Museo del Bijou - Edizioni Junior
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Museo del Bijou - Edizioni Junior
Nome del museo Museo del Bijou di Casalmaggiore Indirizzo Via Porzio 9, 26041 Casalmaggiore (Cr) Tipologia di museo Museo specializzato Breve storia del museo La produzione di bigiotteria a Casalmaggiore, oggi cessata, rappresenta l’unica esperienza italiana di questo tipo che abbia assunto dimensioni industriali. All’inizio (anni Ottanta dell’Ottocento) si trattava di una produzione artigianale che imitava i contemporanei prodotti d’oreficeria, realizzando con materiali non preziosi ornamenti alla portata dei ceti meno abbienti. Il moltiplicarsi dei laboratori e la successiva fondazione di nuove fabbriche dedite alla lavorazione in serie consentì alla produzione di Casalmaggiore di conquistarsi – nell’arco di pochi decenni - un mercato che andava dal sud America al Medio Oriente. Dagli anni Trenta agli anni Settanta del Novecento la bigiotteria prodotta fu sempre meno “d’imitazione” e sempre più “di fantasia”, fatta di forme e materiali nuovi, fortemente legata alle mode e influenzata dagli eventi sociali del tempo. I campionari di questa produzione, accanto a macchinari, attrezzi e documenti d’archivio, sono stati preservati dall’Associazione Amici del Bijou di Casalmaggiore che ha consentito la donazione dei materiali al Comune, la costituzione del Museo nel 1986 e il suo allestimento definitivo nel seminterrato dell’ex Collegio dei barnabiti di Santa Croce nel 1996. Presenza di collezioni permanenti, esposizioni temporanee Le collezioni sono divise concettualmente in tre sezioni - oggettistica, archivistica e tecnologica - anche se tale suddivisione trova solo parzialmente riscontro nel percorso espositivo, che segue un criterio prevalentemente cronologico: dai primi raffinati esemplari in placcato-oro di fine Ottocento, agli oggetti che testimoniano i nuovi consumi affermatisi fra le due Guerre fino al vistoso catename in alluminio e ai pesanti ciondoli in peltro dell’ultima produzione (anni Settanta). In alcune teche viene privilegiato un criterio tematico (i prodotti per il mercato d’esportazione mediorientale, l’oggettistica devozionale, la diversificazione della produzione nel secondo dopoguerra ecc.). A fianco degli oggetti sono collocati macchinari originali provenienti dalle antiche fabbriche (fra cui vari tipi di laminatoi e presse), attrezzi vari per la lavorazione della bigiotteria, antichi cataloghi, documenti e fotografie d’epoca che offrono uno spaccato di storia dell’economia, della società e del costume della città e, più in generale, del Novecento. Il percorso museale è stato ampliato nel 2011 con l’apertura di una sala per le esposizione temporanee. Qui vengono allestite periodicamente sia mostre di carattere storico-documentario, sia mostre personali e collettive volte a presentare al pubblico oggetti, tecniche e stili della bigiotteria contemporanea: in questo modo Casalmaggiore intende continuare ad essere “Città del Bijou”, come annuncia la monumentale spilla dello scultore Brunivo Buttarelli che accoglie i visitatori all’ingresso del paese. Breve storia della Sezione didattica La sezione didattica è nata alcuni anni dopo l’allestimento del Museo. Risale al 1999 un primo corso di bigiotteria per adulti che - sulla falsariga di altri corsi che il Comune proponeva nell’ambito della Scuola di disegno “Bottoli” - intendeva riprendere lavorazioni che erano state tipiche del territorio, per quanto in forme prettamente industriali. In seguito al successo di quel primo corso, grazie a contributi della Regione Lombardia, ha potuto essere allestito un primo laboratorio professionale, dotato di banchi da orafo e da attrezzature specialistiche per la produzione di stampi in gomma, la fusione, la saldatura e la doratura galvanica. Successivamente, grazie ad ulteriori contributi di Fondazione Cariplo, è stato allestito nel 2005 nell’ambito del Progetto EST – Educare alla scienza e alla tecnologia, un laboratorio didattico destinato per lo più alle scolaresche, dotato di attrezzature più semplici ad azione manuale, quali laminatoi, torcitoi e trafile. Proposte per tutti i pubblici La presenza di un laboratorio ben attrezzato ha consentito al Museo di proporre attività per adulti sia di tipo amatoriale che di tipo professionale. Nel primo ambito sono stati realizzati numerosi corsi, i cui incontri si sono svolti per lo più a cadenza settimanale, di sera o il sabato pomeriggio. In questo contesto i partecipanti hanno appreso soprattutto le tecniche per un corretto assemblaggio, ricorrendo all’uso sia dei materiali più tradizionali che di quelli più insoliti. In alcuni casi, nell’ambito del corso sono stati realizzati anche mini- stages tematici curati da esperti. Volti alla formazione e all’aggiornamento professionale sono stati invece alcuni workshop in forma residenziale realizzati dall’Associazione Gioiello Contemporaneo (AGC): in queste occasioni docenti e allievi provenienti da tutta Italia e anche dall’estero hanno realizzato nella calda atmosfera del Museo oggetti di grande creatività, rivelando come spesso il gioiello e il bijou – al di là della preziosità o meno dei materiali e dell’unicità o serialità del prodotto – abbiano molto in comune nel processo ideativo dell’oggetto e per quanto attiene agli attrezzi e ai macchinari richiesti per la lavorazione. Proposte per le scuole In generale, i servizi educativi intendono mediare le collezioni specialistiche del Museo presso l’utenza scolastica in una logica pluridisciplinare. Le attività laboratoriali rappresentano un’occasione per superare il modello frontale della visita guidata e per entrare più consapevolmente e in modo creativo a contatto col patrimonio