Scarica - Weeenmodels

Transcript

Scarica - Weeenmodels
A
Il libro è pubblicato con il contributo dello strumento finanziario LIFE dell’Unione europea.
The book is published with the contribution of the LIFE financial instrument of the European Union.
WEEENmodels
La gestione sostenibile
dei rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE)
The WEEE sustainable management system
a cura di
Anna Maria Ferrari
Luigi Grasselli
Pinuccia Montanari
Contributi di
Giorgio Doria
Giovanni Ferrari
Fabriziomaria Gobba
Luigi Grasselli
Fiene Grieger
Ilaria Marzoli
Tommaso Minerva
Alberto Modenese
Pinuccia Montanari
Cino Repetto
Claudia Riccio
Maria Rosa Ronzoni
Giovanna Sartori
Bartolomeo Valcalda
Marco Vinceti
Federica Violi
Aracne editrice
www.aracneeditrice.it
[email protected]
Copyright © MMXVI
Gioacchino Onorati editore S.r.l. – unipersonale
www.gioacchinoonoratieditore.it
[email protected]
via Sotto le mura, 
 Canterano (RM)
() 
 ----
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,
di riproduzione e di adattamento anche parziale,
con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.
Non sono assolutamente consentite le fotocopie
senza il permesso scritto dell’Editore.
I edizione: novembre 
Indice
WEEENmodels
La gestione sostenibile dei rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE)

Introduzione

Best practice dei modelli europei adottati per la logistica dei RAEE
Fiene Grieger

Un modello e una piattaforma ICT per la gestione della logistica
della raccolta dei RAEE
Bartolomeo Valcalda, Cino Repetto

La comunicazione ambientale nel progetto WEEENMODELS
Claudia Riccio, Giorgio Doria

Il digital repository del progetto WEEENMODELS
Pinuccia Montanari, Giovanni Ferrari

Dove finiscono i nostri RAEE?
Pinuccia Montanari, Giovanni Ferrari

Comunicare, coinvolgere e incontrare gli stakeholder del progetto
WEEENMODELS
Ilaria Marzoli

Rischi per la salute derivanti dall’esposizione ambientale nella
gestione dei RAEE
Marco Vinceti, Federica Violi

Rischio sanitario correlato all’esposizione occupazionale nella gestione dei RAEE
Fabriziomaria Gobba, Alberto Modenese

Indice


Il riuso dei RAEE
Giovanna Sartori

La formazione alla prevenzione e riduzione dei rifiuti
Luigi Grasselli, Tommaso Minerva

RAEE andata e ritorno
Maria Rosa Ronzoni
The WEEE sustainable management system

Foreword

European best practice solutions for WEEE logistics
Fiene Grieger

A model and a ICT platform to manage the weee reverse logistics
collection
Bartolomeo Valcalda, Cino Repetto

Environmental communication in WEEENMODELS project
Claudia Riccio, Giorgio Doria

The digital repository of WEEENMODELS project
Pinuccia Montanari, Giovanni Ferrari

Where have our WEEE gotten to?
Pinuccia Montanari, Giovanni Ferrari

Communicate, involve and meet WEEENMODELS’ project stakeholders
Ilaria Marzoli

Health risks related to environmental exposure in WEEE management
Marco Vinceti, Federica Violi

Health risks related to occupational exposure in WEEE management
Fabriziomaria Gobba, Alberto Modenese
Indice

WEEE Reuse
Giovanna Sartori

Training in waste prevention and reduction
Luigi Grasselli, Tommaso Minerva

WEEE there and back
Maria Rosa Ronzoni

Gli autori

WEEENMODELS
LA GESTIONE SOSTENIBILE DEI RIFIUTI
ELETTRICI ED ELETTRONICI (RAEE)
Introduzione∗
Un nuovo modello di raccolta dei RAEE
New MODEL for logistic solutions
Ente capofila: Comune di Genova
Enti partners:
—
—
—
—
—
AMIU Genova Spa, (Italy)
Agenzia di Sviluppo Gal Genovese, (Italy)
TBridge S.p.A., (Italy)
Università di Modena e Reggio Emilia, (Italy)
Isw (Institut für Strukturpolitik und Wirtschaftsförderung gemeinnützige Geselleschaft mbH) Halle, (Germany)
Durata:  mesi
Periodo: settembre  — dicembre 
. Analisi del contesto
Il sistema europeo di raccolta dei RAEE è stato introdotto con la Direttiva
//EC che ha richiesto agli Stati membri di avviare specifiche iniziative
al fine di raggiungere importanti obiettivi di raccolta. La recente Direttiva
europea //UE ha introdotto alcuni elementi di innovazione per
arrivare ad obiettivi di riciclo più elevati e per definire nuovi obblighi a
carico dei distributori. Particolare attenzione è stata posta sui cosiddetti
“piccoli” RAEE, di lunghezza inferiore ai  cm., la cui raccolta è inferiore
rispetto alle altre categorie di RAEE. In Italia, il D.Lgs. / che recepisce
la Direttiva europea, ha posto l’accento sulla priorità delle operazioni di
riutilizzo e riuso dei RAEE e dei relativi componenti.
Il progetto Weeenmodels, finanziato nell’ambito del Programma LIFE+
, ha lo scopo di applicare un nuovo modello di raccolta dei RAEE
domestici, ovvero un sistema che minimizzi i costi di servizio e organizzi
l’offerta, secondo modalità stabili e sistematiche.
L’obiettivo principale di Weeenmodels è quello di dimostrare che, attraverso l’applicazione di un efficiente sistema logistico ed un coordinamento
∗
Con il contributo di LIFE+  Environment.

Introduzione

centralizzato dei servizi di raccolta è possibile ottenere e anche superare i
target di raccolta definiti dalla direttiva europea
. Obiettivi
Grazie all’implementazione del progetto sarà possibile:
a) realizzare effetti benefici sull’ambiente, riducendo il rischio di smaltimento abusivo di sostanze altamente tossiche;
b) creare maggiori sinergie nella gestione del ciclo dei rifiuti tra soggetti
privati ed enti pubblici, oltre che con l’utente finale;
c) intervenire sul livello di conoscenza del settore creando figure di
“esperti” presso i principali distributori in grado di valutare l’eventuale
ciclo di vita residuo dei materiali consegnati;
d) porre le basi per la creazione di un impatto socio–economico positivo,
grazie allo sviluppo di nuovi mercati legati al riutilizzo di oggetti e
materiali ancora utili.
. Stakeholders
Precedenti progetti finanziati nell’ambito del programma LIFE si concentravano su specifici aspetti della filiera dei RAEE o su specifiche categorie
di portatori di interesse. Weeenmodels invece vuole creare un sistema integrato dove ciascun stakeholder trovi la propria posizione e ruolo. La
sperimentazione è stata avviata nel Comune di Genova.
Tra gli stakeholder coinvolti:
a)
b)
c)
d)
e)
f)
g)
commercianti di AEE (apparecchiature elettriche ed elettroniche);
trasportatori autorizzati per il trasporto dei RAEE;
Centri di Assistenza Tecnica;
Centri di Raccolta RAEE;
Associazioni dei Consumatori;
Associazioni Ambientaliste;
utenti finali.
Introduzione

. Azioni e strumenti
I principali elementi del nuovo sistema logistico sono i seguenti:
a) diretto coinvolgimento degli stakeholders nella definizione del nuovo
modello logistico;
b) realizzazione di una piattaforma informatica per consentire a tutti i
soggetti coinvolti nel processo di collaborare;
c) realizzazione di un innovativa rete logistica per la raccolta dei piccoli
RAEE;
d) realizzazione di un nuovo centro di raccolta cittadino;
e) creazione di una procedura per l’identificazione delle apparecchiature
elettriche ed elettroniche che possono essere recuperate e ritornare
nel ciclo produttivo, evitando così di essere smaltite come rifiuto;
f ) iniziative di comunicazione, quali workshop e conferenze per facilitare l’informazione e l’accrescimento della consapevolezza dei diversi
stakeholders coinvolti.
Il modello così realizzato nella città di Genova, potrà fornire importanti
indicazioni per ulteriori applicazioni in altre città italiane e straniere.
Allo scopo di realizzare con successo le attività sopraelencate, i partner
che compongono il Consorzio Weeenmodels hanno messo al servizio del
progetto le loro capacità e competenze:
a) profonda conoscenza dell’area interessata dalla sperimentazione e
sviluppo di relazioni positive con la cittadinanza (AMIU);
b) competenze tecniche nella gestione dei rifiuti (AMIU);
c) consolidate procedure di coinvolgimento degli stakeholder e delle
associazioni che li rappresentano durante la pianificazione strategica della città, attraverso processi partecipativi, quali i Living Lab
(Comune di Genova);
d) forti competenze nel settore dell’ICT, logistica e business management (TBridge);
e) competenze in comunicazione strategica (AMIU, GAL);
f ) conoscenza di innovativi modelli di valutazione, piattaforme e–learning,
(Università di Modena and Reggio Emilia);
g) coinvolgimento dei principali soggetti istituzionali italiani esperti
nella gestione dei rifiuti, in particolare dei RAEE;
h) esperienze nella gestione di progetti europei e networking (Comune
di Genova, GAL, isw).

Introduzione
. Risultati attesi
Il Progetto Weenmodels mira alla definizione ed avvio di un nuovo modello di “Reverse Logistic” dei RAEE allo scopo di raggiungere nell’area di
sperimentazione i seguenti risultati:
a) Networking: per accrescere il ruolo strategico dei distributori e dei
trasportatori attraverso il coinvolgimento degli attori coinvolti;
b) Incremento dei tassi di raccolta di RAEE e miglioramento della raccolta dei
piccoli RAEE: per raggiungere i target di raccolta stabiliti dalla nuova
Direttiva;
c) Riduzione dell’inquinamento: minimizzare lo smaltimento dei RAEE
nei rifiuti urbani per evitare la contaminazione con sostanze tossiche
dei rifiuti non pericolosi e il rilascio nell’ambiente di inquinanti; al
momento non esistono dati in merito, per cui è stata predisposta una
nuova metodologia di misura;
d) Incremento dei controlli: la possibilità di tracciare la posizione dei RAEE
nel processo di smaltimento (utente, distributore, piattaforma di raccolta, centro di trattamento) consente di evitare che i RAEE vengano
immessi nel mercato illegale;
e) Incremento dell’efficienza del sistema: grazie alla “Reverse Logistic” dei RAEE, attraverso l’ottimizzazione dei servizi di raccolta
e trasporto, la riduzione dei costi operativi e delle esternalità
ambientali;
f ) Riduzione del rifiuto: selezionare e indirizzare verso il cosiddetto ricondizionamento una quota significativa di AEE che oggi vengono
smaltiti come rifiuto;
g) Sviluppo dell’Ecobusiness: creare nuove opportunità di lavoro per attività economiche legate al ricondizionamento e al riutilizzo delle AEE;
Il progetto consentirà la definizione e il test di nuove metodologie
per la misurazione della raccolta dei RAEE e la valutazione del loro
ciclo di vita.
. Diffusione e comunicazione
Per la disseminazione dei risultati, diverse azioni specifiche sono state incluse
nel progetto, comprendendo la creazione a livello europeo di un ampio
networking di soggetti interessati a replicare la sperimentazione nel loro
territorio e la realizzazione di attività di disseminazione relative al modello
Introduzione

sperimentato ed i propri risultati, attraverso la partecipazione ad eventi e la
distribuzione di materiale informativo.
Infine, il prototipo della piattaforma informatica è stato preparato per
facilitarne l’adozione anche in diversi contesti.
WEEENmodels
ISBN 9788854897083
DOI 10.4399/97888548970831
pag. 17–27 (novembre 2016)
Best practice dei modelli europei
adottati per la logistica dei RAEE
F G∗
A: Prima di tutto, questo articolo vuole essere una introduzione al quadro normativo della
gestione ambientale dei RAEE, regolato dalla Direttiva //EC del Parlamento europeo e
del Consiglio del  gennaio  sui rifiuti elettrici ed elettronici (Direttiva RAEE). La Direttiva
//EC è stata abrogata il  febbraio  ed è stata sostituita dalla Direttiva //EU entrata
in vigore il  agosto , che introduce un aumento graduale degli obiettivi di raccolta, che avranno
effetto nel periodo compreso tra il  e . In prospettiva futura, il tasso di raccolta dei RAEE
nei paesi europei è oggetto di uno specifico focus sui RAEE raccolti negli anni  e  (kg per
abitante), e sul tasso di raccolta dei RAEE nel  come percentuale del peso delle AEE immesse
sul mercato nei tre anni precedenti – (%). Inoltre, vengono descritti in maniera dettagliata
il progetto WEEENMODELS e una selezione delle best practice dei modelli europei per la raccolta
dei RAEE. Nell’ambito del progetto WEEENMODELS particolare attenzione è rivolta alle piccole
apparecchiature (inferiori ai  cm.) il cui indice di raccolta è nettamente inferiore rispetto ad altre
categorie di RAEE. Il principale obiettivo è quello di dimostrare che, l’applicazione di un e fficiente
sistema logistico di servizi di raccolta di RAEE porta al raggiungimento e persino al superamento
degli obiettivi di raccolta definiti dalla Direttiva europea //EU. Lo studio delle best practice
europee fornisce una panoramica dell’attuale status di implementazione della Direttiva europea
in alcuni stati membri, con particolare riferimento alla Germania, Svezia e Scozia. Per questi tre
paesi, sono presentati i dati relativi all’ammontare dei RAEE raccolti pro–capite– e la quota
delle apparecchiature usate raccolte, rapportate alle nuove apparecchiature immesse sul mercato.
Sono inoltre stati presi in esame la varietà dei modelli di raccolta (ritiro e consegna). Inoltre, due
esempi — Halle (Saale), Germania e Gävle, Svezia — mostrano il diverso approccio nella raccolta dei
RAEE. Infine, vengono presentate sinteticamente le azioni di networking e di disseminazione, quali
il workshop internazionale presso la rappresentanza della Regione Sassonia–Anhalt (, Bruxelles)
e il Memorandum of Understanding (MoU).
. Introduzione e quadro normativo
I RAEE sono costituiti da diversi e complessi materiali e componenti che —
se non gestiti adeguatamente a causa della loro pericolosità — possono causare problemi rilevanti per la salute e per l’ambiente. Inoltre la produzione
della moderna elettronica richiede l’uso di risorse costose e rare. Allo scopo
di migliorare la gestione ambientale dei RAEE è fondamentale contribuire
all’economia circolare e accrescere l’efficienza delle risorse per migliorare
∗
Fiene Grieger lavora presso l’Institute for Structural Policy and Economic Development,
Halle (Saale), Germany.


Fiene Grieger
Figura . Rifiuti Elettrici ed Elettronici (RAEE) raccolti per stato,  e  (kg per
abitante). Fonte: Eurostat.
la raccolta, il trattamento del ciclo di fine vita e il ri–uso. La gestione dei
RAEE è regolata dalla Direttiva //EC del Parlamento europeo e del
Consiglio del  gennaio  sui rifiuti elettrici ed elettronici (Direttiva
RAEE). L’obiettivo della Direttiva è “come priorità, la prevenzione del rifiuto RAEE e, in aggiunta, il riuso, riciclo e altre forme di recupero di tali
rifiuti così da ridurne lo smaltimento” (art. ). A questo proposito, la Direttiva //EC stabilisce regole e obiettivi per la raccolta, trattamento e
recupero dei RAEE.
La Direttiva //EC è stata abrogata il  febbraio  ed è stata
sostituita dalla Direttiva //EU entrata in vigore il  agosto , che
introduce un aumento graduale degli obiettivi di raccolta che avranno effetto
nel periodo compreso tra il  e . A partire dal , l’obiettivo di
raccolta annuale sarà definito in base al rapporto tra il totale di RAEE raccolti
e il peso medio delle AEE immesse sul mercato nei tre anni precedenti.
L’obiettivo di raccolta è fissato al % nel  e aumenterà al % nel
. Inoltre, a partire dal , l’attuale limite della Direttiva verrà esteso a
tutte le categorie di AEE e, di conseguenza, la definizione e il numero delle
categorie cambierà.
. Raccolta dei RAEE per stato
La figura  mostra il totale dei RAEE raccolti per stato espresso in kg/abitanti
per gli anni  e . La figura mostra il livello di raccolta separata ed i
. http://eur–lex.europa.eu/.
Best practice dei modelli europei adottati per la logistica dei RAEE

Figura . Tasso di raccolta dei RAEE nel  calcolato in base alla percentuale della media
del peso delle AEE immesse sul mercato nei tre anni precedenti (–) (%). Fonte:
Eurostat.
progressi fatti tra il  ed il . La figura evidenzia il totale dei RAEE
raccolti, vale a dire la quantità dei RAEE raccolti dai nuclei domestici e da
altre fonti.
Nella figura , l’ammontare della raccolta nel , per ciascuno stato,
è messo in relazione alle media del peso delle AEE immesse sul mercato
tra il  e il . Inoltre sono indicati gli obiettivi di raccolta futuri del
% e %. I dati forniscono una indicazione di quanto gli Stati membri
debbano recuperare per raggiungere gli obiettivi futuri. Secondo questi
dati, otto degli Stati membri (Bulgaria, Danimarca, Italia, Lituania, i Paesi
Bassi, l’Austria, la Slovacchia e la Svezia), come pure la Norvegia ed il
Liechtenstein hanno già raggiunto il target del % nel , mentre paesi
come Germania, Estonia e l’Irlanda sono molto vicini. La Bulgaria, i Paesi
Bassi e la Svezia addirittura superano il % dell’obiettivo di raccolta. L’alto
tasso riferito alla Bulgaria deve essere considerato con cautela, in quanto
ci potrebbe essere stata una sottostima del totale immesso sul mercato e,
per quanto riguarda le cifre riferite all’Olanda, bisogna tenere conto della
diversa metodologia usata fino al .
Nel , il totale dei RAEE raccolto, variava considerevolmente tra gli
Stati membri, da , kg/abitanti in Romania a , kg/abitanti in Svezia. La
Norvegia presenta un tasso di , kg/abitanti. La variazione considerevole
sul totale della raccolta riflette le differenze nei livelli di consumo di AEE,
come pure i livelli diversi dei sistemi di raccolta messi in atto. Un confronto
della raccolta dei RAEE nel  e nel  mostra che la raccolta separata è

Fiene Grieger
migliorata significativamente in molti paesi. Un decremento della raccolta
dei RAEE è stato riportato solo da sei Stati membri, inclusa la Danimarca e
l’Irlanda dove il livello di raccolta separata era già elevato nel . Questo è
anche il caso della Norvegia.
. Il progetto WEEENMODELS e l’analisi delle best practice europee
Nell’ambito del progetto WEEENMODELS, particolare attenzione è stata
dedicata alle piccole apparecchiature (al di sotto dei  cm.) il cui tasso di
raccolta è di gran lunga inferiore rispetto ad altre categorie. La più recente
Direttiva europea spinge per la creazione e l’implementazione di un nuovo
sistema di raccolta e modello logistico: un sistema che minimizzi i costi
di servizio e organizzi l’offerta in modo stabile e sistematico. L’obiettivo
principale del progetto WEEENMODELS è dimostrare che, attraverso l’applicazione di un efficiente sistema logistico e il coordinamento centralizzato
dei servizi di raccolta è possibile raggiungere e persino superare i target di
raccolta definiti dalla Direttiva europea //EU.
La ricerca sulle best practice europee era parte delle cosiddette azioni
preparatorie previste ad inizio progetto tra il  e il . Lo scopo era
quello di offrire una panoramica dell’attuale stato di applicazione della
Direttiva europea in alcuni Stati membri, opportunamente selezionati, in
particolare Germania, Svezia e Scozia. L’analisi ha avuto come oggetto il
quadro normativo, i modelli di raccolta, di trasporto e le migliori soluzioni
adottate. Inoltre, lo studio sulle best practice ha fornito una varietà di esempi
e mezzi utilizzati per incontrare i requisiti della Direttiva europea sui RAEE.
Pertanto, si tratta di uno strumento utile per il Comune di Genova per
raggiungere lo scopo generale del progetto WEEENMODELS di moltiplicare
il tasso locale di raccolta.
La figura  evidenzia che tutti e tre gli Stati presi in esame, a partire dal
, raggiungono il target di raccolta di kg./pro capite. La Direttiva RAEE
riveduta contiene nuovi target di raccolta. Gli Stati membri devono assicurare un minimo di raccolta pari al % delle apparecchiature elettroniche
immesse sul mercato. La percentuale verrà innalzata al % nel .
La figura  mostra il rapporto tra le nuove apparecchiature immesse sul
mercato e la raccolta dei RAEE nel periodo –.
Secondo la figura , nel  Svezia e Germania hanno già raggiunto il
target richiesto dalla Direttiva europea sui RAEE per il . Ma, dal 
la Germania ha mancato l’obiettivo, pertanto c’è necessità di migliorare la
raccolta dei RAEE.
Best practice dei modelli europei adottati per la logistica dei RAEE

. Modelli di raccolta
Ci sono diversi modelli di raccolta dei RAEE:
Figura . Totale della raccolta di RAEE pro–capite –; Fonte: Eurostat; calcolo: ISW.
Figura . Quota delle apparecchiature usate in rapporto alle nuove apparecchiature
immesse sul mercato. Fonte: Eurostat; calcolo: ISW.

Fiene Grieger
Figura . Cartina della regione
Figura . Cartina della Germania, Halle
Sassonia–Anhalt, (in rosso).
(in rosso).
a) Ritiro:
— legato ai rifiuti ingombranti;
— presa in consegna da parte dei distributori/commercianti;
— unità mobile per rifiuti pericolosi.
b) Consegna:
— centro di riciclo;
— soluzione tramite contenitori;
— consegna ai commercianti.
È opportuno e auspicabile combinare i due modelli di ritiro e consegna.
La scelta del modello di raccolta più adeguato (o una combinazione di diversi
modelli) dipende dal bacino di riferimento, dalla densità di popolazione,
dalle condizioni dell’area, dalla accettazione da parte degli utenti finali, ecc.
. Esempi di best practice per la raccolta dei RAEE
Halle (Saale) ha una popolazione di circa . abitanti, che la porta
ad essere il centro urbano più importante della Regione Sassonia–Anhalt
per numero di abitanti e copre un’area di  km². Insieme a Lipsia, che è
ubicata a  chilometri da Halle, Halle (Saale) costituisce il centro urbano
economico nell’area metropolitana della Germania centrale.
Nella nostra ricerca abbiamo considerato che fosse una buona pratica
quella di unire diversi modelli di raccolta con lo scopo di aumentare il
quantitativo di RAEE raccolto. Nel territorio municipale di Halle (Saale) è
possibile trovare:
Best practice dei modelli europei adottati per la logistica dei RAEE

Figura . Deposito dei contenitori e unità mobile per rifiuti pericolosi ad Halle (Saale),
Fonte: IWS.
a)  centri di raccolta dei RAEE (modello di consegna);
b) unità mobile per rifiuti pericolosi (modello di ritiro);
c)  depositi dei contenitori per la raccolta dei piccoli RAEE (modello
di consegna).
Uno dei principali vantaggi realizzato è stato l’ampiamento dell’orario per
la consegna dei RAEE nei centri di raccolta:  ore settimanali di apertura,
quando la media in Germania è di circa  ore a settimana.
Nel :
a)  t di apparecchiature ad uso domestico (CG  );
. CG = Collection Groups.
Fiene Grieger

b)
c)
d)
e)
 t di frigoriferi (CG );
 t IT apparecchiature(CG );
 t piccolo strumentazioni (CG );
. t lampadine a scarica (CG ).
La consegna è avvenuta in tre diversi centri di raccolta ad Halle (Saale).
È particolarmente interessante notare che l’installazione dei contenitori
non ha portato a scostamenti sulle quantità dalla consegna dai Centri di
Raccolta ai contenitori. Le materie recuperate vengono prelevate dagli scarti
dei rifiuti.
. Best practice Gävle, Svezia
Una soluzione di buona prassi per la raccolta di piccoli RAEE è stata elaborata
a Gävle, cittadina situata a  km a nord di Stoccolma. L’azienda municipale
Gastrikeatervinnare, incaricata per la gestione dei rifiuti, è responsabile per
la raccolta dei RAEE nei Comuni di Gävle, Sandviken, Hofors, Ockelbo e Älvkarleby. Quest’area copre una superficie di . km² e ha una popolazione
di . abitanti.
La raccolta dei RAEE è organizzata attaverso  centri di raccolta e furgoni
particolarmente attrezzati che percorrono itinerari fissi. La quota di RAEE
domestici all’interno del Comune è in via di decrescita ma è ancora troppo
alta, così Gastrikeatervinnare ha sviluppato nuove idee insieme all’impresa
locale “Coop“ (un operatore commerciale che tratta beni usati): specifici
contenitori per la raccolta di piccole apparecchiature elettriche ed elettroniche, batterie e lampadine sono state installati in tutti i negozi aderenti alla
“Coop”. In totale sono stati creati  nuovi punti di raccolta. L’iniziativa in
collaborazione con la “Coop” fornisce un esempio semplice ed elementare
di un metodo efficace di raccolta che raggiunge molte persone. Lo svuotamento dei contenitori ha luogo ogni  o  settimane. I negozi pagano
per ogni ritiro una piccola cifra pari a circa  euro. L’Azienda di gestione rifiuti Gastrikeatervinnare ha lanciato una campagna promozionale per
pubblicizzare l’uso dei contenitori (ad esempio, articoli nei giorni locali,
brochures sul nuovo metodo di raccolta). Dal momento che i consumatori
usano il modello di di consegna attraverso i contenitori, la quota dei RAEE
domestici è stata sostanzialmente ridotta e sono stati raggiunti elevati indici
di raccolta di piccoli RAEE e lampadine. Nel  sono stati raccolti in questi
contenitori . kg di piccole apparecchiature elettriche ed elettroniche,
. F H., O M., G M., Vergleich der Sammelsysteme für Elektroaltgeräte in
Europa, in «Müll und Abfall» /, p. .
Best practice dei modelli europei adottati per la logistica dei RAEE

Figura . Photo: EL–IN Contenitore; fonte:
Gastrikeatervinnare.
Figura . Cartina della Svezia, Gävle
(rosso).
. kg di lampadine e . kg di batterie.
L’iniziativa, partita con  punti di raccolta, oggi conta più di  contenitori per la consegna dei RAEE. Inoltre, altri Comuni svedesi utilizzano
contenitori. Questa soluzione è considerata la migliore per la sua semplicità
e per i bassi costi, se paragonata ad altri modelli. Dal  in Svezia, i punti
di raccolta nelle aree di vendita sono duplicate, mentre il numero dei contenitori nelle areee publiche è diminuito. Attualmente, ci sono circa .
punti di raccolta in circa il % dei Comuni svedesi che sono stati realizzati
dai Comuni, da Gastrikeatervinnare, e dalla “Coop” .
. Altre attività nell’ambito di WEEENMODELS relative al networking
e alla disseminazione
I partner del progetto hanno realizzato diverse attività di networking per
promuovere la disseminazione dei risultati del progetto e aumentare lo
scambio di esperienze. A questo scopo “isw” ha identificato importanti
. Ibidem.

Fiene Grieger
stakeholders e partner a livello europeo, nazionale e regionale (ad esempio
Ministeri per l’Ambiente e Associazioni ambientaliste nazionali, gruppi
e network di gestione dei rifiuti, Camere di Commercio o Associazioni
Industriali). Inoltre, rappresentanti di WEEENMODELS hanno partecipato
ad incontri, conferenze e mostre incentrati sulla logistica dei RAEE.
Qui di seguito, vengono illustrati in dettaglio due esempi di networking
WEEENMODELS:
) Workshop internazionale presso la rappresentanza della Regione Sassonia–
Anhalt,  Novembre , Bruxelles.
Più di  rappresentanti da sette paesi europei, quali l’Italia, il Belgio,
Portogallo, Norvegia, Spagna, Polonia e Germania hanno partecipato al
workshop. Inizialmente è stato presentato lo studio sulle best practice in
Europa per fornire un punto di partenza per la discussione per ulteriori
approfondimenti sulle best practice in altre realtà europee. A seguire, gli
esperti europei intervenuti hanno parlato dei diversi aspetti della raccolta
dei RAEE, mettendo in luce le esperienze e l’applicazione di soluzioni logistiche, quali il flusso di raccolta, le iniziative prese dalla collettività, centri
di raccolta e trattamento, comunicazione e pianificazione di strategie di
marketing e sensibilizzazione della popolazione. Il Ministero dell’Agricoltura e Ambiente della Regione Sassonia–Anhalt ha gentilmente sostenuto
l’iniziativa.
) Memorandum of Understanding (MoU) .
Lo scopo di questo accordo è quello di sviluppare ed allargare l’ambito
di collaborazione nel campo delle soluzioni logistiche per le apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). La collaborazione comprende, in
particolare:
— networking legato alle tematiche dei RAEE, (quadro normativo di
riferimento, le modalità di coinvolgimento dei portatori di interesse,
la logistica, gli strumenti per accrescere la consapevolezza degli utenti
finali, ecc.);
— promuovere lo scambio di informazioni, il trasferimento di conoscenze e “buone pratiche” in essere;
. «Un memorandum d’intesa è un documento legale che descrive un accordo bilaterale (o
più raramente multilaterale) fra due o più parti. Esso esprime una convergenza di interessi fra le
parti, indicando una comune linea di azione prestabilita, piuttosto che un vero e proprio vincolo
contrattuale. È un’alternativa più formale rispetto ad un semplice accordo tra gentiluomini (gentlemen’s
agreement), anche se generalmente non ha il potere di un contratto. In ambito internazionale si usa
l’espressione inglese memorandum of understanding (MoU)», fonte: www.wikipedia.org.
Best practice dei modelli europei adottati per la logistica dei RAEE

Figura . WEEENMODELS workshop sulle best practice europee presso la rappresentanza
della Regione Sassonia–Anhalt, Bruxelles,  novembre .
— coinvolgimento reciproco, sin dalle prime fasi, per eventuali progetti
futuri;
— informazione degli eventi in corso, a livello locale, e scambio di
informazioni sui progetti in corso.
Il protocollo non comporta alcun obbligo finanziario e/o fiscale. Fino a
luglio , sono quindici tra istituzioni pubbliche e private e altri importanti
stakeholders (Associazioni, Camere di Commercio) che hanno siglato il
MoU. Per facilitare il processo di networking i soggetti che aderiscono hanno
pubblicato e inserito un link alla pagina facebook di WEENMODELS .
. https://www.facebook.com/.
WEEENmodels
ISBN 9788854897083
DOI 10.4399/97888548970832
pag. 29–38 (novembre 2016)
Un modello e una piattaforma ICT
per la gestione della logistica della raccolta dei RAEE
Logistica e sistema ICT per la raccolta dei rifiuti da piccole apparecchiature
elettriche ed elettroniche (RAEE) dalla piccola e media distribuzione
B V, C R∗
A: Il progetto riguarda la progettazione e l’attuazione di un modello di logistica della raccolta
dei RAEE applicabile in una città, con un approccio prototipale e innovando i processi in questo
campo specifico. Lo scopo è quello di ottimizzare un segmento della catena logistica (raccolta dei
RAEE presso i piccoli distributori e il trasporto ai centri di raccolta), normalmente lasciata alla
discrezione ai singoli operatori. Il progetto, denominato WEEEMODELS, ha messo a disposizione
per tutti gli operatori nuove soluzioni sistematiche, che possono contribuire a soddisfare al meglio
gli obblighi normativi a carico degli operatori e rendere più efficiente l’intero processo. La fattibilità
tecnica ed economica del progetto è stata sperimentata nel Comune di Genova, una città di medie
dimensioni (circa . abitanti su una superficie di  km²), sito pilota particolarmente significativo a causa della densità di popolazione ( abitanti per km²), della mancanza dello spazio e
della complessità urbana. Fondamentalmente, il modello è creato intorno ai distributori, che sono
organizzati per la raccolta del piccolo rifiuto elettrico. Il progetto prende in considerazione anche
il materiale riutilizzabile, in una logica di economia circolare e il distributore è responsabile anche
della definizione della destinazione dell’apparecchio, del percorso di smaltimento (da AEE a RAEE)
o della sua nuova immissione sul mercato se ancora utilizzabile o in grado di essere riparato. Dopo la
definizione del modello di gestione dei RAEE e dei servizi di raccolta, è stato implementato il portale
ICT, quale piattaforma informatica aperta e interattiva per la gestione dei processi logistico dei RAEE.
L’obiettivo del portale è di fornire un’interfaccia dinamica per gestire, organizzare e monitorare in
tempo reale del ciclo di gestione dei rifiuti e mettere in relazione, attraverso un’unica piattaforma
on–line, tutte le parti coinvolte. Il portale contiene una sezione di CRM (Customer relationship
management) in grado di operare in diversi settori quali la gestione dei contatti, il registro degli
utenti e la gestione dei contratti previsti per l’utilizzo del sistema.
. Il modello per la raccolta dei piccoli rifiuti elettrici ed elettronici
presso i distributori
L’architettura funzionale della piattaforma ICT è stata progettata tenendo
conto in primo luogo delle caratteristiche oggettive del processo di raccolta e
della supply chain corrispondente, disegnata nel corso di una specifica azione
di progetto. L’azione è stata sviluppata in una prospettiva ampia, orientata a
∗
Bartolomeo Valcada è partner del gruppo BV Tech e responsabile del Business Unit dedicata
alla logistica e ai trasporti. Cino Repetto è ingegnere elettronico e libero professionista, opera come
consulente senior presso la società TBridge e per clienti della piccola e media impresa.


Bartolomeo Valcalda, Cino Repetto
definire uno strumento che può anche essere eventualmente utilizzato da
altri organismi in ambienti diversi, estranei al progetto specifico.
L’attributo fondamentale assicurato è il rispetto delle normative vigenti,
in uno scenario innovato dal D.Lgs nazionale /, in cui, tuttavia, la
mancata emanazione dei decreti attuativi lascia ancora incertezza operativa.
A tal fine, fondamentale è stato il contributo di un gruppo di lavoro tecnico
istituito ad hoc dalla Regione Liguria, Comune di Genova, AMIU, T Bridge,
Università di Modena e Reggio, Università di Genova, Consorzio Remedia,
i cui membri hanno fornito il loro tempo e la loro competenza professionale, per interpretare al meglio l’attuale quadro normativo e individuare le
soluzioni più efficaci per la gestione del processo di raccolta.
Una parallela esigenza progettuale era la comprensione delle esigenze
operative dei futuri utenti della piattaforma, al fine di individuare e condividere le soluzioni logistiche e le funzionalità attese del portale. È stato
quindi costituito un organismo di rappresentanza delle diverse tipologie
di utilizzatori, chiamato Tavolo Tecnico, che ha visto la partecipazione di
associazioni locali di categoria del commercio, l’artigianato, le piccole e
medie imprese e del terzo settore, di rappresentanti di grandi catene di
vendita al dettaglio, dei dirigenti del Registro delle Gestori Ambientali e
degli gli uffici comunali preposti del Commercio e dell’Ambiente.
Le attività del Tavolo Tecnico hanno permesso di avviare la prima fase
di ascolto delle esigenze delle parti interessate e una informazione parallela
per l’aggiornamento dei requisiti della nuova normativa. Il Tavolo Tecnico
ha assunto un ruolo attivo nella definizione delle linee di indirizzo e preso
decisioni in merito ai nuovi servizi di raccolta per il Comune di Genova.
La definizione del modello di gestione dei RAEE nelle aree urbane ha
riguardato inoltre le informazioni ottenute attraverso l’analisi della domanda,
i distributori e l’offerta di servizi di trasporto, tenendo anche conto dei
risultati europei di bench–marking per questi processi.
Il Modello di gestione comprende la definizione di:
a) i soggetti interessati di essere coinvolti nel modello (distributori,
trasportatori, operatori del riuso, consorzi, ecc.);
b) nuove procedure di consegna dell’apparecchiatura con raccolta simultanea di quelli usati (“uno raccolto contro uno comprato”);
c) le procedure di consegna AEE da parte dell’utente (“uno raccolto per
zero acquistati”) in punti di raccolta;
d) metodi di stoccaggio dei RAEE;
e) applicazione della destinazione finale la scelta di criteri (riutilizzo o
smaltimento);
f ) modo di trasporto alle piattaforme di raccolta pubbliche e private;
g) servizi di trasporto RAEE organizzati in base alla quantità monitorate
Un modello e una piattaforma ICT per la gestione della logistica della raccolta dei RAEE

in tempo reale, dai distributori/piattaforme CAT pubblici e privati;
h) organizzazione del trasferimento RAEE (modalità, servizi di trasporto) per centri di riciclaggio dei consorzi;
i) metodi di comunicazione e scambio di informazioni in tempo reale
tra le varie parti interessate in base alla destinazione finale del RAEE
(smaltimento o riutilizzo).
Il modello è creato intorno i produttori di RAEE, presso i quali è organizzata la raccolta, come da fig. .
Per il materiale da riutilizzare, il distributore è responsabile della definizione della destinazione del AEE e del percorso di smaltimento (da AEE a
RAEE) o la sua nuova immissione sul mercato se ancora utilizzabile o in
grado di essere riparato.
Raggiunta la saturazione dei loro contenitori atti alla raccolta, i distributori:
a) sono in grado di comunicare che hanno bisogno di un servizio di
trasporto a pagamento per portare RAEE al centro di raccolta della
città;
b) o, in alternativa, comunicano alla piattaforma che, in un determinato
giorno, faranno propria un servizio di trasporto in autonomia
Per quanto riguarda lo sviluppo del progetto, in una prima fase si sono
definiti il modello, le sue linee guida e le specifiche tecniche. Dopo la
realizzazione di tale documentazione, il personale specializzato ha avviato
la fase di sviluppo del software, seguita da una fase di test, prima del lancio
del nuovo sistema di gestione online.
La piattaforma comprende:
Figura . RAEE collection system.

Bartolomeo Valcalda, Cino Repetto
a) un portale per gestire il flusso logistico di raccolta dei RAEE domestici
conferiti al distributore secondo il modo recesso  su  o –on– per
punto vendita;
b) una sezione del CRM (Customer Relationship Management) in grado
di operare in settori diversi come la registrazione e la gestione degli
accordi di adesione al portale dei soggetti utilizzatori(distributori,
trasportatori, centri di raccolta) che partecipano al servizio;
c) un sistema GIS con una interfaccia web che consente agli utenti di
visualizzare la posizione dei punti di raccolta su una mappa digitale
dei percorsi urbani e di raccolta studio ottimizzato;
d) una applicazione smartphone dedicata al personale del centro di
raccolta, per facilitare l’identificazione del materiale scartato e la relativa registrazione del peso. Questa applicazione potrebbe essere
implementata (ad esempio utilizzando gratuitamente la piattaforma Smartphone Android) in modo da dare alle parti interessate la
possibilità di comunicare attraverso il portale anche in mobilità.
. Caratteristiche e struttura della piattaforma ICT
Lo scopo della piattaforma è quello di fornire un’interfaccia dinamica per
gestire, organizzare e monitorare in tempo reale del ciclo di gestione dei
rifiuti e di mettere in relazione, attraverso un unico sistema on–line, tutte le
parti coinvolte.
Il portale è sviluppato attraverso la tecnologia Opensource (Java) per non
avere l’obbligo di acquisto delle licenze per l’utilizzo del software. Allo stesso
modo, il database è creato con SQL Server, database relazionale opensource.
A livello di sistema, per quanto riguarda il sito di hosting, l’applicazione
è assegnato in una server farm esterna.
Il portale combina molti moduli chiave, tra cui:
a) una sezione “statica” informativa dedicata all’utente anche non registrato al sito (per esempio, questa sezione contiene l’elenco e la
mappa di distributori/centri di assistenza tecnica (CAT) dell’area);
b) una sezione di informazioni “statiche” più specifica, rivolto agli utenti
registrati del portale;
c) sezione per i distributori/CAT;
d) sezione per gli operatori del trasporto;
e) sezione rivolta alle aziende specializzate al recupero e riutilizzo;
f ) sezione specifica per organi istituzionali;
g) la sezione indirizzata per i Consorzi del Sistema Collettivo nazionale.
Un modello e una piattaforma ICT per la gestione della logistica della raccolta dei RAEE

In una sezione aperta speciale si trovano i link ai siti web di interesse
nazionale nel mondo dei RAEE (Portale Nazionale dei RAEE), o siti web
dedicati a settori correlati (vendita on–line, riutilizzo, trashware, retro–
computing).
Il portale è un punto di incontro tra la domanda di servizi di trasporto,
provenienti dai distributori, e l’offerta corrispondente da professionisti locali
qualificati.
In questo modo è possibile confrontare i diversi tassi di costo e l’offerta di
trasporto per trovare il servizio più adatto. Come mostrato nell’immagine
a fig. , questa “applicazione di gestione WEE” è formata da un server
applicativo e da un database al quale ciascun tipo di apparecchio entra in
contatto con i servizi di rete.
Il portale è aperto e accessibile da un sito web per tutti. Poi, attraverso
una maschera specifica, l’utente business si registra, indicando il suo ruolo
nel processo di RAEE (produttore, utente, distributore, tecnico, operatore
di trasporto) e ha l’accesso al web secondo le pagine di ciascuna categoria.
Distributori o operatori di assistenza tecnica grazie al portale inseriscono
nel database, le informazioni, riguardo le apparecchiature raccolte. L’apparecchiatura sarà classificata secondo i raggruppamenti come definiti dal
diritto nazionale, nonché della direttiva: grandi elettrodomestici, piccoli
elettrodomestici, informatica e per telecomunicazioni, apparecchiature di
consumo e pannelli fotovoltaici, apparecchi di illuminazione, strumenti
elettrici ed elettronici.
Ogni apparecchiatura è anche caratterizzata secondo la propria condizione (riutilizzo, ricondizionamento, riciclo). Spetta in seguito agli operatori,
Figura . WEEE management application.

