Mille splendidi soli_prova2
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Mille splendidi soli_prova2 19-01-2009 16:11 Pagina 349 Spunti per l’approfondimento e la scrittura Parte prima CAPITOLI 1-4 1. Basandoti sul racconto che Nana fa della sua vita (dall’ingresso nella casa di Jalil al suo “confino” nella kolba) scrivi sul tuo quaderno un testo sulla condizione della donna nella società afghana descritta da Hosseini, analizzando in particolare: • l’importanza che viene attribuita alle differenze sociali tra uomo e donna (pensa, per esempio, ai motivi per cui Jalil non sposa Nana); • quando viene riconosciuto il ruolo sociale di una donna (rifletti sul fatto che Nana “non esiste” per la società di Herat); • la possibilità da parte di una donna di decidere il suo futuro (Jalil chiede il parere di Nana sulle decisioni che egli prende e che riguardano la donna e la loro bambina?); • i diritti e i doveri di una “ragazza madre” come Nana. 2. Come viene sottolineato nell’incipit del romanzo, Mariam è una harami, cioè una figlia illegittima. Pensi che la sua vita sia influenzata da questa condizione di illegittimità? Motiva la tua risposta, prendendo in esame: • il luogo dove vive Mariam e il luogo dove vivono i suoi fratelli legittimi; • il rapporto tra Mariam e il padre; • le relazioni affettive e le amicizie di Mariam; • le “libertà” di cui gode Mariam e le “libertà” di cui godono gli altri; • la possibilità di crescita culturale della ragazza; • il tipo di vita sociale che la ragazza può condurre. 3. Ti sembra che nella società afghana, così come viene descritta nel romanzo, esistano delle differenze tra condizione maschile e condizione femminile? Prendi in esame, per esempio, i comportamenti, la considerazione sociale, le relazioni di Jalil confrontandole con quelle di Nana. CAPITOLI 5-8 Il Corano ammette che l’uomo sposi fino a quattro donne, ma – come dice il testo sacro – tutte le mogli devono essere trattate nello stesso modo (una sura afferma: «se temete di non essere giusti, sposatene una sola»). Oggi la poli349 Mille splendidi soli_prova2 19-01-2009 16:11 Pagina 350 gamia (cioè la possibilità per un uomo di sposarsi con più donne) non è una pratica consentita dalle leggi in vigore nella maggior parte dei paesi del mondo. Qual era la consuetudine nel passato? Fai una ricerca, per scoprire che cosa succedeva, per esempio, nella civiltà egiziana antica e in quella cinese, nella civiltà ebraica e in quelle romana e greca. CAPITOLI 9-12 Nel Corano si richiede alle donne convertite di coprirsi o di velarsi per distinguersi dalle “infedeli”. Per obbedire a questa richiesta, le soluzioni adottate dalle donne nei vari Paesi islamici sono diverse: si va dall’uso di un semplice velo o sciarpa (hijab) da appoggiare sui capelli, all’utilizzo di un mantello che copre testa e spalle (chador) ma lascia il viso scoperto, all’impiego di un abito (burqa) che nasconde completamente testa e corpo e permette a chi lo indossa di vedere solo attraverso una griglia ritagliata all’altezza degli occhi. Quali sono le tue opinioni riguardo all’osservanza di questo precetto religioso? Confrontale con quelle dei tuoi compagni durante una discussione in classe e poi riporta sul quaderno le conclusioni a cui siete pervenuti. CAPITOLI 13-15 Le complesse vicende storiche e politiche dell’Afghanistan sono state caratterizzate da un passato coloniale, una sofferta lotta per l’indipendenza, un periodo monarchico, numerosi colpi di stato... Fai una ricerca (anche in Internet i siti dedicati alla storia dell’Afghanistan sono numerosi) e ricostruisci, in breve, gli avvenimenti che riguardano la vita politica del paese durante il Novecento. Di seguito