I parassiti

Transcript

I parassiti
Prof. Franco Brindani
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D.Lgs. n°191 del 04/04/2006
Attuazione della direttiva 2003/99/CE sulle misure
di sorveglianza delle zoonosi e degli agenti
zoonotici
Art. 4. - Regole generali relative alla sorveglianza delle zoonosi e degli
agenti zoonotici
1. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano provvedono
alla raccolta dei dati pertinenti e comparabili per individuare e descrivere i
pericoli, valutare l'esposizione e caratterizzare i rischi connessi alle zoonosi
e agli agenti zoonotici.
2. La sorveglianza e' effettuata dall'azienda unita' sanitaria locale
competente per territorio nella fase o nelle fasi della catena alimentare piu'
appropriate in funzione della zoonosi o dell'agente zoonotico in questione,
in particolare a livello di produzione primaria, e in altre fasi della catena
alimentare, compresa la produzione di prodotti alimentari e mangimi.
3. La sorveglianza di cui al comma 2 riguarda le zoonosi e gli agenti
zoonotici elencati nell'allegato I, parte A. In funzione della
situazione epidemiologica del loro territorio, le regioni e province
autonome possono porre sotto sorveglianza anche le zoonosi e gli
agenti zoonotici elencati nell'allegato I, parte B.
ALLEGATO I (articolo 4, comma 3)
A. Zoonosi ed agenti zoonotici da sottoporre a
sorveglianza:
- Brucellosi e relativi agenti zoonotici;
- Campilobatteriosi e relativi agenti zoonotici;
- Echinococcosi e relativi agenti zoonotici;
- Listeriosi e relativi agenti zoonotici;
- Salmonellosi e relativi agenti zoonotici;
- Trichinellosi e relativi agenti zoonotici;
- Tubercolosi causata da Mycobacterium bovis;
- Escherichia coli che produce verocitotossine.
B. Elenco delle zoonosi e degli agenti zoonotici da
sottoporre a sorveglianza in funzione della situazione
epidemiologica
1. Zoonosi virali:
- Calicivirus;
- Virus dell'epatite A;
- Virus dell'influenza;
- Rabbia;
- Virus trasmessi da artropodi;
In Toscana suini uso famiglia
(prod. primaria): 50% positivi
2. Zoonosi batteriche:
- Borrelliosi e relativi agenti zoonotici;
- Botulismo e relativi agenti zoonotici;
- Leptospirosi e relativi agenti zoonotici;
- Psittacosi e relativi agenti zoonotici;
- Tubercolosi diverse da quella di cui alla parte A;
- Vibriosi e relativi agenti zoonotici;
- Yersiniosi e relativi agenti zoonotici;
3. Zoonosi da parassiti:
- Anisakiasis e relativi agenti zoonotici;
- Criptosporidiosi e relativi agenti zoonotici;
- Cisticercosi e relativi agenti zoonotici;
- Toxoplasmosi e relativi agenti zoonotici.
Cryptosporidiosi
Importanza riconosciuta dagli anni ’80 (associazione con AIDS)
Cryptosporidium: protozoo acquatico. Famiglia Cryptosporidiidae
(oltre 20 specie)
Sei sono patogene per gli animali e l’uomo:
C. parvum, C. muris (mammiferi),
C. baileyi, C. meleagridis (uccelli),
C. serpentis, C. nasorum (rettili e pesci)
Il 30% della popolazione mondiale è stata esposta al parassita
C. parvum è la specie di maggiore interesse clinico per l’uomo e gli
animali domestici
Protozoo coccidico a localizzazione intracellulare extracitoplasmatica
Ingestione di oocisti resistenti che raggiungono il piccolo intestino. Da
queste fuoriescono gli sporozoiti (4) che penetrano nei microvilli degli
enterociti dell’ospite dando origine a due cicli (nello stesso ospite)
a) Ciclo asessuato: i merozoiti
penetrano direttamente nei
microvilli e, riproducendosi
asessualmente (schizonte),
aggravano la malattia
b) Ciclo sessuato: i merozoiti si
differenziano in macro e micro
gamenti che daranno origine
allo zigote e quindi alla oocisti
che può essere reingerita
(autoinfezione) o pervenire
nell’ambiente esterno e
sporulare (forma di resistenza
ambientale).
