del +35%. Se da un lato la produzione industriale delle fonderie di ghisa si attesta a quasi il -39% rispetto al 2008, i mercati utilizzatori di questa industria non presentano valori migliori, anzi, alcuni vanno oltre. La perdita dell’industria degli elettrodomestici è a -53,5%, l’automotive al 44,9%; seguono gli altri mercati con variazioni comunque molto al di sotto della media europea dei 27 e della Germania, si parla mediamente del -30%. Andamento dei settori utilizzatori dei getti di ghisa (var % dal 2008 al 2013) Italia Germania UE (27) Prodotti in metallo -33,6 -3,8 -19,6 Elettrodomestici -53,5 -16,2 -31,9 Macchine e apparecchi meccanici -29,2 -8,6 -14,5 Macchine agricole -31,1 -8,5 -11,7 Automotive -44,9 8,4 -6,3 Altri mezzi di trasporto -26,6 16,4 6,7 I valori di bilancio delle fonderie di ghisa vengono di seguito confrontati con quelli dei mercati di riferimento. Dal confronto dei principali margini, si evince che il comparto della ghisa è il settore ghisa presenta l’unico valore negativo: la quota degli ammortamenti è effettivamente la più importante (6,8%) dopo quella dei forgiatori (7,8%). Questi, tuttavia, riescono a mantenere un EBIT positivo grazie ad un Marginalità al 2012 (% sul fatturato) Fonderie Ghisa Fonderie Acciaio Produttori “Lunghi” Produttori “Piani” Produttori semi prodotti Forge Utilizzatori finali Prodotti in metallo Macchine e apparecchi meccanici Autoveicoli e altri mezzi di trasporto Elettrodomestici Industria Fusoria 6/2013 Valore aggiunto 27,3 28,1 10,0 11,2 18,4 28,9 27,7 30,6 27,6 25,5 29,1 12 EBITDA EBIT 7,2 12,3 3,5 6,1 12,6 15,2 -1,2 6,9 0,1 2,6 7,6 5,0 EBIT complessivo 3,7 8,5 4,3 2,3 8,0 5,5 10,7 11,2 10,4 12,0 9,5 5,2 4,5 6,1 6,1 3,0 6,3 5,4 7,4 6,8 6,9 Utile netto 2,0 6,0 2,7 0,1 4,9 3,0 3,4 2,7 4,0 4,0 5,3 economico Struttura costi al 2012 (% sul valore della produzione) Fonderie Ghisa Fonderie Acciaio Produttori “Lunghi” Produttori “Piani” Produttori semi prodotti Forge Materie prime e semilavorati 50,0 40,9 74,7 76,6 64,8 49,2 Servizi esterni 24,9 27,6 17,7 15,2 18,8 23,8 Costo del lavoro 20,1 15,8 6,5 5,1 5,9 13,7 Ammortamenti 52,7 49,5 54,2 59,0 55,0 20,5 20,5 18,0 16,0 14,8 16,9 19,3 17,2 13,5 19,7 3,7 4,2 2,6 4,8 4,7 Utilizzatori finali Prodotti in metallo Macchine e apparecchi meccanici Autoveicoli e altri mezzi di trasporto Elettrodomestici minor peso del costo del lavoro (13,7% contro il 20,1% delle fonderie di ghisa). L’utile netto si pone al 2% sul fatturato, ben al di sotto della media degli altri settori (3,5%): i valori più alti sono quelli registrati per i mercati utilizzatori, anche se spicca il 6% delle fonderie di acciaio. Una nota dolente, per il comparto delle fonderie di ghisa, è il valore registrato della leva finanziaria (-1,9%). Questo valore, che misura la differenza negativa fra ROI (Return On Investments) e costo medio dei finanziamenti, è piuttosto preoccupante perché sta a significare che la redditività derivante dagli investimenti non copre i debiti e gli oneri relativi per la gestione operativa. A ri- 6,8 4,0 3,2 2,5 4,4 7,8 Principali indici di bilancio (%) ROS ROI ROA ROE Fonderie Ghisa Fonderie Acciaio Produttori “Lunghi” Produttori “Piani” Produttori semi prodotti Forge 3,7 8,5 4,3 2,3 8,0 5,5 5,3 11,2 7,5 5,1 11,3 5,2 3,4 7,4 5,3 2,6 8,4 3,9 5,7 11,1 8,2 0,6 10,7 4,1 Effetto leva finanziaria -1,9 8,6 3,4 -3,3 8,5 1,7 Utilizzatori finali Prodotti in metallo Macchine e apparecchi meccanici Autoveicoli e altri mezzi di trasporto Elettrodomestici 6,3 5,4 10,0 7,6 5,3 5,1 9,2 6,5 4,3 3,2 7,4 12,4 5,9 11,8 5,7 6,8 15,7 8,5 14,2 8,6 6,1 14,1 6,9 15,9 6,0 prova di tale segnale d’allarme è un rapporto debiti finanziari su patrimonio allo 0,9%, rispetto ad un valore ottimale dello 0,5%. Solidità patrimoniale e finanziaria al 2012 (%) Patrimonio Immobilizzazioni Capitale Permanente Immobilizzazioni Fonderie Ghisa Fonderie Acciaio Produttori “Lunghi” Produttori “Piani” Produttori semi prodotti Forge 0,8 1,4 1,1 0,6 1,5 1,3 1,2 1,7 1,4 0,9 1,9 1,6 0,9 0,3 0,6 1,2 0,4 0,4 Debiti totali Patrimonio 1,9 0,9 1,2 3,2 0,9 0,8 Utilizzatori finali Prodotti in metallo Macchine e apparecchi meccanici Autoveicoli e altri mezzi di trasporto Elettrodomestici 1,1 1,2 1,2 1,2 0,6 1,4 1,5 1,5 1,3 0,8 0,6 0,6 0,6 0,4 0,3 1,7 1,2 2,1 1,2 1,6 13 Debiti Finanziari Patrimonio Industria Fusoria 6/2013 320 tons/h 1100x1000x200/250mm, 240mph Savelli è il giusto partner nella tua fonderia per tutto ciò che gravita intorno alla “terra a verde” ed alla formatura per fusioni di acciaio, ghisa, alluminio e bronzo. 1400x800x200/350mm, 100mph 3000x1800x500/500mm, 10mph SAVELLI S.p.A Via GB Cacciamali 4, 25125 Brescia - ITALIA Tel. 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NEPSI reporting 2014 dal 15 gennaio al 14 marzo; • aggiornamento del documento BREF delle fonderie. Gli atri argomenti in agenda, sui quali però non si soffermerà il presente articolo, erano: • la proposta dell’Unione Europea per la riduzione del limite di esposizione personale al monossido di carbonio; • aggiornamento della classificazione degli agenti chimici secondo REACH e CLP; • la Direttiva sui Campi Elettromagnetici; • presentazione del progetto di analisi delle statistiche degli in- Industria Fusoria 6/2013 cidenti nelle fonderie tedesche; • la politica energetica dell’Unione Europea, panoramica sulle nuove proposte • CO2 – Schema Emission Trading: a. rilancio, b. stato di avanzamento. Silice Libera Cristallina LO STATO DELLA DIRETTIVA CANCEROGENI La pericolosità della silice per la salute dei lavoratori che la utilizzano, è da tempo nota. Nel caso delle fonderie, è noto che l’esposizione alle polveri di silice in forma cristallina (silice libera cristallina) può provocare malattie professionali come la silicosi. Ciò nonostante la silice non è classificata, nella legislazione vigente, tra gli agenti chimici pericolosi per la salute dei lavoratori e, da tempo, si dibatte, a livello europeo ed internazionale, sulla opportunità del suo inserimento tra gli agenti chimici cancerogeni oppure, in alternativa, tra gli agenti chimici pericolosi per la salute (ma non cancerogeni) per i quali è definito un limite di esposizione individuale. L’attuale Commissione Europea non proporrà la revisione della Direttive applicabili fino al termine del suo mandato che scade ad ottobre del 2014. Fino ad allora, quindi, non sono attese decisioni sulla classificazione della silice. Entro il primo quarto del 2014, tuttavia, la Commissione Euro- 16 pea ha previsto una prima valutazione dell’impatto che la classificazione della Silice avrebbe sui settori industriali che la utilizzano. RACCOLTA DATI Per potere effettuare la valutazione in oggetto, la Commissione Europea ha richiesto, alle associazioni delle categorie industriali coinvolte, i dati relativi a: • livelli medi di esposizione dei lavoratori; • informazioni circa casi di malattie professionali imputabili ad esposizione a silice; • valutazione economica dell’impatto che avrebbe la classificazione della silice all’interno della Direttiva sugli Agenti Cancerogeni (preventivo di costo degli interventi necessari). Tra i settori industriali coinvolti c’è anche il settore delle Fonderie che, come noto, utilizza sabbie silicee all’interno del proprio processo produttivo. Le Fonderie Europee, attraverso il CAEF, metteranno a disposizione della Commissione i dati relativi al proprio settore. I dati relativi alle Fonderie Italiane sono già stati raccolti e trasmessi da Assofond. INTERVENTI RICHIESTI IN CASO DI CLASSIFICAZIONE DELLA SILICE TRA GLI AGENTI CANCEROGENI Ma quali sarebbero gli interventi richiesti alle fonderie nel caso in cui la Silice fosse classificata tra gli agenti cancerogeni? Il primo intervento richiesto dal- economico la Direttiva Europea 2004/37/CE (così come dal D.Lgs 81/08 Art. 235 comma 1) sarebbe la sostituzione, se tecnicamente possibile, dell’agente cancerogeno. Nel caso in cui la sostituzione non fosse tecnicamente possibile, la Direttiva Europea (così come il D.Lgs 81/08 Art. 235 comma 2) prevedono che l’esposizione dei lavoratori debba essere evitata ricorrendo a sistemi chiusi (cioè sistemi in cui gli operatori non vengano in contatto con l’agente cancerogeno). L’attuale avanzamento della tecnologia non rende tecnicamente possibile nessuno dei due interventi sopra descritti ma, la Direttiva Europea (come il D.Lgs 81/08) imporrà a tutte le fonderie il ricorso alla migliore tecnologia nel momento in cui dovesse diventare disponibile. Questo comporterebbe, considerando l’influenza che l’attuale utilizzo della silice ha sull’intero processo, investimenti tecnologici molto rilevanti con conseguenze economiche importanti. Fino a quando gli interventi sopra descritti rimarranno non tecnicamente possibili sarà necessario adottare tutte le norme di prevenzione utili a ridurre, efficacemente, la esposizione degli operatori: • corretta misura e valutazione della esposizione alla Silice; • adozione di tutte le migliori tecniche per la riduzione della esposizione; • applicazione di specifici protocolli sanitari. L’Accordo NEPSi Quanto detto sopra è ben codificato all’interno dell’accordo NEPSI (www.NEPSI.eu) cui Assofond aderisce fin dalla sua nascita (2006). L’accordo NEPSI rappresenta una ottima guida per le fonderie nella corretta gestione della Silice indipendentemente dalla sua futura classificazione. Preso atto che allo stato attuale, non è possibile pensare alla sostituzione di materiali / prodotti / materie prime contenenti Silice che sono ingredienti di base utili e spesso indispensabili per un ampio numero di attività indu- sificazione della Silice all’interno della Direttiva degli Agenti Cancerogeni. NEPSI reporting 2014 striali e professionali, e che la loro produzione ed utilizzo deve pertanto continuare, le maggiori industrie che impiegano i citati materiali, si sono mostrate d’accordo sull’introduzione di misure appropriate per migliorare le condizioni di lavoro, riducendo il rischio di esposizione a Silice. L’Accordo è finalizzato: 1. alla protezione della salute dei Lavoratori e dei soggetti esposti professionalmente nell’ambiente di lavoro a silice cristallina respirabile, dovuta a materiali e prodotti/residui contenenti silice cristallina; 2. alla minimizzazione dell’esposizione alle polveri di silice cristallina respirabile negli ambienti di lavoro, attraverso l’applicazione delle Buone Pratiche definite nel documento; 3. ad incrementare la conoscenza dei potenziali effetti sulla salute della silice cristallina respirabile e delle Buone Pratiche. L’Adesione all’accordo è volontaria e non ha effetto legale. L’Accordo deve essere interpretato come una “linea guida” che non sostituisce le legislazioni europee e nazionali ma si integra all’interno delle stesse. Gli strumenti individuati nell’Accordo, sono quelli tipicamente previsti dalla già citata normativa sulla sicurezza ed igiene del lavoro: 1. valutazione del rischio (applicando una procedura dedicata); 2. prevenzione del rischio attraverso i seguenti elementi: a. implementazione delle Buone Pratiche; b. informazione e Formazione; c. monitoraggio della polvere; d. sorveglianza sanitaria. L’applicazione dell’Accordo NePSi è fortemente consigliata in preparazione alla eventuale clas- 17 Ogni due anni, gli aderenti all’Accordo NEPSI trasmettono i dati relativi al monitoraggio dei livelli di esposizione effettuati nei due anni precedenti. La raccolta di questi dati ha come scopo l’analisi dell’efficacia delle Buone Prassi proposte dal NEPSI la cui applicazione dovrebbe portare alla continua riduzione dei livelli di esposizione. La prossima campagna di raccolta dati è prevista nei prossimi mesi dal 15 gennaio al 14 marzo 2014. L’ALTERNATIVA ALLA CLASSIFICAZIONE NELLA DIRETTIVA CANCEROGENI L’alternativa alla classificazione nella Direttiva Cancerogeni sarebbe, come anticipato, la classificazione all’interno della Direttiva Agenti Chimici. In questo caso sarebbe sufficiente ridurre l’esposizione dei lavoratori al di sotto di un limite consentito (TLV) e sottoporre gli stessi lavoratori ad uno specifico protocollo di sorveglianza sanitaria. Il TLV, in questo caso, potrebbe essere fissato a 0,1 mg/m3 che, nel caso delle fonderie italiane, rappresenta un limite in molti casi già rispettato. Ricordiamo, infatti, che molte fonderie usufruiscono della esenzione del premio INAIL per il rischio silicosi avendo dei livelli di esposizione inferiori a 0,05 mg/m3. Aggiornamento del BREF delle Fonderie Allo scopo di prevenire e ridurre le emissioni di inquinanti nell’ambiente da varie attività industriali, la Comunità Europea ha adottato nel 1996 delle disposizioni comuni con la pubblicazione della direttiva 96/61/CEE nota anche come direttiva IPPC, (Integrated Pollution Prevention and Control; Prevenzione e Riduzione Integrate dell’Inquinamento) successivamente Industria Fusoria 6/2013 economico abrogata dalla direttiva 2008/1/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 gennaio 2008 che la riprende e la completa nella direttiva 2010/75/UE in materia di emissioni industriali (direttiva IED – Industrial Emissions Directive). La direttiva IED fornisce delle disposizioni alle autorità competenti degli Stati membri in merito al rilascio di autorizzazioni sul funzionamento degli impianti industriali elencati nell’Allegato I della stessa. Tali autorizzazioni si basano sull’utilizzo delle migliori tecniche disponibili, dette anche BAT (Best Available Techniques), riportate nei cosiddetti BRefs (BAT Reference documents), rapporti che rappresentano un quadro dettagliato dei processi industriali impiegati nei settori indicati dalle direttiva. L’uso delle BAT serve ad evitare o a ridurre le emissioni inquinanti e l’impatto sull’ambiente, riducendo nel contempo i consumi energetici e migliorando la produttività e/o la qualità della produzione. L’Art. 14 della Direttiva 2010/75/UE sulle Emissioni Industriali stabilisce che le BAT fungono da riferimento all’Autorità Competente per stabilire le condizioni di autorizzazione. L’AGGIORNAMENTO DELLE BAT E LO SCAMBIO DI DATI ORGANIZZATO DALLA COMMISSIONE EUROPEA Al fine di elaborare e, se necessario, aggiornare i documenti di riferimento delle BAT, in accor- Industria Fusoria 6/2013 do con quanto stabilito nell’Art. 13 della Direttiva 2010/75/UE sulle Emissioni Industriali, la Commissione Europea organizza uno scambio di dati fra: • gli Stati membri; • le industrie interessate; • le organizzazioni non governative che promuovono la protezione ambientale. Lo scambio delle informazioni riguarda, in particolare: • le prestazioni delle installazioni e delle tecniche in termini di emissioni, consumo e natura delle materie prime (compresa l’acqua) uso dell’energia e produzione di rifiuti; • le tecniche usate, il monitoraggio associato, gli effetti incrociati, la fattibilità economica e tecnica ed i loro sviluppi; • le migliori tecniche disponibili e le tecniche emergenti individuate in seguito alla analisi dei due punti precedenti. L’AGGIORNAMENTO DEL BREF DELLE FONDERIE Il processo di aggiornamento dei Bref è iniziato ed il Documento Bref applicabile al settore delle fonderie Ferrous Metal Processing Industry (emesso nel 2005) è prossimo alla revisione. Assofond, nel corso del meeting, ha proposto a tutte le associazioni dei diversi paesi europei l’inizio della raccolta dei dati necessari all’aggiornamento. Assofond ritiene che la revisione delle BAT e del BREF dovrebbe essere basata sulle specifiche esperienze di ciascun paese nella applicazione locale della Direttiva. 18 Ogni BAT dovrebbe essere revisionata considerando tutti i problemi emersi localmente e tutti gli aspetti di carattere ambientale che necessitano di una maggiore armonizzazione tra gli stati membri. Inoltre nell’aggiornamento delle BAT si dovrà tenere conto anche di tutti gli aspetti energetici oggetto del BREF sull’Efficienza Energetica (02/2009) identificando BAT per il settore delle Fonderie. Il CAEF ha condiviso ed accettato le proposte di Assofond ed ha annunciato che dal 2014 inizierà a lavorare all’aggiornamento del BREF delle Fonderie. IL PROGETTO DI ASSOFOND: “RAZIONALIZZAZIONE DEI PROCESSI DI FONDERIA” COME RIFERIMENTO Assofond ha, inoltre, presentato al CAEF il proprio progetto di “Razionalizzazione dei Processi di Fonderia” (Industria Fusoria n. 4 – 2013) che ha come obiettivi principali: 1. guidare le fonderie nella razionalizzazione dei processi produttivi e gestionali al fine di ridurre i costi e ottimizzare l’uso delle risorse; 2. aggiornare le BAT sulla base delle esperienze fatte a livello nazionale ed internazionale. Alla luce del secondo dei due obiettivi, il progetto di Assofond può rappresentare un utile riferimento nel processo di aggiornamento del BREF delle Fonderie. + Segatrice verticale a nastro di nuova generazione ad ALTA VELOCITÀ! per taglio di alluminio + Mole diamantate speciali per taglio e sbavatura ghisa + Mole abrasive per sbavatura e troncatura dal diam. 30 al diam. 1250 + Lame acciaio - Bimetalliche e Speciali sviluppo a richiesta di Perno Lazzari Rodolfo & C. snc Via P. 