Qualità e sicurezza dell`acqua

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Qualità e sicurezza dell`acqua
Qualità e sicurezza dell’acqua
Il ruolo dell’acqua nell’agricoltura sostenibile e nella salute alimentare
Intervento di Giorgio Temporelli al convegno nazionale LIONS «Nutrire il pianeta energia per la vita» – Milano, 11 aprile 2015
Il pianeta blu
Il problema delle risorse idriche a livello mondiale va
affrontato considerando alcuni aspetti: la disponibilità
totale d’acqua sul pianeta, la diseguale distribuzione, la
sua qualità ed il ruolo essenziale che ricopre per ogni
essere vivente.
Queste condizioni, ben note a tutti e quindi
apparentemente banali e scontate, sono ben lontane dal
garantire ad ogni essere vivente un’adeguata quantità di
acqua.
L’acqua è l’elemento essenziale della vita, non si può
vivere senz’acqua ed in particolare l’uomo non può vivere
senza acqua potabile. Il nocciolo di questo problema sta
nel fatto che molte delle criticità che attanagliano milioni di
presone (scarsità d’acqua, cattiva qualità, ecc) potrebbero
essere risolte ma con interventi tecnici che richiedono
investimenti sostanziosi. Ed è proprio perché di acqua si
vive (o si muore) che intorno ad essa ruotano grandi
interessi economici.
Intervento di Giorgio Temporelli al convegno nazionale LIONS «Nutrire il pianeta energia per la vita» – Milano, 11 aprile 2015
Diseguale disponibilità
L’acqua sul nostro pianeta è abbondante, circa il 71% della
superficie terrestre e ricoperta di acqua, per un volume
complessivo pari a circa 1.400.000.000 di km3: una quantità
oggettivamente grande, ma non troppo se pensiamo che i
consumi umani a livello planetario sono in continua crescita e
che solo una piccola parte di quest’acqua si presenta in
forma direttamente disponibile al consumo umano.
Circa il 97% del volume è acqua salata ed oltre il 2% è
costituito dai ghiacci delle calotte polari; le acque dolci degli
acquiferi, dei fiumi e dei laghi rappresentano una parte
esigua rispetto al totale, meno dell’1%, inoltre questa
quantità e distribuita sul pianeta in maniera fortemente
disuniforme.
Intervento di Giorgio Temporelli al convegno nazionale LIONS «Nutrire il pianeta energia per la vita» – Milano, 11 aprile 2015
Osmosi inversa
Alcuni Paesi poveri d’acqua ma ricchi in denaro hanno risolto il problema desalinizzando l’acqua di mare con impianti ad
osmosi inversa (in Israele, ad Ashkelon, la locale municipalizzata distribuisce acqua di mare osmotizzata a 0,53 €/m3)
Nel mondo sono operativi molti impianti che ogni anno producono miliardi di litri di acqua dolce. I maggiori utilizzatori
sono sicuramente i Paesi del Golfo, ma questa tecnologia e impiegata ovunque per produrre acqua potabile da una
risorsa altrimenti inutilizzabile. Nei Paesi industrializzati gli impianti ad osmosi inversa vengono impiegati per
l’abbattimento di sostanze indesiderabili quali nitrati e cromo dalle acque sotterranee; questa tecnologia però richiede
competenze ed investimenti e in genere è proprio dove la situazione in termini quantitativi e qualitativi è peggiore che
c’è meno disponibilità di risorse tecniche ed economiche, per questo motivo la tecnologia di separazione a membrana
non è utilizzabile in molti paesi del sud del mondo. Anche le perforazioni per la captazione di acqua dalle falde sono
attività che richiedono competenze e risorse non sempre disponibili; il continente africano per esempio è ricchissimo
d’acqua, il problema è l’estrazione.
Intervento di Giorgio Temporelli al convegno nazionale LIONS «Nutrire il pianeta energia per la vita» – Milano, 11 aprile 2015
I CONSUMI «nascosti»:
le ACQUE VIRTUALI
IL MONDO HA SETE PERCHE’ HA FAME!
