gennaio- febbraio 2013

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gennaio- febbraio 2013
A. XLVII - n. 1 - gennaio - febbraio 2013 - Sped. A.P. - D.L. 24/12/2003, n.353, conv. in L. 27/02/2004 n.46 - Firenze Aut. n.1800/1967
DOMENICANI
SPIRITUALITÀ
Famiglia domenicana e Nuova Evangelizzazione (p. 3).
PASTORALE VOCAZIONALE
Incontro della famiglia domenicana e Tre giorni vocazionale (pp. 32-35).
sommario
bimestrale d’informazione
della Provincia Romana
di S.Caterina da Siena
Anno XLVII – n. 1
gennaio-febbraio 2013
c/c postale n. 41482894
int. Convento S. Domenico
Padri Domenicani
09127 Cagliari – Italia
Autorizzazione del
Tribunale di Firenze del
4 gennaio 1967 - n. 1800
Direttore
P. Eugenio Zabatta o.p.
Responsabile
P. Fausto Sbaffoni o.p.
Direzione e Redazione:
piazza S. Domenico, n. 5
09127 CAGLIARI
2
Tel. 055-2656453
cell. 339 18 22 685
domenicani - gennaio - febbraio - 2013 - n. 1
e.mail
[email protected]
CON APPROVAZIONE
ECCLES. E DELL’ORDINE
Sped. Abb. Postale
D.L. 24/12/2003, n.353,
conv. in L. 27/02/2004 n.46
copertina:
FIRENZE. Chiostro di S. Marco.
B. Angelico (1442). Cristo pellegrino è accolto da due domenicani.
Anno XLVII - gennaio-febbraio 2013 - n. 1
A. XLVII - n. 1 - gennaio - febbraio 2013 - Sped. A.P. - D.L. 24/12/2003, n.353, conv. in L. 27/02/2004 n.46 - Firenze Aut. n.1800/1967
DOMENICANI
DOMENICANI
SPIRITUALITÀ
Famiglia domenicana e Nuova Evangelizzazione (p. 3).
PASTORALE VOCAZIONALE
Incontro della famiglia domenicana e Tre giorni vocazionale (pp. 32-35.
A Firenze, nel convento di San Marco, il Beato
Angelico operò dall’anno
1438 al 1445. Ponendo
a servizio dell’arte le sue
straordinarie doti, decorò molte celle dei frati, il
chiostro e l’aula capitolare. Pitture delineate con
somma grazia e rara bellezza! L’Angelico fu uomo di santità evidente e
usava dire: “Chi fa cose
di Cristo, con Cristo deve
stare sempre”.
•••
SOMMARIO
3 Editoriale. Responsabilità dei religiosi e
nuova evangelizzazione.
p. eugenio zabatta op.
6 San Domenico e le caratteristiche del suo
Ordine.
mons. francesco ruppi.
10 Maria SS.ma e la contemplazione …
p. eugenio zabatta.
14 Messaggio dell’équipe di preparazione al
Giulileo del 2016.
16 La nuova evangelizzazione. Appello.
p. bruno cadorè, mo.
Nuova
evangelizzazione
e Religioni.
20
N.N.
26 Asterisco. La spiritualità domenicana.
p. eugenio zabatta op.
28 Informazioni varie.
32 Incontro di Famiglia Domenicana.
sr paola montisci ed edoardo mattei.
35 Tre giorni vocazionale.
p. simone bellomo.
37 Le Fraternite Abruzzesi a Convegno.
emilia lattanzio
40 La fraternita di Bibbiena.
ivana como
41 In ricordo di Anna Gerardi, ld.
nella tisbi
•••
43 La nostra biblioteca.
editoriale
editoriale
Responsabilità dei Religiosi nel tempo della
nuova Evangelizzazione
A noi della Famiglia domenicana,
già intensamente stimolati dalle tematiche annuali che accompagnano il nostro cammino verso la prestigiosa celebrazione dell’ottavo centenario di fondazione dell’Ordine e ancor più, per
questo 2013, già attivati dalle prossime celebrazioni dei Capitoli generale e
provinciale, a motivo di una particolare affinità al carisma domenicano della
predicazione, non può rimanere inosservato il messaggio che quella particolare Assemblea ci ha inviato affinché
ne facciamo tesoro per la parte che ci
compete nella Chiesa.
Un tema, questo della evangelizzazione, che è in piena sintonia con
“l’Anno della Fede”, che ormai ha già
avuto inizio, che intende contribuire a
“rendere Dio nuovamente presente in
questo mondo”.
Anche “Domenicani“ ha già dato,
ma intende continuare in questa linea,
a offrire il suo contributo per sensibiliz-
3
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Nella comune missione ecclesiale
dell’annuncio del Vangelo, nonostante
o al di là della molteplicità delle angolature diverse con cui ogni Istituto religioso pensa di compierla, qual è l’apporto della Vita Religiosa e quale il suo
stile per favorire e assicurare lo spazio
alla cura di Dio?
Nella misura – è stato risposto – in
cui i religiosi sanno vivere insieme, essi diventano luogo di evangelizzazione
nuova in quanto già ora mostrano quel
mondo di figli e fratelli che è nel piano
di Dio.
Questa risposta è emersa a sintesi
della 52ma Assemblea CISM (conferenza italiana superiori maggiori) riunita
ad Acireale dal 5 al 9 novembre u.s. In
sintonia con quanto trattato a Roma dal
Sinodo dei vescovi, appena concluso,
nel mese di ottobre, i superiori dei religiosi – là riuniti - hanno voluto condividere le loro riflessioni per una risposta
comune sull’evangelizzazione.
editoriale
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zare i suoi stimati lettori, per una maggiore presa di coscienza, ad una realtà
così importante. Gli articoli di questo
numero, assieme alle notizie di informazione, sembrano convergere a suffragare questa coscienza e sensibilità.
Facciamo nostra e comunichiamo,
in forte sintesi, quanto ci sembra essenziale apprendere dal messaggio che la
CISM ha premurosamente inviato.
I superiori hanno specificato che
l’apporto che possiamo dare come religiosi (frati e suore) non è primariamente quantitativo, non è nella moltiplicazione o innovazione delle proposte,
ma lo si trova piuttosto nella “forma”,
nello “stile” con cui facciamo evangelizzazione: stile delineato da gratuità,
umiltà e prossimità.
L’evangelizzazione richiede persone che “si fanno accanto” per capire e
accompagnare altri (“farsi prossimo“)
e capaci di attenzione ai cambiamenti
che stanno trasformando nel profondo
la nostra cultura e delineano un modo
nuovo di vedere tutta la realtà sia fisica
che sociale.
Nel dibattito che ha accompagnato
i lavori dei superiori, si è evidenziata
tutta la pluralità di sensibilità spirituali
e pastorali che rendono ricca la presenza della Vita religiosa nella Chiesa italiana, eppure è stato possibile cogliere
anche il convergere verso elementi comuni. La pluralità delle sensibilità, i vari carismi degli Istituti, anzi, sono stati
visti come “pienezza” che fa capaci di
corrispondere, nelle variegate situazioni di vita, alle differenti e reali esigenze
di coloro ai quali siamo “mandati”.
È nella cultura attuale, varia e contraddittoria, che dobbiamo parlare di
Dio e del suo amore, ma ciò bisogna
saperlo fare con una testimonianza che
tocchi il cuore dell’uomo di oggi disincantato e diffidente; saperlo fare con
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PROVINCIA ROMANA DI SANTA CATERINA DA SIENA
PELLEGRINAGGIO PROVINCIALE
ai luoghi di San Domenico di Guzman
19 - 27 Luglio 2013
FANJEAUX (Francia).
Casa di San Domenico
LEGGI a pagina 31
Per ulteriori informazioni rivolgersi a Fra Alberto Fazzini, O.P.
Convento san Domenico, piazza san Domenico, 5 - 09127 CAGLIARI
Tel. 338 892 86 86 [email protected]
•••
P. Eugenio Zabatta op.
editoriale
La fraternità reale che stabiliamo
senza sceglierci,ma per chiamata divina, diviene speranza per tutti.
Veniamo da storie diverse, siamo
differenti per formazione, sensibilità,
carattere, siamo tutti segnati da limiti,
difetti, piccole manie. La nostra umanità li comporta. La perfezione delle relazioni non sarà mai raggiunta nelle nostre Comunità: è questa la ferita, la debolezza in cui la potenza di Dio vuole
manifestarsi?
Siamo chiamati non a testimoniare l’armonia del paradiso terrestre prima del peccato originale, ma la possibile convivenza, per la grazia di Dio,
nonostante limiti e povertà personali.
Non chiamati a mostrare comunità ideali, ma quelle che… pur tendono alla
perfezione: da queste comunità sgorga
l’efficacia della predicazione.
•••
Gentili lettori di “Domenicani”
con il primo numero dell’anno sono lieto di far giungere m
e
a tutti voi e alle vostre famiglie i più cordiali saluti accom- im ttere la
m
a
pagnati dall’augurio di ogni bene per un anno sereno e
cope gine di
r
fecondo di opere buone.
di qu tina
e
Ugualmente, mi premuro di aggiungere sentiti rinmero sto nugraziamenti per la vostra attenzione e contributo che
permette alla “nostra” piccola ma preziosa rivista domenicana, di continuare il suo silenzioso, e fruttuoso,
servizio di formazione e di informazione.
Portare ad ognuno di voi, stimati lettori, alcune notizie di famiglia e contribuire a farci sentire famiglia è l’intento e il vanto della nostra
rivista “Domenicani”.
Ogni vostro contributo personale, pur piccolo che sia, riguardanti le notizie che inviate alla redazione, fino alla generosa offerta con cui annualmente
concorrete, è sempre atteso e gradito, sapendo che, così sostenuta, la rivista
potrà tornare di maggior gradimento per tutti.
•••
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domenicani - gennaio - febbraio - 2013 - n. 1
una testimonianza di vita da offrire a
persone che, lasciata cadere una fede
per convenzione (familiare, sociale,
culturale), possano essere interessate
ad una fede fondata sulla propria personale convinzione.
E perciò il contributo che la Vita religiosa può apportare all’evangelizzazione, oggi non è tanto in termini di
azione, quanto di stile.
Lo stile di umiltà e gratuità che da
sempre l’ha connotata per esemplare
altruismo, anche eroico. È lo stile di
Gesù il quale, entrando nella storia degli uomini, lo ha fatto con la delicatezza e l’amore del buon Samaritano.
Ma attenzione! Alla chiara necessità
di questo stile convenivano tutti i partecipanti - per avere più forza di credibilità infatti vanno superate le divisioni
esistenti – ma ci sarà possibile acquisirlo solo nella misura in cui sappiamo
vivere insieme.
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ROMA. Chiesa SS.Trinità, San Domenico di M. De Meo (2002).
S. DOMENICO GUZMAN
fondatore dell’Ordine dei Predicatori.
L’Ordine è stato approvato canonicamente da Onorio III, il 22 dicembre 2016. Prossimi
alla celebrazione dell’ottavo centenario tutta la famiglia domenicana, che comprende frati, monache, suore e membri delle fraternite, sta preparandosi a celebrarlo con la preghiera e iniziative varie a livello mondiale: pellegrinaggi, conferenze, pubblicazioni…
E LE CARATTERISTICHE DEL SUO ORDINE
preghiera, studio e vera democrazia
Gregorio IX dette di San Domenico
questa definizione: «Conosco un uomo
che seguì in tutto e per tutto il modo
di vivere degli apostoli; non c’è dubbio che in cielo sia associato alla loro
gloria». È un ritratto singolare, ma incompleto, perché questo santo, canonico della cattedrale di Osma (Castiglia), destinato ad essere, forse, come il
suo vescovo Diego, fine diplomatico e
poi forse anche vescovo e cardinale, finì con il fondare una famiglia religiosa,
tra le più prestigiose della storia.
La forza di questo santo, come tutti sanno, era la predicazione di Gesù
Cristo, la nuova evangelizzazione che
agli inizi del secolo XIII si poneva con
la stessa urgenza, con cui si pone agli
inizi del terzo millennio.