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Il 2014 dovrebbe essere quindi un anno favorevole che vedrà la realizzazione di importanti progetti italiani per la moder- Industria Fusoria 6/2013 nizzazione di impianti produttivi esistenti”. Si sono susseguiti gli interventi di Marco Bonometti, Presidente AIB, Associazione Industriale Bresciana e Giancarlo Losma, Presidente Federmacchine che ha fornito i numeri nazionali sulla produzione e sull’esportazione di macchine e beni strumentali e un quadro delle iniziative di incentivazione agli investimenti tecnologici sulle quali sta spingendo con Confindustria. Nel nutrito panel dei relatori non poteva mancare la presenza di Assofond rappresentata anche dai membri degli organi direttivi. Il Presidente di Assofond, Roberto Ariotti, nel suo intervento ha ricordato come, ogni anno, anche in questa occasione, si sottolinea la rappresentanza dell’impresa italiana, aperta al 20 mondo e capace, nonostante tutto, di sopravvivere nelle circostanze nazionali “difficili”. Ariotti ha fatto riferimento alla pressione competitiva che “subiamo sia dall’alto sia dal basso: dal basso da chi fa del minor costo, inteso come “dumping” sociale ed ecologico, la sua forza, mentre dall’alto da chi è forte e trova supporto in vero “sistema paese” In merito al tema del convegno sull’internazionalizzazione il Presidente Ariotti ha sottolineato: “Non esiste alternativa all’apertura al mondo, la Germania ne ha tratto beneficio, anche noi, a dimostrazione del fatto che siamo “ancora qui”, significa che non languiamo nello “stagno” dei consumi interni, ma direttamente o indirettamente esportiamo e dal confronto con l’ambiente competitivo aperto abbiamo saputo conservarci agili e aggressivi”. Ariotti conclude auspicando un sempre maggiore lavoro di squadra tra Assofond e Amafond. Il Presidente di Assofond ha ultimato il suo intervento con un tema tra i più importanti della sua Presidenza, la R&S: “Naturalmente perché il mondo abbia ragione nel rivolgersi a noi per i suoi prodotti meccanici, bisogna che trovi una qualità, un’innovazione e una sicurezza tali da pagare i costi folli del nostro sistema. Necessitano rete e alleanze fra noi per raggiungere luoghi lontani e per impiegare al meglio le risorse del nostro sistema universitario che (finalmente) è economico ora attento alle nostre nuove sollecitazioni“. Significativo il riferimento al “Progetto di ricerca associativo ASSOFOND” per nuovi materiali e unione dei mondi della progettazione e la scienza dei materiali ed al “lancio” di un certo numero di dottorati di ricerca finanziati dalle nostre fonderie per diffondere cultura e innovazione. A seguire gli interventi di Gianmarco Giorda (Direttore ANFIA Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) e Umberto Maggi (Vice Direttore Generale Fonderie di Torbole) che hanno posto al centro delle loro presentazione il settore dell’automotive, dapprima con un’ampia rappresentazione del mercato auto mondiale e degli orientamenti dei mercati, da parte di ANFIA, poi con l’esperienza diretta della Fonderia di Torbole di “glocalizzazione”, ossia come essere “internazionali” rimanendo come produzione “locali”. La parola è poi passata a Giovanni Sacchi Direttore Ufficio di Coordinamento servizi di promozione del Sistema Italia, Agenzia ICE. Dopo un breve coffee-break, il programma è proseguito con importanti relatori stranieri quali Ralf Franke, direttore di produzione per i getti strutturali della fonderia di BMW di presso-colata MA-44 Leitung Druckguß di Landshut, Tho- mas Steinhäuser, Docente presso l’Universität DuisburgEssen e Dariusz Kazmierczak, Direttore stabilimento, Nemak Poland HPDC Foundry and Product Development Center, i quali hanno tracciato vari scenari futuri da un’ottica internazionale descrivendo scenari a dir poco strabilianti su quelli che saranno i numeri a livello produttivo per il settore alluminio. Il Convegno è proseguito con un’interessante tavola rotonda “Internazionalizzarsi per crescere” moderata dal giornalista del Sole24ore Gianfranco Fabi alla quale hanno partecipato: Gabriele Galante, Presidente Onorario Amafond e Presidente di IMF, Marco Bonometti, Presidente AIB, Associazione Industriale Bresciana e Presidente del Gruppo OMR Automotive, Massimo Sandrone, Brembo e Paolo Streparava, affrontando il tema i n modo aperto e senza nascondere le strategie e le filosofie delle aziende che rappresentano. Bonometti ha incitato il pubblico presente delle fonderie e dei fornitori a credere maggiormente e ad investire, insistendo sulla necessità di difendere l’industria manifatturiera, senza la quale il Paese non può crescere ne sopravvivere. E’ convinto che la Lombardia possa diventare la nuova Baviera d’Europa, ma deve avere libertà d’impresa nel rispetto 21 delle regole e dell’ambiente che ci circonda. Ricordando la sua OMR, già presente in vari paesi del Mondo come in Cina, ha parlato di internazionalizzazione non come delocalizzazione ma come opportunità. Un impegno che però non sminuisce l’attenzione verso l’Italia per “difendere l’Italianità”. Anche Streparava (Vice Presidente AIB), impegnato oggi su nuove acquisizioni e radicamenti all’estero (già in Spagna, Brasile e India), la pensa come il suo Presidente. Per lui oggi la domanda da formulare non è più internazionalizzazione si, oppure no, ma valutare come e dove, perché i rischi non mancano. Sandrone, da responsabile di tutte le fonderie del Gruppo Brembo, ci ha dato una sua visione completa e vicina ai nostri interessi ed ha ricordato la grande espansione di Brembo in tutto il Mondo, producendo direttamente getti fusi in loco, proprio seguendo la filosofia dei suoi clienti come Mercedes e BMW. Oggi Brembo ha fonderie proprie, oltre che in Italia, in Polonia, Rep. Ceca, Cina e mira ad installarne altre in paesi strategici. Brembo non ferma la sua espansione e addirittura non riduce la produzione delle sua fonderia italiana, sulla quale continua ad investire. Galante ha sottolineato di avere fiducia in Simest (suo partner in Cina) e nella SACE e ha sottolineato come alla crescita del Gruppo IMF all’estero è seguita parallelamente e conseguentemente la crescita della IMF di Luino. Fondamentale il rispetto delle persone. Dopo la premiazione del Premio di Laurea Amafond ai quattro universitari che hanno effettuato la tesi di laurea nel settore Fonderia-Metallurgia decretando come vincitrice l’Ing Mirella Tebaldini dell’Università di Brescia, la serata si è conclusa con un’ottima cena e un piacevole intrattenimento musicale. Industria Fusoria 6/2013 eco no mi U. Maggi ico om on nomico eco ec o c economico Glocalizzazione: una nuova chiave di successo? Il termine “glocale” deriva dalla fusione dei termini “globale” e “locale”. Nacque negli anni ’80 in Giappone, con “glocalizzazione” si intendeva definire il processo storico nel quale entità locali svilupparono contatti e relazioni culturali a livello globale. Questo termine fu importato in Europa negli anni 90’ dal sociologo inglese Roland Robertson, docente presso l’Università di Aberdeen in Scozia e principale teorico britannico della globalizzazione. Ma lo studioso Europeo che maggiormente sviluppò il significato di questo termine, e ne estese le applicazioni, è un altro sociologo: il polacco di origine ebrea Zigmund Bauman. Bauman utilizzò questo termine per adeguare lo scenario della globalizzazione alle realtà locali, e viceversa, sostenendo fortemente come il globale e il locale siano due lati della stessa medaglia. Bauman sostiene quindi una natura duale della glocalizzazione credendo fortemente come il fondamento della società in ogni epoca storica sia la comunità locale vista come sottosistema interagente con sistemi sempre più complessi. Al centro della filosofia della glocalizzazione c’è l’individuo col suo patrimonio locale. L’importanza data al libero mercato è limitata grazie proprio alla forte caratterizzazione del locale così come la comunicazione perde l’importanza chiave che ricopre in un mercato globale. Il Industria Fusoria 6/2013 concetto di glocalizzazione sposa una dinamica di marketing ben precisa mettendo in primo piano il rispetto del prodotto locale e delle sue caratteristiche anche quando si approccia il mercato globale mirando alla salvaguardia delle singole identità all’interno di un sistema complesso senza ledere le altre identità del sistema. Un grande esperto e studioso della glocalizzazione è anche il Prof. Antonio Foglio, docente di marketing all’università Suffolk di Boston e consulente di numerose importanti aziende italiane. Foglio sostiene come il processo di glocalizzazione sia un’integrazione strategica del marketing globale e locale. La società di oggi è sempre più orientata a caratterizzazioni locali: l’esteso utilizzo del motto “Think globally, act locally” con applicazione nei più svariati settori ne è una chiara dimostrazione. Nel processo di globalizzazione, in atto ormai da svariati decenni, sono le medie e piccole aziende quelle che hanno pagato il prezzo più elevato. Le possibilità offerte dalla glocalizzazione sono per queste imprese di vitale importanza per la loro stessa sopravvivenza a mediolungo termine. La convinzione in questa strategia e l’apertura a modificare la propria mentalità ed organizzazione aziendale giocano un ruolo chiave. Le Estratto dalle slide presentate al convegno Amafond del 22 novembre 2013. 22 economico un impensabile sviluppo aziendale. Esempi eclatanti in Italia sono alcuni produttori di veicoli e motociclette ad alte prestazioni, poltrone in pelle, calzature, vino, pasta e prodotti caseari. Estratto dalle slide presentate al convegno Amafond del 22 novembre 2013. chance offerte dalla glocalizzazione verranno invece perse dalle aziende con processi decisionali lenti e complessi, con poche risorse, orientamento prettamente domestico, insufficiente network informativo e management con scarsa mentalità imprenditoriale e limitata visione del mercato. La strategia di glocalizzazione è associata ad un modello di business che mira alla fidelizzazione del Cliente. Diventa ancor più importante per le piccole e medie imprese nelle aree più deboli del mondo occidentale, schiacciate dalla concorrenza insostenibile dei paesi di nuova industrializzazione. Nell’ultimo ventennio tre sono stati i fattori di maggiore impatto sul mercato mondiale: • l’abbattimento delle barriere geografiche del mercato (basti pensare all’Unione Europea ed all’apertura dei paesi dell’Est o alla Cina ed a tutti i paesi orientali); • il processo di delocalizzazione produttiva, che ha spostato il baricentro del mercato in oriente (si sottolinea come l’introduzione della proprietà privata in Cina abbia inserito oltre 1, 5 miliardi di nuovi consumatori nel sistema accelerando in modo incredibile questo processo); • Internet che ha azzerato distanze e tempi nelle comunicazioni rendendo “piatto” il mondo, come dice il famoso e brillante saggista americano, e giornalista del New York Times,Thomas Friedman nel suo “The World is flat 3.0”. In questo scenario il processo di globalizzazione del mercato è stato ancor più rapido di quanto si potesse pensare, con le grandi multinazionali che hanno fatto da padrone schiacciando spesso e volentieri le piccole e medie unità locali. Il Prof. Foglio, forse con un pizzico di ironia, al posto del termine “globalizzazione” usa il termine “macdonaldizzazione”, estremizzando questo concetto. Per le piccole e medie aziende la guerra dei prezzi è stata quasi sempre insostenibile e solo strategie spinte a glocalizzare hanno garantito, non solo la sopravvivenza, ma in molti casi Ma come si possono applicare i concetti della glocalizzazione al nostro settore di mercato? Come può una fonderia perseguire questa strategia senza avere a disposizione concrete leve di caratterizzazione del prodotto, lavorando conto terzi su disegno del Cliente? É ovviamente un’ardua impresa. Infatti, sul prodotto lo spazio di manovra è molto esiguo, mentre sull’organizzazione delle nostre aziende, sui servizi e sul processo di vendita si può fare molto. Mirando alla massima fidelizzazione del Cliente si deve passare dalla mentalità del venditore a quella del partner, esasperando la customerizzazione della nostra organizzazione di vendita. In questa ottica bisogna mettere da parte le “economie di scala”, passando alle “economie di scopo”, individuate e definite dopo un’approfondita e critica analisi del proprio mercato e del mercato potenziale in relazione alle potenziali capacità aziendali. In questo ambito l’innovazione tecnologica, sia nei processi produttivi che nell’organizzazione aziendale, sia commerciale che manageriale e tecnica, è di grande importanza, come lo è il processo di integrazione verticale Estratto dalle slide presentate al convegno Amafond del 22 novembre 2013. 23 Industria Fusoria 6/2013 economico Estratto dalle slide presentate al convegno Amafond del 22 novembre 2013. della produzione e dei servizi, mirando al massimo incremento del valore aggiunto. Visto il ristagno e la limitatezza del mercato interno è obbligatorio, se non addirittura vitale, un deciso e marcato indirizzo all’export, così come attività di R&D mirate a risolvere i reali problemi del Cliente, possibilmente anticipandoli. Ma il primo cambiamento deve essere di carattere mentale. Dobbiamo diventare clienti di noi stessi chiedendoci quotidianamente in modo quasi maniacale: “Se fossimo un potenziale cliente per quale ragione selezioneremmo la nostra azienda come fornitore?”. E se la risposta non risultasse soddisfacente, individuare i perché, risolverli e tornare a chiederselo nuovamente. ottenibile anche grazie ad un’elevata fidelizzazione del Cliente, non lo sono da meno. È quindi un percorso ben definito che necessita però anche di supporti esterni da parte degli enti governativi di competenza. Infatti, come si evidenzia chiaramente nei dati che incrociano gli indici di tecnologia con quelli di infrastruttura, solo paesi con economie evolute dal punto di vista infrastrutturale (trasporti, energia, burocrazia, ecc…) ed indici tecnologici elevati consentono la necessaria competitività. Uno dei mercati antesignani del processo di globalizzazione è sicuramente il mercato automotive. I costruttori OEM sono ri- sultati sin dall’inizio dei players formidabili in questo processo allocando enormi risorse e mostrando sconfinato coraggio. Dal 1996 al 2012 la produzione di autoveicoli mondiale è cresciuta del 57% passando da 47 a 74 milioni di unità. A fronte di tale incremento però la produzione in Europa è calata del 10%, in America del 2%, mentre solo in Asia, grazie alla globalizzazione, è aumentata dell’870%. Le previsioni per il mercato del 2020 sono di un ulteriore incremento del 35%, raggiungendo il tetto dei 100 milioni di unità, con un ulteriore incremento in Cina e nel resto dell’Asia del 58%. Questi dati indicano chiaramente quanto il processo di globalizzazione del settore automotive sia stato di enorme impatto sul mercato. Le ragioni che hanno portato i costruttori a questa esasperata strategia di globalizzazione sono ben note. La sfida della concorrenza in paesi con nuove regole tutte da definire e quote di mercato da conquistare, l’abbattimento delle barriere di entrata di alcuni importanti mercati, la ricerca di competitività nei confronti dei player locali, il mantenimento delle posizioni di leadership acquisite, il perseguimento delle politiche di economia di scala, la risposta alla nuova crescente e sempre più differenziata richiesta di mobilità personale sono forse alcune delle principali. L’obiettivo principale è ben preciso: l’incremento del valore aggiunto per addetto. L’Italia, secondo dati NAM delle Nazioni Unite, è poco superiore alla Spagna, ma lontanissima da USA, Giappone, UK, Korea, Canada, Francia e Germania. Per tale obiettivo la produttività e le teorie di economie di scala ricoprono sicuramente una grande importanza, ma operazioni di integrazione verticale di processo e prodotto, unitamente a ottimizzazione del mix produttivo e diversificazione della clientela, Estratto dalle slide presentate al convegno Amafond del 22 novembre 2013. Industria Fusoria 6/2013 24 economico Estratto dalle slide presentate al convegno Amafond del 22 novembre 2013. Le problematiche che però hanno incontrato su questo percorso i costruttori sono state complicate e numerose. Il controllo della complessità del processo, la gestione del rischio, l’organizzazione di un business globale e la sua sostenibilità, la necessità di proporre prodotti personalizzati a seconda delle capacità di acquisto e richieste tecnologiche locali e differenti concetti di mobilità personale e, non ultimo, diversi approcci alla “tecnologia verde” sono alcune di esse. Questo processo ha ovviamente colpito la supply chain. Gli OEM hanno sin dall’inizio sollecitato i fornitori a seguirli worldwide. Hanno iniziato ad emettere bandi di gara per i quali “conditio-sine-qua-non” per i potenziali suppliers era l’impegno a fornire a livello globale i vari stabilimenti del cliente con unità di prossimità. L’impatto per i fornitori è stato drammatico: ci si è trovati davanti a barriere di entrata insormontabili e senza possibilità di strategie alternative. Nessun approccio è risultato vincente e rapporti a volte anche più che decennali si sono pian piano deteriorati. Ci si è quindi trovati a chiedersi su quali fattori fare leva per cercare di difendersi dal processo di globalizzazione e delocalizzazione delle forniture e dalla conseguente perdita di quote di mercato da parte dei fornitori tradizionali. A parte il prezzo e la qualità, che sono ormai un must, vari sono i fattori che vanno a pesare sulla decisione nel processo di selezione dei fornitori. Fra di essi, livello di servizio, complessità, tecnologia, affidabilità, mentalità, lingua, comunicazione, logistica, instabilità politica, certezza del costo, supply loop, co-design, efficienza, fiducia, rapporti internazionali, armonizzazione culturale, trasparenza commerciale, empatia, fede agli impegni presi, ecc. Immaginando di mettere in un grafico la propensione decisionale nella selezione dei fornitori ponendo nelle ascisse le criticità e nelle ordinate le priorità si può immaginare come con criticità e priorità basse la decisione possa propendere per nuovi fornitori delocalizzati. Il fornitore tradizionale prende forza quando sia criticità e priorità prendono corpo. Quando invece le priorità e le criticità risultano elevate è necessario qualcosa di più: il fornitore glocale, che non è altro che un fornitore tradizionale evoluto, un fornitore che è mentalmente cambiato e si è attrezzato per le nuove e più complesse regole dl gioco. Ciò comunque non è bastato perché la spinta verso la delocalizzazione nel settore automotive è stata fortissima e sostenuta nel tempo. Fortunatamente però alcuni fattori hanno al contempo frenato questo 25 processo. Per prodotti di basso valore aggiunto e di aziende capital-intensive, come le fonderie del settore automotive, il paradigma globalizzazione si è dimostrato quasi sempre di complessa applicabilità. Le mire dei nuovi player dei paesi emergenti si sono focalizzate principalmente su prodotti di tecnologia sofisticata e quindi di significativo valore aggiunto. Basti pensare ai telefonini, tablet, televisori e software: le aziende europee di questi settori sono piano piano scomparse e la produzione è migrata nei paesi di nuova industrializzazione. Nel nostro settore invece, nonostante le enormi spinte e le guerre sui prezzi, la maggior parte dei players tradizionali sono sopravvissuti: una chiara rivincita della old economy e della bontà della strategia della glocalizzazione. La clientela OEM, in fuga in avanti nei processi di sourcing globale, è stata spesso salvata dai fornitori tradizionali nel frattempo localizzatisi. Questa situazione non cambierà in futuro perché col passare del tempo i costi nei paesi di nuova industrializzazione BRICS e MIST, già sensibilmente lievitati, lieviteranno sempre più, andando a rendere ancor meno interessanti per eventuali nuovi players di questi paesi eventuali forniture a basso valore aggiunto e di sostanziale difficoltà tecnica/gestionale nel nostro continente. In questo contesto, nel settore automotive, le aziende che si sono evolute rapidamente cambiando la propria mentalità, allargando il proprio mercato, specializzandosi, caratterizzandosi ed andando ad interpretare per la propria clientela, con trasparenza e affidabilità, il ruolo di “risolutore” di gran parte delle criticità della supply chain del cliente, sono riuscite meglio di altri a fronteggiare lo tsunami della globalizzazione raccogliendo anche nuove e stimolanti opportunità. Relazione presentata al Convegno AMAFOND del 22 Novembre 2013. Industria Fusoria 6/2013 milkadv.it EXTRUSION + DIECASTING + FOUNDRY + ROLLING + FINISHING + MACHINING + FABRICATING + RECYCLING 11-13 JUNE 2014 VERONA-ITALY EXPO OF CUSTOMIZED TECHNOLOGY FOR THE ALUMINIUM & INNOVATIVE METALS INDUSTRY Main sponsor Diamond Sponsor www.metef.com ENGINEERING s.r.l. Processo“No-Bake” IMPIANTO RIGENERAZIONE TERMICA SABBIE SIMPLEX IMPIANTO DI RECUPERO MECCANICO SABBIE GAMMA - MILL. 