Bartolomeo Valcalda, Cino Repetto
grazie alla competenza specifica, di definire quali sono le condizioni degli
apparecchi e quindi la loro destinazione.
Attraverso tutte queste informazioni, correttamente conservata nel database, è possibile creare diversi report contenenti informazioni relative alla
gestione dei RAEE e AEE. Queste informazioni saranno utili ed essenziali
per valutare i risultati di raccolta.
Le caratteristiche della piattaforma ICT WEEENMODELS, come si vedono in fig. , comprendono applicazioni dedicate agli utenti generici non
registrati, sezioni dedicate agli utenti registrati (distributore, trasportatore, centro di raccolta), sezioni del amministratore del portale e agli organi
istituzionali.
I vincoli di applicazione sono considerati per ciascuna tipologia di utenti
al fine di adempiere agli obblighi previsti dalla legge; quindi riguardano
l’identificazione delle persone che accedono ai servizi del portale, la riservatezza dei dati, l’archiviazione di documenti generati dal sistema e la loro
accessibilità, la continuità del servizio.
Dal punto di vista applicativo e tecnologico si sono utilizzati:
a) Sistema GIS: gmaps.js mappatura con Google Maps;
b) Database: MySQL;
Figura . WEEENMODELS portal application.
Un modello e una piattaforma ICT per la gestione della logistica della raccolta dei RAEE

c) Server Web: JBoss;
d) linguaggio di programmazione Java.
Dal momento che il target è molto vario dal punto di vista digitale è
garantito un facile e intuitivo accesso alle varie funzioni previste. L’architettura del sistema è progettata per facilitare gli interventi di messa a punto
successiva.
Le applicazioni gestite sono rapportate ai diversi utenti.
L’utente generale è il privato cittadino che potenzialmente può conferire i
RAEE domestici o il professionista che dispone di apparecchiature RAEE
equivalente a quelle famiglie. Questi soggetti possono consultare la sezione
pubblica del portale senza restrizioni o obblighi di registrazione. La caratteristica che fornisce il portale per questa entità sono informazioni generali
sul modello di raccolta Weeenmodels.
Un sistema GIS permette di vedere la posizione dei punti di raccolta su
una mappa digitale della città. Essa mostra i punti vendita dei distributori
che partecipano al progetto, i punti di conferimento in aree comuni, i vari
tipi di punti e servizi di raccolta forniti dall’operatore pubblico, le isole
ecologiche aperte al pubblico. Per questi ultimi, un link porta alla pagina
dell’operatore pubblico in cui sono descritti gli orari e le condizioni di
servizio. sono inoltre presenti link a siti di interesse generale nel mondo dei
RAEE o siti dedicati a settori connessi (vendite on–line, riutilizzo, ecc.).
Il distributore è il soggetto commerciale che effettua il ritiro dei RAEE
conferiti da parte dei clienti, mettendo a disposizione presso il proprio punto vendita dei contenitori per la raccolta. Nel caso generale i contenitori
sono differenziati per tipo di RAEE (R, R, R). Nel caso in cui il distributore effettui la raccolta separata delle apparecchiature destinate ad essere
riutilizzate si gestisce un contenitore dedicato aggiuntivo. Per garantire
la necessaria flessibilità, ci sono diversi tipi di contenitori (dimensione e
forma), il distributore può scegliere quale utilizzare in base alle proprie
esigenze e ai volumi previsti. Questi dati sono gestiti nel sistema.
Il portale per questo utilizzatore fornisce il collegamento al modulo
CRM, utilizzando le credenziali rilasciate al momento dell’iscrizione nella
propria area privata. In particolare, con il primo accesso al portale il distributore deve inserire le informazioni relative al proprio profilo, quali i
dati personali (nome, indirizzo, ecc.), il numero di registrazione all’albo
nazionale dei gestori, il luogo di raggruppamento dei RAEE raccolti. Inoltre
deve indicare la tipologia dei WEE trattati nella raccolta, per usufruire dei
contenitori più idonei, forniti in comodato nell’ambito del progetto.
Il distributore deve inoltre dichiarare se intende svolgere in proprio
il servizio di trasporto al centro di raccolta o appoggiarsi a una azienda
esterna autorizzata (il vettore), l’impianto centro di raccolta ed elaborazione

Bartolomeo Valcalda, Cino Repetto
individuato per l’allocazione dei RAEE, compresi quelli affiliati (già definiti
al momento dell’ingresso tra gli operatori).
Il portale consente al distributore di visualizzare l’elenco dei trasportatori;
il distributore può quindi decidere, anche dopo l’adesione al servizio, di
cambiare il vettore cui affidarsi (e fare le opportune modifiche nel registro
degli operatori).
Per piccoli distributori o esercizi di vicinato organizzati come rete la
scelta del vettore è fatto a livello di gruppo; in altre parole, è la rete che
identifica il vettore che viene utilizzato da tutti i membri.
Una volta inserito nel sistema di distribuzione il profilo viene visualizzato
nel GIS e sulla mappa digitale della città.
Riguardo al processo di consegna da parte del cittadino il distributore
può gestire il conferimento dei RAEE in due  casi:
a) se  contro  al momento della consegna il distributore inserisce
sul portale i dati del cittadino (Cognome, nome, indirizzo e codice
fiscale)e i dati del WEEE. Il portale offre la possibilità di indicare da un
elenco il tipo di RAEE, come dato preesistente (e quindi selezionare
il tipo di contenitore) nelle categorie di cui all’allegato II del d.lgs
/ e fornire il numero di pezzi consegnati per ogni tipologia;
b) nel caso di  contro , non è necessario tenere traccia del conferimento, il distributore ha solo l’onere di verificare il livello di riempimento
progressivo del contenitore dedicato.
Una volta raggiunta la capacità massima del contenitore è responsabilità del distributore segnalare al sistema che è necessario effettuare il ritiro.
Al momento della consegna del contenitore il portale consente di stampare il codice a barre da collocare sul contenitore e contemporaneamente
registrare la consegna al vettore.
Nel caso di / opzionale, per agevolare i soggetti che partecipano alla
raccolta su base volontaria, si fornisce un processo semplificato per i commercianti, nel caso sono consegnati uno o più contenitori identificati in
anticipo di codici a barre, e la raccolta si svolgerà come da sistema, ma basata
su un calendario fisso o su una richiesta telefonica.
Per semplificare gli oneri di tipo amministrativo, il portale è in grado di
produrre le etichette di identificazione del contenitore e il documento di
trasporto, differenziato nei due casi i suddetti.
Il trasportatore è l’utente del portale che fornisce il trasporto dei RAEE
dal luogo di raggruppamento del distributore al centro di raccolta identificato o all’impianto di trattamento.
Con il primo accesso al portale, il trasportatore deve inserire le informazioni relative al proprio profilo, i dati personali, le condizioni di contratto
Un modello e una piattaforma ICT per la gestione della logistica della raccolta dei RAEE

di servizio (tipo di RAEE trattati, zona geografica interessata, il numero di
iscrizione all’albo dei gestori, i dati sui mezzi di trasporto utilizzati (targa, tipologia, capacità, ecc.), le zone di raggruppamento servite, la pianificazione
temporale per il ritiro dei contenitori.
Il portale consente al trasportatore di visualizzare la posizione di distributori affiliati su una mappa digitale con i dettagli della necessità per ogni
distributore per effettuare il ritiro.
Quando il distributore richiede al trasportatore il ritiro del contenitore, la
richiesta è inserita nella pianificazione logistica del trasportatore. Per i ritiri il
sistema genera un percorso ottimale anche con un controllo di compatibilità
tra la capacità dei mezzi scelti per il trasporto e i contenitori da raccogliere.
Il trasportatore può, tramite il portale, verificare la disponibilità dei centri di
raccolta gestiti dal centro di coordinamento RAEE.
Quando il viaggio viene confermato, il portale segnala automaticamente ai
distributori e al centro di raccolta la data di passaggio e permette al vettore di
rilasciare, per ogni contenitore, il documento di Trasporto previsto nel DM
/, nel caso di  contro  o il formulario di identificazione rifiuti (FIR) ai
sensi dell’art.  del decreto legislativo /, nel caso di  contro .
Queste funzionalità sono disponibili anche per i distributori che svolgono
autonomamente il trasporto.
Per garantire il riassortimento dei contenitori (sacchi o contenitori rigidi)
il distributore può segnalare l’esaurimento al trasportatore, che provvederà
a rifornirlo di quanto necessario attingendo alla scorta a disposizione.
Il centro di raccolta è il terminale finale della catena dei RAEE, a conclusione del processo di raccolta, per la preparazione per il riutilizzo o
recupero.
Le informazioni da fornire al portale per questa entità sono quelle solite
del proprio profilo e il tipo di rifiuti (in base alla classificazione CER —
Catalogo europeo dei rifiuti) per il quale ha ricevuto l’autorizzazione alla
gestione.
Al momento della consegna dei contenitori da parte del trasportatore
il personale del centro procede all’identificazione di ciascun contenitore
per mezzo di un lettore di codici a barre, confermando al sistema la presa
in carico effettiva dei contenitori consegnati. Successivamente, dopo la
pesatura dei singoli contenitori il portale dà la possibilità di registrare il
peso effettivo (per singolo contenitore trasportato). Tale informazione può
essere fornita al trasportatore per il calcolo della tariffa se calcolata in base al
peso trasportato e non per contenitore o per viaggio.
Il personale dei centri ha a disposizione uno smartphone che, mediante
un’applicazione e utilizzando la funzionalità di lettura dei codici a barre, registra direttamente nel sistema, in tempo reale, sia la consegna dei contenitori,
sia il peso di ciascuno di essi al momento della pesatura.

Bartolomeo Valcalda, Cino Repetto
Riferimenti bibliografici
D H., L R. (), Supply Chain Management and Reverse Logistics
Joachim.
ADN K , Rifiuti elettronici, il riciclo fa bene all’ambiente.
G U, Decreto ,  maggio .
Il portale del Centro di Coordinamento RAEE, Raccolta RAEE — anno , anno
.
B V., C A. (), Il sistema operativo di gestione dei raee. Gestione dei
rifiuti da apparecchiature elettriche e elettroniche, Dario Flaccovio editore.
L F V. (), Riciclo e gestione RAEE, Grafills.
WEEENmodels
ISBN 9788854897083
DOI 10.4399/97888548970833
pag. 39–43 (novembre 2016)
La comunicazione ambientale
nel progetto WEEENMODELS
L’esperienza dell’Agenzia di Sviluppo GAL Genovese
nel progetto WEEENMODELS
C R, G D∗
A: L’obiettivo principale dell’attività di comunicazione e disseminazione del progetto WEEENMODELS è quello di diffondere le informazioni relative ai risultati e ai prodotti che il progetto ha
l’obiettivo di realizzare. Lo scopo è, quindi, quello di contribuire a sensibilizzare gli stakeholders sull’importanza dei risultati di WEEENMODELS per il raggiungimento degli obiettivi fissati. I messaggi
chiave che si intende diffondere e promuovere sono i seguenti:
a)
b)
c)
d)
cosa sono i RAEE;
come si smaltiscono correttamente;
quali sono i danni sull’ambiente e la salute umana derivanti da uno scorretto smaltimento;
qual è l’importanza di recuperare materie prime che altrimenti andrebbero perdute.
Nell’ambito del progetto LIFE + WEEENMODELS, l’Agenzia di Sviluppo GAL Genovese si è
occupata di realizzare alcuni dei prodotti di comunicazione, in particolare l’immagine coordinata del
progetto, il sito internet, i pannelli informativi, le brochure divulgative, le newsletter.
. La comunicazione ambientale nel progetto Weeenmodels
Il Progetto LIFE WEEENMODELS nasce dalla necessità di affrontare i principali problemi legati alla categoria dei rifiuti provenienti da apparecchiature
elettriche ed elettroniche, i cosiddetti RAEE (in inglese WEEE). Una delle principali questioni legate a questa categoria di rifiuti è la presenza di
sostanze considerate tossiche per l’ambiente e la non biodegradabilità di
tali apparecchi. La crescente diffusione nelle nostre vite di apparecchiature
elettroniche determina un sempre maggiore rischio di abbandono nell’ambiente, con conseguenze di inquinamento del suolo, dell’aria, dell’acqua e
ripercussioni sulla salute umana. Tali prodotti vanno trattati correttamente
e destinati al recupero differenziato dei materiali di cui sono composti, come rame, ferro, acciaio, alluminio, vetro, argento, oro, piombo, mercurio,
evitando così, oltre al danno ambientale, anche uno spreco di risorse che
possono, invece, essere riutilizzate per costruire nuove apparecchiature.
∗
Claudia Riccio e Giorgio Doria lavorano presso l’Agenzia di Sviluppo GAL Genovese.


Claudia Riccio, Giorgio Doria
L’obiettivo principale dell’attività di comunicazione e disseminazione del
progetto WEEENMODELS è quello diffondere le informazioni relative ai
risultati e ai prodotti che il progetto ha l’obiettivo di realizzare. Lo scopo è,
quindi, quello di contribuire a sensibilizzare gli stakeholders sull’importanza
dei risultati di WEEENMODELS per il raggiungimento degli obiettivi fissati.
Il piano di comunicazione del progetto, in linea con le raccomandazioni
del Programma LIFE, ha previsto la realizzazione di alcuni strumenti che
sono stati reputati più incisivi per diffondere i messaggi del progetto, valutando i principali target, quali gli addetti ai lavori (per esempio i centri di
assistenza tecnica, i centri di raccolta autorizzati, i distributori, i trasportatori), le Istituzioni coinvolte in tematiche ambientali (Ministero dell’Ambiente,
Centro di Coordinamento dei RAEE), i cittadini (adulti, studenti, bambini).
I messaggi chiave che si intende diffondere e promuovere sono i seguenti:
a) cosa sono i RAEE;
b) come si smaltiscono correttamente;
c) quali sono i danni sull’ambiente e la salute umana derivanti da uno
scorretto smaltimento;
d) qual è l’importanza di recuperare materie prime che altrimenti andrebbero perdute.
Nell’ambito del progetto LIFE + WEEENMODELS, l’Agenzia di Sviluppo
GAL Genovese si è occupata di realizzare alcuni dei prodotti di comunicazione, in particolare l’immagine coordinata del progetto, il sito internet, i
pannelli informativi, le brochure divulgative, le newsletter.
L’immagine coordinata del progetto consiste principalmente nella ideazione
del logo, della grafica e dei templates che sono stati utilizzati per i documenti
e le presentazioni e nella realizzazione di diversi strumenti di comunicazione. L’obiettivo specifico risulta essere quello di identificare il progetto in
maniera chiara, immediata e fortemente comunicativa. L’elaborazione di
un’immagine coordinata è funzionale alla percezione di una identità complessiva delle azioni facenti parte di WEEENMODELS. Si ritiene, infatti, che
questo possa facilitare la riconoscibilità di tutti i documenti, i prodotti e i
servizi afferenti al progetto e possa aiutare ad identificare immediatamente
e ricordare il progetto stesso.
Internet è ormai diventato una fonte di informazioni molto diffusa ed un
veicolo che può potenzialmente raggiungere un pubblico molto vasto ed eterogeneo, quindi il sito web del progetto WEEENMODELS(www.weeenmodels.eu)
è stato progettato per raggiungere il più ampio range di stakeholders.
Il sito WEEENMODELS contiene diverse sezioni quali: la descrizione del
progetto, i risultati raggiunti, le news ed eventi, i prodotti realizzati, le attività
di networking, la fotogallery. Inoltre il sito web ospita la piattaforma dedicata
La comunicazione ambientale nel progetto WEEENMODELS

alla gestione della raccolta dei RAEE nella città pilota di Genova realizzata
dai partner TBridge ed Amiu. Il sito ospita, inoltre, la Digital Repository
che rappresenta l’equivalente elettronico di una biblioteca specialistica ed è
gestita direttamente dal partner UNIMORE.
Al fine di diffondere i risultati progettuali e di comunicare l’esistenza
e le finalità del progetto stesso, sono state realizzate  differenti tipologie
di brochure che si rivolgono a differenti target. La prima è una brochure
descrittiva generale del progetto ed è stata realizzata in una doppia versione,
una in italiano e inglese e l’altra in inglese e tedesco, data la presenza del
partner Isw. La seconda brochure è indirizzata ad un pubblico di studenti e
contiene, oltre ad una descrizione del progetto, una definizione di cosa sono
i RAEE e di come smaltirli correttamente. All’interno di questa brochure è
presente un riferimento ai corsi in e–learning realizzati da UNIMORE sulle
principali tematiche affrontate dal progetto.
La terza brochure, diffusa in occasione della fiera “Ecomondo” che si
svolge ogni anno a Rimini, si rivolge ad un pubblico tecnico, di addetti ai
lavori ed illustra nel dettaglio il funzionamento del “WEEE collection web
system”, cioè della piattaforma web predisposta dal partner TBridge e rivolta
a tutti i soggetti coinvolti nella catena logistica dei RAEE.
La quarta brochure è rivolta ai bambini di età compresa tra i  e gli  anni
in modo da sensibilizzarli nei confronti delle tematiche ambientali relative
Figura . Homepage sito Weeenmodels .

Claudia Riccio, Giorgio Doria
al mondo dei RAEE. Essa è strutturata come il classico gioco dell’oca in
modo che i bambini possano apprendere le nozioni divertendosi.
Il progetto ha previsto, inoltre, la realizzazione di quattro newsletter rivolte
ai potenziali stakeholder e che contengono informazioni ed approfondimenti relativi a tutto ciò che gravita intorno al progetto, come ad esempio
eventi, conferenze, tesi di laurea e attività di networking.
La pagina Facebook di WEEENMODELS ha invece l’obiettivo di trasmettere in modo informale e immediato le notizie su eventi e risultati raggiunti
dal progetto, utilizzando un linguaggio meno tecnico e fruibile anche a chi
sino ad ora non si è mai interessato alle tematiche progettuali. Permette,
inoltre, di rilanciare le notizie pubblicate sul sito web e diffonderle ad un
vasto numero di stakeholders, dando spazio anche alle esperienze personali
degli utenti che possono in questo modo interagire direttamente.
Sono stati realizzate, inoltre, diverse tipologie di pannelli informativi:
un roll–up con una descrizione generale del progetto (uno per ogni partner); due pannelli per il centro di raccolta AMIU, uno più informativo, con
gli orari di apertura per gli utenti, ed uno descrittivo del progetto; due
pannelli informativi usati per presentare il progetto durante la “Giornata
dell’ambiente” tenutasi presso uno degli eventi organizzati.
Tutta la partnership di WEEENMODELS ha, infatti, organizzato direttamente e partecipato ad eventi su scala locale, nazionale ed internazionale e
Figura . Seconda brochure.
La comunicazione ambientale nel progetto WEEENMODELS

che hanno coinvolto diverse tipologie di uditori, dal pubblico generico, a
quello più tecnico e specializzato.
Figura . Conferenza stampa di presentazione di Weeenmodels.
WEEENmodels
ISBN 9788854897083
DOI 10.4399/97888548970834
pag. 45–48 (novembre 2016)
Il digital repository del progetto WEEENMODELS
P M, G F∗
All’interno del progetto LIFE “WEEENMODELS”, in particolare dell’azione
di disseminazione dei risultati, è stata prevista già in fase di scrittura del
progetto una sezione denominata digital repository da ospitare nel sito web
del progetto (www.weeenmodels.eu). Il responsabile dell’azione è stato
il Progetto Sostenibilità Ambientale dell’Università di Modena e Reggio
Emilia, mentre la trasposizione su web è stata curata dall’Agenzia di Sviluppo
GAL Genovese.
Il digital repository del Progetto WEEENMODELS è stato progettato come
un archivio digitale nel quale raccogliere e conservare “learning objects” o,
più in generale, dati e informazioni corredati da descrizioni (metadati) in
formato digitale, direttamente accessibili dagli utenti, riguardanti i rifiuti
elettrici ed elettronici e argomenti correlati. Ildigital repository rappresenta,
in qualche misura, l’equivalente elettronico di una biblioteca specialistica.
In particolare l’obiettivo è cercare di mettere a disposizione dell’utenza,
istituzionale e non, un patrimonio di informazioni spesso non direttamente
disponibili. Si tratta di risorse elettroniche di Ateneo e di banche dati utili
alla ricerca universitaria sull’argomento, di produzione bibliografica curata
dagli esperti del settore, quali ad esempio i Consorzi dei RAEE in Italia.
Il digital repository è stato progettato in modo da rendere possibile la
consultazione di articoli divulgativi e scientifici e, più in generale, della
documentazione open access, letteratura grigia sull’argomento, materiale
prodotto in occasione di seminari scientifici, corsi, attività di educazione
ambientale. Infine, grande rilevanza ha la normativa in materia ambientale
e, in particolare, quella in continua evoluzione, dedicata ai Rifiuti elettrici ed
elettronici.
Si è anche pensato di offrire un servizio di reference virtuale e interattivo,
cui l’utente si possa rivolgere per ricevere risposte a domande green di
reference non solo bibliografico, ma anche fattuale e di guida e assistenza
nel recupero dell’informazione, con possibilità di e–formazione all’utente e
formazione on–demand.
∗
Pinuccia Montanari è Responsabile Progetto Sostenibilità Ambientale — Unimore. Giovanni
Ferrari è Collaboratore Unimore per progetto Weeenmodels.


Pinuccia Montanari, Giovanni Ferrari
Inizialmente la struttura del digital repository doveva essere organizzata
nelle seguenti sezioni:
a) collections: lista di testi e link all’OPAC (On–line Public Access
Catalogue);
b) electronic Resources: elenco di risorse elettroniche acquistate (ad es.
e–book) sui temi del progetto;
c) resources Open Access: elenco di risorse elettroniche disponibili
gratuitamente in rete sui temi del progetto;
d) virtual Reference Desk Environmental: indicazione di percorsi bibliografici relativi alle tematiche del progetto, link alla legislazione, alle
organizzazioni, a siti utili, evidenziazione di libri, articoli, ecc. utili al
progetto, servizio online per richieste di informazioni e tutoraggio;
e) environmental Education–Open Meeting: link a corsi in modalità
e–learning e link a video tratti da conferenze e seminari.
La prima versione della struttura del digital repository non era imme-
Figura . Struttura definitiva del digital repository.
Il digital repository del progetto WEEENMODELS

diata da utilizzare e soprattutto poco efficace ai fini della consultazione;
il responsabile dell’azione ha quindi deciso di rivederla, riclassificando di
conseguenza i documenti inizialmente caricati e ricercando periodicamente
nuove risorse da inserire nel digital repository.
Più nello specifico, la struttura dettagliata del digital repository è risultata
quella indicata in figura .
La sezione di maggiore successo in termini di utilizzo è stata senza dubbio quella chiamata “Virtual Reference Desk Environmental”, concepita
come un ambiente virtuale in cui la formazione può essere fatta su richiesta; è quindi una sorta di sala di consultazione dove è possibile richiedere
assistenza alla consultazione bibliografica, orientamento per trovare e utilizzare le risorse nella biblioteca (servizi OPAC, distribuzione dei documenti,
prestiti dall’Inter–biblioteca, ricerche integrate sul portale delle risorse elettroniche, OpenURL Resolver) in merito alle questioni relative al progetto
Weeenmodels e archivi aperti.
È inoltre possibile utilizzare un servizio online per richiedere ulteriori
informazioni e attività di tutoraggio e una stanza virtuale per lavori a piccoli
gruppi.
Alla data del  maggio  le richieste bibliografiche certificate dal
Sistema Bibliotecario di Ateneo ammontavano a circa ., provenienti da
tutta Italia.
Per accedere al digital repository, occorre andare nell’homepage del progetto WEEENMODELS (www.weeenmodels.eu) e cliccare sulla voce “Digital Repository” (vedi Figura ) che appare nel menu a cascata dopo aver
cliccato sulla voce “WEEENMODELS” del menu orizzontale posizionato
nella parte alta dell’homepage.
Figura . Accesso al digital repository all’interno del sito del progetto WEEENMODELS

Pinuccia Montanari, Giovanni Ferrari
Successivamente appare la struttura del digital repository che è possibile
consultare in tutte le sue sezioni (vedi Figura ).
Cliccando infine sulle diverse sezioni del digital repository, è possibile
consultare e scaricare i documenti inseriti oppure accedere al servizio di
Virtual Reference Desk Environmental.
L’esperienza maturata all’interno del progetto WEEENMODELS ha permesso di progettare e sperimentare un piccolo modello di biblioteca digitale
che ci auguriamo possa essere capitalizzato per la creazione e gestione di
una biblioteca full text, nel rispetto delle indicazioni della Commissione
Europea che, attraverso i progetti LIFE, promuove lo sviluppo di modelli
esportabili in altri contesti simili.
Figura . Le sezioni del digital repository.
WEEENmodels
ISBN 9788854897083
DOI 10.4399/97888548970835
pag. 49–55 (novembre 2016)
Dove finiscono i nostri RAEE?
Alcune indagini disponibili sul Digital Repository
del Progetto WEEENMODELS
P M, G F∗
A: Il Digital Repository, realizzato nell’ambito del progettoWEEENMODELS, offre l’opportunità di approfondire alcune ricerche realizzate dai più significativi consorzi di filiera dei RAEE,
in particolare Ecodom, in collaborazione con enti di ricerca e università. L’analisi si sofferma su
alcuni casi studio quali il caso Doxa che ha come focus d’attenzione l’analisi dei comportamenti degli
italiani in merito ai RAEE, lo studio Ipsos che analizza gli atteggiamenti degli italiani nei confronti del
recupero e riciclaggio dei RAEE, altre indagini quali quella effettuata nel , per conto di Ecodom,
da United Nations University, in collaborazione con il Politecnico di Milano. In Italia si raccolgono
circa , kg/ab/anno di RAEE. In realtà – kg rischiano di disperdersi nell’ambiente o di subire un
trattamento inadeguato o, ancor peggio, di finire nelle mani dell’illegalità internazionale. La ricerca
evidenzia il ruolo fondamentale del cittadino/consumatore, dell’industria del riciclo dei RAEE nel
rafforzare comportamenti e risultati virtuosi.
Introduzione
Tra le azioni di disseminazione realizzate nell’ambito del Progetto WEEENMODELS, il Digital Repository, realizzato e visibile sul sito di WEEENMODELS, si è rivelato strumento interessante per far conoscere ad un pubblico
più ampio la letteratura informativa sui RAEE, spesso di nicchia o riservata ai lettori esperti dell’argomento. In particolare, come UNIMORE, ci
siamo soffermati su alcuni studi realizzati da diversi Enti che si occupano esclusivamente di rifiuti elettrici ed elettronici o di attività ricerca in
questo settore. I temi e le riflessioni che emergono evidenziano le problematicità e criticità che coloro che sono deputati alla raccolta dei RAEE
incontrano nel loro percorso. Nel corso del  il Parlamento europeo
approvò la nuova Direttiva RAEE (illustrata nel nostro corso e–learning sul
sito http://elearning–raee.unimore.it) che impone, a partire dal  un
target di raccolta per gli Stati membri pari al % dell’immesso sul mercato
o all’% dei RAEE generati. Nel  il sistema RAEE in Italia evidenzia
performance interessanti (la raccolta si attesta sui , kg/abitante). Tale
∗
Pinuccia Montanari è Responsabile Progetto Sostenibilità Ambientale — Unimore. Giovanni
Ferrari è Collaboratore Unimore per progetto Weeenmodels.


Pinuccia Montanari, Giovanni Ferrari
valore però, se confrontato con numerosi altri paesi europei, evidenzia come
vi sia spazio per significativi miglioramenti.
. Il caso dello studio Doxa. Apparecchi elettrici ed elettronici non più
in uso presso le famiglie italiane, 
Il primo caso studio esaminato aveva come focus la seguente domanda:
«Perché i vecchi elettrodomestici restano nelle case degli italiani, seppur
inutilizzati?». L’indagine nasce dalla constatazione di come nel  vi sia
stato un calo sensibile della quantità di Rifiuti da Apparecchiature Elettriche
ed Elettroniche raccolti da Ecodom, uno dei consorzi di filiera, ovvero meno
% rispetto al .
Ecodom allora ha affidato a Doxa l’incarico di realizzare una ricerca
tesa ad indagare le principali motivazioni che portano le famiglie italiane
a non liberarsi dei RAEE. La metodologia utilizzata per l’indagine faceva
riferimento all’utilizzo di un campione rappresentativo di famiglie. Sono
state condotte . interviste telefoniche con il sistema C.A.T.I. (Computer
Assisted Thelephone Interview) ad un campione nazionale rappresentativo
delle famiglie italiane con telefono fisso in casa; le interviste sono state
realizzate dal  al  settembre del . Dall’indagine emergono alcuni
motivi per cui le famiglie italiane non si liberano dei RAEE. Utilizzando
come valori medi su scala da  a , le principali motivazioni riguardano la
pigrizia (so che dovrei portarli in un’isola ecologica, ma non trovo mai
il tempo di farlo), l’oculatezza (non si sa mai, anche se sono apparecchi
vecchi un giorno potrei riutilizzarli o regalarli, potrebbero sempre servire),
disinteresse (non mi pongo il problema, lì dove sono non danno nessun
fastidio), l’accumulazione (meglio avere un apparecchio di scorta, anche se
non in ottime condizioni, nel caso mi si rompesse quello che uso).
È poi di notevole interesse la distinzione tra Piccole AEE in disuso e
Grandi AEE in disuso: i motivi principali per chi ha in casa piccole AEE
e non se ne è ancora liberato sono il disinteresse al % (non mi pongo il
problema, lì dove sono non mi danno alcun fastidio), l’oculatezza al %
(non si sa mai, anche se sono apparecchi vecchi un giorno potrei riutilizzarli
o regalarli, potrebbero sempre servire), l’accumulo % (meglio avere un
apparecchio di scorta, anche se non in ottime condizioni, nel caso mi si
rompesse quello in uso). I principali motivi per chi ha in casa grandi RAEE è,
sulla base dei criteri individuati dalla ricerca, per polemica % (sono pesanti
e ingombranti e per me è faticoso portarli in un’isola ecologica, dovrebbe
esserci un ritiro a domicilio), idealisti % (gli apparecchi di una volta non
esistono più, magari domani potrebbero diventare oggetti di design), pigrizia
% (so che dovrei portarli all’isola ecologica, ma non trovo mai il tempo di
Dove finiscono i nostri RAEE?

farlo). Dunque, secondo questa indagine Doxa, gli italiani si dividerebbero
nella gestione dei RAEE in tre grandi categorie:
a) i pigri, disinteressati e disinformati, con un basso livello di istruzione,
un’età più avanzata e più diffusi nelle regioni del Sud e delle isole,
rappresentano il filone più rilevante (%);
b) i razionali, conservatori accumulatori ed appassionati del fai da te
pesano per il %, appartengono un po’ a tutte le età. Sono distribuiti
nelle varie regioni, con un’accentuazione nelle regioni del centro;
c) gli emotivi, nostalgici ed idealisti che pesano per un quinto (%),
con età più elevata e distribuiti su tutte le regioni geografiche. I
polemici e diffidenti rappresentano, in questo campione analizzato,
il % della popolazione.
Dall’indagine emerge anche una differenza di atteggiamenti nei confronti delle due tipologie di RAEE: grandi apparecchi e piccoli apparecchi.
Le piccole AEE tendono ad essere conservate, mentre per le grandi AEE
vengono messi in evidenza i problemi e le criticità collegate con le di fficoltà di trasporto, le dimensioni ed anche atteggiamenti più conservatori e
nostalgici.
. Il caso dello studio Ipsos. L’atteggiamento degli italiani nei confronti della raccolta degli elettrodomestici
Anche lo studio Ipsos si sofferma sugli atteggiamenti degli italiani, limitandosi però all’analisi degli atteggiamenti nei confronti del recupero e riciclaggio
degli elettrodomestici. Dopo aver analizzato lo scenario di contesto, con
particolare attenzione al confronto Italia vs Europa, ad alcune riflessioni
sulla raccolta dei rifiuti urbani e sul ruolo delle discariche, la ricerca prende
in esame i rifiuti portati in discarica e, la situazione italiana rispetto alla
raccolta dei RAEE. In Europa, nel , il ,% dei rifiuti urbani, pari a
 kg/abitante, viene ancora conferito in discarica. Nel  in Italia si
raccolgono , kg/ab., penultima prima della Polonia che ne raccoglie ,
kg. Eccellenza sono Svezia con , kg, Svizzera con , kg e Danimarca
con ,. In Francia se ne raccolgono , kg, in Austria , kg.
In Italia vi è una conoscenza effettiva delle isole ecologiche e delle opportunità che rappresentano per lo sviluppo della raccolta differenziata. Infatti
il % della popolazione giovanile, dalla ricerca Ipsos, non sa cosa siano le
isole ecologiche, dato che diviene il % nella popolazione oltre i  anni. Il
% sa cosa siano le isole ecologiche e una buona percentuale soprattutto
nel Nord Italia sa dove sono collocate: sanno dove si trovano il % della po-

Pinuccia Montanari, Giovanni Ferrari
polazione italiana che diventa % in Lombardia, % in Emilia–Romagna,
% in Veneto, % in Sicilia. Su . intervistati,  conoscono le isole
ecologiche e il % le ha utilizzate. Se ci si avvicina al tema dei RAEE, le
proporzioni si modificano. Il % della popolazione non conosce i RAEE,
solo % li conosce (dato che diventa il % in Emilia–Romagna), mentre
il % ha una vaga idea di cosa siano. È interessante notare come la pericolosità dei RAEE venga percepita in base alla dimensione (ad esclusione
delle lavatrici). I frigoriferi, televisori e computer vengono considerati molto
inquinanti, mentre i piccoli elettrodomestici no.
Se la raccolta non funziona, la responsabilità viene attribuita prevalentemente agli amministratori pubblici che dovrebbero incrementare i centri
di raccolta e renderli efficienti, in misura minore ma significativa ai consumatori che dovrebbero disfarsi dei RAEE in modo corretto. Solo un %
indica il ruolo dei produttori di elettrodomestici e pensa che dovrebbero
occuparsi anche della gestione degli elettrodomestici dismessi.
Per quel che riguarda il decreto noto come “Uno contro uno”, il %
degli intervistati non risulta essere a conoscenza del decreto che obbliga i
venditori di prodotti elettrici ed elettronici al ritiro gratuito dell’apparecchiatura dismessa a fronte dell’acquisto di un nuovo prodotto equivalente. Vi è
anche una prevalenza di no alla domanda se il negozio presso il quale ha
acquistato un AEE ha ritirato il suo vecchio elettrodomestico. In prevalenza risulterebbe che il negozio non propone quanto prevede l’applicazione
del decreto. E che fine fanno i RAEE non ritirati dal negozio? Secondo la
ricerca su ,  vengono portati all’isola ecologica,  vengono ritirati da
parte di società specializzate,  vengono regalati,  li tengono in cantina, 
viene venduto e  viene conservato, in quanto ancora funzionante. Secondo
l’analisi questi comportamenti possono comportare gravi conseguenze sull’ambiente: infatti il % diventano rifiuti a rischio e in particolare il % a
rischio di smaltimento scorretto (nella pattumiera generica o nella plastica).
È interessante come nella ricerca vengano anche indicate alcune soluzioni/azioni per far fronte alle criticità italiane quali l’aumento delle iniziative
di comunicazione, la sensibilizzazione dei bambini a scuola e l’educazione
dei figli in famiglia. Un ruolo importante viene attribuito all’industria che
dovrebbe rendere i prodotti più eco–compatibili e indicare come il rifiuto
debba essere gestito. Una sufficiente percentuale di popolazione sarebbe addirittura disponibile a pagare di più un elettrodomestico se sapesse che la sua
produzione è avvenuta limitando l’uso di composti dannosi per l’ambiente.
Dove finiscono i nostri RAEE?

. Altre indagini interessanti
Altre indagini risultano di notevole interesse, in particolare la ricerca, pur
rivolta ad una popolazione sensibile ed informata, attraverso . interviste complete, realizzata mediante compilazione di questionario online da
Adiconsum–Ecodom sulla consapevolezza degli italiani in materia di ambiente, raccolta differenziata e RAEE. L’indagine cerca di “misurare” il livello
di consapevolezza sul tema “ambiente” in generale e su quello specifico
dei RAEE; cerca di capire le difficoltà che si incontrano nel mettere in atto
comportamenti virtuosi; di portare alla luce i giudizi e le aspettative verso
le Istituzioni e i soggetti che erogano i servizi ambientali.
Dal  a oggi, il Sistema di gestione dei RAEE domestici affidato dalla
Legge alla responsabilità dei Produttori di Apparecchiature Elettriche ed
Elettroniche e dei loro Sistemi Collettivi è passato nella gestione da .
tonnellate di RAEE raccolti e trattati in modo ambientalmente corretto a
circa ..
Gli attori della filiera (Enti Locali, Aziende di igiene urbana, Distributori,
Imprese di trattamento, Centro di Coordinamento RAEE) hanno elaborato
Accordi di Programma ed hanno raggiunto più di . isole ecologiche.
Nonostante questi sforzi, i risultati quantitativi sono ancora modesti:
l’Italia, raccoglie un pro–capite di circa , kg all’anno di RAEE correttamente trattati, dato ancora distante dai Paesi più virtuosi e, soprattutto, dai
nuovi obiettivi fissati dalla nuova Direttiva RAEE, pari a circa  kg/abitante
all’anno entro il .
Un’altra ricerca, presente nel Digital Repository di WEEENMODELS, effettuata nel  per conto di ECODOM da United Nations University, con la
collaborazione di IPSOS e del Politecnico di Milano, ha evidenziato come
ogni cittadino italiano dismette quasi  kg di RAEE all’anno, ma di questi
solo  vengono intercettati dal Sistema istituito e gestito dai Produttori di
Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, che garantisce una completa
aderenza a quanto disposto dalla normativa vigente e quindi una piena
tutela ambientale.
Questo significa che ci sono altri – kg per ogni abitante (quindi
.– . tonnellate all’anno) che si disperdono lungo una serie
di strade più o meno legali e più o meno ambientalmente corrette; una
parte finisce nelle mani di operatori che — seppur in possesso delle autorizzazioni al trattamento dei RAEE — adottano un processo semplificato,
che punta alle materie prime seconde più remunerative (e più semplici da
estrarre) senza curarsi delle sostanze inquinanti contenute in questi rifiuti;
in altri casi, i RAEE finiscono insieme ad altre tipologie di rifiuti (rottami
metallici, autovetture,...), subendo quindi un trattamento del tutto inadeguato dal punto di vista ambientale; ci sono poi soggetti molto più ai margini

Pinuccia Montanari, Giovanni Ferrari
della legalità, che tolgono dai RAEE solo le parti interessanti dal punto di
vista economico e poi abbandonano il resto in qualche discarica più o meno
abusiva.
In questa rapida panoramica dei tanti rivoli in cui si disperdono i RAEE
non si può purtroppo dimenticare il fenomeno dell’esportazione illegale
di questi rifiuti verso alcuni Paesi “in via di sviluppo” (Ghana, Nigeria,
India, Cina, ecc.) dove il trattamento è effettuato non solo senza alcuna
cura per l’ambiente, ma soprattutto senza alcun rispetto dal punto di vista
umano e sociale. Questo fenomeno dei “flussi paralleli” ha pesanti impatti
sull’ambiente. Rilevanti sono però le conseguenze anche dal punto di vista
economico: l’industria del riciclo dei RAEE — quella virtuosa, che collabora
con i Sistemi Collettivi — gestisce solo . tonnellate di RAEE all’anno
invece di .; se potesse gestire quantità tre volte superiori a quelle
attuali potrebbe essere un’industria molto più competitiva, in grado di
effettuare gli investimenti necessari per ottenere risultati migliori in termini
di riciclo delle materie prime seconde.
L’analisi evidenzia come in Italia nessuno sia, fino ad ora, riuscito a
investire nella realizzazione di un impianto per lavorare le schede elettroniche ed estrarre le materie più preziose (oro, terre rare, ecc.), perché le
quantità di schede raccolte in Italia sono modeste: la conseguenza è che
questa tipologia di componenti viene esportata verso impianti in Germania
o Belgio, ed è l’industria di queste nazioni a beneficiare poi delle materie
prime seconde; inoltre, in Italia non è mai stato realizzato un impianto di
smaltimento del CFC estratto dai frigoriferi, anche in questo caso a causa
della scarsità dei volumi: ci ritroviamo quindi a dover esportare questi gas
in Francia.
In Italia si raccolgono pochi RAEE, l’industria non decolla, i costi sono
alti perché le operazioni ad alto valore aggiunto o quelle più delicate si
possono fare solo all’estero: in Italia, il riciclo dei RAEE sembra destinato a
restare un artigianato sperimentale. L’indagine di Adiconsum e Ecodom ha
rilevato come sia necessario focalizzare l’attenzione sull’anello iniziale della
catena di gestione dei RAEE, ovvero sul cittadino/consumatore perché il
rischio che lì si verifichino le maggiori perdite è notevole.
Riferimenti bibliografici
Rifiuti: i nuovi decreti su Raee, incenerimento e discariche, Milano, “Il Sole  ore”,
.
A B., P P., Guida alla gestione dei RAEE, delle pile e dei centri di raccolta
con CD–ROM Milanofiori, Assago, Ipsoa, Indicitalia, .
Dove finiscono i nostri RAEE?