Catari e albigesi, non meno degli
odierni nemici del Vangelo, richiedevano uno slancio apostolico che solo
nuovi ordini religiosi erano in grado
di imprimere, ma questa predicazione
nuova doveva nascere da fondamenti
ascetici e culturali di altissimo livello,
per evitare approssimazioni teologiche
e sciatterie ascetiche, come si vedeva
allora frequentemente nello scenario
della Chiesa.
La storia di San Domenico e dell’Ordine da lui fondato è gloriosa e complessa, ma anche, per molti versi, lineare, perché fondata sul primato della
preghiera, sul dovere dello studio, ma
anche sul coinvolgimento dei Frati nel
processo di modernità ecclesiale che si
richiedeva da tutte le parti.
San Domenico non disattese le
aspettative diffuse e dette una svolta
non solo alla predicazione, ma alla vita stessa della Chiesa, guadagnandosi
un posto di rilievo tra i grandi fondatori
del secondo millennio.
Inalterabile e sereno.
Nella storia dell’Ordine dei Predicatori – i Domenicani – se ne traccia un
profilo che merita di essere ricordato,
per comprendere la fisonomia dell’Ordine da lui fondato: «V’era in lui – si
spiritualità
SAN DOMENICO
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Uno degli elogi più simpatici che leggiamo di qualche beato dell’Ordine è
che “sembrava un altro Domenico”. L’imitazione del santo Fondatore è vista,
così, come un ideale da raggiungere e un passaggio sicuro per arrivare a Gesù:
“rivestitevi di Domenico per rivestirvi di Cristo”, leggiamo significativamente in
una lapide nel chiostro della Minerva, a Roma. Proponiamo questa bella riflessione
sul Santo e il suo Ordine in preparazione al Giubileo del 2016.
spiritualità
dice – una ammirabile inalterabilità di
carattere, che si turbava solo per solidarietà con il dolore altrui… Si dimostrava dappertutto uomo secondo il Vangelo, nelle parole e nelle opere; durante
il giorno, nessuno era più socievole di
lui, nessuno più affabile con i fratelli e
con gli altri; di notte nessuno era più
assiduo e più impegnato nel vegliare e
nel pregare… Era assai parco di parole
e se apriva la bocca, era o per parlare
con Dio nella preghiera o per parlare di
Dio. Questa era la norma che seguiva e
questa pure raccomandava ai fratelli».
Il primato della vita e il primato consegnato ai suoi Frati era quello
della preghiera: rigore ascetico, meditazione della Scrittura, partecipazione
attiva alla vita liturgica, ufficio corale sentito, vissuto e partecipato senza
lungaggini e senza retoriche (breviter
et succinte) costituiscono uno dei punti
più salienti della Regola domenicana,
con l’avvertenza che nulla di quanto
era in auge debba essere smarrito, co-
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FIRENZE. Museo di S. Marco.
S. Domenico ai piedi
del Crocifisso. (Beato Angelico.
... Era assai parco di parole e se apriva
la bocca, era o per parlare con Dio nella
preghiera o per parlare di Dio. Questa era
la norma che seguiva e questa pure raccomandava ai fratelli».
me l’Ufficio notturno, il capitolo delle
colpe, il digiuno periodico, il silenzio
e tutto quanto formava la cosiddetta
osservanza monastica, che pur mutata
nei termini e nella sostanza, viene ribadito come regola di vita per chi intende
consacrarsi al Signore, alla Chiesa e ai
propri fratelli.
Importanza dello studio
Per la prima volta nelle costituzioni di un ordine religioso, viene sancita
l’importanza, anzi, il dovere dello studio, come una autentica dimensione
giuridica: per i Domenicani, cioè, studiare, insegnare, comunicare agli altri
la dottrina cattolica, non è un fatto facoltativo, ma essenziale.
I Domenicani o sono predicatori o
non sono figli di San Domenico, a tal
punto che i superiori possono dispensare dalla osservanza di alcune regole ,
tranne che dallo studio.
Per questo, San Domenico insegna
Sana democrazia
Un altro tratto singolare della mentalità e delle costituzioni domenicane
è l’accoglimento del sistema, anzi, del
metodo democratico. C’è, anzi, una
sintesi mirabile tra democrazia e centralità del governo: i conventi, cioè,
non sono separati l’uno dall’altro, come avveniva per i monasteri, ma sono
collegati tra di loro come un corpo unito in Provincie e con il Maestro Generale dell’Ordine.
I frati domenicani promettono obbedienza al Maestro Generale e, attraverso lui, al superiore provinciale e al
superiore locale. Questo fatto lega il
spiritualità
domenicano direttamente all’Ordine
e consente al Maestro decisioni rapide
e incisive, ma non sottrae affatto alla
dipendenza locale che resta inalterata,
subordinata al governo centrale.
Nonostante la centralizzazione, c’è,
però, nella vita domenicana un incisivo
risvolto democratico, perché i superiori
vengono eletti dalla base democraticamente nel capitolo che è quasi un parlamento locale, in cui tutto si vaglia e
tutto si delibera con la partecipazione
dei membri.
Capitoli provinciali e capitoli conventuali sono, dunque, organismi importanti nell’Ordine e costituiscono un
motivo non solo di partecipazione al
governo, ma anche di collaborazione,
solidarietà, corresponsabilità, attuando
così il principio moderno di decidere
in loco quello che interessa la comunità, senza demandare al altri decisioni
che interessano la base.
Fedeltà alla Sede Apostolica
Un ultimo elemento ci preme sottolineare nel ricordo di San Domenico,
ed è la totale fedeltà alla Sede Apostolica. Domenico non si è mai sottratto
a nessuna incombenza affidatagli dalla
Santa Sede e ugualmente, dopo di lui, i
suoi frati hanno sempre privilegiato nei
loro campi apostolici i desideri e gli ordini del Papa.
La dipendenza dal Vicario di Cristo
è stata la caratteristica di san Domenico che non è mai venuta meno nell’Ordine, come attesta la storia dei secoli
passata e la storia dei nostri tempi. Il
teologo della Casa pontificia è anche
oggi un religioso domenicano.
(C. Francesco Ruppi,
in Oss. Romano, 08.08.2004, p.4).
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che i frati devono studiare sempre, anche quando viaggiano; devono studiare, leggere, meditare, scrivere, in una
parola, devono avere quanto serve per
essere predicatori di Gesù Cristo.
Quello che i Domenicani hanno dato alla Chiesa e danno anche oggi in
tante parti del mondo è risaputo: scuole e università, scritti e ricerche sono
ovunque la loro ricchezza, il patrimonio apostolico con cui hanno servito e
arricchito la Chiesa.
Né manca l’apertura al mondo contemporaneo, il dialogo con la cultura
moderna, l’attenzione alle nuove scienze quali la sociologia, l’economia, la
politica, l’arte, l’estetica, le scienze
esatte e tutto quanto è patrimonio della
cultura, della scienza e dell’arte.
Non vogliamo citare nomi, perché
ci vorrebbe un vocabolario, ma se la
teologia e la dottrina cristiana è oggi
quella che è, molto lo si deve al servizio costante e generoso che i figli di
San Domenico hanno reso alla Chiesa
e rendono ancora oggi in maniera eccellente.
VERSO IL GIUBILEO DELLA FONDAZIONE dell’ORDINE DEI PREDICATORI:
ottavo centenario dell’approvazione 1216-2016
spiritualità
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PISTOIA. S.Giovanni Fuorcivitas.
Madonna (part.) di Luca della Robbia.
PISTOIA. San Giovanni Fuorcivitas.
Particolare del gruppo in terracotta invetriata bianca che rappresenta la Visitazione,
opera di Luca della Robbia.
Si tratta del primo esempio conservato
di terracotta invetriata a tutto tondo realizzato nella bottega dei della Robbia con la
tecnica dell’invetriatura.
In origine le due figure erano arricchi-
te da dorature a freddo sui capelli e sulle
vesti. L’opera fu commissionata nel 1445
dalla famiglia pistoiese dei Fioravanti e fu
collocata probabilmente sul lato opposto a
quello attuale. Le due figure che si toccano, rende più significativo l’allacciarsi delle
braccia e l’incontro degli sguardi tra la Vergine che invita Santa Elisabetta a rialzarsi:
quest’ultima è genuflessa e implorante.
spiritualità
«Guai a noi se non predichiamo il Vangelo» sono parole di S. Paolo che stanno
particolarmente al cuore della nostra vocazione domenicana.
Quelle parole di “minaccia” sono state scelte, dall’Avvento del 2005, come luce di guida ai nostri passi mentre ci dirigiamo verso la celebrazione giubilare della
fondazione dell’Ordine, nel 2016. I sotto-temi, suggeriti per ogni anno, aiutano a
concentrare i nostri sforzi su una specifica dimensione del nostro ministero.
In questo 2013 siamo invitati a fermarci e a focalizzarci sul seguente tema:
“Maria: contemplazione e predicazione della Parola”. Questo tema che ci mette
a confronto con la dimensione mariana della vita consacrata (cf. Perfectae Charitatis) e della vita domenicana, è in piena sintonia con l’Anno della fede, indetto
da Papa Benedetto XVI per questo 2013.
«Guai a noi se non predichiamo il Vangelo» (1. Cor. 9,16).
MARIA SSma: CONTEMPLAZIONE E
PREDICAZIONE DELLA PAROLA
(tema del 2013)
La Famiglia domenicana, una chiesa
particolare nella grande Chiesa, deve
assolvere il ministero della parola, con
quel singolare impegno che le viene
dalla sua specifica vocazione, la predicazione.
Ogni membro della famiglia domenicana, vivente nell’ambito spirituale di un convento, deve ricordare
che quest’ultimo fu denominato sin
dall’inizio della nostra storia, “sacra
praedicatio” (Const. n. 100), in quanto
l’Ordine fu istituito «in modo speciale
per la predicazione e la salvezza delle
anime» (Const. Fund. § 2) e in tutta la
sua vita è ordinato alla sacra predicazione che deve scaturire dalla contemplazione assidua (Ivi n. 4).
Ne segue che per vocazione loro
propria, tutti i membri della nostra famiglia devono partecipare alla predicazione della parola di Dio, compiuta in
primo luogo dai frati.
Le monache, istituite dal Santo Padre
Domenico, hanno nella vita dell’Ordine un compito ben definito dal n. 142
delle Costituzioni: quello di nutrire,
con la loro fedeltà alla vita contemplativa, la vita apostolica dei frati e di offrire una testimonianza di orazione, di
silenzio e di penitenza.
L’articolo n. 144, delle Costituzioni
domenicane, assegna alle nostre suore
il compito di rendere testimonianza al
Vangelo con la parola e con l’azione,
in comunione con i frati per l’edificazione del popolo di Dio.
Nei loro modi propri collaborano
con il fine dell’Ordine anche gli Istituti
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domenicani - gennaio - febbraio - 2013 - n. 1
Ruoli dei vari rami nell’unica
famiglia domenicana.
spiritualità
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secolari e le Confraternite, soprattutto
quella del Rosario (Ivi nn. 147, 152).
I laici delle nostre Fraternite «sono
riuniti nello spirito apostolico del santo
Padre Domenico da uno speciale dono di Dio per attendere alla salvezza
propria e altrui mediante la professione
della vita evangelica, nella forma di vita sancita dall’Ordine» (Ivi n. 149). (Atti Simposio della Famiglia domenicana
– 1982) p. 66).
Un mezzo di preghiera e di predicazione: il Rosario (nota Ordinis).
Per assolvere alla sua missione, la
Famiglia domenicana ha a sua disposizione un mezzo meraviglioso: il Rosario che non è altro che il Vangelo messo alla portata di tutte le anime, anche
le meno istruite.
Dopo che la Beata Vergine Maria
ebbe ispirato la fondazione dell’Ordine, volle ancora dargli la sua arma
principale d’apostolato, il Rosario.
È gloria dei Frati Predicatori che la
divina Madre li abbia scelti per diffondere nel popolo cristiano quest’incomparabile devozione così semplice e così profonda, così dottrinale e così popolare, accessibile a tutte le età, dalla
quale sono nate grazie infinite di santità personale e spesso una protezione
visibile su tutta quanta la Chiesa.