Il mondo e assetato e lo sarà ancora di più nel prossimo futuro. Si stima che nel
2050 la popolazione mondiale sarà di 9 miliardi di persone, che dovranno bere e
mangiare. E anche la produzione di cibo richiede tanta acqua. Il mondo ha sete
perché ha fame. La pressione mondiale sulle risorse di acqua dolce è in aumento
in conseguenza della crescente domanda di prodotti alimentari ad elevata
intensità idrica come carne, formaggi, zucchero e cotone. L’agricoltura
rappresenta il principale settore di consumo idrico a livello globale.
•Questo concetto è racchiuso nella definizione di “acque virtuali” o nascoste.
Ogni alimento e ogni oggetto che usiamo ha richiesto dell’acqua per la sua
produzione, “un’impronta idrica” che ha un importante significato socioeconomico ed ambientale.
Per esempio l'impronta idrica della Cina è di circa 700 m3/anno/pro capite, ma
solo il 7% ricade al di fuori del paese. Diversa è l'impronta idrica del Giappone
(1150 metri cubi all'anno pro capite) che per il 65% ricade al di fuori dei confini
nazionali, il che vuole dire che il Paese nipponico ha un alto consumo di servizi e
prodotti realizzati con risorse idriche straniere, proprio come accade per l’Italia,
che con oltre il 60% rispetto ai consumi totali è il terzo paese al mondo per
importazione di acqua virtuale contenuta in cibi e manufatti. L’impronta idrica
dell’Italia è di circa 132 miliardi di m3 l’anno, che corrispondono a 6.309 litri pro
capite al giorno, di questo volume il consumo di cibo (che include sia prodotti
agricoli sia di origine animale) contribuisce all’89% mentre il consumo per i vari
usi domestici (pulire, cucinare, bere, etc.) è solo il 4 % (circa 250 litri/pro
capite/giorno) mentre il rimanente 7% dell’acqua è “contenuta” nei prodotti
industriali.
Intervento di Giorgio Temporelli al convegno nazionale LIONS «Nutrire il pianeta energia per la vita» – Milano, 11 aprile 2015
Gli OGM
Ci troviamo di fronte alla situazione paradossale in cui milioni di
persone non dispongono di acqua potabile e contemporaneamente
in altre zone del mondo si spreca o si impiega sempre più questa
risorsa per l’allevamento animale e la produzione di biocarburanti.
Nel tentativo di dare da mangiare a tutti, nel presente e nel prossimo
futuro, una delle strade che si stanno percorrendo è quella degli
organismi geneticamente modificati (OGM).
Al mondo oggi 175 milioni di ettari sono coltivati a OGM e le
principali culture sono cotone (oltre il 70% della produzione
mondiale), soia (oltre il 79% della produzione mondiale), mail e
colza.
I cinque Paesi con più coltivazioni OGM al mondo sono, in ordine di
importanza: Stati Uniti, Brasile, Argentina, India e Canada. Si tratta
di prodotti “speciali” che richiedono un minor uso di pesticidi e
garantiscono una resa maggiore, ma i cui potenziali effetti a lungo
termine sulla salute umana non sono ancora noti con certezza.
Queste le ragioni che da un trentennio dividono sostenitori e
antagonisti dei cibi geneticamente modificati.
Intervento di Giorgio Temporelli al convegno nazionale LIONS «Nutrire il pianeta energia per la vita» – Milano, 11 aprile 2015
Acqua e salute
Per quanto riguarda la correlazione tra acqua e salute della
popolazione, essa rimane grave, infatti ad oggi sono circa 800 milioni
le persone che nei Paesi in via di sviluppo non dispongono di acqua
potabile e sono oltre 3 milioni quelle che muoiono ogni anno per
malattie indotte dal consumo di acqua non potabile o per l’inefficienza
o l’assenza della rete fognaria (WHO, 2012). L’assenza di fonti
disponibili e accessibili di acqua potabile e di servizi igienici è
strettamente collegata all’elevato tasso di malattie e mortalità,
soprattutto nei bambini, a causa di malattie collegate al consumo
diretto di acqua insalubre o per scarsità di igiene causata dall’assenza
di un sistema fognario efficiente. L’80% delle malattie nei Paesi del
Sud del mondo è dovuto alla cattiva qualità dell’acqua. A seconda della
modalità di trasmissione, e quindi del tipo di contagio, le malattie di
natura idrica si distinguono in:
malattie trasmesse direttamente dall'ingestione di acqua infetta (tifo,
colera, epatite, dissenteria, gastroenterite, epatite).