B L., Analisi comparativa di metodologie per la gestione della logistica inversa
in un’azienda che si occupa della raccolta, del trattamento e dello smaltimento dei
RAEE: il caso Tred Carpi s.r.l., tesi di laurea, relatore Rita Gamberini, .
—– La filiera delle materie prime seconde da raee, dalla raccolta al reinserimento nei
cicli produttivi ceramici e dei colorifici: genesi normativa e determinanti del mercato
Modena, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, Dipartimento di
Economia politica, .
D’ I., Ottimizzazione della rete di recupero raee nella provincia di Reggio Emilia mediante analisi simulativa, tesi di laurea, relatore Cristina Mora, correlatore
Elisa Gebennini, Reggio Emilia, .
Le ricerche qui di seguito indicate sono state consultate sul sito di Ecodom www.ecodom.it,
in data  maggio .
B D., M P., RAEE il contributo del riciclo agli obiettivi di Kyoto. Bilancio
energetico–ambientale del recupero di alcune tipologie di rifiuti elettrici ed elettronici,
Milano, Ecodom,  novembre .
I P A, L’atteggiamento degli italiani nei confronti del recupero e riciclaggio degli elettrodomestici, Milano,  marzo .
U N U, I Raee domestici generate in Italia. Analisi su volumi,
tipologie e abitudini di dismissione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, Institute for Sustainability and Peace, Politecnico di Milano, Milano,
Ecodom, .
D, Apparecchi elettrici ed elettronici non più in uso presso le famiglie italiane, Milano, Ecodom, Settembre .
A, E, Conosciamo l’ambiente? Un’indagine Adiconsum– Ecodom sulla
consapevolezza degli Italiani in materia di ambiente, raccolta differenziata e RAEE
Milano,  febbraio .
E, C , Indagine uno contro uno. Conosciamo il valore di un
rifiuto Raee. Impariamo a gestirlo con responsabilità, Milano, Ecodom.
WEEENmodels
ISBN 9788854897083
DOI 10.4399/97888548970836
pag. 57–68 (novembre 2016)
Comunicare, coinvolgere e incontrare
gli stakeholder del progetto WEEENMODELS
I M∗
A: Le principali sfide della comunicazione per quanto riguarda il progetto sono il livello profondo di coinvolgimento necessario tra differenti target di progetto, come i cittadini e gli stakeholder
specializzate come piccoli e grandi rivenditori. È un dato di fatto, mentre i cittadini sono abituati
a differenziare l’imballaggio come la plastica, carta e vetro o metalli, la sfida è quella di aiutarli a
concentrarsi su oggetti specifici, come i RAEE, non così immediati da riconoscere e non così facili da
smaltire. I distributori hanno, al contrario, alcune indicazioni da seguire e regole da rispettare che
hanno origine dalla normativa europea — leggi nazionali e internazionali — che sono però troppo
spesso ignorate o trascurate. Nel complesso, vi è un approccio positivo soprattutto sugli aspetti di
comunicazione, ad esempio i concessionari non specificamente coinvolti nella vendita di AEE hanno
chiesto di essere coinvolti nel progetto come punti di informazione. L’importanza della definizione
degli obiettivi e il monitoraggio delle attività che quantificano i piani e le loro rispettive azioni è
estremamente evidente nei progetti europei. La definizione degli obiettivi è essenziale per valutare
il progresso di un’azione e il suo grado di successo. L’adattamento al cambiamento e gli approcci
trasversali sono d’altronde un altro degli aspetti fondamentali di qualsiasi attività di comunicazione
soprattutto nei progetti europei che sono sviluppati mesi dopo la loro proposta e le condizioni
del contesto possono essersi modificate nel frattempo anche in maniera importante. Pertanto, è
necessario essere informati in modo da essere in grado di reagire rapidamente e sfruttare il nuovo
contesto sociale con lo scopo di proporre le azioni preventive più favorevoli. Alcuni degli obiettivi
previsti durante la prima parte della sperimentazione pilota, in una piccola zona della città, saranno ad
esempio sviluppati durante l’estensione del progetto a tutta la città, al fine di raggiungere i target del
progetto in alcuni casi con più sforzi in azioni specifiche. Una campagna di comunicazione efficace e
di successo richiede una combinazione di diverse metodologie e meccanismi. Tutti i diversi canali di
comunicazione e di pubblicità devono essere utilizzati a seconda dell’azione e del target a cui sono
rivolti. Un forte coordinamento tra tutti i partner coinvolti in attività di comunicazione è essenziale
per una buona riuscita del progetto e per raggiungere un risultato efficace. Tutti gli oggetti che per
funzionare hanno bisogno di una presa elettrica o di batterie, quando li gettiamo via diventano RAEE
(Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche). Il Progetto europeo life+ WEEENMODELS
cofinanziato dall’Unione europea con capofila il Comune di Genova, nasce per migliorare il riciclo
e il recupero dei RAEE, in inglese WEEE: waste electric and electronic equipment. I partner del
progetto sono: Amiu, T–Bridge (Genova), GAL (Genova), UNIMORE (Modena e Reggio Emilia),
ISW (Halle, Germania). Il progetto è diviso in due fasi: la prima da settembre a dicembre  ha
interessato l’area della Valpolcevera (uno dei  municipi genovesi); la seconda coinvolge tutta la
città da giugno a dicembre . La scelta dell’area cittadina deputata ad ospitare la sperimentazione
è stata effettuata dopo averne verificato la rappresentatività sia dal punto di vista morfologico che
residenziale rispetto alla città di Genova, sia per la presenza di attività commerciali significative e
talvolta concentrate (area commerciale specifica). Particolare attenzione è stata anche rivolta alla
collaborazione con i Municipi ed i loro rappresentanti, così come alla presenza o meno sul territorio
di centri di raccolta dedicati che rappresentano un elemento non solo di semplificazione dei processi
di raccolta, ma anche un importante contributo per verificare la sostenibilità economica della raccolta
∗
Ilaria Marzoli è membro dell’Amiu, fornitore della gestione dei rifiuti e dei servizi economia
circolare del Comune di Genova, nel reparto di Informazione e comunicazione.


Ilaria Marzoli
e trasporto dei materiali da parte di tutti gli attori coinvolti nel progetto. Nel municipio risiedono
 mila abitanti, il % dell’intera popolazione genovese (ca.  mila). Nel Municipio e nella zona
commerciale di Campi sono anche presenti un centro di raccolta Amiu (isola ecologica) dedicate
ai cittadini e il centro di raccolta Amiu dedicato ai distributori di corso Perrone. L’area ospita un
interessante tessuto di scuole e centri di aggregazione. Le manifestazioni di piazza previste nell’area
durante l’estate sono state presidiate. Al riguardo in alcuni casi i materiali di comunicazione e servizi
come Ecoraee sono stati proposti al di fuori dell’area del pilota in eventi e fiere che consentivano
un approfondimento del progetto WEEENMODELS e dell’argomento RAEE grazie alla presenza
di attività che impegnavano i visitatori a lungo. Pertanto, in questi casi presentare il progetto e le
novità relative ai RAEE è stato utile e l’occasione è stata colta. Strumenti che invece avrebbero potuto
creare aspettativa, senza però poi dare un riscontro effettivo in alcuni servizi o attività (come spot tv,
inserzioni sui quotidiani o spot radio) sono stati valutati e si è cominciato ad affrontarne i contenuti,
senza però utilizzarli per evitare di comprometterne l’efficacia. All’area del Municipio Valpolcevera è
stato aggiunto il polo commerciale di Genova Campi, una frazione del Municipio VI Medio Ponente,
dove sono situati alcuni centri commerciali interessanti per dimensioni e caratteristiche, come tra gli
altri Roymerlin, Ikea, Euronics e Decathlon, e dove si trova un’isola ecologica dedicata ai cittadini.
. Le sfide della comunicazione
Il progetto WEEENMODELS nato per migliorare il riciclo e il recupero dei
RAEE, cioè di tutti gli oggetti che per funzionare hanno bisogno di una
presa elettrica o di batterie che quando decidiamo di gettare via diventano
appunto Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, prevede la
realizzazione di diversi strumenti di comunicazione per i cittadini, volti a
suscitare un vero cambiamento nella percezione dei RAEE per agevolarne e
incrementarne la raccolta. Qualsiasi elettrodomestico, piccolo o grande che
sia oltre a materiali preziosi da recuperare contiene sostanze pericolose che
possono danneggiare l’ambiente. Questi due semplici concetti sono al centro della campagna di comunicazione che è stata pensata per i genovesi, non
solo per quelli residenti nell’area della sperimentazione. Lo scopo è quello
di riuscire a diffondere semplici messaggi che consentano di individuare
agevolmente i RAEE e gli strumenti disponibili per disfarsene in maniera
corretta e compatibile con l’ambiente.
Le principali sfide della comunicazione per quanto riguarda progetto
WEEENMODELS sono il livello profondo di coinvolgimento necessario tra
differenti categorie di destinazione, come i cittadini e gli stakeholder specializzati come piccoli e grandi distributori, già molto diversi tra loro, come è
emerso nel corso degli incontri di presentazione e coinvolgimento del progetto, denominati tavoli tecnici. Le linee di approccio studiate per le diverse
parti interessate, come i cittadini, i commercianti ed i settori specializzati
sono molto diverse fra loro, come lo è l’approccio ai rifiuti e alla raccolta differenziata. Mentre i cittadini sono abituati a differenziare imballaggi come la
plastica, la carta e il vetro o i metalli, la sfida è quella di aiutarli a concentrarsi
su oggetti specifici come i RAEE, non così immediate per riconoscere e non
Comunicare, coinvolgere e incontrare gli stakeholder del progetto WEEENMODELS

così facile da smaltire. I concessionari hanno, al contrario, alcune indicazioni
da seguire e regole nazionali e internazionali da rispettare che discendono
dalla normativa europea che sono, purtroppo, troppo spesso ignorate o
trascurate. Durante i tavoli tecnici organizzati per verificare proprio le conoscenze e i desiderata del mondo commerciale e per incoraggiare il dibattito
e lo scambio di informazioni tra distributori e rappresentanti nazionali dei
registri e delle associazioni di categoria, mentre i piccoli commercianti
hanno mostrato interesse per gli aspetti di comunicazione, dal momento
che nel proprio quartiere possono influenzare lo sviluppo di abitudini per la
prevenzione e smaltimento rifiuti grazie alla relazione quotidiana personale
con i propri clienti, ma hanno problemi nel mantenere totem informativi
o scatole di raccolta a causa della piccola dimensione dei negozi, i grandi
distributori hanno invece già negozi organizzati dal punto di vista della
raccolta, ma mostrano comunque interesse in relazione al coinvolgono dei
clienti. I tavoli tecnici hanno avuto un ruolo estremamente interessante
nello sviluppo e realizzazione di attività specifiche del progetto e sono stati
essenziali per sviluppare idee chiave per lo stile di comunicazione e gli strumenti da adottare per la campagna. Nel complesso, vi è stato un approccio
positivo soprattutto sugli aspetti di comunicazione, ad esempio i distributori
non specificamente coinvolti nella vendita di AEE hanno chiesto di essere
coinvolti nel progetto come punti di informazione.
. Obiettivi, risorse e l’economia circolare
L’importanza di fissare obiettivi al fine di quantificare i piani di progetto e
le loro rispettive azioni è estremamente evidente nei progetti europei. La
definizione degli obiettivi è essenziale per valutare lo stato di avanzamento
delle azioni specifiche e il loro grado di successo, oltre che per stabilire
le priorità. L’osservazione dell’evoluzione della situazione una volta che
i progetti sono accettati e finanziati possono mostrare in ogni caso limiti
nelle previsioni indicate negli anni precedenti. Alcuni degli obiettivi previsti
durante la prima parte della sperimentazione del pilota, in una piccola
zona della città, saranno per esempio da sviluppati durante l’estensione del
progetto a tutta la città, al fine di raggiungere gli obiettivi del progetto in
alcuni casi verranno concentrati maggiori sforzi in azioni specifiche non
previste nel calendario originale. Per quanto riguarda i cittadini un forte
impegno è stato rivolto alla realizzazione di una campagna semplice e con
un messaggio chiaro ed efficace. Per quanto riguarda il linguaggio e le
parole utilizzate nella definizione e spiegazione delle azioni, ad un livello
concettuale si è deciso di utilizzare un nuovo vocabolario con termini che
possano supportare cambiamenti sociali. Pertanto le parole come “risorsa”

Ilaria Marzoli
e “strategia di economia circolare” sono state sottolineate, evitando “rifiuto”
e “raccolta dei rifiuti”, per contribuire a creare una coscienza ambientale più
profonda e di un approccio strategico più orientato all’economia circolare,
in linea con la strategia seguita da AMIU nella sua campagna corporate
“Questo non è un rifiuto”.
La necessità di adeguare la campagna di comunicazione relativa al progetto con la campagna istituzionale AMIU sui rifiuti urbani che promuove
la raccolta differenziata tra i cittadini genovesi è stato fondamentale per permettere genovese di riconoscere immediatamente il messaggio “Questo
non è un rifiuto” per aiutarli a concentrarsi sul tema dei RAEE e dei servizi
di raccolta. La campagna RAEE ha incluso il logo del progetto e del life e su
alcuni prodotti anche il logo di tutto il partenariato.
Il progetto è suddiviso in due parti: una sperimentazione in un Municipio
Figura . Materiale informativo prodotto da Amiu.
Figura . Materiale informativo prodotto da Amiu.
Comunicare, coinvolgere e incontrare gli stakeholder del progetto WEEENMODELS

e quindi l’estensione a tutta la città. Nella zona del pilota in merito al tema
dei RAEE sono state effettuate specifiche attività: in particolare i laboratori
nelle scuole e biblioteche per raggiungere giovani, insegnanti e famiglie.
In queste occasioni, così come durante le fiere locali, i questionari sono
stati distribuiti e compilati, preferendo un approccio faccia a faccia per assicurarsi che le persone coinvolte fossero raggiunte dal messaggi; un fumetto
“I Rifiutati” è stato distribuito, con lo scopo di aumentare la consapevolezza
sui RAEE tra i giovani e i bambini in età scolare.
Entrambi i siti web del Comune e di AMIU ospitato informazioni sul
progetto WEEENMODELS, in particolare sito web AMIU ha un mini–sito dedicato http://www.amiu.genova.it/raee/ Per affrontare il tema dei RAEE
nel suo insieme e raccogliere tutte le informazioni necessarie ai cittadini in
merito all’argomento (come riconoscerli, come gestirli, come e dove trovare i servizi per disfarsene), è stato realizzato un minisito dedicato, ospitato
Figura . Incontri con stakeholders.
Figura . Incontri con stakeholders.

Ilaria Marzoli
nel sito Amiu. Consultando amiu.genova.it/raee i genovesi possono facilmente approfondire il progetto WEEENMODELS, imparare a riconoscere
e gestire i propri RAEE e approfittare delle occasioni formative promosse
da UNIMORE grazie allo strumento life+, iscrivendosi al corso on line per
diventare esperti di RAEE. Il minisito è stato pensato anche per ospitare
informazioni riguardo ai RAEE e ai servizi ad hoc disponibili in città.È
stato infatti valutato che i genovesi in cerca di informazioni relativamente
ai rifiuti e alla loro gestione, per quanto collegati ad un progetto europeo,
sarebbero passati attraverso il sito del gestore dei rifiuti. Grazie alle diverse
aree dedicate, si possono facilmente individuare le informazioni utili e i link
al corso on line dell’università. Il minisito è anche lo strumento attraverso
il quale distributori, trasportatori e centri di raccolta trovano l’accesso alla
piattaforma WEEENMODELS per la gestione della logistica, ma consente
grazie al minisito l’accesso ad informazioni complete riguardo alla normativa e agli obblighi di legge. Tutti i materiali prodotti per promuovere la
raccolta e i servizi messi a disposizione grazie a WEEENMODELS, sono
ospitati dal minisito amiu.genova.it/raee e sono stati distribuiti durante le
attività di comunicazione (workshop nelle scuole, presenza a manifestazioni
e iniziative, ecc.). Durante gli eventi di promozione sono stati distribuiti
volantini WEEENMODELS e sono stati effettuati laboratori, mostrando gli
oggetti, come ad esempio gli R: radio, giocattoli, lampade da tavolo, telefoni cellulari e altri dispositivi elettrici ed elettronici di piccole dimensioni, che
di solito il pubblico in generale, spesso non considera come RAEE. Sono
stati distribuiti volantini nell’area del pilota attraverso il furgoncino EcoRaee
che si è fermato  giorni a settimana in  diverse aree di mercato e in punti
di raccolta in occasione di fiere ed eventi locali.
Per l’estensione campagna di sensibilizzazione per l’intera città, strumenti come TV e spot radio saranno realizzati e trasmessi, così come la
pubblicità sui quotidiani.
A marzo  UNIMORE ha istituito corsi di formazione e–learning in
modalità libera, uno strumento estremamente utile per tenere le persone
informate e stimolare l’interesse sulla conoscenza RAEE per il grande
pubblico (elearning-raee.unimore.it). I corsi sono stati promossi durante le
conferenze a Genova e in altre città.
Come risultato delle attività di comunicazione svolte durante l’attività
del pilota, AMIU è riuscita a coinvolgere una scuola in un’attività imprevista
che ha prodotto uno strumento di comunicazione interessante: un breve
cartone animato sui RAEE.
Dopo aver visitato la mostra d’arte “Riciclare è arte”, e grazie all’entusiasmo degli studenti per le opere d’arte e installazioni artistiche, una
fondazione locale formazione professionale “Ente Fondazione CIF Formazione”, ha deciso di creare una breve animazione video utilizzando con la
Comunicare, coinvolgere e incontrare gli stakeholder del progetto WEEENMODELS

tecnica del decoupage. La realizzazione del video ha permesso agli studenti
di approfondire le loro conoscenze sui RAEE e le varie attività di raccolta
e riciclo che li riguardano. La supervisione artistica e l’aiuto dei professori
hanno consentito che gli studenti sviluppassero un processo di produzione, con pre–produzione (idea, soggetto, sceneggiatura e storyboard), fino
alla realizzazione del prodotto finale, il cartone animato RAEE. AMIU ha
sostenuto la scuola con informazioni e oggetti (RAEE) e il cartone animato è stato presentato a giugno  durante un incontro dell’Associazione
Amanti del cinema a Genova. Il video, della durata di  secondi circa
può essere usato come video per scuole o introduzione ad incontri con
diversi tipi di pubblico. Per quanto riguarda più specificamente la mostra,
la sala Spazio Aperto di Palazzo Ducale ha ospitato da venerdì  gennaio
a venerdì  febbraio  la mostra Riciclare è un’arte che ha registrato
più di . visitatori. Durante la mostra sono stati distribuiti i pieghevoli
realizzati per promuovere il progetto dai partner di WEEENMODELS e sono
stati realizzati alcuni laboratori con le classi per avvicinare i più piccoli al
tema dei RAEE. La mostra è stata realizzata per affrontare il tema del riciclo
e del riuso dei materiali, contestualizzandolo relativamente al progetto il
tema dei RAEE e mostrando come la creatività possa aiutare a stimolare
la sensibilità e veicolare temi relativi alla raccolta differenziata, al riciclo e
alla salvaguardia dell’ambiente. Nella sala oltre alle opere dell’artista Anna
Rita Serra, è stato proiettato un video realizzato grazie al contributo del
consorzio per il recupero e il riciclo dei RAEE ReMedia (che opera a livello
nazionale e appartiene al circuito del Centro di Coordinamento Nazionale
— CdC RAEE) per sensibilizzare e informare i visitatori su cosa sono i RAEE
e come gestirli correttamente. Nel Municipio Valpolcevera nel periodo
marzo–maggio  sono stati organizzati laboratori didattici per promuovere la consapevolezza riguardo ai RAEE, alla loro diffusione nelle nostre case
anche sotto forma di giochi e non solo di apparecchiature per la casa ma
anche per il tempo libero. I bambini e gli adulti sono stati coinvolti in attività
ludico–creative allo scopo di comprendere l’importanza del riuso e sono
stati sensibilizzati affinché imparassero a riconoscere i RAEE e a conoscere i
sistemi a disposizione in città per disfarsene gratuitamente, comodamente
e in maniera ambientalmente corretta. Ai partecipanti (insegnanti, alunni,
genitori, ragazzi e frequentatori delle biblioteche) è stato sottoposto un semplice questionario che ha consentito di comprendere il livello di conoscenza
dell’argomento. Più di  bambini e  residenti sono stati coinvolti nell’attività Queste attività hanno consentito anche di valutare su quali argomenti era
necessario focalizzare la comunicazione attraverso gli strumenti previsti per il
pilota (minisito dedicato, pieghevole informativo, schede RAEE), in modo da
rendere i contenuti interessanti e completi di tutte le informazioni necessarie
ai residenti per riconoscere e gestire al meglio le proprie AEE e i RAEE.

Ilaria Marzoli
. Adattarsi al cambiamento
Questo è l’aspetto più importante di qualsiasi attività di comunicazione soprattutto per progetti europei che vengono attuati talvolta molti mesi dopo la
loro stesura e la situazione così come il contesto subiscono dei cambiamenti.
C’è quindi la necessità di adattarsi ai cambiamenti della società riformulando
e ri–pianificando le attività pur restando nei limiti concessi dalla proposta
europea e si deve cercare di riuscire anche a sfruttare le tendenze più recenti
(su scala globale o locale). Pertanto, è necessario essere informati in modo
da essere in grado di reagire rapidamente e sfruttare il contesto sociale con
lo scopo di favorire le azioni preventive più favorevoli. Per questo motivo
la maggior parte dei piani sono sottoposte a verifiche costanti e a modifiche talvolta molto importanti. Ad esempio, per il progetto Weeenmodels
AMIU ha introdotto un nuovo servizio di raccolta dei piccoli RAEE che
non era previsto nel progetto originario: i furgoni EcoRaee, hanno iniziato
a raccogliere gli R a settembre  nell’area pilota, con grande successo
sollevando un notevole interesse tra i cittadini e consentendo la distribuzione di opuscoli informativi e di sensibilizzazione sui RAEE. Il servizio di
raccolta ha avuto un calendario giornaliero che andava dal Lunedi al Sabato
e i furgoni si fermavano in luoghi di aggregazione, come mercati a cielo
aperto, locali e capolinea di autobus o della metropolitana. Per l’estensione
a tutta la città, AMIU ha deciso di dotare altri furgoni, che già raccolgono
i grandi RAEE in modo che possano accettare anche i piccoli RAEE (in
particolare neon e lampade a basso consumo), al fine di offrire un servizio
completo a tutti i cittadini, e per sottolineare l’importanza della raccolta
differenziata di questi oggetti.
È stato quindi realizzato un nuovo calendario con gli orari del servi-
Figura . Furgone EcoRaee del progetto Weeenmodels.
Comunicare, coinvolgere e incontrare gli stakeholder del progetto WEEENMODELS

zio e sono stati realizzati pieghevoli e volantini, inoltre è stata aggiornata
l’applicazione ABCrifiuti rivolta ai genovesi e il sito web di AMIU.
. Approcci trasversali
La comunicazione dovrebbe sempre impiegare approcci trasversali a coinvolgere le diverse parti interessate per raggiungere al meglio gli obiettivi.
Ovviamente esiste la necessità di coinvolgere i diversi settori all’interno
dell’azienda per assicurarsi di aver preso in considerazione tutti i diversi
aspetti delle attività da comunicare. Pertanto una campagna di successo
richiede una combinazione di diverse metodologie e meccanismi. I diversi
canali di pubblicità e di comunicazione dipendono dall’azione e dal pubblico
di riferimento. Un forte coordinamento tra tutti i partner coinvolti in attività
di comunicazione è essenziale per una buona riuscita. Durante la campagna
di comunicazione nell’area pilota sono stati distribuiti volantini e sono stati
realizzati molti workshop, mostrando gli oggetti, come ad esempio gli R :
radio, giocattoli, lampade da tavolo, telefoni cellulari e altri dispositivi elettrici ed elettronici di piccole dimensioni, che di solito il pubblico in generale
non considera come RAEE. L’estensione della campagna di sensibilizzazione all’intera città è attualmente in corso. Alcuni degli strumenti previsti,
come spot TV e spot radio sono stati realizzati, così come la pagina pubblicitaria per i quotidiani. Questo strumento per coinvolgere un pubblico ampio,
sono stati conservati per la seconda parte del progetto, al fine di consentire a
tutti i cittadini essere coinvolti dal messaggio solo quando nel momento in
cui avevano a disposizione i nuovi servizi. Il nuovo servizio doveva essere
garantito in tutta l’area della città prima di promuoverlo e rischiando di
creare false aspettative.
Per quanto riguarda i commercianti e gli stakeholder professionali nell’area pilota AMIU ha attivato una campagna porta a porta effettuata dai
propri dipendenti (adeguatamente formati e opportunamente dotati di una
pettorina con il logo del progetto) per sensibilizzare l’opinione pubblica sul
progetto e la raccolta dei RAEE. Tutto il materiale informativo utilizzato
è stato precedentemente condiviso con gli stakeholder del Consorzio e le
associazioni locali che hanno preso parte ai tavoli tecnici. Anche se  piccoli
rivenditori sono stati informati attraverso la campagna porta a porta e hanno
mostrato interesse per il progetto, nessuno ha sottoscritto l’accordo che dava
accesso alla piattaforma del nuovo sistema di raccolta (inserire riferimento a
Contributo di altro socio su Piattaforma informatica). Pertanto per l’estensione alla città la campagna porta a porta è iniziata nel giugno  e sta
coinvolgendo altri partner interessati, come le associazioni dei consumatori
e i CIV (Centri Associati di Via). Questo approccio di coinvolgimento sta

Ilaria Marzoli
aiutando molto è ora più facile raggiungere i concessionari che non sono
coinvolti nella vendita dei RAEE nella campagna di informazione.
. Azioni di monitoraggio e consolidamento delle abitudini
Il monitoraggio dei risultati di raccolta RAEE è essenziale per dimostrare
l’efficacia delle azioni messe in atto o migliorarle in caso di scostamento
Figura . Materiale informativo.
Figura . Materiale informativo.
Comunicare, coinvolgere e incontrare gli stakeholder del progetto WEEENMODELS

dall’andamento previsto. Per quanto riguarda il progetto, il ruolo di AMIU
riguarda anche la raccolta di raccolta dei dati, che è ancora in corso, tenendo
conto di nuove informazioni servizi (EcoRaee — il nuovo furgone per
piccola raccolta RAEE).
Procedura di Raccolta dati: tutti i dati sono raccolti mensilmente dal database AMIU comprese tutte le informazioni dei servizi di raccolta dei RAEE.
Le informazioni relative ai centri di raccolta privati vengono condivise con
AMIU con un ritardo di circa  mesi (nel mese di giugno di solito riceviamo
i dati di raccolta dell’anno precedente); grazie al progetto abbiamo verificato che tutti i grandi rivenditori utilizzano la piattaforma di raccolta dei
RAEE locale (il Comune di Genova, referente per l’attività ha realizzato un
sondaggio telefonico per la verifica dei dati).
Le nuove procedure di Raccolta dati: grazie ai contatti e alle riunioni
tenute a Milano il  marzo e il  ottobre — , con il CdC RAEE
(Centro di Coordinamento Nazionale per la raccolta dei RAEE), è stato
possibile fornire un database che include non solo AMIU e altri dati di
centri di raccolta, ma anche realizzare nuovi fogli di calcolo in base al
quadro giuridico esistente su RAEE (disponibile su un file di Excel). Per
calcolare la percentuale rispetto al POM (prodotti immessi sul mercato), i
dati di riferimento sono stimati dai valori italiani per abitante, proiettate sul
numero di abitanti di Genova (come dichiarato dal CdC RAEE). Queste
procedure di raccolta e valutazione sono stati inseriti in un file excel che è
allegato alla relazione, in cui tutti i calcoli sono effettuati automaticamente.
Questa operazione si è resa necessaria in base alla nuova indicazione della
norma italiana che, recependo le indicazioni europee, non valuta più la
raccolta differenziata dei RAEE in valore assoluto, ma come percentuale
sulla quantità di AEE immessi al mercato. Non essendo però presente un
database completo, le approssimazioni fatte a livello nazionale, vengono
adottate anche a livello regionale, come indicato dal CdC RAEE, appunto.
Le nuove procedure di misurazione sono state testate utilizzando i dati
disponibili per il  e ha dimostrato che a Genova sono stati raccolti ,%
dei RAEE immessi sul mercato (nuovo procedimento di misura  —
foglio excel). Naturalmente il progetto sta introducendo un nuovo modo
di considerare AEE e RAEE. Lo scopo del progetto è anche per consentire
ai cittadini un modo più semplice per disfarsi dei propri RAEE, ossia nei
negozi dove dovrebbe essere organizzato per legge questo servizio, se il
punto vendita ha una superficie maggiore di  m , su base volontaria per
i più piccoli. Si tratta di un obiettivo ambizioso che non sarà facilmente
raggiungibile con la fine del progetto, ma WEEENMODELS è certamente il punto di partenza di un nuovo approccio ai RAEE sia da parte dei
cittadini che dei commercianti: i distributori devono capire che dare un
nuovo servizio è utile per consentire ai clienti di visitare i loro negozi e
Ilaria Marzoli

comprare qualcosa, per esempio, e quindi diventare un punto informativo
può diventare un volano per il loro business.
Per quanto riguarda la comunicazione interna, il progetto è stato presentato ai gruppi di dipendenti Amiu coinvolti nella realizzazione delle
diverse azioni, in ogni caso per consentire a tutti i dipendenti e visitatori
di conoscere il progetto e avere le informazioni su come ottenere ulteriori
suggerimenti su RAEE e sulla raccolta differenziata, sono stati usati tutti gli
strumenti possibili per diffondere il messaggio.
. Eventi speciali
Per promuovere il progetto a livello nazionale, con un target specifico ma
contestualmente divulgativo, è stato realizzato uno stand dedicato al progetto presso la manifestazione Ecomondo. Considerata come la più importante
piattaforma tecnologica per la Green e Circular Economy nell’area Euro–
Mediterranea, mette non solo in mostra le imprese europee che lavorano
nella direzione di sviluppo delle energie rinnovabili, risparmio energetico
ma soprattutto di innovazione green di prodotto e di progetti innovativi. Le
dimensioni commerciali sono di forte supporto alla promozione culturale
e tecnico scientifica, che ha uno spazio dedicato molto rilevante nel quale
è stato ospitato un seminario relativo al progetto. La presenza di WEEENMODELS alla ª edizione, che si è tenuta a Rimini dal al  novembre 
ha suscitato grande interesse e consentito ai partner che hanno condiviso
con Amiu l’esperienza di promuovere il progetto e di verificare l’interesse
e le altre iniziative relative ai RAEE sul territorio nazionale. Alcuni materiali di comunicazione sono stati distribuiti durante la manifestazione
presso lo stand sempre presidiato, per incuriosire e sostenere la promozione
della raccolta e del riciclo dei RAEE a prescindere dall’area geografica di
appartenenza.
I numeri di Ecomondo :
a)
b)
c)
d)
. visitatori, +.% sul ;
. aziende;
. mq con  padiglioni;
 convegni con più di . relatori e oltre . partecipanti.
WEEENmodels
ISBN 9788854897083
DOI 10.4399/97888548970837
pag. 69–72 (novembre 2016)
Rischi per la salute derivanti dall’esposizione
ambientale nella gestione dei RAEE
M V, F V∗
Quando le apparecchiature elettriche ed elettroniche raggiungono il loro
fine–vita, esse vengono definite come RAEE, ossia rifiuti di apparecchiature
elettriche ed elettroniche.
A causa della domanda dei consumatori, della rapida innovazione tecnologica e dell’alto tasso di obsolescenza dei nuovi prodotti, negli ultimi
due decenni l’aumento globale della produzione e del consumo di apparecchiature elettriche ed elettroniche ha portato i RAEE ad essere attualmente
il più grande e in più rapida crescita flusso di rifiuti al mondo, generando,
secondo una stima annua globale, da  a  milioni di tonnellate (Lundgren,
; Hussain, ).
La quantità crescente di tali rifiuti, oltre a porre sfide significative nella
loro gestione, sia nei paesi sviluppati sia nelle economie in via di sviluppo
dell’Africa e dell’Asia, verso le quali viene abitualmente diretto un massiccio
flusso nascosto di RAEE (Perkins, ; Lundgren, ; Chen et al., ),
dà luogo a grande preoccupazione per le conseguenze sulla salute umana. I
rifiuti elettrici ed elettronici sono infatti classificati come rifiuti pericolosi
(Tsydenova & Bengtsson, ) a causa delle loro implicazioni negative sulla
salute e sull’ambiente. L’esposizione ai RAEE ed il loro maneggiamento
improprio possono esporre la popolazione alla moltitudine di sostanze
chimiche presenti nei loro componenti e a quelle che si liberano durante la
combustione(Frazzoli, ; Aldrian, ).
Tra le sostanze chimiche coinvolte, i metalli pesanti sembrano avere
un ruolo di primo piano nei potenziali rischi per la salute (Perkins, ).
Diverse sono le vie di esposizione a questi elementi come l’inalazione
dell’aria, l’assunzione con la dieta, l’ingestione di terra e di polvere ed il
contatto con la pelle (Qingbin, Jinhui, ). La persistenza ed il bioaccumulo
di metalli pesanti nell’ambiente e la loro bioconcentrazione nella catena
alimentare potrebbero portare ad un elevato rischio di esposizione per
adulti e bambini, questi ultimi caratterizzati da particolare sensibilità a causa
∗
Marco Vincent è professore associato confermato presso l’Università degli Studi di Modena
e Reggio Emilia. Federica Violi è cultore della materia Chimica dell’ambiente e dei beni culturali
presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.


Marco Vinceti, Federica Violi
di un assorbimento gastrointestinale e di una permeabilità della barriera
emato–encefalica elevati (Qingbin, ).
Gli idrocarburi policiclici aromatici (PAH) sono inquinanti ubiquitari che
originano prevalentemente dalla combustione incompleta di rifiuti elettronici (Yang et al, ; Xijin, ) I PAH depositati nel tratto respiratorio umano
vengono rapidamente trasferiti nel sangue e a livello tessutale, inducendo
un’esposizione sistemica per il soggetto (Luo et al, ).
Le diossine sono un gruppo di composti chimicamente correlati che persistono come inquinanti ambientali. Il nome chimico per la diossina è ,,,
tetraclorodibenzoparadiossina (TCDD). Il TCDD può presentarsi come
contaminante in alcuni erbicidi e può anche essere prodotto nel corso di
processi termici quali l’incenerimento (IARC Monographs). L’esposizione
umana a TCDD si verifica maggiormente attraverso l’ingestione di carne,
latte, uova, pesce e prodotti contaminati, essendo il TCDD altamente persistente nell’ambiente ed accumulandosi nella catena alimentare. Una volta
entrate nel corpo, le diossine persistono a lungo grazie alla loro stabilità
chimica e alla capacità di essere assorbite dal tessuto adiposo, dove sono poi
accumulate (IARC Monographs).
I bifenili polibromurati (PBB) sono un gruppo di sostanze chimiche senza fonti naturali che possono essere trovate nella plastica ed utilizzate
come ritardanti di fiamma in molti prodotti di consumo. Anche se i PBB
non sono più sintetizzati, le parti in plastica di molte apparecchiature elettriche ed elettroniche, prodotte prima dell’attuazione delle disposizioni
di legge ed attualmente ancora da smaltire, possono contenerne grandi
quantità (Alexia Aldrian, ). Inoltre i PBB possono essere presenti
nell’ambiente, non degradandosi facilmente, tendendo ad accumularsi nella catena alimentare e legandosi al particolato atmosferico (IARC
Monographs).
I bifenili policlorurati (PCB) sono un gruppo di sostanze chimiche organiche di sintesi, senza fonti naturali conosciute. Entrano nell’ambiente come
miscele contenenti una varietà di singoli componenti, noti come congeners,
così come impurità. I prodotti di consumo che possono contenere PCB
comprendono vecchi apparecchi di illuminazione a fluorescenza e dispositivi elettrici o elettrodomestici contenenti condensatori prodotti prima
che l’uso dei PCB fosse interrotto negli anni ’, a causa della provata esistenza di effetti nocivi sia per l’ambiente e che per la salute umana (IARC
Monographs).
Gli eteri di difenile polibromurato (PBDE) sono un gruppo di sostanze chimiche organiche di sintesi facenti parte della classe dei ritardanti di fiamma
bromurati, privi di fonti naturali nell’ambiente, ad eccezione di alcuni organismi marini (IARC Monographs). I PBDE entrano nell’ambiente come
miscele composte da una varietà di singole componenti, una delle quali è an-
Rischi per la salute derivanti dall’esposizione ambientale nella gestione dei RAEE

cora in uso in molti paesi (IARC Monographs). Tali sostanze sono note per
essere persistenti e per la tendenza ad accumularsi nella catena alimentare
quando rilasciate nell’ambiente (Seunghun et al, ).
Lo studio degli effetti a breve e lungo termine dell’esposizione alle sostanze pericolose contenute nei RAEE è ostacolato da molti fattori che ne
aumentano la complessità dello studio. La tossicità di molte sostanze presenti nei RAEE, se considerate singolarmente, è ben documentata; tuttavia
alcuni potenziali contaminanti sono rari e ulteriori studi sono necessari per
comprendere i loro effetti. Inoltre, a causa del gran numero di sostanze
chimiche presenti in questa tipologia di rifiuti, è difficile definire l’effetto
dell’esposizione al singolo contaminante. L’interazione delle sostanze chimiche presenti può essere anche superiore all’effetto delle singole sostanze o,
al contrario, anche se la singola sostanza chimica non presenta effetti nocivi,
la miscela può essere in grado di produrne. Un altro fattore da considerare è
rappresentato dal fatto che gli effetti della tossicità dei metaboliti che mediano gli effetti dell’esposizione alla sostanza non siano stati sufficientemente
studiati (Lundgren, ; Perkins, ). Inoltre, limitate sono le informazioni disponibili sugli effetti dell’esposizione ai RAEE nei principali siti di
discarica; le evidenze scientifiche attualmente disponibili provengono per
lo più da studi condotti in Cina (Cina meridionale) e in Africa Occidentale,
in sedi di smaltimento dove spesso mancano anche le basilari misure di
sicurezza e tutela della salute.
Il ciclo di vita dei RAEE, dalla produzione, al riuso, al trattamento e allo
smaltimento, può esporre la popolazione a sostanze chimiche già presenti
nelle componenti dei RAEE (elementi chimici, ritardanti di fiamma bromurati
(BFR) e PCB non diossina–simili (NDL PCB)) o a sostanze chimiche rilasciate
durante la combustione dei rifiuti (PAH, policlorodibenzo–p–diossine e furani
(PCDD/Fs) e PCBs diossina–simili (DL PCB)) (Frazzoli, ).
I conseguenti rischi per la salute possono derivare dalla ripetuta o continua esposizione alle sostanze chimiche o alla persistenza e al bioaccumulo
nell’ambiente e alla bioconcentrazione nella catena alimentare.
Tra le possibili conseguenze per la salute associate all’esposizione a
RAEE, svariati effetti sono riportati in letteratura, quali cambiamenti nella
funzionalità polmonare e tiroidea, nella regolazione ormonale, nel temperamento e nel comportamento, nello sviluppo cognitivo e nella salute
mentale, un aumento di aborti spontanei, di nati morti e di esiti neonatali
avversi, variazioni nel peso alla nascita e nel tasso di crescita infantile, oltre
alla comparsa di effetti cancerogeni e di interferenti endocrini (Grant, ;
Perkins, ).
Diverse possono essere le fonti di esposizione a queste sostanze pericolose, come ad esempio l’inalazione, il contatto con terreno e polvere,
l’ingestione di cibo di produzione locale e di acqua contaminati.