«Il Rosario è l’onore dell’Ordine domenicano, è la sua bandiera e la sua
arma di guerra; è il succo e la virtù
della predicazione» (Gay, Entretien sur
les mystères, Paris). Finché predicherà
il Rosario, la parola domenicana può
essere sicura di rimanere ad un tempo
fondata in dottrina, efficace ed accessibile a tutte le anime. (V. BERNADOT,
L’Ordine dei Frati Predicatori, ed. Il Rosario (FI - 1958) p. 129.
La devozione alla B. Vergine nelle
“Vitae Fratrum”: la Salve Regina.
Senza dubbio il canto della “Salve
Regina”, al termine del giorno, mentre si svolge la processione dei religiosi
all’interno della chiesa, caratterizza fin
dai primordi la vita domenicana.
Questa pagina delle “Vitae Fratrum”
(sec. XIII) ci dice la tenera devozione
alla Madre di Dio rimasta sempre viva
nell’Ordine.
«… Ricorrendo i frati con singolare
speranza alla potentissima e piissima
Vergine Maria, ordinarono che di poi
Compieta, ad onore suo, si facesse solenne processione con la Salve Regina
e la sua orazione.
Subito dunque furono levate “le
suggestioni” (dei demoni) e coloro che
erano vessati furono guariti. E un frate il
quale era afflitto dal demonio in Bologna e un frate figlio di un re, il quale era
diventato pazzo a Parigi, pienamente
furono liberati. E da allora in qua ogni
cosa venne prosperamente all’Ordine.
Essere gradita a Dio e alla sua dolcissima Madre questa tale processione,
lo dimostra il concorso dei popoli, la
devozione del clero, le dolci lacrime, i
pii sospiri e le mirabili visioni che molti
videro, come dissero ai frati.
Quando i frati uscivano all’altare
della Beatissima Vergine, Lei fu vista
uscire dalla sommità del cielo con moltitudine dei cittadini celestiali; e quando supplicavano con quella parola “O
dolce Vergine Maria” la Vergine gloriosa li benediceva e a loro s’inclinava; e
quando i frati ritornavano al coro, Lei
similmente tornava al cielo.
(…). La santa memoria di frate
Giordano, secondo maestro generale
dell’Ordine, scrisse nel libretto il quale compose del principio dell’Ordine,
Maria, icona da imitare nel contemplare e comunicare la Parola.
Il titolo del tema proposto per questo 2013 in preparazione al giubileo
domenicano ci propone Maria, la Madre di Dio e Protettrice dell’Ordine, come icona da imitare nell’accoglienza e
predicazione della parola di Dio.
Quante riflessioni possiamo fare al
riguardo, in relazione alla ricca spiritualità mariana domenicana! Ci sembra interessante quella che leggiamo
in “Per te con amicizia” (p. 79), un libro vocazionale delle Domenicane del
SS.mo Sacramento. È una pagina interessante che offre molti spunti di meditazione. Il ruolo della Vergine, mezzo
incomparabile di cui Dio si è servito
per presentare Cristo al mondo, è misticamente accostato, con varie immagini, al ruolo del frate predicatore.
spiritualità
Vi leggiamo: «Come Maria, argomenterà il B. Umberto De Romans,
“rivestì” il Verbo di “carne” per poterlo manifestare al mondo, così il predicatore, partecipando nel tempo alla
missione di Maria, “riveste“, con la
“parola” che predica il Suo Figlio fatto
uomo, per farlo conoscere.
I domenicani che vogliono essere
apostoli, cioè salvare le anime con la
predicazione, hanno capito che prima
devono ritenere la preghiera e lo studio
come attività o mezzi indispensabili
per favorire in loro stessi ciò che nel
Vangelo si dice di Maria: “Conservava
tutto nel suo cuore meditandolo” (Lc
2,51). Maria, che è “colei che dà luce”
(Vitae Fratrum, n. 11) è il modello della
vita contemplativa domenicana, dalla
quale sgorga la predicazione.
I “frati predicatori“ potevano racchiudere la propria missione in queste
tre parole: lodare, benedire e predicare. Nessun’altra famiglia religiosa,
scriveva lo stesso Umberto de Romans,
poteva stare a confronto con i Predicatori nel tributare a Maria questa triplice azione. Il primo dovere, infatti, dei
nuovi Frati era di: “incessantemente
lodarla, benedirla e predicare del suo
Figlio e di lei, nel proprio ufficio di predicazione” (Vita Regolare II,71).
La B. V. Maria penetra nell’esistenza
domenicana come modello, ispiratrice
e compimento. Ella è vista sempre in
relazione allo Spirito Santo. San Domenico univa sempre al canto dell’Ave
Maris Stella, quello del Veni Creator
Spiritus. Il motivo era perché lo Spirito
Santo aveva reso fecondo il grembo di
lei, ma soprattutto perché il Frate Predicatore, illuminato dallo Spirito, imita
Maria nel “custodire” e “diffondere” la
Parola che è Cristo».
P. Eugenio Zabatta op
•••
13
domenicani - gennaio - febbraio - 2013 - n. 1
che un uomo santo e verace gli disse che frequentemente aveva veduto,
quando i frati cantavano: “Orsù, dunque, Avvocata nostra“, che la Vergine
gloriosa s’inginocchiava innanzi al suo
Figlio, supplicando devotissimamente
per la dilatazione e la conservazione
dell’Ordine.
Nelle “Vitae Fratrum” si legge anche
di un altro frate che ebbe dalla Madre
di Dio, questa assicurazione: «Amo di
uno speciale amore l’Ordine tuo e fra
le altre cose questo è a me molto grato, che ogni cosa che fate e dite incominciate dalla laude mia e in essa finite, per la qual cosa ho impetrato dal
mio Figlio che nessuno nell’Ordine tuo
possa a lungo tempo vivere con alcuno
mortale peccato, che ovvero presto si
penta, ovvero che sia cacciato fuori affinché non macchi l’Ordine mio».
(G. Frachet, Vitae Fratrum, n. 121).
Messaggio dell’Équipe di preparazione
al giubileo domenicano del 2016
per un nuovo slancio apostolico
domenicani - gennaio - febbraio - 2013 - n. 1
14
Qualche giorno prima del Natale, il
22 dicembre 1216, il papa Onorio III
diede a San Domenico la Bolla:
“Religiosam Vitam” di conferma
dell’Ordine dei Predicatori.
All’inizio del nuovo anno, il 18 gennaio 1217, lo stesso Papa scrisse a
San Domenico e ai suoi fratelli:
“Colui che feconda la Chiesa con prole sempre nuova, volendo conformare
i tempi moderni ai più antichi e propagare la fede cattolica, vi ha ispirato un
devoto desiderio per cui, abbracciata
la povertà e professata la vita regolare,
vi dedicate all’esortazione della parola
di Dio, recando al mondo intero
il buon annuncio del nome di nostro Signore Gesù Cristo” (LCO 1, §1).
Ecco la visione di evangelizzazione a partire dalla quale celebreremo il
nostro Giubileo per gli 800 anni della
conferma del nostro Ordine.
La celebrazione giubilare è stata
proposta nel 2007: il che ci lasciava
nove anni per dedicarci ai suoi preparativi. Entriamo adesso nell’ultima
tappa di questo grande momento della
Famiglia Domenicana e con lei, di nostra Madre la Chiesa. La preparazione
del Giubileo dell’Ordine e la sua celebrazione sono chiamate ad essere un
momento privilegiato di azione di grazia, di presa di coscienza, di rinnovo
personale e comunitario. Daranno uno
slancio apostolico alla missione e alla
nuova evangelizzazione, e costituiranno soprattutto una forza e un valore per
sognare il futuro, senza paura.
Proponiamo una celebrazione del
giubileo a quattro livelli:
1) quello delle comunità locali;
2) delle provincie e delle entità che
ne fanno parte;
3) delle regioni del mondo intero;
4) dell’Ordine in generale.
Dal nuovo Anno 2013 in poi, inizieremo a metterci più spesso in contatto
con voi, direttamente o virtualmente, a
proposito del lavoro già iniziato dalle
varie entità e sulle nostre proposte, per
questa grande celebrazione. Vorremmo
raccogliere le vostre idee in un grande progetto giubilare, per mirare, oltre alla celebrazione, al rafforzamento
della vita e della missione dell’Ordine
nel mondo contemporaneo. Il Maestro
dell’Ordine ha anche chiesto ad ogni
entità di nominare un promotore per il
Giubileo. Insieme a loro, cominceremo a partire dal 2013 il nostro lavoro
comune di preparazione.
Sarà un’opportunità unica e straordinaria, come famiglia di San Domenico nel mondo, di incoraggiare le nostre
iniziative, annunciare il Vangelo, promuovere la vita, la verità, la giustizia
e la pace, e per l’Ordine di rinnovarsi anch’esso. È un lavoro immenso ma
meraviglioso, attraverso il quale i fratelli e le sorelle potranno trovare il loro
giubileo
La canonizzazione di S. Domenico. Rieti 1234.
E la risposta da dare a questo bisogno
è la stessa risposta voluta dai Papi e dai
Padri del Concilio e contenuta nei suoi
documenti».
Dobbiamo sapere e sentire che questa “necessità” del Vangelo risiede appunto nella nostra presenza là dove la
Chiesa ci chiama per fornire una risposta come gioiosi predicatori del santo
Vangelo di Dio.
Domenico di Guzman “maestro di
misericordia” ci invita a rinnovarci come testimoni della luce che illumina
il presepe di Betlemme, nella nostra
Chiesa che è una “maestra di umanità”. Dio ha voluto avvicinarsi alla vita
di ognuno di noi, incarnandosi in Gesù, figlio della Vergine Santissima. Ella
ci ricorda: “Beati gli operatori di pace!“
(Cf Mt 5,9 e il Messaggio del papa per
la 46 giornata mondiale della pace: 01
gennaio 2013).
Con i nostri fraterni saluti.
(L’équipe per la preparazione del
Giubileo dell’Ordine nel 2016).
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domenicani - gennaio - febbraio - 2013 - n. 1
posto, vivendo un’esperienza che consentirà loro di agire e di essere propositivi. Forse dovremo chiedere perdono
per i nostri peccati di ieri e di oggi, per
guarire le ferite della storia e rafforzare
la nostra umiltà che è il rande segreto
dei buoni predicatori; dovremo anche
ricordare l’insegnamento che ci aveva
dato Papa Giovanni Paolo II, durante il
Giubileo nel 2000 del Cristianesimo,
di non avere paura.
Il Papa Benedetto XVI ha appena
inaugurato l’Anno della fede. Abbiamo anche cominciato la celebrazione
dei 50 anni dall’apertura del Concilio
Vaticano II al quale presero parte molti
domenicani illustri, con la loro partecipazione alla stesura di numerosi documenti. Ecco perché possiamo fare
nostre le parole del Papa, pronunciate
l’11 ottobre 2012: «Se oggi la Chiesa
propone un nuovo Anno della Fede e
la Nuova Evangelizzazione, non è per
onorare una ricorrenza, ma perché ce
n’è bisogno, ancor più che 50 anni fa!
domenicani - gennaio - febbraio - 2013 - n. 1
16
Con la predicazione fioriscono anche
meravigliose sculture, pitture, mosaici…
che sono là, quali segni sensibili, a insegnare e a far conoscere la Parola di Dio.
Tra tutti la Croce è il segno più forte
dell’annuncio di salvezza ottenutaci da Colui che in essa è stato crocifisso.
Sopra: Croce di Irlanda dove l’arte è
passata direttamente dalla preistoria all’arte
celtica e al periodo preromanico, senza conoscere la fase del classicismo ellenisticoromano. Le croci del tempo sono coperte
d’intrecci e fitte di personaggi, scolpite a
rilievo schiacciato.
Proponiamo ai nostri gentili
lettori un altro brano della
relazione del Maestro dell’Ordine fatta ai Provinciali europei
a Lisbona (12/04/2012).
La sfida – di cui parla - è di
sapere come porgere il Vangelo a coloro (uomini e donne)
che non incontrano o non sono raggiunti dall’evangelizzazione classica (la celebrazione
dell’eucaristia, dei sacramenti,
la predicazione …) e perciò occorre trovare nuove strutture e
nuovi metodi per evangelizzare.
Nel brano si afferma che:
«è dunque una sfida centrale
per l’Ordine prendere parte,
secondo il suo carisma, a questo movimento di evangelizzazione, specialmente in questo
tempo in cui si prepara
la celebrazione del Giubileo.