Le
diverse
specie
Cryptosporidium
colpire
di
possono
mammiferi
(aspecificità d’ospite)
diversi
Ciclo biologico di Cryptosporidium
Oocisti di C. parvum
sporulate
Oocisti di C. parvum sporulate
con 4 sporozoiti (4,2 – 5,4 µm)
Fuoriuscita di sporozoiti
dalla oocisti sporulata
EPIDEMIOLOGIA
L’incidenza della criptosporidiosi umana oscilla dallo 0,6 al 4,5%
nei Paesi sviluppati e raggiunge il 20% in quelli in via di sviluppo
Gli episodi di malattia possono coinvolgere un notevole numero di
individui:
nel
1987
in
Georgia
(USA)
13.000
persone
si
ammalarono in ingerendo acque contaminate (anche se filtrate e
disinfettate)
La terapia antibiotica non è efficace (anche se qualche risultato si
è ottenuto con i macrolidi e la spiramicina). Ciò giustifica l’elevata
mortalità (70%) che si registra nei soggetti immunocompromessi
Modalità di trasmissione:
Contatto animale-uomo o interumano (circuito orofecale)
Alimenti
Acque contaminate
Numerosi mammiferi sono eliminatori di C. parvum: felini, ruminanti
selvatici, roditori, cani, gatti suini, bovini, ovicaprini, scimmie, ecc.
Il bovino funge da reservoir e fonte di contaminazione più probabile
L’acqua funge pure da reservoir: oocisti sono presenti in acque
potabili, piscine, laghi e fiumi; più nelle acque superficiali che in quelle
profonde
Il parassita è dotato di notevole patogenicità, infatti è stato
dimostrato che una sola oocisti può determinare l’infezione.
• L’infezione è frequentemente correlata all’ingestione di acque
contaminate
• Gli alimenti di origine animale crudi ed i vegetali (contaminati
mediante fertilizzazione/irrigazione e/o lavaggio con acque infette)
possono rappresentare un rischio per il consumatore
• Gli alimenti coinvolti possono essere rappresentati dalle più varie
tipologie:
Insalata di pollo
Sidro
Latte crudo
• Si ritiene sia sufficiente l’inalazione di aerosol contaminati da
oocisti per contrarre l’infezione (allevamenti, industrie di
macellazione)
Resistenza del parassita
Le oocisti (sferiche o ovoidali) resistono vari mesi (2-4) nell’ambiente
esterno. L’escrezione è massima nella prima settimana dell’infezione,
diminuisce progressivamente e cessa verso la fine della fase diarroica
Sono insensibili alla maggior parte dei disinfettanti chimici,
soprattutto quelli a base di cloro
Sono in grado di sopravvivere alla refrigerazione, ma non al
congelamento (- 20 C)
Non sono termoresistenti: sono distrutte in 20 minuti a 45
minuti a 65-85 C
.
C e in 5-10
Non sono in grado di resistere ai trattamenti di pastorizzazione
La temperatura di ebollizione dell’acqua le inattiva immediatamente
PATOGENESI
La tipologia della sindrome fa ritenere probabile il rilascio di
un’enterotossina, con conseguente danneggiamento e atrofia dei
villi e malassorbimento alimentare
Molti dubbi rimangono sull’entità della dose minima infettante e
sulle metodiche di isolamento e coltivazione del microrganismo
in laboratorio
La sintomatologia è in relazione allo stato immunitario dell’ospite
SINTOMATOLOGIA
Incubazione: 2 - 14 giorni
Diarrea acquosa profusa (sindrome simil-colerica)
Febbre e dolori addominali
Nei soggetti immunocompetenti:
immunocompetenti durata da alcuni giorni a oltre
un mese; tendenza ad esaurirsi spontaneamente
Nei soggetti immunocompromessi:
immunocompromessi gravità tale da richiedere
l’alimentazione per via parenterale. Se affetti da AIDS, la sindrome
è ancora più preoccupante (perdite di liquidi tra 3 e 15 litri al giorno
e possibile coinvolgimento epatico e polmonare)