Marco Vinceti, Federica Violi
Gli effetti di questi agenti inquinanti sono di particolare interesse non
solo per la popolazione adulta generale e per i lavoratori coinvolti nella
gestione dei RAEE, ma anche per i bambini. Infatti, la loro esposizione può
essere superiore a quella degli adulti a causa della loro ridotta capacità di
detossificare le sostanze tossiche e dei loro sistemi di sviluppo, particolarmente sensibili agli insulti durante la crescita. Inoltre, i bambini tendono a
trascorrono più tempo all’aperto, dove, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, le esposizione pericolose possono essere vicine e dove i bambini più
piccoli, che tipicamente portano spesso le mani alla bocca, vanno incontro
all’ingestione diretta di sostanze potenzialmente nocive.
Riferimenti bibliografici
A A., Monitoring of WEEE plastics in regards to brominated flame retardants
using handheld XRF, .
C A. et al., Developmental Neurotoxicants in E–waste: an emerging health concern,
Environmental health perspectives, vol. , number , April .
F C. et al, Diagnostic health risk assessment of electronic waste on the general
population in developing countries’ scenarios, .
G K. et al., Health consequences of exposure to e–waste: a systematic review, Lancet Glob Health,  Dec, (): e–.
H M. et al, E–waste: impacts, issues and management strategies, Rev Environ
Health, .
L K., The global impact of e–waste, International Labour Office, Geneva, .
L P. et al., Size–dependent distribution and inhalation cancer risk of particle–bound
polycyclic aromatic hydrocarbons at a typical e–waste recycling and an urban site,
Environmental Pollution, vol. , .
P D.N., E–waste: A Global hazard, Annals of Global Health, .
Q S. and J L., A systematic review of the human body burden of e–waste
exposure in China, .
S L. et al, Static and dynamic flow analysis of PBDEs in plastics from used and
end–of–life TVs and computer monitors by life cycle in Korea, .
T O. and B M., Chemical hazards associated with treatment of
waste electrical and electronic equipment, Waste Manag., .
X X. et al, Placental IGF– and IGFBP– expression correlate with umbilical cord
blood PAH and PBDE levels from prenatal exposure to electronic waste, .
Y Q. et al., Polycyclic aromatic hydrocarbon (PAH) exposure and oxidative stress for
a rural population from the North China Plain, Environ Sci. Pollut. res. Int., .
IARC Monographs on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans.
WEEENmodels
ISBN 9788854897083
DOI 10.4399/97888548970838
pag. 73–79 (novembre 2016)
Rischio sanitario correlato all’esposizione
occupazionale nella gestione dei RAEE
F G, A M∗
A: L’attività di riciclo dei rifiuti di apparecchiature elettriche e elettroniche (RAEE) include
varie fasi lavorative: smontaggio manuale, separazione manuale o semi–automatica, procedure metallurgiche e di combustione, etc. I lavoratori addetti a queste lavorazioni sono potenzialmente esposti
a molteplici agenti chimici tossici e ad altri fattori di rischio occupazionale, quali rumore, vibrazioni,
movimentazione manuale dei carichi, etc. In accordo con quanto riportato in letteratura scientifica,
l’esposizione occupazionale ad agenti chimici, prevalentemente per via inalatoria, è rilevante in
ognuna di queste fasi lavorative. Tra i possibili agenti chimici tossici vi sono vari metalli (p.e. rame,
piombo, cadmio, mercurio, cromo, etc) e composti organici (p.e. ritardanti di fiamma bromurati
“RFB”, policlorobifenili “PCB”, idrocarburi aromatici policiclici “IPA”, policlorodibenzodiossine e
policlorodibenzofurani “PCDD/Fs”, etc.). Ad oggi i dati disponibili sui possibili effetti avversi dell’esposizione ad agenti chimici in questi lavoratori sono carenti. Il nostro obiettivo è stimare il rischio
tossicologico e cancerogeno correlato all’esposizione occupazionale ad agenti chimici nell’attività
di riciclo dei RAEE. Per raggiungere tale obiettivo è applicata la metodologia del human Health
Risk Assessment. Questo metodo è in grado di stimare un Quoziente di Rischio (Hazard Quotient,
HQ) per gli agenti chimici tossici, definito come il rapporto tra dose media di esposizione ad uno
specifico agente tossico e la massima dose ammissibile senza l’osservazione di alcun effetto avverso
per la popolazione lavorativa; lo stesso metodo stima anche il rischio cancerogeno, che è definito
come l’aumento di probabilità del numero di casi di cancro dovuti all’esposizione alla sostanza nel
corso della vita.
. Fasi lavorative e rischi per la salute nell’attività di riciclo dei RAEE
I RAEE sono frequentemente trattati come rifiuto solido urbano, e possono
essere soggetti ad incenerimento o deposito nelle discariche. In questi casi i
lavoratori sono esposti a rischi derivanti sia dalla gestione dei RAEE che di
altre tipologie di rifiuti, e non è quindi possibile valutare specificamente il
rischio correlato ai RAEE.
Lo smaltimento dei RAEE mediante questa modalità non è ad oggi
considerato adeguato, e le attività di riciclo si stanno sempre più diffondendo.
In generale, le attività di riciclo dei RAEE possono essere suddivise in due
categorie: “informali” e “formali” (Grant K et al, ). Le prime includono un
mero smontaggio manuale delle apparecchiature e rudimentali procedure
∗
Fabriziomaria Gobba è professore associato confermato presso l’Università degli Studi di
Modena e Reggio Emilia. Alberto Modenese è assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di
Modena e Reggio Emilia


Fabriziomaria Gobba, Alberto Modenese
piro–metallurgiche al fine di recuperare materiale “prezioso”. Il riciclo
formale invece ha un minor impatto sulla salute dei lavoratori e prevede
procedure tecniche complesse per rimuovere in modo sicuro i materiali
riutilizzabili dal resto delle apparecchiature elettroniche dismesse.
Tra le più diffuse apparecchiature elettriche ed elettroniche che diventano parte dei RAEE vi sono i vecchi schermi a tubo a raggi catodici di
computers e televisori, che contengono considerevoli quantitativi di piombo
nel vetro. All’interno di tutti i computers, così come nei telefoni cellulari ed
in quasi la totalità delle apparecchiature elettriche ed elettroniche troviamo i
circuiti stampati, che possono contenere metalli quali rame, ferro, stagno,
alluminio, oro, argento. Per recuperare questi metalli sono frequentemente
adottati processi di combustione, che possono determinare il rilascio di composti organici estremamente tossici, tra cui diossine e furani. Una quota
importante dei RAEE è inoltre rappresentata dai grandi elettrodomestici,
tra cui si ricordano i vecchi frigoriferi e apparecchi per il condizionamento
dell’aria, che possono contenere gas refrigeranti tossici, quali i clorofluorocarburi (CFC). Atri RAEE ubiquitari sono le batterie, contenenti sostanze
acide e metalli tossici come il litio, il piombo, il cadmio e il nickel, e le
lampade; in particolare è emergente il problema dello smaltimento delle
nuove lampade a fluorescenza, che contengono un metallo neurotossico, il
mercurio.
Considerando specificamente le varie fasi lavorative nell’attività di riciclo
dei RAEE, i rischi occupazionali sono diversi in relazione alle diverse procedure utilizzate per recuperare i materiali, così come evidenziato da una
recente revisione della letteratura (Tsydenova O & Bengtsson M, ). I
principali rischi professionali sono:
a) esposizione ad agenti chimici: è il rischio più rilevante per i lavoratori,
sia nei Paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo. L’esposizione
ad agenti chimici varia in dipendenza delle sostanze e delle procedure adottate. Usualmente, l’esposizione lavorativa avviene mediante
l’inalazione di polveri e vapori, ma è possibile anche il contato cutaneo diretto con i tossici. L’ingestione accidentale può verificarsi solo
in caso di inadeguato rispetto delle norme igieniche e di sicurezza,
come ad esempio consumare cibi e fumare sul luogo di lavoro. L’esposizione a metalli può verificarsi durante i processi di recupero
delle componenti di apparecchiature elettroniche quali ad esempio
circuiti stampati e batterie; l’esposizione a composti organici può
essere determinata dall’esecuzione di procedure piro–metallurgiche,
o dalla liberazione di gas refrigeranti da vecchi frigoriferi o condizionatori. L’esposizione occupazionale ad agenti chimici sarà discussa
in modo dettagliato nella sezione seguente;
Rischio sanitario correlato all’esposizione occupazionale nella gestione dei RAEE

b) sovraccarico biomeccanico del sistema muscolo–scheletrico a causa
di movimentazione manuale dei carichi pesanti e dell’effettuazione di
movimenti ripetitivi dell’arto superiore, esposizione a vibrazioni per
utilizzo di strumenti vibranti: tali rischi possono evidenziarsi nelle
attività di smontaggio manuale dei grandi elettrodomestici, oltre che
nella separazione manuale dei componenti di piccole apparecchiature
elettroniche;
c) esposizione a rumore elevato durante l’effettuazione di procedure
quali la separazione semi–automatica mediante l’utilizzo di macchinari in grado di frantumare e quindi filtrare i materiali;
d) rischio infortunistico: ad esempio la possibile rottura dei vetri dei tubi
a raggi catodici e dei bulbi delle lampade a fluorescenza; l’estrazione
di metalli dai RAEE utilizzando acidi forti e combustione diretta
mediante l’utilizzo di propellenti estremamente infiammabili quali
kerosene e propano (prevalentemente nei Paesi in via di sviluppo);
utilizzo di strumenti taglienti ed in grado di rompere i RAEE;
e) altri possibili rischi occupazionali sono l’esposizione ad agenti biologici da possibile contaminazione dei RAEE da parte di microorganismi,
la presenza di condizioni microclimatiche avverse durante il trattamento dei rifiuti elettrici e elettronici, ed altri. Infine, i lavoratori
possono essere esposti a rischi legati all’organizzazione del lavoro,
quali ad esempio lo stress lavoro–correlato e l’effettuazione di lavoro
a turni (Lavoie J et al ).
. Esposizione occupazionale ad agenti chimici nell’attività di riciclo
dei RAEE
.. I composti organici
a) Polibromodifenileteri (PBDE) e altri ritardanti di fiamma (Rf ). L’esposizione occupazionale a RF è stata recentemente valutata in uno
studio Finlandese che ha monitorato per  anni quattro impianti di
riciclo dei RAEE (Rosenberg C. et al, ). La concentrazione media
di diversi congeneri di PBDE in campioni di aria delle postazioni
lavorative variava tra i . e i  ng/m , suggerendo la possibile
presenza di un rischio per la salute dei lavoratori, nonostante ad oggi
non via sia un’adeguata conoscenza di valori limite occupazionali
per l’esposizione a queste sostanze. In Svezia (Sjödin A et al, )
l’esposizione occupazionale a PBDE in un gruppo di lavoratori impiegati in un impianto di riciclo dei RAEE è risultata pari a  pmol

Fabriziomaria Gobba, Alberto Modenese
per grammo di lipidi, significativamente più elevata rispetto ad un
gruppo di controlli.
b) Diossine e furani. Un recente studio effettuato in Ghana (Wittsiepe J
et al, ) ha mostrato elevati livelli di diossine e furani sia all’interno
degli impianti di riciclo dei RAEE che nelle aree limitrofe, con possibili effetti tossici per la salute dei lavoratori e degli abitanti dell’area,
ivi compresi effetti cancerogeni.
c) Polibromobifenili (Pbb) e policlorobifenili (Pcb). In un’area di riciclo dei RAEE del Nord della Cina (Yang et al, ) è stata indagata
l’esposizione inalatoria e per contatto cutaneo a PBB e PCB in un
gruppo di lavoratori e rispettivi controlli. I livelli sierici dei congeneri
di PBB sono risultati mediamente . ng/g di lipidi, circa  volte
superiori rispetto ai controlli. Per i congeneri dei PCB è stata misurata
una concentrazione sierica media di . ng/g di lipidi, circa  volte
superiore rispetto ai controlli.
d) Idrocarburi aromatici policiclici (Ipa).  diversi composti sono stati
recentemente misurati nell’aria di un sito di riciclo dei RAEE in Cina
(Zhang D et al, ), rinvenendo una concentrazione media di 
ng/m .
.. I Metalli
In una vasta area di riciclo dei RAEE in Ghana (Caravanos J et al, ), la raccolta di campioni d’aria ambientali ha mostrato elevati livelli di esposizione a
vari metalli, superiori ai valori limite proposti dall’American Conference of
Governmental Industrial Hygienists (ACGIH). Anche in un recente studio
Svedese ( Julander A et al, ) è stata indagata l’esposizione a metalli tossici
dei lavoratori addetti alla gestione dei RAEE. La maggior concentrazione
nell’aria dell’ambiente di lavoro è stata misurata per il Ferro ed è risultata
di  µg/m , seguita dallo Zinco ( µg/m ) e dal Piombo ( µg/m ). Le
concentrazioni di Cadmio e Rame erano significativamente più elevate
durante le attività di disassemblaggio dei RAEE all’interno dell’impianto
rispetto alle attività effettuate all’aperto. Anche per il Cromo ed il Piombo è
stata osservata questa tendenza, pur non significativa. Per tutti i metalli considerati, i campionamenti in aree di lavoro hanno rivelato concentrazioni
significativamente superiori rispetto a quelle di aree di controllo. Considerando le concentrazioni ematiche, plasmatiche e/o urinarie dei metalli,
quelle di Cromo (. µg/l), Cobalto, Indio, Piombo e Mercurio sono risultate
più elevate nei lavoratori rispetto ai controlli.
Considerando specificamente l’esposizione a Piombo, un recente studio
condotto ad Hong Kong (Lau WK et al, ) ha mostrato elevate concentrazioni di Pb nelle aree di disassemblaggio dei RAEE: tali concentrazioni
Rischio sanitario correlato all’esposizione occupazionale nella gestione dei RAEE

hanno determinato una stima delle piombemie nei lavoratori comprese tra
 e . µg/dl, e quindi possibilmente superiori al valore di  µg/dl dell’Indice Biologico di Esposizione proposto dall’ACGIH(ACGIH, ). Uno
studio Cinese (Wang Q et al, ) sull’esposizione occupazionale a Pb dei
lavoratori addetti al riciclo dei RAEE ha misurato la frequenza di alterazioni
nucleari linfocitarie, riscontrando che la presenza di micronuclei e cellule
binucleate era maggiormente elevata nei lavoratori rispetto ai controlli e
si correlava positivamente con i valori di piombemia, la cui mediana era
di . µg/dL. Ancora in Cina, Xue et al hanno stimato il rischio sanitario
per i lavoratori esposti a Pb, calcolando un indice di rischio di ., che
indica una maggior probabilità di insorgenza di effetti tossici, quali disturbi
gastrointestinali, ematologici (anemia, etc) ed altri.
Riguardo alla esposizione occupazionale a Mercurio (Hg), metallo neurotossico, in un recente studio Francese condotto in un impianto di riciclo
di lampade a fluorescenza (Zimmermann F et al, ) è stata misurata una
concentrazione indoor di Hg pari a . µg/m , superiore al valore limite
proposto dall’ACGIH per i composti alchilici del mercurio.
Considerando il rischio cancerogeno, un recente studio condotto a Hong
Kong (Lau WK et al, ) ha effettuato un’analisi di human Health Risk Assessments e per l’esposizione a Cadmio, Nickel e Cromo il rischio di aumento
di frequenza dei tumori nei lavoratori addetti alla gestione dei RAEE nel
reparto del disassemblaggio è risultato ad un livello non accettabile.
. Stima degli effetti avversi per la salute nei lavoratori addetti al riciclo
dei RAEE: l’Health Risk assessment
Al fine di quantificare i rischi di tossicità e di cancerogenicità correlati all’esposizione occupazionale ad agenti chimici nell’attività di riciclo dei RAEE
può essere condotta un’analisi di human Health Risk Assessment (HRA). L’HRA è un procedimento in grado di stimare la tipologia e la probabilità di
insorgenza di effetti avversi in una data popolazione esposta ad agenti chimici che hanno contaminato un determinato ambiente, nel presente e nel
futuro (Environmental Protection Agency, EPA). Il metodo, internazionalmente validato e largamente diffuso, permette la stima del Quoziente di Rischio
(Hazard Quotient, HQ) per le sostanze tossiche, definito come rapporto tra
la dose media giornaliera di uno specifico agente chimico e la massima dose
ammissibile senza l’insorgenza di effetti avversi (Reference Dose, RfD). La
metodologia consente anche di calcolare, per gli agenti chimici cancerogeni,
il rischio cancerogeno, definito come probabilità di aumento dei casi di tumore nel corso della vita intera, valore che si ottiene moltiplicando la dose
media giornaliera di esposizione al cancerogeno per il potere cancerogeno

Fabriziomaria Gobba, Alberto Modenese
della sostanza (Cancer Slope Factor, CSP). Ulteriore modalità per stimare gli
effetti sulla salute dei lavoratori prevede il calcolo dei Disability–Adjusted Life
Years (DALYs), ovvero una misura dell’impatto delle singole patologie sulla
popolazione lavorativa, che rispecchia il numero di anni in salute persi nel
corso della vita a causa della malattia, ivi compresa la disabilità e la morte
precoce.
Riferimenti bibliografici
A C  G I H (ACGIH), 
TLVs and BEIs, ACGIH, US, .
C J., C E., F R., L C., Assessing Worker and Environmental Chemical Exposure Risks at an e–Waste Recycling and Disposal Site in Accra,
Ghana, «Journal of Health and Pollution», February , vol. , n. , pp. –.
G K., G F.C., S P.D., B M.N., N M., V D B M.,
N R.E., Health consequences of exposure to e–waste: a systematic review,
Lancet Glob Health,  Dec., (): e–.
J A., L L., S L., G M., P B., V M., L
C., Formal recycling of e–waste leads to increased exposure to toxic metals: an occupational exposure study from Sweden, «Environ. Int.»  Dec., : –.
L J., G S., Evaluation of health and safety risks in municipal solid waste
recycling plants, «J Air Waste Manag Assoc.»  Mar., (): –.
L W.K. et al., Human health risk assessment based on trace metals in suspended air
particulates, surface dust, and floor dust from e–waste recycling workshops in Hong
Kong, China, «Environ Sci Pollut Res Int.»  Mar., (): –.
R C. et al., Exposure to flame retardants in electronics recycling sites, «Ann
Occup Hyg.» , (): –.
S A., H L., K–W E., K–D K., J E.,
B A., Flame retardant exposure: polybrominated diphenyl ethers in blood
from Swedish workers, «Environ Health Perspect.»  Aug., (): –.
T O., B M., Chemical hazards associated with treatment of waste
electrical and electronic equipment, «Waste Manag.»  Jan., (): –.
W Q. et al., Increased levels of lead in the blood and frequencies of lymphocytic micronucleated binucleated cells among workers from an electronic–waste recycling site.
J Environ Sci Health A Tox Hazard Subst Environ Eng. ;():–.
W J., F J.N., T H., B G.D., W M., F T., Levels of polychlorinated dibenzo–p–dioxins, dibenzofurans (PCDD/Fs) and biphenyls
(PCBs) in blood of informal e–waste recycling workers from Agbogbloshie, Ghana, and
controls, «Environ Int.»  Jun., : –.
Rischio sanitario correlato all’esposizione occupazionale nella gestione dei RAEE

X M., Y Y., R J., X Z., Assessment of noise and heavy metals (Cr, Cu, Cd,
Pb) in the ambience of the production line for recycling waste printed circuit boards,
«Environ Sci Technol.»  Jan., ;(): –.
Z D. et al., Source identification and health risk of polycyclic aromatic hydrocarbons associated with electronic dismantling in Guiyu town, South China, «J Hazard
Mater», , (): –.
Z F. et al., Occupational exposure in the fluorescent lamp recycling sector in
France, «Waste Manag.»  Jul., (): –.
WEEENmodels
ISBN 9788854897083
DOI 10.4399/97888548970839
pag. 81–90 (novembre 2016)
Il riuso dei RAEE
Un’opportunità per l’Economia circolare
G S∗
. Sostenibilità ambientale, economica, sociale del riuso
Nel seguito si intende esporre e argomentare i vantaggi non solo ambientali,
ma anche economici e sociali connessi al riuso dei RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), pratica da considerare prioritaria rispetto
a tutti gli altri tipi di trattamento, così come indicato dall’UE e recepito dalla
nostra legislazione e secondo i principi dell’Economia circolare.
L’espressione Economia circolare fa riferimento a una concezione della
produzione e del consumo di beni e servizi alternativa rispetto al modello
lineare (produzione–vendita–smaltimento). L’economia circolare prende
spunto dai meccanismi di retroazione (non lineari) che contraddistinguono
i sistemi viventi e assume che i sistemi economici debbano funzionare
come organismi, in cui le sostanze nutrienti sono elaborate e utilizzate, per
poi essere reinmesse nel ciclo sia biologico che tecnico. Da qui deriva il
concetto ricorrente, nell’ambito dell’economia circolare, di “ciclo chiuso” o
“rigenerativo”.
Tra i maggiori obiettivi dell’economia circolare sono l’estensione della vita dei prodotti, la produzione di beni di lunga durata, le attività di
ricondizionamento e la riduzione della produzione di rifiuti.
Il riuso è in perfetta sintonia con questi concetti, infatti:
a) ricondizionamento, riparazione e reimpiego, diversamente dal riciclo,
conservando per intero unità e componenti per un più lungo ciclo di
vita, mantengono il valore dei beni;
b) il riuso, a differenza del riciclo che conserva solo la materia, conserva
sia la materia che l’energia;
c) la destinazione di prodotti dismessi a operazioni di riparazione finalizzate al reimpiego permette di risparmiare i costi di trattamento e
∗
Giovanna Sartori è socia fondatrice e presidente dell’associazione di promozione sociale
alVerde e fondatrice, consigliera e membro del comitato scientifico dell’Ecoistituto di Reggio Emilia
e Genova – centro di diritto ambientale.


Giovanna Sartori
assicura anche vantaggi economici grazie alla rivendita di prodotti a
prezzo più basso rispetto al nuovo;
d) la creazione di filiere del riutilizzo è in grado di creare posti di lavoro
e di contribuire sensibilmente alle economie locali;
e) il riuso sposta lo sviluppo e la crescita su settori che non aumentano
l’incremento delle merci, senza negare lo sviluppo economico.
Molti studi hanno evidenziato la grande quantità di oggetti ancora utilizzabili presenti nei rifiuti. Trovare soluzioni per intercettare questi oggetti
prima che divengano rifiuti (in ottica di prevenzione) deve essere l’obiettivo
di tutti i soggetti che hanno la responsabilità di organizzare e svolgere la
gestione del ciclo dei RU nel rispetto dei principi di sostenibilità ambientale
ed economica, secondo regole chiare e certe.
. La normativa
La Commissione Europea ha cercato di incoraggiare lo sviluppo del riuso
dei beni, sottraendoli al flusso dei rifiuti e quindi prevenendone la generazione. Il riuso è parte essenziale della gestione sostenibile dei rifiuti elettronici
e contribuisce a raggiungere l’obiettivo della conservazione delle risorse,
come prevede la stessa Direttiva quadro dell’UE sui rifiuti.
Con la Direttiva //CE la Commissione Europea ha definito i
principi secondo cui la gestione dei rifiuti deve essere organizzata (gerarchia
delle soluzioni gestionali), alcuni obiettivi da raggiungere e gli strumenti
per farlo (con l’adozione di programmi nazionali e l’emanazione delle linee
guida).
In più occasioni, la stessa Commissione europea ha specificato come dal
punto di vista tecnico le operazioni della preparazione per il riutilizzo siano
le medesime del riutilizzo (controllo, pulizia, eventuale riparazione), solo
che vengono effettuate su oggetti che hanno perso la qualifica di “beni”.
Quindi, la distinzione tra prevenzione e preparazione per il riutilizzo assume
un significato esclusivamente “normativo”, mentre non ne ha dal punto di
vista del ciclo di vita dei materiali.
Comunque un rifiuto cessa di essere tale quando è stato sottoposto a
un’operazione di recupero — sia questo riciclo oppure preparazione per il
riutilizzo — e soddisfa i criteri specifici nel rispetto delle seguenti condizioni:
a) la sostanza o l’oggetto sono utilizzate per scopi specifici;
b) esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto;
c) la sostanza soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispetta
la normativa e gli standard esistenti applicabili ai vari prodotti;
Il riuso dei RAEE

d) l’utilizzo non porta ad impatti complessivi negativi sull’ambiente o
sulla salute umana.
In Italia, è stato emanato D.Lgs.  aprile , attuativo della Direttiva
//CE, che nella parte relativa a “Riutilizzo di prodotti e preparazione per
il riutilizzo di rifiuti” prevede che: “Le pubbliche amministrazioni adottano,
nell’esercizio delle rispettive competenze, iniziative dirette a favorire il
riutilizzo dei prodotti e la preparazione per il riutilizzo dei rifiuti.
Inoltre, la parte quarte del D.lgs / prevede che le autorità competenti in materia digestione dei rifiuti promuovano o attivino, ciascuna
secondo le proprie competenze, iniziative volte a favorire prioritariamente
la prevenzione e la riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti.
Nel Programma Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti, emesso con decreto direttoriale del  ottobre  in recepimento della direttiva //CE
entro la scadenza del //, vengono espresse due misure relative ai
RAEE:
a) misura I: misure relative alla progettazione di apparecchiature elettriche ed elettroniche più durevoli o più facilmente riparabili e/o
riutilizzabili;
b) misura II: misure volte a favorire la creazione di centri per la riparazione e il riutilizzo delle apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Nel  l’UE ha emanato la Direttiva //UE (nuova direttiva RAEE,
da recepire entro il  febbraio ), dove esistono specifici articoli relativi
al riutilizzo dei RAEE, artt.  comma ,  comma  e .
Nella Direttiva RAEE è inoltre affermato esplicitamente che “gli Stati
membri privilegiano il reimpiego di apparecchi interi”.
Per concludere, la gerarchia dei rifiuti approvata nella legislazione europea vigente stabilisce la chiara priorità della preparazione per il riutilizzo
rispetto al riciclo e allo smaltimento, ma purtroppo non ci sono ancora
obiettivi chiari o incentivi per rendere questo possibile. Infatti, ad esempio,
nella direttiva //CE vengono indicati obiettivi congiunti per la preparazione per il riutilizzo e il riciclo dei rifiuti (almeno il % entro il )
(Articolo ) e non obbiettivi specifici per il solo riutilizzo.
. Pro e contro del riuso dei RAEE
Lo sviluppo economico e i rapidi progressi tecnologici stanno generando a
livello globale una quantità enorme di rifiuti di apparecchiature elettriche
ed elettroniche (RAEE).

Giovanna Sartori
Anche strumenti ancora funzionanti vengono presto scartati non appena
vengono immessi sul mercato nuovi prodotti, qualora non siano trattenuti
ancora nelle abitazioni, in attesa di un eventuale, ma improbabile, recupero.
L’opzione del riutilizzo:
a) diminuisce la mole dei rifiuti, prolungando il fine vita di apparecchi
ancora funzionanti o che possono essere riparati con facilità;
b) crea consistenti opportunità lavorative.
In particolare nel settore dell’ITC, ci sono molte buone ragioni per dare
priorità al riutilizzo rispetto al riciclo:
a) in primo luogo, le attrezzature ITC sono spesso sostituite molto
prima della fine della loro vita produttiva. In Europa in genere, le
aziende sostituiscono le loro unità base ogni , anni. Considerando
che la vita media di un PC è vicina a  anni, questi PC non sono
nemmeno a metà della loro vita quando vengono scartati;
b) inoltre la percentuale di energia utilizzata per la produzione dei computer rispetto a quella necessaria alla fase di utilizzo ( e  per cento,
rispettivamente) fa capire che qualsiasi attività che ne prolunghi la
vita è di gran lunga l’opzione ecologicamente superiore;
c) infine, i PC riutilizzati possono essere di enorme utilità sociale per i
milioni di persone che non possono attualmente permettersi l’accesso
a nuovi computer e possono ridurre considerevolmente il digital
divide di nazioni in via di sviluppo.
Per contro, la riparazione e il reimpiego sono principalmente ostacolati da:
a) rapidi mutamenti tecnologici e di design delle apparecchiature elettriche ed elettroniche;
b) mancanza di conoscenze su prodotti e loro componenti;
c) esigenza di competenze tecniche specifiche;
d) costi di riparazione potenzialmente superiori ai costi di produzione
di un prodotto nuovo;
e) qualità e durata in decrescita dei prodotti riparati;
f ) mancanza di strumenti commerciali per i mercati secondari.
Dato l’aumento dei prezzi delle materie prime, le interessanti opportunità
di lavoro legate al settore del riutilizzo e l’alta energia incorporata in questi
prodotti è quindi necessario migliorare la raccolta e le percentuali di riutilizzo
di questa tipologia di merci per avvicinarsi a un’economia Rifiuti Zero.
Il riuso dei RAEE

È però di fondamentale importanza che le attività di reimpiego vadano
realizzate con la massima professionalità.
Per commercializzare nuovamente con profitto determinate apparecchiature occorre eseguire test preliminari visivi, elettrici e di sicurezza. Questo
permette di verificare la completezza e le condizioni generali dell’apparecchiatura, nonché di accertare l’assenza di rischi elettrici nelle normali
condizioni d’uso.
Dopo la riparazione, i test valuteranno l’idoneità del prodotto. Occorrerà poi una pulizia generale per ridare al prodotto un aspetto estetico
soddisfacente.
Di tutte queste attività va valutata preliminarmente la fattibilità e il costo
per decidere se effettuare o meno la riparazione.
. La domanda
Dare una seconda vita ai prodotti prima che siano — nella migliore delle
ipotesi — smontati e riciclati è sicuramente l’opzione più preferibile in
un’ottica di massima conservazione del valore.
Eppure, c’è chi dice che la domanda di articoli elettrici ed elettronici di
seconda mano è basso, mentre il costo per riparali è alto ed è quindi meglio
dismetterli e comprarne di nuovi.
È vero il contrario.
Infatti recenti studi sul riutilizzo nell’Unione Europea indicano che:
a) vi è una forte domanda di mercato in tutta Europa per prodotti
elettronici di seconda mano di qualità. Secondo un sondaggio di Eurobarometer Flash, in media il % delle persone in Europa sarebbe
felice di acquistare un secondo apparecchio di seconda mano, e l’Italia
si colloca al %;
b) in molti casi, coloro che si oppongono alla riutilizzazione di prodotti
elettrici ed elettronici sono le stesse aziende che li producono e quindi
hanno un interesse perché se ne acquistino di nuovi (anche a causa
della responsabilità estesa del produttore);
c) il riuso dei RAEE è una significativa opportunità per creare posti di
lavoro, soprattutto se effettuato da imprese sociali, e ha il potenziale
di impiegare  volte tanto di persone per tonnellata di materiale
rispetto alle attività di riciclo;
d) la mancanza di una legislazione adeguata è vista come uno dei
principali ostacoli alle attività di riutilizzo dei RAEE.

Giovanna Sartori
. L’offerta
Abbiamo detto che l’opzione del riuso presuppone la disponibilità di una
quantità sufficiente di apparecchi scartati di buona qualità. Vediamo quindi
se questa ipotesi è vera.
Secondo una recente ricerca inglese, realizzata dalla Waste & Resources
Action Programme (WRAP), quasi un quarto dei rifiuti elettrici ed elettronici
(RAEE) conferiti ai centri di raccolta potrebbe essere riutilizzato o riparato.
Il rapporto intitolato “Realising the Reuse Value of Household WEEE”
del  si focalizza sulla qualità dei prodotti elettrici conferiti presso i centri di riciclo dei rifiuti, e ha scoperto che il % degli articoli erano già pronti per il riutilizzo e/o la rivendita oppure avrebbero
necessitato solo di piccole riparazioni prima di poter essere rivenduti
(http://www.wrap.org.uk/).
Come è ovvio, i valori di rivendita variano a seconda delle categorie.
Oggetti più piccoli di solito hanno una minore potenzialità di riuso, ma, data
la grande quantità, ciò che è riutilizzabile ha un valore superiore rispetto ad
altre categorie. Anche se una minore percentuale di piccoli oggetti elettrici
erano infatti funzionanti, la quantità di quelli che avrebbero potuto essere
riutilizzati ne rendeva il valore per tonnellata più alto rispetto a quello di
elettrodomestici più grandi, come frigoriferi o lavatrici.
Per contro i grandi elettrodomestici offrono un buon valore potenziale dal riuso, dal riutilizzo di parti o persino come rottami, e costituiscono
il % del valore di rivendita dalle raccolte dei rifiuti ingombranti.
I test hanno dimostrato che, dopo la pulizia, il % di tutti i RAEE
era già in uno stato che ne consentiva la rivendita immediata, mentre un
Figura . Raee usato. Fonte Commissione europea, .
Il riuso dei RAEE

ulteriore % sarebbe stato pronto per la rivendita dopo piccole riparazioni il
che costituisce quasi un quarto di tutti i RAEE raccolti.
La ricerca ha anche esaminato le motivazioni addotte dai consumatori per
lo smaltimento delle diverse tipologie di RAEE e ha scoperto che oltre il %
delle apparecchiature di consumo è stato eliminato perché è stato sostituito
con un modello più recente, indipendentemente dalla sua condizione. Ben
il % degli intervistati sentiva che era più conveniente sostituire piuttosto
che riparare l’oggetto che stavano scartando.
Questa ricerca dimostra l’importanza fondamentale di promuovere il
riutilizzo dei RAEE. Al momento si stanno buttando via attrezzature che
sono in perfetto stato, o potrebbero essere facilmente riparate o cedute a
qualcun altro, mentre i consumatori spesso ritengono sia più conveniente
sostituire gli articoli piuttosto che farli riparare, ma è chiaro dalla ricerca
che in questi beni scartati vi sia un reale e cospicuo valore economico.
. Esperienze in Italia nel mondo
Molte sono le iniziative a livello nazionale e internazionale che si occupano
di ricommercializzare (previa riparazione se necessaria) le apparecchiature
elettriche ed elettroniche dismesse.
In questo modo, anche i clienti che non hanno bisogno della tecnologia
più recente o che hanno budget più limitati, possono accedere a determinate
apparecchiature elettriche ed elettroniche.
I mercatini dell’usato e altre realtà simili rimettono in vendita elettrodomestici e prodotti elettronici. Questi sono esempi di attività che appartengono ad un nuovo settore economico in grado di fornire anche diverse
opportunità di lavoro, più o meno specializzato.
Negli Stati Uniti operano più di . aziende che offrono computer e
altri elettrodomestici ricondizionati. Persino la Apple offre sul proprio store
online apparecchiature ricondizionate come l’iPad e l’iPhone (Programma
Riusa & Ricicla).
Vi sono anche iniziative diverse, anche al di fuori degli scopi commerciali,
che si occupano della riparazione dei RAEE con l’obiettivo di allungarne
comunque il ciclo di vita.
Nel Regno Unito esistono più di trecento organizzazione di beneficienza
che forniscono articoli usati a basso prezzo e le apparecchiature elettriche
ed elettroniche sono tra le cose maggiormente richieste.
Il governo francese ha messo in piedi un sistema nazionale di raccolta,
ricondizionamento e redistribuzione di computer. Tale sistema prende
il nome di “Ordi .”. Attraverso il sito del sistema (www.ordi–.fr) è
possibile donare apparecchiature informatiche oppure acquistarne.

Giovanna Sartori
Sempre in Francia è anche molto attiva la rete ENVIE (www.envie.org),
con quasi  punti vendita sparsi sul territorio.
In Norvegia esiste un progetto in cui i RAEE vengono ceduti a cooperative
per il reinserimento lavorativo, che le rivendono con garanzia di un anno.
In moltissime città (Monaco di Baviera, Vienna, Goteborg, tra le tante) le
municipalità in collaborazione con le aziende dei rifiuti rimettono in vendita
oggetti sottratti allo smaltimento in grandi centri appositamente creati. I
prodotti elettrici ed elettronici sono fra i beni più richiesti.
. Esempi pratici
In tempi di crisi economica uno dei pochi dati positivi che si possono
osservare nasce dall’aumento della solidarietà tra i cittadini del villaggio
globale insieme alla tendenza a contrastare una cultura dell’usa–e–getta
diffusa con il benessere ed il consumismo dilagante. Quindi ora esporrò
alcuni casi particolari: la riparazione fai–da–te!
. Repair Café
Uno degli esempi più incoraggianti che ben si inseriscono in questo quadro
di riferimento è offerto dal primo Caffè delle riparazioni http://repaircafe.org/
nato ad Amsterdam e diffuso in tutto il mondo.
Questo progetto si allinea perfettamente con l’idea della sostenibilità
ambientale: ridurre rifiuti e recuperare oggetti che possono tornare ad
essere perfettamente funzionanti.
L’etica del fai–da–te proposta attraverso questi café olandesi riunisce
persone che offrono le proprie capacità di riparare elettrodomestici o piccoli
oggetti al servizio della comunità. Chi accede a questo servizio sono di solito
abitanti del quartiere che preferiscono recuperare i loro oggetti piuttosto che
buttarli via, vuoi per precarie condizioni economiche vuoi per un occhio
più attento ed interessato alle sorti del pianeta.
. Restart Project
Il progetto è basato sui Restart Parties — gruppi di una trentina di persone
che si ritrova la sera in musei, biblioteche e altri spazi di aggregazione e
impara, guidata da “recuperatori” volontari, a non buttare via anzitempo
i prodotti elettrici ed elettronici. Una festa della rinascita tecnologica e un
rito di autocoscienza collettiva: riparare è meglio di buttare e riacquistare.
Il riuso dei RAEE
Figura . Repair Cafè locations.
Figura . Global map of Restart Parties.

WEEENmodels
ISBN 9788854897083
DOI 10.4399/978885489708310
pag. 91–97 (novembre 2016)
La formazione alla prevenzione
e riduzione dei rifiuti
I corsi e-learning nell’ambito del progetto europeo WEEENMODELS
L G, T M∗
Introduzione
Tra le azioni di disseminazione realizzate nell’ambito del Progetto Europeo
WEEENMODELS si sono rivelati strumenti particolarmente interessanti i
corsi e-learning realizzati dall’Università di Modena e Reggio Emilia (Unimore), dedicati alla prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti, con
particolare riferimento ai RAEE (rifiuti elettrici ed elettronici). L’attualità
dei temi affrontati, la presenza di docenti sia interni all’Ateneo che esterni
e, soprattutto, la modalità e-learning proposta hanno contribuito a ottenere
positivi risultati, testimoniati anche dal numero e dalla qualità degli accessi
ai corsi. Infatti la formazione e-learning, rispetto all’apprendimento di tipo
tradizionale basata su lezioni frontali in presenza, offre, in quanto svincolata
da limiti spazio-temporali, la possibilità di effettuare una modalità di formazione aperta, flessibile, disponibile per tutti e in ogni momento. La modalità
e-learning modifica di fatto la tradizionale concezione dell’apprendimento
e le conseguenti metodologie educative, essendo particolarmente centrata
sull’utente in modo flessibile e interattivo. Sotto questo aspetto riveste fondamentale importanza la tipologia di piattaforma tecnologica di supporto:
l’utilizzo di Moodle, una piattaforma tecnologica LMS (Learning Management System) riconosciuta e validata a livello internazionale, disponibile
presso il Centro E-Learning di Ateneo, consente di rispettare tutti i requisiti
normativi e procedurali dell’e-learning, garantendo al contempo i principi
di interattività, dinamicità e modularità dei contenuti formativi. Nella prassi
concreta, come nel caso esaminato, si integrano modalità tecniche e strategie didattiche; gli obiettivi vengono rivisti durante il percorso/processo di
apprendimento e il ruolo degli esperti non è solo collegato con la trasmissione del sapere attraverso la lezione frontale, ma si trasforma dando spazio
∗
Progetto Sostenibilità Ambientale, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.