Al di là di ogni proposito da
fare e strumenti da usare per
l’evangelizzazione,l’es senziale
è: trasmettere la fede proponendo
l’incontro delle persone con Gesù.
Nella Redemptoris Missio, il Papa
Giovanni Paolo II scriveva: “la Chiesa
deve affrontare altre sfide, progredendo
verso nuove frontiere sia per la missione ad Gentes sia per la nuova evangelizzazione di quei popoli che hanno già ricevuto l’annuncio di Cristo”,
sottolineando la necessità di una forza
spirituale per un rinnovamento della
santa Chiesa.
Egli scriveva ancora, con riguardo
specificamente all’Europa: “L’Europa
non deve oggi semplicemente fare appello alla sua precedente eredità cristiana: occorre infatti che sia messa in
grado di decidere nuovamente del suo
futuro nell’incontro con la persona e il
messaggio di Gesù Cristo“ (Ecclesia in
Europa. 2002. 2 ).
In questa stessa prospettiva di rinnovamento, il papa Benedetto XVI evocava il “cortile dei Gentili “ ( Discorso
alla Curia Romana 21.12.2009. 40 ).
In un certo modo, tutte le definizioni proposte mettono in evidenza questo invito ed è ciò che vi propongo di
accogliere come un appello urgente
per l’Ordine dei Frati Predicatori che
è stato fondato per l’evangelizzazione,
proprio in un momento della storia della Chiesa in cui si poneva la questio-
evangelizzazione
LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
17
domenicani - gennaio - febbraio - 2013 - n. 1
Un appello urgente
per l’Ordine dei Predicatori:
evangelizzazione
domenicani - gennaio - febbraio - 2013 - n. 1
18
ne del metodo e delle strutture. Diego
e Domenico, infatti, non hanno forse
proposto l’avventura di una predicazione itinerante e mendicante in risposta a metodi che sembravano inadatti
a offrire una risposta ai movimenti dei
“Puri” che, contestando certe pratiche
e posture ecclesiali, proponevano un
ritorno all’evangelismo?
È dunque una sfida centrale per il
nostro Ordine prendere parte, secondo il suo carisma, a questo movimento
di evangelizzazione, specialmente in
questo tempo in cui si prepara la celebrazione del Giubileo.
Mi piace qui riprendere la formula utilizzata per la traduzione francese delle nostre Costituzioni: l’Ordine
è composto da frati totalmente dediti all’evangelizzazione della Parola di
Dio. Totalmente dedito a rendere la
Parola di Dio una buona notizia per il
mondo.
Questa definizione (a partire dalla
quale, ci viene detto, Domenico invierà i suoi frati a “studiare, predicare e
fondare conventi”) ci consente di sottolineare tre dimensioni chiave della vocazione dei predicatori:
- Essa è incentrata sulla Parola, l’economia del Verbo che viene nel mondo
e che è “la via, la verità e la vita”.
Ciò orienta tutta la nostra vita nello stesso tempo verso la contemplazione, lo studio e l’interpretazione della
Scrittura, promessa e rivelazione del
compimento dell’Alleanza della quale
siamo ministri, e verso la gioia di un incontro personale con Colui che ne è il
compimento e ci chiama amici.
- Così possiamo dire che questo
“impegno per la Parola” è ciò che costituisce la nostra “consacrazione” religiosa, ponendo in tal modo l’ufficio
della predicazione nel cuore della vita
del predicatore.
- Tutto ciò sottolinea, poi, che è proprio la vita del predicatore nella sua
interezza che è chiamata in causa (cf.
l’insistenza di Domenico sul nome con
cui si sarebbe chiamato l’Ordine che
chiese al Papa di istituire) e impegnata
I santi apostoli Pietro e Paolo consegnano a S. Domenico il bastone e il libro
mentre gli dicono: «Va e predica poiché sei eletto per questo servizio»
Quali sarebbero, in questo contesto,
gli strumenti dell’evangelizzazione?
Si tratta di sviluppare la capacità a
un’interpretazione critica, di rafforzare l’approccio spirituale, di inventare
nuovi modi di essere la Chiesa.
Le grandi questioni in gioco sono
allora: trasmettere la fede proponendo
l’incontro della persona con Gesù, in
un momento in cui le Chiese sembrano privilegiare il loro sistema di valori,
le loro istituzioni o l’influenza che essi
potrebbero avere sui giochi di potere;
trasmettere la fede vissuta dalla Chiesa
stessa; mettere la Parola di Dio al centro di tutto; elaborare una pedagogia
della fede; pensare alle Chiese locali:
rendere ragione della fede.
È allora importante iniziare all’esperienza cristiana prestando attenzione
a: processualità, educazione alla verità, ecologia della persona umana, testimonianze.
Maestro dell’Ordine ai Provinciali
dell’Europa (Lisbona 12/04/2012).
evangelizzazione
Rileggendo le linee guida preparatorie al Sinodo che è stato dedicato alla
nuova evangelizzazione, si può cogliere come questi propositi si collochino
nel contesto contemporaneo (che, se
ho inteso bene, è quello che voi definite in questa sede “postmoderno”).
Questi propositi insistono particolarmente su tre punti:
- Prima di tutto un contesto generale: viviamo “un momento storico, ricco
di cambiamenti e in tensione, con perdita di equilibrio e di riferimenti”.
E ancora: “Questa epoca ci spinge a
vivere sempre più immersi nel presente
e nel provvisorio, ciò che rende sempre
più difficile l’ascolto e la trasmissione
della memoria storica, così come la
condivisione dei valori sui quali costruire il futuro delle nuove generazioni”.
- In questo contesto, la Chiesa deve
affrontare grandi cambiamenti, e si trova ad essere oggetto di critiche in rapporto a se stessa come istituzione che
pronuncia dei discorsi o in rapporto al
volto Dio che essa annuncia.
Eccoci a mettere in discussione pratiche finora affermate, affievolirsi i percorsi abituali della vita di fede.
- Eppure è in questo contesto, e con
le sue specifiche fragilità ed incertezze,
che la Chiesa deve svolgere il ministero
dell’evangelizzazione come dimensione essenziale della sua natura, in par-
ticolare all’interno di sei “scenari” caratteristici:
• Culturale, caratterizzato dalla secolarizzazione, il relativismo ed il culto sterile della persona;
• Le migrazioni che sono una delle
dinamiche della globalizzazione;
• I mezzi di comunicazione: “ cultura mediatica e numerica che si struttura sempre più come luogo della vita
pubblica e dell’esperienza sociale”.
La cultura contemporanea sarebbe
caratterizzata dall’effimero e dall’immediato, rinunciando così alla memoria e all’orientamento al futuro;
• Economia;
• Ricerca scientifica e tecnologica;
• Politica e ricerca della pace e della liberazione dei popoli.
19
domenicani - gennaio - febbraio - 2013 - n. 1
nel processo della nuova evangelizzazione. E non sarà sufficiente parlare dei
nostri diversi “ministeri” di predicazione, ma della vita scelta alla sequela di
Domenico per vivere nel mondo, come
per analogia, l’itineranza amicale e fraterna di Gesù (“Dio ha manifestato la
tenerezza e l’umanità di suo Figlio nel
suo amico Domenico, che vi trasfigura
ad immagine del Cristo”).
evangelizzazione
Ecumenismo
e Dialogo Interreligioso:
entrambi
storia di piccoli passi
domenicani - gennaio - febbraio - 2013 - n. 1
20
Dalla riunione del Parlamento mondiale delle Religioni nel 1893 (Chicago) al Concilio
Vaticano II nel 1963-65 (Roma), molta strada è stata percorsa nella conoscenza reciproca.
Qual è il ruolo della Chiesa e della nostra Italia, terra scelta da Dio come Sede del
Vicario di Cristo in terra, il Papa?
L’Italia, incantevole per la sua posizione geografica, è resa ancor più bella e attraente da miriadi di opere artistiche del più alto livello in assoluto, che tutti ci invidiano,
a cominciare dalle nostre Chiese, Santuari, ecc.; questa Italia fin dalle più profonde
radici di cultura cristiana, fatta di intraprendenza personale e collettiva, di rispetto di
tutte le culture… (Sopra: la meravigliosa piazza dei miracoli di Pisa).
la nuova evangelizzazione
nel contesto del
dialogo tra le religioni
Nella “Redemptoris Missio”, di Giovanni Paolo II, leggiamo che: «La Chiesa resta la via ordinaria alla salvezza
ed essa sola possiede la pienezza dei
mezzi di salvezza»1.
Un’affermazione sufficiente per rigettare energicamente ogni teoria che
venisse a togliere il Cristo dal centro
del piano salvifico o negasse alla Chiesa il ruolo di mediazione necessaria di
salvezza.
Anche se altri testi, della stessa enciclica, riconoscono alle altre religioni
un ruolo attivo di mediazione nella salvezza dei propri aderenti e sono indicate come: «mediazioni partecipate di
vario tipo e ordine”, sono poste sempre
come dipendenti da quella di Cristo e
mai come parallele ad essa o ad essa
complementari2.
Principio di partenza da cui sono
maturate quelle affermazioni è questo:
«Dio vuole che tutti siano salvi e giungano alla conoscenza della verità»3.
Dio può salvare le persone di buona
volontà anche «in modo che è noto solo a Lui» e va oltre la via ordinaria dei
Sacramenti affidati alla Chiesa.
Comunque sia, quando si parla di
un possibile ruolo salvifico delle religioni non cristiane e delle loro pratiche
anche rituali, in ogni caso, giustamente
si distingue tra religione e religione e
tra elemento ed elemento, all’interno
della stessa religione.
È impossibile, infatti, estendere indiscriminatamente un tale riconoscimento a quelle pratiche religiose che fossero non solo in apparenza, ma anche in
realtà, idolatriche o politeistiche, senza
evangelizzazione
Il motivo positivo che fonda l’urgenza della missione non è tanto di ordine
intellettuale e razionale; è un motivo vitale che si scopre solo se lo si vive e nella
misura in cui lo si vive. L’amore per il Cristo “urge”, “sospinge”, chi lo sperimenta.
È un movente intrinseco, questo amore; è uno zelo che si alimenta della propria
fiamma. Chi ama Gesù Cristo, chi lo ha scoperto, al pari di Paolo, come colui che
è “stato rivelato” dal Padre celeste, percepisce nello stesso istante l’urgenza di
comunicarlo, perché quel Cristo vivente che ha incontrato è un Cristo per gli
uomini, un Cristo per tutti.
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domenicani - gennaio - febbraio - 2013 - n. 1
IL DIALOGO INTERRELIGIOSO
E LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
evangelizzazione
mettersi clamorosamente contro tutta
la Sacra Bibbia.
Nel suo discorso all’Areopago, San
Paolo distingue molto bene tra quello
che, nella religiosità degli Ateniesi, era
valido e lodevole e quello che invece
era idolatria pura e semplice4.
Dio non può nello stesso tempo
condannare una cosa e servirsene come strumento di salvezza. È vero che
Dio può far servire alla sua gloria e al
bene dell’uomo «anche il peccato»,
come dice sant’Agostino, ma in questo
caso egli salva nonostante il peccato,
non per mezzo del peccato.
In questo “Anno della f Fede” viene
spontanea la domanda: «Come fondare l’urgenza della missione cristiana e
dell’evangelizzazione, in questo nuovo
contesto di dialogo tra le religioni?».
Per la risposta, io credo che dobbiamo passare da una motivazione soprattutto negativa ad una soprattutto positiva. Non basarci tanto sul fatto che, se
non arriva a conoscere Cristo, la gente
non si salva, quanto su qualcos’altro.
Ci aiuta a scoprirlo l’apostolo Paolo; quando, parlando proprio dell’annuncio del Vangelo, dice: “L’amore di
Cristo ci spinge, al pensiero che uno è
morto per tutti”5. Paolo non annunciava Cristo spinto dal pensiero che, altrimenti, la gente si sarebbe dannata, ma
perché era spinto dall’immensità del
dono che era per lui il Cristo. Perché
era stato “afferrato” da lui. Non annunciare Cristo, gli sarebbe parso un occultare il dono, un defraudare il mondo
di qualcosa che gli spettava, un soffocare la verità. Insomma, una terribile
infedeltà e responsabilità. “Guai a me
se non evangelizzo!”6.