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Secondo i dati di uno studio sulla fiscalità nel settore automotive realizzato annualmente da ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilsitica) Il nostro comparto, dà un contributo alle entrate fiscali dello Stato di quasi 73 miliardi di Euro l’anno, pari al 17% del gettito fiscale nazionale e al 4,4% del PIL, ben oltre la media europea (3,3% nell’UE15). Considerando l’intera filiera automotive italiana, inoltre, il peso dell’export sul totale delle merci scambiate è del 7,6% nel 2012. Il comparto della componentistica italiana ha registrato, nel 2012, un fatturato di circa 38 miliardi di Euro e il valore delle esportazioni ha superato i 18 miliardi – con una contrazione del 5,3% rispetto ai livelli del 2011 - pari al 48% del fatturato complessivo. Da più di vent’anni la componentistica automotive italiana rappresenta una realtà positiva della bilancia commerciale, dal 2004 al 2008 sopra i 6 miliardi all’anno, nel Industria Fusoria 6/2013 2009 poco meno di 4 miliardi – riportandosi ai livelli del 1995 – nel 2010 risalita a 5,8 miliardi (+45,3%), quindi molto vicina ai livelli pre-crisi, che ha superato nel 2011 con 7,3 miliardi e una crescita del 25,9% e nel 2012 con 7,4 miliardi (+2,2%). Nonostante la crisi, insomma, questo settore mantiene una certa vitalità, rappresentando il 3% circa del PIL nazionale ed investendo il 2,5% del proprio fatturato in ricerca e sviluppo, con un tasso di innovazione adeguato per competere sui mercati internazionali. Nel 1° semestre 2013 le esportazioni della componentistica si mantengono sui livelli del 1°semestre 2012 (-0.4%), con una bilancia commerciale positiva di 4,1 miliardi di Euro (-1% rispetto al 1°semestre 2012). I maggiori Paesi di esportazione sono Germania, Francia, Polonia, Regno Unito e Spagna che, insieme, rappresentano il 52,3% dell’export totale. Il primo mercato di destinazione asiatico è la Cina, seguita da Giappone, India e Corea del Sud. Per contestualizzare questi dati è indispensabile analizzare i trend di produzione e vendite di autoveicoli leggeri worldwide. Il mondo dell’autoveicolo è in ulteriore e costante crescita a livello globale, e la depressione del 2009 è stata abbondantemente superata, così come il picco del 2007. Se c’è crescita, è 28 però necessario guardare meglio le diverse regioni del mondo per comprendere come questo processo positivo è alimentato e, come spesso accade, la media nasconde realtà di segno opposto. Alle aree in forte accelerazione, Cina e Stati Uniti su tutte, si contrappongono Giappone ed Europa. In particolare l’ovest del nostro continente ha recuperato a stento l’80% dei volumi del 2007, ed anche allungando lo sguardo fino al 2017 non recupera interamente questi valori. Anche considerando i Paesi dell’est Europa, che producono più vetture rispetto al 2007, il risultato complessivo è che alla fine di quest’anno produrremo in Europa 3 milioni di autoveicoli leggeri in meno rispetto al 2007. Certo, il peso delle diverse aree geografiche in termini produttivi è cambiato non poco negli ultimi 12 anni. Tra 2000 e 2012, il peso dei mercati emergenti è passato dal 18% al 46%, il peso dell’Europa dal 35% al 23%, il Giappone dal 17% al 12%, NAFTA dal 30% al 19%. Si è verificato, cioè, un vero e proprio spostamento del baricentro produttivo. Guardando ai singoli Paesi produttori di autoveicoli, sempre tra 2000 e 2012, i paesi Europei perdono molte posizioni nel ranking rispetto ai paesi emergenti, soprattutto quelli del BRIC. Solo la Germania man- economico tiene una buona posizione. La Francia perde 8 posizioni, la Spagna 7, il Regno Unito 4, l’Italia addirittura 11 producendo oltre il 60% in meno di autoveicoli leggeri. Dall’altro lato, oltre alla Cina che diventa di gran lunga il primo paese produttore al mondo, si affacciano nella top 10 paesi emergenti come India (6° posto), Brasile (7°), Thailandia (10°). La Russia, infine, guadagna posizioni arrivando quasi a raddoppiare la propria produzione di autoveicoli leggeri. La produzione di autoveicoli nel nostro Paese si è progressivamente assottigliata, fino ad arrivare a livelli allarmanti: 500.000 vetture prodotte in meno nel 2012 rispetto a cinque anni fa (-56%); un’importante perdita di volumi per i veicoli commerciali leggeri e pesanti e per gli altri comparti, come rimorchi e autobus. Rischiamo di perdere pezzi importanti della nostra filiera industriale. Per l’Italia il trend del rapporto tra autovetture prodotte e immatricolate negli ultimi 6 anni è negativo, così come lo è, anche se in misura inferiore, per la Francia. In sostanza, dai dati 2012, vediamo come la Germania e la Spagna producano più o meno il doppio di quanto viene immatricolato nei loro Paesi, in Francia si copre quasi il 90% dell’immatricolato. In Gran Bretagna, pur in assenza di un Costruttore nazionale, ma anche grazie all’attività svolta dal 2009 ad oggi dall’Automotive Council, si arriva a produrre oltre il 70%. In Italia, purtroppo, si produce meno del 30% dell’immatricolato, cioè soltanto più o meno una vettura su quattro viene prodotta in Italia, con un trend in costante calo. D’altra parte, questo risultato non può stupire più di tanto in un’Italia che presenta grossi problemi di competitività del Sistema Paese. Anche il mercato automobilistico continua a crescere a livello mondiale, guidato da Cina, USA, Brasile e Russia. È un mondo a tre velocità, che presenta problemi, ma anche opportunità Estratto dalle slide presentate al Convegno Amafond del 22 novembre scorso. per chi ha voglia e mezzi per andarle a cercare. L’Europa (occidentale) continua il suo trend declinante. La Cina è il motore principale dello sviluppo dei volumi, ma ricordiamo che negli ultimi 3 anni il Nord America è stato altrettanto importante (in volumi e, ancor di più, a livello di fatturato). Il mercato russo degli autoveicoli leggeri, dopo i cali del 2008 e 2009, continua a registrare crescite a doppia cifra, e secondo le previsioni, nel giro di qualche anno, diventerà il primo mercato europeo. Anche il Sud America, ed il Brasile in particolare, sembra avviato ad un altro triennio di crescita sostenuta. Dopo il calo del mercato nel complesso dei Paesi dell’Unione europea (EU27) dell’8,2% nel 2012 rispetto al 2011, il mercato nei primi 9 mesi del 2013 è in calo, seppur più lieve, rispetto allo stesso periodo del 2012. Il calo è generalizzato in tutti i principali Paesi, tranne che nel Regno Unito. Ci sono però Paesi dove il calo è stato più contenuto, come Austria, Svezia e Germania, dove nel 2012 il calo del mercato delle autovetture è stato inferiore al 10%. D’altro canto, ci sono anche paesi dove l’arretramento del mercato è stato più sostenuto, come Italia, Francia e Spagna. In questi paesi il calo del mercato ha raggiunto nel 2012 la doppia cifra. 29 Se la situazione in Italia a livello industriale è allarmante, la logica conseguenza è che anche sul lato della domanda il settore automotive, in tutti i suoi comparti, sta soffrendo tantissimo. Guardando alle sole autovetture, il mercato ha perso il 44% in termini di volumi dal 2007 a 2012 e nel 2013 chiuderà con una contrazione superiore al 7% rispetto allo scorso anno. Secondo le previsioni, solo nel 2017 il mercato raggiungerà di nuovo 1,8 milioni di autovetture nuove vendute, grazie al progressivo invecchiamento del parco auto, che gli anni di crisi stanno determinando. Se non si pone al centro dello sviluppo la manifattura e la sua capacità di generare occupazione, infatti, è difficile che i consumi – quindi anche la domanda di autoveicoli - possano ripartire. Come ANFIA, non abbiamo delle ricette preconfezionate per uscire da questo impasse, ma sicuramente proposte concrete, in grado di far recuperare competitività al settore sia per chi in Italia è già presente ma anche per provare a lavorare sull’attrazione di investimenti esteri, area in cui l’Italia è fanalino di coda tra i Paesi europei. Alcuni punti su cui impostare un politica industriale per il settore automotive sono: una legislazione competitiva per il settore, caratterizzata da un monitoraggio dell’ambiente Industria Fusoria 6/2013 economico Estratto dalle slide presentate al Convegno Amafond del 22 novembre scorso. esterno e benchmark con le best practices europee, la creazione e valutazione oggettiva di scenari contestualizzati, la definizione delle norme più appropriate per rendere competitivo il settore e il sistema Paese, un’attenta valutazione degli effetti ex-post della legislazione adottata. Altri punti importanti sono: il sostegno agli investimenti in R&S – ad esempio attraverso una patent box all’inglese – vero motore della competitività delle nostre aziende, la costruzione di filiere globali, tramite il supporto all’export e all’internazionalizzazione, la spinta alla crescita dimensionale delle imprese della filiera attraverso varie forme di aggregazione, per sviluppare una supply chain solida, competente e competitiva. La proposta di istituire una Consulta automotive come organo di governo del settore, fatta da ANFIA e già accolta dal Ministero dello Sviluppo Economico lo scorso luglio, è diventata realtà a ottobre, con un insediamento ufficiale. Attraverso la Consulta Automotive, ANFIA si impegna a proporre un quadro coerente di provvedimenti, ritenendo indispensabile e urgente smuoverci dalle sabbie mobili nelle quali, oggi, il nostro settore è purtroppo impantanato. La nostra filiera chiede al legislatore non sussidi, ma di fare Industria Fusoria 6/2013 in tecnologie ecologiche fatti dall’industria negli ultimi anni, abolendo gli inutili balzelli recentemente introdotti, quali il superbollo, e la assurda diminuzione dei vantaggi fiscali per le auto aziendali. Chiediamo, infine, un sostegno automatico e semplificato alle imprese che investono in Ricerca e Sviluppo tramite un credito d’imposta automatico, che però non riguardi solamente la ricerca incrementale, bensì che premi sia le aziende che negli anni hanno svolto un ruolo primario nell’innovazione, sia le piccole imprese che per la prima volta decidano di Estratto dalle slide presentate al Convegno Amafond del 22 novembre scorso. poche ma importanti cose. Occorre, anzitutto, diminuire il caos normativo, sia autorizzativo che fiscale, rendendo la norma di diritto, ben scritta e comprensibile, un punto fermo per gli adempimenti delle imprese. È poi necessario ridurre di molto l’entropia della burocrazia, che non costa solo e tanto in termini di addetti della PA, ma di adempimenti inutili e dannosi per il sistema delle imprese. Chiediamo, inoltre, meno rigidità del mercato del lavoro, e una fiscalità sull’auto che sia meno opprimente e più capace di promuovere gli investimenti 30 investire. Ovviamente con dotazioni adeguate. Se confrontiamo i 200 milioni previsti in Italia con i 5 miliardi della Francia, è facile intuire dove si sposti l’ago della bilancia del vantaggio competitivo. L’importante è iniziare a lavorare finalmente insieme, legislatore, pubblica amministrazione ed imprese, e non in sterile e dannosa contrapposizione, per modernizzare questo Paese e tornare ad occuparsi di politiche industriali. Relazione presentata al Convegno AMAFOND del 22 Novembre 2013 PRODOTTI E SERVIZI per acciaierie, fonderie di acciaio e di ghisa, di alluminio e di altri metalli non ferrosi. PRODOTTI SERVIZI metalli leghe - madrileghe ferroleghe ghise in pani ricarburanti rete informatica assistenza tecnica coperture su metalli e valute servizi finanziari e commerciali logistica - stoccaggio 20135 MILANO - VIALE SABOTINO, 19/2 - TEL. + 39 - 02.80.95.11 - FAX +39 - 02.89.00.714 AZIENDA CERTIFICATA UNI EN ISO 9001:2000 eco no mi ico om on nomico eco ec o c economico FARO The International Commodities Club: meeting d’eccellenza al Museo Ferrari di Maranello “Non il polveroso racconto del passato, ma una straordinaria esperienza nel mondo Ferrari”: così è descritto il Museo del Cavallino di Maranello, moderno contenitore di storia, vetture, multimedia e simulatori semi professionali. Qui, con un ricco programma di novità e graditi ritorni, FARO The International Commodities Club intende accendere i motori per il 38esimo meeting il 3 e 4 Aprile 2014. Risorsa indispensabile per chi si occupa di materie prime e fedele ai valori del networking, dello scambio, della conoscenza e della cross fertilization, accoglierà ai microfoni Arrigo Sadun (Presidente di TLSG, International Advisors), Edward Meir (Senior Metal Expert INTL FCStone Inc.) e Simon Hunt (Simon Hunt Strategic Services Ltd, Economic & Copper Advisors), voci e volti noti ai molti frequentatori del Club. Con loro, analisti internazionali ed esperti animeranno le quattro sessioni previste per la due-giorni e intervallate da momenti di condivisio- Ingresso del Museo Ferrari di Maranello. ne di competenze ed esperienze. Il meeting si aprirà con un intervento sulla situazione internazionale del mercato dei metalli curata fra gli altri da Simon Hunt, esperto controcorrente del business cinese e del rame. Tema: un confronto aperto sulle prospettive del mercato dei metalli, considerando anche il nuovo corso del London Metal Exchange. Nel pomeriggio, gli Outlook Materie Prime con view e previsioni su Acciai e Ferrosi, Shipping, Preziosi ed Energy e Non Ferrosi. Per partecipare e per informazioni www.faroclub.it. Networking e Meeting OneToOne durante il 37° FARO. Industria Fusoria 6/2013 Questi ultimi saranno analizzati da Edward Meir, che Metal Bulletin posiziona nella top 5 degli esperti premiati per la puntualità delle disamine, specie sul nickel, per il quale ha ottenuto un’accuratezza del 99.86% sul Q3 del 2013. Non mancheranno i Ring Time, tavoli di discussione e matching fra operatori dello stesso mercato, a conclusione della prima giornata. La seconda si aprirà con la sessione dedicata al quadro macro economico e alle panoramiche strategiche. Da anni assiduo ospite di FARO, Arrigo Sadun porterà la sua opinione sulla situazione economica globale insieme a Giorgio Arfaras (direttore della Lettera Economica del Centro Einaudi), nuovo alla platea dei faristi. A chiusura del meeting, via allo speciale programma di Networking con destinazione Autodromo di Modena. 32 EKW Italia S.r.l. via del Lavoro 21, 20863 Concorezzo (MB) Italy Tel. + 39 039 628031 Fax. + 39 039 6280322 www.ekw.it [email protected] Refrattario e servizio nel sistema eco no mi ico om on nomico eco ec o c economico Premio di laurea ing. Carla Cominassi, terza edizione Per onorare la memoria dell’ing. Carla Cominassi, scomparsa prematuramente, la società GHIAL spa, in collaborazione con la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Brescia, informa che ha istituito la terza edizione del premio di laurea da assegnare a giovani laureati presso la Facoltà di Ingegneria di Brescia che abbiano elaborato e discusso tesi di laurea Specialistica/Magistrale, non compilative, con specifica trattazione di aspetti riguardanti uno dei temi di seguito indicati riguardanti le tecniche di fusione dell’alluminio: • Sviluppo sperimentale e simulazione numerica del processo di pressofusione/ colata a gravità; • Processo di solidificazione: mappe di solidificazione, microstruttura e proprietà dei componenti; • Correlazioni tra geometrie dei getti e loro difettologie in pressofusione/ colata a gravità; • Studio microstrutturale e difettosità dei getti in pressofusione/ colata a gravità. • Studio di tecnologie innovative in fonderia con particolare riguardo all’utilizzo di leghe alternative per particolari strutturali. • Influenza dei parametri di stampaggio e termica dello stampo sulla usura delle superfici stampanti; • Riduzione dei fermi impianto mediante implementazione della manutenzione preventiva. Industria Fusoria 6/2013 Al Premio possono partecipare tutti i Laureati delle Facoltà di Ingegneria di Brescia che avranno discusso la Tesi e conseguito la Laurea Specialistica/Magistrale nel periodo dall’1 aprile 2013 al 15 aprile 2014. I candidati che intendono partecipare al Concorso devono far pervenire alla GHIAL Spa, Ufficio del Personale entro il termine del 30 aprile 2014, la seguente documentazione: • domanda di partecipazione al concorso redatta in carta libera, con indicazione dei dati anagrafici, dell’indirizzo di residenza, del recapito, dei riferimenti telefonici e indirizzo mail, del codice fiscale, del titolo della tesi con l’indicazione del relatore; • certificato di laurea o copia autenticata riportante i voti conseguiti in ciascun esame e nell’esame di laurea (non saranno ammesse le tesi al termine del corso di laurea triennale); Carla Cominassi, nata a Brescia nel 1965, frequenta brillantemente gli studi e si laurea in Ingegneria elettronica presso il Politecnico di Milano, inserendosi nel modo del lavoro sin da subito con dedizione e passione che ne fanno una giovane ingegnere che non si accontenta dell’evidenza, volendo sempre approfondire ogni argomento, sotto gli aspetti tecnici e pratici, teorici ed applicati. All’età di 31 anni inizia a lavorare in Ghial partecipando con interesse ad 34 • una copia della tesi (se in lingua straniera corredata di traduzione in lingua italiana) in formato cartaceo e/o su supporto informatico, riferita ad uno dei temi sopra indicati, unitamente ad un breve sommario della tesi stessa (max 100 righe); • liberatoria all’utilizzo dei dati ai sensi del Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196. La borsa di studio dell’importo di € 2.000 al lordo delle ritenute di legge verrà assegnata ad insindacabile giudizio di un Comitato Tecnico-Scientifico di valutazione all’uopo istituito con la presenza di rappresentanti della ditta GHIAL spa e di docenti universitari della Facoltà di Ingegneria di Brescia. Per maggiori informazioni: tel. 0303715576 o [email protected] ogni progetto per la crescita aziendale. La fonderia divine la sua seconda casa, il suo scopo di vita per crescere e far crescere tutto ciò che gli ruota intorno, dall’alluminio alle presse, dallo stampo al getto finito. Purtroppo colpita da una lunga malattia, affrontata con tanta forza e dignità nonché dedizione al lavoro ed al settore, dopo una lotta condotta strenuamente, scompare prematuramente nel luglio del 2010 lasciando in tutti un grande vuoto. TESI TES I, al vostro servizio SORELMETAL®® FERROLEGHE E INOCULANTI FILO ANIMATO GRAFITI SPECIALI CARBURO DI CALCIO FILTRI CERAMICI MANICHE ESOTERMICHE PROGRAMMI DI SIMULAZIONE MINERALI DI ZIRCONIO E TITANIO ELETTRODI DI GRAFITE POLVERI METALLICHE PRODOTTI E IDEE TESI SpA - Via Manzoni, 20 - 20052 Monza Tel. +39 039 237501 - Fax +39 039 2302995 [email protected] - www.tesi-spa.it ;LS -H_ L’impiego del nuovo sistema Cold-Box vi aiuterà ad aumentare l’efficienza produttiva della vostra azienda in modo economico ed ecologico. r(S[HYLH[[P]P[¡ r,SL]H[HZ[HIPSP[¡[LYTPJH r4PNSPVYLYLZPZ[LUaH r)HZZPZZPTLLTPZZPVUPKPVKVYL r)HZZVZ]PS\WWVKPM\TV r9PKV[[HMVYTHaPVULKPJVUKLUZH[P www.satef-ha.it www.huettenes-albertus.com Member of HA-Group =PHSLKLSSH:JPLUaH =PJLUaH0[HSPH ZH[LM'ZH[LMOHP[ GHISA IN PANI PER FONDERIA E PRODUTTORI DI ACCIAIO .OPZHK»HMÄUHaPVULHIHZZV4U .OPZHPUWHUPLTH[P[LWLYZMLroidale e semisferoidale da Russia e Brasile Magazzino permanente a Monfalcone e Marghera Carbones Holding GmbH Vienna - Austria www.carbones.it Per maggiori informazioni: [email protected] Tel. +39 348 6363508 four LEADERS, one SOLUTION. 