malattie trasmesse direttamente dal contatto di acqua infetta con pelle
e degli occhi (lebbra, congiuntivite, ulcere).
malattie trasmesse indirettamente dall’acqua insalubre a causa del
proliferare di insetti vettori (es. mosche e zanzare)
La quantità d’acqua di cui una persona può disporre è strettamente
correlata alla qualità della vita, per poter parlare di condizioni
accettabili l’OMS sostiene che dovrebbero essere assicurati a ciascun
individuo almeno 50 litri al giorno di acqua, mentre il fabbisogno
minimo biologico per la sopravvivenza e di almeno 5 litri/24 ore
Intervento di Giorgio Temporelli al convegno nazionale LIONS «Nutrire il pianeta energia per la vita» – Milano, 11 aprile 2015
Acqua e salute2
La qualità dell’acqua può influenzare la salute nel breve
(contaminazione microbiologica) e nel lungo periodo
(contaminazione chimica) di chi la utilizza.
Sono ben noti i casi di avvelenamento da arsenico per molte
popolazioni dell’india, Taiwan, Bangladesh, Cina, Messico, Cile
e di altri Paesi (oltre ottanta) per un totale di oltre 150 milioni
di persone che regolarmente utilizzano acque contaminate da
questo elemento, che si trova in natura in ogni parte del globo
a causa della sua elevata mobilità geochimica.
Gli effetti a lungo termine per molti elementi chimici, anche di
origine naturale, sono gravi ed accertatati, ma è sicuramente la
contaminazione microbica l’aspetto più pericoloso
dell’inquinamento delle acque, proprio a causa degli effetti
subitanei che ha sull’organismo umano.
In figura effetti dell’esposizione prolungata all’arsenico
nell’acqua potabile: cheratosi ed edema dei piedi
Intervento di Giorgio Temporelli al convegno nazionale LIONS «Nutrire il pianeta energia per la vita» – Milano, 11 aprile 2015
Acqua e salute
Ma cos’è l’acqua potabile? Acqua che si può bere, certo, ma i
riferimenti secondo i quali un’acqua può essere dichiarata tale non
sono assoluti. La potabilità è un concetto legale, mutevole nel tempo,
derivante da normative che tengono conto non solo di parametri
strettamente igienici ma anche di opportunità.
Questo spiega le differenze, anche considerevoli, tra i limiti indicati
dall’OMS e quelli stabiliti dall’EPA, dalla normativa europea e dai vari
recepimenti nazionali. In molti Paesi del sud del mondo la priorità è
avere l’acqua, diverso è l’approccio dei Paesi industrializzati dove
l’acqua c’è ed anche le tecnologie per potabilizzarla, qui viene posta
giustamente più attenzione al rispetto dei valori di parametro. In Italia
la potabilità di un’acqua fa riferimento al Decreto Legislativo 2 febbraio
2001, n.31 (Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità
delle acque destinate al consumo umano) secondo il quale si richiede
il rispetto di 56 parametri:
5 microbiologici, 21 indicatori, 28 chimici e 2 di radioattività.
Tale approccio è uniformato a livello di Comunità Europea. Per quanto
concerne invece gli Stati extraeuropei esistono differenti
interpretazioni per la potabilità dell’acqua, con realtà molto diverse per
i Paesi del sud del mondo, per questo…
Intervento di Giorgio Temporelli al convegno nazionale LIONS «Nutrire il pianeta energia per la vita» – Milano, 11 aprile 2015
…la più importante conquista dell’umanità si realizzerà se e quando, nel prossimo futuro, verranno soddisfatte le richieste idriche in ogni città del pianeta, fornendo punti di erogazione che mettano a disposizione di ciascuno sufficienti quantità di acqua, salubre e pulita secondo i migliori criteri di potabilità…