Nella lettera ai Filippesi egli elenca
tutta una serie di titoli e adempimenti
d’indiscusso valore religioso: l’essere
membro del popolo eletto, la circoncisione, l’osservanza della legge, l’appartenenza all’austera scuola dei farisei.
Tutte cose alle quali egli riconosce un
significato nel piano della salvezza7.
domenicani - gennaio - febbraio - 2013 - n. 1
22
FIRENZE. S. Maria Novella, Cappellone degli Spagnoli.
S. Pietro Martire e San Tommaso confutano gli eretici che “strappano” i propri libri.
evangelizzazione
La Famiglia
domenicana
riunita.
Walberberg. Incontro delle Fraternite Domenicane (vecchia foto).
nione eterna, non basta una salvezza
qualsiasi, ma è necessaria la salvezza
di Cristo. Solo lui, essendo Dio, ci può
veramente introdurre in Dio, ci può divinizzare. Questo fu uno dei moventi
principali che spinsero la Chiesa, durante la controversia ariana, a rompere
con tutti i compromessi e proclamare
la propria fede nella piena divinità di
Cristo.
Il motivo positivo che fonda l’urgenza della missione non è, come si vede,
tanto di ordine intellettuale e razionale;
è un motivo vitale che si scopre solo se
lo si vive e nella misura in cui lo si vive.
L’amore per il Cristo “urge”, “sospinge”, chi lo sperimenta. È un movente
intrinseco; è uno zelo che si alimenta
della propria fiamma.
Chi ama Gesù Cristo, chi lo ha scoperto - al pari di Paolo - come colui che
gli “è “stato rivelato” dal Padre celeste,
percepisce nello stesso istante l’urgenza di comunicarLo, perché quel Cristo
vivente che ha incontrato è un Cristo
per gli uomini, un Cristo per tutti. È il
23
domenicani - gennaio - febbraio - 2013 - n. 1
Eppure non esita a chiamare tutte queste cose “perdita e spazzatura”8
Perché? Per un motivo positivo, per
qualcosa di immensamente più alto
che ha scoperto e cioè per la “superiore conoscenza del Cristo”. “Quello che
era glorioso, dice altrove, non lo è più,
a confronto della sovraeminente gloria
della nuova alleanza”9.
Molte volte, nelle discussioni attuali, si ha a che fare con un’idea estremamente riduttiva di salvezza. La salvezza è concepita esclusivamente come
risposta alle attese dell’uomo.
Ma il cristianesimo parla di qualcos’altro. Parla di una salvezza che
sorpassa le attese dell’uomo, in quanto dono gratuito, intervento impensato
di Dio a favore dell’uomo. Una salvezza che “occhio mai vide, orecchio mai
udì, né mai è salita nel cuore di un uomo, ma che Dio ha preparato per coloro che lo amano” (cf 1Cor 2,9).
Per una salvezza come questa, che
parla di comunione intima, personale, con il Dio-Trinità, e di una comu-
evangelizzazione
domenicani - gennaio - febbraio - 2013 - n. 1
24
Cristo che dice ancora oggi, come allora: “Bisogna che io annunzi il regno
di Dio anche alle altre città, perché per
questo sono venuto” (Lc 4,43). E ancora: “Ho altre pecore che non sono
di questo ovile; anche queste io devo
condurre; ascolteranno la mia voce e
diventeranno un solo gregge e un solo
pastore” (Gv 10,16).
È dunque lui stesso, Cristo, che li
trascina, li spinge. Non è tanto Gesù che è portato alle genti, quanto lui
che porta alle genti. “L’amore di Cristo
ci spinge”, non significa solo il nostro
amore per Cristo, ma soprattutto l’amore di Cristo per noi. “L’amore di Cristo
per tutti gli uomini ci spinge”: è così
che si dovrebbe tradurre.
San Paolo, rivolge a Timoteo questo
scongiuro solenne: “Annunzia la parola, insisti a tempo opportuno e non
opportuno” (1 Tm 4,5). Non sarà, per
caso, proprio il nostro tempo quel tempo “non opportuno”? Viviamo infatti in
un momento in cui l’annuncio cristia-
no diretto ed esplicito sembra ad alcuni indiscreto, inopportuno. Se è così,
l’Apostolo ci indica la cosa da fare.
Egli non dice di annunciare “in modo importuno” (c’è un rispetto per i destinatari del messaggio al quale non è
lecito mai venir meno), ma “a tempo
importuno”.
Ma lo slancio evangelizzatore della
Chiesa si decide a monte.
Questo slancio dipende dal posto
che Gesù Cristo occupa nel cuore dei
cristiani. La crisi teologica delle certezze su Cristo è l’effetto di una crisi spirituale. Bisogna rimettere continuamente il Cristo al primo posto, innalzarlo
come l’”obelisco” invisibile al centro
della Chiesa.
Bisogna rimettere “a fuoco” la figura
di Cristo. Da un Cristo “sfuocato” non
può venire che un annuncio debole e
smorto. Il Concilio Vaticano II ha concentrato la sua attenzione sulla Chiesa:
sulla sua natura, la sua liturgia, il suo
rapporto con il mondo, la collegialità
dei vescovi. Questi sono stati, di conseguenza, i temi che hanno dominato
anche nel periodo postconciliare.
Occorre forse ormai decentrarci da
noi stessi e ricentrarci, o concentrarci,
sul Cristo. “Il compito fondamentale
della Chiesa di tutte le epoche – scriveva il Sommo Pontefice nella sua prima enciclica – è di dirigere lo sguardo
dell’uomo, di indirizzare la coscienza
e l’esperienza di tutta l’umanità verso il
mistero di Cristo”
Il cristianesimo è una persona più
che una dottrina: è Gesù Cristo. Di qui
l’importanza di un rapporto personale
vivo con lui, per poter essere in grado
di parlare efficacemente di lui.
Per essere dei veri evangelizzatori
dovemmo tutti, nella Chiesa, cercare di
innamorarci di Gesù Cristo e di fare in-
l’eroe come fa lui, essere fieri dell’eroe
come lo è lui”.
Per il filosofo, l’eroe è Abramo e il
poeta lui stesso. Ma quanto è immensamente più vero tutto ciò, se applicato
all’eroe che è Cristo e ai poeti ed oratori che sono i suoi annunciatori. Egli
è l’unico vero eroe della storia e del
mondo. Unico perché anche Dio.
(NN).
1.
GIOVANNI PAOLO II, Redemptoris
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
Missio, 29.
Ivi, n. 5.
I Tim, 2,4.
cf At 17,23 ss.
2 Cor 5,14.
1Cor 9,16.
cf Rom 9,4s.
cf Fil. 3,8). 9.
2Cor 3,10.
evangelizzazione
namorare di lui i futuri annunciatori del
Vangelo, specie i futuri sacerdoti.
Ha scritto Kierkegaard: “Quel Dio
che ha creato l’uomo e la donna, così
ha formato l’eroe e il poeta o l’oratore
Questo non può fare ciò che fa quello; egli può soltanto ammirare, amare, rallegrarsi con l’eroe. Tuttavia egli
anch’egli è felice, non meno dell’eroe.
Infatti l’eroe è la sua migliore essenza, ciò di cui è innamorato, felice di
non esserlo lui stesso, così che il suo
genio possa manifestarsi con l’ammirazione. Egli è il genio del ricordo che
non può far nulla senza ricordare quel
che è stato fatto… Egli segue la scelta
del suo cuore, ma quando ha trovato
ciò che cerca, allora va di porta in porta con i suoi canti e i suoi discorsi, proclamando che tutti devono ammirare
•••
«Come la pioggia e la neve
scendono dal cielo e non
vi ritornano senza avere
irrigato la terra, senza
averla fecondata e fatta
germogliare… così sarà
della parola uscita dalla
mia bocca: non ritornerà
a me senza effetto, senza
aver operato ciò che
desidero e senza
aver compiuto ciò per cui
l’ho mandata».
(Is 55, 10-11).
domenicani - gennaio - febbraio - 2013 - n. 1
25
*
Asterisco
In preparazione al Capitolo Generale dei definitori e al Provinciale elettivo.
LA SPIRITUALITÀ DOMENICANA
Un’alta concezione dell’Ordine e della sua legislazione
domenicani - gennaio - febbraio - 2013 - n. 1
26
“Se Dio ci concedesse la grazia di
fondare un Ordine religioso, noi siamo
sicuri che, dopo aver a lungo ponderata la cosa, non troveremmo niente di
più nuovo, di più adatto ai nostri tempi
e ai loro bisogni che la Regola di S. Domenico. Essa non ha di vecchio se non
la sua storia” (Lacordaire D., Mémoire
pur l’établissement en France de l’Ordre des Frères Precheurs, Paris 1839, p.
80).
Abbiamo riletto queste parole del
nostro grande P. Lacordaire che si accingeva a restaurare l’Ordine, che rivoluzioni e persecuzioni avevano fatto
sparire in Francia, in un libro del P. Lippini o.p., intitolato appunto “La Spiritualità Domenicana” (Esd, 1987).
Citandole nel suo libro, Lippini conferma anche per i nostri tempi e per
quelli futuri il giudizio di P. Lacordaire
e ne accenna anche la motivazione che
è questa:
“La sua (dell’Ordine) stupenda legislazione, la più singolare e comunitaria
fra tutti gli Ordini religiosi, gli permette
di aggiornare di tre anni in tre anni le
sue Costituzioni per adattarle in continuazione alle sempre mutevoli esi-
genze dei tempi… così è in continua
riforma di se stesso. E ciò lo rende un
Ordine “sempre moderno”, anche se è
nato agli albori del XIII secolo.
Ma questo continuo aggiornamento, che lo mantiene giovane, si spiega
alla luce del carisma dell’Ordine, che
è e sarà sempre necessario alla Chiesa,
per cui anche tanti altri Istituti lo hanno
fatto proprio, mutuando da chi per primo lo prese come scopo e ideale di un
nuovo Ordine religioso: S. Domenico
di Guzman.
E qual è il suo carisma? La predicazione, cioè l’annuncio della Parola di
Dio, della Verità, che genera la fede.
La Sacra Scrittura stessa con logica
ferrea sottolinea la “necessità” di tale
carisma nella Chiesa: “Come potranno
credere senza averne sentito parlare?
E come potranno sentire parlare di Lui
senza uno che lo predichi?”.
S. Caterina da Siena sintetizza la
missione di Domenico dicendo: “Egli
prese l’ufficio del Verbo”, cioè dell’eterna Parola di Dio.
E fu il Papa stesso, Onorio III, a definire i figli di Domenico “Frati Predica-
FIRENZE. S. Maria Novella, Cappellone degli Spagnoli.
San Domenico conduce in Paradiso le anime già purificate dalla grazia.
asterisco
(1977) sintetizzava così il nostro impegno di predicazione: “per essere fedeli
alla nostra vocazione dobbiamo essere totalmente impegnati nell’evangelizzazione della parola di Dio, ma per
non venir meno a questo impegno di
predicare con le parole e con le opere,
dobbiamo essere assidui nello studio,
perché lo studio ci prepara e ci spinge
alla predicazione, alla quale dà e dalla
quale riceve vigore” (QZ., n. 85).
“La Chiesa e il successore dell’apostolo Pietro – scriveva Giovanni Paolo II
al Maestro dell’Ordine in occasione del
Capitolo di Providence (USA) – guardano all’Ordine dei Predicatori con una
speranza e una fiducia non inferiori a
quelle del tempo della sua fondazione… Prego con fervore affinché l’intercessione del vostro fondatore vi rafforzi
nello svolgimento dei vostri compiti e
affinché la lunga schiera dei santi domenicani che ha arricchito il passato
dell’Ordine illumini il suo cammino in
futuro”.
p. Eugenio Zabatta op.
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tori”, per questo la formula più precisa dell’ideale domenicano può essere:
“La carità della verità”.
Di qui l’impegno dell’Ordine “di
non sperdersi in altri pur validi campi d’azione per restare fedele a questa
sua “specializzazione”, perché “un Ordine buono a tutto sarebbe un Ordine
buono a nulla”; non sarebbe più, per lo
meno, l’Ordine domenicano.