ti vengono fornite alcune date cruciali e i nomi dei personaggi implicati nelle vicende storiche dell’Afghanistan: a te il compito di indicare gli avvenimenti che si sono verificati in quelle date e il ruolo rivestito dai personaggi citati Quando... Che cosa... 1919 1933 1965 1973 1978 350 Mille splendidi soli_prova2 Chi... 19-01-2009 16:11 Pagina 351 Che cosa... Amanullah Nadir Shah Zahir Shah Daud Taraki Parte seconda CAPITOLI 16, 17 1. Come possono testimoniare alcuni avvenimenti narrati da Hosseini (le decisioni di Jalil riguardanti il futuro della figlia, i maltrattamenti cui è sottoposta Mariam da parte di Rashid, i progetti relativi al matrimonio di Hasina fatti da suo padre), in Afghanistan la parità di diritti tra popolazione maschile e femminile è ancora un obiettivo da raggiungere. Ma davvero le donne hanno raggiunto la piena parità di diritti nel resto del mondo? Il World Economic Forum (un’organizzazione internazionale indipendente con sede a Ginevra) alla fine del 2007 ha pubblicato i risultati della ricerca annuale sul Gender Gap Index (Indice del divario tra uomo e donna). La ricerca si basava su quattro fattori di valutazione: 1. Partecipazione e opportunità economiche (con attenzione agli stipendi, ai livelli di partecipazione e all’accesso a professioni altamente qualificate); 2. Livello di istruzione (cioè le differenze relative all’accesso all’istruzione di base e a quella superiore); 3. Responsabilizzazione politica (che misura il divario tra la presenza delle donne e quella degli uomini nell’ambito delle strutture decisionali a livello locale e nazionale); 4. Sanità e sopravvivenza (cioè le differenze tra uomo e donna in termini di salute e di aspettative di vita alla nascita). Il Rapporto 2007 riguardava 128 Paesi del mondo (gli Stati dell’Unione Europea, compresi i candidati a prossima adesione, 23 paesi latinoamericani e caraibici, 23 paesi dell’Africa Subsahariana, 20 paesi asiatici e 15 mediorientali e nordafricani), coinvolgendo quindi oltre il 90% della popolazione mondiale. Scorrendo i dati del rapporto si scopre che l’Italia si classifica solo all’84° posto, preceduta, per esempio, da Kenia (all’83°), Bolivia (80°), Tajikistan (79°) e Ghana (63°). I civilissimi Usa ottengono 351 Mille splendidi soli_prova2 19-01-2009 16:11 Pagina 352 solo la trentunesima posizione: non eccelsa, verrebbe da dire, ma sempre meglio di quella svizzera (40° posto) e francese (51°). Discuti in classe con i tuoi compagni sui risultati di questa ricerca e riporta poi sul tuo quaderno le conclusioni a cui siete pervenuti. 2. Le notizie che arrivano a Kabul dai fratelli di Laila e che riguardano la guerra sono quelle di un conflitto crudele e insensato, le cui vittime sono spesso bambini e in cui si ricorre all’uso anche di armi non convenzionali, come le mine antiuomo. Che cosa conosci di questi ordigni? Per farti un’idea del loro “potenziale” potresti cercare maggiori informazioni in Internet, oltre a leggere qualche pagina del libro Pappagalli verdi (Feltrinelli), in cui Gino Strada racconta la propria esperienza di medico nei paesi più colpiti da questi vergognosi strumenti di guerra. CAPITOLI 18, 19, 20 Le riflessioni e le argomentazioni di Babi fanno capire al lettore quanto sia “illuminato” il padre di Laila e quanto, invece, sia arretrata la società nella quale padre e figlia sono costretti a vivere. Ritrova nel testo il punto in cui Babi esprime le sue considerazioni sulle etnie presenti in Afghanistan e spiegane il significato. È possibile, secondo te, estendere le riflessioni di Babi anche a realtà non afghane? Discutine in classe con i tuoi compagni e scrivi a quali risultati siete pervenuti. CAPITOLI 21, 