I parassiti
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I parassiti
Prof. Franco Brindani ! 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La sorveglianza e' effettuata dall'azienda unita' sanitaria locale competente per territorio nella fase o nelle fasi della catena alimentare piu' appropriate in funzione della zoonosi o dell'agente zoonotico in questione, in particolare a livello di produzione primaria, e in altre fasi della catena alimentare, compresa la produzione di prodotti alimentari e mangimi. 3. La sorveglianza di cui al comma 2 riguarda le zoonosi e gli agenti zoonotici elencati nell'allegato I, parte A. In funzione della situazione epidemiologica del loro territorio, le regioni e province autonome possono porre sotto sorveglianza anche le zoonosi e gli agenti zoonotici elencati nell'allegato I, parte B. ALLEGATO I (articolo 4, comma 3) A. Zoonosi ed agenti zoonotici da sottoporre a sorveglianza: - Brucellosi e relativi agenti zoonotici; - Campilobatteriosi e relativi agenti zoonotici; - Echinococcosi e relativi agenti zoonotici; - Listeriosi e relativi agenti zoonotici; - Salmonellosi e relativi agenti zoonotici; - Trichinellosi e relativi agenti zoonotici; - Tubercolosi causata da Mycobacterium bovis; - Escherichia coli che produce verocitotossine. B. Elenco delle zoonosi e degli agenti zoonotici da sottoporre a sorveglianza in funzione della situazione epidemiologica 1. Zoonosi virali: - Calicivirus; - Virus dell'epatite A; - Virus dell'influenza; - Rabbia; - Virus trasmessi da artropodi; In Toscana suini uso famiglia (prod. primaria): 50% positivi 2. Zoonosi batteriche: - Borrelliosi e relativi agenti zoonotici; - Botulismo e relativi agenti zoonotici; - Leptospirosi e relativi agenti zoonotici; - Psittacosi e relativi agenti zoonotici; - Tubercolosi diverse da quella di cui alla parte A; - Vibriosi e relativi agenti zoonotici; - Yersiniosi e relativi agenti zoonotici; 3. Zoonosi da parassiti: - Anisakiasis e relativi agenti zoonotici; - Criptosporidiosi e relativi agenti zoonotici; - Cisticercosi e relativi agenti zoonotici; - Toxoplasmosi e relativi agenti zoonotici. Cryptosporidiosi Importanza riconosciuta dagli anni ’80 (associazione con AIDS) Cryptosporidium: protozoo acquatico. Famiglia Cryptosporidiidae (oltre 20 specie) Sei sono patogene per gli animali e l’uomo: C. parvum, C. muris (mammiferi), C. baileyi, C. meleagridis (uccelli), C. serpentis, C. nasorum (rettili e pesci) Il 30% della popolazione mondiale è stata esposta al parassita C. parvum è la specie di maggiore interesse clinico per l’uomo e gli animali domestici Protozoo coccidico a localizzazione intracellulare extracitoplasmatica Ingestione di oocisti resistenti che raggiungono il piccolo intestino. Da queste fuoriescono gli sporozoiti (4) che penetrano nei microvilli degli enterociti dell’ospite dando origine a due cicli (nello stesso ospite) a) Ciclo asessuato: i merozoiti penetrano direttamente nei microvilli e, riproducendosi asessualmente (schizonte), aggravano la malattia b) Ciclo sessuato: i merozoiti si differenziano in macro e micro gamenti che daranno origine allo zigote e quindi alla oocisti che può essere reingerita (autoinfezione) o pervenire nell’ambiente esterno e sporulare (forma di resistenza ambientale). Le diverse specie Cryptosporidium colpire di possono mammiferi (aspecificità d’ospite) diversi Ciclo biologico di Cryptosporidium Oocisti di C. parvum sporulate Oocisti di C. parvum sporulate con 4 sporozoiti (4,2 – 5,4 µm) Fuoriuscita di sporozoiti dalla oocisti sporulata EPIDEMIOLOGIA L’incidenza della criptosporidiosi umana oscilla dallo 0,6 al 4,5% nei Paesi sviluppati e raggiunge il 20% in quelli in via di sviluppo Gli episodi di malattia possono coinvolgere un notevole numero di individui: nel 1987 in Georgia (USA) 13.000 persone si ammalarono in ingerendo acque contaminate (anche se filtrate e disinfettate) La terapia antibiotica non è efficace (anche se qualche risultato si è ottenuto con i macrolidi e la spiramicina). Ciò giustifica l’elevata mortalità (70%) che si registra nei soggetti immunocompromessi Modalità di trasmissione: Contatto animale-uomo o interumano (circuito orofecale) Alimenti Acque contaminate Numerosi mammiferi sono eliminatori di C. parvum: felini, ruminanti selvatici, roditori, cani, gatti suini, bovini, ovicaprini, scimmie, ecc. Il bovino funge da reservoir e fonte di contaminazione più probabile L’acqua funge pure da reservoir: oocisti sono presenti in acque potabili, piscine, laghi e fiumi; più nelle acque superficiali che in quelle profonde Il parassita è dotato di notevole patogenicità, infatti è stato dimostrato che una sola oocisti può determinare l’infezione. • L’infezione è frequentemente correlata all’ingestione di acque contaminate • Gli alimenti di origine animale crudi ed i vegetali (contaminati mediante fertilizzazione/irrigazione e/o lavaggio con acque infette) possono rappresentare un rischio per il consumatore • Gli alimenti coinvolti possono essere rappresentati dalle più varie tipologie: Insalata di pollo Sidro Latte crudo • Si ritiene sia sufficiente l’inalazione di aerosol contaminati da oocisti per contrarre l’infezione (allevamenti, industrie di macellazione) Resistenza del parassita Le oocisti (sferiche o ovoidali) resistono vari mesi (2-4) nell’ambiente esterno. L’escrezione è massima nella prima settimana dell’infezione, diminuisce progressivamente e cessa verso la fine della fase diarroica Sono insensibili alla maggior parte dei disinfettanti chimici, soprattutto quelli a base di cloro Sono in grado di sopravvivere alla refrigerazione, ma non al congelamento (- 20 C) Non sono termoresistenti: sono distrutte in 20 minuti a 45 minuti a 65-85 C . C e in 5-10 Non sono in grado di resistere ai trattamenti di pastorizzazione La temperatura di ebollizione dell’acqua le inattiva immediatamente PATOGENESI La tipologia della sindrome fa ritenere probabile il rilascio di un’enterotossina, con conseguente danneggiamento e atrofia dei villi e malassorbimento alimentare Molti dubbi rimangono sull’entità della dose minima infettante e sulle metodiche di isolamento e coltivazione del microrganismo in laboratorio La sintomatologia è in relazione allo stato immunitario dell’ospite SINTOMATOLOGIA Incubazione: 2 - 14 giorni Diarrea acquosa profusa (sindrome simil-colerica) Febbre e dolori addominali Nei soggetti immunocompetenti: immunocompetenti durata da alcuni giorni a oltre un mese; tendenza ad esaurirsi spontaneamente Nei soggetti immunocompromessi: immunocompromessi gravità tale da richiedere l’alimentazione per via parenterale. Se affetti da AIDS, la sindrome è ancora più preoccupante (perdite di liquidi tra 3 e 15 litri al giorno e possibile coinvolgimento epatico e polmonare)