È la Chiesa stessa nel Concilio ad invitare “gli Istituti religiosi a conservare
ciascuno la propria fisionomia particolare e la propria funzione; a conservare lo spirito autentico dei fondatori e i
loro intenti, come pure le loro sane tradizioni, perché tutto ciò costituisce il
patrimonio di ciascun Istituto” (PC, 2).
Questo carisma specifico Domenico lo affidò a sua volta a mezzi “essenziali e perciò intangibili”, perché giudicati vitali ed efficaci in ogni epoca”: la
vita consacrata comunitaria, la solenne
liturgia, lo studio, alcune regole monastiche da osservare.
Il Capitolo generale di Quezon City
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I
N
F
O
R
M
A
Z
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O
N
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Capitolo Generale
a TRAGURIJ in
Croazia dal 22 luglio
all’8 agosto 2013.
Capitolo Provinciale
a PISTOIA:
il 15 settembre 2013.
Informiamo volentieri i nostri gentili lettori che quest’anno 2013 avremo sia il Capitolo Generale, sia quello elettivo
di Provincia. Riportiamo a riguardo delle brevi ma utili notizie perché accompagniamo questi “eventi” di famiglia con
la nostra preghiera intensa e continua.
LETTERA DI CONVOCAZIONE
AL CAPITOLO GENERALE
del Maestro dell’Ordine, fr Bruno Cadoré,
a tutti i membri della Famiglia Domenicana.
NOS
Fr Bruno CADORE, O.P.
TOTIUS ORDINIS PRAEDICATORUM HUMILIS MAGISTER
ET SERVUS
LITTERAE CONVOCATIONIS AD PROXIMUM
CAPITULUM GENERALE
Prioribus provincialibus et conventualibus, omnibusque singulis
Fratribus, Monialibus et Sororibus
una cum omnibus membris Familiae S. Dominici
SALUTEM ET BENEDICTIONEM
Riportiamo qui sopra la testata della lettera di convocazione al Capitolo Generale da parte del P. Maestro dell’Ordine, Fr Bruno Cadoré.
La lettera è indirizzata a tutti gli appartenenti alla Famiglia Domenicana: frati, monache suore e laici delle Fraternite: naturalmente non solo come notizia, ma è invito ad
un’intensa preghiera allo Spirito Santo, perché tutto riesca
bene e a prepararci adeguatamente alla sua celebrazione.
Si tratta del Capitolo generale che segue a tre anni da
quello celebrato a Roma nel 2010: capitolo elettivo a cui
presero parte provinciali e definitori; mentre il prossimo sarà
il Capitolo dei soli definitori e quindi non è elettivo.
Sarà celebrato in una città della Croazia, a Tragurii, in un
Convento della Provincia, dal 22 luglio di quest’anno all’8
agosto, giorno della festa del S. Padre Domenico. >>>
i
i
i
FRATI DELL’ORDINE DEI PREDICATORI
PROVINCIA ROMANA DI S. CATERINA DA SIENA
notizie
to Padre Domenico e si raccomanda
molto, assieme ai suoi soci e ai membri
della Curia, alle nostre preghiere che
non dovremo far mancare.
La lettera è datata il 21 novembre
del 2012, giorno della Presentazione al
Tempio della BVM.
•••
La scelta del luogo fu già decisa nello scorso Capitolo generale e fr Michele Tolj, della stessa Provincia di Croazia, sarà il segretario generale.
Il Capitolo inizierà con la celebrazione della Messa dello Spirito Santo.
Il Maestro, al termine della lettera,
saluta tutti con la benedizione del San-
Diamo qui di seguito, anche la comunicazione del prossimo Capitolo provinciale
elettivo che si terrà a Pistoia nel prossimo settembre 2013. Nello stesso periodo
anche le altre Provincie d’Italia celebreranno il capitolo.
Riportiamo dalla lettera che il Rev.do P. Provinciale ha fatto pervenire:
TROGIR (TRAGUIJ):
La città che ospiterà i Padri Capitolari.
La città di Trogir si trova sull’isoletta tra la terraferma e l’isola di Jovo ed è famosa per le sculture sulla pietra. Grazie alla sua bellezza e valore
UNESCO l’ha inclusa nel registro del patrimonio
mondiale. Le camminate per le strade di Trogir
Chiesa di san Domenico
sono come il viaggio al passato, ai tempi di Greci, di Trogir in Croazia
Romani e Veneziani.
Al centro della città si trovano la chiesa di Santa Barbara (la più antica chiesa
conservata e costruita nel 11.mo secolo), la chiesa di San Pietro, il Convento domenicano intitolato a San Domenico e il monastero benedittino di San Nicola con museo.
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Nel Consiglio Provinciale: «Si è trattato delle date dei prossimi Capitoli
provinciali delle Province Italiane. Dopo aver ascoltato il Socio per l’Italia circa
la data della promulgazione degli Atti del Capitolo Generale dei Definitori che si
terrà dal 22 luglio all’8 agosto in Croazia, i tre Provinciali propongono una data
tra il 15 e il 16 settembre.
Il Consiglio ha anche proposto, riprendendo il tema trattato nel CPDIM del 27
ottobre, che il prossimo Capitolo di Provincia abbia inizio domenica 15 settembre
nel Convento di S. Domenico di Pistoia. I capitolari dovranno trovarsi in loco nel
tardo pomeriggio.
Questa proposta è stata approvata in seguito dal Maestro dell’Ordine. •••
INFORMAZIONI VARIE
notizie
dalla provincia romana di s. caterina
Il 19 ottobre 2012 il Rev.do P. Provinciale ha istituito priore del Convento di San Domenico di Perugia fr Francesco d’Amore, dato che il Convento
non aveva le prerogative richieste dal
n. 260, § I del LCO, per fare l’elezione.
•••
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Il 27 di ottobre si è tenuta a Roma,
presso la Curia provincializia, la riunione del CPDIM (formato dai padri
provinciali) durante la quale:
+ E’ stata anche presentata, da fra
Riccardo Barile, la bozza di stampa del
Lezionario e del Messale domenicani
in lingua italiana, frutto del lodevole
lavoro della Commissione Liturgica Italiana nella quale, per la nostra Provincia, è impegnato fra Fausto Sbaffoni.
Questo lavoro va presentato alla Curia Generalizia dell’Ordine e in seguito
alla S. Sede, però solo dopo che sarà
pubblicata la nuova Edizione del Messale Romano.
+ Si è trattato delle date dei prossimi
Capitoli provinciali delle Province Italiane. Dopo aver ascoltato il Socio per
l’Italia circa la data della promulgazione degli Atti del Capitolo Generale dei
Definitori che si terrà dal 22 luglio all’8
agosto in Croazia, i tre Provinciali propongono una data tra il 15 e il 16 settembre (vedi pp. 26-27).
+ In seguito, il nostro Consiglio provincializio ha proposto che il prossimo Capitolo di Provincia abbia inizio
domenica 15 settembre nel Convento
di S. Domenico di Pistoia. I capitolari
dovranno trovarsi in loco nel tardo pomeriggio. Questa proposta è già stata
approvata dal Maestro dell’Ordine.
•••
Il 21 novembre 2012, il Provinciale ha nominato Superiore della Casa di
Santa Maria Novella (Firenze) fra Alessandro Salucci che ha iniziato il suo
mandato il giorno 23 dello stesso mese.
Egli succede a fr Giovanni Monti,
che il P. Provinciale ha ringraziato per
l’incarico svolto per due trienni.
•••
Giovedì 29 novembre u.s. si è tenuto il Consiglio di Provincia nel Convento di S. Domenico di Fiesole durante il
quale è stato deciso di fare dei lavori
di ristrutturazione sia a Cagliari (cucina nuova sempre al pian terreno) che a
Perugia (ristrutturazione della palazzina adiacente l’abside della chiesa).
Questa palazzina è tornata in proprietà della Provincia dopo la transazione col Comune. Inizierà anche il
restauro di parte dell’ex-Palazzo del S.
Uffizio, in nostra concessione.
•••
Su richiesta di don Mauro Frasi, responsabile diocesano della Caritas di
Fiesole che collabora con altre associazioni di volontariato anche nella diocesi di Arezzo, il Consiglio ha deciso
di dare in comodato per dodici anni un
•••
Il Padre Provinciale, nella lettera indirizzata ai Religiosi della Provincia,
del 1 ottobre 2012, informava che:
Il Consiglio di Provincia, oltre alle
iniziative di carattere culturale su cui
stava riflettendo, aveva incaricato P. Alberto Fazzini, già a suo tempo nominato “Coordinatore” della nostra Provincia in preparazione al giubileo dell’Ordine del 2016, di preparare un pellegrinaggio ai luoghi di San Domenico,
aperto alla Famiglia Domenicana.
Facendo seguito a questo incarico,
il P. Alberto ha pensato di contattare
tutti i Religiosi della nostra Provincia,
le Suore, le Monache e i Laici delle Fraternite domenicane.
Nel frattempo il padre ha già inviato
un programma di cui vi riferiamo alcuni dati:
Il Pellegrinaggio è intitolato AI LUOGHI DELLA NASCITA DELL’ORDINE
ed è aperto a tutti i membri della Famiglia domenicana e a quegli amici che
vorranno parteciparvi.
Sono previsti momenti di visita a vari luoghi e momenti di preghiera. Tra i
principali luoghi da visitare sono:
Spagna: Salamanca: nella nostra
notizie
Università. Caleruega, paese natale di
san Domenico: abiteremo proprio nella sua casa e vi faremo riferimento per
alcuni giorni durante i quali ci ritroveremo a Salamanca e Pamplona.
In Francia, soprattutto Tolosa dove
rivivremo i momenti della fondazione
dell’Ordine.Tra l’altro visita alla chiesa dove si venerano le reliquie di san
Tommaso d’Aquino. Poi visiteremo:
Fanjeaux, Prouille, Montreal, Carcassonne, Gerona.
Trascorreremo anche un giorno intero a Lourdes, dove il santo Rosario
predicato dalla Famiglia Domenicana
realizza, a livello mondiale, la sua vocazione di avvicinare tutti a Maria nostra Madre.
Per ulteriori informazioni rivolgersi a
Fra Alberto Fazzini, O.P.
Convento san Domenico, P.za san
Domenico, 5 - 09127 CAGLIARI
Tel. 338 892 86 86
[email protected]
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CALERUEGA (Spagna).
Torrione della Famiglia Guzman.
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appartamento, di circa 90 mq, sito ad
Arezzo in Via della Chiassaia perché
serva come punto di accoglienza ai poveri della città.
Alla giornata annuale di formazione permanente, che quest’anno non
è stata tenuta, supplisce, decisa dal
Consiglio, un’Assemblea di Provincia,
giovedì 7 marzo, presso la Casa di S.
Maria Novella in Firenze! L’assemblea,
le cui modalità saranno presto comunicate, è in vista della preparazione al
prossimo Capitolo Provinciale.
notizie
25 NOVEMBRE 2012 -
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INCONTR
FAMIGLIA DO
Il 25 novembre festa liturgica di Cristo Re dell’Universo, la famiglia domenicana si è riunita a Roma per una giornata di fraternità, presso le suore domenicane di S. Sisto Vecchio, le quali ci
donano sempre una calda accoglienza,
che ci fa sperimentare nel concreto, la
gioia dell’appartenenza alla stessa famiglia di Domenico.
Come è nostra usanza iniziamo la
giornata lodando il Signore. Mentre
cantiamo i salmi delle lodi noto con
piacere, che le cantore appartengono a
quattro congregazioni diverse e… l’armonia nella differenza è davvero bella!
Il tema della giornata fa riferimento alla lettera del Maestro dell’Ordine
riguardo “le domenicane e la predicazione” in preparazione al Giubileo
2016. A presentarci una riflessione su
questo tema è stato invitato fra Davide
M. Kammler, che è promotore per il laicato domenicano.
Fr Davide mette in rilievo quello che
le domenicane hanno fatto nel passato
e fanno per l’evangelizzazione.
Mi piace, poi, sottolineare una frase
di Fr Bruno Cadorè, Maestro dell’Ordine, da lui citata e che mi sembra molto forte: “le suore, le laiche, i membri
degli Istituti secolari apportano un contributo essenziale per la missione evangelizzatrice dell’Ordine”.