22 Le statue dei Buddha di Bamiyan sono state scavate in una grande parete di roccia tra il III e l’VIII secolo d.C. da monaci buddhisti provenienti da tutta l’Asia. Gli storici dell’arte ritengono che nessun monumento abbia testimoniato, meglio di queste sculture, la straordinaria storia artistica dell’Afghanistan, contrassegnata dalle molteplici influenze greche e persiane, indù e buddiste. Per questa ragione i Buddha sono stati inseriti nella Lista dei Monumenti Patrimonio dell’Umanità stilata dall’UNESCO. Sei a conoscenza della sorte di queste statue? Fai una ricerca in internet (oltre al sito di Peace Report, potresti consultare anche quello di Rai Educational) e scrivi una breve relazione sul loro stato di conservazione. CAPITOLI 23-25 Nella conversazione tra Laila e sua madre si parla di «reputazione». Scrivi un testo in cui definisci e analizzi questo concetto soffermandoti su quanto esso sia sentito, oggi, nella nostra società. 352 Mille splendidi soli_prova2 19-01-2009 16:11 Pagina 353 CAPITOLO 26 Prova anche tu a fare il “gioco” di Babi, indeciso su quali libri portare con sé, come se partisse per un’isola deserta. Componi, quindi, una lista dei cinque libri dai quali non vorresti staccarti, dei cinque film che non ti stancheresti mai di rivedere, delle cinque raccolte di cantanti (o gruppi musicali) che hanno saputo comunicarti delle forti emozioni. Parte terza CAPITOLI 27-29 1. Rashid vuol fare capire a Mariam che il matrimonio con Laila costituisce l’unica soluzione praticabile e ragionevole. Secondo l’uomo, infatti, Laila, sola com’è, non ha scampo: se anche riuscisse a raggiungere un campo profughi in Pakistan non avrebbe grandi possibilità di sopravvivere e forse l’unica soluzione per lei sarebbe quella di prostituirsi. Ma Rashid forse non sa (o forse preferisce sorvolare su questo argomento) che Laila potrebbe essere anche più fortunata e incontrare, all’interno di un campo, i volontari della Rawa (Revolutionary Association of Women of Afghanistan): un’organizzazione socio-politica indipendente di donne, fondata nel 1977 a Kabul, che lotta per i diritti umani e la giustizia sociale. Quella che segue è un’intervista a una volontaria di Rawa pubblicata sul quotidiano “la Repubblica” nell’ottobre 2001 ma ancora di scottante attualità. La mia guerra ai Taliban In una intervista telefonica da Islamabad, una 26enne della Rawa, che si fa chiamare “Fatima”, parla del lavoro dell’organizzazione delle donne afghane in Pakistan. Qual è la storia della tua vita e cosa fai per la Rawa? Sono di Kabul. Ho cominciato a lavorare per la Rawa quando avevo 19 anni. La guerra nel mio paese continuava da 23 anni, la mia generazione è nata con la guerra, abbiamo fatto esperienza solo di crimini, di oscurità, di dolore nel nostro paese. Non abbiamo mai visto la felicità né la democrazia. Ho vissuto nello shock perché ogni giorno c’erano storie tragiche vicino casa mia. Quando sono cresciuta ho deciso di fare qualcosa contro tutto questo. Ragazze giovanissime si suicidavano perché senza aiuto e senza speranza. Ma alcune, come me, hanno scelto di combat353 Mille splendidi soli_prova2 19-01-2009 16:11 Pagina 354 tere. Accettiamo di servire la nostra gente: questa è la via migliore per portare giustizia nel nostro paese. A vent’anni ho lasciato l’Afghanistan. Il mio contributo per la Rawa è stato di venire qui in Pakistan e lavorare nei campi profughi. Ho attraversato spesso i confini con l’Afghanistan per organizzare le donne a manifestare o per portare le pubblicazioni del gruppo. Possiamo andare senza documenti, nessuno te li chiede se sei una donna. Metto il burqa, perché è l’unica carta di credito richiesta alle donne per andare