Luigi Grasselli, Tommaso Minerva
a nuove modalità di relazione docente/studente, dove le nuove tecnologie
intervengono come strumento essenziale.
. I corsi e-learning in ambito WEEENMODELS
I corsi sulla prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti, con particolare riferimento ai RAEE, realizzati nell’ambito del Progetto Europeo
WEEENMODELS hanno riguardato le attività di formazione, educazione e
trasmissione di competenze anche di tipo tecnico-scientifico. La proposta,
elaborata dal Progetto Sostenibilità Ambientale dell’Università degli Studi
di Modena e Reggio Emilia in collaborazione con il Centro E-Learning di
Ateneo, si è potuta realizzare grazie all’intervento di qualificati esperti, di
amministratori pubblici, di docenti universitari. Il progetto si è proposto
di contribuire in maniera innovativa ed efficace allo sviluppo delle priorità
dell’Unione europea nel campo della prevenzione e riduzione dei rifiuti,
particolarmente di quelli elettrici ed elettronici (RAEE). Gli obiettivi della
politica ambientale dell’Unione sono principalmente la salvaguardia, la tutela e il miglioramento della qualità dell’ambiente, la protezione della salute
umana e l’uso accorto e razionale delle risorse naturali. Questa politica
è basata sul principio di precauzione, sul principio dell’azione preventiva,
e su quello della correzione del danno ambientale, in via prioritaria alla
fonte. I corsi progettati e realizzati sono due: un corso di natura prevalentemente divulgativa sulla prevenzione e riduzione della produzione dei
RAEE e uno più specialistico, orientato verso gli aspetti tecnico-giuridici.
I corsi sono articolati in una serie di lezioni (circa trenta ore complessive
per ciascun corso) dedicate ad amministratori pubblici, tecnici interessati,
studenti, oppure semplici fruitori; sono completamente gratuiti e possono essere frequentati in modo totalmente libero, seguendo unicamente le
lezioni di interesse (accesso libero), oppure scegliendo il percorso guidato di tipo sequenziale (accesso bloccato), che prevede una verifica finale
d’apprendimento e l’eventuale rilascio di un certificato di frequenza da parte di Unimore. La procedura individuata per l’iscrizione è semplice: basta
accreditarsi e ricevere le credenziali per la frequenza online alla seguente
pagina web: http://elearning-raee.unimore.it/login/index.php. Grazie ai
corsi on-line si è permesso ad esperti, giornalisti, amministratori pubblici,
decisori politici, tecnici del settore di avere a disposizione gli strumenti più
aggiornati per la elaborazione dei piani di prevenzione e riduzione della
produzione dei RAEE: si tenga conto che il programma comunitario di
politica e azione a favore dell’ambiente, nell’auspicare la riduzione dello
spreco di risorse naturali e la prevenzione dell’inquinamento, menziona i
rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche come uno dei settori
La formazione alla prevenzione e riduzione dei rifiuti

da regolare in relazione ai principi di prevenzione, recupero e smaltimento
sicuro dei rifiuti. Seguendo i corsi è possibile studiare le migliori pratiche
in Europa, approfondire i meccanismi per la elaborazione dei Piani, sia per
quel che riguarda gli aspetti tecnici, giuridici e pianificatori, sia per quanto
concerne i profili collegati con l’attivazione di processi partecipativi e con gli
strumenti, attualmente disponibili, utili ai fini del calcolo della CO , sviluppando attività di formazione e di divulgazione delle tematiche collegate con
la riduzione della produzione di CO . Sono inoltre stati messi a disposizione
materiali bibliografici in formato elettronico (Digital repository) che raccolgono gli studi più avanzati sulle tematiche affrontate, accanto a percorsi
bibliografici specialistici. I corsi di formazione si sviluppano attraverso un
ciclo di moduli e unità didattiche ( moduli e  unità didattiche per il corso
di natura divulgativa,  moduli e  unità didattiche per quello di carattere
tecnico-giuridico), con interventi resi disponibili sulla piattaforma web che
consente di ottimizzare la formazione, permettendo agli utenti di connettersi nei tempi e nei modi più consoni alle loro esigenze. Si tratta di una
formazione strutturata totalmente in modalità e-learning, aperta a tutti con
auto-registrazione, comunicando con i docenti o tutor mediante sistemi
di posta elettronica e forum, con test di valutazione dei singoli moduli per
la verifica delle conoscenze acquisite e possibilità di rilascio finale di un
attestato di partecipazione da parte dell’Ateneo di Modena e Reggio Emilia.
Il sistema offre inoltre l’opportunità di creazione di forum su argomenti
specifici.
. I contenuti dei corsi
Gli argomenti affrontati approfondiscono questioni metodologiche e contenutistiche che vanno dall’approccio coordinato a livello nazionale e locale
nella prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti, alle priorità nella
gestione dei RAEE, all’analisi delle buone pratiche. I due corsi si soffermano
sulle strategie comunicative, sul rapporto tra riduzione dei rifiuti prodotti e
tonnellate di CO risparmiate, su aspetti specifici della raccolta differenziata
di RAEE, sui centri per il riuso, sui profili normativi. Contenuti specifici
del corso divulgativo sono la prevenzione della produzione di RAEE e il
rapporto tra Life Cycle Analysis (LCA) e RAEE; nel corso tecnico-giuridico,
oltre a numerosi Casi studio, si affrontano i temi legati al recupero dei
pannelli solari, alle strategie di contrasto al traffico illecito di rifiuti e agli
abbandoni dei RAEE.
Nel seguito vengono richiamati in sintesi i contenuti dei moduli in cui si
articolano i due corsi.

Luigi Grasselli, Tommaso Minerva
Corso divulgativo
Modulo  – I RAEE e l’ambiente.
Definizione di un approccio coordinato a livello nazionale, regionale e locale nella prevenzione della produzione dei rifiuti, con particolare attenzione ai
RAEE — Gestione dei centri di riuso e buone pratiche per la riduzione della
produzione di RAEE — Priorità per la prevenzione dei rifiuti a livello nazionale — Integrazione sistemica di modelli specifici di settore per la gestione dei
rifiuti. Prevenzione/ Creazione/Proprietà/Distruzione di AEE.
Modulo  – Esperienze di gestione dei RAEE.
Comunicare la raccolta dei RAEE: esperienze italiane di successo — Le buone
pratiche in Italia ed Europa — I Consorzi di recupero RAEE in Italia — Il
Progetto WEEENMODELS best practice.
Modulo  – La prevenzione della produzione dei RAEE.
La riduzione dei rifiuti e tonnellate di CO equivalente evitate — La strategia comunicativa per la prevenzione della produzione dei rifiuti. Il ruolo degli stakeholders — Indicatori per efficacia delle politiche di prevenzione della
produzione dei rifiuti.
Modulo  – LCA E RAEE.
Aspetti tecnico-operativi innovativi per il recupero di vetronite dalle schede
RAEE — Raccolta differenziata, trasporto, smaltimento, obiettivi di recupero
RAEE — LCA e rifiuti RAEE.
Modulo  – RAEE: profili normativi.
Introduzione: per una nuova cultura dell’ambiente e della gestione sostenibile dei rifiuti — Applicare la nuova normativa: il punto di vista di chi gestisce i RAEE — La Direttiva europea sui RAEE / UE — Aspetti tecnicogiuridici nella gestione dei RAEE — Il sistema italiano di gestione dei RAEE
a confronto con le prospettive aperte dal recepimento della direttiva /
UE.
Modulo  – Strumenti e strategie pubbliche nella gestione dei RAEE.
Strategie e strumenti economici per la prevenzione dei rifiuti — Preparazione per il riutilizzo dei RAEE. Problemi e opportunità. Esperienze italiane ed
internazionali.
Modulo  – RAEE: adempimenti e tutela della salute e dell’ambiente.
Come si gestiscono i RAEE: adempimenti per operatori, distributori, raccoglitori — Attività del Consorzio Remedia — Esperienza di Remedia TSR in
ambito universitario — I rifiuti e la salute — RAEE e tutela della salute e
dell’ambiente — RAEE e tutela della salute dei lavoratori.
Modulo  – Le fonti bibliografiche.
Risorse elettroniche, banche dati, e-journal, e-book, strumenti informativi: il
digital repository sull’ambiente e sui RAEE elaborato nell’ambito del corso
e-learning — Report tecnici: dalla ricerca alla scrittura scientifica — RAEE:
profili giuridici e informativi nelle banche dati giuridico-ambientali.
La formazione alla prevenzione e riduzione dei rifiuti

Corso tecnico-giuridico
Modulo  – I RAEE e l’ambiente.
Definizione di un approccio coordinato a livello nazionale, regionale e locale nella prevenzione della produzione dei rifiuti, con particolare attenzione ai
RAEE — I RAEE in Italia — Priorità per la prevenzione dei rifiuti a livello nazionale — Integrazione sistemica di modelli specifici di settore per la gestione
dei rifiuti. Prevenzione/Creazione/Proprietà/Distruzione di AEE.
Modulo  – Esperienze pratiche.
Campagne comunicative in Italia ed Europa — Le buone pratiche in Italia
ed Europa — I Consorzi di recupero RAEE in Italia, con testimonianze di
rappresentanti dei consorzi — Il Progetto WEEENMODELS best practice.
Modulo  – Casi studio.
End of RAEE. Il recupero dei pannelli solari: aspetti normativi, ambientali ed
economici — Traffico illecito di rifiuti — Come contrastare abbandoni dei
RAEE.
Modulo  – RAEE: profili normativi.
Applicare la nuova normativa: il punto di vista di chi gestisce i RAEE — La
Direttiva europea sui RAEE / UE — Aspetti tecnico-giuridici della gestione dei RAEE — Il sistema italiano di gestione dei RAEE a confronto con
le prospettive aperte dal recepimento della direttiva / UE — La nuova
direttiva e l’ contro : percorso di recepimento in Italia.
Modulo  – Strumenti e strategie pubbliche nella gestione dei RAEE.
Strategie e strumenti economici per la prevenzione dei rifiuti — Il ruolo delle
Autorità Pubbliche e le risorse per politiche e azioni — Preparazione per il riutilizzo dei RAEE. Problemi e opportunità. Esperienze italiane e internazionali
— Esperienza di Esageraee.
Modulo  – RAEE e protezione di ambiente e salute.
I rifiuti e la salute — RAEE e tutela della salute e dell’ambiente — RAEE e
tutela della salute dei lavoratori.
Modulo  – Le fonti bibliografiche.
Risorse elettroniche, banche dati, e-journal, e-book, strumenti informativi: il
digital repository sull’ambiente e sui RAEE, elaborato nell’ambito del corso
e-learning — RAEE: profili giuridici e informativi nelle banche dati giuridicoambientali.
. Monitoraggio e valutazione
Particolare attenzione è stata dedicata, a partire dalla messa on-line dei corsi
nel Marzo , al monitoraggio e alla valutazione del loro andamento,
individuando dati qualitativi e quantitativi sulle visualizzazioni delle lezioni;
in questo contesto, si è cercato di analizzare sia la quantità di visualizzazione

Luigi Grasselli, Tommaso Minerva
per lezione, in relazione ai contenuti proposti, sia la valutazione dell’interesse per i corsi mostrato dai fruitori, verificando quali tra le opportunità
offerte siano state effettivamente utilizzate. I dati sono calcolati automaticamente dal log a partire dalla messa in rete dei corsi. Parallelamente, sono
state costantemente messe in campo azioni tendenti a migliorare la diffusione della loro pubblicizzazione, illustrando le possibilità per il pubblico
interessato di accedere e frequentare i corsi offerti. Tra le varie metodologie
formative utilizzate nel processo di e-learning, sulla base delle visualizzazioni accertate, risulta ampiamente apprezzato sia il modello della lezione
frontale, sia il modello dell’apprendimento attraverso testimonianze ed
esperienze. Un altro tipo di analisi ha riguardato l’uso pedagogico della
tecnologia nel contesto delle lezioni e le opportunità di nuovi approcci
pedagogici basati sulla tecnologia digitale, in grado di modificare il metodo
di diffusione della conoscenza: in questo caso, le proiezioni di video con
conferenze e interventi di carattere tecnico pare siano state maggiormente
apprezzate rispetto a blog o forum di discussione. Non si è palesata una
particolare differenza tra visualizzazione delle lezioni più accademiche e
visualizzazione delle lezioni realizzate da esperti esterni; in alcuni casi le
lezioni molto tecniche tenute da docenti universitari hanno ottenuto un
buon successo di visualizzazione, anche nel corso a carattere maggiormente
divulgativo, a conferma dell’importanza della specializzazione. Le lezioni
dedicate alla comunicazione del problema dei RAEE hanno ottenuto una
buona visualizzazione nei corsi bloccati; ha suscitato notevole interesse la
traduzione del documentario della televisione tedesca, la cui lezione ha
ottenuto complessivamente quasi  visualizzazioni. Le lezioni in modo
assoluto più visualizzate in entrambi i corsi, sia nella modalità free che nel
corso bloccato, hanno riguardato le lezioni di divulgazione scientifica sui
RAEE; forse anche perché inserite nella prima parte del corso, l’interesse
dell’utenza si è focalizzato sugli aspetti divulgativi e conoscitivi dei RAEE,
con grande attenzione al problema generale dei rifiuti in Italia, alle modalità
di trattamento dei RAEE da parte dei Consorzi, alle esperienze attuate di
gestione. Infatti hanno ottenuto un particolare risultato positivo sia le lezioni
che portavano la testimonianza dell’esperienza della DISMECO di Bologna,
che quella del Consorzio ECORAEE, compresa l’esperienza di gestione dei
RAEE in Unimore e l’esperienza della Fabbrica del riciclo di Genova. Le
lezioni molto complesse dedicate ad aspetti tecnici nella gestione dei RAEE
(ad esempio: processo di vetrificazione, LCA) hanno visto un’attenzione
media, con un complesso di  visualizzazioni; anche l’aspetto sanitario e
ambientale ha ottenuto buone visualizzazioni, soprattutto nella dimensione
più divulgativa. Non ha riscontrato invece un interesse particolarmente
significativo il tema dell’impatto economico nella gestione dei rifiuti. Le
tante lezioni, sia nel corso divulgativo sia ovviamente in quello tecnico
La formazione alla prevenzione e riduzione dei rifiuti

giuridico, dedicate all’evoluzione della normativa in materia di RAEE sono
state oggetto di notevole attenzione. I moduli didattici riservati all’attività
di ricerca e di information literacy hanno ottenuto un buon risultato, considerando l’approccio molto accademico e specifico; in particolare, la guida
alle risorse informative, sia in internet sia su banche dati specialistiche ( 
visualizzazioni), sembra sia stata particolarmente apprezzata. Sino ad ora
i corsi sono stati promossi attraverso conferenze, seminari, incontri nelle
scuole ed eventi con pubblico interessato ad utilizzare gli strumenti informativi e di conoscenza messi a disposizione dal Progetto WEEENMODELS.
Nell’ultimo anno del progetto occorrerà ancora affinare la comunicazione
e lo sviluppo di strumenti utili a far conoscere la possibilità di frequenza
dei corsi online e la straordinaria opportunità di formazione disponibile
gratuitamente. È molto positivo tuttavia il dato riferito all’incremento di
visualizzazioni verificatosi tra il mese di gennaio  e l’ultimo dato del
settembre , a dimostrazione della utilità della comunicazione messa in
campo. Complessivamente infatti, al  settembre , risultano effettuate
 (risp. ) visualizzazioni sul corso divulgativo (risp. tecnico-giuridico)
ad accesso libero, e  (risp. ) visualizzazioni sul corso divulgativo (risp.
tecnico-giuridico) ad accesso bloccato, per un totale di  visualizzazioni;
gli utenti che hanno già ottenuto un attestato sono  per il corso divulgativo
e  per quello tecnico-giuridico. I dati confermano l’interesse suscitato dai
corsi e le straordinarie opportunità formative o fferte dalle metodologie di
e-learning.
WEEENmodels
ISBN 9788854897083
DOI 10.4399/978885489708311
pag. 99–104 (novembre 2016)
RAEE andata e ritorno
M R R∗
Nell’ambito della ricerca sui rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) occorre premettere che è ben più quello che ho portato a
casa, in termini di consapevolezza delle problematiche connesse, di quanto
non abbia dato di mio alla ricerca.
Tuttavia è proprio questo aspetto che mi fa capire quanto possa essere
importante diffondere e condividere questa consapevolezza, che si può
conseguire solamente confrontandosi con le questioni specifiche. Il tema
del rifiuto da apparecchiature elettriche ed elettroniche non appartiene alla
nostra quotidianità, spesso questo è un oggetto ingombrante di cui, quando
non serve più, ci fa piacere disfarci e il sollievo di riuscire a liberarsene
svuota la mente da qualsiasi domanda sul suo percorso futuro, (essendo
divenuto rifiuto non può dirsi sulla sua vita futura!).
Ed ecco il punto: questa ricerca mi ha portato a raccogliere un filmato
della regista tedesca Cosima Dannoritzer , che con grande lucidità affronta
la questione dei RAEE e ci svela un inquietante mondo nascosto.
Il documentario , reperibile in rete nella versione inglese e tedesca, ci
racconta l’intero percorso dei RAEE obbligandoci a “vedere” anche ciò di
cui solitamente preferiamo non occuparci.
L’insegnamento che ne possiamo trarre ci ribadisce in primo luogo una
verità che ormai tutti conosciamo, ma che spesso ci dimentichiamo di
conoscere e cioè che il rifiuto è una importante risorsa presente sul nostro
pianeta; non dobbiamo guardare ad esso come a qualcosa di fastidioso
della cui presenza è meglio non occuparsi, ma imparare a considerarlo
per le numerose e preziose materie prime seconde che ci fornisce. Questo
vale per il rifiuto in generale e quindi anche per quello generato dalla
∗
Maria Rosa Ronzoni è professore associato confermato presso l’Università degli Studi di
Bergamo.
. Il documentario dal titolo Giftige Geschäfte. Der Elektromüll Skandal è prodotto da Media .
e YUZU Production in coproduzione con la televisione spagnola, con Arte France, con Al Jazeera
English e con la Televisiò de Catalunya.
. Tradotto in italiano dalla scrivente, doppiato e, in questa versione, proiettato, con il permesso
della produzione in Dipartimento di Ingegneria e Scienze Applicate nell’Università degli Studi di
Bergamo e presentato nel corso del Convegno dal titolo “I Piani di gestione dei rifiuti: eccellenze e
quotidianità nel panorama italiano” in data  febbraio .


Maria Rosa Ronzoni
dismissione delle apparecchiature elettriche ed elettroniche. Ad esempio
nel documentario impariamo che ci sono nel mondo vasti territori in cui
confluiscono annualmente illegalmente fino a  milioni di tonnellate di
rifiuti elettrici ed elettronici e che questo traffico è inconsapevolmente
alimentato anche da noi.
Questi territori si trovano nel continente africano, soprattutto in Niger e
in Ghana e in Oriente, Asia, soprattutto Cina.
Certamente prevenire il costituirsi di rifiuti riducendone la quantità è
meglio che riciclarli e le materie prime sono meglio delle prime seconde .
In un mondo globale quanto avviene nella piccola Europa può riverberarsi in altri continenti con esiti devastanti.
I pericoli sono molteplici, questi prodotti, se recuperati, possono essere
reimmessi sul mercato, soprattutto con vendite on-line e non essendo stati
rigenerati in modo controllato possono risultare difettosi.
È vero che il rifiuto è una risorsa, ma lo è solo se trattato correttamente e
con le dovute precauzioni; se gli elementi componenti vengono estratti con
procedure improprie si genera un disastro ambientale, oltre che il rischio di
immettere sul mercato prodotti difettosi a loro volta generatori di disastri.
Dobbiamo inserirci correttamente nella filiera dei RAEE e agire in modo
da garantire loro un processo di smaltimento che tiene in vita quanto più
possibile le parti componenti.
Non tutto dipende da noi, una figura importante è rappresentata da chi
dovrebbe smaltire il rifiuto che, se di pochi scrupoli, può avviare i prodotti
ritirati verso i canali dell’illegalità. Il documentario illustra con grande
chiarezza le numerose falle nelle maglie della sicurezza che dovrebbero
garantirci.
Una battaglia difficile da vincere a causa dell’enorme grado di lucro e
corruzione.
La prima risposta strutturata per contrastare il traffico illegale di materiali
pericolosi è stata la “Convenzione di Basilea sul controllo di movimenti oltre
frontiera di rifiuti pericolosi e sulla loro eliminazione” presentata nell’ormai
lontano  marzo , inizialmente ratificata da  paesi, che attualmente
vede  paesi aderenti; tra i firmatari non sono però ancora compresi gli
Stati Uniti d’America e Haiti.
La convenzione vieta l’esportazione di rifiuti pericolosi, compresi i rifiuti
elettrici ed elettronici. Avendola l’Europa sottoscritta, dovrebbe accadere che
i rifiuti elettrici ed elettronici che qui vi si raccolgono debbano essere trattati
e riciclati all’interno dell’Europa stessa. Pertanto nel prezzo di acquisto di un
nuovo elettrodomestico in Europa è incorporato il contributo al costo del
. Cfr. M.R. R, In viaggio tra rifiuti e risorse in Germania, in Aa.Vv., Gestire i rifiuti nei
parchi nazionali, Edizioni Ambiente, Milano .
RAEE andata e ritorno

suo riciclaggio; con questo meccanismo sono raccolti annualmente circa 
miliardi di euro. Soldi che sono o dovrebbero essere utilizzati dall’industria
per gestire lo smaltimento, per raccogliere i nostri vecchi elettrodomestici,
ordinarli, trasportarli e riciclarli. Per questo motivo noi possiamo restituirli
al venditore perché vengano riciclati senza dover nulla pagare.
Il filmato parte dall’immagine di una discarica abusiva in Ghana, per
raccontare attraverso la voce di Mike Annanè, giornalista e attivista per
l’ambiente, come ripercorrere all’inverso il viaggio dei RAEE depositati in
quel paese.
Non è un’impresa apparentemente impossibile, perché molti dei computer e delle apparecchiature giacenti riportano ancora le etichette con
cui sono stati protocollati dagli originari proprietari, che spesso sono enti
pubblici, europei o americani, quali banche, ospedali, università, sedi di
comuni o addirittura comandi di polizia.
Mike, il filmato lo documenta, ha percorso a ritroso il cammino del
rifiuto per riportarlo all’originario proprietario. Ha incontrato il consigliere
comunale di un comune inglese, che è apparso sinceramente sconvolto dalle
immagini delle montagne di rifiuti presenti in Ghana, alla cui formazione si
è reso conto di avere inconsapevolmente contribuito.
Ha poi incontrato un funzionario di polizia che lo ha indirizzato al Presidio locale: in questo caso però la reazione è stata sorprendente: hanno
negato l’esistenza del problema asserendo di essere realmente soddisfatti
dell’attuale servizio di smaltimento dei rifiuti. Infine, l’ultimo apparecchio,
anch’esso originariamente di proprietà di un corpo di polizia. I suoi funzionari, seppur gentilmente, hanno invitato Mike a mettersi in contatto con
la ditta di smaltimento a cui loro affidavano le apparecchiature obsolete.
Questi, dopo numerose telefonate in cui veniva rimpallato da una società
ad un’altra è finito da ultimo su una linea disattivata e si è reso conto che
andare a fondo sul commercio di rifiuti elettronici non è così semplice come
si sarebbe potuto pensare.
I gestori degli impianti di riciclaggio in tutta Europa lamentano che i loro
impianti non lavorano a pieno carico e l’Unione Europea stima che, come
minimo, / dei rifiuti elettronici prodotti in Europa non arrivi mai in un
impianto ufficiale di smaltimento. Il documentario narra di vicende legate
al possibile smaltimento illegale in alcuni paesi europei. In particolare, in
relazione alla Spagna, viene documentata una ricerca che ha visto dotare
 apparecchiature elettriche ed elettroniche di un microchip in grado di
localizzare la loro posizione durante il rimanente ciclo di vita.
Il bilancio definitivo dello studio ha portato a conoscenza che solo  dei
 elettrodomestici monitorati è finito in un impianto ufficiale di riciclaggio,
mentre tutti gli altri risultano essere stati smaltiti illegalmente. Addirittura
nel caso di una lavatrice, si è osservato come questa in  giorni abbia

Maria Rosa Ronzoni
percorso ben  chilometri, sempre mantenendosi all’interno dell’area
comunale di Madrid.
Ma come finisce il rifiuto europeo in paesi extraeuropei? Il filmato ci
dice anche questo: la maggior parte del traffico illegale di merci viaggia
insieme ai trasporti legali; per questo non ci si deve sorprendere dal fatto
che le grandi vie del commercio siano anche le vie del commercio illegale.
Va tenuto presente che se anche un solo apparecchio elettronico in un
container non è più funzionante l’esportazione è considerata illegale e il
container viene sequestrato per intero.
Ma controllare tutti i container risulterebbe impossibile! Un dato per
tutti. Per controllare un solo container è necessaria una mezza giornata
di lavoro e, ad esempio, nel porto di Amburgo salpano quotidianamente
. containers; occorrerebbe un piccolo esercito di poliziotti per poterli
controllare tutti.
Come esito si ha che circa  container illegali alla settimana, pieni di
apparecchiature elettroniche, riescono a salpare dalla Germania in direzione
Ghana senza che si possa fare nulla.
Il discorso non cambia se rivolgiamo lo sguardo ad Oriente.
Il filmato ci dice ad esempio che fino al % dei container americani
passano per Honk Kong.
Il porto di Hong Kong è il terzo porto al mondo per grandezza. Ogni
giorno su navi da trasporto di tutte le dimensioni giungono in questo porto
. containers.
Al suo terminal più grande ne giungono giornalmente fino a ..
Il sistema di controllo portuale prevede l’impiego di scanner dedicati che
impiegano meno di due minuti a scansionare un intero container. Tuttavia
si stima che fino a . container pieni di rifiuti elettronici arrivino annualmente in Hong Kong e sarebbe impossibile riuscire a intercettarli tutti,
non tutti i container che attraccano e salpano da Hong Kong vengono infatti
controllati . Per controllare ogni container in arrivo la dogana di Hong
Kong avrebbe bisogno di centinaia di scanner, la qual cosa non sarebbe
realizzabile.
La spedizione illegale di rifiuti elettronici via mare non danneggia solo
l’ambiente, ma anche l’economia.
Il % dell’oro mondiale arriva dalla lavorazione di materiale elettronico.
Lo stesso vale per argento e rame.
Ogni anno l’Europa getta via milioni di tonnellate di rifiuti elettronici e
con questi anche i metalli preziosi che questi contengono.
Il mondo vivrà nei prossimi decenni una forte crisi di materie prime
. Vengono intercettati solo circa  container, rispediti indietro e i loro proprietari perseguiti a
norma di legge.
RAEE andata e ritorno

e l’Europa è particolarmente vulnerabile da questo punto di vista, poiché
importa materie prime sei volte di più di quelle che esporta.
Basti pensare che ad oggi spende annualmente  miliardi di euro l’anno
per importare metalli strategici; una quota di questo fabbisogno potrebbe
essere coperta dal riciclaggio di rifiuti elettronici.
Sappiamo che da . telefoni cellulari è possibile estrarre kg d’oro e
 kg di argento per un valore di circa . C.
Tuttavia attualmente in Europa solo l’% dei cellulari viene riciclato. Non
si tratta solo di recuperare metalli preziosi, ma anche le ricercatissime terre
rare.
Se ricicliamo tutte le parti componenti del rifiuto elettrico ed elettronico
estraiamo anche queste terre rare; in questo caso non dovremmo ricomprarle dalla Cina o dal Giappone e potremmo reimpiegarle nella produzione
di nuove apparecchiature.
Se guardiamo all’altro lato dell’oceano gli Stati Uniti non sono certamente più virtuosi, anzi. . .
Producono ogni anno nove milioni e mezzo di tonnellate di rifiuti elettronici; una gran parte di questi viene raccolta dai servizi di riciclaggio nel
corsi di eventi in cui gli abitanti sono invitati a donare le loro vecchie apparecchiature elettroniche ad istituzioni caritatevoli. Tutti quelli che portano il
loro computer a una ditta di riciclaggio pensano che là sia poi riciclato. Solo
pochi di loro sanno che la maggior parte delle cosiddette ditte di riciclaggio
negli Stati Uniti non riciclano, bensì esportano solo.
Il governo americano stesso è il più grosso produttore di rifiuti elettronici
del mondo.
Regolarmente le apparecchiature elettroniche e gli apparecchi elettrici
di proprietà pubblica vengono messi all’asta per guadagnare soldi invece di
affidarli a centri di riciclaggio meritevoli di fiducia.
Il governo americano è, per così dire, obbligato a percorrere questa
via perché la legge prescrive di seguire il percorso più vantaggioso per
risparmiare danaro; ma il percorso più vantaggioso è il più sporco.
In questo desolante panorama mondiale è importante guardare con fiducia e speranza ad iniziative che stanno proponendosi in numero crescente
nel mondo per incoraggiare gli utenti a far durare più a lungo la vita delle loro apparecchiature aggiustandole. Comincia a svilupparsi una nuova
cultura del riuso.
Ci sono interessanti proposte di gruppi dedicati a capire come funzionano i diversi apparecchi elettronici per poi elaborare una metodologia
d’intervento per una ricca casistica di possibili rotture, raccolte in tutorial
resi disponibili on-line.
In sintesi:

Maria Rosa Ronzoni
a) dobbiamo adoperarci per creare oggetti in grado di interpretare una
seconda, terza, ennesima vita e imparare ad essere più utenti e meno
consumatori;
b) è importante impedire che un prodotto diventi rifiuto, perché una volta che è stato etichettato come rifiuto diventa molto difficile rimetterlo
in circolo;
c) occorre impegnarsi a costruire cose che generino un’economia circolare.
THE WEEE SUSTAINABLE
MANAGEMENT SYSTEM
Foreword∗
WEENmodels life
Waste electric and electronic equipment
New MODEL for logistic solutions
Coordinator: Municipality of Genoa
Associated Beneficiaries:
—
—
—
—
—
AMIU Genova Spa, (Italy)
Agenzia di Sviluppo Gal Genovese, (Italy)
TBridge S.p.A., (Italy)
Università di Modena e Reggio Emilia, (Italy)
Isw (Institut für Strukturpolitik und Wirtschaftsförderung gemeinnützige Geselleschaft mbH) Halle, (Germany)
Duration:  months
Period: September  — December 
. Analysis of the contest
WEEE (Waste Electric and Electronic Equipment) european collection
system has been introduced by Directive //EC which asked member
states to start specific initiative in order to achieve significant collection
targets.
The recent issue of the new European Directive //UE introduces
a number of innovations to reach more ambitious recycling targets and
establishes new obligations to retailers. Particular attention is dedicated to
small equipment (below  cm in size) whose collection rate is far lower
than other WEEE categories. In Italy, the Legislative Decree no. /
which transposes the EU Directive, has pointed out that priority should
be givent to the process of WEEE and related components recycling and
re–use.
Il progetto Weeenmodels, finanziato nell’ambito del Programma LIFE
+ , ha lo scopo di applicare un nuovo modello di raccolta dei RAEE
∗
With the contribution of the LIFE +  Environment financial instrument of the European
Union.

Foreword

domestici, ovvero un sistema che minimizzi i costi di servizio e organizzi
l’offerta, secondo modalità stabili e sistematiche.
The main objective of WEEENMODELS project is to demonstrate that
through the application of an efficient logistic system and the central coordination of WEEE collection services it is possible to reach and even to
exceed the WEEE targets defined by European Directive //UE.
. Objectives
Thanks to the Project implementation it will be possible:
a) to realize a beneficial effect on environment, reducing the risk of
illegal or not proper disposal of highly toxic substances;
b) to create more synergies in the waste management cycle between
private and public entities, as well as the end users (the citizens);
c) to increase the knowledge about these themes through a creation
of new “experts” placed at retailers and able to identify the possible
residual life cycle of EEE;
d) to stimulate a positive socio–economic impact through the development of new markets linked to the objects and still useful materials
reuse.
. Stakeholders
Previous LIFE projects seem to focus on specific aspects of the WEEE
process or specific categories of stakeholders. WEENMODELS instead
wants to create an integrated system where each stakeholder can find its
position and develop its specific role. The pilot project have taken place
in the city of Genoa, and among the others, these are the stakeholders
involved:
a)
b)
c)
d)
e)
f)
g)
h)
i)
EEE (Electric and Electronic Equipment) dealers;
Conveyors authorized for WEEE transport services;
TAC (Technical Assistance Centers);
WEEE collection Centers;
Local Trade Associations;
Local Shopkeepers Associations;
Local Consumers Associations;
Local Environmental Associations;
Genoa citizens.
Foreword

. Actions and means involved
The main components of the new logistic systems are the following:
a) stakeholders direct involvement in the definition of the new logistic
model;
b) realization of an Information and Communication software platform,
that will allow all the process’s actors to collaborate;
c) realization of an innovative logistic network for small WEEE collection;
d) realization of a new city collection center;
e) creation of a procedure for the identification of disused EE equipment that can be returned into productive cycle, avoiding their
disposal as waste;
f ) communication initiatives (information and awareness–raising activities of different categories of stakeholders).
The designed model will be experimented in the city of Genoa: results
will provide important information for further replication in other Italian
and European cities and territories, through specific diffusion actions.
In order to carry out successfully the actions mentioned above, the main
means utilized will be the following:
a) deep knowledge of the country interested in the experimentation
and positive relationships with citizens (AMIU);
b) technical competencies in waste management (AMIU);
c) consolidated processes of involvement of stakeholders’ associations
in city strategic planning (Genoa Municipality);
d) strong skills in ICT, logistics and business management (T Bridge);
e) competencies in communication strategy (AMIU, GAL);
f ) knowledge of innovative evaluation and measurement models, e–
learning platform, (University of Modena and Reggio Emilia);
g) involvement of main Italian public bodies competent in WEEE
management;
h) experiences in European project management and networking (Genoa Municipality, GAL, isw).
. Expected results
Weeenmodels project aims to define and implement a new model of WEEE
reverse logistics, which will achieve several goals in the experimentation area:

Foreword
a) Networking: to enhance the strategic role of retailers and conveyors
(also medium and small ones), through involvement of actors;
b) Increasing the collection of WEEE amount and improvement of small WEEE
collection: to reach and exceed WEEE collection overall target set by
the new European directive;
c) Pollution reduction: minimize the WEEE disposal as usual urban waste will avoid potential contamination of hazardous substances inside
non–dangerous waste and possible leakage of pollutants into environment; at the moment there is no data concerning this issue, a new
measurement methodology will be defined and applied;
d) Control increase: the ability to track the WEEE position during the
whole collection process (customer, retailers, municipal or private platform and consortium treatment centre) allows to avoid that
WEEE could be sent to illegal market;
e) System efficiency increase: efficiency improvement of the overall WEEE
reverse logistics, through the optimization of collection transport services, reduction of operational costs and environmental externalities
of transport;
f ) Waste reduction: to select and address towards reconditioning a significant share of WEEE that today are disposed as waste;
g) Ecobusiness development: to create new opportunities for economic
activities related to the EEE reprocessing and reuse Also, the project will be the occasion to define and test new methodologies for
WEEE collection measurement and for WEEE Life Cycle evaluation,
consistent with latest European regulations.
. Dissemination and communication
For the results dissemination specific actions have been included in the project, involving both the creation of a Europe–wide network of organizations
interested in replicating the experiment on its territory and the realization
of dissemination activities concerning the model and its results, through
the participation to specific events at European level and the distribution
of informative material. Finally, the informative platform prototype will be
designed to facilitate the adoption, after modest adaptation, also in different
contexts.
WEEENmodels
ISBN 9788854897083
DOI 10.4399/978885489708312
pag. 111–121 (novembre 2016)
European best practice solutions for WEEE logistics
F G∗
A: First of all, this article gives an introduction to the legal context of the environmental
WEEE management. The management of WEEE is regulated by Directive //EC of the
European Parliament and of the Council of  January  on waste electrical and electronic
equipment (WEEE–Directive). Directive //EC was repealed on  February  and was
replaced by Directive //EU on waste electrical and electronic equipment. The recast of the
WEEE Directive //EU, which entered into force on  August , introduces a stepped
increase in the collection targets that will take effect in  and . Hereafter, the WEEE collection
rate in European countries is covered with specific focus on WEEE collected in years and 
(kg per inhabitant), and the WEEE collection rate in  as a percentage of the average weight of
EEE put on the market in the three preceding years – (%). Furthermore, the WEEENMODELS
project and selected best practice solutions for WEEE collection are described in a detailed manner.
Within the WEEENMODELS project particular attention is dedicated to small equipment (below
 cm in size) whose collection rate is far lower than other WEEE categories. The main objective
is to demonstrate that an application of an efficient logistic system for WEEE collection services
leads to reaching and even exceeding the WEEE targets defined by European Directive//EU.
The European best practice study provides an overview of the current implementation status of
the WEEE–Directive in selected EU member states with particular focus on Germany, Sweden and
Scotland (UK). The collected amount of WEEE per capita –, and the share of collected used
products in relation to new products put on the market are outlined for the three counties mentioned
above. The variety of collection schemes (pick–up systems, and drop–off systems) is also considered
in this article. Additionally, two examples — Halle (Saale), Germany and Gävle, Sweden — are given
to illustrate the different regional approaches of WEEE collection. Finally, further WEEENMODELS
networking and dissemination actions are briefly presented such as the international workshop at
Saxony–Anhalt state representation (, Brussels), and the Memorandum of Understanding (MoU).
. Introduction and legal context
WEEE is a complex mixture of materials and components that — because
of their hazardous content, and if not properly managed — can cause
major environmental and health problems. Moreover, the production of
modern electronics requires the use of scarce and expensive resources. To
improve the environmental management of WEEE and to contribute to
a circular economy and enhance resource efficiency the improvement of
collection, treatment and recycling of electronics at the end of their life is
essential. The management of WEEE is regulated by Directive //EC
of the European Parliament and of the Council of  January  on waste
∗
Fiene Grieger works at Institute for Structural Policy and Economic Development, Halle
(Saale), Germany.


Fiene Grieger
electrical and electronic equipment (WEEE–Directive). The objective of
this Directive is, «as a first priority, the prevention of waste electrical and
electronic equipment (WEEE), and in addition, the reuse, recycling and
other forms of recovery of such wastes so as to reduce the disposal of waste»
(Article ).To this end, Directive //EC sets out rules and targets for
the collection, treatment and recovery of WEEE.
Directive //EC was repealed on  February  and was replaced
by Directive //EU on waste electrical and electronic equipment. The
recast of the WEEE Directive //EU , which entered into force on 
August , introduces a stepwise increase in the collection targets that will
take effect in  and . From , the annual collection target will be
defined as the ratio between the collected amount and the average weight
of EEE put on the market in the three preceding years. The collection target
is set at % in  and will rise to % in . Furthermore, from ,
the current limited scope of the Directive will be extended from its present
restricted scope to all categories of EEE, and consequently the definition
and number of the categories will change.
. Collection of WEEE by country
Figure  shows the amount of WEEE collected by country in kg/inhabitant
for the years  and . The figure illustrates both the level of separate
. http://eur–lex.europa.eu/.
Figure . Waste electrical and electronic equipment (WEEE) collected, by country, 
and  (kg per inhabitant). Source: Eurostat.
European best practice solutions for WEEE logistics

collection in the countries and the progress made between  and .
The figure shows the total amount of WEEE collected, i.e. the sum of
WEEE collected from households and from other sources.
In figure , the amount collected in  is related to the average weight
of EEE put on the market in the years  to  for each country. In
addition, the future collection targets of % and % are marked on the
graph. The figures give an indication of how much more the EU Member
States need to cover to achieve the future targets. According to the data,
eight EU Member States (Bulgaria, Denmark, Italy, Lithuania, the Netherlands, Austria, Slovakia and Sweden), as well as Norway and Liechtenstein
already achieved the % target in , while Germany, Estonia and Ireland
were very close to the target. Bulgaria, the Netherlands and Sweden even
exceeded the % collection target. The high rate reported by Bulgaria
should be considered with caution as it is likely to have resulted from an
underestimation of the amounts put on the market, and concerning the
number from the Netherlands the different methodology used until 
should be taken into account.
In , the amount of WEEE collected varied considerably across EU
Member States, from . kg/inhabitant in Romania to . kg/inhabitant in
Sweden. Norway presented . kg/inhabitant. The considerable variation
in the amounts collected reflects differences in EEE consumption levels as
well as the different performance levels of the waste collection schemes
in place. A comparison of WEEE collection in  and  shows that
separate collection has improved significantly in most of the countries.
Figure . Collection rate for WEEE in  as a percentage of the average weight of EEE
put on the market in the three preceding years (–) (%). Source: Eurostat.

Fiene Grieger
Decreasing amounts for WEEE collection were reported by only six EU
Member States including Denmark and Ireland where the level of separate
collection was already high in . This was also the case in Norway.
. WEEENMODELS project and European best practice analysis
Within the WEEENMODELS project particular attention is dedicated to
small equipment (below  cm in size) which collection rate is far lower
than other WEEE categories. So, the latest European directive pushes for
the creation and implementation of a new collection and logistic model:
a system that minimizes service costs and organizes the offer in a stable
and systematic way. The main objective of WEEENMODELS project is to
demonstrate that through the application of an efficient logistic system
and the central coordination of WEEE collection services it is possible to
reach and even to exceed the WEEE targets defined by European Directive
//EU.
The European best practice research was part of the WEEENMODELS
so–called preparatory actions at the beginning of the project in /.
The aim was to give an overview of the current implementation status of
the WEEE–Directive in selected EU member states with particular focus
on Germany, Sweden and Scotland (UK). The analysis covered legal framework, collection schemes, transport systems, and best practice solutions.
Furthermore, the best practice study provides a variety of examples and
measures to meet the requirements of the WEEE–Directive. Therefore, it is
a useful tool for the municipality of Genoa to achieve the WEEENMODELS
overall aim of multiplying the local WEEE collection rates.
Figure  shows that all three countries fullfil the target collection amount
of  kg/capita since . The revised WEEE directive contains new targets
for WEEE collection. Member states are to ensure a minimum collection
rate of % of the electronic equipment put on the market. The rate will
rise to % until .
Figure  shows the relation of new products placed in the market and
collected WEEE from –.
According to figure , in  Sweden and Germany already fulfilled
the targets the WEEE–Directive requires for . But since  Germany
missed the target, so there is the need to further improve WEEE collection.
European best practice solutions for WEEE logistics

Figure . Collected amount of WEEE per capita –. Source: Eurostat; calculation:
ISW.
Figure . Share of collected used products in relation to new products put on the market.
Source: Eurostat; calculation: ISW.