Sono convinta, che se il ramo dei
frati prendesse in considerazione questa affermazione del Maestro sull’essenzialità, credo che ci sarebbe veramente una rivoluzione e il maschile e
il femminile insieme, finalmente farebbero brillare la bellezza dell’Incarnazione di Dio!
Nel pomeriggio, Elena Malaspina,
missionaria della scuola, introduce i lavori di gruppo offrendo ai partecipanti
alcuni stimoli per la riflessione comune. Ne annoto solo alcuni.
1) Essere attenti più a quello che ci
unisce che a quello che ci divide.
2) Chiedersi: in che cosa mi sento
domenicano?
ROMA. Giornata dell’incontro
della Famiglia Domenicana.
notizie
RO DELLA
OMENICANA
3) Quanto ci lasciamo provocare
dalle domande?
Nel gruppo, nel quale io ero presente, sono emerse interessanti riflessioni.
Una riguardava l’importanza della Parola che è per noi (monache, frati, suore, laici) fonte di unità. A questa scuola
di sapienza impareremo ad incontrare
Dio e gli altri. Il nostro Ordine si chiama: “Ordine dei Predicatori” e ognuno
è mandato a predicare, secondo la sua
specifica chiamata. Importante è, alla
luce della conoscenza di sé alla quale Caterina da Siena ci invita, scoprire
qual è la mia specifica chiamata, la mia
vocazione nella Vocazione. Più siamo
capaci di contemplare, più saremo capaci di predicare.
L’incontro, la preghiera comune, la
riflessione, lo stimolo ad approfondire
le tematiche trattate, la consapevolezza di dover dare ragione della speranza
che è in noi, ci offrono uno stimolo e
ci lasciano sempre una ricchezza grande… e di questo ringraziamo Dio e coloro che organizzano queste giornate
di famiglia.
(Sr Paola Montisci op., segretaria).
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FESTA DI CRISTO RE
notizie
ROMA. Giornata del’incontro della
Famiglia Domenicana: altri flash.
La stessa giornata nella cronaca di un laico domenicano.
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Si è tenuto il 25 Novembre, presso il Monastero di S. Sisto Vecchio a
Roma, la Giornata della Famiglia Domenicana che ha avuto come tema
“Le domenicane e la predicazione”.
La partecipazione è stata numericamente buona con la partecipazione e la rappresentanza di tutti i
membri della Famiglia, laici, suore
e frati, rallegrati dalla presenza contemporanea di fra Daniele Cara, priore provinciale, fra David Kammler,
promotore generale del laicato, e del
Dr. Pier Giorgio Imbrighi, presidente
provinciale delle FLD.
Il programma della giornata iniziava, come consuetudine, con le
Lodi Mattutine a cui seguiva il saluto
iniziale di fra Daniele Cara e l’intervento di fra David Kammler, un breve
dibattito e la liturgia eucaristica concelebrata.
Il pranzo concretizzava lo spirito
di condivisione e di amore fraterno
con la messa in comune di quanto
ciascuno aveva portato per sé e per
i fratelli dando al pranzo quell’allegria e serenità tipica dell’agape e del
desco familiare. Nel pomeriggio, dopo i gruppi di lavori, la prof.ssa Elena Malaspina, delle Missionarie della
Scuola, riassumeva le relazioni nella
sintesi conclusa dei lavori, chiusi dal
saluto di fra Daniele Cara.
Il Monastero di S. Sisto, testimone
più antico della presenza di S. Domenico a Roma, è stata una splendida
cornice all’incontro grazie all’ospitalità delle Suore Missionarie, fondate
dalla Ven. Suor Maria Antonia Lalìa
del Sacro Cuore, ed alla fraternita di
“Santa Caterina” che lì si riunisce.
L’incontro ha mostrato l’importanza della predicazione femminile e del
ruolo della donna come parte unica e
unita nella missione di tutta la Famiglia Domenicana dove ognuno ha il
suo compito e insieme si contribuisce
al bene comune dell’Ordine e della
Chiesa.
Edoardo Mattei
Fraternita S.Caterina - Roma
•••
IL CARISMA DOMENICANO
ROMA 7-9 dicembre 2012
cronaca dell’incontro.
Da venerdì 7 a domenica 9 dicembre si è tenuto a Roma il secondo fine
settimana di ricerca vocazionale organizzato dall’équipe di pastorale vocazionale della nostra Provincia.
Abbiamo iniziato venerdì pomeriggio con un intenso momento di preghiera e di riflessione sulla figura del
nostro Fondatore S. Domenico, nella
sua cella che si conserva a S. Sabina.
Sempre venerdì dopo cena un momento di preghiera e adorazione da-
vanti all’Eucaristia nella vigilia della
solennità dell’Immacolata Concezione.
Il giorno successivo, 8 dicembre, ci
ha accompagnato nella riflessione la figura di S. Caterina, visitando il luogo
dove è sepolta nella Basilica di S. Maria sopra Minerva.
Nel pomeriggio, nonostante il grande freddo, ci siamo uniti volentieri ai
numerosi romani e pellegrini in piazza
di Spagna per assistere all’omaggio del
Papa Benedetto XVI alla statua dell’Immacolata.
Infine, domenica 9, abbiamo con-
ROMA. Fine settimana di ricerca vocazionale: tra i partecipanti.
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organizzata dall’Équipe di pastorale vocazionale.
notizie
LA “TRE GIORNI”
notizie
cluso questi “tre giorni” con il P. Provinciale, fra Daniele Cara, che ha presieduto nella nostra chiesa “S. Maria
del Rosario” la S. Messa delle ore 12.
Come sempre questi giorni sono stati contrassegnati da un clima di autentica fraternità e curiosità di avvicinarsi
alla spiritualità domenicana e alla vita
dell’Ordine; inoltre sono stati caratterizzati dall’amore verso l’Eucaristia, la
Madonna e il Vicario di Cristo il Papa
(che santa Caterina chiamava “dolce
Cristo in terra”).
Ringraziamo il Signore, la Beata
Vergine Maria e San Domenico per la
buona riuscita di questa esperienza.
Un ringraziamento doveroso anche
alla comunità di S. Maria del Rosario
per l’ospitalità e l’accoglienza.
Appuntamento per il prossimo incontro: dal 15 al 17 marzo.
fra Simone Bellomo OP
•••
domenicani - gennaio - febbraio - 2013 - n. 1
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ROMA. A ricordo della “Tre giorni vocazionale”. Partecipanti posano dinanzi
PORTARE A CRISTO !
Non è accettabile il letargo di chi non si domanda come generare altri alla sequela di Cristo e neppure l’incapacità di raccontare il
proprio carisma e il proprio amore a Gesù, come non è accettabile la
mancata percezione delle grandi correnti spirituali che attraversano
oggi la Chiesa. Fecondare spiritualmente la fede altrui, accompagnare
la ricerca spirituale, narrare la potenza della grazia di Dio in noi: ecco
i compiti alla portata di tutti i religiosi e le religiose!
•••
Giulianova 25 Giugno 2012
L’incontro di noi domenicane delle
tre Fraternite abruzzesi, è avvenuto il
25 giugno, nell’amena città di Giulianova (TE), presso la Casa Maria Immacolata, antica, ma confortevole struttura circondata da uno splendido giardino, tutto in fiore, dal quale si può ammirare l’azzurro Mare Adriatico.
Con viva gioia ci siamo qui ritrovate
ed affettuosamente salutate e con somma gioia abbiamo avuto con noi il P.
Promotore nazionale delle FLD, il P.
Alberto Viganò e il P. Andrea Perrotti,
Assistente delle Fraternite di Pescara e
di Teramo.
Dopo lo scambio dei saluti ci siamo
recate nella piccola chiesa, all’interno
dell’Istituto che ci ha accolto per la recita delle Lodi, e di qui siamo passate, poi, nella sala riunioni per ascoltare
attentamente il P. Alberto. Di notevole
interesse per noi è stato l’argomento da
lui trattato sulla natura della nostra Famiglia Domenicana che ha paragonato
ad una nave che accoglie i componenti dei diversi rami dell’Ordine e perciò
anche noi “laici” che, dell’Ordine, siamo pur parte viva ed integrante.
Diversi, egli ha affermato, sono i rami di questa Famiglia, unica, però, la
loro vocazione che porta ad amare e
rendere culto a Dio e a testimoniare
Cristo con la parola e la vita; così unico
è il carisma, quello domenicano, che li
ispira, li unisce e li spinge ad impegnarsi a fondo per far conoscere a coloro
che vivono nelle tenebre dell’ignoranza la luce della Verità, in special modo la Verità Rivelata che conduce alla
salvezza delle anime che tanto stava a
cuore a S. Domenico e per la quale ha
speso tutta la vita.
L’evangelizzazione è, dunque, il
cardine di questa nostra Famiglia, il suo
carisma che può crescere e dare i suoi
frutti solo se tra i rami, che la compongono, ci sono collaborazione, condivisione, comunione, oltre l’aiuto dello
Spirito Santo che va invocato perché
conceda la forza di agire con amore di
carità: cioè l’amore gratuito e senza limitazioni.
Naturalmente la “evangelizzazione”
presuppone un’ottima formazione che
si ottiene, proprio come era desiderio
di S. Domenico, con lo studio assiduo,
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LE FRATERNITE ABRUZZESI
A CONVEGNO
fraternite
A conclusione dell’anno sociale del 2012 le Fraternite laicali domenicane
abruzzesi si sono incontrate a Giulianova, suggestiva località marina.
Del Convegno, molto partecipato e ben riuscito, ne riportiamo volentieri la
relazione, certi di fare un servizio gradito.
fraternite
la profonda meditazione della Parola di
Dio: questa deve penetrare nel cuore
per riuscire, poi, ad essere donata con
efficacia agli altri.
Noi laici, che dal Concilio Vaticano
II abbiamo avuto la spinta ad operare
nella Chiesa e per la Chiesa e che partecipiamo del meraviglioso carisma domenicano, dobbiamo nutrire un amore
speciale per la Parola di Dio da portare
prima nella Fraternita, poi nella realtà
che ci circonda, quindi in tutte le persone che abbiamo modo d’incontrare.
“Parlare di Dio o con Dio”, dev’essere
sempre più per noi progetto di vita in
modo che diventiamo noi stessi vera
espressione di vita evangelica.
Dopo la relazione siamo ritornati
in chiesa per partecipare alla S. Messa concelebrata dai due padri domenicani. Nell’omelia P. Alberto con dovizia di particolari, ha commentato il
Padre Nostro, le bella preghiera che
Gesù ci ha insegnato, specificando che
due sono le redazioni: quella di Luca,
più breve e indirizzata alle Comunità
provenienti dal paganesimo e quella
di Matteo scritta per i giudei. Questa
preghiera, egli ha detto, comprende
sette richieste: tre riguardano il nostro
rapporto con Dio e quattro il rapporto
con il nostro prossimo. Le prime richieste, per la causa di Dio, sono: il Nome, il Regno, la Volontà di Lui; mentre
le quattro per i fratelli sono: il Pane, il
Perdono, la Vittoria sul male, la libertà.
È stata particolarmente gradita la riflessione suggerita su questa preghiera che tante volte recitiamo meccanicamente, ma che ora, conoscendone
maggiormente il significato, sentiamo
più nostra.
È seguita un’agape fraterna, ci ha
visto tutti riuniti gioiosamente e ci ha
dato l’opportunità di approfondire la
conoscenza tra noi e di fare dei proget-
domenicani - gennaio - febbraio - 2013 - n. 1
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GIULIANOVA. Le Fraternite Laiche Domenicane a Convegno.
(Emilia Lattanzio,
segretaria della FLD di Popoli).
POPOLI. Membri della Fraternita.
LA NAVICELLA
«Se tu poi pensi alla navicella del
padre tuo, Domenico, mio figlio
diletto, egli l’ha ordinata perfettamente, perché volle che i suoi attendessero solo all’onore mio e alla
salvezza delle anime con lume della
scienza. Su questo lume volle porre
il suo principio, non togliendo però
la povertà vera volontaria. (…).
Ma quale obiettivo più specifico
egli scelse il lume della scienza, per
estirpare gli errori che in quel tempo
si erano diffusi. Egli assunse dunque
l’ufficio del Verbo Unigenito mio
Figlio. Addirittura un apostolo egli
sembrava nel mondo, tanta era la
verità e il lume con cui seminava la
mia parola, togliendo via
le tenebre e donando luce.