in Afghanistan. Quando attraverso la frontiera nessuno può sapere che sono nella Rawa. Perché usi lo pseudonimo di “Fatima”? Tutte usiamo nomi diversi perché abbiamo molti problemi di sicurezza. La nostra leader Meena e la sua guardia del corpo sono state uccise in Pakistan nel 1987 dai fondamentalisti islamici e dal Kgb*. Le nostre associate sono spesso minacciate e offese – riceviamo minacce di morte per telefono, via e-mail e lettera – ci chiedono di smettere di fare quello che facciamo altrimenti ci uccidono. Per questo lavoriamo clandestinamente in Afghanistan e in semi clandestinità in Pakistan. Qual è stata l’attività più importante della Rawa in Afghanistan? Insegniamo a centinaia di donne e bambini. A questi ultimi, matematica, fisica, chimica, persiano, scienze, studi sociali, storia e geografia. Alle donne, soprattutto matematica e persiano. Quando le nostre donne vanno in un negozio non sanno come pagare e cambiare i soldi perché nessuno glielo ha mai insegnato. Ci portiamo addosso delle telecamere per documentare i crimini dei Taliban. Abbiamo girato anche a Kabul e in molte altre città, prendendo le immagini di afghani cui sono state tagliate le mani per aver rubato, o decapitati. […] Facciamo un buco nel burqa e filmiamo attraverso quello. È questa la ragione per la quale la qualità delle immagini è piuttosto cattiva; è molto difficile. Nessuna è stata mai scoperta mentre lo faceva: l’unica punizione sarebbe l’esecuzione se ci prendessero, specialmente se i Taliban sapessero che siamo della Rawa. Che cosa fate nei campi profughi in Pakistan? Abbiamo delle scuole per le ragazze dei campi profughi, ma in alcune abbiamo problemi a causa dell’influenza dei fondamentalisti. Facciamo corsi di artigianato, alleviamo polli e tessiamo tappeti. Abbiamo anche una struttura medica mobile che va nei campi * Kgb: i servizi segreti russi. 354 Mille splendidi soli_prova2 19-01-2009 16:11 Pagina 355 a portare una o due volte la settimane le medicine. Abbiamo un ospedale che si chiama Malalai, ma ora è chiuso per i nostri problemi finanziari. Uno dei nostri progetti più urgenti è di riaprirlo. Di che cosa ha bisogna la Rawa ora? Siamo in pessime condizioni finanziarie. Abbiamo bisogno di tutto quello che possiamo ottenere per il nostro team medico, medicine, per la scuola. Forse un dollaro non vale niente per gli altri, ma per noi significa molto. Continuare la nostra battaglia a mani vuote è impossibile. Per renderti conto dell’attualità di questa testimonianza leggi le relazioni dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati che trovi sul sito dell’UNHCR. Scrivi poi una relazione sulla situazione dei rifugiati in una delle seguenti zone: • Iraq • Darfur • Grandi laghi africani • Libano • Balcani CAPITOLI 30-32 1. Laila è una ragazza colta e moderna, eppure riesce a trovare alcuni vantaggi nell’indossare un burqa (considerato da molti osservatori occidentali uno dei simboli dell’oppressione della donna nei Paesi islamici). Come giudichi la valutazione della ragazza? Sei d’accordo con la sua opinione? Motiva adeguatamente la tua risposta. 2. «Quando aveva dato a Rashid la notizia del bambino […] lui era saltato sulla bicicletta, era corso alla moschea e aveva pregato che fosse un maschio». Il comportamento di Rashid non è da ritenere strano o insolito. Sul sito di Amnesty International troverai interventi e testimonianze con i quali potrai documentarti sulla “fortuna” di nascere maschio in alcuni Paesi del mondo. Leggi, per esempio, la relazione del gennaio 2008 del Coordinamento Bambini/Minori (dal titolo Nascere Bambine) e poi rispondi alle seguenti domande. • Perché in alcuni paesi del mondo la nascita di una figlia femmina viene considerata una disgrazia? • Che cosa si intende per aborto selettivo? Su quali feti viene praticato con maggiore frequenza? • Che cosa si intende per infanticidio? • La mortalità infantile in alcuni paesi del mondo è più alta tra la popolazione maschile o tra quella femminile? Quali possono essere i motivi di questa maggiore mortalità? • Perché un matrimonio precoce può rappresentare un pericolo per la salute della donna? 