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Diventa quindi importante armonizzare la struttura aziendale, per ottenere una produzione ed organizzazione snella che, diminuendo gli sprechi, permettano di ottenere grandi risultati. Da questo punto di vista la ricerca scientifica deve appoggiare le richieste industriali per ottenere questa ottimizzazione. In quest’ottica, diventano importanti le sempre crescenti ricerche sulla simulazione e previsione dei comportamenti dei metalli durante la colata e la solidificazione; migliorando i modelli matematici, si diminuiscono gli sprechi e le lavorazioni aggiuntive sui getti. Aumentano anche le ricerche per il recupero di getti con difetti, e di sistemi per il miglioramento delle qualità finali del materiale. Le leghe leggere rimangono un argomento ancora in fase di sviluppo sotto ogni punto di vista, insieme alla fonderia di metalli ferrosi che mantiene ancora un coinvolgimento globale. Grande interesse appare, inoltre, nello sviluppo di tecniche antinquinamento o di ottimizzazione energetica, e vengono anche trattati temi di ottimizzazione delle prestazioni dei getti tramite l’integrazione di materiali diversi nello stesso getto. Di seguito vengono riportate alcune delle memorie più interessanti, per il settore delle Fonderie, tra quelle presenti negli atti ufficiali del convegno. Al fine di velocizzare la ricerca di articoli per argomento/interesse sono state inserite, al termine di ogni abstrcat, alcune “Parole chiave” che, in aggiunta al titolo, forniscono dettagli in merito alla singola memoria. In questo modo, se le parole chiave sono di interesse si passa alla lettura dell’abstract, ed eventualmente dell’articolo completo. Ricordiamo ai lettori che i testi integrali degli articoli di seguito pubblicati, così come quelli degli anni precedenti, sono disponibili in lingua originali richiedendoli a: [email protected] La Rassegna è curata dall’ing. Francesco Calosso che ringraziamo per la collaborazione. Industria Fusoria 6/2013 40 tecnico Migliorare l’efficienza energetica in fonderia tramite l’analisi di processi multidimensionali e misurazioni automatiche J.J. Wiczer, M.B. Wiczer Memoria N. 13-1597 Gli autori hanno sviluppato un set di accessori di misurazione in tempo reale, facilmente adattabili, per migliorare l’efficienza energetica in alcune operazioni di fonderia altamente dispendiose. Questi Accessori possono misurare e monitorare remota- Sovrafusione di aste di acciaio e tubi in rame in colata a bassa pressione con stampo permanente F. Chiesa, G. Morin, B. Tougas, J.F. Corriveau Memoria N. 13-1186 La sovrafusione di Acciaio o Rame con Alluminio o Magnesio permette di avere i vantaggi della tenacità dell’acciaio, della resistenza a corrosione e della conducibilità termica del rame senza compromettere la ridu- Previsione della vita a fatica in getti di alluminio conformati Q. Wang, P.E. Jones Memoria N. 13-1342 L’incremento nell’utilizzo di getti in alluminio in forma nell’industria automotive e aerospaziale ha portato grande attenzione sulle proprietà a fatica dei getti in alluminio. La resistenza a fatica dei getti di alluminio dipende fortemente dalla mente l’utilizzo di potenza e lo stato dei parametri di processo, per consentire l’analisi e migliorare l’utilizzo dell’energia. L’approccio utilizzato spiega come utilizzare sensori a largo raggio combinati con l’analisi dei dati basata sul contesto della conoscenza dei misurandi, per facilitare l’identificazione di opportunità in cui risparmiare energia. Utilizzando queste attrezzature gli autori hanno identificato alcune opportunità di risparmiare energia per alcuni processi produttivi, monitorando ed analizzando in tempo reale informazioni legate al processo, in congiunzione con i dati di consumo di energia elettrica. Specificatamente è stato rilevato come alcune opportunità di abbattere il consumo di energia sono solo apparenti, se si combinano le informazioni di parametri di processo, dati macchina e consumi di energia raccolti in sincrono. In questo articolo sono discussi alcuni esempi di applicazione di questo approccio a vari processi produttivi in diversi settori di prodotto. Parole chiave: sostenibilità, riduzione dell’utilizzo energetico, monitoraggio in tempo reale del consumo energetico, sensori di monitoraggio in tempo reale, monitoraggio tramite web. zione di peso ricercata in molte applicazioni. Nel presente lavoro aste di acciaio e tubi in rame da 6 mm in diametro (0.2 in.) sono stati sovrafusi in una piastra di Alluminio A356 spessa 25 mm (1 in.)a diverse temperature di inserimento e temperature di versamento. L’aderenza meccanica delle aste di acciaio è stata misurata tra 19 e 27 MPa, in dipendenza con il tempo di solidificazione locale all’interfaccia acciaio-alluminio. Nel caso dei tubi di alluminio ci si è focalizzati alla resistenza termica all’interfaccia rame-alluminio. Lo scambio termico di superficie si è rivelato essere molto elevato (intorno a 10kW/m2/°K) e lievemente dipendente dalletemperature iniziale di inserimento e temperature di colata. La parziale dissoluzione del rame nell’alluminio è stata quantificata tramite analisi EDS. Analisi radiografiche eseguite con microscopio ottico ed elettronico alle interfacce rame-alluminio e acciaio-alluminio spiegano parte dei risultati sperimentali. presenza di difetti di fusione e dalle caratteristiche dei costituenti microstrutturali. La presenza di difetti di fusione riduce significativamente la vita a fatica tramite l’agevolazione della formazione di cricche. In assenza di difetti, comunque, la formazione delle cricche inizia dagli agglomerati di costituenti microstrutturali sensibili alla fatica. La criccatura e decoesione di larghe particelle intermetalliche si Si o ricche in Fe, e la separazione dei piani di scorri- mento nella matrice di Alluminio gioca un importante ruolo nella nucleazione e nella insorgenza delle cricche. Questo articolo descrive le ultime novità riguardanti i meccanismi per l’iniziazione delle cricche e presenta un modello di vita a fatica multi-scala per le fusioni di Alluminio che considera difetti di fusione e costituenti microstrutturali multiscala. Parole chiave: fatica, previsioni di vita, allumino, getti conformati. 41 Industria Fusoria 6/2013 tecnico tecnico Effetti delle riparazioni con saldatura sulle proprietà statiche e dinamiche delle fusioni in sabbia di una lega E357- T6 G.A. Gegel, D. Hoefert, J. Hirvela, R. Oehrlein Memoria N. 13-1210 Storicamente, saldature di riparazione ben fatte sono consi- Fondamenti di solidificazione in getti di Alluminio G.K. Sigworth Memoria N. 13-1224 In questo articolo la fondazione si è operata per una comprensione fondamentale di quanto accade durante la solidificazione. Questa conoscenza viene utilizzata per raggiungere con- Modellazione degli stress residui nei getti di Alluminio Q. Wang, B. Xiao, C. Chang, D. Paluch Memoria N. 13-1339 Le fusioni di Alluminio sono solitamente soggette a trattamenti termici che includono tempra dopo trattamenti di soluzione per migliorare la risposta all’in- Un modello quantitativo per la previsione dei micro-ritiri nella solidificazione della lega A356 A. Patel, L. Nastac Memoria N. 13-1385 In questo articolo verranno rivisitati alcuni modelli che va- Industria Fusoria 6/2013 derate come non aventi effetto o con basso impatto sulle proprietà meccaniche e fisiche dei getti. Lo studio di questo lavoro è stato quello di validare o contrastare questa teoria. I risultati mostrano che le saldature di riparazione non hanno essenzialmente effetto sulle proprietà meccaniche statiche e dinamiche per i getti colati in sabbia di E357-T6. Lo studio suggerisce che saldature ese- guite correttamente possono essere appropriate per unire stabilmente componenti colati in sabbia o assemblare prodotti diversi (di appropriata natura chimica) a prodotti da fonderia. Prove addizionali devono ancora essere eseguite per validare completamente questa congettura. Parole chiave: E357-T6, colata on sabbia, saldatura di riparazione, proprietà meccaniche, resistenza a fatica. clusioni pratiche sulle leghe commerciali da fonderia.Verranno descritti i più importati diagrammi di fase. Questi descrivono, nella forma di diagrammi di facile lettura, che fasi si formano e la relazione tra le fasi. I processi di solidificazione in non equilibrio vengono poi discussi. Verrà descritta la formazione, crescita e rafforzamento delle dendriti, e discussa la correlazione tra la spaziatura tra i rami se- condari delle dendriti (secondary dendrite armspacing, SDAS) come una funzione del tempo di solidificazione locale. Infine verrà considerata la segregazione, ed analizzati i modelli che la descrivono. Calcoli esemplificativi verranno eseguiti per i traccaiti di solidificazione nelle fusioni di leghe Al-Si, e verranno forniti alcuni suggerimenti per ottimizzare la composizione delle leghe da fonderia. vecchiamento e le proprietà meccaniche. La tempra rapida può portare a elevati stress residui e severe distorsioni che inficiano significativamente la stabilità dimensionale, la funzionalità e in modo particolare la performance dei prodotti. Modellizzare gli stress residui e le distorsioni nei getti di alluminio trattati termicamente per una progettazione efficace del prodotto e una assicurazione sulla durata, è sta- to sviluppato un approccio basato sugli elementi finiti accoppiando un algoritmo sul trasferimento del calore transiente con un modello costitutivo del materiale termoviscoplastico. Il modello integrato per la valutazione degli stress residui ha dimostrato la sua affidabilità in confronto a misurazioni sperimentali. Parole chiave: stress residui, alluminio, colata, trattamenti termici, modellizzazione. lutano i microritiri. Verrà introdotto un modello concettuale, basato sul criterio di Nyama, considerante il comportamento stocastico della nucleazione dei pori durante la solidificazione dei getti. Verranno sviluppate le correlazioni tra le previsioni e la percentuale dei pori misurata. In questo modo il livello di se- verità delle microporosità, (ad esempio le porosità da ritiro) può essere determinata tramite l’utilizzo di questo modello. Questo modello è stato testato su barre e lastre da getti di lega A356 colati in stampi di Furan-silica. Il modello è stato poi validato su lastre colate di lega A356. 42 tecnico Influenza della velocità di solidificazione sulle proprietà meccaniche di fusioni in leghe Ipo-eutettiche ed eutettiche Al-Si solidificate rapidamente M. Mohandass, A.Venkatesan Memoria N. 13-1302 La correlazione tra la velocità di solidificazione e le proprietà meccaniche di ogni getto dimostra di essere un valido tentativo di ricerca per l’industria fusoria. Il lavoro seguente si focalizza su alcune leghe eutettiche (BS 1490 LM6; equivalente all’A 413 per le normative AA/ ASTM) ed ipo-eutettiche (BS 1490 LM25; equivalente all’A 356 per le normative AA/ ASTM) a base Al-Si. Generalmente queste fusioni vengono prodotte per colata in gravità in stampo permanente. Per raggiungere velocità di raffreddamento più elevate si è utilizzato uno stampo in rame cilindri- Effetti dell'agitazione ultrasonica sulla microstruttura dei getti di A356 S. Jia, X. Liu, L. Nastac Memoria N. 13-1383 Il trattamento ultrasonico ha effetti significativi sulla microstruttura solidificata, che include la struttura dei grani, la distribuzione delle inclusioni, l’affinazione delle fasi secondarie, ecc. Le cause primarie sono dovute alla cavitazione ultrasonica, ai flussi acustici, ed al movimento delle dislocazioni associato con la propagazione delle onde ultrasoniche nel mate- co. Per valutare la variazione di prestazioni meccaniche di queste leghe due condizioni di raffreddamento sono state prese in considerazione: stampo in rame con raffreddamento in aria forzata, e stampo in rame con raffreddamento a liquido. La lega LM6 ha una fase α-Al sovra satura e una fase secondaria eutettica Al-Si mista con una fase marginale di Si primario. Al contrario, nel caso della lega LM25 è stata rilevata solo una compresenza di fasi α-Al primaria e eutettico Al-Si secondario. Studi precedenti hanno mostrato che la presenza di “scritte cinesi” o formazioni simili a “chiodi” di fase eutettica secondaria influenzano la durezza della lega, ed è stato osservato che le proprietà tensili delle leghe variano con la durezza. In questo articolo le resistenze a trazione, a compressione e la tenacità sono state studiate ed i risultati confrontati per queste leghe. La formazione di fasi secondarie Al-Si e la loro distri- buzione come una funzione della velocità di raffreddamento, come imposto dal sistema di colata in gravità negli stampi in rame con raffreddamenti in aria forzata e acqua, sono brevemente discussi. In riferimento ai getti raffreddati in aria forzata, tramite il raffreddamento con liquido della lega LM6 ha riportato un aumento delle proprietà di resistenza a trazione ed a compressione rispettivamente del 15% e del 13%. Allo stesso modo per la lega LM25 le resistenza sono aumentate del 17% e 16.5% rispettivamente. È stato anche rilevato che i grani di fase eutettica Al-Si hanno influenzato largamente le proprietà della lega più della fase primaria α-Al. Parole chiave: fusioni in leghe Al-Si, solidificazione rapida, velocità di solidificazione, velocità di raffreddamento, fase primaria α-Al, fase secondaria Al-Si con struttura a ”scritture cinesi”, resistenza a trazione, resistenza a compressione, tenacità e durezza. riale. I meccanismi di come questi effetti avvengano non sono completamente compresi e quantificati. In questa ricerca una lega A356 fusa è stata trattata con ultrasuoni ad alta potenza ad una frequenza di 18 kHz, poi surriscaldato in modo relativamente elevato, per poi eseguire una colata in uno stampo permanente rispettante la norma ASTM B108-2. La condizione di surriscaldamento relativamente alta è stata utilizzata per assomigliare alle condizioni di colata standard di fonderia. I parametri selezionati per la tecnologia di agitazione ultrasonica (ultrasonicstirringtechnology, UST), sono stati determinati utilizzando un software di simulazione per UST, sviluppato e validato da poco tempo. Il software è in grado di modellizzare e simulare i flussi sonori, e la cavitazione ultrasonica così come l’evoluzione della microstruttura durante la solidificazione del fuso. La lega A356 agitata ultrasonicamente mostra una microstruttura di caratteristiche superiori con un livello di microporosità veramente basso. La microstruttura e le proprietà meccaniche della lega A356 processato con e senza UST sono state analizzate e confrontate nel dettaglio nell’articolo. Parole chiave: agitazione ultrasonica, lega A356, microstruttura, proprietà meccaniche. 