Egli fu un lume che Io offrii al mondo per mezzo di Maria, posto nel
corpo mistico della santa Chiesa
come estirpatore di eresie. Perché
ho detto “per mezzo di Maria”?
Perché a lei fu commesso dalla mia
bontà l’ufficio di dargli l’abito.
Su quale mensa egli fa nutrire i suoi
figlioli col lume della scienza? Alla
mensa della croce; sulla croce è
posta la mensa del santo desiderio,
dove ci si ciba di anime in mio onore. Egli non vuole che i suoi figli ad
altro attendano che a stare
su questa mensa col lume della
scienza, cercando soltanto la gloria
e la lode del mio nome e
la salvezza delle anime. (…).
Tutti stanno bene in questa navicella… Fece la navicella grande, tutta
gioconda e profumata: un giardino
in sé piacevolissimo ed amabile.
(S. Caterina, dal Dialogo, n. 158).
fraternite
DI SAN DOMENICO
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domenicani - gennaio - febbraio - 2013 - n. 1
ti per il futuro e… respirare, così, vera
aria di famiglia.
Subito dopo c’è stata la riunione per
i nostri interventi, in riferimento agli
argomenti trattati in mattinata, e per le
nostre riflessioni e proposte.
Al termine di questa intensa giornata, ricca di spiritualità, ma anche di
gioia e di serenità, abbiamo veramente
sperimentato quanto sia importante ed
efficace per la nostra crescita, incontrarsi, dialogare e comunicare e, pertanto, ci siamo ripromessi di ripetere
presto questa bella esperienza.
Con la foto di gruppo, l’abbraccio,
i saluti alle consorelle e il ringraziamento ai padri per quanto ci hanno trasmesso, si è concluso il convegno il cui
ricordo rimarrà sempre vivo nella memoria e nei nostri cuori.
fraternite
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DALLA
FRATERNITA
DOMENICANA
DI SANTA
MARIA
DEL SASSO
BIBBIENA
Comunico con gioia la notizie di
due nuove consorelle che sono entrate
a far parte della nostra Fraternita laica
domenicana. Il Rito di Accoglienza si è
svolto nel coro monastico, nel pomeriggio del 5 gennaio scorso, subito dopo l’estrazione dei Santi protettori per il
nuovo anno 2013.
Le due nuove consorelle sono: Maria Pasqui (Sr Margherita) e Larissa Minica (Sr Martina). Il Rito di Accoglienza
è stato presieduto dalla Presidente Iva-
na Como e dall’Assistente della Fraternita P. Giuseppe Serrotti.
La Fraternita era presente al completo, insieme a Padre Giovanni, alle nostre Monache e anche ad altre persone
amiche, tra le quali alcune che hanno
iniziato il cammino di preparazione
per poter essere accolte nella Fraternita. Alle due nuove venute auguriamo
perseveranza e fedeltà, in via Domini
et Dominici.
La Presidente, Ivana Como.
BIBBIENA (AR). Due momenti della suggestiva cerimonia di accoglienza.
laica domenicana
di S. Maria di Prati-Roma
Quando si vuole ricordare una persona cara che ci ha lasciato si ha sempre il timore di essere retorici, di usare parole sdolcinate o di convenienza
ma, in questo caso, credo di interpretare i sentimenti di tante sorelle e fratelli della Parrocchia di Santa Maria del
Rosario in Prati di Roma che il 7 luglio
scorso sono stati profondamente colpiti
nell’apprendere la notizia della scomparsa della cara Anna Gerardi e avrebbero voluto esprimerle in qualche modo la loro gratitudine e riconoscenza.
Personalmente sento il dovere di testimoniare quanto la vicinanza di Anna
abbia influito sulla vita della mia famiglia. Oltre 35 anni fa mio marito ed
io, con un bambino ancora piccolo, ci
trasferimmo, per ragioni di lavoro, da
un piccolo paese dei Castelli Romani a
Roma, nel quartiere Prati, ed entrammo
a far parte della suddetta Parrocchia.
Avevamo lasciato i Padri Pallottini
che ci avevano accompagnato fino a
quel momento e la Comunità parrocchiale nella quale eravamo cresciuti e
ben inseriti e ci sentivamo un po’ soli
e spaesati; dei Padri Domenicani e del
loro carisma avevamo solo una limitata
conoscenza.
Ci presentammo al parroco, confessandogli la nostra necessità di entrare a
far parte della vita comunitaria e metterci a sua disposizione e lui ci indirizzò alla Signora Anna Gerardi che, invece, i Domenicani li aveva nel sangue.
La sua famiglia aveva dato loro un
fratello Sacerdote, Padre Ferdinando,
che aveva ricoperto nell’Ordine vari
incarichi di rilievo, ed una Suora.
Da quel giorno nacque tra noi non
solo una fattiva attività nell’ambito parrocchiale ma, soprattutto, una bella e
profonda amicizia.
Quante cose abbiamo condiviso
con Anna: le mense della Caritas dove
la domenica andavamo a fare volontariato, le veglie di preghiere, i Convegni,
le giornate di studio domenicane, le
Conferenze, gli Esercizi Spirituali, ma
anche un pranzo o una cena in casa.
Anna era una persona discreta, riservata, non amava parlare di sé, della sua famiglia, dei suoi problemi, né
tanto meno dei suoi acciacchi; a chiunque le chiedeva come stesse rispondeva sorridendo: “benissimo”.
Si curava invece dei problemi degli
altri con grande spirito di servizio e di
solidarietà, era generosa di sentimenti.
Mai risentita, nervosa o indispettita;
sempre serena nell’animo, in pace con
se stessa e con chi le stava accanto, anche quando ha dovuto affrontare i mo-
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Anna Petrincola Gerardi
in memoria
In memoria di
in memoria
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menti difficili della prova o la perdita di
persone care.
Era solare, come la terra da cui proveniva (anche lei trapiantata a Roma
per motivi di famiglia). Canticchiava
mentre passeggiavamo per strada o
mentre andavamo a prendere l’autobus
per recarci in via degli Astalli per le riunioni dell’Apostolato della Preghiera
o all’Angelicum per la Fraternita Laica
Domenicana.
Già! Perché Anna non sapeva mai
dire di no a coloro che le proponevano
incarichi e responsabilità e per un lungo periodo è stata contemporaneamente Presidente dell’A.d.P. e Priora della
F.L.D. Era anche Ministro straordinario
dell’Eucarestia e in tanti anni sono state
moltissime le persone anziane o malate che regolarmente ricevevano da lei
la Santa Comunione… e anche tanta
compagnia.
Era attiva Cooperatrice delle Vincenziane ed aveva contribuito fattivamente
alla creazione del Centro Anziani, ancora oggi una splendida realtà parrocchiale. La sua spiritualità era profonda
e vissuta quotidianamente; la preghiera
veniva prima di iniziare il servizio.
Con lei ho imparato a recitare le Lodi e i Vespri ed i Padri che si sono succeduti negli anni nella nostra Parroc-
chia la ricordano sempre presente al
loro fianco ogni mattina ed ogni sera:
un’ombra silenziosa, come l’ha definita qualcuno di loro.
Chiunque le stesse vicino non poteva che crescere ed arricchirsi: è quanto
ho sperimentato io stessa.
La malattia da qualche anno l’aveva allontanata dal nostro quartiere ma
non dal nostro cuore, nessuno l’aveva
dimenticata.
Anche noi da circa tre anni siamo
tornati al paesello dei Castelli Romani,
ma non possiamo non pensare con nostalgia e con tanto amore a tutti quegli
anni trascorsi nella Parrocchia di Santa
Maria del Rosario in Prati, alle tante famiglie e alle tante persone che grazie
a quel primo incontro con la “Signora
Anna Gerardi” abbiamo conosciuto e
frequentato, ai tanti Padri Domenicani
che si sono succeduti nel tempo e che
ci hanno aiutato a crescere nella fede e
a vivere in Comunità.
Grazie Anna, per l’esempio che ci
hai dato! Continua a vegliare sui tuoi
cari, su Luciana, Flavia e Valerio che ti
hanno regalato a noi per tanti anni, veglia sulla Comunità che ti stava tanto a
cuore e su ciascuno di noi.
Nella Tisbi del laicato domenicano.
Per informazioni sulla Fraternita laica
domenicana rivolgersi a:
ROMA. PRATI - Chiesa Santa Maria del Rosario.
Padri Domenicani. Via Germanico, 94 - 00192 Roma.
Presidente della Fraternita laica: Amalia Russo,
Via degli Scipioni, 76 - 00192 Roma
Assistente e Parroco: P. Graziano Lezziero, op.
L. TINCANI, Lettere della Missione,
Studium, Roma 2012, a cura di Cesarina Broggi Mds; Intr. di Mons. Guido
Mazzotta.
Dopo i due volumi, Lettere di Fondazione (2007) e Lettere di Formazione
(2009), della serva di Dio Luigia Tincani – dal giugno 2011 venerabile, sono
state pubblicate le Lettere della missione,
scritte alle sue Missionarie dal 1951
al 1974 per accompagnarle nella loro
missione evangelizzatrice.
Le lettere sono talora brevi, ma il
messaggio che contengono è sempre
forte, mirato e l’idea di evangelizzazione
è chiarissima: è il domenicano contemplata tradere, è l’urgenza di trasmettere
una verità scoperta e vissuta come una
passione che dà senso alla vita.
L’epistolario di Madre Luigia Tincani,
la fondatrice della Unione Santa Caterina da Siena delle Missionarie della
Scuola, è così totalmente disponibile.
Il presente terzo volume raccoglie
duecentocinquantuno lettere che la
Tincani indirizza alle sue figlie, dal 1951
al 1974. La curatrice dei tre volumi è la
prof. Cesarina Broggi. •••
Atti della Conferenza sul tema: Tommaso d’Aquino e il Dialogo con l’Islam
(Aquino, 7 marzo 2009), pref. di J. Louis
Brugues. Libreria Ed. Vaticana 2010.
I Quaderni Aquinati sono concepiti
come una raccolta di “segni” di un itinerario dalla duplice vocazione, cristiana
e universale, sulle orme di San Tommaso, maestro della dottrina cristiana e
pioniere sul cammino dell’umanesimo
universale.
L’intento che si propongono i Quaderni è quello di offrire delle “tracce”
per la riflessione, nell’orizzonte sia
dell’oggi sia del domani, poiché «ciò
che tramanda con la scrittura, non solo
giova ai presenti, ma anche ai futuri».
Sono “occasioni“ per il dialogo,
inteso come reciproco dono e arricchimento, che si vuole rinnovare e nutrire,
e «dove, se non ad Aquino?».
In questo numero di “Quaderni
Aquinati” sono pubblicati gli Atti della
conferenza organizzata dal Circolo S.
Tommaso. La prefazione è curata dall’arcivescovo emerito di Angers e segretario
della Congregazione per l’educazione,
Jean Bruguès.
•••
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domenicani - gennaio - febbraio - 2013 - n. 1
tra i libri da avere sempre a nostra disposizione
biblioteca
LA NOSTRA BIBLIOTECA
pubblicazioni
“Erano totalmente votati
all’Evangelizzazione”
“Nella famiglia domenicana le donne:
monache, suore di vita apostolica,
laiche domenicane, membri di istituti
secolari – apportano un contributo
essenziale alla missione evangelizzatrice dell’Ordine.
Piuttosto che parlare di predicazione, ho scelto la definizione della
nostra missione data ai tempi della
fondazione dell’Ordine: totalmente
votati all’evangelizzazione
della Parola di Dio.
Noi siamo della famiglia dei “predicatori”, uomini e donne, prima di
tutto perché noi impegniamo la nostra vita in questa avventura di
evangelizzazione che, in qualche
modo, ognuno secondo il suo stato
di vita e il suo ministero, definisce
la “vita” che noi desideriamo
condurre ancor prima che descrivere delle “azioni”.”
Dalla Lettera del Maestro dell’Ordine,
gennaio 2012
“DOMENICANI” n. 1 / 2013
gennaio - febbraio 2013
PROVINCIA ROMANA DI SANTA CATERINA
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Tel. 055-265 64 53 - cell. 339 18 22 685
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