355 Mille splendidi soli_prova2 19-01-2009 16:11 Pagina 356 CAPITOLI 33, 35 «Costringono i ragazzini ad entrare nella milizia» dice Rashid raccontando a Laila e Mariam quanto sta succedendo nel loro paese. Il fenomeno dei “bambini soldato” è una vergogna dell’umanità, presente in Afghanistan ma anche in molti altri paesi: sono, infatti, una cinquantina i conflitti armati attualmente in corso nel mondo e si stima che oltre mezzo milione di bambini, in più di 87 paesi, siano reclutati nelle forze armate governative o in gruppi armati paramilitari e non governativi, e non è da escludere che molti bambini siano anche coinvolti nell’esecuzione di atrocità belliche. In rete sono reperibili molte informazioni su questo argomento, soprattutto nei siti delle associazioni che si battono per combattere questo terribile fenomeno (per esempio quelli di “Save the children” e di “War child”, dove è pubblicata la versione integrale del Rapporto Globale sui bambini soldato del 2008). Cerca quindi di raccogliere il maggior numero di notizie sulla diffusione del fenomeno in zone quali l’Africa, l’America Latina e l’Asia. Elenca quindi i dati raccolti in una tabella, indicando gli stati coinvolti, le cifre dei bambini-soldato arruolati, la loro età, i conflitti in cui sono impiegati e così via. CAPITOLI 36, 38 «Quanto alle donne, l’Islam offre un arsenale completo di tradizioni a sostegno della superiorità maschile e, dunque, della segregazione femminile. Una delle ragioni per cui l’integralismo islamico piace è che gli uomini, che si vedono minacciati nei loro privilegi tradizionali dalle ideologie moderniste, sanno che la società musulmana fornisce loro argomenti sacrosanti a sostegno della superiorità maschile. È uno dei motivi – spesso misconosciuto, ma profondamente radicato e a volte inconsapevole – per cui l’integralismo islamico è così popolare: le esperienze modernizzanti vanno nella direzione del riconoscimento di maggiori diritti alle donne, e ciò non è gradito al sesso maschile». Spiega e commenta questa affermazione di Maxime Rodinson (uno dei più celebri studiosi arabisti e islamisti del nostro tempo). Secondo te è possibile metterla in relazione alle iniziative prese dal governo talebano dopo la conquista del potere a Kabul? CAPITOLI 39, 42 1. «In Afghanistan solo la metà dei bambini fra i 7 e i 13 anni va a scuola (la percentuale si riduce a un terzo per le bambine) e il tasso si riduce ulte356 Mille splendidi soli_prova2 19-01-2009 16:11 Pagina 357 riormente nelle aree rurali. Le bambine e i bambini non vanno a scuola a causa delle strutture scolastiche inadeguate, del lungo cammino che deve essere fatto per raggiungere gli edifici scolastici, della povertà diffusa e del numero molto limitato di insegnanti donne, che sono solo il 27%, concentrate quasi tutte nei centri urbani. La maggior parte delle persone che lavoravano nelle scuole sono scappate a causa dei vari conflitti che hanno insanguinato il paese e ora solo il 15% degli insegnanti ha le qualifiche necessarie per svolgere il proprio lavoro. Inoltre mancano i materiali scolastici, la disciplina a scuola è molto dura e spesso le bambine e i bambini sono sottoposti a punizioni corporali. Come se non bastasse, il 50% dei corsi si svolge in tende o sotto gli alberi perché non esistono strutture scolastiche». Ritrovi in questa breve relazione – pubblicata sul sito di “Save the children” – alcune situazioni descritte nel romanzo? Quali? 