Fiene Grieger
Figure . Map of Saxony–Anhalt,
Halle (red).
Figure . Map of Germany, Halle (red).
. Collection schemes
There are different schemes for WEEE collection:
a) Pick–up systems:
— linked to bulky waste;
— take–back by distributors/traders;
— mobile hazardous waste unit.
b) Drop–off systems:
— recycling centre;
— container solutions;
— return to traders.
It is feasible and advisable to combine pick–up and drop–off systems. The
choice for the most suitable collecting scheme (or a combination of different
collection schemes) depends on catchment area, population density, spatial
conditions, and public acceptance etc.
. Selected best practice solutions for WEEE collection
Halle (Saale) has an approximate population of , making it Saxony–
Anhalt’s largest town in terms of residents and covers an area of  km².
Together with Leipzig, which is located at a distance of  kilometres from
Halle, Halle (Saale) forms the centre of the urban economic metropolitan
area of central Germany.
European best practice solutions for WEEE logistics

Figure . Depot containers and mobile hazardous waste unit in Halle (Saale). Source:
HWS.
In our study we consider to be a best practice to combine different
collection schemes in order to increase the WEEE quantities collected. In
the municipal area of Halle (Saale) are to be found:
a) three drop–off collection centres e.g. for WEEE (drop–off system);
b) mobile hazardous waste unit (pick–up system);
c)  depot containers for small WEEE collection (drop–off system).
One major advantage we worked out is that drop–off collection centres
offer  weekly opening hours. The German average is about  weekly
opening hours.
In :
Fiene Grieger

a)
b)
c)
d)
e)
 t large household equipment (CG  );
 t refrigerators (CG );
 t IT equipment (CG );
 t small devices (CG );
, t gas discharge lamps (CG ).
were collected in three drop–off collection centres in Halle (Saale).
It is of particular interest that installing the depot containers did not lead
to shifts in quantities from drop–off collection centres to containers. The
regained resources were withdrawn from residual waste.
. Best practice Gävle, Sweden
A best practice solution for the collection of small electronic equipment has
been identified in Gävle, which is located  km north of Stockholm. The
municipal waste management company Gastrikeatervinnare is responsible
for the WEEE collection in the municipalities Gävle, Sandviken, Hofors,
Ockelbo and Älvkarleby. This area covers a surface of , km² and has a
population of , inhabitants.
WEEE collection is organised via  collection centres and specialized
trucks covering fixed routes. The municipal WEEE share of household
waste is decreasing but still too high, so Gastrikeatervinnare developed new
ideas together with the company “coop“ (a used goods trader): Collection
containers tailored for small electronic equipment, batteries and bulbs have
been installed in all shops of this multiple store enterprise. In total,  new
collection points have been created. The joint initiative with “coop” provides
a simple and low–level collection method, which reaches many people. The
emptying of these containers takes place every  to  weeks. The stores
pay for every emptying a small amount of approximately  Euro. The
waste management company Gastrikeatervinnare started an information
campaign to publicly launch the containers (e.g. articles in local newspapers,
own brochures about the new collection method). Since customers use
the drop–off containers, the share of WEEE in the household waste was
substantially reduced and high collection rates of small WEEE and bulbs
have been achieved. In , , kg of small electronic equipment, ,
kg of bulb lamps and , kg of batteries have been collected in these
containers .
. CG = Collection Groups.
. F H., O M., G M., Vergleich der Sammelsysteme für Elektroaltgeräte in
Europa, in «Müll und Abfall» /, p. .
European best practice solutions for WEEE logistics
Figure . Photo: EL–IN Container; source:
Gastrikeatervinnare.

Figure . Map of Sveden, Gävle (red).
The initiative started with  additional collection points, today more
than  drop–off containers are established. Furthermore, even other Swedish municipalities use the containers. This method is considered to be
a best practice solution, which is simple and cost–effective compared to
other approaches. Since , the collection points in shopping areas in
Sweden have doubled while the number of containers in public area has
decreased. Currently, there are about , collection points in about 
percent of the Swedish municipalities that have been jointly established by
the municipalities, Gastrikeatervinnare, and “coop” .
. Further WEEENMODELS actions with regard to networking and dissemination
The partners implemented various networking activities to promote the
dissemination of project results and to intensify the exchange of experience. For this purpose, “isw” identified relevant stakeholders and partners
at European, national and regional level (e.g. ministries for environment
. Ibidem.

Fiene Grieger
Figure . WEEENMODELS European best practice workshop at Saxony–Anhalt state
representation in Brussels, November . Source: Saxony–Anhalt state representation,
Brussels.
and national environmental associations, waste management clusters and
networks, and chambers of commerce or industrial associations). Furthermore, WEEENMODELS representatives contribute to meetings, conferences
or exhibitions with focus on WEEE logistics.
Below, two examples of WEEENMODELS networking instruments are
explained in a detailed manner:
) International workshop at Saxony–Anhalt state representation,  November , Brussels.
More than  representatives from seven European countries such as Italy,
Belgium, Portugal, Norway, Spain, Poland, and Germany joined the workshop. Initially, the European best practice study was presented to provide a
basis for discussing further good and best practices in other European regions. Then, the European experts talked about different aspects of WEEE
collection and identified their regional best practice solutions particularly with regard to collection flows, community initiatives, collection and
treatment centres, communication and marketing programmes and awareness raising. The Ministry of Agriculture and Environment Saxony–Anhalt
kindly supported the event.
European best practice solutions for WEEE logistics

) Memorandum of Understanding (MoU).
The purpose of this agreement is to develop and expand a cooperation
framework in the field of logistic solutions for waste electric and electronic
equipment (WEEE). The cooperation particularly includes:
— networking on WEEE related topics (legal framework, stakeholder
involvement, logistics, means of increasing public awareness etc.);
— on–going exchange of information and good practices;
— knowledge transfer and early involvement in future projects;
— information on current events, regional news, and the overall project
progress.
This agreement is neither a fiscal nor a funds obligation document. As of
July , fifteen institutions, companies and further relevant stakeholders
(e.g. associations, chambers) signed the MoU. To facilitate the networking
process the external cooperation partners are published and linked on the
WEEENMODELS Facebook page .
. «A memorandum of understanding (MoU) describes a bilateral or multilateral agreement
between two or more parties. It expresses a convergence of will between the parties, indicating
an intended common line of action. It is often used in cases where parties either do not imply a
legal commitment or in situations where the parties cannot create a legally enforceable agreement».
Source: www.wikipedia.org.
. https://www.facebook.com/.
WEEENmodels
ISBN 9788854897083
DOI 10.4399/978885489708313
pag. 123–132 (novembre 2016)
A model and a ICT platform
to manage the weee reverse logistics collection
Logistics and ICT system to collect the small waste electrical
& electronic equipment (weee) from shops in the cities
B V, C R∗
A: The project concerns a model of WEEE reverse logistics applying in a city, through
the design and prototypal implementation of innovative approaches and processes in this specific
field. The purpose is to optimize a segment of the supply chain (WEEE collection at distributors
and transport to collection centre), operationally left to the individual operators discretion. The
project, named WEEEMODELS, has made available for all the stakeholders new systematic solutions,
which can contribute to better satisfy the obligations in charge to operators and make more efficient
the whole process. The technical and economic feasibility tested in the Municipality of Genoa,
a medium–sized city (about , inhabitants over an area of  km²), which is a pilot site
particularly significant because of the population density ( inhabitants per km²), the lack of space
and the urban complexity. Basically, the model will be created around the distributors on which be
organized the equipment collection. With regard to the material to be reused, the distributor be
responsible for defining the destination of the AEE, of the path to disposal (from EEE to WEEE) or its
new placing on the market if still working or able to be repaired. Before the defining of Management
Model of WEEE collection services design, was implemented the ICT Portal, which is an open
and interactive information platform for the WEEE logistics process management. The aim of the
Portal is to provide a dynamic interface to manage, organize and monitor in real time the waste
management cycle and to relate, through a single online platform, all the parties involved. The Portal
contains a CRM (Customer relationship management) section able to operate in different fields such
as the contacts management, the general agreement concerned the system.
. The system model to collect the small waste electrical & electronic
equipment by retail
The functional architecture of the platform has been defined taking into
account primarily the objective characteristics of the supply chain collection
process and drawn during a specific project action. The action was developed in wider perspective, it oriented to define a tool which may also be
possibly used by other entities in different environment, outside the specific
project.
∗
Bartolomeo Valcada is a partner of BV Tech Group and head of Business Unit dedicated to
logistics and transport. Cino Repetto is an electrical engineer, freelance as a senior consultant at the
company T Bridge and by customers of small and medium enterprise.


Bartolomeo Valcalda, Cino Repetto
The fundamental attribute that has tried to ensure it is compliance with
the regulations in force, in a scenario innovated by Italian Legislative Decree /, where, the failure to issue decrees descendants still leaves
uncertainty. To this end, it is crucial was the contribution made by a Technical Working Group set up ad hoc by the Region of Liguria, Genoa City
Council, AMIU, T Bridge, University of Modena and Reggio, University
of Genoa, Remedia Consortium, whose members have provided the their
time and their professional competence in order to better interpret the
current regulatory framework and to identify the most effective solutions
for the management of the collection process.
Another project feature was the analysis of operative needs of the platform users and of logistic better solutions. Therefore we organised a experts
team, named Technical Board had managed by local associations of the
trade category, crafts, small and medium enterprises and the third sector, representatives of large retail chains, the Register of Environmental managers,
the municipal offices in charge of Trade and the Environment.
The activities of the Technical Board has allowed to start the first phase
of listening to the needs of stakeholders and a parallel information and
updating the requirements of the new legislation. The Technical Board
has taken an active role in defining the guidelines and operating decisions
relating to the new collection services for the City of Genoa.
The new model definition of WEEE management in urban areas will
be conducted starting from information obtained by demand analysis, the
retail operators and the transport services supply, taking also account of the
European bench–marking results.
Management model concerns the definition of:
a) the stakeholders to be involved in the model (distributors, transporters, re processors, consortia, etc.);
b) new EEE delivery procedures with simultaneous collection of older
ones (“one collected and one bought”);
c) AEE delivery procedures by the user (“one collected and zero bought”)
in collection points;
d) WEEE methods of storage;
e) application of the AEE final destination choosing criteria (reuse or
disposal);
f ) WEE way of transport to public and private platforms;
g) WEEE transport services organization, by distributors/CAT platforms public and private;
h) organization of the WEEE transfer (mode, transport services) to
consortia recycling centers;
i) methods of communication and real time information exchange
A model and a ICT platform to manage the weee reverse logistics collection

between the various stakeholders based on the final destination of
the EEA (disposal or reuse).
The model will be created around the producers of RAEE, on which
will be organized the equipment collection, see in fig. .
As it regards the reusable material, the distributor will be responsible for
defining the destination of the AEE: path to disposal (from EEE to WEEE)
or its new placing on the market if still working and able to be repaired.
Reached the saturation of their spaces addressed to equipment collection,
distributors:
a) be able to communicate that they need a fee transportation service
to carry WEEEs to the city collection center;
b) or, alternatively, they will communicate that in a certain day they will
make their own a transport service to the platform.
The objective is to define and implement the Portal, which is an open
and interactive information platform for the WEEE logistics process management. Concerning the action development, the first phase will be addressed to the translation of the model defined and its guidelines in Technical
Specifications. Once realized such documentation, specialist staff will be
able to start the software development phase.
The ICT Portal developed consists of:
a) a web portal for managing the logistics flow of collection of household WEEE conferred or distributor according to the withdrawal
mode  on ) or –on– to retail;
Figure . RAEE collection system.

Bartolomeo Valcalda, Cino Repetto
b) a section of the CRM (customer relationship management) can operate in different fields such as the registration and management of
the contracts subject (distributors, transporters, collection centers)
participating in the service;
c) a GIS system with a web interface that allows users to see the location of the collection points on a digital map of the city and study
collection routes optimized;
d) a smart phone App dedicated to the collection center staff, to facilitate
the identification of the material dropped and the relative weight
recording.
In addition to this a kind of app could be implemented (e.g. using
free Android Smartphone platform) in order to give to stakeholders the
possibility to communicate through the Portal even in mobility.
. Features and structure of ICT platform
The aim of the platform is to provide a dynamic interface to manage, organize and monitor in real time the waste management cycle and to relate,
through a single online system, all the parties involved.
The Portal will be developed through Opensource technology ( Java) in
order not to have the obligation to purchase licenses for the use of certain
software. Similarly, the Database can be created with SQLServer, open
source relational database.
At system level, concerning the site hosting, the application will be
allocated in an external server farm.
The portal needs to combine many key modules, including:
a) “static” informative section to the user, also not registered to the site
(for example, this section could contain the list as well as the map of
distributors/technical assistant center (CAT) in the pilot area);
b) “static” information section, more specific, addressed to registered
users of the Portal;
c) section for distributors/CAT;
d) section for transport operators;
e) section aimed at companies in the field of recovery and reuse;
f ) specific section for institutional bodies;
g) section addressed to waste Manager and Consortia/WEEE national
Collective System.
A model and a ICT platform to manage the weee reverse logistics collection

In a special open section it can find the links to the web sites of national
interest around the world of WEEE (National Portal of WEEE), or web sites
devoted to related sectors (online sales, reuse, trashware, retrocomputing).
The Portal represents a meeting point between the transport services
demand, coming from distributors, and the corresponding offer by qualified
local professionals.
In this way it would be possible to compare the different rates and
find the best suited service. As shown in the image at fig. , this “WEE
management application” will be formed by an application server and
a Database to whom each kind of equipment could get in touch by the
network services.
The portal will be open and accessible by a web site for everyone.
Then through a specific mask business user could be register himself,
specifying his role in the WEEE process (producer, user, distributor,
technician, transport operator) and access to the web pages referred to
each category.
Retailers or Technical Assistance operators thanks to the Portal could
insert into the Database the type of equipment collected.
The equipment will be classified according to groupings as defined
by the national law as well as the Directive: large household appliances,
small household appliances, IT and telecommunications equipment, consumer equipment and photovoltaic panels, lighting equipment, electrical and
electronic tools.
Each equipment will be also characterized according to its condition
(reuse, reconditioning, recycle). It will be up to the distributor operators,
Figure . WEEE management application.
Bartolomeo Valcalda, Cino Repetto

thanks to the training they will be had, define which are the condition of
the equipment and what’ll be its destination.
Having all these information, properly stored in the database, it will be
possible create different reports containing information related to the WEEE
and EEE management. These information will be useful and essential to
evaluate the collection results.
Features of the platform WEEENMODELS, see in fig. , includes several application dedicated to users generally also unregistered portal, sections dedicated to registered users (distributor, transporter, assembly point),
sections of the portal administrator and to institutional organs.
The application constraints are related by users in order to comply with
obligations laid down by law; therefore need to be sure the identification of
persons who access the portal services, the confidentiality of data, the storage of
documents that will be generated by the system, their accessibility, continuity of
service.
From the application point of view, we used:
a)
b)
c)
d)
GIS system: gmaps.js mapping with Google Maps;
Databases: MySQL;
Web Server: JBoss;
Java Programming language.
Figure . WEEENMODELS portal application.
A model and a ICT platform to manage the weee reverse logistics collection

Since the target audience is varied from the digital point of view, it
will in any case be assured an easy and intuitive access to the various
functions provided. The system architecture is designed to facilitate any of
commissioning successes interventions.
The applications are related by different users.
The general user is the private citizen that can potentially confer the
domestic WEEE or the professional user who wants to dispose of WEEE
equipment equivalent to those households. These subjects can see the
public section of the portal without any restrictions or registration requirements. The feature that provides the portal to this entity are general
information about the Weeenmodels collection model.
A GIS system allows you to see the location of the collection points
on a digital map of the city. The map shows the retailers participating in
the project, the various types of collection points and services provided
by ecological operator, ecological islands open to the public, containers in
public areas. For the latter, a link connects to public operator page where
timetables and service conditions are described). There are other links to
sites of general interest in the world of WEEE or sites devoted to related
areas (online sales, re–use, etc.).
The distributor is the retailer making the withdrawal of WEEE conferred
by customers, placing at your store the containers for collection. In the
general case the containers are by type of WEEE (R, R, R). In the case in
which the distributor carries separate collection for WEEE (R) intended
for reuse there will be an additional dedicated container. To ensure the
necessary flexibility, there are different types of containers (size and shape),
the distributor can choose which to use based on your needs and the
expected volumes. This data will be managed in the system.
The feature that provides the portal to this entity are the connection
to the CRM module using credentials issued by the time own private
area. In particular, the first portal access the distributor must enter the
relevant information to their profile, as personal details (name, address,
etc.), registration number of the operator (of individual legal entity), the
site grouping, type of activity. In addiction the retailer shows the type of
treated WEEE to use the more suitable containers free provided during the
project.
The distributor must also declare whether it will carry out its own
transport to the collection center or lean to an external authorized person
(the carrier);the collection center/processing facility identified for allocation
of WEEE, including those affiliated with the project, already defined at the
time of entry in the operators.
The portal allows the distributor to see the list of carriers; the distributor
can therefore decide, even after accession to the service, to change the

Bartolomeo Valcalda, Cino Repetto
carrier opting for a more convenient (and making appropriate changes in
the register of operators).
For small retailers organized such as network to the carrier’s choice is
made at group level; if is the network which identifies the carrier that is
used by all members.
Once the profile is inserted into the distributor GIS system and displayed
on the digital map of the city. Changes to the next profile enrollment
requests must be the portal administrator.
When distributor conferral WEEE management we are  cases:
a) if  on  at the time of the distributor of WEEE contribution records on the portal: the bestower data (Surname, Name, Address
and Tax Code) and the WEEE data., the portal gives the opportunity
to indicate from a list pre–loaded type of WEEE given (thus the
container) into the categories specified in Annex II of the Legislative
Decree / and provide the number of pieces delivered for each
typology;
b) in case against  , it’s not compulsory keep the trace of pieces
provided; the distributor is obliged to check that the transfer of
WEEE to happen in the special container.
Once you reach the maximum capacity of the container it is the responsibility of the distributor to report to the system that you need to make the
withdrawal. When the container delivery portal allows you to print the bar
code to be placed on the container and simultaneously record the delivery
to the carrier.
In the case of / optional, to facilitate the subjects participating in the
collection on a voluntary basis, you may provide a streamlined process for
merchants who do not have to store computer equipment, in which case
they will be given one or more containers identified in advance barcode,
and the collection will take place as of a reporting system but based on a
fixed timetable or a telephone request.
To simplify the processes the portal can print identification labels and
the container transport document and the carrier in two different cases
mentioned.
The carrier is the entity that provides transport of WEEE from the point of
grouping the distributor at the collection center identified/treatment facility.
With the first access to the portal the carrier must enter the relevant information to their profile: personal details, conditions of service agreement
(type of WEEE treated, geographical area covered, register code, data on
transport used (plate, type, capacity, etc.), grouping places served, planning
retreat containers.
A model and a ICT platform to manage the weee reverse logistics collection

The portal allows the carrier to view the location of affiliated distributors
on a digital map with details for each distributor of the need to make the
withdrawal.
When the distributor requires the taking over of the container r, the
request is included logistical planning and of the saturation level of own
funds, will make the container transportation at the collection center
The system generates an optimal path also carrying a compatibility and
is able to check the capacity of choose truck and containers to be collected.
The carrier can verify the operation of the target collection centers by
connecting to its portal managed by the WEEE coordination center.
Once confirmed the trip the portal automatically signals to the distributors and to the collection center the date of trip and allows the carrier and
to release, for each container, the WEEE Transport document compliance
with DM / in the case of –on– or the waste identification form
(FIR) in compliance with art.  of Legislative Decree / in the case
of –.
These features are also made available to distributors to autonomously
provide the transport.
To ensure the replenishment of the containers (bags or rigid containers)
the distributor should signal the exhaustion, and the carrier will provide to
supply these, taking from a stock supplied.
The collection centres is the final terminal of the WEEE collection chain,
for the preparation for reuse or recovery.
The feature that provides the portal to this entity are• the connection
via the accreditation cards issued its own private area. With the first access
to the portal the collection center must enter the relevant information to
their profile, Waste type (EWC — European Waste Catalogue) for which
he received the authorization and taking charge containers
Upon delivery of the containers by the carrier the center staff proceeds to
the identification of each container by means of a barcode reader, going thus
confirming system to the actual taking charge of the delivered containers.
Subsequently, a decision as to the weighing of individual containers; the
portal gives the possibility to record the actual weight (for single package),
since it can also be supplied to the conveyor for the calculation of the
compensation if in weight and not in the container or to travel.
The staff of the centers has available a smartphone that, by means of an
application and using the read capabilities of the bar codes, directly records
in the system, in real time, both the delivery of the containers, both the
weight of each of them at the time weighing.

Bartolomeo Valcalda, Cino Repetto
References
D H., L R. (), Supply Chain Management and Reverse Logistics
Joachim.
ADN K , Rifiuti elettronici, il riciclo fa bene all’ambiente.
G U, Decreto ,  maggio .
Il portale del Centro di Coordinamento RAEE, Raccolta RAEE — anno , anno
.
B V., C A. (), Il sistema operativo di gestione dei raee. Gestione dei
rifiuti da apparecchiature elettriche e elettroniche, Dario Flaccovio editore.
L F V. (), Riciclo e gestione RAEE, Grafills.
WEEENmodels
ISBN 9788854897083
DOI 10.4399/978885489708314
pag. 133–137 (novembre 2016)
Environmental communication
in WEEENMODELS project
The experience of the Development Agency GAL Genovese
in WEEENMODELS project
C R, G D∗
A: The main objective of the communication and dissemination of WEEENMODELSproject
is to disseminate information on the results and the products that the project aims to achieve. The
aim is, therefore, to help to raise awareness among stakeholders on the importance of the results
of WEEENMODELS, in order to achieve the objectives set. The key messages that we intend to
disseminate and promote are the following:
a)
b)
c)
d)
what are WEEEs;
how to properly dispose them;
what are the damages on the environment and human health from improper disposal;
the importance of recovering raw materials that would otherwise be lost.
Within the LIFE+ WEEENMODELS project, the Development Agency GAL Genovese took care
to realize some of the communication products, in particular the coordinated image of the project,
the website, information panels, brochures and newsletters.
. Article
WEEENMODELS LIFE Project arises from the need to address the main
problems regarding the waste category of WEEE, Waste from Electric and
Electronic Equipment. One of the main issues related to this category of
waste is the presence of substances considered toxic to the environment
and the non–biodegradability of these devices.
The growing use of electronic devices in our lives determines an increasing risk of dropping out in the environment with the consequences of
pollution of soil, air, water and impact on human health.
These products must be properly managed and used for the differentiated recovery and recycling of the materials they are made of, such as copper,
iron, steel, aluminum, glass, silver, gold, lead, mercury, thus avoiding, in
addition to the environmental damage, also a waste of resources that they
may, instead, be reused to build new equipment.
∗
Claudia Riccio and Giorgio Doria work at the Development Agency GAL.


Claudia Riccio, Giorgio Doria
The main objective of the communication and dissemination of WEEENMODELS project is to disseminate information on the results and the products that the project aims to achieve. The aim is, therefore, to help to
raise awareness among stakeholders on the importance of the results of
WEEENMODELS, in order to achieve the objectives set.
The project communication plan, in line with the LIFE Programme
recommendations, envisages the implementation of some communication
tools considered the most effective to spread the project messages considering the main target, such as experts (technical assistance centers, authorized
collection centers, carriers, retailers), the institutions involved in environmental issues (Ministry of Environment, WEEE Coordination Centre, etc.),
citizens (adults, students, children).
The key messages that we intend to disseminate and promote are the
following:
a) what are WEEEs;
b) how to properly dispose them;
c) what are the damages on the environment and human health from
improper disposal;
d) the importance of recovering raw materials that would otherwise be
lost.
Within the LIFE+ WEEENMODELS project, the Development Agency
GAL Genovese took care to realize some of the communication products,
in particular the coordinated image of the project, the website, information
panels, brochures and newsletters.
The coordinated image of the project consists mainly on the design of the
logo, the graphics and the templates that have been used for documents and
presentations and implementation of various communication tools. The
specific objective is to clearly identify the project, with an immediate and
highly communicative impact. The development of a coordinated image
is functional to the perception of an overall identity of WEEENMODELS
actions. This will facilitate the identification of all the documents, products
and services related to the project and it will help to immediately identify
and remember the project.
Internet has become a common source of information and a vehicle
that can potentially reach a very wide and heterogeneous audience, so
WEEENMODELS project website (www.weeenmodels.eu) is designed to
reach the widest range of stakeholders.
WEEENMODELS web site includes different sections such as: description,
results, news and events, networking activities, photo gallery.
Furthermore, the website hosts the platform dedicated to the mana-
Environmental communication in Weeenmodels project

gement of WEEE collection in the pilot city of Genoa made by TBridge and Amiu partners. The web site embeds also the Digital Repository,
the electronic equivalent of a specialized library managed by UNIMORE
partner.
In order to disseminate the project results and to communicate the
existence and purposes of the project,  different types of brochures that
address different target have been implemented and disseminated. The first
is a general descriptive brochure of the project and it was made in two
versions, Italian — English and English — German, given the presence of
ISW partner.
The second brochure is addressed to an audience of students and contains, in addition to a project description, a definition of what are WEEEs
and how to properly manage them. This brochure contains also a reference
to e–learning courses organized by UNIMORE.
The third brochure, released during “Ecomondo” fair, addresses a technical audience and illustrates in detail the working principles of the “WEEE
collection web system”, a web platform prepared by TBridge partner and
directed to all subjects involved in the logistics chain of WEEE.
The fourth brochure is addressed to children aged between  and 
years old in order to raise their awareness to environmental issues related
Figure . Homepage Weeenmodels website.

Claudia Riccio, Giorgio Doria
to the field of WEEE. The brochure is structured like a board game so that
children can learn while having fun.
The project has also planned the creation of four newsletters which contain information and in–depth analysis regarding all the aspects of the
project, such as events, conferences, degree thesis and networking activities.
WEEENMODELS Facebook page aims to convey in an informal and immediate way all the news about events and results reached by the project
using a less technical language and accessible even to those who has never
been interested in the project issues. It also permits to relaunch the news
published on the website and spread to a large number of stakeholders,
giving space to the personal experiences of users who can thus directly
interact.
Furthermore, different types of information panels have been created:
a roll–up with a general description of the project (one for each partner);
two panels for the collection center of AMIU; two information panels used
to present the project during the “Environment Day”, one of the events
organized.
The WEEENMODELS partnership has, indeed, organized and participated
in a number of events at local, national and international level, involving
different types of participants, from the general public to a more technical
and specialized audience.
Figure . Seconde brochure.
Environmental communication in Weeenmodels project
Figure . Weeenmodels launch press conference.

WEEENmodels
ISBN 9788854897083
DOI 10.4399/978885489708315
pag. 139–142 (novembre 2016)
The digital repository of WEEENMODELS project
P M, G F∗
Within “WEEENMODELS” LIFE project, in particular the action of dissemination of the results, a section called “digital repository” was foreseen
already in the writing stage of the project to be hosted in the project web
site (www.weeenmodels.eu). The manager body in charge of the action
was the Environmental Sustainability Project of the University of Modena
and Reggio Emilia, while the transposition of the web has been cured by
the Development Agency GAL Genovese.
The Digital Repository of WEEENMODELS project has been designed as
a digital archive where learning objects are collected and preserved or, more
generally, data and information, accompanied by descriptions (metadata) in
digital format, and directly accessible by users, concerning electrical and
electronic waste and related topics. The Digital Repository represents, to
some extent, the electronic equivalent of a specialist library.
In particular, the objective is trying to make available to the user, institutional and not, a heritage of information often not directly available.
It’s about electronic resources owned of University and databases useful
to university research on the topic, bibliographic production handled by
experts, such as for example the WEEE Consortiums in Italy.
It is possible to consult informative and scientific articles and, more
generally, open access documentation, grey literature on the topic, and
material produced on the occasion of scientific seminars, courses, activities of environmental education. Finally, the environmental legislation and
regulations are very important and, in particular, the one in continuous
evolution, dedicated to electrical and electronic waste.
The Digital Repository also offers a reference and interactive virtual
service: users can consul it in order to receive answers to green reference
questions not only bibliographical, but also factual and to receive help
and assistance in information recovery, with possibility of e–training and
on–demand training.
Initially the digital repository structure had to be organized into the
following sections:
∗
Pinuccia Montanari is Responsible Environmental Sustainable Project — Unimore. Giovanni
Ferrari is Unimore co–worker for Weeenmodels project.


Pinuccia Montanari, Giovanni Ferrari
a) collections: text list and links to the OPAC (Online Public Access
Catalogue);
b) electronic Resources: list of purchased electronic resources (eg e–
book) on project issues;
c) resources Open Access: list of electronic resources freely available
on the net about project issues;
d) virtual Reference Desk Environmental: indication of bibliographic
paths covering the topics of the project, links to legislation, to organizations, to useful sites, highlighting books, articles, etc., useful to
the project, online service for information request and tutoring;
e) environmental Education — Open Meeting: links to courses in e–
learning mode and links to videos taken from conferences and
seminars.
The first version of the structure of the digital repository was not user
friendly and effective in terms of consultation, so the body in charge of the
action decided to review it, thus reclassifying documents initially loaded
Figure . Definitive structure of digital repository.
The digital repository of WEEENMODELS project

and periodically searching new documents to be included in the digital
repository.
More specifically, the detailed structure of the digital repository can be
found in Figure .
The most successful section related undoubtedly the “virtual reference
desk” that aims at the creation of a virtual room where you can get help to
the bibliographic consultation, guidance to find and use the resources in the
library (OPAC services, document distribution, Inter–library loans, integrated researches on the portal of electronic resources, OpenURL resolver) on
issues related to WEEENMODELS project and open archives.
You can also use an online service in order to request more information
and tutoring activities and a virtual room to work in small groups.
In May ,  the bibliographical applications certified by the University
Library System amounted to about ,, from all over Italy.
To access the digital repository, you must go to the project WEEENMODELS homepage (www.weeenmodels.eu) and click on “Digital Repository” (see Figure ) that appears in the drop down menu after clicking on
“WEEENMODELS” menu horizontally positioned in the upper part of the
homepage.
Afterwards the digital repository structure appears and you can see it in
all its sections (see Figure ).
Finally, by clicking on the different sections of the digital repository, you
can view and download the entered documents or access to the service of
Virtual Reference Desk Environmental.
The experience gained within the WEEENMODELS project allowed us to
design and test a small digital library model that we hope will be capitalized
Figure . Access to digital repository in WEEENMODELS website.

Pinuccia Montanari, Giovanni Ferrari
for the creation and management of a full text library, in accordance with
the guidelines of the European Commission which, through LIFE projects,
promotes the development of exportable models in other similar contexts.
Figure . The digital repository sections.
WEEENmodels
ISBN 9788854897083
DOI 10.4399/978885489708316
pag. 143–149 (novembre 2016)
Where have our WEEE gotten to?
Some surveys available in the Digital Repository
of WEEENMODELS Project
P M, G F∗
A: The Digital Repository, created as part of WEEENMODELS project, provides the opportunity to deepen some research carried out by the most significant WEEE production chain consortia, in
particular Ecodom, in collaboration with research institutions and universities. The analysis focuses
on some case studies such as the Doxa case whose focus is on the analysis of the behavior of Italian
people about WEEE, the Ipsos study that examines the attitudes of Italian people towards the
recovery and recycling of WEEE, other surveys such as the one carried out in , on behalf of
Ecodom, by United Nations University, in collaboration with the Politecnico of Milan. In Italy ,
kg/inhabitant/year of WEEE are collected. Actually – kg are likely to spread into the environment
or to be subjected to rough treatment, or even worse, to end in the hands of international lawlessness.
The research highlights the fundamental role of the citizen/consumer, of WEEE recycling industry
with the aim at reinforcing virtuous behaviors and results.
Introduction
Among the measures to disseminate information, implemented by WEEENMODELS Project, the Digital Repository, created and visible on WEEENMODELS web site, was an interesting tool to make know to a wider public
the information literature on WEEE, often niche or reserved to advanced
readers. In particular, UNIMORE has focused on some studies, realized by
different entities that deal exclusively with electrical and electronic waste or
with research activities in this area. The themes and reflections that emerge
from the analysis highlight the problematic nature and critical issues that
the people appointed to WEEE collection meet. During  the European
Parliament approved the new WEEE Directive (shown in our e–learning
course on site http://elearning–raee.unimore.it) requiring from  a
collection target for Member States equal to % of that market, or %
of WEEE generated. In , WEEE system in Italy highlights interesting
performances (collection stood at , kg/inhabitant). This value, however, when compared with many other European countries, shows that a
significant improvement is possible.
∗
Pinuccia Montanari is Responsible Environmental Sustainable Project — Unimore. Giovanni
Ferrari is Unimore co–worker for Weeenmodels project.


Pinuccia Montanari, Giovanni Ferrari
. The case of the Doxa study. Electrical and electronic equipment no
longer in use by Italian families, 
The first case study examined had as focus the question “Why the old
household electrical appliances remain in Italian homes, although unused?”.
The investigation comes from the observation that in  there has been a
significant decrease in the amount of waste from electrical and electronic
equipment collected by Ecodom, one of industry consortia, that is less than
% compared to .
Then Ecodom entrusted to Doxa the task of realizing a research aimed
at investigating the main reasons that lead the Italian families not to shed
their WEEE. The methodology used for the survey referred to the use
of a representative sample of households.  telephone interviews were
conducted with C.A.T.I. system (Computer Assisted Interview Telephone)
to a nationally representative sample of Italian households with landline at
home; the interviews were conducted from  to  September . The
survey highlights some reasons why the Italian families do not shed their
WEEE. Using a scale of the average values from  to , the main reasons
relate to laziness (I know I should take them to a waste collection center, but
I never find the time to do that), the wisely (you never know, even if they are
old equipment one day I could reuse them or give them away, they could
always be useful), lack of interest (do not ask myself the question, they don’t
give me any hassle), accumulation (better have a spare equipment, even if
not in great condition, in case I broke the one I use).
Then there is a very interesting distinction between Small and Large
EEE disused: the main reasons for people that in the home have small
WEEE and have not yet shed are the lack of interest for % (do not ask
myself the question, they do not give me any hassle), the shrewdness for
% (you never know, even if they are old, one day I could reuse them or
give them away, they could always be useful), accumulation for % (better
have a spare equipment, although not in great condition, in case I broke the
one I use). The main reasons for people that at home have great WEEE,
on the basis of criteria identified by the research, are controversy for %
(they are heavy and bulky, and for me bringing them into a waste collection
center is tiring, there should be a home collection), idealists for % (they
don’t make them like they used to anymore, maybe tomorrow they could
become design objects), laziness for % (I know I should take them to the
waste collection center, but I never find time to do that). So, according to
this Doxa survey, Italians would be divided on WEEE management in three
broad categories:
Where have our WEEE gotten to?

a) the lazy ones, uninterested and uninformed, with a low educational
level, older age and more prevalent in the southern regions and
islands, represent the most significant trend (%);
b) the rational, conservative accumulators and fans of Do It Yourself
(%), belong to all ages, they are distributed in the various regions,
with an emphasis in the central regions;
c) the emotional, nostalgic and idealistic ones (%) with higher age
and distribution in all geographical regions. The controversial and
suspicious ones represent, in this sample analyzed, the % of the
population.
The analysis also highlights a difference in attitudes towards the two
types of WEEE: big appliances and small appliances. Small EEE are usually
preserved, while for large AEE there are problems and criticalities associated
with transportation difficulties, the size and even the more conservative and
nostalgic attitudes.
. The case of the Ipsos study. The attitude of Italians towards the
collection of electrical appliances
Even the Ipsos study focuses on the attitudes of Italians, however, limiting
the analysis of the attitudes of Italians towards the recovery and recycling of
household appliances. After analyzing the context scenario, with particular
attention to Italian comparison vs Europe and to some reflections on the
collection of municipal waste and the role of landfills, the research examines
the waste taken to the landfill and the Italian situation related to WEEE
collection. In Europe, in , .% of municipal waste amounted to 
kg per inhabitant is still landfilled. In  Italy collected . kg/inhabitant,
the penultimate value before Poland that collected . kg. Excellences are
Sweden (. kg), Switzerland (. kg) and Denmark (.). France collected
. kg, Austria . kg.
In Italy there is a real consciousness of waste collection centers and
the opportunities they represent for the development of recycling. In fact
% of the youth population, from Ipsos research, doesn’t know what the
waste collection centers are; the data becomes % in the population over 
years. The % knows what waste collection centers are, a good percentage
especially in northern Italy knows where waste collection centers are located. The % of the Italian population knows where they are and the data
becomes % in Lombardy, % in Emilia–Romagna, % in Veneto, % in
Sicily. Among  respondents,  know waste collection centers and %
use them. If you approach to the subject of WEEE, the percentages varied.

Pinuccia Montanari, Giovanni Ferrari
% of the population does not know WEEE, only % know them (this
data becomes % in Emilia–Romagna), while % have a vague idea about
what WEEE are. It’s interesting that the danger of WEEE is perceived by
size (excluding washing machines). Refrigerators, televisions and computers
are considered very polluting, while small appliances are not.
If the collection does not work, the responsibility is attributed mainly
to public administrators that should increase the collection centers and
make them efficient; a minor but significant responsibility is attributed to
consumers that should dispose of WEEE properly. Only % indicate the
role of the appliance producers and think they should also take care of the
management of old appliances.
About the decree known as “One on One”, % of respondents is not
aware of the decree obliging sellers of electrical and electronic products to
the free collection of disused equipment if you purchase a new equivalent
product. There is also a prevalence of “no” to the question whether the
shop where you bought an EEE received the old home appliance. Mostly
it appears that the store does not apply the decree. And what happens to
un–received WEEE from the store? According to the research on , 
are brought to the waste collection centers,  are received by specialized
companies,  are given away,  are hold in the basement,  is sold and  is
kept as still functioning. According to the analysis, these behaviors can have
serious consequences on the environment: in fact % become potential
dangerous waste and in particular % at the risk of improper disposal (in
the generic or plastic trash can).
In the research some solutions actions to address the critical issues such
as the increase of the Italian communications initiatives, the awareness
of children to school and the education of children in the family are also
indicated. An important role is assigned to industries which should make
more eco–friendly products and indicate how the waste should be managed.
A sufficient percentage of the population would even be willing to pay more
an appliance, if they knew that its production has occurred restricting the
use of harmful compounds for the environment.
. Other interesting surveys
Other investigations are of great interest, in particular the research, although
addressed to a sensitive and informed population through  complete
interviews, carried out by filling out the Adiconsum–Ecodom questionnaire
online on the awareness of Italian people on the environment, separated collection and WEEE. The survey aims at “measuring” the level of awareness
on the “environment” issue in general and on WEEE in particular; it aims
Where have our WEEE gotten to?

at understanding the difficulties encountered in implementing virtuous
behaviors and at shedding light on the opinions and expectations to the
institutions and individuals that provide environmental services.
Since  to the present, the domestic WEEE management system,
entrusted by law to the responsibility of Electrical and Electronic Equipment Producers and their collective systems, has passed from , tons of
WEEE collected and treated with an environmentally correct management
to about ,.
Players in the chain (local authorities, urban waste management Companies, Distributors, treatment companies, WEEE Coordination Centre) drew
up planning agreements and have reached more than  waste collection
centers.
Despite these efforts, the quantitative results are still modest: Italy collects about . kg of WEEE per capita per year, properly treated, data still far
from the most virtuous countries and above all from the new goals set by
the new WEEE Directive (about  kg/inhabitant per year by ).
Another research, uploaded in the Digital Repository of Weenmodels
project, performed in  on behalf of ECODOM from United Nations
University, with the collaboration of IPSOS and the Milan Polytechnic, pointed out that every Italian citizen disposes of nearly  kg of WEEE per year
but only  kg are detected by the system established and managed by Producers of electrical and electronic equipment, which guarantees full adherence to the provisions of current legislation and then a full environmental
protection.
This means that there are  —  kg per inhabitant (then –
tons per year) that are dispersed along a series of more or less legal roads
and more or less environmentally correct; a part ends up in the hands of
operators who — although in possession of the authorizations for WEEE
treatment — adopt a streamlined process, pointing to the more profitable secondary raw materials (and easier to extract) without regard to the
pollutants in this waste; in other cases, WEEE end up together with other
types of waste (scrap metal, cars, etc.), undergoing a completely unsuitable
treatment from an environmental point of view; then there are persons
much bordering with legality, which extract from WEEE only the interesting parts from an economic point of view and then leave the rest in some
more or less illegal dump.
This quick overview of the many ways where WEEE disperse cannot
unfortunately forget the phenomenon of illegal export of them to some
“developing” countries (Ghana, Nigeria, India, China) where treatment is
carried out not only without any care for the environment, but above all
without any respect from a human and social point of view. This phenomenon of “parallel flows” has serious impacts on the environment. But

Pinuccia Montanari, Giovanni Ferrari
the consequences are significant also from the economic point of view:
the recycling of WEEE industry — the virtuous one, working with the
collective systems — handles only , tons of WEEE per year instead of
,; if it could handle three times higher amount than the current ones
it could be an industry much more competitive, able to make the necessary
investments to achieve better results in terms of recycling of secondary raw
materials.
The analysis shows that in Italy nobody has been able, until now, to invest
in the construction of a plant aimed at working the electronic boards and
extract the most precious materials (gold, rare earth elements, etc.), because
the amount of boards collected in Italy are modest: the consequence is
that this type of component is exported to plants in Germany or Belgium
and the industry of these countries benefits of secondary raw materials;
furthermore, in Italy a plant for the disposal of the extracted CFCs from
refrigerators has never been built, even in this case because of the shortage
of volumes: Italy has to export this gas in France.
Italy collects few WEEE, the industry does not take off, the costs are high
because the high added value operations or the most delicate ones can be
done only abroad: in Italy, the recycling of WEEE seems destined to remain
an experimental craft. The Adiconsum and Ecodom survey highlighted
that it is necessary to focus initial link of WEEE management chain, that
is the citizen/consumer because the risk that the greatest losses occur is
remarkable.
References
Rifiuti: i nuovi decreti su Raee, incenerimento e discariche, Milano, “Il Sole  ore”,
.
A B., P P., Guida alla gestione dei RAEE, delle pile e dei centri di raccolta
con CD–ROM Milanofiori, Assago, Ipsoa, Indicitalia, .
B L., Analisi comparativa di metodologie per la gestione della logistica inversa
in un’azienda che si occupa della raccolta, del trattamento e dello smaltimento dei
RAEE: il caso Tred Carpi s.r.l., tesi di laurea, relatore Rita Gamberini, .
—– La filiera delle materie prime seconde da raee, dalla raccolta al reinserimento nei
cicli produttivi ceramici e dei colorifici: genesi normativa e determinanti del mercato
Modena, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, Dipartimento di
Economia politica, .
D’ I., Ottimizzazione della rete di recupero raee nella provincia di Reggio Emilia mediante analisi simulativa, tesi di laurea, relatore Cristina Mora, correlatore
Elisa Gebennini, Reggio Emilia, .
Where have our WEEE gotten to?