43 Industria Fusoria 6/2013 tecnico Alluminio da fonderia Al-Zn-Cu-Mg ad elevata resistenza: uno studio su trattamenti di soluzione e invecchiamento E. Druschitz, R.D. Foley, J.A. Griffin Memoria N. 13-1568 L’intera Serie di leghe 7xxx è quella con la più elevata resistenza. Processi di fonderia effettuati con queste leghe portano in genere a 2 difetti microstrutturali: 1- Intermetallici Sperimentazione industriale della raffinazione del grano di una fusione in acciaio tramite l’uso di terre rare R. Tuttle Memoria N. 13-1377 È stato osservato da molti ricercatori che l’aggiunta di terre rare diminuisce le dimensioni dei grani negli acciai. Al momento, non sono ancora state fatte prove a livello industriale in fonderie commerciali. Una fusione di prova di due compo- Distribuzione della dimensione dei noduli di grafite nella ghisa duttile S.N. Lekakh, J. Qing, V.L. Richards, K.D. Peaslee Memoria N. 13-1321 Importanti caratteristiche microstrutturali, compresa la segregazione di elementi di lega durante la solidificazione, la formazione di ferrite e perlite durante la reazione eutettoide, così come le proprietà meccaniche (resistenza, duttilità e tenacità a bassa temperatura), sono collegate alla dimensione reale e alla distribuzione nello spazio della fase grafite nella ghisa duttile. In Industria Fusoria 6/2013 2- microporosità In questo articolo sei leghe sperimentali Al-Zn-Mg-Cu verranno colate ad una pressione di 1 MPa (10 atmosfere). Le concentrazioni testate sono state di Zn di 8 e 12% in peso, mentre quelle di Mg da 1.5 a 5.5%. Il Rame è stato mantenuto a 0.9%. I trattamenti termici delle leghe sono stati ottimizzati per raggiungere la massima durezza. I campioni sono stati portati per trattamento di soluzione a 441°C per 4 ore, salendo poi a 460°C per 75h e successivamente invecchiati a 120°C per 75 h. La diffrazione a raggi X mostra che i precipitati indurenti con l’invecchiamento nella maggior parte di queste leghe è stata la fase T (Mg32Zn31.9Al17.1). La Calorimetria a scansione differenziale (DSC) conferma che un inferiore contenuto di alliganti risulta in una più facile dissoluzione degli intermetallici durante il trattamento di soluzione e la precipitazione inizia a temperature più elevate durante l’invecchiamento. Parole chiave: getti di alluminio ad elevata resistenza, alluminio serie 7000, trattamenti di soluzione ed invecchiamento. nenti è stata realizzata nell’ambito di un progetto pilota di fonderia. La microstruttura dei componenti è stata paragonata a quella di un componente proveniente da una produzione standard. Uno dei componenti arricchiti con terre rare aveva grani di ferrite con una struttura più fine rispetto al componente standard, l’altro aveva invece una struttura simile. Tramite la macroincisione si è visto che nei pezzi contenenti siliciuri di terre rare la struttura era più fine rispetto ai pezzi standard. C’è stata anche una diminuzione della zona colon- nare. Un esame al microscopio elettronico delle inclusioni ha rilevato che il pezzo con la struttura meno raffinata aveva inclusioni di terre rare ricoperte da ossidi di ferro-alluminio. Questi ossidi hanno tolto agli ossisolfuri delle terre rare la capacità di formare nuclei. La simulazione del riempimento ha previsto un aumento significativo della turbolenza nel profilo di uno dei pezzi, il che può spiegare la presenza di ricoprimenti in ferro-alluminio. Parole chiave: acciaio, raffinazione del grano, sperimentazione industriale. questo articolo sono state confrontate due differenti tecniche di misurazione quantitativa, compresa la metallografia ottica e un microscopico elettronico a scansione tipo SEM/EDX con analisi automatica della distribuzione di grafite. È stato dimostrato che il microscopio elettronico a scansione fornisce dati più accurati sulla dimensione dei noduli separando le inclusioni non metalliche dalla fase grafite. È stato sviluppato uno speciale algoritmo di conversione basato su una formula inversa in EXCEL per correlare la distribuzione bidimensionale dei noduli di grafite con il diametro reale in tre dimensioni dei noduli. Sono stati esaminati gli effetti del car- bonio equivalente, della velocità di raffreddamento e delle inoculazioni sulla distribuzione delle dimensioni dei noduli in stampi no bake e in processi di colata continua. L’analisi ha rilevato due tipi di distribuzione della dimensione dei noduli: normale con noduli della stessa dimensione, e anormale con noduli di grafite di due o tre dimensioni diverse La nucleazione della grafite e le condizioni di accrescimento sono entrambi collegati alle distribuzioni finali tridimensionali dei noduli nei componenti da fusione. Parole chiave: grafite, ghisa duttile, tecnica quantitativa 3D, conteggio dei noduli, solidificazione. 44 tecnico La velocità di deformazione come previsore della formazione di cricche a caldo nella lega al magnesio AZ 91 M. Rakita, Q. Han, Z. Liu Memoria N. 13-1340 La cricca a caldo è uno dei difetti più frequenti nei componenti da fusione, ed è molto L’interazione degli ossidi di terre rare con i materiali refrattari industriali R. B. Tuttle Memoria N. 13-1378 Per aiutare a comprendere l’interazione tra materiali refrattari e inclusioni a base di terre rare, è stata condotta una serie di esperimenti di equilibrio di fase. Sono stati utilizzati allumina e magnesia ad alta purezza e materiali refrattari industriali. Ai refrattari BAC 100: una nuova lega d’alluminio ad alta resistenza ed alta tenacità E. Druschitz, R.D. Foley, J.A. Griffin, A.P. Druschitz Memoria N. 13-1570 Lo scopo della presente ricerca era quello di quantificare le proprietà meccaniche ottenibili nel BAC100TM e ricavarne così dati sufficienti da destinare alla progettazione. Il BAC100TM è una lega Al-Cu-Mg microlegata con importante poterne prevedere l’insorgenza fin dalla fase di progettazione di un prodotto. Tuttavia, non è ancora disponibile una spiegazione unica sulla causa di insorgenza principale di questo difetto, sebbene siano stati elaborati molti modelli di previsione. Una delle cause consiste nel fatto che le cricche a caldo sono problemi specifici di dati materiali. In questo articolo viene fatto un paragone tra i risultati delle simulazioni sulla lega al magnesio AZ 91 e il lavoro sperimentale di Sadayappan, Sahoo e Weiss. È risultato che la velocità di deformazione può essere utilizzata nelle simulazioni per indicare i punti soggetti alla formazione di cricche a caldo in una lega al magnesio AZ 91. Parole chiave: cricche a caldo, lega al magnesio AZ 91, velocità di deformazione, criterio RDG. di prova sono stati applicati pezzi di La3O2 o di CeO2. Un forno a resistenza ha riscaldato i campioni alla temperatura adatta alla produzione dell’acciaio, mantenendoceli per tre ore. Dopo l’esperimento, è stata condotta l’analisi dei campioni al microscopio ottico ed elettronico. Non è stata trovata alcuna prova di reazione nei campioni contenenti allumina ad elevata purezza e in quelli contenenti magnesia. Tuttavia, i panetti di allumina al 50% e al 70% hanno reagito. Una spet- troscopia a dispersione di energia ha rilevato la presenza di silicati di terre rare in formazione. La quantità di silicati di terre rare in formazione si lega al contenuto di silicio. Gli ossidi di terre rare sembrano reagire preferibilmente con il silicio. Perciò, è preferibile impiegare materiali refrattari a basso contenuto di silicio se si vuole raffinare il grano nell’acciaio tramite l’uso di terre rare. Parole chiave: Interazione con i refrattari, equilibrio di fase, raffinazione del grano, acciaio. Ag, Mn, Zr e V. Sono state eseguite prove di allungamento, di corrosione da stress, e di resistenza a fatica. I getti di BAC100TM sono stati solidificati convenzionalmente e sotto 1 MPa (10 atm) di pressione, per ridurre la porosità caratteristica delle leghe con un ampio range di raffreddamento. Tutti i campioni sono stati inoltre sottoposi a pressatura isostatica (HIP). Sono stati identificati due composti intermetallici che limitavano la duttilità del BAC100TM: si trattava del CuAl2 e di un com- posto Al-Cu-Fe-Mn. È stato necessario il trattamento tramite una soluzione per eliminare quasi tutto il CuAl2. Questi risultati indicano che le concentrazioni di rame nel BAC100TM devono essere minimizzate il più possibile per ridurre al minimo la quantità di rame disponibile per la formazione dei composti intermetallici. Parole chiave: lega di alluminio ad alta resistenza, proprietà di allungamento, proprietà a fatica, cricche dovute a stress da corrosione. 45 Industria Fusoria 6/2013 tecnico Caratterizzazione della rugosità superficiale dei componenti da fusione tramite l’uso di metodi ottici 3D U.C. Nwaogu, N.S. Tiedje, H.N. Hansen Memoria N. 13-1473 In questo articolo verrà presentata in dettaglio una nuova tecnica a contatto zero, in cui si utilizza un sistema ottico 3D per misurare la rugosità di comparatori standard di rugosità superficiale utilizzati in fonderia. Le analisi di profilo e di superficie sono state effettuate con il software SPIP (standard probe L’effetto dell’alluminio e del carbonio sulla tenacità alla frattura dinamica degli acciai Fe-Mn-Al-C L.N. Bartlett, D.C. Van Aken Memoria N. 13-1344 È stata esaminata la tenacità a frattura dinamica come funzione del contenuto di alluminio e carbonio in acciai Fe-28%Mn(2.9-9)%Al-0.9%Si-(0.9-1.8)%C0.6%Mo. Sia i componenti trattati in soluzione che quelli sottoposti ad invecchiamento hanno mostrato un aumento di tenacità al diminuire della quantità di alluminio. In quelli tratta- Simulazione numerica delle caratteristiche di fluidità e riempimento dello stampo delle leghe di magnesio durante il processo di fusione “lostfoam” sotto vuoto Q. Li, W. Su, W. Dai, Q. Han Memoria N. 13-1513 Il procedimento “lostfoam” sotto vuoto per le leghe di magnesio è un qualcosa di relativamente nuovo. La ricerca descritta in questo articolo esamina di- Industria Fusoria 6/2013 image processor), e i valori di rugosità superficiale ottenuti sono stati sottoposti ad analisi statistica. Il rapporto dell’area di contatto è stato introdotto e applicato nell’analisi della rugosità superficiale. Dai risultati, si riesce a caratterizzare bene la qualità della superficie dei comparatori standard, e si è stabilito che i parametri areali sono più significativi per i componenti fusi in sabbia. I valori di rugosità per i comparatori visuali standard possono essere utili come controllo per i componenti fusi e per le specifiche degli ordini nell’industria. Una serie di componenti in ferro è stata fusa in sabbia verde, e i parametri di ru- gosità superficiale ottenuta (Sa) sono stati confrontati con gli standard. I parametri di Sa sono sufficienti per ottenere una valutazione adeguata della struttura superficiale. I comparatori di serie “S” si sono rivelati più rappresentativi della superficie dei pezzi (sottoposti a granigliatura) rispetto ai comparatori di serie “A”. Gli esperimenti condotti mostrano inoltre che è possibile quantificare l’effetto dei picchi di pressione sulla rugosità superficiale. Parole chiave: fusioni in sabbia, rugosità superficiale, comparatori standard di rugosità, controllo qualità, curva della superficie di contatto, parametri areali. ti in soluzione, con un contenuto costante dello 0,9% di carbonio, diminuendo l’alluminio dal 6,5 al 2,9% ha aumentato la tenacità dinamica da 520 a 605 kJ/m2. Allo stesso modo, aumentando il contenuto di carbonio in soluzione solida dallo 0,9 all’1,2% in acciai contenenti il 2,9% di alluminio e trattati in soluzione, si è avuto un incremento di tenacità di 125 kJ/m2, passando da 605 a 730 kJ/m2. Quando la quantità di alluminio è stata ridotta dal 9 al 6,5%, la tenacità è aumentata da 160 a 370 kJ/m2 negli acciai invecchiati con durezza Brinell vicina a 300. Le aggiunte di carbonio superiori all’1,2% riducono la tenacità negli acciai invecchiati e causano fratture fragili, che sono state correlate alla precipitazione di k-carburo. Le infornate da laboratorio contenevano una quantità di AlN fino a quattro volte superiore a quella degli acciai di commercio con composizione simile, e questo contenuto di AlN ha diminuito la tenacità da 376 a 160 kJ/m2. Ci si attende che, praticando una fusione pulita, limitando al 6,5% il contenuto di alluminio e tenendo il carbonio al di sotto dell’1,2%, si otterrà un incremento di tenacità di 200 kJ/m2 rispetto a quella di un acciaio Fe-30%Mn-9%Al1%Si-0.9%C-0.5%Mo. versi parametri di processo che influenzano la fluidità e le caratteristiche di riempimento dello stampo delle leghe di magnesio durante questo processo. I risultati della ricerca indicano che la temperatura di colata ha l’influenza più significativa sulla fluidità della lega di magnesio. La fluidità cresce all’aumentare della temperatura. Tuttavia, la relazione tra la pressione di vuoto e la fluidità è di tipo non lineare. Al diminuire della pressione, la fluidità prima aumenta, poi subisce un calo. La pressione a monte ha anche qualche effetto sulla fluidità del- le leghe al magnesio se l’attacco di colata è realizzato con una struttura di schiuma. La lunghezza di fluidità del flusso diminuisce all’aumentare della pressione di vuoto. Il modello matematico della lega di magnesio suggerisce che nel processo di fusione “lostfoam” sotto vuoto la velocità di riempimento è più bassa, il processo di riempimento è più stabile, e si formano meno mulinelli rispetto alla fusione in sabbia. Parole chiave: fusione “lostfoam”, leghe di magnesio, riempimento dello stampo, fluidità, modello matematico. 46 tecnico Calcolo empirico della velocità di riempimento dello stampo nel procedimento Lost Foam Iron Casting F.J. Li, J.P. Han, L.W.Yi, F.Z. Ren Memoria N. 13-1581 Per misurare la velocità di riempimento dello stampo nel pro- L’influenza dell’Alluminio e del carbonio sulla resistenza all’abrasione degli acciai ad alto contenuto di manganese S.A. Buckholz, D.C. Van Aken Memoria N. 13-1343 In accordo con la norma ASTM G65 sono state svolte delle prove di abrasione da usura su un acciaio austenitico leggero da fusione Fe-Mn-Al-C, utilizzando un apparecchio specifico per il metodo Dry Sand, Rubber Wheel. Le prove sono state condotte su una serie di acciai Fe-30Mn-XAlYC-1Si-0.5Mo contenenti quantità di alluminio variabili dal 2,9 al 9,5% in peso e di carbonio comprese tra lo 0,9 e l’1,83% in peso. I materiali con microstruttura austenitica trattati in soluzione presentano una maggiore resi- Previsioni sulla microstruttura e sulle proprietà meccaniche di un basamento in CGI C. Heisser, N. Zenker, E. Fritsche, J. C. Sturm Memoria N. 13-1360 Condizioni di raffreddamento non uniforme in un componente da fusione portano a differenze localizzate nella microstruttura, modificando così le proprietà meccaniche a livello locale. Questa situazione ha un grande impatto sul comportamento del componente sottoposto al suo normale ciclo di carico e sulla sua vita operativa. Lo sviluppo virtuale dei componenti da fusione può perciò essere efficace solamente quando la simulazione del pro- cesso Lost Foam Iron Casting, gli elettrodi di rame sono stati impiantati nella struttura in schiuma. Quando il metallo fuso raggiunge il singolo elettrodo, crea un circuito con l’elettrodo comune. In base agli intervalli di tempo della formazione del circuito, si può ottenere il valore della velocità di riempimento. Con questo metodo sperimentale, è stato esaminato il modo in cui i vari parametri di processo influenzano tale velocità. Tra questi processi vi sono il grado di vuoto, la densità della struttura in schiuma, la temperatura di colata e la prevalenza metallica. È stata ricavata una formula empirica per il calcolo della velocità di riempimento. Parole chiave: Lost foam casting, riempimento dello stampo, acciaio da fusione. stenza all’usura. Tale resistenza è diminuita con quantità maggiori di alluminio, minori di carbonio, e in presenza di maggiore durezza dovuta al processo di invecchiamento. Dopo il trattamento in soluzione, la velocità di usura era fortemente in funzione del rapporto alluminio/carbonio, crescendo con un andamento parabolico in base a questo rapporto, variato da 1,8 a 10,2. L’esame della traccia di usura superficiale ha rivelato un processo di solcatura durante il test dell’abrasione, e questo metodo di rimozione del materiale è sensibile alla velocità di incrudimento. La velocità di incrudimento è stata determinata da test di trazione, ed è diminuita all’aumentare del rapporto alluminio/carbonio e della durezza da invecchiamento. La perdita di resistenza all’usura è collegata alla disposizione a corto raggio dell’alluminio e del carbonio nei materiali trattati in soluzione, e alla precipitazione di k-carburo nei materiali induriti per invecchiamento. Entrambi i fattori contribuiscono allo scorrimento planare e all’abbassamento delle velocità di incrudimento. Sono state effettuate prove anche su un acciaio per utensili ad alto contenuto di carbonio (W1) e un acciaio a basso contenuto di bainite (SAE 8620). Un acciaio leggero contenente il 6,5% in peso di alluminio e l’1,2% di carbonio ha una resistenza all’usura pari al 5% rispetto a quella del bainitico SAE 8620 da forgiatura utilizzato per i cingoli del carro armato Bradley BFV, e questo acciaio FeMn-Al-C, a parità di proprietà di trazione, è più leggero del 10%. Parole chiave: resistenza all’usura, acciaio ad alto contenuto di manganese, incrudimento, alluminio. cesso è integrata nella procedura di analisi del progetto e dell’applicazione (metodo FEM). La chiusura del gap tra i risultati disponibili delle simulazioni dei processi di fusione e le proprietà locali cicliche dei componenti da fusione in ghisa è stata valutata all’interno del progetto di ricerca tedesco MABIFF. Questo articolo presenta i risultati iniziali ottenuti sulla ghisa a grafite compatta (CGI). La CGI presenta essenzialmente due parametri di resistenza a livello microstrutturale: la forma e la dimensione delle particelle di grafite, il rapporto ferrite/perlite e la loro distribuzione nella matrice. Per simulare con precisione lo sviluppo della microstruttura è necessario comprendere e descrivere matematicamente il processo metallurgico durante la solidificazione e la trasformazione eutettoidica. Perciò, i modelli di simulazione disponibili per la solidificazione sono stati ampliati, ed è stato sviluppato un nuovo modello per prevedere la distribuzione di ferrite e perlite. Questi modelli di simulazione sono stati convalidati in fusioni di prova e sul basamento in CGI dell’Audi 3.0l V6 TDI. Questo articolo confronta e discute la distribuzione misurata e quella calcolata delle microstrutture e il loro impatto sulla durata dei componenti. Parole chiave: simulazione, durata, fatica, previsione della durata di vita del componente, tensione/compressione, componenti automobilistici, basamento di un motore, ghisa a grafite compatta, correlazione, convalida. 47 Industria Fusoria 6/2013 www.abb.com Insieme miglioriamo la produttività industriale e l’efficienza energetica dei nostri clienti Aggiungete Valore con Foseco Non è per caso che abbiamo mantenuto la leadership mondiale da oltre 70 anni. Al variare delle richieste tecnologiche e delle esigenze aziendali, noi continueremo a stare in prima linea, mantenendo un approccio proattivo. 