2. Aziza, «bambina calma riflessiva che si comporta con una maturità precoce per i suoi sei anni», diventa la coprotagonista in questo gruppo di capitoli. In quali occasioni la bambina dimostra la sua maturità, la sua sensibilità e la sua capacità di affrontare prove più grandi di lei? CAPITOLI 43, 45 1. Ancora una volta, Hosseini si dimostra un narratore tutt’altro che imparziale e distaccato dalla vicenda che sta raccontando. Quali sono, secondo te, i sentimenti che egli nutre nei confronti di Rashid, Laila e Mariam? Esprimi le tue considerazioni facendo precisi riferimenti al testo. 2. Il racconto di Tariq sulla sua condanna per spaccio di droga può far riflettere sulle norme che regolano, in diversi paesi, il consumo di sostanze stupefacenti. Negli Stati dell’Unione Europea, per esempio, le situazioni sono molto differenti: in Olanda, la vendita di droghe leggere può sempre essere punita; tuttavia, la priorità viene data alla lotta alle droghe pesanti. Non viene attivamente indagata la vendita di una quantità massima di 5 grammi in negozi autorizzati, mentre la vendita di quantità superiori (spesso legata all’esportazione) viene colpita duramente. In Spagna e Portogallo, la detenzione di qualsiasi stupefacente per uso personale non è soggetta a sanzioni penali; la sanzione tende piuttosto ad essere di tipo amministrativo (diffida o ammenda). In Belgio, Danimarca, Germania e Austria le leggi e le linee guida prevedono la non punibilità dei soggetti che per la prima volta vengono trovati in possesso illecito di stupefacenti, i quali vengono “invitati” ad astenersi dall’assumere droga nel futuro. L’invito è spesso corredato da una diffida e da un periodo di prova. In Francia una direttiva del 1999 raccomanda espressamente che i reati con357 Mille splendidi soli_prova2 19-01-2009 16:11 Pagina 358 nessi all’uso di droga siano sanzionati solo da una diffida. In Grecia, Norvegia, Finlandia e Svezia un’applicazione “alla lettera” delle leggi vieta in maniera rigorosa l’uso di droghe. Fai una ricerca per scoprire come sono considerati, dalle normative vigenti, la detenzione, l’acquisto e l’uso di sostanze stupefacenti in altri paesi del mondo, come, per esempio, Stati Uniti, Marocco, Turchia, India, Thailandia. 1. La parola “processo” indica il procedimento che deve essere seguito perché si giunga ad una sentenza. Questo procedimento deve essere, ovviamente, regolare, equilibrato, in modo da giungere alla conclusione dopo che le parti hanno potuto esporre le loro ragioni e dopo che tutte le prove sono state regolarmente acquisite. Il processo, insomma, deve essere “giusto”: in passato si sono svolti molti processi che non avevano caratteristiche tali da potersi definire “giusti” (pensa, per esempio, ai processi per stregoneria, a quelli contro gli eretici, ai processi celebrati in periodo di dittatura) ma in molte società moderne il “giusto processo” è ormai una conquista consolidata (nel nostro Paese è previsto dall’articolo 111 della Costituzione che recita: “la giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge”). Il giusto processo penale ha la finalità di garantire che la persona, accusata e privata in via cautelativa della libertà personale, possa compiutamente difendersi. Si deve anche tenere conto che nel nostro sistema giuridico è stabilita la cosiddetta “presunzione di innocenza”: la persona accusata di un reato deve essere considerata innocente, sino a quando non vi sarà una sentenza definitiva (e cioè non più