del territorio e, più in generale, con la storia del Novecento. Per i più piccoli viene proposto un approccio al Museo di tipo ludico: il Museo viene scoperto lentamente al buio, agendo su effetti di sorpresa e di stupore, fino ad arrivare alla cassa del tesoro (d’oro matto, naturalmente). Un approccio ludico è possibile anche per ragazzi un po’ più grandi, attraverso una tombola visuale che propone, al posto dei numeri, alcuni oggetti delle collezioni o attraverso una gara di caccia al tesoro che può comprendere anche alcuni luoghi significativi della città. Per la scuola primaria e secondaria di primo grado l’ambito delle proposte laboratoriali è prevalentemente quello tecnologico, dalla conoscenza dei materiali ad alcune semplici lavorazioni, da realizzare nell’arco di brevi percorsi di almeno due incontri. Per la primaria, in relazione ai periodi storici affrontati in classe, gli oggetti realizzati possono essere ispirati al mondo primitivo, piuttosto che egizio, etrusco o medievale. Per le scuole superiori le collezioni del Museo rappresentano lo spunto per cogliere alcuni aspetti fondanti del Novecento. Gli oggetti si prestano infatti ad una molteplicità di letture, con possibili rinvii a temi di storia politica e sociale, economica e industriale, del gusto e della moda. Particolarmente accattivante e gradita dai ragazzi è la possibilità di realizzare piccole sfilate in abbigliamento d’epoca. Progetti speciali Il Progetto EST - Educare alla scienza e alla tecnologia, attraverso un rapporto privilegiato fra scuola e museo, ha consentito di realizzare un’esperienza di fruizione museale di qualità, consentendo l’apprendimento attivo di contenuti tecnologico-scientifici legati alla specificità delle collezioni. Progetto EST è stato promosso da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia e ha consentito al Museo di lavorare per alcuni anni (dal 2005 al 2010) in rete con alcuni musei scientifici lombardi, aventi come capofila il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano. I percorsi messi a punto in quest’occasione hanno di fatto rappresentato la prima offerta didattica strutturata del Museo e hanno continuato ad essere proposti nel tempo, anche dopo la conclusione del Progetto. Fondamentale è risultata la formazione preventiva degli operatori e degli insegnanti. Questi ultimi hanno sperimentato in prima persona tutte le attività laboratoriali previste dal Progetto secondo la metodologia handson, un approccio didattico informale e interattivo che porta a vedere da vicino, toccare, provare l’uso di uno strumento, fare delle considerazioni empiriche, verificare un’ipotesi. Gli insegnanti hanno quindi scelto le attività più adatte da proporre alla classe, potendo contare sulla collaborazione degli operatori museali per la costruzione di un percorso d’apprendimento efficace e gratificante, sostenuto anche dai kit didattici messi a disposizione dal Museo per il lavoro in classe. Il Museo ha proposto nell’anno 2013 il progetto BijouXtutti, percorsi laboratoriali per persone diversamente abili, realizzato col sostegno di Regione Lombardia. L’iniziativa è stata rivolta a persone con disagi prese in cura da strutture assistenziali del territorio. Gli utenti di queste comunità, affetti da vari tipi di disturbi sia fisici che psichici, hanno potuto apprendere le tecniche di base per la realizzazione di monili per l’ornamento personale e oggettistica varia, utilizzando i materiali più diversi. L’acquisizione di nuove competenze ed interessi non è stato l’unico obiettivo raggiunto dal progetto: le attività di laboratorio hanno permesso in molti degli utenti il miglioramento delle abilità manuali e creative, un costruttivo rapporto con gli altri e una maggiore autostima. Il progetto BijouXtutti è entrato poi stabilmente fra le offerte educativo-formative del Museo, attraverso la proposta di un ciclo di più incontri che consentono ai disabili di familiarizzare con gli spazi del Museo, con le collezioni, con il laboratorio e con il personale, nel pieno rispetto dei tempi e delle modalità di approccio che questa categoria di utenza necessariamente prevede. Risposte del pubblico La forte specializzazione delle collezioni non ha impedito al Museo di mettere a punto proposte didattiche rispondenti alle esigenze formative delle scuole, sia quelle del territorio - volte alla conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio locale - sia quelle di fuori, attratte dall’originalità delle proposte. Conclusioni/riflessioni La metodologia appresa e messa in pratica nel corso dell’esperienza del Progetto EST ha costituito un punto di riferimento fondamentale per la formazione degli operatori e ha ispirato anche ulteriori attività proposte in seguito sia dal Museo del Bijou, che nell’ambito dei servizi educativi degli altri musei cittadini. Altro I momenti salienti del Progetto EST sono documentati nel video Una storia che è tante storie (2009): in esso vengono presentate le attività laboratoriali e la metodologia adottata sullo sfondo della storia del Museo e delle sue collezioni. Come raggiungerci Il Museo si trova nel centro storico di Casalmaggiore, cittadina di 15.000 abitanti sul Po, a pochi chilometri dagli importanti centri turistici di Sabbioneta e Colorno. Al centro di un triangolo di città d’arte rappresentato da Parma, Mantova e Cremona, è raggiungibile in auto dai corrispondenti caselli autostradali dell’A1, A22 e A11. La stazione ferroviaria, raggiungibile a piedi dal centro, è servita dalla linea Parma-Brescia. Contatti www.museodelbijou.it [email protected] facebook.com/museodelbijou tel.0375/205344-284423 Scheda redatta da Roberta Ronda, Responsabile servizi educativi
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