Le ricerche qui di seguito indicate sono state consultate sul sito di Ecodom www.ecodom.it,
in data  maggio .
B D., M P., RAEE il contributo del riciclo agli obiettivi di Kyoto. Bilancio
energetico–ambientale del recupero di alcune tipologie di rifiuti elettrici ed elettronici,
Milano, Ecodom,  novembre .
I P A, L’atteggiamento degli italiani nei confronti del recupero e riciclaggio degli elettrodomestici, Milano,  marzo .
U N U, I Raee domestici generate in Italia. Analisi su volumi,
tipologie e abitudini di dismissione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, Institute for Sustainability and Peace, Politecnico di Milano, Milano,
Ecodom, .
D, Apparecchi elettrici ed elettronici non più in uso presso le famiglie italiane, Milano, Ecodom, Settembre .
A, E, Conosciamo l’ambiente? Un’indagine Adiconsum– Ecodom sulla
consapevolezza degli Italiani in materia di ambiente, raccolta differenziata e RAEE
Milano,  febbraio .
E, C , Indagine uno contro uno. Conosciamo il valore di un
rifiuto Raee. Impariamo a gestirlo con responsabilità, Milano, Ecodom.
WEEENmodels
ISBN 9788854897083
DOI 10.4399/978885489708317
pag. 151–162 (novembre 2016)
Communicate, involve and meet
WEEENMODELS’ project stakeholders
I M∗
A: The main challenges of communication regarding the project are the deep level of
involvement needed between very different categories of target such as citizens and specialised
stakeholders like small and big dealers. As a matter of fact, while citizens are quite used to differentiate
packaging such as plastic, paper and glass or metals, the challenge is to help them focus on specific
items such as WEEE, not so immediate to recognize and not so easy to dispose of. Dealers have on
the contrary some indications to follow and rules to respect from National and European legislation
which are unfortunately too often ignored or neglected. Overall, there is a positive approach especially
on the communication aspects, as dealers not specifically involved in EEE sale asked to become
involved in the project as information points. The importance of setting goals and monitoring
activities that quantify the plans and their respective actions is extremely evident in EU projects.
Goal–setting is essential to assess the progress of an action and its degree of success. Adaptation to
change and cross cutting approaches are as well key aspect of any communication activity especially
in EU projects which are developed months after their proposal and conditions may have changed.
Therefore, it is necessary to be informed so as to be able to react quickly and take advantage of the
current social context with the aim of fostering the most favorable preventive actions. Some of the
goals expected during the first part of the pilot experimentation in a small city area, will anyhow be
developed during the extension of the project to the whole city in order to fulfil the projects goals
in some cases with more efforts in specific actions. A successful campaign requires a combination
of different methodologies and mechanisms. All different publicity and communication channels
have to be used depending on the action and the target public. A strong coordination between all
partners involved in communication activities is essential for a strong output and for success. WEEE
is waste electrical and electronic equipment. It is end–of–life electrical and electronic equipment and
covers virtually everything with a plug or battery. It is classed as either household or non–household
WEEE. The European Project Life + WEEENMODELS co–financed by the European Union led by
the Municipality of Genoa, was created to improve the recycling and recovery of WEEE, in Italian
RAEE: rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Partners of the project are: Amiu (the
genoese company for waste management, T–Bridge (Genoa), GAL (Genoa), UNIMORE (Modena
e Reggio Emilia), ISW (Halle, Germany). The project is divided into two phases: the first from
September to December  has interested the area Valpolcevera (one of the nine municipalities of
Genoa); the second involves the whole city from June to December . The area of the city chosen
to host the pilot was carried out after checking the representativeness from both morphologically and
residential compared to the city of Genoa, both for the presence of significant business activities and
sometimes concentrated business areas (specific commercial area). Particular attention was also paid
to cooperation with the municipalities and their representatives, as well as the presence or absence in
the territory of a dedicated collection centers that are a factor not only of simplifying the processes of
collection, but also an important contribution to verify the economic sustainability of the collection
and transportation of materials by all the actors involved in the project. , inhabitants reside in
the municipality, % of the population of Genoa (approx  thousand). In the Municipality and
in the commercial area of Campi are also present an AMIU collection center (drop–off ) dedicated
to the citizens and AMIU collection center dedicated to distributors in corso Perrone. The area has
∗
Ilaria Marzoli is an Amiu’s member.


Ilaria Marzoli
an interesting texture of schools and community centers. Street expo planned in the area during
the summer have been as well taken into account. In this regard, in some cases the communication
materials and services as EcoRaee have been proposed outside the pilot area, during events and
fairs that allowed a deepening of WEEENMODELS and allowed talk about the project thanks to the
activities and visitors. Tools that instead could create expectations, but did then give an effective
response in some services or activities (such as TV commercials, advertisements in newspapers or
radio spots) have been assessed and has started to address its content, without, however, use them
to avoid compromising the effectiveness. To the area of the Municipality Valpolcevera was added
the commercial center of Genoa Campi, a di fferent Municipality (Medio Ponente) area, where are
located some interesting shopping centers in size and features.
. The challenges of communication
The WEEENMODELS project created to improve the recycling and recovery
of WEEE, that is everything with a plug or battery, all items that when
we decide to throw away become Waste from Electrical and Electronic
Equipment, involves the construction of different communication tools for
citizens, in order stimulate a real change in the perception of WEEE to
facilitate and increase their separate collection.
Any appliance, small or large as well as valuable materials to be recovered
contains dangerous substances that can harm the environment.
These two simple concepts are the focus of the communication campaign which is meant for the Genoese, not only for those living in the pilot
area. The aim is to be able to spread simple messages that allow to easily
identify the WEEE and tools available to discard them in a correct and
compatible with the environment.
The main challenges of communication regarding WEEENMODELS
project are the deep level of involvement needed between very different
categories of target such as citizens and specialised stakeholders like small
and big dealers, already very different between each other as emerged
during the technical tables encounters.
The lines of work carried out for the different stakeholders like citizens,
dealers and specialised sectors are quite different, as the approach to waste
and differentiate collection is as already stated different.
While citizens are quite used to differentiate packaging such as plastic,
paper and glass or metals, the challenge is to help them focus on specific
items such as WEEE, not so immediate to recognize and not so easy to
dispose of.
Dealers have on the contrary some indications to follow and rules to
respect from National and European legislation which are unfortunately
too often ignored or neglected. During technical tables organised to check
their knowledge and wishes and to encourage debate and exchange of information between them and national register representatives and trade
Communicate, involve and meet WEEENMODELS’ project stakeholders

associations, while small dealers have showed interest to the communication
aspects as in their own neighbourhood they can influence the development
of habits for waste prevention and disposal thanks to daily personal relation with customers, but have problems in keeping information totems
or collection boxes because of small dimension of shop, big dealers have
on the other hand already equipped stores, but as well interest in relation
involving customers. Technical table meetings had an extremely interesting
role to develop and realise specific tasks of the project and were essential
to develop key ideas for communication style and tools to adopt for the
campaign.
Overall, there has been a positive approach especially on the communication aspects, as dealers not specifically involved in EEEE sale asked to
become involved in the project as information points.
. Goals resources and a circular economy
The importance of setting goals in order to quantify project plans and
their respective actions is extremely evident in EU projects. Goal–setting is
essential to assess the progress of the specific actions and their degree of
success, as well as to set priorities.
The observation of the evolution of the situation once the projects are
accepted and financed may anyhow show limit in the forecasts stated in the
previous years.
Some of the goals expected during the first part of the pilot experimentation in a small city area, will for instance be developed during the extension
of the project to the whole city in order to fulfil the projects goals in some
cases with more efforts in specific actions not forecasted in the original
timing.
Focusing on citizens a strong commitment is a matter of easy message
and a light clear message. As in the case of language and words used in the
definition and explanation of actions and at a conceptual level it was decided
to definitely use a new vocabulary of words which can strongly support
social changes.
In this respect the words such as “resource” and “circular economy
strategy” were used, avoiding “waste” and “garbage collection”, to help
creating a deeper environmental conscience following a strategic and newly
oriented approach of the economy, in line with the line followed by AMIU
in its corporate campaign “Questo non è un rifiuto” (this is not waste).
The need to conform the communication campaign related to the project to AMIU corporate campaign on urban waste encouraging separate
collection among Genoese citizens was fundamental to allow genoese im-

Ilaria Marzoli
mediately recognize the message “This is not a waste” and help them focus
on WEEE topic and collection services. The campaign has included WEEE
and eu logo and on some items partners’ as well.
The project is split in two parts: an experimentation in a Sub–Municipality
and then the extension to the whole city. In the test area specific activities
on WEEE have been carried out: in particular workshops in schools and
libraries to reach young people, teachers and families too.
On these occasions, as well as during local fairs, questionnaires have
been handed out and filled in, preferring a one to one approach to make sure
people involved were reached by the message; a comics leaflet I Rifiutati (the
Wasted) has been distributed, increasing the awareness of WEEE among
young people and school children.
Both Genoa City and AMIU web sites hosted information on the Weeen-
Figure . Brochures by Amiu.
Figure . Brochures by Amiu.
Communicate, involve and meet WEEENMODELS’ project stakeholders

models project, in particular AMIU web site has a dedicated mini–website
http://www.amiu.genova.it/raee/
To address the issue of WEEE as a whole and to collect all the necessary
information to citizens regarding this matter (how to recognize them, how
to manage, how and where to find services to discard them), a dedicated mini–site has been created, hosted on the AMIU web site. Consulting
amiu.genova.it/raee the Genoese can easily deepen Weeenmodels project,
learn to recognize and manage their WEEE and take advantage of educational opportunities promoted by UNIMORE thanks to Life + instrument,
joining the online course to become experts of WEEE. The mini–site has
also been designed to accommodate information about the WEEE and ad
hoc services available in the city. It has been estimated that the Genoese in
search of information on waste and their management, as related to a European project, would pass through the site of the operator of the waste. With
Figure . Meeting with Stakeholders.
Figure . Meeting with Stakeholders.

Ilaria Marzoli
the many dedicated areas, you can easily find useful information and links
to online course university. The micro site is also the instrument through
which distributors, transporters and collection centre are access to Weeenmodels’ platform for logistics management, but thanks to the mini–site
allows access to complete information concerning the legislation and the
legal obligations. All the materials produced to promote the collection and
services made available through Weeenmodels, are hosted by the micro
site amiu.genova.it/raee and were distributed during the communication
activities (workshops in schools, presence at events and initiatives, etc.).
During the dissemination events Weeenmodels leaflets were distributed
and demonstration activities have been carried out, showing items, such
as R: radios, toys, table lamp, cell phones and other small electric and
electronic devices, which usually the general public often don’t consider
as a WEEE. Leaflets were distributed in the local test area through the
EcoRaee vans which stopped  days a week in  different market areas and
in gathering points during fairs and local events.
For the awareness campaign extension to the whole city tools such as
TV and radio spot are ongoing, as well as newspaper advertising.
On March  UNIMORE has set up e–learning educational courses in free mode, an extremely useful instrument for keeping people informed and stimulate interest on WEEE knowledge for the general public (elearning-raee.unimore.it). The courses has been promoted during
conferences in Genoa and other cities.
As a result of the communication activities carried on during the project,
Amiu managed to involve a school in an unforeseen activity which has
produced an interesting communication tool: a short cartoon on weee.
After visiting the art exhibit “Riciclare è un arte” (Recycling is a formo f
art, Genova — Palazzo Ducale – February ), and to the enthusiasm
of students for the art works and artistic installations, a local vocational
education foundation “Ente Fondazione CIF Formazione”, decided to create
a short video animation using with decoupage technique. The making of
the video allowed students deepen their knowledge on WEEE and allowed
them under stand the world of WEEE. The artistic supervision and help of
professors let the students develop a production process of pre–production
(idea, subject, script and storyboard), until the making of the final product,
the WEEE cartoon.
Amiu supported the school with information and WEEE and the cartoon has been presented in June  during a meeting of movie lovers
association in Genova. The video, lasting round  seconds can be used as a
spot for schools or specific audience.
Regarding more specifically the exhibition, the Open Space Room at
Palazzo Ducale hosted by Friday, January  to Friday, February ,  the
Communicate, involve and meet WEEENMODELS’ project stakeholders

exhibition “Recycling is a form of art” that has registered more than ,
visitors.
During the exhibition the leaflets designed by WEEENMODELS partners
to promote the project have been distributed and there has been workshops
with classes to introduce children to the subject of WEEE.
The exhibition was designed to show creative recycling and reuse of
materials, contextualizing it in relation to project theme of WEEE and
showing how creativity can help stimulate the sensitivity and promote
separate collection, recycling and preservation of environment.
In the show room in addition to works by the artist Anna Rita Serra, a
video realized thanks to the contribution of the consortium for the recovery
and recycling of WEEE ReMedia (which operates nationally and belongs to
the National Coordination Center circuit — WEEE) was screened to raise
awareness and inform visitors about what is WEEE and how to handle
them properly.
In the Municipality Valpolcevera during March and May , educational workshops were organized to promote awareness of WEEE, their
diffusion in our homes even in the form of games and not just of equipment
for the kitchen but also for leisure. Children and adults were involved in
recreational and creative activities in order to understand the importance of
reuse and were sensitized to learn to recognize the WEEE and to know the
systems available in the city to get rid of it for free, comfortably and in an
environmentally correct manner.
To the participants (teachers, pupils, parents, kids and libraries goers)
we proposed a simple questionnaire which allowed to understand the level
of knowledge of the subject. More than  children and  residents were
involved in the activity. These activities have also allowed an assessment
of what topics it was necessary to focus the communication through the
means provided for the pilot (dedicated micro site, information leaflet,
WEEE cards), so as to make the content interesting and complete with all
the necessary information to recognize and better manage EEE and WEEE.
. Adaptation to change
This is the most important aspect of any communication activity as in EU
projects which are accepted after some time and situation may have changed.
There is sometimes a need to adapt to changes in society by reformulating
and re–planning and also knowing how to take advantage of the latest trends
(on a global or local scale).
Therefore, it is necessary to be informed so as to be able to react quickly
and take advantage of the current social context with the aim of fostering

Ilaria Marzoli
the most favorable preventive actions. For this reason most of the plans are
reviewed annually.
As a matter of fact, for the project Amiu defined a new WEEE Collection
service of small WEEE collection which wasn’t foreseen in the original
project: the EcoRaee vans, started on September  in the pilot area, with
great success raised a lot of interest among citizens and allowed the distribution of information leaflets and awareness about WEEE. The collection
service had a daily calendar from Monday to Saturday and the vans stopped
in aggregation spots such as local open air market places and bus/metro
terminus. Then for the extension to the whole city, Amiu decided to equip
other vans, already collecting big WEEE to collect as well small WEEE
(especially neon and lights) in order to offer a complete service to all citizens,
and to stress the importance of small WEEE separate collection.
A new calendar of van service has been set up and leaflets as well as the
app for Genoese ABCrifiuti and Amiu web site have been updated.
. Cross–cutting approaches
Communication should always employ cross–cutting approaches to involve
different stakeholders and reach targets. It needs involvement of different
sectors inside the company to make sure to have taken into account different aspects of the matters. Therefore a successful campaign requires a
combination of different methodologies and mechanisms.
The different publicity and communication channels depend on the
action and the target public. A strong coordination between all partners
involved in communication activities is essential for a strong output. During
Figure . Van Ecoraee of Weeenmodesl project.
Communicate, involve and meet WEEENMODELS’ project stakeholders

the communication campaign in the pilot area Weeenmodels leaflets were
distributed and demonstration activities have been carried out, showing
items, such as R: radios, toys, table lamp, cell phones and other small
electric and electronic devices, which usually the general public often don’t
consider as a WEEE.
The awareness campaign extension to the whole city is in progress.
Foreseen tools such as TV and radio spot are ongoing, as well as newspaper
advertising. This instruments to widely involve public have been kept for
the second part of the project in order to allow all citizens be reach by the
message only when involved. The new service had to be guaranteed in the
whole city area before promoting it and risking to create false expectations.
As for dealers and professional stakeholders in the pilot area AMIU
activated a door–to–door campaign carried out by its employees (properly
trained and then provided with a bib with the logo of the project) to
raise awareness about project and WEEE collection. Information material
used was previously shared with the Consortium and local stakeholders
who took part into Technical Committee. Although  small retailers have
been informed through the door–to–door campaign and showed interest
in the project, no one subscribed the agreement that gave access to the
new collection system platform (inserire riferimento a contributo di altro
partner su piattaforma informatica). Therefore city door–to–door campaign
Figure . Brochures.

Ilaria Marzoli
started in June  is involving other stakeholders, such as Consumers’
Associations and CIV (Local Shopkeepers Association). This is helping a lot
as it is now easier to reach dealers which are not involved in WEEE selling
in the information campaign.
. Monitoring actions and consolidation of habits
Monitoring of WEEE collection results is essential to prove effectiveness of
actions put in place or to adapt and improve them. As for the project, the
role of Amiu is as well the data collection gathering, which still going on,
taking into account new services information (EcoRaee — the new van for
small WEEE collection).
Gathering procedure: all data are collected monthly from AMIU database
including all information of WEEE collection services. Private collection
centre share their data with AMIU with a  months delay (in June we usually
receive the collection data of the previous year); thanks to the project we
have verified that all big dealers use local WEEE collection platform (the
Municipality of Genova as governance subject has made the survey by
phone).
New measurement procedures: thanks to contacts and meetings held in
Milan on March  and October  — , with the CdC RAEE (National
Coordination Centre for WEEE collection) it was possible to deliver a
database which includes not only AMIU and other collection centres data,
but also to implement new calculation sheets according to the existing
legal framework on WEEEs (available on a MS Excel file). To calculate the
percentage compared with the POM (put on the market), the reference
Figure . Brochures.
Communicate, involve and meet WEEENMODELS’ project stakeholders

data are estimated from the Italian values per inhabitant, projected on the
number of Genoa inhabitants (as stated by the CdC RAEE). These gathering
and measurement procedures have been inserted in an excel file which is
annex to the Report, where all calculations are made automatically.
New measurement procedures have been tested using  complete
database set and showed that in Genova were collected ,% of WEEE
put into market (new measurement procedure  — excel sheet).
Of course the project is introducing a new way of considering EEE and
WEEE. The aim of the project is as well to allow citizens have more easy
way to dispose of their WEEE as well in shops as it should be organised
by law by all professional dealers. This is an ambitious goal which will not
easily reached by the end of the project, but WEEENMODELS is certainly
the starting point of a new approach to WEEE both from citizens and
dealers point of view: dealers have to understand that giving a new service
is helpful to allow clients visit their shops and buy something, for examples,
and becoming an information point will as well help their business.
As for internal communication, the project has been presented to the
groups of Amiu’s employee involved in the implementation of different
actions, anyhow to allow all employees and visitors to know the project
and have the information on how to get more hints about WEEE and its
separate collection, all instruments were used to spread the message.
. Special events
To promote the project at the national level, with a specific target, but at the
same popular, a stand dedicated to the project was realised at Ecomondo.
Ecomondo is considered as the most important technological platform
for the Green and Circular Economy in the Euro–Mediterranean. It’s an
important showroom for all European companies working in the renewable
energy, energy saving but above all green product innovation and innovative
projects and waste. It gives a strong support to the cultural and scientific
technical promotion, which has a very significant dedicated space where
has been hosted a seminar on Weeenmodels.
The presence of WEEENMODELS at the th edition, which was held
in Rimini from the rd to th of November  aroused great interest
and enabled the partners who have shared with AMIU the experience to
promote the project and to check the interest from other cities and find out
other initiatives relating to WEEE in the national territory.
Specific communication materials were distributed during the event, to
support the promotion of the collection and recycling of WEEE regardless
of the geographical area of belonging.
Ilaria Marzoli

The Ecomondo  numbers:
a)
b)
c)
d)
, visitors, + .% on ;
, companies;
, square meters with  pavilions;
 meetings with more than , speakers and over , participants.
WEEENmodels
ISBN 9788854897083
DOI 10.4399/978885489708318
pag. 163–166 (novembre 2016)
Health risks related to environmental exposure
in WEEE management
Action C — Evaluation of environmental, economic
social and health benefits generated by the project
M V, F V∗
When electrical and electronic equipments (EEEs) reach their end of life
they are defined as Waste Electrical and Electronic Equipment (WEEE).
Because of consumer demand, rapid technology innovation and high
obsolescence rate of the new products, in the last two decades the increasing
global production and consumption of electrical and electronic equipment
has led e–waste to be currently the largest and fastest growing waste stream
in the world, with an estimated annual global generation of – million
tons (Lundgren, ; Hussain, ).
The growing amount of e–waste poses significant challenges in the
waste management in developed countries and developing economies of
Africa and Asia, towards which a massive hidden flow of e–waste is routinely
directed (Perkins, ; Lundgren, ; Chen et al., ). Furthermore,
this originates great concern for human health consequences. E–waste is
indeed classified as hazardous waste (Tsydenova & Bengtsson, ) having
adverse health and environmental implications. The exposure to and the
improper handling of e–waste may expose the population to the multitude
of chemicals present in EEEs components and to chemicals released during
e–waste combustion (Frazzoli, ; Aldrian, ).
Among the chemicals involved, heavy metals appear to have a major
role on potential health risks (Perkins, ).There are different routes of
exposure to these elements such as inhalation from air, dietary intake, soil
and dust ingestion and skin contact (Qingbin, Jinhui, ). The persistence
and bioaccumulation of heavy metals in the environment and their bioconcentration in the food chain could lead to risks of exposure to adults and
children, which are particularly susceptible due to their high gastrointestinal
uptake and permeable blood–brain barrier (Qingbin, ).
∗
Marco Vinceti is an associate professor at the University of Modena and Reggio Emilia.
Federica Violi’s expert on the subject Chemistry of the environment and cultural heritage at the
University of Modena and Reggio Emilia.


Marco Vinceti, Federica Violi
Polycyclic aromatic hydrocarbons (PAHs) are ubiquitous pollutants mainly
formed by incomplete combustion of e–waste (Yang et al, ; Xijin, ).
The PAHs deposited in the human respiratory tract can be rapidly transferred into blood and tissues of the human body, inducing a systemic exposure
(Luo et al., ).
Dioxins are a group of chemically–related compounds that are persistent environmental pollutants. The chemical name for dioxin is: ,,,–
tetrachlorodibenzoparadioxin (TCDD). TCDD can occur as a contaminant
in certain herbicides and it may also be produced in thermal processes
such as incineration (IARC Monographs). Most human exposure to TCDD
occurs as a result of eating meat, milk, eggs, fish and related products, as
TCDD is persistent in the environment and tend to accumulate in the food
chain. Once dioxins enter the body, they last a long time because of their
chemical stability and their ability to be absorbed by fat tissue, where they
are then stored in the body (IARC Monographs).
Polybrominated biphenyls (PBBs) are a group of chemicals with no natural
sources, that can be found in plastics and used as fire retardants in many
consumer products. Although PBBs are no longer produced, the plastic
parts of the currently disposed electric and electronic equipment partly still
contain large amounts of these brominated compounds as being produced
mostly before implementation of legal specifications (Aldrian, ). PBBs
can also still be found in the environment because they do not degrade
easily and they are able to accumulate in the food chain and to be present
in the atmosphere, where they are attached to airborne particulate matter
(IARC Monographs).
Polychlorinated Biphenyls (PCBs) are a group of synthetic organic chemicals with no known natural sources. They enter the environment as
mixtures containing a variety of individual chlorinated biphenyl components, known as congeners, as well as impurities. Consumer products that may
contain PCBs include old fluorescent lighting fixtures and electrical devices
or appliances containing capacitors made before PCB use was stopped in
the s, due to the evidence of harmful effects to environment and human
health (IARC Monographs).
Polybrominated diphenyl ethers (PBDEs) are a group of synthetic organic
chemicals, which are part of the class of brominated flame retardants. They
have no natural sources in the environment, except for a few marine organisms (IARC Monographs). PBDEs enter the environment as mixtures
containing a variety of individual brominated diphenyl ether components,
one of which is still in use in many countries (IARC Monographs). PBDEs
are known to be persistent and tend to accumulate in the food chain when
released in the environment (Seunghun et al., ).
The study of short– and long–term effects of exposure to hazardous e–
Health risks related to environmental exposure in WEEE management

waste substances is hindered by many factors that enhance the complexity
of their study. The toxicity of many individual substances found in e–waste
is well documented, however some potential contaminants are uncommon
and little work has been done on their effects. Moreover, because of the
multitude of chemicals found in e–waste, it is hard to define the outcome
of the exposition to the single compound. The interaction of the chemicals
found in e–waste can also be greater than the effect of the single chemical.
Otherwise, even if the single chemical does not have harmful effects, the
mixture may produce some. In addiction, the effects of metabolites’ toxicity
that can mediate the effects of chemical exposure have not been sufficiently studied (Lundgren, ; Perkins, ). Only limited information is
available on e–waste related exposures in a major site of e–waste dumping
and scientific evidence so far comes mostly from studies headed in China
(Southern China) and West Africa, in disposal sites where even basic safety
and health protection measures are lacking.
The WEEE life cycle, from generation, to reusal, treatment and disposal,
may expose the population to chemicals already present in EEEs components (chemical elements, brominated flame retardants (BFR), non dioxin–like
polychlorinated biphenyls (NDL PCBs)) or to chemicals released during
e–waste combustion (PAHs, polychlorinated dibenzo–p–dioxins and furans
(PCDD/Fs), dioxin–like PCBs) (Frazzoli, ). The health risks that can
result may be due to repeated or continued exposure to the chemicals
or to the persistence and the bioaccumulation in the environment and
bioconcentration in the food chain.
Among the potential health consequences associated with exposure
to e–waste, different effects are reported in literature, such as changes
in lung and thyroid function, in hormone expression, in temperament,
behaviour and in cognitive development and mental health, the increase
in spontaneous abortions, stillbirths and adverse neonatal outcomes, the
changes in birthweight and childhood growth rates, the appearance of
carcinogenic effects and endocrine disrupting properties (Grant, ; Perkins,
). Different exposure sources to these hazardous substances may occur,
such as inhalation, contact with soil and dust, oral intake of contaminated
locally–produced food and drinking water.
The effects of these contaminants are of particular concern not only for
the general population and for workers involved in WEEE management,
but also for children. In fact, their exposure can be higher than in adults,
due to their decreased ability to detoxify substances and their developing
systems, which are significantly more sensitive to damage during growth.
Moreover, they often spend more time outdoors, where hazardous exposures, especially in developing countries, are within closer proximity and
young children typically exhibit hand–to–mouth behavior and crawl on

Marco Vinceti, Federica Violi
the ground, which predictably leads to the direct ingestion of potentially
harmful substances.
References
A A., Monitoring of WEEE plastics in regards to brominated flame retardants
using handheld XRF, .
C A. et al., Developmental Neurotoxicants in E–waste: an emerging health concern,
Environmental health perspectives, vol. , number , April .
F C. et al, Diagnostic health risk assessment of electronic waste on the general
population in developing countries’ scenarios, .
G K. et al., Health consequences of exposure to e–waste: a systematic review, Lancet Glob Health,  Dec, (): e–.
H M. et al, E–waste: impacts, issues and management strategies, Rev Environ
Health, .
L K., The global impact of e–waste, International Labour Office, Geneva,
.
L P. et al., Size–dependent distribution and inhalation cancer risk of particle–bound
polycyclic aromatic hydrocarbons at a typical e–waste recycling and an urban site,
Environmental Pollution, vol. , .
P D.N., E–waste: A Global hazard, Annals of Global Health, .
Q S. and J L., A systematic review of the human body burden of e–waste
exposure in China, .
S L. et al, Static and dynamic flow analysis of PBDEs in plastics from used and
end–of–life TVs and computer monitors by life cycle in Korea, .
T O. and B M., Chemical hazards associated with treatment of
waste electrical and electronic equipment, Waste Manag., .
X X. et al, Placental IGF– and IGFBP– expression correlate with umbilical cord
blood PAH and PBDE levels from prenatal exposure to electronic waste, .
Y Q. et al., Polycyclic aromatic hydrocarbon (PAH) exposure and oxidative stress for
a rural population from the North China Plain, Environ Sci. Pollut. res. Int., .
IARC Monographs on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans.
WEEENmodels
ISBN 9788854897083
DOI 10.4399/978885489708319
pag. 167–172 (novembre 2016)
Health risks related to occupational exposure
in WEEE management
F G, A M∗
A: The activity of recycling Waste of Electrical and Electronic Equipment (WEEE) includes
various processes: manual dismantling, semi–automatic or manual separation, metallurgical and
combustion processes, etc. Workers engaged in these processes are potentially exposed to several
toxic chemicals and other occupational risk factors as noise, vibrations, biomechanical overload
of musculoskeletal system, manual loads handling, etc. According to scientific literature, the occupational exposure to chemicals, mainly inhalatory, is relevant in all working phases. Among the
main toxic chemicals there are metals (e.g.: copper, lead, cadmium, mercury, chromium, etc.) and
other organic compounds (e.g. brominated flame retardants BFR, polychlorinated biphenyls PCBs,
polycyclic aromatic hydrocarbons PAH, polychlorinated dibenzo–p–dioxins and furans PCDD/Fs,
etc.). To date knowledge on possible adverse health effects in these workers is largely insufficient. Our
aim is an estimate of the toxic and carcinogenic risk due to the occupational exposure to chemicals
related to WEEE recycling activity. The human Health Risk Assessment will be applied. This method
can esteem an Hazard Quotient (HQ) for toxic substances, defined as the ratio between the mean
daily dose of the specific chemical and the maximum admittable dose without adverse effects; the
same method can also esteem the carcinogenic risk, defined as the odd of increasing the lifetime
number of cancer cases.
. Working processes and occupational health risks in the activity of
recycling WEEE
WEEEs are frequently treated as general municipal solid waste, and are
incinerated in incineration facilities or put in landfills. In these cases all
workers involved are exposed to the occupational risk related to both, e–
waste and other waste components, and the risk specifically due to WEEEs
cannot be evaluated.
However this method for WEEEs end–of–life cannot be considered still
adequate, and WEEEs recycling activities are increasingly applied.
In general, WEEEs recycling activities can be divided in two types: informal and formal (Grant et al, ). The former includes the mainly manual
dismantling of the WEEEs and rudimental pyro–metallurgical technics
to recover “precious” components. Formal WEEE recycling activities are
less impacting, but require specific technical procedures to safely remove
relevant materials from electric and electronic equipments.
∗
Fabriziomaria Gobba is an associate professor at the University of Modena and Reggio Emilia.
Alberto Modenese is a research fellow at the University of Modena and Reggio Emilia


Fabriziomaria Gobba, Alberto Modenese
Among the main electronic devices included in WEEEs there are the
old computer cathode ray tube (CRT) screens and CRT televisions, containing a relevant amount of lead encapsulated in the glass. Old and new
computers, but also cell phones and almost all electric and electronic devices have printed circuit boards containing various metals like copper, iron,
tin, aluminum, gold, silver. To recover these metals, combustion processes
are frequently applied, possibly causing the liberation of several very toxic
organic compounds like dioxins and furans. An important proportion of
WEEEs are big household appliances as fridges and air conditioning systems, containing toxic refrigerant fluids like chlorofluorocarbon (CFC).
Other relevant WEEEs are batteries, containing acid substances and various
toxic metals like lithium, nickel, cadmium and lead, and lamps; a recent relevant problem is related to the new fluorescent lamps, containing mercury
(Hg), a well–known neurotoxic metal.
Considering specifically the working processes in the activity of recycling
e–waste, the occupational health risks for WEEE workers are significantly
different depending on the different procedures used in order to recover
the materials, as pointed out in a recent review (Tsydenova & Bengtsson,
). The main occupational risks related to these activities are:
a) chemical exposure: it is usually the main risk for workers both in developed and developing countries. Chemical exposure can vary largely
depending on the different substances and recycling process. The main
exposure in workers is due to the inhalation of dusts and vapors, and
possibly to dermal contact. Ingestion may occur only in cases of inadequate protective habits like eating and smoking during work without
washing hands and using gloves. An exposure to metals is possible during the processes to recover the components of particular e–waste
such as printed circuit boards or batteries; organic compounds may be
generated during pyro–metallurgical processes, other diffused organic
chemical are refrigerants in air conditioning systems and fridges; further
organic chemicals can be generated in other specific e–waste recycling
procedures. The risk related to occupational exposure to chemicals will
be further developed in the next sections;
b) biomechanical overload of musculoskeletal system due to loads
handling, repetitive movements of upper musculoskeletal districts and vibrations generated from different tools can be related to
manual dismantling of large WEEEs and manual separation of small
components;
c) high noise exposure e.g. during mechanical shredding and treatments for color or density separation and/or further grinding may be
induced by both instruments used and parts treated;
Health risks related to occupational exposure in WEEE management

d) injury risk: examples are the breakage of glass cathode ray tubes, and
of the bulbs of fluorescent lamps, and the extraction of metals using
strong acids or heating using flammable propellants such as propane
and kerosene (mainly in developing countries), or the use of various
cutting and breaking tools;
e) other possible occupational risks are exposure to biological agents
related to the contamination of WEEEs from various microorganisms, adverse microclimatic conditions during treatments and other.
Finally workers could be exposed to risk factors concerning work–
organization, e.g. work–related stress and work–shifts (Lavoie et al,
).
. Occupational exposure to chemicals in WEEE recycling activities
.. Organic compounds
a) Polybrominated diphenyl ethers (PBDEs) and other flame retardants
(Frs). Occupational exposure to FRs has been recently evaluated in
a Finnish study performed in four recycling sites for  consecutive
years (Rosenberg C. et al, ). The mean concentrations of PBDEs
cogeners in the air sample ranged from . to  ng/m , suggesting
a possible risk for workers, even if, to date, there is not an adequate
knowledge of occupational limits for these compounds. In Sweden
(Sjödin A et al, ) the exposure to PBDEs in a group of workers
employed in an electronics dismantling plant resulted  pmol/g lipid
weight (lw) and it was significantly higher compared to the exposure
of a control group.
b) Dioxins and furans. A recent study from Ghana (Wittsiepe J et al,
) showed high exposure levels to dioxins and furans both in the
workshops and in the closer areas, with potentially harmful e ffects
to the health of e–waste workers and also local residents, including
carcinogenic effects.
c) Polibrominated byphenils (PBBs) and polychlorinated biphenyls (PCBs).
Workers exposure to PBBs and PCBs through inhalation or dermal
contact in WEEEs dismantling and recycling facilities have been evaluated in Northern China (Yang et al, ). Serum concentration
of several PBBs cogeners was measured: the mean concentration
resulted . ng/g lipid, about  times higher than a control group.
 PCBs congeners have been measured in the serum of workers
and control group. PCBs were . ng/g lipid in workers, about 
times higher than controls.

Fabriziomaria Gobba, Alberto Modenese
d) PAHs (Polycyclic Aromatic Hydrocarbons). Sixteen different PAHs
have been measured in the air of a WEEEs recycling site in China
(Zhang D et al, ), founding an air mean concentration of 
ng/m .
.. Metals
In a big WEEE recycling site in Ghana, the collection of air samples showed
high exposure levels to various metals, higher than the current occupational
limits value proposed by the American Conference of Governmental Industrial Hygienists (ACGIH) (Caravanos et al, ). In a recent Swedish study
( Julander et al, ) WEEE workers’ exposure to toxic metals has been
measured. The highest air concentration was found for Iron ( µg/m ),
followed by Zinc ( µg/m ) and Lead ( µg/m ). Significantly higher concentrations of Cadmium and Copper were found during dismantling than
during outdoor activities. Also Chromium and Lead showed this tendency
but the difference was not significant. For all the metals considered, the
concentrations measured in the working area were significantly higher
than in a control group. Considering blood, urine and/or plasma concentrations, Chromium (mean= . µg/l), Cobalt, Indium, Lead and Mercury
were higher in recycling workers, compared with a control group of office
workers.
Considering occupational exposure to Lead, the Hong Kong study (Lau et
al, ) measured elevated environmental Pb levels in the dismantling and
desoldering areas of the workshops, and estimated the blood Lead levels in
workers in the range –. µg/dl, possibly exceeding the current ACGIH
Biological Exposure Index (BEI) of  µg/dl (ACGIH, ). A Chinese
study (Wang et al, ) on Lead exposure of workers in an e–waste site
reported the frequencies of lymphocytic micronucleated binucleated cells
(MNBNCs) and the Pb blood levels in workers compared to a control group.
Lead levels (median: . µg/dL) in workers were positively correlated with
MNBNCs frequency and they both were significantly higher than in control
group. Xue et al estimated the health risk for Lead exposure, founding a
Hazard Index of . for WEEE workers, suggesting the possible occurrence
of adverse health effects related to Lead exposure, such as gastrointestinal
disorders, hematologic effects like anemia and various others.
Regarding Mercury (Hg), another well–known neurotoxic metal, in a
French study conducted in fluorescent lamps recycling facilities (Zimmermann
F et al, ), the mean Hg indoor concentration was . µg/m, that is above
the ACGIH occupational limits for exposure to Hg alkyl compounds.
Considering cancer risk, a recent study from Hong Kong (Lau et al,
) performed a human Health Risk Assessments and the cancer risk in
Health risks related to occupational exposure in WEEE management

WEEE workers for the exposure to Cadmium (Cd), Chromium (Cr) and
Nickel (Ni) has been estimated. Authors found that in the workers of the
dismantling area, for all these three carcinogens the cancer risk was above
the acceptable level.
. Estimating the adverse health effects for workers employed in WEEE
recycling activity: a Health Risk assessment
To quantify the toxic and carcinogenic risk due to the occupational exposure to chemicals in workers during WEEE recycling activities, the human
Health Risk Assessment (HRA) method can be applied. HRA is the process to
estimate the nature and probability of adverse health effects in humans who
may be exposed to chemicals in contaminated environmental media, now
or in the future (Environmental Protection Agency, EPA). This method,
internationally validated and widely used, can esteem the Hazard Quozient
(HQ) for toxic substances, defined as the ratio between the mean daily
dose of a specific chemical and the maximum admittable dose without
adverse health effects (Reference Dose, RfD). The method enables also the
calculation of the carcinogenic risk, defined as the odd of increasing the
lifetime number of cancer cases, obtained multiplying the mean daily dose
of the carcinogenic chemical for its carcinogenicity power (Cancer Slope
Factor, CSP). Another way to esteem the health risk for WEEE workers is
the calculation of the “Disability–Adjusted Life Years” (DALYs), that are a
measure of the overall disease burden, representing the number of years
lost due to ill–health, disability or early death.
References
A C  G I H (ACGIH), 
TLVs and BEIs, ACGIH, US, .
C J., C E., F R., L C., Assessing Worker and Environmental Chemical Exposure Risks at an e–Waste Recycling and Disposal Site in Accra,
Ghana, «Journal of Health and Pollution», February , vol. , n. , pp. –.
G K., G F.C., S P.D., B M.N., N M., V D B M.,
N R.E., Health consequences of exposure to e–waste: a systematic review,
Lancet Glob Health,  Dec., (): e–.
J A., L L., S L., G M., P B., V M., L
C., Formal recycling of e–waste leads to increased exposure to toxic metals: an occupational exposure study from Sweden, «Environ. Int.»  Dec., : –.