appellabile). La prima caratteristica che ogni processo deve avere è che le due “parti” del processo siano ascoltate dal giudice ed espongano le loro ragioni in contraddittorio fra di loro ed in condizioni di parità. Anche se una delle parti è costituita da un ente pubblico, o da un organo della pubblica amministrazione, deve esservi una posizione di parità: i due soggetti devono avere eguali possibilità di esporre le proprie ragioni davanti al giudice e di fornire le prove che ritengono più persuasive per sostenere le proprie tesi. Un processo è, poi, considerato “giusto” quando è rispettato il diritto di difesa, e l’imputato può esporre le proprie ragioni, sottoponendole all’attenzione del giudice. In passato vi sono stati dei processi politici nei quali gli imputati non potevano parlare, e bastava soltanto la loro identificazione per mandarli alla ghigliottina o davanti al plotone di esecuzione. Vi sono stati anche dei processi nei quali gli imputati, torturati o seviziati, confessavano dei reati che non avevano mai commesso. Alla luce di quanto hai letto, il processo di Mariam non può essere consi358 Mille splendidi soli_prova2 19-01-2009 16:11 Pagina 359 derato “giusto”, quali caratteristiche mancano, infatti? In che modo avrebbe dovuto svolgersi il dibattimento? Ti sembra che i tre membri del Collegio giudicante siano imparziali? 2. La decisione di Mariam di non fuggire con Laila, Tariq e i bambini ha delle profonde motivazioni morali. Esponile in un testo di tipo argomentativo. (Come ricorderai, un testo è considerato “argomentativo” quando il suo autore vuole persuadere il lettore della validità della tesi che egli sostiene. Per essere del tutto convincente, quindi, l’autore non si limita ad esporre l’argomento, lo sostiene con ragionamenti e prove, previene, o confuta, eventuali obiezioni per dimostrare che la sua tesi è inattaccabile). CAPITOLI 46, 47 1. La parola “processo” indica il procedimento che deve essere seguito perché, dopo che le parti hanno potuto esporre le loro ragioni e dopo che tutte le prove sono state regolarmente acquisite, si giunga a una sentenza. Il processo, insomma, deve essere “giusto”: in passato si sono svolti molti processi che non avevano caratteristiche tali da potersi definire “giusti” (per esempio, i processi per stregoneria, quelli contro gli eretici, o quelli celebrati in periodo di dittatura), ma in molte società moderne il “giusto processo” è ormai una conquista consolidata (nel nostro Paese è previsto dall’articolo 111 della Costituzione). Il nostro sistema giuridico stabilisce anche la cosiddetta “presunzione di innocenza”: la persona accusata di un reato è considerata innocente sino a quando non vi sarà una sentenza definitiva (e cioè non più appellabile). Un processo è infine considerato “giusto” quando è rispettato il diritto di difesa, e l’imputato può esporre le proprie ragioni, sottoponendole all’attenzione del giudice. Alla luce di quanto hai letto, il processo di Mariam non può essere considerato “giusto”. Quali caratteristiche mancano, infatti? In che modo avrebbe dovuto svolgersi il dibattimento? Ti sembra che i tre membri del Collegio giudicante siano imparziali? 2. La decisione di Mariam di non fuggire con Laila, Tariq e i bambini ha profonde motivazioni morali. Esponile in un testo di tipo argomentativo. (Come ricorderai, un testo è considerato “argomentativo” quando il suo autore vuole persuadere il lettore della validità della tesi che egli sostiene. Per essere del tutto convincente, quindi, l’autore non si limita ad esporre l’argomento ma lo sostiene con ragionamenti e prove, previene o confuta eventuali obiezioni per dimostrare che la sua tesi è inattaccabile). 359