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L’effetto dei difetti artificiali, sotto forma di intagli circolari, è stato esaminato in particolare sull’AlCu5MgTi |1|. Le conclusioni di questi studi sono le seguenti: • la resistenza allo snervamento è pressoché indipendente dalla riduzione della sezione, nel caso di riduzioni esigue (inferiori al 15% della sezione di partenza); • il carico di rottura si riduce proporzionalmente alla riduzione della sezione; • l’allungamento diminuisce rapidamente con la riduzione della sezione. Molte pubblicazioni trattano della qualità delle leghe di alluminio. L’effetto dei trattamenti termici è stato discusso da vari autori, che mostrano che l’effetto di tali trattamenti sulla qualità è piccolo, ad eccezione di trattamenti estremi di tempra, ed è secondario se paragonato alla qualità interna delle leghe |2, 3, 4, 5, 6|. Analogamente, l’influenza dell’aggiunta di elementi e impurità, in particolare il ruolo del ferro, è stata ampiamente considerata per molti anni |3-6|. Tuttavia, il primo passo per determinare l’im- Industria Fusoria 6/2013 patto reale dei difetti consiste nel determinare il potenziale di una matrice metallica perfetta. Questo dato è difficile da ottenere nelle leghe ossidabili, specialmente quelle di alluminio, perché i getti possono presentare imperfezioni di vario tipo, tra cui le più importanti sono: • soffiature; • cavità da ritiro, in particolare da micro ritiro; • porosità gassosa; • pellicole di allumina. Le soffiature sono causate da aria intrappolata e gas. Mentre la loro eliminazione può richiedere aggiustamenti e sviluppi, anche di lunga durata, i fattori su cui agire sono noti ai tecnici del settore e generalmente possono essere manipolati. Allo stesso modo, mentre la porosità gassosa talvolta è ancora un problema a livello industriale |7|, l’origine di questo difetto, il suo controllo prima di eseguire il getto, e i mezzi per eliminarlo sono noti e facilmente implementabili in un processo industriale |3|. Tuttavia, mentre le cause che danno origine alle cavità di micro-ritiro sono note, la complessità dei getti e delle leghe utilizzate può complicarne la rimozione e il rilevamento, quando le suddette cavità hanno piccole dimensioni |7|. I difetti più critici attualmente sono gli ossidi, che sono difficili da rilevare e da eliminare, e hanno effetti catastrofici sulle proprietà meccaniche |7|. Questa panoramica 52 esamina le possibili cause di formazione degli ossidi, il loro rilevamento, il loro effetto sulle proprietà meccaniche, e i metodi per ridurne o eliminarne completamente l’influenza, concentrandosi particolarmente sulle pellicole e sulle cavità che si generano durante il riempimento degli stampi. L’ossidazione dell’alluminio MECCANISMI In tutti i metalli, specialmente l’alluminio, lo stato metallico non è termodinamicamente stabile |8|. In particolare, in presenza di ossigeno, una pressione parziale di 10-185Pa è sufficiente per procurare ossidazione a temperatura ambiente, così come una pressione parziale di 10-39Pa a 800°C |9|. Questa reazione è perciò istantanea |10|. Anche così, finché la temperatura è inferiore a 850°C, lo strato di allumina che si forma è impermeabile, e protegge l’alluminio da una catastrofica ossidazione. Quando il metallo è solido, lo spessore dello strato ossidato che si forma in aria secca è di 0,005 micron, in aria umida questo spessore è di 1 micron |8|. Quando l’alluminio è liquido, ma ad una temperatura inferiore a 850°C, lo strato di ossido è spesso 10 µm |11|. Sopra la soglia degli 850°C, questo strato non protegge più tecnico È possibile, come verrà spiegato più avanti, rilevare ed eliminare una grossa parte degli ossidi formatisi durante la fusione e il mantenimento. Gli ossidi legati al riempimento, d’altro canto, costituiscono probabilmente il problema principale nella fusione delle leghe d’alluminio. zioni di fusione. La presenza di berillio nella lega |13| può limitare considerevolmente l’ossidazione, il che spiega perché questo elemento venga introdotto nelle leghe americane A356 e A357, pensate per componenti soggetti ad elevati stress. Tuttavia, l’uso del berillio oggigiorno è soggetto ad una regolamentazione restrittiva per ragioni di salute e sicurezza. Di conseguenza, viene impiegato sempre meno in fonderia. La presenza di magnesio in piccole quantità nella lega può limitare l’ossidazione, ma in grande quantità la accelera |12, 17|. Anche lo zinco è noto per accelerare il processo di ossidazione, anche in piccole quantità |11|; è possibile limitare l’ossidazione durante la fusione e il mantenimento lavorando in atmosfera inerte (idrogeno o argon) |18|, come si fa per le leghe di magnesio, per le quali si usa l’esafluoruro di zolfo gassoso |SF6|. RIMEDI Per limitare la formazione di ossidi, i principali parametri sono la temperatura e la durata delle fasi di fusione e mantenimento |19, 20|. Questi due parametri devono essere previsti al valore più piccolo possibile consentito dal procedimento. I materiali impiegati devono essere più puliti e asciutti possibile. A causa della loro densità, gli ossidi sparsi nel bagno fuso affiorano in superficie e possono essere rimossi. Questo effetto può essere amplificato usando un flusso deossidante unito ad una degasazione tramite gorgogliamento, che favorisce l’espulsione degli ossidi. La filtrazione può eliminare gran parte degli ossidi che si formano e si diffondono durante la fase di mantenimento |21|. Tuttavia, l’ossido si riforma immediatamente alla superficie del flusso di metallo. Finché lo strato di ossido rimane in superficie, non costituisce un problema, poiché, alla fine, rimarrà sulla superficie dei pezzi prodotti, conferendo loro una certa resistenza alla corrosione. Se invece viene spezzato dalla turbolenza del metallo, viene a trovarsi al cuore dei pezzi, talvolta perpendicolarmente alla superficie, formando una zona di prefrattura (vedi Effetto degli ossidi). Il riempimento è perciò un parametro chiave per quel che riguarda gli ossidi, e solo un riempimento dolce, senza turbolenze, può limitarne la formazione durante la colata |22|. EFFETTO DEGLI OSSIDI L’effetto degli ossidi è difficile da quantificare. Il rilevamento e la quantificazione degli ossidi presenti nel metallo sono soggetti a limitazioni sia allo stato liquido che allo stato solido. Anche così, vari studi hanno dimostrato, indirettamente, l’effetto nocivo degli ossidi, in particolare in base ai risultati ottenuti da Devaux e altri |21| circa Frequenza cumulativa il bagno fuso, e la sua ossidazione può così andare avanti. In presenza di determinate condizioni di temperatura e composizione, questa ossidazione può diventare catastrofica e manifestarsi sotto forma di “mushrooming” |12|. I principali ossidi endogeni, che si formano tramite ossidazione diretta dell’alluminio, sono l’allumina (Al2O3) e l’alluminato di magnesio (Al2MgO4) |11, 12, 13, 14|. Oltre a questi ossidi, ce ne possono essere altri di origine esogena, oppure ossidi accidentalmente introdotti o ancora ci possono essere prodotti della reazione dell’alluminio con i materiali refrattari del forno. Queste possibili fonti di ossidi portano ad avere ossidi di forme differenti |15,16|: • nei forni di fusione, le condizioni di temperatura sono favorevoli all’ossidazione, e quindi all’apparizione di aggregati più o meno estesi, e alle inclusioni di scorie; • nei forni di mantenimento, le condizioni di temperatura sono meno favorevoli all’ossidazione, e l’ossido in superficie protegge il bagno fuso. Anche così, all’aumentare delle scorifiche e delle colate, si possono formare aggregati di ossido più o meno estesi; • a seconda degli accorgimenti osservati in produzione, gli ossidi sopra citati possono essere trovati sopra e dentro i lingotti; • durante il riempimento, la turbolenza del flusso metallico favorisce l’apparizione di piccole pellicole sparse. FATTORI DI INFLUENZA Oltre alla temperatura, la tendenza ad ossidarsi delle leghe d’alluminio dipende anche dagli elementi aggiunti e dalle condi- Fig. 1 - Influenza delle inclusioni sull’indice di qualità (Q=Rm + 150*log (A)) di una lega AlSi7Mg. 53 Industria Fusoria 6/2013 tecnico pletamente inefficace nel determinare il livello di inclusioni presenti nel bagno fuso |43|. Per rilevare la presenza di ossidi nell’alluminio solido, si possono prendere in esame due tecniche: • analisi per attivazione neutronica |44, 45|; • esami con liquidi penetranti |46, 47|. Fig. 2 - Proprietà alla trazione di una lega AlSi7Mg0,6 (rendimento 100%) (■) prima del trattamento con un rotore, (•) dopo il trattamento con un rotore, (❒) dopo il trattamento con un rotore e un flusso deossidante. l’influenza delle inclusioni sulle proprietà meccaniche statiche (Fig. 1). Questi risultati sono confermati da quelli riportati in Fig. 2 |3|. Questi risultati dimostrano che la presenza di ossidi diminuisce i valori medi delle proprietà meccaniche, e soprattutto, ne aumentano notevolmente la dispersione. Lo studio dell’effetto degli ossidi sulla resistenza a fatica è meno dettagliato |23, 24, 26, 27, 28, 29, 30|. Tali studi mostrano che gli ossidi sono zone in cui si concentrano tensioni localizzate, e costituiscono quindi punti privilegiati per la formazione di cricche. Di conseguenza: • gli ossidi diminuiscono le proprietà meccaniche, come il carico di rottura, l’allungamento e la resistenza a fatica; • gli ossidi favoriscono la dispersione dei valori a causa della loro posizione casuale nei componenti prodotti; Tuttavia, gli ossidi possono diminuire anche indirettamente le proprietà meccaniche, favorendo la formazione di cavità di ritiro grazie ad un effetto di Industria Fusoria 6/2013 ostruzione |31| e grazie alla gasazione dovuta alla loro interazione con l’idrogeno |4, 32|. MONITORAGGIO DEGLI OSSIDI Molti dispositivi sono stati sviluppati allo scopo di valutare la pulizia del bagno fuso |33, 34, 35|, tra cui: • LIMCA (Liquid Metal Cleanliness Analyzer) |36|; • PoDFA (Porous Disc Filtration Analysis) |36|; • LAIS (Liquid Aluminum Inclusion Sampler) |36|; • Prefil-Footprinter: deriva dal metodo PoDFA |36, 37|; • QUALIFLASH |36, 38, 39|; • prova K-Mold: sviluppata da Kitaoka, della Nippon Light Metal Ltd |40|. Nei loro studi sulla qualità del metallo nelle fusioni a bassa pressione |40|, Singh e Mitchell hanno messo a confronto i metodi K-Mold, Prefil-Footprinter e PoDFA. Questo studio ha mostrato l’inefficacia di tutte e tre le tecniche. Nonostante la riproducibilità molto buona |41, 42| del metodo Prefil-Footprinter, esso può essere com- 54 Tuttavia, queste due metodologie hanno i loro limiti. Il calcolo per attivazione neutronica è influenzato dallo strato di allumina che si trova sempre sulla superficie. L’analisi con liquidi penetranti può rilevare solo gli ossidi presenti in superficie o rivolti verso di essa. Test di tensione su provini prossimi al getto (o, preferibilmente, barre di prova estratte dai getti) possono fornire indicazioni sulla presenza di pellicole. Questo perché la presenza di ossidi spesso diminuisce le proprietà meccaniche statiche, in particolare l’allungamento. Tuttavia, i test statici non assicurano il rilevamento di tutti gli ossidi, in particolare pellicole e grinze, anche se la loro presenza può avere effetti catastrofici sulla resistenza a fatica. L’ossidazione dell’alluminio Dopo questa presentazione generale degli ossidi nelle leghe di alluminio, verranno descritti più in dettaglio gli ossidi che si creano durante la fase di riempimento, in particolare le pellicole ripiegate. LA FORMAZIONE DELLE PELLICOLE OSSIDATE Le pellicole ossidate (Fig. 3) si creano a causa della rottura dello strato superficiale di allumina che ricopre il flusso metallico diretto nello stampo. Le cavità (Fig. 3) sono conseguenza di un’onda di metallo che collassa sulla superficie del flusso |22|. Questi difetti sono perciò la conseguenza di un riempimento turbolento.Al di sopra della velocità critica di 0,5 m/s, tecnico Aria Aria Fig. 3 - Rottura di una pellicola ossidata per pressione eccessiva del metallo liquido |13|. Rottura di una pellicola ossidata (dopo |22|). il regime diventa turbolento, come si nota dalla curvatura della superficie del metallo, che causa l’insorgenza di tensioni nello strato superficiale di ossido. Queste tensioni possono romperlo e formare pellicole di ossido “libero” |22, 49|, sia all’interno che in superficie, e talvolta perpendicolari alla superficie stessa. Se la pellicola non si spezza, si ripiega su sé stessa, col rischio di intrappolare aria (Fig. 3). Se invece la velocità di riempimento è bassa, la fluidità del metallo diminuisce. L’avanzata del metallo diventa più difficile, tutto perché l’ossido presente in superficie contribuisce al rallentamento del flusso. Esiste anche un limite minimo, al di sotto del quale compaiono increspature fredde. Grinze e increspature fredde dipendono da: • rugosità della cavità; • natura chimica della superficie (vernice dello stampo, talco, fluosilicato di sodio ecc.); • viscosità della lega (Stronzio, Sodio, Berillio, temperatura, ecc.); • velocità di riempimento. mento, i rimedi specifici per questa fase sono: • ottimizzazione del sistema di riempimento; • limitazione dell’altezza di caduta; • colata basculante; • colata in bassa pressione; • colata continua (solo per provini); • utilizzo delle simulazioni. studio sono stati usati campioni spessi rispettivamente 5 e 10 mm con attacco di colata sul fondo. Le velocità critiche di apparizione o non apparizione di grinze e increspature fredde sono state confrontate con l’altezza e lo spessore nello stampo (Fig. 4). Questo grafico mostra che più è sottile il fronte di avanzamento, più è alta la velocità critica. Questo riflette l’effetto della tensione superficiale, che stabilizza il flusso di metallo quando la sezione è sottile. Tuttavia, al diminuire dello spessore, la velocità di raffreddamento e le perdite di carico aumentano, impedendo il corretto riempimento dello stampo. Questi risultati sono compatibili con quelli di Niswaag |50|, ottenuti osservando un campione attraverso un piano in materiale vetroceramico. Nieswaag ha stabilito che il fronte crescente dell’alluminio liquido inizia a rompersi a partire da 0,37 m/s in uno stampo spesso 5 mm, mentre per Runyoro la velocità critica è di 0,5 m/s. Come si ottiene un riempimento calmo e privo di turbolenze? IL SISTEMA DI RIEMPIMENTO NELLA COLATA A GRAVITÀ Utilizzando la velocità critica di 0,5 m/s per un piatto spesso 5 mm, e un modello meccanico pseudo-solido, la velocità del liquido può essere rappresentata così: gh<V2<2gh Dove gh è l’altezza di caduta. Per uno spessore di 5 mm, questo calcolo dà un’altezza di caduta compresa tra 1,2 e 2,5 cm! A dispetto delle ipotesi su cui è basata questa approssimazione, ciò significa che, in assenza di particolari accorgimenti, il riempimento di uno stampo industriale sarà sempre turbolento! Per ottenere un riempimento calmo e privo di turbo- RIMEDI PER LE PELLICOLE OSSIDATE Poiché la formazione delle pellicole ossidate è dovuta alle turbolenze in fase di riempi- Diametri Velocità locali in mm/s Polverizzazione CONDIZIONI PER LA FORMAZIONE DELLE GRINZE Come già specificato, pellicole e grinze di ossido si formano in caso di riempimento turbolento.Vari studi sono stati condotti per indagare sulla stabilità del fronte metallico e scoprire un valore di soglia per l’apparizione di pellicole ossidate. J. Runyoro e altri |22| hanno condotto uno studio molto esaustivo sulla formazione delle pellicole di ossido filmando un flusso liquido in entrata nella cavità, e analizzando la forma che prendeva. Durante questo onde zona dei pezzi soddisfacenti pellicole ripiegate zona delle pellicole ripiegate Increspature fredde zona delle increspature fredde Spessore della parete in mm Fig. 4 - Diagramma di Runyoro |22| per definire la velocità critica in funzione dello spessore del componente. 55 Industria Fusoria 6/2013 tecnico lenze, gli accorgimenti devono essere presi allo scopo di rallentare il metallo. Di conseguenza, il tempo di riempimento sarà più lungo. Tuttavia, poiché questo tempo ha delle limitazioni a causa del tempo di solidificazione, sarà anche necessario controllare la velocità di raffreddamento. Sfortunatamente, questa velocità è uno dei parametri di qualità più importanti, poiché influenza le proprietà meccaniche statiche |4, 25, 51, 52, 53|. Questa situazione lascia un piccolo margine di manovra. L’eliminazione delle turbolenze deve essere associata ad un trattamento del bagno fuso (deossidazione, degasazione), per averne maggiori vantaggi |43|. LA COLATA DALL’ALTO A PIOGGIA Questo tipo di colata è quello che causa turbolenze più facilmente |54|. La colata dall’alto deve essere perciò esclusa a priori, se si ha l’obiettivo di eliminare gli ossidi. LA COLATA DAL BASSO La colata dal basso si differenzia da quella dall’alto nel posizionamento del sistema di alimentazione dopo il canale di colata. Questa situazione fa aumentare rapidamente la pressione nel flusso metallico, limitando così l’insorgenza di turbolenze, anche se, all’inizio del riempimento, la velocità nella parte inferiore del canale è paragonabile a quella raggiunta nella colata dall’alto partendo Dimensioni in mm Fig. 6 - Canale di alimentazione a vortice a) dopo |55| e b) dopo |56|. dalla medesima altezza. In generale, la colata dal basso è perciò preferibile a quella dall’alto, dando per scontato che il sistema di riempimento sia dimensionato correttamente. Cox e altri |54| hanno stabilito che un sistema di riempimento costituito da un canale di distribuzione di sezione quadrata e da un bacino conico (Fig. 5) non è sufficiente per minimizzare le turbolenze, e non è migliore del sistema di colata dall’alto. IL CANALE DI DISTRIBUZIONE Un canale di distribuzione rastremato (convergente) può limitare le turbolenze pressurizzando il metallo. Il canale rastremato può essere associato con un canale di alimentazione a vortice |55, 56| (Fig. 6). Questo accorgimento non deve essere confuso con l’attacco di colata a vortice descritto più avanti, e può essere usato per disco in materiale ceramico Fig. 5 - Sistema di alimentazione schematico dopo |54|. Industria Fusoria 6/2013 56 limitare l’onda di ritorno durante il riempimento. Tuttavia, a seconda della progettazione, questa soluzione può rivelarsi inadeguata |56|. L’INTERFACCIA TRA CANALE DI DISTRIBUZIONE E ATTACCO DI COLATA Un’altra possibilità di miglioramento risiede nella forma dell’interfaccia tra l’attacco di colata e il canale di distribuzione. Sono consigliabili due soluzioni: una |55| è costituita da una giunzione tangenziale (Fig. 6 canale di alimentazione a vortice a) dopo |55| e b) dopo |56|. L’altra |57| è una forma a “L” (Fig. 7 tipo 3). LA GEOMETRIA DELL’ATTACCO DI COLATA Gli attacchi di colata possono essere collocati sul fondo (Fig. 7) o sul lato, vicino al fondo o alla cima (Figg. 6a e 9). Un attacco di colata stretto posto sul fondo (Fig. 7 tipo 1) dà scarsi risultati |57|. Questo è confermato da |58|, che ottengono i loro migliori risultati con un canale e un attacco più larghi (Fig. 8b). In più, una sezione larga dell’attacco di colata può ritardare leggermente il raffreddamento del metallo durante il riempimento |54|. Dopo aver fuso una lama orizzontale attraverso un attacco di colata posto a lato del canale di distribuzione, vicino alla cima, (Fig. 9), Boutorabi e Hedjazi |59, 6| hanno tratto le seguenti conclusioni: • aumentare la larghezza mantenendo costante l’altezza tecnico tipo 1 tipo 2 tipo 3 Fig. 7 - Raccordi testati da |57|. dell’attacco di colata riduce la velocità; • il fronte del flusso in entrata allo stampo si modifica assieme alla geometria dello stampo stesso; • per limitare problemi di deviazione del flusso fuso o di riempimento incompleto dell’attacco di colata e di separazione del flusso, il rapporto delle sezioni trasversali dell’attacco e del canale deve essere unitario. Per ragioni simili, Tomasevic ed Hémon raccomandano |55| una giunzione tangenziale. In questo studio, è stata impiegata l’osservazione diretta per rilevare sperimentalmente l’andamento del flusso nella fase di riempimento della forma. Le conclusioni dello studio sono le seguenti: • un aumento della larghezza dell’attacco di colata, mantenendo lo spessore costante • nei sistemi di alimentazione non pressurizzati, tende ad apparire una deviazione del flusso dalla mezzeria dello stampo, oppure si verifica un riempimento incompleto dell’attacco di colata; • per evitare problemi di deviazione del flusso o di riempimento incompleto dell’attacco di colata, è consigliabile progettare il sistema di alimentazione in modo da avere Fig. 8 - Attacchi di colata esaminati da |58|: a) Stahl mould b) Powercast mould e c) Filter mould. (aumento del rapporto dell’attacco di colata) causa una diminuzione della velocità di entrata del metallo liquido; • la geometria dell’attacco per una sezione trasversale costante ha una grande influenza sulla velocità media del flusso, il che deriva principalmente dalla variazione di pressione del fronte del flusso in entrata nella forma; un rapporto G/R=1 (rapporto tra la sezione trasversale dell’attacco di colata e la sezione trasversale del canale di alimentazione). Di recente, è stato proposto un attacco di colata a vortice (Fig. 10) |60|. Questo nuovo sistema di attacco frena il metallo al fondo del canale di colata e quindi, teoricamente, limita la pozzetto dell’eccedenza eccedenza bacino di colata bacino di colata canale di colata sinistra getto uscita alto canale di colata attacco a vortice canale distributore canale distributore destro attacco di colata giunzione a L basso Fig. 9 - Settaggi per una piastra orizzontale (dopo |59|). Fig. 10 - Schema dell’attacco a vortice |60|. 