Fabriziomaria Gobba, Alberto Modenese
L J., G S., Evaluation of health and safety risks in municipal solid waste
recycling plants, «J Air Waste Manag Assoc.»  Mar., (): –.
L W.K. et al., Human health risk assessment based on trace metals in suspended air
particulates, surface dust, and floor dust from e–waste recycling workshops in Hong
Kong, China, «Environ Sci Pollut Res Int.»  Mar., (): –.
R C. et al., Exposure to flame retardants in electronics recycling sites, «Ann
Occup Hyg.» , (): –.
S A., H L., K–W E., K–D K., J E.,
B A., Flame retardant exposure: polybrominated diphenyl ethers in blood
from Swedish workers, «Environ Health Perspect.»  Aug., (): –.
T O., B M., Chemical hazards associated with treatment of waste
electrical and electronic equipment, «Waste Manag.»  Jan., (): –.
W Q. et al., Increased levels of lead in the blood and frequencies of lymphocytic micronucleated binucleated cells among workers from an electronic–waste recycling site.
J Environ Sci Health A Tox Hazard Subst Environ Eng. ;():–.
W J., F J.N., T H., B G.D., W M., F T., Levels of polychlorinated dibenzo–p–dioxins, dibenzofurans (PCDD/Fs) and biphenyls
(PCBs) in blood of informal e–waste recycling workers from Agbogbloshie, Ghana, and
controls, «Environ Int.»  Jun., : –.
X M., Y Y., R J., X Z., Assessment of noise and heavy metals (Cr, Cu, Cd,
Pb) in the ambience of the production line for recycling waste printed circuit boards,
«Environ Sci Technol.»  Jan., ;(): –.
Z D. et al., Source identification and health risk of polycyclic aromatic hydrocarbons associated with electronic dismantling in Guiyu town, South China, «J Hazard
Mater», , (): –.
Z F. et al., Occupational exposure in the fluorescent lamp recycling sector in
France, «Waste Manag.»  Jul., (): –.
WEEENmodels
ISBN 9788854897083
DOI 10.4399/978885489708320
pag. 173–180 (novembre 2016)
WEEE Reuse
An Opportunity for the Circular Economy
G S∗
. Environmental, economic, social benefits of reuse
In the following I will report the environmental, economic and social
benefits related to the reuse of WEEE (Waste of Electric And Electronic
Appliances), to be considered as a priority over any other type of electronic
waste treatment, as indicated by the EU and adopted by the Italian legislation,
in full compliance with the principles of Circular Economy.
The expression Circular Economy refers to a concept of production and
consumption of goods alternative to the so called linear model (cradle to
grave). The Circular Economy is inspired by feedback mechanisms (non–
linear) that characterize living systems, and assumes that economic systems
function like organisms, in which the nutrients are processed and used,
and then are re–entered into the biological and technical cycle. Hence
the recurrent themes in the context of circular economy, “closed loop” or
“regenerative”.
Among the major objectives of circular economy is the extension of the
products lifecycle, the production of more durable goods, the performance
of reconditioning activities and the reduction of waste generation.
The reuse is in perfect harmony with these concepts, in fact:
a) reconditioning, repair and reuse, unlike the recycling, keeping in
whole full units and components for a longer lifecycle, is maintaining
the value of products;
b) reuse, unlike recycling that retains only materials, retains both materials and energy;
c) the destination of discarded products to reuse saves all costs related
to waste treatments and also ensures economic advantages thanks to
the resale of products, cheaper than new ones;
∗
Giovanna Sartori is a founding member and president of the association of social promotion
Alverde and she is also founder, counselor and member of the Scientific Committee dell’Ecoistituto
of Reggio Emilia and Genova – environmental law center.


Giovanna Sartori
d) the reuse industrial sector can create jobs and contributes significantly to local economies;
e) reuse shifts the development and growth on sectors that do not
increase the production of goods, without denying the economic
development.
Many studies have highlighted the large amount of objects still usable
present in the waste. Finding solutions to intercept these objects before they
become waste (that means prevention of waste) must be the goal of all those
who have the responsibility to organize and carry out the management
of the waste cycle in accordance with the principles of environmental and
economic sustainability, according to rules that must be clear and certain.
. The legislation
The European Commission has sought to encourage the development
of the reuse of goods, removing them from the waste stream and thus
preventing waste generation.
Reuse it is an essential part of sustainable waste management and contributes to the goal of resource conservation, as state by the EU Waste
Framework Directive.
With the //EC, the European Commission laid out the principles
according to which the waste management has to be organized (i.e. hierarchy of waste management solutions), some main objectives to be achieved,
and the tools to be used (with the adoption of national programs and the
enactment of the guidelines).
On several occasions the European Commission itself has specified as,
from the technical point of view, the operations of preparation for reuse
are exactly the same of reuse (checking, cleaning, repairing), the difference
being that in the former case such operations are performed on objects that
have lost the status of “goods”. Therefore, the distinction between reuse
(prevention) and preparation for reuse has only a “legal” meaning, having
none in terms of the materials lifecycle.
In any case, a waste ceases to be such when it has undergone a recovery
operation — be it preparation for reuse or recycling — and meets the
following specific criteria and conditions:
a) the material or object shall be used for specific purposes;
b) there is a market or demand for such a material or object;
WEEE Reuse

c) the material or object meets the technical requirements for the
specific purposes, and meets the legislation and standards in force,
applicable to the various products;
d) the use does not lead to overall adverse impacts on the environment
and/or human health.
In Italy, on April  was issued the D.Lgs. , implementing Directive
/ /EC that, in the part relating to “Reuse of Products and Preparing
for Reuse of Waste” enunciates that: “The public authorities shall, in the
exercise of their respective powers, adopt initiatives to encourage the reuse
of products and preparation for reuse of waste”.
In addition, the fourth part of the D.Lgs. / provides that the competent authorities for waste management promote or activate, according to
their competences, initiatives designed to primarily promote the prevention
and reduction of quantity and hazardousness of waste.
In the National Waste Prevention Programme, issued by Decree of 
October  on the transposition of Directive //EC by the deadline
of //, two specific measures related to WEEE are expressed:
Measure I: Measures relating to the design more durable and more easily
repairable and/or reusable electrical and electronic equipments;
Measure II: Measures to encourage the creation of Centers for the repair
and reuse of electrical and electronic equipments.
In  the EU issued Directive //EU (new WEEE Directive, to
be applied by  February ), where there are specific articles related to
the reuse of WEEE, namely Art.  section , Art.  section , and Art. .
This Directive also explicitly states that “Member States shall give priority
to the reuse of whole appliances”.
To sum up, the waste hierarchy approved in the existing European
legislation establishes the clear priority of reuse and preparation for reuse
over any other practice, from recycling to disposal, but unfortunately there
are not yet clear objectives and incentives to make this possible. In fact,
for example, in Directive //EC are set out joint objectives for the
preparation for reuse and recycling of waste (at least % by ) (Article
) and not specific targets for reuse alone.
. Pros and cons of WEEE reuse
Economic development and rapid technological advances are globally generating a huge amount of waste, especially as to electrical and electronic
equipments (WEEE).

Giovanna Sartori
Still working devices are quickly discarded as soon as new products are
put on the market, thrown away or held at home, waiting for a possible,
but unlikely, recovery.
The reuse option:
a) decreases the amount of waste, postponing the end of life of equipments still working or that easily repairable;
b) creates substantial job opportunities.
Particularly in the area of ITC, there are many good reasons to prioritize
reuse over recycling:
a) first, the ICT equipments are often replaced long before the end of
their productive lives. In Europe in general, Companies replace their
base units every . years. Considering that the average life of a PC is
close to  years, these PCs are not even half of their lives when they
are discarded;
b) the percentage of energy used for the production of computers compared to that necessary to use them ( and  percent, respectively)
makes it clear that any activity that prolongs the life is by far the
ecologically superior option;
c) finally, reused PCs can be of enormous social benefit for the millions
of people who cannot currently afford access to new computers, and
can significantly reduce the digital divide in developing Nations.
On the other hand, repair and reuse are mainly hindered by:
a) rapid technological and design changes of electrical and electronic
equipments;
b) lack of knowledge of products and their components;
c) need for specific technical skills;
d) repair costs potentially may outweigh the costs of production of a
new item;
e) quality and durability of repaired products is likely to decline;
f ) lack of business and commercial tools for secondary markets.
Given the rise in commodity prices, the high potential of job opportunities in the reuse sector and the high energy embodied in the EE products it
is therefore necessary to improve their collection and reusability rates to go
towards the Zero Waste Economy.
However, it is crucial that the reuse activities should be carried out with
the utmost technical skill.
WEEE Reuse

To profitably resell EEEs it is necessary to perform preliminary visual,
electrical and safety tests. This allows to verify the completeness and the
general conditions of the equipment, as well as to assure the absence of
electrical hazards under normal conditions of use.
After repair, the tests will evaluate the suitability of the product. A general
cleaning it is then necessary to give the product an aesthetically pleasing
appearance.
The feasibility and the cost of all these activities has to be evaluated
preliminarily to decide whether or not to repair.
. The demand
To give a second life to products before they are — at best — dismantled
and recycled is definitely the most preferable option in view of the highest
conservation of value.
Yet, some people say that the demand for second hand electrical and
electronic goods is low, while the cost for repair is high and it is therefore
better to throw them away to buy new ones.
The truth is just the opposite! In fact, recent studies on reuse in the
European Union indicate that:
a) there is a strong market demand across Europe for quality second
hand EE products;
b) according to a Eurobarometer Flash survey, on average the % of
people in Europe would be happy to buy a second hand device, in
Italy the percentage being the %;
c) in many cases, the strongest opponents to the reuse of electrical
and electronic products are the same companies producing them
and therefore having an interest to encourage people to acquire new
items (also due to the manufacturer’s extended responsibility rule);
d) reuse of WEEE represents a significant opportunity to create jobs,
especially within social enterprises, and has the potential to employ
 times more people per ton of material with respect to recycling
activities;
e) lack of adequate legislation is seen as a major obstacle to the reuse of
WEEE.

Giovanna Sartori
. The offer
The reuse of the option presupposes the availability of a sufficient quantity
of good quality discarded appliances. So let’s see if this assumption is true.
According to a recent British study, carried out by the Waste & Resources
Action Programme (WRAP), almost a quarter of electrical and electronic
waste conferred to the collection Centers could be reused or repaired.
The report of  entitled “Realising the Reuse Value of Household
WEEE” focuses on the quality of EE products being disposed of via Household Waste Recycling Centres (HWRCs) and local authority bulky waste
collections, and found that % of the articles were ready for resale as they
are or after minor repairs (http://www.wrap.org.uk/).
As it is obvious, the resale values is varying depending on the category.
Smaller items usually have a lower reuse potential, but given their large
amount, what is reusable has a higher overall value than other categories:
even if a smaller percentage of small electrical items were in fact functioning,
the amount of those that could be reused made their value per tonne greater
than that of larger appliances, such as refrigerators or washing machines.
On the other hand, large appliances offer a very good potential value for
reuse, reuse of parts or even as scrap, and constitute the % of the resale
value from the overall bulky waste collections.
Tests have shown that, just after simple cleaning, the % of all WEEE
was already in a state that permitted immediate resale, while a further
% would be ready for resale after minor repairs, that represents almost a
quarter of all WEEE collected.
The research also looked at the reasons adduced for the disposal of
Figure . Raee used. Source European Commission, .
WEEE Reuse

different types of WEEE, and found that over the % of consumer’s equipments were discarded because they have been replaced with a newer model,
regardless of their condition. As many as % of respondents felt that it was
cheaper to replace rather than repair the item they were discarding.
This research well demonstrates the critical importance of promoting
and encouraging the reuse of WEEE. At the moment equipments that are
in perfect conditions, or could be easily repaired or given to someone else,
are thrown away, while consumers often believe it is cheaper to replace
items rather than have them repaired, but it is clear from the research that
these discarded goods maintain a real and substantial economic value that
it is worth recovering.
. Worldwide experiences
There are many initiatives at national and international levels that deal with
remarket (after repair, if necessary) of electrical and electronic equipments.
In this way, even customers who do not need the latest technology, or
who have limited budgets, can access certain goods.
The flea markets and other similar realities usually remarket appliances
and electronic products. These are examples of activities that are part of a
new economic sector that also provides large working opportunities at any
level of specialization.
In the United States are operating more than , companies that offer
refurbished computers and other appliances. Even Apple offers on its online
store reconditioned devices as the iPad and the iPhone within the Reuse &
Recycle Program.
There are also several initiatives, also outside the pure commercial
purposes, dealing with the repair of WEEE in order to prolong their
lifecycle.
In the UK there are more than three hundred Charity Organizations that
provide used items at a low price, including EEEs.
The French government has set up a national system for collecting,
reconditioning and redistribution of computers. This system is called ’Ordi
.’. Through the system website (www.ordi–.fr) computer equipments
can be donated or bought.
Also in France it is also very active the ENVIE network (www.envie.org),
with nearly  outlets scattered throughout the Country.
In Norway there is a project in which the WEEE are donated to organizations for unemployed people, who resell them with one–year warranty.
In many cities (Munich, Vienna, Gothenburg, among many others) the
municipalities in collaboration with the Waste Management Companies

Giovanna Sartori
remarket discarded products in specialized Centers. Electrical and electronic
products are among the most popular goods.
. Practical examples
In times of economic crisis, one of the few positive facts that can be observed
is the increased solidarity between the citizens of the global village together
with the tendency to counter the throwaway culture dominant in the recent
past of rampant consumerism.
So now I will expose some special cases: the do–it–yourself repair!
. Repair café
One of the most encouraging examples that fit well in this framework is offered by the Repair Café project http://repaircafe.org/, born in Amsterdam
and spread around the world.
This project aligns perfectly with the idea of environmental sustainability:
reduce waste and recover objects that can return to be fully functional.
The ethics of do–it–yourself proposition through these Dutch cafés
brings together people offering their skills to repair appliances or small
objects to serve the community. The service is usually provided to local
residents who prefer to recover their items rather than throwing them away,
due both to precarious economic conditions and to a more careful eye and
interest to the planet’s destiny.
. Restart project
It is based on the Restart Parties — groups of about thirty people that
meet in the evening in museums, libraries and other community spaces
and learn, driven by “recovery” volunteers, how not to prematurely throw
away electrical and electronic products. A celebration of the technological
rebirth and a rite of collective self–consciousness: repair is better than to
discard and repurchase.
WEEE Reuse
Figure . Repair Cafè locations.
Figure .Global map of Restart Parties.

WEEENmodels
ISBN 9788854897083
DOI 10.4399/978885489708321
pag. 183–189 (novembre 2016)
Training in waste prevention and reduction
The e-learning courses within the European project WEEENMODELS
L G, T M∗
Introduction
Among the dissemination actions undertaken within the European Project
“WEEENMODELS”, particularly interesting instruments have proved to be
the e-learning courses realised by the University of Modena and Reggio
Emilia (Unimore); these courses, dedicated to the prevention and reduction
of waste production, are especially focused on waste from electric and
electronic equipment (WEEE). The novelty of the topics, the presence of
both internal professors at the Ateneo and external teachers, and especially
the e-learning proposal helped to achieve positive results, also witnessed by
the quality and number of accesses to the courses.
In fact, the e-learning training, compared to the traditional type learning
(frontal lessons), provides the possibility of an education which is open,
flexible, available to all at any moment.
The e-learning mode modifies the traditional concept of learning and
the resulting educational methods, being particularly user-centred in a flexible and interactive way. In this aspect, it is of crucial importance the
type of technological support platform: the use of Moodle, a technology
platform Learning Management System (LMS) internationally recognized
and validated, available at the University E-Learning Centre, allows to respect all e-learning legislative and procedural requirements, while ensuring
the principles of interactivity, dynamism and modularity of the training
contents.
In actual practice, as in the case examined, it integrates technical and
educational strategies: the objectives are reviewed during the learning process, the role of the experts is not only connected with the transmission
of knowledge through classes, but also gives space to new teacher/student
relationship modalities, where new technologies are involved as essential
tools.
∗
Environmental Sustainability Project, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.


Luigi Grasselli, Tommaso Minerva
. The e-learning courses within WEEENMODELS
The courses on prevention and reduction of waste production, focused on
WEEE, deal with the training, education and transmission of technical and
scientific skills, too.
The proposal, drawn up by the Environmental Sustainability Project
of the University of Modena and Reggio Emilia in collaboration with the
University E-Learning Centre, has been realised thanks to qualified experts,
public administrators, academics. The project aims at contributing to an
innovative and effective development of EU priorities in the field of prevention and reduction of waste, especially WEEE. The EU environmental
policy objectives are primarily the environment preservation and improvement, the human health protection and the rational exploitation of natural
resources. This policy is based on the precautionary principle, the principle
of preventive action, and the source correction of environmental damages.
Two are the courses designed and realised: a mainly popularization
course on the prevention and reduction of the WEEE production (popular
course), and a more specialized one, geared towards technical and legal
aspects (technical-legal course). The courses are divided into a series of lessons
(about thirty hours in all per each course) and are dedicated to public
managers, technical directors, students, or simple users; they are completely
free of charge and can be followed in a free way (free access) or in a sequential
mode (guided access) which ends with an evaluation test and, eventually, a
certificate of attendance issued by Unimore. The procedure for registration
is simple: just register and receive the credentials for the online access at the
following web page: http://elearning-raee.unimore.it/login/index.php.
Thanks to online courses the most updated tools for the processing of
plans for prevention and reduction of the WEEE production are available to
experts, journalists, public managers, politicians, technical decision makers;
it must be taken into account that the Community program of policy
and action in favour of the environment mentions “waste electrical and
electronic equipment” as one of the areas to be regulated with regard to
the waste prevention, recovery and safe disposal principles.
Following the courses one can study the best practices in Europe, deepen
the mechanisms for the development of plans, both regarding the technical
and legal aspects, and in terms of the profiles related to the activation of
participatory processes; moreover, the courses present many tools, useful
for CO calculations, developing training and dissemination activities on the
issues connected with the reduction of CO production.
Bibliographic material in electronic format (Digital repository) have also
been made available; they collect the most advanced studies on the issues
addressed, alongside specialist bibliographical paths. The training courses
Training in waste prevention and reduction

are developed through modules and teaching units ( modules and  units
for the popular course,  modules and  units for the technical-legal one),
with presentations available on the web platform, allowing users to connect
whenever desired. This e-learning training is open to all via self-registration
and offers the opportunity of communicating with teachers or tutors by
e-mail systems and forums. The system also offers the chance to create
forums on specific topics.
. The contents of the courses
Topics deepen methodological and content issues, ranging from an approach (coordinated at national and local level) in prevention and reduction
of waste production, to the priorities in the WEEE management and the
analysis of good practices. The two courses dwell on communication strategies, on the relationship between the reduction of waste products and saved
tons of CO , on specific aspects of WEEE selective collection, on the re-use
centres, on normative profiles. Specific contents of the popular course are
popularizing the WEEE prevention and the relationship between Life Cycle
Analysis (LCA) and WEEE; in the legal-technical course, as well as numerous case studies, specific contents are the topics related to the recovery of
solar panels, to law strategies to prevent the illegal trade of waste and the
WEEE abandonment.
Below we summarize the content of the modules within the two courses.
Popular course
Module : the WEEE and the environment.
Definition of a coordinated approach (at national, regional and local levels) in
the prevention of waste production, particularly focused on WEEE — Management of re-use centres and best practices for the WEEE reduction —
Priorities in the prevention of waste at a national level — Systemic integration of industry-specific models for waste management. Prevention/Creation/
Property/Destruction of EEE.
Module : experiences of WEEE management.
Communicate the WEEE collection: Italian success stories — Good practices
in Italy and Europe — The WEEE recovery Consortia in Italy — WEEENmodels best practices.
Module : the prevention of WEEE production.
Waste reduction and saved tons of equivalent CO — The communication
strategy for the prevention of waste production. The role of stakeholders —
Indicators for effectiveness of policies to prevent the waste production.

Luigi Grasselli, Tommaso Minerva
Module : LCA and WEEE.
Technical and innovative aspects for the recovery of vetronite from WEEE
cards — WEEE collection, transportation, disposal, recovery targets — LCA
and WEEE.
Module : WEEE: regulatory profiles.
Introduction: for a new culture of environment and sustainable waste management — Implement the new legislation: the point of view of those who
manage WEEE — The European WEEE Directive EU / — Technical
and legal aspects in WEEE management – The Italian system of WEEE management compared with the prospects opened up by the implementation of
Directive / / EC.
Module : public instruments and strategies in WEEE management.
Strategies and economic instruments for waste prevention — Preparing for
the re-use of WEEE. Problems and opportunities. Italian and international
experiences.
Module : WEEE: compliance and protection of health and the environment.
How to deal with WEEE: obligations for operators, distributors, collectors —
The Remedia Consortium activities — Remedia TSR experience in academia
— Waste and health — WEEE and protection of health and the environment
— WEEE and protection of workers’ health.
Module : the bibliographical sources.
Electronic resources, databases, e-journals, e-books, information tools: the digital repository on the environment and on WEEE, developed within the elearning course — Technical Report: from research to scientific writing —
WEEE: legal and information profiles in legal and environmental databases.
Technical-legal course
Module : the WEEE and the environment.
Definition of a coordinated approach (at national, regional and local levels) in
the prevention of waste production, particularly focused on WEEE — WEEE
in Italy — Priorities for waste prevention at the national level — Systemic integration of industry-specific models for waste management. Prevention/Creation/Property/Destruction of EEE.
Module : practical experiences.
Communication campaigns in Italy and Europe — Good practices in Italy
and Europe — The WEEE recovery Consortia in Italy, with testimonies from
representatives of the consortia — WEEENMODELS best practices.
Module : case studies. End of WEEE. The recovery of solar panels: regulatory, environmental and economic aspects — Illegal trade of waste — How to prevent
WEEE abandonment.
Training in waste prevention and reduction

Module : WEEE: regulatory profiles.
Apply the new legislation: the point of view of those who manage WEEE —
The European WEEE Directive EU / — Technical and legal aspects of
the WEEE management — The Italian system of WEEE management compared with the prospects opened up by the implementation of EU Directive
/ — The new Directive and the -: implementation path in Italy.
Module : public instruments and strategies in the WEEE management.
Strategies and economic instruments for waste prevention — The role of public authorities and the resources for policies and actions — Preparing for
the re-use of WEEE. Problems and opportunities. Italian and international
experiences — Esageraee experience.
Module : WEEE and protection of the environment and health.
The waste and the health —WEEE and protection of health and environment
— WEEE and protection of workers’ health.
Module : the bibliographical sources. Electronic resources, databases, e-journals,
e-books, information tools: the digital repository on the environment and on
WEEE, developed within the e-learning course — WEEE: legal and information profiles in the legal and environmental databases.
. Monitoring and evaluation
From the beginning of the online courses in March , a particular attention has been devoted to monitoring and evaluation of their progress,
analysing qualitative and quantitative data on the views of the lessons; in this
context, we have tried to analyse both the amount of views per lesson, in
relation to the proposed content, and the interest for the courses shown by
the users, checking which of the opportunities have actually been used. The
data are automatically calculated from the log, starting with the beginning
of the courses.
In parallel, we have constantly set up actions to improve their dissemination, illustrating the possibilities for the public to access and attend the
courses.
Among the various training methods adopted in the e-learning process,
both the lecture model and the learning model through testimonies and
experiences have been widely appreciated.
Another type of analysis concerned the pedagogical use of technology in
the context of the lessons and opportunities for new pedagogical approaches,
based on digital technology, which are able to change the dissemination
method of knowledge: in this case, the video projections with conference
and technical experiences appeared more popular than blogs or discussion
forums.

Luigi Grasselli, Tommaso Minerva
No neat difference arises between viewing of lectures carried out by
academics with respect to external experts; in some cases, very technical
lectures by university professors have got a good view success, even in the
popular course, confirming the importance of specialization.
The seminars dedicated to the communication of the WEEE problem
have got a good performance in guided access courses; the translation of the
German television documentary attracted considerable interest, with a total
of almost  views. The most followed lessons in both courses (both in free
and guided access) concerned the educational science lectures on WEEE;
possibly due to their belonging to the first part of the course, the user’s
interest has focused on informational and cognitive aspects of WEEE, with
great attention paid to the general problem of waste in Italy, on the WEEE
treatment used by consortia, on experiments of WEEE management. In fact,
a particularly positive result has been obtained by the lessons that describe
the experience of DISMECO of Bologna, of ECORAEE Consortium, including the WEEE management Unimore experience and the Genoa recycling
factory experience. Very complex lessons dedicated to technical aspects in
the WEEE management (e.g. vitrification process, LCA) have got average
attention, with a complex of  views; health and environmental aspects
also got good views, especially in the educational dimension. However, the
issue of the economic impact in waste management did not meet significant
interest. Many lessons (both in the popular course and, obviously, in the
technical-legal one) dedicated to the evolution of legislation in the WEEE
field have been the subject of considerable attention. Teaching modules
specifically dedicated to research and information literacy have achieved a
good result, considering the very academic and specific approach; in particular, the guide to information resources, both on the Internet and on
specialized databases ( views), appears to be particularly popular.
Until now, the courses have been promoted through conferences, seminars, meetings in schools and public events devoted to illustrate the
information tools and expertise provided by the Project WEEENMODELS.
For the last year of the project we still need to refine the communication and
the development of tools to raise awareness on the possibility of attending
the online courses and of the extraordinary educational opportunities. It is
quite positive, however, the increase of views which took place from the
month of January  to September , proving the usefulness of the
communication actions.
Overall in fact, up to September , ,  (resp. ) views on the
popular (resp. technical-legal) course with free access, and  (resp. )
views on the guided popular (resp. technical-legal) course were carried
out, for a total of  views. Users who have already obtained a certificate of attendance for the course are  for the popular course and  for
Training in waste prevention and reduction

the technical-legal one. The data confirm the interest raised by the courses and the extraordinary educational opportunities offered by e-learning
methodologies.
WEEENmodels
ISBN 9788854897083
DOI 10.4399/978885489708322
pag. 191–195 (novembre 2016)
WEEE there and back
M R R∗
About the research on Waste Electrical and Electronic Equipment (WEEE),
I must say that i received much more, in terms of awareness of the related
issues, than what I gave.
This aspect makes me realize how important is spread and share this
knowledge, which can only be achieved by comparing on these specific
issues.
The subject of the waste from electrical and electronic equipment does
not belong to our everyday life, this is often a cumbersome object that,
when no longer useful, we like to get rid of.
The relief of being able to get it rid of clear our mind from any questions
about its future path (having become waste can’t be said about his future
life!).
And here’s the thing: this research led me to collect a movie by German
director Cosima Dannoritzer , which very clearly addresses the issue of
WEEE and reveals to us a disturbing hidden world.
The documentary , available online in English and German version, tells
us the entire path of WEEE forcing us to “see” something we usually prefer
not to deal with.
The lesson that we can draw confirms us firstly a truth that we all know
by now but that we often forget to know, that is the waste is an important
resource on our planet; we shouldn’t look at it as something annoying and
we don’t want to deal with its presence, but learning to consider it for the
numerous and valuable secondary raw materials that provides us.
This applies to waste in general and also for the one generated from
the disposal of electrical and electronic equipment. For example in the
documentary we learn that there are large areas in the world where each
∗
Maria Rosa Ronzoni is an associate professor at the University of Bergamo.
. The documentary entitled Giftige Geschäfte. Der Skandal Elektromüll is produced by Media .
and YUZU Production in co-production with Spanish television, with Arte France, with Al Jazeera
English and the Televisió de Catalunya.
. Translated into Italian by the writer, voiced and, in this version, screened, with the permission
of production in the Department of Engineering and Applied Science at the University of Bergamo
and presented during the conference entitled “The Waste Management Plans: excellence and
everyday life in the Italian panorama” dated February , .


Maria Rosa Ronzoni
year up to  million tons of e-waste flow into illegally. This traffic is also
unknowingly fed by us.
These lands are located in Africa, especially Niger and Ghana and in East
Asia, especially China.
Certainly prevent the formation of wastes by reducing the quantity is
better than recycling and the raw materials are better than raw secondary
materials .
In a global world, what happens in Europe can affects in other continents
with devastating results.
There are several dangers these products, if are recovered, can be placed
back on the market, especially with online sales and if they not having been
regenerate in a controlled way they may be defective.
It’s true that waste is a resource, but only if it’s handled properly and
with necessary precautions; if the component elements are extracted with
improper procedures it generates an environmental disaster, in addition
to the risk that defective products, placed on the market, could turn into
disasters generators.
We must insert ourselves correctly in the chain of WEEE and act to guarantee them a disposal process that keeps alive as possible as the component
parts.
Not everything depends on us. An important figure is represented by
those who should dispose of the waste that, if unscrupulous, can direct
products withdrawn towards lawlessness channels. The documentary illustrates very clearly the many flaws in the safety net that it should us
guarantee.
A difficult battle to win because of the huge level of profit and of
corruption.
The first answer to fight illegal trade of dangerous materials was the
“Basel Convention on the Control of Transboundary Movements of Hazardous Wastes and their Disposal” presented in March , , initially
signed by  countries, which currently has  member countries; among
the signatories aren’t still including the United States of America and Haiti.
The Convention prohibits the export of dangerous wastes, including
electrical and electronic wastes. Having Europe undersigned it, it should
happen that electrical and electronic wastes that here are collected should
be treated and recycled within Europe itself.
Therefore, in the purchase price of a new electrical appliance in Europe
it is incorporated the contribution to the cost of its recycling; with this
mechanism are collected annually about  billion euro. Money that is or
. Cfr. M.R. R, In viaggio tra rifiuti e risorse in Germania, in Aa.Vv., Gestire i rifiuti nei
parchi nazionali, Edizioni Ambiente, Milano .
WEEE there and back

should be used by industry to manage the disposal, to collect our old
appliances, sorting, transport and recycling. For this reason we can return
them to the seller, because they are recycled without having to pay anything.
The movie begins by the image of an illegal landfill in Ghana, to tell through the voice of Mike Annanè, journalist and activist for the environment,
how retrace in reverse the journey of WEEE deposited in that country.
It isn’t seemingly impossible, because many of the computers and equipment lying still show the labels with which were registered by the original
owners, who are often public bodies, European or American, such as banks,
hospitals, universities, public offices or even police commands.
Mike, the movie provides documentary evidence it, has traveled back
along the path of refusal to return it to the original owner. He met a city
councilor of a british municipality, which appeared genuinely shocked by
the images of mountains of waste present in Ghana, for whose formation
he realized that they have unwittingly contributed.
He then met a police officer who directed him to the local Presidium: in
this case, however, the reaction was surprising: they denied the existence of
the problem by claiming to be truly satisfied with the current waste disposal
service.
Finally, the last device, also originally owned by a police force. Its officers,
albeit politely, invited Mike to get in touch with the disposal firm to which
they relied on obsolete equipment. These, after many phone calls in which
he was rebounded from one company to another is over on a disabled line,
and he realized that get to the bottom of the e-waste trade is not as simple
as you might have thought.
Managers in recycling plants throughout Europe complain that their
systems do not work at full load. The European Union estimates that, at
least, / of electronic waste products in Europe never come to an o fficial
disposal facility.
The documentary tells us of events related to the possible illegal disposal
in some European countries. In particular are documented in Spain 
electrical and electronic equipment’s provided of a microchip able to locate
their position during the remaining life cycle. The final result of the study
has made known that only  of the  monitored electric appliances ended
up in an official recycling plant, while all the others are being disposed of
illegally. Even in the case of a washing machine, it is observed how this in
 days, has covered as many as  kilometers, always remaining within
the area of city of Madrid.
But how it ends the European refusal in countries outside Europe? The
movie also tells us this: most of the illegal trafficking of goods traveling
along with legal transport; why it should not be surprised by the fact that
the great trade routes are also the ways of the illegal trade.

Maria Rosa Ronzoni
We need to keep in mind that if even one electronic device in a container
is no longer functioning, the export is considered illegal; all the container is
confiscated. But check all containers would be impossible! To check a single
container is required half a day of work and, for example, in the port of
Hamburg sail daily , containers; it would take a small army of police
to control them all.
As a result we have that about  illegal containers a week, full of
electronic equipment, leave Germany towards Ghana and no one can do
anything.
Facts do not change if we look to the East.
The movie tells us for example that up to % of Americans containers
pass through Hong Kong.
The port of Hong Kong is the third largest harbour in the world. Every
day on transport ships of all sizes come to this port , containers.
At its largest terminal will reach up to , daily. The control system
involves the use of scanners that employ dedicated less than two minutes to
scan an entire container.
However it is estimated that up to , containers full of e-waste arrive
in Hong Kong every year and it would be impossible to intercept all of them.
Not all containers that dock and sail from Hong Kong are controlled . To
check every container coming through in Hong Kong would need hundreds
of scanners, which would not be achievable.
The illegal shipment of electronic waste by sea not only damages the
environment but also the economy.
The % world’s gold comes from the processing of electronic material.
The same applies to silver and copper.
Every year Europe throws away millions of tons of electronic waste and
with these the precious metals they contain.
The world will live in the coming decades a strong crisis of raw materials and Europe is particularly vulnerable from this point of view. Europe
imports sixtimes more materials than it exports.
Suffice it to say that now annually spends  billion euro a year to import
strategic metals; a share of this demand could be covered by the recycling
of electronic waste.
We know that from , mobile phones is possible extract  kg gold
and  kg. silver worth about , C.
However, currently in Europe only % of the mobile phones are recycled.
It is not only to recover precious metals, but also the much sought rare
earths.
. They are intercepted only about  containers sent back and their owners prosecuted
according to the law.
WEEE there and back

If we recycle all the components of the electric and electronic waste we
could extracting these rare earths; in this case we should not buy them
from China or Japan, and we can re-using them in the production of new
equipment.
If we look to the other side of the ocean United States is certainly not
the most virtuous, actually....
Annually produce nine million and a half tons of electronic waste. A large
portion of these is collected by recycling services in the event of courses in
which the citizens are invited to donate their old electronic equipment to
charitable institutions. All those who bring their computers to a recycling
company think that there is then recycled. Only few of them know that the
majority of recycling companies in the United States do not recycle, but
export only.
The US government itself is the biggest manufacturer of electronic waste
in the world.
Regularly electronic equipment and electrical appliances of public property are auctioned to earn money rather than entrust them to trustworthy
recycling centers.
The US government is, as it were, forced to take this way because it is
legally required to follow the most beneficial path to save money; but the
most advantageous route is the dirtiest.
In this bleak global landscape it is important to look with trust and hope
to initiatives that are being proposed in a growing number in the world to
encourage users to repair their equipment so that they make last longer the
life of their equipment.
It begins to develop a new culture of reuse.
There are interesting proposals of groups dedicated to understanding
how work the different electronic equipment and then develop an intervention methodology for a rich case study of possible breaks, collected in
tutorials available online.
In summary:
a) we must strive to create objects that can interpret a second, third, yet
another life and learn to be more users and fewer consumers;
b) it is important to prevent a product becomes waste, because once it
has been labeled as waste becomes very difficult to put it back into
circulation;
c) we need efforts be made to build things that create a circular economy.
WEEENmodels
ISBN 9788854897083
DOI 10.4399/978885489708322
pag. 197–199 (novembre 2016)
Gli autori
Giorgio Doria è laureato in Scienze della comunicazione, presso l’Università degli Studi di Genova. Lavora presso l’Agenzia di Sviluppo GAL
Genovese dove si occupa di comunicazione, progetti europei e ambiente.
Anna Maria Ferrari è professore associato di Chimica presso la facoltà di
Ingegneria dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. È membro della Società Chimica Italiana, dell’Associazione italiana cristallografia e
dell’Istituto di Scienza e Tecnologia dei Materiali.
Giovanni Ferrari è un libero professionista, lavora sulle tematiche inerenti
lo sviluppo sostenibile occupandosi in particolare di gestione dei rifiuti,
energia sostenibile e cambiamenti climatici a supporto delle pubbliche
amministrazioni e del settore privato, anche attraverso progetti su fondi
europei.
Fabriziomaria Gobba è stato professore associato di Medicina dl Lavoro
presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, docente in sei
corsi di laurea, in varie scuole di specializzazione, nella scuola di dottorato
in Clinical and Experimental Medicine e in vari master. Dal  è stato
direttore e poi coordinatore della scuola di specializzazione in Medicina del
Lavoro. Dal  è responsabile della convenzione per attività di formazione
e ricerca tra l’Università degli Studi di Reggio Emilia e l’Azienda Unità
Sanitaria Locale di Reggio Emilia.
Luigi Grasselli è Professore Ordinario di Geometria presso il Dipartimento
di Scienze e metodi dell’ingegneria dell’Università di Modena e Reggio
Emilia. È stato Prorettore dell’Ateneo per la sede di Reggio Emilia dall’aprile
 all’ottobre  e dal novembre  all’ottobre . La sua attività
scientifica riguarda la Topologia algebrica e geometrica, la Teoria dei grafi e
la Teoria dei nodi. Più recentemente si è occupato di Storia della matematica,
Storia della tecnologia e dei rapporti tra arte e geometria.
Fiene Greger è assistente di ricerca e responsabile di progetto. Dal ,
Fiene Grieger ha lavorato per l’Istituto ISW per le politiche strutturali e
lo sviluppo economico, una istituto di ricerca non-profit indipendente con
sede a Halle (Saale), Germania.


Gli autori
Ilaria Marzoli ha trascorso gran parte della sua carriera in Amiu, fornitore
della gestione dei rifiuti e dei servizi economia circolare del Comune di Genova, nel reparto di Informazione e comunicazione. Dal  è responsabile
dei progetti finanziati dall’UE in cui Amiu è partner o stakeholder.
Tommaso Minerva è coordinatore della Laurea online in Comunicazione
e Marketing e presidente della commissione informatica della Facoltà di
Scienze della Comunicazione e membro della commissione di Ateneo
sull’e-learning. È membro della Società Italiana di Statistica, del Comitato
Scientifico di Free International Airport e Senior Advisor di Complexica.
Alberto Modenese è iscritto al registro nazionale dei “Medici Competenti”
da luglio  e a quello dei “Medici Autorizzati” da maggio . È candidato
per il conseguimento del titolo di Dottore di Ricerca, avendo frequentato a
partire dal  il XXIX ciclo del Corso di Dottorato in Medicina clinica e
sperimentale dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, con un
progetto di ricerca sulla stima dell’esposizione occupazionale a radiazione
ultravioletta e la prevenzione dei possibili effetti avversi per la salute nei
lavoratori esposti.
Pinuccia Montanari coordina il centro di diritto ambientale dell’eco–istituto
dell’Emilia Romagna, con particolare attenzione al tema rifiuti. È coordinatrice del forum per la democrazia ecologica del tribunale internazionale
dell’ambiente.
Cino Repetto è ingegnere elettronico e libero professionista, opera come
consulente senior presso la società TBridge e per clienti della piccola e
media impresa.
Claudia Riccio è laureata in Scienze Naturali, indirizzo “Conservazione
della natura e delle sue risorse”, presso l’Università degli Studi di Genova.
Lavora da diversi anni nel campo della progettazione europea, occupandosi
in particolar modo di ambiente e sviluppo sostenibile.
Giovanna Sartori è socia fondatrice e presidente dell’associazione di promozione sociale alVerde che si propone la diffusione della cultura del riuso
e della gestione consapevole dei rifiuti e delle risorse in ottica di economia circolare. È fondatrice, consigliera e membro del comitato scientifico
dell’Ecoistituto di Reggio Emilia e Genova – centro di diritto ambientale.
Bartolomeo Valcalda è partner del gruppo BV Tech e responsabile del
Business Unit dedicata alla logistica e ai trasporti.
Marco Vinceti è docente la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università
degli Studi di Modena e Reggio Emilia di Metodologia Epidemiologica,
Epidemiologia, Igiene Ambientale, Igiene, Organizzazione Sanitaria e Statistica, Epidemiologia Applicata, Epidemiologia dei Tumori, Epidemiologia e
Gli autori

Biostatistica e Epidemiologia Nutrizionale. È, inoltre, docente presso Master
organizzati da altri Atenei.
Federica Violi è iscritta alla Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, cultore della materia in Igiene. Collabora all’attività del Centro di
Ricerca in Epidemiologia Ambientale, Genetica e Nutrizionale (CREAGEN, http://www.creagen.unimore.it) nella produzione di articoli e poster
scientifici.
 –
  – Scienze matematiche e informatiche
  – Scienze fisiche
AREA
 – Scienze chimiche
  – Scienze della terra
  – Scienze biologiche
  – Scienze mediche
  – Scienze agrarie e veterinarie
  – Ingegneria civile e architettura
  – Ingegneria industriale e dell’informazione
  – Scienze dell’antichità, filologico–letterarie e storico–artistiche
  – Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche
  – Scienze giuridiche
  – Scienze economiche e statistiche
  – Scienze politiche e sociali
  – Scienze teologico–religiose
Il catalogo delle pubblicazioni di Aracne editrice è su
www.aracneeditrice.it
Compilato il  novembre , ore :
con il sistema tipografico LATEX 2ε
Finito di stampare nel mese di novembre del 
dalla tipografia «System Graphic S.r.l.»
 Roma – via di Torre Sant’Anastasia, 
per conto della «Gioacchino Onorati editore S.r.l. – unipersonale» di Canterano (RM)