57 Industria Fusoria 6/2013 tecnico Fig. 11 - Osservazione radiografica di un riempimento attraverso un attacco a vortice |60|. formazione di ossidi. Il vantaggio principale di questo tipo di attacco è che dissipa energia formando un vortice; la velocità del metallo in uscita dall’attacco a vortice è perciò più bassa, idealmente al di sotto del valore soglia di 0,5 m/s. La forza centrifuga generata nel vortice crea un secondo vantaggio per questo tipo di attacco, ossia la prevenzione dell’intrappolamento di bolle d’aria. Sfortunatamente, questi effetti benefici vengono annullati dalla formazione di una pellicola di ossido rigida durante la prima rotazione del liquido, a causa della pressione mantenuta alla cima dello sbocco, come mostrato nelle radiografie (Fig. 11). Prove effettuate presso il CTIF |61| sembrano dimostrare che questo dispositivo non sia così efficace. Uso di filtri Poiché l’obiettivo è quello di rallentare il metallo, una soluzione possibile è quella di collocare un filtro nel sistema di alimentazione |54|. I filtri, oltre a rallentare il metallo, presentano diversi vantaggi |21, 54, 56, 62|: • trattengono inclusioni e scorie; • rendono il flusso più laminare; • riducono la velocità sia a monte che a valle del filtro; • eliminano l’onda di ritorno nel canale di distribuzione. Generalmente, un filtro può quindi portare ad ottenere migliori proprietà meccaniche |21, 54|, anche migliori di quelle ottenute con un canale di distribuzione a vortice |56|. Anche così tuttavia, i risultati ottenuti con l’applicazione del Industria Fusoria 6/2013 filtro sono peggiori di quelli ottenuti senza filtro |58|. Questi risultati contraddittori si spiegano con la varietà dei design utilizzati, sia con che senza il posizionamento del filtro, e con la natura dei filtri stessi. Oltretutto, i filtri di materiale cellulare dividono il flusso metallico in una moltitudine di piccoli flussi, che si possono ossidare non appena lasciano il filtro! ALTRI SISTEMI DI FUSIONE Come abbiamo appena visto, la colata a gravità ha come conseguenza pressoché inevitabile l’insorgenza di turbolenze a causa della velocità del flusso metallico durante la caduta, anche se la colata dal basso, l’uso di filtri e altri sistemi di rallentamento possono avere una qualche efficacia. Ora consideriamo un’altra soluzione, utilizzando altri procedimenti di fusione. Non considereremo processi come il Lost Foam (o Lost Pattern), perché la degradazione del modello, fatto generalmente di polistirene espanso, produce molti ossidi. COLATA CENTRIFUGA La forza centrifuga sviluppata durante questo procedimento ha diverse conseguenze: • le inclusioni meno dense si concentrano al centro del pezzo. Tuttavia, la differenza di densità tra l’allumina e l’alluminio liquido non è sufficiente a garantire l’eliminazione totale degli ossidi nella massa del pezzo (vedi ossidi nell’alluminio, possibile presenza di porosità gassosa); • le inclusioni più dense si concentrano sulla superficie del pezzo (non molto utile nel 58 caso delle leghe di alluminio; • le cavità di ritiro vengono limitate a causa della pressione esercitata durante la solidificazione |63|; • la solidificazione è direzionale, dalla superficie verso il centro; • la velocità di solidificazione è alta grazie all’eccellente contatto tra il metallo e la superficie dello stampo. Tutti questi vantaggi si riflettono in una qualità superiore dei pezzi prodotti |64|. La velocità di rotazione può essere controllata |64| per ridurre la turbolenza, e quindi la formazione di ossidi durante la colata. Il principale difetto di questo procedimento risiede nel fatto che le forme realizzabili sono limitate. Un altro difetto è l’eterogeneità della struttura nello spessore del pezzo |65|. I forni centrifughi a fionda sono adatti al riempimento di stampi sottili, ma non hanno i vantaggi della colata centrifuga riguardo all’eliminazione degli ossidi. PRESSOFUSIONE A prima vista, sembrerebbe che i processi di pressofusione possano essere esclusi a priori. Un processo convenzionale di pressofusione implica raggiungere una velocità negli attacchi di colata compresa tra i 5 e i 120 m/s, con un valore medio di 40 m/s. Questi valori sono molto superiori al valore critico di 0,5 m/s riportato in precedenza. D’altra parte, processi come il thixoforming, il rheoforming e lo squeeze casting diretto e indiretto possono diminuire la velocità negli attacchi fino a portarla nel range di velocità tipico della colata a gravità tecnico Fig. 12 - Porosità superficiale dopo |71|. |66, 67|. I primi due processi, sfortunatamente, hanno la controindicazione di formare uno spesso strato di ossido sulla superficie del metallo iniettato, che può ripresentarsi durante la fase di getto. I processi di squeeze casting possono essere utili per evitare l’insorgere di turbolenze che favoriscono la formazione di ossidi e, in più, limitano la comparsa di cavità di ritiro, grazie alla pressione applicata in fase di solidificazione |66|. PRESSOFUSIONE A BASSA PRESSIONE La pressofusione a bassa pressione e i processi da essa derivati presentano molte caratteristiche vantaggiose per quan- to riguarda il problema degli ossidi |68, 69|: • possibilità di controllare la velocità di riempimento; • utilizzo di un gradiente di pressione con la possibilità di parametrizzarlo e controllarlo; • possibilità di colare getti molto sottili e di forme complesse; • possibilità di monitorare automaticamente tutti i parametri del processo; • ripetitività e standardizzazione del processo di colata; • qualità più alta dei prodotti, specialmente in termini di resistenza a fatica. Per ottimizzare la qualità del metallo, è possibile utilizzare un filtro ceramico all’uscita del canale di colata |70|. Secondo gli autori di questo studio, il 41% degli scarti può essere attribuito alla qualità del metallo liquido (presenza di ossidi e inclusioni) e l’uso del filtro riduce del 63% il numero di scarti. Tuttavia, può succedere che i getti presentino dei pori in superficie (Fig. 12). Si pensa che questo difetto sia causato da una scarsa evacuazione dell’aria in cima alla forma |71|. Il riempimento controllato può limitare le turbolenze, e quindi la formazione di pellicole ossidate durante il riempimento della forma. Tuttavia, il trasferimento del metallo dal forno di mantenimento genera molti ossidi |72|. Si raccomanda perciò di effettuare questo riempimento con un grande piede in modo da non trattenere gli ossidi troppo in profondità e troppo vicini all’entrata del canale di colata. Dove possibile, si dovrebbe effettuare un trattamento di deossidazione, o addirittura di degasazione, all’interno del forno di mantenimento. Come appena asserito, il controllo della velocità di riempimento è uno dei vantaggi della pressofusione a bassa pressio- Criterio di qualità Pressofusione a bassa pressione convenzionale Fusione BROCHOT vuoto/pressione Integrità interna Molte zone porose Assenza totale di porosità visibile Misura della densità Densità media: 2,63 Densità media: 2,69 Radiografia (ASTM R155) Livello 5-6 Livello ≤ 1 Zone non raffreddate: 0-3%, Zone raffreddate: 0-6% Zone non raffreddate: 2-6% Zone raffreddate: 5-13% Zone non raffreddate: da 205 a 285 MPa Zone non raffreddate: da 340 a 430 MPa Zone raffreddate: da 220 a 365 MPa Zone raffreddate: da 435 a 475 MPa Struttura (dimensione dei dendriti) media 70 µm media 40 µm Capacità di produrre pezzi sottili: fusione di una piastra spessa 0,8 mm (% della piastra non alimentata dal metallo) 50-80% vuoto e pressione leggermente eccessiva: 15-20%; vuoto e pressione a 16 bar: 0% Proprietà meccaniche Allungamento a rottura Indice di qualità Tab. 1 - Comparazione del processo in bassa pressione e del processo “Brochot” dopo |77|. 59 Industria Fusoria 6/2013 tecnico Rm (MPa) Deviazione standard A% Deviazione standard Q(MPa) Deviazione standard Statico 303 12,6 2,7 0,8 36,31 24,5 Ottimizzato [6,1°/s] 313,3 6,4 5,2 1,0 419,4 17,8 Pendenza [4,5°/s] 306,3 11,5 4,2 1,1 397,8 22,3 Pendenza [9°/s] 306,2 12,2 5,01 1,0 410,3 17,3 Tab. 2 - Caratteristiche ottenute su provini ricavati da getti dopo |78|. ne. Questo procedimento esige uno studio accurato del profilo di pressurizzazione, ad esempio per gestire i cambiamenti di sezione trasversale |73|. La pressofusione a bassa pressione può essere migliorata generando il vuoto nella forma, o creando situazioni di vuoto/pressione o bassa pressione/pressione da dietro |74, 75, 76|. Questi procedimenti consentono di riunire i vantaggi della solidificazione sotto pressione (riduzione delle cavità di ritiro e alta velocità di solidificazione), della velocità di riempimento bassa (riduzione degli ossidi), e dell’eliminazione dell’aria dalla cavità (riduzione di soffiature e porosità; a questo scopo, la pressione finale deve essere più alta di quella del processo canonico, 15 bar contro 1). In |77| è presente una comparazione tra il procedimento classico in bassa pressione e il processo “BROCHOT”. COLATA BASCULANTE Questo processo è stato sviluppato da P. Durville all’inizio del XX secolo, allo scopo di eliminare gli ossidi durante la colata dei lingotti. Esistono due varianti: • asse di rotazione perpendicolare alla giunzione dello stampo (metodo Durville originale): • asse di rotazione parallelo alla giunzione dello stampo (spesso è spostato). Tuttavia, anche in questo caso, il raggiungimento di un riempimento calmo e non turbolento richiede uno studio accurato della pendenza |78, 79|, in particolare della posizione ini- Industria Fusoria 6/2013 ziale |80|. L’automatizzazione del processo di pressofusione ha reso possibile la realizzazione di ogni tipo di pendenza. I risultati mostrati in Tab. 2 mostrano che l’effetto della pendenza sull’allungamento e sull’indice di qualità è rilevante (Rm+150log (A)). Quando la pendenza non è ottimizzata, il risultato può essere perfino uguale o inferiore a quello di una normale fusione statica |28|. In più, la progettazione del bacino di colata deve corrispondere a quella del getto, altrimenti la pendenza del bacino può essere dissociata da quella dello stampo |79|. IL CONTRIBUTO DELLA SIMULAZIONE I software di simulazione attuali possono simulare con precisione il riempimento |60, 62| nella colata a gravità, in alta pressione, in pendenza e in bassa pressione. Tuttavia, non possono simulare l’applicazione del vuoto allo stampo. È perciò possibile testare diverse configurazioni di riempimento, sia in pendenza che in bassa pressione, per analizzarne l’impatto sulla velocità del metallo, e quindi sulla turbolenza e sulle pellicole ossidate. Conclusioni La presenza degli ossidi sopra e dentro i componenti in alluminio è pressoché inevitabile, data l’affinità tra l’alluminio e l’ossigeno. Il loro effetto sulle proprietà meccaniche è estremamente negativo sia sul valor medio che sulla dispersione. 60 Questi ossidi possono formarsi durante la fusione, il mantenimento e il riempimento. Nonostante l’assenza di sistemi di controllo industriali realmente efficaci, è possibile prevenire la formazione degli ossidi durante la fusione e il mantenimento tramite trattamenti di deossidazione e degasazione tramite gorgogliamento per mezzo di un gas inerte. Si può usare un filtro in aggiunta a questi trattamenti, dando per scontato che sia posizionato correttamente. Sfortunatamente, gli ossidi che si formano durante il riempimento non sono rilevabili industrialmente, ad eccezione di quelli presenti in superficie o che si affacciano su di essa e, soprattutto, la loro insorgenza è molto difficile da contrastare. Per farlo, è necessario colare i getti usando procedimenti in cui si possa controllare la velocità del metallo in ogni singola fase del riempimento, come la colata basculante, lo squeeze casting, e la pressofusione in bassa pressione. La soluzione migliore sembra essere la fusione vuoto/pressione abbinata all’uso di un filtro. Sfortunatamente, questa tecnica non sembra adatta alle grandi produzioni in serie. È opportuno, qualsiasi processo si scelga, utilizzare simulazioni per ottimizzare, a seconda dei casi, il sistema di riempimento, il profilo di pendenza, la configurazione dell’iniezione o i parametri di pressione. Tratto da Fonderie Magazine N. 26 2012 – Traduzione: ing. Francesco Calosso tecnico |1| |2| |3| |4| |5| |6| |7| |8| |9| |10| |11| |12| |13| |14| |15| |16| |17| |18| |19| |20| |21| M. Douzy “Influence de défauts artificiels sur la limite d’élasticité de l’A-U5GT”, Fonderie-Fondeur d’Aujourd’hui. Febbraio 1981, n°1, pagg. 13-14. D. Emadi, L. V. Whiting, P. D. Newcombe, T. M. Castles, M. Sahoo - “Effect of Test Bar Mould Design and Heat Treatment Parameters on the Mechanical Properties of Sr-Modified A356.2 Alloy”, AFS Transaction, 2001, Aprile, vol. 109, mem. N°69, pagg.487-498. M. 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Minimaniche EXACTCAST CTCAS Innovazione nova az multilivello multi Le minimaniche di nuova generazione EXACTCAST™ OPTIMA convincono per le loro prestazioni: Elevata efficienza economica Affidabilità Migliore qualità dei getti Inviti alla rottura perfetti Ridottissime sezioni di giunzione Disponibili anche nella versione priva di fluoro Per ulteriori informazioni: www.ask-chemicals.com ASK Chemicals Italia Srl | Via Famagosta, 75 | 20142 Milano IT | Tel.: +39 02 848 94289 | [email protected] Impianti, macchine e attrezzature per fonderie e animisterie • Impianti di preparazione e distribuzione sabbia per ogni processo di produzione anime. • Macchine per formatura anime in cold box e shell moulding in vari tipi e dimensioni. • Macchine speciali a richiesta. • Gasatori automatici per ogni processo. • Mescolatori ad elica radente. • Frantumatori per recupero sabbia. • Propulsori pneumatici. • Depuratori a scrubber per l’abbattimento delle emissioni da qualsiasi processo di formatura anime. • Vasche di miscelazione della vernice per anime. • Impianti di asciugatura delle anime verniciate. • Forni di riscaldamento per sterratura anime da fusioni di alluminio. • Smaterozzatori a cuneo per la rottura delle colate di fusioni di ghisa sferoidale e acciaio al manganese. • Cabine aspiranti insonorizzate per sbavatura. • Manipolatori - Posizionatori per sbavatura getti. • Revisioni, modifiche, fornitura di macchine e impianti usati. • Progettazione e consulenza. • Manutenzione e assistenza. Facciamo squadra oggi, faremo più Qualità domani! Join with us today, for a higher Quality tomorrow! Viale del Lavoro, n.36/38 - 36016 Thiene (Vi) Italy Tel. +39.0445.361.759 - Fax +39.0445.381.522 [email protected] - www.primafond.it Insieme a voi determinati nella crescita e nell’innovazione al servizio della qualità che richiedete F.LLI MAZZON S.p.A. 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Industria Fusoria 6/2013 68 tecnico 69 Industria Fusoria 5/2013 tecnico Industria Fusoria 6/2013 70 tecnico 71 Industria Fusoria 6/2013 tecnico Industria Fusoria 6/2013 72 tecnico 73 Industria Fusoria 6/2013 tecnico Industria Fusoria 6/2013 74 tecnico 75 Industria Fusoria 6/2013 tecnico Industria Fusoria 6/2013 76 tecnico 77 Industria Fusoria 6/2013 tecnico CONTINUA Industria Fusoria 6/2013 78 8FCKI<8EE@ I@=FIE@8DFC@E;LJKI@8=LJFI@8@K8C@8E8 IFKK8D@;@>?@J8 G8::?@O G8E@;@>?@J8 '(+ ;<DFC@Q@FE<:<JF@8KF C8D@<I@E@98M<KFIE@KLI< :FII<KK@MF G<I=FE;<I@8 " /// Ê-°«°° 6>Ê °Ê*ÀÌ>]ÊÇÊÊÓ£äxäÊ ,/Ê6® /i°ÊäÎΣ°Î£ä°££äÊÊΣä°{xäÊÊ>ÝÊäÎΣ°ÊÊΣ£°£xä ÜÜܰÌ>LiÌÌ°Ì Key partner in Design Process Innovation Software, Servizi e Formazione per la Sperimentazione Virtuale nella simulazione dei processi di fonderia SOFTWARE E SERVIZI PER: Simulazioni di Riempimento Solidificazione Tensioni residue Trattamento termico Microstruttura Ottimizzazione Il nuovo standard SEMPLICEMENTE EFFICIENTE E CONVENIENTE! 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Sezione Fonderia via Giambellino, 7 35129 PADOVA Tel. +39 049 7705311 Fax +39 049 7705333 [email protected] in bre ve e brev in in ve in bre e r b ve in breve Tecnologia EVACTHERM ®: la lavorazione moderna delle terre di Fonderia Fatti - Dati Argomentazione La relazione termodinamica tra pressione e temperatura nei liquidi (Fig.1) permette l’attuazione di speciali processi di produzione con perfomance sicure, tempi certi, un esatto controllo della temperatura e risultati riproducibili. Oggi un affidabile controllo della temperatura, del flusso di processo ed un minuzioso controllo degli impianti tecnologici di qualsiasi dimensione sono indispensabili per la miscelazione di materiali e liquidi, siano essi in fonderia o nell’industria chimica, farmaceutica, alimentare od elettronica. Nei primi anni ‘90, Maschinenfabrik Gustav Eirich GmbH & Co KG ha sviluppato il metodo EVACTHERM®, traendo vantaggio dagli effetti della termodinamica per i processi di fonderia. Ciò consentì di abbinare un costante e ripetibile raffreddamento delle sabbie ad un’ottima preparazione delle terre di formatura. Sino al 2012, questa innovativa tecnologia per la preparazione di sabbie di formatura è stata messa in opera sotto forma di 43 impianti EVACTHERM® e 55 miscelatori EVACTHERM® in fonderie di ghisa ed alluminio in tutto il mondo. Le fonderie che decidono di lavorare con la tecnologia EVACTHERM® cercano una moderna soluzione tecnica che offra massima efficienza, qualità e ripetibilità per poter diventare leader e competitivi in un mercato dove le richieste e le sfide aumentano sempre di più. I maggiori vantaggi per gli operatori degli impianti sono i seguenti: • possibilità di sfruttare al massimo gli impianti (valori empirici sulla soglia del 98%). • Garanzia di constanti e riproducibili parametri di formatura della sabbia nonostante i numerosi cambi placca e le condizioni ambientali variabili. • Riduzione delle emissioni ed aumento del rispetto ambientale. Questi aspetti possono essere raggiunti in modo sicuro grazie alla tecnologia dell’impianto completo del processo EVACTHERM®. Il processo principale Fig. 1 - Correlazione tra pressione del vapore e temperatura. Industria Fusoria 6/2013 3 fasi del processo 1 miscelatore - 70 secondi Le fasi di processo “raffreddamento”, “preparazione” e “miscelazione” vengono effettuate 82 Fig. 2 - Impianto EVACTHERM® con 2 miscelatori, 1 condensatore e sili di stoccaggio terre. in un’unica unità di miscelazione con un ciclo di 70 secondi, che è fissato da vincoli sia fisici che tecnici. Durante questo periodo: • la sabbia viene raffreddata a 40°C; • la bentonite con un contenuto di umidità residua di 0,5% viene rifornita di acqua opportunamente distribuita per un effetto ottimale; • il materiale di formatura è efficacemente ed intensivamente miscelato con tutti i componenti. Il processo di raffreddamento viene effettuato sulla base della correlazione fisica tra pressione del vapore e la temperatura, come sopra indicato. A questo proposito, viene generato tecnicamente un vuoto nella vasca di miscelazione. in breve 1 2 3 4 Carico della molazza 4000 kg a 80°C ed umidità residua 0,2% Richiesta d’acqua per sabbia preparata con un contenuto residuo d’acqua di 3,2% (acqua di processo) Raffreddamento da 80°C a 40°C: quantitativo di calore da disperdere Richiesta d’acqua necessaria per l’evaporazione (acqua di raffreddamento) Acqua totale aggiunta Acqua di processo necessaria Vantaggio: riciclo di acqua di raffreddamento e particelle Valore 120,0 l 134.400 KJ 59,4 l 179,5 l I raschiatori statici con deflettori regolabili producono un’agitazione del flusso del materiale. Il materiale in accumulo sulle pareti e sul fondo viene continuamente rimosso, aiutando la pulizia della vasca di miscelazione che può essere svuotata completamente. 3.024 l/h Fig. 3 - Esempio di richiesta d’acqua. L’acqua necessaria al raffreddamento viene aggiunta in accordo con il livello di umidità rilevato e la temperatura della sabbia di ritorno. Viene quindi applicato un differenziale di pressione per creare vapore che viene scaricato nel condensatore. L’acqua condensata viene poi immessa nuovamente nel processo. A 73,9 mbar, la sabbia di ritorno calda ed asciutta raggiunge in modo affidabile 40°C, indipendentemente da qualunque condizione iniziale e da quelle esterne. Risultato: I granelli di sabbia sono uniformemente raffreddati in 70 secondi. Confronto: L’effetto di raffreddamento dell’acqua di processo (fornita alla temperatura di 15°C) a condizioni atmosferiche, sarebbe di circa 9 K, che, considerando l’esempio sopra indicato, consentirebbe di raggiungere una temperatura di solo 71°C per il materiale di formatura. Come risultato si richiedono meno di 70 secondi per preparare completamente la bentonite, invece di “regolare la temperatura” per diverse ore a condizioni atmosferiche (stoccaggio). I risultati sono affidabili anche con un contenuto di umidità residua del 0,2% nella sabbia di ritorno. Un contenuto del 2% di umidità residua è raccomandata dagli esperti per la corretta preparazione della bentonite a condizioni atmosferiche, ma in un vuoto generato tecnicamente questa condizione non è necessaria. I seguenti meccanismi contribuiscono alla preparazione della bentonite: • presenza di pochissime molecole di gas nel vuoto. • L’acqua di processo perde la propria tensione superficiale e, finemente dispersa, si muove attraverso la vasca di mescolazione durante la fase di vapore, effettuando il processo di raffreddamento come sopra descritto. • Durante il periodo di mescolazione a vuoto, le cavità all’interno delle particelle di bentonite si aprono spontaneamente a causa della fuga delle molecole di gas degli spazi interni. • Questa espansione genera uno spazio nella bentonite e le molecole d’acqua distribuite molto finemente (vapore), sono letteralmente spinte nelle cavità della bentonite quando il vuoto viene interrotto. • L’effetto della condensazione avviene al raggiungimento della pressione atmosferica, con il risultato di avere le cavità di bentonite perfettamente rivestite d’acqua in 70 secondi. Si dovrebbe inoltre notare che nelle fonderie dotate della tecnologia EVACTHERM®, il problema dei ponti nel silo appartengono al passato. Il processo di miscelazione Gli utensili miscelanti rotanti (Fig.4), in forma di rotori, assicurano una vigorosa miscelazione ed un intensivo trasferimento di energia, che a sua volta comporta una riduzione degli additivi richiesti. La vasca rotante di miscelazione muove continuamente la sabbia nell’area degli utensili di miscelazione. 83 Fig. 4 - Principio di miscelazione Eirich. I miscelatori sono disponibili in varie dimensioni per soddisfare molte e differenti esigenze. Grandi fonderie che lavorano continuamente in 3 turni preferiscono la soluzione tecnica efficiente di due mescolatori con un condensatore e periferiche per il vuoto condivise. Le fonderie di ghisa che hanno già tre miscelatori RV32VAC soddisfano le proprie esigenze in un’operatività continua di 3 turni con oltre 1500 miscelazioni continue ed una produzione di oltre 8.500 tonnellate al giorno di terra di formatura. Misurazione online, controllo e documentazione con il QualiMasterAT1 ed il software SandExpert Da un lato più velocità, flessibilità ed efficienza, dall’altro un aumento di richieste in termini di qualità ed affidabilità - un buon sistema di preparazione di materiale di formatura non è concepibile senza una sistematica garanzia di qualità. Per soddisfare queste richieste, EIRICH ha sviluppato una strategia di integrazione dei dati senza interruzioni che assicura il lavoro in rete della produzione ed i parametri di ingegneria a tutti i Industria Fusoria 6/2013 in breve Produzione in t/h 7 - 7,5 10 - 11 31 - 32,5 61 - 65 102 - 108 143 - 151 Produzione in m3/h 8,4 12 36 72 120 168 Dimensione molazzata in litri 350 500 1.500 3.000 5.000 7.000 Tipo mixer RV11VAC RV15VAC RV19VAC RV23VAC R32VAC RV32VAC Fig. 5 - Prodotto e dimensione lotti. Fasi 1 2 3 4 5 6 7 Operazione tecnica Carica del miscelatore Omogeneizzazione Misurazione di umidità e temperatura Aggiunta di acqua Miscelazione "da umido" Miscelazione sotto vuoto Scarico Totale ciclo mixer Durata (s) 15 5 10 15 5 70 30 150 Fig. 6 - Esempio di ciclo di preparazione con RV32VAC, 7.000 l per 24 lotti/h e 150 t/h. livelli. Informazioni rilevanti in merito al processo, al prodotto ed alla qualità sono quindi disponibili online in qualunque momento. Il tester QualiMaster AT1 per la sabbia di formatura offre, in combinazione con il software SandReport o SandExpert, una gestione preventiva ed un controllo delle proprietà del materiale di formatura con ristretto margine di tolleranza rispetto al valore impostato. Inoltre, il software SandExpert ha una funzione di auto-ottimizzazione del pre-controllo che il programma utilizza per calcolare le raccomandazioni per la miscelazione di additivi ed acqua sulla base di un file a parametri standard. Per determinare i parametri di controllo di compattabilità e durezza al taglio, vengono prelevati 3 campioni di miscelato dal QualiMaster AT1 e testati non appena la miscelazione è completa. Questi dati costituiscono la base per correggere l’umidità e il contenuto di bentonite per il prossimo ciclo di preparazione. Dato il flusso di lavoro precedentemente descritto, risulta chiaro che le correzioni avranno un effetto immediato sulla qualità della successiva miscelazione. Tutti i parametri importanti ed i valori di processo sono visibili online tramite la funzione di monitoraggio. Qualunque deviazione può quin- Industria Fusoria 6/2013 di essere individuata e possono essere intraprese misure correttive adatte senza ritardo. Argomentazione La tecnologia del processo EVACTHERM® assicura: • Un’ottima disintegrazione quantitativa e qualitativa della bentonite nel vuoto generato tecnicamente. • Riduzione del consumo di bentonite dipendente dal controllo del processo della specifica applicazione. • Ottimizzazione dell’alimentazione di materiale di correzione per ogni lotto, grazie al controllo QualiMaster AT1. L’aggiunta di additivi (nero minerale e/o bentonite) può essere ridotta o completamente sospesa grazie all’intensità della miscelazione. Fig. 7 - QualiMaster AT1. 84 La tecnologia del processo EVACTHERM® permette: • Un volume di stoccaggio della sabbia di ritorno ridotto del 25% in quanto non si dovrà perdere tempo per lo stoccaggio della sabbia per l’assorbimento d’acqua. • Ottima preparazione della sabbia di ritorno anche con un contenuto residuo di umidità inferiore allo 0,5%. • L’attivazione ed il raffreddamento della bentonite in 70 secondi nel vuoto generato tecnicamente. La tecnologia del processo EVACTHERM® e l’ambiente: • I volumi di aspirazione delle polveri è dimezzato in quanto non sono più necessari i tradizionali raffreddatori ad aria. Esempio di produzione di 300 t/h di sabbia di formatura: Volume d’aspirazione delle polveri con EVACTHERM®: 100.00 m3/h. Volume d’aspirazione delle polveri con raffreddatori ad aria: 220.000 m3/h. • Mantenimento di sostanze riutilizzabili nel sistema del materiale di formatura (additivi). Un maggior vantaggio della preparazione della sabbia di formatura con la tecnologia EVACTHERM® deriva dal circuito chiuso d’acqua. L’acqua che entra durante il processo di raffreddamento si raccoglie nel condensatore e ritorna al processo di preparazione attraverso i serbatoi dell’acqua di introduzione. Lo scarico di particelle preziose nel sistema di estrazione delle polveri viene impedito e si raggiungono considerevoli risparmi in base alla concezione dell’impianto. • Minori costi per la rimozione delle polveri dal filtro. • Riduzione delle emissioni e quindi incremento nella compatibilità ambientale su tutti i fronti. Per ogni ulteriori informazioni contattare il referente in Italia della Eirich: Fontanot Rappresentanze Industriali – Treviso [email protected] - www.fontanot.eu Soluzioni per tutti i reparti della fonderia L’ampia ed esclusiva gamma di prodotti di Dantherm costituisce la base per la soluzione di qualsiasi necessità di filtrazione si presenti adattandosi agli impianti all’interno della fonderia. Linee di formatura Cubilotti Isole di sbavatura Impianti sabbie Forni a induzione Granigliatrici a Filtro a maniche piatte con sistema di pulizia ad aria Tipo (FS) 10 d 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 Cappa di ingresso Compartimento gas sporchi Maniche piatte con elementi distanziatori Telaio supporto maniche Compartimento aria pulita Parete a fessura con sistema a molla Carrello di pulizia con ugello Tubo flessibile di pulizia Valvola di pulizia Ventilatore di pulizia Stazione guida del carrello di pulizia Stazione di comando con disco di posizionamento Struttura di supporto Tramoggia di raccolta polveri con coclea di scarico Piattaforma di accesso e manutenzione 1 9 a Ingresso gas sporchi 4 b Uscita gas puliti c d Uscita polveri Ingresso aria di pulizia 2 8 7 3 11 6 12 13 14 15 5 c b Marco Fontanot Rappresentanze Industriali Nederman Filtration GmbH D-77948 Friesenheim +39 348 3539555 +39 0422 306971 www.fontanot.eu [email protected] [email protected] www.nederman.de +49 7821/966-0 +49 7821/966-245 FOUNDEQUIP: OGNI IMPIANTO UN PEZZO UNICO W W W . F O U N D E Q U I P . I T Da molti anni FOUNDEQUIP si occupa, con grande professionalità ed esperienza, della progettazione e costruzione di attrezzature ed impianti per la Fonderia. Grazie alla sua approfondita conoscenza e alla continua ricerca tecnologica è capace di garantire lo sviluppo di soluzioni adeguate nel rispetto delle necessità di ogni Cliente, creando prodotti e servizi personalizzati e di grande qualità. MACCHINE FORMATRICI IMPIANTI DI FORMATURA IMPIANTI DI PREPARAZIONE SABBIA CONTROLLO AUTOMATICO TERRE DI FORMATURA MESCOLATORI – MOLAZZE DISTAFFATORI E CANALI VIBRANTI DISPOSITIVI AUTOMATICI DI COLATA FOUNDEQUIP S.r.l.: Via Volta, 17 - 31027 Spresiano - TV - ITALY Telefono + 39 422 880831 - Fax. + 39 422 881824 - [email protected] SIDERMETAL S.p.A. - Via Europa, 50 - 25040 Camignone di Passirano (BS) Tel. 030 654579 - Fax 030 654194 - E-mail: [email protected] - www.sidermetal.it in se sti ni rz io sti inser i n z io inserzionisti A L ABB . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50 Abrasystem . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19 ASK Chemicals . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 - 63 Avita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 Leroy Somer . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo 1/12 B Brain Force. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo IV/I3 M Mazzon F.lli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65 Metal Trading . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo 1V/13 Metef . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26 Montalbetti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 80 C O Carbones . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37 Carfull Service . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Coperina III Cavenaghi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 - 3 Omar . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/12 D Dega e Grazioli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo I/I2 P Pangborn Europe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38 Primafond . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64 Protec-Fond . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Copertina II R E RC Informatica Eca Consult . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 EKW Italia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33 Elkem . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo 11/13 Engin Soft . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 81 Euromac . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 S F Fae . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo 11/13 Fomet . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 Fondac . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Copertina IV Fontanot . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39 - 85 Foseco. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 81 G Gerli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48 - 49 Gerli Metalli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31 II/13 Safond . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Copertina I Satef . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36 Savelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 Sibelco Italia. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo III/13 Sidermetal . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 87 Siderweb . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo IV/I1 Simi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo III/I1 Sofram . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo IV/I1 Sogemi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27 Speroni Remo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66 - 67 T Techmek . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo V/I1 Tesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35 Tiesse Robot . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo V/13 TTE Robot. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/I1 U I Ubi Imf . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 Imic. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79 Impianti Morando . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 86 Italiana Coke . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 Industria Fusoria 6/2013 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo 88 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Copertina II W Weiland Italia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/I1 Wire . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo 11/I2 Manutenzione. Quanto mi cosƟ? La soluzione completa per la manutenzione del tuo veicolo. Una formula innovaƟva che Ɵ dà la tranquillità di non avere cosƟ imprevisƟ e di viaggiare con un’auto o un veicolo commerciale sempre in perfeƩe condizioni di eĸcienza e sicurezza, perché tuƫ gli intervenƟ di manutenzione sono compresi (tagliandi*- intervenƟ di manutenzione ordinaria causaƟ da usura* intervenƟ per guasƟ causaƟ da usura* - intervenƟ per difeƩosità anche a garanzia della casa scaduta). La formula CarFull Service prevede un contraƩo di durata e percorrenza desiderata, aƫvabile al momento dell’acquisto del veicolo o anche successivamente. Inoltre CarFull Service oīre una soluzione studiata appositamente per le aziende che, oltre alla manutenzione, comprende la gesƟone dei sinistri, dei rapporƟ con carrozzerie e compagnie di assicurazioni, le tasse automobilisƟche e le auto sosƟtuƟve. CarFull Service è una società del Gruppo CaƩolica Assicurazioni. Via Inverigo, 4 • 20151 Milano • Tel. +39 02 30 095 111 • Fax +39 02 30 095 175 [email protected] • www.carfullservice.it *IntervenƟ che non sono mai coperƟ dalla garanzia del costruƩore. Con Carfull Service lo sai sempre.